La fanciulla cavaliere

di Padme86
(/viewuser.php?uid=27673)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un cavaliere insolito ***
Capitolo 2: *** Una dura sconfitta ***
Capitolo 3: *** Scoprire se stessa ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Un cavaliere insolito ***


Essere un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per una ragazza a quei tempi

Essere un cavaliere era sempre stato il suo sogno, un po’ insolito per una ragazza a quei tempi.

Anzi, era pressoché impossibile trovare fanciulle che impugnassero la spada e la sguainassero per combattere nemici, umani e non.

In un mondo al di là del tempo e dello spazio, dove umani e creature magiche, chi pacifiche e chi no, vivevano in simbiosi, cercando di mantenere l’armonia.

Purtroppo non tutti erano d’accordo: i Demoni e gli Orchi. I primi tendevano a voler primeggiare sulla razza umana, i secondi invece li consideravano semplicemente cibo.

Così l’Accademia del regno di Arazonan cercava sempre nuove reclute per poter difendere il regno e il mondo stesso in cui vivevano.

Un giorno però fece il suo ingresso una persona molto speciale, che, con la sua determinazione e il suo grande coraggio, cambiò per sempre le regole.

 

*Un cavaliere insolito*

 

“Guardate, il cavaliere in gonnella! Perché non torni a giocare con le bambole, ragazzina?!”- insulti così erano all’ordine del giorno per l’unica recluta femmina che avesse mai messo piede nella prestigiosa Accademia di Arazonan.  Una ragazza di sedici anni, dai capelli corvini, gli occhi verde smeraldo: grandi, dolci ed espressivi. Un fisico atletico e allenato, un viso dolce e innocente, ma che in realtà nascondeva una determinazione degna del miglior guerriero. Le sue grazie femminili erano nascoste da una leggera armatura color blu dai riflessi argentati e al fianco portava una spada: abbigliamento tipico di tutte le reclute.

La giovane si voltò verso il ragazzo, incenerendolo con lo sguardo: non si lasciava certo intimorire da qualcuno che aveva sconfitto più volte.

“E tu perché non torni a fare le flessioni, visto che hai due braccia come due stuzzicadenti?”- ma lei non era certo da meno: rispondeva a tono ad ogni provocazione, anche se spesso si era cacciata nei guai per questo suo… Chiamiamolo carattere pepato.

“Come ti permetti?!”- il ragazzo si stava già avvicinando a lei, quando gli si parò di fronte un ragazzo di vent’anni, forte e indomito. Capelli argentei, occhi ametista, fisico atletico e viso perfetto: come una statua greca che fa cadere ai suoi piedi qualunque donzella.

“Vedi di girare al largo, non credo che tu voglia prenderti un’altra nota di demerito.”- lo minacciò il giovane, lanciando un’occhiata di fuoco al ragazzo davanti a lui che, incenerendo un’ultima volta la ragazza con lo sguardo, si voltò e se ne andò per la sua strada.

Il giovane dagli occhi ametista si voltò verso di lei, sempre con la sua aria impassibile dipinta sul viso: chi lo conosceva sapeva che mai lo avrebbe visto in modo diverso.

“Non c’era bisogno, signore, me la sarei cavata. Lo faccio sempre e lo sapete bene.”

“Devi smetterla di rispondere alle provocazioni, Alina, prima o poi ti farai fare del male. Possibile che in due anni non hai ancora imparato a trattenere quella tua linguaccia?”

“Ehi, andate piano con le parole! Io dico sempre quello che penso, nessuno mi ha mai fatto mordere la lingua e voi non fate eccezione!”

“Guarda che lo dico per te, sai quanto mi importa!”- eccoli qui, due persone testarde e orgogliose come poche, ma legati da un filo che nessuno avrebbe spezzato… Anche se entrambi dovevano ancora prenderne coscienza.

“Signor Kei, lo so bene che volete solo aiutarmi, ma cercate di capirmi… Voglio essere un cavaliere, se continuate a prendere sempre le mie difese non lo sarò mai. Vorrei solo avere un’occasione…”- il giovane la fissò attentamente: per due anni non aveva fatto altro che chiedersi cosa ci facesse quella ragazzina in mezzo a loro, e perché voleva tanto diventare un cavaliere. Forse un giorno glielo avrebbe chiesto…

“Bhe, se sei davvero così determinata forse un modo c’è. Devo andare dal precettore, credo che abbia una missione per noi e voglio chiedergli di farti partecipare.”

“Davvero? Ma io… Se lo fate per pietà, sappiate che…!”

“Tu sei una delle reclute migliori. Non c’è pietà, solo un’occasione che io coglierei al volo. Io, Yuri, Rei e Boris siamo più esperti di te: avresti solo da imparare.”- Alina era sorpresa e non poco emozionata da quella notizia: quel gruppo di cavalieri era uno dei migliori che ci fossero all’Accademia, era un’occasione da non perdere.

“Ma se il precettore dicesse di no?”

“Fidati di me, vai a prepararti, tra un’ora si parte.”

“Ma…”

“Niente ma! Vedi di sbrigarti o ti lasciamo qui!”

E poco meno di un’ora dopo la giovane era già sul suo cavallo, accanto a dei cavalieri di tutto rispetto. Li osservò uno ad uno, incuriosita dalla serietà con cui svolgevano il loro compito.

Yuri Ivanov era senz’altro il più freddo di tutti, dopo Kei naturalmente. Capelli cremisi, occhi di ghiaccio che sembravano rispecchiare la sua anima fredda e impenetrabile, fisico esile ma comunque ben definito e pelle lattea, quasi di porcellana. Non aveva aperto bocca nemmeno quando era arrivata e tutti l’avevano salutata. Si limitato a farle un lieve cenno del capo e fissarla per qualche secondo: forse era una di quelle persone che non vedevano di buon occhio una fanciulla che impugnava le armi.

Vi era anche Rei Kon, un giovane gentile e alla mano. Capelli neri come la pece, molto lunghi ma tenuti perfettamente in ordine da un codino. Occhi ambrati e strane orecchie a punta (si vociferava che fosse un mezzo sangue tra un umano e un folletto ma erano solo voci.), un fisico ben definito e un bel viso.

Era stato subito gentile con lei, l’aveva accolta calorosamente e durante gli anni di allenamento era sempre stato disponibile nell’aiutare le reclute a migliorare, come lei.

E poi non poteva mancare Boris Huznestov: il più vitale, anche troppo, del gruppo. Era allegro e chiacchierone, ma davvero abile nel combattere. Capelli di uno strano grigio, occhi smeraldini e fisico possente, senza essere troppo esagerato. Era un’esplosione di vita e allegria, aveva sempre voglia di combattere e divertirsi. La sua abilità era nota a tutti, ma a volte la sua vitalità finiva col cacciarlo nei guai.

“Esattamente dove stiamo andando, capo?”- fu proprio lui a porre questa domanda a Kei Hiwatari, il capo del gruppo. Anch’egli dall’anima di ghiaccio, ma fuoco nel cuore quando combatteva. Nessuno lo aveva mai battuto, né in allenamenti, né in competizioni ufficiali.  Alina lo aveva sempre ammirato, ma se voleva essere un vero cavaliere doveva mettere da parte i sentimenti…

Lo aveva giurato a se stessa.

“Dobbiamo arrivare alle Colline Buie entro due giorni e sterminare quattro orchi, prima che decidano di radere al suolo il villaggio sottostante.”

“Bene, un po’ d’azione non ci farà male e la piccola avrà qualcosa da imparare!”

“Boris, tu sei simpatico, ma se mi chiami ancora in quel modo potrei anche decidere di mozzarti la lingua.”

“Ehi, è questo il modo di parlare ad un tuo superiore?! Dille qualcosa, Yuri!”

“Non mi intrometto in diatribe che non mi riguardano, te la sei cercata Huznestov.”- Boris fece uno sbuffo, quando Rei si avvicinò alla ragazza, posandole una mano sulla spalla.

“Non darci peso, è scemo ma non cattivo.”

“Lo so, però io…”- ad un tratto il gruppo vide Kei fermarsi di colpo, guardandosi in giro. Tutti si fermarono, chiedendosi come mai il loro capo si fosse fermato in modo così brusco.

Anche i cavalli sembravano agitati, stava succedendo qualcosa.

“Kei, che succede?”

“C’è qualcuno qui intorno, meglio stare pronti.”- Kei scese da cavallo, sguainando la spada e stando sempre all’erta. Gli altri lo imitarono, anche se Alina era molto nervosa: la sua prima vera battaglia, chiunque lo sarebbe stato in quella circostanza.

“Attenti!”- urlò all’improvviso Boris, vedendo uscire dai lati della foresta ben dieci demoni-folletto. Erano piccoli, ma molto rapidi e soprattutto sanguinari… Con artigli alle mani e ai piedi molto affilati, occhi iniettati di sangue e zanne molto aguzze. La bocca era molto grande, da cui uscivano rivoli di bava: creature disgustose, ecco ciò che pensava la giovane Alina.

“Cercate di attaccarli di lato, non affrontateli mai direttamente, chiaro?”- tutti risposero in modo affermativo, cominciando il combattimento.

Colpi di spada che andavano a segno, sangue nero che si imbrattava su di loro, cavalieri che combattevano con onore per la loro vita.

Erano abili e capaci, le loro lame tagliavano quegli esseri senza troppe difficoltà. Affondi precisi e colpi ben mirati provenivano da quei giovani che si addestravano da tutta la vita per combattere il Male.

Ma la cosa che stupì tutti fu il coraggio e l’abilità di Alina: i due anni di duro addestramento avevano dato i loro frutti. Aveva ancora una tecnica rozza, ma molto efficace, ogni tanto aveva difficoltà a maneggiare la lama ma compensava con ottima tecnica di affondo e precisione.

Lo scontro durò qualche minuto, quando i demoni-folletto furono uccisi tutti… I loro cadaveri occupavano quasi tutta la stradina di campagna su cui si erano affrontati, il loro sangue, nero come la notte, imbrattava la terra.

Alina osservò quei corpi senza vita, disgustata: era la prima volta che viveva un’esperienza intensa come un combattimento contro demoni come quelli, era molto scossa.

Kei la osservò: forse aveva azzardato a volerla per quella missione, era ancora inesperta ed essendo una ragazza anche molto emotiva.

“Brutte bestiacce, così imparate a mettervi sul nostro cammino!”

“Boris, se non dici una cavolata delle tue non sei felice. Kei, sta calando la notte, forse dovremmo accamparci da qualche parte.”- disse serio Yuri al cavaliere dagli occhi ametista, che però era preso ad osservare l’espressione inorridita di Alina: doveva parlarle o sarebbero stati guai quando avrebbero combattuto contro gli Orchi della collina buia.

“Io… Io conosco un posto dove possiamo alloggiare. Venivo in questa zona da piccola, non è molto lontano.”- sussurrò piano Alina, attirando l’attenzione di tutti, sollevati all’idea di non dover dormire all’aperto.

“Meno male, non avevo proprio voglia di dormire usando una radice come cuscino! Io approvo l’idea della piccoletta, a proposito non sei niente male.”

“Per una volta sono d’accordo, sei stata molto abile.”- le disse Rei, gentile come sempre, mentre Yuri e Kei si limitarono ad annuire, gesto tipicamente loro.

La giovane arrossì per quei complimenti sinceri, soprattutto perché venivano da cavalieri di tutto rispetto e si sentì più sollevata.

“Alina, facci strada, dobbiamo arrivare prima che cali definitivamente il buio.”

“Va bene, seguitemi.”- i giovani cavalieri salirono di nuovo in groppa ai loro cavalli e seguirono la ragazza portarli fuori dalla foresta, entrando in un piccolo villaggio poco abitato.

Le abitazioni erano spoglie, anche se ben tenute, e le persone sembravano molto tristi e abbattute; forse la causa erano i demoni-folletto. Probabilmente infestavano la zona da tempo e chissà quanti danni avevano fatto a tutta quella gente.

“Ecco, possiamo andare lì.”- Alina indicò loro una piccola locanda, da dove provenivano numerose voci. I cavalieri si avvicinarono, legarono i cavalli a dei pali di legno ed entrarono, notando che era una locanda dove si poteva anche mangiare e bere a volontà. Probabilmente era l’unico modo che aveva ancora quella gente per sorridere e divertirsi… Un modo squallido se visto da un uomo d’onore come Kei Hiwatari.

I cavalieri si avvicinarono al banco dove un uomo molto grasso e pelato, che puzzava di birra, li accolse.

“Che cosa vogliono cinque cavalieri qui?”

“Vogliamo delle stanze, possibilmente separate.”

“Mi dispiace ma ho solo due camere libere, dovrete accontentarvi.”- i cinque rimasero interdetti da tanta scortesia, ma in fondo era solo questione di una notte, potevano adattarsi. Era anche questo il compito di un cavaliere: adattarsi ad ogni situazione, averne sempre il controllo.

Accettarono la proposta e salirono alle camere, quando dovettero decidere come dividersele.

“Noi dormiamo in una, mentre Alina dorme nell’altra.”

“Perché? Solo perché sono una ragazza pensate che non possa dormire con uno o due di voi? Io sono un cavaliere e so adattarmi ad ogni situazione, smettetela di vedermi come una fanciulla qualunque!”- i quattro cavaliere restarono basiti da tanta determinazione in una ragazza così piccola: loro andavano tutti per i vent’anni, ma lei sembrava essere molto più matura per la sua età.
Kei sorrise, soddisfatto di tale tenacia, e decise di metterla davvero alla prova…

“Dormo io con lei, voi andate nell’altra stanza. Sveglia all’alba, si parte immediatamente.”

“Oh andiamo, nemmeno il tempo della colazione?”- si lamentò Boris, come suo solito, ma quando vide lo sguardo più che eloquente di Kei capì che aveva poca scelta.

Il gruppo si salutò, Kei e Alina entrarono nella stanza e videro all’interno un solo letto: era un bel problema.

“Possiamo dividercelo, non è un problema.”- mormorò risoluto Kei, cominciando a spogliarsi dell’armatura e posando la sua spada sul bordo del letto. In quel posto non vi era nemmeno il bagno, ma solo una vecchia tinozza totalmente anti igenica.

Il cavaliere si era ormai tolto l’armatura, rimanendo solo con una maglia nera e i pantaloni, ma quando si voltò vide che la giovane non si era ancora tolta nulla.

“Bhe, che aspetti a toglierti l’armatura? Vuoi dormire con quei pesi addosso?”

“No! Ecco, è che…”- Alina si sentiva una stupida: solo qualche minuto prima aveva detto che per lei non era un problema, che sapeva adattarsi, ma era sempre una ragazza: il suo istinto le impediva di spogliarsi davanti al cavaliere come se niente fosse.

“Se ti vergogni puoi dirlo, è normale. Sono un gentiluomo e non devi pensare che, anche se sei un cavaliere, questo mi autorizzi a guardarti.”- aveva capito perfettamente il suo problema: ora sapeva perché era lui il capo del gruppo.

Il giovane si voltò dandole il tempo di togliersi le vesti e l’armatura e cambiarsi. Alina riempì la tinozza con dell’acqua calda per potersi togliere il sangue di dosso… Aveva ancora davanti agli occhi quella scena: la sua spada che faceva a fette quegli esseri mostruosi. Era ciò che aveva sempre desiderato, perché si sentiva inquieta?

Finì di lavarsi e cambiarsi, vedendo poi Kei avvicinarsi a lei, mettendole le mani sulle spalle. Era davvero un capo affidabile, sempre pronto ad aiutare i suoi compagni e fare loro coraggio… Come stava facendo con lei, solo fissandola con quelle ametiste così calde e profonde.

“Sei scossa, vero?”

“Un pochino… E’ tanto grave?”

“No, anzi è un bene. Non dimenticare che la paura fa ragionare e ti aiuta a non sbagliare. E poi sono tutti scossi al loro primo combattimento, non ti devi vergognare.”- Aline gli sorrise riconoscente e per un momento il cuore del giovane Hiwatari perse un paio di battiti…

“Grazie mille, signore.”

“Kei. Non devi darmi del lei, siamo tutti compagni e alleati non dimenticarlo mai, capito?”

“Va bene, Kei.”

I due si sorrisero, Kei si rinfrescò e i due decisero di dividersi il letto: ormai Alina sapeva che poteva fidarsi di lui, non l’avrebbe mai sfiorata.

“Buonanotte, Alina.”

“Kei, posso chiederti una cosa?”

“Dimmi.”

“Perché hai scelto di diventare cavaliere?”- Kei non sapeva cosa risponderle, o meglio ancora non se la sentiva di dire a quella ragazza le sue ragioni, la conosceva da troppo poco per fidarsi a tal punto.

“Non ti riguarda, ora mettiti a dormire, domani dovremo partire presto.”- la giovane ci rimase male per quella risposta, ma capì che forse Kei non se la sentiva di dirglielo e lei non lo voleva di certo forzare.

“Non vuoi parlarne con me e lo capisco, ma come hai detto tu siamo tutti compagni… Se un giorno avrai bisogno di sfogarti, io sono qui.”- il giovane cavaliere rimase sorpreso da tali parole, così dolci e sincere come mai ne aveva udite in vita sua. Si sentiva sollevato e felice, non capendone però il motivo…

“D’accordo. Ora dormi, però.”

“Notte Kei e grazie di tutto…”

“Buonanotte.”

I due si addormentarono nel letto di quella spoglia stanza dove era nata la loro intimità.

Ma i due non sapevano che presto il destino li avrebbe messi alla prova…

Li attendeva una missione difficile e potevano non sopravvivere, ma qualunque sarebbe stata la loro sorte non sarebbero mai sfuggiti al filo rosso del destino che ormai li legava indissolubilmente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, gente! Eccomi di nuovo qui con una delle mie strampalate idee xD Ho avuto un flash una sera, nella mia testa, e ho deciso di mettermi a scrivere questa storia^^ Da tanto tempo sognavo di fare una fantasy con cavalieri, demoni, folletti e tutte cose che stuzzicano sempre la mia fantasia, spero quindi che sia di vostro gradimento^^ Qui avete fatto la conoscenza della protagonista: Alina. Non saltate subito a conclusioni affrettate, però: questa giovane nasconde molte cose, che spero vi lasceranno di stucco xD Che ne dite del bel gruppo di cavalieri che ho scelto? Non male eh xD Alina è fortunata assai XP

Bon, attendo vostri commenti, critiche, consigli, etc ^_-  Ci tengo moltissimo alla vostra opinione ^o^

 

E per la felicità dei vostri occhi ecco a voi l’immagine di Alina^^ La base del disegno è opera della mia adorata Lirin Lawliet, il colore invece è opera mia xD Un bel lavoro di squadra, insomma xD Colgo l’occasione per ringraziarla di questo bel regalo, che ora mostro a tutti voi^^ Se lo volete però vorrei tanto che prima me lo chiedeste, per rispetto verso di me e verso di lei v.v Grazie mille ^*^

 



Image and video hosting by TinyPic

 

 

A lei è dedicata questa storia, per l’amicizia preziosa che mi ha sempre dimostrato e tutto il sostegno datomi sempre^^

Questa storia è per te, tesoro, ti voglio bene <3

 

 

Un bacio forte a tutti^^

 

                                                                                                               La cara Pad

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una dura sconfitta ***


*Una dura sconfitta*

*Una dura sconfitta*



Image and video hosting by TinyPic

 

 

Il sole sorgeva lentamente, alzandosi da dietro la montagna e cominciando ad irradiare tutto quello che vi era intorno. Deboli raggi entrarono nella finestra di una misera locanda, dove vi dormiva una giovane coraggiosa alla sua prima missione. Si stropicciò gli occhi, sbadigliando sonoramente, mentre si rendeva conto che accanto a lei non vi era nessuno: aveva dormito troppo! Forse l’avevano anche lasciata lì!

Stava già entrando nel panico, quando vide Kei entrare nella stanza con solo gli indumenti intimi addosso: Alina non poteva credere di aver davvero dormito con lui… Era stato un perfetto gentiluomo: non aveva sconfinato e nemmeno tentato di toccarla in alcun modo. Un vero uomo d’onore, come si addice ad ogni grande cavaliere.

“Ben svegliata, dormito bene?”

“Si… Ho dormito troppo?”

“Eh? No tranquilla, mi sono appena alzato, ero andato a svegliare quel pigrone di Boris. La mattina presto neanche il terremoto lo tirerebbe giù da letto.”- Alina si ritrovò a sorridere, alzandosi dal letto e sciacquandosi la faccia. Kei osservava ogni suo movimento, senza capirne il motivo: si sentiva attratto da quella ragazza così giovane, eppure così matura e determinata.

Aveva sedici anni ma si era distinta subito tra le giovani reclute, nonostante fosse una fanciulla. Era comparsa dal nulla, l’unica cosa sicura di lei era che voleva diventare cavaliere a tutti i costi, nessuno sapeva la vera motivazione di tanta determinazione.

E lui l’ammirava… Aveva visto il suo impegno, i suoi sforzi, la sua capacità di resistere alle derisioni di ogni tipo. Affrontava ogni allenamento e prova con grande determinazione, molta di più di quanto ne dimostrassero tante reclute che si addestravano da anni.

Ricordava ancora il momento in cui l’aveva vista per la prima volta…

Come al solito si stava allenando, gli esami per passare di grado erano vicini e non poteva permettersi di essere bocciato. Era uno dei migliori cadetti dell’Accademia, non aspirava a diventare il migliore in assoluto, ma senza dubbio uno dei più valorosi. Lui era Kei Hiwatari e non era nel suo stile fallire.

Si fermò qualche minuto per riprendere fiato, quando vide all’entrata una ragazza. Era piccola, non doveva avere più di quattordici anni, portava un pesante bagaglio sulle spalle e una spada: che volesse entrare all’accademia? No, alle ragazze non era permesso, per quanto ne sapeva.

Capelli corvini e occhi smeraldo, fisico magro ma tonico, viso dolce e innocente: non aveva proprio l’aria di un cavaliere.

Le si avvicinò curioso, vedendola smarrita e anche un po’ impaurita. Infatti appena si avvicinò a lei si mise sulla difensiva, sembrava affaticata e anche un po’ denutrita.

“Salve, posso esserti utile?”

“E’ questa l’accademia per diventare cavalieri?”

“Si, cerchi qualcuno? Non so, tuo fratello o il tuo ragazzo.”- lei lo guardò scettica, inclinando leggermente la testa di lato e inarcando un sopracciglio. Per un attimo Kei la trovò al quanto buffa e carina.

“No, sono qui perché voglio diventare un cavaliere.”- il ragazzo la guardò sbalordito, per poi cominciare a ridere di gusto. Era stato più forte di lui: il sapere che quella ragazza così piccola e minuta volesse combattere lo aveva divertito.

Lei però non fu dello stesso parere… Sbatté il suo bagaglio per terra e prese la sua spada, ancora nel fodero, puntandola verso il giovane.

Kei smise di ridere, fissando quegli smeraldi: vi era il fuoco della battaglia. Quella ragazza era decisa, testarda e indomita… Lo aveva capito dal suo sguardo.

“Solo perché sono una ragazza non ti permetto di insultarmi! Io diventerò un cavaliere, a tutti i costi!”- l’argenteo sorrise, mettendo la mano sulla spada e abbassandola. La giovane lo guardò incuriosita: forse lui era il primo che la stava prendendo un po’ sul serio.

“Non sarà facile per una fanciulla, qui gli allenamenti sono duri ed estenuanti, potresti anche morire.”

“Supererò ogni prova e sopporterò ogni allenamento, sono disposta a tutto pur di realizzare il mio desiderio.”

E in quel momento il giovane cavaliere capì di avere davanti non la solita ragazzina impaurita, ma un’anima forte ed indomita che nessuno avrebbe piegato.

“Se è così vieni con me, ti porto dal precettore e vedremo se ti accetteranno. Come ti chiami?”

“Alina, signore.”

“Io sono Kei, un cadetto, non devi darmi del lei. Ora andiamo.”

Lei gli sorrise riconoscente e i due si incamminarono verso la sala del precettore.

Da quel giorno quella ragazza fece parte dell’Accademia, anche se lui non seppe mai come aveva fatto ad essere accettata. E fin da subito aveva dimostrato grande carattere e determinazione, resistendo a tutti gli allenamenti più duri e soprattutto alle angherie dei ragazzi che la prendevano in giro.

“Kei, va tutto bene?”- la voce di Alina lo riportò alla realtà, facendogli notare che si era immobilizzato a fissarla. E non era la prima volta che gli accadeva… Tante volte si era fermato ad osservarla. Così bella e forte… Non aveva mai incontrato nessuna che fosse come lei, era speciale e in gamba.

“Si tranquilla. Sei pronta? Gli altri ci stanno aspettando.”

“Certo, andiamo.”- i due si misero le armature, presero le loro cose e raggiungessero gli altri di sotto.

“Buongiorno piccioncini! Avete fatto i bravi?”- come al solito Boris non mancava di fare qualche battuta stupida anche di prima mattina, ma lo sguardo di fuoco del giovane cavaliere dagli occhi ametista lo fece subito arretrare. Rei e Alina risero sotto i baffi, mentre Yuri era sempre impassibile: la ragazza non faceva che pensare che avrebbe dovuto sciogliersi un po’.

Pagarono il conto delle stanze ed uscirono, montando sui loro cavalli e rimettendosi in cammino: le Colline Buie erano a circa quattro ore di cammino da dove si trovavano.

Alina era piuttosto nervosa, il combattimento sarebbe stato molto impegnativo e temeva di non essere all’altezza.

“Speriamo di non incontrare altri intoppi o saranno guai, dobbiamo essere in forze per affrontare quegli orchi.”- pensò Rei ad alta voce, avendo l’approvazione di tutti.

Il viaggio proseguì in silenzio, fino a che non arrivarono alle Colline Buie… Una fitta nebbia oscurava ogni cosa e nell’aria vi era un disgusto odore di marcio e sangue. Molte battaglie erano state combattute in quei luoghi, tanto sangue versato, umano e non, che ancora imbrattava quel terreno maledetto. Alina si guardava intorno, trattenendo un conato di vomito: quel posto era terribilmente spaventoso, ma lei era un cavaliere: non doveva farsi prendere dalla paura.

“Questo posto è inquietante, si sente ancora l’odore del sangue fresco.”

“Yuri, se eviti di fare la guida turistica ci fai solo un favore! Dove diavolo saranno quegli orchi?”- esclamò Boris, con il chiaro intento di volerli uccidere in fretta quelle creature e andarsene da quel posto.

“Gli orchi stanno sempre sul versante più alto, dobbiamo salire ancora.”- disse risoluto Kei, che cavalcava al fianco di Rei e Alina. Posò lo sguardo sulla giovane: era evidentemente tesa da quell’atmosfera così lugubre e sanguinaria.

“Cerca sempre di stare vicino ad uno di noi, non è saggio affrontare un orco da sola e da inesperta, sono stato chiaro?”- le ordinò l’argenteo, con il chiaro tentativo di volerla in qualche modo proteggere. Sentiva di volerlo fare, in qualche modo il suo istinto gli stava dicendo che se fosse capitato qualcosa a quella giovane non se lo sarebbe mai perdonato.

Alina annuì, quando all’improvviso sentirono una voce riecheggiare nell’aria…

Benvenuti, giovani cavalieri. Sono sorpreso che ci abbiate messo così poco, ero convito che i miei demoni-folletto vi avrebbero eliminato.

Era una voce fredda, crudele e piatta: di sicuro si trattava di un demone.  I cavalieri si fermarono, scendendo da cavallo e sguainando le spade: dovevano essere vicini alla tana, probabilmente era un demone a tirare i fili degli orchi… Molte cose diventavano chiare.

“Chi sei?! Fatti vedere, vile demone!”- urlò Kei alla nebbia, che immediatamente cominciò a diradarsi, mostrando il paesaggio circostante… Alina dovette trattenersi dal vomitare: cadaveri in putrefazione, scheletri umani e sangue ovunque. I cavalieri erano sconvolti da tale visione, quando sul versante più alto videro un giovane uomo dai capelli blu notte e gli occhi bianchi. Orecchie a punta, artigli affilati alle mani e zanne in bocca: era un demone. E Alina sembrava riconoscerlo… Che fosse davvero lui?

“Quattro cavalieri e una fanciulla, mi aspettavo che l’accademia di Arazonan avesse più rispetto per il demone Landor.”

“Tu! Maledetto, sei stato tu a sterminare il villaggio della mia famiglia!”- urlò in preda alla rabbia Alina, sguainando la spada e pronta a combattere. I quattro giovani la fissarono basiti: non erano al corrente del passato della fanciulla, ma dovevano fare in modo che mantenesse il controllo.

Landor la osservò attentamente: quegli occhi gli ricordavano qualcuno… Un uomo che lo aveva affrontato in passato e che aveva sconfitto.

“Combatti, maledetto! Vendicherò la mia gente!”

“Oh mia cara, non ho certo intenzione di sporcarmi le mani con degli insetti come voi.”- il demone alzò un braccio e dalla caverna dietro di lui uscirono quattro orchi. Erano neri come la pece, con gli occhi iniettati sangue, feroci e malvagi.

“I primi sarete voi e poi mi dedicherò alla gente dei villaggi, fino ad arrivare alla vostra cara accademia. Voi umani siete feccia, dovete sparire!”

“Questo lo vedremo!”- urlò Kei, ordinando l’attacco verso gli orchi, che si avvicinavano velocemente a loro.

Boris e Yuri ne affrontarono due, cercando di colpirlo con la loro spada, ma quell’essere sembrava d’acciaio, oltre ad essere rabbioso e veloce.

Kei, Alina e Rei ne affrontarono altri due, ma la ragazza era troppo interessata al demone per potersi concentrare su quella creatura. I suoi colpi non avevano abbastanza potenza e non andavano a segno nel modo giusto.

“Alina, dannazione concentrati!”- la rimproverò Kei, ma la ragazza non sembrava ascoltare nessuno. L’unica cosa a cui pensava era che doveva uccidere quel demone… E in preda alla furia vendicativa non si accorse di un quinto orco che comparve dall’oscurità e la ferì al braccio destro con i suoi artigli.

La ragazza gemette, cadendo all’indietro mentre i giovani guerrieri la fissarono sconvolti… Landor invece sembrava soddisfatto, tanto che richiamò gli orchi e gli ordinò di tornare nell’oscurità delle Colline. Kei e gli altri si avvicinarono ad Alina, ancora a terra e con un braccio sanguinante… Il cavaliere dagli occhi ametista la prese tra le braccia, quando la giovane cominciò ad urlare di dolore. Fissarono il braccio: era diventato nero, segno che era stata avvelenata.

“Ahaha! La vostra amica ha le ore contate, il veleno dei miei orchi è letale per chiunque. Morirà tra atroci sofferenze e non potete fare nulla per salvarla. La mia vendetta è completa, addio giovani stolti!”- una risata malefica riecheggiò nell’aria, mentre i giovani cavalieri osservavano la loro compagnia agonizzare dal dolore.

Kei la guardava e gli si stringeva il cuore: lei aveva sbagliato ma era una principiante… Il suo compito era proteggerla e non lo aveva fatto a dovere.

Si sentiva un idiota e un incapace: aveva fallito con lei.

“Kei, conosco un guaritore, non è molto lontano da qui ma dobbiamo sbrigarci!”- la voce di Rei lo distolse dai suoi pensieri; ora tutto quello che poteva fare per rimediare era tentare di salvarla.

La prese in braccio, caricandola sul suo cavallo, mentre Yuri e Boris si occupavano del suo. I cavalieri partirono al galoppo, seguendo il moro, correndo più veloci del vento in cerca del guaritore che potesse aiutare la loro compagna. Alina non smetteva di urlare dal dolore… Era atroce per tutti loro sentire quelle per urla... Nessuna fanciulla avrebbe mai dovuto soffrire tanto.

“Alina, resisti, siamo quasi arrivati! Non provare a morire, intesi? Non pensarci nemmeno, stupida ragazzina!”- Kei era molto spaventato all’idea che quella giovane potesse morire… Non voleva che accadesse, non doveva succedere.

Dopo circa un quarto d’ora arrivarono ad una piccola capanna di legno, un po’ mal ridotta. I quattro scesero da cavallo, aiutando Kei a scendere insieme ad Alina, Rei si avvicinò alla porta bussando per chiamare il guaritore. Un uomo adulto aprì loro, capelli castani e occhi neri, fisico esile ma non troppo magro, barba e viso dai lineamenti marcati.

“Rei, cosa ci fai qui?”

“Per favore Misil, devi aiutare la nostra compagna. È stata ferita da uno degli orchi delle Colline Buie e sta molto male.”- Kei si avvicinò, porgendogli Alina che non urlava più come prima…

“Prima urlava forte, adesso ha smesso, è un buon segno?”- chiese l’argenteo, preoccupato, al guaritore, che però non sembrava della stessa idea.

“Per niente, portiamola subito dentro!”- i quattro entrarono e Kei posò la giovane sul giaciglio che vi era all’interno della piccola stanza dove li aveva condotti Misil.

Il guaritore si avvicinò a lei, asciugandole la fronte madida di sudore… Kei la osservò: si vedeva che stava soffrendo tanto e si sentiva impotente nel non poter fare nulla.

Misil le prese il braccio, constatando che il veleno si stava diffondendo rapidamente nel corpo della ragazza: doveva intervenire e alla svelta.

“Ora dovete uscire, cavalieri.”- tutti annuirono, tranne Kei che restò immobile davanti al giaciglio, con la chiara intenzione di restare.

“Kei…”

“Io non mi muovo. Sono il suo responsabile, quindi non la lascio.”

“Cavaliere, capisco che tu sia preoccupato per la tua compagna, ma se vuoi davvero salvarla devi lasciarmi lavorare tranquillo.”- la voce di Misil era dura e imponeva obbedienza, ma l’argenteo sembrava non ascoltare nessuno. Rei gli mise una mano sulla spalla; doveva trovare il modo di smuoverlo.

“Kei, è in ottime mani, ora usciamo.”- il moro lo prese per un braccio e lo condusse fuori, lasciando il guaritore libero di lavorare tranquillo.

Misil prese alcune erbe medicinali, quando sentì la voce di Alina sussurrare qualcosa…

“Kei…”- il guaritore si avvicinò a lei, sorridendole: lui la conosceva, sapeva bene chi era quella ragazza dai capelli neri come la notte senza luna.

“Tranquilla bambina, ti salverò. Lo devo a tuo padre.”- mormorò Misil, cominciando a preparare l’infuso e l’impasto medico che l’avrebbero aiutata.

 

*

 

Passarono diverse ore da quando il guaritore si era messo all’opera per curare Alina, ma ancora non avevano saputo nulla.

Kei faceva avanti e indietro dalla stanza, aspettando che quel diavolo di uomo desse loro notizie su Alina: non era mai stato un tipo paziente e quell’attesa lo stava facendo innervosire parecchio.

“Ma quanto diavolo ci mette quel guaritore?! Comincio ad innervosirmi!”

“Kei stai calmo, sono sicuro che Alina è in ottime mani.”- cercò di rassicurarlo Yuri, ma con scarsi risultati. Tutti erano in ansia per la loro compagna: era così giovane, non meritava di fare quella fine. Continuavano a chiedersi cosa avesse spinto una ragazza così bella ad indossare l’armatura e sguainare la spada in favore dei più deboli.

“Qualcuno di voi sa perché ha voluto essere cavaliere? Me lo chiedo da quando l’ho vista per la prima volta all’accademia.”- domandò ad un tratto Boris, forse per spezzare la tensione che si era creata in quei momenti di attesa snervante. Tutti lo fissarono, incapaci di rispondere: nessuno lo sapeva, era sempre stato un mistero, così come avesse fatto ad essere ammessa.

Quella giovane era circondata da un fitto alone di mistero, ma gli altri ragazzi erano troppo presi a sbeffeggiarla per accorgersene.

“Nessuno lo sa, quando ho chiesto al precettore il motivo per cui l’aveva ammessa mi ha risposto solo ‘sono sicuro che sarà un valido elemento’. Altro non ho mai saputo.”- disse Kei, fermandosi e poggiandosi contro quella dannata porta, reprimendo l’impulso di aprirla e vedere cosa diavolo stava succedendo.

“Bhe, non aveva tutti i torti. Per essere dotata lo è, ma con quel demone oggi ha sbagliato, la vendetta non è un buon motore per un cavaliere.”

“Io sono convinto che c’è dell’altro, Boris.”- tutti si voltarono verso Kei: sembrava tenere molto a quella ragazza, eppure in due anni non li avevano visti in particolare sintonia.

“Che vuoi dire?”

“Ancora non lo so, ma…”- ad un tratto sentì la porta dietro di lui aprirsi e Misil raggiungerli. Kei volse uno sguardo al giaciglio e la vide: pallida, ma sembrava stare bene. Il suo viso non era più contratto in una smorfia di dolore, ma dolce e rilassato… Come la scorsa notte, quando l’aveva osservata dormire.

“Come sta?”- domandò l’argenteo al guaritore, che sorrise loro rassicurante: forse la loro compagna ce l’aveva fatta.

“E’ una ragazza molto forte e si rimetterà presto. Il veleno non è arrivato al cuore, così sono riuscito a deviarne il flusso in tempo e ad estirparlo dal suo corpo. Ma dovrà riposare, ora come ora è impensabile che torni subito a combattere.”- i quattro cavalieri ascoltarono le parole del guaritore con attenzione. Era giusto, ma loro avevano una missione da compiere: dovevano fermare quel demone prima che mettesse a ferro e fuoco ogni villaggio sul suo cammino.

“Possiamo lasciarla qui finché non sconfiggiamo il demone Landor? Dobbiamo farlo, altrimenti raderà al suolo ogni villaggio che incontrerà, fino ad arrivare alla nostra accademia, ad Arazonan.”

“Landor? È lui che dovete affrontare?”

“Si, lo conosci?”- domandò Rei al guaritore, che sembrava piuttosto sconvolto: forse anche lui era stato vittima, in qualche modo, della malvagità di quell’essere maligno.

Misil abbassò il capo e invitò i cavalieri nella stanza dove vi era Alina. Fu Kei il primo ad avvicinarsi al giaciglio, sedendosi sul bordo e prendendole la piccola mano, in quel momento fredda come il ghiaccio. Alina aprì debolmente gli occhi, trovandosi davanti gli occhi ametista e il debole sorriso di Kei.

“Kei… Ciao…”

“Ehi, come ti senti?”

“Meglio… Ciao ragazzi, vi sono mancata?”- tutti e quattro sorrisero lievemente, felici di vedere che stava bene e che presto sarebbe stata di nuovo in piedi  pronta a combattere.

“Ci hai fatto prendere un bello spavento, sei stata imprudente.”

“Yuri, hai la delicatezza di un troll nel dire le cose, te lo hanno mai detto?”- lo rimproverò Boris, vedendo che però Alina stava ridacchiando. Kei la osservò: più lo faceva e più quella giovane lo colpiva. Chissà come riusciva a sopportare quella vita, essendo una ragazza… Doveva avere una tale forza d’animo che loro si sognavano.

“Hai proprio ragione, Yuri, sono stata stupida. Ma la prossima volta…”

“Non ci sarà una prossima volta, almeno per te.”- la voce di Kei era dura e risoluta, un tono che non ammetteva repliche, ma Alina sperava tanto di sbagliarsi… Non poteva estrometterla dalla missione, lei doveva uccidere quel demone.

“Che cosa vuoi dire?”

“Misil pensa che sia meglio che tu stia a riposo, quindi a cercare quegli orchi e il demone andremo solo noi.”

“Ma Kei, io…”

“Non potete uccidere Landor, mi dispiace.”- Misil si intromise nel discorso, attirando l’attenzione di tutti. Che cosa voleva insinuare? Che non erano abbastanza forti per quel demone da strapazzo? Non sapeva con chi stava parlando: loro erano la squadra di cadetti migliore dell’accademia, non avevano mai fallito una missione e non avrebbero cominciato in quel momento.

“Non ci crede all’altezza?”

“Quel demone è molto potente, lo conosco. Solo un Uccisore di Demoni può ucciderlo, brandendo la Spada del Fuoco Blu.”

“E cosa sarebbe?”- domando Alina, curiosa di saperne di più, mentre gli altri cavalieri si ritenevano presi in giro e sminuiti: non avevamo mai sentito di questi Uccisori, né tanto meno di una fantomatica spada che uccideva i demoni.

“E’ una spada forgiata con il Fuoco Sacro Purificatore, milioni di anni fa. È l’unica arma che può uccidere un demone, le armi comuni non possono fare nulla.”

“Lo vedremo. Ora andiamo ragazzi, Misil si prenda cura di Alina, torneremo a riprenderla.”- Kei era fermo e risoluto, quando la giovane si alzò di scatto e lo fermò, tenendolo per un braccio.

L’argenteo sussultò appena a quel tocco così delicato, ma lo nascose…

“Per favore, fatemi venire con voi…”- Kei la guardò tristemente, così Rei decise che era meglio lasciarli da soli a parlare, cosa che capirono tutti seguendolo fuori dalla stanza.

“Alina, non sei in condizioni di combattere.”

“Ma io devo ucciderlo! Lui ha ucciso la mia gente, la mia famiglia!”

“Questo lo capisco, ma non è morendo contro di lui che li vendicherai.”- le mise le mani sulle spalle, sorridendole appena: non voleva darle un dolore ma allo stesso tempo non poteva permettere che le succedesse ancora qualcosa. Non voleva vederla morire… Era già stato atroce una volta.

“Alina, ti prego, fallo per me. Ci pensiamo noi, non devi temere.”

“Ma non hai sentito Misil? Nessuna arma comunque può uccidere quel mostro, ed io ci credo!”

“Le chiacchiere di un guaritore non mi interessano, la cosa principale è eliminare gli orchi e contro quegli esseri le spade funzionano. Al demone penseranno gli stregoni superiori quando li informeremo delle sue intenzioni, stai tranquilla.”

“Non riesco a crederti… Sento che non tornerai più…”- solo dopo Alina si rese conto di aver parlato al singolare? Ma cosa le stava succedendo? Perché aveva così tanta paura di perderlo?

“Tornerete! Volevo dire, ecco… Bhe…”- la giovane era ormai nel più totale imbarazzo e Kei rise nel vederla rossa in viso e così timida: sembrava una vera fanciulla, come avrebbe dovuto essere.

Le prese il mento tra il pollice e l’indice, sorridendole dolcemente… Alina si perse in quello sguardo così magnetico che la stava stregando poco a poco.

“Tornerò, te lo prometto. Torneremo tutti e quando sarà finita io e te usciremo a cena.”

“Mi stai prendendo in giro?”- chiese la giovane, ridendo lievemente.

“Assolutamente no, questa è una promessa sincera.”

“Allora prendi questo.”- Alina si sfilò in ciondolo d’oro che portava sempre al collo, allacciandolo a quello di Kei. Era un bellissimo pendente con raffigurante un quadrifoglio. -“E’ il mio portafortuna, me lo diede mio padre poco prima di morire. Portalo con te, me lo ridarai quando torni… E bada che lo rivoglio indietro a tutti i costi.”- Kei fu sorpreso da un gesto tanto dolce, nessuna lo era mai stata in modo così sincero con lui.

Senza indugiare oltre si sporse verso la giovane, poggiando lievemente le sue labbra si quelle rosee di lei. Fu un bacio delicato, appena accennato, ma che trasmetteva molteplici sentimenti… Qualcosa che entrambi non avevano mai provato.

Quando si staccarono, Alina poggiò la testa sul petto di Kei, che le carezzò dolcemente i capelli: ora lasciarla diventava più dura.

“Devo andare, scusami.”

“Ti aspetterò… Sempre.”

“Alina, se entro tre giorni non siamo tornati, vai all’Accademia e dai l’allarme, intesi? Questo è un ordine del tuo superiore, vedi di portarlo a termine.”

“Agli ordini, mio signore.”- l’argenteo le sorrise, le baciò la fronte e raggiunse i suoi compagni, che la salutarono tutti amichevolmente: era chiaro che si fossero affezionati a lei e gli era grata di tale onore. Sperava solo che tornassero tutti sani e salvi.

I quattro cavalieri ringraziarono ancora Misil, pregandolo di nuovo di occuparsi di Alina, dopo di che partirono al galoppo verso le Colline Buie.

Il guaritore rientrò in casa, vedendo la giovane che singhiozzava sul suo giaciglio: forse era il momento di rivelarle la verità.

“Stai tranquilla, li raggiungerai presto.”

“Che cosa vuole dire?”- Misil le sorrise e si avvicinò ad un armadio, tirando fuori una custodia molto grande, dove di solito vi erano riposte le spade più pregiate o importanti.

Il guaritore gliela porse, incitandola ad aprirla…

“Che cos’è?”

“Era di tuo padre, adesso spetta a te averla. Prima non potevo in presenza di quei cavalieri, mi dispiace.”- Alina era confusa e scioccata, ma decise di aprire quella custodia. Quello che vi era dentro la scioccò ancora di più: una meravigliosa spada, dalle rifiniture in oro e dai riflessi azzurri, non molto grande ma soprattutto maneggevole.

“Ma questa… E’ un spada.”

“Non è una spada qualsiasi: è la Spada del Fuoco Blu e apparteneva a tuo padre.”

“Non è possibile… Questo significa che…”

“Si bambina: tuo padre era un Uccisore di Demoni. E tu sei il suo successore.”

Per la giovane Alina si stava aprendo un futuro diverso da quello che immaginava, sarebbe riuscita ad affrontare la verità che circondava il suo passato per accettare il suo destino?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci arrivati alla fine di questo secondo capitolo^^ L’altra volta mi sono dimenticata di precisarlo e chiedo venia: questa storia sarà molto breve. L’ho scritta per puro piacere di scrivere, ma spero che, anche se breve, vi piaccia fino alla fine^^ Come avete visto in questo capitolo ci sono stati azione e una grande rivelazione! Riuscirà Alina ad accettare il suo destino e a sconfiggere il demone Landor? E come finirà il suo legame con Kei? Sarà destinato a sbocciare? Tutte cose che scoprirete leggendo, signori! Ed ora passo a ringraziare le persone che mi hanno recensito il primo capitolo^^ Grazie mille per il vostro sostegno ^*^

 

Ps I love You: Ciao bella! Mi fa piacere che ti piace Alina, è un personaggio a cui tengo^^ Ho sempre desiderato di scrivere di una ragazza che impugna le armi e ti ringrazio anche a nome di Lirin per i complimenti sul disegno^^ Davvero ti ricorda una cosa così bella? Tu mi lusinghi =) Spero di avere la tua anche su questo secondo capitolo, grazie mille dei tuoi complimenti ^*^

Un bacio =)

 

Lirin Lawliet: Tesoro mio, lo so che non vedevi l’ora che postassi e sei stata accontentata, come vedi xD Hai proprio ragione su Alina: lei va dritta per la sua strada, seguendo le sue convinzioni e lottando per realizzare il suo sogno^^ Sono felice che la storia ti travolga a tal punto, quindi attendo impaziente la tua su questo secondo capitolo ^*^ Un bacio forte, mio tesoro, ti voglio tanto bene <3

 

Pich: Ma salve, guarda chi si vede xD Eh si, la cara Alina è fortunata, tanti bei maschioni accanto a lei v.v Ma come vedi combina con Kei e non Boris, cosa che a te farà solo piacere xD Anche a te piace Alina, ma io sono feliceeeeee ^o^ Si, stavolta ho cercando di renderli IC il più possibile quei due, dopo tutto sono cavalieri v.v Ecco qui il secondo capitolo, attendo la tua allora v.v Un bacio forte, cara, ti voglio bene <3

 

Hallet Silver Comet: Oddio, ci credi che quando ho visto la tua recensione sono stata talmente felice che ho urlato? XD Tanto che di sopra mi dicevano “Ma che cavolo ti urli?!” XD Ma li ho ignorati e sono stata sempre felice xD Davvero il fantasy è il tuo genere preferito? Doppia tombola, allora ^*^ Si, Alina come hai visto è personaggio che riserva molte sorprese^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e mi farai avere la tua, ci conto ^*^ Un bacio forte, stella <3

 

Aphrodite: La mia amata lover ^*^ La tua sincerità mi aiuta sempre a migliorare e spero di aver fatto ancora meglio in questo secondo capitolo, il tuo giudizio è molto importante per me, come ben sai v.v Il personaggio di Alina, come vedi, ha riservato una bella sorpresa, per quanto riguarda il gruppo sono felice che ti piaccia^^ Mh… Kei arrogante, dici? Bhe, qui non lo è stato tantissimo, dai v.v Aspetto la tua su questo secondo capitolo, mio amato maggiordomo ^*^

Un bacio dalla tua Shinigami, love <3

 

 

Ringrazio Flamara, Pich e Ps I love You per averla messa tra le seguite^^

 

 

Un grazie a Lory-Chan per averla messa tra le preferite^^ Se hai voglia di farmi sapere cosa ne pensi a me fa solo piacere, cara ^*^

 

 

P.s: L’immagine a inizio capitolo sono le Colline Buie^^ Spero che rendano bene l’idea xD

 

 

 

Un bacio forte a tutti^^

 

 

 

 

                                                            La cara Pad

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scoprire se stessa ***


*Scoprire se stessa *

*Scoprire se stessa *

 

“Ma questa… E’ un spada.”

“Non una qualsiasi: è la Spada del Fuoco Blu e apparteneva a tuo padre.”

“Non è possibile… Questo significa che…”

“Si bambina: tuo padre era un Uccisore di Demoni. E tu sei il suo successore.”

Alina era ancora scioccata dalla rivelazione di Misil: dunque era lei l’Uccisore di Demoni.  Ma ciò che l’aveva sorpresa era scoprire che anche suo padre aveva avuto lo stesso destino… Lei credeva che fosse un semplice cavaliere, come le aveva detto suo zio.

Non ricordava molto della sua vera famiglia: il suo villaggio era stato distrutto da Landor quando aveva solo sei anni. Lei si era salvata per miracolo: in quel momento era sulle colline a giocare, come sempre. Sapeva che suo padre era un grande cavaliere, amato e stimato da tutta la gente del villaggio, ma non avrebbe mai immaginato che fosse un Uccisore di Demoni.

“Io non… Non posso crederci. Ma lei come fa a conoscere mio padre?”

“Ero suo amico, mi salvò la vita molti anni fa. Quando seppi della sua morte volevo prenderti con me, ma tuo zio è arrivato prima. Tuo padre desiderava che avessi la sua spada, così tua madre me l’affidò.”

“Mia madre?”

“Quando tuo padre fu ucciso sapeva che per il villaggio le speranze erano poche. Così mi portò la spada, chiedendomi di nasconderla e darla a te quando sarebbe arrivata l’ora. Purtroppo sono arrivato tardi, ma nel momento in cui ti ho vista entrare con quei cavalieri ho capito di averti ritrovata.”

“Ma come?”

“I tuoi occhi e i tuoi capelli; sono identici a quelli di tuo padre. Così come il ciondolo che hai donato al tuo cavaliere, è lo stesso di tuo padre: Il Quadrifoglio. Lo hai conservato come un tesoro, vero?”- la ragazza annuì, trattenendo le lacrime: suo padre aveva pensato a lei, l’aveva designata come sua erede nonostante fosse una fanciulla.

Ora sapeva, dentro di se, perché aveva lottato tanto per diventare cavaliere. E soprattutto cosa l’aveva spinta verso l’Accademia per sfuggire alle angherie dello zio…

“Sapevo che era un grande cavaliere e da quel momento decisi che lo sarei diventata anch’io, anche se sono una donna. Ma mio zio si opponeva, mi toglieva l’aria, così sono scappata all’Accademia.”

“Dove hai incontrato quei giovani cavalieri.”

“Si… Specialmente Kei. La prego… Mi racconti di mio padre, perché Landor lo ha ucciso? Sono sicura che è stato lui, mentre ero ferita l’ho sentito dire ‘la mia vendetta è completa’.”- Misil sorrise lievemente, prendendole la mano e conscio del fatto che aveva poco tempo: solo lei poteva sconfiggere Landor, quei cavalieri erano in pericolo.

“Va bene, ma non abbiamo molto tempo: tuo padre era un grande cavaliere e un ottimo Uccisore di Demoni. Era l’unico in grado di domare il potere della Spada del Fuoco Blu… Studiavamo insieme all’Accademia di Arazonan, era uno dei migliori.”- Alina sgranò gli occhi, incredula: anche suo padre aveva frequentato l’Accademia, ora cominciava a spiegarsi perché il precettore l’avesse ammessa non appena gli aveva detto il suo nome.

“Ora capisci perché sei stata ammessa? Il precettore sapeva di avere di fronte un valido elemento.”

“Oggi però ho fallito…”

“Nessuno è infallibile, cara. A quanto mi hanno detto sei in gamba e capace, sei sopravvissuta al veleno degli orchi e sarai in grado di domare la Spada del Fuoco Blu.”

“Lei crede? Io non sono mio padre, potrei anche fallire.”

“Salius aveva grande fiducia in te, riponeva le sue speranze nel tuo futuro e sapeva che saresti stata un ottimo successore per il suo compito.”- Alina sorrise, impugnando la spada e carezzandola… Avvertiva il suo potere, lo sentiva come proprio e le dava tanto coraggio.

“Cosa accadde a mio padre?”

“Quando fu designato come Uccisore di Demoni diede subito prova di grande abilità, ogni demone che capitava sulla sua strada veniva sconfitto e questo alle alte sfere demoniche cominciava a dare fastidio…”

“Così ordinarono a Landor di ucciderlo...”- mormorò afflitta la giovane, stringendo forte la spada di suo padre. Misil la guardò, tristemente: non doveva essere facile per una fanciulla così giovane accettare tali verità.

“Landor è uno dei Demoni Nobili e accettò la richiesta senza pensarci. I due si affrontarono, tuo padre combatté contro di lui con coraggio, ma era davvero troppo potente…”

“Padre…”- dagli smeraldi della giovane uscivano copiose le lacrime. Misil le mise una mano sulla spalla, cercando di confortarla… Doveva essere forte, l’attendeva una dura battaglia e solo lei poteva sconfiggere quel mostro.

“Il Demone lo uccise, ma non gli bastò. Così pochi giorni dopo distrusse il tuo villaggio e uccise tutti i suoi abitanti… Quando lo venni a sapere ho temuto per la tua vita, ma poi tuo zio mi disse di averti presa con se ma che non aveva nessuna intenzione di farti intraprendere le stesse orme di tuo padre.”

“Lo so, infatti quando gli dissi che volevo essere un cavaliere mi picchiò e mi chiuse in camera. Fu in quel momento che decisi di scappare e raggiungere l’Accademia.”- Misil annuì sorridendo, quando la vide alzarsi e impugnare con fermezza la spada di suo padre.

“Devo raggiungere Kei e gli altri, se quello che mi hai detto è vero sono in pericolo.”

“Non sei in condizioni di combattere, Alina.”- la ragazza però sembrava non ascoltarlo e tolse la spada dal fodero, impugnandola saldamente. La lama era lunga e ben affilata… La fanciulla sapeva cosa fare, era come se un sesto senso la guidasse.

Chiuse gli occhi, lasciando che l’energia della spada la attraversasse, ma invece accadde il contrario: fu la sua energia ad entrare nella spada, e la lama fu circondata da una bellissima fiamma color blu intenso. Trasmetteva tanto potere… Misil la fissò, colpito e soddisfatto: era la degna figlia di suo padre.

Alina riaprì gli occhi, vedendo quello che aveva fatto: si sentiva potente. Un tutt’uno con la spada, come se fossero una cosa sola.

“Sono… Sono stata io? Ma come…”

“La spada reagisce sentendo la forza e il potere del suo padrone: è lei a sceglierti, così come scelse tuo padre. Tutto quello che devi fare è seguire la sua volontà e farla tua, solo in questo modo avrai il controllo totale sul potere che ti è stato dato.”- Alina ascoltava attentamente le parole di Misil, sentendosi sempre più forte e potente: lei poteva uccidere quel demone, lo sentiva dentro di se, era come se la spada stessa le stesse dando quella consapevolezza.

“Sono pronta, voglio raggiungere i miei compagni.”- disse risoluta la giovane, annullando il potere della spada, che tornò normale. Si mise vestiti e armatura, mentre il guaritore la guardò con sguardo fiero: quella giovane avrebbe portato avanti con onore e forza l’opera del padre.

“Va bene, ma mi raccomando fai attenzione. Landor, oltre ad essere molto forte, è scaltro e manipolatore. Farà di tutto per deconcentrarti e farti perdere il controllo, non lo assecondare.”

“D’accordo, ti ringrazio Misil… Per tutto quanto.”

“Lo dovevo a tuo padre, bambina. Ora vai e distruggi quel verme.”- Alina gli sorrise, per poi uscire dalla casa, montare sul suo cavallo, partendo alla volta delle Colline Buie per aiutare i suoi compagni.

‘Sto arrivando, resistete. Kei ti prego, non mi abbandonare…’

 

*

 

Un ultimo fendente dritto alla testa e anche l’ultimo orco fu sistemato. Era stato molto difficile abbatterli, avevano combattuto con ogni grammo di forza che avevano in corpo…

I quattro cavalieri si trovavano di fronte al demone Landor, che ridacchiava furbo col chiaro intento di farli innervosire.

Kei lo osservò: era davvero un essere maligno. Era preoccupato per Alina, si augurava che stesse bene e non faceva che pensare al bacio che si erano dati. Era stato così bello e piacevole, il più bello che avesse mai ricevuto e tutto ciò che desiderava era tornare da lei per dirglielo.

“Visto, demone da strapazzo? A quanto pare hai perso i tuoi galoppini!”- esclamò beffardo Boris, mentre Landor non sembrava fare una piega alle provocazioni del cavaliere. Anzi, manteneva perfettamente la sua aria impassibile e sicura di se, forse perché sapeva che non avrebbero potuto ucciderlo con le loro armi.

“Poveri sciocchi, credete davvero di avermi sconfitto? Avete dimenticato che sono uno dei Demoni Nobili? Non potete farmi nulla con le vostre dozzinali spade.”

“Questo è da vedere, sporco essere!”

“Boris fermo!”- Yuri tentò di fermare il compagno, ma era troppo tardi. Il cavaliere si lanciò all’attacco verso il demone, colpendolo con la sua spada. Ma con orrore i giovani videro che la lama non lo aveva nemmeno scalfito: quell’essere sembrava indistruttibile.

Landor sorrise maligno, dando un potente calcio allo stomaco di Boris, che si piegò in due da dolore. Il cavaliere cadde a terra, mentre il demone prendeva la sua spada, spezzandola come se fosse stata di carta.

“Te l’avevo detto di non sottovalutarmi… Stupido verme di un umano.”- Landor scagliò un altro calcio a Boris, scaraventandolo lontano.

“Boris!”- Rei e Yuri accorsero ad aiutare il compagno piuttosto mal ridotto, mentre Kei guardava Landor con odio: ci doveva essere un modo per sconfiggere quell’essere.

“Purtroppo non ho tempo di giocare con voi insetti, quindi addio stupidi cavalieri.”- dalla mano del demone comparse una palle di luce nera molto forte: per loro era la fine.

‘Alina, mi dispiace, non potrò mantenere la promessa… Perdonami…’- i pensieri di Kei erano rivolti alla fanciulla cavaliere, mentre Landor sorrideva maligno pronto a scagliare quella sfera contro di loro.

“Fermati!!”- una voce femminile lo chiamò e i quattro videro arrivare Alina in groppa al suo cavallo. Sollevati nel vedere che stava bene, i cavalieri furono colpiti dalla spada che la giovane portava con se; non era la sua solita arma, ne erano assolutamente sicuri.

Alina scese da cavallo, avvicinandosi ai compagni: erano mal ridotti, specialmente Boris che sembrava ferito seriamente.

“Mi dispiace, sarei dovuta venire prima.”

“Cosa ci fai qui? Ti avevamo detto…”

“Lo so, Kei, ma ora devi ascoltarmi. Io sono l’unica che può distruggere quel demone, dovete solo fidarmi di me.”

“Perché dici questo?”- le chiese curioso Rei, mentre la giovane sorrideva loro in maniera rassicurante, mostrandogli la spada che portava con se.

“Questa è la Spada del Fuoco Blu, era di mio padre. Lui era un Uccisore di Demoni ed io sono la sua erede, l’unica in grado di usare quest’arma.”- i quattro cavalieri erano basiti da quella confessione: che stesse dicendo il vero? Lei non era il tipo di persona che inventava storie, forse potevano davvero avere fiducia in lei.

Alina si alzò, impugnando la spada e guardando Landor con decisione e odio: lo avrebbe sconfitto. Per suo padre, la sua gente e per garantire la pace.

Fece per avvicinarsi, ma la mano di Kei sul suo braccio la fermò. La giovane si voltò, incontrando lo sguardo preoccupato e sincero del suo compagno.

“Non sei obbligata a farlo.”

“Si invece. È compito mio, una responsabilità lasciatami da mio padre. Non temere, tornerò da te e dovrai portarmi fuori a cena come mi hai promesso, cavaliere.”- la giovane poggiò le labbra su quelle dell’argenteo in un bacio rapido ma dolcissimo. Gli carezzò la guancia, dicendogli di portare Boris ferito e gli altri il più lontano possibile: doveva avere il maggior spazio possibile per muoversi.

“Fidatevi di me, lo sconfiggerò.”- Alina sorrise loro dolcemente, impugnando la spada con fermezza e avvicinandosi a Landor, che la osservava… Conosceva bene quella spada e voleva dire solo una cosa: quella ragazza era davvero l’Uccisore di Demoni. Ora spettava a lei il compito che un tempo fu del suo defunto padre.

“Bene bene, così sei tu il nuovo Uccisore di Demoni. Devi essere la figlia di Salius, mi auguro che tu non faccia la stessa fine.”- ironizzò maligno il demone, mentre negli occhi della giovane si accese una luce potente: quella della giustizia.

“Non ti darò questo piacere, vendicherò mio padre e tutta la mia gente. I tuoi sogni di dominio finisco oggi!”- Alina tolse la spada dal fodero e dopo qualche secondo la lama si accese di una meravigliosa fiamma blu intenso. Kei e gli altri erano sbalorditi: tutto quello che aveva detto il guaritore era vero. Alina era l’Uccisore di Demoni, molte cose cominciavano ad essere molto più chiare…

La sua ammissione all’Accademia, il suo passato immerso nel mistero più fitto, la sua grande forza di volontà e determinazione: erano tutte caratteristiche non solo di un vero cavaliere, ma anche di un Uccisore.

Landor osservò la spada, la stessa che lo aveva affrontato anni fa e che aveva sconfitto. Quella sciocca ragazzina non poteva essere più in gamba di suo padre, l’avrebbe uccisa in poco tempo.

“E così hai ereditato anche la sua spada. Vedremo se sarai all’altezza di maneggiare il suo potere per sconfiggermi.”

“Non chiedo di meglio. Stai in guardia, Landor!”- Alina partì all’attacco, cercando di colpire con un fendente l’avversario, ma il demone era davvero veloce. Scomparve e ricomparve alle sue spalle, ma la giovane, con un balzo, riuscì a evitare il colpo che quell’essere voleva sferrarle. Landor la fissò e si rese conto di stare sanguinando dal braccio destro: quella mocciosa lo aveva colpito di striscio e sorrideva soddisfatta.

“Come vedi non sei invincibile, mio caro demonio. Il prossimo ti arriverà dritto alla gola!”

“Vediamo se ci riesci, Uccisore di Demoni.”- la provocò il demone, scattando verso di lei, però Alina fece qualcosa che stupì tutti: con un balzo saltò molto in alto, fino ad afferrare il ramo di un albero.

Kei e gli altri la fissarono sbalorditi, mentre Landor non faceva che sorridere maligno, come se stesse accadendo ciò che voleva. Anche la giovane era stupita: come riusciva a fare quelle cose?

“E’ la spada, mia cara, è lei a darti il potere. Se non ce l’avessi saresti una mocciosa come le altre, ora vediamo come te la cavi.”- Landor scattò verso di lei, Alina mise i piedi sul tronco per darsi lo slancio, evitandolo e cercando di colpirlo alla schiena. Ma il demone fu più veloce di lei e le arrivò alle spalle, colpendola forte e facendola sbattere contro un albero.

“Alina!”- urlò Kei, vedendo la ragazza in difficoltà: sembrava ferita alla schiena e alle braccia. Ma perché tale compito era stato affidato a lei? Non faceva che domandarselo il giovane cavaliere, vedendo la sua fanciulla combattere una battaglia che non doveva appartenerle.

La giovane si riprese a fatica, tenendosi in equilibrio tra i rami, pensando che Misil aveva ragione: quel demone era davvero un osso duro, dopo tutto aveva ucciso suo padre…

“Andiamo, bella fanciulla, sei già stanca? Sei patetica, come lo era tuo padre.”- disse maligno il demone, quando vide la giovane irradiata da una fortissima luce blu, molto potente… Il suo sguardo era di fuoco, come la Spada.

“Io non mi arrendo… Non mi arrenderò mai! Per la mia gente e per mio padre!!”- la spada cominciò a brillare più forte e lo sguardo della ragazza era forte e determinato… Come se dentro vi stesse davvero bruciando il fuoco della vendetta.

Alina si diede la spinta in avanti usando il tronco dell’albero e scattò in avanti velocissima contro Landor, che fu preso alla sprovvista. La Spada dal Fuoco Blu divenne ancora più luminosa e trapassò la spalla del demone, che spalancò gli occhi per la sorpresa e l’orrore dell’essere stato ferito.

“Ce l’ha fatta! L’ha colpito!”- esultò entusiasta Boris, mentre gli altri cavalieri erano soddisfatti: quel demone aveva i minuti contati.

Alina era pronta a dargli il colpo di grazia, ma dal corpo del demone uscì un raggio fulminante che la colpì. Non era troppo violento, ma abbastanza per allontanarla da lui.

“Questa volta hai vinto tu, mocciosa, ma sappi che non finisce qui. Tornerò e tutti voi brucerete all’inferno… Tu sarai la prima. Arrivederci, stolti cavalieri.”- una risata malvagia riecheggiò nella valle quando Landor scomparì nel nulla, lasciando tutti senza parole.

Alina scese dall’albero e la spada tornò normale… Ancora non riusciva a credere a ciò che era avvenuto: aveva combattuto un demone ad armi pari, era stata capace di ferirlo e spingerlo alla fuga… Ma soprattutto era stata in grado di dominare un potere enorme.

La giovane cadde sulle ginocchia, esausta. Kei e gli altri la raggiunsero, ancora un po’ stupiti per quanto la ragazza fosse stata capace di fare: era davvero un Uccisore di Demoni.

Quella fanciulla così piccola e determinata era destinata a combattere il male che si celava nel loro mondo.

Kei le si avvicinò, mettendole le mani sulle spalle e fissandola preoccupato… L’idea che la fanciulla sarebbe potuta morire in quello scontro lo aveva spaventato.

“Stai bene?”

“Si, tranquillo. E voi? Come sta Boris?”

“Tranquilla, sono uno tosto: ci vuole ben altro per mettere al tappeto Boris Huznestov, mia cara!”- la ragazza rise, sollevata nel vedere che il suo compagno stava bene.

“Sei stata in gamba, Alina, siamo tutti fieri di te.”- disse Yuri, con un leggero sorriso stampato in viso. Alina arrossì leggermente sotto lo sguardo geloso di Kei e quello ironico di Rei, felice di vedere il suo migliore amico lasciarsi finalmente andare con qualcuno.

“Ma adesso… La mia vita cambierà radicalmente. Dovrò uccidere i demoni e forse non potrò più stare all’Accademia con voi.”- mormorò tristemente la giovane, mentre Kei la prese il viso tra le mani, guardandola rassicurante: non avrebbe mai permesso che ciò avvenisse, nessuno gliel’avrebbe portata via… Nemmeno il destino.

“Questo non succederà mai. Ora torniamo da Misil a far medicare Boris, dopo di che ci rimetteremo in viaggio verso l’Accademia. Spiegheremo ogni cosa e noi saremo al tuo fianco, giusto ragazzi?”

“Ovvio, siamo una squadra e le vere squadre non si dividono mai! Potremmo formare un gruppo di ammazza - demoni, che ne dite?!”- la vitalità e l’allegria di Boris erano come un fluido magico per ridare il sorriso ad una fanciulla confusa e spaventata. Ne era certa: quei ragazzi erano straordinari e sarebbe stata felice di far parte per sempre del loro gruppo.

“Deciderà il precettore, ora andiamo.”

“Yuri, sei un vero pezzo di ghiaccio! Sciogliti un po’!”- e andarono avanti così per tutta la durata del tragitto. I cavalieri arrivarono da Misil, che si prese cura di Boris. Alina gli raccontò tutto ciò che era avvenuto con Landor: quel demone sarebbe tornato, probabilmente più pericoloso di prima.

“Avrei dovuto ucciderlo, ho sbagliato.”

“Alina, hai fatto quello che potevi, non dartene una colpa. Da oggi in poi ti allenerai più a fondo e la prossima volta lo ucciderai, ti aiuteremo tutti.”- la voce di Kei era dolce e rassicurante, le trasmetteva tanta fiducia in se stessa. Volse uno sguardo anche ai suoi compagni, che le sorrisero, annuendo alle parole del loro capo.

Misil li osservò: quei giovani erano un gruppo davvero molto unito, Alina era in ottime mani.

Ormai stava scendendo la notte e il guaritore propose loro di restare a dormire da lui, aveva due stanze in più per gli ospiti, e i cavalieri accettarono con piacere.

Consumarono una cena sostanziosa, parlando di come sarebbero cambiate le cose e di molte altre, quando andarono finalmente a riposare. 

Ma qualcuno non riusciva a dormire… Alina era in piedi davanti la finestra della sua stanza, fissando la luna piena che brillava in un cielo ricco di stelle.

Il suo destino sembrava segnato: ora avrebbe dovuto sconfiggere i demoni che minavano alla pace del loro mondo. Aveva il sostegno dei suoi compagni, ma ce l’avrebbe fatta davvero? Tanti dubbi tormentavano la sua mente e molta paura albergava nel suo animo.

Ad un tratto sentì la porta aprirsi, si voltò e vide Kei sulla soglia della sua stanza… Le faceva sempre piacere vederlo: che si stesse davvero innamorando di quel bellissimo cavaliere che aveva sempre ammirato da lontano?

“Sapevo che eri ancora sveglia, volevo sapere come stavi”

“Impaurita per il futuro, ma sto bene, davvero.”- gli sorrise genuina, quando lo vide avvicinarsi a lei. Sentì le sue mani cingerle dolcemente la vita e le sue morbide labbra sfiorarle la guancia in un bacio dolcissimo… Quanto amava quel tocco.

“Devo restituirti il ciondolo, te l’avevo promesso.”- Kei fece per togliersi il pendente a forma di quadrifoglio, ma Alina lo fermò: desiderava che quel piccolo tesoro rimanesse a lui.

“Non lo rivuoi?”

“No Kei, tienilo tu… Sapere che porterai sempre con te qualcosa di mio mi rasserena. Mi aiuta a pensare che siamo sempre vicini, anche se dovessimo allontanarci.”- mormorò tristemente Alina, sotto lo sguardo di Kei: forse aveva ancora paura che lui e i suoi compagni potessero abbandonarla in qualche modo… Non lo sopportava, doveva dimostrarle che non sarebbe successo.

“Io sarò sempre con te, non ti abbandonerò.”

“Davvero?”

“Certo.”

“Perché?”- era una domanda azzardata, ma doveva saperlo: aveva bisogno di conoscere i veri sentimenti di Kei nei suoi confronti. Il ragazzo cominciò a grattarsi dietro la nuca, pensieroso: non era facile, per uno come lui, esprimere i propri sentimenti.

“Voglio starti vicino perché ti ammiro e sei importante per me. Per due anni non ho fatto altro che vederti diventare sempre più forte, resistendo ad ogni allenamento e angheria con coraggio e determinazione. Sei una ragazza fantastica, unica… E provo un sentimento profondo per te.”- Alina sorrise felice: era importante per lui e le bastava.

Senza pensarci oltre gli cinse il collo con le braccia, poggiando delicatamente le sue labbra sulle sue. Quando si staccò lo fissò intensamente e Kei non poté non amare quello sguardo…

“Kei, anch’io provo qualcosa di forte per te. Io… Io credo di essermi innamorata. Ti prego, dimmi che non sono un’illusa.”

No, non lo era, non con lui… Perché l’amava e avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderla felice e aiutarla nella sua missione.

“Non lo sei, stupido cavaliere.”

Kei la cinse in vita, baciandola di nuovo in maniera più passionale… La stava già conducendo verso il giaciglio, quando Alina lo fermò; non si sentiva ancora pronta per un tale passo, mentre l’argenteo la guardò confuso.

“Cosa c’è?”

“Ecco… Kei, non credo di essere pronta per un passo come questo. Perché non aspettiamo? Abbiamo tanto tempo.”- il cavaliere lesse un velo di paura nei suoi splendidi smeraldi e forse aveva ragione. In fondo lei aveva solo sedici anni, era comprensibile che avesse paura di un tale passo a quell’età.

“Hai ragione, scusami. Sappi che aspetterò, non intendo metterti fretta in nessun modo, d’accordo?”

“Grazie. Però… Potresti comunque dormire con me.”- Alina lo prese per mano e lo condusse al suo giaciglio, sorridendogli. Kei acconsentì, ricambiando il sorriso e stendendosi accanto a lei… La accolse nel suo abbraccio, inebriandosi del profumo che emanava.

“Kei.”

“Mh? Dimmi.”

“Funzionerà tra noi?”- la voce della fanciulla tremava leggermente, come a desiderare immensamente quella certezza. Kei le prese il mento tra il pollice e l’indice, baciandola dolcemente… Forse era quella la sua risposta. Quando si staccò la fissò intensamente, sorridendole: non era sicuro, il futuro era sempre incerto e voleva essere sincero con lei. Ma non per questo voleva ferirla, mai al mondo se lo sarebbe perdonato.

“Spero di si, mio dolce cavaliere. Ora dormi, cara, domani ci aspetta un bel viaggio.”

“E una cena.”

“Mh?”

“Guarda che dicevo sul serio, mi devi una cena mio bel cavaliere e non provare a tirarti indietro.”- Kei rise di gusto, solleticandole i fianchi e facendola ridere a sua volta. Quando si fermarono, si baciarono a stampo e si rimisero sotto le coperte.

“Ti ci porterò, promesso. Ora però dormi.”

“Buonanotte Kei e grazie di tutto.”

“Grazie a te, Alina. Sogni d’oro.”

I due si addormentarono, cullati dal rispettivo calore….

 

Il giorno dopo il gruppo salutò Misil e ripartì alla volta dell’Accademia con i cuori colmi di incertezza ma anche di speranza.

Non avrebbero mai abbandonato il proprio destino, sarebbero rimasti per sempre uniti e fedeli alla loro amicizia.

Tutti e cinque partirono al galoppo verso l’Accademia, dove li attendeva il loro futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Come qualcuno avrà notato siamo giunti alla fine di questa storia… O meglio, ci sarà l’epilogo che chiuderà definitivamente tutto… O forse no? Nonono, non mi estorcerete nulla! Scoprirete tutto a tempo debito perché io sono un crudele e malvagio shinigami XD

Allora, innanzitutto voglio dire che sono davvero felice dell’apprezzamento dimostrato per questo mio nuovo progetto. Non credevo di riceverne tanto e la cosa mi riempie il cuore di gioia^^

Noterete che questo capitolo lascia molte cose in sospeso: cosa succederà adesso ai nostri eroi? Alina sarà in grado di adempiere al suo destino? E il suo amore con Kei sarà destinato a durare? Lo saprete… No, non ve lo dico! XP

Ma ora passo a ringraziare le meravigliose persone che mi hanno recensito lo scorso capitolo^^ Grazie ragazze, vi voglio bene <3

 

Aphrodite: La mia adorata lover notturna *-* Non sai quanto le tue parole mi abbiano fatto piacere, davvero <3. Mi hai dato un grande gioia e tu ne conosci bene i motivi, vero? =) Come vedi Landor è entrato in azione, anche se per poco, ma spero che ti sia comunque piaciuto^^ E’ un cattivo che piace anche a me, il che è tutto dire xD Come hai visto qui ho narrato la storia di Alina e del suo passato e c’è stato anche lo scontro tra Demone e Uccisore, sei sempre esaltata? XD Kei qui ha mostrato molto di più il suo lato umano e tranquillo v.v Ed eccoti il nuovo capitolo, spero sia di tuo gradimento, mio amato maggiordomo ^*^ Attendo la tua, un bacio forte, love u <3

 

Fe85: Ciao! Ma certo che puoi chiamarmi così, ci mancherebbe =) Purtroppo quelli sono i miei talloni d’achille che mi perseguitano -.- Ma mi fa piacere che ti piaccia il mio stile e la mia storia^^ E sono felice che ti piacciano Alina e il gruppo che ho creato, la giovane è molto fortunata xD Qui abbiamo avuto un bel po’ di rivelazioni e un bello scontro, spero sia stato tutto di tuo gradimento^^ Attendo la tua, bella, un bacio forte =)

 

Lirin Lawliet: La mia tesora impegnata tra capo e collo, non ti preoccupare =) So bene che non mi abbandonerai mai ^_^ I tuoi complimenti mi hanno scaldato il cuore, sono contenta di sapere che il capitolo ti è piaciuto così tanto =) Ti ha fatto ridere? Bhe, la cosa mi fa piacere, altroché xD Per motivi che immagino ti siano chiari, vero?^^ E’ vero, do sempre molta importanza ai miei personaggi, ma aspetta e vedrai^^ La storia è corta, vero, ma tu sai che c’è molto altro da scoprire xD Come vedi qui abbiamo il passato di Alina e lo scontro con Landor, piaciuto tutto? Fammelo sapere appena puoi^^ Un bacio forte, ti voglio bene, tesoro <3

 

Halley Silver Comet: Ehi bellissima^^ Forse ho esagerato col dire urlato, ma comunque mi sono stupita non poco e poi di che obbrobrio parli, la tua storia è magnifica^^ Anzi, mi scuso qui in anticipo per il ritardo, ma in sto periodo è già tanto che riesco a dedicarmi alle cose mie v.v Ma passiamo oltre xD Si, sarà una storia breve, ma aspetta e vedrai cosa ho in serbo xD Cavolo, ti è piaciuto proprio tutto, da Alina al colore della spada (che adoro anch’io xD) Ed eccoti qui seguito, spero che ti prenda allo stesso modo^^ Un bacio forte, cara =)

 

Pich: Un applauso? Che ne dici di una pacca sulle spalle? È appagante v.v Scherzi a parte, lo so bene che sei molto impegnata quindi sei perdonata v.v Ti piace Landor? Perché non mi stupisce xD A te piacciono sempre i cattivi xD Nono, Alina non è Mary Sue, è solo la protagonista che non toglie nulla al resto dei personaggi, non la farò diventare così v.v Qui c’è stato il combattimento vero e proprio xD Spero che la tua curiosità sia stata placata, attendo la tua, carissima dj xD Un bacio forte, ti voglio bene <3

 

 

Un grazie anche a chi l’ha messa tra preferiti e seguite, anche a chi legge solamente =) Continuate a seguirmi, ci conto ^*^

 

 

 

Un bacio forte a tutti^^

 

 

 

                                                                                 La cara Pad

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Epilogo ***


*Epilogo*

*Epilogo*

 

Tre mesi dopo.

 

“Attenta Alina, alle spalle!”

“Torna all’inferno, vile demone!”- un fendente perfetto e la fiamma blu della Giustizia distrusse quel demone infernale che aveva deciso di fare visita a quel villaggio. Ma loro erano arrivati prima… Lei era arrivata: l’Uccisore di Demoni.

Gli abitanti del villaggio elogiarono la vittoria dei cinque cavalieri che ormai erano famosi per proteggere i villaggi dall’attacco di orchi e demoni.

Erano passati tre mesi dallo scontro con Landor e Alina era ormai ufficialmente l’Uccisore di Demoni tanto atteso dagli umani.

Quando era giunta voce che si trattava di una fanciulla molti dubitarono, ma l’abilità e soprattutto il coraggio della giovane aveva colpito tutti.  Non mancava che molti ragazzi o cavalieri le facessero la corte, invitandola in vari modi a stare in loro compagnia, ma Alina rifiutava sempre molto gentilmente i loro inviti. Il suo cuore apparteneva al cavaliere dagli occhi ametista: Kei Hiwatari. Il rapporto tra i due procedeva molto bene, nonostante i rischi che correvano e i due caratteri molto differenti, ma si completavano in qualche modo.

Era come Sole e Luna: così diversi, eppure così in simbiosi da non poter stare l’uno senza l’altra.

“Siamo stati in gamba anche stavolta, peccato non avere un compenso per tali stragi di mostri.”

“Mai sentito parlare di “nobile causa”, Huznestov? Vedi di ficcarti in testa che non chiederemo mai soldi per uccidere i demoni.”

“Ivanov, sei diventato più insopportabile del solito!”- battibecchi così erano consueti per i due giovani cavalieri, uniti però sempre da una forte amicizia che andava oltre tutto.

Alina, Kei e Rei li fissarono, scuotendo la testa, quando il capo del villaggio si avvicinò a loro, ringraziandoli.

“Io e la mia gente vi dobbiamo tutto, saremmo lieti se restaste a cena da noi.”- Alina si avvicinò all’uomo, stringendogli la mano e sorridendogli in quella maniera così genuina come solo lei riusciva.

“Voi non ci dovete niente, ma accettiamo volentieri l’invito, non è vero ragazzi?”

E meno di due ore dopo i cinque erano seduti ad una grande tavolata dove vi era ogni possibile prelibatezza. Mangiarono e festeggiarono con la gente del villaggio, alloggiarono alla locanda vicina e il giorno dopo tornarono all’Accademia, dove furono accolti con gioia dalle giovani reclute. Ormai era tradizione: i ragazzini che si addestravano volevano sempre un resoconto delle gesta di Alina e dei suoi compagni.

La fanciulla lasciò come sempre quel compito a Boris, l’unico a cui piacesse raccontare le loro gesta, mentre gli altri andarono a darsi una rinfrescata.

Alina si cambiò d’abito, mettendosi la divisa dei cadetti dell’Accademia: aveva superato brillantemente il primo esame per passare di grado ed ora era apprendista cadetto.

Uscì dalla sua stanza, dirigendosi verso l’ufficio del precettore, quando vide che Kei era già arrivato e la stava aspettando.

La giovane era così felice di averlo al suo fianco anche se, a detta di Rei, aveva scatenato la gelosia di tutte le giovani dame che aspiravano a conquistare il giovane cavaliere.

“Ti sta bene la nuova uniforme, ma ti preferisco con l’abito lungo.”- ironizzò Kei, alludendo alla sera in cui erano usciti a cena, mantenendo la promessa fatta in precedenza durante lo scontro con Landor.

Per quell’occasione la sua fanciulla aveva indossato un bellissimo abito blu notte, era stata degna di una principessa e l’aveva adorata. Più la guardava, più i suoi sentimenti per lei crescevano e maturavano: ormai era sicuro di essere innamorato di lei. Ma con l’amore aumentava anche la paura di perderla…

“Spiritoso. Dai entriamo, il precettore ci aspetta.”

“Agli ordini, capo!”

“Stupido!”- i due risero, entrarono e fecero rapporto al precettore, che però aveva una notizia per loro… Una notizia che alla fanciulla non avrebbe fatto piacere.

“Ci è giunta voce che il demone Landor sta radunando un esercito alle pendici della Montagna Oscura. Da parte nostra stiamo avvertendo chiunque abbia un esercito e stiamo preparando le reclute migliori ad un possibile scontro, ma il Demone puoi ucciderlo solo tu, Alina.”- aveva ragione, lei e la sua spada erano le uniche armi di cui disponessero. Non si sarebbe tirata indietro: il conto con quel mostro era aperto più che mai.

“Andremo alla Montagna Oscura tra due giorni e cercheremo di fare tutto il possibile per evitare una guerra nel territorio degli umani. Non possiamo garantire che senza Landor gli altri soldati del Male non attacchino, quindi continui ad addestrare i soldati migliori e le reclute.”- Alina osservò il suo uomo con ammirazione… Kei era davvero un capo carismatico e forte.

Nonostante fosse lei l’Uccisore di Demoni il ruolo di capo del gruppo era rimasto a lui: impartiva perfetti ordini e tattiche di attacco infallibili. Un vero cavaliere ed era fiera di combattere al suo fianco.

“Ha ragione, è sempre meglio essere pronti.”- il precettore li guardò fiero, per poi assecondare la loro richiesta e congedarli. I due uscirono dalla stanza e si presero per mano, camminando lungo il corridoio che portava all’uscita del dormitorio e al giardino.

Alina era pensierosa: non si perdonava di non aver ucciso Landor quando poteva. Kei lo sapeva bene, tante volte l’aveva vista tormentarsi per colpa di quell’essere… Ma lo avrebbero sconfitto, ne era sicuro.

Il giovane la fece fermare, mettendosi davanti a lei e poggiandole le mani sulle spalle… Alina si perse in quelle pozze ametista che tanto la incantavano.

“Lo sconfiggeremo questa volta, vedrai.”

“E se non fossi ancora abbastanza forte? Kei io…”

“Dubiti ancora di te stessa? Il tuo nome ormai è conosciuto da tutti e molti demoni superiori ti temono. Hai sconfitto ogni nemico che si fosse parato sulla tua strada in questi tre mesi, sono fiero di te.”- Alina sorrise, abbracciandolo stretto e sentendo le sue braccia cingerla con forza e calore. Solo Kei riusciva a ridarle fiducia in se stessa solo con le sue parole e il suo amore: lo amava sempre di più ogni giorno che passava.

“Grazie Kei, le tue parole mi danno coraggio.”

“No, il coraggio è dentro di te, Alina. Lo hai sempre avuto e lo avrai sempre, non dubitare di stessa.”- l’argenteo posò delicatamente le sue labbra su quelle della giovane, baciandola dolcemente. Alina ricambiò, dischiudendo le labbra e abbracciandolo, rendendolo più passionale… Kei la strinse a se, incurante che qualcuno potesse vederli. Non gli importava, desiderava solo tenerla stretta e non lasciarla mai andare.

Quando si staccarono per riprendere fiato non riuscirono a sciogliersi da quell’abbraccio che scaldava i loro corpi e i loro cuori.

“Kei, devo chiederti una cosa…”

“Dimmi.”

“Tu… Tu mi ami?”- si sentiva una sciocca a chiederglielo, era palese che il cavaliere l’amasse, ma aveva bisogno di sentirselo dire. Solo per una volta, voleva sentire quelle due magiche parole uscire dalle labbra della persona che ormai amava più di se stessa.

Kei, d’altro canto, la fissava confuso: che non avesse espresso con chiarezza, in quei tre mesi passati insieme, i suoi sentimenti per lei? O era la paura di fallire che la spingeva a volerselo sentir dire? I motivi potevano essere tanti ma a lui non importava… Se ne aveva bisogno l’avrebbe accontentata, non era difficile per lui.

Le mise le mani sulle spalle, guardandola intensamente con le sue perle ametista che tanto lei amava. Alina vi si perse, come era solita fare: era l’unica cosa che riusciva a rilassarla.

“Io ti amo Alina, qualunque cosa possa accadere.”- la giovane sentì il cuore accelerare dalla gioia: lui la amava, ne era sicura. E averne la certezza, come in quel momento, le dava tanta forza e coraggio.

“Ti amo anch’io, Kei.”- i due si diedero un ultimo bacio, per poi riprendere il tragitto verso le rispettive camerate.

Il loro amore era forte e avrebbe resistito a qualunque cosa, ne erano certi.

Informarono Yuri, Rei e Boris della missione e meno di due giorni dopo il gruppo di cavalieri più temuto del regno era pronto a partire per fermare l’ascesa di quel dannato demone.

C’erano tutti a salutarli, augurando loro di tornare sani e salvi e di sconfiggere quel mostro una volta per tutte.

“Torneremo, statene certi, ma voi non smettete mai di allenarvi. Diventate sempre più forti, solo così potrete sconfiggere le forze del male.”- Alina sapeva sempre come incoraggiare le reclute a migliorare. I giovani allievi esultarono alle sue parole, mentre lei e i cavalieri li guardavano sorridendo.

Alina si voltò verso i suoi compagni: erano sicuri di farcela, finché sarebbero stati uniti.

“Coraggio, andiamo! Si parte!”

I cinque partirono al galoppo, pronti ad una nuova avventura che avrebbe messo a rischio le loro vite. Cavalcavano verso una meta inospitale e oscura, ma non avevano paura.

Erano insieme e rappresentavano la Giustizia. Il male non avrebbe prevalso sul mondo. Non finché c’erano loro.

Non finché c’era lei.

L’Uccisore dei Demoni.

La Fanciulla Cavaliere.

 

 

 

*The End *

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Siete sorpresi vero? Non vi aspettavate un finale aperto, vero? XD Sono cattiva, non è così? XD Ma non temete, ragazzi, la storia non è mica finita qui: ci sarà una seconda parte! Ci sto già lavorando, ma non posso garantire quando comincerò a postarla, ma cercherò di non farvi aspettare troppo, non sarebbe nel mio stile v.v Quindi siate fiduciosi e abbiate pazienza, saprete tutto xD Questo capitolo infatti mostra già di cosa parlerà la seconda parte, di come Alina si sia fatta un nome insieme ai suoi compagni e di come il suo amore con Kei sia maturato e si sia rafforzato^^ Ma il demone Landor non si è certo arreso… Nella seconda parte il cattivo più amato ritornerà, non abbiate timore xD

Ed ora passo a ringraziare le mie adorate ragazze che mai mi fanno mancare il loro sostegno^^

Vi adoro ragazze e vi voglio bene <3

 

Fe85: Ciao bella ^-^ I tuoi complimenti mi hanno fatto tantissimo piacere, davvero ^_^ Per il fatto che Alina non ha ucciso subito il demone è dovuto non solo a quello che hai detto tu ma anche perché avevo già intenzione di fare una seconda parte^^ Per quanto riguarda le tue precisazioni, e chi se la prende? Sono consigli e li apprezzo, vuol dire che ti piace il modo di scrivere e ci tieni alle mie storie^^ Lo apprezzo e purtroppo sono sempre miei talloni d’achille -.- Ma cercherò di scovarli, è una lotta continua xD Grazie di tutto il tuo sostegno, spero di vederti anche nella seconda parte ^-^ Un bacio forte e grazie ancora <3

 

Halley Silver Comet: Ehilà tesoro, accidenti allora ho avuto davvero un tempismo azzeccato xD Ehm… Delusa dall’epilogo? Non sarà molto sostanzioso e lascia con il fiato sospeso, ma spero che ti piaccia in ogni caso^^ E poi ci sarà la seconda parte e spero tanto che ci sarai anche tu a darmi la tua^^ Sono felice che Alina ti piaccia, come vedi si sta facendo valere ^_^ Si, conosco Eragon, ma ammetto che non ho pensato a quel film v.v Ho scelto il blu perché mi piace come colore, scelta semplice e dettata dal gusto xD Per quanto riguarda Tolkien… Purtroppo non ho mai letto nulla, ho solo visto i film de “Il signore degli anelli” che rimarranno sempre nel mio cuore, ma sono felice che ci hai visto qualcosa di un grande maestro come lui^^ I tuoi complimenti mi lusingano tantissimo e ti ringrazio per tutto il tuo sostegno, ti adoro, sei una grande ragazza! Un bacio e grazie di tutto <3

 

Lirin Lawliet: La mia tesora adorata sempre decimata dai libri v.v Bhe, nonostante tutto hai scritto tutto normalmente quindi non ti crucciare xD Misil ti ha ricordato il Cantastorie? Accidenti, un paragone molto bello e anche azzeccato direi v.v Io non ci avevo fatto caso, fai tu xD Per quanto riguarda la giovane che si è ripresa il merito è del potere che è dentro di lei: ormai si è capito che non è una persona comune da quando ha ricevuto la Spada del Fuoco Blu, credevo di averlo precisato meglio v.v Rimedierò nella seconda parte xD Non gliel’ho fatto uccidere per il motivo che hai detto tu e anche perché sapevo che avrei fatto una seconda parte ^_^ Eh si, Boris le ha prese stavolta e sono contenta che hai apprezzato che ho lasciato Yuri IC^^ Per quanto riguarda la neo coppia, come vedi qui sono ancora più uniti e lui le vuole davvero bene, pienamente ricambiato^^ Lo so che il Kei dolce non ti attizza, ma d’altra parte che ci vuoi fare? Non sarei io, come hai specificato tu xD E mi fa piacere che li apprezzi come coppia^^ Ecco qui l’epilogo, che ne dici? Attendo la tua, tesoro mio e grazie per tutto il sostegno che mi hai dato^^ Ti voglio bene <3

 

Aphrodite: La mia adorata lover <3 Per le sviste rimedierò quanto prima, non mi sono proprio accorta delle ripetizioni o.o Ma vabbè, passiamo ai ringraziamenti^^ Mi dispiace che quel punto di Alina non ti sia piaciuto, ma non avevo molta scelta se volevo restare nei miei parametri di lunghezza della storia. Comunque il tuo giudizio mi ha fatto piacere e ne terrò conto per il futuro^^ E sono contenta che ti sia piaciuto lo scontro, ci ho lavorato abbastanza perché il contesto era abbastanza complesso da creare v.v Anche tu apprezzi Yuri IC? Allora con lui ho fatto proprio un bel lavoro xD Si, Alina e Kei sono una bella coppia^^ Purtroppo il cattivo non è ricomparso, ma tornerà non temere v.v E sarà più bastardo che mai, vedrai xD Eccoti qui l’epilogo, spero ti piaccia lo stesso^^ Grazie mille del tuo sostegno, mio amato maggiordomo <3 Love u <3

 

 

 

Ringrazio tutte le persone che hanno letto, che l’hanno messa tra preferiti e seguiti^^

 

 

 

Un bacio forte a tutti^^

 

  

                                                                                         La cara Pad

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=565581