Pokemon Secondo Episodio - Emergenza!

di alaal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


La strada percorsa da Ash Ketchum (così si chiama il mio allenatore, se ben ricordo), dal luogo in cui mi ha raccolto da terra dopo la furiosa battaglia contro gli Spearow, è stata molto lunga. Il sole era calato rapidamente dietro l’altopiano verdognolo che separa la città di Viridian City da Pewter City (almeno, così pare che le città si chiamino) e le prime stelle della sera iniziavano a brillare nello zenit dell’immensità del cosmo.
La camminata del mio allenatore mi sembra assolutamente incerta, le gambe sono claudicanti, il suo procedere va a zigzag. Non una volta si è fermato per riposarsi, e per tutto il tempo non mi ha lasciato andare. Mi ha sempre tenuto stretto contro il suo petto, nelle sue braccia. Per un certo momento ho avuto freddo, sarà dovuto all’aria rinfrescata dalla pioggia di poco fa, ma quell’abbraccio così saldo è piacevole e procura un certo teporino.
L’aria, dapprima piena di colori diversi e dagli odori molto freschi, lentamente va ad assomigliare all’odore penetrante del cemento delle città, che ho avuto modo di annusare. Penetrante e assolutamente odioso. Ci stiamo avvicinando ad una città. Dov’è che mi voleva portare il mio allenatore? Ah già, in un Centro Medico per Pokémon. Non ne ho mai visti, chissà come sono fatti questi centri Medici.
-Attenzione cittadini di Viridian City, attenzione! Ci sono stati segnalati numerosi furti di Pokémon nella nostra zona. State all’erta se vedete degli estranei dall’aria sospetta, ripeto state all’erta se vedete degli estranei dall’aria…ehm, come stavo appunto dicendo.- La voce femminile proveniva da chissà dove, l’eco si diffonde molto rapidamente ed è piuttosto acuta e fastidiosa per le mie povere orecchie. La voce che pronunciava queste cose ha acceso qualcosa nell’animo del ragazzo che mi porta in braccio, come una miccia: il suo cuore ha iniziato a battere molto più velocemente ed io ho proprio l’orecchio destro appiccicato al suo torace. Mi pare di essere a diretto contatto con un tamburo suonato in un concerto. L’andatura di Ash, dapprima lenta ed insicura, diviene all’improvviso celere e scattante. Il suo fiato mi inonda il volto, i polmoni si contraggono e si riempiono ad un ritmo impressionante. Questo movimento e questo ritmo, per un certo momento, riescono addirittura a cullarmi nel dolce dormiveglia dell’incoscienza, ma purtroppo un qualcosa mi porta tristemente alla realtà. Il mio allenatore, non so per quale motivo, viene strattonato da dietro e l’andatura, così veloce e regolare, subisce una brusca fermata.
-Fermo lì! Dove credi di scappare con quel Pokémon in braccio, giovanotto?- Ash, abbastanza irritato per quel contrattempo, si volta di scatto e grida alla donna che ha la stessa voce del megafono: -Questo Pokémon è mio, ed è ferito, quindi devo portarlo subito all’ospedale, capito?!- Ah, che gentilezza! Neanche se volessero rapinarti! Nessuno ti ha insegnato le buona maniere? Un nuovo odore arriva alle mie narici. Un odore forte di muschio. Una presenza è proprio davanti a me, e mi scruta.
-Oh, mi dispiace moltissimo, pensavo che lo stessi rubando…fammi vedere i tuoi documenti e ti lascio andare.- Quella donna (è un poliziotto, si riconosce la divisa), dapprima così dolce e comprensiva, è diventata brusca e minacciosa. Come sono volubili i sentimenti umani! Quel cambio improvviso di umore deve avere colpito anche il ragazzino con il cappello, perché ad un certo punto un brivido gli percorre tutto il corpo, ed io l’ho percepito benissimo.
-Documenti…? Ecco, io non ho documenti…vede, noi siamo partiti da Pallet, e poi purtroppo…-
-Che strano, lo sai che sei la quarta persona che incontro oggi e che viene da Pallet?-
-Come, la quarta?- Questa notizia deve avergli dato un particolare shock perché ad un certo punto le sue braccia, come fossero un serpente, si avvinghiano contro il mio corpo. Che cosa stai facendo…? Aiuto, non riesco più a respirare!
-Oh, no… questo vuol dire che Gary Oak è già qui!- E chi è ‘sto Gary Oak? Un tuo amico, per caso? Ad ogni modo, dopo qualche secondo di rabbia, l’allenatore ammorbidisce l’abbraccio. Siano ringraziati i Kami!
-Comunque è molto strano vedere qualcuno portare un Pokémon in braccio anziché nella sua sfera Pokè…- Nooo! Non se ne parla! In quella trappola per topi non ci entro! … aspetta un minuto, ma io sono un topo! Devo pensare meglio alle metafore… è difficile farlo, con tutti i dolori che ho.
-…ma dimmi, come faccio a sapere che hai rubato quel Pokémon e non hai nemmeno i documenti?- La poliziotta è davvero un’impicciona… perché non si fa gli affari suoi? Basta, fatela stare zitta, la sua voce è davvero gracchiante!
-Mi lasci andare signorina, non ruberei mai un Pokémon, e poi devo portare Pikachu all’ospedale, per favore!- Che il mio pseudo-allenatore non riesca a rubare un Pokémon è abbastanza chiaro, figurarsi che per un certo momento non sapeva neanche su quale strada indirizzarsi per raggiungere questa città.
-Ehi! Che cos’hai in quella tasca?- L’attenzione della donna poliziotto è stata catturata da un oggetto che il ragazzino ha in una delle sue centinaia di tasche. Deve essere particolarmente importante, visto che Ash lo tira fuori dalla tasca indicata dalla poliziotta e con voce tremante, dice: -Cosa…ah, questo?- La donna afferra l’affare rosso (ah! Il Pokécoso! Come ho fatto a dimenticarmi?) e pare molto felice di vedere l’enciclopedia elettronica del mio allenatore.
-Sì!! Ma bene, perfetto! Con questo PokéDex risolveremo tutti i nostri problemi!- Deve essere davvero convinta di quello che dice. Cosa vuoi che risolva quel pappagallo robotico? Al massimo può prendere per il naso il mio sprovveduto allenatore, ma niente di più. È talmente convinta della sua affermazione che, aprendo lo sportello rosso del cosoDex, pigia alcuni pulsanti, ed esclama infervorata: -Vediamo se ne sei davvero il legittimo proprietario!-
Un BIP si diffonde nell’aria, ed una voce monotona e robotica inizia a parlare.
Sono Dexter, un PokéDex programmato dal Professor Oak per l’allenatore Ash Ketchum, allo scopo di fornirgli informazioni e consigli riguardanti i Pokémon e il loro addestramento. In caso di furto o smarrimento non posso essere sostituito.” Bastaaaa, fatelo stare zitto! Se c’è una cosa che odio più tra tutte le cose, ebbene quella è sicuramente l’odiosissima voce di quel pappagallo robot. Fortuna che la tortura è finita presto, e che Ash prende la parola prima che il Pokécoso tornasse a parlare.
-Oh, non pensavo che il mio PokéDex fosse anche la mia carta d’identità. Posso portare Pikachu al Centro Medico adesso?- -Vi ci porterò io in un battibaleno!- Questa frase è stata pronunciata con fin troppa enfasi. Certo che i sentimenti di questa donna sono i più superficiali di ogni umano che io abbia mai conosciuto. Ad ogni modo, la donna si allontana di qualche metro e l’allenatore la segue a ruota. La donna poliziotto preme un pulsante su un parete ed un forte rumore metallico inizia ad espandersi. Una saracinesca verde si sta sollevando lentamente, sprigionando un fortissimo odore di benzina e di gomma. Questi odori mi aggrediscono i polmoni, penetrando con ferocia nel mio naso. Phew, odio gli olezzi della città!
Ci inoltriamo in un luogo molto buio, però riesco comunque ad intercettare uno strano marchingegno, tutto colorato di bianco, dotato di due sedili, uno più basso dell’altro. Ash si sistema nel sedile più basso, dotato di un piccolo schermo di vetro. Anche la poliziotta si siede su un sedile, quello più alto, ed è seduta a cavalcioni. Mi chiedo perché.
-Adesso reggiti forte e non urlare!- E perché mai dovremmo urlare? Non ne vedo assolutamente il motivo… un rombo improvviso esplode nelle mie orecchie, e lo strano marchingegno inizia a muoversi, allontanandosi con folle velocità dal luogo buio e puzzolente di benzina e di gomma. Più il coso bianco prendeva velocità, più il rumore diveniva acuto, trasformandosi in una sorta di pernacchia semovente. Il mezzo crea inoltre un sacco di fuliggine, e l’unica cosa che riesco a notare a distanza è una persona che tiene in mano qualcosa e che tossisce, poi null’altro. Ash, intanto, sta gridando come una femminuccia, ma perché non sta zitto e lascia in pace le mie povere orecchie?
Sposto il mio sguardo nuovamente nello zenit, il cielo è divenuto più rossastro. Nuvole a pecorelle in tutto l’orizzonte, la prima stella della sera brilla magnificamente, come fosse una regina incontrastata che governa indiscussa il suo reame. Ah, un piccolo oggetto sospeso nel cielo mi appare all’improvviso davanti agli occhi… mi sembra una mongolfiera, ma non riesco ad osservarne le fattezze, perché questa mongolfiera è posizionata proprio davanti al sole color arancione scuro, e se mi metto a fissarla, poi gli occhi mi bruciano. Lascio perdere ed inizio a pregare che questo supplizio svolga rapidamente al termine. Le grida del mio allenatore ed il mezzo a locomozione pernacchioso continuano a martellarmi nel cervello, e non accennano a fermarsi. Kami, fatemi morire in questo momento!

Ed ecco un nuovo capitolo della serie più amata dei Pokémon! Volevo dedicare questo capitolo al maestro indiscusso dell'arte del disegno dei Pokémon, il capo scrittore delle storie Pokémon, ovvero Takeshi Shudo, venuto a mancare il 29 Ottobre 2010. Mi è sembrato doveroso ricordarlo con una storia che bene o male rappresenti il suo stile e la sua passione per un lavoro che ha dato gioia e fantasia a milioni di ragazzi in tutto il mondo.
Il suo lavoro non sarà dimenticato, fino a quando ci sarà qualcuno che crederà ancora nella magia del mondo dei Pokémon.

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


Eccomi qui, con la seconda parte del secondo capitolo! Buon divertimento! ^__^

-Da quanto tempo vi conoscete?- La voce roca della donna poliziotta quasi mi spaventa. Il ritmo regolare del mezzo di locomozione (da cui ho appreso il nome tecnico di “motocicletta”), la pernacchiosità del motorino, l’imbrunire rapido del cielo e il respiro regolare del mio allenatore mi avevano quasi fatto addormentare. Il vento serale, inoltre, hanno contribuito a conciliarmi il sonno e il ritorno alla realtà è più triste che mai. I lampioni, ai lati della strada, scorrono velocissimi davanti ai miei occhi, come se fossero uno attaccato all’altro. I palazzi della città sembra che abbiano le gambe, si muovono lentamente e si allontanano o si avvicinano alla mia vista.
-Da stamattina. Sono partito da Pallet con Pikachu, me lo ha regalato il Professor Oak…- La donna annuisce, sempre concentrata sulla strada davanti a sé. Ogni tanto sbuca una luce provenire dal senso contrario di marcia dove noi stiamo proseguendo con la motocicletta a pernacchia.
-Beh, è abbastanza logico. Ma dimmi, come mai sei così sporco di terra? E come mai il tuo Pikachu è ridotto in queste condizioni?- Ricordare i terribili momenti accaduti nel primo pomeriggio, sulla strada tra Pallet Town e Viridian City, non deve essere così allettante per Ash. Percepisco un altro brivido percorrergli il corpo, come se fosse passato in lui una scarica elettrica.
-Sulla strada tra Pallet e Viridian City, durante un tentativo di catturare un Pokémon, per sbaglio ho colpito uno Spearow. Pensai di avere colpito un Pidgey, ma sfortuna volle che mi imbattei in uno Spearow davvero bellicoso! Con un grido ha chiamato i suoi simili e…noi fuggimmo a gambe levate. Purtroppo ci raggiunsero e ci attaccarono, e per poco non ci uccidemmo con la bicicletta! Pikachu li ha scacciati con un attacco elettrico, ma ciò lo ha provato di molte energie…- La donna rimane in silenzio per un lungo periodo di tempo. Mi chiedo cosa stia pensando dopo avere ascoltato la storia un po’ frammentaria del mio allenatore.
-Degli Spearow… conosco il luogo dove siete capitati. È un miracolo che tu e Pikachu siate arrivati qui sani e salvi. Se non fosse per il tuo amico elettrico, caro ragazzino, a quest’ora non saresti più con noi. Hai corso un bel rischio, lo sai?- Ma che bel discorsetto! Non capita tutti i giorni di poter assistere ad una bella lavata di capo in cui il rimproverato non sono io. È sempre divertente ed esaltante vedere qualcuno fare la ramanzina a qualche altra persona, lo trovo molto istruttivo.
-Ecco l’ospedale!- Voltando la testa più che posso, riesco ad intravedere il palazzo… il grande… l’immenso… il gigantesco… il mastodontico… ma quanto sta diventando grande?! È proprio in fondo alla strada, e la stradina asfaltata sta iniziando ad andare in discesa. L’architrave dell’edificio è costituito da un semicerchio delimitato da un rigonfiamento verde, diviso in più righe. Il centro è costituito da una sfera rossa, molto luminosa e visibilissima a chilometri di distanza.
-Quello è un Centro Medico per Pokémon? Ma è davvero enorme!- E come dare torto al mio pseudo-allenatore? Avvicinandoci, noto che c’è un rialzo proprio davanti all’entrata dell’ospedale, determinato da tanti piccoli scalini.
-Qui è pericoloso, tieniti molto forte! Via, si va!!- La motocicletta a pernacchia, dopo avere assunto maggiore velocità (il vento mi graffia la faccia con maggiore violenza), assume una strana posizione. Inizia pericolosamente ad inclinarsi all’indietro, e come fosse stato un razzo diretto nello spazio, prende il volo. Ma che cosa sta facendo?! Sta tentando di ucciderci definitivamente per caso?! L’impatto delle gomme con il terreno è devastante, percepisco solo il grido del mio allenatore e lo stridere incessante delle gomme sul selciato. Kami, fate che tutto questo finisca presto… una luce abbagliante mi inonda il volto, tutto si ferma e non sento più alcun rumore. Tutto si è fermato improvvisamente. Che sia giunta la mia ora e che sia arrivato in paradiso?
-…qui non si può entrare in moto!- …oh! Che voce celestiale! Ma di chi è questa meravigliosa voce? È forse quella di un angelo? Se fosse così, stai a vedere che sono capitato davvero in paradiso.
-…ma questa è un’emergenza, non lo vede?- -…vi prego, aiutatemi!- Ah no, sento le voci della donna poliziotto e quella del ragazzino con il cappello. Vuole dire che sono ancora su questa terra. Non so se rallegrarmi per questa scoperta oppure scoppiare in lacrime per la disperazione.
-…sembrerebbe un Pikachu! Beh, faremo il possibile!- La ragazza dalla voce angelica sembra proprio che sia posizionata dietro ad un bancone. Vedo che si sta spostando abbastanza velocemente, e che con i polpastrelli delle sue mani pigia convulsamente i pulsanti della tastiera del computer che stava lì accanto.
-Mi serve una barella per un piccolo Pokémon elettrico, presto!- Wow… sta parlando di me! Vuole dire che ci sono solo io al centro dell’attenzione della ragazza dalla voce angelica. Mi sento davvero lusingato. In lontananza riesco a percepire con le orecchie il procedere pigro e monotono di ruote di metallo che avanzano verso di noi. Riesco a sentire inoltre il verso di due Chansey. Ma che c’entrano i due Chansey?
La ragazza dalle mani vellutate – ehi! Mi sta sfiorando! – mi afferra per i fianchi (no, ahi! Fai piano, per favore!!) e mi adagia su un lettino con un cuscino immacolati. Oh Kami, non posso sopportare l’odore delle lenzuola d’ospedale, mi dà praticamente il voltastomaco. Tutti sono riuniti vicino a me: i Chansey, la ragazza dai capelli rossi, il mio allenatore e la donna poliziotta.
-Andrà tutto quanto bene. Portate subito questo Pokémon al reparto casi gravi.- I Chansey obbediscono al comando della ragazza dalla voce d’angelo ed iniziano a spostare la barella dove io sono disteso. Le ruote cigolano che è un piacere sul pavimento. Riesco ad osservare l’infermiera che indossa dei guanti rosa sulle sue mani vellutate e dire al mio allenatore: -Inizieremo subito il trattamento!-
-Oh…-
-E tu chi sei?-
-Lui si chiama Ash, ed è l’allenatore di questo Pokémon.-Questa è la voce gracchiante della donna poliziotto.
-Mi ascolti… se c’è qualcosa che posso fare me lo dica…- Questa invece del mio allenatore. Se c’è vicino Ash, allora mi sento sicuro.
-Potresti essere più responsabile!-
-Cioè…?-
-Se vuoi diventare un bravo allenatore, dovresti evitare di far combattere il tuo Pokémon finché si trova in queste condizioni!-
-Ma lei non sa quello che è successo!-
-Quel che è stato, è stato! Ora dobbiamo pensare a curare il tuo Pikachu.-
-E… che posso fare?-
-Lascia che sia io ad occuparmi di tutto.-
-La…ringrazio.-
-E’ nelle sue mani. So che presterà a questo Pokémon le migliori curi possibili.-
-L’avete portato qui appena in tempo!-
-Beh, questo è il mio lavoro! – il “beh!” della poliziotta è stato davveeeeeero acuto! Argh, le mie povere orecchie! – Ah, adesso che ci penso, ho lasciato parcheggiata la moto davanti al banco informazioni…-
-La prossima volta non entri con la moto…-
-Già…- La donna poliziotto si allontana, sento i tacchi delle sue scarpe allontanarsi dal luogo in cui mi trovo. Finalmente… evviva!
-Ash, dovresti accomodarti nella sala d’aspetto.-
-Ma non posso…- …che cosa succede? Perché non riesco più a percepire la voce del mio allenatore? Tutto ad un tratto non parla più. Che sia rimasto colpito da qualcosa? Mi volto per osservarlo e…
Sparito?!
Dov’è andato?!
Davanti a me si presenta una stanza completamente bianca, con un lettino simile al mio semovibile al centro della stanza, con al di sopra di questo lettino un grosso lampadario, con nove lampadine luminosissime già accese. Tutto intorno alla stanza, carrelli strapieni di vassoi di metallo, cotone, cerotti, bende, vari arnesi tra cui forbici, strani coltelli, fiale, siringhe… SIRINGHE?!??
Dove mi hanno portato…? Ma questa è una stanza chirurgica! Mi vogliono… mi vogliono operare! Ma dico, siamo impazziti per caso?! Non voglio fare nessuna operazione io! Ash, dove sei??
-Mettete Pikachu sul lettino.- I Chansey, obbedienti come cani da guardia, mi afferrano per i fianchi (ahhh! Ma mi volete davvero morto?) e per i piedi, e con una sola mossa, mi portano dalla barella al lettino di operazione. Oh Kami, oh Kami, oh Kami…

Ash, dove sei? Ho paura… non lasciarmi solo!

Alzo gli occhi per osservare le luci di quello strano lampadario fino a quando gli occhi non mi si arrossano ed iniziano a dolermi per una tendenza troppo prolungata alla luce artificiale. Tra i miei occhi ed il lampadario, all’improvviso, appare il volto dell’infermiera dai capelli rossi… ma come, prima così angelica e ora così diabolica? Come sono volubili i sentimenti umani…
-Non hai nulla da temere. Ti vedo teso, Pikachu. Concediti un momento di relax ed assapora questa aria di montagna!- In mano ha una strana mascherina verde, attaccata ad un tubicino dello stesso colore che si perde da qualche parte. Non riesco a sorgerne la fine. Che cosa vuole fare con quella mascherina, avvelenarmi per caso? Me la avvicina al muso e la applica tra naso e bocca.
Uhm… uhm…
Non è male…
Tutto ad un tratto, la vista mi si appanna e tutto inizia a farsi nero, buio come la pece. L’unica cosa che riesco ad osservare nitidamente è il volto del mio allenatore, dapprima felice per avermi incontrato, poi terrorizzato nel periodo in cui gli Spearow mi hanno colpito più volte al fianco, ora rattristato e preoccupato e per quello che mi è accaduto.

Preoccupato… per me….?
Nessuno… l’aveva fatto… prima d’ora….


Bene! Qui si conclude la seconda parte. Ho aggiunto qualche spezzone inedito al cartone animato, perché volevo analizzare più approfonditamente i pensieri di Pikachu quando questi non è inquadrato. Spero comunque che il lavoro sia di vostro gradimento.
A presto! ^__^

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


Ciao! Scusate per l'attesa, ecco per voi la terza ed ultima parte del secondo episodio dei Pokémon! Godetevelo. Ciaoooooo! ^__^

Dove mi trovo…? Qui è tutto bianco, bianco, bianco. Tutto questo bianco mi acceca, non riesco a vedere nulla oltre il mio naso. Non sembra esserci né pavimento, né pareti, tanto meno il soffitto. Mi sembra di galleggiare su una nuvola. Non mi è chiaro neppure se io sia seduto oppure sdraiato, oppure addirittura in piedi. Sarò vivo oppure morto? Non so neppure questo. So solamente che sto provando un gran freddo. E un gran senso di solitudine.
Un sibilo mi arriva all’orecchio destro, acuto e prolungato. Voci confuse cominciano a farfugliare sommessamente, tutte insieme, con l’unico tentativo di farmi impazzire. Ci riusciranno in poco tempo, non posso soffrire queste mosche fastidiose che continuano a ronzare nel mio orecchio. Via, andatevene! Questo ronzio inizia a delinearsi, e diventare sempre più chiaro e grave, mano a mano che la vista inizia ad abituarsi a questo chiarore.
Aspetta… ora vedo! Il cielo! Sopra la mia testa! È limpido! Azzurro!
No… aspetta un secondo… che succede…?
Ma… il cielo…. è oscuro…. prima era così limpido… ora è nuvoloso…. nuvole nere….
Cosa sta succedendo….?
Un grido dietro di me mi fa saltare il cuore in gola. Non riesco a voltarmi nella direzione delle urla, so solo che le mie zampe stanno iniziando a muoversi freneticamente…. Su un manto di erba, bagnato dalle prime gocce di pioggia che lambiscono la prateria su cui sto correndo come un disperato. La voce dietro di me continua a gridare come fosse in balia di chissà quale torture.
-CORRI! CORRI!!!- Il grido mi arriva disperato nell’orecchio. Questa voce… io la riconosco! È quella… ma sì, è quella di Ash! Ash, allora sei accanto a me!! Vorrei voltarmi per vedere il mio allenatore in volto, ma non ci riesco. Le mie zampe continuano a correre sul prato colmo di rugiada, quasi non riuscissi a controllare i miei movimenti.
All’improvviso, accanto a me si materializza una figura oscura. Riesco a voltarmi a malapena per osservare il suo occhio crudele, vendicativo, gelido come il ghiaccio. Il pelo mi si rizza per il terrore, quel mangiacarne di Spearow è tornato, con tutta l’intenzione di uccidermi.
È proprio accanto a me! Alla mia destra!
Il suo becco appuntito mi perfora il fianco, con un ritmo cadenzato, quasi si divertisse a martoriarmi il corpo. Ahia, ahia… ahia!! Noo, bastaa!! L’allenatore tenta di scacciare l’aguzzino, agitando le braccia per allontanarlo da me, ma anche lui viene sommerso da tanti piccoli punteruoli, pronti a massacrarlo. Ash, che cosa ti stanno facendo?! Perché anche tu devi soffrire? Vai via, finché sei in tempo!
Continuo a correre, sebbene i muscoli del mio fianco reclamino pietà. La pioggia inizia a scrosciare quasi come se fossi sotto ad una doccia, la cui acqua raggelante mi arriva in testa e mi fa rabbrividire. Il fiato inizia a mancarmi, vorrei fermarmi e crollare sull’erba. Le gambe, però, non sembrano essere d’accordo con il mio cervello.
L’oceano d’erba sembra non finire mai, non riesco neanche più a sentire le grida del mio allenatore.

Oh Kami… non lo avranno ucciso?

Maledetti assassini… codardi!!

CODARDI!!

SIATE MALEDETTI!!

Il prato, all’improvviso, termina davanti a me, e proprio davanti ai miei occhi si delinea un pericolosissimo burrone, un precipizio alto all’incirca cento metri. Sotto, la base del burrone, nascosti da una fitta nebbia, ci sono degli aguzzi spuntoni, molto simili ai becchi di quegli infernali Spearow. Quei maledetti assassini mi stanno trascinando proprio in quella direzione.
Voglio fermarmi, ma non riesco. Mi sembra di essere una locomotiva impazzita, diretta a folle velocità verso l’abisso.
Ora sono gli Spearow a spingermi, quasi con un folle accanimento, verso quel burrone. Io non riesco a fermarmi… non voglio cadere… non voglio…
Ash… richiamami…. nella sfera Poké… il terreno…. mi manca sotto i piedi… sto… cadendo…

La luce torna ad accecarmi, quasi con violenza. Sopra di me riesco a scorgere la figura di uno strano lampadario rettangolare. So… so di essere sdraiato. Un dolore acuto è ancora presente al fianco destro. Kami, che dolore!
Mi guardo intorno…non sono più nella sala operatoria… meno male! Forse sono nuovamente nel vestibolo del Centro Medico per Pokémon… Alla mia destra c’è una grande vetrata, dove ammassati sul vetro vi sono una ventina di Pikachu, tutti uguali a me. Mi stanno fissando, molto preoccupati. Il più anziano di loro sembra che mi stia addirittura gridando contro, sbattendo i pugni contro il vetro.
-Ehi, tu!! Riesci a sentirmi?!- E come no, riesco a sentirti benissimo. Stai gridando come un’aquila.
-Hai bisogno di una mano?! Se vuoi, ti possiamo dare parte della nostra energia…!- Una mano? E per cosa…?
Il raggio visivo, tutto ad un tratto, si allarga. Un denso fumo nerastro permea nell’aria inspiegabilmente, compatto, sul soffitto. Le vetrate del soffitto sono inoltre rotte, e i cocci di vetro sono andati a finire tutti sul pavimento.
Degli strani individui, vestiti di bianco con una grossa R rossa sulla maglia – una tizia dai capelli color Magenta ed un altro tizio coi capelli color blu – mi stanno osservando con una strana luce nei loro occhi. Ah, c’è pure un Meowth con loro… che strano, di solito i Meowth se ne stanno a quattro zampe. Quello lì, addirittura, sta in piedi su due zampe… Inoltre, ci sono un Koffing ed un Ekans, i quali non sembrano avere buone intenzioni con me. Seduto in terra, accanto a me, c’è il mio allenatore, il quale appare molto terrorizzato. Sta guardando con occhi sbarrati gli strani individui che stanno in piedi davanti a noi. Che cosa vogliono… perché ce l’hanno con noi? Torno ad osservare l’anziano Pikachu, dietro la vetrata, e lo imploro di aiutarmi. Forse… forse devo combattere… ma in queste condizioni?
Tutto ad un tratto, tutti i Pikachu che stavano dall’altra parte del vetro saltano, come fossero stati un solo Pokémon. Si buttano a capofitto su di me, centrando la barella, sommergendomi. Il Pikachu più vicino a me è proprio quello che mi aveva parlato prima, il più anziano e, con un sorriso, mi sussurra: -Stai tranquillo. Ora starai meglio, ed aiuterai il tuo allenatore.-
Una fortissima scossa elettrica pervade il mio corpo, le scintille si ramificano dappertutto e sono tutte dirette verso di me. La… scossa elettrica… entra nel mio corpo… mi… mi stanno ricaricando…? Si stanno impegnando tutti… tutti stanno donando a me la loro energia…
Aspetta, parte dell’energia si sta rapidamente allontanando… e sembra che le scariche elettriche si stiano dirigendo verso quei loschi individui… vengono colpiti! Ah! Ah! È sempre divertente vedere qualcuno rimanere folgorato da una scarica elettrica!
Il buonumore mi ha fatto sentire meglio. Mi accorgo solo ora di avere uno strano copricapo che mi cinge la testa… una strana fascia che tiene attaccata una lampadina sulla mia testa, e dei fili di tungsteno collegati ad uno strano marchingegno, appeso ad un palo vicino alla barella. Mi accorgo inoltre che il dolore al fianco… è scomparso! Riesco addirittura a muovermi senza problemi! Osservo l’anziano Pikachu, che sembra felice di vedermi nuovamente in salute. Sembra molto stanco, e lo ringrazio con calore, stringendogli una mano. Lui però sembra mettermi fretta, e mi indica con un dito una direzione, dove devo voltarmi e molto probabilmente andare.
-Quei personaggi… sono dei ladri! Vogliono far del male al tuo allenatore! Ora che stai meglio… devi aiutarlo! Tu sei il Pokémon di quell’allenatore, giusto? Tu devi aiutarlo!- Le parole di quel Pikachu anziano mi trafiggono come fossero state tante lame di coltelli. Aveva perfettamente ragione.

Ash aveva salvato me, ora io devo salvare Ash.

Mi faccio strada tra i vari Pikachu mezzo addormentati (tutti hanno impiegato tutta la loro energia!) e raggiungo la superficie. Oh, mi sento decisamente meglio! Riesco addirittura ad alzarmi sulle mie gambe! Ash, accanto a me, mi osserva e sorride. Si alza in piedi e, con un grido di trionfo, esclama: -Bravo, Pikachu!!- Torno ad osservare gli individui che volevano far del male al mio allenatore. Eccoli là, davanti a me, mezzo bruciacchiati per il potente attacco Tuonoshock dei miei amici. La tizia dai capelli fucsia, il tizio dai capelli blu, Koffing ed Ekans… tutti folgorati. Quale desolante spettacolo! Ma mi diverte lo stesso. E rido. Rido come un idiota. So che non dovrei ridere delle disgrazie altrui, ma quei personaggi, nelle loro ridicole posizioni contorte, mi fanno sbellicare dalle risate.
Tutto ad un tratto, davanti ai loschi individui, un personaggio si materializza all’improvviso. È il Meowth della combriccola dei ladri! Non era stato colpito dal Tuonoshock…
-Mh, devo sempre fare tutto io. Quel topo è cibo per gatti… miao, aspettami Pikachu… sei mio!- E, con passo felpato e con una strana luce negli occhi, si avvicina verso di noi. Ash lo segue con lo sguardo e impaurito, indietreggia di qualche passo. Forse è giunto il momento di entrare in azione. Devo ripagare il mio debito con Ash e con tutti i Pikachu che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a sopravvivere e recuperare la salute. Parlo con il mio allenatore, gli dico che sono pronto per un contrattacco. Ash mi guarda stralunato, come se fosse la prima volta che mi vedesse.
-Cosa…? Pika Pika…?- Sì, sì! Un Pika-Pika attacco elettrico!
-Energia Pika…?- Sì! Allora non sei addormentato come mi aspettavo! Che cosa stai prendendo tempo inutilmente?!
-Quindi tu vuoi… ma certo! Vuoi più energia!- E si allontana dalla sua posizione, avvicinandosi alla bicicletta bruciacchiata che Ash aveva usato per fuggire dallo stormo impazzito di Spearow. Quella bicicletta è piazzata sottosopra, ma ad Ash non importa. Usando una ruota come manubrio, il ragazzo inizia a pedalare, ed il piccolo fanale della bicicletta si illumina, rischiarando il volto dello sbalordito Meowth, il quale si è fermato a pochi passi da noi.
-Che… che stai facendo?- Balbetta il perfido Meowth.
-Beh…diciamo solo che Pikachu ed io stiamo per generare delle forti emozioni per te, Meowth!- Oh sì! E ti accorgerai molto presto, gattaccio spelacchiato, di quali emozioni si trattano… I ladri devono averlo capito subito perché nei loro occhi è subentrato un sinistro terrore, che li ha congelati nelle loro posizioni. Con un colpo secco, stacco i fili dallo strano marchingegno (amperometro, o come diavolo si chiama?!) e faccio un balzo sulla bicicletta, posizionandomi proprio sopra il fanale illuminato. Collego il filo alla presa di corrente del fanale e, alimentato dalla carica manuale dell’allenatore, il filo cattura molta energia elettrica, la quale raggiunge la lampadina che mi ritrovo in testa e che fa circolare in me una incredibile dose di elettricità, inondandomi di un potere mai visto né percepito prima. Mi sento…. Fortissimo! Insuperabile! Invincibile!!!

PIKAAAA-CHUUUU!!!!

L’incredibile ondata di energia elettrica colpisce tutti i personaggi che mi ritrovo davanti, pure il perfido Meowth, il quale non ha via di scampo. La luce derivata dal potente attacco elettrico acceca tutti i presenti nella sala (pure la ragazzina dai capelli rossi che ho visto poco prima, al lago, e l’infermiera dalla voce d’angelo). Però, qualcosa di imprevisto accade. Colpendo pure Koffing, il suo attacco Nube è venuto a contatto con la massa dell’elettricità e, essendoci una grande quantità di smog nell’ambiente, esso è diventato un ottimo combustibile per far diventare il mio attacco elettrico un vero e proprio ordigno esplosivo devastante. Un tremendo boato imperversa nelle nostre orecchie e il fumo avviluppa la sala d’aspetto del Centro Medico per Pokémon come un sudario. L’esplosione fa saltare in aria l’edificio, e una colonna di fuoco larga quanto un oceano si innalza verso il cielo, illuminando la città di Viridian City quasi a giorno fatto. Il fuoco si disperde quasi immediatamente, lasciando spazio ad un’immensa coltre di fumo, che giunge rapidamente ai miei polmoni e che altrettanto rapidamente mi fa perdere i sensi.

Mi risveglio nuovamente. Tutto intorno a me è buio, ma non ho paura. Riesco a scorgere quasi subito il morbido strato di fogliame che ricopre il cielo azzurro del mattino, facendo filtrare i raggi del sole in una maniera assai soave. Mi ritrovo in una foresta… ma non è quella campagnola cui io ho vissuto fino a qualche giorno fa, tra Pallet Town e Viridian City. Ora qua mi ritrovo… nello zainetto del mio allenatore?! Devo avere dormito per un bel pezzo! Soltanto qualche istante fa era sera inoltrata, e ora è già mattino… chissà che fine hanno fatto i misteriosi personaggi che ho sconfitto ieri sera. E dell’edificio… che n’è stato? Bah, che importa.
-Buongiorno, Pikachu!- Il mio allenatore si è accorto del mio risveglio e, fermandosi (sta camminando in mezzo alla foresta, in un sentiero di terra battuta) si inchina a terra e si toglie lo zaino dalle spalle. Lo appoggia a terra, ed io ne approfitto per togliermi dal suo zainetto verde e di appoggiare finalmente le zampe sul morbido terriccio boscoso. Sbadiglio e mi stiracchio un poco, ed inspiro a pieni polmoni il buon odore di bosco che circonda l’area. Mi sembra di essere tornato a casa.
-Hai dormito bene?- L’allenatore mi sorride mentre mi osserva e recupera il suo zainetto, chiudendo la cerniera e mettendoselo nuovamente sulle spalle. Rispondo al mio allenatore contraccambiando il sorriso. Non so perché, ma sono felice di averlo di nuovo al mio fianco. È stato brutto non averlo “tra i piedi” ieri sera, in sala operatoria. Ora sono contento di averlo di nuovo accanto a me. So che non mi ha abbandonato, soprattutto nel momento più difficile della mia esistenza. Questo umano è speciale, non è uguale a nessun altro che ho incontrato nella mia vita. Lui è gentile, premuroso, disponibile, simpatico… fedele. Non mi ha abbandonato. Sono… sono così contento di avere conosciuto Ash! Sono contento… e mi ritengo fortunato! Fortunato di essere un Pokémon domestico… qualche settimana fa non lo avrei mai pensato…
-Ahhhhh!!!- Un grido acuto si innalza dietro di noi. Ci voltiamo, spaventati, e scorgo la ragazzina dai capelli rossi alla quale il mio allenatore aveva rubato la bici ieri pomeriggio. Sembra quasi terrorizzata, livida dallo spavento. Raggiunge il mio allenatore da dietro e appoggia le mani sulle sue spalle.
-Che ti succede?!-
-Guarda per terra!!- Volgiamo lo sguardo verso il punto indicato dalla ragazzina (che si chiama Misty, se non sbaglio) e riusciamo a scorgere un Pokémon accanto ad un albero… un Pokémon piccino, non sarà alto neanche venti centimetri. Ash sembra contento di vedere quel Pokémon e, infervorato, esclama: -Wow, è un Caterpie! Uno dei rari Pokémon insetto!- Raro? Ne ho visti a centinaia nella campagna tra Pallet e Viridian City. Forse Ash non ne aveva mai visto uno prima di persona.
-Anche se è un Pokémon, gli insetti sono disgustosi! A me non piacciono per niente, fa’ qualcosa!!- La voce lamentosa e piagnucolante di Misty mi dà un poco fastidio alle orecchie. Ma perché ci sta inseguendo? Non capisco…
-Va bene… allora stai indietro.- Misty si allontana rapidamente, ed io osservo il mio allenatore. Ma dico… che vuoi fare con quel Pokémon, Ash? Il ragazzo col cappello mi osserva un istante, e deve avere compreso il mio pensiero… lo vuole catturare.
Ash afferra qualcosa dietro alla schiena, e questo qualcosa lo porta davanti a sé. Quella… è una Poké Ball! Ma è piccola!
-Sarà un giochetto da ragazzi!- L’allenatore, con un dito, tocca il cerchio bianco in mezzo alla sfera ed essa, magicamente, si ingrandisce. Il solo guardare quella trappola semovente mi mette una strana agitazione nel corpo. Il prossimo ad essere catturato, dunque, sarà il piccolo Caterpie. Lo osservo per lungo tempo, ma Caterpie non sembra volersi muovere dalla sua posizione, quasi sembrasse che lì ci fosse una sua statua. Una volta gli avrei gridato di mettersi in salvo, ma ora… non lo penso più. Mi sembra addirittura che sia giusto che venga catturato. Se poi l’umano che dovrà allenare Caterpie è Ash, lo ritengo doppiamente giusto.
I due si guardano negli occhi per un periodo di tempo che a me è parso il più lungo ed il più intenso di tutte le attese che ho dovuto sopportare nella mia vita. Sia Ash che Caterpie non si schiodano dalle loro posizioni, studiandosi a vicenda, aspettando che sia il proprio avversario a fare la prima mossa. Ma ecco… Ash si sta muovendo. Con la mano libera, afferra la visiera del suo cappello e se la porta indietro, sulla nuca. Scruta ancora per un momento il Caterpie e, senza pensarci più sopra, con un grido lancia la sfera Poké, diretta verso l’inerme Caterpie.
-GOTTA CATCH’EM ALL!!-

Bene! Anche questo episodio è concluso! Spero che vi sia piaciuto, e se volete che continui ad esplorare la mente del nostro amico elettrico, non avete che da commentare! Ci si vede presto! Ciaoooooo! ^__^

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