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Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
Sailor
Moon e la custode del Cristallo
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction su uno dei
miei anime preferiti. Premetto che quest’idea mi frulla per la testa già da un
po’.
Veniamo alle premesse.
La fanfiction va collocata come seconda serie, Ale ed Anna
non compaiono.
Minami, un personaggio da me inventato, è al momento la
principessa Serenity, mentre Usagi non sa d’esserlo.
Breve descrizione di Minami, dato che non so se avrò
occasione di farlo nei vari capitolo: è bionda ed ha i capelli lunghi fino a
metà schiena che tiene raccolti in una treccia, ha gli occhi verdi, è
un’appassionata di flauto traverso e di moda. Vive con la madre stilista di
moda.
Mamoru non sa d’essere Endymion, sa solo che deve
proteggere Sailor Moon, ed ama, ricambiato, Usagi.
Penso di avervi detto tutto, nel caso mi stia dimenticando
qualcosa… Avvisatemi. Ciao!!
Capitolo
1
Era una splendida giornata di sole, ed una biondina di
nostra conoscenza stava correndo per le strade di Tokyo con una cartella in
mano “Accidenti a Luna! … Perché non mi ha svegliato! … Arriverò tardi anche
oggi!” diceva la ragazza continuando la sua folle corsa cercando di arrivare
puntuale a scuola.
Il suo ingresso nell’edificio coincise con il suono della
campanella.
“Sono distrutta!” disse la ragazza sedendosi al suo posto.
“Come fai ad arrivare sempre in ritardo?” chiese una
ragazza dai corti capelli azzurri osservando l’amica che cercava di riprender
fiato.
“Ami… Dovresti saperlo ormai che Usagi e la puntualità non
vanno d’accordo…” aggiunse un’altra ragazza dai capelli castani legati in
un’alta coda.
“Chissà se quando ha appuntamento con Mamoru arriva tardi…”
soggiunge un’altra ragazza bionda, molto simile alla prima sia per colore di
capelli che per occhi, un fiocco rosso era appuntato sui suoi capelli, questo
differenziava le due biondine.
“Siete proprio divertenti!… Però la professoressa Haruna
non è ancora arrivata…” disse Bunny guardando le sue amiche.
“Veramente Usagi… la professoressa Haruna la prima ora non
c’è…” disse un’altra ragazza sopraggiunta in quel mentre.
“Grazie Minami… A saperlo prima non correvo a rotta di
collo per arrivare puntuale!” disse Usagi mettendo il broncio.
“Correre ti fa bene, considerando che arrivi sempre tardi
agli allenamenti…” continuò Minami sorridendo.
“Minami! Non ti ci mettere anche tu, per favore!”disse Usagi sempre più avvilita.
“Stamattina ho sentito Rei… Dice di trovarci al santuario
alle 16.00…” disse Ami rivolta alle amiche.
“Ma io ho un appuntamento con Mamoru! E lei lo sapeva!”
disse Usagi sempre più imbronciata.
“Avviseremo noi Rei…” disse Minami cercando di risollevare
il morale all’amica.
Minami si scostò dal viso una ciocca di capelli sfuggita
alla treccia.
Un rumore di passi fece zittire la classe e le amiche
fecero altrettanto.
La professoressa Haruna fece il suo ingresso ed iniziò la
lezione.
“Non ne potevo più!” disse Usagi al termine delle lezioni.
“Mai stata più d’accordo” ribattè Minako.
“La professoressa sembrava voler recuperare l’ora persa…”
disse Makoto rivolta alle ragazze che la guardavano assentendo mestamente.
“Non m’è sembrato…” disse Minami pensierosa.
“Minami ha ragione… E poi non ci ha dato nemmeno compiti
per domani…” disse Ami.
“Beh io scappo! Altrimenti arrivo tardi all’appuntamento… A
domani!” disse Usagi correndo.
“Ciao” dissero le altre, poi scoppiarono a ridere.
“E’ incredibile” disse Ami scotendo la testa.
“Già…” aggiunse Minami.
“Vorrei anch’io avere un ragazzo…” disse Minako.
“A chi lo dici…” concluse Makoto.
“Andiamo da Rei… Che è meglio…” disse Minami sconfortata.
Le ragazze s’incamminarono così verso il santuario dove
avevano appuntamento.
Intanto, al parco…
“Sono così felice Mamoru…” disse Usagi ammirando lo
splendido paesaggio che si godeva dalla barca.
I due innamorati avevano noleggiato una barca ed ora stavano
‘navigando’ lentamente sulle tranquille acque del lago.
“Beh… io sono sempre felice se al mio fianco ci sei tu…”
disse Mamoru guardando Usagi.
“Oh Mamoru…” disse Usagi arrossendo.
Erano arrivati al pontile e Mamoru aiutò Usagi.
Nonostante l’aiuto del ragazzo, la nostra testolina buffa
riuscì ad inciampare, anche se le forti braccia di Mamoru erano pronte a
sorreggerla.
“Grazie…” disse la ragazza arrossendo, schiudendo le dolci
labbra.
Mamoru, come attratto da una calamita, avvicinò il suo viso
a quello della ragazza che chiuse gli occhi in attesa del bacio che, di lì a
poco, si sarebbero scambiati.
Finalmente le labbra dei due giovani si unirono in un
tenero bacio: tutto era perfetto.
Che cosa?! Si chiese Mamoru sentendo
qualcosa piombargli in testa.
Aprì un occhio, sempre baciando Usagi, ma non vide nulla.
Preferì concentrarsi sulla ragazza che aveva tra le braccia.
Il rumore di una caduta fece aprire gli occhi al ragazzo
che vide Usagi per terra e, al suo posto, in braccio aveva una bambina di
cinque anni.
“E tu chi sei?” disse il ragazzo guardando la bambina che,
spaventata, gli si stringeva contro.
“Ehi tu!” disse Usagi rivolta alla bambina “Lascia
immediatamente il mio ragazzo!”
La bambina non si mosse, anzi si strinse ancora di più al
ragazzo.
I due osservarono la bambina: indossava un completino blu
ed aveva i capelli rosa, sciolti sulle spalle. Il visino era stravolto e
sembrava molto spaventata.
“Coniglietto… Perché scappi? Lo sai che poi ti trovo
sempre…” disse una voce femminile comparsa alle spalle dei due.
La donna, sui vent’anni circa, era alta ed aveva i capelli
azzurrini, gli occhi color ghiaccio ed una treccia le ornava la fronte dove
risaltava uno spicchio di luna capovolto di color nero, mentre i capelli dietro
erano legati in un’altra treccia. Un costume azzurro, alquanto scollato e
sgambato, la fasciava.
Un ghigno cattivo storceva i lineamenti della donna.
“Vi prego, aiutatemi!” disse la bambina piangendo.
“Scappiamo!” disse Mamoru afferrando la mano di Usagi ed
addentrandosi nel bosco.
“Non mi scappi coniglietto!” disse la ragazza inseguendoli.
“Mamoru… Avvisa le altre, io mi trasformo…” disse Usagi
prendendo la spilla.
“Moon Power, Make up!” disse la ragazza.
Aveva da poco ultimato la trasformazione, quando la ragazza
in azzurro la raggiunse.
“Sailor…” disse con disprezzo.
“Hai rovinato il romantico incontro di due innamorati… Hai
fatto piangere una bambina… Non ti perdonerò! Sono la paladina della legge…
Sono una combattente che veste alla marinara… Io sono Sailor Moon… e sono
venuta fino a qui per punirti in nome della Luna!” disse la guerriera.
“Brava…” disse la ragazza in azzurro applaudendo “Io sono
Bertierite, faccio parte delle Quattro Sorelle Persecutrici… E sono venuta qui
per prendere il coniglietto… E per ucciderti…” disse sorridendo con cattiveria.
“Devi solo provarci!” disse Sailor Moon.
“Tu non hai futuro… Sei destinata a morire… Rassegnati
ragazzina!” disse caricando un colpo.
“Questo lo dici tu!” disse la Sailor cercando di studiare
l’avversaria.
Nel frattempo Mamoru aveva avvisato le altre che stavano
correndo al parco.
“Rilevo energia negativa… Vicino alla quercia secolare…”
disse Sailor Mars correndo verso il punto indicato insieme alle altre sailor.
Intanto…
“Preparati a morire!” disse Bertierite caricando il colpo.
“Meteorite di Plutone!” disse una voce alle spalle di
Sailor Moon.
“Maledetta!” disse Bertierite schivando appena il colpo.
“Ne vuoi ancora?” chiesero altre voci.
“Ci rivedremo!” disse decisa scomparendo.
“Voi chi siete?” chiese Usagi guardando le nuove venute.
Finalmente anche le Inner Senshi erano arrivate e si erano
schierate accanto aSailor Moon.
Mamoru seguiva la scena dietro ad un albero.
“Noi siamo Sailor Senshi” disse quella che sembrava essere
la leader “Dov’è la Piccola Lady?” chiese con un misto di agitazione la
guerriera.
“Se per Piccola Lady intendi dire lei… E’ qui con me…”
disse Mamoru uscendo dal suo nascondiglio.
“Lasciala andare subito” disse la più giovane tra le
guerriere presenti, indossava un sailor fuku con la gonnellina viola, aveva un caschetto
di capelli neri. Impugnava una specie di falce che ora era puntata verso il
povero Mamoru che non sapeva cosa fare.
“Saturn riponi il Silence Glave, sono Sailor anche loro… Le
Inner immagino…” disse la ragazza più tranquilla dopo aver visto la bambina.
“Siamo noi…” disse Sailor Moon.
“E lei?” chiese una ragazza alta con corti capelli castani
chiari, indicando Minami.
“Lei è la principessa Serenity” disse Sailor Moon con
semplicità.
Ciao! Allora cosa ve ne pare? Me lo lasciate un commentino?
Lo so, è breve, farò meglio la prossima volta. Premetto che l’inizio è uguale
alla serie televisiva, ma mi serviva lo stesso inizio. Avviso anche che non
ricordo i nomi delle quattro sorelle persecutrici, quindi abbiate pietà. Bene,
non ho altro da dire se non fatemi sapere. Ciao e al prossimo capitolo.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
“Così lei sarebbe la principessa Serenity?” Chiese la
ragazza con i capelli castano chiaro.
“Già” confermò Usagi “Io sono Sailor Moon, mentre loro sono
rispettivamente Sailor Mars, Sailor Mercury, Sailor Venus e Sailor Jupiter”
terminò Sailor Moon fiduciosa.
“Io sono Sailor Pluto, guardiana delle porte del tempo. La
ragazza con i capelli corti è Sailor Uranus, quella che le sta accanto è Sailor
Neptuno, mentre quella con Silence Glave è Sailor Saturn” disse Sailor Pluto.
Le Inner Senshi osservavano le altre Sailor. La loro
leader, Sailor Pluto, era una ragazza alta con la pelle abbronzata e due
magnifici occhi verde scuro come i capelli, lisci lunghi fin tutta la schiena.
Il suo sailor fuku aveva la gonnellina nera ed impugnava uno strano scettro.
Sailor Uranus era alta ed aveva i capelli corti, tanto da
sembrare un ragazzo. Gli occhi erano castani ed il suo sailor fuku aveva la
gonnellina blu.
Sailor Neptuno era di poco più bassa della compagna, aveva
i capelli verde mare mossi e lunghi fino alle spalle, gli occhi erano del
colore dell’oceano più profondo.
L’ultima, ma non la meno battagliera, era Sailor Saturn.
La ragazzina, non sembrava avere più di dieci anni,
guardava ancora in malo modo il povero Mamoru che non sapeva cosa fare.
“Proporrei di andare a parlare in un posto più tranquillo,
qui tra un po’ ci sarà troppo pubblico…” disse Sailor Neptuno.
“Ottima idea, immagino vogliate delle spiegazioni…” disse
Sailor Pluto rivolta a tutte le guerriere.
“Infatti… Penso che dobbiate spiegarci molte cose…” disse Minami
guardando le quattro guerriere da poco comparse.
“Propongo di andare al santuario: mio nonno è ad un ritiro
spirituale. Nessuno ci disturberà” disse Sailor Mars.
“Ci teletrasportiamo?” chiese Sailor Saturn continuando a
guardare Mamoru.
“Penso sia meglio” disse Minami.
Si misero in cerchio con Mamoru e la Piccola Lady al
centro.
Si concentrarono e in un fascio di luce sparirono.
Si ritrovarono al tempio di Rei, che le fece accomodare in
salotto.
Quando tutte ebbero una tazza di the fumante tra le mani
iniziarono le prime domande.
“Chi siete? E come mai non sapevamo della vostra
esistenza?” chiese Minami rivolta a chiunque potesse fornirle delle risposte.
Sailor Pluto guardò la ragazza. Chissà perché pensa di
essere la principessa Serenity… A meno che…
“Noi siamo guerriere Sailor come voi. Solo che i nostri
pianeti protettori sono esterni al sistema solare, quindi siamo conosciute come
Outers Senshi. Noi veniamo dal futuro. Non possiamo dirvi molto, rischiamo
altrimenti di modificare il futuro” concluse Sailor Pluto.
“Perché siete venute nel nostro tempo?” chiese Ami.
“Il futuro è stato attaccato. Il nostro sovrano è morto,
mentre la regina è caduta in un sonno profondo. E cosa principale… il cristallo
d’argento è sparito…” disse Sailor Pluto.
“E lei… chi è?” chiese Sailor Mars indicando la bambina che
si era addormentata tra le braccia di Mamoru.
“Lei è la nostra principessa, la Piccola Lady” disse Sailor
Pluto guardando amorevolmente la bambina.
“Vedete…” disse Sailor Saturn prendendo la parola “i nostri
nemici vogliono il cristallo d’argento. Quando sono arrivati nel XXX secolo e
ci hanno attaccati la nostra regina è subito corsa nella sala dov’era il
cristallo, ma questo era misteriosamente sparito. Ora il nemico vuole la
Piccola Lady…” disse la ragazzina guardando la bambina che dormiva tranquilla.
“Chi sono i nemici?” chiese Sailor Moon.
“Il Principe Demando della Luna Nera… il suo obiettivo è
conquistare la Terra… non gli importa di che secolo” disse Sailor Pluto.
“E la ragazza che mi ha attaccato?” chiese ancora Sailor
Moon.
“Lei fa parte dell’esercito della Luna Nera…” disse Sailor
Pluto.
“Ma se noi venissimo nel futuro… potremmo risollevare le
sorti del regno con il cristallo d’argento di quest’epoca” chiese Minami.
“Non è così facile… e poi rischiereste di morire… E’
escluso” disse categorica Sailor Pluto.
“Cosa ne dite di sciogliere le trasformazioni? Magari
potremo andare a mangiare un gelato?” propose Usagi.
“Come fai ad aver fame in questo momento?!” chiese Rei.
“Non ci avete ancora detto chi sono i genitori della
bambina…” disse Minami curiosa, ignorando la proposta di Usagi ed il commento
di Rei.
“Non possiamo dirvelo… C’è il rischio di compromettere il
futuro” disse Sailor Pluto anticipando Sailor Saturn.
“E… per il gelato… ?” chiese timidamente Sailor Saturn.
“Ok, sciogliamo la trasformazione” disse sorridendo Sailor
Pluto.
Le quattro ragazze toccarono la propria spilla e tornarono
con i vestiti normali e lo stesso fecero le Inners.
“Penso sia il caso di presentarci nuovamente… Io sono Setsuna,
lei è Haruka, lei è Michiru e lei e Hotaru” disse Setsuna indicando le
compagne.
“Benissimo… Io sono Minami, lei è Usagi, lei è Ami, poi c’è
Rei, Minako e Makoto” disse la ragazza facendo altrettanto.
La Piccola Lady si svegliò in quel mentre e guardò confusa
i presenti, poi si avvicinò a Setsuna “Pu… Chi sono?” chiese la bambina.
“Sono amici, piccola… Ti va un bel gelato?” chiese alla
piccola.
“Al cioccolato?” chiese titubante.
“Al cioccolato” confermò la guerriera di Plutone.
Andarono da Motoki ed ognuna prese un gelato. Parlarono un
altro po’, poi si diedero appuntamento per il pomeriggio successivo e si
salutarono.
Le Inners le osservarono uscire.
“C’è da fidarsi secondo voi?” disse Minami guardando le
ragazze che stavano andandosene.
“Secondo me sì… Altrimenti non ci avrebbero aiutato…” disse
Usagi
“Minako… Usagi… Stasera chiedete a Luna ed Artemis se sanno
qualcosa di queste guerriere… E se è normale che il cristallo d’argento
sparisca…” disse Minami preoccupata.
Intanto le Outers…
“Quella Minami… Non è la principessa! E tu lo sai benissimo
Setsuna!” esplose Haruka a qualche isolato di distanza.
“E secondo te cosa dovrei fare io? Andare da loro e dire scusate?
Colei che voi credete essere la vostra principessa in realtà non lo è? Come
pensi che reagiranno!” disse Setsuna.
“Certo è che se Minami ha il cristallo d’argento… un motivo
logico dev’esserci…” disse Michiru riflettendo ad alta voce.
“E se Minami fosse …?” chiese Hotaru pur non continuando.
“Lo escludo… E poi Minami nel futuro non c’è… Non ci resta
che aspettare e vedere cos’accadrà” disse Setsuna.
“Pu… mi fai i codini?” chiese la piccola.
“Non posso farlo…” disse Setsuna.
“Perché?” chiese la bambina imbronciata.
“Perché il nemico ti riconoscerebbe subito” disse la
ragazza e perché sarebbe lampante chi è tua madre pensò la ragazza.
Su Tokyo è calata la notte, la luna splende alta nel cielo,
rendendo tranquilla e serena la notte con i suoi dolci raggi.
Solo qualcuno non riesce a dormire…
inizio sogno
“cosa credi di fare sciocca guardiana?! Mi fai ridere!”
disse Periglia guardando Minami vestita con un lungo abito bianco, i capelli
sciolti e lo spicchio di luna sulla fronte.
Sailor Moon le è vicina.
“Principessa… la vostra vita è preziosa… tocca a me
affrontarla” disse Sailor Moon.
“Sciocca! Lei non è la principessa!” urlò Periglia “Vero
guardiana del cristallo?” chiese rivolta a Minami.
“Io… no… io sono… una principessa… la principessa
Serenity!” disse Minami sconvolta.
“A si? Vediamo subito! Fuoco!” attaccò Periglia.
“Principessa!” urlò Sailor Moon mettendosi tra Minami ed il
colpo lanciato da Periglia.
Prima che il colpo raggiungesse Sailor Moon il cristallo
d’argento che Minami aveva in mano sparì.
Una luce accecante fece chiudere gli occhi ai presenti.
Dopo qualche istante la luce si affievolì ed al suo posto comparve Sailor Moon
con indosso un vestito simile a quello di Minami, ed addirittura la mezza luna
sulla fronte.
Minami fissò attonita Usagi. I vestiti di Minami si
dissolsero ed al suo posto comparve un vestito più corto sempre bianco. Un
velo, anch’esso bianco le ornava la testa mentre i capelli erano tornati nella
solita treccia.
Una miriade di ricordi invase la mente delle due ragazze.
“Grazie per avermi protetto Serina…” disse Serenity.
“E’ mio dovere proteggerla… principessa” disse Serina
guardando la principessa.
finesogno
Usagi si svegliò di scatto. Aveva la fronte imperlata di
sudore.
“Oh mio Dio… Non è possibile… Sono io… Serenity…”
Ciao!
Eccomi qua, oggi sono in vena creativa, quindi vi sforno il secondo capitolo.
Allora, ringrazio fin d’ora quanti hanno letto questa fanfiction, e ringrazio
doppiamente chi ha commentato, in particolare:
Valery:
esatto, sono proprio le Outers, per loro ho in mente grandi cose, ma
non ti svelo niente.
Veronica85:
ciao! Sono felice che questa mia fanfiction ti sia piaciuta. Ho sempre
pensato che le Outers dovessero fare la loro comparsa anche prima della terza
serie e… Eccole qua. PerMinami ho già una mezza idea, ma non svelo
ancora nulla. Grazie e spero continuerai a seguire questa ficcy.
Dragon85: ciao! Grazie
per i complimenti, sei troppo buona, diciamo che da adesso in poi la storia
sarà diversa rispetto all’anime, ma i cattivi mi piacevano troppo, quindi ho
lasciato quelli. Fammi sapere cosa ne pensi.
Non so quando potrò postare il terzo capitolo, prometto che
nel week end mi darò da fare. Ciao e grazie a tutti.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
Perché solo adesso ho fatto questo sogno? si
chiedeva Usagi cercando di addormentarsi nuovamente dopo il sogno che aveva
fatto poco prima e dal quale si era svegliata madida di sudore.
Controllò Luna: fortunatamente dormiva ancora meno male!
pensò la ragazza cercando di regolarizzare il respiro.
Niente, il sonno tardava a sopraffarla, mentre tanti
pensieri assillavano la sua mente.
Quando
siamo “tornate” dopo aver sconfitto Periglia… tutte ricordavamo cos’era
successo… Fino alla battaglia in cui siamo morte… Perché io non ricordo la
battaglia finale? E neppure Minami… Sto correndo troppo con la fantasia…E poi chi era l’altra ragazza? Sembrava
Minami… Ma da quello che Luna ed Artemis ci hanno detto… La Regina Selene aveva
un’unica figlia… Non può essere… la mia dev’essere semplice suggestione… Ma se
non fosse solo suggestione?
Guardò l’orologio: le tre del mattino. Forse un
bicchiere di latte caldo mi aiuterà ad addormentarmi… pensò la ragazza
scendendo dal letto, facendo attenzione a non svegliare la gatta che dormiva ai
piedi del letto.
Scese al pian terreno… Aprì il frigo e, dopo aver messo a
scaldare un po’ di latte, lo bevve a piccoli sorsi.
La ragazza aveva lo sguardo fisso, perso nel vuoto… Troppe
cose erano accadute il giorno precedente…
Finì di bere il latte e, riposta la tazza nel lavello,
tornò al piano superiore dove aprì silenziosamente la porta e si stese sul
letto.
Entrambe
avevamo lo spicchio di luna sulla fronte… Mio Dio, riuscirò a fare a meno di
pensare a questo sogno? Sarà dovuto alla presenza delle nuove guerriere… e poi
c’è quella bambina… Poverina, ha perso i genitori… Ed è così piccola, e poi…
Perché i nemici la chiamano coniglio? Quante domande… E non posso neanche
chiedere alle nuove guerriere… Loro non possono dirci nulla, perché modificherebbe
il futuro…
Mi
sto facendo troppe paranoie… E tutto per un sogno! Usagi accidenti tu sei
Sailor Moon, la leader delle guerriere sailor di quest’epoca! Non è da tutti! E
poi c’è Mamoru… Se fossi una principessa non potrei stare con lui… Meglio non
essere una principessa… E da ultimo c’è il cristallo d’argento… Luna ha sempre
detto che solo la principessa può usarlo… Quindi è Minami la principessa… Bella
principessa sarei… Sbadata, golosa, piagnucolona! Decisamente una principessa
fuori dal comune! Adesso mi sento meglio! Chi lo sa, potrei anche riuscire ad
addormentarmi…
Un’occhiata alla sveglia la convinse che, se voleva
dormire, doveva farlo subito: erano infatti già le quattro.
Usagi si rannicchiò in posizione fetale e, di lì a poco, si
addormentò.
Ma anche un’altra ragazza a Tokyo aveva fatto lo stesso
sogno di Usagi…
Non
è possibile… Sono io la principessa Serenity! Io ho il cristallo d’argento!
Luna me l’ha confermato! Io ho sconfitto Periglia! Almeno… credo… Mio Dio
perché non ricordo l’ultima battaglia! Perché! Ok, è una semplice prova…
Minami si concentrò e pensò intensamente al cristallo
d’argento.
Questo, poco dopo, comparve tra le sue mani unite a coppa.
Ce l’ho ancora io…
Quindi sono io la principessa! Per un attimo ho avuto paura…
Eppure… la ragazza del sogno… mi è famigliare…
Sarà
frutto della mia immaginazione… Troppe novità… le nuove guerriere… la bambina
in pericolo… Cerchiamo di dormire.
E pensato ciò fece sparire il cristallo d’argento e provò
ad addormentarsi
Chissà
di chi è figlia… Viene addirittura dal XXX secolo… dieci secoli dopo il nostro…
sembra la trama di un film di fantascienza… Meno male che dovevo addormentarmi…
Troppi pensieri… Speriamo che Minako e Usagi abbiano saputo qualcosa da Artemis
e Luna… Nuovi nemici… Beh le guerriere Sailor sono pronte ad affrontarli!
Con questi propositi la ragazza si addormentò.
Nello stesso istante, sempre a Tokyo, Setsuna osservava la
Piccola Lady che dormiva profondamente.
Piccolina, oggi hai visto la tua mamma… non l’hai
riconosciuta, ma era lei, ne sono sicura, i suoi occhi sono difficili da
dimenticare… E poi lui… tuo padre… E’ strano: tutti hanno sempre detto che sei
la copia di tua madre in miniatura, ma oggi… nessuno l’ha notato… certo la
pettinatura aiuta… Quante domande… temo che nei giorni a venire sarà sempre
peggio… Devo farmi forza! Il re e la regina hanno affidato a me la loro piccola
ed io non posso deluderli! Sono già innamorati… il loro è proprio un amore
eterno… Strano che Luna ed Artemis non sappiano l’intera storia… Chissà
cos’avranno detto alle guerriere… Beh… io potrei raccontare la storia passata…
evitando di fare nomi presenti… Raccontare il passato non dovrebbe modificare
il futuro… Dopotutto loro già si amano! Già, complimenti Setsuna! E come
spieghi a Sailor Moon la sua assenza nel passato? Già, la verità è un’altra, ma
sconvolgerei il presente e non voglio pensare a cosa farei al futuro… Mio Dio…
Devo aspettare… Il tempo mi dirà cosa fare e come comportarmi…
“Mamma…” disse la Piccola Lady agitandosi nel sonno.
Setsuna accarezzò gentilmente la fronte della bambina.
Lo spicchio di luna brillò per un attimo, quasi
impercettibilmente.
La ragazza osservò quello spicchio che, così com’era
apparso, stava ora sparendo, sapeva che anche sulla fronte della ‘futura madre’
della piccola era apparso il medesimo simbolo.
Non avrete la Piccola Lady… E non avrete neppure Serenity…
E’ una promessa! Pensò la ragazza guardando con affetto la piccola.
Dopo aver rimboccato le coperte anche a Hotaru, decise di
andare a riposare un po’.
Uscì dalla stanza e si guardò intorno.
Quello stesso pomeriggio, girando per la città avevano
trovato un piccolo appartamento non lontano dalla torre della televisione di
Tokyo.
Siccome non avevano soldi, grazie ai poteri della sfera
granato, erano riuscite ad ipnotizzare il proprietario che aveva ‘offerto’
gratuitamente la casa alle guerriere.
Essendoci solo due stanze nell’appartamento si erano dovute
dividere in due gruppi: Setsuna, Haruka e Michiru nella stanza più grande,
Hotaru e la Piccola Lady nella stanza leggermente più piccola.
Dovremo dare un nome alla Piccola Lady, non potremo
chiamarla Piccola Lady finchè siamo qui… Domattina ne parlerò con le altre e
vedremo il da farsi…
Si avviò silenziosamente verso la sua camera. Entrò
silenziosamente, richiudendosi la porta alle spalle.
“La Piccola Lady dorme?” chiese Haruka alla ragazza appena
entrata.
“Sstt, sveglierai Michiru… Sì, dorme…” disse Setsuna
sottovoce.
“Veramente sono già sveglia…” disse Michiru accendendo la
luce.
“Ed io che mi preoccupavo per te…” disse Setsuna
sorridendole.
Erano le sue più care amiche. Lei, sempre a guardia delle
porte del tempo e dello spazio, condannata ad essere eternamente giovane… a non
avere una vita sua… ad essere sola…
Solo Serenity ed Endymion avevano mostrato gentilezza ed
affetto nei suoi confronti, loro avevano capito la sua solitudine ed avevano
cercato di coinvolgerla nella vita di palazzo. Erano riusciti a trovare il modo
di farla rimanere nel XXX secolo…
Lei si sentiva colpevole per quello che era accaduto ai
sovrani… Se lei non si fosse assentata dalle porte del tempo e dello spazio
forse…
Già, forse…
“Salva la Piccola Lady… portala nel passato! Là ci sarà il
cristallo d’argento! Là sarete al sicuro! ” le aveva la regina sorridendole.
Aveva la bambina in braccio… le aveva dato un bacio sulla
fronte… “Ti voglio bene piccola mia…” le aveva detto affidandola a Setsuna, poi
si era voltata ed era corsa ad aiutare il re…
Nonostante i tentativi della regina, la ragazza aveva visto
una lacrima solcare il suo bel viso… Come se sapesse…
“Setsuna? Sei con noi?” chiese Haruka guardandola.
“Scusami Haruka, era persa tra i ricordi…” disse la ragazza
con gli occhi lucidi “sarà meglio mettersi a letto…” concluse avvicinandosi al
letto ed infilandosi sotto le coperte.
“Buonanotte” disse alle compagne di stanza.
“Buonanotte” risposero dopo essersi scambiate un’occhiata
pensierosa.
Intanto, nel cielo di Tokyo, nascosto in quello che, ad
occhio nudo poteva essere una cometa…
In una stanza quasi vuota avvolta nella penombra, c’era uno
strano altare color avorio, sembravano due mani intrecciate unite a coppa.
Tutto in quella stanza era color bianco: dal marmo dei
pavimenti e delle colonne, al bianco dei muri.
Un trono occupava il palco posto in fondo alla sala. Era di
colore nero, molto ampio, sembrava fatto di cristallo, ma allo stesso tempo
sembrava essere molto comodo.
Ad un tratto, come se la sala avesse preso vita l’altare
s’illumino di una tenue luce ed una figura comparve.
Nello stesso momento sul trono si era seduto qualcuno che,
forse a causa della poca luce, non era possibile distinguere appieno.
Sorseggiava lentamente un calice di vino rosso… Rosso come
il sangue…
Guardava la figura che era apparsa sopra l’altare: era una
donna giovane… era semi-inginocchiata. Le mani unite, quasi stesse pregando,
biondi capelli scendevano lungo il corpo. Era impossibile vedere la parte
superiore del suo viso, solo uno spicchio di luna brillava sulla sua fronte…
Chiunque l’avesse vista avrebbe pensato ad un angelo… Un
angelo di una bellezza senza eguali… E con altrettanta tristezza…
“Sarai mia… Che tu lo voglia o no…” disse l’uomo seduto sul
trono.
Ciao a tutti! Wow che bello, grazie per le recensioni,
giuro che non me l’aspettavo! Siete tutte fantastiche, grazie mille.
Eccomi qua, dopo mille fatiche, sono riuscita a postare
il terzo capitolo di questa fanfiction, mi raccomando come al solito fatemi
sapere cosa ne pensate.
Ringraziamenti:
Valery: ciao carissima, ecco qua il terzo capitolo.
Grazie per i complimenti, diciamo che è la passione per l’anime di Sailor Moon
che mi ispira. Fammi sapere cosa ne pensi e grazie per le recensioni.
fra: grazie tesorino, ti ho accontentata spero. Spero nel
week end di scrivere il 4^ capitolo. Fammi sapere cosa ne pensi.
_Sofia_: ciao bella, diciamo che solitamente scrivo in un’altra
sezione, ma da un po’ di tempo avevo in testa questa fanfiction, non mi dava
tregua, così ho pensato di scriverla. Grazie per la recensione, fammi sapere
cosa ne pensi anche di questo capitolo.
Sissy: ciao stellina, hai perfettamente ragione, ti dico
solo che questa è la mia personale seconda serie. Grazie per la recensione.
Fammi sapere cosa ne pensi anche di questo capitolo. Ciao
Ringrazio anche tutti gli altri che leggono ma non
lasciano recensioni.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
Usagi si svegliò presto quel giorno, erano appena le sette
del mattino un record per lei, svegliò Luna che dormiva ancora profondamente
acciambellata ai piedi del letto.
“Luna… Luna… Dai svegliati!” disse Usagi scotendo
gentilmente la gattina.
“… Uaha… Usagi…? Sei già sveglia? … brava…” disse la
gattina mezza addormentata.
“Luna… dai guardami… ti devo parlare di cose serie!” disse
la ragazza vedendo la gatta tornare a dormire.
“Usagi sveglia… alle sette del mattino…” disse la gattina
guardando la sveglia “che bel sogno…” concluse riaddormentandosi.
“Usagi! Oh mio Dio! Che ora è?” disse la gatta balzando in
piedi realizzando solo in quel momento che, se Usagi era in piedi doveva essere
prossimo mezzogiorno.
“Sono le sette…” disse la ragazza guardando la bestiola che
cercava di calmarsi.
“E cosa ci fai già in piedi?” chiese la gattina con fare
sospettoso.
“Mi sono ricordata che dovevo chiederti una cosa… Sai
niente di guerriere sailor provenienti dai pianeti esterni?” chiese Usagi senza
troppi giri di parole.
“Pianeti esterni… Di che tipo?” chiese la gattina quasi
temesse di sbilanciarsi.
“Saturno, Urano, Nettuno e Plutone… Ti dicono niente?”
chiese la ragazza decisa.
“Beh… diciamo che so dell’esistenza di queste quattro
guerriere… se non sbaglio Sailor Pluto è incaricata di vigilare sulle porte del
tempo e dello spazio, la cosa risale ai tempi del Regno Argentato, ma credevo
fosse solo una leggenda… Tu l’hai conosciuta?” chiese la gattina ora curiosa.
“Già, ieri ci ha aiutati con il nuovo nemico… E’ arrivata
insieme alle altre tre guerriere… E ad una bambina… Da quello che ho capito i
nemici la chiamano il coniglio e sono interessati sia a lei che alla conquista
della terra… A, dimenticavo, loro dicono di venire dal XXX secolo…” disse
Usagi.
“Che cosa?! E’ incredibile… Hanno detto altro?” chiese Luna
cercando di capire.
“Dicono che i sovrani della loro epoca sono morti, cioè, il
re è morto e la regina è caduta vittima di un sonno profondo… E cosa
essenziale… Avevano il cristallo d’argento, che è sparito poco prima
dell’attacco dei nemici… Questo è tutto ciò che ci hanno detto” terminò Usagi.
“Usano il cristallo d’argento? Io sapevo che solo la
famiglia reale della luna può farlo… Vado ad aggiornarmi con Artemis…” disse
Luna uscendo dalla finestra.
Usagi si preparò con calma per andare a scuola. Scese al
pian terreno, erano da poco passate le sette e mezza.
“Buongiorno a tutti” disse Usagi sedendosi a tavola per
fare colazione.
“Buongiorno Usagi” disse il padre mentre continuava a
leggere il giornale, si bloccò dopo un secondo “Usagi?” disse abbassando
contemporaneamente il giornale “Cosa ci fai in piedi a quest’ora?” chiese
l’uomo guardando la figlia sconvolto.
“Buongiorno mamma, papà… Usagi… Usagi?” disse Shingo
entrando in sala da pranzo.
“Buongiorno figliola, come mai già in piedi?” chiese la
madre entrando in sala.
“E’ una congiura! Per una volta non posso alzarmi presto
anch’io?! Sembra quasi che abbia commesso un reato!” disse la ragazza quasi
offesa.
“Scusaci, ma è talmente strano vederti far colazione con
noi…” tentò di mediare Ikuko.
Usagi preferì non rispondere.
Fecero colazione in silenzio e, una volta terminato, si
salutarono ed uscirono.
Usagi si stava incamminando verso la scuola, quando una
voce la fece girare.
“Ehi, Usagi! Sei mattiniera oggi…” le chiese Mamoru
dolcemente.
“Sei la quinta persona che me lo dice oggi, se contiamo
come persona anche Luna…” disse la ragazza ironicamente.
“Beh… se ti alzassi sempre a quest’ora potremmo fare parte
di strada insieme…” buttò lì il ragazzo.
“Non è mica male come idea… Però ho reputazione da
difendere…” disse sorridendo la ragazza.
“Beh… io ci ho provato…” disse il ragazzo abbracciando la
sua testolina buffa e scoccandole un bacio sulla fronte.
Proseguirono la strada insieme fino a quando fu loro
possibile poi, dopo essersi salutati, proseguirono per strade diverse.
Usagi entrò in classe puntuale, scatenando non pochi
commenti.
Ami e Minami la osservarono come se non fosse la stessa
ragazza del giorno precedente, non osando farle domande di sorta, mentre
Makoto, sopraggiunta qualche minuto dopo, la guardò con tanto d’occhi senza
commentare.
“Usagi… Ti senti bene?” chiese Minami guardando la ragazza
bionda, seduta accanto alla finestra.
L’arrivo di Minako, che coincise con il suono della
campanella, impedì alla nostra testolina buffa di rispondere.
Intanto nell’appartamento delle Outers Senshi la Piccola Lady faceva i capricci.
“Voglio i miei codini!” protesto la bambina mettendo il
broncio.
“Non puoi… Il nemico ti riconoscerebbe subito…” disse
Setsuna per l’ennesima volta cercando di far ragionare la bambina.
“Pu… voglio i miei codini! La mamma me li ha sempre fatti!”
disse senza sentire ragioni la piccola.
“Lo so… però alla tua mamma avevi promesso che non avresti
fatto i capricci… E poi se ti facessi i codini… metteresti in serio pericolo la
tua mamma…” disse Setsuna.
“Perché?” chiese la bambina incuriosita da quest’ultima
affermazione.
“Perché…” Setsuna si era cacciata in un bel guaio. Ed
adesso cosa le dico? Mica posso dirle che sua madre è di quest’epoca?
“Perché è sempre stata la tua mamma a farti i codini… Noi
non sappiamo farli…” le venne in aiuto Michiru.
“Ma Pu ha detto…” disse cercando conferma nella ragazza che
aveva di fronte.
“Io non ho detto altro e Michiru ha detto la verità.
Dimenticavo Piccola Lady, qui non potremo chiamarti sempre Piccola Lady,
dobbiamo darti un nome più comune per l’epoca…” disse Setsuna grata dell’aiuto
appena ricevuto.
“Mi voglio chiamare come la mia mamma… Usagi!” disse la
piccola felice, dimenticandosi del discorso precedente.
“Non è possibile… Nel gruppo delle Inners Senshi c’è già
una ragazza che si chiama Usagi… Pensa ad un altro bel nome…” disse dolcemente
Setsuna.
“Io voglio chiamarmi come la mia mamma!” disse decisa la
bambina.
“Cosa ne dici di Chibiusa? Così non faremo confusione, e tu
avrai il nome della tua mamma…” disse Haruka folgorata dall’idea.
“Chibiusa è un bel nome…” rincararono la dose Michiru ed
Hotaru.
“E’ vero…” disse Setsuna in risposta all’occhiata dubbiosa
della piccola.
“Va bene, Chibiusa è carino!” disse felice la bambina.
“Ragazze dovremo trovare un lavoro, altrimenti rischiamo di
non mangiare…” disse Setsuna.
“Io posso cavarmela come insegnante di musica…” propose
Michiru.
“Ed io posso trovare facilmente lavoro in qualsiasi
autofficina” disse Haruka.
“Io opterò per l’insegnamento…” disse Setsuna “Hotaru…
dovrai andare a scuola… e tu Chibiusa dovrai andare all’asilo…” concluse
Setsuna a malincuore.
“Perché a me tocca sempre la scuola!?” protestò Hotaru.
“Che bello! Andrò all’asilo!” disse felice Chibiusa.
“Perché non prendi la notizia come Chibiusa?” chiese Haruka
ironica.
“Forse perché l’asilo è divertente e la scuola no?” si
lasciò scappare Hotaru.
“Bene… Ognuno ha un suo compito e mi raccomando… Appena
avvertite un pericolo, tutte dobbiamo proteggere la principessa” disse Setsuna
seria.
“Sì!” risposero le tre guerriere.
Poco più tardi quel giorno, Setsuna accompagnò Chibiusa ed
Hotaru ad iscriversi, la prima all’asilo e la seconda a scuola.
Intanto su un’astronave a noi nota…
“Bertierite… Hai fallito la tua prima missione…” disse il
Principe Demando, rivolgendosi alla ragazza che era inginocchiata di fronte a
lui.
“Mi perdoni mio signore, non accadrà più…” disse a capo
chino la ragazza, sparendo ad un cenno del Principe.
“Mio signore…” disse una voce da un angolo della sala. Era
una figura seduta con in mano una sfera di cristallo che fluttuava nell’aria,
poco sotto le sue mani: impossibile stabilirne l’età, il viso era nascosto da
un cappuccio nero e solo le mani erano scoperte, ma il colore della pelle era
indefinito. Due luminosi occhi brillavano nell’oscurità data dal cappuccio del
misterioso individuo.
“Dimmi Wiseman…” disse il Principe Demando guardando la
figura con la coda dell’occhio.
“In quest’epoca rilevo l’energia della Regina, del coniglio
e del cristallo d’argento…” disse l’interpellato.
“La Regina è in quest’epoca…” disse sorridendo il Principe.
“Rubeus… Manda una le ragazze in missione… voglio vedere la
Regina in azione…” disse il Principe rivolto ad un ragazzo da poco comparso
dietro una colonna.
Era un ragazzo alto, circa un metro e ottanta, aveva i
capelli rosso fuoco, due occhi neri come la pece. Era muscoloso ed il suo
torace era messo in evidenza dalla maglietta aderente color rosso che
indossava. I pantaloni, anch’essi aderenti, erano di colore nero. Un paio di
anfibi completavano l’abbigliamento del giovane.
“Solo una? Sarebbe meglio tutte e quattro… Così la nostra
regina sarà costretta a mostrarsi…” suggerì il ragazzo.
“Buona idea… Dopotutto… l’esercito è sacrificabile… Mandale
quanto prima… Magari verso dei bambini… Se non ricordo male la regina è molto
sensibile hai mocciosi… Cerca anche le punte di cristallo… Stronchiamo sul
nascere il futuro…” disse il principe.
“Subito mio Signore…” disse il ragazzo inchinandosi
lievemente in segno di rispetto, prima di scomparire.
“Wiseman… nel XXX secolo sono state lasciate forze
sufficienti?” chiese rivolto all’individuo incappucciato.
“Certamente… mio Signore…” disse l’individuo.
“Penso che ci fermeremo nel XX secolo per un po’…” disse il
Principe Demando sorridendo sornione.
“Come desiderate mio Signore… Chiedo il permesso di
ritirarmi…” disse l’incappucciato.
“Vai Wiseman… Se ho bisogno ti chiamo…” disse il principe
quasi al nulla, l’incappucciato era infatti già sparito
In una stanza buia e completamente spoglia una figura nera
era apparsa. Finalmente si alzò in piedi, la sfera rimase ferma a mezz’aria.
“Rilevo altra energia… la sua energia… Sciocca ragazzina…
cinque secoli sono stati necessari per capirlo… Ma ne è valsa la pena…
Guerriere Sailor… tremate e preparatevi a soccombere… La mia vendetta sarà
atroce… Nessuno la scamperà… Devo solo trovare lei… insieme nessuno potrà
fermarci… Neppure quello sciocco del Principe Demando…” una risata maligna
echeggiò nella sala…
Eccomi qua! Come promesso nel week end mi sono data da
fare, ed ho sfornato questo capitolo, che spero piaccia come i precedenti.
In teoria questa storia dovrebbe terminare entro il 10^
capitolo.
Passiamo ai ringraziamenti, ed in particolare:
Dragon85: ciao carissima! Esattamente, diciamo che
la seconda serie è la mia serie preferita, ma ho pensato sempre che… Non posso
svelare di più, altrimenti ti svelo la storia… Spero che anche questo capitolo
ti piaccia. Fammi sapere. Ciao!!
fra: ciao bella! Grazie, sei troppo buona! Spero
di continuare ad entusiasmarti come ho fatto fino ad adesso. Non preoccuparti e
recensisci quando puoi. Ciao!!
Valery: ciao tesorino! Eccoti il 4^ capitolo, sono
felice di sapere che la storia ti piaccia, spero che anche i prossimi capitoli
continuino a piacerti come questi. Fammi sapere, mi raccomando. Ciao!!
Sissy: ciao stellina! Ecco qua il capitolo come
promesso. Spero di non averti fatto aspettare troppo. Diciamo che sabato sono
stata parecchio ispirata, ed ecco il risultato. Fammi sapere. Ciao!
Come sempre, ringrazio tutti quelli che leggono ma non
recensiscono.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
Le ragazze terminarono scuola e si prepararono ad un
pomeriggio carico di impegni.
Usagi era preoccupata: non aveva saputo nulla da Luna e
temeva le prediche che sarebbero seguite non appena avesse ‘confessato’ il
fatto alle ragazze.
Chissà se Minako se ne è ricordata? si
chiese Usagi.
Stavano camminando compatte quando Rei si fermò di botto,
facendo fermare le compagne che la guardavano in attesa di sapere cos’aveva
bloccato la miko.
“Sento energia negativa… ma non è concentrata in un unico
punto… e come se… se fossero più persone… La testa mi scoppia!” disse la
ragazza premendosi le mani sulle tempie.
“Rei!” dissero in coro le ragazze avvicinandosi alla
ragazza dolorante.
“Andate! Presto… Non pensate a me! Forse quella bambina è
in pericolo!” disse quasi in un sussurro la ragazza.
“Ma… Rei…” disse Usagi poco convinta.
“Usagi, ragazze… Andate! Rimango io con Rei…” disse Minami
sorridendo alle quattro ragazze poco convinte.
“Andate… Verso il parco… Là l’energia è maggiormente
concentrata…” disse Rei prima di svenire.
“Andiamo ragazze!” disse Usagi guardando l’amica con gli
occhi lucidi.
Corsero a perdifiato per tre isolati, poi, giunte in
prossimità del parco si trasformarono.
Ami attivò i googles “Sono in quattro… Dovremo dividerci!”
disse risoluta la guerriera di Mercurio.
“Cosa suggerisci?” chiese Sailor Moon guardando la ragazza
che stava analizzando dei dati.
“Jupiter, tu andrai alla fontana” disse Ami dopo qualche
istante.
“Venus… tu invece andrai vicino ai giochi…” continuò la
guerriera di Mercurio.
“Io andrò all’uscita…” disse ancora la ragazza dai capelli
azzurri “Mentre tu dovrai andare vicino al lago…” terminò la ragazza guardando
la leader con un mesto sorriso “Stai attenta… Il nemico ha il potere del
fuoco…” disse prima di andare incontro al suo nemico.
“Il potere del fuoco… Ehi! Non voglio essere cotta!” urlò
Sailor Moon al vuoto.
“Uffa!” disse correndo dove gli era stato detto.
Intanto, a qualche isolato di distanza…
“Pu… Per favore… Voglio andare al parco!” disse Chibiusa a
Setsuna.
“Non posso, Chibiusa…” disse la ragazza cercando di
rabbonire la piccola principessa.
“Setsuna… Se vuoi posso accompagnarla io…” disse Hotaru
seria.
“Per favore, Pu…” continuò la bambina facendo gli occhioni
alla guerriera di Plutone, che, come al solito, non seppe resistere.
E’ tutta sua madre! Non riesco a resisterle… E’ da neanche
un giorno che siamo qui… pensò Setsuna.
“E va bene. Ma alle quattro a casa” disse guardando Hotaru.
“Sarà fatto” disse Hotaru.
“Andiamo Hotaru?” chiese Chibiusa addentrandosi nel parco.
“Aspettami Chibiusa!” disse Hotaru correndole dietro.
Setsuna sorrise… Povera Hotaru, forse si era scelta un
compito arduo… Però era certa che la guerriera di Saturno ce l’avrebbe fatta.
“Hotaru? Andiamo al lago?” propose la piccola felice.
“D’accordo principessa!” disse sorridendo la giovane
guerriera.
Intanto Minami era riuscita ad accompagnare Rei su di una
panchina e cercava di aiutarla a riprendersi dallo svenimento di poco prima con
il cristallo d’argento, stando attenta a non farsi vedere dai passanti.
“Come ti senti Rei” chiese Minami preoccupata.
Era da parecchio che Rei si era sentita male, sembrava
quasi che i nemici avessero irradiato in città quanto più potere oscuro
possibile.
“Va un po’ meglio…” disse questa cercando di sorridere.
“Meno male che vuoi diventare cantante e non attrice…
Altrimenti… Addio Oscar!” disse Minami sorridendo alla sua amica.
“Grazie mille!” disse cercando di fingersi arrabbiata.
Ma torniamo all’interno del parco…
Tutte le guerriere erano impegnate in uno scontro diretto con
una delle quattro sorelle persecutrici. Tutte erano in una situazione di
pareggio, in quanto Sailor Mercury aveva mandato la sailor più appropriata in
corrispondenza dell’elemento del nemico.
Solo Sailor Moon stava sudando le proverbiali sette
camicie: Kermesite infatti si stava divertendo un mondo…
“Sei divertente Sailor… come hai detto che ti chiami?”
chiese ridacchiando.
“Sailor Moon!” disse la bionda guerriera schivando
l’ennesimo attacco dell’avversaria.
“Hai già il fiatone? Vuoi riposare un po’?” chiese con
finta apprensione Kermesite.
“Magari! Davvero possiamo?” chiese Sailor Moon con il
fiatone, cogliendo la palla al balzo.
“Certo…” inizio la ragazza della Luna Nera “che no!” disse
sferrando l’ennesimo colpo.
“Uffa!” disse Sailor Moon schivando il colpo.
“Guarda che con te non ho ancora finito…” disse Kermesite
sorridendo sinistramente.
“Hotaru guarda che bello!” disse una voce poco lontana dal
combattimento
Entrambe le ragazze si voltarono…
“Bene, bene… Guarda un po’ chi si vede…” disse con cattiveria
Kermesite.
“Guarda che sono io la tua avversaria… Lascia stare quella
bambina!” disse Sailor Moon mettendosi davanti alla sua avversaria.
“Scappate!” disse rivolta alle due bambine che si erano
avvicinate al lago.
Hotaru osservò la scena stupita e adesso cosa faccio?
pensò la ragazzina.
Chibiusa si voltò verso Sailor Moon.
“Saturn… ho paura…” sussurrò la bambina avvicinandosi alla
ragazzina più grande.
“Stai tranquilla…” disse Hotaru afferrando la mano della
piccola, pronta a scappare.
“Abbiamo il coniglio” disse Rubeus comparso in quel mentre
alle spalle delle due ragazzine.
“Saturn Power Make Up!” urlò decisa la giovane guerriera.
“Pensi che ci fermeremo così per poco sciocca guerriera?”
chiese il giovane guardando le due guerriere.
“Non avrai la principessa!” disse la combattente di
Saturno.
Chibiusa si era intanto avvicinata alla guerriera di
Saturno impedendole in parte i movimenti.
Inoltre Rubeus era grande e grosso in confronto alla
guerriera che, pur impugnando saldamente il Silence Glave, sapeva di non poter
far molto.
“Cristallo di Luna… Azione!” disse Sailor Moon scagliando
il diadema contro Kermesite.
Come la guerriera della luna aveva previsto, questa si
scansò per evitare il colpo e, con un’agilità sorprendente si frappose tra
Rubeus e le ragazze del futuro.
“Complimenti… Bella mossa… Sailor…?” disse Rubeus fermando
il dardo infuocato che Kermesite aveva fatto comparire tra le sue mani, dopo
essersi avvicinata al suo generale.
“Sono Sailor Moon!” disse l’interpellata decisa a non
cedere.
“Sei pronta a morire… Sailor Moon?” chiese provocante il
ragazzo.
“Stai lontano dalla principessa!” disse la guerriera di
saturno brandendo la sua arma e puntandola contro il nemico.
“Cosa pensate di fare sciocche guerriere! Penso che porterò
un gradito regalo al mio Signore…” disse Rubeus con un sorriso perfido e, dopo
aver gettato da parte Sailor Moon e Sailor Saturn si apprestò a prendere la
piccola Chibiusa che, impotente di fronte alla battaglia si era stretta al
petto Luna P.
Questa, come reagendo alla negatività del ragazzo, iniziò a
brillare sempre più intensamente accecando tutti i presenti, guerriere incluse.
“corri piccola mia…” disse una voce dolce proveniente da
Luna P.
“Sì mamma!” disse Chibiusa scappando verso il bosco.
“Non così in fretta coniglietto!” urlò Rubeus facendo volar
via Luna P dalla mani della bambina.
La luce com’era iniziata sparì.
“Mamma…” sussurrò la bambina guardando Luna P finire in
mezzo al lago.
“Voglio la mia mamma!” urlò ad un tratto la piccola
piangendo disperatamente.
Lo spicchio di luna comparve sulla fronte…
Una luce accecante tornò ad abbagliare gli occhi dei
presenti.
Sailor Moon provò una fitta lancinante al petto, il cuore
sembrò perdere un battito…
Cosa mi sta succedendo pensava la ragazza
sentendosi le gambe molli.
Accadde in un attimo…
Sulla fronte di Sailor Moon comparve lo spicchio di luna ed
una luce ancor più accecante illuminò il parco.
Il vestito bianco sostituì il vestito alla marinara che
caratterizzava le guerriere sailor.
“Sono qui piccola mia…” disse una voce ai più sconosciuta.
“non… non è possibile” disse Rubeus.
“Mamma!” urlò la piccola balzando tra le braccia di colei
che, in un futuro, sarebbe diventata la regina della Terra.
“Non così in fretta bella signora” disse Rubeus cercando di
afferrare la donna misteriosa “il mio Signore gradirà ancor di più il mio
secondo regalo!” disse cercando di afferrarle entrambe.
“Lasciala stare!” disse Tuxedo Kamen comparendo
all’improvviso ed afferrando la ragazza e la bambina abbracciate.
“Maledetto!” urlò Rubeus vedendo sottrarsi le prede da
sotto il naso.
Approfittando della luce accecante, Tuxedo Kamen e Sailor
Saturn scapparono verso il boschetto poco distante.
Rubeus, irritato come non mai propose la ritirata: non
essendo riuscito a catturare ne l’uno ne l’altro già sospettava l’ira del suo
sovrano.
Quando la luce si diradò sotto l’albero rimase Sailor Moon
abbracciata alla Piccola Lady.
Sailor Saturn sorrideva impercettibilmente.
E’ incredibile cosa possa fare l’amore materno, pensava
la ragazzina.
Tuxedo Kamen non ci stava capendo più nulla.
Aveva sentito che Sailor Moon era in pericolo e, come
sempre era corso in suo soccorso.
Quando l’aveva trovata, non era riuscito a muoversi, era
come se qualcosa o qualcuno lo stesse trattenendo.
Impossibile! Sull’albero c’ero solo io! pensava
Tuxedo Kamen guardando Usagi svenuta.
E poi quella luce era accecante… come ho fatto a sapere
dov’era esattamente Usagi? cercava di ragionare il ragazzo.
Usagi riprese conoscenza e, dopo essere tornata a vestire i
suoi abiti civili cercò di ricordare, ma inutilmente.
Vide la piccola abbracciata ed interrogò i due con lo
sguardo.
“L’avevano attaccata, l’hai protetta, penso sia naturale…”
disse Hotaru, tornata anch’essa in abiti civili.
“Non ricordo molto bene… Ma dev’essere andata così…” disse
sorridendo la ragazza.
“Meglio accompagnarvi a casa… Per sicurezza…” propose
Usagi, restia a staccarsi dalla bambina che ancora aveva in braccio.
“D’accordo…” disse Hotaru mostrando la strada per giungere
nel loro appartamento.
Mamoru si avvicinò alla sua testolina buffa pensieroso “sei
sicura di stare bene?” le chiese apprensivo.
“Sì, Mamo-chan, non preoccuparti, solo non ricordo
esattamente cos’è accaduto prima di svenire…” disse la ragazza sforzandosi di
ricordare.
Arrivarono a destinazione poco dopo, ed appena entrarono
Setsuna impallidì mio Dio!
“Non preoccuparti Setsuna, non è accaduto nulla, ci hanno
attaccati, ma per fortuna Sailor Moon e Tuxedo Kamen erano presenti e ci hanno
aiutati…” disse Hotaru brevemente, sapeva che per i dettagli ci sarebbe stato
tempo.
“Grazie ragazzi… Accomodatevi… Date a me la piccola…” disse
Setsuna ricordandosi i compiti di una buona padrona di casa.
“Dobbiamo andare purtroppo…” disse Mamoru vedendo Usagi
restia a darle la bambina.
“Scusa… Solo… Questa bambina fa provare una pace ed una
tranquillità incredibili…” disse dandole la bambina ancora addormentata.
“E’ vero…” disse solo la guerriera di Plutone, aggiungendo
tra se e non è solo questo…
“Ci vediamo…” dissero entrambi prima di uscire.
Quella stessa sera…
Minami ormai ne era quasi sicura… Lei non era la
principessa.
La sua era una constatazione. Chissà dov’era la vera
principessa.
Il cristallo d’argento non era tornato indietro… Speriamo
solo che non sia andato in mani nemiche… pensava la ragazza guardando fuori
dalla finestra.
Cosa dirò alle ragazze? pensava
Minami.Non dire nulla… loro non lo sanno…
disse una voce nella sua testa.
Chi sei?! chiese
spaventata la ragazza guardandosi attorno circospetta.
Io
sono te… Non dire nulla… Ti caccerebbero… Tu non hai poteri… per loro sei la
principessa… lascia che continuino a crederti tale…
Forse potrei
aspettare e vedere il da farsi… pensò Minami
Esatto… Stai in
guardia… Quelle nuove guerriere porteranno solo guai… Ricorda che siamo noi
artefici del nostro destino e del nostro futuro… Tu sei una principessa… Anzi,
la principessa… Non dire nulla, non è una bugia… Non ti accuseranno e resterai
loro amica…
Già farò così! E poi il cristallo d’argento potrebbe sempre
tornare da me? pensò fiduciosa la ragazza.
Esatto Minami, hai
perfettamente ragione…
Non sarò la
principessa, ma nessun’altro lo sa… Agli occhi di tutti sono io Serenity… solo
io e la vera principessa sappiamo la verità… si convinse Minami.
L’immagine del vetro sorrise malignamente, ma Minami si era
già voltata e non aveva visto quell’immagine.
Quello stesso giorno il destino di due ragazze era mutato…
irrimediabilmente…
Ciao a tutti! Non mi ero dimenticata di questa
fanfiction, solo che gli impegni di lavoro sono troppi e non sempre si riesce a
conciliare il tutto.
Veniamo ai ringraziamenti:
Valery:
ciao stellina, scusa se ti ho fatto aspettare, ma il lavoro mi ha tenuta
occupata fino ad orari impossibili, giuro che questo quinto capitolo era già
nella mia testa da un po’, ma mi mancava il tempo per scriverlo, purtroppo a
casa non ho il pc. Spero che questo capitolo ti piaccia, fammi sapere. Un
bacio!
Sissy: ciao tesorino, mi scuso per il
ritardo, anch’io adoro i misteri, spero di aver riacceso la tua curiosità con
questo capitolo… Diciamo che la storia sta prendendo la piega che volevo, ho un
piccolo dubbio, ma nulla di sconvolgente (speriamo). Fammi sapere cosa ne pensi
di questo capitolo. Un bacio!
Ringrazio tutti coloro che leggono anche se non
recensiscono.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
- Inizio sogno -
Periglia e Serenity erano l’una di fronte all’altra.
“finalmente la bella addormentata si è svegliata… Quale
onore… Ho una bella sorpresa per te… Endymion? Vieni avanti…” disse con
cattiveria la perfida regina del Regno delle Tenebre invitando con la mano
qualcuno a mostrarsi.
“no… non è possibile… Non puoi averlo fatto!” disse
Serenity in lacrime al solo sentire quel nome.
Dal buio dietro Periglia comparve la figura di un ragazzo
di circa vent’anni, alto con i capelli neri come la pece. Era vestito
completamente in nero ed i suoi occhi… i suoi meravigliosi occhi del colore
dell’oceano più profondo erano senza vita… spenti.
“Caro Endymion… Ti ricordi di Serenity?” disse Periglia con
un perfido sorriso abbracciando il ragazzo.
“Non ricordo nessuna Serenity mia amata…” disse il ragazzo
atono.
“A chi sei e sarai fedele?” chiese malignamente la donna.
“A te mia amata regina…” disse il ragazzo baciandole la
mano.
Serenity, immobile, osservava la scena impietrita. Calde
lacrime solcavano il suo bel viso.
“Mio amato… Questa ragazza impudente vuole il mio regno… Ti
prego… pensaci tu… Uccidila!” disse sorridendo con cattiveria.
“Ogni tuo desiderio è un ordine… Mia amata…” disse il
giovane sguainando la spada.
“Endymion… Ti prego… risvegliati… questo non sei tu…” disse
la ragazza piangendo.
“Difendetevi…” disse fendendo l’aria con la sua spada
“questo è un avvertimento… la prossima volta non sbaglierò…” disse il ragazzo
serio.
“Non voglio difendermi, perché non voglio combattere contro
di te…” disse in lacrime avvicinandosi al ragazzo.
“Non mi lasciate scelta…” disse il giovane impugnando
saldamente l’elsa della sua spada.
“Principessa no! State indietro!” disse Serina parandosi di
fronte alla principessa e venendo trafitta dalla spada del ragazzo: quel colpo
era destinato alla principessa.
“Serina… No!” urlò la ragazza vedendo la sua compagna
cadere a terra e la chiazza di sangue aumentare pian piano…
“Ma guarda… quella sciocca si è messa in mezzo… meglio…
così il cristallo non potrà essere ricaricato… Ah ah ah!” disse sprezzante la
regina.
“Tu… Non avrò pietà per te… Hai strappato l’anima al mio
unico amore, hai ucciso la custode del cristallo d’argento… No, non la passerai
liscia…” disse Serenity decisa.
Il vestito bianco cambiò ed al suo posto comparve il sailor
fuku.
Al posto della solita spilla, sul fiocco faceva bella
mostra di se il cristallo d’argento.
“Sono io il tuo avversario” disse Endymion guardandola.
“Tu non puoi essere il mio avversario…” disse Sailor Moon
avvicinandosi al ragazzo.
“Io ti amo…” disse gentilmente la ragazza toccandogli la
mano.
“Combatti o muori!” disse spingendola lontano contro una
parete di cristallo nera come la notte senza luna.
“Ah!” disse solo nel momento dell’impatto alquanto
violento, si rialzò poco dopo.
“Ricordati sulla Luna… tutti i balli che abbiamo danzato
insieme… Tutti le cose che ci siamo detti… E poi… qui sulla terra… i baci che
ci siamo dati… i tramonti che abbiamo visto abbracciati… Perché non ricordi?”
chiese la ragazza con le lacrime agli occhi.
“Quanto sei brava a fingere… Io non ti ho mai visto prima
d’ora!” urlò il ragazzo cercando di colpire la ragazza, che fortunatamente
schivò il colpo.
“E questo...” disse la ragazza mostrandogli una spilla a
forma di stella.
Questa si aprì ed una musica dolcissima riempì l’aria.
“Neppure questa riconosci?” chiese dolcemente Sailor Moon
guardando il ragazzo che lentamente riponeva l’arma.
“Io… io non so…” disse il ragazzo cercando di toccare
quell’oggetto che l’attraeva irresistibilmente.
“Endymion!” urlò Periglia ma il ragazzo non rispose.
Appena Endymion riuscì a toccare il carillon una luce calda
l’avvolse.
“Serenity…” disse in un sussurro il ragazzo ancora avvolto
da quella luce invitante.
“Maledetta… maledetta!” disse Periglia furibonda scagliando
un fascio di luce nera contro Sailor Moon che, non era preparata a subire in
quel momento un attacco.
“No…” riuscì solo a dire, cercando di ripararsi con il
braccio.
Ma non fu lei a cadere a terra… fu il corpo esanime di
Endymion…
“No… non tu… non tu amore mio… non adesso che ti avevo
ritrovato…” disse Sailor Moon piangendo disperatamente.
“Ti amo Serenity… scusa se mi ero dimenticato di te…” disse
in un sussurro prima di spirare tra le sue braccia.
“Siamo rimaste sole principessa…” disse Periglia guardando
la principessa alzarsi lentamente.
Il vestito mutò nuovamente e tornò ad essere Serenity.
“Così sembra… ma stavolta sarai sconfitta definitivamente…”
disse risoluta la bionda principessa lunare, tenendo il cristallo d’argento tra
le mani.
“Ti manca la custode del cristallo… Come farai a
ricaricarlo?” chiese beffarda la perfida donna.
“Sciocca! Non l’hai ancora capito? La leggenda si è
avverata… E sarai tu a sperimentarla in prima persona…” disse Serenity
sorridendo tristemente.
“Amiche… Amore mio… aspettatemi… tra poco vi raggiungerò”
disse Serenity in un sussurro, mentre una calda luce l’avvolgeva.
“No! Non può essere! Noo!!” disse prima di scomparire.
- Fine sogno -
Usagi si alzò dal letto madida di sudore con il respiro
corto.
“Era… era un sogno…” disse la ragazza cercando di calmarsi.
“Quel ragazzo era… era Mamoru… Ma perché lo chiamavo
Endymion? E Serina… sembrava Minami… Non può essere…” disse guardandosi intorno
timorosa che qualcuno la scoprisse.
La stanza era vuota. Luna non era ancora rientrata, era
uscita quella mattina per cercare informazioni con Artemis.
Usagi si distese nuovamente a letto ma dovette rialzarsi
poco dopo: il cristallo d’argento volteggiava sopra la sua testa.
“O mio Dio! Sto sognando…” disse la ragazza vedendo
l’oggetto volteggiarle dolcemente sopra la tesa “E adesso come lo tiro giù?” si
chiese la ragazza preoccupata.
Come rispondendo a questa domanda il cristallo d’argento
scese pian piano e si posò delicatamente sulla sua mano.
“Sono io la principessa Serenity allora…” chiese rivolta al
cristallo, quasi che questo potesse risponderle.
Un brillio sembrò confermare l’affermazione della ragazza.
E adesso… Dove lo nascondo? Se Luna lo vede… Ma… un
momento… il cristallo dovrebbe averlo Minami… è lei la custode, almeno stando a
quanto è accaduto nel sogno… pensò la ragazza tra sé.
La ragazza si alzò e prese la sua spilla “Cosa ne dici di
entrare qua?” chiese la ragazza al cristallo. Questo ignorò la proposta.
“Sentiamo… dove sarebbe il tuo posto?” chiese guardando il
cristallo che brillava ad intermittenza.
Il cristallo si avvicino ed entrò in lei… all’altezza del
cuore.
“Così è questo il tuo posto…” disse la ragazza sentendo un
dolce calore.
Meglio cercare di dormire, domani vedrò di parlarne con
Mamoru e con quelle nuove guerriere… pensò la ragazza cercando di
dormire.
Intanto nella cometa…
“Incapaci! Tutti e cinque!” disse furibondo il principe
Demando ai suoi sottoposti.
“Ci dispiace…” dissero in coro le sorelle persecutrici,
inginocchiate davanti a lui e a capo chine.
“Mio Signore… Non immaginavo che quel Pinguino mascherato
portasse via la Regina ed il coniglio… Non si ripeterà più Mio Signore, glielo
garantisco” disse Rubeus contrito.
Non era abituato a fallire, non in prima persona almeno,
sapeva che non avrebbe avuto infinite chance: il Principe Demando non
perdonava.
“Sarà meglio… Hai un’altra possibilità… Cerca di non
fallire, altrimenti pagherai con la tua vita…” disse il sovrano.
“Certamente mio Signore…” disse il ragazzo scomparendo.
“Pensate che quell’inetto ce la possa fare?” chiese una
voce nell’ombra.
“Sinceramente no, Wiseman… Ma mi potrebbe offrire qualche
spunto per capire chi è e dove si trova la Regina…” disse il principe guardando
alla sua sinistra.
Wiseman, l’uomo incappucciato, stava galleggiando ad una
decina di centimetri da terra e fissava la sua sfera con molto interesse.
Il momento del mio trionfo è vicino… molto vicino Principe
Demando… pensava Wiseman sorridendo malignamente.
Quando troverò la Regina del XXX secolo… Il mondo e
l’intero universo sarà mio! pensava soddisfatto il Principe Demando.
E’ già mattina! Non è possibile! pensò
Usagi aprendo un occhio, poco convinta.
Un’occhiata alla sveglia le fece capire che, anche quella
mattina, si era svegliata prima del solito: erano infatti appena le sette.
Una notte agitata e popolata da frammenti di sogni non è il
massimo del sonno… per fortuna che oggi vedrò Mamo-chan! pensava
soddisfatta la ragazza.
Si alzò ed andò in bagno a lavarsi. Una volta rientrata in
camera si vestì con calma, cosa alquanto insolita per lei e scese al pian
terreno.
“Buongiorno mamma…” disse la ragazza sedendosi a tavola.
“Buongiorno Usagi, finalmente inizi ad alzarti presto. Sei
sicura di sentirti bene?” chiese apprensiva la donna, era strano vedere per due
giorni di fila la figlia in piedi alle sette.
“Sì, sto bene… Questo pomeriggio mi vedo con le mie
amiche…” avvisò Usagi.
“D’accordo…” disse Ikuko continuando a preparare la
colazione.
Usagi fece colazione rapidamente ed uscì di corsa di casa.
Verso metà mattina il sailorofono trillò.
Una Rei sconvolta apparve sul piccolo monitor “Presto
ragazze! I nemici stanno attaccando Tokyo in massa! Vediamoci al parco!” disse
la ragazza agitata.
“Arriviamo” dissero le ragazze uscendo di corsa da scuola.
Arrivarono poco dopo, ora erano tutte trasformate.
“Bisogna muoversi!” disse Sailor Mars.
“Come mai non stai male oggi?” chiese Sailor Moon alla
compagna.
“Mi sono fatta un amuleto! Ed ora non perdiamo tempo…
Minami dov’è?” chiese Sailor Mars notando solo ora l’assenza della ragazza.
“A scuola non c’era… Pensate l’abbia catturata il nemico?”
disse Sailor Mercury preoccupata.
“Non abbiamo tempo per scoprirlo… Meglio difendere la
città!” disse Sailor Moon decisa.
Tutte la guardarono stupite ed ammirate: non l’avevano mai
vista così.
Corsero vicino all’asilo: lì c’erano le quattro sorelle
persecutrici.
Sembravano cercare qualcosa, o meglio qualcuno.
“Coniglietto… trovato!” disse Bertierite rivolta alle
sorelle.
“Possiamo andarcene allora…” disse Calaverite guardando con
disprezzo i bambini che tremavano terrorizzati.
“Io non credo proprio!” disse Sailor Moon.
“Sailor Moon, occupati della bambina… Noi pensiamo a
queste…” disse Sailor Mars facendole l’occhiolino.
Gli schieramenti erano fatti e la lotta iniziò.
Sailor Moon afferrò la bambina e fuggì: aveva notato che
Rubeus non c’era e non era ansiosa d’incontrarlo.
“Guarda un po’ chi abbiamo qua…” disse una voce nota ad
entrambe.
“Rubeus… Immaginavo ci fossi tu dietro a tutto questo…”
disse Sailor Moon decisa…
“Diciamo che ti stavo aspettando…” disse sornione il
ragazzo.
“Aspettami qui. Non ti muovere… Non avere paura” disse
sorridendo dolcemente Sailor Moon alla bambina che osservava la scena
impaurita.
“Io ti sto aspettando… Sono ansioso… di ucciderti…” disse
il ragazzo.
I due ingaggiarono una feroce guerra. La piccola Chibiusa
era spaventata e stringeva Luna P, unico viso amico.
“Sono stanco di giocare guerriera… Dammi il coniglio e ti
lascerò vivere!” disse il ragazzo deciso.
“Vieni a prendertelo!” disse caparbia la ragazza.
Il ragazzo si avvicinò e subito la guerriera della luna ne
approfittò “Cristallo d’argento… azione!” disse sperando di eliminarlo.
Il ragazzo, non aspettandosi quella mossa rimase in balia
del colpo, che lo ridusse in fin di vita.
“Maledetta… me la pagherai!” disse prima di dissolversi.
“Ehi piccolina? E’ finita… Stai tranquilla…” disse Sailor
Moon voltandosi verso la bambina ancora rannicchiata a terra.
“Dov’eri?” sussurrò la piccola.
“Cosa?” chiese Sailor Moon non capendo.
“Dov’eri quando le guerriere Sailor combattevano contro il
nemico? Perché hai permesso che la mia mamma fosse colpita! Tu non ci sei nel
futuro!” urlò con disprezzo la piccola scoppiando in lacrime.
“Piccola Lady!” urlarono le Sailor del futuro vedendo la
bambina piangere disperatamente.
Sailor Moon era troppo scossa… Quell’interrogativo aveva
lacerato il suo cuore… dov’era lei? E soprattutto perché non c’era nel futuro?
Ciao a tutti,
eccomi qua con il nuovo capitolo… Come di routine vi chiedo di lasciarmi un
commentino, sia positivo che negativo.
Passiamo ai
ringraziamenti:
Bunny230589: grazie stellina, troppo buona,
sono felice di sapere che la mia storia ti piaccia, fammi sapere cosa ne pensi
anche di quest’ultimo capitolo. Spero di non averti fatto aspettare troppo.
Ciao!!
Valery: grazie bella, sono felice che la
scena della trasformazione ti sia piaciuta. Spero che anche questo capitolo ti
piaccia. Fammi sapere, mi raccomando. Ciao!!
Sissy: grazie tesorino, anche tu sei
troppo buona, non nego di adorare i complimenti, spero che anche questo
capitolo ti piaccia, mi raccomando. Salvo intoppi dovrei rispettare i 10
capitoli che mi sono prefissa. Ciao!!
_C3R3S__: grazie
mille, sono felice che questa fanfiction ti piaccia, ecco qua l’ultimo
capitolo, spero che ti piaccia. Fammi sapere, mi raccomando. Ciao!!
Grazie a tutti quelli che leggono ma non
commentano.
Arrivarono alla Casa sul fiume dove trovarono i coniugi Wright,
Katherine e Julia sul piazzale antistante la casa con i bagagl
Io non ci sono… Dov’ero… questi erano gli interrogativi che
straziavano il cuore di Usagi.
Si chiedeva ancora dove aveva trovato il coraggio di
alzarsi e portare la bambina a Sailor Pluto.
“Non badarle… è solo scossa…” le aveva detto la leader
delle Outers.
“Non ti preoccupare. Portala a casa… sarà esausta” aveva
detto la guerriera della luna con un triste sorriso.
Le parole di quella bambina l’avevano annientata: dov’era
lei nel futuro?
Quella bambina non era la prima ad averle detto quelle
parole: anche i nemici erano stati chiari in proposito.
Non c’era nessuna Sailor Moon…
Le sue amiche l’avevano accompagnata a casa, non le avevano
messo fretta. Si conoscevano da moltissimo tempo e lei poteva confidarsi con
loro, sapevano che l’avrebbe fatto, dovevano soltanto attendere.
Dopo aver accompagnato a casa Usagi e salutato le ragazze,
Ami decise di passare a casa di Minami.
Dopo circa dieci minuti di cammino, giunse a casa della
ragazza.
Suonò il campanello ed attese.
Dopo qualche minuto il cancello si aprì ed uscì una donna
vestita elegantemente.
Dev’essere la madre di Minami pensò la
guerriera di Mercurio.
“Buongiorno signora, sono Ami Mizuno, una compagna di
scuola di Minami. Ero passata per informarmi se stava bene, dato che oggi non è
venuta a scuola” chiese educatamente la ragazza.
“Minami sta bene adesso… Vuoi entrare?” le chiese la donna
facendola passare.
“Sì… grazie” rispose la ragazza.
Camminarono per qualche metro, poi entrarono in casa.
La casa, su due piani, era tinteggiata di bianco. La porta
e gli infissi erano di colore verde. L’ingresso era molto accogliente. Molti
quadri, soprattutto raffiguranti città, erano appesi lungo il corridoio.
“Sali queste scale… la seconda porta a destra…” disse la
donna lasciando la ragazza da sola.
“Minami arrivo…” disse salendo le scale.
Un leggero bussare alla porta distolse Minami dai suoi
pensieri.
“Avanti!” disse dopo aver guardato l’ora.
“Ciao Minami, sono io…” disse Ami entrando “eravamo
preoccupate… sai oggi non sei venuta a scuola…” disse sorridendo vedendo la
ragazza seduta mollemente sul letto.
La fissava con uno sguardo vacuo, come se stentasse a
riconoscerla.
“Minami?” chiamò Ami avvicinandosi.
“Dimmi Ami…” rispose affabile la ragazza.
“Io e le ragazze eravamo preoccupate per te…” disse Ami
osservando la ragazza.
Era strana… non aveva mai perso un giorno di scuola, era
sempre gentile…
“Beh… mi hai visto… sto bene… Dopotutto sono la principessa
della Luna… sono perfettamente in grado di badare a me stessa… ed anche alle
sorti di questo pianeta…” disse la ragazza.
“Minami! Non dovresti dire queste cose a voce alta!” la
rimproverò Ami, sconvolta da quanto appena sentito.
“Ma è la verità… mi hai visto anche tu! Sono Serenity!”
disse a voce ancora più alta la ragazza con gli occhi fiammeggianti.
Ami la guardò stupefatta. Da quando Minami è così
aggressiva? E soprattutto… da quando ha gli occhi ambrati? si chiese la
guerriera di Mercurio.
Preferì non parlarne con la ragazza.
“E’ vero… non ti scaldare però… Beh… s’è fatto tardi… devo
andare a casa a studiare… Ci vediamo domani Minami!” disse Ami sorridendo,
prima di uscire.
“A domani Ami” disse Minami con uno strano sorriso.
Intanto sull’astronave all’interno della cometa…
“Rubeus è uno sciocco! Non solo si è fatto distruggere, ma
non ha scoperto dov’è la regina! Razza di incompetente!” tuonò il principe
Demando nella stanza vuota.
“Wiseman! Al mio cospetto!” urlò ancora.
“Mio Signore…” chiese questi comparendo.
“Attaccheremo domani…” disse soltanto frantumando il
bicchiere colmo di vino che aveva tra le mani.
Nella sala si accese nuovamente l’altare al centro della
sala. La ragazza che comparve piangeva. Perle liquide scendevano dal viso
eburneo della fanciulla.
“Sarai presto mia!” affermò sicuro il principe Demando.
Intanto, nella stessa astronave, qualcun altro organizzava
i suoi piani…
“E’ stato facile… molto facile… quello sciocco di Demando è
troppo preso dai suoi piani di conquista della Regina per pensare a me… Meglio
così…” sussurrò l’incappucciato, prima che una risata macabra risuonasse nella
sala buia.
Usagi era in camera sua. Osservava il sole che filtrava
lentamente dalle persiane non del tutto chiuse.
Dopo qualche minuto il cristallo d’argento uscì dal petto
della ragazza ed iniziò a volteggiare davanti agli occhi della giovane.
Da prima questa non ci fece molto caso, poi i suoi occhi
furono catturati dalla purezza dell’oggetto e non riuscì a non seguirlo con lo
sguardo.
Perché sei uscito? si chiese mentalmente la giovane
al cristallo, quasi che questo potesse risponderle.
Tu ci sei nel futuro… solo non sei come appari le
rispose il cristallo brillando ad intervalli regolari.
Cosa vorresti dire? domandò ancora la ragazza
mettendosi a sedere, sorpresa da quelle parole.
Quella bambina… non sa alcune cose… ma è giusto così. Ora
devi aiutare una tua amica… devi impedire che il nemico contamini il suo cuore…
la sua mente sta per cedere! disse ancora il cristallo.
Cosa posso fare? Quale delle mie amiche è in pericolo? chiese
la ragazza preoccupata.
La più vulnerabile… non mi è permesso dirti di più… terminò
il cristallo prima di rientrare nel petto della giovane.
“Minami!” disse solo Usagi prima di alzarsi definitivamente
dal letto e di uscire dalla sua camera.
“Mamma! Vado da Minami!” disse senza attendere la risposta
della donna.
Dopo cinque minuti di corsa, arrivò nel quartiere dove
abitava la ragazza.
Trovò la casa e, dopo aver ripreso fiato, suonò decisa.
Attese, pestando nervosamente il piede per terra. Dopo
quella che per Usagi fu un’eternità, venne ad aprirle una cameriera.
“Desidera?” chiese la donna osservando attentamente la
giovane.
“Vorrei vedere Minami… sono una sua compagna di classe”
rispose decisa.
“Prego…” disse solo facendola passare.
Usagi la seguì in casa, salirono i gradini e, dopo averle
indicato la porta, tornò al pian terreno.
La ragazza bussò e, senza attendere l’invito, entrò.
“Ti stavo aspettando…” disse Minami con uno sguardo
diabolico.
Era di spalle ed appena vide la sailor oltrepassare la
porta si voltò
“Minami! Cosa ti è successo!” domandò la ragazza osservando
l’amica.
“Tu sai… Sei tu Serenity… Non prenderai il mio posto… farò
di tutto per impedirtelo!” disse con occhi fiammeggianti.
“Cristallo d’argento… Compari!” invocò la ragazza.
Questo comparì e si portò tra le mani della guerriera della
luna.
“Risplendi Cristallo d’Argento… risplendi e purifica con la
tua luce” disse Usagi alzando le mani verso il cielo.
Una luce bianca irradiò l’intera camera.
“Non ti sbarazzerai di me così facilmente!” disse la
ragazza cercando di fermare Usagi.
“Io non voglio sbarazzarmi di te…” ribatté dolcemente
l’altra.
“Cosa?!” chiese Minami mentre la luce l’avvolgeva.
Una marea di ricordi passò nella mente della giovane che,
dopo essersi inarcata, cadde al suolo.
“Grazie” disse in un soffio Minami prima di svenire.
Usagi alzò dolcemente Minami dal pavimento e la mise sul
letto.
Dopo aver dato un’ultima occhiata alla ragazza uscì dalla
camera per andare a casa sua.
Non vide l’ombra nera dietro di lei, che sorrideva
sinistramente.
Dopo aver cenato, la ragazza salì nella sua camera.
Terminò i compiti, cosa alquanto strana, e chiese a Luna se
era poi riuscita ad avere informazioni sulle nuove guerriere.
“Io ed Artemis abbiamo scoperto che c’è una guerriera
Sailor per ogni pianeta…” iniziò la
gattina.
“La Luna però non è un pianeta…” disse Usagi interrompendo
la gattina.
“Esatto… Quando ci siamo conosciute te l’ho detto. Tu sei
una Sailor per merito, non per diritto” le confermò questa.
“Quindi io non avrei fatto parte delle Senshi se non ti
avessi salvata…” ragionò la ragazza.
“Penso… sì penso di sì…” disse tristemente la gattina.
“Su con il morale Luna… non ti preoccupare…” disse Usagi
preparandosi per la notte.
- Inizio sogno -
“E’ nata! E’ nata!” dissero le cameriere felici di quel
lieto evento.
Il re si avviò felice verso camera reale, dove la regina
stava riposando dopo le fatiche del parto.
Aprì la porta ed una luce accecante lo inondò.
“Che cos…” non riuscì a terminare la frase.
“E’ nata… La leggenda… si avvererà…” disse la regina Selene
piangendo disperatamente.
“No! Possiamo evitare che quella leggenda si avveri”
affermò sicuro il sovrano.
“E come pensi di fare? Eh?” chiese la donna accecata dalle
lacrime e dal dolore.
“Avrà anche lei una custode…” disse il sovrano.
“Non sono nate altre bambine oggi!” esplose la donna.
“Non sarà oggi… benissimo… attenderemo una settimana. Se
entro questa data non nascerà nessuna bambina… Troveremo una custode nata
qualche mese fa… Te lo giuro Selene… sulla mia vita… quella leggenda non si
avvererà!” le giurò l’uomo.
Trascorse un mese… nessuna bambina nacque in quel periodo.
“Oris…” disse il sovrano una sera.
“Mi dica mio Signore…” disse questa inchinandosi
rispettosamente dinnanzi al sovrano.
“Mi risulta che tre mesi fa hai partorito una bambina…”
disse il sovrano meditabondo.
“Esatto… l’ho chiamata Serina…” disse orgogliosa la donna.
“T’informo che tua figlia sarà la custode del Cristallo
d’Argento…” affermò il sovrano.
“Ma la principessa Serenity è nata un mese fa?” chiese la
donna pensierosa.
“E’ vero, ma anche tua figlia… E’ nata lo stesso giorno…”
le rispose il re dopo aver ipnotizzato la donna.
“E’ vero mio signore… grazie per questo onore…” disse la
donna uscendo dalla sala del trono.
“Il destino è già scritto… non lo puoi cambiare a tuo
piacimento…” disse una voce alle spalle del sovrano.
“Destino o no… non permetterò che Serenity abbia quel
destino Chronos!” tuonò il re.
“Non puoi… o non vuoi?” domandò Chronos scomparendo.
“Non… non voglio” disse il re alla stanza vuota.
- Fine Sogno -
Usagi si svegliò di scatto.
Un altro sogno pensò la ragazza guardandosi
attorno circospetta.
Il sailorofono trillò allegramente nel silenzio della
notte.
Subito la ragazza l’afferò. Ami comparve sul piccolo
display.
“Dimmi Ami” disse Usagi preoccupata per un nuovo attacco nemico.
“Usagi… scusa se ti disturbo… a quest’ora poi… però… Oggi
pomeriggio sono stata da Minami… Mi è sembrata strana…” disse la ragazza con un
velo di apprensione nella voce.
“Magari non era guarita… ti sarà sembrato…” disse la
ragazza cercando di far desistere la giovane.
“Usagi… non sono pazza… aveva gli occhi… i suoi occhi non
erano verdi… erano ambrati” disse la guerriera di Mercurio decisa.
“Vedremo domani Ami… non preoccuparti” la rassicurò Usagi.
Anche se poco convinta, Ami accettò di buon grado.
Usagi si stese nuovamente sul letto. Chissà cosa dice
quella leggenda pensò prima di sprofondare nuovamente nel sonno.
Il sole splendeva nuovamente quel giorno su Tokyo.
Usagi era ancora nel dolce mondo dei sogni quando la
sveglia suonò.
“Usagi… alzati” disse Luna aprendo un occhio per verificare
se l’interpellata si fosse alzata.
“Cinque minuti Luna… solo cinque minuti…” disse questa,
dopo aver spento la sveglia d essersi voltata dall’altro lato.
“Usagi… l’hai già detto dieci minuti fa…” ribattè
prontamente la gattina.
“Cosa?! Le otto e dieci?!” scattò in piedi come una saetta.
Si fiondò in bagno e si vestì di gran fretta.
Scese al pian terreno e, dopo aver afferrato un toast al
volo e salutato i presenti, corse verso la scuola.
Il suo arrivo coincise con il suono della campanella.
“Ce… l’ho… fatta!” disse la ragazza sedendosi al suo posto
e cercando di recuperare fiato.
“Come al solito sei in ritardo” disse Morea sorridendo.
“Sei riuscita ad arrivare dopo di me…” disse Marta scotendo
la testa.
“Dovresti mettere la sveglia alle sette…” disse Ami.
“Riuscirebbe a trovare il modo di arrivare tardi comunque
Ami…” disse Minami.
Usagi le osservò una ad una, soffermandosi poi su Minami.
“Siete proprio gentili…” disse facendo una linguaccia alle
quattro ragazze.
Minami sembra non ricordare nulla di ieri sera… meno male! pensò
Usagi osservando Ami.
Questa ricambiò lo sguardo: aveva fatto bene a non parlare
a nessun’altro di quanto accaduto il giorno prima, Minami sembrava essere
tornata quella di sempre.
L’entrata in classe della professoressa Haruna mise fine al
chiacchiericcio tra gli allievi.
Una volta terminate le lezioni, le cinque ragazze si
diressero verso il tempio di Rei, ma una serie di grida e di esplosioni, le
fecero andare nella direzione da dove provenivano quei rumori.
“Il nemico sta attaccando!” disse Minami correndo davanti a
tutte.
“Troviamo un posto dove trasformarci” suggerì Ami cercando
un luogo adatto.
“Quel vicolo…” propose Makoto.
“Moon Power Make-up!” invocò
Usagi.
“Mercury Power Make-up!”
disse Ami.
“Jupiter Power Make-up!” le
fece eco Makoto
“Venus Power Make-up!”disse
Minako.
“Mars Power Make-up!” disse Rei sopraggiungendo in quel
mentre.
“Rei… non si arriva in ritardo…” disse Sailor Moon.
“Spiritosa… Non è colpa mia se il nemico attacca sempre
dalle vostre parti!” disse la guerriera di Marte.
“Andiamo! Il nemico non aspetta” disse Minami vestendo i
panni di principessa.
Uscirono allo scoperto e videro due figure che stavano
spargendo il panico ovunque.
“Wiseman… Mira ai bambini” disse Demando scrutando le
persone impaurite che scappavano da tutte le parti alla ricerca di un possibile
rifugio.
“Come desiderate…” disse l’incappucciato cercando una
vittima.
“Fermi dove siete!” disse una voce alle spalle dei due.
Questi si voltarono e videro le guerriere Sailor.
“Guerriere… quale onore… Cosa ne dite di consegnarmi la
Regina? In cambio… non distruggo quest’inutile città…” propose Demando.
“Regina?” chiese Sailor Venus guardandosi intorno “Non c’è
nessuna Regina qui” disse la guerriera di Venere osservando il ragazzo che
aveva parlato.
“Anche voi qui guerriere del futuro? Ma come… avete
lasciato a casa il coniglietto? Proprio ora che poteva riabbracciare la sua
mamma?” disse con cattiveria il principe.
“Dove sia la nostra principessa non ti deve interessare”
tuonò Sailor Uranus.
“Sono un principe… un po’ di rispetto!” disse Demando
scagliando la guerriera di Urano lontano.
“Uranus!” le corse accanto Sailor Neptuno.
“Allora… Sailor Pluto… chi è la Regina?” chiese il principe
sollevando la giovane da terra.
“Trovatela da solo! Meteorite di Plutone!” disse la ragazza
cercando di colpirlo.
“Illusa…” disse prima di sparire, comparendo qualche metro
più in là.
La guerriera di Plutone cadde al suolo, vittima del suo
stesso colpo.
“Sailor Pluto!” disse Sailor Moon avvicinandosi alla
guerriera a terra e scoccando un’occhiata di puro disprezzo al sovrano della
Luna Nera.
“Quegli occhi… Quello stesso sentimento… Eccola qui…” disse
sorridendo.
“Scappa… scappa Sailor Moon...” disse Sailor Pluto, prima
di svenire nuovamente.
Tutti osservarono Sailor Moon che si alzò in piedi.
“Hai ragione… io sono Serenity” disse guardando le sue
compagne.
“Ma… Minami…” chiese Ami frastornata.
“Lei è…” iniziò Sailor Moon.
“la custode del cristallo” terminò per lei Minami
sorridendo.
Ecco
qua il nuovo capitolo… scommetto che molti di voi pensavano già di non vedere
la fine di questa fanfiction, invece l’ispirazione è tornata come un fulmine a
ciel sereno.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto questa ficcy e nonostante il tempo passato non
hanno rinunciato a sperare… Ok, meglio tagliare qua altrimenti la faccio troppo
lunga. Ringrazio in particolare:
_sofia_:
eccoti il seguito, mi scuso per il ritardo, chiedo venia, ma quando
l’ispirazione non c’è, purtroppo non si fanno i miracoli. Fammi sapere cosa ti
sembra questo chappy. Ciao!!
Valery:
ecco qua il capitolo, ovviamente mi scuso anche con te per il terribile lasso
di tempo trascorso. Purtroppo come già detto… mi mancava l’ispirazione. Fammi
sapere cosa ne pensi. Ciao!!
stella:
ecco qua il seguito. Mi raccomando: fammi sapere cosa ti sembra la ficcy.
Ciao!!
Ringrazio
ancora tutti quelli che leggono senza commentare.
“Bene mia Regina… Lieto di rivederti… Ora però verrete con me, o con le
buone”
“Bene mia Regina… Lieto di rivederti… Ora però verrete con
me, con le buone…con le cattive…”
disse il principe guardando con bramosia la guerriera della Luna.
Allungò la mano, ma una rosa rossa gli sbarrò la strada.
“Endymion… Sempre tra i piedi…” borbottò il giovane
guardando Tuxedo Kamen da poco comparso.
“Il mio nome è Tuxedo Kamen…” disse il nuovo arrivato.
Il principe Demando sembrò ignorare l’affermazione del
giovane guardando intensamente la ragazza accanto alla guerriera di Plutone.
Sailor Moon dal canto suo non riusciva a staccare gli occhi
da quelli del principe: si sentiva in balia di quegl’occhi grigi.
Pian piano le iridi di Sailor Moon diventarono vacui.
“La sta ipnotizzando!” urlò Sailor Mercury, ma una cupola
bloccò ogni tentativo di soccorso delle guerriere verso la loro leader.
“Vieni da me… Serenity…” disse mellifluo il giovane.
Sailor Moon si alzò lentamente e si avvicinò al nemico. A
nulla valsero gli urli e gli strepiti delle sue compagne.
Ormai era vicinissima al nemico, che sorrideva soddisfatto.
Mancava un passo. Il principe le porse la mano.
Ma Sailor Moon lo sorprese. Sorprese tutti.
“Cristallo d’Argento… Compari!” urlò tornando in sé.
Il Cristallo d’Argento comparve sopra la sua testa tra
mille luci accecanti. Quando queste scemarono, tutti poterono ammirare la
ragazza vestita con l’abito candido della principessa.
“Decisamente più consono a Voi…” rispose il giovane per
nulla intimorito.
“Non avrete la Terra tanto facilmente! Ne avrete me…” disse
Serenity con uno sguardo di fuoco.
“Cristallo d’Argento… Azione!” urlò decisa a sconfiggere i
nemici.
“Illusa…” le rispose, scotendo mestamente la testa.
Una barriera nera bloccò inizialmente il colpo, ma
l’intensità di quest’ultimo sgretolò la barriera che si frantumò in una marea
di cristalli.
Il principe Demando si scansò appena in tempo. Wiseman
imitò il suo signore.
Serenity cadde a terra provata, la fronte imperlata di
sudore: abbattere quella barriera le era costata molta energia.
“Te l’avevo detto…” disse Demando dolcemente scendendo a
terra “Andiamo adesso?” le chiese lui.
“No…” sussurrò lei cercando a fatica di rialzarsi.
“Adesso basta…” le disse seccato spalancando la mano destra
davanti alla ragazza.
Un raggio nero la colpì, facendole perdere i sensi.
Le sue compagne osservavano la scena ammutoliti. Tuxedo
Kamen cercava con tutte le sue forze di rompere la barriera, ma inutilmente.
“E’ viva…” disse prendendola in braccio “Addio…” si congedò
prima di scomparire.
Wiseman osservò con scherno le guerriere, poi fissò Minami
“non mi scapperai…” sussurrò prima di seguire il principe Demando.
Minami sentì un brivido freddo percorrerle la schiena: non
aveva scampo.
La barriera si dissolse e furono tutti liberi.
Sailor Uranus e Sailor Neptuno corsero a vedere della loro
compagna che, lentamente, riprendeva conoscenza.
“Ci dovete delle spiegazioni!” tuonò Tuxedo Kamen,
togliendosi la maschera.
“Non vi dobbiamo niente!” rispose Sailor Uranus furibonda
“Avete ragione… vi spiegheremo tutto a casa nostra…
andiamo…” disse Sailor Pluto bloccando i successivi commenti della guerriera di
Urano.
Dopo aver sciolto la trasformazione andarono a casa delle Outers, curiose di saperne di più.
Arrivarono a casa dopo quasi dieci minuti di cammino.
Entrarono in casa dove trovarono ChibiUsa felice mentre
Hotaru lo era un po’ meno.
La piccola era riuscita a farsi i codini come quelli della
sua mamma.
“Ma quella bambina…?! E’ identica ad Usagi!” disse Mamoru
osservando sconvolto la bambina.
“Hotaru… porta la Piccola Lady in camera… per favore…”
disse Setsuna con voce stanca.
“Come vuoi tu…” disse solo “ChibiUsa… andiamo a fare un bel
disegno?” propose la ragazzina.
“Posso disegnare la mia mamma?” chiese felice la piccola.
“Disegnamo tutto quello che vuoi…” le rispose l’altra
chiudendo la porta.
“Partiamo dall’inizio…” disse Setsuna, ringraziando con un
semplice cenno del capo Michiru che aveva portato the e biscotti per tutti.
“Dovete sapere che, fin dalla nascita del Silver Millennium
tutte le principessa avevano una custode del cristallo… Questo è avvenuto fino
alla nascita di Serenity… Nella notte dei tempi fu predetta una leggenda… quando
da stirpe reale una bambina con in fronte il simbolo della casata nascerà il
regno argentato breve vita avrà. Nessuna custode mai ci sarà perché il
cristallo con lei si fonderà e una cosa per sempre saran. Il suo sangue versato
sarà ed il suo amore, mai consumato,nel tempo vivrà. Questa è la leggenda…” disse Setsuna sorseggiando
il the.
“Quindi Usagi è la principessa, ma io non sono la custode?”
chiese Minami attonita.
“Non proprio. Vedi… Quando nacque Serenity e fu chiaro a
tutti che la leggenda si sarebbe avverata con lei il re decise di trovare
comunque una custode per il cristallo… forse pensava che agendo così avrebbe
cambiato il destino… Fu così che il re, dopo aver ipnotizzato una donna che
aveva partorito qualche mese prima una bambina, anche Serenity ebbe la sua
Custode. Tutto procedeva per il meglio ed il destino sembrava essere cambiato…
Ma così non è stato… Quindici anni dopo Serenity conobbe Endynion ed il giorno
del sedicesimo compleanno della principessa morirono… Fu terribile…” terminò
Setsuna con gli occhi lucidi.
“Tu… tu c’eri?!” domandò
Mamoru sconvolto.
“Già… e purtroppo non potevo fare nulla…” disse solo,
mentre una lacrima solcava il suo bel viso.
“Ma questo cos’ha a che fare con il presente?” chiese Ami
cercando di essere razionale.
“Dovete sapere che Usagi è la reincarnazione di Serenity,
mentre tu Mamoru sei la reincarnazione di Endymion, principe terrestre.
V’innamoraste ad una festa…” terminò Setsuna.
“Continuo a non capire…” disse Rei anticipando Ami.
“Ok… Spera Granato… Compari…” invocò la giovane.
La sfera comparì davanti alla ragazza che sorrise
tristemente.
“Ecco cos’è accaduto nel vostro passato…” disse la
guerriera mostrando i fatti accaduti secoli prima.
Quasi due ore dopo i presenti avevano gli occhi lucidi.
“Siamo morte per proteggerla…” disse Minako, asciugandosi
una lacrima furtiva.
“Eravamo tutte molto unite…” le fece eco Makoto.
“Non ha senso che io resti nel gruppo… non sono una Sailor
e non sono neppure la Custode del Cristallo…” disse Minami tristemente.
“Non è proprio vero…” le rispose Setsuna osservandola.
“Tu a tutti gli effetti sei la Custode del Cristallo,
questo ti riconosce come tale, ma il cristallo funziona anche senza di te, in
quanto Usagi assolve anche al tuo compito. Devi sapere che tutte le Custodi del
Cristallo hanno l’unico scopo di ricaricarlo. L’uso spetta solo alle eredi
della casata regnante” le disse gentilmente.
“Ma che senso ha che io stia con voi? Non ho poteri… Sarei un
peso per voi” ribattè la ragazza chinando il capo.
“Usagi sapeva questo, ma non ti ha allontanato. Un motivo
dev’esserci…” disse comprensiva Michiru.
“Chissà dov’è adesso…” disse Rei sospirando.
“Nell’astronave sulla cometa” rispose Haruka.
“Setsuna… Quella bambina… ChibiUsa… E’ la figlia di Usagi?”
chiese Minami ignorando le occhiate sorprese di tutti.
“Esatto… Nel XXX secolo Usagi e Mamoru saranno incoronati
sovrani del mondo e governeranno la Terra dalla capitale, Crystal City… la
Città di Cristallo… Ma tutti li conosceranno come Serenity ed Endymion…” disse
con un sorriso.
Mamoru arrossì all’idea di aver visto sua figlia, anzi la
sua futura figlia.
“P… posso vederla?” chiese il ragazzo alquanto imbarazzato.
“Certo… Michiru…” chiamò gentilmente la guerriera di
Plutone.
“Vieni?” disse l’interpellata alzandosi ed accompagnando il
ragazzo nella stanza della piccola.
“Perché Haruka mi ha guardato stranamente il giorno del
nostro primo incontro?” chiese Minami senza alzare lo sguardo.
“Perché tu nel futuro non ci sei…” disse semplicemente la
ragazza.
“Non ci sono… Vuol… Vuol dire che morirò in questa
battaglia?” chiese la ragazza alzando lo sguardo verso i presenti.
“Non credo… Penso che tu non abbia voluto abitare a
palazzo. Può essere che tu abbia deciso diversamente rispetto alle tue amiche…”
suggerì la ragazza.
La verità era un’altra ma non era pronta a rivelarla.
“Non mi convince questa tua risposta, ma dovrò
accontentarmi” rispose semplicemente.
“Secondo te perché non ci sei nel futuro?” le chiese Setsuna,
spaventata dalla possibile risposta.
“Forse perché sono malvagia?” chiese con un mesto sorriso
“Andiamo… ho visto come mi guarda Wiseman e sono giunta a questa conclusione…
E’ vero?” domandò più sicura.
“Ha ragione Setsuna… Non ha senso mentirle” rispose Haruka.
Nella camera di ChibiUsa…
Mamoru osservava rapito la bambina disegnare felice.
Con la matita disegnò una figura che, ad un’occhiata più
attenta, risultò essere Usagi.
“E’ la tua mamma?” chiese il ragazzo avvicinandosi alla
bambina.
“Sì… è la mia mamma…” disse questa sorridendogli
dolcemente.
E’ identica a Usagi pensò il giovane accarezzandole
i capelli dolcemente.
“Sai che assomigli molto al mio papà?” gli disse la bambina
dopo averlo guardato estasiata per qualche secondo.
Hotaru seguì la scena senza fiatare, lanciando un’unica
occhiata a Michiru che la ricambiò.
Uscirono silenziose dalla camera, lasciando i due da soli.
“E tu vuoi bene al tuo papà?” le domandò dolcemente.
“Sì, tantissimo… anche se loro sono sempre via e non
possono stare con me… Voglio molto bene anche alla mia mamma… Sai…” iniziò la
piccola guardandosi intorno “ ho un segreto…” disse ChibiUsa con aria da
cospiratrice.
“Me lo sveli?” propose Mamoru.
“Te lo mostro…” disse lei compita.
Chiuse gli occhi e, dal suo petto, fece uscire il Cristallo
d’Argento.
“Quello è il Cristallo d’Argento!” disse il giovane
sconvolto.
“Già…” disse solo la piccola con gli occhi tristi “mi
prometti che non lo dici alle altre? Mi sgriderebbero…” disse contrita la
bambina.
“Allora non è scomparso…” disse quasi più a se stesso che
alla bambina.
“Mamoru… Me lo prometti?” chiese la piccola con gli occhi
lucidi.
“Non dirò niente a nessuno…” promise l’interpellato,
incrociando le dita.
La piccola rimise il cristallo al suo posto e tornò
soddisfatta al suo disegno.
Mamoru rimase ad osservare la piccola: forse non tutto era
perduto.
Intanto sulla cometa…
Usagi si risvegliò su un ampio letto a baldacchino. Le
lenzuola erano di seta bianca, mentre il pavimento era in marmo nero.
La ragazza si mise a sedere e vide lo strano vestito che
indossava.
Era molto simile a quello di principessa, anche questo era
bianco, solo più stretto in vita, scendeva poi a tubino leggermente svasato.
Dietro morbide ali fungevano da fiocco. L’abito era molto bello, ma non
riusciva a ricordarsi come l’avesse indossato. Si guardò attorno alla ricerca
di una via di fuga, ma la stanza sembrava non aver finestre.
Vide la sua spilla appoggiata sul letto e subito l’afferrò,
stringendosela al petto.
“Ti sei svegliata finalmente…” l’accolse la voce di
Wiseman.
“Chi sei? Cosa vuoi da me?” chiese mentre un brivido le
serpeggiava lungo la schiena.
“Vorrei toglierti di mezzo… Ma non posso… Mi servi ancora…
rimarrai in vita ma lo farai a modo mio… Sarai tu a compiere la mia vendetta…”
disse la voce scrutandola malignamente.
“Dimmi almeno chi sei!” chiese Usagi cercando di guadagnare
tempo.
“Sei sicura di volerlo sapere?” chiese la voce melliflua.
“Certo!” rispose la ragazza convinta .
“Ti accontento subito… Io sono Wiseman… all’origine ero
terrestre… Poi ho capito il mio errore e sono diventata quella che sono…” disse
togliendosi il cappuccio e rivelando infine la sua vera identita.
Usagi rimase sbigottita: davanti a lei c’era Minami.
Ciao! Eccoci qua
con l’ultimo capitolo sfornato.
Cosa ve ne pare?
Vi avviso subito che la storia sta per volgere al termine. Non so se il finale
che ho in mente vi piacerà, ma purtroppo per voi questa storia è nata così e
finirà nello stesso modo.
Passiamo
ai ringraziamenti:
Valery:
grazie mille, sei troppo buona, mi fai arrossire. Ecco qua il nuovo capitolo,
spero ti piaccia come i precedenti. Mi raccomando, fammi sapere. Un bacione!!
Sissy:
grazie mille per il sostegno morale che mi dai, l’ispirazione è tornata, e non
credo che si allontanerà più da me (almeno spero^^) fammi sapere cosa ne pensi
di questo chappy. Un bacione.
“Minami?! Ma…” disse solo Usagi frastornata nel vedere la
sua amica.
Non pensava minimamente che quest’ultima potesse essere
Wiseman.
“Già… sono io… anzi… ero io… ora sono infinitamente più
potente… non sono più quella sciocca ragazzina che non aveva poteri. Con voi
non ero nulla, solo un peso… mentre qui ho potere… Che è quello che ho sempre
voluto…” disse scrutando Usagi.
“Tu dovevi essere tutto… sia la principessa sia la
custode del cristallo vero? Quella maledetta leggenda doveva avverarsi in te,
vero?” chiese cattiva “Già… colei che sarebbe morta per amore… di un
terrestre!? Di un inutile terrestre? Ma dico… con tutti i principi che c’erano…
proprio di quello sciocco di Endimion dovevi innamorarti?!” domandò con rabbia
avvicinando il suo viso a quello della sua interlocutrice.
“Endimion? No… non conosco… Mamoru…” sussurrò ricordando
improvvisamente tutto.
“Già Serenity… Mamoru ed Endimion sono la stessa persona…
Me l’hai portatovia!” disse
rabbiosamente.
“Lui non è mai stato tuo!” rispose Serenity colpita da
quell’affermazione.
“tsè… tutti ti vedevano perché eri la principessa… Ma non
avevi qualità… sei tu il vero peso… non io… Ma guardati… non sei neppure in
grado di riconoscere tua figlia… Non guardarmi così… non hai ancora capito che
quella ragazzina dai capelli rosa è tua figlia?” guardandola di traverso.
“ChibiUsa… è mia figlia?” domandò con un filo di voce.
“Tua e di Endimion…” confermò Minami.
“L’hai messa al mondo e poi l’hai lasciata ai domestici…
Complimenti… una madre esemplare…” rincarò la ragazza.
“No… non è vero… non ti credo…” disse Usagi tappandosi le
orecchie.
“Fa male la verità eh?” le sussurrò all’orecchio “Nel
futuro non sarai una santa… ma tutti sono troppo ciechi per vederlo e nessuno
ha il coraggio necessario per dirtelo…” terminò felice Minami, prima di
sparire.
“Mia Regina… Vi siete svegliata…” disse il Principe Demando
sopraggiungendo in quel mentre.
Serenity lo osservò senza fiatare “Cosa vuoi?” gli chiese
osservandolo di sottecchi.
“Voi mia bella Signora…” rispose lui semplicemente.
“Hai scatenato una guerra solo per me?!” domandò incredula.
“Esatto… Endimion non è l’uomo che fa per te… ma non mi hai
voluto ascoltare… Mi hai addirittura esiliato…” disse lui sedendosi sul letto
accanto a lei.
“Durante il mio esilio trovai il cristallo corvino… e
Wiseman… Lui odiava noi terrestri, ma decise di fare un eccezione per me… Mi
donò parte del suo potere…” spiegò il giovane scrutandola. Le alzò il mento,
per meglio guardarla “Siete bellissima… ed ora siete mia…” disse avvicinando le
sue labbra a quelle di lei.
“Mai!” rispose lei allontanandosi dalle labbra del giovane,
alzandosi in piedi pronta a scappare.
Appena toccò il pavimento nero cadde a terra, incapace di
qualsiasi movimento. Frastornata la ragazza guardò il giovane ancora seduto.
“Non hai poteri qui… Non mi sfuggirai in eterno…” disse
alzandosi ed abbracciandola per rimetterla sul letto.
“Quindi è con Wiseman che è iniziato tutto…” chiese lei
meditabonda.
“Esatto…” disse lasciandola a malincuore.
“Ci vediamo dopo mia Regina…” disse prima di sparire.
Minami… perché sei cambiata… cos’è successo per farti
diventare così? si domandava la ragazza, sdraiandosi sul letto.
Intanto a casa delle Outers…
“Voglio sapere!” disse Minami, alquanto sorpresa
dall’ultima affermazione di Haruka.
“Non c’è niente da sapere… ti abbiamo già detto tutto!
Diglielo anche tu Haruka” ribatté Setsuna, dopo aver lanciato un’occhiataccia
alla guerriera di Urano.
“Vuole sapere? L’accontento… tu sei Wiseman!” proruppe
questa irritata dall’occhiataccia di Setsuna.
“Cosa?!” chiesero le Inners e Minami in coro.
“Io… sono… Wiseman…” sussurrò sconvolta Minami.
“Complimenti Haruka… la gentilezza di un carro armato…”
disse Setsuna osservando Minami.
“Il futuro è modificabile…” disse Rei stentando a credere a
quello che aveva appena sentito.
“Non lo permetteremo!” le fece eco Makoto.
“Hanno ragione…” disse Setsuna.
“Nel futuro… sarò così quindi…” disse solo, sorda alle
parole delle amiche.
“C’è un modo per evitare che questo accada?” chiese Ami
osservando Setsuna.
“Magari trovando il Cristallo d’Argento del futuro… dovete
sapere che è scomparso l’attimo prima che i nemici ci attaccassero…” le rispose
l’interpellata.
“Magari se Minami sparisse…” disse Hotaru in un sussurro.
“O magari morisse?” disse Haruka a voce più alta.
“Hanno ragione… se io scomparissi… tutto questo non
succederebbe!” disse Minami convinta.
“Neppure per sogno!” protestò Minako osservando i presenti
“Usagi non vi ha insegnato nulla?! Lei fa parte del gruppo e nel gruppo
resterà!” disse alquanto arrabbiata la guerriera di Venere.
“E come spieghi ad una bambina di cinque anni che i suoi
genitori… Tutta la Terra è stata distrutta… solo perché una singola persona non
ha saputo sacrificarsi? Eh!” ribatté Haruka.
“Il sacrificio non è la risposta!” disse Rei balzando in
piedi.
ChibiUsa e Mamoru uscirono in quel momento.
“Chi deve sacrificarsi?” chiese il giovane osservando le
nove ragazze presenti.
“Nessuno… ChibiUsa… dovresti essere a letto… ti
accompagno…” disse Setsuna sorridendo.
“Vorrei Mamoru…” disse stringendo la mano al giovane.
“Per me non c’è problema… Così voi potete parlare…” si
offrì lui.
“D’accordo… Grazie…” disse grata Setsuna.
I due tornarono sui loro passi. Appena la porta si chiuse
alle spalle dei due, la discussione riprese.
“I suoi genitori sono morti per salvare il regno… Non è un
sacrificio questo!?” chiese Haruka.
“Haruka ha ragione… sembra che voi ve lo stiate
dimenticando!” disse la guerriera di Nettuno andando in soccorso della sua
compagna.
“Se modificate il presente… il futuro cambierà!” mediò Ami.
“Il futuro a questo punto è già modificato! Non capite …?”
sbuffò Haruka.
“Dev’esserci un’alternativa… cerchiamola… per Usagi…”
chiese Ami, osservando le ragazze.
“Per me è indifferente…” disse Minami con voce atona,
alzandosi ed andando in terrazza.
“Classico… non sono io ad andarci di mezzo… chi se ne
frega…” disse Haruka incrociando le braccia sul petto.
“Adesso basta! Comportiamoci da adulte!” disse Setsuna
arrabbiata.
“Setsuna ha ragione…” disse Hotaru chinando il capo.
“Scusaci…” dissero le Inners in coro.
“E voi? Dobbiamo essere unite…” disse osservando Haruka e
Michiru.
Queste, dopo essersi date una rapida occhiata, annuirono.
“Dobbiamo pensare a Serenity… Sappiamo che Demando ne è
innamorato, ma quello che mi preoccupa di più è Wiseman…” disse meditabonda
Setsuna.
“Se noi distruggessimo Wiseman… sconfiggere Demando sarebbe
una bazzecola… giusto?” chiese Ami digitando dati sul suo computer.
“Esatto, ma Wiseman non esce mai dal palazzo…” disse
Michiru, cercando di collaborare.
“Dovremmo cercare di attirarlo fuori… Con un’esca magari…”
buttò lì Rei.
“Mi offro io… Wiseman mi ha già detto che verrà a
prendermi… posso sempre dirgli che voi mi avete cacciato…” disse Minami
rientrando in sala.
“E’ un idea… Ma correresti parecchi rischi e se si accorge…”
disse Haruka meditabonda. Non si era accorta, ma aveva dimostrato di
preoccuparsi per la ragazza.
“Non mi accadrà nulla…” disse Minami con un finto sorriso
sul viso.
“Ragazze… c’è qualcosa che devo dirvi…” disse Mamoru
sopraggiungendo in quel mentre.
Tutte le ragazze l’osservarono, in attesa che si spiegasse
meglio.
“Ho scoperto dov’è il Cristallo d’Argento…” iniziò il
giovane senza parafrasare “ce l’ha ChibiUsa…” terminò.
Scusami piccolina, ma dobbiamo salvare Usagi pensò il
giovane.
“Che cosa?!” esplose Setsuna “E perché l’ha preso?!” chiese
sconvolta.
“Stava giocando vicino alla teca mi ha detto… ad un tratto
la teca è scomparsa ed il cristallo si è messo a volteggiare. Lei si è
avvicinata e lui è sparito. Me l’ha mostrato prima…” disse Mamoru osservando le
guerriere del futuro.
“Perché non ce l’ha detto?! Quella birba! I suoi genitori
potevano già aver distrutto i nemici a quest’ora…” disse Haruka seccata.
“Temeva che la sgridaste… E non aveva tutti i torti…” disse
Mamoru guardando Haruka.
Questa, pur essendo alquanto coraggiosa, non poté impedirsi
di arrossire vistosamente.
Intanto sulla cometa…
“Mia Regina… il nostro palazzo è pronto…” disse il principe
Demando avvicinandosi.
Usagi vide lo sguardo bramoso del principe ed ebbe paura.
Mamoru… dove sei… ti prego… non abbandonarmi… pensava
impaurita, fissando quegl’occhi di ghiaccio che parevano tener inchiodati i
suoi.
“Tra un’ora partiamo per il nostro palazzo…” l’avvisò il
principe, prima di scomparire.
Dalle Sailor…
“Ragazze! Il mare è in tempesta!” disse Michiru guardandosi
intorno improvvisamente preoccupata
“Il vento ulula sempre più forte…” le fece eco Haruka.
“Ragazze guardate!” le chiamò Hotaru vicino alla finestra.
Tutte poterono vedere il palazzo di cristallo corvino che
era spuntato quasi dal nulla nella loro città.
“Demando non ha perso tempo…” disse Setsuna stringendo i
pugni “dobbiamo agire… Non possiamo perdere tempo… Domani al sorgere del sole
attacchiamo…” concluse Setsuna cercando il consenso delle persone presenti
nella sala.
“D’accordo!” dissero tutti all’unisono.
L’indomani ci sarebbe stata la battaglia finale… Sapevano
che sarebbe stato difficile ma sapevano anche che la loro leader contava su di
loro, e non l’avrebbero delusa.
Ecco
qua l’ennesimo capitolo, non mi ripeto, ma sappiate che se mi lasciate un
commentino… mi fate molto ma molto felice.
Passiamo
ai ringraziamenti:
Sissy:
carissima! Eccoti il seguito, il prossimo capitolo è l’ultimo… cercherò di
aggiornare quanto prima, così che tu possa leggere la fine di questa
ficcy.Fammi sapere cosa ne pensi. Un
bacione!!
Strega_Mogana:
carissima! Tranquilla, le recensioni sono sempre gradite, anche se in ritardo
(per stavolta ti perdono… ^^). Con il prossimo capitolo questa ficcy si
conclude, fammi sapere cosa ti sembra questo chappy, mi raccomando. Un
bacione!!
Valery:
ciao tesorino, grazie per i complimenti, giuro che mi fai arrossire… Purtroppo
questa ficcy sta per volgere al termine… Spero comunque che mi lascerai un
commentino per questo capitolo e per il prossimo che, ahimè è l’ultimo. Fammi
sapere. Ciao!!
Wicca87:
ciao stellina! Grazie mille due parole che mi hanno fatto felicissima. Fammi
sapere cosa ti sembra questo chappy. Ciao!
Un
ringraziamento a tutti quelli che hanno letto ma non hanno commentato. Alla
prossima. Ciao!!
Il sole era sorto da appena cinque minuti, quando dieci ombre comparvero
nei pressi del Castello
Ilsole era sorto da appena cinque minuti, quando dieci ombre
comparvero nei pressi del Castello.
La sera precedente tutti i
telegiornali avevano trasmesso le immagini del Castello sorto dal nulla in un
battito di ciglia.
La sera precedente la Piccola Lady,
dietro consiglio e suggerimento di Mamoru, aveva confessato d’aver preso lei il
Cristallo d’Argento del XXX secolo.
La bambina si era aspettata una
sonora sgridata, ma solo Setsuna parlò.
“Lo useremo per sconfiggere i
nemici e per salvare la tua mamma…” disse arruffandole i capelli.
“Non… non sei arrabbiata?”
sussurrò la piccola osservando la guerriera di Plutone con occhi sgranati.
“Sono dispiaciuta perché non ti
sei confidata con nessuno… ma no… non sono arrabbiata” disse sorridendole ed
abbracciandola con affetto.
Il cristallo era stato affidato a
Minami in quanto custode.
Ora, a distanza di dieci ore da
quei momenti, le guerriere erano decise più che mai a sconfiggere il nemico.
Intanto al castello…
Usagi osservava la sua stanza:
era completamente bianca, dai muri al pavimento. Un’ampia finestra era alla sua
destra, mentre un ampio specchio copriva quasi tutta la parete infondo alla
camera. La stanza non aveva porte.
Demando comparve all’interno
della stanza osservando la ragazza seduta sul letto.
“Non ci si annuncia più?” chiese
Usagi senza voltarsi.
“Mia Regina… mi stupite… non è
facile annunciarsi, ma in futuro prometto che farò del mio meglio per
assecondarvi… tra due ore ci sposiamo…” le comunicò il principe guardandola
incantato da tanta bellezza.
“Lasciatemi sola…” rispose lei
con voce atona.
“Saprò rendervi felice mia
Regina… talmente felice che vi scorderete di Endimion!” minacciò Demando prima
di scomparire.
“Mamoru… ragazze… aiutatemi…”
sussurrò scoppiando in un pianto inconsolabile.
Una luce fioca comparve nella
stanza, ma Usagi non la notò.
“Non dovresti piangere…” disse
una voce dolcissima alle spalle
“Chi ha parlato?!” chiese
spaventata scrutando la stanza.
“Chi sei?!” chiese la ragazza
osservando la donna che era alle sue spalle.
La donna era alta ed i capelli
erano biondi, legati in due codini che scendevano lunghi fino a toccar terra.
Il vestito era bianco come la neve, mentre sulla sua testa era posata una
corona bellissima, fatta d’oro e di rubini grandi come mandarini.
“Sono te… o meglio… sono la
Serenity del XXX secolo…” le rispose sedendosi sul letto…
“Io e te… siamo la stessa
persona?” chiese la ragazza osservando la donna.
“Già… no… non fare domande…” le
chiese gentilmente, prevenendo le domande che la giovane le voleva fare.
“Non potrei comunque risponderti.
Non dovrei essere qua… ma il tuo scoraggiamento non è d’aiuto alle sorti di
questa battaglia…” la rimproverò gentilmente.
“Tu sei la principessa Serenity…
non devi mai dubitare ne di te, ne di Endimion, ne delle tue amiche… Non farlo
mai…” disse la Regina Serenity svanendo lentamente.
“Mah…!” la chiamò Usagi rimanendo
da sola nella stanza.
“Ricordatelo sempre… Serenity…”
disse
“Non mi perderò d’animo Serenity…
te lo prometto!” disse convinta Usagi.
Chiamò a se il Cristallo d’Argento
e, con molta sorpresa vide che erano due.
“Dev’essere il Cristallo
d’Argento del XXX secolo… allora era qua!” si chiese stupita.
I due cristalli si fusero in un
unico cristallo, diventando ancor più grande.
“Cosa stai combinando?!” chiese
con disgusto Wiseman comparendo nella stanza della giovane.
“Nulla!” disse affrettandosi a
far sparire il cristallo.
“Oggi tu e quello sciocco di
Demando vi sposerete… ma sarò io a governare questo pianeta… Tu e lui non mi
servirete più!” la informò con rabbia.
“Potrei sempre informarlo sui
tuoi progetti…” disse Usagi osservando l’incappucciato.
“Non ne avresti il coraggio…
Muoviti… vestiti… tra un’ora partiamo…” le disse con disprezzo.
Usagi la fissò, non riusciva ad
odiarla completamente. Dopotutto era Minami… La sua amica Minami… Chissà
cos’era capitato per farla passare dalla parte del nemico.
Con quei pensieri la ragazza si
alzò ed iniziò a vestirsi.
Vicino alla cattedrale della
città…
“Setsuna? Sei sicura che verranno
qua? Non era meglio attaccarli al Castello?” chiese Mamoru non del tutto sicuro
del piano elaborato dalla leader delle Outer Senshi.
“Sicura… Ragazze ai vostri posti…
tra un po’ si comincia…”
“Ragazze! Usagi ha chiamato a se
il Cristallo d’Argento del XXX secolo…” disse Minami osservando le presenti.
“Meglio… abbiamo un’alleata in
più” disse Haruka avvicinandosi alla sua leader.
“Haruka!” tuonò Setsuna. Aveva
visto l’occhiata avvilita di Minami.
“Ha detto il vero Setsuna… non
rimproverarla…” disse Minami allontanandosi.
“E’ più sicura se va via…” disse
Haruka bloccando Setsuna.
“Purtroppo hai ragione…” convenne
chinando la testa.
“Sicura che abbiamo fatto bene a
lasciare ChibiUsa a casa?” domandò Hotaru osservando le sue compagne.
“E’ troppo piccola… e poi il
nemico l’avrebbe potuta prendere di mira…” le rispose Rei.
“Meglio prepararci… Arriveranno
tra un po’…” disse Michiru osservando il suo specchio.
“Vi ricordate tutti il piano?”
chiese Setsuna.
Al cenno affermativo tutti si
avviarono verso le loro postazioni.
Non preoccuparti amore mio… noi
ti salveremo… ed impediremo questo matrimonio pensava Mamoru seguendo
le ragazze.
Il corteo arrivò dopo quasi
mezz’ora.
Il primo ad arrivare fu Demando,
che osservò i presenti con malcelato disprezzo.
Alcuni curiosi si erano assiepati
vicino alla cattedrale ed osservavano stupiti il ragazzo dai capelli argentati
e l’incappucciato comparire quasi dal nulla.
Quest’ultimo, dopo aver
accompagnato il suo principe, sparì andando a prendere la principessa.
Poco dopo comparve la sposa
accompagnata dall’onnipresente incappucciato. Lei era bellissima nel vestito
bianco, molto simile a quello che aveva al castello. Un velo leggero ed
impalpabile le copriva il viso di porcellana. Non sembrava felice, ma molti
presenti l’attribuirono all’emozione.
Entrarono in chiesa e le porte si
chiusero dietro di loro.
Il sacerdote giovane e parecchio
imbarazzato osservava gli sposi e le file di banchi vuoti.
“E’ un matrimonio privato?”
chiese osservando i due con molta curiosità.
“Fai il tuo dovere… Sposaci e
basta!” rispose Demando seccato.
“Va bene… va bene…” disse il
reverendo fissando il libricino che aveva tra le mani.
“Non ci sarà nessun matrimonio…”
disse una voce alle spalle dei due.
“Mamoru!” disse Usagi correndogli
incontro.
“Non la fermiamo mio Signore?”
domandò l’incappucciato.
“Quando Endimion sarà agonizzante
ai miei piedi… lei tornerà da me…” rispose, mentre un sorriso maligno gli
deformava i lineamenti.
“Staremo sempre insieme…” le
promise lui, accarezzandole dolcemente il viso.
“Ma che commuoventi che siete…”
disse Demando facendo un passo in avanti.
“Sta lontano da lei…” disse
Tuxedo Kamen proteggendo la sua amata.
“Apri la porta e fai entrare le
ragazze…” sussurrò Tuxedo Kamen.
Usagi fece quello che le era
stato detto ed otto ragazze comparvero sul vano della porta.
“Finalmente potrò uccidervi
tutte… e nel futuro non esisterete più…” disse Demando osservando le nuove
venute.
“Endimion… proteggi Serenity…”
disse Sailor Pluto superando i due innamorati.
“Sailor Pluto…” la chiamò Usagi.
“Non piangere… sappiamo quello
che stiamo facendo…” la rassicurò Sailor Mars sorridendole.
“Sailor Mars…” disse Usagi con
gli occhi lucidi.
“Finito qui andiamo a mangiare un
gelato enorme…” disse Sailor Venus passandole accanto.
“Sailor Venus…” ora dai suoi
occhi cadevano lacrime.
Fuori era rimasta Minami che
osservava la scena senza essere vista.
Aveva un piano in mente ma non
voleva attuarlo se non in caso di necessità.
Tutte le sailor erano schierate
in posizione, pronte a combattere ed a morire se necessario.
“Sciocche…” disse Demando
preparandosi a scagliare un colpo.
“Certo Wiseman… liberami di
loro…” disse annoiato il giovane.
“Strali oscuri… Azione!” disse
Wiseman, mentre dardi neri scaturivano dalle sue mani e si dirigevano a
velocità sorprendente verso le Sailor.
“Scudo di Saturno, azione!” disse
Sailor Saturn parando il colpo.
“Ben fatto Saturn!” disse Sailor
Venus felice per questo primo successo.
I dardi non avevano ancora
terminato la loro corsa e, dopo l’iniziale arresto, avevano perforato lo scudo,
entrando nella cupola che proteggeva le sailor.
“Attenta!” gridò Sailor Venus
mettendosi davanti a Sailor Saturn.
“Minako!” urlò Usagi dal fondo
della chiesa.
Cinque strali colpirono la
guerriera di Venere che cadde al suolo priva di vita.
Sailor Saturn osservò la
guerriera cadere impotente. Una rabbia incontenibile la invase, aumentando in
modo esponenziale la sua aura.
“Saturn calmati!” disse Sailor
Pluto senza venir minimamente ascoltata.
Una botta in testa le fece
perdere i sensi. “E’ troppo pericolosa… L’avevo detto di lasciarla a casa!”
protestò Sailor Uranus, colei che aveva dato il colpo a Saturn.
“Due guerriere in meno?” chiese
Wiseman pronto a scagliare altri dardi.
“La pagherai…” disse Sailor
Jupiter con gli occhi colmi di lacrime.
“Sono qui…” disse mellifluo
l’incappucciato.
“Fulmine… Azione!” gridò la
ragazza correndo incontro al nemico.
“Sciocca… Spada oscura…” con un
sol colpo fermò il colpo rispedendolo alle compagne della ragazza e trafiggendo
al cuore la guerriera di Giove che prima di spirare sorrise.
“Makoto!” urlò nuovamente Usagi
cercando di liberarsi dall’abbraccio di Tuxedo Kamen.
“Mars… tocca a noi…” disse Sailor
Mercury osservando la sua compagna.
“Proteggete la principessa…”
disse solo Sailor Mars prima di seguire la sua compagna.
“Siete voi due le prossime a
morire?” chiese Wiseman con ironia.
“Non saremo noi a morire… ma tu…”
disse Sailor Mercury.
“Alla sfera…” sussurrò poi
rivolta alla sua compagna.
“Bolle di nebbia… azione!” disse
la guerriera di Mercurio, prima che una coltre di nebbia invadesse la chiesa.
“Cerchi di fuoco… azione!” disse
Sailor Mars.
Ma a perire stavolta fu Sailor
Mercury, che si trovò nella traiettoria del colpo.
“Complimenti… Hai fatto tutto da
sola…” disse Wiseman appena la nebbia si fu diradata.
“Ami!” dissero Sailor Mars ed
Usagi.
Sailor Mars s’inginocchiò accanto
alla compagna morta, dimenticandosi di Wiseman.
“Vuoi andare da lei…? Ti
accontento subito…” disse con malignità “Spada oscura…” disse senza lasciarle
il tempo di muoversi.
“Perdonami…” sussurrò prima di
cadere a terra senza vita.
“Rei!” gridò Usagi ormai in
lacrime.
Minami era sconvolta. Tutti i
ricordi vissuti con le sue amiche le tornarono alla mente.
“Devo fermarlo… Devo fermarmi…”
disse correndo verso il palazzo di fronte alla chiesa.
“Siete rimaste in tre…” disse
Wiseman.
“Le hai sterminate…” convenne
Demando con un sorriso sardonico sul viso.
“Mi stai annoiando principe… Ho
deciso che la mia vendetta si compirà qui… e adesso…” disse mentre una lama
nera trapassava il principe Demando.
“Wiseman…” sussurrò incredulo
l’uomo guardando il suo subordinato.
“Mi sono divertito a sufficienza
con te… Ed ora mi sono stancato…” disse con voce seccata l’incappucciato.
Le tre guerriere osservarono la
scena sconvolte: non pensavano che l’incappucciato arrivasse a tanto.
“Chi è il prossimo?” chiese
guardando le presenti.
“Basta… non posso… ne voglio
continuare a vedere le mie amiche cadere una alla volta per mano tua…” disse
Usagi facendosi avanti.
Tuxedo Kamen la seguì. I due si
strinsero la mano. In un fascio di luce comparvero Endimion e Serenity.
“La coppia reale… quale onore…”
li schermì Wiseman.
“Affinché il male non trionfi…”
iniziò Serenity con in mano il Cristallo d’Argento.
“Affinché il bene prevalga su
tutto” continuò Endimion.
“Cristallo d’Argento… Massima
potenza… Azione!” dissero in coro i due.
“No!” gridarono le tre guerriere
del futuro osservando la scena.
Minami era salita sul tetto del
palazzo. Osservava la cattedrale senza vederla apparentemente.
“Chiedo perdono per tutto il male
che ho commesso… e che commetterò… Grazie di tutto amiche mie…” disse prima di
lasciarsi cadere nel vuoto.
Il rumore della sua caduta fece
voltare Sailor Pluto che non riuscì a trattenere le lacrime.
La luce all’interno della
cattedrale sembrò voler esplodere. Poi, com’era cominciata finì.
La chiesa era intatta ed i corpi
delle Sailor erano lì.
Poco distante Serenity ed
Endimion erano abbracciati: anche stavolta erano morti insieme.
Di Wiseman non c’era traccia.
“Dobbiamo andare…” disse Sailor
Uranus, con gli occhi lucidi, prendendo Sailor Saturn in braccio.
“Ha ragione…” disse Michiru,
asciugandosi furtivamente le lacrime.
“Torniamo nel XXX secolo…” disse
decisa la guerriera di Plutone.
“E la Piccola Lady?” chiese
Michiru sorpresa.
“I suoi genitori sono morti… sarà
sparita…” disse la guerriera dispiaciuta per non essere riuscita a mantenere la
promessa fatta alla sovrana del XXX secolo.
“Mai dare nulla per scontato…
Sailor Pluto” disse una voce dolce alle spalle delle guerriere.
“Serenity?!” domandò la guerriera
osservando la nuova venuta con occhi sgranati.
“Tornate nel XXX secolo, con la
Piccola Lady… A loro ci penso io…” disse Serenity sorridendo dolcemente.
“Come desiderate maestà…” dissero
in coro le tre guerriere tornando nel loro appartamento.
“Chronos… che il suo ultimo
desiderio diventi realtà…” disse sparendo in una luce dorata.
Tokyo, ore 08.25.
Una ragazza bionda correva a
perdifiato per le strade della città.
“Arriverò tardi anche oggi!”
disse ad alta voce, facendo voltare uno o due passanti che la osservarono
stralunati.
“Vuoi un passaggio testolina
buffa?” chiese Mamoru accostando vicino al marciapiede dove la ragazza correva.
“Grazie!” disse salendo in auto.
Si salutarono con un bacio
veloce. Usagi corse veloce verso la sua classe.
“Ce l’ho fatta…” disse sedendosi
pesantemente al suo posto.
“Fatemi indovinare… la sveglia
non ha suonato…?” chiese una ragazza dai corti capelli azzurri.
“Secondo me l’ha spenta…” disse
un’altra ragazza dai capelli castani legati in un’alta coda.
“Certo che voi due siete proprio
simpatiche…” disse Usagi rivolta alle due ragazze che ora se la ridevano “Non vi
annoiate ad essere così ripetitive?” domandò mettendo il broncio.
“Ma anche agli appuntamente con
Mamoru arrivi tardi?” le chiese Minako riflettendo un attimo.
“Non ti ci mettere anche tu…”
borbottò Usagi.
“Arriva la prof…” disse una
ragazza bionda con i capelli legati in una morbida treccia.
Le quattro la osservarono per un
attimo: i ricordi riaffiorarono.
“E’ giusto così…” disse Usagi
sedendosi composta.
La ragazza aprì il suo quaderno e
lesse stupita quelle poche semplici righe, vergate in una calligrafia
bellissima:
Voglio che tutto torni com’era prima…
non voglio più sofferenze…
non voglio più menzogne…
solo la verità…
siamo quello che facciamo…
a volte i desideri si avverano… specie se sono gli
ultimi…
mai perdere la speranza…
Un sorriso dolce le illuminò il
viso… Le dispiaceva d’aver perso un’amica… il suo sguardo corse a Minami…
Questa si voltò e le due si fissarono per un attimo, poi entrambe si sorrisero.
Forse la loro amicizia non era persa per sempre…
Usagi sorrise ancor di più quando
lesse la firma: Serenity.
Fine
Ecco
qua la fine di questa fanfiction, spero che vi sia piaciuta. Ringrazio tutti
coloro che hanno commentato: