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ok, ho deciso di metterla anche qui. So di avere qualche lavoro in sospeso, ma garantisco... prima o poi finisco tutto, mano sul cuore! ;)
Alzi la mano chi adora la coppia Monica/Michele, alzi la mano chi non ha gradito affatto la fine della seconda serie, alzi la mano chi vorrebbe che le cose si sistemassero.
beh, almeno penna su carta (virtualmente parlando) , questo è il mio tentativo di sistemarle:
Titolo: Twice
Pairing : Michele/Monica (ma anche Paolo/Laura e altre coppie ancora, va da sé.. )
Genere: surreale, romantico.
Ambientazione: post fine seconda stagione
Disclaimer : So bene che tutti i personaggi sono di Ivan Cotroneo&Co, glieli prendo solo in prestito per un po’… o almeno ci provo.
Il titolo significa ‘Due volte ‘ è solo che in inglese suonava meglio!
Riassunto: E se a Michele fosse data una seconda chance?
Prologo: E ritorno da te
<< Promettimi che se non sarà più come prima ce lo diremo… >>
Monica continua a ripensare a quelle parole che ha detto ad Adriano, mentre lo osserva dormire accanto a lei.
Riflette sul significato di quella frase che ha pronunciato subito dopo che Michele è andato via.
E Monica sa di non averlo sognato, è accaduto tutto veramente: nella stanza tutti tranne lei si sono immobilizzati, Michele ha fatto il suo ingresso indisturbato, le ha parlato, ha baciato il loro bambino e poi lei, dicendole che l’ama.
E lei, senza nemmeno pensarci, gli ha chiesto di restare, nonostante ormai lei stia insieme a suo fratello.
Credeva di aver ritrovato l’amore, ma ora ha qualche dubbio. Più di qualche dubbio.
Infatti, da quando è tornata dall’ospedale, ha passato gli ultimi due giorni a non far altro che pensare a Michele, a rivivere i momenti trascorsi con lui, le parole dolci sussurrate, ma soprattutto le innumerevoli litigate, quel sapere tener testa l’uno all’altra che ha sempre contraddistinto il loro rapportarsi.
E con Adriano le manca quella vivacità, quell’elettricità speciale che invece avvertiva sempre con suo fratello.
Ha creduto di poterlo sostituire, ma ora capisce di essersi sbagliata di grosso. Non è ancora pronta e nemmeno sa con certezza se mai lo sarà.
Come prova del fuoco le basta pensare al giorno precedente, quando era a letto con Adriano e nel momento più importante dalla sua bocca è uscito il nome sbagliato, *quel* nome.
Monica ha cercato di convincere Adriano che si riferiva al bambino, al fatto che volesse andare a controllare come stava e Adriano sembra essersela bevuta.
Il punto è che da quel momento tra i due non c’è stato più nemmeno un bacio, né un attimo di tenerezza.
<< Promettimi che se non sarà più come prima ce lo diremo… >>
Quella frase continua a rimbombarle nella mente. E visto che è stata lei a proporlo, dovrebbe esser la prima a mantenere quella promessa e le basterebbe poco, dovrebbe solo svegliarlo, parlare con lui, spiegargli i suoi dubbi e le sue incertezze.
Ma Monica preferisce il silenzio, preferisce fingere che vada tutto bene, anche se non è affatto così.
Guarda l’orologio che segna le due passate e torna a sdraiarsi sul materasso, sapendo che comunque passerà la notte insonne.
Adriano è seduto su una panchina nel parco, intento a guardare due passerotti appollaiati sul ramo.
"Voi sì che avete una vita facile, vi basta avere un nido, cibo a sufficienza e siete a posto. Non litigate mai, non andate mai in crisi… “ esclama ad alta voce, come se lo potessero sentire.
La verità è che lui la crisi la sta attraversando, da quasi tre giorni ormai.
Da quando è nato Michelino è come se Monica fosse cambiata, è assente, persa nei suoi pensieri e sa che non si tratta solo della gioia materna.
Così come sa che quando ha pronunciato quel nome non si riferiva certo al suo bambino, ma ha preferito fare finta di niente.
Lui l’ha desiderata tanto e ora che stanno insieme sente che lei gli sta già sfuggendo, ma la cosa che lo sorprende di più è che a lui non importa.
Capisce di essersi ingannato, scambiando l’affetto e il senso del dovere per amore.
Gli basta pensare al suo rocambolesco ritorno dal Polo Nord non per riabbracciare Monica, ma principalmente per assisterla mentre dava alla luce suo figlio.
Monica è una donna molto bella, simpatica, intelligente… ma ha capito di non amarla, ha solo creduto di farlo.
E si chiede se non sia stato un errore buttarsi fra le sue braccia, lasciando una ragazza che gli aveva stravolto la vita, piacevolmente.
E come per incanto, quella ragazza gli si materializza proprio davanti agli occhi.
“Adriano? Che ma sei davvero tu?” esclama Bea, distogliendolo dai suoi pensieri.
“Bea! Ma tu che ci fai qui?”
“Ci lavoro. Ora sto al negozio del parrucchiere in fondo a quella via. Sai, ho dovuto ‘ambiare, perché in quello vecchio c’avevo troppi ri’ordi.. “ spiega lei, masticando rumorosamente il suo chewing-gum.
Adriano deve ammettere che è una cosa che gli mancava.
“Ma a quanto pare il destino non lo puoi prendere in giro… “ alza gli occhi, sedendosi accanto a lui.
“Bea, io ti devo delle scuse, sono stato pessimo con te… “ si scusa lui, mantenendo però le distanze.
“Sì, è vero, m’hai ingannata, m’hai fatta sentire uno straccio… ma la verità è che ci siamo divertiti insieme, no?”
“Questo senza dubbio!” sorride lui.
“E in più ho imparato una miriade di ‘ose sugli uccelli, non che mi serva molto.. però le so!” continua lei, facendolo ridere.
“Certo ‘he tu li hai tagliati belli ‘orti i ‘apelli… “ osserva lei, accarezzandoglieli, cosa che lo coglie di sorpresa.
“A me piacevano più lunghi e cespugliosi.. ma ti donano anche ‘osì. Senti, ora io devo andare, se ti va qualche volta passa a farti uno shampoo.. c’ho pure il balsamo ‘he ti piace tanto… “ lo saluta lei languida, allontanandosi.
“ ‘Ti ringrazio Bea, ma io ormai sto con Monica. ‘ Era così difficile da dire, invece che stare lì a sorriderle come un babbeo?” si rimprovera lui ad alta voce.
La verità è che c’è davvero qualcosa che non va…
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“Monica, dobbiamo parlare!” esclama Adriano, rientrando dalla sua giornata di lavoro.
Monica lo accoglie con Michelino in braccio, intenta a cullarlo per farlo addormentare, ma lui non vuole farsi intenerire troppo da quella scena.
“Non è il tono ‘ dobbiamo parlare: ci sono importanti novità sul lavoro ‘, dico bene?” deduce lei, mettendo il piccino addormentato nella culla.
“No, Monica, è che io davvero non so come dirtelo, tu sei una donna fantastica, ma… “ prosegue lui, cominciando a incespicare sulle parole.
“Adriano, mi stai forse dicendo che mi vuoi lasciare?” gli domanda lei con un sorrisone.
“Eh? Nooo, non stavo dicendo esattamente questo, ma.. aspetta.. perché stai sorridendo?” le domanda lui, confuso.
“Perché io volevo lasciare te, ma avevo paura di ferirti!” spiega lei, sollevata.
“Allora anche tu vuoi lasciare me? Ma è fantastico! Cioè, mi spiace che non abbia funzionato, ma.. hai capito, no?” risponde lui, altrettanto sollevato.
“Sì, tranquillo, spiace anche a me, ma la verità è che siamo andati troppo di fretta. Credevamo di essere innamorati.. “
“Ma ci siamo illusi entrambi!” conclude la frase lui e lei annuisce.
“Monica, sai che ti voglio bene e ci sarò sempre per te e il bambino, ma… non in quel senso… “ chiarisce lui.
“Lo so e va bene così, Tanto ho il sostegno di Laura, beh.. quando tornerà dal suo viaggio di nozze, poi ho le mie amiche della redazione, Elio compreso… ma al di là di tutto so badare a me stessa, dovresti saperlo no?”
“Questo è certo. Ma, davvero, se hai bisogno di qualunque cosa… “
“Ok… “ sorride timidamente lei, avvicinandosi per dargli un ultimo casto e fugace bacio, quello dell’addio.
“Allora, cos’hai intenzione di fare adesso?” domanda lei, cambiando argomento.
“Non lo so bene ancora, ma vorrei tanto andare a farmi fare uno shampoo… “ ammette lui, con uno sguardo un po’ colpevole.
“Tu hai rivisto Bea!” deduce Monica, alzando la voce.
“Sì, anche se sì è trasferita, l’ho incontrata stamattina, ma, ti giuro, guarda che non è successo niente!” si affretta a tranquillizzarla lui, ma lei è già tranquillissima.
“Ma tu vorresti che succedesse di nuovo, vero?” lo mette alle strette lei, con un sorrisetto.
“Beh sì… ma, tu saresti d’accordo?” domanda lui, preoccupato.
“Ti dovrebbe bastare come risposta il fatto che è la prima volta che riesco a pronunciare il suo nome senza che mi venga la voce stridula o un’orticaria!” risponde lei, facendolo ridere.
“Vai, riaggiusta le cose con lei e sii felice!” gli sorride.
“Grazie. Monica, non volevo che finisse così, ma da quando l’ho rivista… “ si giustifica lui.
“Proprio come da quando io ho rivisto Michele... “ si lascia sfuggire lei.
“Cosa hai detto, scusa?” la guarda stranito lui.
“Uh? Ho detto ‘rivisto ‘ ? Volevo dire ‘ ripensato ‘, è uguale!” fa spallucce lei, come se niente fosse.
“Monica, mi raccomando, promettimi che riuscirai ad essere felice anche tu… “ la guarda preoccupato lui, prima di andare a raccogliere tutte le sue cose.
“Lo prometto. “ sorride lei.
< Certo, l’unico uomo che davvero voglio , altro che tre metri sopra il cielo, sta lassù a un’altezza indefinita, ma a parte questo ho tutte le carte in regola per essere felice! > pensa, demoralizzata.
************************ (Contemporaneamente)
Michele se ne sta seduto in un angolo del Paradiso, triste e assorto, spiumacciandosi le ali quasi con frustrazione.
Vorrebbe sapere chi ha detto che quel posto è il luogo della felicità eterna, perché lui si sente tutto fuorché felice.
Da quando ha salutato per sempre Monica e il loro bambino, è stato assalito da una malinconia tremenda.
Da oltre due giorni non fa altro che sospirare e guardare giù, quanto più in basso gli consente la sua vista.
Ora sta a un altro livello, è un angelo a tutti gli effetti e non può più avere contatti col mondo terreno.
Ma Michele non ha bisogno né di una radio , né di un vecchio e malandato televisore in bianco e nero, lui Monica riesce a vederla con il cuore e sa che non è felice come gli aveva augurato di essere.
E questo rende profondamente infelice anche lui.
“Poverino! Io non ce la faccio più a vederlo così!” esclama una delle angiolette, salita con le altre per poterlo osservare, rendendosi però invisibili a lui.
“Qui tutti dovrebbero essere felici , ma lui non lo è!” constata un’altra.
“Dovremmo fare qualcosa… ma cosa?” si domanda la terza.
“Non preoccupatevi lasciate fare a me… “ le interrompe Angelica, mandandole via per poter parlare sola con lui.
“Michele.. “ prova a chiamarlo, ma è così perso nei suoi pensieri che lo deve chiamare altre due volte per ottenere la sua attenzione.
“Sì, che c’è? “ alza lo sguardo lui.
“Ahò, non ditemi che ho fatto qualcosa di sbagliato, negli ultimi giorni non ho detto una parolaccia, manco l’ho pensata, lo giuro!” aggiunge, mettendosi sulla difensiva.
“Tanto per cominciare, non si dovrebbe mai giurare… “ gli fa notare pazientemente Angelica.
“Ad ogni modo, sta’ tranquillo, non ti devo rimproverare, devo solo parlarti. Sai, dai piani più alti si sono consultati e abbiamo deciso che non è giusto… “
“Cosa non è giusto?” domanda lui, confuso ma molto interessato all’argomento.
“Quello che ti è successo, è troppo presto per te.. “ spiega l’Angelo superiore.
“Intendi che m’avete fatto passare di livello troppo presto? Quindi mi rispedite all’ufficio di prima, dove posso tornare ad avere contatti col mondo terreno? In effetti, m’è sembrato affrettato, ce ne sono ancora parecchie di situazioni in sospeso... “ argomenta lui, impaziente di tornare alle sue vecchie mansioni.
“E a te davvero basterebbe questo? Non c’è che dire, Michele, ti accontenti davvero di poco. E dire che i piani alti avevano deciso qualcosa di molto, molto più soddisfacente… “ gli annuncia Angelica.
“Cosa esattamente?” domanda Michele, avendo paura di illudersi, prima di sentire la risposta.
A sera, Monica si guarda attorno un po’ spaesata, in quella casa nuovamente vuota. Adriano non ha certo perso tempo.
Ma in realtà non è sola, perché in quella casa c’è la cosa più bella : il figlio che ha avuto da Michele.
“Tesoro mio, abituati, perché hai una mamma davvero testarda. Ma non preoccuparti, ce la caveremo benissimo anche da soli!” gli sorride, tenendogli la manina, mentre aspetta che si addormenti.
E quando si addormenta, torna in salotto, accovacciandosi sulla manona e guardando la foto incorniciata di Michele.
“Almeno per stasera potresti farlo uno strappo alla regola e venirmi a parlare un po’ … ne avrei davvero bisogno!” lo implora, prima di addormentarsi.
Si risveglia all’incirca un’ora dopo, amareggiata e insoddisfatta.
“Di nuovo, sono finita di nuovo in quella dannatissima stanza bianca, totalmente vuota. Perché non ti fai più trovare?” esclama lei, sempre rivolta alla foto, mentre va a prendersi un bicchiere d’acqua.
“Perché sei tu che non mi cerchi nei luoghi giusti!” esclama Michele, comodamente seduto sulla manona.
Vedendolo, Monica sussulta, rovesciando l’acqua.
Lui ha la barba incolta ed è interamente vestito di bianco, come sempre, ma non ha più le ali.
“Non so quale sia il tuo piano, ma far venire un infarto anche a me mi sembra una soluzione un po’ drastica per stare insieme!” sbotta lei.
“Tranquilla, non ne ho nessuna intenzione. Solo che… e basta con ‘sti incontri in sogno, alla lunga stancano, non trovi?” risponde lui, alzandosi e andando verso di lei.
“Vuoi dire che non sto sognando?” domanda lei confusa, indietreggiando.
“No. “ l’avvisa lui, con quel suo sorrisetto sfrontato che la fa innervosire e allo stesso tempo la manda su di giri.
“Oddio! No, ci risiamo con le allucinazioni, come all’inizio, quando ti vedevo ovunque. Ecco, domani mi faccio vedere da un bravo medico.. “ decide lei, ma lui la interrompe, prendendo le mani nelle sue.
“Non stai impazzendo, non sono un’allucinazione, te lo dimostro. “ sussurra, tirandola a sé e baciandola.
E’ un bacio vero, come quello che le ha dato in ospedale.
“Oh, mio Dio, ma… “ balbetta lei, un po’ shockata, per poi rinsavire e prendere le distanze da lui.
”Eh, no, Michele, no, così non va bene,devi smetterla! Perché poi tu insisti che io mi rifaccia una vita, ma se tu continui a essere così reale, io come faccio a… “ si inalbera lei, cominciando a percorrere nervosamente la stanza avanti e indietro.
“Ah no, aspetta, ci sono! Sei venuto a farmi la predica perché ho lasciato Adriano, vero? Ma non è colpa mia se.. “ continua lei.
"Monica, hai finito?” chiede pazientemente lui.
“Forse.. “ risponde lei, ancora confusa.
“Me lo dai un altro bacio, così mi calmo?” chiede timidamente e non deve attendere molto perché lui l’accontenti.
“Ora mi fai parlare, così ti spiego tutto?” le domanda lui dolcemente, poggiando la fronte contro la sua.
Lei si limita ad annuire.
“Prima però voglio fare una cosa.. “e dicendolo la porta con sé nella stanza dove dorme Michelino.
“Mi è mancato tantissimo… “ sussurra , guardandolo intenerito, combattuto tra la voglia di accarezzarlo e la paura di svegliarlo.
“Gli manchi anche tu.. “ lo informa lei, con le lacrime agli occhi, mentre tornano nel salotto.
“Allora, me lo dici perché sei qui? Ovvio che mi fa piacere, però vorrei capire.. “ insiste lei.
“Questo è un permesso ultra speciale che mi hanno dato.. “ comincia a spiegare lui.
“L’avevo intuito.. “
“Sì, però questo è l’ultimissimo che mi danno. Ed è per avvisarti che ti devi sì rifare una vita, ma con me!” le sorride.
“Vuol .. vuol dire che torni qui, sul serio?” gli sorride lei, incredula.
"Hanno detto che è troppo presto e allora hanno cambiato idea, mi faranno tornare… “
“Michele, ma è meraviglioso!” esulta lei , abbracciandolo e finendo con lui sulla manona.
“Non è così facile, però.. c’è un prezzo da pagare.. “ la interrompe lui.
“Che vuoi dire?”
“Tornerò, è vero, ma il tempo ritornerà indietro e i ricordi verranno cancellati, nessuno ricorderà più che sono morto. Mentre tu, tu mi dimenticherai del tutto, sarà come se non ci fossimo mai incontrati… “ la informa lui.
“Ma è terribile, non voglio!” protesta lei.
“Ma è l’unico modo per riavermi qui. Sarà una prova, amore mio, se è destino ci rincontreremo, ricominceremo tutto, ci riscopriremo e saremo felici come e forse anche più di prima!” le spiega lui, accarezzandole i capelli.
“Ma.. se torniamo indietro.. se si annulla tutto, vuol dire che non ci sarà più… “ giunge a un’altra tremenda conclusione lei, con lo sguardo rivolto alla stanza del loro bambino.
“Sì, lo so, tesoro mio, è una durissima prova, ma non lo stiamo perdendo, si tratta solo di rimandare di un po’ il suo arrivo. Se il nostro amore è sincero e non teme ostacoli, così come sono convinto che sia, ci ritroveremo e riavremo quello stesso meraviglioso bimbo, le stesse manine, lo stesso nasino, lo stesso bel musetto, la differenza è che stavolta avrà anche il suo papà accanto. “ le fa capire lui, con le lacrime agli occhi.
“Monica, ti fidi di me, vero?” chiede conferma lui.
“Io ti amo!” risponde lei, con un filo di voce.
“Era tutto quello che volevo sentirti dire!” sorride lui, cominciando a sbiadire.
“Quindi ora sparirai di nuovo? Ma non è un addio, vero?” si accerta lei, commossa, accarezzandogli il volto.
“No, amore, te l’ho detto. Il nostro è un arrivederci!” la rassicura lui, prima di scomparire del tutto.
TBC
scusate per la lunghezza, vabbè non è nemmeno fra i capitoli più lunghi che ho scritto
non so quanto ci metterò a finirla, devo ancora schiarirmi le idee in merito, voi armatevi di taaaaaanta pazienza
spero vi piaccia, ma, ovvio, sono aperta a qualsiasi critica.
Grazie a chiunque leggerà, alla prossima!
rieccomi!
in genere non sono così rapida con gli aggiornamenti, quindi non vi ci abituate troppo
prima mi sembrano doverosi i ringrazimenti: ZebraViola, Nomad609, siete gentilissime, sono contenta che vi piaccia, spero continui ad esser così, di nuovo grazieeeee!!!
Ok, si continua..
Capitolo I: Ricominciamo
Tutto contento per l’incontro appena avuto, Michele fa ritorno in Paradiso, fischiettando allegramente.
Non ha nessuna cosa da raccogliere, ha solo tanta voglia di andarsene.
“Grazie ancora di tutto. Arrivederci.. magari non così presto, facciamo tra quaranta.. anche cinquant’anni eh?” esclama, scendendo le scale.
Gira a destra, ma poi ritorna sui suoi passi, decide di svoltare a sinistra, ma si perde nuovamente.
“Gentilmente, qualcuno mi può spiegare come se esce da sto posto?” domanda, un po’ spazientito.
“Un po’ di rispetto. ‘ Sto posto ‘ è pur sempre il Paradiso!” gli risponde dall’alto Angelica, un po’ scocciata.
“E’ vero, chiedo scusa. Mi tratterrei anche a salutarvi tutte come si deve, ma ho una certa fretta… “ spiega lui.
“Di ritornare giù?”
“Precisamente. “
“Per ritrovare Monica?”
“Vedo che hai colto nel segno!”
“Perché tu credi che sia così facile, che la riconquisterai sapendo già perfettamente cosa detesta e cosa invece adora?” lo interroga Angelica.
"Non sarà così, vero?” comincia a temere Michele.
“Eh no. Michele, noi facciamo già un enorme strappo alla regola a rispedirti giù e riportare indietro il tempo. Tu ricorderai la tua esperienza qui, e tutte le vicende dei tuoi amici, ma questo non ti autorizza certo a modificare gli eventi, mentre per loro sarà come se tu non fossi mai morto, sarai solo stato fuori città. Tuttavia, non ricorderai nulla di.. “
“Monica. “ conclude lui per Angelica.
“Esatto, né lei, né tutto ciò a lei collegato.!” chiarisce lei.
“Eh no, però , così non vale, siete tremendi!” si lamenta lui.
“Si sa, quassù un po’ di sacrificio è sempre apprezzato, quindi dovrete faticare un po’. Se no, scusa, sarebbe troppo facile, ti pare?” si giustifica lei.
“Insomma, siete un po’ della scuola ‘A essere troppo buoni si è coglioni ‘ !”
“Michele!! Di nuovo con le parolacce, e su!” lo rimprovera Angelica.
“Chiedo scusa, m’è scappata. Allora, da quando me ne andrò di qui non ricorderò più nulla di Monica?” riepiloga lui.
“Assolutamente nulla. Tanto per cominciare, crederai di esser morto in un incidente con l’auto, non certo al vostro quasi-matrimonio. Tanto l’hai detto anche tu, no? Se è destino vi ritroverete.. “
“E’ vero, l’ho detto. Quindi, ora che ho avuto tutte queste ‘istruzioni per l’uso ‘ posso andarmene da qui?”
“Sì, concesso.”
“Che dire? Grazie del soggiorno, mi avete davvero fatto sentire al settimo cielo!” si congeda lui.
“Veramente qui siamo solo al terzo!” lo corregge Angelica.
“Vabbè, fa lo stesso. Allora, cortesemente, qualcuno adesso questa benedetta uscita me la vuol indicare sì o no?”
“Ragazzo,guardi che le uscite l’hostess le ha indicate più di un’ora fa. E poi non le conviene nemmeno provare a uscire adesso, siamo in pieno volo!” lo avvisa una signora anziana, seduta nel sedile accanto al suo.
Michele si guarda attorno: è ancora in cielo ed è circondato dalle nuvole, la differenza è che ora si trova a bordo di un aereo.
Non riesce a capacitarsi bene di cosa sia successo da un secondo all’altro. Da anche un’occhiata a se stesso e s’accorge che non è nemmeno più vestito di bianco, ora indossa blu jeans e un maglione nero.
Inoltre, ha con sé un bagaglio a mano, il che lo porta a pensare di averne imbarcato anche uno più grande.
Tuttavia è un’altra la cosa che lo lascia esterrefatto.
“Vuol dire che lei riesce a vedermi e sentirmi? Sul serio?” le domanda lui, scombussolato.
“Oh, poverino, che brutta cosa, rovinarsi così alla sua età. La smetta di prendere quella robaccia, è ancora in tempo per uscirne!” si preoccupa l’anziana signora.
“Signora, guardi che io sto benissimo!” chiarisce lui, stizzito.
“Buon per lei, ma se fa domande del genere qualche problema ce l’ha!” ribadisce lei, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
"No, non ha capito, è solo che stavo cercando di accertarmi di una cosa.. non è che mi toccherebbe?” le chiede lui.
“Pervertito!” sbotta la signora, disgustata.
“No, no, ma che ha capito? Poi senta, se io so’ pervertito, lei è un’illusa. Non dirigo certo quel genere di interesse verso donne della sua età.. “ mette subito in chiaro lui, per poi ricorrere al suo fascino irresistibile.
"Anche se di tutto rispetto, complimenti, quei settant’anni non li dimostra affatto!” aggiunge suadente.
“Ne ho ottantuno.. adulatore!” ridacchia ammaliata la sua interlocutrice.
Michele però ha un’altra domanda da farle.
“Senta, gentilmente, non è che lei sa dirmi dov’è diretto questo aereo?”
“Scusi, ma lei tende spesso a prenotare voli di cui non conosce la destinazione?” domanda lei, allibita.
Michele comincia a perdere la pazienza.
“E lei non tende mai a farsi i cazzi suoi?”
<< Attenzione prego! >> annuncia all’improvviso una voce femminile dagli altoparlanti.
“Ecco, mo mi rimproverano dall’alto perché ho detto un’altra parolaccia. Sta’ a vedere che hanno cambiato idea e mi riportano indietro.. “ teme il peggio lui, mentre la Signora lo guarda sempre più perplessa.
<< Si avvisano i Signori viaggiatori che stiamo per atterrare a Roma >> conclude l’annuncio l’altoparlante, mentre Michele tira un sospiro di sollievo per il falso allarme.
Si rivolge nuovamente alla vecchietta, con aria trionfante e vagamente indisponente.
“Ha visto? Qualcuno alla fine si è degnato di dirmi dove stiamo andando!”
“Screanzato!” borbotta l’anziana signora, offesa.
“Rompiscatole!” replica lui allo stesso modo.
“No, Laura, scusa, che significa che non vieni ? Hai circa un mese di tempo per sceglierle quella dannatissima torta, devi farlo proprio oggi? Quindi, quella vecchiaccia inacidita me la devo sorbire da sola? Bene, ne terrò conto al prossimo permesso che mi chiederai!”sbotta Monica, riattaccando il cellulare, mentre parcheggia l’auto.
Ricorda ancora la sera precedente, quando da Milano il capo le ha telefonato dandole l’ordine tassativo di andare a prendere sua madre e farle visitare Roma fino a tardo pomeriggio, quando le avrebbe raggiunte anche lui.
Lei aveva subito chiesto aiuto alle sue amiche, ma tutte avevano impegni irrevocabili. Tutte tranne Laura, almeno fino a quella mattina.
< Ma che c’è lo scritto in fronte ‘vecchia-sitter ‘ ? Gran bel modo di iniziare la settimana ! > pensa innervosita, mentre si avvia agli arrivi dei voli e attende che atterri quello che le ha segnalato il suo capo.
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Senza perdere altro tempo, Michele è già andato a recuperare il suo bagaglio, seminando di parecchi metri la sua insopportabile vicina di posto.
L’attesa non è lunga e in breve riesce a riconoscerlo e appropriarsene.
Ma quello era solo il minore dei suoi problemi. Infatti, si siede su una panchina libera, riflettendo su quanto è successo.
< Bene. Sono tornato vivo, sono sulla Terra, sono a Roma. Ma devo aspettare qualcuno? Forse Paolo sta venendo a prendermi ? Devo andare io da lui? Ma soprattutto.. ce l’avrò ancora il mio ristorante? Di quanto siamo tornati indietro nel tempo? > si pone una domanda dietro l’altra, nella più assoluta confusione, fissando la vetrata.
Non c’è nemmeno un calendario nei paraggi che lo possa aiutare. Sa che se si mettesse a chiedere a un passante che giorno, che mese e che anno è lo prenderebbero per un pazzo.
Certo, gli basterebbe andare in un’edicola, comprare un quotidiano e vedere che data reca, ma non è abbastanza lucido per trovare quella soluzione.
Monica guarda annoiata tutti i passeggeri del volo che in breve si dileguano, tutti tranne quella che aspetta lei.
< Ma quanto ci mette ? Signora, guardi che non abbiamo l’intera mattinata! > pensa, sbuffando, mentre cerca nella borsa il suo specchietto per darsi una sistemata ai capelli.
Frugando le scivolano dalla borsa penna e bloc-notes che provvede subito a raccogliere, chinandosi nella direzione in cui sono caduti.
Ed è lì che si accorge di qualcosa che prima non aveva visto: seduto poco distante da lei c’è un uomo aitante, dai capelli neri e la barba incolta e la sua aria di mistero è accentuata dal fatto che è estremamente assorto nei suoi pensieri, mentre guarda fuori da una vetrata.
< Posso fare a cambio e mostrare la città a lui? > pensa, continuando a guardarlo.
Decide che rimanere lì ferma non l’aiuterà di certo, quindi è in procinto di avvicinarlo, non importa come, le verrà in mente una scusa credibile quando sarà davanti a lui.
Ma la donna non riesce ad attuare il suo piano.
“Tu devi essere Monica, giusto?” domanda una voce alle sue spalle e voltandosi Monica si trova davanti l’anziana signora che stava aspettando.
“Esatto e sono qui per mostrarle la città, Signora!” sorride forzatamente lei.
“Un tempismo perfetto, accidenti a te!” sibila tra i denti.
“Come, cara?”
“No, niente, lasci perdere. Piuttosto, mi dica, ha fatto buon viaggio?” cambia argomento lei.
“Sì, se non fosse stato per quel giovanotto che avevo vicino di posto, così strambo e maleducato, un tale buzzurro!” racconta lei.
“Immagino, Signora, ne è pieno il mondo… “ commenta Monica, mentre a malincuore la conduce alla sua macchina, senza nemmeno voltarsi indietro un’ultima volta.
Tutto quel vociferare improvviso nelle sue vicinanze ridesta Michele dai suoi pensieri. Smette di guardare fuori dalla vetrata e si concentra sulla provenienza delle voci.
Riconosce subito, da lontano, la sua insopportabile compagna di volo, ma ciò che cattura la sua totale attenzione è la donna che è con lei.
L’ha vista solo di spalle, ma osserva affascinato quei riccioli selvaggi di un bel rossiccio tendente al biondo agitarsi mentre cammina, una camminata esageratamente sicura e imponente, nonostante i tacchi alti.
L’unico suo rammarico è che quelle belle gambe si lascino intravvedere poco da quel gonnellone a fiori che lui reputa troppo lungo.
Si alza, nel tentativo di continuare a seguirla con lo sguardo e magari riuscire a vederla anche in volto, ma qualcuno lo distoglie.
"Michele, finalmente ! Non ti trovavo più, dove ti eri cacciato?” esclama Paolo, andandogli incontro.
“Paolo! Paolooo ! Sei davvero tu! “ esulta lui, vedendo il suo migliore amico, correndo ad abbracciarlo stretto e cercando di sollevarlo pure.
“Sì, ok, d’accordo che non ci vediamo da un po’, ma mi sembra esagerato. Sono anche salito a trovarti qualche giorno, l’altro mese, no? Così sembra che non mi vedi da una vita!” commenta l’amico, staccandosi.
“L’hai detto!” si lascia sfuggire Michele.
“Come, scusa?” lo guarda confuso Paolo.
“Nieeeente. Lascia staaaaare!” cantilena lui, facendo spallucce lui, come se la cosa fosse di poco conto.
“Sono così contento che sei tornato stabilmente qui!” sorride Paolo, mentre si avviano all’uscita.
“Come stabilmente?” domanda confuso l’amico.
“Ma sì, non ti ricordi? Quando hai lasciato il lavoro di agronomo e ti sei trasferito a Milano a rincorrere il tuo sogno, dicendo che come città aveva più possibilità da offrirti? Ora capisco che ti dispiaccia che sia andata male con il ristorante che hai aperto là, ma dimenticartelo addirittura!” lo prende in giro Paolo, pensando che stia scherzando.
< Ah sì, me l’avevano detto. Per tutti è come se io sia stato fuori città! > si ricorda Michele.
“Ma sì, dai, Milano non fa per me, sto molto meglio qui!” risponde lui, con nonchalance.
“Vero. Poi sei fortunato, sai? Il tuo appartamento che avevo affittato a uno studente, si è liberato proprio settimana scorsa, insomma, hai di nuovo casa tua!” lo informa Paolo.
“Perfetto. E.. ho intenzione di aprire un ristorante qui, giusto?” chiede conferma lui.
“Mi prendi in giro? Sei tornato apposta per questo, settimana prossima hai appuntamento per vedere il locale.. “ risponde l’altro.
“E dire che da Milano a Roma non si soffre il jet-lag !” aggiunge, guardandolo preoccupato.
“Ma sai, io arrivo da un po’ più su di Milano.. “ borbotta Michele.
“Lo sapevo, hai scelto uno di quei voli low-cost pieni di scali, che ti fanno partire da posti improponibili a orari improponibili? “ deduce il suo amico.
“Più o meno.. qualcosa del genere.. “ sta sul vago lui.
“Vabbè, l’importante è che ora sei qui e mi aiuterai con il mio matrimonio. Stavolta non la lascio più all’altare, la mia Laura me la sposo per davvero!” gongola felice lui.
“Ah, ecco dove siamo tornati! Al tuo secondo tentativo di sposarla!” pensa Michele ad alta voce, capendo finalmente la collocazione temporale.
Paolo lo guarda sempre più preoccupato.
“Michele, fattelo dire, a te volare fa davvero male!”
A fine giornata, Monica torna in redazione, felice che il capo sia venuto a riprendersi sua madre.
Laura è l’unica rimasta, Elio e le altre sono già tornati a casa.
“Avevano tutti molto da fare!” risponde Laura a quella domanda che Monica nemmeno le ha fatto.
“Hanno sempre tutti molto da fare. Tu perché sei ancora qui?” le chiede.
“Devo finire di rispondere a una lettera e a casa non riesco a concentrarmi bene. . “ spiega lei.
“E ti concentri bene mettendo le statuine della torta sulla tua scrivania?” commenta pungente Monica.
“Vabbè, quello era un break! Hai visto che belle? Le ho scelte proprio bene!Sono anche più belle di quelle della prima volta!” sorride , mostrandogli le statuine degli sposi molto somiglianti a lei e Paolo, facendole baciare uno con l’altra e canticchiando la marcia nuziale.
“Ormai sei irrecuperabile!” alza gli occhi Monica, ma la verità è che è felice per lei.
"Piuttosto, scusami per oggi, lo so che ti avevo dato la mia parola, ma.. “ torna seria Laura, mettendo via le statuine.
“Figurati, in fondo non è stato poi così male, almeno non in aeroporto.. “ commenta Monica.
“Perché? Hai fatto incontri interessanti?” si incuriosisce l’amica.
“Non è stato proprio un incontro, anzi… forse non è stato nemmeno reale, avrò avuto un’allucinazione per il troppo stress, anche se sembrava più uno di quei miraggi che si hanno nel deserto.. “ racconta l’altra, sedendosi sulla scrivania dell’amica.
"Allora, cosa o chi credi di aver visto?” domanda Laura, sempre più curiosa.
“L’uomo più affascinante del mondo!” risponde Monica, con un sospiro e l’aria sognante.
TBC
io mi sono divertita parecchio a scrivere questa parte, spero che abbia divertito anche voi leggerla.
ah, niente contro la Liskova ma.. qui Laura ha le sembianze della Rocca, per me è lei la Laura autentica!
Come sempre, liberi di dirmi qualunque cosa pensiate.
alla prossima
per prima cosa i ringraziamenti:
Nomad609: sono contenta ce la trovi una cosa tenera (non resterà sempre così tenera ;) ) , e concordo con te, Michele e Monica sono la vera coppia di TPPA, senza dubbio!
Dreaming Archer (evvai, una nuova lettrice!!): sono contenta che ti piaccia quest'idea.. e grazie per i complimenti. scrivere è ciò che più amo in assoluto, quindi non posso che essere felice se do l'impressione di farlo decentemente ^^
ZebraVola :sei gentilissima. Felice che ti sia piaciuta quella battuta e la signora anziana + il quasi incontro (forse forse che ora smetta di essere 'quasi ? ehmm io non ho detto niente!)
Ili91 (yeeaaaaah, un'altra nuova lettrice!!) : grazie, sono davvero felice che finora ti piaccia e che ti sia piaciuta la trovata di farlo ritornare (uff! prchè non può succedere er davvero in tppa3??) quanto al fatto che litigheranno.. eh, eh lo vedrai.. forse anche adesso.. ehmm di nuovo, io non ho detto niente!
spero vi diverta anche questa parte
Capitolo II : Eccoti
“Gente, non perdiamo tempo! Domani dobbiamo uscire col nuovo numero e bisogna trovare un editoriale efficace!” irrompe in redazione Monica, diretta verso la scalinata che conduce al suo ufficio.
Elio la raggiunge sotto le scale, come folgorato.
“Non ci posso credere! Che giorno glorioso! “
“Elio, si può sapere che ti prende?” gli chiede Monica confusa.
“Hai detto ‘Gente ‘, gente, hai capito? Gruppo complessivo di persone che non discrimina fra maschi e femmine!” spiega lui, sempre più compiaciuto.
Monica preferisce ignorarlo e va nel suo ufficio.
Dopo qualche minuto in cui ha controllato la sua agenda, scende di nuovo, con l’intento di organizzare una riunione di gruppo.
“Ragazze, tutte a raccolta, grafica inclusa!”
Elio raggiunge tutte, guardandola malissimo.
“Allora dillo che lo fai apposta!”
“Ovvio che sì!” replica lei, con aria perfidamente soddisfatta.
“Ho deciso, parliamo di un argomento sempre molto apprezzato: ‘ Alla ricerca dell’uomo ideale. ‘ Come lo vogliamo? Che requisiti deve avere? Forza, ognuno dica la sua, così poi scrivo l’articolo.. “ incita tutti Monica, sedendosi sulla scrivania, postazione dalla quale riesce a dominare ognuno dei presenti.
“Monica, non c’è che dire, hai sempre queste idee così esplosive… chissà come ti vengono!” commenta Laura con un sarcasmo nemmeno troppo velato.
“Le grandi menti pensano in grande!” si difende la sua amica.
“Visto che parli tanto, perché non lo descrivi per prima tu il tuo uomo ideale?” la sprona.
“Ma io l’uomo ideale ce l’ho già. E me lo sposo pure!” esulta lei, con un sospiro romantico.
“Sì, tesoro, ce lo ricordi almeno trecento volte al giorno!” borbotta la riccioluta.
“E ti prego, non mostrarci più le statuine della torta!” le intima subito dopo.
“Laura, si vede che ti accontenti di poco.. “ commenta glaciale Lea.
“Il mio uomo ideale deve essere facoltoso, con un conto corrente di tutto rispetto e un lavoro redditizio!” sentenzia la bionda.
“Bastava anche solo dire ‘ricco ‘, sai? Comunque, complimenti, Lea, il materialismo a te fa un baffo!” replica Monica, mentre prende appunti.
“E cosa forse ancora più importante, non deve perdere la testa per quelle più giovani!” aggiunge quasi ringhiando Lea, ancora furibonda col marito che l’ha lasciata.
Rosa le da una pacca di conforto sulla spalla e si prepara a parlare.
“Il mio uomo ideale deve amare i viaggi. E, ovvio, deve adorare i bambini, Ecco, deve amare viaggiare con i bambini!” sorride sognante.
“Ma scusa, Rosy, non hai già tuo marito?” le fa osservare Laura.
“Sì, certo, mio marito!” ripete lei, molto poco convinta.
“Poche storie. Il mio uomo ideale deve saperci fare a letto!” interviene Maya.
“Maya, questo non è l’uomo ideale, è semplicemente ogni tipo di uomo che scegli tu!” le fa notare Monica.
“No, non è vero, mi capitano anche gli imbranati. Ma che ci vuoi fare, io una possibilità la do a tutti!” si difende la ragazza.
“No, tu la dai a tutti e basta!” si sente in dovere di precisare la direttrice.
Maya fa spallucce, sapendo già che non può replicare.
“L’uomo ideale anche in mezzo a una folla di sole donne deve farsi notare per la sua mascolinità !” commenta Elio, desideroso di riempire il silenzio che è calato.
“Certo, e sai quant’è stato virile intromettersi in questo discorso per sole donne?” sottolinea subdola Monica.
“Ma.. scusa, sei tu che mi hai convocato in riunione!” ribatte lui.
“Sì, ma era solo per discutere delle foto di repertorio e dell’impaginazione, non mi aspettavo che ti animasse un argomento così tinto di rosa, tanto da voler partecipare attivamente alla discussione!” precisa lei, sempre più subdola, con le altre quattro che ridacchiano in sottofondo.
“Basta, non ce la faccio più, rimanere in questo posto mi ucciderà!” alza gli occhi il povero grafico.
“E per te, Monica? Dicci un po’, come deve essere il tuo uomo ideale?” le chiede Maya.
Monica sorride, togliendosi gli occhiali e mettendosi una bacchetta fra i denti.
“Deve solo esistere!”
Pensando che il suo amico avesse bisogno d’aiuto dopo esser stato via per tanto tempo ed essere tornato solo il giorno prima, Paolo ha ben pensato di passare da Michele , proponendosi di aiutarlo a riassettare un po’ l’appartamento e andar al supermercato a comprare tutto il necessario.
Questo ha portato via ai due l’intera mattinata, mentre rincasano stanchi, ma soddisfatti, poggiando sul tavolo varie borse.
“Quanto mi mancava fare la spesa!” esulta Michele, mentre disfano le borse.
“Io non ci vedo tutta questa allegria, anzi, abbiamo pure beccato la cassa con più coda in assoluto. Altro che Esselunga, la dovrebbero chiamare Cassalunga!” borbotta Paolo.
Michele non lo ascolta nemmeno, la sua prima preoccupazione è infilarsi nuovamente il suo adorato grembiule, afferrare gli ingredienti principali e mettersi all’opera.
“Ti va una birretta?” propone Paolo, stappandone due bottiglie e porgendogliene una.
“Che bello, birra. Quanto mi mancava!” esulta l’altro bevendola con gusto.
Paolo lo osserva stranito.
“Ho quasi paura ad offrirti le patatine!” mormora tra sé e sé, allungandogli il sacchetto.
“Uh, patatine! “ esclama l’altro, prendendone una manciata.
“Non ricordavo più che erano così buone!” bofonchia soddisfatto, a bocca piena.
Paolo è sempre più perplesso, ma preferisce non dirgli nulla, soprattutto quando gli suona il cellulare e decide di allontanarsi per rispondere.
“Laura, tesoro mio, ciao!” esclama, felice di sentirla.
“Ciao, amore, tutto bene?”
Paolo osserva Michele, che si è nuovamente allontanato dai fornelli per accendere la televisione.
“Sì, che bello, la posso vedere di nuovo a colori!” gioisce soddisfatto.
“Ma.. più o meno, diciamo.. “ risponde a Laura, un po’ confuso.
“Invece stamattina sul lavoro è stata una giornata molto interessante, abbiamo discusso di un argomento che mi ha fatto venire un’idea, forse un po’ pazzerella.. “ ridacchia lei.
“Cosa?”
“Quel tuo amico.. quello che è tornato in città ieri.. “
“Michele?” la aiuta lui.
“Sì, scusa ma non mi ricordavo il nome, del resto non l’ho mai visto, nemmeno quando c’è stato il nostro matrim.. cioè il quasi, quello prima, quello dove mi hai lasciat.. “
“Sì, amore, non c’è bisogno di ricordarlo, concentriamoci su questo, dove stavolta andrà tutto a meraviglia!” la rassicura lui.
“Ad ogni modo, che c’entra Michele?” le domanda.
“Dimmi, il tuo amico è fidanzato?” chiede lei.
Paolo per poco non scoppia a ridere.
“Lui?! No, no, non è proprio il tipo. Ma, Laura, scusa, com’è che mi stai facendo tutte ‘ste domande su di lui? Mi devo preoccupare?” si agita.
“Gelosone che non sei altro, non è mica per me. Lo chiedevo per Monica, sai, la mia amica, no?” chiarisce lei.
“Ah. Però non ho capito comunque!”
“E’ semplice, loro saranno i nostri testimoni, quindi è bene che si conoscano, che dici? Io pensavo di organizzare una cena a quattro, così li presentiamo. E poi, chissà, magari da cosa nasce cosa. O male che vada, sarà comunque una serata piacevole!” sentenzia lei.
“Sai che non è affatto male come idea? “ approva lui, mentre Michele continua a cucinare ignaro.
“Perfetto, allora dai, organizzo per settimana prossima, martedì. Spero che faccia piacere a Monica, le farà bene conoscere qualcuno. Sai, anche se ci frequentiamo da poco è a tutti gli effetti la mia migliore amica, mi sembra di conoscerla da sempre!” commenta lei.
Paolo è nuovamente distratto dal fatto che Michele ha intravvisto qualcosa sul tavolo e si è avvicinato.
“Paolo, non avevo visto che avevi preso anche il giornale! Mi mancava leggerlo, sai là mi davano solo pesantissimi manuali di istruzioni.. “ gli urla Michele, assalito dall’ennesima ondata di entusiasmo, sfogliando qualche pagina.
“Invece lui è il mio migliore amico da quand’eravamo ragazzini.. ma mi sembra di non conoscerlo più!” le risponde Paolo, riattaccando.
Un po’ timoroso, Paolo si avvicina all’amico.
“Tutto ok?” gli chiede.
“Alla grande!” risponde Michele, senza nemmeno alzare gli occhi dal giornale.
“Bene. Ascolta, Laura settimana prossima organizza una cena, così te la presento.. “ comincia Paolo.
“Mi sembra ottimo!” sorride Michele.
“Sì, ma il punto è che non saremo solo noi tre, ci sarà anche una sua amica.. “ lo avverte.
“Ah, quindi è una cena a quattro. Ancora meglio, sarà un’occasione per sfoderare ancora le mie doti di rubacuori!” fa un sorrisetto lui, tornando ai fornelli.
“Ma se da ieri da qui a casa sei riuscito a flirtare con un’hostess, una cameriera, una giornalaia, una passante e perfino la taxista, che ci ha pure offerto la corsa? Senza contare con la cassiera stamattina!” gli ricorda Paolo.
“Sì,ma quella è robetta, sono solo flirt. Invece sono passati mesi da quando… “ si lascia sfuggire Michele.
Paolo lo guarda sconvolto.
“Cosa?! Non mi dirai che a Milano... niente.. “
“Diciamo che a ‘Milano ‘ non c’è mai stata occasione.. “ sta sul vago lui.
“Ma come? Tu, il grande conquistatore?” borbotta incredulo l’altro.
“Sì, io, il grande conquistatore. Che te devo dì? Ero troppo indaffarato col mio lavoro di sorveglianza!” ribatte Michele, parlando un po’ troppo per la seconda volta.
“Ma scusa, non fai lo chef?” lo mette alle strette Paolo.
“E.. appunto. Sorveglianza… della cucina. E ti assicuro che non era impresa facile, specie quando *qualche ingrediente * non mi ascoltava e faceva sempre di testa sua!” si giustifica Michele, con un tono di rimprovero nell’ultima parte.
“Ma.. perché? Mi stai dicendo che tu.. tu parlavi con gli ingredienti?” balbetta Paolo, guardandolo quasi terrorizzato.
“ Solo quand’era indispensabile..” alza gli occhi Michele.
“Michele, a te non fa bene neanche cucinare!” sentenzia preoccupato il suo amico.
“Assaggia prima questo e poi ripetimelo se hai il coraggio!” lo chiama a sé, facendogli assaggiare una cucchiaiata di sugo allo scoglio.
“Uh, come non detto, tu devi cucinare eccome! “ rettifica Paolo, appagato. “Questa roba è divin..”
“No, non lo dire!” gli tappa prontamente la bocca Michele.
“Ma che ti è preso?” domanda sconcertato Paolo.
“Mi puoi dire che sono bravo, che ci so fare, che sono formidabile. Ma così è un po’ troppo sacrilego! Fidati, io lo so!” risponde l’altro, guardando in alto.
La settimana sembra volare, giunge il fatidico martedì e Michele lo inizia nel migliore dei modi, perché nel pomeriggio ha concluso positivamente l’affare, diventando proprietario di quello stesso locale che nei mesi passati lo aveva riempito di soddisfazioni.
Infatti, rimane fuori a osservarlo compiaciuto anche sul fare del tramonto, immaginandoselo già arredato come desidera lui, come in fondo è già stato arredato precedentemente, è solo questione di giorni.
Michele sorride soddisfatto.
< Alla cena di stasera avrò qualcosa da festeggiare! >
Sta per tornare a casa a prepararsi, quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo fa rimanere.
Da lontano vede una donna che fa jogging. Non è una donna qualunque , l’ha già vista qualche giorno prima. E’ vero, non aveva avuto modo di vederla completamente, ma sarebbe capace di riconoscere fra mille quei bei riccioli rossi indomabili. E ora che riesce a vedere anche il resto, non può che continuare ad osservarla affascinato.
******************* (Contemporaneamente)
Monica ha finito di lavorare da almeno mezz’ora, ma anziché tornare a casa ha pensato bene di cambiarsi nel bagno della redazione e andare a fare un po’ di jogging all’aria aperta, in un posto poco frequentato dalle macchine, lontano dallo smog cittadino.
Non è un improvviso desiderio di riconciliarsi con la natura a spingerla a fare questo. No, lei lo vede solo come un obbligo imprescindibile di buttare giù qualche chilo di troppo, in vista di quelli che sa già che finirà per accumulare con la cena di quella sera.
Quasi si pente di aver accettato.
E’ sfinita, non ne può più, così adocchia il primo muro disponibile e ci si appoggia, ansimando faticosamente.
Si accorge dopo qualche istante di un’altra mano poggiata vicino alla sua e quando alza lo sguardo per poco non perde la presa: di fronte a lei c’è il misterioso uomo affascinante che ha intravvisto all’aeroporto e che ora le sta sorridendo, guardandola dalle lenti scure dei suoi occhiali da sole.
“Tutto bene?” esclama lui, continuando a sorriderle.
Lei si limita solito a sorridere in risposta, ancora col
fiatone.
“Giuro che non vorrei sembrarle banale o scontato, ma… ho l’impressione di averla già vista!” mormora lui.
“E io credo che l’impressione sia reciproca!” risponde lei, con affanno, mentre tenta di riprendere fiato.
“Ma che si stanca a fare? Lei non soltanto è in forma ma è proprio perfetta così com’è!” continua Michele con voce suadente, facendo allargare il sorriso di Monica.
“Permette?” si offre, notando la sua scarpa slacciata e chinandosi per allacciargliela, appoggiando il piede al suo ginocchio.
“Molto gentile, grazie!” sorride lei, rapita.
“E’ un privilegio. “ risponde lui, abbassandosi gli occhiali, prima di rialzarsi.
“Lei non è fidanzata, vero?” le domanda a bruciapelo.
“Come fa a saperlo, scusi?” domanda a sua volta lei, nervosamente.
Michele si toglie del tutto gli occhiali, fissandola con intensità.
“Nessun uomo sano di mente la lascerebbe correre da sola così, privandosi del piacere della sua compagnia. “
Sentendo quelle parole, Monica va in brodo di giuggiole.
< Ma sta succedendo proprio a me ? > pensa, continuando a sorridergli.
“Poi scusi, si vede anche dai suoi occhi” aggiunge Michele.
“Perché? Che cos’hanno i miei occhi che non va?” domanda lei, un po’ agitata, senza però smettere di sorridergli.
“Sono bellissimi, ma un po’ tristi.. “ risponde lui languido.
Monica sente che sta per sciogliersi.
“Sa, mi duole molto interrompere un così bel momento tra noi, ma ho un impegno.. “ l’avverte lui, a malincuore.
“Sì, in effetti stavo andando via anch’io.. “ mormora lei, disillusa.
“Guardi, io ne farei volentieri a meno e mi tratterrei con lei, ma sa.. l’ho promesso al mio migliore amico e per gli amici si fa tutto.. “
“Lo capisco, non si preoccupi, ci saranno altre occasioni, forse.. “ cinguetta lei.
“Per di più è una delle cose più patetiche che esistano. Mi hanno organizzato una cena a quattro, con una che nemmeno ho mai visto, solo perché è l’amica della fidanzata del mio amico. Di sicuro sarà una sfigata, noiosissima, petulante e disperata, una di quelle arrivate all’ultima spiaggia, ha presente?” continua lui, non capendo perché lei abbia smesso di sorridergli.
Anzi, si direbbe che ora lo stia fulminando con quei suoi bellissimi occhi.
“E ce l’ho presente sì, direi! Eccola qua, la tua sfigata, noiosissima, petulante, disperata, arrivata all’ultima spiaggia!” sbotta lei.
< Uomo ideale un corno! > pensa furibonda.
“Mi stai dicendo che tu.. sei l’amica di Laura?” deduce lui.
“E tu l’amico di Paolo!” conclude lei, sempre più innervosita.
Michele sorride, avvicinandosi a lei.
“Ma è fantastico!”
“Fantastico, un paio di palle! E così, invece di andarti a preparare te ne vai a zonzo a broccolare la prima che passa? Chissà quante volte lo fai. E se passava qualcun’altra? A quest’ora eri con lei a ridere di me e di questa maledetta cena alla quale ti hanno forzato a partecipare, evidentemente. Beh, sai che ti dico? Nemmeno io facevo i salti di gioia, pensavo mi sarebbe capitato l’ennesimo imbranato o iper appiccicoso e invece mi becco uno stronzo, per di più cafone!” sbraita lei, inviperita.
“In effetti forse era meglio se passava di qui una meno inacidita di te. Ma tu guarda se devo stare qui a farmi insultare da una pazza isterica, paranoica di prima categoria! Non c’è da chiedersi perché tu non sia fidanzata!” sbotta lui.
“Come ti permetti? Guarda che se lo ripeti ti scortico vivo!” lo minaccia lei.
“Ma se non c’hai nemmeno fiato per fare una corsetta!” la sfotte lui.
“E comunque a questo punto, direi che la cena è definitivamente saltata! “ sbotta lui, in procinto di andarsene, ma lei lo raggiunge.
“Eh no, carino, non pensarci nemmeno!” lo contraddice.
“Quei due si sono sbattuti tanto per farci conoscere e quindi per farli felici non solo questa stramaledettissima cena si farà , ma tu sarai impeccabile e passeremo una serata incantanevole!” gli impone, sbraitando nell’ultima parte e puntandogli più volte l’indice contro il petto, prima di allontanarsi inviperita.
< Si, certo, le premesse per passare una serata incantevole ci sono tutte.. > pensa sarcastico Michele, sbuffando innervosito ma sotto, sotto anche un po’ divertito dal suo caratterino battagliero.
TBC
Ebbene sì.. ho usato la scena di quel fa-vo-lo-so primo incontro ( per di più, per tirar giù i discorsi me la sono rivista una dozzina di volte.. awwww ) , era troppo bello per lasciarlo inutilizzato.. però ho spostato i tempi e, come avrete notato ho cambiato qualcosina!
E nel prossimo capitolo li vedrete alle prese con la fantomatica cena a 4, ecc…
Spero continui a piacervi , ma sono anche aperta a critiche, come sempre!
grazie a chi la legge, chi l'ha messa fra le preferite, le seguite, quelle da ricordare.. significa molto per me ^^
Zebraviola: Felicissima che ti
abbia divertita e che ti piacciano gli elementi di
acidità in Monica, ce ne saranno anche ora.
Ili91: Felicissima ti abbia divertito il commento sulla tv a
colori. Tranquilla, Michele la smetterà di venerare sempre tutto , erano reazioni a caldo ;) Ehmm
sì, quei due litigheranno spesso e volentieri..
Chiara: non ho parole, sei sempre troppo, davvero troppo
gentile e mi dici sempre cose meravigliosissime. Cmq,
davvero basta anche solo se mi commenti da una parte, è già molto!
^^ Uh, che bello, finalmente le tue splendide storie stanno arrivando anche
qui. Spero le leggano in tanti.
DreamingArcher:
Felice che ti abbia divertito l’inizio e ti sia piaciuto l’incontro tra i due
piccioncini. Ora arriva la cena..
Nomad609: waaaw, grazie di avermi
detto che Monica ti sembra davvero Monica * fa la danza della gioia *. Sei
troppo buona davvero.
E ora, si continua..
(piccola parentesi: dopo non so + quanti anni che scrivo qui.. finalmente ho scoperto l'html!! ^^)
Capitolo III: Cuori in tempesta
“Dai, Michele, muoviti, siamo in ritardo, poi Laura chi la
sente se no!” lo sprona Paolo, scendendo dalla macchina dell’amico.
“Ma dai, saranno sì e no cinque minuti al
massimo. E poi di che ti preoccupi? Non dici sempre
che ti piace litigare con Lauretta tua così poi fate pace da bravi
piccioncini?” lo sfotte l’altro.
“Ah-ah,
spiritoso. Io almeno qualcuno con cui far pace ce l’ho!”
ribatte l’altro.
“Però, chissà, forse da stasera, può darsi che con l’amica
di Laura… “ aggiunge sornione.
“No, non credo proprio!” lo fa desistere lui, mentre si
avviano al ristorante che ha prenotato Paolo.
“Ma come fai a dirlo? Non l’hai nemmeno
vista ancora!”
“Già, è vero. Che vuoi che ti dica?
E’ un presentimento... “ alza gli occhi lui.
“Ecco, lo vedi? Già cominciamo
bene. E’ anche in ritardo!” fa presente Monica all’amica,
indicandole l’orologio, mentre attendono all’ingresso del ristorante.
“Ma dai, cinque minuti non è
ritardo! E poi di certo sarà colpa di Paolo, lui è costantemente in ritardo.. “ commenta Laura, mentre guarda fuori.
“No, di sicuro sarà colpa del suo amico e già questo ti
dimostra quanto ci tiene ad essere qui!” ribatte l’altra.
“Ma come fai a giudicarlo già? Nemmeno l’hai incontrato ancora!” le fa osservare Laura.
“Ti dirò, ho una specie di sesto senso per
‘ste cose.. “
“Lascia perdere il tuo sesto senso, stanno arrivando!”
l’avvisa l’amica.
Per quanto sostenga che le importi
poco o niente di quella serata, Monica si da comunque una veloce controllata a
pettinatura e trucco per accertarsi di essere a posto.
I due uomini fanno il loro ingresso.
Per prima cosa Paolo va a baciare la sua
futura sposa, scusandosi per il contrattempo che hanno avuto.
“Tranquillo, non è successo niente.
Allora, Monica, lui è Michele. Michele, lei è Monica, la mia
migliore amica!” sorride Laura, facendo le presentazioni.
Nelle poche ore precedenti a quell’evento i due hanno avuto
modo di provare , ciascuno in privato, la propria
parte e riescono a stringersi la mano con l’aria di due perfetti estranei.
“Incantato.. “ mormora Michele,
avvicinandosi al suo viso per darle un bacio sulla guancia, ma in realtà è un
espediente per parlarle di nascosto dagli altri due.
“Nel senso che tu sei una strega!” le bisbiglia
all’orecchio.
“Rapita.. “ gli fa un sorrisone a
trentadue denti Monica, mimando la sua strategia.
“Nel senso che preferirei essere rapita piuttosto che
doverti sopportare per tutta la sera!” aggiunge in un bisbiglio, riuscendo a
resistere al forte impulso di pestargli pure un piede con le sue scarpe tacco
dodici.
“L’inizio già promette bene!” sorride soddisfatto Paolo a
Laura, osservando in disparte la scena.
“Allora, ci vogliamo accomodare?” propone Michele,
avvicinandosi a Paolo che fa strada.
“E comunque il mio sarà più bello!” borbotta lui, dando una
rapida occhiata all’intero locale.
“Certo, non lo metto in dubbio.. “
lo asseconda Paolo, raggiungendo il tavolo riservato a loro.
Da bravi gentlemen i due uomini provvedono a spostare la
sedia delle due donne per farle accomodare.
Nel mentre le due si tolgono il
soprabito e quando Michele vede cosa indossa Monica per poco ha un cedimento:
l’aveva già intrigato nel pomeriggio, in versione ultra sportiva, ma ora che
sfoggia con disinvoltura un abito nero longette, con
una scollatura abbastanza generosa e una linea morbida che le sottolinea le
curve nei punti giusti, lui deve ammettere che è davvero splendida.
Inoltre, lei a deciso di raccogliere i suoi riccioli ribelli
in un’elegante acconciatura che le lascia scoperti il collo e le spalle, pur dirottando
l’attenzione sul decolté grazie a una raffinata collana con pendente.
“Beh? Se vuoi fare il cavaliere
almeno fallo fino in fondo, perché se non sposti un po’ di più quella sedia, a meno che non diventi anoressica convinta non c’è verso che
riesca a sedermi!” lo distoglie Monica.
Solo in quel momento Michele si accorge che è rimasto
impalato, con la sedia spostata dal tavolo solo di pochi centimetri.
“Oh, sì, hai ragione, scusa.. “ si
ridesta lui, lasciandola sedere.
Già comodamente seduta al suo posto, Laura osserva quel frangente divertita e col sorriso di chi sa.
“Hai ragione, la serata promette davvero bene!” confida a
Paolo, prima che anche lui vada ad appendere il cappotto con Michele.
“Bene, bene, direi che questa Monica sta già facendo colpo!”
sorride Paolo, dando una gomitata all’amico.
“Ma no, che dici? Era tutta scena.. “ si giustifica lui, sperando di essere convincente.
“Ah, già, dimenticavo i tuoi mille e più trucchi da
conquistatore!” commenta l’altro e, non visto, Michele tira un sospiro di
sollievo.
“Allora, è carino, vero?” esclama Laura, mentre aspettano
che tornino.
“Ma chi? Il cameriere dici? Sì, non
è male, forse un po’ troppo giovane per i miei gusti..
“ risponde con nonchalance Monica.
“Ma che cameriere! Io intendevo
Michele. E dai, non ci usciresti con uno così?”
“Preferirei uscire con Hannibal
The Cannibal!” è l’immediata e secca risposta di
Monica, vittima dell’impulsività.
“Come, scusa?” la guarda confusa Laura.
“No, è che, voglio dire, ci siamo solo stretti la mano, non so
niente di lui, almeno prima di uscirci fammelo conoscere meglio!” si giustifica
lei.
I due uomini tornano e Monica deve ammettere che Michele ha
uno spiccato buon gusto nel vestire, perché ha nuovamente adottato un look
casual ma elegante, indossando dei jeans neri, una giacca
marrone scuro e una camicia nera leggermente sbottonata che lascia
intravvedere il suo petto virile.
Michele sembra accorgersi di come lo sta guardando lei e se
ne compiace.
In breve ordinano tutti e nell’attesa gli spunti di conversazione
non mancano : argomenti di cultura generale, cinema,
letteratura, tempo libero, aneddoti di gioventù, soprattutto dell’adolescenza
di Paolo e Michele.
Quest’ultimo e Monica fanno del loro meglio per cercare di
parlarsi il più civilmente possibile e capiscono di avere anche parecchi
interessi in comune.
Però nessuno dei quattro si azzarda ad andare nel privato.
Paolo e Laura hanno un piano ben preciso già da un po’ e a
metà della prima portata, trovano uno stratagemma per allontanarsi.
“Nina!” esclama Laura.
Monica e Michele la guardano perplessi.
“Devo dar la buonanotte a mia figlia!
Se non lo faccio non si addormenta più, anzi, è molto probabile che mi chieda anche
di raccontarle una storia! Scusate, faccio più presto che
posso!” spiega, prendendo la borsetta e alzandosi.
“Ma scusa, non finisci nemmeno di mangiare?” le chiede
Monica.
“Scherzi? Se mando giù un’altra
pennetta al granchio esplodo!” risponde l’altra,
allontanandosi.
“La mia squadra di nuoto!” esclama Paolo, qualche minuto
dopo.
“Cos’è? Hanno
bisogno della favola della buonanotte anche i tuoi ragazzi?” lo prende in giro
Michele, cominciando a mangiare la foglia.
“Ma quale favola! E’ che mi sono
dimenticato di avvertirli delle modifiche agli schemi di gioco e domani c’è
l’allenamento. Dovrò avvisarli uno a uno, ci vorrà un po’,
scusate!” si allontana anche lui, col telefonino in mano.
“E così ci hanno lasciati soli!” commenta Michele.
“Già. E dire che Laura la consideravo un’amica!” borbotta Monica, addentando una
generosa forchettata di risotto ai funghi.
Michele le fa un sorrisetto, sia per la sua risposta
caparbia che per il gusto con cui mangia, poi torna a dare attenzione al suo
piatto, con l’aria poco convinta.
“Che c’è?” bofonchia lei a bocca piena.
“Vorrei parlare col capo chef di ‘sto posto per spiegargli
come si preparano delle trenette al pesto degne di esser chiamate tali!”brontola lui.
“Perché ?Sei un
grande esperto di cucina o si tratta solo di un bisogno che hai insito nel dna
di infastidire la gente?” lo punzecchia la sua interlocutrice.
“La prima che hai detto, mia cara.
Non c’è stato modo di parlarne prima, ma si da il caso
che io gestisca un ristorante mio e conosca la differenza di chi cucina perché
lo considera un lavoro e chi invece lo fa per passione!” le spiega.
“E così hai un ristorante. E allora
che ci fai qui? Spii la concorrenza?” insinua lei.
“No. Il punto è che il mio
ristorante qui non lo gestisco ancora, ma lo aprirò a breve. Prima ne avevo uno.. a Milano. “ chiarisce Michele, non
molto convinto nell’ultima parte, del resto deve ancora familiarizzare con
quell’idea.
“Capisco. E
allora quale sarebbe questa famosa differenza?” gli domanda Monica.
“Prendi queste trenette. Il cuoco
avrà pensato ‘io non voglio essere banale! ‘ e quindi ha aggiunto una serie di
ingredienti che lui giudica innovativi, ma che con il pesto non c’entrano
niente. E quindi ne ha ucciso la sua autenticità!”
sentenzia il moro.
“Bisogna smettere di apparire come non si è, di nascondere
l’essenza vera dietro trucchi, sovrastrutture ed espedienti che sono solo
totalmente inutili. Bisogna accettarsi per quel che si è, è
questa la vera bellezza, perché è la semplicità a vincere, sempre!” aggiunge,
con voce calda.
Monica è sconvolta dalla sua profondità.
“Non stiamo più parlando solo di cucina, vero?” deduce lei,
un po’ titubante.
“Sei molto più intelligente di quel che credessi!” le
sorride Michele.
“Grandioso! Allora
mi consideravi pure stupida!” sbotta Monica.
“Possibile che tu non sappia accettare un complimento
sincero ogni tanto?”
“Ma, vedi,non può essere un complimento se sei tu
a farmelo!”
“Eppure, oggi pomeriggio non la pensavi così.. “ mormora lui, sfiorandole la mano, ma lei la ritrae
subito, affrettandosi per cambiare argomento e uscire da quella situazione che
la mette a disagio.
“Mi hai detto di cosa ti occupi tu, è giusto che faccia
altrettanto. Hai presente la rivista per cui lavora Laura? Beh,
io ne sono la direttrice!”
“Quindi sei a capo di una di quelle riviste femminili che
non fanno altro che riempire la testa delle loro lettrici di ideali sbagliati,
scontati e superficiali!” commenta annoiato lui.
“Oh, rieccolo
finalmente! Sai, mi stavo chiedendo che fine avesse fatto il cafone che sei!” lo insulta, mascherando il tutto con un
sorriso.
“Mi dicevi che stai per aprire il tuo
ristorante, vero? Allora, a quando l’intossicazione..ehmm, voglio dire l’inaugurazione?” continua lei,
pungente.
Michele fa finta di ridere.
“Spiritosa. Sarà settimana prossima e
comunque sei invitata!” la avvisa.
“Davvero? E chi
mi assicura che non mi farai trovare un boccone avvelenato nel piatto?” domanda
lei, diffidente.
“Cercherò di resistere a questafortissima tentazione!” ribatte lui,
facendole un sorriso di circostanza.
Da lontano, facendosi i complimenti a vicenda per le geniali
trovate che hanno avuto, Paolo e Laura li osservano interagire.
“Hai visto quanto si parlano? Non stanno zitti un secondo.
Come noi ai nostri primi appuntamenti amore.. “
mormora Paolo, abbracciandola da dietro.
“E’ bello vedere che hanno così tante cose da dirsi. Chissà
di che stanno parlando. E come si guardano! Per me è fatta. E poi sono così carini insieme!” sorride soddisfatta Laura, alzando il viso
per farsi baciare dal suo fidanzato, prima di tornare al tavolo con gli altri.
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Il tempo scorre e in breve si arriva al dessert. Tuttavia,
da quando Paolo e Laura sono tornati hanno notato un certo cambiamento,
un’atmosfera elettrica fra i rispettivi amici, che non hanno perso occasione di
punzecchiarsi a vicenda, qualunque fosse l’argomento di conversazione.
Per di più, ora che è calato un silenzio carico di tensione
fra i due, Laura cerca di romperlo ad ogni costo.
“Allora, Monica, come è andata la corsa oggi?” le chiede con
naturalezza.
“ Sarebbe andata anche bene, se non
fosse per qualche viscido lumacone che m’ha broccolato,
con tutta un’ aria da piacione che non ti puoi
immaginare!” borbotta lei, rivolta all’amica, ma non solo.
Infatti, Michele accusa il colpo, ma non lo da a vedere.
“Ma dai! Come se a voi donne non facesse
piacere! Il jogging è il primo degli espedienti che usate per far nuove
conoscenze, per non parlare della scusa più patetica di tutte: la scarpa
slacciata!” ribatte prontamente lui.
Laura è contenta che i due siano ritornati a parlarsi.
Chi sembra un po’ meno contenta è Monica, decidendo che
quella è la goccia che fa traboccare il vaso.
Infatti, si alza offesa.
“Eh no, bello, guarda che la scarpa mi si era slacciata sul
serio, piuttosto sei tu che ti sei avventato come un avvoltoio, approfittando
del fatto che ero troppo intenta a riprendere fiato
per scappare!” gli risponde a tono.
Paolo li osserva confuso.
“Sì, certo, vogliamo parlare di come mi guardavi, sorridevi , facevi la svenevole?” le fa osservare Michele, alzandosi
anche lui.
“Io svenevole?!Semmai
eri tu affetto dalla sindrome del Principe Azzurro!” si difende Monica.
“Solo che invece di Biancaneve devo essermi imbattuto in una
delle sorellastre di Cenerentola!” sbotta lui.
Monica gli lancia uno sguardo di fuoco.
“Guarda che lo intendo solo dal punto di vista del
carattere, per il resto non hai nulla da invidiare a Biancaneve!” si sente in
dovere di chiarire lui e questo sembra addolcire un po’ l’aria furibonda della
donna.
Intanto Laura e Paola li osservano inebetiti e si guardano
tra di loro.
“Ma..ma allora voi due vi
conoscevate già?” intuisce Paolo.
“Sì, ma è stato solo un caso!” risponde Michele.
“Io lo chiamerei più un fato crudele, infame, infido e
bastardo!” sottolinea Monica.
“Alto, moro..aitante.. settimana
scorsa all’aeroporto.. “ borbotta fra se e se Laura, osservando Michele.
“Michele, l’amico di Paolo che è tornato da Milano settimana
scorsa, all’aeroporto.. “ continua Laura, mentre sia
Paolo che Michele la guardano senza capire.
Monica nemmeno sembra accorgersene, intenta a versarsi del
vino bianco.
“Si erano già visti.. ma.. allora..
“ giunge alla conclusione finale Laura.
“Monica, ma allora è lui il misterioso sconosciuto
affascinante di cui mi parlavi!” esclama, rivolta all’amica.
Per tutta risposta, Monica rischia di soffocarsi col vino
che sta bevendo.
“Ma no, Laura, che dici? E’ evidente che hai bevuto troppo!” tossisce lei, nel panico totale.
“E comunque direi che per me la cena
finisce qui. Laura, fammi un favore, poi ci regoliamo
domani in ufficio, ok? Paolo, complimenti, hai scelto un ottimo ristorante. Buonanotte
a tutti!” dice, prendendo le sue cose e affrettandosi ad
uscire.
Michele non ci pensa due volte e la raggiunge.
“Monica, e dai, torna a sederti!” la esorta.
“No, questa cena, anzi, questa intera serata è stata un
errore!” dichiara lei, fermandosi.
“Ma no, dai. E’ per il commento
sulla sorellastra? Ok, era un po’ indelicato, lo ammetto. Del resto.. non è che tu sia esattamente l’incarnazione della
dolcezza!” commenta lui riuscendo a strapparle un sorriso.
“Non è quello.. “ commenta lei.
“E’ per quello che ha detto Laura?
E allora? Ammettilo, io ti piaccio!” le sorride lui, fiero e
compiaciuto.
“No, ho solo preso un abbaglio! E comunque quella era la tua versione zitta e non insolente, c’è
una bella differenza!” chiarisce lei, stizzita.
“Bugiarda.. “ mormora lui,
chinandosi su di lei con l’intento di baciarla.
“Presuntuoso!” lo ferma lei, schiaffeggiandolo e andandosene
via, affrettando il passo.
Michele, non si aspettava quella
reazione. Ha avuto centinaia di donne e sono sempre tutte cadute ai suoi piedi.
E’ la prima volta che ne conosce una così capace di tenergli testa. Monica per
lui rappresenta una sfida. E lui adora le sfide.
“Mi dispiace che la serata sia andata male!” commenta Paolo,
raggiungendolo all’uscita.
Michele sorride, massaggiandosi la guancia schiaffeggiata.
“Io invece direi che è andata benissimo!”
TBC
Spero continui a piacervi, ma come sempre ditemi qualunque
cosa vi passi per la testa.
Mi scuso se questa storia è mooooooltoMichele-Monica
centrica , del resto non sono una sceneggiatrice, non saprei che
inventarmi per gli altri personaggi, quindi per lo più saranno comparse… anche
tra paolo e Laura non succede nulla di che, sono solo taaanto
innamorati.
Al prossimo capitolo.. e i
battibecchi fra i nostri prediletti non mancheranno!
Prima cosa.. mi sembrano doverosi i
ringraziamenti :
Ilaria, felice che ti abbia divertito, per quel che mi dici
sui personaggi..awwww vado
in brodo di giuggiole!!! ^^Ti dirò..
amo troppo vederli bisticciare..Quanto
a Paolo e Laura, beh loro sono un po’ pasticcioni anche nella serie.. infatti
sono convinti di aver avuto grandi trovate.. (ok, colpa mia che non mi son
fatta venir in mente niente di + credibile, lol!) ..
Chiara, troppo buona, come sempre, per quello che fai e per
quello che mi dici! Grazie infininite.
E complimenti a te e al tuo modo così poetico e romantico di
raccontare piccoli ma grandi momenti di vita M-M ,awwww <3
Nomad, wow davvero ti è venuta in
mente quella lettera (tra l’altro ho da poco rivisto quella pnata..commozioneeeee !! ) ? Grazie per quello che mi dici, sei
davvero troppo gentile, sono felicissima che ti piaccia come rendo
Monica! ^^ Ma dai, allora scrivi anche tu? Daiii,
prima o poi voglio vedere una tua storia qui (cmq ti capisco, conosco la crisi
dell’OOC, l’unico rimedio è provare, provare e riprovare finchè
non ti convincono ;) ) , sappi che una lettrice l’hai
già! ^^
Dreaming, sono contenta che ti
abbia fatto ridere. Accidenti, mi hai fatto davvero un complimento troppo,
troppo,troppo bello * arrossisce *. L’ho detto anche
in altre occasioni, la verità è che ho un modo di scrivere un po’ visionario.. nel senso che ancora prima di metterle nero su bianco
alcune scene le vedo chiaramente in testa.. e solo e soltanto se mi convincono
allora finiscono nei capitoli! ;) cmq, ancora grazie
di cuore!
Zebra viola, sono felicissima ti sia piaciuta la scena dello
schiaffo, pensa che credevo di aver esagerato! Wawww, anche tu mi dici delle cose meravigliose * ringrazia
e fa la danza della felicità *
E ora si riparte..
Capitolo IV: Nessuno mi può giudicare
Monica è ancora un po’scombussolata dall'epilogo di quella serata. Tutto si sarebbe
aspettata ma non che Michele tentasse di baciarla.
Le viene quasi da ridere per l'assurdità della situazione: solo una settimana
prima ne era rimasta folgorata e ora non sopporta più nemmeno la sua vista.
Immersa in quei pensieri nevrotici si cambia e si prepara ad andare a dormire,
almeno l'idea è questa, peccato che passi all'incirca metà notte a girarsi
e rigirarsi , pensando a come potrebbe essere stato se
non avesse fermato quel tentativo di bacio e l'altra metà seduta sul
letto a ripetersi che ha fatto la cosa giusta.
Al mattino decide di ricorrere a dei grossi occhiali scuri per non far vedere i
segni della notte trascorsa quasi interamente senza chiudere occhio. E come
ulteriore misura precauzionale decide di andare a far colazione non nel solito
bar, per evitare il rischio di incontrare qualcuno che conosce,optando per un nuovo
posto,più lontano dalla redazione del
suo giornale.
< Del resto sono la direttrice, posso concedermi eccome
il lusso di arrivare un po’ più tardi, considerando che lì ognuno fa un po’
come gli pare! > pensa, entrando.
E’ già al bancone, ha ordinato un cappuccino e si appresta a
scegliere il croissant al quale accompagnarlo, quando da lontano le sembra
quasi di vedere Michele.
< Sono così ossessionata che ormai quell’essere
insopportabile lo vedo dovunque! > constata, prima di capire che non si
tratta di una semplice sensazione, perché la causa principale della sua notte
pressoché insonne si accorge di lei e si avvicina.
“Dì la verità, allora tu mi spii!
Guarda che non ci metto niente a chiamare la polizia e denunciarti per stalking! “ esclama, azzannando il suo
cornetto.
“Buongiorno anche a te, Monica. E’
bello vedere come sei cordiale e serena anche di primo mattino! “ le risponde ironico Michele, un po’ agitato, controllando con la
coda dell’occhio la porta del bagno.
“Ed è bello vedere quanto tu riesca ad essere irritante ad
ogni ora del giorno!” bofonchia lei a bocca piena.
“E comunque no, non mi metto certo a
spiarti. Anzi, io vengo sempre qui a far colazione,
chi mi dice che non sia stata tu ad estorcere quest’informazione, magari al mio
amico Paolo?” la provoca lui.
“Certo, perché ero in cerca di un efficace
rimedio per farmi andare di traverso anche la colazione, così come è stato con
la cena di ieri! “ ribatte lei, rigirando molto
nervosamente il cucchiaino nella tazza.
“A proposito, sappi che la mia amica Laura spesso parla
senza cognizione di causa!” aggiunge risoluta.
Per tutta risposta, Michele si volta nuovamente indietro, ma
intenta com’è a bere il suo cappuccio, la donna nemmeno sembra accorgersene.
“Cognizione di causa o no, la vuoi sapere
una cosa? E’ successo anche a me!” le confessa lui,
cercando i suoi occhi nascosti da quelle lenti scure.
“Successo cosa?”
“Quel giorno, all’aeroporto. T’ho
visto anch’io, ti ho subito notato.. “ chiarisce lui.
“Sì, certo, come no? Dici così per
dire.. “ lo interrompe lei, scettica come poche.
“Eri
di spalle. Avevi i capelli sciolti, come adesso, una marea di riccioli
indomiti, che si muovevano ad ogni tuo passo deciso e imponente. Indossavi una
giacca grigia e una gonna decisamente più lunga di quello che potresti e
dovresti concederti.. “ la sorprende Michele.
Infatti Monica rimane a osservarlo,
senza parole.
“Vabbè, questo non significa niente.
Tu noti tutte!” controbatte lei, dopo essersi ripresa.
Ma Michele è già soddisfatto dal suo iniziale silenzio.
“E così vieni sempre qui a far colazione, eh?” cerca subito
di cambiare argomento lei.
Michele sta per rispondere qualcosa, quando si volta
sentendo aprirsi la porta del bagno, dalla quale esce una bionda ragazza dalle
curve prorompenti, costrette in un miniabito ridotto, che lo raggiunge
sorridente.
“Non ora.. “ borbotta lui fra sé e
sé, attendendo quello che già teme un brusco evolversi della situazione.
“Eccomi, Michele, sono tornata!” esclama la ragazza,
avvinghiandosi a lui.
“Sì, lo vedo.. “ si sforza di
sorriderle lui. “E’ che intanto ho incontrato una mia vecchia amica.. “ spiega lui, mentre sa che anche se non può vederlo
Monica gli starà probabilmente lanciando un’occhiata di fuoco, soprattutto per
quel ‘vecchia ‘ che gli è malauguratamente uscito di bocca.
“Monica, lei è Yvonne.. “ fa le presentazioni lui, con tutta la naturalezza che
riesce a metterci.
“Yvonne, ma che piacere!” sorride
forzatamente Monica, stringendole la mano.
“Quanto a te, *vecchio * amico mio, vieni un attimo che ti
devo dire una cosa?” aggiunge subito, rivolta a Michele, che la segue.
“Te lo riporto subito, cara!” si gira nuovamente indietro
Monica, verso la bionda, prima che escano momentaneamente dal bar.
“Monica, aspetta, ti posso spiegare, l’ho incontrata
stamattina e..hey, un momento,
io non sono tenuto a spiegarti un bel niente!” si impunta lui.
“Infatti, da te non voglio nessuna spiegazione, solo farti i
miei più sentitii complimenti..
“ gli sorride lei, con tono inquietantemente dolce.
“Complimenti per cosa?” si acciglia lui.
“Ma per la tua coerenza! Quel bel
discorsetto di ieri, te lo ricordi? Parli tanto di semplicità e poi ti metti
con quella specie di Barbie strappona?! Oh, sì, bravo, ho notato come trovavi totalmente inutili
le sue sovrastrutture! Porco!” sbraita lei.
“E sentiamo, perché a te questa cosa darebbe tanto
fastidio?” la mette alle strette lui con un ghigno furbetto.
“Non ci provare neanche! Guarda che sto parlando a nome dell’intero universo femminile!”
“Esagerata. E poi chi sei per dirmi
questo? Tu neanche mi conosci!” ribatte lui, alzando la voce.
“Mi basta quello che ho visto per inquadrarti!”
“Allora, dimmi, aspirante analista, cosa avresti capito di
me?” la sfida l’uomo.
“Che sei il classico sciupa femmine
incallito e non saresti capace di tenerti una donna nemmeno se te la
incollassero addosso!” urla lei.
Michele rimane abbastanza colpito da quelle parole. Anche se
si conoscono da poco deve ammettere che c’ha preso in pieno.
“E anche se fosse? Vedi, ognuno ha
la sua visione personale della vita.. “ ribatte lui.
“E la tua quale sarebbe?”
“Una gelateria.”
Monica si toglie gli occhiali per osservarlo meglio. Del
resto ha provveduto a nascondere le occhiaie con una dose massiccia di trucco.
“Come, scusa?”
“La vita è come una grande gelateria.
Ci sono fragola, pistacchio, limone, cioccolato, amarena, panna, malaga e mille
altre varianti. Quindi perché limitarsi a un solo gusto? Non faccio niente di
male, metto subito in chiaro come stanno le cose..”
spiega lui.
< Del resto, se sono stato in Paradiso anziché all’Inferno
vuol dire che nemmeno lassù lo considerano poi un gran peccato.. > pondera lui.
“Perché , credimi, quando trovi
quello giusto, quello che ti cambia la vita, gli altri gusti nemmeno li
consideri più!” gli risponde lei, infilandosi nuovamente gli occhiali.
Michele riflette un po’ sulle sue parole.
“E tu? L’hai mai
trovato?” la interroga lui.
“Questi non sono affari che ti riguardano!
E comunque, continua pure a strafogarti di gelato, ma sta’
attento, potrebbe risultarti indigesto!” lo mette in guardia lei.
“Tu invece avresti bisogno di qualche bella cucchiaiata, ti
addolcirebbe un po’!” la punzecchia lui.
“Cafone!” lo insulta Monica, andandosene.
“Vipera!” le urla lui da lontano, prima di rientrare nel
bar.
“Tutto bene con la tua amica? Ho visto che se n’è andata via infuriata?” gli domanda Yvonne, che ha assistito alla scena dall’interno.
“Non ci far caso, lei è sempre così..
“ fa spallucce lui, per poi sorriderle ammiccante.
< Te lo faccio vedere io cosa ti combina la vipera.. > è il pensiero ricorrente di Monica, finchè arriva in redazione.
“Cafone, arrogante, porco, presuntuoso, viscido, infame.. “ brontola mentre percorre il corridoio.
“Monica, tutto bene?” interrompe la sua ondata di epiteti
Elio, mentre le altre si limitano a guardarla confuse.
“Tutto benone, Elio caro. Piuttosto dimmi, come siamo messi col nuovo numero, è già uscito?”
si informa lei.
“No, ma stavo giusto per farlo partire..
“ risponde il grafico.
“Non farlo!” gli impone lei.
“Ma, Monica, non possiamo saltare un’uscita.. “ le fa presente Lea.
“Nessuno ha parlato di saltarla. Vi
chiedo solo di aspettare due ore, cosa vi cambia? Garantisco
che entro tardo pomeriggio saremo già fuori col nuovo numero!” chiarisce lei.
“E che devi fare in queste due ore?” domanda Rosa.
“Aggiungere un editoriale importantissimo,sarà un toccasana per le donne! Lasciate fare a me, forse ci metterò anche di meno!” si congeda
lei.
“Sbruffone, pallone gonfiato, borioso, villano, mascalzone,
gradasso.. “ continua a borbottare per le scale, prima
di chiudersi nel suo ufficio.
“E’ chiaro che c’entra un uomo!” deduce Maya.
“Ma perché deve essere sempre colpa di un
uomo? Cosa vi abbiamo fatto?” si lamenta Elio.
“Elio, dopo tutto questo tempo con noi
ancora non hai capito niente? Sei una delusione di esperimento. E comunque non ti conviene parlare, sei in minoranza!” lo fredda
Lea.
“Ad ogni modo, che gran scoperta, Maya, l’abbiamo capito
tutte che c’entra un uomo!” commenta Rosa.
“Sì, ma non c’è andata a letto, me ne sarei accorta!”
ribatte la rossa.
Laura, che è stata zitta ad osservare l’intera scena,
finalmente si decide a parlare.
“Io credo anche di sapere di chi si tratta..
“
Come una reazione a catena, l’attenzione di tutti si
calamita a lei.
“Laura, tesoro, sai qualcosa che noi non sappiamo?” domanda
retoricamente Rosa, mentre tutti si avvicinano alla sua scrivania. Sì, tutti.. perché anche Elio è curioso di sapere.
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All’incirca un’ora dopo, Monica esce soddisfatta,sventolando un
articolo di oltre quattro colonne che sottopone all’attenzione dei presenti.
Ha fatto prima del previsto.
“E’ fantastico!” esclama Rosa.
“E’ impeccabile!” commenta Lea.
“E’ perfetto… anche se in certe cose mi ci identifico un po’.. “ ammette Maya.
“Ma è spaventoso!” fa una smorfia Elio, sconvolto.
“E’ .. non sarà un po’ troppo
diabolico?” le chiede Laura, preoccupata.
“Niente affatto. Vedi, Laura, il mondo non è popolato solo
da uomini meravigliosi come il tuo Paolo ed è bene che tutte le donne ne
vengano informate!”
“Beh, non è che Paolo sia poi così perfetto, vi devo
ricordare cos’ha fatto?” ribatte Laura.
“No, cara, non serve!” la blocca Rosa.
“Piuttosto, Monica, ci vuoi spiegare da dove ti è uscita
questa folgorante idea?” la interroga Lea.
“Non saprei, mi sono svegliata ispirata!” risponde l’altra,
mentre tutti si scambiano tra loro uno sguardo complice.
Il loro appuntamento sembra procedere a gonfie vele: è
passato a prenderla a casa, hanno preso un aperitivo e ora stanno consultando
il menù, in attesa di ordinare.
“Peccato che il mio ristorante ancora lo devo inaugurare , ma spero ti piaccia anche questo posto.. “ sentenzia lui,
versandole del vino.
“Sì, molto, è di gran classe. E a te piace?” domanda lei, sorridendogli.
“Per me il posto non ha nessuna importanza quando la
compagnia è così meravigliosa.. “ mormora lui, con
voce calda, prendendole la mano.
Di colpo, lei smette di sorridere, ritraendo la mano.
“Uh, che sbadata, mi sono appena ricordata
che ho un impegno importantissimo. Temo proprio che dovremmo
rimandare la cena. Mi faccio viva io, ok? Ciao
Michele!” lo saluta, alzandosi e avviandosi all’uscita, senza che lui faccia
niente per fermarla, troppo occupato a riflettere.
“Ma che avrò detto di male?” domanda a se stesso perplesso,
riempiendosi il bicchiere.
“Paolo, mi devi aiutare!” esclama agitatissimo Michele, non
appena Paolo preme il pulsante per accettare la chiamata al suo cellulare.
“E già il fatto che io pensi che tu mi possa aiutare la dice
lunga!” aggiunge subito dopo.
“Che vai blaterando, Michele? Che ti è successo?” cerca di far chiarezza l’amico, sapendo già che
dovrà interrompere il suo controllo per i campi.
“E’ una maledizione!”
“Ma di che parli?” comincia a innervosirsi Paolo, perché
detesta non capire qualcosa.
“Ieri sera, stavo a cena con una
ragazza, Yvonne, bionda, formosa.. “ comincia a
raccontare il primo, mentre passeggia per strada.
“Bene, allora il conquistatore si è rimesso in carreggiata!”
sorride il secondo.
“E’ questo il punto. Non ce l’ho fatta!”
“Ma sì, dai Michele, sono cose che
succedono, è normale, sarà lo stress, il fatto che sei tornato in città da
poco, devi riprendere il giusto ritmo… “ comincia a tranquillizzarlo Paolo.
“Ma no, che hai capito? Non parlo
di * quello *, mai avuto problemi di quel tipo.. ma
perché tu sì?” si incuriosisce l’altro.
“Se non sbaglio stavamo parlando di te!” lo svia subito lui.
“E’ vero. Magari fossi arrivato a
quel punto! Mi ha piantato lì a inizio cena, senza un motivo
apparente, anzi, le avevo appena fatto un complimento e lei ha trovato una
scusa davvero poco credibile e se n’è andata!” racconta l’amico.
“Magari diceva la verità.. e poi
scusa, con tutte le centinaia di donne che hai avuto stai a roderti il fegato
per una che ti ha respinto?”
“Ah-ah! Lo vedi che dici anche tu che mi ha respinto?” lo coglie alla
sprovvista Michele.
“Sì, vabbè, capita. E comunque è solo
una!”
“Eh, no. E’
questo il punto, non è una!” svela lui.
“Che vuoi dire?”
“Appena è andata via , non sono
rimasto con le mani in mano, ne ho conosciuta subito un’altra e sembrava che le
cose si stesero mettendo bene.. e invece poi è andata via anche lei, dicendomi
che non dovevo più cercarla!” continua il suo resoconto.
“Ma che le hai detto, Michele?”
comincia a preoccuparsi Paolo
“Ma niente.. che con un suo sorriso
era riuscita a illuminare una serata che rischiava di essere buia.. qualcosa
del genere.. romanticherie.. lo sai!” fa spallucce lui.
“E’ strano.. vabbè dai, una serata
storta non è la fine del mondo!” lo consola l’altro.
“Ma magari fosse solo una serata, continua
tutt’ora. Stamattina,ero in libreria , c’erano due ragazze, le ho consigliate su un
libro e se ne sono andate via offese entrambe. Poi al supermercato, per poco la
commessa non mi manda a quel paese. Paolo, sembra che tutte
le donne ora mi odino!” si allarma lui, per poi saltare a determinate
conclusioni.
< Oh, cacchio! Forse è una punizione da lassù, te pareva che mi rispedissero di sotto senza un prezzo da
pagare.. > pensa, prima di imbattersi in qualcosa che cattura la sua
attenzione.
“Michele? Michele,
sei ancora lì?” si preoccupa Paolo, non sentendolo più.
“Sì, sì, lascia stare, ho risolto. Grazie!” riattacca Michele, dirigendosi verso l’edicola e il
cartellone esposto che ha visto da lontano.
“Boh, chi lo capisce più!” borbotta Paolo, rimettendosi il
telefono in tasca.
Michele intanto è sempre più vicino al cartellone che
sponsorizza il nuovo numero di ‘Tu donna ‘
“Inserto speciale: Ecco l’identikit del classico
cascamorto!” legge Michele.
< Altro che lassù, il mio problema arriva dal basso.
Basso come il colpo che mi ha inferto! > pensa scocciato Michele.
“Scusi, me ne da una copia?” chiede
al giornalaio, che lo guarda un po’ esterrefatto da quella richiesta, ma lo
accontenta.
Michele apre subito il giornale al centro, trovando proprio
ciò che cerca.
“Cascamorti, rubacuori da strapazzo e sciupa femmine incalliti: come riconoscerli ed evitarli. A cura di Monica Liverani “ legge ad alta
voce Michele.
“Vi tampina mentre fate una corsetta
rilassante a fine lavoro, vi sorride sornione, snocciolando complimenti e
sdolcinatezze varie, fa finta di essere un grande intenditore in grado di
consigliarvi qualunque cosa, dalla scelta di un vino di ottima annata a quella
di un buon libro da leggere. Queste sono solo alcune delle sue più
tipiche attività. Care amiche lettrici, vi sto parlando di
una specie che purtroppo non è affatto in via d’estinzione: è il cascamorto… “
continua a leggere Michele, sempre più innervosito.
“ […] Così voi crederete di aver trovato
un cavaliere dei bei tempi andati, un gentleman, un romanticone
di prima categoria che vi farà sentire come delle regine. Beh, vi
sbagliate di grosso. Siederete al trono per non più di quarantotto ore, poi vi
verrà tolta la corona e diverrete solo una tacca in più da aggiungere alla
lista delle sue conquiste. E voi valete molto più di una tacca, non vi pare? […] “ continua imperterrito la sua lettura, sfogliando
nervosamente il giornale per vedere come prosegue.
“[…] E se ancora non avete ancora avuto informazioni a
sufficienza per potervi difendere da quest’individuo della peggior specie,
eccovi qui di seguito una serie delle frasi da lui probabilmentepiù gettonate […] “
Michele è quasi sconvolto dall’elenco, perché si riconosce
in parecchie di quelle frasi.
“Quella stronza, allora è tutta colpa sua
e dei suoi maledetti lavaggi del cervello! Ma questa
me la paga!” sbotta infuriato, chiudendo di scatto il giornale, sul punto quasi
di gettarlo, ma poi ha un’idea migliore.
“Vediamo se hai commesso un errore..
“ borbotta, controllando l’ultima pagina, dove legge trionfante l’indirizzo
della redazione del giornale.
“Sì, l’hai commesso. A noi due!” si incammina verso una meta ben precisa.
TBC
Ebbene sì.. l’avrete capito.. mi
sono rifatta alla puntata dove Monica per screditarlo pubblica la sua foto.. la
‘mia ‘ almeno è meno perfida, si limita solo a scrivere un articolo generico..
Un po’ come il discorso delle sovrastrutture si rifà in
parallelo a quello dell’equilibrio interiore.
Un’altra cosa.. non so quali siano
effettivamente i tempi per la tiratura di una rivista , ma vabbè è una ff non sottilizziamo!
Per quanto riguarda il loro scontro..
dovrete aspettare il prossimo capitolo (più che altro perché ancora me lo devo
immaginare io, anche se qualche vaga idea ce l’ho.. )
Spero continui a piacervi, ma in ogni caso ditemi cosa pensate!
Wow, non pensavo avesse così tanto successo la frase sul
gelato. Sì, me la sono inventata, ma a onor del vero ho preso spunto dal
discorso di Maya, quando paragone gli uomini ai cioccolatini ;)
Ili: Sì, Monica è mooooolto meno
arrabbiata rispetto all’abbandono al ristorante, più che altro gli ha fatto un
piccolo dispetto. Waaaw, ma io faccio una danza della
gioia ogni volta che mi dite che trovate personaggi, reazioni o scene IC..grazieee !! ^^
DreamingArcher:
faccio un’altra danza della gioia. Anche tu mi hai detto cose meravigliose.
Nomad: concordo, quei due sono
anime gemelle!! <3 uuuhh mi
piace che ti piaccia!! ^^ quanto alle tue creazioni,
mi metterò buona buona ad
attendere allora ^^
Zebra Viola: Sì, è proprio quello l’episodio da cui ho preso
spunto.. ma vabbè lì Michele l’aveva combinata mooolto + grossa.. io ne ho fatto una versione alleggerita,
eh, eh.
Ora si prosegue..
Capitolo V: Bandiera bianca
Michele entra nella redazione come una furia, senza curarsi
delle persone sconosciute che gli vengono incontro.
“Dov’è? Ditemi
subito dov’è la vostra pseudo-direttrice di questo
pallido scimmiottamento di una rivista !” sbotta, agitando con foga il giornale
arrotolato.
“Mi scusi , ma lei chi è?” si sente
domandare da una bionda che lo guarda dall’alto verso il basso, con imponenza e
glacialità, in contrasto col tono fermo e pacato con cui gli parla.
“Uno che sta per fare un casino!” replica lui, con tono
minaccioso.
Ma prima che qualcuno lo denunci per tentata aggressione,
per l’uomo interviene un volto amico.
“Lea, lascialo passare. E, Michele, Monica la trovi di
sopra, nel suo ufficio!”
“Ti ringrazio, Laura. Con permesso.. “ si fa strada lui, con una certa urgenza, tra gli
sguardi stupiti dei presenti.
“Quindi è lui il Michele di cui ci hai parlato ?” chiede
conferma Lea.
Laura annuisce.
“Però.. “ lo squadra da lontano
Maya, con approvazione “Hai capito la nostra Monica? Si
spiegano molte cose!” ridacchia.
“Ragazzi, ho idea che fra poco assisteremo a uno show degno
di nota!” commenta Rosa, con un sorrisetto, mentre tutte si avvicinano alla
ringhiera, in prossimità dell’ufficio della loro amica.
Elio sembra dissociarsi da una smania di farsi gli affari
degli altri così tipicamente femminile, trovando più interessante le notizie di
calcio mercato sulla Gazzetta.
Nel frattempo, Michele è già entrato, sbattendo la porta,
cosa che fa sussultare Monica.
Vedendolo, per prima cosa decide di togliersi gli occhiali.
“Me lo vuoi dire che cos’è questo?” ringhia lui,
sbattendogli il giornale sulla scrivania.
“E’ una rivista. Sai, uno di quei
periodici che escono dalle edicole, tutti pieni di parole e foto.. “ lo canzona lei.
“Sì, certo. Lo sai bene cosa
intendo. “ ribatte lui, con tono più pacato e una risatina
nervosa.
“Ho scritto un articolo, perché, è vietato?” incrocia le
braccia lei.
“Sì, se lo scrivi su di me!” brontola lui.
“Ultime notizie, Signor Ego: il mondo non gira intorno a
te!” sentenzia lei, freddamente.
“Da quello che hai scritto direi di sì!” la mette in
difficoltà lui, avvicinandosi di un passo e sfidandola con lo sguardo.
E’ una gara a chi lo abbasserà per primo, ma nessuno dei due
sembra voler cedere.
“Io ho solo descritto una delle peggiori
categorie di uomo che siano mai esistite. Non è certo
colpa mia se ti ci rispecchi anche tu. Cos’è, abbiamo
forse una crisi di coscienza?” lo punzecchia lei.
“Peggio, mi hai lanciato una maledizione, mi hai fatto non
so quale sortilegio. Allora, sei davvero una strega!”
“Io preferisco considerarmi una
suggeritrice. Suggeritrice di comportamenti da
evitare, ma dubito che il messaggio possa arrivare a cafoni come te!” sbotta
lei.
Lui però cambia atteggiamento.
“E comunque.. riguardo le frasi che
hai scritto, non è vero.. “
“Cosa non è vero?” lo guarda confusa lei.
“Non tutte appartengono a una lista premeditata da
sciorinare ogni qual volta se ne presenti l’occasione..
“ spiega lui.
Lei nemmeno ci pensa ad interromperlo.
“Ad esempio, la prima volta che ti ho vista, il discorso che
ti ho fatto sul perché ho capito che non eri fidanzata… beh, quello era vero,
non ho mai detto a nessun’altra quelle cose, era esattamente ciò che pensavo in
quel momento, ciò che ho letto nei tuoi occhi.. “
mormora lui.
Lei continua a fissarlo in silenzio.
“Mi credi?” aggiunge, con uno sguardo languido.
Monica sembra riprendersi e torna ad indossare quella dura
corazza che usa per difendersi.
“Ci sono più probabilità che io creda a Pinocchio!” replica
acida.
“Fa’ come ti pare, ma ti giuro che è così!” sbotta lui
offeso, in procinto di andarsene.
“Michele?” lo chiamalei, prima che abbassi la maniglia.
“Sì?” si volta lui.
Non sa perché ma gli fa sempre uno strano effetto quando lei
lo chiama per nome.
“Volevo solo dirti di non preoccuparti.
Questa strega sa fare solo sortilegi di breve durata..
“ sentenzia lei, con tono più calmo.
“Che vuoi dire?” si acciglia il suo interlocutore.
“Scrivo per una rivista femminile.
Lo faccio da anni. Vuoi che non sappia come funzionino queste cose? C’è un boom
collettivo, ma poi tempo due, tre giorni quegli articoli lasciano il tempo che
trovano. Tutte se ne dimenticheranno e tutto tornerà come prima.. “ gli assicura lei.
Michele le sorride.
“Lo vedi? Sai essere anche un po’
fata quando vuoi.. “ mormora, uscendo.
L’uomo scende le scale sentendosi quasi sotto esame, dato
che tutti lo stanno osservando.
Decide di non dar peso alla cosa e si dilegua il più
velocemente possibile.
Monica esce dal suo ufficio con un sorriso soddisfatto.
Vede tutte che immediatamente si allontanano dalla ringhiera,
fingendosi indaffarate.
Smette subito di sorridere e scende le scale.
“Ma bene, tutti al lavoro vedo..
“commenta, aggirandosi fra le
scrivanie.
“Laura, se davvero vuoi far finta di correggere una tua
lettera, almeno non stare fissa su una pagina bianca di word!” le fa notare,
passando alla prossima.
“Lea, tu stai fotocopiando dei fogli vuoti!” sentenzia,
mirando al successivo obiettivo.
“Maya, tu stai prendendo appunti, ma sul tavolo!” la mette
in difficoltà.
Ormai gliene manca solo una.
“E, Rosa, tesoro, potevi anche sembrare al telefono, se solo
ti fossi preoccupata di occuparla la tua linea!” la coglie in castagna e la
mora si ritrova costretta a riattaccare quella cornetta che emette solo il
segnale libero.
Così come lei, tutte le altre assumono un’aria colpevole.
“Che dire? L’unico
a darmi soddisfazioni qui sembra Elio!” continua lei, sorridendo al grafico.
“Certo, se non fosse che quella Gazzetta la sta leggendo al
contrario!” aggiunge subito dopo, alzando la voce.
“Elio, ma allora pure tu?” domanda Maya.
“Non ce l’ho fatta, erano troppo interessanti i loro battibecchi!”
confessa lui.
“Ormai stai diventando una di noi, a tutti gli effetti!” lo
prende in giro Rosa.
In risposta lui le lancia un foglio appallottolato.
“Bene, visto che vi siete goduti lo
spettacolo, che ne dite di tornare al lavoro? Sul serio , però, forza!” li esorta Monica con tono autorevole,
tornando nel suo ufficio.
“Mi stai dicendo che davvero ti ha messo fuori gioco un
giornale?” commenta Paolo, mentre lo aiuta a trasportare dal camion in sosta
gli scatoloni pieni di bicchieri, posate e bottiglie varie.
“Sì, ma è un fuori gioco temporaneo, è
stata lei a dirmelo. Questione di pochi giorni e tutto tornerà alla
normalità.. “ spiega Michele, facendosi carico della
sua parte.
“Ma.. Ma quindi davvero questi
giornali hanno questo potere di controllare la mente?” si spaventa Paolo,
mentre entrano al ristorante.
“Eh, che paroloni, stiamo parlando di un
giornale, non di un complotto alieno! Diciamo che soggioga facilmente le
menti più deboli.. “ lo tranquillizza.
“Quindi tu faresti meglio a non leggerne mai!” aggiunge
subito dopo, fingendosi preoccupato.
“Ah-ah. Sempre simpatico, tu!” sbuffa il suo amico, offeso.
Ma nel frattempo l’attenzione di Michele è tutta per una
bella ragazza bruna che sta camminando fuori.
La ragazza sembra accorgersi di lui e non solo non abbassa
lo sguardo, ma gli sorride anche.
“Avrei pagato per vedere quelle scene.
Tu respinto da una donna? Incredibile!” continua a scherzare
Paolo.
Michele non lo ascolta nemmeno e ricambia il sorriso che gli
è stato fatto.
Notando il silenzio del suo interlocutore, Paolo segue la
stessa direzione del suo sguardo e capisce tutto.
“Aspetta? Non vorrai mica.. Monica ti ha consigliato di aspettare ancora un po’.. “
tenta di farlo desistere.
“Non posso farmi condizionare la vita da
uno stupidissimo giornale. Vedrai che andrà tutto bene. Ora, lascia fare
al Maestro.. “ si fa largo a grandi passi fra gli
scatoloni appoggiati, raggiungendo l’uscita.
Paolo osservala scena da lontano.
Lo vede approcciare la donna, dirle qualcosa di
probabilmente divertente, visto che lei si mette a ridere, ma tempo qualche
minuto e le cose cambiano drasticamente, lei lo guarda male, si mette sulla
difensiva e se ne va.
Michele fa ritorno da quella crociata del seduttore
dall’esito inglorioso.
“Allora, Maestro, era ancora troppo presto, giusto?” lo punzecchia,Paolo.
“Lascia stare. Ma poi, perché sei
qua? Non dovresti pensare al tuo matrimonio tu?” cambia
argomento l’altro, un po’ scocciato.
“Eh, ma.. sai com’è. Quando stai
quasi per sposarti e cambi idea proprio il giorno stesso, davanti all’altare,
non è che devi fare un gran lavoro dopo per riorganizzare le cose, sì certo, a
parte convincere di nuovoLaura a sposarmi, quella è stata una fatica immane, ma ne è valsa
la pena. Ad ogni modo, i posti ai tavoli li avevamo già decisi, la location anche, la chiesa pure e così i fiori, le varie
decorazioni, gli inviti li abbiamo già rispediti con la data cambiata… Laura ha
voluto giusto ricomprare le statuine della torta, secondo lei quelle di prima
portavano male.. “ spiega Paolo.
“Alla faccia! Si è ritrovata
abbandonata all’altare, di fronte a tutti, povera, permettile di essere
diventata un pochino scaramantica! “
la difende Michele.
“Sì.. certo, ma il punto è che non
ho poi questo gran da fare. In un certo senso hai i suoi lati positivi.. “ sorride Paolo.
“Stai forse dicendo che quello che le hai fatto è stata una
bella cosa?” lo interroga Michele, guardandolo scuro in volto.
“Uh, no, no. Certo che no, è stato
orribile.. “ riconosce lui, con gli occhi bassi, come
un cane con la coda fra le gambe.
“Non riesco a crederci. Capisci?
Quella donna mi ha legato le mani!” borbotta Michele, dopo qualche istante,
tentato di prendere a calci uno degli scatolone, se
non fosse per la scritta ‘Fragile ‘.
“Ma chi? La
ragazza fuori?” domanda Paolo confuso.
“Macché !Monica!”
chiarisce lui.
“Oh, sì. Monica..
“ ripete lui, guardandolo con un sorriso furbetto.
“E mo che è quel sorrisetto?” domanda Michele, innervosito.
“E’ che, amico mio, non so se te ne sei accorto, ma questa
Monica la nomini spesso assai... “ gli fa notare l’altro.
“Certo, perché mi ha rovinato la vita!” si difende lui, ma
non la da a bere al suo compare.
“E comunque, non credere che la passi
liscia. Ho in serbo per lei una bella sorpresina!”
annuncia Michele.
“Ma come? Non m’hai detto che vi
siete chiariti da lei in redazione?” si acciglia Paolo
“See.E’ quello che le ho fatto credere. Scusa, che
senso ha vendicarsi quando lei se lo aspetta? Continuerebbe a stare sul chi va
là. Invece così.. “
“Ma tu sei un genio del male!” lo guarda incredulo il suo
amico.
“Hey, piano con le offese. Guarda
che non è niente di troppo sadico, giusto uno scherzetto innocente.Anche perché sai, spero sia
il più tardi possibile, ma quando sarà il momento in Paradiso ci voglio
tornare!” dichiara lui, accorgendosi troppo tardi di quello che gli è sfuggito.
“To..
tornare?” ripete inebetito Paolo.
“Sì, vabbè, volevo dire andare. Certo che, anche tu, sei troppo puntiglioso sulle parole!” lo
riprende lui.
“Piuttosto, per caso hai il numero di Monica?”
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“Ragazze, non crederete mai a quello che è
successo ieri sera. “ annuncia Monica, il mattino
seguente, a dir poco radiosa.
E non è radiosa solo in volto. Tutti, chi pronto ad
ammetterlo, chi meno,osservano
come le dona l’abito rosso fuoco di media lunghezzache sta indossando, dolcevita ma che lascia
scoperte le spalle, coperte però dal coprispalledello stesso colore.
I capelli sono lasciati liberi e selvaggi di ricaderle sul
viso ogni qual volta agita troppo la testa, come sta facendo in quel momento.
“Mi suona il cellulare, vedo un numero sconosciuto e.. indovinate? E’ l’infame. Michele!”
continua il suo racconto.
“Michele ti ha chiamata?” ripete sorpresa Laura. Sorpresa e
felice di quella notizia.
“Sì. E all’inizio stavo per
riattaccare , ma poi lui mi ha detto quanto questa
lezione che gli ho impartito gli ha fatto bene, quanto è pronto ad imparare
dagli errori che ha fatto e a non ripeterli più in futuro. Davvero,
ragazze, sembrava un altro!” prosegue lei.
E’ presente anche Elio, ma da come la vede tutta intenta a
fare il resoconto della sua serata nemmeno ci pensa a farle presente che non ci
sono solo ragazze.
“E poi? Che è
successo?” si interessa Rosa.
“Ha detto che in qualche modo doveva ringraziami .. “
“E quindi?” la spinge a parlare Maya. Detesta stare sulle
spine, specie se si tratta di argomenti così succulenti.
“Mi ha detto di farmi bella perché ho un appuntamento oggi
pomeriggio.. “ annuncia lei.
“Con Michele?” chiede casualmente Lea, fingendo che la cosa
non le interessi affatto.
“Ma per favore! Io e lui assieme,
che assurdità! Ha detto che mi farà conoscere un suo amico,
qualcuno per cui creda io sia perfetta, qualcuno per cui sarò indispensabile!”
li informa lei raggiante, prima di avviare tutti al lavoro e salire nel suo
ufficio.
La giornata sembra volare e non appena giunge il pomeriggio
si dilegua come se niente fosse, preparandosi a quell’incontro nel luogo
indicatole da Michele.
E quando incontra la persona che la aspetta e si accerta che
sia proprio quella giusta.. vorrebbe sprofondare.
“Il giovanotto che ha chiamato all’ospizio
mi ha detto che mi avrebbe trovato una volontaria che mi avrebbe fatto passare
un bel pomeriggio, ma non pensavo così bello. Signorina,
lei è meravigliosa!” esclama un simpatico vecchietto sdentato, sorridendole e
sollevandosi il cappello con galanteria.
“Quel farabutto, quel lestofante, quella bestia!” parla ad
alta voce Monica a sera, recandosi .. nemmeno lei sa
dove, perché dove abita non lo sa e sa che il suo ristorante non ha ancora
aperto.
“Ma io lo disintegro, lo frantumo, lo spello vivo, lo.. “ continua la sua sfuriata, prima che il cellulare la
avvisi dell’arrivo di un messaggio.
Lo prende e appena legge, la rabbia precedente sembra
dissolversi nel nulla e al suo posto compare un sorriso.
‘Piaciuto lo scherzetto? Ora sì che siamo pari. Dai, se hai
voglia di tornare nel mondo dei giovani, ti aspetto al mio ristorante. Michele.
p.s. : Se me lo vuoi
devastare, almeno aspetta che prima mi assicuri contro gli infortuni! ‘
Monica scoppia a ridere. Del resto è una situazione talmente
assurda che non può non riderci su.
E sorride anche Michele, quando la vede arrivare.
E non può fare a meno di ammirarla in quel bel vestito
rosso.
Senza nemmeno salutarlo, Monica si reca dritta in cucina,
seguita a ruota da lui.
“Prima di farti un mazzo così ho bisogno di fare il pieno di
energie!” spiega, addentando un panino speziato e stuzzichini vari.
Michele la guarda affascinato. Adora il modo in cui lei
sembri venerare il cibo, sa che potrebbe guardarla mangiare per ore.
“Ti faccio i miei complimenti.
Bella mossa, imprevedibile. Quando mi trovo davanti un valido
avversario mi sembra il minimo riconoscerlo!” continua lei, facendosi versare
del vino.
“E dai, davvero pensavi di cavartela con
così poco? Una piccola vendetta ci voleva. Anche se però sono stato di
parola. La persona con cui ti ho fatto uscire ti ha fatta
sentire indispensabile, no?” commenta lui.
“Eh, m’ha fatta sentire indispensabile sì,
accidenti. Dal fargli attraversare la strada
all’imboccarlo, non potevo perderlo di vista un secondo!” racconta lei,
scoppiando a ridere con lui.
“Tra l’altro ho passato la sera solo a
guardare semolino. Sto morendo di fame!” confessa lei.
“Direi che sei nel posto giusto.. “
le sorride lui, accompagnandola al tavolo che le ha riservato.
Non che gli altri tavoli siano occupati, anzi, sono tutti
sottosopra e non c’è nemmeno lo staff.
Cenano insieme e parlano per tutta sera. Monica non può far
a meno di emettere versi di soddisfazione pura ogni volta che Michele le fa
assaggiare un suo piatto.
Quando arrivano al dessert, Monica si versa del vino bianco
e riempie il bicchiere anche a Michele.
“Devo ammetterlo. Quando non siamo impegnati a farci la guerra, diventi vagamente
sopportabile, lo sai?” commenta lei.
“Stai cercando di farmi un complimento?” sorride lui.
“Forse. Che dici, allora? Tregua?” propone lei, innalzando il bicchiere.
“Tregua!” approva lui allo stesso modo, facendolo scontrare
contro il suo.
TBC
Spero vi sia piaciuta anche questa parte, ma come sempre
liberi di dirmi qualunque cosa.
Scusate l’enorme vergognoso ritardo, ma, oltre che per un’altra serie di
motivi
Scusate l’enorme vergognoso ritardo, ma, oltre che per
un’altra serie di motivi .. (ultimamente ho un po’ la
testa altrove)… è anche perché questo capitolo è stato abbastanza problematico
da scrivere.
Perché quando l’ho ideato (mesi e mesi fa ) non potevo certo
immaginare che poi sarebbe successa quella tragedia!
Il punto è che.. in questo capitolo
c’è anche una comparsa di Ermanno.
Per questo ero un po’ combattuta se scriverlo o meno, ma alla fine ho deciso di sì, primo, perché comunque
è un personaggio che ho sempre adorato e di conseguenza tratterò nel migliore
dei modi.
E secondo .. diciamo che vuole
essere un po’ il mio omaggio per il grande Pietro..
Chiara: son contenta che ti abbia emozionato. Ehmm , pazienta ancora un po’,
prometto che qualcosa fra quei due prima o poi succede eccome.. del resto,
anche la prima serie ci ha fatto aspettare un bel po’..
Zebraviola: felice che ti sia
piaciuta. Ehmm.. sì, il
vecchietto è un’idea mia :P sono contenta che ti sia piaciuta anche la scena
della redazione!
Nomad: awww.. quanto amo quella lettera e quando la citate! Sìììquel libro ce l’ho da mesi, l’ho divorato e mi è piaciuto un
sacco.. anche perché c’è qualcosina anche sulla
nostra coppia del cuore!!
Ili: mi dispiace. Ho postato in ritardo, però, tranquilla,
tanto la ff non scappa. Aww
felice che ti sia piaciuto lo scherzo. Esulto per l’IC rispettato!
DreamingArcher:
felicissima che ti abbia divertito, sei sempre
gentilissima.
Clappy: ma che bello ci sei anche
tu! Grazie per tutto quello che mi dici, sei davvero troppo
buona!
Detto questo.. si continua!
Capitolo VI :
Ci vorrebbe un amico
“Ricapitoliamo. Che giorno è oggi?
O meglio, che serata sarà stasera?” incita tutti Monica.
“L’inaugurazione del ristorante di Michele!” è il coro un
po’ spentino che riceve in risposta dalla sua
redazione.
“E a che ora ci troviamo tutti?” insiste lei.
“Alle nove davanti al ristorante!”
replica il suo pubblico con il precedente entusiasmo.
“Monica, dacci tregua! Stamattina sarà almeno la sesta volta che ce lo chiedi!” sbuffa
Elio.
“Che poi non ho capito ancora perché ci tieni che tutti
siamo presenti.. Guarda che io ho degli impegni, mi
fai saltare un appuntamento con due ragazzi stasera, anzi.. forse potevano
essere pure tre!” le fa presente Maya, depennando controvoglia quei nomi dalla
sua agendina.
“Ve l’ho già detto, Michele mi ha chiesto di portare più
gente possibile, infatti vi ho anche detto di far
passa parola.. “ spiega Monica.
“Tranquilla, io invece sono contenta di uscire, così lascio
i bimbi a casa e mi godo con mio marito un po’ di sana vita
mondana!” esulta Rosa.
“Io invece non ho ancora capito cos’è tutta questa smania di
fare un favore a Michele.. non vi odiavate mica voi
due?” commenta Lea, con la sua classica fredda diffidenza.
“Eh.. ma infatti! Non lo sai il
detto? Tieniti vicini gli amici e ancora di più i nemici! Del
resto è la stessa ragione per cui ti ho nominata co-direttrice!”
di difende abilmente la riccia, con un finto sorrisone di circostanza.
“Io non ci vedo niente di male, anzi!
Ci rimediamo tutti una bella serata in compagnia, in un posto dove so per certo
che mangeremo benissimo.. e per di più con la cena
offerta. Cosa si può chiedere di più?” rasserena l’atmosfera Laura, con la sua
festositàforse
dovuta anche alla sindrome del ‘tra due settimane mi sposo! ‘.
“Meno male che ci sei tu!” le bisbiglia a denti stretti
Monica, senza farsi vedere dagli altri, prima che tutti tornino alle loro
postazioni.
“Figurati!” le sorride la castana.
“Allora, hai deciso cosa metterti stasera?” le chiede subito
dopo.
“Ma sì.. ci penso all’ultimo.. mi
getto nell’armadio e tiro fuori quel che capita.. “ finge indifferenza Monica.
Peccato che ormai Laura la conosca troppo bene.
“Quando usciamo , passo da te e ti
aiuto a scegliere?” deduce lei.
“Laura, sei un tesoro!” risponde la sua interlocutrice,
regalandole un sorriso colmo di riconoscenza.
“Sai com’è.. è un gesto carino, da
buona amica presentarsi in modo un po’ decente alla serata importante di un
amico.. “ borbotta lei, prima di salire nel suo ufficio.
“Certo, Monica, certo.. “ pensa ad
alta voce Laura, con un sorrisetto.
Paolo non crede di aver mai visto Michele così teso.
“Quei bicchieri non sono allineati bene, quella tovaglia va
tirata meglio, in quel menù c’è un angolino spiegazzato, qui avete sbagliato la
disposizione delle posate.. ah , no , scusate è
giusta.. “ blatera lui, percorrendo ogni angolo del ristorante e dando
direttive al suo personale.
“Michele, per l’amor del cielo, calmati!” cerca di
tranquillizzarlo lui.
“Ma come faccio a stare calmo? Tra un’ora si inizia e tutto dev’essere perfetto!”
“Michele, forse non te ne sei reso ancora conto ma tutto è
perfetto!” gli fa pazientemente notare Paolo, prima di assentarsi per rispondere
a una telefonata.
“Papà ha ragione, ‘sto posto è ‘na sciccheria!” commenta entusiasta Cristina.
“Bellina, lei!” le sorride lui, facendolo un affettuoso
buffetto sulla guancia.
“Impeccabile anche dal punto di vista dell’igiene, cosa
della quale mi compiaccio alquanto !” dice la sua Emanuele.
“L’ispezione ancora non son venuti a farmela, ma grazie!”
gli risponde lui.
“A Michè, fidati, lui è molto più peggio dell’ufficio igiene!” lo informa Cristina.
“Cri! Non si dice ‘più peggio ‘ ! Quante volte devo dirtelo?”
tuona Emanuele.
“Non sono mai abbastanza, evidentemente!” fa spallucce lei.
“Grazie ancora a voi e Paolo per essere passati prima a
darmi una mano.. e grazie pure a voi due!” sorride
Michele.
“Qualsiasi cosa è meglio che starsene sui libri di scuola!”
ridacchia Cristina.
“Io l’ho dovuto fare per necessità..
l’alternativa era rimanere in casa ad aspettar mamma, con Nina e le sue manie
con Filippo, nonna che sproloquia su quanto il nonno sia patetico , zia
Stefania in piena crisi ormonale.. capisci anche tu quanto ambissi a una via di
fuga!” si giustifica Emanuele.
“Madò, Ema! Possibile che un po’ di donne tutte assieme ti
terrorizzino tanto? Sei il solito mistogeno!”
lo punzecchia Cristina.
“Misogino, Cristina, misogino!” la corregge pazientemente lui.
“E comunque non lo sono. Diciamo solo che sto bene dove sto!” aggiunge subito dopo.
“Certo che sei proprio un assillo con’ste
parole!” alza gli occhi lei.
Per quanto ne sia divertito, Michele decide di interrompere
quel siparietto tra i due, anche perché c’è un certo discorsetto che vorrebbe
fare loro da un po’.
“E comunque, Cri, che ti dice sempre lo zio Michele?”
incalza.
“E da quanto saresti lo zio Michele?” si acciglia lei.
“Lascia fare! Allora, che ti dico sempre?”
“Che dovrei passare più tempo sui libri?” azzarda lei.
“Semmai quello sono io!” precisa Emanuele.
“Senti, tu vedi di non fare troppo il saputello, perché non
si finisce mai di imparare!” lo mette in guardia l’uomo.
“Certo, ma posso dire anche di essermi
portato parecchio avanti. Dai, prova a chiedermi
qualunque cosa, potrei stupirti!” ribatte Emanuele, con una certa spavalderia.
“Shakespeare?” propone Michele.
”Oh, per favore! Avrei voluto una
sfida più stimolante. Romeo e Giulietta, Re Lear, l’Amleto, Macbeth, il
Mercante di Venezia, La
Tempesta, Sogno di un giardino di mezza estate? Scegli tu!” lo sfida il ragazzo.
“Ok. ‘Devo paragonarti a un giorno
d’estate? /Tu sei più bello e più temperato./Tempestosi
venti scuotono i cari boccioli di Maggio /E la durata dell’estate ha una
scadenza troppo breve. ‘ “ gli cita Michele.
“Cos’è?” lo mette in difficoltà, con un atteggiamento di
sfida.
Emanuele va in crisi perché non sa cosa rispondere.
“Sono i suoi sonetti. Non ci credo,
dici di saper tutto e ti perdi in un bicchier d’acqua. O
forse li giudichi un po’ troppo stimolanti?” lo punzecchia l’uomo.
Emanuele non può sopportare il pensiero di non conoscere
qualcosa.
“Avete detto che qui manca più o meno
un’ora, no? Bene, allora faccio in tempo a fare un
salto in biblioteca!” annuncia, uscendo.
“Fidati, poi mi ringrazierai!” gli urla Michele da lontano.
Cristina guarda ammirata Michele.
“Cioè, hai visto? C’è rimasto da schifo. Ma
com’hai fatto?”
Michele le fa a un sorrisetto, schiacciando l’occhio.
“E’ un segreto! Allora , dicevamo?”
“Veramente sei tu che me dovevi dì
qualcosa” gli ricorda lei.
“Ah, sì, giusto. Cri, credo che tu dovresti cominciare a cercati un’attività sportiva.. riparare motorini ti fa
onore, non c’è che dire, ma hai bisogno di più movimento, di più aria fresca e
di vedere più gente.. le marmitte non t’invitano ad uscire.. “
“Hai ragione, sai? Magari mi iscrivo a
pallavolo?”
“Kick-boxing” la corregge lui.
“Tu dici?” lo guarda confusa la ragazza.
“Da’ retta a me!”
Paolo rientra, giusto in tempo per vedere sua figlia andare
via.
“Papà, visto che qui manca ancora un po’, io faccio un
attimo un salto a vedere dove danno corsi di kick-boxing, tanto pure Ema è uscito per andare in biblioteca!” lo saluta, uscendo.
“Ma.. si può sapere che hai detto a
quei ragazzi?” domanda perplesso Paolo al suo amico.
“Lascia stare! E ora, scusami, ma
ho una cucina da controllare.. “ si assenta lui.
Non appena chiude la porta alle sue spalle, approfittando
del fatto che è solo, solleva lo sguardo verso l’alto, un po’ preoccupato.
“Sia chiara una cosa: non ho affatto modificato gli eventi.. gli ho solo dato una leggera spintarella, ok?” esclama ad
alta voce, quasi come a volersi giustificare.
Monica è felice: quella serata sta riuscendo alla
perfezione. Tutti i suoi amici si sono presentati puntuali, andando a
incrementare una folla non indifferente di persone soddisfatte e contente che
non fanno che ricoprire Michele di complimenti.
A un tratto, verso metà serata, mentre è intenta a chiacchierare
al tavolo coi suoi amici,vede una bionda alta e snella, dalle gambe chilometriche a stento
coperte da un francobollo che deve aver spiegato per la gonna.
Inconsapevolmente guarda la sua immagine riflessa,
all’interno del suo tailleur color porpora, che nonostante il
sottogiacca nero dalla scollatura assai generosa, non le sembra all’altezza.
E quello che le piace ancor di meno, come già temeva , è quando vede avvicinarsi Michele a lei, con l’aria da
piacione che sempre lo contraddistingue, mentre l’accompagna al suo tavolo,
tenendola a braccetto.
Dopo averla accompagnata e intrattenuta con una serie di
cose spiritose che Monica non è riuscita a decifrare, lo vede dirigersi verso
di lei.
“Avevi ragione, cara la mia streghetta, l’effetto del tuo sortilegio direi che è
finalmente svanito. Sai, l’ho incontrata stamattina..eh,
diciamo che il buon vecchio Michele ha fatto di nuovo centro!” le sorride lui,
andandosene.
“Ma, dico, l’hai sentito?” sbotta lei, verso Laura, mentre
cerca di tagliare una bistecca, anche se sembra più che la stia trucidando!
“Beh, sì.. è segno che non ce l’ha
più con te, no? L’hai detto anche tu che avete fatto pace..
“ commenta Laura, la sua vicina di posto.
“Sì.. va bene amica.. ma quello
m’ha preso per un suo compagno di bevute! Ma ti sembrano cose da dire? Che me ne frega di cosa ha combinato lui con quella barbie-oca-sciacquetta-spilungona-anoressica
dell’accidenti?” continua la sua sfuriata lei, per poi adocchiare sul tavolo il
foglio con la valutazione per il ristorante.
“Ma adesso me la paga!” decide ad alta voce, impugnando la
penna come se fosse un’arma mortale.
Sta già pensando a come sbizzarrirsi scrivendo cose che
mandino su tutte le furie Michele, per lo più perché difficili da comprendere,
tra le tante idee le balena nella mente quella di scrivere che il brodo di
tartaruga è superfluo.
Fortunatamente, Laura intuisce le sue intenzioni e la blocca
all’istante.
“Monica, no, non è una buona idea.
Non puoi fargli questo alla sua serata. Dai, su, fallo in
nome della vostra tregua!” la fa ragionare e sembra riuscirci, perché Monica
abbandona sia la penna che quell’idea bellicosa.
“Ma si può sapere perché la cosa ti
scoccia così tanto? Cos’è, sei gelosa?” coglie nel
segno Laura.
“Ma che fesserie vai dicendo! E poi, mangia, che si fredda!” sussulta l’interpellata, fingendo
indifferenza.
“Ma, Monica, è un gazpacho, è già freddo!” le fa notare
l’altra, divertita.
La serata prosegue, ma più il tempo passa, più Michele ha
come la sensazione di aver fatto la scelta sbagliata.
Infatti non fa che osservare il
lontananza Monica, l’allegria con cui beve ma soprattutto mangia, piluccando
felice un po’ di tutto e assaporandone appieno l’essenza.
Di contro, continua a guardare sconsolato il modo in cui la
ragazza che ha di fronte stia giocando da più di venti minuti con una minuscola
fogliolina di una tristissima insalata che continua a rigirare nel piatto.
“Michele, non credi che sia un po’ esagerato mangiarla
tutta?” chiede preoccupata.
“Jasmine, tu ed io dobbiamo fare
un discorsetto.. “le annuncia lui, esasperato.
Monica non sa bene cosa sia successo, sa solo che
all’incirca dieci minuti dopo vede quella top model
andarsene via un po’ indignata.
E subito dopo vede Michele raggiungerla al loro tavolo, dove
passa buona parte della serata.
In cuor suo, Monica è contenta di aver seguito il consiglio
di Laura.
“Cosa?” esclama Monica, in un misto di incredulità e timore.
“Voglio fare una recensione al ristorante di Michele!”
ripete convinta Maya.
“Di già? Voglio dire.. sono passati si e no cinque giorni da quando ha aperto!”
le fa notare la direttrice.
“Appunto, bisogna battere il ferro finché è caldo!” insiste
agguerrita la rossa, mordicchiando nervosamente la biro con cui sta prendendo
appunti.
< Lo so io il ferro che vuoi battere tu! > pensa
Monica, conoscendo bene le abitudini dell’amica.
“Ma.. non so se è il caso.. “tentenna lei.
“Perché no? Credo che a Michele
farà piacere avere un articolo del suo ristorante sul nostro giornale.. “ argomenta la più giovane.
< Certo, ma il punto è che so che non avrà solo quello!
> pensa lei, innervosendosi.
“A meno che.. Monica, ti da
fastidio se lo faccio?” domanda Maya, quasi come se le avesse letto
quell’eventualità negli occhi.
E ancora una volta Monica è impegnata nella sua personale
battaglia contro il suo orgoglio, da cui ne esce perdente.
“No, ma che, figurati! Anzi, a pensarci bene è una buona idea, sai?” mente lei
spudoratamente.
“Perfetto! Perché,
sai, pensavo di andarci stasera!” l’avvisa l’altra, uscendo dal suo ufficio e
terminando così quella loro breve riunione.
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Monica non ha fatto che rodersi il fegato per tutto il
giorno, pensando a cosa sarebbe successo quella sera e alla fine ha deciso che
non vuole affatto che quella cosa accada.
Per questo vuole impedirlo, con ogni mezzo.
Nemmeno lei credeva che un giorno sarebbe arrivata a tanto.
Poco dopo le nove di sera, a buio pesto, spegne la sua auto
nel mezzo di una strada sperduta che nemmeno lei sa dire come abbia trovato,
apre il cofano, aspetta che il motore si freddi e si prepara a mettersi
all’opera.
Una volta compiuta la prima parte della sua missione, estrae
il cellulare, componendo quel numero che ormai le è diventato più che
familiare.
“Michele! Meno male che t’ho
trovato. E’ successo un casino.. mi sa che sei l’unico
che può aiutarmi.. “ esclama, parlando tutta concitata.
“Calmati, mi spieghi cos’è successo?”
“La macchina mi ha piantata in asso, sono nel mezzo di
niente, non c’è una stazione di servizio, una pompa di benzina.. un’anima umana, è un deserto e non so che fare!” spiega
lei, al limite dell’isterismo.
“Oh, poverina, mi dispiace, non è una
bella situazione. E poi una bella donna non va mai lasciata da sola.. “ commenta lui, suadente nell’ultima parte, cosa che la
fa rabbrividire.
“Io ti aiuterei anche, ma non posso lasciare
il ristorante. Sai, ho aperto da poco, potrebbe arrivarmi un’ispezione
dell’ufficio igiene da un momento all’altro.. “ spiega
lui.
“Fatti sostituire, no?” gli propone lei.
“Eh, ma non so se… “
“Michele, ti prego! Ho provato a
chiamare gli altri, ma sono tutti irraggiungibili, sei l’unico che mi può
aiutare.. “ insiste lei.
Michele non può resistere a quel tono supplichevole.
“ E va bene.. ora con calma, cerca
di farmi capire dove sei, vengo a prenderti.. “ risponde lui, facendola
sorridere compiaciuta.
< Missione compiuta!>
Prima di soccorrerla però, Michele ha un problema: a chi
rivolgersi?
Nonostante la profonda amicizia che li lega, a Paolo non
affiderebbe nemmeno un uovo al tegamino, figuriamoci il ristorante intero!
E di tutto il suo personale non ce n’è uno che sia in grado
di parlare e capire del tutto l’italiano.
Proprio quand’è sul punto di disperarsi, a Michele viene in
mente un suo vecchio amico, che proprio qualche giorno prima gli ha fatto
un’improvvisata , proponendogli differenti tipi di
cioccolatini che poi gli ha rifiutato.
Fortunatamente però ha ancora il suo biglietto da visita.
Compone il suo numero e attende pazientemente che risponda.
“Pronto?”
“Ermanno? Sono Michele, ti ricordi?”
“Uè, come no, cumpa’ , che hai cambiato idea sui cioccolatini?”
“Forse. Tu in cambio me lo faresti un piccolo favore?”
“Dimmi tutto!”lo esorta l’altro.
“Dovresti sostituirmi al ristorante.
Far finta di essere.. che so, il mio socio!” gli
suggerisce.
“Tranquillo, cumpà, arrivo subito,
con me stai in una botte di ferro!” gli assicura Ermanno, riattaccando.
“Lo spero!” si augura Michele, un po’ preoccupato.
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La sostituzione procede più tranquilla del previsto, almeno
la prima mezz’oretta. I camerieri si occupano dei tavoli, gli
aiuto cuochi sono abbastanza rapidi nell’esecuzione dei piatti, quindi a
Ermanno non resta che un’attività di semplice supervisione.
Le cose si complicano quando entra una ragazza affascinante , dall’appariscente chioma rosso acceso.
“Cerco il titolare del ristorante. E’ per lavoro!“ esclama lei.
Per Ermanno il collegamento è immediato.
< Maronnaru
Carmine! Chista è quella dell’ufficio igiene!>
deduce, facendosi avanti.
“Buonasera, Signorì, Michele non
c’è, ma lo sostituisco io in tutto, può rivolgersi a me!” l’avvisa lui.
Dal canto suo, Maya non fa che squadrarlo da capo a piedi,
ammirando quel fisico sportivo quelle spalle forti e quegli occhi grandi di un
colore magnetico, risaltati ancora di più dal sorriso suadente che le sta
facendo.
< Beh, direi che non mi è andata affatto male comunque!
> pensa soddisfatta, pregustandosi la serata.
Seduta accanto a Michele, sulla sua macchina che traina la
sua al momento inutilizzabile, Monica è contenta.
Non ha avuto da ridire, nemmeno quando, guardando il motore,
ha inveito su tutto l’universo femminile e sulla loro incapacità di gestire le
quattro ruote.
Più che altro, continua a ricacciare le candele del motore
che ha nascosto nella sua borsa, che continuanospuntare prepotentemente.
Tuttavia, il tragitto verso casa prosegue tra chiacchiere e
risate, finché, un po’ a malincuore, per entrambi, Michele arriva sotto casa
della donna.
“Ecco fatto, Principessa, il suo prode Cavaliere è riuscito
a ricondurla al castello, sfidando le intemperie più inaudite!” scherza lui,
scendendo per aprile la porta.
Monica scende dalla macchina, sorridendogli e baciandogli
una guancia in segno di ringraziamento.
“Ah, Monica .. “ la chiama lui,
mentre lei apre il portone.
“Sì?” si volta lei.
“La prossima volta, se devi proprio nascondere le candele
del motore, almeno scegli una borsa più grande!” le consiglia, con un
sorrisetto divertito, risalendo in macchina e lasciandola confusa, ma pur
sempre felice.
TBC
Spero vi sia piaciuta anche questa parte. Alla prossima..quando arriverà.
Chiedo scusa in ginocchio per il ritardo vergognoso, è che
sono presa parecchio da altre cose ultimamente, ma M&M
li amo sempre e comunque, ovvio!
Non ho il tempo di ringraziarvi una a una,
ma sappiate che siete tutte splendide e vi adoro!!! Il vostro sostegno
significa molto!
Quanto alla storia dei 2 puntini che sarebbero 3 lo so, lo
faccio per un fatto di formattazione, siccome posto anche in forum dove se
metto i 3 puntini non so perché ma appare un quadrato..
quindi ormai metto 2 punti ovunque.. sopportatelo..
Ecco il nuovo capitolo, spero mi faccia perdonare per il
ritardo. Ah, scusate se ci saranno errori ma non ho il tempo di rileggerlo ora,
poi eventualmente appena riesco lo correggo:
Capitolo VII: Sarà perché ti amo
“Ecco il pezzo pronto!” entra di getto in redazione Maya,
lasciando sulla scrivania di Ennio i fogli stampati con l’intervista.
“E a giudicare dall’ora in cui sei arrivata, immagino tu
abbia avuto un gran daffare!” commenta ironica Rosa.
Del resto, l’orologio segna le undici di mattina passate.
“Beh, sai… “ rimane sul vago lei, con un sorrisetto, mentre
si sistema meglio il cerchietto sulla testa.
“Abbiamo capito, non c’è bisogno che scendi nei
particolari!” la ferma Lea, un po’ stizzita.
Era forse invidiosa?
“Allora, ricapitoliamo, la copertina è pronta, Laura, tu mi
hai mandato l’allegato con le lettere… “ fa il punto della situazione Elio.
Laura si limita ad annuire dalla sua postazione.
“Lea, tu mi hai già dato l’articolo con i consigli sul
fitness, Rosa sui viaggi, Monica non c’è ma mi ha già lasciato da ieri il suo
dossier su ‘Donna e Casa ‘… sì, direi che possiamo andare in stampa!”
decide il grafico.
“Che significa che Monica non c’è? Non sono la più ritardataria per una volta?” domanda speranzosa
Maya.
“No, è che ha chiamato prima, aveva una commissione da fare,
è di ritorno ma è imbottigliata nel traffico!” le spiega Laura.
“Fatto sta che non possiamo aspettare
oltre. Dobbiamo andare in stampa o rischiamo di
spostare l’uscita settimanale di un giorno!” insiste Elio.
“Questo è inammissibile.
Confonderebbe troppo le nostre lettrici. Come co-direttrice
posso prendere anch’io la decisione. Il materiale c’è, quindi
andiamo in stampa!” sentenzia impassibile Lea.
Tutte le altre sembrano approvare, l’unica un po’ incerta è
Laura, ma non lo da a vedere.
“Perfetto. Ermanno
sarà contento di vedere la sua intervista!” esclama felice Maya, sorridendo
estasiata al ricordo della loro notte focosa.
“Ermanno?! Ma scusa, non sei andata al ristorante di Michele?” domanda Rosa, confusa.
“Sì, malui non c’era, però c’era il suo socio!” spiega la rossa.
“Maya, guarda che Michele non ha nessun socio!”la avverte Laura.
“Uh! Vabbè,
non m’importa. Io il mio dovere l’ho fatto!”fa spallucce la ragazza, prima di
sentire tutte le occhiate su di sé.
“Sì, vabbè, prima di passare al piacere.
E che piacere, ragazze! Sapeste che fustacchione!”
aggiunge lei, visibilmente soddisfatta.
“Ok, allora è deciso, mando tutto in stampa!” fa tornare
tutti sul piano professionale Elio.
E, no, stavolta non ci prova nemmeno a puntualizzare che c’è
anche lui presente e quindi non è corretto dire ‘ragazze ‘.
Monica entra di getto all’incirca un’ora dopo, trafelata.
“Scusate, ma non avete idea di che inferno c’è in strada
oggi!” si giustifica, togliendosi la giacca.
“Allora, fatemi vedere tutto così poi
andiamo in stampa. Anche se siamo già in ritardo..
mi sa che stavolta saltiamo un giorno!” continua lei, prima di accorgersi dello
sguardo degli altri, qualcuno soddisfatto, qualcun altro un po’ colpevole.
“Problema risolto, cara. Abbiamo già mandato via tutto!” la informa Lea.
“E come accidenti vi siete permessi?” sbotta lei.
“Da quando mi hai nominata co-direttrice
sai che posso prendere le decisioni al posto tuo!” le ricorda l’altra. “E poi
non capisco perché ti scaldi tanto, dovresti esserci
grata!” aggiunge subito dopo.
“Sì, in affetti hai ragione, hai fatto
bene, avete fatto bene. E’ solo che prima volevo vedere l’intervista al
ristorante di Michele. Sapete, no? Col fatto che lui non
c’era… “ si lascia sfuggire Monica.
Scatta subito l’inquisizione.
“Aspetta! E tu come lo sai di
Ermanno? Io l’ho solo raccontato a loro!” la mette alle
strette Maya.
“E.. come lo so! Ovvio, no? Mi ha
chiamato ieri Michele per avvisarmi che non poteva esserci e si era fatto
sostituire. Mi sembra il minimo della professionalità avvisare se non si può adempiere a un impegno preso? E di Michele
si può dire tutto, ma non che non sia professionale!” si difende Monica, con un’arringa
degna di un avvocato.
“E allora perché non hai avvisato anche me
che c’era un suo sostituto?” continua l’altra.
Ma la donna sa come cavarsi d’impiccio anche stavolta.
“Perché non t’ho avvisata? Eh…
figlia mia, non è che ti posso sempre stare appresso. Devi
anche imparare a cavartela nelle difficoltà della vita, se no non crescerai
mai!” sentenzia.
“Non è vero che devo crescere!” borbotta lei, offesa,
incrociando le braccia, mettendo il broncio e sbuffando per sollevarsi la
frangetta.
Insomma, l’atteggiamento tipico di chi non deve crescere!
“Ad ogni modo, la posso vedere quest’intervista o devo
aspettare pure io di comprare la copia in edicola?” torna all’attacco Monica.
Dopo averli letti, per poco Monica non scivola dalla
scrivania dove si era appoggiata.
“Oddio, ma è tremendo! No, dico, nessuno di voi ha controllato prima di dare il nulla
osta?” si inalbera.
“Io devo solo impaginare, quello che c’è scritto non è affar
mio!” si giustifica Elio, e così fanno tutte le altre, chiamandosi fuori dai
giochi.
“Beh, che ha che non va? A me sembra un buon lavoro!” commenta Maya.
“Certo, Maya, a te sembra sempre un buon lavoro!” brontola
lei.
Quasi come se si fosse sentito chiamato in causa, Ermanno
entra di getto in redazione.
“Maya! E’ tutt’oggi che ti cerco,
poi meno male mi so’ ricordato per che giornale
lavori!” esclama, andando verso la ragazza.
“Ermanno, che ci fai qui? Mi
sembrava di avertelo fatto capire che è stata solo cosa di una notte. “ si agita lei.
“Sì, sì, per carità, una botta e via, va
bene così. Il fatto è che ti sei dimenticata queste… “ e dicendolo,
sfila dalla tasca le mutandine rosa a pois bianchi della ragazza e gliele
porge, senza curasi troppo del fatto che tutti li
stiano guardando.
“Ma, no, stupidino!
Guarda che quelle te le ho lasciate apposta per ricordo!” gli
spiega lei facendogli l’occhiolino, per poi voltarsi verso gli altri.
“Avevo quelle di scorta, non pensate male!”
precisa subito.
Invece Monica è giunta a un’altra conclusione.
“Tu sei Ermanno? L’artefice
di quest’intervista?” chiede, sventolandogli davanti i fogli che ancora tiene
in mano.
“Sì, perché? Me
ne volete fare un’altra?” sorride lui, emozionato.
“Ma nemmeno per sogno! Anzi, tu non
dovresti essere autorizzato a parlare! Non hai idea del
casino che hai combinato!” sbotta lei.
Tuttavia, Ermanno nemmeno la sta più ascoltando, tutto preso
com’è a mangiarsi con gli occhi Lea e la bionda non resta indifferente a quegli
sguardi famelici, sentendosi le gambe cedere.
E’ una cosa che non sfugge agli occhi di Maya.
“Vabbuò, direi
che qui sto creando più impicci che altro, sarà meglio che vada. “ annuncia l’uomo, avvicinandosi pericolosamente a Lea, finché è
occhi negli occhi con lei.
“E dimmi, per caso fai le * interviste * anche tu?” domanda,
in modo molto allusivo, con voce calda e sensuale.
“Uh? No, io faccio fitness! Cioè.. voglio dire.. mi occupo di quello che riguarda il
fitness. “ farfuglia lei, visibilmente confusa.
“Peccato.” mormora lui andandosene.
“Ho già capito tutto. Vi combinerò un incontro!” deduce Maya.
Lea è ancora troppo scombussolata per rispondere.
Monica non ha tempo per quel quadretto. Sa che ciò che è
successo avrà conseguenze. Conseguenze poco piacevoli.
Sembra sia così anche il mattino dopo, prima che, verso
mezzogiorno, il suo cellulare suoni, con la scritta
‘chiamata Michele ‘ che lampeggia alquanto minacciosa.
“Pro.. pronto?” tentenna lei.
“Tu. Nel mio ristorante. Subito!” ordina perentorio lui, con un tono che non ammette
obiezioni.
All’incirca un quarto d’ora dopo si ritrova seduta al
ristorante, con Michele che continua a girarle intorno, con fare inquisitorio.
“E dire che c’era una tregua! Avevamo smesso di farci la guerra!” esclama lui.
“Ma io non… “ obietta timidamente lei.
“Zitta! Allora la
tua era tutta una tattica, per poi colpirmi alle spalle!” continua lui,
impassibile.
“Ti giuro che non..”
“E allora come me lo spieghi questo?” continua lui,
sbattendole sul tavolo il suo giornale aperto sulla pagina dell’intervista.
“ “Perché la gente dovrebbe scegliere il vostro locale?”
“Perché c’è tanta robba buona!”E ti prego di notare robba proprio scritto con 2 b!” comincia a leggere ad alta
voce lui.
“ E poi questo: “Qual è il vostro segreto in cucina “
“Mettiamo un po’ di questo, un po’ di quello .. “ “
continua, sempre più innervosito.
“Devo proseguire? Non credo, secondo me la conosci già più
che bene quest’intervista!”
“Michele, devi credermi, non sono stata io
ad approvarla. Sono andati in stampa senza aspettare
il mio consenso, io non l’avrei mai permesso!” riesce finalmente a spiegargli
lei.
Lui la guarda dubbioso e il suo malumore non accenna
comunque a migliorare.
“Non mi importa un accidenti delle
dinamiche, fatto sta che è successo. Ti rendi conto che il mio
ristorante è diventato una barzelletta? Mi hai rovinato la
carriera!”
Monica sta per rispondergli, ma qualcuno li interrompe.
“Mi scusi, è permesso? E’ lei il proprietario del locale?” domandò un’opulenta signora
sulla sessantina, con abiti e gioielli sfarzosi.
Michele la osserva stranito.
“Ho quasi paura a
risponderle, sai?” bisbiglia a Monica.
“Sì, sono io, come posso aiutarla?” si rivolge alla signora,
andandole incontro.
“Le volevo solo fare i complimenti per
l’intervista che ho letto su ‘Tu Donna ‘. Sa, in genere i titolari sono
tutti così seri, tutti che parlano compiaciuti della loro cucina nel dettaglio,
le tradizioni, invece.. lei si che è dotato del senso
dell’umorismo, mi ha fatto morire dal ridere quell’intervista. Tanto che mi
sono detta: ‘devo assolutamente conoscere un
proprietario così simpatico! ‘ “ spiega lei.
“Beh, sì, modestamente mi son detto, perché prendersi sempre
così sul serio?” replica lui con nonchalance, mentre Monica lo guarda di
sottecchi.
“Tornerò di sicuro una sera e spargerò la voce, sa, io
conosco almeno mezza città!” lo informa la ricca signora.
“Molto bene. E se tornerà sarà mio
grande piacere trattarla da regina. E questo non è uno
scherzo!” ammicca lui con un sorrisone, accompagnandola all’uscita.
“Allora, sentiamo un po’, esattamente da 1 a 10 quanto ti avrebbe
rovinato la carriera la sottoscritta?” lo mette alle
stretta Monica, incrociando le braccia sul petto.
“Hai avuto solo fortuna!” si difende lui, non volendogliela
dare vinta.
“Cosa?! Nell’ultimo quarto d’ora mi
hai praticamente incolpato di tutte le catastrofi che si sono abbattute sulla
tua esistenza e ora pensi di cavartela così? Hai molto da
farti perdonare, signorino, molto!” sbotta lei.
“Ho capito, hai ragione tu, Monica, ho
esagerato, ti chiedo scusa. Ti offro la cena da me
stasera?” propone lui.
“Ora sì che si comincia a ragionare!” sorride lei.
Il giorno dopo, Monica è alle prese con la posta da
smistare, come le accade quotidianamente.
Ci sono bollette, volantini pubblicitari a non finire,
avvisi di inaugurazione di qualche nuovo negozio e una busta chiusa con un
invito che non le fa presagire nulla di buono.
Fa un veloce calcolo mentale e capisce che sono già passati
dieci anni dall’ultima volta: la storia si ripete.
E aprendo la busta ha la conferma dei suoi pessimistici
sospetti.
“No, la cena di ritrovo fra le vecchie compagne di Liceo è
quanto di più bieco si potesse inventare sulla faccia di questo Pianeta!”
brontola, parlando al vento.
E sono pressappoco le stesse argomentazioni che utilizza
qualche ora dopo con Michele, mentre prendono un caffè in un bar vicino alla
redazione del giornale.
“Ti prego, sei la mia unica ancora di salvezza!” lo supplica
Monica, dopo avergli spiegato la situazione.
“Ma dai, come se non ci fossero altri uomini disposti ad
aiutarti.” replica lui.
“E chi? Paolo? Per carità, Laura ne
è così gelosa che non me lo ‘presterebbe ‘ nemmeno per finta! Elio? Non
riuscirebbe a reggermi il gioco per più di mezzo secondo. E
con tutti i miei ex ti informo che sono in rapporti pressoché burrascosi, per
lo più tutti loro si augurano che io marcisca all’inferno, questo non li rende
esattamente propensi ad aiutarmi!” chiarisce lei.
“Non ci credo, ti sei fatta dei nemici?
Con il carattere zuccheroso che ti ritrovi?” la prende in
giro lui.
“A Michè, vedi
di far poco lo spiritoso. O mi aiuti o sparisci. Guarda
che comunque ti pago, non te lo chiedo così, senza dar nulla in cambio.” lo
informa.
“E cosa ti aspetti che faccia esattamente?” le domanda
Michele.
Due giorni dopo, alla serata in cui è previsto l’evento,
Monica si presenta in compagnia di Michele, presentandolo a tutte le donne
presenti alla festa come il suo fidanzato.
Anche tutte le altre avevano sfoggiato mariti e fidanzati
vari, snocciolando le varie importanti professioni che svolgevano, quasi come
se fossero più accessori da ostentare che persone.
Ma Monica a quell ‘ ‘accessorio ‘ ci tiene parecchio e non gradisce le
occhiate che qualche donna o qualche cameriera di quel locale gli rivolgono.
Tuttavia, quella sera Michele non ha occhi che per lei,
forse perché èparticolarmente
radiosa in quel lungo abito color petrolio che le mette in risalto gli occhi,
abbinato a un pendente dello stesso colore.
Anche Michele è molto elegante ed impeccabile nel suo
completo in gessato.
“Vedi quella là nell’angolo a sinistra?
Ecco, lei si rivolgeva a me solo per copiarmi i compiti o avere i suggerimenti
nelle verifiche; quell’altra, quella al bancone lavorava con me al giornalino
della scuola ed eravamo in continua competizione; e quell’altra, quella che sta
parlando col cameriere, beh.. lei mi ha fregato il
ragazzo!” spiega Monica a Michele, mentre sono seduti su un divanetto, lontano
da occhi e orecchi indiscreti.
“Però, belle amiche che frequentavi!” ridacchia lui.
“Infatti non erano amiche, solo
compagne di classe!” puntualizza lei.
“Piuttosto, grazie infinite, davvero, hai fatto un ottimo
lavoro, praticamente mi invidiano tutte!” aggiunge subito dopo.
“Bene, ti sei guadagnata la tua rivincita!” le sorride lui.
“Già, ma per lo più… è che io queste cose
non le so proprio gestire da sola. Per farti un
esempio, qualche mese fa ho avuto l’insana idea di andare senza uno straccio di
accompagnatore nientemeno che al matrimonio del più importante dei miei ex!”
gli svela lei, raccontandogli i disastrosi eventi che ne sono conseguiti.
“Mi prendi in giro? Davvero pensavano ti volessi gettare dalla finestra?” domanda lui
fra le risate.
“Nessuno scherzo, è successo per davvero… non mi ci far
ripensare!” alza gli occhi lei.
< Ma come può una donna così meravigliosa essere sola?
Cos’è, il genere maschile s’è accecato tutto d’un tratto? > si ritrova a
pensare Michele, forse senza nemmeno accorgersene.
“Hey, voi due, dai, venite a ballare, sono già tutti in
pista!” interrompe quel momento il marito della ex
collega del giornalino, nonché l’organizzatrice di quel ritrovo.
Ai due non resta che seguirli.
Neanche a farlo apposta, dopo pochi minuti che sono lì, la
canzone movimentata cede il passo a una romantica ballata dove tutte le coppie
si abbracciano, lasciandosi andare a tenere effusioni.
Michele non ci pensa due volte e la tiene stretta a sé,
dondolando lentamente.
“Scusa… questo non era previsto. E’
che ora mi sa che desteremo dei sospetti se tu.. tu
non.. “ mormora sconclusionatamente lei, alzando lo sguardo per fissarlo negli
occhi.
“Non serve che tu dica altro.” le sussurra Michele,
accarezzandole il mento con un dito e chinandosi su di lei, poggiando
delicatamente le labbra sulle sue, sorridendo quando le sente dischiudersi.
E’ un bacio che da timido e incerto impiega solo pochi
secondi per farsi più deciso e appassionato, con Monica che lascia scorrere una
mano fra i capelli d Michele, mentre l’altra gli accarezza il collo, e Michele
che le accarezza con entrambe le mani il viso, scendendo verso il collo, le
spalle, tutta la lunghezza della schiena, per poi approdare sui fianchi, dove
la cinge teneramente.
Non hanno idea di quanto sia lungo quel bacio, sanno solo
che quando, a fatica, lo interrompono, le canzoni sono tornate movimentate e la
ballata è finita da un pezzo.
Gli occhi di tutti sono su di loro, forse un po’ invidiosi
di una tale passione che invece negli altre coppie è
rimasta solo un pallido ricordo.
Un po’ scombussolata, Monica torna a sedersi, con Michele
che la segue.
La donna raccoglie le sue cose, saluta tutte le presenti e
decide che la serata si conclude lì.
Il viaggio di ritorno lo passano quasi in assoluto silenzio,
solo la radio tiene loro compagnia.
Non appena Michele arriva sotto casa di lei, Monica estrae
qualcosa dalla sua borsa.
“Di nuovo grazie per stasera, non hai idea
della situazione imbarazzante da cui mi hai tolto. E
questo te lo sei proprio meritato!” esclama lei, porgendogli un assegno.
“Non credo proprio!” le sorride lui, strappandolo in tanti
pezzettini, davanti ai suoi occhi.
“E’ stata una bellissima serata e la
compagnia è stata semplicemente deliziosa. Tu non mi
devi proprio niente!” le spiega.
In un impeto di gioia e gratitudine, Monica gli butta le
braccia al collo, tirandoloa sé.
L’intento era solo quello di ringraziarlo..
invece finiscono nuovamente per baciarsi, ma stavolta la durata è più breve,
perché, conscia di quello che ha fatto, è lei a ritirarsi subito.
“Scusami, non so che mi è preso!
Decisamente ho bevuto troppo vino. Buonanotte, Michele!” si
giustifica lei, affrettandosi a raggiungere il portone di casa sua.
E’ profondamente confusa, stordita ,
ma felice, così felice che nonostante l’ora tarda ha voglia di mettersi a
cantare ed è quello che fa.
“ Con te dovrò combattere
non ti si può pigliare come sei i tuoi difetti son talmente tanti
che nemmeno tu li sai.“ canticchia sorridente, mentre sale le scale.
“Sei peggio di un bambino capriccioso
la vuoi sempre vinta tu,
sei l'uomo più egoista e prepotente
che abbia conosciuto mai. “ entra, avvicinandosi di soppiatto
alla finestra.
“ Ma c'è di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande, le mie pene
non me le ricordo più. “ continua a cantare, mentre lo
sbircia dalla finestra, guardando la sua auto che progressivamente si
allontana.
“Io vedo tutte quante le mie amiche
son tranquille più di me,
non devono discutere ogni cosa
come tu fai fare a me,
ricevono regali e rose rosse
per il loro compleanno dicon sempre di sì
non hanno mai problemi e son convinte
che la vita è tutta lì.
Invece no, invece no
la vita è quella che tu dai a me,
in guerra tutti i giorni sono viva
sono come piace a te. “ va avanti a cantare, mentre percorre
le stanze, diretta alla camera da letto.
“Ti odio poi ti amo poi ti amo, poi ti
odio, poi… ti amo. “ canta, sedendosi sul letto, ma si
interrompe quasi subito, leggendo in quelle parole che ha appena detto la
verità.
< Oddio, povera me! Mi sono
cacciata in un guaio bello grosso! > si auto commisera, distendendosi sul
materasso.
Monica non è certo l’unica scombussolata da quel bacio.
Anche Michele non fa che pensarci, affidandosi alla radio
perché lo aiuti a distogliersi, ma le cose vanno diversamente.
“Ed ora, in questa fredda serata,
trasmettiamo un pezzo che scalderà i vostri cuori. “
annuncia la sensuale voce della speaker, lasciando spazio a una canzone in cui
Michele non può fare a meno di riconoscersi.
Ho capito che ti
amo
quando ho visto che bastava
un tuo ritardo
per sentir svanire in me
l'indifferenza
per temere che tu
non venissi più
Michele ripensa a tutte le volte che non vedendola arrivare,
temeva che Monica avesse cambiato idea e non si presentasse ai suoi
appuntamenti, non importa se anche solo per bisticciare.
Ho capito che ti
amo
quando ho visto che bastava
una tua frase
per far sì che una serata
come un'altra
cominciasse per incanto
a illuminarsi
Come una catena di flashback, Michele ripercorre nella mente
tutte le serate trascorse con lei a ridere, scherzare, punzecchiarsi a vicenda.
E pensare
che poco tempo prima
parlando con qualcuno mi ero messo a dire
che oramai
non sarei più tornato
a credere all'amore a illudermi a sognare
Michele ha l’impressione di risentire i suoi discorsi,
quando spergiurava a Paolo che mai nessuna donna l’avrebbe fatto capitolare,
che lui non avrebbe mai ceduto a un sentimento instabile come l’amore.
Ma ora non èquestione di tornarci a credere, si tratta di sperimentarlo per la prima
volta.
Michele spegne la radio, assalito da una paura tremenda.
< No. Non può essere. Oddio, ti prego no! >
TBC
Disclaimer :
le canzoni sono rispettivamente ‘Grande Grande Grande
‘ di Mina e ‘Ho capito che ti amo ‘ dell’indimenticabile grandioso Luigi Tenco.
Spero vi sia piaciuta anche questa parte.
Alla prossima, anche se… non garantisco sulla rapidità degli
aggiornamenti, però posso dirvi che non manca molto ormai ;)
Lo so, lo so .... è sconcertante ma niente trucchi, niente inganni, questo è proprio un aggiornamento!
pensare che l'inizio l'avevo scritto già da più di un mese, ma vuoi per un motivo, vuoi per un altro, rimandavo sempre.. e.. accidenti.. ho accumulato un ritardo vergognoso.
ringrazio tutte di vero cuore per gli scorsi commenti (non ho tempo di ringraziarvi singolarmente , scusatemi) e soprattutto per la vostra pazienza.
La verità è che sono presa da altro ... è presto detto, i Muse (più nello specifico Matt e Dom, vabbè non divaghiamo!!) e dall'ondata inarrestabile di ispirazione che mi è tornata e mi ha travolto per scrivere storie su storie su di loro.
Ma finalmente ho trovato il tempo anche per 'Twice ' , la concluderò, avete la mia parola.
E mi scuso anche con tutte le altre autrici se non seguo più le loro storie, amerò sempre la coppia Monica e Michele, ma al momento non ho il tempo di dedicarmi alla lettura delle ff su di loro, ma scommetto che siete tutte bravissime... a maggior ragione le autrici di cui conosco già lo stile (ehmm.. chiara? ^^ )
spero che per i suoi contenuti che mi auguro siano di vostro gradimento... questo capitolo mi faccia perdonare per tutto quello detto sopra.. e magari che vi sorprenda anche un pò. ;)
Capitolo VIII : Mi ritorni in mente
Il giorno dopo, Monica ha convocato d’urgenza Laura, al bar vicino alla redazione del loro giornale, per fare colazione insieme.
“Laura, sono in guai grossi!” annuncia lei, mentre toglie la brioche dal tovagliolo che l’avvolge.
“Che è successo? Non riuscirai a venire alle prove domani?” si allarma Laura, aprendo la bustina dello zucchero così agitata che finisce per versarlo ovunque tranne che nella sua tazza.
“No, scherzi? Tranquilla, per quello ci sarò!” la calma l’amica.
“Meno male, altrimenti saresti stata in guai grossi sì!” replica Laura, tentando la fortuna con un’altra bustina di zucchero.
“Ad ogni modo, Laura, guarda che non è che tutto ruota per forza attorno al tuo matrimonio!” le fa notare la rossa, sorseggiando il suo cappuccino.
“Non dire quella parola prima che accada! Potrebbe portar male!” si allarma di nuovo Laura.
“Mi sa che fra le due qui il problema più grosso l’hai tu!” borbotta a denti stretti Monica, alzando gli occhi.
“Come?”
“Niente cara!” le sorride lei.
“Allora, dimmi, qual è questo grande guaio che ti affligge?” si interessa la castana.
“M.. fon..gnammo..at.. d….chele!” esclama lei , addentando un grosso boccone di brioche, tutta intenta a masticarlo.
“Eh, ma Monica, così non capisco niente!” si lamenta l’altra, attendendo che finisca di mangiare.
“Hai ragione, scusa, ti stavo dicendo che… praticamente ..mi so nnam orat.. a i Mi…ele !” chiarisce Monica… o almeno ci prova.
“Allora lo fai apposta!” ribatte Laura. “Cosa può essere che ti è così difficile esprimere?” insiste.
“ChemisonoinnamoratadiMicheleeccochecos’è!” confessa tutto di un fiato Monica, portata all’esasperazione.
Nonostante la spaventosa velocità in cui l’ha detto, Laura è riuscita a capirla.
“Ti sei presa una cotta per Michele!” ridacchia lei. “Ma è fantastico!” le sorride.
“Esattamente cos’è che ci trovi di così fantastico? Credo che farei prima ad andare a consegnargli di persona in un bel pacchettino il mio cuore, già fatto a pezzi, giusto per portarmi avanti coi tempi! E’ lo sciupa femmine più incallito che conosca!” si dispera Monica.
“Magari tu gli hai fatto mettere la testa a posto ed è pronto a impegnarsi con te!” la rincuora Laura.
“Sì, certo, come no? Soffrirei di meno ad uscire con Casanova! “ brontola lei.
“Un suo antenato, praticamente!” scherza Laura.
“Ecco, appunto. Lo vedi in che situazione mi sono messa? Ma è come un’influenza, è solo una cosa temporanea!” stabilisce la riccia.
“ Nel senso che basta che te ne stai un po’ al caldo sotto le coperte, prendi le medicine e passa tutto? “ domanda confusa la castana.
“Qualcosa del genere… devo solo trovare il farmaco giusto per non pensare più a lui.. “ si dispera l’altra.
“Per me il farmaco giusto è uscirci assieme e vedere come va!” la consiglia l’amica.
“Non ci penso nemmeno. Dovrebbe essere lui a chiedermelo, ma non succederà, quindi perché pensarci? Andiamo a lavorare che è meglio!” la sprona la sua interlocutrice.
“Te lo ricordi, vero?” domani alle 18:00!” si raccomanda Paolo, mentre lui e Michele si dirigono al reparto delle carni fresche.
“Sì, sì, tranquillo, mi ricordo. Anche se non capisco che ci sia di così difficile nel mettere un anello al dito! Ah sì, dimenticavo: non lasciar la sposa all’altare, magari!” lo sfotte Michele, mentre sceglie le carni migliori.
“Spiritoso!” brontola Paolo, mentre non può fare a meno di notare una bellissima ragazza mora che sembra uscita direttamente da un catalogo di Victoria Secret e sta passando davanti a loro col suo carrello.
Paolo si volta velocemente verso l’amico, desideroso di commentare quella visione come solo due maschi sanno fare, ma Michele non sembra nemmeno averla vista, dato che la sua attenzione è totalmente rivolta alle etichette contenti le informazioni basilari sulle carni, la loro origine e la loro freschezza.
Paolo lo attribuisce alla dedizione di Michele per il proprio lavoro, ma anche quando cambiano reparto e la splendida ragazza riappare davanti ai loro occhi, Michele non sembra degnarla di uno sguardo.
“Però, carina la bionda che è appena passata, vero? “ prova a metterlo in trappola Paolo.
“Ah-ah, fregato! Si trattava di una mora! Questo significa che nemmeno l’hai vista!” lo accusa Paolo.
“E vabbè, che sarà mai? Ho passato la vita a guardare belle donne… e non solo guardarle… “ precisa l’altro , con fare sornione. “Che se per una volta non ne guardo una, non mi sembra la fine del mondo!” aggiunge, continuando a spingere il carrello.
Passano vicino a un’altra bella ragazza, stavolta una bionda.
< Spero solo che Laura non si accorga mai di che genere di clienti capitano a volte nel nostro supermercato di fiducia… o mi impedirà per sempre di venire qui a fare la spesa! > pensa preoccupato Paolo, godendo di quella vista.
Ma ancora una volta, voltandosi, si accorge che Michele la sta ignorando bellamente e stavolta non c’entra il reparto carni. Non c’entra proprio nessun reparto. Michele è semplicemente perso nei suoi pensieri.
E Paolo ben sa quali possano essere questi pensieri, ma prima vuole fare la prova del nove.
“Sai, Michele, Laura mi ha detto che c’è un suo amico che sarebbe perfetto da presentare a Monica… “ lo informa lui, con fare casuale.
Per poco Michele si lascia sfuggire la bottiglia di vino che ha in mano.
“Cosa?! Dico, ma ti sembra il modo di fare? Voglio dire, permetti alla tua quasi moglie di avere altri amici maschi? “ lo rimprovera Michele.
< Amici maschi che poi possono uscire con la *mia * Monica ? > aggiunge, silenziosamente, con quel terrore chiaramente visibile nei suoi occhi.
Terrore che di certo non sfugge a Paolo.
“Colpito nel segno amico mio! Non c’è nessun amico maschio di Laura che vuole uscire con Monica, ma il punto è che appena si parla di lei scatti sull’attenti … e non provar a cercar scuse!” lo mette con le spalle al muro Paolo.
“E va bene, sì, continuo a pensare a lei, ma è solo perché ieri siamo usciti insieme e… “
“Un momento! Siete usciti insieme?” si stupisce Paolo, accendendosi di entusiasmo.
“Sì, me l’ha chiesto lei, ma solo come favore personale per non sfigurare con delle amiche sue a una cena. Per di più si è offerta pure di pagarmi per farlo, non lo posso certo considerare un appuntamento standard!” replica Michele.
“Capisco, quindi è stata solo una sceneggiata, tutta finzione… “ deduce Paolo, un po’ deluso.
“No, vabbè, il bacio è stato vero!” si lascia sfuggire Michele.
“Vi siete baciati?” si riaccende Paolo.
“Sì, al ballo, ma solo per non destar sospetti. Anche se poi, quando Monica mi ha baciato prima di andar via, eravamo in macchina, nessuno ci guardava. “ lo informa l’amico.
“Monica ti ha baciato? Quindi ci sono stati ben due baci!” gioisce l’altro.
“M’ha baciato solo perché era contenta che le ho fatto risparmiare i soldi che mi voleva dare a fine serata. Quindi non vedere romanticismo dove non ce n’è!” ribatte Michele, mentre si avviano alla cassa.
“E dimmi… tu ora come ti senti?” indaga Paolo.
“Normale.. “ bofonchia l’altro, disponendo uno a uno i vari articoli sulla fascia scorrevole.
“Bugiardo! Scommetto che Monica è stata il tuo ultimo pensiero prima di addormentarti, ha popolato i tuoi sogni ed è stata il primo pensiero con cui ti sei svegliato.” tira a indovinare il suo miglior amico.
“Sì!” ammette Michele, in concomitanza con il primo beep della cassa.
“E che continui a fissare il tuo cellulare, sperando che suoni e che sia suo il numero che compare sul display. “ continua l’altro.
“Sì. “ riconosce lui, mentre i beep della cassa si susseguono.
“E non vedi l’ora di rivederla, sogni ad occhi aperti di prenderla per mano e portarla nel più incantevole dei luoghi a dirle le cose più sdolcinate che esistano e che mai ti saresti immaginato di dire!” affonda il colpo Paolo, mentre nel contempo la cassiera mostra l’ammontare totale della spesa a Michele.
Entrambe quelle rivelazioni lo colpiscono.
Non ha bisogno nemmeno di proferire parola. A Paolo basta solo uno sguardo per averne conferma.
“Questo, amico mio, è l’amore.” lo informa.
“Ma è una fregatura! Sto malissimo!” brontola il suo interlocutore, pagando il conto e riponendo la spesa nelle buste, attività in cui lo aiuta anche Paolo. “Ma d’altro canto… non mi sono mai sentito così bene!” ammette nell’ultima parte, sorridendo.
“Lo so. Ora devi solo dirlo a Monica!” lo esorta l’amico.
“Cosa?! Tu sei pazzo! Non glielo dirò mai, lei mi sopporta solo come amico, non potrebbe mai ricambiare. Quindi, non mi rimane che starmene buono, buono e questa sensazione se ne andrà così com’è arrivata!” decide Michele.
Non visto da lui, Paolo alza gli occhi al cielo.
< Lo sapevo. Mi toccherà un’altra volta agire da Cupido. E so già chi mi aiuterà… >
All’ora di pranzo, approfittando entrambi della loro ora di pausa, Laura e Paolo si incontrano, con una reciproca voglia scalpitante di raccontarsi le novità.
“Tu non sai cos’ho scoperto!” esclama raggiante Laura, dimenticandosi pure di salutarlo.
“Non sarà niente in confronto a quello che ho scoperto io!” replica il suo quasi-marito.
Entrambi non sanno resistere un secondo di più.
“Monica s’è innamorata di Michele!” svela la sua quasi-moglie.
“Michele s’è innamorato di Monica!” rivela Paolo contemporaneamente.
Ciò non impedisce a una di sentire la frase dell’altro e viceversa.
I due si guardano sorpresi e poi scoppiano a ridere.
“Ma dai, non ci credo! La cosa peggiore è che Monica pensa di non interessargli!” commenta Laura.
“Stessa cosa che pensa Michele di lei. Amore, bisogna fare qualcosa, quei due vanno smossi!” constata Paolo.
“E tu avresti già in mente qualcosa, vero?” deduce la sua partner, guardandolo con un sorriso di chi sa.
“Può darsi… “ ammette lui, divertendosi a fare il misterioso. “Tu mi aiuteresti?” si accerta, subito dopo.
“Amore, ma che domande fai? Ovvio che sì!” assicura lei. “Ma… esattamente qual è il tuo piano?”
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< ‘ Tu hai bisogno di distrarti un po’, se non ti tiro io fuori da casa tua passerai tutto il tempo a pensare a Monica. Lo sai cosa ci vuole? Una bella serata tra uomini. Comincerei con il cinema, poi da lì decideremo il da farsi! ‘ > si ripete nella mente Michele le parole del discorso che poche ore prima Paolo gli ha fatto al telefono.
< In fondo, credo abbia ragione lui. Distarmi mi farà bene… ammesso che ci riesca. > si auto convince, mentre aspetta l’amico, davanti all’ingresso del più grande cinema multisala della città.
Si sorprende non poco quando vede sopraggiungere Monica.
Non indossa una delle consuete elegantissime mise da sera, ma ha optato per un comodo paio di pantaloni, modello classico e una giacchetta. Ciò non la rende certo meno meravigliosa agli occhi di Michele.
Del resto, anche lui ha optato per un look casual, che consiste in jeans chiari e maglione blu scuro.
“Monica, ciao! Anche tu al cinema?” la saluta cordialmente lui, cercando di nascondere al meglio la sua trepidazione nel rivederla.
“Ciao! Si, sai un’idea di Laura, dice che è un po’ di tempo che non facciamo una serata solo amiche, che mi avrebbe fatto bene staccare un po’, perché se no starei sempre fissa sul lavoro … “ spiega lei, il più pacatamente possibile.
< Certo, questa frase sarebbe veritiera se soltanto tu fossi il lavoro in questione! > si corregge, ma solo nella sua mente.
“Ma lo sai che pressappoco è lo stesso discorso che mi ha fatto Paolo? Un momento. Vuoi vedere che… “ esclama Michele, prima che il suo cellulare cominci a squillare. “Ecco, giusto il presentimento che avevo!” aggiunge, guardando il display, prima di rispondere.
“Sì, Paolo dimmi! Ah, non puoi venire perché ti sei dimenticato che c’era un allenamento extra coi tuoi ragazzi della squadra di pallanuoto? “ ripete ad alta voce, con l’intento di far sentire anche a Monica e per quanto il tono dell’uomo risulti stupito, la sua espressione non lo è di certo.
“Sì, sta’ tranquillo, faremo per un’altra volta, nessun problema, ci sentiamo, ciao!” chiude la conversazione, per poi guardare Monica con aria di sfida. “Scommettiamo che entro massimo due minuti suona anche il tuo cellulare e Laura ti da buca?” asserisce.
“Ma no, dai! Solo perché tu ti ritrovi amici totalmente inaffidabili, non significa che anche io debba… “ ma qualcosa blocca la sfuriata della donna, più precisamente un chiamata che proviene dal suo cellulare. Una chiamata di Laura.
“Laura, sì? Oddio, mi dispiace, Nina ha la febbre!” esclama lei, non volendo darla vinta a Michele che le fa smorfie mentre ascolta la loro conversazione. “Sì, certo che devi starle vicino. Soprattutto ci vuole una guarigione * miracolosa * visto che tra due giorni, anzi, meno, deve assistere alle tue nozze!” scocca la sua frecciatina l’amica, mascherando il tutto con un tono apprensivo. “ ’Notte, cara!” preme il bottone di fine chiamata.
“Michè, c’hai ragione tu mi sa. Quei due si sono alleati, era tutta una messinscena. Mi chiedo perché poi. E’ quasi come se… “ riflette lei.
“Quei due volessero farci incontrare a tutti i costi. “ conclude la frase per lei Michele.
“Assurdo, non ti pare?” la butta sul ridere lei, per non ostentare il suo imbarazzo.
“lo credo anch’io. Ma il punto è che i biglietti li ho già fatti, quindi, andiamo, è un peccato sprecarli, ti pare?” ammicca lui.
“Eh, direi che è un peccato sì. Di qualunque genere si tratti, ci sto. Spero tu non sia così superficiale da etichettare noi donne in quel luogo comune che ci vuole amanti solo e soltanto del genere sentimentale, perché non è affatto così!” sciorina la sua arringa lei.
“Hey, hey, calma! Nessuno ha insinuato niente. Ad ogni modo è un film di guerra, che però ha come background anche una storia d’amore. Credo che la cosa soddisferà entrambi. “ l’avvisa lui, accompagnandola all’ingresso.
Il film cattura entrambi fin dall’inizio e, seguendo l’esempio di molti altri ragazzi con le loro innamorate, anche Michele prova ad avvolgere un braccio attorno alle spalle di Monica e, con sua piacevole sorpresa, la donna non ci prova nemmeno a scostarsi, anzi, ci si accoccola comodamente.
Al termine, Michele si offre di riaccompagnare Monica a casa e il viaggio in macchina è costituito principalmente dalle loro considerazioni sul film.
Quando arrivano sotto il portone di casa di Monica, Michele decide che è il momento di fare i discorsi seri, senza più badare alle conseguenze.
“Monica, ascolta… è da ieri sera che… io non faccio che pensare ai baci che ci siamo dati.” trova il coraggio di ammettere lui, ma non quello di affrontare il suo sguardo.
“Sbagli, Michele, non dovresti ripensare ai nostri baci… “ replica lei e per Michele quelle parole sono più taglienti di una lama di ghiaccio.
“Hai ragione, ti chiedo scusa, è solo che… “ ribatte lui, avvilito.
“Sbagli perché… dovresti agire e darmene di nuovi!” precisa Monica, sorridente.
Michele alza immediatamente gli occhi per incontrare i suoi, che brillano più del solito.
“Ma… allora?” sorride lui, avvicinandosi.
Lei annuisce, sorridendo ancora di più, prima che lui si chini su di lei per darle un bacio appassionato, esigente, bisognoso e infinito.
E durante quel bacio si susseguono carezze, gemiti, mormorii e mani che esplorano, cercando un maggiore contatto e che poi si cercano tra di loro.
Anche se controvoglia, Michele si separa da lei, ma solo con il preciso intento di parlarle.
“Monica, ricordi quel discorso della gelateria?” le domanda.
“E come potrei dimenticarmelo?” annuisce lei.
“Credo, anzi no, ne sono certo. Ho trovato il gusto che mi ha cambiato la vita: sei tu.” dichiara lui, scostandole una ciocca dal viso.
“Michele… “ mormora lei, con gli occhi lucidi.
“Monica, io ti amo.” sussurra Michele, con la voce tremante per l’emozione.
“Ti amo anch’io!” risponde lei, buttandogli felice le braccia al collo.
Non sa se è per quella notizia che l’ha riempita di gioia, ma all’improvviso le gira la testa, così come gira a Michele. La vista di entrambi si annebbia, tutto comincia a farsi più confuso… o forse solo più nitido.
I due cominciano a guardarsi con altri occhi: quelli del riconoscimento.
********************* (Contemporaneamente)
Qualcuno sta osservando l’intera scena, dall’alto. Molto in alto.
Le angiolette sospirano felici e melanconiche , per poi ridacchiare felici, ma Angelica le richiama all’ordine.
“Ma insomma! Lo sapete che non sta bene curiosare, mica siamo al Grande Fratello!” esclama,autoritaria.
“Suvvia! E’ uno spettacolo così bello, è impossibile non guardarlo, è il trionfo dell’amore!” replica una di loro.
“Piuttosto, Angelica, perché non gliel’hai detto subito che avrebbero riacquistato tutti i ricordi se si fossero innamorati di nuovo?” domanda un’altra.
“Ovvio. E’ perché mi piace fare le sorprese!” replica Angelica, fiera di se stessa, per quanto sia concesso essere fieri lassù.
“Io avevo scommesso mezza nuvola che si sarebbero rimessi insieme in meno di tre mesi, quei due si amano troppo!” esclama la prima angioletta.
“Io una nuovola intera che ce ne avrebbero mesi almeno cinque, l’amore richiede tempo.. “ ammette la seconda.
“Io due nuvole che sarebbe accaduto al primo sguardo, ma forse ho esagerato un po’ con le aspettative e poi non ho tenuto conto di quanto loro amino bisticciare!” spiega una terza.
Angelica le guarda scombussolata.
“E a voi chi è che ha insegnato a scommettere?” domanda, un po’ stizzita.
Le angiolette fanno una risatina imbarazzata che vale quanto e anche più di una risposta.
Ad Angelica non rimane che alzare gli occhi, esasperata, anche se non riesce a nascondere un sorriso.
“Michele, pure il gioco d’azzardo hai insegnato loro… non eri proprio tagliato per fare l’angelo!”
“Oh, mio Dio! Tuo fratello, il giorno del nostro matrimonio, il tuo… il tuo funerale… le visite che mi facevi in sogno, tu che vegliavi su di me… io mi ricordo tutto. “ borbotta Monica, confusa, ma felicissima. “Amore mio, sei tornato da me, l’hai fatto per davvero!” lo abbraccia, rubandogli l’ennesimo bacio mozzafiato, bagnato dalle loro lacrime di gioia.
“L’ultima visita che ti ho fatto, quello che ci siamo detti prima che tornassi sulla Terra, la sfida che dovevamo superare. Tesoro mio, ce l’abbiamo fatta. Il nostro amore è troppo forte, sapevo che avrebbe superato qualunque insidia!” mormora lui, stringendola forte a sé.
“Non devi lasciarmi. Mai più, hai capito? Mai più!” gli impone lei, piangendo contro il suo petto.
“Ci puoi scommettere. Ora che ti ho ritrovato non ho nessuna intenzione di abbandonarti, anzi… di abbandonarvi.” assicura lui, mettendogli una mano sul grembo.
“Vuoi dire.. che?” domanda lei, con la voce rotta dall’emozione che le impedisce di finire quella domanda, ma Michele ha già capito.
“Sì. Lui tornerà. E sarà proprio lui, il nostro bambino. E’ solo questione di tempo. “ le sorride lui.
“Beh sai, a occhio e croce lo concepivamo si e no in questo periodo, giorno più, giorno meno… che dici? Facciamo un tentativo?” gli propone lei, indicando da fuori la sua camera da letto.
Il tempo di dirlo e Michele la solleva fra le sue braccia, facendole varcare la soglia come una novella coppia di sposi alla loro prima notte di nozze.
In un certo senso, quello è l’inizio della loro nuova vita insieme.
TBC
Ormai mancano solo l’ultimo capitolo con epilogo allegato.
Spero vi sia piaciuta questa parte (mi è costata una fatica immane scriverla, anche se non vedevo l’ora che arrivasse ‘sto momento, ma nel complesso ne sono soddisfatta), ma liberi di dirmi quello che più vi aggrada.