This I Love

di AliceInAshbaLand
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


4 settembre 2010
DRIIIIIIIN
Apro gli occhi e vengo accecata dal sole che filtra dalle finestre. Uff, che palle, è già mattina, ma io ho sonno! Mi volto per guardare la sveglia, le 7, ma che cazzo! Ditemi voi, chi è che mette la sveglia alle 7 di mattina? Di un sabato poi!! Uff, un po’ di sano dormire non fa male ogni tanto eh! Sento il letto muoversi e qualcuno accanto a me si alza con uno sbadiglio.
“Buondì sorellina, su su, è ora di alzarsi!”
Ah, ecco chi era. Mia sorella Ste! Sia chiaro, non siamo veramente sorelle di sangue, e meno male! Con due come noi i malcapitati genitori dovevano spararsi un colpo come minimo! Ci conosciamo da un anno, anche se a me sembra passata una vita! Quante risate che ci facciamo parlando sempre e solo di cazzate! Ma adesso no, non ho proprio voglia di divertirmi, ho sonno cazzo! E invece lei continua ad urlare esaltatissima..
Ma dico io, tutta questa energia da dove salta fuori? Mi rigiro tra le lenzuola e affondo la testa nel cuscino mugugnando “Ma io ho sonnoooo”…
“Eddai, in piedi, domani è il gran giorno!”
Ah già, domani. Domani finalmente andremo a vedere i nostri idoli, i Guns N’ Roses, che suonano proprio qui a Milano, e non vediamo l’ora! E’ da una vita che aspetto questo momento! Siamo venute in hotel con un giorno di anticipo, oggi volevamo passare una giornata tranquilla a girare per la città. Ma insomma, per visitare un buco come Milano mica ti devi alzare a ore improponibili!
“Senti, io ho sonno. La sveglia l’ho messa alle 7 e mezza, e a quell’ora mi alzerò!” spero abbia capito. A giudicare dal cuscino che mi arriva dritto nella nuca, pare proprio di no… oh, io non demordo, mi tiro le lenzuola sopra la testa e ricomincio a dormire. Sento la porta del bagno chiudersi e l’acqua della doccia cominciare a scorrere. Finalmente un po’ di pace! Apro gli occhi e mi metto a guardare il soffitto, e penso a quello che ci aspetta domani. Domani, cazzo! Vedrò Axl, quell’uomo che con la sua voce e le sue meravigliose canzoni mi ha letteralmente fatta innamorare. E Ashba, Richard, Dizzy, Tommy: tutti musicisti coi contro cazzi! Dovrà essere una giornata da ricordare!
Mentre fantastico su ogni singolo dettaglio della giornata di domani, mi suona la sveglia: The Ballad Of Death di Dj Ashba. Una meraviglia, mi fermo con sguardo incantato a fissare il vuoto mentre quelle splendide note si susseguono e si mischiano a formare uno dei miei pezzi preferiti. Il modo in cui quel ragazzo suona la chitarra…magnifico! Semplicemente magnifico.
La porta del bagno si apre e mia sorella mi passa davanti dicendomi qualcosa. Cos’è che mi ha detto? Mi volto verso di lei con sguardo un po’ perso, ma che ci volete fare, è mattina!
“Ehiii, ci sei? Alisss, ti ho detto che il bagno è libero!” mi urla sventolandomi una mano davanti agli occhi.
“Uh? Ah, sì, ora vado”
“Ma se cadi in trance per una cazzo di suoneria, mi spieghi che fai domani sera che ce l’avrai a meno di un metro?” mi chiede ridendo.
“Senti, non mi ci far pensare prima di domani, che sennò comincio a sclerare pesantemente!” per tutta risposta lei continua a ridere. Oh, ma è una cosa seria, sono veramente da ricovero! E anche lei lo è, ma si sa trattenere bene quando serve. Pff, domani sera vedremo chi sviene prima!
Mi alzo e raccatto i primi vestiti che trovo in valigia; entro in bagno e via con una  bella doccia calda, per rilassarmi. Sento che nella stanza Ste ha messo Appetite For Destruction a palla; mi metto a cantare sotto la doccia mentre lei di là canta mentre si asciuga i capelli. Và che bel duetto che siamo! I nostri vicini di camera non saranno molto contenti, credo…

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Capitolo 2
*** 2 ***


Here I am
And you’re a rocket queen
I might be too young but honey I ain’t naïve
Here I am
And you’re a rocket queen, oh yeah!
I might be too much but honey you’re a bit obscene
Ah, che goduria prepararsi ad uscire sulle note di Rocket Queen! Okay, non saremo le ragazze più intonate del mondo, ma a chi importa? Continuo a cantare mentre mi sistemo un po’ di gel sui capelli per farli tutti sparati.
“Tanto non ce la fai a farteli come James!” mi urla Ste affacciandosi alla porta del bagno.
“Gnè gnè gnè, e tu non ce li avrai mai come Nikki” rido, mentre la vedo destreggiarsi tra chili e chili di lacca, nell’intento di raggiungere quell’effetto “tamarro fulminato” che ben caratterizza mr. Sixx.
Scoppiamo a ridere mentre dallo stereo Axl continua a gridare come un indemoniato.
“Oh, oh! Questa è la parte più bella” Ste poggia a terra la lacca e si china ad alzare il volume dello stereo.
E gli orgasmi di Adriana Smith riempiono la stanza. Come due deficienti, ci mettiamo ad imitarli, tra una risata e l’altra. Dio, ma cosa penseranno i vicini di stanza? Ovvio, che siamo due lesbiche pervertite che si divertono a scopare alle 8 del mattino!
E infatti, bussano alla porta.
“Abbassa la musica” urlo.
“Che?” mi urla lei di rimando.
“Ho detto abbassa la musica!” le dico mentre scavalco il letto e vado ad abbassare il volume dello stereo.
Mi infilo un paio di pantaloncini e apro la porta. Davanti a me c’è una signora, ma che signora! Questa è una vecchiaccia! Avrà almeno 90 anni! Porta i capelli raccolti in una crocchia, addosso ha una camicia da notte, chiaro segno che l’abbiamo svegliata. Alle dita porta tanti anelli stranissimi, abbinati ad altrettante stranissime collane. Sorride, un ghigno beffardo, mentre anche lei mi squadra con sguardo indagatore. Okay, non sono molto presentabile, ma insomma, che ho di strano da indurla a guardarmi in questo modo?
“Desidera qualcosa?” le chiedo.
Oh, sono una genia! Ovvio che desidera qualcosa! Desidera mandarmi a fanculo perché sparo a palla i Guns alle 8 di mattina e perché simulo scene di sesso violento! Mi scappa da ridere ma mi trattengo, e cerco di fare la seria in attesa di una sfuriata, che però non arriva. Di tutta risposta la nonnetta spalanca la porta e sguscia sotto il mio braccio, entrando in camera.
Ma cazzo! La privacy è un optional, eh? Mi volto rassegnata chiudendo la porta.
“Senta, chi le ha detto che può entrare? Non vede che ci siamo appena alzate?”
“Oh, suvvia fanciulle! Volevo solo dare un’occhiata, poi tolgo il disturbo” sogghigna di rimando.
Questa qui mi incute terrore, e mi fa anche assai incazzare!
“Okay, ora è felice? E’ una camera d’albergo come un’altra, ora può andarsene? Abbiamo da fare noi!” per poco non glielo urlo, non voglio essere scortese ma insomma, chi le ha dato il permesso di ficcare il naso!
“Chi è sta vecchia?” urla Ste uscendo dal bagno.
Oh, eccola, la finezza fatta persona! Soffoco una risata e le lancio un’occhiata eloquente, alla “e io che cazzo ne so?”
“Non so chi sia, ma se ne stava giusto andando. Vero?” affermo prendendo quella sottospecie di strega per un braccio e cercando di trascinarla verso la porta.
Ma lei non ne vuole sapere di muoversi. E’ rimasta impalata a fissare mia sorella; o meglio, la sua maglietta.
“I Guns N’ Roses..” mormora in una specie di crisi mistica. Mi terrorizza ogni secondo di più!
“Ehm, sì..i Guns, è per questo che siamo qui, per caso li conosce?” le chiedo diffidente.
Per tutta risposta lei continua a bisbigliare parole incomprensibili, delle quali riesco solo a capire qualche “Guns..Axl…Slash…Guns…Izzy..Duff…i Guns..Steven!”. Sbuffo, questa è veramente andata!
“Oh, questa è peggio di te davanti alle foto di Izzy!” mi sussurra all’orecchio Ste, che nel frattempo mi si è avvicinata.
Per tutta risposta, le tiro una gomitata nel fianco, quando ci vuole ci vuole! Ehi, okay che sono pazza, ma paragonarmi ad una vecchia decrepita che rantola in preda ad una trance improvvisa proprio no!
Oh, santo Izzy, dammi la pazienza, che se mi dai la forza faccio una strage!
“Senti nonnina, noi qui ci dobbiamo preparare. Ha intenzione di andarsene o devo tirarla fuori a forza?” non ottengo risposta.
Le vado vicino e le sventolo una mano davanti al viso.
“Yuhuuu? Ci siamo? Terra chiama nonna, terra chiama nonna, ci seiii?” ancora nessuna risposta.
“Eh okay, qui proprio non vogliamo muoverci eh? Allora, se le dico…Guns?”
La vecchia si alza di scatto con sguardo vispo urlando “Guns!”
Sento la sonora risata della Ste dietro di me, e mi giro con sguardo omicida. E’ stesa per terra in preda ad un attacco di ridarella, eccheccazzo!
No, non fa ridere! Io sono qui che cerco di far rinvenire una pazza più pazza di me, e lei se la ride! Bah…
“Senta, o lei se ne va o se ne va. Ha capito?” domando sconsolata.
Come per miracolo, la vecchia si riprende dal suo stato di trance e si avvicina a noi con un ghigno. Oddio, sembra una specie di film horror!
“Ragazze mie” comincia a mormorare “volete sapere la mia storia?”
Dio, ora pure la favoletta ci deve raccontare! Mi siedo per terra rassegnata, qui prima di due ore non si esce sicuro.
“Avevo una nipote che si chiamava Anne ed era uguale a voi. Impazziva per questo gruppo e ascoltava i loro cd a ripetizione, da mattina a sera. Questo però era vent’anni fa…una mattina, nel 1992, Anne fu trovata senza vita nella sua stanza. Nessuno sa come è morta, l’unica cosa che trovammo fu lo stereo acceso con Appetite For Destruction che andava”
Mi volto verso Ste. Ha sulla faccia la mia stessa espressione di stupore. Mi chiedo se questa storia che ci sta raccontando sia vera o sia solo frutto della sua mente malata! Come se non bastasse, la vecchia ricomincia a raccontare.
“Da quel giorno mi sentii vuota…presi quel cd che era dentro lo stereo e lo portai a casa mia..volevo sentirlo, cercare di capire perché mia nipote se n’era andata…ma ogni volta che  lo ascoltavo, sentivo delle voci. Sì, oltre a Axl che cantava, sentivo dei bisbigli, dei sussurri. Mi spaventai a morte, ma non ebbi mai il coraggio di buttare via quel disco, sarebbe stato un gesto scortese nei confronti di Anne…e così me lo porto sempre dietro” mentre lo diceva, tirò fuori da una tasca quel disco.
Rabbrividisco. Questa è una storia da perfetto film horror, cazzo! La vecchia si avvicina a noi con gli occhi sbarrati. Oh, no! E ora che vuole fare? Faccio per ritrarmi, ma lei mi blocca un braccio.
“Sapete qual è il potere di questo disco?” sussurra.
Oddio, ora anche i poteri magici! Questa è sciroccata proprio!
“No, non lo so quali sono i suoi poteri, ora per favore, per l’ultima volta, se ne vuole andare??”
Lei non mi ascolta, ovvio, e continua imperterrita il suo discorso.
“Questo fa esaurire i desideri” esclama.
Sento Ste lasciarsi andare ad una sonora risata.
“Ahaha, ma fammi il piacere, nonnetta! Adesso vuole farmi credere a questa stronzata dei desideri?”
La vecchia si volta verso di lei con sguardo truce.
“Puoi crederci o non crederci, ma per favore, esprimete un desiderio. Qui e ora. Fatelo per mia nipote, e poi me ne andrò”
Guardo mia sorella, ed entrambe facciamo spallucce. Un desiderio, e che sarà mai! Se serve a far andare via sta pazza, ben venga! Oh, bene, cosa posso desiderare? Uhmm, beh, avere la possibilità di incontrare Ashba! Naaa, troppo banale! Allora, mmm, vediamo…ecco, fatto!
“Ho espresso il mio desiderio, ora se ne vada!”
Per la prima volta, quella strega mi ascolta: si alza dal letto, si dirige verso la porta e la apre.
“Ci si rivede, ragazze!”
“Sì, ciao eh!” le dico mentre le chiudo letteralmente la porta in faccia.
Mi siedo per terra e guardo Ste. Basta uno sguardo per farci scoppiare a ridere fino alle lacrime!
“Ahahahaha, ma l’hai sentita? Quella era pazza dura!”
“Ahahahah sì cazzo, matta da legare!”
Finalmente finiamo di prepararci e usciamo per visitare la città. Dopo un’intera giornata passata a camminare, ci sediamo in una pizzeria a fare cena e poi torniamo in albergo.
Una volta in camera, ci prepariamo per andare a dormire presto. Eh, domani ci si deve alzare all’alba per assicurarsi le prime file! Mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte. Dopo un po’ anche Ste esce dal bagno e si mette a letto.
“Dimmi una cosa” esordisce “che desiderio hai espresso stamattina?”
Mi metto a ridere “Eh, ma allora la prendi come una cosa seria! Comunque, non lo sai che i desideri non si possono dire? Sennò non si avverano!”
“Ma figurati se si avverano, quella è una pazza!” esclama lei “volevo solo sapere, ma se non me lo vuoi dire amen”
“Prima o poi te lo dirò, ora però voglio dormire. Buona notte e a domani!”
“Ah, domani!” sospira lei, e dopo neanche un minuto siamo entrambe nel mondo dei sogni. 

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Capitolo 3
*** 3 ***


DRIIIIIN!
Oh, che palle, di nuovo sta sveglia? Uff, non ho proprio la forza di alzarmi..ma senti questo letto com’è comodo! Ci dormirei delle ore! Allora, calma…oggi è domenica, e la domenica si può dormire, che bello! No, aspetta, oggi è il 5 settembre! Concerto!
Scatto in piedi e spengo la sveglia, poi mi avvicino a mia sorella che sta ancora dormendo.
“Svegliaaa, oggi c’è il concertoooo!!!” le urlo saltando sul letto. Sì, okay, stamattina sono particolarmente piena di energie, ma che ci volete fare, effetto Guns!
Ste si rivolta nel letto mandandomi più volte a fanculo, ma io non demordo.
“Eccheccazzo! Alzati o non avremo le prime file! Ma ci pensi?? Daren a mezzo metro da noi!!”
La vedo aprire gli occhi e piano piano realizza che oggi è il gran giorno, e scatta a sedere pure lei.
“Cazzo! Il concerto! Sìììì!!”
Ci mettiamo ad urlare abbracciate facendo un baccano infernale.
“Shhh, stiamo zitte!” sussurro tappando la bocca a Ste.
“Eddai, un po’ di sclero non fa mai male, suvvia!” brontola lei.
“Sì, ma se la vecchia torna a rompere noi le prime file le vediamo col binocolo. Vediamo di fare meno casino!” le spiego.
“C’hai ragione, oggi quella vecchia pazza non deve rompere le palle!”
Scendo dal letto e vado in bagno a farmi una doccia, e rimango sotto il getto dell’acqua calda per venti minuti buoni. Ho sempre amato rilassarmi di prima mattina, mi fa sentire più in pace con me stessa. Esco dalla doccia e torno in camera in accappatoio per scegliere i vestiti da indossare, mentre Ste entra in bagno a prepararsi. Alla fine opto per le mie solite Converse nere mezze distrutte, dei pantaloncini e la maglietta di Ashbaland. Che non trovo.
“Ehiii Ste, hai visto la mia maglietta di Ashba?” urlo.
“No, non mi pare! L’avrai lasciata a Bologna, mettiti qualcos’altro!” mi urla di rimando.
Grazie, ovvio che mi metto qualcos’altro, genio! Mica vado fuori nuda!
Eppure io ero sicura di averla presa, uff…spero solo di non averla persa, con quello che è costato farsela mandare dall’America!
Prendo un’altra maglietta dalla valigia e la indosso.
Mi avvicino alla finestra e scosto le tende da cui filtra la luce del sole per illuminare la stanza. Wow, mai vista Milano con due giorni di sole consecutivi!
Mi siedo sul letto e mi preparo per sistemarmi i capelli e truccarmi.
Ma c’è qualcosa che non va…non capisco cosa, però…mi guardo in giro, cercando di trovare qualcosa fuori posto, ma è tutto okay, come la mattina precedente. In strada c’è il solito traffico, clacson di macchine e rumore di motori..in effetti, troppo rumore per essere le 7 del mattino! Bah, sarà un caso..Eppure, sento che c’è qualcosa che non va!
Guardo fuori dalla finestra, osservo il paesaggio, il cielo  e mi affaccio per guardare la strada, poi guardo fisso davanti a me. E spalanco gli occhi.
“Steee, vieni qui un attimo!” grido.
Lei esce dal bagno e mi guarda stupita.
“Ehi Alis, ma lo sai che pure io non trovo più la mia maglia dei Guns con la copertina di Chinese Democracy? Che strano, eppure ieri l’avevo indossata! Cazzo, spero di non averla persa!...Alis, ci sei? Perché c’hai quella faccia? Che c’è là fuori?”
Si avvicina a me incuriosita. La guardo, e mi limito ad indicare fuori dalla finestra.
“Quel palazzo ieri non c’era” dico convinta, puntando il dito contro un grattacielo in vetro proprio davanti alla nostra camera.
“Sì certo, come no! Alis, mi hai fatto prendere un colpo, credevo fosse successo chissà cosa! Quel palazzo c’è sempre stato!”
“No. Ti dico che non c’era” ribadisco.
“Se va bene, e come lo spieghi? Magari non te lo ricordi, insomma, neanche io me lo ricordo, ma probabilmente c’è sempre stato. Mica li costruiscono in un giorno i grattacieli!”
“Lo so. Ma io sono convinta che ieri sto coso non ci fosse” sono impazzita forse? Ora ho pure le allucinazioni, non è possibile!
“Okay, e io sono convinta che tu ti stia sbagliando”
“Ste, sei sicura che questa sia la nostra camera?”
“Che? Certo che sono sicura, ci sono le nostre cazzo di valigie per terra, non vedi!”
“Sì ma…anche le magliette che non troviamo più…sta cosa non mi convince”
“Eh, okay, e che vorresti fare? Io più che dirti che questa è la nostra camera mostrandoti che ci sono le nostre cose, non so che fare!”
Ha ragione. Sto impazzendo, è poco ma sicuro! Ma non lo so, ho ancora una strana sensazione…e quel palazzo, io giuro che non c’era!
Apro la porta e mi sporgo a guardare il numero di camera. Camera numero 346, è la nostra, non c’è dubbio!
Mi avvicino al comodino, alzo il telefono e premo il tasto 2 per chiamare la reception.
“Che vuoi fare?” mi chiede Ste.
“Voglio chiedere spiegazioni sul perché c’è quel palazzo là fuori” spiego.
“Sì, certo, perché loro te lo sanno dire! Sorella mia, i Guns ti danno letteralmente alla testa, lasciatelo dire!”
Non la ascolto e aspetto che mi rispondano al telefono. Sento una voce femminile alzare la cornetta e rispondermi..in inglese! Metto giù il telefono scocciata.
“Perfetto, alla reception a quanto pare a quest’ora c’è solo la traduttrice”
Mi alzo per prendere il  mio cellulare e chiamare direttamente la segreteria dell’albergo. Ma il mio cellulare non c’è!
“No, cazzo, anche il cellulare no!” urlo.
“Che succede?”
“Non trovo più il mio cellulare! L’avevo lasciato sul comodino ieri sera, ne sono certa!” giro per la camera guardando sotto i letti e dentro gli armadi, ma del mio cellulare non c’è traccia. Vedo mia sorella pensierosa che mi guarda mentre continuo la mia operazione di ricerca.
“Secondo me quella vecchia strega è entrata di notte e ci ha bellamente derubato!”
“Ma ma, l’avremmo sentita, o no?” chiedo speranzosa.
“Boh, dormiamo pesante dopotutto…”
“Ste, chiama il mio cellulare, così lo sento squillare e lo trovo” le chiedo.
“Okay, ma io rimango dell’idea che sia colpa della vecchia”
Si alza e va a rovistare in valigia.
“Cazzo!”
“Che c’è?”
“Non c’è più neanche il mio!!”
La guardo stupita. Quella sensazione che qualcosa non vada bene si accentua sempre di più, mentre mi guardo intorno. E’ successo qualcosa stanotte! Ma cosa? E’ entrata la vecchia a derubarci? Probabile. E quel grattacielo? Come si spiega? Semplice, non si spiega perché non ha una spiegazione. Ma allora che cazzo è successo??
Ci vestiamo cercando di dimenticare tutte quelle stranezze e usciamo dirette al concerto.
Ci fermiamo alla hall perché voglio chiedere spiegazioni, ma non c’è nessuno.
“Dai Alis, chiederemo stasera, ora andiamo che siamo in ritardo”
“Mmm, okay, ma a me sta cosa non mi convince per niente!”
Usciamo dall’hotel e ci dirigiamo alla fermata della metro dirette al Mediolanum Forum.
“La fermata dovrebbe essere qui”
“Dovrebbe?” dico “Okay, ma qui non c’è nessuna fermata”
“Che ti devo dire, la mappa dice così!”
Sporgo la testa sopra la sua spalla. In effetti, le indicazioni sono chiare: uscite dall’hotel, a destra e poi ancora a destra, dovrebbe esserci il sottopassaggio.
Ma è palese che qui non ci sia nulla! Nulla di nulla, solo un marciapiede e tante macchine che passano.
“Fantastico, ci siamo perse!” esclamiamo all’unisono.
Uff, ci mancava anche questa!
Vaghiamo per la città e il mio sesto senso continua a dirmi che qui c’è qualcosa che non quadra.
“Cosa cazzo sono tutti questi negozi? Ieri non c’erano!”
“Milano è grande, Alis, probabilmente non li abbiamo visti”
“No, sono sicura che ieri abbiamo fatto questa strada, e questi negozi non c’erano”
“Non so che dirti, io so solo che ci siamo perse e conviene chiedere indicazioni!”
Mi avvicino ad un ragazzo con capelli lunghi e pantaloni di pelle. Probabilmente anche lui è diretto al concerto, quindi saprà aiutarci.
“Ehi scusa, sai come si arriva al Mediolanum Forum?”
Mi guarda con sguardo interrogativo.
“Hm? Sorry, I haven’t understood”
Oddio, un altro che parla inglese, ma che due palle!!
Torno da mia sorella rassegnata.
“Non capisce l’italiano” sbuffo.
“Eeeh, i Guns sono internazionali, probabilmente è uno di quei fans sfegatati che li seguono ovunque!”
“Sarà..ma vorrei ricordarti che qui siamo ancora perse!”
Camminiamo alla cieca ancora per un altro po’, ma del Forum neanche l’ombra.
Continuo a guardarmi in giro, per cercare di sopprimere quel senso di paura che mi assilla da stamattina.
“Non trovi che ci sia molto verde in questa zona? Di solito Milano è grigia. Che strano!”
“Aliss, se non la smetti con le tue seghe mentali ti tiro un pugno!” esclama lei ridendo “siamo a Milano, quella di stamattina ERA la nostra camera d’hotel e stiamo andando al concerto dei Guns. Ora pensiamo solo a quello. Al concerto! Per tutto il resto, ne riparliamo domattina”
“Okay, se lo dici tu..”
“Brava sorellina!”
Sorrido. Ha ragione, ora preoccupiamoci solo del concerto. Oggi sono particolarmente paranoica e non va bene. Ovvio che siamo a Milano!
No, non è vero, non è ovvio! Oddio! Mi fermo improvvisamente in mezzo alla strada guardando fisso un palazzo alla mia destra.
“Ste, io non credo che questa sia Milano..” sussurro piano.
Si volta anche lei e per la prima volta nella giornata la vedo rimanere di sasso come me.
Davanti a noi si staglia un edificio a tre piani, con le pareti marroni e le finestre con le tende rosse. Tanti alberi si stagliano per tutto il suo perimetro, alberi in fiore. Un viavai di ragazzi in uniforme, studenti probabilmente, anima l’atmosfera. Davanti al cancello, un cartello nero su cui campeggia una scritta bianca: UCLA.
Sento mia sorella toccarmi un braccio “UCLA non è il nome della…”
“Università di Los Angeles” affermo io.
“Ma come cazzo è possibile??”
Cerco di trovare una risposta ma una risposta non c’è. E’ assurdo. Completamente assurdo!
“Non me lo chiedere. Sto sognando vero? Dimmi che è tutto un sogno!”
Ci guardiamo allibite. La prendo per un braccio e la costringo a camminare lungo la strada, lontano da quel posto, è solo un sogno, solo un sogno, solo un sogno!
Continuo a guardarmi in giro. Non è un sogno. E’ la fottuta realtà! Le macchine hanno le targhe americane, i nomi delle strade, tutti americani! Hollywood Boulevard non è di certo una strada di Milano! Parlano tutti inglese! Ma com’è possibile? Che ci facciamo qui?
Mi avvicino ad un passante e cerco di farmi capire in inglese.
“Mi scusi, ha per caso un cellulare da prestarmi? Devo fare una chiamata urgente” chi chiamo? Mia mamma? La mamma di Ste? Qualcuna delle nostre amiche con cui ci dovevamo incontrare al concerto?? Mi guarda stupito.
“Cellulare? E che roba è?”
E d’un tratto, mi torna tutto in mente, sento che nella mia testa i pezzi del puzzle stanno tornando al loro posto. Corro verso mia sorella che è rimasta indietro a fissare la strada. E’ stato uno shock anche per lei.
“Ste! Ti prego ascoltami, è una cosa seria!”
Si volta verso di me.
“Alis che cazzo è successo? Che ci facciamo qui?” mi chiede disperata.
“Ste, ho bisogno che mi dici una cosa. Qual era il tuo desiderio ieri?”
“Il mio…cosa?”
“Il tuo desiderio, Ste!” le urlo scuotendola “quello della vecchia!”
“Io..ho desiderato di..” si ferma, allibita. Capisco che ha capito.
“Hai chiesto la stessa cosa che ho chiesto io, vero?”
Mi guarda, so che l’ha fatto, glielo leggo negli occhi e lei lo legge nei miei.
Che stupida che sono! E chi lo sapeva che quella vecchia aveva ragione??
Corro verso un ragazzo che sta uscendo dall’università.
“Ehi, tu! Scusami, ti prego, dimmi una cosa” gli urlo prendendolo per una manica.
“Che c’è?” chiede spaventato.
“Che giorno è oggi?”
“E’ il 22 marzo”
“Di che anno??”
“Come di che anno? Del 1985, è ovvio!”
“Ah…grazie..”
Torno da mia sorella e mi siedo accanto a lei sul marciapiede.
Si è avverato.
Siamo tornate indietro.

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Capitolo 4
*** 4 ***


“E ora che facciamo?”
Già, sorellona, che cazzo facciamo? Mi sembra di vivere un sogno, ma è chiaro che non lo è…come ci siamo finite qui? Com’è possibile? Ma poi, come torniamo indietro?? Sì, okay, si è avverato il nostro più grande sogno, ma un conto è nascere nel passato e viverci..un altro è venire catapultati indietro quando non conosci nessuno, quando non sai da che parte girarti, da dove cominciare ad ambientarti, come comportarti!
Quella vecchia strega! Ci ha rifilato uno di quei calci in culo così grandi da farci tornare fin qui..la odio! Non poteva almeno avverarlo tutto? Non potevamo nascere qui, che so, nel 1970? E invece no, le cose si devono sempre fare a metà! E ora siamo sperdute in chissà quale angolo di Los Angeles, non sappiamo bene la lingua e come se non bastasse sta venendo a piovere! Fanculo!
“Aliss, mi senti? Che cazzo facciamo adesso??” mi chiede Ste.
“E io che ne so? Suppongo che ci dobbiamo adattare, ormai siamo qui…” sospiro.
“Non pensi che….”
“Che possiamo tornare indietro? Sai, se tu sapessi spiegarmi COME siamo arrivate fin qui, forse riuscirei a spremermi le meningi e trovare un modo per tornare indietro..cioè avanti…è indietro o avanti?” le chiedo pensierosa.
“Cosa minchia me ne frega se è indietro o avanti! So solo che siamo nel 1985, siamo a Los Angeles e dobbiamo trovare un posto dove dormire, del cibo, dei soldi! In questo momento siamo messe peggio di due barbone!” mi urla.
“Sì scusa, volevo sdrammatizzare…è che non so neanche da che parte cominciare” cavolo, no che non lo so! Non sono pronta per vivere in un’altra epoca, in un’altra città!
“Beh, io comincerei con l’alzarmi da questo marciapiede, che dici?” si alza sorridente e mi porge la mano. Sì cazzo! Un po’ d’ottimismo, sennò qui non si va da nessuna parte.
“Primo problema: dove dormiamo?” chiedo.
“Spero ci sia un motel a basso prezzo nei paraggi..”
“E come lo paghi, me lo dici?” alzo un sopracciglio diffidente.
La vedo aprire il portafoglio “Cazzo! Non c’è più neanche un euro!” urla.
“Eh, ovvio! Gli euro mica esistono negli anni ’80! E soprattutto non in America..” sospiro.
“Uff, sto per impazzire, c’è qualcosa che esiste in questi dannati anni ’80?”
“Sì!” esclamo convinta “I Guns! Giovani!” le dico ammiccando.
“Ahahah sorellina dopo che avremo trovato un tetto e del cibo, quello sarà il problema più importante: come abbordare i Guns. E’ per questo che siam venute qui, giusto?”
“Giusto!” grido esaltata in mezzo alla strada, mentre un signore vestito di tutto punto mi passa vicino squadrandomi da testa a piedi, scandalizzato.
“Cazzo c’hai da guardare te?” gli urlo dietro. Tanto non mi capisce, che goduria!
“Oh, siamo felici oggi, eh?” mi dice Ste divertita.
“Dai sorellona, Los Angeles non è poi tanto male, no?” le rispondo ridendo, mentre saltello letteralmente per la strada. No, non è tanto male, devi solo imparare a viverci. Non mi aspetto che tutto mi piova dal cielo, le cose ce le dovremo guadagnare, ma almeno facciamo in modo che questo viaggio sia servito a qualcosa!
Giriamo per un’altra oretta prima di raggiungere il centro vero e proprio di Los Angeles.
“Ehi guarda, finalmente un’indicazione per un hotel!”
“Aaah, evvai, finalmente si dorme, ho i piedi a pezzi!”
“Aspetta di arrivarci e non cantare ancora vittoria!” mi ammonisce lei.
Camminiamo continuando a seguire le frecce, mentre comincia a scendere il buio e la città comincia ad animarsi. Bar che si riempiono, pub e locali che aprono, e luci ovunque. Comincio ad amarla questa città! Che bello!
Ci fermiamo ad un semaforo aspettando di attraversare, quando sento mia sorella tirarmi per la maglietta.
“Aliiiiiis, guarda!!” mi urla saltellando e continuando a tirarmi.
Mi indica in alto, verso il nome della via.
Sunset Boulevard!
“Waaa Aliiis ma ci credi?? Siamo qui, al Sunset! Locali! Birra! Guns! Motley! Birra! Guns!” comincia ad urlare.
“Stee, stai vaneggiando! Sì cazzo, è il Sunset, ma ora dobbiamo dormire ricordi? Domani ci torniamo, tanto ormai dobbiamo star qui per un po’” cerco di mantenere la calma, ma è difficile quando ti trovi davanti ad un tale luogo di culto!
“Ma ma ma e se domani mattina ci risvegliamo nel 2010?” mi guarda negli occhi supplicandomi con lo sguardo di rimanere.
“Uff, e okay, almeno prima andiamo in hotel e assicuriamoci un posto dove dormire, poi torniamo qui okay? Tanto sono ancora le 8 di sera, prima delle 11 qui non c’è vita” le spiego.
“Grazie sorellina, tu sì che mi capisci”
Attraversiamo la strada, mentre lei continua a girarsi verso quella mitica via come se non la dovesse più vedere per il resto dei suoi giorni.
“Pfff, e meno male che per mia mamma eri tu che dovevi badare a me!” rido.
“Sì ma tua mamma non c’è, no?” dice facendo spallucce.
“Sì cazzo è vero! Mia mamma ora ha 21 anni, ma ci pensi? Ho cinque anni in meno di mia mamma!”
“Perfetto, quindi non devi sottostare al suo volere e possiamo divertirci a go-go!”
“Yess, ma ora ripeto, andiamo in hotel”
“Amo avere una sorella responsabile!” ride.
“Seeee, hai una sorella che appena becca mister Stradlin qui in giro di responsabile e diligente avrà ben poco!” le rispondo, cominciando a fantasticare. Izzy, cavolo quanto amo quell’uomo! Non lo amo come amo Daren, cioè insomma, Daren ispira anche cose violente ammettiamolo, ma Izzy è è troppo bellino! Ispira solo taaaaante tante coccole. E anche qualcos’altro, ma quello viene dopo! E poi suona benissimo e compone canzoni meravigliose! E ha un bel naso. Dei begli occhi, e..
“Aliiiss, smettila di pensare ad Izzy!”
“Ehi e tu come…?”
“Si vede lontano un miglio! Quando parti a guardare per aria con sguardo sognante ti si legge in fronte AMO IZZY STRADLIN, sei molto prevedibile, sai?” dice mettendosi a sghignazzare.
“Se lo dici tu!”
Finalmente arriviamo all’hotel, le camere costano 20 dollari a notte, ne prendiamo una doppia e ci facciamo anticipare le prime notti. Domani bisogna trovarsi un lavoro, o qui si campa poco! Ceniamo nella hall, sempre a scrocco (son già 50 dollari addebitati, cazzo!) e poi usciamo.
Sunset Strip, arriviamo!
 
 
 
Sono felice che questa storia vi stia piacendo, grazie a tutti quelli che hanno recensito!
Un grazie particolare a Steeee_, la mia sorellona nonché protagonista di questa storia! :DD leggete anche le sue ff, meritano proprio!

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Capitolo 5
*** 5 ***


“Suuu, dai dai! Dobbiamo sbrigarci!” mi urla mia sorella mentre mi trascina per la strada, infischiandosene di semafori rossi e macchine che vanno ai cento all’ora!
No dico, ma vuole farci ammazzare? Aaah, guarda che pelo ci ha fatto quella macchina! Ci stiamo beccando gli insulti di mezza Los Angeles, cazzo!
“Magari se la smetti di trascinarmi andiamo anche più veloci” rido liberandomi dalla sua stretta.
“Sì, okay, scusaa, ma capiscimi, ancora non ci credo che stiamo andando al Sunset Strip! Ma ci pensi?”
“Sì che ci penso! E dai che siamo quasi arrivate!” grido.
La prendo per mano e la strattono per non farla finire sotto una macchina. Dio, Los Angeles è troppo trafficata per i miei gusti!
Giriamo un po’ per il Sunset prima di fermarci in un piccolo localino poco affollato.
“Peccato, pare che stasera né Guns né Motley ci vogliano degnare della loro presenza!” si lamenta Ste.
“Dai, sarà per un’altra volta, per ora godiamoci questa di serata!” le dico.
Il locale in cui ci infiliamo è un piccolo pub frequentato da poca gente, tutti ragazzi sui vent’anni che bevono birra e ridono tra di loro. Un gruppo, che non mi pare di conoscere, sta suonando su un piccolo palco, ma nessuno sembra ascoltarli.
Sì, un posticino mediocre, ma tanto basta per lasciarci a bocca aperta. Ecco il vero spirito di questa città!
“Paradisoooo” sussurriamo all’unisono mentre ci avviciniamo al bancone per prendere da bere.
Cioè, lei prende da bere, io da brava astemia quale sono mi astengo come al solito.
“Un boccale di birra, grazie” ordina mia sorella.
“Una birra? Ma non preferiresti del buon vecchio Nightrain?” le bisbiglio all’orecchio indicandole una bottiglia rossa oltre le spalle del barista.
“Sì! Sì! Niente birra, prendo il Nightrain, tutta la bottiglia! Anzi no, mi dia anche la birra, và!” dice tutta esaltata.
La guardo ridendo, è sempre la solita!
Ci sediamo ad un tavolo vicino alla finestra e cominciamo a guardarci intorno, facendo commenti idioti su chiunque passi per strada.
“Guarda quello, che pantaloni bellissimi!”
“Ma dove? Gli strizzano le palle in una maniera assurda!”
“Ma è quello il bello!” ride lei.
E continuiamo così per una buona mezz’ora,  Ste ha già finito il boccale di birra e sta già a metà della bottiglia di Nightrain, quando ci si avvinano due ragazzi sui ventitré anni.
“Vi serve compagnia, bellezze?” dice uno dei due lasciandosi scivolare sulla sedia accanto alla mia, mentre il suo amico con pochi complimenti si lascia cadere accanto a mia sorella.
Non hanno un aspetto molto rassicurante, sembrano ubriachi fradici, anzi no, sono ubriachi fradici! E sono pure brutti, no no no, noi ci meritiamo di meglio! Tipo i Guns! Chi sono questi due, che cazzo vogliono da noi? Cos’è quella mano sulla mia spalla? Oh, ma l’educazione ce l’hanno in culo questi??
Gli prendo la mano e gliela appoggio sul tavolo.
“No, grazie, stavamo giusto per andare via!” gli dico decisa mentre faccio per alzarmi, ma lui mi tiene giù.
E che cazzo! Vogliono una bella cinquina in faccia! Ma perché Ste non mi aiuta??
Mi volto verso di lei e vedo che sta parlando animatamente con l’altro ragazzo. Almeno lui non le mette le mani addosso! Possibile che capitino sempre a me quelli pervertiti??
“Metti giù quelle cazzo di mani, se non vuoi che ti taglio le palle! E fammi passare!” gli intimo mentre lo scavalco per andare in bagno.
“Eddai, honey, voglio solo farti un po’ di compagnia” biascica maliziosamente mettendomi una mano sul culo.
Eh no! Questo no! Mi volto e gli tiro una sberla in faccia, cazzo se la merita!
“Vediamo se lo capisci e te lo metti bene nella zucca: non sono una troia. Ma ne ho vista una poco più giù lungo la strada, vai lì e vedrai che la compagnia la trovi!”
Dio che nervi! Ma erano tutti così porchi a Los Angeles negli anni ’80?? Ma dico io!
Ste intanto è ancora lì che ride e scherza con quell’altro, ormai ubriaca. Beh, almeno stanno solo parlando, meglio non intromettersi.
Ma non c’è un bagno in questo posto?? Ah sì, eccolo lì!
Mi dirigo verso un piccolo stanzino ed entro nel bagno delle ragazze, sbattendomi la porta alle spalle.
Mi specchio e mi rimetto un po’ a posto i capelli, il trucco e mi do una bella sciacquata alla faccia, là al tavolo fa così caldo!
Un’ultima sistematica e sono pronta per tornare di là.
Mi giro e vado a sbattere contro qualcuno.
“Ehilà, dolcezza, ci rincontriamo, eh?”
Ma ancora lui? Eh ma allora ditelo che c’è qualcuno che mi vuole male!
“Ma sei ancora qui? Lo vuoi capire che con me non ce la puoi fare, cazzo? Non te la do!” gli urlo scocciata cercando di arrivare alla porta.
“Ah no?” dice lui prendendomi per i fianchi e sbattendomi letteralmente contro il muro. Ahio, che male! Ma le buone maniere no?
“Lasciami stare, stronzo!” urlo cercando di liberarmi.
“Stai zitta! Sei solo una puttana come tutte le altre!” mi grida di rimando mentre cerca di levarmi il vestito.
Scalcio cercando di fargli male, ma questo qui è di ferro, cazzo! Provo ad urlare aiuto, ma è quasi impossibile che qualcuno ci senta, e se anche fosse chi mi dice che non è un pervertito come questo qui? Cazzo! Sento le lacrime rigarmi il viso, mentre continuo a lottare per liberarmi, quando sento una voce.
“Ehi, lasciala stare, bastardo!” poi un colpo, e il mio aggressore cade a terra tramortito.
Tiro un sospiro di sollievo e mi appoggio al muro sfinita, asciugandomi le lacrime.
“Grazie..” bisbiglio, alzando gli occhi verso il mio salvatore. E per poco non mi prendo un colpo!
“Stai bene? Ti ha fatto del male?” mi porge una mano e mi aiuta ad alzarmi, mentre io sono ancora lì con una faccia da ebete.
“No, no, sei arrivato in tempo…grazie ancora!” biascico, cercando di sembrare normale.
“Vieni, usciamo” mi prende per mano e mi conduce verso una porta di servizio, e ci ritroviamo all’aria aperta.
Mi siedo per terra continuando a guardarlo estasiata. Su, Alis, un po’ di contegno! Ce la puoi fare! Fai finta di non conoscerlo!
“Comunque piacere, io mi chiamo Axl” mi dice con un sorriso.
Grazie al cazzo! Come se non l’avessi capito!
“Io Alice” sussurro sorridendogli di rimando.
E’ proprio bellissimo! Quei capelli lunghi e lisci, e gli occhi verdi..sembra veramente un angelo!
“Allora, Alice, cosa ti porta a Los Angeles?” mi chiede.
Cosa mi porta…dove? Oddio, e mo’ che mi invento? Pensa Alis, pensa!! Sì sai Axl, sono qui perché cercavo proprio te, sai, nel 2010 non eri molto bello, eri vagamente trichecoso e quindi ho deciso di tornare indietro e divertirmi con l’Axl giovane e dannato, spero che per te non sia un problema… No, non va! Che gli dico??
“Ehm…è una storia lunga..” azzardo.
“Ho tutta la notte, raccontamela”
Axl, ma vaffanculo! Se ti dico che è lunga è lunga, cazzo! Ficcanaso che non sei altro!
“Avevo voglia di cambiare vita, non ce la facevo più a vivere in Italia!”
“Italia? E sei venuta qui da sola da laggiù?”
“No, insieme ad una mia amica, siamo arrivate solo stamattina..”
“E dove alloggiate?”
Quante domande, dio santo!
“In un hotel a pochi minuti da qui. Domani dobbiamo trovarci un lavoro sennò non riusciamo a pagarci nulla!”
“Ho capito. Ehi, ti va di uscire domani sera? Dai, io e te, e se vuoi anche la tua amica, io porto i miei di amici!” sul suo volto si stampa un sorriso sincero. Meraviglioso. Non posso crederci, mi sembra ancora un sogno!
“Okay, tanto non abbiamo nulla da fare, dopo lo propongo alla mia amica”
“Perfetto, allora vi farò conoscere la mia band. Io ho una band, sai?” mi chiede felicissimo.
Ma guarda che faccino da bambino che ha! E’ troppo esaltato!
“Sì che lo so!”
“Lo sai?” chiede stupito.
Cazzo, Alis! Tieni a freno quella lingua!
“Ehm…sì, l’avevo intuito dai tuoi vestiti” cerco di pararmi il culo in qualche modo.
“Si vede che non sei di qui, eh dolcezza?” ride “qui son tutti vestiti così”
“Beh è anche per questo che sono venuta!” gli sorrido.
“Fantastico, sei già mia!” sghignazza portandosi le mani dietro la testa.
Non posso fare a meno di mettermi a ridere.
“Ne sei così sicuro, bello?” gli lancio uno sguardo di sfida.
“Quasi sicuro. Aspetta e vedrai” si alza e si accende una sigaretta.
“Fumi?” me ne porge una.
“No, grazie..”
“Santarellina, eh?”
Eccolo ancora che sghignazza! Ma che due palle!
“No, santarellina no! Vè che mi offendo!”
“Infatti lo faccio apposta” mi risponde mostrandomi la lingua.
Peggio di un bambino, oh!
“Bene Alice, piacere di aver fatto la tua conoscenza, allora ci vediamo domani! Vi passiamo a prendere sotto l’hotel, okay?” si avvicina a me e mi dà un leggero bacio a fior di labbra. Oh cazzo! Axl mi sta baciando! Calma, Alis…
“A domani, Axl!” lo saluto e poi rientro dentro al pub.
“Sorellina, cazzo! Ma dov’eri finita?”
Mi giro verso mia sorella. Il tizio con cui parlava prima non c’è più.
“Dov’è andato il tuo amichetto?”
“Boh, è arrivato quell’altro ridotto malissimo, tipo l’avevano picchiato mi sa. E quindi se ne sono andati. Ma dov’eri finita?”
“E’ una lunga storia”
“Me la racconterai strada facendo, ho proprio bisogno di andare in camera, ho la testa che mi esplode!”
“Ma quanto hai bevuto?”
Vedo due bottiglie di Nightrain vuote sul tavolo.
“Spero per te che non te le sia scolate tutte tu!”
“No, tranquilla, sennò non starei più qui!” mi dice mentre camminiamo verso l’albergo, barcollando vistosamente.
La tiro per un braccio evitandole di essere investita.
“Diamine Alis! Il Nightrain fa schifo! Ma dovevo provarlo! Cavolo, giuro che è la prima e l’ultima volta!”
“Dalla prossima volta solo zio Jack, mi raccomando!” le dico ridendo.
“Certo! Aaah, tu sì che mi capisci! Ma dai, raccontami che è successo prima!”
E così mentre camminiamo le racconto di quel brutto pervertito che ha tentato di molestarmi, di Axl che mi ha salvato e della chiacchierata che abbiamo fatto.
“Ma sorellina, io ti amo! Sei riuscita ad ottenere un appuntamento con i Guns! Cazzo, Alis, i Guns!!” urla felicissima abbracciandomi.
“Grazie grazie!” rido “ma almeno presentiamoci in uno stato decente, tu devi smaltire questa sbornia”
“C’hai ragione, ci sta una bella dormita!”
Arriviamo all’hotel e saliamo in camera sfinite.
Mi rigiro nel letto pensando agli avvenimenti di questa sera, e quando mi addormento ho un solo pensiero in testa.
Domani abbiamo un appuntamento importante.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Oggi ho fatto il bis, mi sentivo particolarmente ispirata!
 
Mi alzo dal letto sfinita, stropicciandomi gli occhi.
Che ore sono? Le sette del mattino, perfetto! Potevo dormire un’altra ora, ma qui il traffico comincia prestissimo!
Mi affaccio alla finestra e tiro un sospiro di sollievo e, allo stesso tempo, di rammarico.
Siamo ancora a Los Angeles, non c’è dubbio! Però, adesso mi chiedo come cazzo si faccia a tornare indietro!
Bah, ci penseremo a tempo debito, oggi abbiamo altro a cui pensare!
Mi faccio una doccia lunga, tanto Ste dorme ancora.
Mi vesto e nelle tasche della giacca trovo una banconota da 50 dollari. Wow! Non sapevo che Axl fosse così ricco da permettersi di dare dei soldi ad una sconosciuta. Sorrido tra me e me e scendo nella hall per pagare gli arretrati.
Ritorno in camera e trovo mia sorella seduta sul letto.
“Mio Dio che mal di testa! Lo ripeto per la millesima volta, quella roba fa schifo!”
“Non sei messa molto bene in effetti!” le dico guardandola diffidente.
“Non mi sento tanto bene…”
“Basta che non mi sbocchi sul letto, però”
Appena in tempo! La vedo alzarsi e correre verso il bagno a vomitare. Sì, il Nightrain deve fare proprio schifo!
Entro nel bagno e aspetto che abbia finito per poi darle una bottiglietta d’acqua.
“Bevi”
“Ma te scherzi! Non mi dare da bere niente che potrei ricominciare a vomitare!”
“Ripeto, bevi, che ti sei disidratata” le sorrido porgendole la bottiglia.
“Ma se non ci fossi te, io dico!” ride, prima di prendere un sorso d’acqua e soffocare un altro conato.
“Beh, almeno l’acqua è rimasta giù”
“Dai, ora vai a prepararti, oggi dobbiamo trovare un lavoro”
“Dammi dieci minuti e arrivo!” mi risponde mentre corre in bagno a vestirsi.
Usciamo dall’hotel e ci dirigiamo verso il centro della città, cercando dei negozi che magari potrebbero aver bisogno del nostro aiuto.
“Ehi guarda! Un negozio di dischi! Che dici, proviamo lì?”
Entriamo e ci troviamo davanti un vecchio, che ci viene incontro a piccoli passi.
“Questo mi ricorda la nonnetta del futuro!” mi sussura Ste all’orecchio.
Non posso far altro che soffocare una risata, nel ripensare a quella vecchia che ci ha rispedito nel passato!
“Desiderate?” chiede il vecchio.
“Salve, noi stiamo cercando un lavoro, e ci chiedevamo se avesse bisogno di un commesso, o qualcosa del genere…” gli chiedo speranzosa.
“Un commesso, dite?”
“Esatto…”
“Quanto ne sapete di musica?”
“Abbastanza, direi” gli dico sicura.
Lo vedo pensare intensamente, mentre ci squadra da capo a piedi.
“Ho bisogno di una sola di voi, due non riuscirei a pagarle”
“Ci accontentiamo..quant’è la paga?”
“Dieci dollari l’ora o niente, e cominci a lavorare domani”
“Perfetto, allora a domani, signor..”
“Lee, John Lee”
Lee? Oh cazzo, ma questo io lo conosco! Guardo Ste, e vedo sulla sua faccia la mia stessa espressione.
“Lee? Ha per caso un nipote di nome Tommy?”
“Sì, e voi come fate a saperlo?”
Ecco, ci siamo cacciate in un altro guaio. Inventati qualcosa, inventati qualcosa! Mia sorella viene in mio aiuto, per fortuna!
“Beh, il batterista dei Motley, no? Hanno già fatto tre album, e sono fantastici!”
“Davvero vi piacciono?” vedo gli occhi del vecchio illuminarsi.
“Sì, li amiamo!” diciamo all’unisono.
“Sì beh, sono forti, peccato però perché si stanno rovinando, soprattutto quel Sixx che ronza sempre attorno a mio nipote..”
“Nikki” urlo io, forse un po’ troppo esaltata.
“Già..a volte temo per la salute di quei due”
“Stia tranquillo, staranno benissimo!”
Sento Ste tirarmi una gomitata. Mi volto e mi rivolge uno sguardo eloquente.
“Ma che cazzo! Vuoi farci scoprire?”
“Scusa! Non riesco a trattenermi” le bisbiglio.
“Che avete da confabulare voi due? Su, ora ho un lavoro da svolgere, ci vediamo domani!”
Usciamo dal negozio e ci dirigiamo in un bar.
“Allora, lo prendi tu il lavoro?” chiedo a mia sorella.
“Se a te non dispiace…ma tu che farai?”
“Troverò qualcosa qui intorno, che ne so un bar o qualcosa di simile! Le opportunità non mancano!”
Ci sediamo ad un tavolo e ordiniamo il pranzo.
“Cavolo, adesso abbiamo anche l’opportunità di conoscere i Motley, non ci credo!”
“Sì, che bello! Certo che questi sono i loro anni d’oro, sono tutto sesso, droga e rock ‘n’ roll!”
“Ma è quello il bello! I terror twins al massimo delle loro forze!”
“Cavoli, che figata! Ma ci pensi?? Nikki! Abbiamo l’occasione di conoscere Nikki!”
“Sì okay sorellina, ma adesso una cosa alla volta, pensiamo a mangiare poi andiamo a cercare il tuo di lavoro” dice sorridendo.
Continuiamo a mangiare tranquille osservando le famiglie che si fermano a mangiare.
“Oh, anche i bambini sono bellissimi negli anni ’80!” esclamo.
E’ vero! Sono stupendi!
Continuo a guardarmi in giro quando mi si avvicina un uomo distinto, giacca e cravatta e macchina fotografica al collo. Un turista, probabilmente.
“Mi scusi” esordisce posando sul tavolo una mappa “potrebbe dirmi…”
Lo fermo subito “No scusi..noi non siamo di qui, mi dispiace, non posso aiutarla!”
“Ah, okay, fa’ niente”
Gli sorrido per scusarmi ancora e lo vedo tornare al suo tavolo, prendere il conto e pagare.
Prende per mano suo figlio, un ragazzino sui dodici-tredici anni, e ci si avvicina.
“Scusatemi ancora, ma non so a chi rivolgermi”
“Cosa vuole?” gli chiedo gentilmente, mentre mia sorella se la ride per i miei modi forse troppo cortesi.
“Volevo chiedervi un favore e mi sembrate due ragazze per bene”
“Pffff” sento Ste soffocare una risata e a stento riesco a rimanere seria pure io!
“Io devo andare ad un ufficio del turismo perché io e mio figlio ci siamo persi e non sappiamo più come arrivare dove volevamo andare. Mi chiedevo se potevate fargli da babysitter..”
“Babysitter? Sono grande cazzo!” urla il ragazzo con una faccia offesa.
“Modera il linguaggio! Hai solo dodici anni e io in giro da solo in questa città non ti lascio! Comunque, non dovete per forza stare qui ad aspettarmi, potete portarlo con voi e poi ci prefissiamo un punto di ritrovo..è che io devo proprio scappare!”
“Va benissimo!” dico, sorridendo al bambino che non ha mezza voglia di stare con noi.
“Va bene se ci incontriamo qui davanti? Perché anche noi siamo nuove e non vorremo perderci”
“Perfetto! Grazie ancora ragazze! Fai il bravo Daren!”
Co co cosaaa?? Daren? Cioè, ha detto Daren?? No no, devo aver sentito male! Per poco non mi soffoco con il pane, e mia sorella non è da meno.
“Come ha detto che ti chiami?” chiedo al bambino, guardandolo negli occhi.
Quegli occhi! Cazzo, è lui!
“Mi chiamo Daren Jay Ashba, ma chiamatemi Dj” dice sorridendo con fare timido.
Quel sorriso! Oddio! Calma, ci vuole calma! E’ solo un ragazzino!
Ste lo sta fissando insistentemente, e anche io. Sembriamo due pazze.
“Ehm….che avete da guardare?” chiede stupito.
“No niente, è che…hai degli occhi bellissimi!” gli dico sorridendo.
“Grazie!” si apre in un sorriso a trentadue denti, un sorriso sincero e luminoso. Era fantastico già da piccolo!
“Allora, Dj, dove vuoi andare di bello?”
“Al Sunset Strip!” risponde lui senza esitazione “mio papà dice che ci stanno i demoni, ma io so che ci sono solo ragazze nude e tanto alcol” dice con fare saccente.
“Questo ragazzo ne sa!” esclamo accarezzandogli i capelli.
Quel povero padre potrebbe non riavere più suo figlio…
 
 

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Capitolo 7
*** 7 ***


Mio Dio, questo ragazzino è una forza della natura, non sta zitto un attimo!
“Ehiii, guarda lì! Andiamo in quel pub? Voglio bere una birra! Uno strip club! Mi ci portate? Vi preeeego! Oh, oh, oh, guarda quella ragazza! Posso farmela? Eh? Eh? Caaazzo, il Sunset Strip è una figata!”
Questo era pazzo già da piccolo, ma sentilo come urla! Fargli da baby sitter è praticamente impossibile!
“Daren, sono solo le tre di pomeriggio, calmati! Ora io mi devo trovare un lavoro, poi se fai il bravo ti portiamo in giro, okay?”
“Sì! Sì, okay, faccio il bravo lo prometto” risponde con una faccia angelica.
Se non avesse solo dodici anni, Dio cosa gli farei!
Ed eccolo che riparte a zompettare allegramente, che pazienza che ci vuole!
“Daren, hai sentito l’Alis? Cazzo, stai calmo!” urla Ste prendendolo per una manica e salvandolo da una macchina che passava a mille all’ora “ma cosa ti danno da mangiare? E’ da mezz’ora che non fai altro che muoverti!”
“Scuuuusa, giuro che non lo faccio più!” ed eccolo di nuovo con quegli occhioni alla “sono un bimbo bravo e buono” che farebbero sciogliere chiunque. E infatti vedo mia sorella cominciare a sciogliersi.
“Ma non è un bimbo meraviglioso?” mi chiede mentre lo abbraccia.
“Siete le baby sitter migliori del mondo! Quelle che avevo da piccolo non mi facevano mai fare quello che volevo, invece voi siete forti!” esclama ridendo.
“Sì, ehm, però non dirlo a tuo padre che ti abbiamo portato qui, eh? Ne va della nostra reputazione di brave ragazze”
“Ahahaha ma sore, non farmi ridere! Brave ragazze noi??”
“Senti mo, suo padre ha detto che siamo delle brave ragazze, quindi shut up!” esclamo ridendo.
La vedo illuminarsi alle mie ultime parole, e poi si gira verso Daren con sguardo furbetto.
“Dareeeen, me lo fai un favore? Mi dici shut up? Ti preeeego!”
“E perché mai?”
“Tu dillo!”
“Hmm okay, shut up! Contenta ora? Certo che sei strana eh?”
“Oddiooo, sore è uguale! L’hai sentito? Ora muoio!”
“Ehii” mi dice preoccupato aggrappandosi al mio braccio “che ha la tua amica? Perché dice che sta per morire? Me l’ha chiesto lei di dirlo!”
“Ehmm, niente Daren, è una lunga storia”
“Che lunga storia?”
“Niente Daren, non fa per te, va bene?” mi giro verso Ste e le bisbiglio all’orecchio senza farmi sentire dal ragazzo “ci stiamo tradendo troppo, non riesco più a pararmi il culo in ogni situazione, vediamo di non fare altre cazzate eh!”
“Ma cazzo, l’hai sentito? Dovevo farlo!”
“Sì, okay, ma ora basta eh?”
“Perché mi escludete dai vostri discorsi? Uffa!” eccolo che mette il broncio! Che pazienza, ragazzi!
“Discorsi vietati ai minori, poche palle! E ora se mi volete scusare, io vado a cercarmi un lavoro” dico dirigendomi verso un bar dall’aspetto accogliente con un annuncio appeso in vetrina ‘cercasi personale’ oh, perfetto!
“Sorellona, vedi ben di lasciarlo intero!”
“Dubiti della mia innocenza?”
“Mi pare più che lecito, se permetti! Daren, fai il bravo eh!”
“Agli ordini capo!” esclama mettendosi sull’attenti come un perfetto soldatino. Dio, lo adoro!
Entro nel piccolo bar e mi dirigo verso il bancone, titubante.
“Mi scusi, sono qui per cercare lavoro, l’annuncio fuori è ancora valido?”
Un ragazzo giovane, sui trent’anni, mi squadra da capo a piedi per poi cominciare ad urlarmi nelle orecchie, facendomi prendere un colpo.
“Oh, ma certo! Cavolo, meno male, mi hai salvato! Mi serviva proprio una nuova cameriera, non riuscivo a gestire tutto da solo! Come ti chiami? Alice, eh? Bene bene, ti va di cominciare subito domani? Okay, perfetto, ti aspetto!”
Uh, che facilità! Bene, ora abbiamo entrambe un lavoro stabile e possiamo pagarci vitto, alloggio, e anche un po’ di divertimento, perché no?
Esco dal bar e trovo Ste e Daren seduti sul marciapiede abbracciati. Che carini! Ci starebbe una foto, peccato che ‘per caso’ il mio cellulare è scomparso!
“Ehi, scusate se interrompo il vostro momento di amore, ma io avrei finito”
Mia sorella si volta verso di me intimandomi di stare zitta “Schhh!”
“Ma che fa? Dorme??”
Io l’ho detto che era troppo energico quel ragazzo, ma guarda un po’ te! E’ pieno pomeriggio ed è già crollato!
“Ehi, tu! Alzati,eddai! Proprio ora che arriva la parte più bella!” gli urlo scuotendolo.
“Aliiis, ma che fai? Poveretto!”
“Oh, quando ci vuole ci vuole! Ha rotto le palle tutto il pomeriggio e ora che lo portiamo al Sunset si addormenta!”
“Sunset??”
Oh, eccolo il bell’addormentato nel bosco! Gli dici Sunset e schizza su! Che pazzo!
“Sì scemo, il Sunset. Allora, ci vuoi andare o ti riportiamo dal tuo papà?” lo minaccio.
“No, no! Ci voglio andare! Giuro che non dormo più!”
Ma che bambino ubbidiente, è così divertente minacciarlo!
Giriamo un po’ tra bar e locali, ma sono quasi tutti chiusi. Riusciamo però a prendere una birra per Ste, che Daren muore dalla voglia di assaggiare.
“Me ne dai un goccio?”
“Sei troppo piccolo, no, e poi non voglio sprecarla, l’ho guadagnata con i miei soldi questa birra, sai?”
“Ma dai, solo un sorso!”
“No, che dopo svieni”
“Non è vero, io lo reggo l’alcol!”
“Ho detto di no! E chi glielo dice a tuo padre il motivo per cui ti riportiamo da lui ubriaco?”
“Ma solo un goccetto, cazzo!”
“Devi guadagnartelo” gli spiega Ste con uno sguardo di sfida.
Daren si lascia cadere sulla sedia a braccia incrociate e con il broncio, mentre nella sua testa pensa ad un modo per guadagnarsi quella birra che mia sorella tiene avidamente tra le mani.
Mi metto comoda, qui ci sarà da divertirsi!
Ad un certo punto si alza, va da Ste e la abbraccia. Ecco, vuole fare il ruffiano! Ma con lei non funziona, non è così facile.
Daren mi guarda con sguardo complice, poi avvicina la bocca all’orecchio di lei, e con tono ammiccante sussurra “Shut up!”.
Mentre lei è ancora lì con sguardo sognante il ragazzo le ruba di mano il boccale di birra, da cui prende un generoso sorso.
Oddio! Che mossa diabolica! Non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
“Ahahah, ma tu sei un ragazzo perfido, lo sai?”
“Però riesco ad ottenere quello che voglio” mi dice di rimando facendomi la linguaccia e bevendo un altro sorso.
“Ehi, così me la finisci tutta!”
Oh, mia sorella si è rinvenuta!
“Bello il mondo dei sogni? Intanto il tuo amore qui si è finito tutto il boccale” dico ridendo.
A conferma delle mie parole, Daren si lascia andare ad un sonoro rutto.
“Amo la birra! Me ne prendete un’altra?”
“Ma guarda te che sfacciato! No che non te ne prendo un’altra! Semmai, tu prendine una per me, che son rimasta a bocca asciutta”
“Non ho soldi con me! Siete voi che dovete farmi divertire, mica il contrario!”
Intervengo a dividerli, prima che il signorino qui ne faccia un’altra delle sue, facendomi sVenire definitivamente la sorella.
“Neanche noi abbiamo più soldi, purtroppo non abbiamo ancora cominciato a lavorare, quindi per oggi basta, andiamo in hotel”
“Ma mio padre mi aspetta lì davanti al bar!”
“E prima si va in hotel, che ci dobbiamo preparare, poi ti riportiamo da tuo padre”
“Dobbiamo proprio riportarlo?” supplica Ste guardandolo con aria sognante.
“Purtroppo sì, non voglio essere arrestata per sequestro di minore già dopo due giorni!”
“C’hai ragione, su andiamo”
Ci avviamo verso l’hotel e dopo un quarto d’ora giungiamo a destinazione.
“Ehi, ma questo è il mio albergo!” esclama Daren.
“Davvero?” vedo gli occhi di Ste illuminarsi.
So cosa sta rimuginando: i vari modi per stuprarlo nel sonno, ovviamente!
“Vado un attimo in camera mia a cambiarmi, vi raggiungo subito”
“Okay, siamo alla camera 346, stai attento eh!”
Entriamo in camera e mi stendo sfinita sul letto.
“Quel ragazzo è una furia! Ma non c’è un modo per sedarlo? Dio santo, non se ne stava zitto un attimo!” sbuffo.
“Ma è così bellooo!”
“E irritante”
“E meraviglioso”
“E logorroico”
“E dannatamente sexy!”
“Okay, questa te la concedo!” scoppiamo a ridere.
“Io vado a farmi una doccia, tra quanto arrivano i Guns?”
“Tra un’oretta”
“Fantastico, faccio in fretta e arrivo” e sparisce in bagno.
Rimango sdraiata sul letto a riposarmi, finchè non sento bussare alla porta. Oh, è stato bello avere un po’ di pace!
Vado ad aprire e Daren mi sguscia sotto il braccio ed entra in camera.
“Ehi, ma che bella camera! Che letto morbido! E’ tuo questo pigiama? Fiiigo! Posso saltare sul letto? Wooow, ma quella è una tv! Ehi, che belle queste scarpe, posso mett...”
“Dareeeeen!”
“Che c’è?”
“Ti prego, fai meno rumore, ti riesce?”
“Sì, scusami..ehi, posso andare in bagno? Devo pisciare!”
Ed eccolo che corre verso il bagno, che trottola che è!
“Ma non potevi farla nel tuo di bagno? Ehi ehi ehi, no Daren c’è Ste che fa la docc…”
Troppo tardi.
“Ehii tu! Piccolo pervertito! Ma non ti hanno insegnato a bussare??”
“Eddai, ti giuro che non guardo, ma mi scappa!”
“Aliiiis, perché cazzo c’è questo nanerottolo che piscia nel nostro bagno??”
“Zitta te! Nanerottole sarete voi! E non guardare, voglio la mia privacy!”
“La tua privacy? Ma se sei entrato come un fulmine invadendo la MIA di privacy!”
Oddio, sentili come urlano! Sono fatti l’uno per l’altra! Scoppio a ridere e mi butto di nuovo sul letto ad ascoltare il loro scambio di battute.
Il ragazzo esce dal bagno e ricomincia a girare per la stanza esaltatissimo, poi, dopo pochi minuti, esce anche mia sorella.
“Ehi, mio padre sta male, è tornato in hotel prima del tempo perché dice che ha la febbre. Ha chiesto se potete tenermi anche per questa sera”
“Ooooh, meraviglioso” esclamo con tono ironico “però fai meno casino questa volta, stasera abbiamo un appuntamento importante” gli dico mentre usciamo dalla camera.
“Davvero? Con chi con chi con chi??”
“Con i Guns N’ Roses, sono una band poco conosciuta di Los Angeles”
“Ma presto diventeranno famosissimi” aggiunge Ste.
“Famosi quanto? Come i Motley Crue?” ah, mi ero scordata che lui era un loro grande fan!
“Macchè, di più!”
“Impossibile, nessuno batte i Motley”
“E invece ti dico che loro ci riusciranno”
“E tu come lo sai?”
“Istinto…” gli dico misteriosa.
Arrivati nella hall ci sediamo ad aspettare che arrivino i Guns, e Daren comincia subito a saltare sul divano, per poi calmarsi e posizionarsi davanti alla tv.
Ste mi si avvicina con una faccia a metà tra il divertito e il sognante.
“Ho la prova concreta che Ashba è ben dotato”
“Ahahahah maddai!!” scoppio a ridere tirandole una gomitata “hai dato una sbirciatina, eh?”
“Eh beh! Tu avresti fatto lo stesso, non negarlo!”
“Sì, forse hai ragione, o magari gli sarei saltata addosso!”
“Ehi, di che parlate?” chiede lui incuriosito dal nostro confabulare.
“Del tuo cazzo” rispondiamo all’unisono scoppiandogli a ridere in faccia.
Dalla sua espressione ebete direi che non ha capito. Meglio così! Poi lo vedo guardare oltre la mia spalla ed adesso è lui che esplode in una sonora risata.
“Guardate! Un orso!”
Mi giro e davanti al bancone dell’hotel, a torso nudo, c’è Steven Adler in tutta la sua bellezza e, perché no, pelo saggine. E dietro di lui, gli altri quattro, lì solo per noi.
“Daren! Non si dicono queste cose! Vedi di non farci vergognare eh!” soffoco una risata e mi alzo, seguita a ruota da mia sorella.
“Sto per svenire” mi bisbiglia all’orecchio.
“Pure io! Dai, ce la possiamo fare. Pronta?”
“Pronta”

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Capitolo 8
*** 8 ***


Ed eccoli lì davanti a noi, ancora non ci credo che stiamo per passare una serata insieme a loro!
Axl è bello come sempre, indossa una maglietta bianca con un giubbotto di pelle sopra, dei pantaloni di pelle strettissimi, stivali, anch’essi in pelle, e l’immancabile bandana, che gli conferiscono un perfetto look anni ’80.
Ed ecco Steven, che Daren ha giustamente definito un orso: un gilet di jeans slacciato gli lascia scoperto il petto peloso. E’ veramente un orsacchiotto, ti viene voglia di abbracciarlo! Sorride mentre ci avviciniamo..e quando mai non sorride quell’uomo?
Slash e Duff se ne stanno appoggiati al bancone della reception parlando concitatamente tra loro. Sono proprio culo e camicia, non c’è che dire! Duff nel suo solito look punkettone è lì che gesticola ridendo. Che stia raccontando una delle sue barzellette? Slash, con i suoi bellissimi capelli ricci, annuisce ridendo anche lui, con un atteggiamento molto da “cazzo, se son figo!”.
“Oh, Alis, Slash e Duff! Ma ti rendi conto?? Slash e Duuff!!! Che faccio? Sto per svenire!”
“Dai, vai a parlargli, tanto sono qui per fare la nostra conoscenza, no?”
Le do una pacca sulla spalla e la spingo letteralmente verso di loro, mentre lei mi fulmina con lo sguardo.
“Un giorno mi ringrazierai” le dico sorridendo mentre mi allontano lasciandola sola con i due ragazzi.
Mi avvicino ad Axl timidamente. E ora che faccio? Non riuscirò a spiccicare parola, me lo sento!
“Ehilà honey! Passato una bella giornata?” mi chiede abbracciandomi e dandomi un lieve bacio sulla fronte. Così non migliori la situazione, caro mio!
“Ehm..sì, sì, tutto okay, e voi?”
“E non essere timida! Non ti sei ancora abituata alla mia bellezza, eh? Capita a tutte, non ti preoccupare!” ma che sfrontato! Se non si chiamasse Axl Rose mi starebbe già sul cazzo! “comunque anche noi tutto bene, vieni che ti presento la mia band”
Mi prende per un braccio e mi porta da Steven, che mi riserva uno dei suoi spettacolari sorrisi.
“Ciao io mi chiamo Steven, piacere di conoscerti”
“Ciao Pop-c…ehm, ciao Steven!”
“Come mi hai chiamato?”
“Eh? No, niente, non ho detto niente! Piacere di conoscerti Steven” gli stringo la mano calda e non posso che provare tenerezza per questo ragazzo eternamente felice.
“E la tua amica? Non ce la presenti?”
Mi volto vero Ste che sta già ridendo e scherzando con Slash e Duff. L’avevo detto io che ce la faceva!
“Magari dopo, eh? Mi pare abbastanza impegnata ora” rispondo ad Axl.
“Eh, quei due son dei gran dongiovanni, te lo dico io! Io terrei d’occhio la tua amica se fossi in te”
“Si tiene d’occhio da sola, fidati” tanto, se dovesse approfondire di più i rapporti con loro, io di sicuro non sarei lì a fermarla. Siamo o non siamo qui per divertirci?
“Dai, vieni che ti presento Izzy!”
Cazzo, è vero! Izzy! La vicinanza di Axl me l’aveva fatto dimenticare! Su, Alis, prendi un bel respiro, ce la puoi fare..è solo Izzy Stradlin! Solo?? Oddio ma che dico! Ce la posso fare, ce la posso fare!
Le gambe mi tremano mentre Axl mi trascina verso un divanetto su cui è seduto proprio lui. Non è un sogno! E’ proprio qui davanti a me!
“Jeff, questa è Alice, la ragazza di cui ti parlavo prima” oh, bene, parlano anche di me ora? Che bello!
Izzy si alza, sigaretta perennemente in bocca, e mi stringe la mano sorridendomi.
“Ciao Alice, io sono Jeff, ma puoi chiamarmi Izzy” oddio che voce! La amo!
Mi sento una deficiente mentre sto qui imbambolata a stringergli la mano. Lo sto fissando da un secolo! Alis, riprenditi, su!
Mi volto verso Axl, lo vedo…irritato? Possibile?
“Axl, che c’è?” gli chiedo preoccupata.
“Sì Bill, che hai, ti vedo strano…”
“Niente, sto benissimo, su andiamo!”
Che sia geloso? Di già? Non è colpa mia se mi sono imbambolata, Izzy era veramente troppo per me, non sarei mai riuscita a comportarmi normalmente! Speriamo che la serata vada meglio…
“Allora, dove si va? Eh? EH?” oddio, mi ero scordata di questo impiastro!
“Daren, stai calmo e fai il ragazzo educato, non usa salutare?”
“Sì, scusami…ehi, ciao bello! Io mi chiamo Daren, piacere!”
Vedo la faccia di Axl divertita davanti alla parlantina del ragazzo.
“Ciao Daren, io mi chiamo Axl e questi sono Steven e Izzy” gli dice accarezzandogli la testa.
“Ehilà!” Dj si sporge oltre la mia spalla e saluta con il pollice alzato gli altri due, anch’essi rimasti sbigottiti dalla sua energia “ma siete troppo fighi voi! Da grande voglio vestirmi anche io così! E voglio anche avere una band!” esclama tutto esaltato.
Se solo sapesse che tra poco più di vent’anni salirà sul palco proprio con Axl! Sembrano già andare d’accordo, e trattandosi di mr. Rose direi che è già un passo avanti!
“Ehi voi, allora vogliamo andare a divertirci, sì o no?” grida Steven rivolto a Slash e Duff, che ci si avvicinano.
“Aliiis, ma questi due sono troppo simpatici!” grida Ste “Slash, Duff, questa è la mia amica Alice”
“Ah, sì! Quella astemia” oh, bene! Perché la prima cosa che si viene a sapere di me è sempre che sono astemia?? Ma dico io! Dirlo davanti a The King Of Beers non è che sia una grande idea, eh! Sai che figura che ci faccio??
Mi volto verso Ste e stavolta sono io che la fulmino con lo sguardo.
“Ora sparli anche di me?” le chiedo ridendo.
“Solo un pochettino, dai! Lo sai che tivogliottantobbene!”
“Sìsì, certo!” stringo la mano a culo e camicia e finalmente usciamo dall’hotel avviandoci verso il Sunset Strip.
“Torniamo al Sunseet? Fiiiigo! Me la dai un’altra birra, Ste? Era così buona! Oh, oh, oppure una vodka! Eh, me la offri una vodka? Giuro che non mi ubriaco e che non rutto più! Ma mi stai ascoltando? Aliis, almeno tu! Uff, nessuno che si fila il mocciosetto della situazione! Ceeeerto, ora sono arrivati quelli fighi con i pantaloni di pelle e la sigaretta in bocca, e il povero Dj? Completamente dimenticato! Grazie eh!”
“Dareeeeeeeen, porca miseria stai zitto un attimo!” gli urliamo all’unisono.
“Oh, allora mi ascoltate!”
“Sì  ma ne farei volentieri a meno!” gli rispondo sbuffando.
“Ma poverino, è così simpatico!” esclama Axl.
Simpatico? Ceeeeerto, lo vuoi tenere tu per una giornata intera? Poi vediamo se è ancora simpatico!
“Sì, come no!”
“Ma è vostro fratello?” chiede Duff.
“Ma per fortuna no! Gli facciamo solo da babysitter per tutto il giorno, domani se ne torna in Indiana, vero scemo?”
“Alis, ma trattalo bene” Ste scoppia a ridere.
“Ma anche no! Ha rotto le palle per tutto il giorno, stasera non ce la deve rovinare!”
“In Indiana, hai detto? Dove di preciso?”
“Io abito a Monticello, perché?”
“No, niente, perché io e Izzy siamo di Lafayette..uno schifo di posto”
“Già, scappa da lì finchè sei in tempo, Los Angeles è molto meglio, te lo dico io!”
“Izzy!” lo ammonisco “ha solo dodici anni, non gli mettere in testa queste idee!”
Che poi, cosa cambia? Tanto ormai si sa che scapperà di casa tra sei anni e comincerà la sua ascesa musicale qui ad LA. Ma meglio mostrarsi comunque diffidenti, siamo dopotutto le sue babysitter!
“Andiamo qui? Eddaaaai!” urla Dj indicando un locale alla sua destra.
Sembra abbastanza tranquillo, quindi entriamo, sennò non sta più zitto sto qui!
Non c’è molta gente, solo alcuni che bevono birra ed altri che si scatenano a ritmo di musica.
Un giro di zio Jack per tutti, tranne per me, ovviamente, ed eccoci seduti attorno ad un tavolo a parlare del più e del meno. Loro ci raccontano cose che noi ovviamente già sappiamo, ma direi che riusciamo a recitare bene la nostra parte!
Duff, Slash e Ste continuano a parlare animatamente e a sorseggiare birra, mentre io mi trovo abbracciata ad Axl che mi sta raccontando vita, morte e miracoli della sua band. Izzy annuisce, come al solito!
Alla nostra destra Steven e Daren se la ridono di gusto, bevendo Vodka. Aspetta, Vodka??
“Daren! Ma ti pare? Hai solo dodici anni, te sta roba non la bevi!”
“Ma me l’ha data lui!” indica Steven quasi a volerlo incolpare.
“Ehi, non è vero! Io non ti ho dato nulla, sei tu che mi hai chiesto di assaggiarla!”
“Daren, ti pare assaggiare quello? Ti stai bevendo tutta la bottiglia! Glielo dici poi tu a tuo padre?” gli chiedo con tono arrabbiato. Non sono arrabbiata, sia chiaro, tanto diventerà un alcolizzato nel giro di pochi anni, ma cerco almeno di rallentare i tempi.
“Ma lo reggo bene l’alcol!” ed eccolo che tracanna un altro sorso.
“Ne riparliamo domani mattina quando avrai la testa infilata nel cesso, eh?” gli tolgo la bottiglia di mano dandola al biondo “tienila te, per favore, che se lo riportiamo ubriaco suo padre ci fa il culo!”
Il ragazzo incrocia le braccia e mette il broncio. Ma è veramente impossibile! Come fa suo padre a starci dietro tutto il giorno!
“Hey Dj, ti compro una birra dopo eh?” gli sussurra Axl facendogli l’occhiolino.
Bene, è un complotto! Ditelo che il mio parere non vale un cazzo, eh!
“Sei molto d’aiuto, sai?” dico guardandolo malissimo.
“Eddai, honey, una birra non uccide nessuno!”
“Magari non uccide te, ma ti ricordo che è ancora piccolo e che ha appena bevuto tre quarti di una bottiglia di Vodka” sbuffo, tanto è impossibile averla vinta!
Allo stereo parte Too Fast For Love dei Motley, ed ecco Daren che schizza in piedi e corre in pista a scatenarsi.
“Daren, dove cazzo vai?” non faccio neanche in tempo a dire il suo nome che è già scomparso.
“Scusa, vado a riprenderlo che non so cosa possa combinare”
“Vengo con te” risponde Axl seguendomi.
Passiamo accanto a mia sorella che si volta un attimo, incuriosita dal mio scatto.
“Ehi sore, dove vai?”
“A recuperare Daren che come al solito non sa starsene fermo! Vieni anche tu?”
“No, penso che starò qui a divertirmi” mi fa l’occhiolino nel momento esatto in cui Duff attira l’attenzione.
“Ehi Ste, Slash, volete sentire una barzelletta? Ne ho una bellissima da raccontarvi!”
“Cooome non detto, Alis vengo con te!”
“Sti cazzi, ora tu rimani a sentire i funny jokes di Duff, da brava bimba eh!”
Mi guarda implorante per poi voltarsi rassegnata verso il biondo che tutto esaltato si appresta a raccontare, mentre io soffoco una risata. Meno male, per stavolta l’ho scampata!
“Le barzellette di Duff fanno piangere, non ti sei persa nulla” mi sorride Axl.
Lo so Axl, lo so! E’ proprio per questo che sono scappata.
Lo prendo per mano e mi butto in mezzo alla folla a cercare quell’impiastro. Uff, che pazienza che ci vuole!
Quando lo trovo non so se ridere, piangere o incazzarmi.
E’ in mezzo alla pista, circondato da tre ragazze, come dire, dai facili costumi che gli sculettano attorno, in mano ha un boccale di birra quasi vuoto.
“Forse avevi ragione, è un pazzo quel bambino!”
“Che ti avevo detto?” mi avvicino a Dj “Daren, torna subito al tavolo!” gli dico tirandolo per un braccio poi mi rivolgo alle ragazze “e voi, non avete nessuno da scopare oggi? Dovete farvela proprio con un ragazzino?”
Mi faccio spazio tra la folla di persone mentre Axl mi aiuta a portare via Daren.
“Alis, non mi sento tanto bene…”
Mi chino su di lui e neanche il tempo per chiedergli cos’ha che vomita tutto sul pavimento del locale, sporcandomi anche la maglietta.
“Daren, cazzo! Che ti avevo detto io? Guarda qui che disastro che hai fatto!”
“Scusami…” oh, se me lo dici con quella voce però come faccio ad arrabbiarmi?
Lo prendo per mano e lo porto in bagno a sciacquarsi, poveretto trema tutto!
“La prima sbornia non si scorda mai” gli dico sorridendo.
“Non berrò più così tanto! Lo giuro!”
Sì, e chi ti crede? Tra vent’anni sei lì che tracanni Jagermeister come un maiale, te lo dico io!
“Dai, ti senti meglio ora?”
“Sì sì”
“Okay, allora torniamo di là, eh?”
Usciamo dal bagno e trovo Axl ad aspettarmi.
“Mi sa che ti devi cambiare quella maglietta”
“Scusa Alis, non volevo” mormora tutto mogio.
“Tranquillo Dj, non importa…peccato che non ho un cazzo da mettermi!”
“Ti do la mia maglietta, aspetta un attimo” dice Axl togliendosi la sua e dandomela, rimanendo a torso nudo.
Alis, calma! Prendi un respiro profondo, è solo Axl a torso nudo, ti ci dovrai abituare!
“Oh, grazie! Vado a mettermela. Daren, intanto puoi andare di là, eh?”
Entro nel bagno per cambiarmi, mi sistemo un po’ e poi esco, butto la maglietta sporca, e torno da Axl.
“Hai delle magliette giganti!”
“Ma dai, ti sta bene! Allora, andiamo?”
Usciamo e ci ritroviamo di nuovo in mezzo alla folla, nel momento in cui parte un lento.
“Balliamo!” oddio, io odio ballare! Ma come faccio a rifiutare?
Non mi lascia il tempo di rispondergli, semplicemente mi prende per un braccio e mi trascina in mezzo alla pista. Mi abbraccia e il mio imbarazzo cresce sempre di più…lui non ha neanche un’idea di cosa significhi per me stare avvinghiata a lui in questo momento! Appoggio la testa sul suo petto caldo..mi dà una strana sensazione di pace, vorrei rimanere così per sempre… Alzo la testa e lo guardo. Ancora non mi capacito di quanto siano belli i suoi occhi...gli sorrido timida e improvvisamente mi bacia, un bacio inizialmente casto che si trasforma presto in qualcosa di più spinto. Mi prende il viso tra le mani e le nostre lingue cominciano ad intrecciarsi in una danza senza fine…appoggio le mani sul suo petto e riprendo fiato, per poi tornare a dargli piccoli morsi sul collo.
Ho sognato questo momento per anni, e ora eccomi qui, solo io e lui… non so se è amore o cosa, ora come ora c’è solo tanta passione.
“Andiamo via” mi sussurra all’orecchio tra un bacio e l’altro, e io non posso far altro che annuire.
Non mi preoccupo neanche di vedere dove sono gli altri, in questo momento mi importa solo una cosa.
Saliamo in macchina e arrivati a casa sua finiamo subito sul letto. Lui sopra di me continua a baciarmi, accarezzandomi le gambe e strusciandosi su di me..sento che è eccitato, lo sono anch’io..piano piano rimaniamo senza vestiti.
Mi vergogno ad ammettere che questa è la prima volta che lo faccio con un ragazzo…
“Axl, io non ho mai…” mormoro timida.
“Shh, non importa” mi accarezza il viso e piano entra in me, e non riesco a trattenere un gemito di piacere. La mia bocca incontra di nuovo la sua e man mano che aumenta l’intensità delle sue spinte i nostri baci si fanno sempre più appassionati.
Raggiungiamo il piacere insieme, e subito dopo lui si accascia al mio fianco abbracciandomi e continuando a darmi piccoli baci sul viso.
Mi addormento così, stretta a lui e, per la prima volta dopo tanto tempo, veramente felice.

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Capitolo 9
*** 9 ***


La luce del sole filtra dalle finestre, colpendomi il viso e costringendomi ad aprire gli occhi. Mi rivolto nel letto tirandomi le lenzuola sopra al viso, non ho proprio voglia di alzarmi stamattina.
Poi d’un tratto mi torna in mente tutto della sera precedente. I Guns, il pub, io e Axl…Axl! Scatto in piedi e solo ora mi accorgo della figura che dorme accanto a me. Eccolo mentre russa, le ginocchia raccolte contro il petto e i capelli rossi che gli ricadono sul cuscino, sembra proprio un bambino!
Mi alzo di malavoglia, e in quel caos cerco di trovare i miei vestiti; finalmente riesco a trovare una canotta e un paio di slip e velocemente li indosso.
E ora sono qui in piedi, incerta su cosa fare. Perché non lo sveglio? Beh, perché ovviamente non cambierebbe nulla, se lo sveglio mi manderebbe via, tant’è vero che per lui sono solo una delle tante. No grazie, preferisco andarmene da sola! Bah..
E adesso perché sono così scazzata? Mio Dio, devo darmi una calmata.. sono solo una stupida, cosa andavo a pensare che sarebbe stato tutto rose e fiori? Cosa credevo? Credevo in un amore eterno? Credevo di poterli cambiare? Ma per piacere.. sono i Guns, cazzo! Dovevo aspettarmelo, il loro stile di vita è quello e noi ci dobbiamo adeguare, non il contrario.
Bene, sono qui da cinque minuti buoni che mi faccio dei patemi basati sul nulla, come al solito..bah, ho un serio bisogno di schiarirmi le idee.
Esco dalla stanza e mi dirigo nella piccola cucina a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
“Ben svegliata!”
Oh cazzo! Mi ero dimenticata di Izzy, che ora è lì che mi sorride mentre io sono davanti a lui praticamente svestita. A-ha, perfetto! Bene, Alis, cerca di comportarti normalmente, come se fosse la normale routine… Cazzo, la prossima volta devo ricordarmi che non siamo soli in casa!
“Ehm..ciao Izzy”
“Vuoi un po’ di caffè?” wow, non sapevo sapesse prepararlo, e bravo Izzy! “Sì, grazie” Mi siedo al tavolo guardandomi attorno. La cucina è decisamente molto più ordinata della camera. Tutte le bottiglie di birra e le scatole di cibo sono in perfetto ordine sulle mensole, non ci sono rifiuti da ogni parte ed anche il tavolo è in perfetto ordine, tranne che per alcuni fogli sparsi che catturano subito la mia attenzione.
Li prendo in mano curiosa…in una calligrafia minuta e ordinata sono scribacchiati versi di canzoni, accordi, ancora versi… rimango ammaliata a guardarli, e nemmeno io so il perché. Semplicemente, sto toccando con mano la creazione di alcune delle migliori canzoni di questo mondo, e questo mi rende estasiata.. Le parole sono quelle di Think About You, ma io faccio finta di non conoscerle.
“L’hai scritta tu questa?” chiedo ostentando curiosità.
“Sì, perché?”
“E’ molto bella, complimenti!” gli sorrido sincera, io adoro quella canzone! “è dedicata a qualcuna in particolare?”
Lo vedo abbassare lo sguardo timidamente “boh, forse…sì, forse no, non lo so..” farfuglia tutto confuso. Gli sorrido, non me lo immaginavo affatto così, mi aspettavo un ragazzo schietto e taciturno, e invece me ne trovo davanti uno solare e timido. E non ha ancora fatto nessun commento su me ed Axl, e questo va decisamente a suo favore! Immagino che ci sia abituato, ogni notte una ragazza diversa, sono fatti così.
Bevo il mio caffè in silenzio, poi mi alzo per andare a prendere la mia roba in camera. Guardo l’orologio, sono solo le 9 del mattino… Axl è ancora lì che dorme, ed ecco che ricomincio a chiedermi se svegliarlo o no. Ma a quanto pare oggi mi sento particolarmente scazzata e in vena di pensieri inutili, quindi ancora una volta opto per lasciarlo nel suo mondo dei sogni.
Mi vesto ed esco senza far rumore, avviandomi verso la porta.
“Già te ne vai?” oh, di nuovo? Ma non sa farsi gli affari suoi? Uffa! Okay Alis, calma, sta solo cercando di essere gentile.
“Eh già… Devo andare a recuperare gli altri, non ho idea di dove siano finiti. Se non riportiamo Daren al padre sono guai! Ehi, tu sai per caso dove sono andati ieri sera?”
Lo vedo sforzarsi nel cercare di riportare alla mente dei flash dalla sera prima.
“Non lo so, io me ne sono andato presto, ieri non avevo voglia di festeggiare…quando me ne sono andato erano ancora tutti lì”
“Anche Daren?”
“Sì, mi pare di sì”
“Okay, grazie mille. Ci si vede eh!” esclamo mentre infilo la porta e mi fiondo in strada.
Quella casa mi stava facendo venire la claustrofobia, e non so nemmeno perché.
Mentre percorro la strada per l’hotel, ecco che ricomincio a pensare. Non so perché, ma sento che la situazione ci sta sfuggendo di mano. Siamo qui, negli anni ’80, senza avere una mezza idea di come tornare e di cosa fare. Certo, abbiamo i Guns, siamo usciti con loro, era quello il nostro sogno no? E ora? E ora ci siamo comportate come delle groupie qualunque, ora saremo costrette a vivere la nostra vita qui, e non so se lo voglio… preferivo fare una capatina negli anni ’80 e poi basta, tutti a casa. Così non sono sicura di volerlo. Spero sia solo uno scazzo momentaneo…
Eccomi arrivata all’hotel, sperando che siano tutti qui, e soprattutto che siano in condizioni decenti…
Passo nella hall e il portiere mi lancia uno sguardo assassino. Bene, chissà che hanno combinato quei pazzi perché io mi meriti questo sguardo!
Salgo in camera, faccio un bel respiro ed apro la porta.
Non so se ridere o piangere alla scena che mi si para davanti. Meglio ridere, và!
Accanto alla tv, steso per terra, c’è Slash, una bottiglia di Jack semivuota accanto a lui e tante, tante sigarette. Sul letto, mia sorella e Duff se la dormono della grossa, probabilmente nudi a giudicare dai vestiti sparsi per terra, e se ne stanno abbracciati. Anzi no, lei lo abbraccia, lui abbraccia lei e contemporaneamente tiene stretta una bottiglia di vodka. Duff, non ti smentisci mai, eh?
Scavalco Slash e cerco di raccogliere quanto più possibile da terra per rendere il posto presentabile, sempre cercando di non svegliare questi dormiglioni.
Ed ecco che incappo in Steve e Daren, anche loro che dormono per terra, e anche loro abbracciati. Mi scappa una risata a vedere come Steven stringa tra le sue braccia il ragazzo, e non posso fare a meno di sorridere guardando i loro sorrisi angelici. Anche intorno a loro sono sparse bottiglie di birra e alcune sigarette. Che bello, e meno male che Daren mi aveva promesso di non bere più!
Mi chino a togliergli di mano la bottiglia di birra, che tiene stretta come se fosse un pupazzo. Lo vedo stiracchiarsi e aprire lentamente gli occhi.
“Hmmmm?...Alis?” mugugna cercando di mettermi a fuoco.
“Sì Daren sono io, come stai stamattina? Sembrate usciti da uno zoo! Poi mi spieghi cos’avete fatto, eh?”
Si alza barcollante e per poco non casca per terra.
“Attento, non fare rumore, che dormono tutti!” lo afferro per un braccio aiutandolo a stare in piedi “hai bevuto eh?”
“Solo un pochino, ma ora sto bene, giusto un po’ di mal di testa… lo giuro!” mi sorride aspettando un cazziatone che però non arriva. Non posso sgridarlo, l’ho lasciato qui in una mezza orgia, non potevo aspettarmi che facesse il santarellino!
“Tranquillo Daren, sei stato fin troppo bravo” gli faccio una carezza e lo aiuto a raccogliere la sua roba “tuo padre per che ora ti aspetta?”
“Boh, penso dopo la colazione, abbiamo tempo”
“E allora andiamo giù a mangiarci qualcosa, però prima fammi andare in bagno che ho bisogno di sistemarmi” scavalco Steven ed entro in bagno, faccio scorrere l’acqua e mi lavo la faccia cercando di far smettere il vortice di pensieri che mi attanaglia da stamattina. Come se non bastasse la depressione mattutina, ora mi sento pure…triste? Perché Daren se ne va, probabilmente… Mi ci ero affezionata a quel ragazzino e alla sua parlantina incessante. Spero vivamente di rincontrarlo prima o poi, eppure speravo che rimanesse con noi per più tempo… ma dopotutto, è già una fortuna averlo incontrato!
D’un tratto vengo riportata alla realtà da un suono strano, sembra…qualcuno che salta su un letto. Mi precipito fuori e trovo Daren che salta sopra Ste e Duff urlando “svegliaaaaaaaa! E’ tardivi!”
“Daren! Scendi da quel letto e lasciali dormire, cazzo!” mi fiondo verso di lui calpestando per sbaglio il povero Steve e lo tiro a forza giù dal letto, mentre lui continua a dimenarsi.
“Chi è che fa tutto questo baccano, cazzo!” ecco, Slash si è svegliato, cavolo volevo lasciarli dormire ancora un po’.
“Niente Slash, torna a ronfare ti prego…” sospiro, manca poco ed esplodo!
“Ehiiii voii, è mattinaaaa, in pieeeeediii” Daren è tornato a saltare e a fare baccano, che palle!
Non faccio neanche in tempo ad allungarmi verso di lui, che lesto balza giù dal letto, si fionda verso la porta e corre in corridoio urlando “scappiamo Alis!”
Nello stesso momento vedo un cuscino schiantarsi contro la porta che lo manca di un soffio; quanto ci scommetto che è mia sorella! E infatti…
“Nano malefico! Se ti prendo…! Cazzo!”
Soffoco una risata, la prima della giornata, e raccolgo le ultime cose prima di uscire dalla camera.
“Tranquilla sore, lo stavo portando giù, torna a dormire pure te…” in effetti mi chiedo come abbiano fatto gli altri a non essere svegliati da tutto questo frastuono!
Esco anche io dalla porta e corro dietro a Daren, lasciandomi dietro più o meno la stessa scena di prima: due pazzi collassati per terra e due esseri altrettanto pazzi a letto.
 
Oh cazzo, ce l’ho fatta a postare, fuck yeah! Chiedo umilmente perdono per il ritardo T___T bene bene, non sono per niente soddisfatta di questo capitolo O_O ma vabbè, l’ispirazione si sa, fa quel cazzo che le pare! Un grazie di cuore a tutti coloro che continuano a recensire, yeeee :DD

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Capitolo 10
*** 10 ***


“Allora, cosa avete combinato ieri sera?”
Sono seduta al tavolo del bar dell’hotel con Daren, davanti a due fette di torta e due tazze di cappuccino, giusto per svegliarci un po’.
Lo guardo mentre è intento a divorare la sua porzione, come se non mangiasse da mesi.
“Ehi, attento a non strozzarti, mangia più piano!”
“Scusa Alis, è che ho una fame che non lo immagini!”
Sorrido e aspetto pazientemente che finisca di riempirsi la pancia prima di cominciare il suo racconto. Almeno questo ragazzino riesce a farmelo tornare il sorriso. Però se non si sbriga a raccontare io arrivo tardi al lavoro!
“Da dove devo cominciare a raccontare?”
“Direi più o meno da quando eravamo al pub”
“Bene allora… eravamo lì, Steve beveva vodka con Izzy e gli altri due ridevano alle battute di Duff, che poi Alis, fanno cagare quelle battute, sul serio! Beh comunque dopo ti abbiamo vista sulla pista con Axl, e Izzy ha fatto un commento tipo ‘ecco, siamo da capo’” come volevasi dimostrare, ci avevo visto giusto…ho fatto bene ad andarmene… “beh, poi avete cominciato a..beh, lo sai cosa avete cominciato a fare, e ve ne siete andati. Non ci abbiamo fatto molto caso, e abbiamo continuato a bere”
“Abbiamo? Daren, avevi appena sboccato!”
“Ma non mi sono trattenuto, scusa! E comunque ho bevuto un solo boccale… al pub”
“Ah perché poi hai bevuto ancora? Oddio, vai avanti…”
“Beh dicevo, quei tre continuavano a ridere e noi altri tre bevevamo e parlavamo del più e del meno, più che altro di musica… Dopo un’oretta, tipo a mezzanotte, Ste si è accorta che non c’eri più, e ha cominciato a sclerare dicendo che ora doveva badare a me e non ne aveva mezza voglia… ma… sono così rompipalle?” mi chiede tutto mogio.
“No Dj, sei solo un po’ logorroico, ma noi ti amiamo così” gli sorrido.
“Oh bene! Comunque, dopo ce ne siamo andati, e Izzy ha detto che andava a casa sua per controllare che Axl non facesse cazzate..” non posso fare a meno di provare un moto di affetto verso Izzy in questo momento, ma potevo immaginarlo che lui cercasse sempre di stare dietro ad Axl per farlo comportare bene… “Dopo, ci siamo diretti all’hotel, nella vostra camera..”
“Ho notato…”
“Giravano sigarette e bottiglie di alcol a non finire, non mi chiedere da dove saltassero fuori…”
“Preferisco non saperlo”
“Slash è collassato subito, tipo dopo neanche un quarto d’ora… gli altri tre erano finiti sul letto tutti ubriachi, e io stavo lì a guardarmi la tv bevendo zio Jack!” mi dice fiero.
“Quindi…tu non hai preso parte a…?”
“A quel menage a trois? No no, c’erano i porno in tv scherzi!”
“Ma se c’avevi un porno davanti, scemo!”
“Ma quelli in tv sono più belli!”
“Contento te! Bene, e quindi…ti sei addormentato dopo?”
“Sì, dopo verso le 3 ho spento la tv e mi sono steso per terra cercando di dormire, ma è difficile quando hai tre individui che…”
“Sì, lo so, andiamo avanti dai, sorvoliamo”
“Beh, dopo Steve si è stufato ed era mezzo ubriaco, si è steso accanto a me e ci siamo addormentati così…” alza lo sguardo timidamente come se avesse paura di continuare “sono gay Alis?”
Scoppio a ridere, non mi aspettavo una domanda del genere!
“Gay, tu? Ma figurati se sei gay! Fidati che da grande fai strage di donne!” gli rispondo ridendo al solo pensiero che Daren si faccia venire di queste crisi esistenziali.
“Oh, bene. Beh, dopo sei arrivata tu la mattina ed eccoci qui” si apre in un mega sorriso “e… e tu che hai fatto con Axl?”
“Sorvoliamo grazie, meglio non parlarne”
“L’avete… l’avete fatto?”
“…Sì, ma…nulla di che, ora è tutto finito e torneremo alla solita vita di tutti i giorni..a proposito, vieni che andiamo a svegliare quei dormiglioni, siamo in ritardo per il lavoro!” cerco svelta di cambiare discorso, non ho proprio voglia di parlare di Axl in questo momento.
Ci alziamo da tavola e ci avviamo verso la camera. Sulle scale incontriamo mia sorella, tutta di fretta.
“Alis cazzo, sono in mega ritardo per il lavoro, il nonno di Tommy mi farà un cazziatone! Ci si sente eh!”
“Vengo a prenderti al lavoro stasera okay?”
“Sì okay, a stasera!”
La vedo scomparire dietro l’angolo, e mi volto per andare in camera.
Apro la porta e quei tre sono già vestiti e pronti ad andarsene, non me lo sarei mai aspettato!
“Oh ciao! Scusa abbiamo fatto un po’ di casino ieri in camera, ci dispiace…”
“Non fa nulla Duff, tanto non sta a me mettere a posto… piuttosto, Daren qui mi ha raccontato della bella orgia che avete fatto ieri sera…”
Vedo Steven fulminare il ragazzo con lo sguardo, mentre il biondo cerca di trovare una scusante, ma lo blocco in tempo.
“Senti, non fa niente, okay? Non sono qui per farti la predica, questo è poco ma sicuro! Ma… se c’è qualcosa di serio tra te e Ste” mi volto verso Steven “o tra TE e Ste… insomma, qualunque cosa sia successa ieri, non fate cazzate, okay? Ci teniamo ai nostri sentimenti, tutto qui. E ora se mi volete scusare, io ho da fare”
Li faccio uscire dalla camera, ed entro chiudendo la porta. In una mezz’ora io e Daren cerchiamo di mettere a posto più che possiamo, poi mi preparo per andare al lavoro. Ma prima, devo portare il ragazzo da suo padre. Prima di lasciarlo andare lo guardo per un’ultima volta, cercando di renderlo il più presentabile possibile.
“Non sei ubriaco, vero?”
“No Alis, sto benissimo”
“Mi raccomando, non una parola con tuo padre su quello che abbiamo fatto ieri, okay?”
“Starò muto come un pesce!”
“Bravo ragazzo… bene, allora spero di rivederti prima o poi”
“Anche io… cavolo mi mancherete, non c’ho voglia di tornare nell’Indiana, lassù è una noia!”
“Ah, io invece ho una voglia matta che tu ci torni, così abbiamo un po’ di pace” gli dico facendogli la linguaccia, mentre lui mette il broncio.
“Ehi, scherzavo, dai! Mi mancherà la tua parlantina, e penso che mancherà anche a Ste. Te la saluterò, oggi era particolarmente di fretta” guardo l’ora “e anche io sono in un maledetto ritardo, devo andare Daren! Stammi bene eh!”
Gli do un veloce bacio sulla guancia, e scappo lasciandolo lì nel corridoio. Mi mancherà quel ragazzino, cavolo! Mi ci ero veramente affezionata!
Scendo dalle scale diretta al lavoro, e quel turbinio di pensieri ancora non mi lascia in pace.
Nella hall, però, incappo in Izzy. Che ci fa lui qui? Cavolo, non ho tempo da perdere io!
“Izzy! Non… non mi aspettavo di trovarti qui, che è successo?”
Alza la testa che finora aveva tenuto bassa a guardare il pavimento, e vedo nei suoi occhi uno sguardo triste… sembra quasi che si voglia scusare con me, ma di cosa?
“Io gliel’ho detto che dovevi lavorare, ma non ha voluto sentire ragioni…” il suo sguardo corre dall’altra parte della hall, dove, seduto su un divano, c’è Axl.
E ora cosa vuole? Non sono dell’umore giusto per sostenere un discorso, e soprattutto non ho tempo! Non ora, sicuramente!
“Che vuole?”
“Non ne ho idea, si è svegliato e ha dato di matto perché non c’eri più…non è abituato ad essere scaricato dalle ragazze, immagino..”
“Non è un problema mio Izzy, io ho un lavoro a differenza vostra, e non ho tempo da perdere”
Capisco dal suo sguardo che l’ho offeso… gli ho praticamente dato dello scansafatiche. Ah, Alis, modera il linguaggio, Izzy non ti ha fatto nulla!
“Scusa, non intendevo dire che tu…”
“Tranquilla, ho capito cosa volevi dire… ma Axl è Axl, e devi imparare a conoscerlo per quello che è, ossia un egoista cazzone… e mi ha letteralmente costretto a portarlo da te, mi dispiace…”
Sbuffo, ma perché dico io, perché deve rompere le palle proprio ora?
“Sì tranquillo Izzy, non ce l’ho con te”
Senza neanche salutarlo attraverso la hall diretta verso l’uscita, ma vengo fermata da un braccio che mi tira, costringendomi a fermarmi.
“Hey honey, dove vai?”
“Axl, lasciami, sono in ritardo per il lavoro”
“Te ne sei andata stamattina” cavolo, perspicace il ragazzo!
“Sì, lo so. Avevo da fare”
“Cosa?” riesco a sentire il suo sguardo indagatore su di me.
“Ma che ti importa? Dovevo controllare che gli altri stessero bene”
“E non potevi svegliarmi?”
“No. Ora lasciami, sono in ritardo”
Mi libero con uno strattone dalla sua presa e svelta esco, lasciandolo lì, senza parole e probabilmente incazzato nero.
Mentre cammino veloce a testa bassa, ricomincio a maledirmi per il comportamento che ho avuto stamattina.
Insomma, mi pare di impazzirci in questo posto!
Sì, se me l’avessero detto un mese fa “ehi Alis, vivrai ad LA e andrai e letto con Axl Rose” di certo avrei fatto i salti di gioia al solo pensiero… e ora? Ora sono qui da neanche due giorni, e sento la necessità di andarmene. Perché? Perché non so cosa mi riserbi il futuro, non so se domani sarò ancora qui, se tornerò indietro, oppure se farò un altro salto temporale… se lo sapessi, forse le cose cambierebbero… se mi dicessero che prima o poi tornerò indietro, allora cercherei solo di divertirmi il più possibile, per far sì che ogni attimo passato in questa meravigliosa città sia memorabile..
E se invece fossimo destinate a rimanere qui per sempre? In quel caso, ho fatto bene a non legarmi ad Axl, chissà cosa poteva comportare… potevo essere una delle solite groupie, potevo rimanere con lui per un po’, magari sarei potuta cadere nei loro bellissimi vizi come droga e alcol…
No no, ho fatto solo bene! Ora la mia unica preoccupazione è trovarmi un futuro qui, dato che non so per quanto ancora sia costretta a viverci… il problema Guns… quello viene dopo, lasciamolo a stasera.
Arrivo finalmente al bar e mi fiondo dentro.
“Ciao scusa il ritardo, comincio subito” dico di fretta al proprietario, per poi cominciare a lavorare.
La giornata passa in fretta e in men che non si dica sono pronta per tornare in hotel, ovviamente passando prima a prendere Ste. Oggi è stata una giornata stancante e ho seriamente bisogno di riposarmi.
Percorro la strada con il sorriso sulle labbra, stranamente; forse perché la mia prospettiva per stasera è starmene sotto le coperte a mangiare e guardare la tv, e quindi finalmente riesco ad avere un po’ di relax. O forse perché il fatto di avere dei soldi in tasca come risultato del mio lavoro mi infonde un po’ più di sicurezza rispetto a stamattina. Chissà com’è andato il lavoro a mia sorella, immagino che avrà fatto delle lunghe chiacchierate con il nonno di Tommy, conoscendola.
Già ce la vedo a chiedergli vita, morte e miracoli di T-Bone con gli occhi che le luccicano, ahah!
Wow Alis, stai ridendo! Diamine, non credevo fosse possibile in una giornata così, e invece…
Apro la porta del negozio in cui lavora Ste e rivolgo un saluto veloce a John.
Questo posto mi infonde sicurezza, in un certo modo è come se mi facesse sentire a casa... tutti quei dischi esposti in file ordinate, gli strumenti appoggiati disordinatamente alle pareti. Sembra fatto apposta per me, qui dentro potrei perdermi, passarci un’intera giornata senza sentire il tempo che passa. Una voce mi porta improvvisamente alla realtà.
“Soooore, ci sei? Dai andiamo, che ho una fame da lupi!”
“Uh? Sì, sì, ci sono mi ero un attimo incantata”
Usciamo dando un ultimo saluto e ci dirigiamo verso l’hotel, parlando del più e del meno. O meglio, parlavamo del più e del meno, e poi siamo finite a discutere su quello che ci è successo… tasto dolente!
“Alis, tu credi… credi che riusciremo a tornare?”
“Non ne ho idea… anche se penso che saremo costrette a rimanere qui ancora a lungo…”
“Cioè, tu pensi che finiremo le nostre vite qui?”
“Non lo so, non ci capisco più nulla… Insomma, non capisco se siamo in una specie di dimensione parallela o cosa…?”
“Spiegati meglio, non ti capisco”
“Cioè… noi stiamo cambiando la storia. I Guns nel 1985 non ci hanno mai incontrate, non eravamo neanche nate! Magari Axl aveva passato la serata di ieri in compagnia di un’altra ragazza, o forse era rimasto a casa… quello che voglio dire è, se mai torneremo indietro, esisteranno loro? Che ne possiamo sapere di quello che succederà? Magari domani esci con Duff e finisce sotto una macchina… ciao ciao Duff, ma questo non doveva accadere. Magari nel vero passato doveva rimanere tutto il giorno a dormire, e invece no, arriviamo noi in questo altro passato e cambiamo il corso della storia, cambiamo gli eventi. Io non so se sia una cosa bella o… oppure un mezzo disastro”
“Oddio non l’avevo mai pensata da questo punto di vista!”
“Ma le mie sono solo supposizioni, sto solo cercando di pensare a cosa succederebbe se noi tornassimo indietro, a come la storia cambierebbe… e non so se ho più paura a rimanere qui o a ritornare nel 2010”
Mi guarda e capisco che anche lei ha la mia stessa paura. Non è per niente bella la situazione in cui ci troviamo, ora come ora voglio solo che finisca tutto, e che finisca nel migliore dei modi… voglio tornare, e voglio che la storia non cambi… ma forse chiedo troppo.
“E poi… un’altra cosa che mi sono chiesta”
“Sore mi fai paura… ma dimmi tutto”
“Noi… esistiamo ancora nel futuro? O siamo svanite così nel nulla? Cioè, ora le nostre amiche si stanno godendo il concerto senza di noi, e… sanno che siamo scomparse? Si ricordano di noi o siamo state semplicemente cancellate dai loro ricordi? Oppure, esistiamo ancora e ci siamo tipo sdoppiate..?” questo discorso contorto mi sta mandando in pappa il cervello, è tutto il giorno che ci rimugino sopra e continuo a non capirci nulla!
“Alis, non lo so… io non ci ho mai pensato, ma ora mi stai facendo venire il dubbio anche a me…”
“Io… io devo farmi meno patemi, cavolo! Ora, ti ordino di tapparmi la bocca se provo a rifare un discorso del genere stasera, okay?”
“Perfetto, ora andiamo a mangiarci qualcosa, dai”
Saliamo in camera e ci facciamo portare la cena a domicilio, mentre facciamo zapping in cerca di qualcosa di bello da guardare. Ci addormentiamo sfinite, io con un mal di testa lancinante.
Segnatelo Alis, i viaggi nel tempo fottono il cervello.
 
 
 
Bene bene, nuovo capitolo! :D che dite, mi faccio troppe seghe mentali? ç_ç aaaah, non ci sto capendo più niente neanche io <_< e non è una buona cosa :O Vaaaabbè, grazie di nuovo a tutti coloro che leggono questa storia *_*

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