Will Red di KeilaStradlin (/viewuser.php?uid=89637)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***
Capitolo 1 *** Prologo. ***
Haloa!
Me
torno con una nuova storia.
E
finalmente con una trama più o meno delineata in testa.
Secondo
voi ce la farò a finirla?
Io
ho forti dubbi, ma Vincent mi darà sicuramente la forza!
Vincent
: Si, sicuramente ….
-________-
Bhè,
vorrà dire che farò a meno della forza spirituale
di Vincent, che è
molto scocciato di dover apparire come protagonista di questa
FanFiction.... Molto, moooolto scocciato.
No,Vince,
posa la Cerberus … Parliamone!
Posso
darti un buon 50% dei guadagni! VINCE!
L'autrice
si dilegua inseguita da uno strano uomo con un mantello rosso che
brandisce un'enorme pistola, dall'ampio potenziale distruttivo.
P.s.
Il prologo può sembrare che non centri nulla con Final
Fantasy VII
ma tranquilli, già dal primo capitolo ci sarà
qualche, ( ma proprio
uno sputo! ) delucidazione! In fondo è tutto un po' avvolto
nel
mistero, yeah!
Vabbè
via vi lascio alla storia, non vorrei che tornasse Vincent ….
Ah,
naturalmente è una Yuffietine ( Yuffietine RULEZ! )
BANG!
Oh
cazzo!
…....
WILL
RED
proclaim
enternal victory
come on and change the cause of history
and
pull us through
and pull us through
…
Prologo
Victor
osservò davvero per la prima volta il volte dell uomo che
stringeva
per i capelli.
Era
un volto contratto dalla paura.
Piccolo,
con due occhietti porcini.
Strinse
ancora di più la presa sui capelli, trascinando la vittima
sul
ruvido asfalto.
Un
brilluccichio gli passò in mezzo a gli occhi gialli.
L'uomo
urlò.
Victor
ghignò tutto il suo odio gettandolo brutalmente a terra.
Con
un gesto quasi armonioso estrasse, dal fodero che teneva legato
dietro la schiena, una lunga spada.
-
Dimmi – Iniziò con una voce così roca e
profonda da apparire
quasi innaturale mentre usciva da quella bocca sottile. - Conosci
questa ragazza? -
Gli
porse una vecchia polaroid stropicciata e ingiallita che ritraeva una
giovane sorridente dai tratti orientali. Portava capelli a caschetto.
L'uomo,
stravolto dal terrore, rimase immobile.
Victor
si leccò le labbra, seccato.
-
Ti ho chiesto se hai mai visto quella ragazza –
ripetè scandedo le
parole una ad una.
Silenzio,
rotto solamente da un pigolio soffocato proveniente proprio
dall'uomo.
-
Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala,
l'apocalisse è
giunta, la luna è risorta, la notte è eterna di
tenebra – declamò
Victor solenne, ciorcondato da una pesante aura inquietante. -
Muoviti -
A
quel punto l'uomo, in un impeto improvviso, strisciò fino
alle gambe
di Victor, afferandogliene una.
-
Ti prego, ti prego, non mi uccidere! Per favore, io … No,
NO! Non
mi uccidere! -
Una
folata di vento caldo riempì in un istante l'aria.
I
lunghi capelli neri di Victor si agitarono come onde scosse dalla
tempesta.
-
Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala,
l'apocalisse è
giunta, la luna è risorta, la notte è eterna di
tenebra. Pregate
anime impure, cercando la redenzione – Procalmò
come se non avesse
nemmeno udito le suppliche dell'uomo.
Questi,
per tutta risposta, si mise a piangere disperatamente, ricordando,
con un misto di pietà e disgusto, una specie di bambino
troppo
cresciuto.
-
Rispondimi, è la tua ultima possibilità -
-
Io … Io, davvero, non credo di averla... vista, ma posso
fare delle
ricerche, non c'è problema... io -
Victor
sorrise.
Un
sorriso privo di qualsiasi emozione.
-
Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala,
l'apocalisse è
giunta, la luna è risosrta, la notte è eterna di
tenebra. Pregate
anime impure, cercando la redenzione. Gli uomini muoiono su questa
terra che si sgretola – sussurrò appena.
Poi,
un solo, rapido affondo di spada e sangue.
Molto
sangue si riversò per la strada.
Victor
raccolse la polaroid pulendola leggermente dal rosso di cui si era
macchiata.
La
infilò con un gesto brusco nella tasca del pesante giubbotto
che
indossava, e, come se fosse fatto di
polvere,
scomparve.
Spazio
per le delucidazioni ^__^
Allora,
non c'è poi grnaché da dire.
Victor
è Victor e credo che rimarrà avvolto nel mistero
ancora per un bel
po' u_u
(
Questi miseri vi hanno già scassato le palle, vero?
ç__ç )
Il
titolo letteralmente si può tradurre con "Volontà
Rossa"
ma lascio a voi l'interpretazione.
Potrebbe
essere anche "Sarà Rosso" o addirittura con "testamento
rosso" ... o___o * fa questa faccia perché l'ascoperto
adesso*
Il
pezzetto scritto in corsivo sotto il titolo è preso da una
canzone
dei Muse, "Apocalypse Please"
Vi
consiglio di ascoltarla, è molto bella ^^
Ovviamente
nella presentazione iniziare il "BANG" è Vincent che tenta
di sparami quando annuncio che la Fic sarà una Yuffietine
v___v
Vabbè,
adesso vi lascio. Giuro!
Al
prossimo capitolo gente di EFP!
|
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Capitolo 2 *** Capitolo I ***
Capitolo
I
Chiuse
gli occhi Yuffie Kisaraghi.
Chiuse
gli occhi poggiando una mano sulla fronte.
Chiuse
gli occhi poggiando una mano sulla fronte e cercando di respirare
regolarmente.
Sentiva
le viscere contorcersi senza tregua nello stomaco.
Poi
improvvisamente perse l'equilibrio.
Cadde
ma non sentì mai il colpo.
Svenne
prima.
Riaprì
gli occhi, feriti da una lama di luce bianca sopra di lei.
Si
ritrovò sdraiata su di un letto mentre un medico dall'aria
stanca le
si avvicinava.
-
Come ti senti? - chiese con estrema gentilezza.
Yuffie
Kisaraghi sbuffò.
-
Mi gira un po' la testa, ma va tutto bene! -
Fece
per alzarsi in tutta naturalezza ma un quasi impercettibile colpo di
tosse dall'altra parte della stanza la bloccò.
I
profondi occhi rossi di Vincent penetrarono i suoi.
Il
messaggio era chiaro.
Non
osare muoverti di li.
La
ninja tornò a sdraiarsi di nuovo.
Stizzita.
Stava
per dirne quattro a quel Vincent.
Stava.
Ma
una profonda stanchezza si impossessò di lei.
Chiuse
gli occhi Yuffie Kisaraghi.
Chiuse
gli occhi e non li riaprì per molte ore.
Se
non nel tardo pomeriggio.
Si
alzò finalmente da quel bianco lettino ritrovandosi
completamente al
buio in quella infermeria.
Aveva
dormito a sufficienza e il mal di testa se ne era quasi andato.
Era
sola e sarebbe uscita di li.
Lo
fece.
Aprì
la porta per trovarsi davanti proprio Vincent, appoggiato alla
parete, le braccia incrociate.
Ricordò
lo sguardo che le aveva lanciato.
E
gli puntò un dito contro.
-
Vincent Valentine! -
Lui
mosse appena la testa, spostando l'attenzione sulla minuta figura (
minuta ma risoluta ) in piedi di fronte a lui.
-
Non provare mai più a dirmi quello che devo fare, o lasciato
perdere
solo perchè ero stanca, stanca capito? -
-
Appunto – e sottolineò la parola Appunto con la sua voce
profonda che scivolava sulle cose come un velo di seta.
Yuffie
alzò le braccia al cielo - Appunto un corno! -
-
Il medico ha detto che ti dai troppo da fare e soffri di stress da
super lavoro, in più mangi pochissimo e il tuo corpo e
provato.
Dovresti riposarti di più e fare pasti più
regolari – Disse
mantenendo un tono neutro, come a declamare un elenco della spesa.
Lei
abbandonò il suo disappunto e sbuffò. Non faceva
altro che sbuffare
quella ragazza.
Sbuffò,
e
Vincent seppe che non gli avrebbe dato retta, ne a lui ne al medico.
Quello
che non seppe mai invece fu la risposta della ninja,
poiché
la nave sulla quale si trovavano si riempì della voce di un
uomo,
sputata fuori dai vari altoparlanti.
-
Salve gente, mi dispiace disturbarvi nel bel mezzo dei cazzi vostri
ma ho una notizia di una certa importaza da darvi, e credetemi non e
piacevole, muovete i culi e venite qui IMMEDIATAMENTE-
I
due riconobbero subito la voce di Cid, a conferma venivano in loro
aiuto le espressioni sboccate che amava infilare nei suoi discorsi, e
un po' ovunque.
Si
precipitarono così sul ponte.
Cid
in effetti stava chino su uno dei computer di bordo con un
espressione crucciata e una cicca consumata fra le labbra.
-
è successo un casino – sbottò vedendo
Vincent e Yuffie che si
avvicinavano.
Si
tirò leggermente indietro – Guardate -
Sul
computer era registrato un servizio del telegiornale speciale di
Edge.
La
conduttrice face partire un video di circa pochi secondi e molto
confuso.
Si
vedeva una strada disseminata di quelli che sembravano cadaveri e in
mezzo all'oro, per un attimo, un solo piccolissimo attimo compariva
la figura di un uomo stretto in un lungo giacchetto, la figura si
dileguava subito dopo.
Poi
un forte rumore e il video trasmetteva ancora righe bianche e nere,
testimonianza della telecamera andata probabilmente
distrutta, poi
lo schermo tornava nero.
Vincent
gettò una rapida occhiata a Cid.
-
Che cosa è successo? -
L'uomo
sospirò, mentre dietro di lui si apprestava Cloud, il volto
serissimo.
-
Come avrete capito quella li era Edge. Hanno trovato una strada
completamente disseminata di cadaveri, tutti uccisi da colpi di
spada. - Deglutì come preparandosi a dire il peggio
– Un uomo al
centro è stato messo in ginocchio, sgozzato e decapitato.
Con il
sangue è stato disegnato una specie di sole intorno a lui -
-
Hanno trovato l'assassino? -
-
No, abbiamo solo quel video di pochi secondi, ma è
impossibile
riconoscere alcun che, tra l'altro sembra che la telecamera sia
esplosa in mille pezzetti... la strana coincidenza è che il
fatto è
accaduto in CrossGreen Road … -
A
quell'ultima affermazione Yuffie inorridì, sentendo
chiaramente un
brivido di paura invaderle tutto il corpo.
-
Ma … ma in quella strada, c'è la mia casa -
Vincent
sussultò.
La
giovane ninja arretrò di qualche passo lasciandosi cadere su
una
panca poco distante.
Sapere
che a pochi metri da casa sua era stata commessa una strage l'aveva
spaventata a morte, inutile negarlo. Si prese la testa fra le mani,
cercando di calmarsi mentre il cuore non faceva altro che accellerare
i battiti.
In
quel momento Cloud si era avvicinato a Vincent.
-
Sembra che non finisca mai – sussurrò appena.
Ed
aveva ragione.
Da
quando aveva messo piede fuori da quella maledetta bara Vincent non
aveva mai avuto un attimo di tregua. Il mondo doveva avere veramente
qualcosa di marcio dentro.
Con
uno svolazzo del mantello scivolò rapido fino alla balaustra
dell'aeronave, fissando il cielo che si stagliava infinito sopra e
sotto di lui.
Era
troppo pericoloso lasciar tornare Yuffie alla propria abitazione.
Pensò
che forse avrebbero potuta sistemarla al bar di Tifa, ammesso che la
pugile avesse intenzione di continuare a tenerlo aperto, ora che ci
pensava il luogo era molto vicino a CrossGreen Road.
-
Dovresti avvertire Tifa – disse, all'indirizzo di Cloud.
Il
biondo annuì, prendendo il cellulare da una tasca dei
pantaloni.
Vincent
sentiva piccoli stralci di conversazione, assorto com'era nelle sue
elucubrazioni.
-
Si Tifa … -
Cloud
stava da Tifa.
-
No, tranquilla -
Mentre
non c'era neanche da pensare che Yuffie potesse vivere sull'aeronave
con Cid, sarebbe morta di mal d'aria entro pochi giorni.
-
Si, tra poco atterriamo, tu chiudi tutto -
Portarla
da Revee non le sembrava una soluzione adatta. L'uomo era sempre
impegnato in faticose missioni con la WRO e poi nemmeno si
conoscevano bene. Li aveva visti parlarsi si e no due volte.
-
Va bene, adesso stacco, fa come ti ho detto e calmati, sarò
li in
men che non si dica -
C'era
un'unica soluzione che gli veniva in mente.
Una
soluzione che stava tentando di svicolare in tutte le maniere
possibili.
Eppure
era l'unico modo per tenerla al sicuro.
Si
era davvero l'unico modo.
Sospirò,
mentre l'aeronave faceva rotta verso la terra.
TATARADAAAA,
SPAZIO!
Ho
deciso di mettere subito il primo capitolo cari figliolini ( argh, mi
ricorda tanto la mia prof di greco e latino quest'espressione
>.<
) giusto per dare una parvenza di antmosfera Vincentomane ( termine
creato sul momento quindi imploro il vostro perdono per il suono
orribile ) alla Fic.
Allora
giusto per precisare, le parole scritte in corsivo sono i pensieri
dei personaggi, e quelle in grassetto spesso servono per marcare o
esprimere un concetto, ma non ne farò largo uso credo,
più che
altro e a unico scopo decorativo u.u
Per
il secondo capitolo aspetterete un po' perché prima o
intenzione di
finire il terzo e di scrivere anche il quarto se ho tempo giusto per
la paura di non lasciare la storia senza troppi aggiornamenti!
Vi
ringrazio in anticipo se leggerete o recensirete.
Buona
lettura, per quanto vi sia possibile!
P.s. Il nome della strada in cui abita Yuffie
è puramente inventato, e non mi veniva in mente niente di
meglio >___>
|
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Capitolo 3 *** Capitolo II ***
Capitolo
II.
Vincent
Valentine era scomodo.
In
qualunque posizione tentasse di girarsi rimaneva comunque scomodo.
Nella
sua vita gli erano capitate parecché cose, fra cui un buon
50% si
potevano definire terribili, ma mai, mai si era ritrovato in una
situazione del genere.
Vincent
Valentine non pensava che dormire su un divano fosse un'impresa tanto
difficile.
Mai
sottovalutare una missione...
Avrebbe
dovuto ricordarselo per il futuro.
Lasciò
scivolare un braccio nell'oscurità ignota del suo pavimento,
quello
dondolò un poco e poi rimase inerte, proprio come il padrone
desiderava.
Davvero
non poteva farci niente.
Perfino
un lettino metallico per gli esperimenti era più comodo di
un
diavano.
Così
maledisse gli inventori di quegli aggeggi infernali e sopratutto
l'inventore del suo divano e si decise ad alzarsi.
Ormai
gli era perfino passato il sonno.
Vagò
dunque per la casa buia senza una meta precisa.
Non
che fosse grade quella casa, intendiamoci, ma qualcosa per distrarsi
doveva pur farlo o sarebbe finito preda di una crisi isterica.
Passò
così silenziosamente lungo tutto il corridoio, notando la
porta
della sua camera leggermente socchiusa.
Da
quel piccolo scorcio riuscì a scorgere Yuffie che dormiva
beatamente.
Cosa
che io non posso fare.
Dovette
ritrovarsi a pensare che se l'era immaginata diversa una Yuffie che
dormiva.
Si
perché a volte gli era passato perfino quel pensiero per la
testa.
Come
stava una persona quando dormiva?
Yuffie
se l'era immaginata in un modo completamente diverso comunque.
Stravaccata
sul letto con le coperte cadute sul pavimento a prendere polvere e il
lenzuolo sfatto, magari con l'aggiunta di una bella russata in
sottofondo. Quello che non si aspettò invece fu di vedere
Yuffie
dormire rannicchiata su un fianco, così stretta che qausi le
ginocchia le sfioravano i gomiti. Non ci si era nemmeno infilata
sotto le coperte, ancora perfettamente in ordine, e magia divina, il
suo respiro era leggero, quasi impercettibile.
A
Vincent venne in mente un carion.
Ecco,
in quel momento la giovane ninja gli ricordava proprio un carion.
Messo
li, innoquo, silenzioso a caricare. Sembrava un oggetto come
un'altro, carino da vedere e assolutamente innoquo, si innoquo.
Innoquo...
Poi
però, ad un tratto, senza preavviso la molla raggiungeva il
limite
della tensione, ed era li che quell'oggettino carino si trasformava
in una macchina infernale.
Non
che avesse qualcosa contro i carion, per carità.
O
meglio, non avrebbe avuto nulla contro di loro se fossero stati
dotati della funzione “mi spengo quando vuoi”. No,
i carion
continuavano a gettare fuori le loro melodie mielose all'infinito,
fino a che la molla non perdeva tutta la carica e tornava inerte,
rinchiusa dentro una di quelle scatoline colorate ad aspettare che
qualcuno si degnasse di allungarla nuovamente.
Yuffie
era esattamente così.
Di
notte appariva tanto tranquilla e innocente e sopratutto zitta.
Ma
il giorno …
Il
giorno una quantità industriale di discorsi di qualsiasi
tipo
continuavano a uscire fuori dalla sua bocca conditi da un'abbondante
dose di allegria e iperattività, perlomeno fino a tarda sera.
Si,
Yuffie Kisaragi era proprio un carion.
Vincent
Valentine scosse la testa.
Ma
a che diavolo stava pensando?
Paragonare
Yuffie ad un carion.
Ma
davvero non aveva niente di meglio da fare?
Gettò
un ultimo sguardo all'esile figura della ragazza accellerando il
passo.
Risoluto
si fece avanti fino alla porta del bagno.
Se
non sapeva cosa fare, l'unica soluzione era farsi un bagno.
Ovvio
no?
Magari
per voi nemmeno un po',
ma
per l'ex Turk era davvero l'unica cosa sensata che gli venisse in
mente di fare.
Così
lasciò scivolare il pesante mantello rosso a terra e
lentamente si
sfilò gli stivali, il guanto metallico e la veste nera.
Regolò
le manopole della vasca in modo che l'acqua venisse giù
piuttosto
calda e vi si infilò dentro, contemplando con palese
rassegnazione
il braccio sinistro, quello che solitamente copriva con il guanto
dorato.
La
pelle sembrava un pezzo di pollo arrosto bruciacchiato.
Forse
la metafora faceva ridere ma era esattamente così.
Non
gli faceva male, riusciva a muover bene la mano e tutte le dita ma
ormai non sentiva quasi nulla, al livello di tatto s'intende. E
sopratutto quell'ammasso di carne degradata non era per niente
piacevole alla vista, a volte si digustava persino da solo.
Lo
affondò con convinzione nell'acqua, non percependo ne caldo
ne
freddo.
Immediatamente
la schiuma del sapone ne occultò la vista.
Vincent
appoggiò la testa contro la porcellana. Un brivido di freddo
gli
percorse per un attimo la spina dorsale.
Poi
serrò gli occhi. L'acqua ondeggiava lentamente urtando con
delicatezza la sua pelle.
Era
una bella senzazione. Una senzazione di pace assoluta.
Si
lasciò cullare dolcemente da quella senzazione pervaso da un
piacevole tepore.
Yuffie
sbadigliò.
Si
era appena svegliata. E c'era un motivo ben preciso se si era appena
svegliata.
E
il motivo era semplice.
Doveva
andare in bagno. Certo, anche l'assordante rumore di un tuono aveva
fatto il suo dovere, ma non era quella la vera causa del suo
risveglio.
Scocciata
di abbandonare il calduccio del suo letto, anzi del letto di Vincent,
borbottò qualcosa a se stessa, poggiando i piedi nudi sul
pavimento,
gelido, come constatò in pochi istanti.
Cercando
di fare meno rumore possibile, cosa un po' complicata per la goffa
ninja, aprì piano la porta, che aveva alsciato socchiusa
proprio per
prevenire un'operazione del genere, e a passo felpato
arrancò fino
alla porta di quello che doveva essere il bagno.
Aveva
già una mano sulla maniglia quando improvvisamente si
bloccò.
Stava
per andentrarsi nei meandri oscuri del bagno di Vicent, era la prima
volta a pensarci bene.
Sbuffò,
tanto per ricordarsi di essere Yuffie Kisaragi, Rosa Bianca di Wutai,
e senza pensarci più si intrufolò dentro cercando
l'interruttore
della luce a tentoni.
Lo
trovò quasi subito premendolo sollevata, il buio la metteva
ancora
un po' in soggezione. Purtroppo però la luce non si accese.
Yuffie
tentò un'altra volta, e un'altra ancora.
Solo
al quarto tentativo vide il vecchio lampadario sopra di lei
illuminarsi a scoppio ritardato, ma quello che scorse quando
spostò
lo sguardo verso l'interno della stanza non le piacque per niente, o
porobabilmente era meglio dire che non se lo aspettava per niente.
Vincent
Valentine, si, proprio quel Vincent Valentine se ne stava seduto
nella vasca da bagno, coperto dalle bollicine schiumose mentre nella
mano destra stringeva la sua fidata pistola Cerberus, puntata dritta
dritta verso la povera ninja.
Se
avessimo fermato la scena in quell'istante avremmo visto una
situazione piuttosto buffa e imbarazzante.
Immaginatevelo
un Vincent nudo, coperto solo dal sapone che affera la pistola pronto
a fronteggiare chissà quale terribile nemico per poi
trovarsi
davanti nientemeno che una ragazzina.
Una
ragazzina che stava assumendo piuttosto velocemente il colorito del
suo mantello.
Una
ragazzina che urlò, con quanto fiato aveva in gola.
Prese
la prima cosa che le capitò sotto tiro, ovvero un flacone di
sapone
al lime e mela verde, ( Ma ce lo vedete voi un sapone al lime e mela
verde nel bagno di Vincent? ) e lo scagliò con forza contro
il
povero malcapitato che dallo stupore teneva ancora la pistola alzata
e non si scansò nemmeno quando un oggetto con sopra
disegnato uno
spicchio di lime non gli arrivò dritto in faccia.
Poi
corse fuori dalla stanza bruciando per l'imbarazzo.
Ormai
il freddo che le avvolgeva i piedi era bello e che sparito.
Stava
già per tornarsene in camere quando la voce di Vincent la
costrinse
a fermarsi.
-
Yuffie? -
Fece
finta di non sentirlo.
-
Yuffie sei sempre li? - Voce atona.
-
Mmm – fece appena, sbuffando.
Un
pensiero non del tutto casto percorse come un ragazzo la mente della
giovane ninja.
Ora
mi chiama e io gli dico “che c'è?”, e
lui con quella voce così
sexy “vuoi unirti a me?”
Yuffie
arrossì se possibile ancora di più.
Si,
alla faccia del maniaco. A quel punto sarebbe più da
tirargli
qualcosa di più pericoloso di un barattolo di sapone invece
che
accettare...
-
Puoi andare -
Sobbalzò.
Non
si era mica accorta che mentre si perdeva nelle sue ipotesi
leggermente pervertite, l'altro si era già vesito : solito
mantello
rosso, solita veste nera, solito guanto, soliti stivali e con la
solita voce atona le stava dicendo qualcosa.
-
Eh, cosa? -
Vincent
roteò gli occhi e guardandolo meglio, Yuffie riconobbe la
sagoma di
un certo oggetto lanciato da lei, appena visibile, demarcato da una
zona un po' più rossa fra il naso e la fronte dell'uomo.
Si
vergognò come un cane.
Voglio
seppellirmi nel pavimento. Qui, ora!
-
Ho detto che puoi andare -
-
Ah, b, bene! -
Lo
superò alla velocità della luce sbattendosi
dietro la porta troppo
forte per far credere che non fosse successo niente.
Vincent
tornò al sicurso sul suo divano scomodo, pensando,
ovviamente, a
quanto avvenuto pochi minuti prima.
Ma
era umanamente possibile che lui si trovasse nella vasca da bagno e
che al contempo Yuffie si fosse svegliata proprio per andare in
bagno, il tutto mentre un tuono aveva fatto andare via la
luce
solo per pochi minuti?
Ammettilo
Vincent Valentine, ammettilo che sei una specie di martire
perseguitato dalle coincidenze,
sei
uno sfigato.
Dormi
su un divano scomodo e non riesci nemmeno a farti un bagno in santa
pace, no.
Sei
li bello tranquillo, rilassato, quando una ragazzina che
avrà si e
no diciotto anni ti piomba fra capo e collo vedendoti seminudo...
E
qui nemmeno il freddo e tenebroso Vincent Valentine non potè
fare a
meno di avvertire un certo pizzicore caldo invadergli le guance.
E
non contenta urla come un'ossessa, e ti scaraventa a dosso un bricco
del sapone, che fa anche male!
In
effetti Vincent Valentine era molto più loquace nella sua
mente che
non nel mondo reale.
Forse
per il fatto che se parlava dentro di se non poteva certo vergognarsi
delle emozioni che esprimeva, delle parole che diceva. Era tutto
diverso. Nessuno poteva giudicarlo, i suoi pensieri erano solo suoi.
Poi
però anche lui si stufava di sentire troppo la sua voce
rimbombargli
nella testa.
Inspirò
lentamente ormai sicuro di non chiudere occhio per tutta la notte.
Si
stese sul divano semplicemente a contemplare il soffitto.
Soffitto
che in realtà nemmeno vedeva.
Mentre
fuori la tempesta infuriava, e dentro,
bhé
dentro infuriava qualcosa di molto peggiore.
Qualcosa
che rispondeva al nome di Yuffie Kisaragi.
A
Place for my Head v_v
Here
I am! ( Rock you like a huuurricaaaane! )
Ecco
a voi il secondo capitolo, che diciamo, è più un
capitolo
transitorio prima dell'inizio della vera e propria trama, tanto per
farvi vedere come vanno le cose in casa Valentine ^^
Non
ditegli che ve l'ho detto ma credo che il povero Vince sia ancora
molto traumatizzato dall'incidente della vasca da bagno....
*Un
puntatore laser segue i movimenti dell'ignara autrice da molto
lontano*
Coooomunque
mi pare che non ci sia altro da aggiungere perciò passo ai
ringraziamenti per le recensioni *___*
YamiNoAkuma
: In
realtà ti ho già riposto
ma ti ringrazio nuovamente per la recensione! E ripeto, aspettatene
di tutti i colori da quel Victor xD
The
one winged angel : Che
dire?
Grazie mille!!! In primis posso assicurarti che il personaggio di
Victor è piuttosto psicopatico si, ma non per questo
antipatico,
anzi …. eheh. Per secondo : Mi sono sforzata molto per
rendere i
personaggi IC perché li preferisco così, insomma,
non mi piace
vedere il carattere di un personaggio stravolto, quindi mi ha fatto
molto contenta sapere che sono riuscita nel mio intento :)
Per
ultimo, come avrai notato ho seguito il tuo appunto su Yuffie, grazie
per avermelo fatto notare ^^
Appena
avrò finito il quarto capitolo posterò il terzo,
quindi
ci vediamo presto, spero >__>
Bye
Bye, see you soon!
Jared
Leto : Very very soon!
Io
: … Ma che cazz? Chi l'ha fatto entrare? !
…..
|
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Capitolo 4 *** Capitolo III ***
Capitolo
III.
Change,
everything
you are,
and
everything you were.
Your
number has been called,
fights,
battles have begun.
Revenge
will surely come,
your
hard times are ahead.
…
Cambia,
tutto
quello che sei,
e
tutto quello che eri.
Il
tuo numero è stato chiamato,
Combattimenti
e battaglie sono cominciati.
La
rivincita arriverà sicuramente,
i
tempi difficili devono ancora giungere.
Dovevano
essere si e no le nove di mattina e fuori continuava a diluviare.
Aveva
piovuto tutta la notte e non accennava a smettere, ne a darsi un
contegno.
Quando
Vincent, molto presto, accese la tv per non perdersi qualche nuova
informazione rigurado alla strana strage, gli inviati parlavano
già
del rischio di alluvioni, allagamenti e frane. Sembrava quasi che
tutto fosse stato dimenticato, in fretta, proprio come era avvenuto.
Si,
erano proprio le nove quando l'ex Turk si apprestò a buttare
giù
dal letto una ninja dai capelli corvini di nostra conoscenza.
Dovette
ammettere che lo fece un po', giusto poco, per ripicca personale.
Non
aveva chiuso davvero occhio tutta la notte e alla fine si era detto
che la sera dopo avrebbe provato a dormire sul pavimento.
Yuffie
si stropicciò gli occhi, non dopo aver scalciato da tutte le
parti
rischiando di distruggersi un piede contro il comodino o di colpire
Vincent.
Non
era una tipa molto mattiniera e essere svegliata alle nove, con il
freddo cane che c'era in quel posto poi, la fece incazzare un
pochino.
Senza
preavviso afferò Vincent per il colletto del mantello,
squadrandolo
arcigna.
Per
un attimo il volto dell'uomo si contrasse in un'espressione di
stupore.
-
Sei un'rompiballe Vincent Valentine! - gli sibilò.
Un
rompiballe...
Era
la prima volta che qualcuno gli dava del rompiballe e stranamente non
si sentì offeso, anzi quasi quasi il contrario.
-
Esatto, adesso vieni a fare colazione però –
sentenziò con una
specie di tono imperioso.
Ma
Yuffie si indignò come una bambina che è
costretta a fare una cosa
noiosa.
-
Io non faccio mai colazione! -
-
Appunto … -
Dov'è
che ho già sentito quell'appunto?
-
Davvero
Vince, lascia perdere -
Lui
però non la ascoltava affatto.
L'aveva
afferrata per un braccio, anche un po' sgarbatamente, senza farlo
apposta ovviamente, e la strava trascinando, diciamo “di
forza”
verso la cucina.
Prima
di lasciarla andare lanciò uno sguardo di puro odio al
divano, poco
distante da lui e poi andò a sedersi al tavolino, le mani
appoggiate
sotto il mento e l'aria da dannato.
Intanto
Yuffie ammirava con meraviglia il piatto ricolmo di frittelle che le
era stato spinto davanti.
Vincent
che sa cucinare, questa mi giunge nuova...
L'aspetto
e l'odore erano anche invitanti.
-
Le hai fatte tu? - domandò titubante.
-
Mmm -
-
Ah Vince, non sapevo fossi anche un cuoco provetto! -
Vincent
pensò quanto fosse assurdo che quella ragazza riuscisse a
ingigantire ogni cosa.
-
Sono solo fritelle … -
-
Si però sono buone! - Fece invece la ninja infilandosene in
bocca
un'ingente quantità.
Se
non fosse stato Vincent Valentine avrebbe sorriso.
Invece
si alzò e con lui anche lo strato di polvere sul pavimento.
Yuffie
prese mentalmente nota che un giorno o l'altro avrebbe dovuto fare le
pulizie.
-
Dofe fai? - tentò di chiedere ancora tutta presa dal cibo,
ma il
moro era già sparito.
La
porta che si chiudeva era l'unica testimonianza che un momento prima
era stato proprio li, in quella cucina.
-
Sei una testa di cazzo Victor -
Un
ragazzo sui vent'anni dalla corporatura slanciata si rigirava fra le
mani una Katana, parlando al compagno, senza però guardarlo
negli
occhi.
-
Non più di te – rispose di rimando, serafico, il
misterioso
Victor.
Poi
si prese fra le mani una ciocca di capelli che gli ricadevano oltre
la spalla.
-
Devo rifarmi la tinta – si lamentò.
I
capelli, pochi giorni prima neri, erano misteriosamente tornati
biondi.
-
Sei proprio patetico – continuò ad insultarlo
l'altro.
Victor
rise, fragorosamente.
Il
ragazzo chiamato Rain invece si dondolò sulle punte dei
piedi e
sempre tenendo lo sguardo basso riprese a parlare.
-
Non è meglio che vada io al tuo posto? -
-
Non credi che sarebbe un po', come dire? problematico?
-
Botta
e risposta....
-
Chi se ne frega, ormai tutti i giornali parlano della tua strage e ti
preoccupi delle conseguenze, ancora? E poi c'era proprio bisogno di
fare quella scenetta da film horror con quell'uomo? -
Victor
alzò le spalle.
-
Mi stava sul cazzo -
-
Certo allora mandiamo tutto a puttane! -
- Il tempo corre, il giorno
è breve, il
sole cala, l'apocalisse è giunta … -
Rain
sbuffò, quella filastrocca l'aveva sentita talmente tante
volte da
dargli la nausea.
-
E cambiala una volta tanto – borbottò.
Altra
alzata di spalle.
-
Ah, lasciamo perdere, vedi di muovere il culo piuttosto o finiamo
male noi due -
Per
un secondo Victor provò il forte impulso di tirare un pugno
al
compagno e fissarlo negli occhi.
Vedere
per una volta che razza di espressione gli solcasse il viso. Giusto
per una volta.
Ma
sapeva che non sarebbe stato un bene.
No,
non sarebbe per niente piacevole …
Si
concentrò allora sul resto di quella persona.
I
suoi capelli erano neri, per davvero tral'altro, cosa che gli aveva
sempre invidiato.
Indubbiamente
Rain si sentiva un vero figo avvolto in quei suoi pantaloni di pelle
neri che gli conferivano l'aria da vecchia rockstar, che in fondo
faceva sempre la sua proca figura. Per non parlare della maglietta
sbrindellata, tagliata appositamente da lui.
-
Vaffanculo Rain -
E
così sparì. Con un vaffanculo, sparì.
A
quel punto Rain alzò finalmente la testa, rivelando un
tratto
piuttosto inquietante del suo volto.
Gli
occhi.
Dio
se avste visto quegli occhi.
Erano
di un'intensità inimmaginabile.
Ti
entravano dentro e non venivano più fuori.
Erano
rossi come il sangue con qualche riflesso blu elettrico e privi di
pupilla, o almeno non della solita pupilla che tutti hanno.
Al
posto di quella infatti si potevano scorgere dei cerchietti neri che
andavano via via rimpicciolendosi verso il centro dell'iride.
Sembrava
che con un solo sguardo potesse far crollare il mondo intero, se solo
avesse voluto.
Sorrise.
Un
sorriso ipnotico.
Ipugnò
saldamente la katana puntandola in un punto proprio davanti a lui.
Esattamente
nel punto dove Victor era appena sparito, lasciando il posto ad
un'altra persona.
-
Ti vedo sempre più … grigio, Genesis -
Vincent
Valentine aveva perlustrato Edge in lungo e in largo.
In
lungo e in largo, per ore.
Senza
trovare niente.
Dire
che si sentiva frustrato non era niente.
Con
molta poca grazia si lasciò cadere su una delle sedie del
bar di
Tifa, scuotendo la testa nello stesso modo che un cane usa per
asciugarsi, provocando una pioggia di goccioline tutt'intorno.
La
ragazza aveva provveduto a chiuderlo ai clienti per qualche tempo,
finché le acque non si fossero placate, ma per i vecchi
amici c'era
sempre un posto.
Cid,
vedendolo arrivare, si stravaccò sulla sedia accanto a lui,
buttando
sgarbatamente la sigaretta per terra.
Tifa,
poco distante, lo fulminò.
-
Li, proprio su quel tavolino c'è un posacenere! -
glì gridò
furente.
Cid
alzò le braccia in segno di scusa.
-Si,
si, non l'avevo visto – borbottò, poi, mentre si
chinava a
raccogliere la sua “spazzatura” aggiunse, sottovoce
– Deve
avere le sue cose -.
Vincent
non capì mentre Cid si ritrovò a massaggiarsi la
testa ora guarnita
da un bernoccolo che si stava gonfiando a vista d'occhio.
Quella
donna violenta!
Tornò
al tavolino, spostando l'attenzione su Vincent.
-
Allora, scoperto niente di nuovo? -
Touché.
L'ex
Turk strinse i pugni.
-
No niente – sussurrò a denti stretti.
Sono
uscito alle nove di mattina e adesso sono le sei di sera e non ho
trovato proprio NIENTE!
-
e tu? -
-
Figurati, l'aeronave ha avuto dei problemi quindi non ho avuto il
tempo di fare un cazzo! -
Vincent
annuì osssevando con blando interesse il posacenere davanti
a lui.
Non
era possibile che quell'assassino non avesse lasciato alcuna traccia
di se, che nessuno l'avesse visto.
Non
poteva credere che nelle mani avessero solo quel misero video di
pochi secondi, quasi completamente inutile.
Dentro
di se nutriva una minima speranza che la strage fosse solo un evento
isolato, opera di un pazzo, ma c'era qualcosa che gli diceva che non
poteva essere così. Qualcosa di grande stava per accadere.
Qualcosa
stava per venire a galla, qualcosa di terribile.
-
E con la piccola Yuffie come va? -
….
Colto
completamente impreparato Vincent fraintese l'innocua ( come no )
domanda di Cid.
-
Che vuoi dire? -
Alla
mente riaffiorò il ricordo della sera prima.
Ringrazio
un qualche santo che Cid non sapesse leggere nella mente,
perché
l'occhiata che gli lanciò faceva dedurre tutto il contrario.
-
Aaaah, vecchio puttaniere, lo sapevo! -
-
Cosa? -
-
Certo che non ti facevo così avventato Vince … No
aspetta, non
dirmi che è stata lei, in fondo la vedo molto più
sveglia di te! -
-
Cosa diavolo stai dicendo? - Continuò il moro, piuttosto
tardo a
comprendere quel genere di cose.
-
E dai, non fare il finto tonto, di, è brava a letto? -
….
-
La Cerberus non me la porto dietro solo per bellezza... -
Tifa
ammirata disse – Ammazzalo Vince, ammazzalo una buona volta
quel
vecchio maniaco! -
Nonostante
anche lei avesse pensato esattamente le stessa cosa solo due secondi
prima.
-
Oh, oh abbiamo toccato un nervo scoperto! -
Cid
rise gioviale, contento di far andare fuori di testa l'amico.
Quello
stava per rispondere con un'altra battutina tagliente che avrebbe
sicuramente messo a tacere il pilota di aeronavi quando da fuori
arrivò, senza preavviso, una tremenda esplosione.
Come
se avessero la stessa consistenza di fogli di carta i vetri del bar
vennero mandati in frantumi dall'onda d'urto.
Tifa
si portò le mani alla bocca lasciando cadere un bicchiere
che andò
ad unirsi ai mille pezzettini di vetro sparsi tutt'attorno.
Vincent
estrasse veramente la pistola togliendosi bruscamente dalla spalla un
pezzo piuttosto grosso di vetro. La ferita prese a sanguinare ma non
se ne curò.
Sicuro
che i suoi amici non avessero riportato gravi danni uscì in
strada.
C'era
fumo per ogni dove e si potevano udire benissimo le grida di
disperazione e dolore.
Vincent
scorse con disgusto un immagine raccapricciante di un uomo, ancora
immobile su una panchina, lo sguardo vitreo mentre la pelle, fusa, si
staccava lentamente dal suo corpo.
Si
mise a correre, con quella scena che ancora gli balenava davanti agli
occhi.
Da
ogni dove regnava il caos più totale.
Cinque
o sei case erano state disintegrate.
Le
persone assomigliavano a tante formiche disperate per la distruzione
del loro formicaio, calpestato senza pietà.
In
quell'ammasso di grida, fumo e odore nauseante di carne bruciata
Vincent vide Cloud fermo davanti ad un'abitazione distrutta.
Non
aveva espressione.
Semplicemente
sembrava un manichino.
In
quella casa abitava un bambino con cui aveva giocato si e no due o
tre giorni prima.
Era
un bel bambino vivace che gli aveva ricordato tanto Denzel.
Era
un bel bambino vivace che era esploso in tanti pezzi insieme alla sua
famiglia.
Era
un bambino vivace a cui erano stati strappati via anni e anni di
vita, e di certo non si trattava dell'unico.
Cloud
cadde in ginocchio, incurante dei detriti che gli lacerarono i
pantaloni ferendolo.
Sentiva
il proprio corpo tremare.
Com'era
possibile che dopo tutto quello che aveva fatto, dopo che aveva
sconfitto Sephiroth e riportato la pace sul Pianeta a costo della
vita di amici e conoscenti, continuassero ad accadere delle cose
così
abominevoli.
Com'è
possibile? …
Si
accorse appena della figura di Tifa accanto a lui che in silenzio gli
cingeva le spalle, condividendo tutto il suo dolore.
-Andiamo
in casa Cloud – Aveva sussurrato.
Ma
tutto quello che il giovane riuscì a fare fu lasciarsi
andare ad un
urlo di rabbia e disperazione che si perse nel cielo, come se non
fosse mai stato lanciato. Poi pianse.
Pianse
come non faceva da anni.
E
il suo pianto assomigliava a quello di un uomo che stava perdendo la
speranza.
Terzo
capitolo andato!
Bu!
Avete
visto? Un nuovo personaggio che sembra accompagnare Victor nelle sue
“imprese”, come mai questo Rain non si fa guardare
negli occhi
quando parla con Victor ma non a problemi ad alzare lo sguardo su
Genesis??? ...… e Genesis, che diavolo ci faceva li??? v__v
Il
pezzo all'inizio è preso da un'altra canzone dei
“Muse” che si
chiama “Butterflies and Hurricanese” anche questa
molto bella,
ovviamente!
Ringrazio
chi continua a leggere e spero di scrivere in fretta anche il V
capitolo!
Alla
prossima, e vediamo se Yuffie riuscirà finalmente a stuprare
Vincent!
….
- Vince,
scherzavo ^^ …. AAAARGH! Sousuke aiuto! SALVAMI!
ç__ç
Un
ragazzo moro che impugna un mitragliatore e porta legate alla cintura
varie bombe a mano si materializza davanti alla scrittrice.
-
Nessun problema! -
*Pensieri
di Vincent* E questo da dove è spuntato? .___.
-
Lascia in pace l'autrice! -
I
due iniziano un selvaggio combattimento ….
Come
andrà a finire??? Si accettano scommesse u.u
|
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Capitolo 5 *** Capitolo IV ***
Capitolo
IV.
Yuffie
era intenta a sonnecchiare sul comodo divano di casa Valentine quando
aveva udito il rombo di una tremenda esplosione.
Solo
che lei non lo immaginava.
Aveva
pensato ad un tuono troppo forte o a qualcosa di simile.
Aveva
aperto le tendine delle finestre e osservato a lungo il paesaggio
avvolto nella foschia senza scorgere niente di anormale o
preoccupante, se non la vicina, una vecchietta di novant'anni, che
stracarica di borse della spesa, rientrava in casa, completamente
fradicia.
Così
era tornata sul divano senza fare niente.
Tranne
mandare saltuariamente Vincent a quel paese.
Aveva
scoperto di essere stata chiusa a chiave in case e la cosa l'aveva
fatta infuriare non poco.
Col
cavolo che gli faccio le pulizie a questo sequestratore!
Non
avrei mai dovuto accettare di venire a vivere qui, al diavolo.
Meglio
passare l'intera esistenza su un'aeronave che essere coinquilina di
un vampiro che si atteggia e ti rinchiude anche in casa...
Mentre
pensava il suo apparato uditivo percepì chiaramente il suono
di una
chiave che girava nella toppa. La sua indignazione si
rinnovò.
Con
passi pesanti andò alla porta, pronta ad accogliere Vincent
come
doveva.
Quello
che non si aspettò fu di vederlo entrare con l'aria
più seria e
sconvolta del solito.
In
mano impugnava la pistola, la sua spalla destra sanguinava e vestiti
erano tagliati in vari punti.
-Vincent!
- urlò, iniziando ad agitare le braccia in tutte le
direzioni. -
Vincent, che diavolo è successo?! ...Oddio ma sei ferito!
aspetta
dobbiamo … ma, ma... -
-
Sto bene -
Yuffie
lo guardò di traverso, ancora agitata, lo sapeva che in
realtà non
stava bene per niente.
Lo
sapeva meglio di lui.
-
No che non stai bene, la tua spalla sta sanguinando! -
Vincent
la superò ignorandola per andare a sedersi sul divano.
Quando
osò proferir parola la sua voce pareva provenire da un luogo
molto
lontano ed era pervasa da una vena di agitazione che non era riuscito
a mascherare.
-
C'è stata un'esplosione … - piccola pausa -
… Vicino al bar di
Tifa … -
Yuffie
spalancò gli occhi.
-
Aspetta … aspetta -
Tirò
un profondo e tremolante sospiro e prima che l'altro se ne rendesse
conto era già sparita in corridoio.
Se
avesse incrociato ancora una volta gli occhi afflitti di Vincent,
così profondi … così rossi
… sarebbe scoppiata a piangere e di
certo non aveva intenzione di farlo proprio davanti a lui.
Si
appoggiò contro la parete tentando invano di darsi una
calmata.
Due
grossi lacrimoni le scesero ai lati delle guancie; se li
asciugò con
forza, lasciando una breve scia di irritazione color porpora sul suo
volto.
Prima
la strage, poi l'esplosione, a distanza di pochi giorni. Iniziava a
pensare che non si trattasse per niente di eventi casuali, no.
Qualcosa si stava muovendo con la dovuta cautela, stava violentemente
spianando il terreno preparandosi al vero e proprio attacco, qualcuno
che non lasciava traccia di se. Qualcuno di semplicemente folle o
talmente cinico da commettere un genocidio pur di raggiungere i suoi
scopi?...
Yuffie
non aveva idea e pensarci la faceva sentire ancora più male.
Udì
le scarpe metalliche di Vincent cigolare sommessamente nell'altra
stanza e, capendo che stava venendo a cercarla, si precipitò
velocemente in bagno chiudendo la porta abbastanza forte da essere
sicuramente sentita.
Li,
dopo aver lottato con l'interruttore che faceva cilecca, avrebbe
recuperato il necessario per curare la ferita del suo
“riottoso
coinquilino”.
Vincent
seguì i movimenti della ninja con lo sguardo; la vide
appoggiare sul
tavolo un rotolo di garze, del cotone e una bottiglia di
disinfettante rimasta immacolata probabilmente da tempo immemore; poi
si voltò verso di lui.
L'ex
Turk ebbe appena il tempo di notare che gli occhi di lei erano
leggermente arrossati prima che fosse già troppo vicina e lo
stesse
minacciando con un batuffolo di cotone.
-
Su Vince, non fare il bimbetto! -
Questa
non la volevo sentire...
-
Ti ho detto che non è niente -
Ma
senza prestare la minima attenzione alle sue parole con una spinta
improvvisa lo buttò sul divano, di nuovo. Il moro
provò ad alzarsi
ma lei lo fermò tenendogli le braccia.
Per
essere una ragazza di costituzione piccola disponeva di una
considerevole quantità di froza fisica, specialmente quando
l'avversario era un Vincent Valentine indicibilmente stanco e provato
dagli eventi della giornata e dalle piccole e medie ferite che gli
dolevano incredibilmente.
Yuffie
sbuffò scansandosi una ciocca di capelli che le era caduta
sulla
fronte; per un attimo le balenò nella mente la malsana idea
di
sedersi a cavalcioni sopra il nostro eroe giusto per essere sicura
che non se ne potesse scappare senza preavviso.
E
poi do del maniaco a lui... No, non devo arrossire, no no!
-
Togliti il mantello! - intimò invece imbevendo un po' di
cotone con
il disinfettante.
Ma
tu guarda questa mocciosa!
A
discapito dei suoi pensieri però Vincent si arrese e
lentamente
iniziò a sfilarsi di dosso quella specie di seconda pelle
rossa che
ormai portava con sei da moltissimi anni. Poi si abbassò una
parte
della veste nera, lasciando scoperta la spalla, deturpata da un lungo
e profondo taglio cremisi, e parte degli addominali.
Intanto
Yuffie si era curata di distogliere immediatamente lo sguardo prima
di sentirsi avvampare. Stava così cercando qualcosa che la
distraesse. Ma non c'era niente, un bel niente, in quella casa. Solo
il pavimento, il soffitto e una lampadina che vi usciva fuori stretta
ad un lungo cavo blu, il tavolino, il frigo, la cucina, un divano e
loro due. In fondo se l'era voluta.
-
Yuffie? -
Deglutì
– Allora stai fermo … Oh Leviathan! Come diavolo
hai fatto a
farti un taglio del genere?! -
Devo
tenere gli occhi fissi sulla sua spalla … solo sulla
spalla...
-
I vetri del bar di Tifa sono esplosi in mille pezzi per l'onda d'urto
– era tornato alla solita voce priva di tono.
Yuffie
imprecò in maniera molto poco femminile – Gli
altri stanno tutti
bene vero? -
Vincent
annuì mentre sentiva il disinfettante pizzicare dannatamente
sulla
sua pelle e la ninja che armeggiava delicatamente con il suo braccio,
quasi si fosse trattato di una preziosa reliqua che poteva
distruggersi ad un tocco anche solo un poco più forte.
La
pelle delle sue mani era morbida e scivolava come seta sopra quella
ruvida e segnata dell'uomo. Poteva sembrare alquanto strano ma
Vincent si rese conto che quel contatto non gli dispiaceva affatto,
aveva un non so cosa ( e nemmeno lui lo sapeva ) di semplice e
particolare che lo faceva sentire a suo agio.
Che
ti prende Vincent Valentine?
Yuffi
Kisaragi aveva pulito con cura la ferita cercando di fare il
più
piano possibile e poi si era dedicata a togliere il sangue, in
procinto di seccare, dal braccio. Non le rimaneva altro che prendere
la garza e coprire quel brutto taglio. Si appoggiò una mano
sulla
fronte sentendosi come se fosse appena stata impegnata una lunga
corsa. Afferrò il rotolo dove erano contenute le garze e ne
staccò
un pezzo con le mani iniziando a osservare la spalla di Vicent con
minuziosità poiché cercava il modo migliore per
fasciarla.
Lui
intanto aveva chiuso gli occhi, stava cercando di costruire un breve
momento di pace nella sua mente, dato che la ragazza sembrava essersi
zittita tutto d'un colpo. Avvertì ancora per qualche secondo
la
pelle morbida venire a contatto con la sua, ruvida.
Poi
non sentì niente.
Yuffie
doveva essersi fermata, ma completamente tranquillo non aprì
gli
occhi per accertarsi del perché, sicuro che andesse tutto
bene;
almeno finché il corpo privo di sensi della ragazza si
rovesciò
sopra il suo, accasciandosi sul suo petto...
La
garza che fino a poco prima stringeva in mano era scivolata
silenziosamente a terra...
-
Yuffie? -
La
scosse leggermente.
-
Yuffie!? -
La
voltò supina chinandusi su di lei per esaminarle il volto.
-
Yuffie?! -
Non
erano mai stati tanto vicini.
Victor
era sdraiato inquieto sopra un vecchissimo letto trapuntato di
azzurro.
La
testa affondata nel cuscino e il respiro irregolare.
Perché?
…
Tutto
quello che riusciva a domandarsi era perché.
Preso
da una rabbia spasmodica affondò le unghie dentro alla
fodera fino a
bucarla completamente, a poco dal lacerarla.
Candide
piume si alzarono placidamente intorno a lui e dopo appena un sospiro
di vita ricaddero inerti sul sudicio e polveroso pavimento.
Nello
stesso momento Rain arrivò di corsa, splancando la porta.
E
si stupì di trovare l'amico li, a reprimere il suo disgusto
in
silenzio.
-
Victor? - chiamò incerto al capezzale di una figura
rintanata in un
angolo buio della stanza.
Non
rispose.
-
Cazzo Victor! -
A
quel punto il biondo lanciò un rantolo soffocato da far
accapponare
la pelle e con lo sguardo completamente alienato puntò i
suoi occhi
ambrati in quelli dell'altro, senza che lui avesse il tempo di
abbassare lo sguardo.
E
quello che seguì furono tremende urla di dolore. Era Victor
che si
contorceva sul pavimento, piangendo e gridando. Poi ridendo come un
pazzo mentre sentiva ogni singolo osso del suo corpo devastato dal
male. Rideva si, ma di disperazione.
Quello
spettacolo inquietante durò una decina di minuti.
Il
tempo che Rain ebbe per gettarsi accanto al biondo e prendendo a
gridare.
-
Ma che cazzo hai fatto, sei fuori di testa?!? -
E
Victor gridò di rimando.
-
Sta zitto figlio di puttana! Perché, perché cazzo
l'hai fatto?
Pensavo che tu.... - un'ultima fitta di dolore gli bucò il
petto.
Sputò un po' di sangue sul pavimento respirando a fatica.
-
Victor!! -
-
Stai zitto Rain! -
-
Non sono stato io! - disse Rain dopo aver serrato per bene gli occhi.
Victor
tossì.
-
Non dire stronzate... -
-
Vaffanculo! Come puoi pensare che sia stato io!? -
-
E allora chi, chi? -
Era
disperato. La sua voce, la sua espressione, tutto di lui sembrava
preda di una disperazione profonda.
Rain
sospirò.
Fu
solo un sussurro – Genesis... -
Victor
capitolò capitolò sbattendo il capo sulle
mattonella gelide.
Rimase
li, immobile, la gunacia premuta contro il pavimento.
Era
un sadico, cinico, folle bastardo.
Avrebbe
torturato e ucciso tutta la gente di quel mondo di merda.
Avrebbe
fatto di tutti, fra cui le peggiori cose.
Ma
non si sarebbe mai permesso di far del male a un bambino.
I
bambini erano puliti.
Erano
ignari del male e della corruzione che dilaniava la terra sulla quale
giocavano.
Nessuno
avrebbe dovuto mai permettersi di toccare un bambino finché
rimaneva
tale.
-
Ci salveranno... -
Rain
osservò i capelli biondi dell'amico attraverso le mani con
cui si
era coperto il volto.
Se
ne stava li seduto sul terreno e non sapeva che cosa fare.
-
Non possiamo ribellarci a lui... -
Genesis
maledetto stronzo...
-
Possiamo... possiamo … -
-
Cosa? Cosa possiamo fare? -
-
Dobbiamo solo trovare quella ragazza Rain … e poi
sarà finita. -
-
Si – rispose solamente il moro.
Poi
solo silenzio ininterrotto, finché Victor non si
addormentò, li,
sopra il gelido pavimento.
La
guancia ancora schiacciata sulle mattonelle.
Le
labbra cerchiate da un rimasuglio di sangue rappreso.
Rain
lo scavalcò con cautela, stringendo le mani intorno all'elsa
della
sua Katana.
Si
chiuse lentamente la porta della camera da letto alle spalle.
Strinse
i denti e solo per sfogarsi piantò con foga la spada nella
parete di
legno davanti a lui.
Riflettè
sulla sua condizione e su quella di Victor.
Camminavano
bendati su un filo invisibile sospeso a miglia e miglia di altezza,
su, nel cielo infinito.
Un'alito
di vento e, puff, sarebbero caduti.
E
con loro il mondo intero.
…
Devo
trovarla.
HELLO
GUYS!
Eccoooomi!
Nuovo
capitolo, nuovo risvolto v__v
Povero
Victor, guardare negli occhi Rain, mmm, doveva essere proprio
sconvolto poverino!
E
così si è anche scoperto l'autore
dell'esplosione!
…
Penso
che dal prossimo capitolo o al massimo da quello dopo ancora in poi
inizierà un po' di casino, tenetevi pronti!! muahahahahah!
Per
ultimo, qualche giorno fa ho fatto qualche disegno di Rain e di
Victor, ma sono indecisa se postarli o no … mumble
…. Se mi gira
credo che prima o poi li metterò! xD
Comunque
basta cianciare a vuoto, passo ai ringraziamenti u.u
The
one winged angel : Non
ti
preoccupare per il ritardo ^^ Comunque per quanto riguarda il divano,
anche io penso che sia molto comodo in generale, ma dopo una recente
esperienza avuta in vacanza ho capito che ci sono divani e divani e
quello di Vincent immaginatelo stretto, bitorzoluto, vecchio e
probabilmente ripescato da non si sa quale luogo dimenticato
… o
forse dalla spazzatura! XD Poi vabbè Vincent è
tutto matto si,
altrimenti non sarebbe così figo ahah A parte che Victor
è molto
più schizzato di lui come avrai notato anche in questo
capitolo v.v
In quanto a Genesis, è ancora avvolto nel mistero
… eheh cosa
c'entrerà con gli altri due cattivoni? ( sempre meno cattivi
di lui
però! ) Conto di riuscire ad aggiornare presto ma in questo
periodo
sono un po' incasinata con la scuola … sigh
Infine
ti ringrazio immensamente per i complimenti e spero che continuerai
a seguire la mia Fic perché ormai mi sono affezzionata alle
tue
recensioni ^__^
P.s.
Se avessi qualche consiglio su come migliorare i personaggi oppure su
altre cose non esitare pure a dirmelo!
YamiNoAkuma
: Eeeeeh si
… Rain è Rain,
lo adoro così tanto che dovevo inserirlo in questa Fic anche
se non
avrei mai pensato di metterlo come cattivo, poverino!
Rain
: Stronza -___-
Cooooomunque
sono felice di sapere che lo consideri un figo ahahahah xD
Aspettatene
delle belle da lui!
In
quanto alla scommessa credo che lo scontro finirà in
parità ma devo
ancora pensarci su! A poi ti ringrazio anche per la recensione del
capitolo prima, e che devo dire? Anche io ce lo vedo mezzo nudo nella
vasca …. *___* E credo che d'ora in poi lo
tormenterò ancora più
di prima!!!
Yeah!
|
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Capitolo 6 *** Capitolo V ***
Capitolo
V.
It's
the moment of truth,
and
the moment to lie,
the
moment to live and the moment to die.
The moment to
fight, the moment to fight,
to
fight, to fight, to fight …
è
il momento della verità.
e
il momento di mentire.
il
momento di vivere.
e
il momento di morire.
Il
momento di combattere, il momento di combattere,
combattere,
combattere, combattere...
…
Yuffie
Kisaragi si svegliò sicura di aver sognato qualcosa.
Qualcosa
che più si forzava di ricordarsi e più le
sfuggiva dalla mente.
Le
era parso importante, ma ora non era niente di più che una
flebile
sensazione.
Si
mosse lentamente capendo di essere stesa sul divano, avvolta dal
mantello rosso di Vincent.
Quest'ultimo
era seduto su una sedia, poco distante, e sembrava non essersi
accorto che la ninja aveva aperto gli occhi.
Lei
si strinse in quel mantello riconoscendo l'odore dell'ex Turk.
Qualcosa
che stranamente ricordava lime e mela verde...
Dunque
doveva essere svenuta ancora.
Possibile
che si trattasse davvero di stanchezza?
Forse
avrebbe dovuto ascoltare meglio il medico.
Poi,
improvvisamente si ricordò della ferita di Vincent e si
alzò
velocemente a sedere.
-
Vincent... - fece, con la voce leggermente impastata.
Lui
si voltò.
-
Come ti senti? -
La
ninja notò che aveva finito di fasciarsi da solo e che,
diamine, se
ne stava tranquillamente a petto nudo.
-
B, bene, si -
-
Dovresti riposarti ancora un po' -
-
Forse – rispose vaga.
Vincent
le lanciò un'occhiataccia.
-
Va bene, va bene … hai suoi ordini Vincent Valentine! -
Neanche
fosse mio padre!
-
Se stai pensando che non sono tuo padre …. fai finta che lo
sia,
come età ci siamo – disse, sorprendedola parecchio.
La
ragazza si chiese se con tutti gli esperimenti che aveva subito,
riuscisse a leggere nel pensiero ma poi scartò l'ipotesi.
Altrimenti
la avrebbe cacciata fuori di casa a calci con tutto quello che aveva
pensato su di lui, da gli insulti a farlo passare per maniaco.
Poi
rispose sbuffando – Guarda che ho diciannove anni! Insomma
non c'è
mica poi così tanta differenza da diciannove a ventisette! -
Ma
Vincent scosse la testa.
-
Ti ricordo che ho sessant'anni -
-
Si ma stavi dentro una bara! -
Proprio
come un vampiro...
-
E se sto dentro una bara cosa vuol dire? -
-
Non sei cresciuto per trent'anni! -
La
ninja era indignata e Vincent stava per scoppiare a ridere,
ovviamente si trattenne.
-
Ma teoricamente ho sessant'anni -
-
Me ne fotto della teoria! -
-
Stai prendendo delle brutte abitudini da Cid -
-
Solo perché ho detto “fotto”, oddio,
sembri davvero mio padre
Vince! -
Lui
annuì pensando a quanto fosse buffa quella ragazzetta.
Era
quasi impossibile fare brutti pensieri quando c'era lei a tenerti
compagnia.
Yuffie
incrociò le braccia, lasciando che il mantello le scivolasse
sulle
gambe.
Le
venne la pelle d'oca.
Ma
in questa casa esiste il riscaldamento?!
Espresse
la domanda ad alta voce e Vincent con molta nonchalance, rispose.
-
Perché, fa freddo? -
A
quel punto lei non si trattenne più.
-
Comincio a credere che tu sia seriamente un vampiro! -
-
Cosa? -
-
Bhé sai, intanto dormivi in una bara, sei pallido, non parli
quasi
mai, non hai freddo, hai gli occhi rossi … insomma, tutte
cose che
si vedono ai vampiri nei film -
Vincent,
che non aveva mai guardato un film in vita sua, sopratutto uno sui
vampiri, non capì molto bene le parole dell'altra.
-
Sono tutti così questi vampiri? -
Yuffie
sospirò esasperata.
-
Si e succhiano pure il sangue … cosa che spero che tu non
faccia!
Ora mi dici se possiedi un qualcosa per scaldarmi? -
-
No -
Non
afferò al volo il concetto.
-
Prego? -
-
Non ho il riscaldamento! -
-
VINCENT! -
Il
moro si tirò indietro, spaventato dalla reazione che avrebbe
potuto
avere la ninja.
-
Ma io sto congelando! Come fai stare qui dentro? Saremo sotto zero e
tu te ne stai anche senza maglia! - urlò invece gesticolando.
Non
rispose.
Prese
e se ne andò.
A
Yuffie cadde la mascella.
Dove
minchia sta andando adesso? Ah, al diavolo... io mi strizzo nel suo
mantello.
Si
avvolse tutta nel mantello rosso, facendosi piccola piccola.
Stava
per chiudere gli occhi quando vide Vincent tornare.
In
mano stringeva una coperta che aveva l'aria di essere molto calda.
Si
avvicinò e gliela sistemò addosso.
-
Ora va bene? -
La
ninja arrossì.
-
No, cioè s, si grazie, ma non importva che … - si
fermò.
Non
sapeva nemmeno dove volesse andar a parare senza sembrare ridicola
perciò stette zitta.
Vincent
era tornato a sedersi sulla sedia.
Stava
aspettando che Reeve si facesse sentire.
Probabilmente
l'avrebbe contattato in giornata o al massimo l'indomani.
Aveva
sentito Cloud e la WRO aveva intenzione di iniziare a fare ricerche a
Edge.
-
Che ore sono? - domandò Yuffie.
-
Le dieci di sera -
-
Whoa, ho dormito così tanto?! È successo
qualcosalto per caso? -
-
No, ma la WRO ha deciso di iniziare a fare delle ricerche in
città -
-
Perciò Reeve verrà qui? -
-
Penso di si -
-
Lo aiuteremo! -
-
Si -
Per
qualche minuto rimasero in silenzio, fino a che il cellulare di
Vincent non prese a squillare.
Lo
afferrò e rispose.
-
Ehi Vincent, sono Reeve -
-
… -
-
Ho parlato a lungo con Cloud e abbiamo deciso che è meglio
se vi
trasferite al quartier generale, o almeno le ragazze e la piccola
Marlene -
-
Mh -
-
Inizieremo con la perlustrazione domani e volevo che fosse tutto
sistemato entro stasera perciò fra un ora dovrebbe arrivare
una
squadra a prendervi -
-
D'accordo Reeve -
-
Bene, allora a dopo -
Attaccò
senza nemmeno rispondere, tipico di lui.
La
ninja che aveva udito tutta la conversazione si era già
messa in
piedi, porgendo il mantello a Vincent.
-
Vado a preaprarmi – disse.
Vincent
sospirò ricordandosi del carico di oggetti inutili che si
era
portata da casa.
Lui
si rivestì accuratamente e controllò la pistola.
Tutto
a posto.
Si
assicurò bene che non ci fossero messaggi dell'ultimo minuto
sul
telefono e con un gesto secco lo fece scivolare nelle tasche dei
pantaloni.
Ma
quanto ci mette quella a prepararsi?...
Stava
per avviarsi verso la porta quando dei rumori insoliti lo
distrassero.
Raggiunse
in fretta la finestra davanti al tavolino, scostò la tendina
e gettò
uno sguardo nell'oscurità.
Fece
appena in tempo a scorgere un'armatura che conosceva molto bene e poi
una raffica di proiettili crivellò la casa.
Vincent
si buttò a terra estraendo la Cerberus.
Yuffie
arrivò brandendo il suo enorme shuriken, agitata.
-
Vince che succede?! - si buttò vicino a lui.
-
Deepground – rispose quello a denti stretti.
La
ninja lanciò un urlo.
-
Ancora? Ce ne sono ancora? -
Altri
spari.
Vincent
con un pugno ruppe il vetro della finestra, e prese la mira colpendo
alla testa il primo soldato.
-
Sono troppi, hanno circondato la casa -
Ne
uccise un altro.
-
Ma Reeve sarà qui a momenti! -
Yuffie
si allontanò per andare a buttare giù la porta
con un calcio.
Afferò
tre o quattro Kunai e con agile perizia li scagliò contro
due
soldati, uccidendoli all'istante.
-
Vince! Oh cazzo! -
-
Yuffie, tutto bene? -
Era
la prima volta che sentiva Vincent alzare il tono di voce.
E
gli era sembrato sinceramente in ansia.
Ma
non era il momento di pensare a quello.
-
Si -
Ancora
spari.
Se
la squadra di Reeve non si da una mossa qui ci lasciamo le penne...
Stava
per lanciare un altro Kunai ma da fuori le grida dei soldati la
fermarono.
Poteva
scorgere la spada di Cloud agitarsi nella notte come in una leggiadra
danza.
Una
danza di morte.
-
Cloud! -
-
Yuffie, state bene, tu e Vincent? -
-
Si, dove sono gli altri? -
Affondo
di spada, lancio di Kunai, sparo.
-
Al sicuro, la squadra sta arrivando! -
-
Bene -
Yuffie
tornò in casa, coprendo Vincent mentre questi raggiungeva
Cloud.
Poi
sgusciando fra i vetri rotti e le scheggie di legno afferò
al volo
la valigia che aveva preparato poco prima.
Non
aveva certo intenzione di lasciare tutta la sua roba li.
Tirò
un sospiro di sollievo quando sentì il rumore del camion che
stava
arrivando per salvarli.
Si
mise in spalla il suo pesante bagaglio tenendolo solo con una mano.
-
Yuffie muoviti! - le urlò dietro il biondo mentre era
impegnato con
due Deepground piuttosto resistenti.
La
ninja attraversò di corsa la strada saltando sul retro del
camion
con una agile balzo, li l'aspettava Tifa.
Le
due, dopo essersi lanciate uno sguardo d'intesa, si accucciarono sul
pavimento scrutando fuori dai portelloni.
Vincent
e Cloud combattevano, come sincronizzati.
Sapevano
esattamente qual'era il momento giusto per sferrare un colpo in modo
da non sovrapporsi o da non centrare lo stesso bersaglio.
Poi
Cloud parò un proiettile con la Bustersword scattando verso
il
camion.
Vincent
lo seguì e in poco tempo salirono.
-
Possiamo partire! - grudò l'ex SOLDIER rivolto al guidatore
del
veicolo. Barrett.
Il
vocione dell'uomo risuonò potente lungo le pareti.
-
Bene, sarà meglio darsi una mossa! -
Yuffie
si buttò sulla valigia, usandola come una specie di sgabello.
Si
accorse solo in quel momento che un proiettile le aveva colpito di
striscio un polpaccio che adesso le pizzicava dannatamente. Per
fortuna non era niente di grave.
Si
tolse la bandanda dalla fronte con disappunto,
Dovrò
torvarne un'altra e metterla a lavare dopo...
e
la legò stretta intorno alla ferita.
Una
frangia di capelli neri le ricadde sulla fronte.
Capelli
che assomigliavano ad un nido per i corvi.
Sbuffò,
tentando di scostarseli dagli occhi.
Com'era
possibile che ci fossero ancora Deepground?
E
perché avevano attaccato proprio loro?
I
conti non tornavano.
A
Yuffie venne un gran mal di testa e non riuscì
più a elaborare
niente.
Lanciò
un rapido sguardo a Vincent, seduto dalla parte opposta.
Teneva
la testa bassa e non riuscì a coglierne l'espressione.
-
Credo che la pace sia finita – fece Cloud che stava facendo
avanti
e indietro ormai da una decina di minuti, nonostante il retro del
camion fosse lungo poco più di tre metri.
Nessuno
osò proferir parola per contraddirlo.
-
Sono stanca di tutto questo … - sussurrò
semplicemente Tifa.
Tutti
pensarono la stessa cosa.
-
Stanchezza o no non possiamo tirarci in dietro, nemmeno stavolta
–
fece Yuffie stringendo i pugni.
Cloud
e Tifa annuirono, Vincent alzò appena la testa.
Poi
di nuovo la voce di Barrett.
-
Riposatevi ragazzi, abbiamo ancora un bel po' di strada da fare,
tireremo dopo le conclusioni -
ANOTHER
PLACE FOR MY HEAD !!
Quinto
capitolo andato!
Come
avrete notato qua non sono apparsi Victor e Rain ma non preoccupatevi
non sono scomparsi nel nulla … li rivedremo molto presto e
ci
saranno sconvolgenti verità! Forse xD ( mi sembra di fare la
presentazione per un telefilm >__> ).
Aaaah
eccoli, i Deepground, mica sono morti tutti! No no, sono tornati
all'attacco ^__^
Yuffie
: A rompere i coglioni, vorrai dire ^__^
Si
più o meno il concetto è quello.
Ma
come mai hanno attaccato la casa di Vincent?
Il
mistero si infittisce.......... muahahahahha
Ah,
all'inizio ho messo un pezzo della canzone “This is
War” dei 30
Seconds to Mars v__v
Bhé
non ho altro da aggiungere!
Al
prossimo capitolo gente!
Bye
bye =)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo VI ***
Capitolo
VI.
Sette
giorni dopo...
Il
caffè che Yuffie stava sorseggiando era amaro.
Non
c'era nient'altro da dire.
Amaro...
Tutto
in quel periodo era piuttosto amaro.
Come
il caffè...
La
mensa del quartier generale della WRO era completamente sgombra.
Ci
fosse almeno una bustina di zucchero!
Solo
un tavolo era occupato dalla minuta figura di Yuffie, che avvolta in
una coperta di pile gialla, cosumava in silenzio la sua colazione.
Quella
mattina si era alzata presto per i suoi standard, infatti Tifa
dormiva ancora.
Ma
la ninja non aveva voglia di starsene nel letto ad ammuffire.
Non
che li fosse molto diverso, sta ammuffendo, solo che era dentro ad
una mensa.
Lasciò
la tazzina di caffè ancora mezza piena sul tavolo e si
alzò.
Probabilmente
avrebbe fatto un giro per l'edificio, come le capitava ormai ogni
giorno.
Sbuffò
irritata gettando via la coperta in un moto d'ira.
Era
stufa di starsene li dentro a non fare un bel niente.
Sette
giorni. Sette giorni a girare a vuoto nei corridoi.
Gli
altri non la lasciavano partecipare alle missioni, ne lei ne Tifa.
Era
troppo pericoloso.
Sbuffò
di nuovo.
Cloud
e Vincent, ovviamente, erano costantemente impegnati in missione.
E
perché?
Perché,
senza che nessuno sapesse perché, i Deepground stavano
risbucando
fuori come funghi.
Le
stragi fra le città erano aumentate vertiginosamente e
sembrava che
quei soldati fossero alla ricerca di qualcosa. I membri della WRO si
erano subito mobilitati e parecchie squadre avevano lasciato il
quartier generale da ben sette giorni.
Cloud
e Vincent si vedevano di rado, o meglio Vincent non dava notizie di
se almeno da quattro giorni.
Idiota.
L'ultimo
attacco comunque era stato sferrato a Kalm.
Mettendo
in conto che la città non si era ancora ripresa da
ciò che era
accaduto un anno prima, il nuovo attacco dei Deepground aveva
praticamente distrutto la popolazione.
Yuffie
imprecò.
Se
almeno avesse potuto fare qualcosa.
Invece
chiusa li dentro si sentiva completamente inutile.
Imboccò
a grandi passi un corridoio, sperando di non ritrovarsi in uno dei
soliti laboratori, meditando un modo per tornare nuovamente all'aria
aperta.
Vincent
Valentine si muoveva cauto per le stradine di Kalm.
L'ultima
città ad essere attaccata.
Non
era la prima volta che si ritrovava a far fuori Deepground in quel
posto e a dir la verità era davvero stufo.
Gettò
via un caricatore vuoto della Cerberus e inserì quello nuovo
nella
pistola.
Il
mantello rosso frustò con insistenza il terreno.
I
capelli corvini si agitavano in tute le direzioni, avviliuppandosi su
se stessi.
Come
se non fossero già pieni di nodi...
Il
vento era talmente forte che Vincent faceva fatica a percepire tutti
rumori, e questo era un'enorme problema.
Imboccò
cautamente un vicolo stettissimo dai muri scrostati e neri,
probabilmente reduci dall'incendio scoppiato l'anno prima.
Li
uccise due Deepground facilmente.
Continuò
a camminare fino ad una rete metallica dove rischiò di
essere
colpito da un cecchino appostato su un tetto.
Stava
per tornare indetro, sicuro che non rimanesse più nessun
essere
vivente, quando la sua attenzione fu colpita da un ragazo seduto su
delle casse di legno poco più in la.
Era
biondo e i suoi occhi erano color ambra, ma Vincent, non
poté fare a
meno di notare quanto i loro lineamenti fossero simili.
-
Vedo che hai ucciso tutti i miei soldati … -.
La
sua voce era troppo profonda per adattarsi al suo corpo.
Non
sembrava avere più di venti anni.
Vincent
alzò la Cerberus, puntandola contro l'altro.
-
Chi sei? -
Il
biondo rise, tirando indietro la testa.
-
Credi davvero di poter sopravvivere così tanto da doverti
interessare del mio nome? - rispose pacato.
Vincent
rimase in silenzio, aspettando.
In
un solo movimento il ragazzo gli fu accanto, ma lo schivò
facilmente.
-
Ah, ahah … sei forte! -
Silenzio.
-
Bhé, se ci tieni tanto il mio nome è Victor -
-
Perché stai attaccando le città? Le stragi sono
opera tua no? -
Victor
mosse qualche passo intorno, osservando con attenzione
l'abbigliamento e il volto del moro.
Passò
qualche secondo prima che si decidesse a parlare.
-
Opera mia? Si e no … anche se a dire la verità,
la colpa è solo
vostra … -
Questo
tizio parla peggio di Nero...
-
Che vuoi dire? -
-
Vuol dire che … - poi parve improvvisamente accorgersi di
star
rivelando troppo – Niente, ti ho già detto anche
troppo, ora
lasciati ammazzare -
Vincent
schivò un affondo di spada che l'altro aveva appena estratto
da
dietro la schiena, e sparò un colpo.
Mancato.
Quel
Victor era dannatamente veloce.
-
Voglio solo sapere perché fai quello stai facendo... -
Il
biondo alzò le braccia al cielo –
Perché sono pazzo! -
L'ex
Turk seguiva i suoi spostamenti con la pistola, irritato.
Un
po' perché quel tipo non voleva saperne di parlare
seriamente, un
po' perché doveva ammetterlo, probabilmente era
più forte di lui in
quel momento.
-
Potrei anche farti a fettine Valentine -
Vincent
sussultò, come sapeva il suo cognome?
-
Come fai a conoscermi? -
Victor
ghignò – Proteggi una persona di cui ho bisogno -
-
Di che stai parlando? -
-
La ragazza Valentine, la ragazza di Wutai -
Si
appoggiò alla spada, godendosi l'espressione dell'altro.
Un
misto di sorpresa a sincero orrore.
Aveva
raggiunto il suo scopo.
Si
passò la lingua sulle labbra.
-
Vedi di tenertela stretta, però chissà, a
quest'ora potrebbe già
non esserci più! -
Rise.
Una risata priva di emozioni
Vincent
imprecò tentando di sparargli.
Era
tutto inutile.
L'unica
cosa da fare era correre al quartier generale.
Assicurarsi
che Yuffie fosse ancora li.
Perché
la volevano?
Perché
la stavano cercando?
Potevano
averla già presa?
Volevano
ucciderla?
Una
fitta di paura gli torse le budella.
Victor
si stava avvicinando, sgusciando fra la raffica di proiettili.
Doveva
tornare da Yuffie.
Doveva...
Devo...
La
lama gli penetrò lo stomaco, facendo schizzare fuori il
sangue
caldo.
Non
urlò nemmeno.
Si
accassciò a terra, in silenzio.
Victor
ripose la spada del fodero.
Fece
un lungo sospiro e voltò le spalle a Vincent, iniziando ad
allontanarsi.
Era
sicuro che ci avrebbe messo un po' a morire.
Ed
era proprio quello che sperava.
Sperava
che soffrisse.
Sperava
che quella sofferenza avrebbe placato la sua seta di vendetta.
Avrebbe
placato il suo odio contro la Shin-Ra.
Mentre
camminava udì qualcuno comparire dietro di lui.
-
Non fargli troppo male Rain, o morirà subito... -
-
Non preoccuparti, questi Turk sono resistenti -
Vincent
rantolò.
Poteva
sentire la bestia impossessarsi di lui.
Rimaneva
comunque debole.
Non
avrebbe resistito a lungo.
Qualcuno
gli afferrò la testa, costringendolo a guardare in alto.
Scorse
appena il volto di un ragazzo,
incontrò
due tremendi occhi rossi.
Poi,
fu solo dolore.
Yuffie...
SONO
VIVA!!!
Eccomi
gente, scusate per il ritardo ma sono stata mega incasinata con la
scuola ( Greco del cazzo >_> )
Okay,
questo capitolo non mi piace particolarmente, ma ho provato a
scriverlo varie volte e non riesco a tirarci fuori niente di meglio,
sigh … perdonatemi! Spero di rifarmi con i prossimi!
Ecco,
Victor e Vincent si sono incontrati … e che incontro
piacevole devo
dire!
Povero
Vince... Se la caverà? E Chaos che sta aspettando a fare del
casino??? ç__ç
E
Yuffie?
Finalmente
si è scoperto chi stavano cercando Victor e Rain...
L'avranno
già presa?
Perché
la vogliono?!
Lo
saprete prima o poi, tranquilli v__v
Ma
ora vi lascio perché devo scrivere il prossimo capitolo e
pure
continuare “Rosso Valentine”, se volete dateci
un'occhiata, il
protagonista è sempre Vince :)
Vincent
: La vuoi smettere? -____-
Ringraziamenti
:
Vincent
: Mi stai ignorando!
The
one winged angel :
Spero di
averti accontentata perché i casini sono iniziati ^^ Per
quanto
riguarda Victor, tranquilla... si è ripreso in fretta! XD
Genesis in
questo capitolo non si è visto, ma dai prossimo dovrebbe
apparire
più spesso, anche per varie delucidazioni sulla trama, e ti
dirò …
in effetti è piuttsto stronzo! Anche a me dispiace che lo
sia, ma mi
serviva ai fini del racconto ç___ç perdonami!
Comunque
sempre mille grazie per le recensioni e i commenti!
Al
prossimo capitolo!! =)
YamiNoAkuma
: Ahahahah
bhé in effetti c'è
una certa somiglianza, ma diciamocelo, Vince è molto
più figo xD
Comunque grazie e scusa per il ritardo!!
Ringrazio
anche HarukaHikariChan per
aver messo la Fic fra le preferite *___* Thaaaanks! E poi Angy_
Valentine, Cez, ooShyoo, YamiNoAkuma per
averla messa fra le seguite! ^__^ Siete tutti troppo buoni!
Vincent
: Cagami.....
|
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