Will Red

di KeilaStradlin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***
Capitolo 3: *** Capitolo II ***
Capitolo 4: *** Capitolo III ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV ***
Capitolo 6: *** Capitolo V ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***



Haloa!

Me torno con una nuova storia.

E finalmente con una trama più o meno delineata in testa.

Secondo voi ce la farò a finirla?

Io ho forti dubbi, ma Vincent mi darà sicuramente la forza!

Vincent : Si, sicuramente ….

-________-

Bhè, vorrà dire che farò a meno della forza spirituale di Vincent, che è molto scocciato di dover apparire come protagonista di questa FanFiction.... Molto, moooolto scocciato.

No,Vince, posa la Cerberus … Parliamone!

Posso darti un buon 50% dei guadagni! VINCE!

L'autrice si dilegua inseguita da uno strano uomo con un mantello rosso che brandisce un'enorme pistola, dall'ampio potenziale distruttivo.


P.s. Il prologo può sembrare che non centri nulla con Final Fantasy VII ma tranquilli, già dal primo capitolo ci sarà qualche, ( ma proprio uno sputo! ) delucidazione! In fondo è tutto un po' avvolto nel mistero, yeah!

Vabbè via vi lascio alla storia, non vorrei che tornasse Vincent ….


Ah, naturalmente è una Yuffietine ( Yuffietine RULEZ! )


BANG!


Oh cazzo!

....


WILL RED




proclaim enternal victory
come on and change the cause of history
and pull us through
and pull us through


Prologo



Victor osservò davvero per la prima volta il volte dell uomo che stringeva per i capelli.

Era un volto contratto dalla paura.

Piccolo, con due occhietti porcini.

Strinse ancora di più la presa sui capelli, trascinando la vittima sul ruvido asfalto.

Un brilluccichio gli passò in mezzo a gli occhi gialli.

L'uomo urlò.

Victor ghignò tutto il suo odio gettandolo brutalmente a terra.

Con un gesto quasi armonioso estrasse, dal fodero che teneva legato dietro la schiena, una lunga spada.

- Dimmi – Iniziò con una voce così roca e profonda da apparire quasi innaturale mentre usciva da quella bocca sottile. - Conosci questa ragazza? -

Gli porse una vecchia polaroid stropicciata e ingiallita che ritraeva una giovane sorridente dai tratti orientali. Portava capelli a caschetto.

L'uomo, stravolto dal terrore, rimase immobile.

Victor si leccò le labbra, seccato.

- Ti ho chiesto se hai mai visto quella ragazza – ripetè scandedo le parole una ad una.

Silenzio, rotto solamente da un pigolio soffocato proveniente proprio dall'uomo.

- Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala, l'apocalisse è giunta, la luna è risorta, la notte è eterna di tenebra – declamò Victor solenne, ciorcondato da una pesante aura inquietante. - Muoviti -

A quel punto l'uomo, in un impeto improvviso, strisciò fino alle gambe di Victor, afferandogliene una.

- Ti prego, ti prego, non mi uccidere! Per favore, io … No, NO! Non mi uccidere! -

Una folata di vento caldo riempì in un istante l'aria.

I lunghi capelli neri di Victor si agitarono come onde scosse dalla tempesta.

- Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala, l'apocalisse è giunta, la luna è risorta, la notte è eterna di tenebra. Pregate anime impure, cercando la redenzione – Procalmò come se non avesse nemmeno udito le suppliche dell'uomo.

Questi, per tutta risposta, si mise a piangere disperatamente, ricordando, con un misto di pietà e disgusto, una specie di bambino troppo cresciuto.

- Rispondimi, è la tua ultima possibilità -

- Io … Io, davvero, non credo di averla... vista, ma posso fare delle ricerche, non c'è problema... io -

Victor sorrise.

Un sorriso privo di qualsiasi emozione.

- Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala, l'apocalisse è giunta, la luna è risosrta, la notte è eterna di tenebra. Pregate anime impure, cercando la redenzione. Gli uomini muoiono su questa terra che si sgretola – sussurrò appena.

Poi, un solo, rapido affondo di spada e sangue.

Molto sangue si riversò per la strada.

Victor raccolse la polaroid pulendola leggermente dal rosso di cui si era macchiata.

La infilò con un gesto brusco nella tasca del pesante giubbotto che indossava, e, come se fosse fatto di

polvere, scomparve.





















Spazio per le delucidazioni ^__^

Allora, non c'è poi grnaché da dire.

Victor è Victor e credo che rimarrà avvolto nel mistero ancora per un bel po' u_u

( Questi miseri vi hanno già scassato le palle, vero? ç__ç )

Il titolo letteralmente si può tradurre con "Volontà Rossa" ma lascio a voi l'interpretazione.

Potrebbe essere anche "Sarà Rosso" o addirittura con "testamento rosso" ... o___o * fa questa faccia perché l'ascoperto adesso*

Il pezzetto scritto in corsivo sotto il titolo è preso da una canzone dei Muse, "Apocalypse Please"

Vi consiglio di ascoltarla, è molto bella ^^

Ovviamente nella presentazione iniziare il "BANG" è Vincent che tenta di sparami quando annuncio che la Fic sarà una Yuffietine v___v

Vabbè, adesso vi lascio. Giuro!

Al prossimo capitolo gente di EFP!


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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Capitolo I


Chiuse gli occhi Yuffie Kisaraghi.

Chiuse gli occhi poggiando una mano sulla fronte.

Chiuse gli occhi poggiando una mano sulla fronte e cercando di respirare regolarmente.

Sentiva le viscere contorcersi senza tregua nello stomaco.

Poi improvvisamente perse l'equilibrio.

Cadde ma non sentì mai il colpo.

Svenne prima.

Riaprì gli occhi, feriti da una lama di luce bianca sopra di lei.

Si ritrovò sdraiata su di un letto mentre un medico dall'aria stanca le si avvicinava.

- Come ti senti? - chiese con estrema gentilezza.

Yuffie Kisaraghi sbuffò.

- Mi gira un po' la testa, ma va tutto bene! -

Fece per alzarsi in tutta naturalezza ma un quasi impercettibile colpo di tosse dall'altra parte della stanza la bloccò.

I profondi occhi rossi di Vincent penetrarono i suoi.

Il messaggio era chiaro.

Non osare muoverti di li.

La ninja tornò a sdraiarsi di nuovo.

Stizzita.

Stava per dirne quattro a quel Vincent.

Stava.

Ma una profonda stanchezza si impossessò di lei.

Chiuse gli occhi Yuffie Kisaraghi.

Chiuse gli occhi e non li riaprì per molte ore.

Se non nel tardo pomeriggio.


Si alzò finalmente da quel bianco lettino ritrovandosi completamente al buio in quella infermeria.

Aveva dormito a sufficienza e il mal di testa se ne era quasi andato.

Era sola e sarebbe uscita di li.

Lo fece.

Aprì la porta per trovarsi davanti proprio Vincent, appoggiato alla parete, le braccia incrociate.

Ricordò lo sguardo che le aveva lanciato.

E gli puntò un dito contro.

- Vincent Valentine! -

Lui mosse appena la testa, spostando l'attenzione sulla minuta figura ( minuta ma risoluta ) in piedi di fronte a lui.

- Non provare mai più a dirmi quello che devo fare, o lasciato perdere solo perchè ero stanca, stanca capito? -

- Appunto – e sottolineò la parola Appunto con la sua voce profonda che scivolava sulle cose come un velo di seta.

Yuffie alzò le braccia al cielo - Appunto un corno! -

- Il medico ha detto che ti dai troppo da fare e soffri di stress da super lavoro, in più mangi pochissimo e il tuo corpo e provato. Dovresti riposarti di più e fare pasti più regolari – Disse mantenendo un tono neutro, come a declamare un elenco della spesa.

Lei abbandonò il suo disappunto e sbuffò. Non faceva altro che sbuffare quella ragazza.

Sbuffò,

e Vincent seppe che non gli avrebbe dato retta, ne a lui ne al medico.

Quello che non seppe mai invece fu la risposta della ninja,

poiché la nave sulla quale si trovavano si riempì della voce di un uomo, sputata fuori dai vari altoparlanti.

- Salve gente, mi dispiace disturbarvi nel bel mezzo dei cazzi vostri ma ho una notizia di una certa importaza da darvi, e credetemi non e piacevole, muovete i culi e venite qui IMMEDIATAMENTE-

I due riconobbero subito la voce di Cid, a conferma venivano in loro aiuto le espressioni sboccate che amava infilare nei suoi discorsi, e un po' ovunque.

Si precipitarono così sul ponte.

Cid in effetti stava chino su uno dei computer di bordo con un espressione crucciata e una cicca consumata fra le labbra.

- è successo un casino – sbottò vedendo Vincent e Yuffie che si avvicinavano.

Si tirò leggermente indietro – Guardate -

Sul computer era registrato un servizio del telegiornale speciale di Edge.

La conduttrice face partire un video di circa pochi secondi e molto confuso.

Si vedeva una strada disseminata di quelli che sembravano cadaveri e in mezzo all'oro, per un attimo, un solo piccolissimo attimo compariva la figura di un uomo stretto in un lungo giacchetto, la figura si dileguava subito dopo.

Poi un forte rumore e il video trasmetteva ancora righe bianche e nere, testimonianza della telecamera andata  probabilmente distrutta, poi lo schermo tornava nero.

Vincent gettò una rapida occhiata a Cid.

- Che cosa è successo? -

L'uomo sospirò, mentre dietro di lui si apprestava Cloud, il volto serissimo.

- Come avrete capito quella li era Edge. Hanno trovato una strada completamente disseminata di cadaveri, tutti uccisi da colpi di spada. - Deglutì come preparandosi a dire il peggio – Un uomo al centro è stato messo in ginocchio, sgozzato e decapitato. Con il sangue è stato disegnato una specie di sole intorno a lui -

- Hanno trovato l'assassino? -

- No, abbiamo solo quel video di pochi secondi, ma è impossibile riconoscere alcun che, tra l'altro sembra che la telecamera sia esplosa in mille pezzetti... la strana coincidenza è che il fatto è accaduto in CrossGreen Road … -

A quell'ultima affermazione Yuffie inorridì, sentendo chiaramente un brivido di paura invaderle tutto il corpo.

- Ma … ma in quella strada, c'è la mia casa -

Vincent sussultò.

La giovane ninja arretrò di qualche passo lasciandosi cadere su una panca poco distante.

Sapere che a pochi metri da casa sua era stata commessa una strage l'aveva spaventata a morte, inutile negarlo. Si prese la testa fra le mani, cercando di calmarsi mentre il cuore non faceva altro che accellerare i battiti.

In quel momento Cloud si era avvicinato a Vincent.

- Sembra che non finisca mai – sussurrò appena.

Ed aveva ragione.

Da quando aveva messo piede fuori da quella maledetta bara Vincent non aveva mai avuto un attimo di tregua. Il mondo doveva avere veramente qualcosa di marcio dentro.

Con uno svolazzo del mantello scivolò rapido fino alla balaustra dell'aeronave, fissando il cielo che si stagliava infinito sopra e sotto di lui.

Era troppo pericoloso lasciar tornare Yuffie alla propria abitazione.

Pensò che forse avrebbero potuta sistemarla al bar di Tifa, ammesso che la pugile avesse intenzione di continuare a tenerlo aperto, ora che ci pensava il luogo era molto vicino a CrossGreen Road.

- Dovresti avvertire Tifa – disse, all'indirizzo di Cloud.

Il biondo annuì, prendendo il cellulare da una tasca dei pantaloni.

Vincent sentiva piccoli stralci di conversazione, assorto com'era nelle sue elucubrazioni.

- Si Tifa … -

Cloud stava da Tifa.

- No, tranquilla -

Mentre non c'era neanche da pensare che Yuffie potesse vivere sull'aeronave con Cid, sarebbe morta di mal d'aria entro pochi giorni.

- Si, tra poco atterriamo, tu chiudi tutto -

Portarla da Revee non le sembrava una soluzione adatta. L'uomo era sempre impegnato in faticose missioni con la WRO e poi nemmeno si conoscevano bene. Li aveva visti parlarsi si e no due volte.

- Va bene, adesso stacco, fa come ti ho detto e calmati, sarò li in men che non si dica -

C'era un'unica soluzione che gli veniva in mente.

Una soluzione che stava tentando di svicolare in tutte le maniere possibili.

Eppure era l'unico modo per tenerla al sicuro.

Si era davvero l'unico modo.

Sospirò, mentre l'aeronave faceva rotta verso la terra.












TATARADAAAA, SPAZIO!


Ho deciso di mettere subito il primo capitolo cari figliolini ( argh, mi ricorda tanto la mia prof di greco e latino quest'espressione >.< ) giusto per dare una parvenza di antmosfera Vincentomane ( termine creato sul momento quindi imploro il vostro perdono per il suono orribile ) alla Fic.


Allora giusto per precisare, le parole scritte in corsivo sono i pensieri dei personaggi, e quelle in grassetto spesso servono per marcare o esprimere un concetto, ma non ne farò largo uso credo, più che altro e a unico scopo decorativo u.u


Per il secondo capitolo aspetterete un po' perché prima o intenzione di finire il terzo e di scrivere anche il quarto se ho tempo giusto per la paura di non lasciare la storia senza troppi aggiornamenti!


Vi ringrazio in anticipo se leggerete o recensirete.


Buona lettura, per quanto vi sia possibile!

P.s. Il nome della strada in cui abita Yuffie è puramente inventato, e non mi veniva in mente niente di meglio >___>

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Capitolo 3
*** Capitolo II ***


Capitolo II.


Vincent Valentine era scomodo.

In qualunque posizione tentasse di girarsi rimaneva comunque scomodo.

Nella sua vita gli erano capitate parecché cose, fra cui un buon 50% si potevano definire terribili, ma mai, mai si era ritrovato in una situazione del genere.

Vincent Valentine non pensava che dormire su un divano fosse un'impresa tanto difficile.

Mai sottovalutare una missione...

Avrebbe dovuto ricordarselo per il futuro.

Lasciò scivolare un braccio nell'oscurità ignota del suo pavimento, quello dondolò un poco e poi rimase inerte, proprio come il padrone desiderava.

Davvero non poteva farci niente.

Perfino un lettino metallico per gli esperimenti era più comodo di un diavano.

Così maledisse gli inventori di quegli aggeggi infernali e sopratutto l'inventore del suo divano e si decise ad alzarsi.

Ormai gli era perfino passato il sonno.

Vagò dunque per la casa buia senza una meta precisa.

Non che fosse grade quella casa, intendiamoci, ma qualcosa per distrarsi doveva pur farlo o sarebbe finito preda di una crisi isterica.

Passò così silenziosamente lungo tutto il corridoio, notando la porta della sua camera leggermente socchiusa.

Da quel piccolo scorcio riuscì a scorgere Yuffie che dormiva beatamente.

Cosa che io non posso fare.

Dovette ritrovarsi a pensare che se l'era immaginata diversa una Yuffie che dormiva.

Si perché a volte gli era passato perfino quel pensiero per la testa.

Come stava una persona quando dormiva?

Yuffie se l'era immaginata in un modo completamente diverso comunque.

Stravaccata sul letto con le coperte cadute sul pavimento a prendere polvere e il lenzuolo sfatto, magari con l'aggiunta di una bella russata in sottofondo. Quello che non si aspettò invece fu di vedere Yuffie dormire rannicchiata su un fianco, così stretta che qausi le ginocchia le sfioravano i gomiti. Non ci si era nemmeno infilata sotto le coperte, ancora perfettamente in ordine, e magia divina, il suo respiro era leggero, quasi impercettibile.

A Vincent venne in mente un carion.

Ecco, in quel momento la giovane ninja gli ricordava proprio un carion.

Messo li, innoquo, silenzioso a caricare. Sembrava un oggetto come un'altro, carino da vedere e assolutamente innoquo, si innoquo.

Innoquo...

Poi però, ad un tratto, senza preavviso la molla raggiungeva il limite della tensione, ed era li che quell'oggettino carino si trasformava in una macchina infernale.

Non che avesse qualcosa contro i carion, per carità.

O meglio, non avrebbe avuto nulla contro di loro se fossero stati dotati della funzione “mi spengo quando vuoi”. No, i carion continuavano a gettare fuori le loro melodie mielose all'infinito, fino a che la molla non perdeva tutta la carica e tornava inerte, rinchiusa dentro una di quelle scatoline colorate ad aspettare che qualcuno si degnasse di allungarla nuovamente.

Yuffie era esattamente così.

Di notte appariva tanto tranquilla e innocente e sopratutto zitta.

Ma il giorno …

Il giorno una quantità industriale di discorsi di qualsiasi tipo continuavano a uscire fuori dalla sua bocca conditi da un'abbondante dose di allegria e iperattività, perlomeno fino a tarda sera.

Si, Yuffie Kisaragi era proprio un carion.

Vincent Valentine scosse la testa.

Ma a che diavolo stava pensando?

Paragonare Yuffie ad un carion.

Ma davvero non aveva niente di meglio da fare?

Gettò un ultimo sguardo all'esile figura della ragazza accellerando il passo.

Risoluto si fece avanti fino alla porta del bagno.

Se non sapeva cosa fare, l'unica soluzione era farsi un bagno.

Ovvio no?

Magari per voi nemmeno un po',

ma per l'ex Turk era davvero l'unica cosa sensata che gli venisse in mente di fare.

Così lasciò scivolare il pesante mantello rosso a terra e lentamente si sfilò gli stivali, il guanto metallico e la veste nera.

Regolò le manopole della vasca in modo che l'acqua venisse giù piuttosto calda e vi si infilò dentro, contemplando con palese rassegnazione il braccio sinistro, quello che solitamente copriva con il guanto dorato.

La pelle sembrava un pezzo di pollo arrosto bruciacchiato.

Forse la metafora faceva ridere ma era esattamente così.

Non gli faceva male, riusciva a muover bene la mano e tutte le dita ma ormai non sentiva quasi nulla, al livello di tatto s'intende. E sopratutto quell'ammasso di carne degradata non era per niente piacevole alla vista, a volte si digustava persino da solo.

Lo affondò con convinzione nell'acqua, non percependo ne caldo ne freddo.

Immediatamente la schiuma del sapone ne occultò la vista.

Vincent appoggiò la testa contro la porcellana. Un brivido di freddo gli percorse per un attimo la spina dorsale.

Poi serrò gli occhi. L'acqua ondeggiava lentamente urtando con delicatezza la sua pelle.

Era una bella senzazione. Una senzazione di pace assoluta.

Si lasciò cullare dolcemente da quella senzazione pervaso da un piacevole tepore.


Yuffie sbadigliò.

Si era appena svegliata. E c'era un motivo ben preciso se si era appena svegliata.

E il motivo era semplice.

Doveva andare in bagno. Certo, anche l'assordante rumore di un tuono aveva fatto il suo dovere, ma non era quella la vera causa del suo risveglio.

Scocciata di abbandonare il calduccio del suo letto, anzi del letto di Vincent, borbottò qualcosa a se stessa, poggiando i piedi nudi sul pavimento, gelido, come constatò in pochi istanti.

Cercando di fare meno rumore possibile, cosa un po' complicata per la goffa ninja, aprì piano la porta, che aveva alsciato socchiusa proprio per prevenire un'operazione del genere, e a passo felpato arrancò fino alla porta di quello che doveva essere il bagno.

Aveva già una mano sulla maniglia quando improvvisamente si bloccò.

Stava per andentrarsi nei meandri oscuri del bagno di Vicent, era la prima volta a pensarci bene.

Sbuffò, tanto per ricordarsi di essere Yuffie Kisaragi, Rosa Bianca di Wutai, e senza pensarci più si intrufolò dentro cercando l'interruttore della luce a tentoni.

Lo trovò quasi subito premendolo sollevata, il buio la metteva ancora un po' in soggezione. Purtroppo però la luce non si accese. Yuffie tentò un'altra volta, e un'altra ancora.

Solo al quarto tentativo vide il vecchio lampadario sopra di lei illuminarsi a scoppio ritardato, ma quello che scorse quando spostò lo sguardo verso l'interno della stanza non le piacque per niente, o porobabilmente era meglio dire che non se lo aspettava per niente.

Vincent Valentine, si, proprio quel Vincent Valentine se ne stava seduto nella vasca da bagno, coperto dalle bollicine schiumose mentre nella mano destra stringeva la sua fidata pistola Cerberus, puntata dritta dritta verso la povera ninja.

Se avessimo fermato la scena in quell'istante avremmo visto una situazione piuttosto buffa e imbarazzante.

Immaginatevelo un Vincent nudo, coperto solo dal sapone che affera la pistola pronto a fronteggiare chissà quale terribile nemico per poi trovarsi davanti nientemeno che una ragazzina.

Una ragazzina che stava assumendo piuttosto velocemente il colorito del suo mantello.

Una ragazzina che urlò, con quanto fiato aveva in gola.

Prese la prima cosa che le capitò sotto tiro, ovvero un flacone di sapone al lime e mela verde, ( Ma ce lo vedete voi un sapone al lime e mela verde nel bagno di Vincent? ) e lo scagliò con forza contro il povero malcapitato che dallo stupore teneva ancora la pistola alzata e non si scansò nemmeno quando un oggetto con sopra disegnato uno spicchio di lime non gli arrivò dritto in faccia.

Poi corse fuori dalla stanza bruciando per l'imbarazzo.

Ormai il freddo che le avvolgeva i piedi era bello e che sparito.

Stava già per tornarsene in camere quando la voce di Vincent la costrinse a fermarsi.

- Yuffie? -

Fece finta di non sentirlo.

- Yuffie sei sempre li? - Voce atona.

- Mmm – fece appena, sbuffando.

Un pensiero non del tutto casto percorse come un ragazzo la mente della giovane ninja.

Ora mi chiama e io gli dico “che c'è?”, e lui con quella voce così sexy “vuoi unirti a me?”

Yuffie arrossì se possibile ancora di più.

Si, alla faccia del maniaco. A quel punto sarebbe più da tirargli qualcosa di più pericoloso di un barattolo di sapone invece che accettare...

- Puoi andare -

Sobbalzò.

Non si era mica accorta che mentre si perdeva nelle sue ipotesi leggermente pervertite, l'altro si era già vesito : solito mantello rosso, solita veste nera, solito guanto, soliti stivali e con la solita voce atona le stava dicendo qualcosa.

- Eh, cosa? -

Vincent roteò gli occhi e guardandolo meglio, Yuffie riconobbe la sagoma di un certo oggetto lanciato da lei, appena visibile, demarcato da una zona un po' più rossa fra il naso e la fronte dell'uomo.

Si vergognò come un cane.

Voglio seppellirmi nel pavimento. Qui, ora!

- Ho detto che puoi andare -

- Ah, b, bene! -

Lo superò alla velocità della luce sbattendosi dietro la porta troppo forte per far credere che non fosse successo niente.


Vincent tornò al sicurso sul suo divano scomodo, pensando, ovviamente, a quanto avvenuto pochi minuti prima.

Ma era umanamente possibile che lui si trovasse nella vasca da bagno e che al contempo Yuffie si fosse svegliata proprio per andare in bagno, il tutto mentre un tuono aveva fatto andare via la luce solo per pochi minuti?

Ammettilo Vincent Valentine, ammettilo che sei una specie di martire perseguitato dalle coincidenze,

sei uno sfigato.

Dormi su un divano scomodo e non riesci nemmeno a farti un bagno in santa pace, no.

Sei li bello tranquillo, rilassato, quando una ragazzina che avrà si e no diciotto anni ti piomba fra capo e collo vedendoti seminudo...

E qui nemmeno il freddo e tenebroso Vincent Valentine non potè fare a meno di avvertire un certo pizzicore caldo invadergli le guance.

E non contenta urla come un'ossessa, e ti scaraventa a dosso un bricco del sapone, che fa anche male!

In effetti Vincent Valentine era molto più loquace nella sua mente che non nel mondo reale.

Forse per il fatto che se parlava dentro di se non poteva certo vergognarsi delle emozioni che esprimeva, delle parole che diceva. Era tutto diverso. Nessuno poteva giudicarlo, i suoi pensieri erano solo suoi.

Poi però anche lui si stufava di sentire troppo la sua voce rimbombargli nella testa.

Inspirò lentamente ormai sicuro di non chiudere occhio per tutta la notte.

Si stese sul divano semplicemente a contemplare il soffitto.

Soffitto che in realtà nemmeno vedeva.

Mentre fuori la tempesta infuriava, e dentro,

bhé dentro infuriava qualcosa di molto peggiore.

Qualcosa che rispondeva al nome di Yuffie Kisaragi.










A Place for my Head v_v


Here I am! ( Rock you like a huuurricaaaane! )

Ecco a voi il secondo capitolo, che diciamo, è più un capitolo transitorio prima dell'inizio della vera e propria trama, tanto per farvi vedere come vanno le cose in casa Valentine ^^

Non ditegli che ve l'ho detto ma credo che il povero Vince sia ancora molto traumatizzato dall'incidente della vasca da bagno....

*Un puntatore laser segue i movimenti dell'ignara autrice da molto lontano*

Coooomunque mi pare che non ci sia altro da aggiungere perciò passo ai ringraziamenti per le recensioni *___*


YamiNoAkuma : In realtà ti ho già riposto ma ti ringrazio nuovamente per la recensione! E ripeto, aspettatene di tutti i colori da quel Victor xD


The one winged angel : Che dire? Grazie mille!!! In primis posso assicurarti che il personaggio di Victor è piuttosto psicopatico si, ma non per questo antipatico, anzi …. eheh. Per secondo : Mi sono sforzata molto per rendere i personaggi IC perché li preferisco così, insomma, non mi piace vedere il carattere di un personaggio stravolto, quindi mi ha fatto molto contenta sapere che sono riuscita nel mio intento :)

Per ultimo, come avrai notato ho seguito il tuo appunto su Yuffie, grazie per avermelo fatto notare ^^


Appena avrò finito il quarto capitolo posterò il terzo,

quindi ci vediamo presto, spero >__>

Bye Bye, see you soon!

Jared Leto : Very very soon!

Io : … Ma che cazz? Chi l'ha fatto entrare? !

..

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Capitolo 4
*** Capitolo III ***


Capitolo III.



Change,
everything you are,
and everything you were.
Y
our number has been called,
fights, battles have begun.
R
evenge will surely come,
your hard times are ahead.

Cambia,

tutto quello che sei,

e tutto quello che eri.

Il tuo numero è stato chiamato,

Combattimenti e battaglie sono cominciati.

La rivincita arriverà sicuramente,

i tempi difficili devono ancora giungere.






Dovevano essere si e no le nove di mattina e fuori continuava a diluviare.

Aveva piovuto tutta la notte e non accennava a smettere, ne a darsi un contegno.

Quando Vincent, molto presto, accese la tv per non perdersi qualche nuova informazione rigurado alla strana strage, gli inviati parlavano già del rischio di alluvioni, allagamenti e frane. Sembrava quasi che tutto fosse stato dimenticato, in fretta, proprio come era avvenuto.

Si, erano proprio le nove quando l'ex Turk si apprestò a buttare giù dal letto una ninja dai capelli corvini di nostra conoscenza.

Dovette ammettere che lo fece un po', giusto poco, per ripicca personale.

Non aveva chiuso davvero occhio tutta la notte e alla fine si era detto che la sera dopo avrebbe provato a dormire sul pavimento.

Yuffie si stropicciò gli occhi, non dopo aver scalciato da tutte le parti rischiando di distruggersi un piede contro il comodino o di colpire Vincent.

Non era una tipa molto mattiniera e essere svegliata alle nove, con il freddo cane che c'era in quel posto poi, la fece incazzare un pochino.

Senza preavviso afferò Vincent per il colletto del mantello, squadrandolo arcigna.

Per un attimo il volto dell'uomo si contrasse in un'espressione di stupore.

- Sei un'rompiballe Vincent Valentine! - gli sibilò.

Un rompiballe...

Era la prima volta che qualcuno gli dava del rompiballe e stranamente non si sentì offeso, anzi quasi quasi il contrario.

- Esatto, adesso vieni a fare colazione però – sentenziò con una specie di tono imperioso.

Ma Yuffie si indignò come una bambina che è costretta a fare una cosa noiosa.

- Io non faccio mai colazione! -

- Appunto … -

Dov'è che ho già sentito quell'appunto?

- Davvero Vince, lascia perdere -

Lui però non la ascoltava affatto.

L'aveva afferrata per un braccio, anche un po' sgarbatamente, senza farlo apposta ovviamente, e la strava trascinando, diciamo “di forza” verso la cucina.

Prima di lasciarla andare lanciò uno sguardo di puro odio al divano, poco distante da lui e poi andò a sedersi al tavolino, le mani appoggiate sotto il mento e l'aria da dannato.

Intanto Yuffie ammirava con meraviglia il piatto ricolmo di frittelle che le era stato spinto davanti.

Vincent che sa cucinare, questa mi giunge nuova...

L'aspetto e l'odore erano anche invitanti.

- Le hai fatte tu? - domandò titubante.

- Mmm -

- Ah Vince, non sapevo fossi anche un cuoco provetto! -

Vincent pensò quanto fosse assurdo che quella ragazza riuscisse a ingigantire ogni cosa.

- Sono solo fritelle … -

- Si però sono buone! - Fece invece la ninja infilandosene in bocca un'ingente quantità.

Se non fosse stato Vincent Valentine avrebbe sorriso.

Invece si alzò e con lui anche lo strato di polvere sul pavimento.

Yuffie prese mentalmente nota che un giorno o l'altro avrebbe dovuto fare le pulizie.

- Dofe fai? - tentò di chiedere ancora tutta presa dal cibo, ma il moro era già sparito.

La porta che si chiudeva era l'unica testimonianza che un momento prima era stato proprio li, in quella cucina.


- Sei una testa di cazzo Victor -

Un ragazzo sui vent'anni dalla corporatura slanciata si rigirava fra le mani una Katana, parlando al compagno, senza però guardarlo negli occhi.

- Non più di te – rispose di rimando, serafico, il misterioso Victor.

Poi si prese fra le mani una ciocca di capelli che gli ricadevano oltre la spalla.

- Devo rifarmi la tinta – si lamentò.

I capelli, pochi giorni prima neri, erano misteriosamente tornati biondi.

- Sei proprio patetico – continuò ad insultarlo l'altro.

Victor rise, fragorosamente.

Il ragazzo chiamato Rain invece si dondolò sulle punte dei piedi e sempre tenendo lo sguardo basso riprese a parlare.

- Non è meglio che vada io al tuo posto? -

- Non credi che sarebbe un po', come dire? problematico? -

Botta e risposta....

- Chi se ne frega, ormai tutti i giornali parlano della tua strage e ti preoccupi delle conseguenze, ancora? E poi c'era proprio bisogno di fare quella scenetta da film horror con quell'uomo? -

Victor alzò le spalle.

- Mi stava sul cazzo -

- Certo allora mandiamo tutto a puttane! -

- Il tempo corre, il giorno è breve, il sole cala, l'apocalisse è giunta … -

Rain sbuffò, quella filastrocca l'aveva sentita talmente tante volte da dargli la nausea.

- E cambiala una volta tanto – borbottò.

Altra alzata di spalle.

- Ah, lasciamo perdere, vedi di muovere il culo piuttosto o finiamo male noi due -

Per un secondo Victor provò il forte impulso di tirare un pugno al compagno e fissarlo negli occhi.

Vedere per una volta che razza di espressione gli solcasse il viso. Giusto per una volta.

Ma sapeva che non sarebbe stato un bene.

No, non sarebbe per niente piacevole …

Si concentrò allora sul resto di quella persona.

I suoi capelli erano neri, per davvero tral'altro, cosa che gli aveva sempre invidiato.

Indubbiamente Rain si sentiva un vero figo avvolto in quei suoi pantaloni di pelle neri che gli conferivano l'aria da vecchia rockstar, che in fondo faceva sempre la sua proca figura. Per non parlare della maglietta sbrindellata, tagliata appositamente da lui.

- Vaffanculo Rain -

E così sparì. Con un vaffanculo, sparì.

A quel punto Rain alzò finalmente la testa, rivelando un tratto piuttosto inquietante del suo volto.

Gli occhi.

Dio se avste visto quegli occhi.

Erano di un'intensità inimmaginabile.

Ti entravano dentro e non venivano più fuori.

Erano rossi come il sangue con qualche riflesso blu elettrico e privi di pupilla, o almeno non della solita pupilla che tutti hanno.

Al posto di quella infatti si potevano scorgere dei cerchietti neri che andavano via via rimpicciolendosi verso il centro dell'iride.

Sembrava che con un solo sguardo potesse far crollare il mondo intero, se solo avesse voluto.

Sorrise.

Un sorriso ipnotico.

Ipugnò saldamente la katana puntandola in un punto proprio davanti a lui.

Esattamente nel punto dove Victor era appena sparito, lasciando il posto ad un'altra persona.

- Ti vedo sempre più … grigio, Genesis -


Vincent Valentine aveva perlustrato Edge in lungo e in largo.

In lungo e in largo, per ore.

Senza trovare niente.

Dire che si sentiva frustrato non era niente.

Con molta poca grazia si lasciò cadere su una delle sedie del bar di Tifa, scuotendo la testa nello stesso modo che un cane usa per asciugarsi, provocando una pioggia di goccioline tutt'intorno.

La ragazza aveva provveduto a chiuderlo ai clienti per qualche tempo, finché le acque non si fossero placate, ma per i vecchi amici c'era sempre un posto.

Cid, vedendolo arrivare, si stravaccò sulla sedia accanto a lui, buttando sgarbatamente la sigaretta per terra.

Tifa, poco distante, lo fulminò.

- Li, proprio su quel tavolino c'è un posacenere! - glì gridò furente.

Cid alzò le braccia in segno di scusa.

-Si, si, non l'avevo visto – borbottò, poi, mentre si chinava a raccogliere la sua “spazzatura” aggiunse, sottovoce – Deve avere le sue cose -.

Vincent non capì mentre Cid si ritrovò a massaggiarsi la testa ora guarnita da un bernoccolo che si stava gonfiando a vista d'occhio.

Quella donna violenta!

Tornò al tavolino, spostando l'attenzione su Vincent.

- Allora, scoperto niente di nuovo? -

Touché.

L'ex Turk strinse i pugni.

- No niente – sussurrò a denti stretti.

Sono uscito alle nove di mattina e adesso sono le sei di sera e non ho trovato proprio NIENTE!

- e tu? -

- Figurati, l'aeronave ha avuto dei problemi quindi non ho avuto il tempo di fare un cazzo! -

Vincent annuì osssevando con blando interesse il posacenere davanti a lui.

Non era possibile che quell'assassino non avesse lasciato alcuna traccia di se, che nessuno l'avesse visto.

Non poteva credere che nelle mani avessero solo quel misero video di pochi secondi, quasi completamente inutile.

Dentro di se nutriva una minima speranza che la strage fosse solo un evento isolato, opera di un pazzo, ma c'era qualcosa che gli diceva che non poteva essere così. Qualcosa di grande stava per accadere. Qualcosa stava per venire a galla, qualcosa di terribile.

- E con la piccola Yuffie come va? -

.

Colto completamente impreparato Vincent fraintese l'innocua ( come no ) domanda di Cid.

- Che vuoi dire? -

Alla mente riaffiorò il ricordo della sera prima.

Ringrazio un qualche santo che Cid non sapesse leggere nella mente, perché l'occhiata che gli lanciò faceva dedurre tutto il contrario.

- Aaaah, vecchio puttaniere, lo sapevo! -

- Cosa? -

- Certo che non ti facevo così avventato Vince … No aspetta, non dirmi che è stata lei, in fondo la vedo molto più sveglia di te! -

- Cosa diavolo stai dicendo? - Continuò il moro, piuttosto tardo a comprendere quel genere di cose.

- E dai, non fare il finto tonto, di, è brava a letto? -

.

- La Cerberus non me la porto dietro solo per bellezza... -

Tifa ammirata disse – Ammazzalo Vince, ammazzalo una buona volta quel vecchio maniaco! -

Nonostante anche lei avesse pensato esattamente le stessa cosa solo due secondi prima.

- Oh, oh abbiamo toccato un nervo scoperto! -

Cid rise gioviale, contento di far andare fuori di testa l'amico.

Quello stava per rispondere con un'altra battutina tagliente che avrebbe sicuramente messo a tacere il pilota di aeronavi quando da fuori arrivò, senza preavviso, una tremenda esplosione.

Come se avessero la stessa consistenza di fogli di carta i vetri del bar vennero mandati in frantumi dall'onda d'urto.

Tifa si portò le mani alla bocca lasciando cadere un bicchiere che andò ad unirsi ai mille pezzettini di vetro sparsi tutt'attorno.

Vincent estrasse veramente la pistola togliendosi bruscamente dalla spalla un pezzo piuttosto grosso di vetro. La ferita prese a sanguinare ma non se ne curò.

Sicuro che i suoi amici non avessero riportato gravi danni uscì in strada.

C'era fumo per ogni dove e si potevano udire benissimo le grida di disperazione e dolore.

Vincent scorse con disgusto un immagine raccapricciante di un uomo, ancora immobile su una panchina, lo sguardo vitreo mentre la pelle, fusa, si staccava lentamente dal suo corpo.

Si mise a correre, con quella scena che ancora gli balenava davanti agli occhi.

Da ogni dove regnava il caos più totale.

Cinque o sei case erano state disintegrate.

Le persone assomigliavano a tante formiche disperate per la distruzione del loro formicaio, calpestato senza pietà.

In quell'ammasso di grida, fumo e odore nauseante di carne bruciata Vincent vide Cloud fermo davanti ad un'abitazione distrutta.

Non aveva espressione.

Semplicemente sembrava un manichino.

In quella casa abitava un bambino con cui aveva giocato si e no due o tre giorni prima.

Era un bel bambino vivace che gli aveva ricordato tanto Denzel.

Era un bel bambino vivace che era esploso in tanti pezzi insieme alla sua famiglia.

Era un bambino vivace a cui erano stati strappati via anni e anni di vita, e di certo non si trattava dell'unico.

Cloud cadde in ginocchio, incurante dei detriti che gli lacerarono i pantaloni ferendolo.

Sentiva il proprio corpo tremare.

Com'era possibile che dopo tutto quello che aveva fatto, dopo che aveva sconfitto Sephiroth e riportato la pace sul Pianeta a costo della vita di amici e conoscenti, continuassero ad accadere delle cose così abominevoli.

Com'è possibile? …

Si accorse appena della figura di Tifa accanto a lui che in silenzio gli cingeva le spalle, condividendo tutto il suo dolore.

-Andiamo in casa Cloud – Aveva sussurrato.

Ma tutto quello che il giovane riuscì a fare fu lasciarsi andare ad un urlo di rabbia e disperazione che si perse nel cielo, come se non fosse mai stato lanciato. Poi pianse.

Pianse come non faceva da anni.

E il suo pianto assomigliava a quello di un uomo che stava perdendo la speranza.







Terzo capitolo andato!


Bu!

Avete visto? Un nuovo personaggio che sembra accompagnare Victor nelle sue “imprese”, come mai questo Rain non si fa guardare negli occhi quando parla con Victor ma non a problemi ad alzare lo sguardo su Genesis??? ...… e Genesis, che diavolo ci faceva li??? v__v

Il pezzo all'inizio è preso da un'altra canzone dei “Muse” che si chiama “Butterflies and Hurricanese” anche questa molto bella, ovviamente!

Ringrazio chi continua a leggere e spero di scrivere in fretta anche il V capitolo!

Alla prossima, e vediamo se Yuffie riuscirà finalmente a stuprare Vincent!


.


- Vince, scherzavo ^^ …. AAAARGH! Sousuke aiuto! SALVAMI! ç__ç

Un ragazzo moro che impugna un mitragliatore e porta legate alla cintura varie bombe a mano si materializza davanti alla scrittrice.

- Nessun problema! -

*Pensieri di Vincent* E questo da dove è spuntato? .___.

- Lascia in pace l'autrice! -

I due iniziano un selvaggio combattimento ….



Come andrà a finire??? Si accettano scommesse u.u

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Capitolo 5
*** Capitolo IV ***


Capitolo IV.


Yuffie era intenta a sonnecchiare sul comodo divano di casa Valentine quando aveva udito il rombo di una tremenda esplosione.

Solo che lei non lo immaginava.

Aveva pensato ad un tuono troppo forte o a qualcosa di simile.

Aveva aperto le tendine delle finestre e osservato a lungo il paesaggio avvolto nella foschia senza scorgere niente di anormale o preoccupante, se non la vicina, una vecchietta di novant'anni, che stracarica di borse della spesa, rientrava in casa, completamente fradicia.

Così era tornata sul divano senza fare niente.

Tranne mandare saltuariamente Vincent a quel paese.

Aveva scoperto di essere stata chiusa a chiave in case e la cosa l'aveva fatta infuriare non poco.

Col cavolo che gli faccio le pulizie a questo sequestratore!

Non avrei mai dovuto accettare di venire a vivere qui, al diavolo.

Meglio passare l'intera esistenza su un'aeronave che essere coinquilina di un vampiro che si atteggia e ti rinchiude anche in casa...

Mentre pensava il suo apparato uditivo percepì chiaramente il suono di una chiave che girava nella toppa. La sua indignazione si rinnovò.

Con passi pesanti andò alla porta, pronta ad accogliere Vincent come doveva.

Quello che non si aspettò fu di vederlo entrare con l'aria più seria e sconvolta del solito.

In mano impugnava la pistola, la sua spalla destra sanguinava e vestiti erano tagliati in vari punti.

-Vincent! - urlò, iniziando ad agitare le braccia in tutte le direzioni. - Vincent, che diavolo è successo?! ...Oddio ma sei ferito! aspetta dobbiamo … ma, ma... -

- Sto bene -

Yuffie lo guardò di traverso, ancora agitata, lo sapeva che in realtà non stava bene per niente.

Lo sapeva meglio di lui.

- No che non stai bene, la tua spalla sta sanguinando! -

Vincent la superò ignorandola per andare a sedersi sul divano.

Quando osò proferir parola la sua voce pareva provenire da un luogo molto lontano ed era pervasa da una vena di agitazione che non era riuscito a mascherare.

- C'è stata un'esplosione … - piccola pausa - … Vicino al bar di Tifa … -

Yuffie spalancò gli occhi.

- Aspetta … aspetta -

Tirò un profondo e tremolante sospiro e prima che l'altro se ne rendesse conto era già sparita in corridoio.

Se avesse incrociato ancora una volta gli occhi afflitti di Vincent, così profondi … così rossi … sarebbe scoppiata a piangere e di certo non aveva intenzione di farlo proprio davanti a lui.

Si appoggiò contro la parete tentando invano di darsi una calmata.

Due grossi lacrimoni le scesero ai lati delle guancie; se li asciugò con forza, lasciando una breve scia di irritazione color porpora sul suo volto.

Prima la strage, poi l'esplosione, a distanza di pochi giorni. Iniziava a pensare che non si trattasse per niente di eventi casuali, no. Qualcosa si stava muovendo con la dovuta cautela, stava violentemente spianando il terreno preparandosi al vero e proprio attacco, qualcuno che non lasciava traccia di se. Qualcuno di semplicemente folle o talmente cinico da commettere un genocidio pur di raggiungere i suoi scopi?...

Yuffie non aveva idea e pensarci la faceva sentire ancora più male.

Udì le scarpe metalliche di Vincent cigolare sommessamente nell'altra stanza e, capendo che stava venendo a cercarla, si precipitò velocemente in bagno chiudendo la porta abbastanza forte da essere sicuramente sentita.

Li, dopo aver lottato con l'interruttore che faceva cilecca, avrebbe recuperato il necessario per curare la ferita del suo “riottoso coinquilino”.

Vincent seguì i movimenti della ninja con lo sguardo; la vide appoggiare sul tavolo un rotolo di garze, del cotone e una bottiglia di disinfettante rimasta immacolata probabilmente da tempo immemore; poi si voltò verso di lui.

L'ex Turk ebbe appena il tempo di notare che gli occhi di lei erano leggermente arrossati prima che fosse già troppo vicina e lo stesse minacciando con un batuffolo di cotone.

- Su Vince, non fare il bimbetto! -

Questa non la volevo sentire...

- Ti ho detto che non è niente -

Ma senza prestare la minima attenzione alle sue parole con una spinta improvvisa lo buttò sul divano, di nuovo. Il moro provò ad alzarsi ma lei lo fermò tenendogli le braccia.

Per essere una ragazza di costituzione piccola disponeva di una considerevole quantità di froza fisica, specialmente quando l'avversario era un Vincent Valentine indicibilmente stanco e provato dagli eventi della giornata e dalle piccole e medie ferite che gli dolevano incredibilmente.

Yuffie sbuffò scansandosi una ciocca di capelli che le era caduta sulla fronte; per un attimo le balenò nella mente la malsana idea di sedersi a cavalcioni sopra il nostro eroe giusto per essere sicura che non se ne potesse scappare senza preavviso.

E poi do del maniaco a lui... No, non devo arrossire, no no!

- Togliti il mantello! - intimò invece imbevendo un po' di cotone con il disinfettante.

Ma tu guarda questa mocciosa!

A discapito dei suoi pensieri però Vincent si arrese e lentamente iniziò a sfilarsi di dosso quella specie di seconda pelle rossa che ormai portava con sei da moltissimi anni. Poi si abbassò una parte della veste nera, lasciando scoperta la spalla, deturpata da un lungo e profondo taglio cremisi, e parte degli addominali.

Intanto Yuffie si era curata di distogliere immediatamente lo sguardo prima di sentirsi avvampare. Stava così cercando qualcosa che la distraesse. Ma non c'era niente, un bel niente, in quella casa. Solo il pavimento, il soffitto e una lampadina che vi usciva fuori stretta ad un lungo cavo blu, il tavolino, il frigo, la cucina, un divano e loro due. In fondo se l'era voluta.

- Yuffie? -

Deglutì – Allora stai fermo … Oh Leviathan! Come diavolo hai fatto a farti un taglio del genere?! -

Devo tenere gli occhi fissi sulla sua spalla … solo sulla spalla...

- I vetri del bar di Tifa sono esplosi in mille pezzi per l'onda d'urto – era tornato alla solita voce priva di tono.

Yuffie imprecò in maniera molto poco femminile – Gli altri stanno tutti bene vero? -

Vincent annuì mentre sentiva il disinfettante pizzicare dannatamente sulla sua pelle e la ninja che armeggiava delicatamente con il suo braccio, quasi si fosse trattato di una preziosa reliqua che poteva distruggersi ad un tocco anche solo un poco più forte.

La pelle delle sue mani era morbida e scivolava come seta sopra quella ruvida e segnata dell'uomo. Poteva sembrare alquanto strano ma Vincent si rese conto che quel contatto non gli dispiaceva affatto, aveva un non so cosa ( e nemmeno lui lo sapeva ) di semplice e particolare che lo faceva sentire a suo agio.

Che ti prende Vincent Valentine?

Yuffi Kisaragi aveva pulito con cura la ferita cercando di fare il più piano possibile e poi si era dedicata a togliere il sangue, in procinto di seccare, dal braccio. Non le rimaneva altro che prendere la garza e coprire quel brutto taglio. Si appoggiò una mano sulla fronte sentendosi come se fosse appena stata impegnata una lunga corsa. Afferrò il rotolo dove erano contenute le garze e ne staccò un pezzo con le mani iniziando a osservare la spalla di Vicent con minuziosità poiché cercava il modo migliore per fasciarla.

Lui intanto aveva chiuso gli occhi, stava cercando di costruire un breve momento di pace nella sua mente, dato che la ragazza sembrava essersi zittita tutto d'un colpo. Avvertì ancora per qualche secondo la pelle morbida venire a contatto con la sua, ruvida.

Poi non sentì niente.

Yuffie doveva essersi fermata, ma completamente tranquillo non aprì gli occhi per accertarsi del perché, sicuro che andesse tutto bene; almeno finché il corpo privo di sensi della ragazza si rovesciò sopra il suo, accasciandosi sul suo petto...

La garza che fino a poco prima stringeva in mano era scivolata silenziosamente a terra...

- Yuffie? -

La scosse leggermente.

- Yuffie!? -

La voltò supina chinandusi su di lei per esaminarle il volto.

- Yuffie?! -

Non erano mai stati tanto vicini.


Victor era sdraiato inquieto sopra un vecchissimo letto trapuntato di azzurro.

La testa affondata nel cuscino e il respiro irregolare.

Perché? …

Tutto quello che riusciva a domandarsi era perché.

Preso da una rabbia spasmodica affondò le unghie dentro alla fodera fino a bucarla completamente, a poco dal lacerarla.

Candide piume si alzarono placidamente intorno a lui e dopo appena un sospiro di vita ricaddero inerti sul sudicio e polveroso pavimento.

Nello stesso momento Rain arrivò di corsa, splancando la porta.

E si stupì di trovare l'amico li, a reprimere il suo disgusto in silenzio.

- Victor? - chiamò incerto al capezzale di una figura rintanata in un angolo buio della stanza.

Non rispose.

- Cazzo Victor! -

A quel punto il biondo lanciò un rantolo soffocato da far accapponare la pelle e con lo sguardo completamente alienato puntò i suoi occhi ambrati in quelli dell'altro, senza che lui avesse il tempo di abbassare lo sguardo.

E quello che seguì furono tremende urla di dolore. Era Victor che si contorceva sul pavimento, piangendo e gridando. Poi ridendo come un pazzo mentre sentiva ogni singolo osso del suo corpo devastato dal male. Rideva si, ma di disperazione.

Quello spettacolo inquietante durò una decina di minuti.

Il tempo che Rain ebbe per gettarsi accanto al biondo e prendendo a gridare.

- Ma che cazzo hai fatto, sei fuori di testa?!? -

E Victor gridò di rimando.

- Sta zitto figlio di puttana! Perché, perché cazzo l'hai fatto? Pensavo che tu.... - un'ultima fitta di dolore gli bucò il petto. Sputò un po' di sangue sul pavimento respirando a fatica.

- Victor!! -

- Stai zitto Rain! -

- Non sono stato io! - disse Rain dopo aver serrato per bene gli occhi.

Victor tossì.

- Non dire stronzate... -

- Vaffanculo! Come puoi pensare che sia stato io!? -

- E allora chi, chi? -

Era disperato. La sua voce, la sua espressione, tutto di lui sembrava preda di una disperazione profonda.

Rain sospirò.

Fu solo un sussurro – Genesis... -

Victor capitolò capitolò sbattendo il capo sulle mattonella gelide.

Rimase li, immobile, la gunacia premuta contro il pavimento.

Era un sadico, cinico, folle bastardo.

Avrebbe torturato e ucciso tutta la gente di quel mondo di merda.

Avrebbe fatto di tutti, fra cui le peggiori cose.

Ma non si sarebbe mai permesso di far del male a un bambino.

I bambini erano puliti.

Erano ignari del male e della corruzione che dilaniava la terra sulla quale giocavano.

Nessuno avrebbe dovuto mai permettersi di toccare un bambino finché rimaneva tale.

- Ci salveranno... -

Rain osservò i capelli biondi dell'amico attraverso le mani con cui si era coperto il volto.

Se ne stava li seduto sul terreno e non sapeva che cosa fare.

- Non possiamo ribellarci a lui... -

Genesis maledetto stronzo...

- Possiamo... possiamo … -

- Cosa? Cosa possiamo fare? -

- Dobbiamo solo trovare quella ragazza Rain … e poi sarà finita. -

- Si – rispose solamente il moro.

Poi solo silenzio ininterrotto, finché Victor non si addormentò, li, sopra il gelido pavimento.

La guancia ancora schiacciata sulle mattonelle.

Le labbra cerchiate da un rimasuglio di sangue rappreso.

Rain lo scavalcò con cautela, stringendo le mani intorno all'elsa della sua Katana.

Si chiuse lentamente la porta della camera da letto alle spalle.

Strinse i denti e solo per sfogarsi piantò con foga la spada nella parete di legno davanti a lui.

Riflettè sulla sua condizione e su quella di Victor.

Camminavano bendati su un filo invisibile sospeso a miglia e miglia di altezza, su, nel cielo infinito.

Un'alito di vento e, puff, sarebbero caduti.

E con loro il mondo intero.



Devo trovarla.














HELLO GUYS!


Eccoooomi!

Nuovo capitolo, nuovo risvolto v__v

Povero Victor, guardare negli occhi Rain, mmm, doveva essere proprio sconvolto poverino!

E così si è anche scoperto l'autore dell'esplosione!

Penso che dal prossimo capitolo o al massimo da quello dopo ancora in poi inizierà un po' di casino, tenetevi pronti!! muahahahahah!

Per ultimo, qualche giorno fa ho fatto qualche disegno di Rain e di Victor, ma sono indecisa se postarli o no … mumble …. Se mi gira credo che prima o poi li metterò! xD

Comunque basta cianciare a vuoto, passo ai ringraziamenti u.u


The one winged angel : Non ti preoccupare per il ritardo ^^ Comunque per quanto riguarda il divano, anche io penso che sia molto comodo in generale, ma dopo una recente esperienza avuta in vacanza ho capito che ci sono divani e divani e quello di Vincent immaginatelo stretto, bitorzoluto, vecchio e probabilmente ripescato da non si sa quale luogo dimenticato … o forse dalla spazzatura! XD Poi vabbè Vincent è tutto matto si, altrimenti non sarebbe così figo ahah A parte che Victor è molto più schizzato di lui come avrai notato anche in questo capitolo v.v In quanto a Genesis, è ancora avvolto nel mistero … eheh cosa c'entrerà con gli altri due cattivoni? ( sempre meno cattivi di lui però! ) Conto di riuscire ad aggiornare presto ma in questo periodo sono un po' incasinata con la scuola … sigh

Infine ti ringrazio immensamente per i complimenti e spero che continuerai a seguire la mia Fic perché ormai mi sono affezzionata alle tue recensioni ^__^

P.s. Se avessi qualche consiglio su come migliorare i personaggi oppure su altre cose non esitare pure a dirmelo!


YamiNoAkuma : Eeeeeh si … Rain è Rain, lo adoro così tanto che dovevo inserirlo in questa Fic anche se non avrei mai pensato di metterlo come cattivo, poverino!

Rain : Stronza -___-

Cooooomunque sono felice di sapere che lo consideri un figo ahahahah xD

Aspettatene delle belle da lui!

In quanto alla scommessa credo che lo scontro finirà in parità ma devo ancora pensarci su! A poi ti ringrazio anche per la recensione del capitolo prima, e che devo dire? Anche io ce lo vedo mezzo nudo nella vasca …. *___* E credo che d'ora in poi lo tormenterò ancora più di prima!!!

Yeah!



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Capitolo 6
*** Capitolo V ***


Capitolo V.




It's the moment of truth,

and the moment to lie,
the moment to live and the moment to die.
The moment to fight, the moment to fight,

to fight, to fight, to fight …


è il momento della verità.
e il momento di mentire.
il momento di vivere.
e il momento di morire.
Il momento di combattere, il momento di combattere,
combattere, combattere, combattere...




Yuffie Kisaragi si svegliò sicura di aver sognato qualcosa.

Qualcosa che più si forzava di ricordarsi e più le sfuggiva dalla mente.

Le era parso importante, ma ora non era niente di più che una flebile sensazione.

Si mosse lentamente capendo di essere stesa sul divano, avvolta dal mantello rosso di Vincent.

Quest'ultimo era seduto su una sedia, poco distante, e sembrava non essersi accorto che la ninja aveva aperto gli occhi.

Lei si strinse in quel mantello riconoscendo l'odore dell'ex Turk.

Qualcosa che stranamente ricordava lime e mela verde...

Dunque doveva essere svenuta ancora.

Possibile che si trattasse davvero di stanchezza?

Forse avrebbe dovuto ascoltare meglio il medico.

Poi, improvvisamente si ricordò della ferita di Vincent e si alzò velocemente a sedere.

- Vincent... - fece, con la voce leggermente impastata.

Lui si voltò.

- Come ti senti? -

La ninja notò che aveva finito di fasciarsi da solo e che, diamine, se ne stava tranquillamente a petto nudo.

- B, bene, si -

- Dovresti riposarti ancora un po' -

- Forse – rispose vaga.

Vincent le lanciò un'occhiataccia.

- Va bene, va bene … hai suoi ordini Vincent Valentine! -

Neanche fosse mio padre!

- Se stai pensando che non sono tuo padre …. fai finta che lo sia, come età ci siamo – disse, sorprendedola parecchio.

La ragazza si chiese se con tutti gli esperimenti che aveva subito, riuscisse a leggere nel pensiero ma poi scartò l'ipotesi. Altrimenti la avrebbe cacciata fuori di casa a calci con tutto quello che aveva pensato su di lui, da gli insulti a farlo passare per maniaco.

Poi rispose sbuffando – Guarda che ho diciannove anni! Insomma non c'è mica poi così tanta differenza da diciannove a ventisette! -

Ma Vincent scosse la testa.

- Ti ricordo che ho sessant'anni -

- Si ma stavi dentro una bara! -

Proprio come un vampiro...

- E se sto dentro una bara cosa vuol dire? -

- Non sei cresciuto per trent'anni! -

La ninja era indignata e Vincent stava per scoppiare a ridere, ovviamente si trattenne.

- Ma teoricamente ho sessant'anni -

- Me ne fotto della teoria! -

- Stai prendendo delle brutte abitudini da Cid -

- Solo perché ho detto “fotto”, oddio, sembri davvero mio padre Vince! -

Lui annuì pensando a quanto fosse buffa quella ragazzetta.

Era quasi impossibile fare brutti pensieri quando c'era lei a tenerti compagnia.

Yuffie incrociò le braccia, lasciando che il mantello le scivolasse sulle gambe.

Le venne la pelle d'oca.

Ma in questa casa esiste il riscaldamento?!

Espresse la domanda ad alta voce e Vincent con molta nonchalance, rispose.

- Perché, fa freddo? -

A quel punto lei non si trattenne più.

- Comincio a credere che tu sia seriamente un vampiro! -

- Cosa? -

- Bhé sai, intanto dormivi in una bara, sei pallido, non parli quasi mai, non hai freddo, hai gli occhi rossi … insomma, tutte cose che si vedono ai vampiri nei film -

Vincent, che non aveva mai guardato un film in vita sua, sopratutto uno sui vampiri, non capì molto bene le parole dell'altra.

- Sono tutti così questi vampiri? -

Yuffie sospirò esasperata.

- Si e succhiano pure il sangue … cosa che spero che tu non faccia! Ora mi dici se possiedi un qualcosa per scaldarmi? -

- No -

Non afferò al volo il concetto.

- Prego? -

- Non ho il riscaldamento! -

- VINCENT! -

Il moro si tirò indietro, spaventato dalla reazione che avrebbe potuto avere la ninja.

- Ma io sto congelando! Come fai stare qui dentro? Saremo sotto zero e tu te ne stai anche senza maglia! - urlò invece gesticolando.

Non rispose.

Prese e se ne andò.

A Yuffie cadde la mascella.

Dove minchia sta andando adesso? Ah, al diavolo... io mi strizzo nel suo mantello.

Si avvolse tutta nel mantello rosso, facendosi piccola piccola.

Stava per chiudere gli occhi quando vide Vincent tornare.

In mano stringeva una coperta che aveva l'aria di essere molto calda.

Si avvicinò e gliela sistemò addosso.

- Ora va bene? -

La ninja arrossì.

- No, cioè s, si grazie, ma non importva che … - si fermò.

Non sapeva nemmeno dove volesse andar a parare senza sembrare ridicola perciò stette zitta.

Vincent era tornato a sedersi sulla sedia.

Stava aspettando che Reeve si facesse sentire.

Probabilmente l'avrebbe contattato in giornata o al massimo l'indomani.

Aveva sentito Cloud e la WRO aveva intenzione di iniziare a fare ricerche a Edge.

- Che ore sono? - domandò Yuffie.

- Le dieci di sera -

- Whoa, ho dormito così tanto?! È successo qualcosalto per caso? -

- No, ma la WRO ha deciso di iniziare a fare delle ricerche in città -

- Perciò Reeve verrà qui? -

- Penso di si -

- Lo aiuteremo! -

- Si -

Per qualche minuto rimasero in silenzio, fino a che il cellulare di Vincent non prese a squillare.

Lo afferrò e rispose.

- Ehi Vincent, sono Reeve -

- … -

- Ho parlato a lungo con Cloud e abbiamo deciso che è meglio se vi trasferite al quartier generale, o almeno le ragazze e la piccola Marlene -

- Mh -

- Inizieremo con la perlustrazione domani e volevo che fosse tutto sistemato entro stasera perciò fra un ora dovrebbe arrivare una squadra a prendervi -

- D'accordo Reeve -

- Bene, allora a dopo -

Attaccò senza nemmeno rispondere, tipico di lui.

La ninja che aveva udito tutta la conversazione si era già messa in piedi, porgendo il mantello a Vincent.

- Vado a preaprarmi – disse.

Vincent sospirò ricordandosi del carico di oggetti inutili che si era portata da casa.

Lui si rivestì accuratamente e controllò la pistola.

Tutto a posto.

Si assicurò bene che non ci fossero messaggi dell'ultimo minuto sul telefono e con un gesto secco lo fece scivolare nelle tasche dei pantaloni.

Ma quanto ci mette quella a prepararsi?...

Stava per avviarsi verso la porta quando dei rumori insoliti lo distrassero.

Raggiunse in fretta la finestra davanti al tavolino, scostò la tendina e gettò uno sguardo nell'oscurità.

Fece appena in tempo a scorgere un'armatura che conosceva molto bene e poi una raffica di proiettili crivellò la casa.

Vincent si buttò a terra estraendo la Cerberus.

Yuffie arrivò brandendo il suo enorme shuriken, agitata.

- Vince che succede?! - si buttò vicino a lui.

- Deepground – rispose quello a denti stretti.

La ninja lanciò un urlo.

- Ancora? Ce ne sono ancora? -

Altri spari.

Vincent con un pugno ruppe il vetro della finestra, e prese la mira colpendo alla testa il primo soldato.

- Sono troppi, hanno circondato la casa -

Ne uccise un altro.

- Ma Reeve sarà qui a momenti! -

Yuffie si allontanò per andare a buttare giù la porta con un calcio.

Afferò tre o quattro Kunai e con agile perizia li scagliò contro due soldati, uccidendoli all'istante.

- Vince! Oh cazzo! -

- Yuffie, tutto bene? -

Era la prima volta che sentiva Vincent alzare il tono di voce.

E gli era sembrato sinceramente in ansia.

Ma non era il momento di pensare a quello.

- Si -

Ancora spari.

Se la squadra di Reeve non si da una mossa qui ci lasciamo le penne...

Stava per lanciare un altro Kunai ma da fuori le grida dei soldati la fermarono.

Poteva scorgere la spada di Cloud agitarsi nella notte come in una leggiadra danza.

Una danza di morte.

- Cloud! -

- Yuffie, state bene, tu e Vincent? -

- Si, dove sono gli altri? -

Affondo di spada, lancio di Kunai, sparo.

- Al sicuro, la squadra sta arrivando! -

- Bene -

Yuffie tornò in casa, coprendo Vincent mentre questi raggiungeva Cloud.

Poi sgusciando fra i vetri rotti e le scheggie di legno afferò al volo la valigia che aveva preparato poco prima.

Non aveva certo intenzione di lasciare tutta la sua roba li.

Tirò un sospiro di sollievo quando sentì il rumore del camion che stava arrivando per salvarli.

Si mise in spalla il suo pesante bagaglio tenendolo solo con una mano.

- Yuffie muoviti! - le urlò dietro il biondo mentre era impegnato con due Deepground piuttosto resistenti.

La ninja attraversò di corsa la strada saltando sul retro del camion con una agile balzo, li l'aspettava Tifa.

Le due, dopo essersi lanciate uno sguardo d'intesa, si accucciarono sul pavimento scrutando fuori dai portelloni.

Vincent e Cloud combattevano, come sincronizzati.

Sapevano esattamente qual'era il momento giusto per sferrare un colpo in modo da non sovrapporsi o da non centrare lo stesso bersaglio.

Poi Cloud parò un proiettile con la Bustersword scattando verso il camion.

Vincent lo seguì e in poco tempo salirono.

- Possiamo partire! - grudò l'ex SOLDIER rivolto al guidatore del veicolo. Barrett.

Il vocione dell'uomo risuonò potente lungo le pareti.

- Bene, sarà meglio darsi una mossa! -


Yuffie si buttò sulla valigia, usandola come una specie di sgabello.

Si accorse solo in quel momento che un proiettile le aveva colpito di striscio un polpaccio che adesso le pizzicava dannatamente. Per fortuna non era niente di grave.

Si tolse la bandanda dalla fronte con disappunto,

Dovrò torvarne un'altra e metterla a lavare dopo...

e la legò stretta intorno alla ferita.

Una frangia di capelli neri le ricadde sulla fronte.

Capelli che assomigliavano ad un nido per i corvi.

Sbuffò, tentando di scostarseli dagli occhi.

Com'era possibile che ci fossero ancora Deepground?

E perché avevano attaccato proprio loro?

I conti non tornavano.

A Yuffie venne un gran mal di testa e non riuscì più a elaborare niente.

Lanciò un rapido sguardo a Vincent, seduto dalla parte opposta.

Teneva la testa bassa e non riuscì a coglierne l'espressione.

- Credo che la pace sia finita – fece Cloud che stava facendo avanti e indietro ormai da una decina di minuti, nonostante il retro del camion fosse lungo poco più di tre metri.

Nessuno osò proferir parola per contraddirlo.

- Sono stanca di tutto questo … - sussurrò semplicemente Tifa.

Tutti pensarono la stessa cosa.

- Stanchezza o no non possiamo tirarci in dietro, nemmeno stavolta – fece Yuffie stringendo i pugni.

Cloud e Tifa annuirono, Vincent alzò appena la testa.

Poi di nuovo la voce di Barrett.

- Riposatevi ragazzi, abbiamo ancora un bel po' di strada da fare, tireremo dopo le conclusioni -











ANOTHER PLACE FOR MY HEAD !!


Quinto capitolo andato!

Come avrete notato qua non sono apparsi Victor e Rain ma non preoccupatevi non sono scomparsi nel nulla … li rivedremo molto presto e ci saranno sconvolgenti verità! Forse xD ( mi sembra di fare la presentazione per un telefilm >__> ).

Aaaah eccoli, i Deepground, mica sono morti tutti! No no, sono tornati all'attacco ^__^

Yuffie : A rompere i coglioni, vorrai dire ^__^

Si più o meno il concetto è quello.

Ma come mai hanno attaccato la casa di Vincent?

Il mistero si infittisce.......... muahahahahha

Ah, all'inizio ho messo un pezzo della canzone “This is War” dei 30 Seconds to Mars v__v

Bhé non ho altro da aggiungere!

Al prossimo capitolo gente!

Bye bye =)


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Capitolo 7
*** Capitolo VI ***


Capitolo VI.


Sette giorni dopo...



Il caffè che Yuffie stava sorseggiando era amaro.

Non c'era nient'altro da dire.

Amaro...

Tutto in quel periodo era piuttosto amaro.

Come il caffè...

La mensa del quartier generale della WRO era completamente sgombra.

Ci fosse almeno una bustina di zucchero!

Solo un tavolo era occupato dalla minuta figura di Yuffie, che avvolta in una coperta di pile gialla, cosumava in silenzio la sua colazione.

Quella mattina si era alzata presto per i suoi standard, infatti Tifa dormiva ancora.

Ma la ninja non aveva voglia di starsene nel letto ad ammuffire.

Non che li fosse molto diverso, sta ammuffendo, solo che era dentro ad una mensa.

Lasciò la tazzina di caffè ancora mezza piena sul tavolo e si alzò.

Probabilmente avrebbe fatto un giro per l'edificio, come le capitava ormai ogni giorno.

Sbuffò irritata gettando via la coperta in un moto d'ira.

Era stufa di starsene li dentro a non fare un bel niente.

Sette giorni. Sette giorni a girare a vuoto nei corridoi.

Gli altri non la lasciavano partecipare alle missioni, ne lei ne Tifa.

Era troppo pericoloso.

Sbuffò di nuovo.

Cloud e Vincent, ovviamente, erano costantemente impegnati in missione.

E perché?

Perché, senza che nessuno sapesse perché, i Deepground stavano risbucando fuori come funghi.

Le stragi fra le città erano aumentate vertiginosamente e sembrava che quei soldati fossero alla ricerca di qualcosa. I membri della WRO si erano subito mobilitati e parecchie squadre avevano lasciato il quartier generale da ben sette giorni.

Cloud e Vincent si vedevano di rado, o meglio Vincent non dava notizie di se almeno da quattro giorni.

Idiota.

L'ultimo attacco comunque era stato sferrato a Kalm.

Mettendo in conto che la città non si era ancora ripresa da ciò che era accaduto un anno prima, il nuovo attacco dei Deepground aveva praticamente distrutto la popolazione.

Yuffie imprecò.

Se almeno avesse potuto fare qualcosa.

Invece chiusa li dentro si sentiva completamente inutile.

Imboccò a grandi passi un corridoio, sperando di non ritrovarsi in uno dei soliti laboratori, meditando un modo per tornare nuovamente all'aria aperta.


Vincent Valentine si muoveva cauto per le stradine di Kalm.

L'ultima città ad essere attaccata.

Non era la prima volta che si ritrovava a far fuori Deepground in quel posto e a dir la verità era davvero stufo.

Gettò via un caricatore vuoto della Cerberus e inserì quello nuovo nella pistola.

Il mantello rosso frustò con insistenza il terreno.

I capelli corvini si agitavano in tute le direzioni, avviliuppandosi su se stessi.

Come se non fossero già pieni di nodi...

Il vento era talmente forte che Vincent faceva fatica a percepire tutti rumori, e questo era un'enorme problema.

Imboccò cautamente un vicolo stettissimo dai muri scrostati e neri, probabilmente reduci dall'incendio scoppiato l'anno prima.

Li uccise due Deepground facilmente.

Continuò a camminare fino ad una rete metallica dove rischiò di essere colpito da un cecchino appostato su un tetto.

Stava per tornare indetro, sicuro che non rimanesse più nessun essere vivente, quando la sua attenzione fu colpita da un ragazo seduto su delle casse di legno poco più in la.

Era biondo e i suoi occhi erano color ambra, ma Vincent, non poté fare a meno di notare quanto i loro lineamenti fossero simili.

- Vedo che hai ucciso tutti i miei soldati … -.

La sua voce era troppo profonda per adattarsi al suo corpo.

Non sembrava avere più di venti anni.

Vincent alzò la Cerberus, puntandola contro l'altro.

- Chi sei? -

Il biondo rise, tirando indietro la testa.

- Credi davvero di poter sopravvivere così tanto da doverti interessare del mio nome? - rispose pacato.

Vincent rimase in silenzio, aspettando.

In un solo movimento il ragazzo gli fu accanto, ma lo schivò facilmente.

- Ah, ahah … sei forte! -

Silenzio.

- Bhé, se ci tieni tanto il mio nome è Victor -

- Perché stai attaccando le città? Le stragi sono opera tua no? -

Victor mosse qualche passo intorno, osservando con attenzione l'abbigliamento e il volto del moro.

Passò qualche secondo prima che si decidesse a parlare.

- Opera mia? Si e no … anche se a dire la verità, la colpa è solo vostra … -

Questo tizio parla peggio di Nero...

- Che vuoi dire? -

- Vuol dire che … - poi parve improvvisamente accorgersi di star rivelando troppo – Niente, ti ho già detto anche troppo, ora lasciati ammazzare -

Vincent schivò un affondo di spada che l'altro aveva appena estratto da dietro la schiena, e sparò un colpo.

Mancato.

Quel Victor era dannatamente veloce.

- Voglio solo sapere perché fai quello stai facendo... -

Il biondo alzò le braccia al cielo – Perché sono pazzo! -

L'ex Turk seguiva i suoi spostamenti con la pistola, irritato.

Un po' perché quel tipo non voleva saperne di parlare seriamente, un po' perché doveva ammetterlo, probabilmente era più forte di lui in quel momento.

- Potrei anche farti a fettine Valentine -

Vincent sussultò, come sapeva il suo cognome?

- Come fai a conoscermi? -

Victor ghignò – Proteggi una persona di cui ho bisogno -

- Di che stai parlando? -

- La ragazza Valentine, la ragazza di Wutai -

Si appoggiò alla spada, godendosi l'espressione dell'altro.

Un misto di sorpresa a sincero orrore.

Aveva raggiunto il suo scopo.

Si passò la lingua sulle labbra.

- Vedi di tenertela stretta, però chissà, a quest'ora potrebbe già non esserci più! -

Rise. Una risata priva di emozioni

Vincent imprecò tentando di sparargli.

Era tutto inutile.

L'unica cosa da fare era correre al quartier generale.

Assicurarsi che Yuffie fosse ancora li.

Perché la volevano?

Perché la stavano cercando?

Potevano averla già presa?

Volevano ucciderla?

Una fitta di paura gli torse le budella.

Victor si stava avvicinando, sgusciando fra la raffica di proiettili.

Doveva tornare da Yuffie.

Doveva...

Devo...

La lama gli penetrò lo stomaco, facendo schizzare fuori il sangue caldo.

Non urlò nemmeno.

Si accassciò a terra, in silenzio.

Victor ripose la spada del fodero.

Fece un lungo sospiro e voltò le spalle a Vincent, iniziando ad allontanarsi.

Era sicuro che ci avrebbe messo un po' a morire.

Ed era proprio quello che sperava.

Sperava che soffrisse.

Sperava che quella sofferenza avrebbe placato la sua seta di vendetta.

Avrebbe placato il suo odio contro la Shin-Ra.

Mentre camminava udì qualcuno comparire dietro di lui.

- Non fargli troppo male Rain, o morirà subito... -

- Non preoccuparti, questi Turk sono resistenti -

Vincent rantolò.

Poteva sentire la bestia impossessarsi di lui.

Rimaneva comunque debole.

Non avrebbe resistito a lungo.

Qualcuno gli afferrò la testa, costringendolo a guardare in alto.

Scorse appena il volto di un ragazzo,

incontrò due tremendi occhi rossi.

Poi, fu solo dolore.

Yuffie...













SONO VIVA!!!


Eccomi gente, scusate per il ritardo ma sono stata mega incasinata con la scuola ( Greco del cazzo >_> )

Okay, questo capitolo non mi piace particolarmente, ma ho provato a scriverlo varie volte e non riesco a tirarci fuori niente di meglio, sigh … perdonatemi! Spero di rifarmi con i prossimi!

Ecco, Victor e Vincent si sono incontrati … e che incontro piacevole devo dire!

Povero Vince... Se la caverà? E Chaos che sta aspettando a fare del casino??? ç__ç

E Yuffie?

Finalmente si è scoperto chi stavano cercando Victor e Rain...

L'avranno già presa?

Perché la vogliono?!

Lo saprete prima o poi, tranquilli v__v

Ma ora vi lascio perché devo scrivere il prossimo capitolo e pure continuare “Rosso Valentine”, se volete dateci un'occhiata, il protagonista è sempre Vince :)

Vincent : La vuoi smettere? -____-


Ringraziamenti :


Vincent : Mi stai ignorando!


The one winged angel : Spero di averti accontentata perché i casini sono iniziati ^^ Per quanto riguarda Victor, tranquilla... si è ripreso in fretta! XD Genesis in questo capitolo non si è visto, ma dai prossimo dovrebbe apparire più spesso, anche per varie delucidazioni sulla trama, e ti dirò … in effetti è piuttsto stronzo! Anche a me dispiace che lo sia, ma mi serviva ai fini del racconto ç___ç perdonami!

Comunque sempre mille grazie per le recensioni e i commenti!

Al prossimo capitolo!! =)


YamiNoAkuma : Ahahahah bhé in effetti c'è una certa somiglianza, ma diciamocelo, Vince è molto più figo xD Comunque grazie e scusa per il ritardo!!


Ringrazio anche HarukaHikariChan per aver messo la Fic fra le preferite *___* Thaaaanks! E poi Angy_ Valentine, Cez, ooShyoo, YamiNoAkuma per averla messa fra le seguite! ^__^ Siete tutti troppo buoni!


Vincent : Cagami.....

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