In Un Passato Non Troppo Lontano di Ella_Sella_Lella (/viewuser.php?uid=61765)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Prologo- ***
Capitolo 2: *** Bandiera bianca ***
Capitolo 3: *** Che Tu Sia Benedetto Fabrizio ***
Capitolo 4: *** Non è sempre tutto semplice ***
Capitolo 5: *** Migliore amica di ... ***
Capitolo 6: *** Le regole ... Fatte per essere infrante ***
Capitolo 7: *** In un minuto ***
Capitolo 8: *** Più ***
Capitolo 9: *** Poco più di un gamberetto ***
Capitolo 10: *** Il Quaderno Delle Emozioni ***
Capitolo 11: *** Buona Notte Principessa ***
Capitolo 12: *** La Sicurezza Di Un Abbraccio. ***
Capitolo 13: *** Problemi ( Parte 1) ***
Capitolo 14: *** Problemi ( Parte 2) ***
Capitolo 15: *** Confessioni di una Camilla Disperata( Un riassunto, che sembra più un lungo prologo) ***
Capitolo 16: *** La Decisione di Serena e La Ragazza che veniva da Osaka ***
Capitolo 17: *** La Morale Della Favola ***
Capitolo 18: *** L'Incantasimo Di Fantasia ***
Capitolo 1 *** -Prologo- ***
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In un passato non troppo lontano
Prologo
Acqua. Diavolo piove. Non ci voleva, il prato bagnato mi da
fastidio … E l’acqua negli occhi mi da fastidio, non vedo un tubo. “Camilla
dove diavolo stai guardando il pallone è
di là!!” mi risveglia una mia amica. Stiamo giocando una partita di calcio e io
mi permetto di contare le gocce di pioggia che ho negli occhi, se perdo contro
queste qua, Carolina mi tormenterà. “Si
scusa Cintya, ora …”, lei mi sorride, prima che quella pazza di Greta, ci tira
due spintoni a tesata, ci sorpassa e ci sorride, ha un sorriso crudele rivoltò
a Cintya , avrà in mente uno dei suoi scherzetti crudeli.
“Camilla concentrati, sei capo cannoniere!!!” mi urla Greta,
mentre Carolina, mi fa un passaggio da sinistra. Intercetto il pallone, i
secondi scorrono, pochi c’è ne sono rimasti e stiamo pari. Le mie gambe
funzionano da sole. Ecco da cosa nasce il mito
del pallone femminile della
scuola media Shorican School. Alzo la
gamba e lancio, uno di quei lanci ha effetto che vedi hai cartoni animati di
calcio, quelli che durano almeno dieci puntate, ecco ora mi sembra che questo
lancio sia infinito, ma quando vedo la ragazza con la maglia violacea buttarsi
a pesce sulla mia pallonata. Fa che non la prenda. Chiudo gli occhi, il
silenzio si fa strada, un momento di puro
stress, non so se quello che solca il mio volto e sudore o pioggia. Sento il rumore del schianto di un
corpo sul prato bagnato, poi l’urlo della nostra portiera,ovvero mia sorella
gemella: “Goal!!!”, apro gli occhi e vedo la poverina stesa sul prato e la
palla appoggiata alla rete, mi cedono le ginocchia, alzo le mani. Ora vedo l’arbitro fischiare, tutte le ragazze del
altra squadra sono nevrotiche e tristi, invece tutte le mie compagne gioiscono,
mi accerchiano, perfino Greta e Carolina mi fanno i complimenti,
certo Carolina fa sempre la spocchiosa, ondeggiando la coda di cavallo. “Il
merito è anche del mio passaggio, ovvio!!” mi dice, ma poi mi sorride, io
allora mentre la prendo in giro scuotendo la coda alta come lei, a quel punto
mi guarda male e mi dice: “ Comunque Minami, il campionato è finito, dunque
anche la nostra tregua!” e spocchiosa se ne, sempre ondeggiando i suoi capelli,
tinti di un orribile viola, la segue a ruota Greta e Serena, che è il nostro
portiere.
“Dai Camilla andiamo!!” mi dice Cintya mentre si scioglie ,la
nera, coda bassa e mi trascina negli spogliatoi. Arrivati li ,vediamo Serena, Greta e Carolina ridere e scherzare, ogni volta che
guardo la mia sorellina mi rendo conto che è sempre più bella, vorrei avere io
la sua pelle bronzea o il fascino
esotico, invece no, io sono
smorta e pallida, guardo Cintya neanche lei è ridotta bene, pelle bianchiccia
capelli corvini con un autentico ciuffo alla emo che copre i bei occhioni blu.
“ Camilla qua tua sorella Serena ci stava parlando della tua immensa figuraccia
con il belloccio di 3C!” mi disse passandomi accanto seguito dalle sue inseparabili
compagne, guardai malissimo mia sorella, lei mi sorrise benevola, anche Cintya mi fece lo stesso
sorriso, in segno che glie le dovevo perdonare tutte.
*
Scusate ho dimenticato di presentarmi. Mi chiamo Camilla
Minami, ho 13 anni, la mia migliore amica
si chiama Cintya Neshoryn come me
ha 13 anni, frequentiamo la 3 A assieme
alla mia odiata nemica Carolina Yokonome, conosciuta per la sua acidità, lei ha
un gruppo di ragazze, un po’ skater, un po’ taghiste, ma per maggioranza sono
tutte oche giulive, l’unica passabile è mia sorella gemella, Serena, che
frequenta la 3 C.
I miei
problemi non si limitano a questo , nella mia famiglia c’è una crisi mio padre
lavora sempre e non c’è mai ,mia madre accusa di questo e sempre triste e
piange. Ma tutto sommato me la cavo, tiro avanti, sono negata nelle materie
letterali, per questo punto allo scientifico, sono un autentico disastro negli sport eccetto
nel calcio dove eccello. Io non ho mai
dato un bacio, ma c’è un ragazzo per cui tengo questo privilegio, va in classe con
mia sorella, è bellissimo i capelli orati a spazzola e gli occhi verde
smeraldo, un amante dei libri buono e
gentile, ma è anche montato e quando è assieme hai suoi immancabili amici
diventa superficiale è odioso, fanno un gruppo anche loro, però i capi
principali sono lui e i suoi amici Michele e Fabrizio …
Già dimenticavo di dirvi il suo nome : Lorenzo.
*
“Neanche sta sera papà ci sarà??” chiede Serena mentre si
tocca i suoi ricci orati e si siede al tavolo, mia madre sorride malinconica ed
annuisce, mentre io entro con un contenitore pieno di purè, lo poggio sul
tavolo e sorrido, Serena mi guarda, mi dice: “Senti Cami mi dispiace per aver
detto a Carolina della figuraccia con Lorenzo …”, mia madre si serve il purè,
non ci dice nulla, sospira e basta, mi fa così male vederla così, “Non puoi
proprio perdonarmi?” mi chiede nuovamente lei, “Tranquilla, non fa niente!”,
mentre le sorriso ed affondo uno strumento tipicamente europeo, cucchiaio,
nella sua porzione di purè, che poi finisce nella mia bocca dove si è stampato
un sorriso beffardo, così mentre lei fa la vittima, la mamma sorride. È bello
vederla sorridere, vorrei che lo facesse più spesso, come faceva una volta, ma
invece da quando papà ha avuto la promozione non lo fa più, infondo in un fil
un giorno avevo sentito una frase: ‘Quando la tua vita privata collassa è l’ora
della promozione!’, frase verissima, per merito dei miei genitori l’avevo
capito. Ma c’erano giorni in cui il desiderio di svegliarmi la mattina e vedere
che tutto era tornato normale , che un modo per il quale le cose tornassero a
posto c’era, invece sapevo bene che c’era solo una soluzione la grande D.
“Comunque ragazze, complimenti per la vittoria di oggi!!” ci
dice la mamma sorridente, “Grazie!” dice Serena abbracciandola, così spontanea,
così bella, vorrei essere bella la metà di lei, ma non lo sarò mai. “È stata
proprio una bella partita, anche se quando si è messo a piovere o temuto che
avremmo perso!!” disse solare, mentre mamma per premiarci ci dava una fetta di
torta di mele. “Non importa siete comunque state bravissime!” mentre da un
bacio prima a me e poi a mia sorella.
*
“Ciao Camilla!” mi dice sensuale lui, mentre stiamo sotto un
albero in un luogo incantato, su una collina piena di fiori di lavanda, il mio
più grande sogno, “Ciao Lorenzo!”, accarezza il mio volto con il suo dito, i
nostri volto sono così vicini, sento il suo respiro, le nostre labbra si
sfiorano … e … “Camilla svegliati!!!” mi tormenta Serena finché non riprendo i
sensi, “Serena che c’è? E che ore sono?” le dico lagnante mentre sono ancora
intontita dal sonno, “Sono le 2 … e mi servirebbe una copertura !” mi dice un
po’ tentennante, allora io dico: “ A che diavolo ti serve una copertura alle 2
??”, mi guarda supplichevole, “Ok!” le dico, così mi abbraccia e scappa nella
sua stanza, così mentre la vedo andar via, vedo quando si è vestita bene, però
mi preoccupa, esce allo scuro di mamma alle 2 torna alle 5, non so con chi esce
… Tio mi sembro papà, mi rigiro e continuo a dormire sperando di sognarmi
nuovamente Lorenzo.
*
Dal prossimo Cap la storia diventa in 3° persona.
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Capitolo 2 *** Bandiera bianca ***
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Zero2757:
Grazie di aver recensito! Chiedo scusa per le possibili incogruenze con
la storia vera, come il fatto che qui Fabrizio e Camilla si conoscono,
o per esempio che c'è una sorella di nome Serena, il finale
sarà pari pari l'inizio del anime!!
In un passato non troppo lontano
Bandiera Bianca
Due ragazze camminavano per la strada,una bionda con dei
lunghi capelli orati che scendevano sulle spalle, l’altra mora con i capelli
neri e lisci, un ciuffo cadeva sul occhio il resto rilegati in una coda bassa.
Indossavano una
splendida uniforme rosea, composta da una gonnellina rosa a pieghe fino a mezza
coscia e una camicetta rosa quasi bianca con una cravatta rosa, indossavano
delle ballerine rosse, solo che una,la mora, aveva due cm di tacco, tutto
quello che
“Cami come mai così stanca?” disse Cintya, mentre girava attorno a Camilla che
sbadigliava , bionda dopo l’ennesimo sbadiglio disse: “Ho fatto la guardia, mia
mamma ha quegli attacchi di estremo amore materno e mia sorella è uscita di nascosto …” sbadigliò nuovamente, “E dove
è stata? E con chi? E che ha fatto??” chiese a raffica la mora, Camilla un po’
più cosciente disse: “Cintya che ne posso sapere io??Sarà stata al pub con
qualche ragazzo …” con una nota di preoccupazione, “Hai ragione abbiamo 13 anni
siamo mature per certe cose …” disse Cintya sognante, “Buon a sapersi!” disse
un ragazzo, dai capelli biondi a spazzola e gli occhi verdi, prendendo in un
abbraccio sia Camilla che Cintya, “Um …
Lorenzo … Da quando ci rivolgi la parola??” chiese Cintya fissando il ragazzo
negli occhi, mentre Camilla rossa guardava in avanti, “Da quando questa
ragazza, si è quasi messa in mutande per parlarmi’- indicando con la testa
Camilla – ‘meritate che vi parli, se poi una di voi ‘è mature per certe cose’, non chiedo di meglio!” disse sbruffone, “Che carino!” disse ironica Cyntia, liberandosi dal
abbraccio, mentre Camilla era rimasta impalata, “Va be se vengo con la bandiera
bianca …” ritentò lui sorridente.
“Non è bandiera bianca, perché non c’è nessuno, quindi non e
senso di umiliazione, parlare con le sfigate!!” disse Cintya
pungente, il ragazzo snodò l’abbraccio
da Camilla e disse: “Touché , troverò il modo di farmi perdonare!” dando un
bacio sulla guancia a Camilla ed uno Cintya, andandosene in avanti . “Perché
sei stata così scorbutica??” chiese Camilla lagnante, mentre Cintya disse,
spocchiosa: “Quello è un mongoloide non merita neanche di lucidarti le
scarpe!”, “Ma ti sei sentita, quello è Lorenzo Sumeragi, insomma Lorenzo
Sumeragi! Il 2° ragazzo più bello di tutta la scuola!!” disse una ragazza,
dagli occhi piccoli colore del miele aveva i capelli castani e ricchi, lasciati al caso, mentre andava in
escandescenza, “Giulia ma che dici è solo sbruffone!!” disse ancora con un
accento Snob Cintya, mentre l’unico commento di Camilla fu: “Perché il 2°??”,
mentre fissava la direzione in cui il
ragazzo era sparito, Giulia guardò le ragazze e disse: “Tu , Cintya! Sarà
sbruffone ma è bellissimo … E a te, Camilla, mi spiace è bello quanto vuoi ma
Fabrizio Yuki è senza alcun dubbio il
più bel ragazzo di tutta la scuola!!”, “Un altro sbruffone!” disse,sarcastica
Cintya, invece Camilla non disse nulla, per lei solo Lorenzo era bello. “Va be andiamo se no facciamo tardi!!” disse
Giulia, spingendo le amiche.
*
“Ora raccontami che hai fatto??” disse Carolina, mentre
tirava piccole gomitate a una ragazza bionda e riccia: “Si ,ora ti racconto …
Abbiamo ballato, bevuto, parlato ma non di futili argomenti bensì di libri e
cose varie e poi … ci siamo Baciati!! In realtà siamo stati per almeno tre ore
a baciarci!! ” disse euforica la bionda, allora la violetta l’abbracciò:
“Complimenti Serena! Beata te che concludi qualcosa … Comunque …” disse
staccandosi, spostando la buffa sciarpa rosea che indossava Serena , così da
scoprire una piccola macchia di colore rosso sulla pelle del collo della
ragazza, Carolina sorrise e anche Serena
un po’ imbarazzata fece lo stesso. “Come va ragazze??” disse una bella ragazza,
dai capelli biondo grano con delle meches verdi , rilegate in due trecce che si
ritorcevano a due tuppi, “A chi meglio di altri, Greta!” disse ridente Carolina, Serena abbassò lo sguardo, poi
Greta disse: “ Oggi Marta non viene, si è sentita male!”, mentre si scartava un
leccalecca banana e fragola.
“Ragazze!!” disse un bel ragazzo, dal volto fine, i capelli biondo platinato, quasi da tinta, abbastanza
lunghetti, gli occhi nocciola, prese a braccetto Carolina, dandole un bacio
sulla guancia, “Ciao Michele!!” rispose Carolina, accarezzando il volto di lui,
“Diamo una festa io, Lorenzo e Fabrizio, venite voi??” chiese alle ragazze,
“Ovvio!” disse ridente Greta, “Di che
parlate?” , si aggiunse alla cerchia, un ragazzo bellissimo alto e moro, degli
splendidi occhi mare mischiati al ghiaccio, un sorriso così luminoso, “Della
festa!! E queste fate hanno detto che vengono!” disse felicissimo Michele,
mentre stampava un bel bacio sulle labbra della violacea, “Mi fa molto
piacere!” disse allora il castano,
mentre sorrideva sdolcinatamente a Serena che ridente disse: “Speriamo sia
divertente! Fabrizio!”, aveva un tono stuzzichevole.
“Hei ragazzi se invitassi qualcuno in più alla festa di
sabato!” arrivò così anche l’ultimo dei bei ragazzi della scuola, Lorenzo, era piombato li con quella domanda, neanche
sapeva se le ragazze sapevano, “Chi?” chiese Fabrizio, con non curanza,
“Giulia, quella ricciolina della nostra classe
… Cintya e Camilla!” disse Lorenzo con estrema calma e speranzoso,
“Giulia te la concediamo ma Cintya e Camilla no!!” disse Carolina già irritata
al sol sentire quei nomi, anche Greta annui, mentre Serena disse: “Secondo me!
Sarebbe bello se veniserò!”, Fabrizio sorrise: “Ha me non darebbero fastidio!
Però deve decidere Michele, la festa si fa a casa sua …”, tutti gli sguardi si
spostarono sul platinato, lui mosse le spalle e disse: “Ci penserò!”, odiava
scegliere.
*
“Hei Fabrizio!!” sussurrava
Serena dal ultimo banco, a quello
del ragazzo in terza fila, “Si??” chiese
lui, sorridendoli, “Mi sbaglio ho hai detto a Lorenzo che non ti dava
fastidio la presenza di Giulia,Camilla e
Cintya … Pensavo non ti stessero simpatiche! Anzi mi hai detto che mia sorella
ti stava antipatica perché non reagiva agli scherzi, mentre Cintya si
comportava troppo da vittima!! E Giulia perché è la tua Ex” disse Serena,
allora Fabrizio le rispose: “Infatti devi sapere, che ha Lorenzo interessa veramente
tua sorella, lui è il mio miglior amico e poi per te bimba farei di
tutto!” sorridendoli, “Yuki e Minami!
Perché invece di chiacchierare , non risolvete questa somma algebrica!!”disse un professore sbuffando, la bionda sbiancò, mentre Fabrizio sospirò, si alzò, andò alla lavagna e
scrisse un numero affiancato da lettere,
poi ritornò al posto, il professore rimase ammutolito, aveva risposto
correttamente, “Il mio genietto!!” disse Serena, stringendosi la mano al petto,
anche Giulia sospirò, poi sposto lo sguardo su Serena e disse al suo vicino di
banco: “Ma secondo te … Serena e Fabrizio stanno insieme?”, “Si … ieri li ho
visti baciarsi!!” li rispose il ragazzo che le stava dietro, “Lo sapevo!!”
disse la castana battendo il pugno sul palmo, poi una pallina di carta lanciata
da Michele , Giulia prese il bigliettino e lo aprì, c’era scritto : ‘Hey
Giulia, vieni alla mia festa di Sabato sera??Risp. Michi.’, la bionda guardò il
platinato, fece una faccia strana, lui li sorrise, lei scosse il pugno, lui
ridacchiò, poi scrisse gigante a lettere cubitali su un quaderno destinato al
latino ( Ricordiamo che è l’ora di Algebra …)
‘Allora vieni???’, alzò il quaderno, menfregandosi del fatto che il prof
lo guardasse, la riccia si guardò in torno, si rigirò verso il ragazzo ed
annui, poi stacco una pagina dal quaderno e ci scrisse: ‘Perché?’, il biondo ridacchiò ma non li
rispose, li fece solo una smorfia.
Le sembrava così strano riessere invitata alle feste di
Michele,dove c’era anche Fabrizio, che poi a volte era dolcissimo altre volte
assurdo, ma era un ragazzo complicato, lei lo conosceva bene, sapeva ogni suo
sogno, desiderio e speranza. Lui voleva fare lo scrittore.
“Professore devo andare in 3 A!!” disse Lorenzo alzandosi,
“Signor Sumeragi , cosa fa??” disse il prof, ormai esasperato, “Devo andare ad
invitare due ragazze della 3 A, ad una festa sabato! Non mi fermi!!” disse
Lorenzo, uscendo dalla classe. Il
professore cadde sulla sedia, sbuffò, poi si girò verso Fabrizio e disse: “Ma i
tuoi amici hanno intenzione di arrivarci a l’esame??”, Fabrizio abbassò lo
sguardo, mentre Michele alzo la mano facendo una V con le dita.
*
‘Lorenzo, Lorenzo,Lorenzo, Lorenzo …” Camilla, aveva riempito almeno 3 pagine di quaderno con quel
nome, “Quello è un cretino! Dimenticalo!” disse Cintya tirandoli una spintarella,
quando turante la lezione entrò Lorenzo, che senza dire nulla si avvicinò a
Cintya e Camilla e disse: “Vi aspetto Sabato sera da Michele!” dando un bacio a
testa sulla fronte ad entrambe! Poi uscì dalla classe, ma fece retromarcia e
disse: “ Ci conto!”, poi aggiunse sorridendo: “Questo vale come bandiera
bianaca?” e stavolta uscendo, per qualche minuto tutti rimasero muti, poi uno
sbuffo di Greta riportò tutto alla normalità, eccetto per Camilla, che ora
intenta fissava il vuoto. “Lorenzo!” sussurrò.
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Capitolo 3 *** Che Tu Sia Benedetto Fabrizio ***
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Zero2757:
Fino a l'ultimo nulla e detto, però in questa ff, il rapporto
Camilla- Fabrizio sarà decisamente bizzarro. Verrà anche
mostrata una certa durezza in Camilla e un odio assurdo, che poi
sparirà, però la fine della ff è pari al inizio
del anime, ovvero che Fabrizio e Camilla non si conoscono, ma
spiegherò perchè.
Spero ti piacia questa ff..
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
In un passato non troppo lontano
Che Tu Sia Benedetto FABRIZIO
Le ore scolastiche passarono veloci, Camilla tormentò tutte
le ore Cintya nel andare alla festa, me lei deviava sempre la conversazione,
poi a mensa ne aveva parlato anche con Giulia e Nicolò, che era
fondamentalmente un ragazzo bellissimo, ma non si curava e il suo unico amore
era la scienza. Ma in realtà più che parlare della festa Camilla era stata a
fissare Lorenzo che la fissava a sua volta interessato, ed ha evitare i trucidi
sguardi di Carolina, mentre Cintya oltre a sopportare Camilla, stava attenta ad
evitare possibili scherzi da Greta.
“Ci andiamo alla festa di sabato!!” disse Camilla, mentre
strattonava la manica della maglia di Cintya, la mora ormai esasperata disse:
“Come vuoi!!”, sorrise a malapena, “Se verrete voi, la festa sarà rovinata!!”
disse Carolina, urtandole di proposito, mentre sta volta a seguirla non c’era
Greta, ma una stangona ripetente di 3B, un volto europeo, forse irlandese, era
alta, rossa , i capelli lisci e morbidi, lunghi fino al sedere, occhi verde
giallaceo, un quintale di matita sugli occhi e le labbra era più rosse dei
capelli, non aveva neppure un foruncolo, o per lo meno non si vedeva a causa di
quanti quintali di fondotinta, terra, fard o quello che sia sul volto, “Si ragazze mi dispiace! Voi non siete proprio il Top! Capite,
rovinereste la festa!” aggiunse la rossa, mentre ondeggiava i capelli e
sventolava la sua candida mano , aveva delle unghie lunghe, curate con la frengie,
tempestate di diamantini, “Oh già Jeanne rovineremo la festa! Che peccato … Ma
veremmo!!” disse ironica e sarcastica
Cintya, mentre Camilla rideva di
gusto, “Che carine che siete! Minami! Neshorym!
Vi ho detto centinaia di volte di non contraddirmi o prendermi in giro! Non
mettetevi contro di me!” disse Carolina,
spocchiosa e un po’ snob, “Carolina sta
un po’ zitta!!” disse aggiungendosi alla conversazione, Giulia, “Le sceme ora
sono tre!! Ma che bello! Però questo da te Giulia non me l’aspettavo!!” disse
unendosi alla conversazione anche Greta. “Va be, io non ho voglia di discutere!!
È una conversazione troppo stupida!!” sbraitò Camilla andando via, odiava
quelle dannate conversazione, non capiva perché Carolina e le sue amiche
facevano sempre così, erano odiose e sciatte.
“Cami!!” le si mise a finaco Serena, tentando di mantenere
il passo veloce della sorella, “Dimmi Sere!” rispose Camilla sorridente, la riccia un po’ imbarazzata
disse: “Ecco, vedi che oggi la mamma ha una
cena di lavoro dunque ceniamo da sole?”, Camilla alzò il sopraciglio e
disse: “Vai a cena fuori e mi fai mangiare da sola??”, Serena impuntò i piedi e
disse: “Nooooo! Noooo! Torno a cena a casa, solo …”, era visibilmente imbarazzata, la sorella la
guardò per perplessa, poi Serena prese un bel respiro e disse: “Può rimanere a
cena anche un'altra persona??”, Camilla la fulminò con lo sguardo: “Se è
Carolina o Greta o Jeanne io … giuro … che!”, “Calmati!! Non è nessuna di loro,
è un ragazzo!!”, disse tranquillizzando la sorella, a Camilla si illuminarono
gli occhi, finalmente avrebbe conosciuto la causa delle sue notti insonni. “Certamente!”
le disse ridente sgattaiolando avanti, Serena sorrise della comprensione della
sorella, aveva solo paura che poi quel sorriso si sarebbe rovesciato appena
visto che il ragazzo fosse Fabrizio.
Camilla dopo essere sgattaiolata via da Serena raggiunse il
bel moro americano che era Nicolò, “Hello Nico!” disse lei ridente, spuntandoli
da un lato, “Saionara Cami-chan !” rispose lui ridente, mentre si cimentava a
leggere un libro sulla chimica, “ Immagino che l’anno prossimo verrai allo
scientifico!!” disse Camilla sorridente di riavere quel genietto ancora a
scuola assieme, lui però chiuse il libro di scatto, come sempre se ne era
dimenticata, così si mise una mano sulla bocca, lui la guardo, così innocente,
e ridente disse: “Ne dovrei essere lusingato, non riesci ad accettare la mia
partenza per gli USA!!”, Camilla ridacchiò: “ E già Nicolò come farò senza di
te!!” facendo una vocina sdolcinata, buttandosi completamente sul ragazzo, lui
sorrise poi disse: “Alla fine con la festa, che farete?” , Camilla, fece il più
classico movimento di ogni ragazza, quando si vanta in modo vago, arrotolò una
ciocca di capelli orati sul dito pallido, “Bhe … ci andiamo!!”, poi cominciò a
saltellare contenta, “You’ll are baby for life!” disse lui sorridente.
*
“Se litigo con Carolina a causa della storia che alla festa
ci saranno Camilla e Cintya ti riterrò il principale colpevole!!” disse
Michelle, prendendo per il collo Lorenzo, “Come vuoi! Però anch’io se fallisco con Camilla me la prenderò con te!
Perché non posso con al tua donna!!”, rispose Lorenzo ridente, Michele lo
lascio, mentre si abbandonavano ha una fragorosa risata, “Parlando della tua
bella … Sta sera sto a cena da lei!!” disse Fabrizio, unendosi hai due, dandoli
una pacca sulla spalla, “Beato te!!” disse Lorenzo con una voce lagnosa. Mentre
si incamminavano per la loro strada. Si conoscevano da quando avevano tre anni,
erano sempre stati amici e sempre compagni di classe, eppure tutto ora si stava
perdendo, era l’ultimo anno da compagni di classe, perché Lorenzo sarebbe
andato al classico, Michele ha l’artistico e Fabrizio allo scientifico, ( Sarebbe
stato meglio se Fabrizio fosseandato al classico, ma voleva essere preparato
in tutto e non solo nelle materie letterali, Va be un motivo ben preciso non c’è!),
ma loro sapevano che sarebbero rimasti amici a vita, o almeno lo speravano.
*
“Alla festa di domani metti questo!!” disse Giulia,
lanciando un vestito splendido a Cintya, che lo guardò, poi soffermò lo sguardo
sulla castana, e ironica disse: “Non lascia spazio a l’immaginazione!”, “Lo
so!!” rispose gioendo Giulia, “Così finalmente vedranno quanto e bello il tuo
corpicino!”, disse mentre sorrideva a Camilla, che continuava a rimirare un
vestito bellissimo, era rosa scintillante, senza maniche, scendeva tranquillo
però sotto si arrotondava un po’ e si intravedeva il pizzo bianco. Giulia era
una ragazza che si era sempre curata della moda, questo era anche il motivo per
cui la sua storia con Fabrizio non aveva funzionato, anche se lei ne era
rimasta innamorata, ma anche se era molto frivola non era superficiale era
profonda e sincera e preferiva la compagnia di Camilla e Cintya a quella di
Carolina e Greta!
Cintya riguardo il vestito, era rosso, si legava al collo,
uno scollo che tra poco arrivava allo stomaco, poi al posto di una gonna, c’era
una fascia praticamente inguinale. “Sarai uno schianto fidati!!” le disse
Camilla sorridente, mentre Giulia cercava un abito, sotto tutta quella matassa
di vestiti quello perfetto per lei, poi con un mega urlò e una caduta al
indietro, cacciò un abito alla Marlin Monroe solo più corto, con uno spacco
alla coscia sinistra e di colore celestino. “Bellissimo, eh??” disse alzando il
vestito e sventolandolo come una bandiera, “Già!” disse sorridente Camilla,
mentre Cintya era ancora sconvolta dal vestito che avrebbe dovuto indossare la
sera seguente. Le ragazze passarono il resto del pomeriggio a ridere e
scherzare fino a che non giunse il momento che Camilla dovette tornare a casa.
*
“Finalmente conoscerò la causa delle mie notti insonni!” disse scherzosa Camilla, mentre serviva il
Ramen nei piatti, invece Serena in tutta la sua leggiadria faceva sotto e sopra
per la sala, fino al momento in cui il campanello non suonò, allora si fiondo
ad aprire la porta, rimase qualche minuto sul uscio della porta, Camilla non
sentì rumori, appena la sorella ricomparve in sala, lei si avvicinò già pronta
e sorridente per conoscere il ‘coniato’, quando davanti a lei, si materializzò un
ragazzo davvero stupendo, dai capelli castani e gli occhi azzurri, che lei non
poteva guardare neanche in faccia senza desiderare la sua morte e che con il
tempo avrebbe cominciato ad amare( Ma quel tempo è ben lontano).
“Camilla, Fabrizio. Fabrizio, Camilla. Vi conoscete già!”
disse un po’ imbarazzata, un po’ ironica, un po’ divertita, un po’ nel pallone
Serena, mentre gesticolava con le mani, Fabrizio garbato porse la mano alla
bionda, Camilla gentile la strinse e la scosse, si stavano comportando
garbatamente, ma i loro duri sguardi dicevano.
Fabrizio: ‘Ho come sempre Taci e non ti ribelli! Che persona
senza personalità! Sei vuote e stupida!’, Camilla: ‘ Non guardarmi cosi, bello,
o ti caccio fuori a calci nel Derier!’,
poi solo fulminate.
La cena trascorse in modo, tranquillo, Camilla e Fabrizio si
scambiarono anche sorrisi e battute, ma ha non farli esplodere c’era solo il
bene che volevano a Serena, che per tutta la serata si era comportata da metal
detector, pronto a intercettare la mina e disattivarla se sarebbe dovuta
esplodere, ma nulla a di pericolo accadde, Serena e Fabrizio uscirono,
lasciando Camilla sola, più o meno.
*
“Mi dispiace!!Aver lasciato mia sorella sola!” disse Serena
mentre camminava fianco a fianco al suo cavaliere, che stava scrivendo un
messaggio al cellulare, “Mi stai ascoltando?” sbraito Serena, mettendo le
braccia in vita, lui chiuse il telefono e lo rimise in borsa, “Ti sentivi in
colpa perché tua sorella sta sola! Ma tranquilla avrà la compagnia che merita!!”,
disse lui sorridendole e dandole un lieve bacio sulle labbra, “Che intendi??”
disse un tantino preoccupata lei, una volta che si furono staccati, Fabrizio
sorridendoli disse: “Niente di preoccupante, te lo racconterà lei quando
tornerai!”, dandole un altro bacio, stavolta fu più passionale( Per quanto
a 13 anni si possa essere passionali) rispetto a quello di prima.
*
Din. Don. Il campanello di Casa Minami suonò. Camilla si
alzò da divano e si diresse alla porta, poggiò una mano sul pomello, però prima
di aprire disse: “Chi è???”, dal’altro lato della porta, una voce di sua
conoscenza disse: “Lollo!Cioè Lorenzo!”, Camilla rimase paralizzata, poi
sbirciò dallo spioncino della porta per accertarsi che fosse sul serio Lorenzo,
e lo era, uno splendido ragazzo dai capelli a spazzola, Camilla era in fibrillazione
per questo dovette aspettare qualche minuto prima di aprire, quando la porta fu
aperta, lei si appoggiò a l’uscio e tentando di essere sensuale, disse: “Come
mai da queste parti Lorenzo?”, il ragazzo le sorrise, scosse le mani dove
teneva da un lato una busta di popcorn e dal altro un film, italiano, ‘Il
paradiso a l’improvviso’, le disse: “Fabrizio mi ha detto, che restavi a casa
da sola, dunque ho pensato di farti compagnia, non è stata una cattiva idea
vero??”, Camilla rossa, scosse la testa, lasciandolo entrare, poi si chiuse la
porta alle spalle e nella sua mente urlava: ‘Che tu sia Benedetto Fabrizio!’.
“Vuoi un contenitore o mangiamo dalla busta??” disse Lorenzo
scuotendo il pacchetto di leccornie, “Mangiamo dalla busta!!” disse Camilla
sedendosi sul divano accanto a lui, il ragazzo le sorrise si alzò e disse: “Ci
vediamo un film della cinematografia italiana è un po’ vecchiotto 2005 o 2006,
non lo ricordo, comunque si chiama ‘Il Paradiso all’Improvviso!’, una bella
storia!”, mentre infilava il DVD, nel lettore DVX, Camilla lo osservava, una
volta che il film fu partito, le luci spente, si erano fatti il loro cinema
privato. Camilla e Lorenzo erano seduti vicini, vicini sopra un divano
abbastanza largo per stare così appiccicati, mentre Camilla rideva o si
commuoveva per alcune scene del film, Lorenzo si volto verso di lei e suadente
le disse: “Posso baciarti?”
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Capitolo 4 *** Non è sempre tutto semplice ***
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Zero2757: Grazie . Comunque questo Capitolo è molto triste. Spero si augualmente bella!
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
In un passato non troppo lontano
Non è sempre tutto semplice
Camilla rossa , rimase impalata il cuore batteva a
l’impazzata, la gola si era chiusa, il
cervello in pappa, tutto quello che uscì fu uno striminzito: “Come?”, il
ragazzo sorrise, in un certo senso se lo aspettava, allora disse: “Ti ho
chiesto se posso darti un bacio.”, Camilla quasi sveni, lui si avvicino a lei, i respiri si
intrecciavano, lei chiuse gli occhi i nasi si toccarono, ora il momento
spettava alle labbra,ma la porta si aprì e la signora Minami era sulla soglia
di casa, mentre guardava la figlia e il ragazzo vicini vicini mentre guardavano
un fil, avvolti nel pail, “Che succede?” chiese solare la signora, Camilla
rossa abbassò lo sguardo, mentre Lorenzo disse: “Visto che sua figlia stava da
sola sono venuta a vedere un film con lei, ma ora che non è più sola vado!”
alzandosi si rimise il capotto e prese il DVD, diede un bacio sulla guancia a
Camilla e andò via salutando la signora Minami.
“Un bel ragazzo!Come si chiama?” disse la signora sedendosi
accanto a Camilla, “Lorenzo!! E se fossi venuta solo un attimo dopo mi avrebbe
pure baciata!”, disse la bionda sbuffando, allora la donna l’abbracciò e disse:
“Tesoro mi spiace, ma se ti voleva baciare sta sera lo vorrà anche domani,
insomma io alla tua età ancora lo davo
un bacio!”, la ragazza guardò la madre: “ E l’intraprendenza di Serena da dove
viene?”, la donna rise: “Tutta suo padre, ma parlando di Serena dov’è? E
uscita? Con chi?”, Camilla disse: “Si è uscita con Fabriziooo!”, la dona
crucciò il viso, “Fabrizio? Fabrizio …? Il ragazzo della biblioteca,
decisamente anche lui un bel ragazzo! Ci sta insieme?”, Camilla annui, la donna
la guardò: “Ma Lorenzo sapeva che stavi da sola perché tu l’hai chiamato? No
perché ti ho sempre detto che una donna non si concede!!”, “Si mamma me lo
ricordo … Fabrizio gli ha detto che stavo da solo e lui è venuto!!”, disse
Camilla mentre saltellava più felice di una bambina!
*
“Quanto è buono questo gelato!!” disse Serena mentre si
gustava un gelato alla fragola. “Contento che ti piaccia!” disse Fabrizio,
mentre mangiava un po’ di gelato della ragazza, così Serena scherzosa e un po’
arrabbiate disse: “Allora voglio un po’ del tuo gelato al pistacchio!” divorandosene
mezzo, Fabrizio ridacchiò e disse: “ Ma sei senza speranza!”, la ragazza
ridacchiò mentre si baciarono a timbro,
sporcandosi avvicenda di fragola e pistacchio. Poi una mercedes nera alle loro
spalle suonò, Fabrizio si voltò arrabbiato, ma quando anche Serena lo fece,
sbiancò e tremolante disse: “P-p-pa-a-p-pà??”, l’uomo spese l’auto , scendendo
dal auto , era infuriato i suoi occhi verde scuro erano di fuoco e i capelli grano
elettrici , aveva una leggiera barbetta ed indossava un completo giacca
e cravatta. “Serena sali in macchina! Che se solo una bambina!!” disse l’uomo
in una folle crisi di gelosia paterna, tirando con forza la figlia nel auto,
Fabrizio non disse nulla, era rimasto impietrito dallo sguardo del signor
Minami.
“Che fai??Perché ti comporti così??” chiese Serena, mentre si allacciava la cintura della macchina, “Sei una bambina e non puoi uscire con i ragazzi!” disse infuriato il padre, mentre fissava la
strada, la riccia infuriata disse:
“Prima cosa io non sono una bambina ma una ragazza … Insomma … ho 13 anni! E
seconda cosa tu non ci sei mai! E quando compari non puoi pretenderti di fare
il padre!”, voltandosi verso il finestrino ignorando deliberatamente la predica del padre.
*
A casa Minami, Camilla si era messa il suo bel pigiamino
confetto, mentre la madre preparava il latte caldo con i biscotti, quando la
porta di casa con forza si aprì, “Che
succede?” disse la donna voltandosi
verso la porta, suo marito, trascinandosi dietro la figlia le urlò: “Teresa!
Mi spieghi perché tua figlia , stava amoreggiando con un ragazzo sul ciglio
della strada!”, “Leonardo io lo sapevo! Non sono neanche le undici di sera … e
poi se vuole farsi una passeggiata non è la fine del mondo!!”(Fashion,
una mamma così la voglio io), disse la donna sbraitando, Camilla capendo
come la situazione sarebbe potuta finire, prese le due tazze di latte, e lascio
che Serena prendesse i biscotti e quatte si defilarono in camera di Serena.
“Domani mi sa niente festa!” disse Serena, a Camilla, mentre sminuiva di gran
lunga la situazione. Ecco stavano per attraversare una notte piena di urla e
litigi. I loro genitori non stavano mai insieme, e quando ci stavano litigavano
e basta. Camilla aveva aspettato il ritorno della sorella, per poterle
raccontare tutto, ma ora non ne aveva più voglia, passarono la nottata a bere latte
caldo e mangiare biscotti, in silenzio, mentre evitavano che le lacrime
uscissero dai loro occhi.
*
“Che hai fatto di bello ieri sera?” disse Michele mentre si
ingozzava di Maddalene( Sono ottime, dolcissime e sanno di Vaniglia, anche se non
hanno ne glutine ne latte o derivanti del ultimo) a Lorenzo, che
sorridente, con lo zaino in spalla disse: “Prima tu!!”, allora Michele sospirò
e disse: “Ho fatto la scalata alla Romeo e Giulietta, per il balcone della
camera di Carolina, tu??”, allora Lorenzo che era stato meno fortunato disse:
“Sono stato la sera con Camilla ha vederci un film, la stavo per baciare quando entra sua madre !”, facendo uno
schiocco con le mani, Michele scoppiò a ridere, Lorenzo lo segui a ruota, poi
la comparsa di Fabrizio, con una faccia da fare invidia ad un cadavere,
comparve alle loro spalle, “Fab, cos’hai??” chiese Michele, frastornato, “Ieri
il padre di Serena stava tornado a casa, ci ha visto, ha fatto una scenata …”,
gli amici lo guardarono vaghi, mentre
lui scollava le spalle.
“Ciao!”, disse Jeanne
, mentre si toglieva il casco, a Nicolò che per ripicca si guardò in torno,
come se non l’avesse vista, allora la ragazza lo guardò male e disse: “Che
diavolo fai??”, lui sorrise ad andò avanti, poi un ragazzino nipponico, lo chiamò
a gran voce, e li si affiancò, Jeanne lo fisso incredula, poi irritata, lo
insegui e lo afferrò per la spalla dicendo: “Nico! Che ti prende? Non mi saluti
neanche più!”, lui la guardò male, poi disse: “Non mi parli mai, a parte se non
ti serve, qualcosa, e visto che oggi abbiamo un compito( Nicolò fa la 3B), ti
serve per i compiti!”, lei lo squadrò, poi disse: “Ho studiato fino a svenire,
so l’apparato nervoso, come l’Abc, ero venuta solo per chiederti, se sta sera volessi
venire con me al cinema …”, “Primo … La festa? Secondo … Da quando vuoi uscire
con me?”, anche l’amico lo guardò ,
frastornato, Jeanne era la terza ragazza più bella di tutta la scuola e
chiedeva di uscire ad un genietto, così solare disse: “Alla festa non vado, per
la seconda non c’è un motivo …”, dandoli un bacio a timbro ed andando avanti,
poi mise le mani nella sua borsa a lato dalla quale estrasse un squadernino,
“Gli appunti!” Nicolò li prese e lei scappo.
“Giorgio! Nicolò! Avete visto Camilla??” disse Cintya,
correndo verso di loro, i due ragazzi scossero la testa, Cintya si guardò in
torno, era quasi ora di entrare e Camilla ancora arrivava, “Serena mi ha detto,
che oggi ne lei ne la sorella venivano!” le disse
Carolina, cercando di trattarla con lo stesso modo nauseabondo di
sempre, ma aveva un nota di preoccupazione maggiore. “Chi sa che le è
successo?” disse Nicolò, mentre Cintya si riaggiustava il ciuffo disse: “Dopo
scuola vado a trovarla!”.
*
“Sono usciti tutti e due!” disse Serena, sentendo lo
scricchiolio delle scale di legno, segno
che qualcuno stava scendendo,
“Meno male! Ieri sera fino a che ora hanno litigato?” le chiese Camilla,
mentre cercava di allisciare i gonfi e spettinati capelli, “Alle cinque, hanno
smesso alle cinque! Poi papà e andato a dormire, alle sei è ripartito per
lavoro. Ho detto alla mamma che sta mattina non andavamo a scuola!”, le rispose
Serena, vuota, mentre continuava a fissare la televisione spenta. “Non è colpa
tua!!” le disse Camilla, abbracciandola, Serena trattene le lacrime e disse: “Non
capisco perché … Tutto è dovuto cambiare! Andavamo così d’accordo una volta!”,
abbassando lo sguardo, mentre le lacrime uscivano dai suoi occhi, “Non lo so!
Ma noi dobbiamo essere forti!” le disse, Camilla,mentre piangeva anche lei, “È
troppo difficile!”, disse singhiozzante Serena.
Verso l’ora di pranzo, Teresa tornò a casa, aveva un sorriso
spento sul volto, gli occhi lucidi, “Come state??” chiese la donna, vedendo le
figlie, più o meno in pace dentro, “Bene . Senti mamma se tu non vuoi che sta
sera non andiamo alla festa …” Camilla tentò di dire, prima che la madre le
disse: “Assolutamente no! Per voi è importante quindi dovete, i litigi tra me e
papà sono qualcosa di nostro. Voi non fate niente, solo che lui ieri ha reagito
un po’ male nel vedere, che la sua bambina era cresciuta!”, la donna si sedé in
mazzo alle due sorelle, ed abbracciandole.
Il pomeriggio, passo tranquillo, sia Serena che Camilla
erano tornate sorridenti e spensierate, il padre le aveva chiamate, ed aveva
anche chiesto scusa a Teresa che le aveva accettate con gioia, poi la pace
finì, quando quattro persone che tra loro , due a due, non si sopportavano,
suonarono alla porta. Greta e Carolina per Serena, Giulia e Cintya per Camilla.
*
“Ecco!” disse Cintya, mostrando il vestito rosso, mentre si
vergognava, mentre Giulia con molta non scialance disse : “ Invece
io sono BELLISSIMA !”,mentre con il suo corto vestito, faceva 5000 mila
piruette, Camilla invece continuava a specchiarsi, se sta sera tutto sarebbe
andato bene, magari Lorenzo l’avrebbe baciata, già solo quel pensiero le faceva
battere il cuore.
“Hei sceme … Uh … Alla fin fine avete un buon gusto per il
vestiario!”, disse Carolina, che era venuta lì con l’intento di dire che loro
andavano alle 7 invece che alle 9, era finita con un complimento, “Anche tu!”
le disse Camilla sorridente, Carolina aveva i capelli legati in due tuppi, e
due ciuffi davanti, un vestito ametista, lungo fino a mezza coscia, scollato
sul petto, era strettissimo, bello ma non adatto ha una tredicenne, per sua
fortuna lei non era troppo formosa, quindi li si addiceva, se lo avesse
indossato Cintya sarebbe sembrata Jessica Rabit, “Va be non andiamo!” si sentì
Serena dal corridoio mentre trascinava Carolina via.
“Ragazze ma secondo voi, io catturerò l’attenzione di
qualcuno??”, disse Cintya alle amiche,
Camilla si girò incredula, Cintya che si preoccupava che qualche ragazzo, amico
dei, da lei sempre definiti, ‘deficienti’, era qualcosa di surreale, “Ovvio sei
uno schianto!!”, le disse Giulia tirandola su, e sciogliendole i capelli, e con
la mano spettinandoli un po’, Camilla invece si fece una bella cosa alta, poi
decise di arricciarsi la coda, mentre Giulia per una volta nella vita li aveva
lisci, come la seta.
*
“Ciaoooo!”disse Serena, comparendo davanti Fabrizio, che
metteva a posto una sedia, lei indossava un vestito semplice a fiori l’unica cosa che spiccava erano i
capelli che erano lisci e sciolti, lui una camicia e i jeans, “Come sto?”,
mentre fece un giretto su di lei, “Bellissima come sempre!”, dandole un bacio,
“Grazie!”, disse lei sorridendo un po’ rossa, “Sta mattina mi sei mancata!”,
disse lui sorridendo.
“Mi fai sfigurare! Bella come sei!” le disse Michele mentre
mostrava al mondo la bellezza di Carolina, invece Lorenzo e Greta scherzavano
del più o del meno, aspettando gli invitati.
Quella sera sarebbe cambiato tutto.
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Capitolo 5 *** Migliore amica di ... ***
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Zero2757: Grazie mille spero ti piacia anche questo capitolo!
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
In un passato non troppo lontano
Migliore amica di ....
Din.Don. “Camilla
smettila di tremare!” disse Cintya, dopo aver suonato il campanello, la bionda cercò arrossò in viso, mentre Giulia rise. Sul uscio della porta comparve Michele, aveva
un pezzo della camicia aperta e del
rossetto sulla faccia, guardò le ragazze e ridente disse: “Ragazza finalmente
siete arrivate!Prego …”, lasciando entrare le tre in casa. Giulia entro sorridente, mentre Camilla rossa
e Cintya nauseata, la bionda si inchiodò,
con la testa bassa disse: “Vado a cercare Lorenzo!” defilandosi nel arco
di tre battiti di ciglia, “Io bevo!”, disse la mora, indicando un tavolo
apparecchiati di sostanze frizzanti ed altre alcoliche, Giulia invece andò a
togliersi la giacca, poi invece si concentrò nel cercare il suo ex.
“Camilla!!”, le disse Lorenzo, Camilla si voltò verso il
luogo da cui proveniva la voce, si incantò negli occhi verde rame del ragazzo,
mentre il cuore le batteva al impazzata, disse: “L-L-Lo-ore-enz-zo!”, lui le
sorrise benevolo, “Sei uno schianto!”, lei rossa in volto rispose, un
“Grazie!”, molto striminzito, “Vuoi ballare?”, le disse lui, porgendole la
mano( Musica House!!), la ragazza rossa come un pomodoro, annui, poggiando
delicatamente la mano su quella di lui, che la trascinò il pista.
“Fabrizio!” disse Giulia, mostrandosi dolcissima, al suo ex
ragazzo, che sorridendole le disse: “Scusami Giulia, aspetto la mia ragazza!”,
aveva un tono sgarbato, ma l’essere
sgarbato era contro ogni sua natura. “Giulia, ronzi sempre attorno al mio
ragazzo!”, disse Serena, avvinghiandosi
come una piovra sul braccio del ragazzo, che
le diede un bacio a timbro , Giulia sorrise smielatamente a Serena, la bionda si avvicinò alla castana e disse:
“Devi dirmi qualcosa?”, “Certamente … Fabrizio è una partita ancora aperta!”
disse la castana, sottovoce , all’orecchio della bionda, poi se ne andò
ridendo, “Che ti ha detto?” le chiese curioso il castano, “Niente amore mio!
Niente!”, dandoli un passionale bacio.
*
“Greta, tu vai di qua ed io di là …” disse Carolina
indicando due direzioni diverse, da almeno mezz’ora il suo ragazzo era sparito, la
ragazza con i capelli biondo grano e le meches fucsia , annui, sparendo
nella direzione indicatali dalla violacea, mentre Carolina nella direzione
opposta, apriva ogni porta , in cerca del suo ragazzo, finché non aprì la porta
sbagliata, dove trovò il bel Michele a labbra incollate ad una ragazza della
2E, come prima cosa Carolina indietreggiò fino a sbattere al muro, così che i
due si accorsero della sua presenza, quando gli occhi color del cioccolato di
Michele incrociarono i lucidi occhi di Carolina, lui fu tentato di parlare,
dire qualcosa ma le parole, le scuse, tutto li morì in gola, gli occhi di
Carolina cominciarono ad annebbiarsi, delle gocce d’acqua calda cominciarono a
solcare le gote. In lacrime fuggì, per il corridoio, per le scale, nella sala dove stavano
ballando, urtando per errore Lorenzo e Camilla. Il ragazzo la guardò e disse:
“Carolina cos’hai?”, aveva un tono preoccupato, la violacea scosse la testa e
disse: “Niente!”, riprendendo la corsa verso il giardino, Lorenzo la guardò
confuso, poi Camilla disse: “ Aspetta la seguo … ok??”, Lorenzo annui, mentre
la bella bionda dalla coda alta si defilava all’inseguimento della violacea.
*
“Film bellissimo! Complimenti Nicolò hai gusto!” disse
Jeanne mentre rideva scherzosa e mangiava le cipster, “Lo so! I film del mio
paese sono tutti bellissimi!”, disse
Nicolò vantandosi, lei allora li diede una spintarella, si guardarono e
sorrisero, continuarono a vedere il film, fra risate e lanci di patatine.
Poi però l’atmosfera dolcissima e scherzosa fu rovinata, da
una mirata domanda, “Ma è vero che alla fine dell’anno torni negli USA??”,
chiese dolcemente la rossa, lui malinconico disse: “Si, pur troppo è vero. Mio
padre mi riporterà in America!”, la ragazza mosse il capo, tornando a vedere
seria il film. “L’anno prossimo andrai all’istituto d’arte?” ritentò lui per
attaccare bottone, allora lei sorrise: “Si
ma non qui. In una scuola Irlandese …”, Nicolò si voltò di scatto e
disse: “ Jeanne che significa? Anche tu parti?”, la ragazza annui malinconica,
poi aggiunse: “Però non lo sa nessuno … e … nessuno lo dovrà sapere! Quindi non
dirlo, ok?”, lui sorrise, la ragazza si sporse verso di lui, poggiando le sue labbra su quelle di lui. Poi il resto
venne da solo, due ragazzi destinati a passare l’ultimo periodo della loro vita in quel luogo così
magico chiamato Giappone, “Sono qui da sei anni e non ho visto nulla di questo
luogo!” disse lui a pezzi mentre si staccava di rado da lei, “Allora in questo
periodo andremo ad Osaka, Kyoto insomma ovunque …!”, rispose a pezzi lei, le rare volte che aveva la bocca
libera, dopo quella frase non parlarono più ne videro più il film.
*
“Carolina?Carolina? Dove sei finita?”, diceva Camilla mentre
cercava la ragazza, “Sono qui!”, disse una voce rauca, immersa fra singhiozzi,
proveniente, da una di quei dondoli appesi fra due alberi. Camilla si avvicinò
alla violacea, le si sedé accanto e abbracciandola disse: “Carolina che ti è successo?”,
“E a te che interessa Camilla??”, rispose a tono fra singhiozzi l’altra,
mentre, come controsenso, rispondeva a l’abbraccio, “Non lo so, sei la migliore
amica di mia sorella, mi interessa se piangi!”, rispose Camilla con un tono tra
il sarcastico e il dolce, la ragazza alzò lo sguardo verso Camilla: “Lui si
stava baciando con un’ altra … un’altra, capisci?” disse in preda allo
sconforto più assoluto , “Mi dispiace! Cintya ha sempre detto che sono una
massa di mongoloidi!” disse Camilla tentando di consolare Carolina, “Non sai
quanto ha ragione!” rispose l’altra tra singhiozzi e qualche risolino, “Già e
poi un ragazzo che ha come fidanzata una come te … Se ti tradisce è solo
scemo!!”, rispose Camilla sicura della sua tesi, “Perché io che ho di speciale?”,
chiese Carolina asciugandosi gli occhi, la bionda la guardò incredula poi
disse: “Sei spavalda, bella, intelligente, un portento negli sport, sei sicura
di tè. Sei anche una delle ragazze più belle della scuola!”, elogiava le cose
che aveva sempre ammirato in lei, anche se la odiava, la violacea fece un
numero quattro con la mano: “Sono la quarta ma in graduatoria tu sei la
seconda, la prima è tua sorella!” disse sorridente la ragazza, “Oh si, lei è
proprio bella … Comunque i capelli così ti donano!” disse Camilla all’inizio
vaga poi complice, “Grazie, lo so!!” disse scherzosamente in stile oca
Carolina, poi la bionda aggiunse: “Senti Carolina, tu ora a quello vorresti
spaccarli la faccia, perciò perché non andiamo e lo facciamo??”, la violacea
ricambiò la frase con un sorriso
complice . “Facciamolo a polpette!Bionda” disse Carolina alzandosi e porgendo
la mano a Camilla.
*
“Lorenzo … Camilla dov’è??” disse Cintya mentre si scolava
una sprite, “Ha consolare Carolina!” rispose vago lui, la ragazza quasi risputò
il liquido poi incredula disse: “Chè??? Carolina? Camilla? No impossibile!”,
Lorenzo allora le sorrise, “Sembra che tu non la conosca, Camilla è
gentilissima con tutti!”, Cintya con il dito li fece gesto di aver ragione,
“Quindi signorina miss. Incredulità, balleresti con me??” chiese lui
sorridente, lei dopo averlo tenuto sulle spine un po’ accettò volentieri. “Hai
qualche hobbie??” chiese lui, guardandola dritto negli occhi: “Il calcio. Il
tuo?” rispose lei, allora lui aggiunse: “Calcio, Leggere, nuoto,scrivere,
insomma sono il ragazzo multi uso!”, “Il mio pittore preferito è Michelangelo
il tuo??” chiese lei, lui sorrise: “Van Gough!Un grande!”, lei scosse la testa:
“Era uno psicopatico!”, “Ma sapeva dipingere ed è sempre più bravo di Picasso!”
ribatté lui, allora lei ridente: “Con tutto la mia tristezza, debbo proprio
darti ragione!”, “Debbi??” chiese Lorenzo, Cintya sorrise: “Sbaglio sempre …
Che dovevo dire ??? Devo? Cioè sbaglio i tempi e penso di poter andare al
Classico? Che matta!”, “ANADRAI AL CLASSICO?? Anch’io!!” disse incredulo lui,
allora Cintya sbiancò: “No altri 5 anni con te, Lorenzo ,no! Mi sparo subito!”,
lui rise, poi aggiunse: “Sono sicuro che infondo mi trovi simpatico!”, lei
allora disse: “Certooooooooooo! Ma mooooltoooo, ma mooooltoooo infooondoooo!”.
Il ragazzo rise.
“Serena ma tua
sorella dov’è?” chiese Fabrizio alla ragazza mentre vedeva Lorenzo ballare li
tango con una canzone House con Cintya, “Non lo so!!” disse un po’ confusa Serena guardandosi intorno alla ricerca della
sorella ma non la ritrovò . “Vado a cercarla!” disse la bionda, che sparata
andava già alla ricerca della sorella, “Dai ti prego resta ancora un po’ con
me!” le disse Fabrizio riafferrandola, lei si voltò, aveva un sorriso benevole,
dolcemente disse: “Ok un altro po’ non penso che mia sorella muore!”, ributtandosi
fra le braccia di lui. Avevano solo 13 anni e pure si amavano già alla follia,
forse si amavano troppo per la loro età,
ma qualunque cosa sarebbe potuta accadere, ma Fabrizio mai avrebbe pensato che avrebbe
amato una ragazza tanto se non più di quanto avrebbe potuto amare la sua
Serena.
“Ma che pensa Camilla di me?”, chiese sorridente Lorenzo, Cintya
sorrise: “Non posso dirtelo!”, il ragazzo le sorrise, poi i due videro Camilla
e Carolina sfrecciare come matte su per
le scale. “Dove andranno??” chiese preoccupata Cintya, mentre Lorenzo stringendole la mano
disse: “Andiamo a vedere!”, trascinandola su per le scale, mentre altri 50 ragazzi
avevano avuto la stessa idea.
“Allora! Lo faccio a polpette!!” disse Carolina mentre
assaporava già il sapore della vendetta, Camilla sorrise vedendo la sadica
faccia della ragazza, poi in cima alla scale c’era Greta che aveva un
espressione indecifrabile, segno che probabilmente aveva visto la stessa cosa
dell’amica, “Carolina … Michelle … 2E!” disse in un sussurro Greta, “Lo so!!”
disse la violacea ormai con i nervi rigirati, “Dai Greta ora lo uccide!” le
disse Camilla, mentre spronava la mechesata a seguirle, la terza ragazza
sorrise e si mise dietro la bionda. “Amoreeeeeeeeeeeeeeeee!!!” disse Carolina,
con un tono misto tra il sarcasmo, l’ironico e il sadico, spalancando la porta
con la scarpetta da 5 cm e mezzo, “Carolina!!” disse nuovamente il ragazzo ,
sempre il preda al panico, mentre la povera dodicenne finita in questa storia
tremava di paura, Greta e Carolina affacciate dalla porta spiavano, Carolina
fulminò con uno sguardo la ragazzetta e le urlò: “Fuori!”, mentre indicò la
porta, la ragazza annui, schizzando alla velocità della luce, fuori dalla
stanza, Carolina indietreggiò, di spalle chiuse la porta a chiave. Camilla e
Greta si guardarono divertite, poi si
sentì un urlo proveniente dal interno della stanza( Autentico trattamento al
Alessia).
“Che succede??” disse Cintya, giunta davanti alla porta,
mano nella mano al bel Lorenzo, “Michele tradiva Carolina …” disse Greta,
mentre Camilla decifrava il significato di quel mano nella mano, la mora le guardò come se avessero detto
qualcosa di proibito, mentre Lorenzo già cosciente si lasciò sfuggire,“Finalmente
la scoperto!” , le tre ragazze si voltarono verso di lui, allora nel panico il
ragazzo disse: “Lasciamoli sistemare questa storia da soli! Scendiamo!!” disse
mentre le trainava tutte e tre al pian terreno.
Ad aspettarli a fondo scala c’era Giulia, che faceva girare
su una mano una bottiglia di birra vuota, “Che hai in mente?” disse Camilla, un
po’ preoccupata, “Si gioca al gioco della bottiglia!” tirando Camilla per un
braccio, che afferro ha sua volta Cintya che era già mano nella mano al
ragazzo, che afferrò anche la meschesata.
C’era un gruppo di ragazzi già seduti in terra in cerchio, i cinque si
aggiunsero al cerchio, Giulia sorridente guardo Fabrizio seduto di fianco
Serena e disse: “Bacio!”, poggiò la bottiglia, che girò fermandosi al terzo
giro su Cintya, tutti quanti la guardarono, la ragazza era già andata nella
fase, ‘No, non gioco!’, ma fu costretta a rigirare la bottiglia, che dopo
quattro interminabili giri, si fermò su …
“Lorenzo! Cintya devi baciare Lorenzo!”, disse Greta
lievemente divertita, stava iniziando a trovare simpatica Camilla, ma un colpo
di fortuna così non li era mai capitato. La mora deglutì fisso Camilla, lei le
fece un cenno, la mora si avvicinò al biondo, e si protesse verso di lui, le
loro labbra si toccarono, messo secondo, ma bastò perché la miccia di una bomba
si innescasse.
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Capitolo 6 *** Le regole ... Fatte per essere infrante ***
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Zero2757: Grazie mille Scusami se ti ho fatto aspettare spero ti piacia anche questo capitolo!
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
In un passato non troppo lontano
Le regole ... Fatte per essere infrante.
Dopo quella sera molte cose cambiarono, Michele e Carolina si
ignoravano e lui, aveva preso a divertirsi con qualunque ragazza le
capitasse a tiro, compreso Giulia, che moriva comunque dietro a
Fabrizio, gli scherzi verso Cintya finirono, Carolina e Greta
cominciarono ad uscire con Camilla e Cintya, Nicolò e Jeanne
erano fidanzi, però qualcosa era radicalmente cambiato, il
parere di Cintya riguardo Lorenzo …
Corridoio vuoto. Un ragazzo dai capelli a spazzola biondi e occhi ,
stava parlando, con uno schianto dai capelli bluastri e ricci, era una
ragazza di 3F, mentre una testa nera lo spiava, la ragazza dai capelli
blu, di nome Elisa, aveva un volto dolcissimo, sorridente disse:
“Va be Lorenzo! Io vado! Ci vediamo …” per le ultime
due parsone aveva usato un tono speranzoso un po’ misterioso,
mentre con la mano sorpassandolo aveva accarezzato il braccio.
“Elisa Higurai, non è affatto una brutta
ragazza!” disse la ragazza dei capelli neri rilegati in una coda
bassa, li sorrise, aveva cominciato a farlo spesso “Cintya , ma
che vai a pensare??” chiese ironico lui, mentre la ragazza
continuava a sorriderli, tutta la sua ostilità e i suoi giudizi,
tutti spariti nel arco di un mese, dopo che alla festa avevano ballato
e si erano baciati, anche Lorenzo ricordava particolarmente quel
momento, era un bacetto così … Ma forse aveva fatto
cambiare opinione alla mora. “Cosa dovrei pensare … Se la
ragazza più formosa della scuola ti parla ad un palmo di
naso??”, chiese sarcastica, mentre annodava le braccia dietro la
sua schiena, “Lo so sono irresistibile!”, disse sbruffone
lui, mentre si pavoneggiava al massimo, ovviamente, con un retro scena
di comicità. “Lorenzo tu sei tutto matto
… E io sono peggio che ti do retta!!” disse la mora
divertita, “Già povera cara!” disse lui, mentre fece
il classico Pat-pat sulla testa della mora.
“Spiare è male, lo sai???” disse Carolina dopo
essersi avvicinata, più furtiva di un ninja a Camilla, che
osservava Cintya ‘starnazzare’ ( Oche) a
Lorenzo, “Caro non puoi capire!” disse scocciata mentre si
rimetteva ad osservare i due, “Ho capito!!! Sei gelosa!”
disse la ragazza comprendendo la bionda, Camilla esasperata dai
comportamenti di Cintya e dei recenti modi gentile di Carolina,
“Insomma non dovrei esserlo? Dopo quel bacio, lei è
diventata zuccherosissima prima neanche lo poteva vedere!” disse
Camilla, mentre scivolava lentamente sul muro della scuola,
“Tranquilla!!! Lei non può essere … Aiii …
Non guardare!!!” stava dicendo tranquilla, prima di andare in un
urletto, cercando di nascondere qualcosa alla ragazza, ma ha quelle
parole, Camilla si sentì troppo curiosa, per non vedere, Cintya
dare un tenero, bacetto sulla guancia, abbastanza vicino alle
labbra. “Aoaoaoaoaoa!!Ma che fa?” disse Camilla
sconcertata, mentre Carolina cercava di farli abbassare il tono, con la
speranza che i due non le sentissero , ma fu tutto vano,
“Camilla! Carolina!” disse Lorenzo, correndo verso le due,
seguito dalla mora con la testa bassa, “Che facevate???”
chiese curioso lui, “N-ni-ien-nte-e!!” disse
borbottando Camilla, mentre Carolina lo guardava strana, poi la
bionda soffermò lo sguardo sulla sua
‘migliore’ amica, “Andiamo Ci?” le chiese
cortesemente, la mora annui affiancandosi a Camilla, si sentiva
così tanto in colpa per essersi presa una cotta per lo stesso
ragazzo della sua migliore amica.
“Cintya non mi mentiresti mai?” chiese Camilla sedendosi
sotto un albero, “Mai!!” disse Cintya, mentre si passava
una mano sui lucenti capelli, “Bene … Ti piace
Lorenzo?”, era seria, Cintya abbassò il volto, poi
lentamente alzò lo sguardo e rossa annui, “Mi
spiace!” sussurrò, “Tranquilla piccina!!
L’amore è impossibile da controllare!” le disse
Camilla stringendola forte. “Quanto sei angelica Camy??”
disse Michele, seduto sopra i rami del albero,la bionda
alzò lo sguardo, dove incrociò gli occhi
castagna del bel platinato, che era seduto tra gli alberi,
“Già sono un autentico Angelo!” disse scortese
Camilla, il ragazzo fece cenno alla bruna di scansarsi, così si
calò dal albero.
*
“Carolina come va?” chiese Fabrizio mentre porgeva un
saccottino a Serena, la bionda prima di morderlo disse: “Se la
cavicchia molto bene, Michele?”, il ragazzo sorrise fugace, poi
disse: “Li interessano troppe ragazze assieme!”, mentre
sorrideva smielatamente alla sua dama, “Facciamo il progetto di
letteratura assieme?” aggiunse lui, “Ok!Ti va se invece di
farlo su un poeta lo facciamo su un artista??” aggiunse,
speranzosa lei, “Ok, un bel pittore impressionista? Magari il mio
preferito, Renoir!” disse sorridente lui, mentre prendeva dalla
borsa, un libro che parlava di Renoir, “Io preferisco Caravaggio,
Botticelli ecc … Ma se ha te piacciono gli impressionisti
…” disse lei, addentando un altro pezzo della
merendina , “Renoir è il numero uno!!” rispose lui
ridente, prima di aver dato un bacio sul collo alla sua ragazza,
“Sei più radiosa dei primi fiori di maggio. Sei più
raggiante del sole di inizio estate. Sei più unica che rara
… Sei la mia salvezza dopo la tempesta. Sei ciò che
più amo … Sei il mio angelo … Sei la mia
esistenza!” le disse Fabrizio dandole un bacio a fior di pelle,
ogni volta che andava a capo, “Sentitelo il mio poeta!”
rispose Serena ridente, mentre buttava le braccia al collo.
“Signorini almeno 20 cm di distanza!” disse
spocchiosa una prof, mentre passava, era una bella donna, ma più
acida di uno yogurt avariato, “Qui prof!” disse
Serena, staccandosi subito dal ragazzo, mentre arrotolava su un dito i
ricci biondi disse: “Be io vado in classe! Visto che la
campanella suona tra … 3 … 2 … 1
…0!” nel momento dello Zero era suonata la
campanella e mano nella mano porto il ragazzo in classe.
*
“Andiamo Gretina!!” disse sorridente Carolina mentre
trascinava, la mechesiata in classe, “Carolina ma ha te non
interessa nessuno??” chiese Curiosa Greta, la violacea si
volto sorridente, “No! Ora come ora non ho voglia di avere un
ragazzo!”,mentre trascinava saltellante l’amica in classe.
“Già vedi che avevo ragione! I maschi non servono ad un
tubo!!” aggiunse consapevole Greta, mentre si buttava come una
bambina sulle braccia del’amica, “Ti avessi dato
retta prima!” disse sarcastica Carolina, mentre dava un
bacio sulla guancia a l’amica, “Ciao ragazze!!”
disse Lorenzo, passando in mezzo alle due così da dividerle,
“Parlando di ragazzi … Ecco lui è un ragazzo
perfetto con un sedere ancora più perfetto!!” disse Greta,
mentre lei e Carolina ammiravano la figura di Lorenzo dirigersi in
3C, l’altra rispose: “Peccate che tenga il piede in
due scarpe!” mentre si defilava in classe.
“Hei aspettateci!!” disse Camilla, aggiungendosi alle due,
seguita da Cintya, “Come state bamboline??” chiese Greta,
Camilla le sorrise, mentre Cintya teneva la testa bassissima , le fece
un cenno con le mani, mentre entro in classe e le tre la seguirono a
ruota.
*
All’uscita.
“Ti sei persa?” chiese una bambina, che frequentava la
quinta elementare, a Camilla, la bambina aveva i capelli neri e lisci,
dei particolarissimi occhi grigi, aveva uno splendido neo sotto
l’occhio destro, era così graziosa, un viso delicato,
“No, che non mi sono persa piccina. Questa è la mia
scuola!” rispose Camilla, risvegliandosi dalla sua trance,
la bambina aggrottò le sopraciglia “Non chiamarmi
piccina!! Io ho 10 anni!!Porta rispetto nonna!!” disse un
po’ scocciata, “Nonna?? Bambina portami
rispetto!!” rispose aggressiva Camilla, “Smettila di
chiamarmi bambina o piccina, mi chiamo Michela e così mi devi
chiamare! Vecchia!” rispose acida la morettina, “Bene
allora MICHELA chiama anche me per nome … Camilla!!”
aggiunse cercando di mantenere la calma.
“Che fai Camy te la prendi con le bambine?” disse il
ragazzo dai capelli lunghetti e platinati, che portava come
sempre la divisa scollacciata, stava su una bella bicicletta rossa
fiammante(Va be ha 13 anni non si può avere una bella moto),
“Michele ma che vuoi è da oggi che mi tormenti!!!”
disse esasperata Camilla, “Io non sono una bambina!” fu
l’unico commento della piccola Michela, “Caratterino! Chi
è la tua cuginetta??” chiese sorridente lui, Camilla
leggermente scocciata disse: “No Miki è la tua versione al
femminile, solo che d’intelligenza ti batte!!”, Michela
rise, mentre il ragazzo non si arrabbiò, al contrario disse:
“Comunque Camy vuoi un passaggio?”, la bambina la
guardò e disse: “Sarò una bambina ma lui è
proprio bello!! Accetta!”, Camilla annui, salendo con i piedi sui
pedalini, “Però se vai troppo forte e mi si alza la gonna,
ti meno!!”, disse la bionda tirandoli una spintarella sul
collo,il ragazzo le fece la linguaccia, per poi partire in quarta
mentre la scena era osservata oltre che da Michela, ma anche da Cintya
e Lorenzo, quando sul volto di lui si dipinse un aspersione
sconcertata, la ragazza tirò a se il gomito, come segno di
vittoria.
*
“Fab non è che ha Michele interessa Camy??” chiese
Curiosa Giulia a Fabrizio, mentre strusciava le sue smaltate unghia sul
braccio del ragazzo, “Non che io sappia ma se è
così è anti la nostra politica!” rispose Fabrizio
confuso, “Qual è la vostra politica?” chiese curiosa
la ragazza, Fabrizio la guardò: “Non si toccano le ragazze
degli amici ne le ex, eccezion fatta per te!” l’ultima
parte la disse nauseato, mentre sostava la mano della ragazza dal suo
braccio.
“Ma quanto sei scontroso … Dov’è finita il
sensuale ragazzo con cui stavo?” chiese un po’ smarrita,
“Si è fidanzato con un'altra!” disse il ragazzo,
mentre accoglieva in un abbraccia la sua bellissima Serena.
“FabS seguiamoli!!” lo chiamo Lorenzo, il moro annui ed
entrambi salirono sulle bicicletta al inseguimento di Michele.
*
“Non andiamo troppo veloci?” chiese Camilla mentre si
stringeva con fermezza le spalle di Michele, il ragazzo
fermò la bicicletta, era un parchetto, molto bello, “Ti va
un gelato miss?” le chiese lui, mostrandoli un carretto dei
gelati, “Volentieri Miki!” rispose cortese lei, mentre lui
andava dal gelataio, tornò con due coni, “Perché mi
hai portato qui?” chiese lei, mentre prendeva il cono,
“Perché ho un debole per te da una vita, e visto che
Lorenzo fa il mongoloide con Cintya tu non te lo meriti!” si era
avvicinato a lei e aveva detto l’ultima frase sussurrando
al suo orecchio e le aveva dato un bacio sulla fronte, ora uno sulla
guancia, uno sul’altra, uno su collo, un altro, anche uno sul
naso, ora tentava l’ultimo posto le labbra, ma lei glie lo
impediva, “Ho capito mai dato un bacio? Tranquilla è solo
un breve contato, ci sono cose che fanno più male ma danno molta
più emozione!” rispose , mentre si riavvicinava a lei,
dandoli un bacio nel incavo tra la clavicola e il collo, poi il bacio
divenne qualcosa altro, stacco le labbra e ha Camilla era rimasto un
segno sulla clavicola, poi poggio le labbra sul collo, fino a che con
forza qualcuno non tirò via lui.
Lorenzo, aveva tirato uno spintone a Michele facendolo cadere per
terra, “Si può sapere che diavolo fai?Le nostre
regole?” disse arrabbiatissimo il ragazzo, buttandosi come
un matto su Michele, però Fabrizio fermò Lorenzo, ma il
biondo tirò comunque un pugno al platinato, il ragazzo si
rialzò e disse:
“Il nostro patto? Ma dove? Camilla è bellissima tu
però non ci combi niente, pensi alla tua bambolina di seta nera(
Cintya) e poi del patto non puoi parlare visto che l’anno scorso
ti ho coppato nello sgabuzzino a baciarti con Giulia!”, Camilla
fece un passo indietro, mentre Fabrizio lasciava Lorenzo, e confuso ed
arrabbiato disse al biondo: “Che hai fatto tu l’anno scorso
con quella che era la mia ragazza??”, “Fabs mi
spiace!” cerco di giustificarsi Lorenzo, prima che il moro,
sferrasse il primo pugno della sua vita.
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Capitolo 7 *** In un minuto ***
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Zero2757: Grazie mille!! Sono contenta che la storia ti piaccia
rabarubina: Grazie mille tenterò di aggiornare presto!
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
In un passato non troppo lontano
In un minuto
“Siete esasperanti!” disse Camilla in lacrime, sedendosi
sulla panca, dopo aver tentato inutilmente di fermare i tre, che ormai, si
attaccavano a tradimento.
“Vi prego basta!” urlò dopo tre quarti d’ora Camilla, in un
urlo strozzato e singhiozzando, “Bravo idiota! L’hai fatta piangere!” disse Lorenzo togliendosi Michele di dosso,
mentre si alzava, poggiò le mani sul volto della ragazza, aveva i pollici,
proprio sotto gli occhi castagna della ragazza, così fissandola negli occhi
mormorò: “Calmati piccina non è colpa tua … Tu non centri nulla!”, l’abbracciò
stretta, lei rimase impassibile poi sussurrò: “Non è vero è colpa mia! Solo
mia!” disse arrabbiata, alzandosi di scatto, mentre scappava. “Uno di voi … La
deve inseguire!” disse Fabrizio, riprendendo il suo solito fare da ragazzo
maturo, il platinato e il biondo si guardarono in cagnesco, poi si alzarono da
terra, perché Michele era rimasto a terra, mentre Lorenzo ci era rifinito come
la ragazza si era alzata, ed inseguirono
la ragazza.
*
“Camilla! Camilla!” chiamò la piccola e deliziosa Michela,
quando vide la bionda camminare a passo lento qualche metro davanti, la bionda
riconoscendo la voce della bambina si volto, con un falso sorriso così da non
darle preoccupazioni. La bambina era accompagnata da una donna, une bellissima
donna, dai capelli corvini e dei grandi occhi acqua marina, non portava trucco,
ma ti lasciava senza fiato, era vestita in modo semplice, camicia bianca e
pantaloni aderenti neri, un paio di tacchi, che facevano venire i giramenti di
testa anche a quelli che indossavano i trampoli, poteva avere 30 anni
appena,doveva essere la sorella di Michela o la cugina.
“Camilla!Camilla! Dov’è Michele?” chiese subito curiosa
l’infante, “Con gli amici!” rispose vaga Camilla, poi quella non era neanche un
bugia, era una leggera omissione, “Tesoro non dimentichi nulla?” la richiamò la
donna, mentre poggiava la sua perfetta mano di porcellana sulla spalla della
bambina, “Si … Lei è Camilla … Mentre Camilla lei è mia madre Letizia!” disse
la bambina sorridente, mentre Camilla esterrefatta disse: “Tua madre? Ma è così
giovane!”, mentre stringeva la mano che la bella Letizia le aveva porso, “Già
avevo 19 anni quando mi ritrovai incinta di questo scricciolo!” disse gioiosa
la donna, mentre abbracciava , la figlia, la bionda guardando le vellutate mani
di Letizia non vide anelli che simboleggiavano amore, vide solo un grande amore di una mamma per la
sua bambina, che comunque conosceva bene perché sua madre non aveva mai fatto
mancare nulla, ne ha lei ne a Serena.
“Va be Micky io vado! Arrivederci signora Letizia!” salutò
cordialmente la bionda dagli occhi cenere mentre si rincamminava verso casa
sua. “Ti serve un passaggio?” le chiese cortese la donna, mentre agitava un
mazzo di chiavi, Camilla valutò le circostanze, casa sua era lontana di un
mucchio di isolati, non aveva soldi per l’autobus figuriamoci un Taxi, neanche
la metro o il tram erano un idea, così
si ritrovo costretta ad accettare ed usufruire della gentilezza della donna.
“Dai vieni!” le disse Letizia, mentre mano nella mano a Michele accompagnava
Camilla ad una Mini Cooper blu elettrico, la bionda salì al posto di fianco il
guidatore, “Dove abiti?” chiese la mora, mentre si allacciava la cintura e
sorrideva a sua figlia tramite lo specchietto retrovisore, “Abito nella zona di
Ōmiya nel quartiere di Suginami !” rispose
Camilla sorridente. “Lontanino, eh?” aggiunse retorica Michela, mentre sporgeva
la testa dal finestrino.
*
“Qui inizio a preoccuparmi! Quelli sarebbero capaci di
picchiarsi!” disse in ansia Serena, “Sul serio?” chiese allarmata Cintya,
“Secondo me già si stanno picchiando!” disse realista Carolina, mentre Serena
cono scordava, “Allora che facciamo?”
chiese curiosa e preoccupata Greta, “Aspettiamo!” disse rassegnata Serena,
mentre si sedeva sulla panchina fuori
scuola, in quel momento come due pazzi sfuriati passarono Michele e Lorenzo,
sulle loro bici, alla ricerca di Camilla, mentre più pacato c’era Fabrizio,
sulla sua, che appena vide Serena, frenò, scese e si sedé accanto alla sua
ragazza, tutte le ragazze dietro erano ben attente ad ascoltare, “Che è
successo?” chiese Serena indugiando mentre sospirava rassegnata, “Abbiamo fatto
ha botte e penso sia solo l’inizio!” disse Fabrizio, mentre guardava il cielo,
la sua ragazza che fino ad allora aveva tenuta la testa bassa, alzò lo sguardo verso il suo amato vedendolo
illividito e mal messo, “Fabrizio!” disse in un sospiro strozzato, “Tranquilla
non è la faccia che sta male ma l’animo!” la tranquillizzò lui, mentre
l’avvolgeva in un abbracciò, avendo notato, il tremolio di lei, dovuto alla
leggerezza della divisa estiva che andava sostituita a quella invernale ora che
l’inverno cominciava. “Mia sorella?” chiese lei, mentre poggiava la testa sul
petto di lui, “Penso che ora sia tornata a casa sua!” disse lui, mentre poggiava
il meno sulla testa di lei, “Michy e Lollo la cercano?” aggiunse passivamente
lei, lui annui, poi rimasero in silenzio, ecco questo era uno di quei giorni in
cui amavano più il silenzio alle parole, e presto di quei giorni ne sarebbero
venuti molti altri.
*
“Quindi questa è casa tua?” chiese Letizia, mentre Camilla,
annuiva cortesemente, scesa dalla mini Cooper, dirigendosi verso la porta di
ingresso di casa sua, Letizia indugiò
poco, ma poi partì tranquilla quando vide la bionda dalla chioma liscia
entrare a casa.
“Bambina mia!” le corse incontro il padre appena lei fu
sulla soglia di casa, “Papi!!” si buttò lei sul uomo, il rapporto con il padre
per lei non era mai stato male, rispetto a quello che aveva Serena, che era
solo guerra. “Come sta la mia deliziosa faggiolina?” chiese lui sorridente,
Camilla rispose: “Felice perché oggi finalmente sei a casa!” disse mentre
abbracciava l’uomo, che indossa ancora il suo completo da lavoro, “Si però
angioletto sta sera dovrai cenare senza di me e senza la mamma!” disse l’uomo
solare, mentre Teresa, con tutto il fascino che aveva conservato, usciva dalla
cucina: “Sta sera cara mi porta a cena fuori!” aggiunse solare, aveva un
sorriso bellissimo, un sorriso che Camilla ormai non vedeva da diverso tempo,
l’uomo prese la donna facendoli fare una giravolta a tango, e la madre rispose
con un altro passo della danza dell’amore, così mentre i suoi ballavano in
salotto il tango della passione, Camilla andò in camera sua dove lanciò lo
zaino sulla sedia e in una pozza scomposta si sede sulla sedia girevole, poi di
scatto si alzò, rendendosi conto di avere ancora la divisa rosa a dosso, e con
velocità se la tolse infilandosi un lupetto e dei jeans poi tolse le ballerine
rimpiazzandole con comodissime scarpe da tennis, si sede sulla sedia, ed accese
il computer, recuperò lo zaino e ne estrasse il diario, odiava fare i compiti,
ma magari se li avesse fatti non avrebbe pensato ne a Lorenzo ne a Michele. Poi
il suo cuore perse un battito,perché avrebbe pensato Michele? Lui cosa c’entrava
nel suo cuore c’era solo Lorenzo … Ed ora Michele che c’entrava? Ne era certa
la colpa era delle parole che aveva detto.
“Ho capito mai dato un
bacio? Tranquilla è solo un breve contato, ci sono cose che fanno più male ma
danno molta più emozione!”
“Cosa intendeva?” disse Camilla al soffitto, mentre si
buttava sul letto, mettendosi le mani alla testa, guardava dritto il soffitto,
era certa che Michele non era interessato a lei, che lo aveva fatto per avere
l’ennesimo divertimento ma quelle parole l’avevano lasciata inquietata,
qualcosa non le tornava, per lei un bacio era la cosa più eclatante ed
emozionante del mondo. “Cami … Posso??” disse quasi sussurrante Serena,
dal’altro lato della porta “Si entra!” rispose Camilla, mentre si voltava verso
la finestra, così da avere le spalle contro la porta, nel frattempo la riccia
dal capo biondo era entrata, anche lei si era cambiata ora indossava un felpone
e i pantaloni della tuta, accompagnate dalle immancabili Serafino che indossava
sempre, “FabS mi ha raccontato qualcosa, cioè che sono uscite fuori tutti i
segreti non detti, i tradimenti ecc … Ma
comunque tu …” stava cominciando Serena, ma Camilla le frenò dicendole: “Vuoi
sapere come sto? Sorella sto malissimo!”
mentre cominciava a singhiozzare, “Mi sento responsabile!” aggiunse,
mentre copriva il volto con le mani, per non mostrare alla sorella le lacrime.
Serena accarezzò i capelli della sorella, cercando di confortarla, ma il suono
del cellulare della sorella l’attirò, lo prese e lesse, era un messaggio di
Lorenzo. “E Lorenzo ti dico che dice …. ‘Camy tranquilla non è colpa tua
comunque io e Micky stiamo sotto la tua finestra’ allora?” chiese apprensiva
Serena, “Per oggi non li voglio vedere!” si limito a dire Camilla, affondando
la testa nel cuscino, Serena sorrise, aprì la finestra e vedendo i due urlò:
“Mia sorella dice che per oggi non vi vuole vedere riprovate domani!” e la
richiuse, poi si avvicino alla sorella e si stese sul letto insieme,
abbracciate, esattamente come quando erano
bambine, ed avevano paura del buio o dei mostri oppure della idiozia di
turno, invece di correre dai genitori, si addormentavano insieme sicura che
l’una avrebbe protetto l’altra, ed ora questa era l’intenzione di Serena
proteggere la sua deliziosa sorellina.
*
(La sera a Cena) “Vuoi raccontare ora?” chiese cortese una
donna dai capelli biondo cenere, mentre metteva nel piatto del figlio una
fettina, “Io, Lorenzo e Michele abbiamo litigato … Primo poi sarebbe successo!”
disse il figlio, mentre annegava il blu dei suoi occhi nel bicchiere ‘acqua che
avrebbe dovuto bere invece che fissare, “Ma perché dici così … Siete amici da
quando avete 3 anni!” disse la donna, seria, “Tanto avremmo litigato o comunque
ci saremmo allontanati l’anno prossimo, quindi il problema non sussiste!” disse
arrabbiato il ragazzo, lasciando cadere la forchetta (Forchetta??Nd_FabrizioTu
mangi la fettina con le bacchette?Nd_EsL In Giappone non si mangia la
fettina!Nd_Fabs) sul piatto, alzandosi di scatto ed andando in camera
sua, provocando alla madre un dolore fortissimo, “Fabrizio!” tentò la donna, ma
nulla il ragazzo era già in camera sua con lo stereo a tutto volume, prese una
foto che teneva sul comodino, erano un uomo con imbraccio un bambino, “Papà se
ci fossi ancora tu mi capiresti!” disse mentre riponeva la foto sul comodino, si sedé sulla sedia e accese il
computer, aprendo Msn.
Prima che potesse visualizzare i
contatti, già aveva ricevuto un messaggio da Giulia …
Giuglietta(L) Innamorata
Il ragazzo non le diede neanche
spago,cercò Serena sulla lista dei contatti, ma non la trovava, probabilmente
non era connessa, quindi mandò al diavolo tutti, chiudendo il computer, si
stese sul letto, musica s tutto volume, fissando il soffitto, poi sentì il
telefono vibrarli in tasca, lo prese era un messaggio, della sua bellissima
Serena.
“Amore … Ci vediamo al Garden? Ti
prego!”, lesse il ragazzo, poi sul cellulare digitò velocemente un messaggio, poi si alzò andò
verso la finestra aprendolo la finestra, troppo alto per uscire di nascosto,
così prese una giacca, andò dalla madre, le diede un bacio sulla guancia e poi
davanti la porta disse: “Io esco!”, “No dai, Fabrizio! Hai solo 13 anni è
pericoloso!” disse inutilmente la donna,
ma ormai il figlio non l’ascoltava più,
si voltò verso la fotografia del marito e disse: “Giacomo, è così
difficile crescere un adolescente da sola, se almeno ci fossi tu, che mi dici
‘Silvia stai facendo bene!’ ma niente, non ti sento non mi parli più!” , era
fatta così, parlava spesso con il fantasma del marito, lui le rispondeva anche
ma di recente non più, era forse segno che bisognava andare avanti? Per lei
mai.
*
“Ti aspettavo!”disse Serena,
seduta ad un tavolino del Garden, Fabrizio si sede, aveva un sorriso
splendente, “Cosa c’è amore mio?” l’avvolse in un abbraccio la ragazza, “Questa
sera i miei sono andati a cena fuori, di nuovo innamorati, mia sorella è
confusa ed io ho capito che in un minuto tutto può mutare!” posò la testa sulla
spalla di lui, “Hai qualche idea, amore mio?” chiese lui ingenuamente, “Una …
Vieni!” si alzarono e scapparono prima che il cameriere arrivasse, “Dove mi
porti?” chiese lui, Serena sorridente
disse:“Al parco!”.
Giunti al parco Fabrizio disse:
“Che idea hai?” chiese curioso, lei lo trainò in un angolo buio, “Qualcosa di
estremamente semplice!” rispose sincera, mentre sfilava il giubbotto del
ragazzo , lui capì l’intento e la bloccò, poi serio disse: “Serena ne sei
certa?”, era una scelta importante e difficile, lei senza alcun indugio annui,
era certa di quello che faceva, ci aveva già pensato. Baciò il ragazzo per poi
provare nel difficile, poi lui si tolse la maglia e la tolse anche a lei, lei
cerco di armeggiare con la cinghia dei Jeans suoi mentre lui non ebbe problemi
con il reggiseno, si erano tolti tutti gli indumenti eccetto l’intimo, si
stavano guardando, lui era già certo che lei ci avrebbe ripensato, ma così non
fu, lei lo baciò trascinandolo sul erba fredda, lei la guardò, così bella un
autentica madre natura, “Io sono pronta, tu?” disse nuovamente lei seria,
mentre toglieva le mani dal seno coperto.
****Ok
ora visto k io ritengo adatto a tutti, questa scena sarà tagliata****
Fatto sta che quella sera, molte cose sarebbero cambiate, non
sarebbero esplose bombe, solo una realtà impossibile per una ragazzina di 13
anni, una realtà più grande di lei.
*
Din don! Camilla aprì la porta , trovandoci Cintya, “Che fai qui?”
chiese la bionda, “Passo del tempo con la mia miglior amica!” abbracciandola.
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Capitolo 8 *** Più ***
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Zero2757: Grazie mille!! Sono contenta che la storia ti piaccia e sempre contanta di tutti i tuoi complimeti.
rabarubina:
Spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento! Scusa se ci ho
messo tantoXD! Potresti dirmi se la storia diventa troppo spinta!
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
Ditemi se è troppo spinta ok??
In un passato non troppo lontano
Più
“Volevo parlare con te di LORENZO!” disse, preoccupata Cintya, “Dai
entra!” disse solare Camilla, non doveva preoccuparsi, se lei e Cintya erano
amiche, era solo perché erano uguali, la
cotta per uno stesso ragazzo era qualcosa di semplice, passabile, cose a cui due amiche per la pelle potevano
sopravvivere. La mora entrò, Camilla, la
segui e con un Gran Batman al indietro(Non so come si
scrive, è un passo di danza classico, consiste, nell’alzare il più possibile la
gamba al indietro tenendola dritta) chiuse la porta. Cintya ormai
conosceva bene tutta quella casa, quanto tempo aveva trascorso a giocare in
quella casa, si sedé sul divanetto porpora, dove da bambine guardavano quei
programmi alla Tele Tabbies, Camilla sorridente si sedé di fianco la mora,
mentre il vago ricordo di quando lei e Lorenzo erano stati seduti su quel
divano.
“Mi piace Lorenzo e a te pure.
Io dico che questo non deve mettersi contro la nostra amicizia!”comincio Cintya
, dopo aver fatto, tre ami respiri, “Concordo scimmietta!” disse Camilla,
abbracciandola, la mora sorrise, come poteva un ragazzo metterle contro?
“Quindi non sei arrabbiata con me?” chiese Cintya, con un luccichio di speranza
negli occhi, mise le mani al petto, incrociate quasi a preghiera, “Tranquilla!”
disse la bionda dandoli un bacetto sulla guancia. “Ok! Comunque durante le
vacanze invernali verrai a sciare?”, chiese la mora, guardando una foto, appesa
al muro, che raffigurava Theresa ringiovanita di 15 anni, sempre bellissima,
curata per eccellenza, vestita di bianco assieme a suo marito Leonardo
ringiovanito degli stessi anni, il giorno delle loro nozze. “Si, sia io che
Serena verremo! Anche se poi io sugli sci Faccio proprio ridere!” aggiunse
Camilla, le ragazze si fermarono a ricordare l’ultima volta che Camilla aveva
messo gli sci.
Din Don. Il campanello suonò nuovamente. “Sarà mia sorella!” disse, alzandosi, Camilla
mentre fissava l’orologio, aprì la porta, trovandoci Carolina, con i capelli
arruffati, sfiancata dalla corsa. “Che succede??” domandò perplessa Camilla,
mentre la violacea, la scansava ed entrava, aveva la giacca semi slacciata, che
francamente buttò a terra, “Carolina?” chiese perplessa Cintya, mentre
istintivamente si toccava i capelli. Carolina era tutta sudata, era
agitatissima, poi disse, anzi urlò: “Michele! Michele è venuto a dirmi che
vorrebbe tornare con me!” , cominciò a farsi aria, mentre si mordeva il labbro
inferiore, non riusciva a frenare le gambe, dall’emozione.
“Che cosa? E che farai? Non puoi tornarci insieme! Lui ti ha
tradito!” dissero all’unanime serie Cintya e Camilla, Carolina le guardò, poi
disse: “Lo so! Ma mi ha detto, che come ama me non può amare nessun’altra,
eccetto Camy!”, l’ultima parte la disse sottovoce, “Abbiamo 13 anni, l’amore
vero non esiste!” disse Cintya, buttandosi nuovamente sul divano, iniziava a
trovare simpatica Carolina, ma sempre con questa fissa per i ragazzi e i
fidanzati non la capiva, le sue teorie rimanevano invariate, indipendentemente
dal fatto che ora avesse una cotta. “Non è del tutto vero!” cominciò Camilla,
“A 13 anni si è innamorati, ma non della persona ma del amore stesso!” fini,
lievemente sorridente, mentre volgeva il suo sguardo alla finestra aperta.
*
“Forse era troppo presto ?” chiese dubbioso Fabrizio, mentre da
allungato sul erba, guardava la luna, splendere alta nel cielo, contornata da
luccicanti stelline, “No, non lo era!” disse suadente e dolce allo stesso tempo
Serena, dandoli un caloroso bacio sulla guancia, poi staccandosi, prese la sua
maglia buttata a lato, sul erba fresca, lui la guardò, voltandosi a lato, “Non
va prima quella lo sai?” disse ironico lui, “Si lo so!Ma l’erba come cuscino è
scomoda!”disse sorridente lei, mentre poggiava il golfino rosa sull’erba, poi
ci posò delicata la testa, la girò così che i suoi occhi castagna , si
incrociassero con quelle splendide iridi azzurre.
“Ti amo” le sussurrò lui, dolcemente
lui, lei arrossì, “Anche io!” aggiunse lei. Quanto lo amava? Lo amava
così tanto, che l’amore per lui, non poteva essere misurato, “Io sono sicura di
quello che abbiamo fatto e tu?” chiese lei perplessa, “Io ne sono sicuro!” le
sussurrò baciandola, “Bene, torniamo a casa, che comincia a fare freddino!”,
disse lei, mentre tremava, avvolgendo, con le mani il nudo corpo, lui
l’abbracciò, “Ti riscaldo io. Angelo!” dandoli un bacio sul collo, “Grazie
amore! Ma si fa tardi. Se tornano i miei e non mi trovano!” disse preoccupata
la ragazza, mentre si alzava dal’erba bagnata. Recuperò i suoi vestiti e se li
infilò, lo stesso fece lui senza smettere di sorridere, era divenuto un uomo e
il merito era tutto della sua madre natura dai boccoli biondi.
“Andiamo muoviti!” disse lei sorridente, mentre si rinfilava la
scarpa, saltellava su un piede solo, “Si
ok! Andiamo!” disse sorridente lui, mentre l’afferrava, prendendola il braccio,
lei rise, “Ti porto in braccio angelo!” le disse sorridente lui.
*(Mezz’ora dopo)
“Quindi hai proposto a Carolina di tornare insieme?” domandò Lorenzo,
con finta fermezza, che non li apparteneva, a Michele, che aveva appena dato
una spiegazione. “Si. Lei ha detto che ci deve pensare! Ma gli è lo chiesto solo
perché così non girerò attorno a
Camilla!” disse Lorenzo, sollevando lievemente le spalle, “Grazie!”
disse Michele, invitandolo ad entrare, visto che l’aveva tenuto sulla soglia di
casa.
“Fabrizio sarà ancora arrabbiato?” chiese Michele, mentre fissava
Lorenzo, il biondo sollevò un sopraciglio “Non saprei!” disse. Mentre il
campanello suonò nuovamente. Aprendo la porta, trovarono Fabrizio, con le
braccia al petto, con un sorriso beffardo sul viso. “Che è successo?” chiese Lorenzo,
ignorando il fatto che con Fabrizio, non avrebbe neanche dovuto parlare, “Non
sei arrabbiato con me?” chiese confuso, Fabrizio, Lorenzo ridacchiò, poi
precisò: “No tu dovresti essere arrabbiato con me!Non io con te!”, i tre si
fissarono e dopo un imbarazzante silenzio, scoppiarono a ridere, smisero, si
guardarono e ripresero una grossa risata fraterna. Di sicuro una o due ragazze
non avrebbero potuto dividerli.
“Comunque ero venuto a comunicarvi una notizia!” disse Fabrizio,
richiamando gli amici a l’ordine, “Quale?” domando Michele, al ragazzo tornò un
beffardo sorrise e disse: “Io sono un uomo!”, “Un che??” disse Lorenzo, se era
un uomo significava solo una cosa, ovvero che l’aveva fatto. “Bravooooooooooo,
non sono più solo!” disse ridente, Michele, dandoli lievi gomitate, mentre
Lorenzo sbuffava.
*
“Sono a casa!” disse, lieve e sussurrante, Serena, mentre apriva la
porta ed infilando una gamba e poi l’altra, facendo lo stesso con le mani.
“Bambola!” disse Carolina, buttandosi a pesce morto, sulla bionda riccia, poi
si stacco, anche Camilla e Cintya si erano avvicinate, Carolina, alzò un
sopraciglio, poi disse: “Hai qualcosa tra i capelli!”,togliendo due foglioline
verdi e qualche filo d’erba dai riccioli di Serena. “Cos’è?” chiese Camilla,
analizzando li organismi verdi, “Erba del parco!” disse stranita la mora, poi
Carolina guardo fisso negli occhi castagna di Serena, nella speranza che lei
vuotasse il sacco, ma la bionda si limitò ad abbassare lo sguardo e dire: “ È
tardi vado ha dormire!”, poi diede in saluto due baci, sulle guancie alle tre,
scappando in camera sua.
“Che sarà successo?” chiese ingenua Cintya, Camilla cosciente
sospirò, Carolina lisciandosi i capelli disse: “Temo qualcosa di incosciente!”,
poi guardò l’orologio, vedendo che si era fatto tardi, andò via, seguita da
Cintya.
*
Camilla, si abbandonava nei sospiri, nel letto ammantata fino alla
testa. Non riusciva a dormire, nella sua testa c’era troppo di Lorenzo, così
perfetto, da dividerselo con Cintya e Michele, così sbruffone, che non si
capiva mai cosa volesse. Così nel letto, tra due mila sospiri cercava invano di
dormire. Non le riusciva allora guardava la luna, quanto era bella, sembrava
una sfera magica, si era alzata ed era appostata alla finestra,l’aveva aperta e
ora mentre l’aria fredda di dicembre invadeva la sua camera, lei guardava la
luna.
“Non ti butti vero?” la richiamò Serena, entrata quatta nella stanza,
mise le mani sulle spalle, tremante per il freddo, infondo indossava solo un
lieve pigiama di flanella, “Ma fa freddissimo qui!” disse mentre prendeva un
plaid dal letto della sorella, attorcigliandoselo a torno, “No, non mi butto! È
fa freddo perché è Dicembre!” aggiunse Camilla, mentre sorrideva alla sorella,
che stava tentando in tutti i modi di riscaldarsi.
“Vuoi sapere cosa ho fatto?” chiese Serena buttandosi sul letto,
“Solo se me lo vuoi dire!” le rispose Camilla, mentre chiudeva la finestra,
lasciando la Luna definitivamente fuori la sua testa. “Ho fatto l’amore per la
prima volta!” disse tra sospiri , Camilla sorrise: “Io ancora riesco a dare un
bacio e tu non sei più vergine!” c’era del ironia nella sua voce, “Non sei
arrabbiata?” chiese Serena, guardando al
sorella, la bionda liscia scosse il capo e disse: “Mica sono la mamma!”
sedendosi sul letto assieme alla sorella, “Posso dormire con te?” chiese dolce
Serena, “Certo … Puoi!” rispose la
sorellina, tirandoli via il plaid di dosso, mentre si infilavano sotto le
coperte.
“ È stato bellissimo!” le disse Serena. Camilla la guardò solare,
“Non lo metto in dubbio! Ma ora dormi!” tirandoli una cuscinata in testa alla
sorella, “Uffa!” sbuffò la riccia, “Ho sonno!” disse lamentosa Camilla, Serena
l’abbracciò e disse: “Dai ti racconto domani meglio!”.
*
Quasi 20 giorni dopo * Le vacanze natalizie sono iniziate da tre
giorni
“Perché non andiamo da un medico?” chiese preoccupata la signora
Minami, “Tranquilla ma sto bene!” disse Serena, mentre si di mangiare qualunque
cosa, ormai era da più di due settimane, che qualunque cosa mangiasse, le
veniva l’immane voglia di vomitare,aveva lo stomaco sottosopra, pur troppo
Camilla aveva anche un idea su cosa potesse avere la sorella.
“Tesoro sei contenta di andare in montagna per una settimana?” chiese
sorridente il padre a Camilla, mentre la ragazza inzuppava un biscotto nel
latte e caffè, “Contentissima! Io e Lorenzo davanti a un bel caminetto caldo …”
disse in estasi la bionda, “Tu e chi??” chiese infuriato il padre, la ragazza
lo tranquillizzò, quanto era difficile per lui accettare che le figlie fossero
cresciute, “Vedrai Leonardo staranno tranquille!” lo tranquillizzò la donna,
dandoli un bacio.
“Va be io e Camy usciamo!” disse Serena, mentre si infilava una
giacca e trainava la sorella fuori casa. “Cosa ti turba Sere?” disse Camilla
vedendo la sua gemella zittarella, “Semplicemente penso di sapere cosa ha il
mio stomaco!” la guardò malinconica Serena, poi si toccò lo stomaco e la
pancia, il suo ventre era piatto senza neanche un filo di pancia, ma se le sue
supposizioni non erano sbagliate presto sarebbe cresciuta, “Stai scherzando??”
disse quasi terrorizzata Camilla, “Devo fare il test! Ma vomito e non mi
tornano!” disse quasi incosciente delle sue stesse parole Serena, mentre
poggiava le mani sul ventre. Camilla le disse: “Non hai paura?”, Serena sorrise
a fior di labbra, poi rispose: “Molta !” tese la mano verso la sorella, che la
strinse, non l’avrebbe lasciata sola, come quando erano bambine e si
proteggevano a vicenda, quante volte Serena l’aveva protetta ed ora aiutarla
toccava a lei. Camilla non l’avrebbe abbandonata. Ne ora ne mai. Non avrebbe
abbandonato sua sorella e la persona che sarebbe cresciuta il lei.
*
“Domani partiamo! Domani partiamo! Per una settimana io e Camilla!”
disse Lorenzo, tra duemila sogni, mentre Fabrizio, si destreggiava in sospiri,
non era stupido, aveva notato tutti i malori della sua ragazza, ed era certo di
essere lui la causa, ma non poteva chiederglielo avrebbe dovuto aspettare che
lei parlasse, per ora si limitava a pensare.
“Cos’hai?” chiese insensibilmente Michele, ignorando la sua ragazza,
Carolina con cui ci si era rimessa, che era al telefono con lui, “Niente!”
disse allungandosi sul letto della sua camera, mentre i suoi amici lo
guardavano. Nella sua mente tutte le immagini di quella notte, le emozioni, le
sensazioni, era stato troppo presto e lui era impreparato, l’avevano fatto
senza pensare alle possibili conseguenze … E la cosa che lo faceva stare più
male e che le conseguenze più gravi le avrebbe subite lei, mentre a lui, non
sarebbe successo nulla, quei pensieri, quelle conclusioni, quei ricordi, quelle
prospettive, tutto quello che bazzicava nella sua testa li provocava un gran
voglia di vomito … Magari era solo il suo corpo che si inventava un modo per
stare più vicino alla sua amata.
“Secondo me ne tu ne la tua ragazza state bene, dev’essere un virus!”
disse Lorenzo, mentre si allungava di fianco a Fabrizio così che entrambi
potessero fissare il soffitto, “Spara cos’hai?” invece disse diretto Michele,
Fabrizio si alzò di botto, e falsamente tranquillo disse: “Ho mangiato
peperoni!”, ecco la scusa perfetta, ecco come li mise a tacere, quegli ortaggi
non lo poteva sopportare solo vederli li provocava un senso di nausea, quindi
mangiarlo lo poteva solo smontare, non avrebbe mai pensato che un giorno
avrebbe adorato quegli ortaggi, il giorno in cui Camilla li avesse mostrato
come si poteva sviare il cattivo gusto, ma lo avrebbe scoperto solo in un
lontano futuro, per lui neanche pensabile, un futuro dove Serena non c’era più
un futuro dove Contava solo Camilla, anche se pure in quel futuro un nome lo
avrebbe tormentato. Renoir.
*
Greta si rilegava i capelli nelle solite due trecce arrotolate come
tuppi, mentre Jeanne si limava le unghie, Carolina si spicciava a chiudere la
telefonata con Michele, che almeno da 5 minuti non la stava più ascoltando, lei
era cosciente del fatto che era tornata con Michi solo perché a Lorenzo
interessava Camilla, niente di più, di lei a Michele non fregava nulla.
“Io Nicolò siamo troppo emozionati!” disse iper felice la rossa,
mentre scuoteva la matassa di capelli che si ritrovava, “O io non vedo l’ora,
tutti belli innamorati e io e Cintya
sole come due cagne!” disse sbuffante Greta, “Ma Gretina!! Che dici ci starò io
con te!” disse Carolina abbracciando, stretta, stretta, la sua amica, quasi da
lasciarla senza fiato.
“Hey Girls!” disse Cintya comparendo sulla soglia della porta della
camera di Jeanne nella sua modesta villetta a schiera, aveva un look, style anni
70 , che le donava molto. “Hi!” disse Jeanne fiera di poter parlare la sua
lingua, mentre le altre due mossero la mano.
Cintya si sede sulla sedia con le rotelline, le ragazze presero a
ciarlare, del più e del meno, finché una frase della mora le riportò alla mente
ricordi, “Ma ci pensate che alla settimana bianca dell’anno scorso io avevo purissima
di voi?”, Greta sorrise e disse: “Quanti scherzi ti abbiamo fatto?? Tantissimi,
eh?” , la mora e la rossa risero mentre la violacea in accento un po’ snob
disse: “Però si sono sempre vendicate! Lei e Camilla!”, e scoppiarono in un risata.
*
“Camilla! Cosa mi chiedete?” domandò quasi retorica la farmacista,
che per ironia era proprio Letizia la madre di Michela, quando sentì cosa
Camilla e Serena volevano comprare. “La prego signora Letizia, non è colpa mia
se mia sorella è stupida!” disse Camilla, supplichevole, mentre Serena aveva
solo un espressione supplichevole, Letizia guardò serena, aveva solo 13 anni,
perfino lei che era stata un incosciente a 19 anni, poteva esserlo così a 13,
sorrise a quello sguardo che nascondeva tanta paura. Prese uno dei test e lo
porse alla riccia, poi disse a Camilla: “ 5 €! Spero per voi sia negativo!”
disse seria, Camilla porse i soldi, mentre vedeva un autentico tremolio nella
sorella, Letizia si sporse dal bancone e sussurrò a Serena, di un bagno al bar
di fronte.
Serena trainò Camilla in un bagno, mentre lei faceva il test, Camilla
si stava,senza un motivo, sciacquando le mani, con la speranza che tutti i
problemi venissero lavati via insieme allo sporco .A parte questo ‘piccolo’ incidente della sorella, non erano state tre
settimane facili, Lorenzo si era diviso in due tra lei e Cintya e non le aveva
dato prova che preferisse lei all’amica, al contrario di Michele, che non si
faceva scappare occasione per ritrovarsi solo con lei, ma tutti i suoi problemi
sparivano in confronto quello di sua sorella.
“Non c’è la faccio! Leggi tu!” disse Serena, chiudendo gli occhi,
porgendo fuori la cabina il piccolo test, Camilla lo prese, chiuse gli occhi e
sospirò, come se la sua vita dipendesse da un più o un meno, “Allora?” chiese
la ragazza da dentro il gabinetto, Camilla
ispirò ed espirò lentamente per ben tre volte prima di pronunciare la
fatidica parola.
“Più”
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Capitolo 9 *** Poco più di un gamberetto ***
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Zero2757: eccomi sempre contenta che la storia ti piacia ... scusa per il ritardo!
rabarubina:
Grazie, alla fine l'anticipazione è lo stesso futuro di FabS,
spero ti piacia questo capitolo, non è bello come il primo
... Comunque scusa se c'ho messo tanto ad aggiornare, ma tra
pascua e i terremoti della mia regione ...ci ho messo un po' ...
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
Ditemi se è troppo spinta ok??
In un passato non troppo lontano
Poco più di un gamberetto
“Scherzi? Ti prego dimmi che scherzi?” disse quasi paralizzata
Serena, mentre usciva dal bagno, un dannato più rosa, che stupida avrebbe
dovuto dar retta a Fabrizio, era troppo presto, cosa gli era saltato in mente?
Cosa voleva dimostrare?Era solo finita in un grosso pasticcio. I suoi occhi
marroni erano in fiamme, un liquido cristallino, nato dai suoi occhi solcò le
guancie , morendo sul collo. “Camilla!” disse, mentre cercava di trattenere i
singhiozzi, abbracciò stretta la sorella, Camilla rispose calorosa all’
abbraccio, sta volta lei l’avrebbe protetta, ma ne sarebbe stata in grado.
“Che conti di fare?” disse seria Camilla, la riccia scosse il capo
poi sussurrante: “Per ora non lo deve sapere nessuno … Compreso Fabrizio!” sottolineo l’ultima parte, sapendo la grande
bocca larga della sua gemellina, “Come vuoi … Ma che farai?” disse Camilla
nuovamente, Serena impassibile disse: “Tenterò di accennarlo a Fabrizio in settimana
bianca!”, prese il test e lo infilò nella borsetta a tracolla, “Accennarlo?” fu
l’unico spaesato commento di Camilla, aveva solo intenzione di accennarlo?
*(Mattina della partenza … Sul autobus)
“Pronta per passare una settimana sola con me!” disse Lorenzo,
passando dal disopra dei sedili, sedendosi di mezzo a Cintya e Camilla, La
bionda ridacchiò, poi disse: “Non vedo l’ora!” dandoli un bacio sulla guancia,
a quella scena Cintya anche se un po’ rodente dentro, rise, “Come va ?” chiese Michele, affacciandosi dai sedili di
dietro, la moretta fece un cenno con la
mano in senso di positività.
“Tua sorella che ha?” chiese Greta, mentre, si sporgeva dal sedile
parallelo a quello di Camilla sulla corsia opposta, mentre Greta si tirava in
dietro, per evitare di essere investita dalla violacea che le si era allungata
sulle gambe, “Soffrirà di un lieve mal d’autobus” disse la bionda vaga, mentre
scosse le spalle, aveva giurato alla sorella di non dire niente a nessuno.
“Da quando soffri di mal d’autobus?” chiese Fabrizio, mentre
accarezzava la fronte della sua ragazza,
che evitava di rimettere, “Di recente!” fu la sua unica risposta, mentre posava
le mani sul ventre piatto, nella sua mente i secondi scorrevano velocissimi,
gli attimi ancora più veloci, altri due mesi, e poi non sarebbe potuta tornare
in dietro, ed invece di rallentare il tempo scorreva più veloce, al impazzata,
trattenne delle lacrime traditrici, si
strinse al ragazzo, bagnando la maglia
nera di lui, Fabrizio, non fece domande, si limito ad accarezzarle i capelli,
aveva intuito che la sua Serena non stava bene. “Mi dirai mai cos’hai?” le
sussurrò dolcemente, lei annui leggermente.
*
“Questo è il mio letto!” disse Cintya, buttando una pesantissima
valigia sul letto migliore della stanza proprio di fianco al termosifone, “Come
vuoi!” disse Giulia, posando delicatamente la sua valigia, sul letto che aveva
il panorama della montagna innevata,
Camilla guardò le amiche, poi rassegnata si buttò sul letto di mezzo,
lontano dal termosifone, da dove non si vedeva la finestra, “Io prendo l’odiato
letto di mezzo!” aggiunse la bionda rassegnata, mentre cercava un lettore m-p3
nella borsa.
“Tesoro guarda che ti ho portato!”
disse Lorenzo, aprendo la porta della camera di Camilla con la spalla,
scuotendo un pacchetto di patatine alla
paprica, evitando lo stesso trattamento ad una lattina di soda, la bionda si
alzò, poi si buttò a pesce morto sul ragazzo, ridente disse: “Bravo le mie
preferite!”, le strappò di mano al bel biondino, con un movimento secco le
aprì, mangiandosene un manciata. “Una patatina me l’ha dai?” chiese Lorenzo,
dopo aver bevuto un po’ di soda, Camilla gli porse il pacchetto ed anche lui ne
prese alcune.
“Andiamooooo! Si va a sciare!” disse Greta, entrando, senza
preoccuparsi di nulla, nella camera delle tre, “Già andiamoooo!” disse Giulia,
trainando fuori dalla stanza Cintya, che non ne voleva sapere, di lasciare da
soli Camilla e Lorenzo. “L’adoro troppo Giulia!” disse Lorenzo, ringraziando
l’intuitività della riccia, “Già per questo era la tua amante!” disse Camilla,
ricordando gli eventi del precedente anno, “Certo … Ma lei ha sempre amato
Fabrizio! E nessun altro!” precisò il bel biondino dagli occhi verdi, Camilla
annui, poi mangiò un'altra patatina, “Hai le dita sporche di paprica!” precisò
Lorenzo, dopo aver afferrato la mano della bionda, lei ebbe un sussultò, le guardò, sarebbe stata l’occasione
perfetta, leggermente più vicini e si sarebbero baciati, ma qualcosa le fece
cambiare idea, si allontanò,”Dai andiamo!” disse afferrandolo per la mano e
trainandolo fuori.
*
“Non mi hai mai nascosto niente, perché ora lo fai?” disse Carolina ,
cercando di trattenere il fuco che le divampava dentro, Serena abbassò lo sguardo, “Perdonami non posso!” si
limitò a dire, prima che l’ennesima nausea la costringesse ad andare in bagno. “Fa come vuoi!” disse arrabbiata, falsamente,
non sapeva cosa Serena le nascondeva, ma se era la sua migliore amica e non
voleva dirle una cosa così, significava che era qualcosa di grosso.
“Ciao!” disse Fabrizio, entrando dalla porta semi aperta, “Ciao FabS!
Io vado occupati tu di lei!” si alzò, i sorrise ed uscì, il moro entrò nel
bagno, li ci trovò la sua ragazza piegata sopra il water. “Mi spieghi cos’hai?”
domandò chinandosi anche lui, lei con un sguardo da condannato a morte,
sussurrò: “Avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male!” oltre a quel turbine
di bugie, anche tutta la sua nausea uscì fuori. Per cosa era così nauseata? Per
il bambino o per le bugie che diceva. “Amore puoi andare se vuoi!” disse, con
fatica Serena, tentando di alzarsi, ma non c’è la fece.
Dopo quella frase cadde il silenzio, fino al momento in cui Fabrizio
l’abbracciò e dolcemente le sussurrò: “Io non ti lascio …”, Serena lo strinse
forte, il suo ragazzo sapeva sempre cose dire, era la frase che Serena aveva
sperato lui le dicesse … Ed ora gli è la diceva? Non l’avrebbe lasciata, anche
su lui non sapeva ne avrebbe dovuto sapere. “Tesoro andiamo su!” disse lei,
alzandosi con fatica, il ragazzo vedendola così affannata, la prese in braccio e ridente disse: “Ti porto io angelo!”,
dandole un bacio, “Grazie!” rispose lei sorridente.
*
“Ok … Calma … Camy … Calma!” disse
Camilla, auto convincendosi, che sarebbe
riuscita a salire su quelle odiose sedioline, alle quali bisogna sedersi
al volo. “Arrivano!” le fece cenno Lorenzo, girandosi dietro, la bionda chiuse
gli occhi e quando lui le fece un segnale, lei si buttò al indietro, riuscendo
a salire sui sedili. “C’è l’abbiamo fatta!” la tranquillizzò Lorenzo, mentre
Camilla, ancora incredula fissava, il suolo bianco, allontanarsi, “E già!”
disse lei tremante.
“Camilla hai paura?” le urlò
Michele, dal sedile di fronte, aveva un tono ironico , “Non la guardare … Pensa
alla tua ragazza!” disse Lorenzo, stringendo forte Camilla, mentre Carolina di
fianco a Michele , li tirò una pacca sulla spalla, allora il bel platinato le
diede un bacio. “Non sarebbe ora anche per noi?” domandò Camilla, ormai pronta
la passo del primo bacio, il ragazzo sorrise maliziosamente, si stavano per
baciare, quando Cintya da dietro li richiamò, invitandoli a scendere, così da
impedire ancora una volta che Camilla desse il suo primo bacio.
I due scesero,ed insieme agli amici si divertirono, cercando di stare
più uniti possibili, ma tra Cintya e Michele, era un impresa. Comunque alla
fine riuscirono a ritrovarsi soli, erano finiti in un lembo di foresta,
innevata, dove non sembravano esserci altri umani, Camilla stava ispirando da
mezz’ora, pronta al grande passo, quando i due furono sul punto di baciarsi, un
tenero scoiattolo passando di li fece rumore, questo fece saltare Camilla con
tutti li sci, con questo movimento, lei si inciampico sulla neve,cadendo al
indietro, trascinandosi il bel biondo, che le cadde sopra.
Camilla fissava quelle iridi verdi, quegli occhi perfetti, quel viso
angelico, quelle labbra d’angelo, lui si avvicinò molto a lei, già pronto a
baciarla, quando qualcosa dentro gli scattò: “Tu mi mentiresti mai?Mi
ometteresti mai qualcosa?”, lui la guardò perplesso, poi sorridente disse: “Mai
…”, chiarito questo punto era nuovamente pronto a baciarla, Camilla,
affannosamente continuo: “Perdonami io non ti ho detto tutto! Ance se non
riguarda noi ma mia sorella e Fabrizio!”, il ragazzo, tirò il busto al
indietro, per non perdersi nulla della spiegazione , la ragazza si tirò
leggermente su con i gomiti, “Lei aspetta un bambino!”la voce di Camilla, era
stata un sussurrò strozzato, ma tagliente, un po’ come un vetro che si infrange,
il biondino si alzò dalla neve, Camilla ancora stesa a terra disse: “Lorenzo …
Mi devi promettere che non dirai nulla a Fabrizio, lui non sa nulla e Serena,
mi ha detto che deve dirglielo lei!”, Lorenzo, annui, poco convinto annui,
protesse la mano verso la bionda, che con calma si alzò.
*
“FabS … Come stai?” disse Giulia, dannatamente impertinente, mentre a mo di gatta morta, si strusciava sul
bruno, “Staccati … Con te io perdo le staffe … Dici di amarmi ancora … Ma
quando stavamo insieme mi hai tradito!” disse nevrotico, scansandola, Giulia, non osò dire nulla, nella sua testa
si formulò solo la domanda, Come l’aveva scoperto? Non li venne minimamente in
mente la domanda, Perché lo avevo tradito se lo amavo tanto?
Guardava il suo bel principe azzurrò, abbandonarla ancora un volta,
si era abituata a guardarlo di schiena, adorava la sua schiena, anche se poi c’erano
i bei ricordi in cui, era sempre e costantemente al suo fianco … Li mancava
camminare fianco a fianco a lui.
Ma non si sarebbe arresa, corse verso di lui e lo girò, poi decisa
disse: “Io ti farò cambiare idea!”.
*
“HaI finito?” chiese Serena, mentre continuava a fissare Carolina,
con un orecchio, impiantato sul suo ventre, “No … Sere … Finche non si muove
non mi sposto!” disse decisa ma dolce, Serena, poggiando la mano sulla pancia,
la bionda sbuffò: “Ora è grande come un gamberetto … Quale movimento può fare?”, la
violacea annui, si staccò, poi seria disse: “Che conti di fare?”, Serena con lo
sguardo basso disse: “Non lo so … Non so se dirlo a Fabrizio, non so se dirlo
ai miei, tenerlo o meno …”, Carolina l’abbracciò, “Tesoro conta su di me!”
sussurrò Carolina.
“Grazie Caro!” sussurrò Serena, mentre evitava di piangere, “Io non
voglio essere un assassina … Ma non posso rovinarmi la vita ha 13 anni! Cosa
faccio?” disse, piangente, “Tranquilla … Ci sono io … Troveremo una soluzione!!”
la tranquillizzò Carolina.
“Ragazze!!” le chiamò a tenue voce, Michele, evitando, una valanga. “Che
c’è scemo?? Stiamo in confessione!” disse irritata Carolina, nel momento delle
confessioni tra amiche, perfino se ci fosse stato Brad Pitt, sarebbe passato in
secondo piano, “Dai Miky arriviamo!” disse Serena, avvicinandosi al platinato,
mentre con le braccia si avvolgeva il ventre.
Come avrebbe fatto?
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Capitolo 10 *** Il Quaderno Delle Emozioni ***
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rabarubina:Scusa il mio abbissale ritardo ... Grazie per la recensione, spero che la storia ti intrghi e ti piaccia di più.
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
Ditemi se è troppo spinta ok??
In un passato non troppo lontano
Il Quaderno Delle Emozioni
“Fabrizio!!” disse ad alta voce, Lorenzo, mentre cercava il bruno,
intento a non voler mantenere la parola data a Camilla, “Si … Eccomi … Cercavo
di evitare Giulia!” disse il bel bruno, Lorenzo cominciò a sospirare , poi dopo
tre affannosi respiri, disse: “Devo dirti una cosa …” , però non fece in tempo
a finire, che Cintya si unì hai due, poi curiosa disse: “Sei riuscito a baciare
Camilla?” , lui scosse la testa, uno
strambo sorriso si stampò sul volto di Cintya, poi la sua espressione ritornò
normale, era triste per gli amori che fallivano per l’amica, ma
contemporaneamente anche contenta, “Comunque cosa dovevi dirmi?” chiese
cordiale Fabrizio, il biondo, si ritrovò nel panico, non sapeva come
rispondere, abbassò gli occhiali da neve(Tipo le mascherine), in modo che
l’espressione dei suoi occhi, non lo tradisse, poi salvandosi in palla disse:
“Questo di Camilla, non so proprio che devo fare per baciarla!”, Fabrizio, alzò
lo sguardo al cielo e cominciò a riflettere, come poteva aiutare l’amico? Non
poteva, non sapeva assolutamente aiutarlo, non gli era mai capitato una
situazione così, c’era sempre qualcosa che si metteva contro quei due, ma
perché il destino c’è l’aveva tanto?
“Questo significherà che non è la ragazza giusta per te!” disse
Cintya, fissando seriamente Lorenzo, mentre si perdeva nei suoi occhi verde
prato, che luccicavano di una luce propria, “CinZia non dire stupidaggini,
Camilla è perfetta per me!” disse Lorenzo, serio, mentre lui cercava di non
rimanere ipnotizzato dall’occhio azzurro di Cintya, perché l’altro
immancabilmente nascosto dal ciuffo alla Emo nero che le cadeva sopra un
occhio, la faceva apparire una specie di Morticia Addams, solo decisamente meno
formosa di lei, “Non chiamarmi Cinzia! Io mi chiamo Cintya!!” disse la mora,
cercando di trattenere la collera, perché le era stata italianizzato il nome,
mentre Fabrizio a queste cose rideva sotto i baffi.
“Bella vai!! Defilati! Che con lui perdi tempo!” disse Fabrizio,
buono, alla mora, che sollevando lo snowboard disse: “Hai ragione è meglio se
non ci perdo tempo !” , poggiò la tavola
sulla neve, e dopo averci posato i piedi, blocco accuratamente le sicure, piegò lievemente le ginocchia, poi fece un
saltino e con estrema leggiadria, scivolò tra le dune di neve bianca,
lasciandosi dipingere come una splendida fata che scivolava tra montagne di
zucchero, “Non si può togliere che sia bella!” sussurrò Lorenzo a denti
stretti, poi si smentì, poteva trovare Cintya bella ma doveva pensare solo alla
sua Camilla, considerando il fatto che Michele, anche se era tornato con
Carolina la pensava sempre, ma chi non pensava alla sua Camilla, sempre così sorridente
e bella, spesso si chiedeva perché Fabrizio fosse così attratto da Serena e
così poco dalla gemella, fatto sta che perso in questi ragionamenti, si
dimenticò di dire a Fabrizio quello che Camilla le aveva detto.
*
“Giulietta mia!!” disse Camilla, abbracciando Giulia, che stava
pensando al modo di conquistare Fabrizio, si stava chiedendo cosa era andato
storto la prima volta, non riusciva a spiegarselo, eccetto quella volta che
l’aveva tradito, ma che comunque lui aveva scoperto il tradimento di recente,
cosa era stato quel giorno a provocare quel gesto, l’averla lasciata. “Non
capisco proprio cosa lo ha spinto a lasciarmi!” disse, nervosamente Giulia,
cercava di fare mente locale nel suo passato, ma nella sua mente, non le veniva
in mente niente che spiegasse, il comportamento del suo ex-ragazzo nell’inizio
estate, a bordo piscina.
*(Tempo immemore prima)
“Giulia … Oggi i tuoi occhi
brillano come due stelle!”disse
Fabrizio sorridente, avvicinandosi a alla riccia, era seduta a bordo piscina,
teneva le gambe a mollo, mentre il suo atletico fisico da ginnasta artistica,
era messo in bella mostra al resto delle persone, molti la guardavano, Giulia
era bella, Giulia era splendida e lui doveva tenere sempre tenersi allerta, se
aveva scelto la più bella, doveva pagarne il prezzo. Ma nel passare del tempo, erano più le
giornate che passava a evitare che i ragazzi se la mangiassero con gli occhi
che a stare con lei. L’amore per lei stava svanendo, ma lui ci aveva provato ad
evitare che questo accadesse, però oltre al cervello dei ragazzi, la bellezza
di Giulia la vita gli aveva fatto notare una ragazza fenomenale, Serena, una
portiera eccezionale, dai riccioli biondi e gli occhi di brace, l’aveva avuta
come compagna di classe per due anni e l’aveva notata solo l’ultima settimana
di scuola, la quale Giulia era partita per i tropici con la famiglia e lui, si
era ritrovato a fare le scenografie per la recita con lei, il sorriso di Serena
gli era rimasto in presso nella testa già dalla tombola di natale, ma dopo averla
vista ridere a causa della esuberante guerra con le tempere e i pennelli, le
risate e i sorrisi di Giulia erano come diventati spenti, finti, freddi,
avevano perso la loro magia, per lui Giulia non brillava più, certo l’amava,
mentre per Serena era solo un mezza cotta, poi contando che lei non lo guardava
neanche, non si sapeva spiegare cosa quel giorno lo spinse a quella scelta.
“I tuoi sono più belli!” disse solare lei, porgendosi per baciarlo,
ma lui si scansò nel arco di un attimo aveva perso il suo sorriso e il suo
splendore, freddo, la guardò, poi sospirante disse: “Giulia sentimi …”cominciò,
lei però non essendo stupida capì al volo, gli occhi grandi si riempivano già
di lacrime, lo abbracciò, ma lui freddo la scansò, “Giulia no … Non c’è più nulla
da fare!” disse lui alzandosi dal bordo piscina, la ragazza non provò a
seguirlo il suo orgoglio gli è lo impedì, ma la fitta che provò al cuore nel
vedere la schiena del suo amato, fuggire via.
Fabrizio trattene le sue emozioni, la sua filosofia, era che le sue
emozioni erano solo sue e nessuno poteva permettersi di conoscerle,
appartenevano a lui solo, nessun’altro aveva il diritto di conoscerle, l’unico
modo per evitare che ciò accadesse, era quello di scrivere le sue emozioni, le
sue memorie su di un quaderno, un libro
che parlava di lui, così sarebbero rimaste impresse nella suo passato e
cancellato dalla sua memoria. Così lieve, si appoggiò ad un muro, tirò fuori
dalla sacca un squadernino nero e una penna, cominciò a scrivere. Poco
dopo.“Che fai?” disse, con una dolcissima voce, una bella ragazza in bichini
con sotto braccio un asciugamano sfavillante, Serena,“Scrivo le mie emozioni!”
rispose quasi senza pensarci, solo Michele e Lorenzo sapevano di questa cosa,
come era possibile, che l’aveva rivelato a Serena, c’era qualcosa in quegli
occhi brace, qualcosa che nessuno aveva, nemmeno la sua gemella, da quello che
aveva capito Serena possedeva una gemella di nome Camilla, non che importasse,
l’aveva vista qualche volta, ma non gli aveva dato mai importanza, Camilla non
era Serena, l’una non aveva niente dell’altra.
“È una cosa carina!!Potrei
leggerlo???” domandò curiosa Serena, se erano le sue memorie, di certo non gli
è le avrebbe fatte leggere, ma tentar non nuoce, “Prego!” disse lui, porgendoli il quaderno, la ragazza
ci rimane stranita, però vedendo quelle azzurre, non proferì domanda ed aprì il
quaderno, notò che ci mancavano ancora
moltissime pagine, ed andando alla prima trovò ‘Diario delle medie’, cominciò a leggere,
scivolando fianco a fianco al ragazzo, cominciando a leggere attenta. Da allora
non ci furono più segreti, divenne prima la sua migliore amica e poi …
*
La sera. “Appunti ancora tutto su quel quaderno!!” disse Serena,
ridente, mentre davanti al camino del Hotel, ammirava il suo bel fidanzato
tutto incappucciato, scrivere gli avvenimenti di ogni giorno su quel quaderno
nero, lui le sorrise: “Sono quasi tre anni … non mi fermo ora, le novità di
questo periodo sono … Io sono un uomo, Carolina si è fidanzata nuovamente con
Michele, che ama Camilla, che sta dietro a Lorenzo che la ama e non , perché
prova qualcosa per Cintya, Giulia mi sta sempre appresso, mentre gli unici che
come noi stanno in pace e in amore sono Nicolò e Jeanne!!” calcò tre punti
sull’ultima parola che aveva scritto, c’era scritto: ‘Tra me è Serena il sole
splende, perché c’è sincerità … ’alla bionda il cuore si fermò, di quale
sincerità parlava? Tremò, il ragazzo lo notò e l’avvolse a se con il plaid blu,
“Amore che c’è hai freddo??” disse lui dandoli un bacio sulla tempia, lei
sorrise, malinconica, una volta si erano promessi che non si sarebbero più
nascosti niente, invece lei nascondeva il suo più grande segreto, il loro più
grande segreto, “Dimentichi una novità …” mormorò lei, lui la guardò scettico,
poi disse: “Quale? Non mi sfugge mai nulla …”, lei delicatamente prese la mano
di lui, poggiandola sul suo piatto ventre, “C’è qualcosa in me!”, aveva usato
un tono dolce, lui la fissò con gli occhi sgranati, rimase allibito, non sapeva
che dire, “Scusa se non te l’ho detto prima!” disse lei, mentre nei suoi occhi
brace c’era lo sconforto più assoluto,
il ragazzo l’ abbracciò, stretto, così stretto che quasi la soffocava,la
ragazza piangeva sul suo petto.
*
“Gli è l’ha detto!!” disse Carolina a Camilla, la bionda scosse i
lunghi capelli, non era una cosa semplice quello che le stava dicendo, lei lo
sapeva, quando aveva letto il più rosa sul test, c’era rimasta di sasso,
Fabrizio non lo adorava, solo una volta lo avevo benedetto, quella volta che
Lorenzo l’aveva quasi baciata, escluso quel evento, Fabrizio non gli era mai interessato, adesso invece di
mezzo in una situazione c’erano Serena e suo nipote, li faceva uno strano
effetto dire quella parola con la N,
nipote, avrebbe avuto un nipote o no?
“Penso di si!” disse Camilla, guardando il basso, “Che fate?” domandò
Michele, sedendosi tra le due ragazze sulla poltroncina rossa, “Niente!” disse
Carolina, dandoli un bacio, mentre Camilla si distraeva dal guardare sua
sorella e il fidanzato, soffermandosi su Cintya, che arrossiva, mentre parlava
con Lorenzo, si era proprio trovata una rivale, “Che scemo che è Lorenzo!”
disse sensualmente Michele, all’orecchio della bionda, evitando che Carolina lo
sentisse. Camilla ha quelle parole si alzò, come oltraggiata dirigendosi verso
Nicolò che era appena entrato nella sala.
“Nico!” disse lei abbracciandolo, “Cami!” disse lui accarezzandoli i
capelli, non fece domande, la consolò solamente, quanto la sentì singhiozzare,
era la sua migliore amica e lui per il tempo che sarebbe rimasto l’avrebbe
consolato, era una cosa che aveva detto anche a Jeanne( Che ora era a lavarsi i
capelli). Dopo che ebbe finito di piangere disse: “L’anno prossimo senza di te
come farò?”domandò lei ridente, sapeva sorridere anche quando piangeva, Nicolò
le disse: “ Sei spigliata ed allegra, troverai qualcuno che ti aiuti … Il
problema è come farò io!”, allora lei ridendo disse: “Sei troppo dolce perché qualche
ragazza ti consideri il proprio pensatoio. Così cominciò un allegra
conversazione, nella quale Camilla non pensò alla parola con la lettera N.
*
“Fabrizio!!” disse Serena singhiozzante, il moro la strinse forte, poi sussurrò: “Amore
tranquilla! Andrà tutto bene!Indipendentemente da quello che farai, anzi Faremo!”,
sottolineo il plurale, un grande conforto per Serena, lui non l’avrebbe
lasciata. O almeno si sperava.
“Ognuno nelle proprie stanze!” disse la professoressa, richiamando l’attenzione
di tutti, non prima di aver diviso i due, convinta che stavano amoreggiando, invece che
consolarsi. “Ok prof !” disse Fabrizio, alzandosi, dando un bacio sulla fronte
di lei.
“Carolina andiamo in camera!” disse Serena, allungando la mano, verso
Carolina, che non esitò a correre da lei, Camilla invece, guardò Fabrizio il
suo viso non era sereno, era confuso, come l’avrebbe potuto aiutare? Anzi perché
desiderava aiutarlo?
*
(Due ore dopo)
Fabrizio, con le mani ai capelli, era gettato sul letto, aveva
aggiornato il squadernino nero, ma ora non sapeva che fare. “Che succede?”
domandò Michele, uscendo dalla doccia, accappatoio e turbante, sembrava non
avvertisse il freddo, “ Tremende novità!” disse lui, richiamando l’attenzione
di Lorenzo, che stava meditando su come dire ciò che sapeva a Lorenzo.
“Serena … Serena …” Fabrizio era già nel panico, sospirò e disse: “Serena
aspetta …”, “Un figlio!” disse Lorenzo, mentre guardava dalla finestra l’innevato
panorama, entrambi gli amici si voltarono, “Camilla me l’ha detto!Ho provato a
dirtelo …” aggiunse il biondo, il moro disse: “Non importa … Che faccio? Non è
una cosa che un tredicenne può gestire!”, Michele serio disse: “Conta sempre su
di noi!”, poi Lorenzo serio disse: “ Però FabS, non per essere scorbutico, ma
le scelte sono due!”, a quelle parole Fabrizio si ributtò sul letto disperato.
Due scelte. Vivere o Morire.
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Capitolo 11 *** Buona Notte Principessa ***
dkfjgklh
Mi pensavate persa per sempre ??
*
MissTata55: Grazie, spero ti piaccia questo capitolo.
*
Ringraziamenti anche chi ha messo la storia nelle preferite
Ringraziamenti anche chi ha messo la storia nelle seguite
Ringraziamenti anche a chi legge solamente.
Ditemi se è troppo spinta ok??
In un passato non troppo lontano
Buona Notte Principessa
“Quindi tu …” stava dicendo Greta a Serena, una volta che lei ebbe
finito la spiegazione davanti a Jeanne che era rimasta senza parole, Greta che
tentava qualche farse, Camilla e Carolina che già sapevano. Era una situazione
davvero difficile.
“Si!” disse la bionda, con un
tono misto tra la malinconia e l’irritazione, mentre attorcigliava le mani sul
ventre, erano ormai le tre di notte e le prof non avrebbero fatto i controlli
notturni e se anche fosse stato, avrebbe trovato solo ragazze sveglie a
chiacchierare, avrebbero finto futili argomenti. “Che conti di fare?” domandò
Jeanne, che finalmente sembrava essersi svegliata da uno stadio di coma. “E che
ne so … Non so se lo devo dire ai miei o se devo fare tutto in silenzio. Se
tenerlo o non tenerlo!” disse la bionda, chiudendo il viso tra le mani, troppo
difficile scegliere, Carolina abbracciò l’amica poi disse: “Non stressatela!”,
le ragazze rimasero in silenzio, totale.
Poi qualcuno bussò alla porta, Greta si diresse verso la porta, semi
aprendola, davanti a lei, era comparsa Morticia Adamans, Cintya, “Che vuoi?” era
stata scorbutica, non voleva esserlo,ma la situazione. “Io e Giulia!” disse
mostrando, la casta, la riccia salutò pacata, aveva un sonno bestiale, ma
trattenne gli sbadigli, “Volevamo sapere che facevate, tutte insieme, senza
chiamarci!” aggiunse la mora, Greta rimase impalata, ma poi sentì alle sue
spalle la voce di Serena, chiamarle nel entrare.
“Allora?” domandò Cintya , era ignara di tutta quella storia, “Be …”
disse Carolina, scuotendo i lunghi capelli, non sapeva proprio che fare, “Ecco
…” disse Serena, sarebbe morta dalla voglia di urlare al mondo tutta la verità,
ma si trattenne, poi mise una mano sulla bacca, cercando di trattenere,
qualcosa, “Cos’hai?” disse allarmata Camilla, porgendosi verso la sorella
gemella, Serena mosse l’altra mano in grandi movimenti, poi scappò nel bagno
della camera, chiuse la porta e tirò fuori tutto quello schifo.
“Ora mi dovete spiegare che succede!” disse Cintya guardandosi in
torno allarmata, “Serena aspetta …”
disse Carolina, non ci servì continuare la frase, tutto era stato già chiarito,
“Bionda resta calma!Prendo del succo d’uva!” disse Giulia poggiando una mano sulla porta del bagno, “Sono le
tre!” si sentì come risposta, Giulia sorrise poi disse: “Non fa niente!” poi si
girò verso le ragazze e disse: “Chi viene con me?”, Jeanne alzò la mano, così
le due uscirono dalla stanza, mentre le altre restavano sull’uscio della porta
del bagno, sperando che la bionda ne uscisse.
*
“Hai tredici anni!” disse
Lorenzo, buttandosi sul suo letto che era a un metro circa di quello di
Fabrizio, il quale stava giocando, nervosamente, con una pallina. “Lollo zitto!
Non è semplice!” intervenne Michele, mentre finalmente si era infilato sotto le
coperte. “Io vado a parlare con lei!” disse Fabrizio, ma fu fermato da Lorenzo,
che disse: “Dagli tempo, poi verrà lei …”,Ma quale tempo doveva darli? Era lui
che doveva andare da Serena, la sua bambolina aveva bisogno di aiuto e lui non
poteva restare fermo aspettando che lei venisse, toccava a lui andare da Serena.
Si staccò da Lorenzo ed uscì fuori dalla stanza, dirigendosi verso
quella che era la camera della sua fidanzata. Camminò distintamente, seguito da Michele e
ovviamente da Lorenzo, contrariato al massimo,
si ritrovarono davanti la porta della camera di Serena, ma prima che
Fabrizio potesse bussare, come una furia Giulia li passò davanti, con due
scatole di succo d’uva, poi c’era anche Jeanne con due scatole di succo d’uva,
passarono davanti ai ragazzi ed entrarono, chiudendo la porta subito. “Che
maniere!!” disse Lorenzo, poi Michele li tirò una gomitata. Fabrizio prese
fiato e bussò.
Carolina aprì la porta, solo per un quarto giusto da affacciare il
volto, aveva un espressione di chi ti stava per menare il disturbatore
indiscreto, ma quando vide il volto serio di Fabrizio, cambiò espressione, aprì
completamente la porta e poi seria disse: “Serena è in bagno!”, Fabrizio chiese
comunque: “Posso entrare?” Carolina sorrise, era qualcosa che non si poteva
negare, si scostò lasciando passare il ragazzo, poi bloccò nuovamente la porta
impedendo al suo fidanzato e Lorenzo di
entrare, si voltò verso le persone della camera facendo un segno con la testa a
Camilla che capì subito.
La bionda si poggiò sulla porta del bagno e dolcemente disse: “Sere,
Fabrizio è qui. Noi vi lasciamo soli, ok?”, da dentro il bagno si udì un
forzato si, Fabrizio sentì il dolore della sua fidanzata li lacerava l’anima,
prima che le ragazze uscissero, Giulia posò i succhi, insieme a Jeanne sul
comodino e disse: “Bionda i succhi sono sul comodino!” poi uscì insieme a tutte
le altre ragazze, che si unirono a Lorenzo e Michele nel corridoio. “Camilla!”
disse Lorenzo, abbracciando la bionda, aveva un corpo minuto e smilzi, era la
sua piccola principessa, sempre così carina, ma poi si perse un attimo negli
occhi di Cyntia ora li vedeva chiari tutti e due, perché erano rilegati in una
coda alta che prendevano anche i capelli che solitamente stavano appiccicati
sulla faccia, li sorrise, lui ricambiò,
Michele che aveva un braccio attorno alla spalla di Carolina non si lasciò
sfuggire quel dolce scambio di sguardi e quei innocenti sorrisi, Lorenzo si
stava innamorando di Cintya e quando ti piacciono due donne devi scegliere,
come era stato costretto lui nel buon nome dell’amicizia, ma se Lorenzo avesse
scelto Cintya di certo lui non sarebbe rimasto con Carolina, quanto poteva
essere infame, si girò verso la ragazza, schioccandoli un bacio sulle labbra.
“Io vado da Nicolò!” disse Jeanne, sorridendo, addentrandosi verso il corridoio
maschile, “Io torno in camera!” disse, invece Giulia, afferrando il braccio di
una Cintya contrariata, lanciando uno sguardo ad una Greta che capì al volo,
infatti disse: “Vengo con voi che ho sonno!” e le tre si diressero verso la
camera di Cintya, Giulia e Camilla.
*
La porta del bagno si aprì e Serena stravolta uscì ritrovandosi
davanti il suo fidanzato, “Non odiarmi!” fu la prima cosa che disse lui e
contemporaneamente lei, sembrava quasi preparata, invece no, Fabrizio sorrise
benevole, un sorriso che sapeva d’amore con una punta di tristezza, poi
mormorò: “Non potrei mai odiarti!” era sincero, vedere di fronte a se Serena,
ridotta così male, sul punto di non reggersi più con le sue stesse pallide
gambe, lei sorridente disse: “E se l’inferno esplodesse, il sole si spegnesse,
il paradiso cadesse, il polo si sciogliesse,l’acqua evaporasse e il mondo
finisse … E se tutto questo fosse colpa mia, anche in quel caso non mi odierai?”,
aveva gli occhi gonfi e stava per piangere. Fabrizio non disse nulla, si
avvicinò e la avvolse in un abbraccio, uno stretto e caloroso abbraccio, poi
mormorò: “Mai. Io non potrei mai odiarti!” piangeva, lui piangeva, Serena si
strinse sempre di più a lui, poi allungò la mano per sentire le lacrime del
ragazzo, provò ad asciugarle, ma nel tentare di fermare le sue prese anche lei
a piangere, “Non mi lasciare. Mai!” sussurrò Serena, stringendosi forte a lui.
“Se sarai con me non avrò Paura!” disse Fabrizio, d’un tratto ,
poggiando la mano sul suo ventre, poi aggiunse guardando il ragazzo negli occhi
e sussurrò: “Non mi lasciare!Mai!” Fabrizio la strinse ancora di più, già
normalmente non l’avrebbe abbandonata ed ora figuriamoci in queste condizioni,
la guardò seria e disse: “Perché, dovrei mai abbandonarti?” li strinse la mano,
allora Serena spostò la sua e quella del ragazzo sul suo ventre e mormorò:
“Perché da adesso le responsabilità cambiano ed aumentano! Per due tredicenni è
troppo …” quel Troppo poteva significare la grande alternativa, i suoi occhi erano tristi, ma desideravano
comunque appoggio, un appoggio che solo lui poteva dargli, prima che Fabrizio
potesse parlare, la sua fidanzata continuò: “Io non so cosa scegliere, ma voglio
che tu sia sempre al mio fianco, che non ti abbandoni mai!”, lui le sorrise,
segno che c’era e che si sarebbe stato. Serena si allontanò dal ragazzo e si
stese sul letto, sopra le coperte gialle, quasi di lana, Fabrizio rimase una
manciata di secondi a guardarla, incantato, chiedendosi come fosse possibile
che un angelo così bello e buono fosse innamorato di lui, così Fabrizio si sedé
accanto a lei e disse: “Resterò con te, anche se finisse il mondo!” la bionda
sorrise, uno splendido sorriso sincero, Fabrizio si chinò e posò l’orecchiò
sulla pancia lievemente ingrassata di Serena, cercando di sentire qualunque
movimento di SUO figlio, ma ora era troppo piccolo, non si muoveva non
lo sentiva, era come se non ci fosse, ma invece c’era e lui ne era contento.
“Ti amo!” sussurrò Fabrizio, a quelle parole Serena rispose: “Per sempre!”
Si amavano, forse anche più di quanto due tredicenni potevano, si
amavano come non avevano amato mai nessuno in vita propria, ma sarebbero
rimasti veramente insieme per sempre e veramente non si sarebbero innamorati di
nessun altro nel corso della loro vita, perché per un attimo, quando senti un
brivido provenire dalla pancia della ragazza ebbe un sussulto, chiuse gli occhi
ed è come se la mente li si spostò di qualche tempo in avanti, forse, era
qualcosa di particolare, ebbe la sensazione che quello fosse il suo futuro, vide
un immagine … Sfocata e nulla di ben definito, una ragazza bionda con i capelli
legati in due code, che buffa che era, per un attimo li sembrò Serena, ma
aveva la pelle troppo chiara e il suo sorriso sembrava un altro grado di
radiosità, ma bensì non la vedesse, sentiva il cuore a mille ed hai suoi occhi
appariva così bella <<Ciao Fabrizio sono …>> non riuscì ad udire altre
parole, la vedeva in difficoltà, rossa, era tutto così sfocato, poi notò
un'altra ragazza, ma non riuscì neanche a identificarla, lei non li ispirava
niente, come se fosse appena uscita fuori dalla sua vita. Ma ricominciò a
guardare la figura dalla chioma bionda. Chi era? Era certa di conoscerla, ma
non li veniva in mente. << Lontano dal mio Fabrizio >> urlò
alla bionda la ragazza che non aveva mai visto, l’immagine era cambiata, tutto
era cambiato, <<Non è tuo>> rispose la bionda e non riusciva
a distinguerla. Ma chi era?
“Cos’hai amore?” domandò Serena, mentre accarezzava i capelli di
Fabrizio, il castano si risvegliò da quella trans, scosse il capo e rispose:
“Niente!” allora Serena preoccupata chiese:
“Avevi fatto un brutto sogno? Perché prima dormivi bene …”, “Dormivo?” domandò
Fabrizio, passando la mano sulla pancia della ragazza e poi accarezzò la mano
fredda di lei,perché era così fredda, non lo era mai stata, Serena li rispose:
“Si! Per un ora o forse un ora e mezzo. Eri così carino!” ridacchiò, quanta
gioia c’era nella sua voce, Fabrizio si alzò, così da vedere finalmente Serena
sorridere sincere e felice, allora rallegrato disse: “Dev’essere stato un brutto
sogno!” non era brutto, ma l’aveva sconvolto, eppure era solo un sogno, quella
ragazza poteva anche non esistere e pure ora era certo di averla già vista da
qualche parte, si sdraiò accanto a Serena, che aveva chiuso gli occhi e riposava,
ora non doveva pensare a ragazze
immaginarie provenienti dal futuro, doveva pensare a quella fantastica ragazza
che ora aveva bisogno di lui e di tutto il suo affetto, l’abbracciò stringendola
forte, la ragazza pareva già addormentata doveva esse stanchissima, così le
sussurrò: “Buona notte e sogni d’oro, amore mio!”, sentì uno sbiascicò di
“Buona … Notte!” dalle labbra semi chiuse, sorrise.
*
Raggiunto un certo punto della notte Fabrizio fu costretto ad alzarsi
ed andare fuori dalla stanza, aprendo la porta, trovò seduti con la schiena al
muro Camilla e Lorenzo, che neanche si guardavano, erano rossi tutti e due e
non si guardavano, posò il suo sguardo sulla bionda, che lo sollevò appena, per
un attimo li sembrò di vedere Camilla per la prima volta o per l’ennesima
volta, ma in modo diverso, come non l’aveva mai vista, le era sempre parsa come
la sorella di Serena, ora li appariva, come Camilla, ma fu solo un istante. “A
questo punto, andiamo a dormire!” disse, Lorenzo alzandosi e regalando un
sorriso a Camilla che rossa disse: “Notte ragazzi!”, Fabrizio insonnolito
rispose: “Notte Camy!” , Lorenzo le si avvicinò e li diede un bacio sulla
fronte, cosciente che non avrebbe potuto toccare le labbra della ragazza per
ancora tempo, poi sussurro: “Buona notte principessa!”
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Capitolo 12 *** La Sicurezza Di Un Abbraccio. ***
Avventure scolastiche
Giorno! Non devo dare spiegazioni sul mio ritardo, semplicemente per il fatto che questa storia era finita nel Dimenticatoio. Ma grazie a voi che avete letto e Recensito, la storia è Rinata.
Ringraziementi a chi ha messo la storia tra le preferite:
- Kittymew; -MissTata55; - Prettyvitto; -Selvaggia_Chan; -Zero2757;
Chi ha messo la storia la storia tra le seguite:
- I love sansunaro; - MissTata55; - Nalista;
E naturalmente chi ha recensito.
-Prettyvitto:Ovviamente. Ma devi darmi pazienza(Si scrive così vero?)
-Nalista:Grazie
mille! Avevo paura fosse troppo spinta! Per questo ho cercato di darli
una piega più dolce. Dimmi se ti piace questo Cap.
-Rubarubina:
Grazie! Si ho capito! Bene se ti è piaciuto il sogno di
Fabrizio, questo capitolo lo amerai, particolarmente i pezi che parlano
dei sogni ed uno ... Non posso dirtelo ... Devi leggerlo ... Spero di
farti provare ancora emozioni.
-MissTata55: Grazie! Spero ti piaccia questo Cap!
Senza scordarci chi ha Letto!
***
In un passato non troppo lontano
La Sicurezza Di Un Abbracciogo
3 Mesi Dopo.
“Secondo te?” mormorò Serena,
con gli occhi luccicanti, Camilla scosse la testa, abbastanza tesa, “Non lo
so!” biascicò dopo, si passò una mano sui biondi capelli grano, Serena
mordicchiandosi il labbro aggiunse: “Io non voglio essere un’assassina!” posò le mani sul suo
ventre leggermente rigonfiato, “Non voglio!” aveva gli occhi luccicanti;
Camilla abbassò lo sguardo non sapeva assolutamente tenere il confronto,
sollevò lievemente le spalle, “Forse …” cominciò, conficcò le unghia nella
carne del braccio, segno di enorme nervosissimo, Serena ripeté la parola detta
dalla sorella, la gemella continuò: “ Dovremmo dirlo alla mamma …” non aveva
osato, provare a chiedere di dirlo al padre, visto i cattivi rapporti tra
l’uomo e la riccia, “Sicuramente …”
cominciò a gran voce Serena, con un tono molto melodrammatico, continuò:
“Sarà perfetto! Dico alla mamma che sono inc … Inc … Non riesco neanche a
pronunciarlo! Ed i pensieri della separazione dei nostri, diventa appuntamento
con l’avvocato!” faceva larghi movimenti
con le mani, mentre con l’altra accarezzava dolcemente il ventre, Camilla
sbuffò, non sapeva assolutamente che dire o che fare per aiutare la sorella,
“Già!” sussurrò, prima di abbracciarla; L’unica cosa che poteva fare era quella
di starle accanto.
“Adesso però andiamo a scuola! Ho una verifica di geometria alla
sesta ora, non vorrei perderla!” mormorò Serena, mentre si infilava la giacca,
la sorella prese la borsa e la mise in spalla, ed entrambe uscirono, chiudendo
la porta a doppia mandata. “Sai Camy, parliamo sempre di me … A te come va con
Lorenzo? E Cintya?” domandò la riccia bionda, mentre si legava i boccolosi
capelli una coda alta, Camilla non rispose si limitò ad osservare le sue doppie
punte, il suo modo di evitare domande che coinvolgevano il bel castano, “Non va
bene … eh?” notò Serena, affrettando il passo, spesso si sentiva così egoista,
così occupata per i suoi problemi, non si preoccupava mai della gemella; Si
sentiva in colpa, non stava succhiando solo la sua giovinezza ma anche quella
della sorella, “No … Ma non fa niente! Tu sei più importante!” rispose Camilla, avvicinandosi alla sorella,
voleva tirargli un’ancata come ai vecchi tempi, ma non lo fece, aveva paura di
fare male alla creatura che cresceva, la vedeva così fragile, “Anzi voi!” aggiunse
sorridendo e molto dolce, posò una mano sul ventre della sorella - Tredici
anni troppo presto - “Grazie!” udì
come immediata risposta dalla sorella, accarezzandole i lisci capelli oro.
“Come stanno le mie due ragazze e mezzo preferite?” domandò con clamore Michele
comparendo alle spalle delle ragazze e comprendendole in un enorme abbraccio,
“Molto Bene!” rispose con lo stesso calore Serena, schioccandoli anche un bacio
sulla guancia, poi cortese chiese, dov’era Carolina, “Con Jeanne e Greta!”
rispose schietto Michele, prima di concentrare i suoi occhi su l’impacciata figura di Camilla, che non la comparsa
del ragazzo era divenuta leggermente tesa, “Tu come stai?” domandò incerto, fu
una strana sensazione, Michele nella sua vita non era mai stato incerto,
Camilla accennò un sorriso: “Abbastanza bene! Michi!”; Una delle cause del
dolore della piccola Camilla era quel ragazzo dai capelli platino con quegli
splendidi occhi nocciola; Michele con un filo di voce disse: “Mi fa piacere!” E
gli e ne faceva veramente.
*
Giulia, era già a scuola da un pezzo, vagabondava nel cortile, priva
di vita, mentre i sensi di colpa mangiavano la sua anima, stava così da quasi
tre mesi, da quando in montagna aveva scoperto l’inaspettata gravidanza della
sorella della sua migliore amica e i sensi di colpa la uccidevano, perché lei
amava alla follia Fabrizio, ma era cosciente che ora come ora, non avrebbe mai
voluto che lui tornasse da lei, ma in cuor suo ci sperava. “Hem … Giulia! Posso
parlarti?” si sentì chiamare, riconoscendo la cristallina voce di Cintya, si
voltò immediatamente, trovando la bruna ragazza che la guardava, entrambi gli
occhi ghiaccio erano aperti e la bocca curvata in un accenno di sorriso, i
capelli che scomposti solitamente le coprivano almeno un occhio, erano tirati
indietro e fermati con ferretti, Cintya sembrava brillare di una nuova luce e
questa cosa sconfortò Giulia, visto che in quel periodo, con tutta quella
tristezza e malinconia, tutte le luci della gente si affievolivano. “Dimmi!”
rispose la castana, avvicinandosi appena alla ragazza, che quando vide la
riccia avvicinarsi si morse il labbro inferiore, pessimo segno; “Ho fatto
qualcosa di brutto! E tremendamente sbagliato!” mormorò Cintya, prendendo a
sfregarsi il braccio, Giulia guardandola provò disgusto, non sapeva neanche
cosa avesse fatto, ma le faceva schifo, sapere che Cintya aveva fatto qualcosa
di tremendamente sbagliato e nonostante tutto brillava di una luce nuova
che le conferiva sicurezza e bellezza mai avute prima, come se quell’errore che aveva commesso, non aveva
fatto altro che renderla più felice. “Che hai fatto?” chiese, leggermente
distaccata, quasi avesse paura di scoprirlo veramente, Cintya abbassò gli occhi
blu – Vergogna – Altro pessimo segno, poi mormorò: “Lorenzo!” Ed allora li
tutto tacque, a Giulia non importava più nessuna parola di quelle che Cintya li
a poco avrebbe detto, “Risparmiati il fiato! Cin!” le disse, fredda come un
ice-berg, prima di andarsene visibilmente offesa. Gli unici pensieri di Giulia
erano il disgusto che provava per la sua migliore amica, qualunque cosa avesse
fatto era sbagliata, ne era dannatamente certa.
Andò a sbattere contro un ragazzo, capelli scuri ed occhi verdi, lo
conosceva bene, “Lorenzo!” mormorò a denti stretti, completa mentente schifata,
prima che il ragazzo potesse rispondere, la riccia lo aveva aggirato ed aveva
continuato per la sua strada, vedendo in Nicolò, poggiato su una panchina fare
la revisione dei libri, per il compito di Inglese, un appiglio. “Nico!” urlò
catturando l’attenzione del ragazzo e subito ci si sedé accanto, per
intraprendere un qualunque momento di chiacchiera.
*
“Greta! Puoi venire un attimo?” domandò Marta Nanami, in tutta calma,
interompendo le chiacchiere di quest’ultima con Jeanne e Carolina, “Certo!”
rispose schietta la bionda, salutò velocemente le due amiche, che ripresero
tranquillamente a parlare di Michele e Nicolò, di quanto il primo fosse impossibile ed il secondo
dolce, sforzandosi di non parlare di Serena, cosa che li veniva davvero molto
difficile. “Cosa volevi dirmi Marty?” domandò Greta, guardando Marta, una
ragazza di 13 anni, dall’aspetto al quanto
anonimo, in carne, occhi mare e capelli d’ebano, che frequentava la A, con
Camilla, Carolina e Cintya, difesa della squadra di calcio femminile e la
regina del Gossip.
“Lo sai chi a baciato chi?”
gli chiese retorica, alzando uno dei due sopracigli, perfettamente depilati, il
volto di Greta si illuminò, poi rispose: “No …” ci fu un attimo di pausa e
presa da una forte eccitazione, chiese più volte: “Chi? Chi? Dimmelo!”; “Ok!
Ok! Ma tu giura di non dirlo!” rispose la mora, avvicinando la bocca all’orecchio
di Greta per sussurrargli l’incredibile notizia, che non doveva trapelare da
nessuna parte, Greta li diede la sua massima fiducia, “Lorenzo e Cintya!”
mormorò Marta; Serena sentì le gambe tremare. Cintya non aveva potuto fare
questo a Camilla.
*
Fabrizio fu il primo ad entrare in classe, dopo di lui, entrò subito
Serena, che li sorrise gioiosa, lui forzò un sorriso, non riusciva proprio ad
essere felice, essere padre a tredici anni non era una cosa che metteva
allegria e soprattutto dopo tutti i sogni che avevano popolato le notti degli
ultimi mesi, poteva capire, i sogni che mostravano Serena impazzita e in
sottofondo un persistente pianto primordiale, ma invece altri sogni li davano
uno strano senso: Sognava ancora la bionda ragazza che non aveva un volto, che
ogni tanto era dolce con lui ed altre volte la vedeva litigare con la
sconosciuta da i capelli scuri; E più sognava quelle ragazze, più si sentiva
estraneo alla realtà che lo aspettava.
Vide entrare Giulia, con i ricci svolazzanti ed un espressione di
disgusto sul volto, se sedé al suo banco e non disse niente a nessuno, dopo di
lei entrò subito Lorenzo, che sulla faccia aveva stampata un espressione
corrugata, disgusto per se stesso e sensi di colpa, poi entrò Michele, che
sorrideva, l’unico essere sulla faccia della terra con la capacità di sorridere
anche nelle situazioni meno indicate, ma Fabrizio non doveva stupirsi se il suo
migliore amico poteva avere un adolescenza normale, perché privargliene?
Il professore entrò dopo gli altri studenti, dopo l’appello e le
giustificazioni, distribuì il compito di Geometria, avevano due ore a
disposizione, Fabrizio impiegò solo un ora per finirlo, lo ricontrollò cinque volte, poi si concentrò a guardare i
suoi amici: Lorenzo andava spedito, scrivendo come una macchinetta, la sua
Serena scriveva, si fermava, pensava, si mordeva il labbro e si grattava il
capo, poi li veniva l’intuizione e ricominciava il giro, Giulia aveva gli occhi
puntati sulle nuvole sperando in un illuminazione divina, come faceva sempre,
mentre Michele neanche ci sperava, scriveva passivamente sul foglio, ogni tenta
cercava di allungare gli occhi sul foglio del suo vicino, non arrivando a
niente. Vedere questo cose lo rallegrò, sembrava che le cose non fossero mai
cambiate, che tutto fosse rimasto come era sempre stato, invece dei drastici
cambiamenti che erano avvenuti; “Ha finito?” lo riportò alla realtà il
professore, “Si!” rispose non curante il castano, prese il foglio, si alzò e lo
posò sulla cattedra, si voltò appena verso Serena, che gli fece un sorriso
confortevole, chi sa cosa avesse letto sulla sua faccia, sta volta Fabrizio
rispose con un sorriso sincero. Qualunque cosa significassero i suoi sogni,
qualunque cosa sarebbe successo, Fabrizio aveva una priorità … Anzi due: Serena
e suo figlio. Il resto non contava più nulla.
*
Fu strano quello che accadde quell’intervallo. Fabrizio, stava
uscendo dall’aula per andare al distributore per una cola, che aveva superato
una ragazza con il volto basso che cercava di trattenere le lacrime, passandole
a canto provò la stessa sensazione della mattina dopo i sogni sulla
bionda(Cominciati la notte della settimana bianca), si voltò immediatamente,
riconoscendo Camilla, con i pugni serrati le labbra strette e gli occhi
socchiusi in un tentativo di non piangere. Guardandola si rese conto di non
aver mai veramente parlato con lei; Allora chiese: “Qualcosa non va?” si diede
del cretino, era ovvio che qualcosa non andava, se no, sarebbe stata allegra
come una pasqua a saltellare con le sue amiche; Probabilmente a renderla così
triste erano le condizioni della sorella e del matrimonio dei suoi genitori …
Questi erano i pensieri di Fabrizio, vedendo Camilla così fragile. La bionda si
staccò dal muro ed abbracciò Fabrizio, lasciandosi in un pianto isterico, per
lei stessa fu una cosa strana, visto che Fabrizio non le era neanche simpatico,
ma se le uniche spalle che aveva su cui piangere erano le sue, allora gli
andavano bene.
Fabrizio la strinse e Camilla si sentì protetta. Dalla sua testa
sparì completamente il pensiero di Cintya che baciava Lorenzo, pettegolezzo
saputo da Greta; Tra le braccia di Fabrizio si sentiva protetta, ora cominciava
a capire perché sua sorella fosse così assuefatta da lui, come rinunciare a
quel calore, quella tranquillità e a quello scudo contro alle avversità, come?
In quel momento invidiò tantissimo Serena, incinta o meno, la invidiò. “Ora mi
dici cosa è successo?” mormorò Fabrizio, “Tutto!” udì come risposta, affondando
ancora più il naso nella maglia del ragazzo, raccontandoli tutta la storia,
mentre per tutto l’intervallo restavano lì, abbracciati per il corridoio,
mentre i ragazzi fuori dalle aule, che non erano scesi in cortile li guardavano
interdetti; Ma i due se ne fregarono altamente.
*
Leonardo Minami, entrò nell’ambulatorio medico della scuola media,
sua figlia Serena, era esausta su un lettino e guardava il padre con astio, ma
i suoi occhi imploravano pietà, “Cosa l’ è successo?” domandò preoccupato
l’uomo alla dottoressa, che dolcemente rispose: “Penso abbia solo un virus
intestinale! Ha vomitato!”, l’uomo guardò la figlia, poi la dottoressa ed infine
disse: “Immaginavo … Sono quasi quattro mesi che sta così e si rifiuta da
andare dal medico!” aveva un tono
imparziale che non ammetteva repliche, Serena deglutì, la fine era vicina, si
portò una mano sul ventre rigonfio; I suoi genitori si erano accorti che stava
mettendo su pancia, ma la ragazza si mostrava molto famelica e cercava di nascondere
gli attacchi di stomaco, così che risultasse solo che ingrassava per il cibo e
perché non faceva più sport, di fatto aveva lasciato il calcio, con al scusa
che era uno sport troppo maschile, ma sta volta avrebbero capito.
“Va bene! La riporto a casa … La madre era preoccupatissima!” alla
fine disse l’uomo, prendendo una nota dolce nella voce, la dottoressa sorrise
lievemente. Serena si alzò dal letto e si diresse con il padre a recuperare i
suoi oggetti in classe, l’intervallo era ormai finito e quando entrò in classe,
sentiva la gente vociferare di qualcosa avvenuto nella pausa di cui lei
evidentemente non sapeva nulla. Fabrizio li fece cenno che l’avrebbe chiamata
dopo, ma stranamente non la guardò negli occhi, invece Giulia, contro ogni sua
prerogativa la salutò, Lorenzo le fece un cenno e tornò a guardare il quaderno,
Michele sorrise, ma con uno dei suoi sorrisi beffardi, quegli che significavano
solo cose negative gli altri si limitarono ad un saluto generale.
In macchina.
“Di un po’ sei incinta?” chiese suo padre severo, “Cosa?” esclamò
Serena, spaventata, “Hai capito!” non si sprecò nel ripetere la domanda,
Leonardo, poi aggiunse: “Vomiti! Sei sensibile agli odori! Stai male e sei
ingrassata! Quindi sei incinta?” ; Serena portò il suo sguardo fuori dal
finestrino e poi mormorò un impercettibile “Si”, “O Serena … Non potevi farti
espellere da scuola? O farti bocciare? Come fanno le ragazze della tua età!”
esclamò il padre, prima di battere forse il palmo sul clacson per via del
traffico, i suoi occhi erano vitrei e il suo volto contratto, il corpo teso;
Eccolo il preludio della catastrofe, Serena con un sorriso rammaricato, poggiò
la testa sul vetro del finestrino sperando in un miracolo.
*
In farmacia.
“Ciao Teresa!” disse Letizia, vedendo la madre di Camilla al bancone,
“Ciao Letizia! Senti cara mi dai delle tachipirine! Penso che Serena stia poco
bene!” rispose la signora Minami, guardando la bella madre di Michela, che si
preparava a darle ciò che aveva chiesto, anche se al nome della ragazza si era
per un attimo bloccata, essendo a conoscenza della gravidanza, prese le
tachipirine e le diede alla signora, dicendoli il prezzo. Dopo che Teresa ebbe
pagato, Letizia disse: “Sai … Teresa, ti consiglio di portare Serena da un
medico …” sperando così che la madre scoprisse la situazione, avendo trovato
Teresa una donna comprensiva e dolce, come lei aveva sempre sperato fosse usa
madre, ma che invece non lo era mai stata. Teresa si era trovata subito in
confidenza con la giovane Letizia; Si erano
conosciute tramite Camilla, che era diventata la Babysitter per eccellenza
della piccola e pestifera Michela, “Certo! Penso di dovermi fidare della mia
unica amica farmacista!” rispose alla proposta di prima Teresa, mentre prendeva
il resto poggiatoli sul bancone, “Bene. Poi ti faccio sapere cos’ha!” esclamò,
dopo essersi rimessa gli spiccioli in borsa; “Certo!” rispose Letizia con un
bel sorriso, pregando che Serena l’avrebbe perdonato, poi aggiunse: “Di a
Camilla di chiamarmi! Perché ho bisogno di una babysitter per sabato, vado ad
un centro estetico con la mia migliore amica, Beatrice!” , la donna fece un
cenno d’assenso, poi salutò e cordiale uscì dalla farmacia, facendo attenzione
a non sbattere contro qualcuno.
Una volta fuori, il cellulare che aveva dentro la borsetta carminio
squillò, lo prese tranquillamente leggendo sullo schermo il nome del marito,
tranquillamente lo prese e rispose: “Dimmi Leo!” calcò molto sul nome, era un
paio d’anni che non si chiamavano più Amore, “So cosa ha nostra figlia!” sentì
come unica risposta dall’altra parte della cornetta, Teresa si preoccupò, poi
chiese: “Cos’ha?”, la risposta la paralizzò, non poteva essere vera, ma la voce
di suo marito Leonardo non mentiva, era troppo dura, ferrea e glaciale, “È incinta!”
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Capitolo 13 *** Problemi ( Parte 1) ***
Avventure scolastiche
Bene Questa volta ho cercato di far prima! Ma non sono troppo soddisfatta di questo Cap.
Ringraziementi a chi ha messo la storia tra le preferite:
- Kittymew; -MissTata55; - Prettyvitto; -Selvaggia_Chan; -Zero2757;
Chi ha messo la storia la storia tra le seguite:
- I love sansunaro; - MissTata55; - Nalista; - Prettyvitto; - Rabarubina;
E naturalmente chi ha recensito.
-Prettyvitto:NON PERDERE MAI LA SPERANZA
-Rubarubina:
Io sono sempre contenta ma non sono affatto contenta di questo
capitolo!! E' solo una metà e la secondo non so quanto ci
impiegherò essendo più complicata.
-MissTata55: Io c'ho messo l'anima! Come è uscito non lo so! QUESTO è solo metà del capitolo verò e proprio!
-Mary90_p:
Be qui non si rivela molto di quello che farà Teresa! Tutto al
prossimo! uesto è più su ... NON SAPREI ETTICHETTARLO ...
E' più problematico.
Senza scordarci chi ha Letto!
***
In un passato non troppo lontano
Problemi (Parte 1)
Camilla stava sistemando i libri di Antologia nella borsa, mentre
guardava assopita Cintya pochi centimetri accanto fare la medesima cosa, mentre
teneva gli occhi bassi ed ogni tanto guardava nella sua direzione con sguardi
colpevoli che Camilla deliberatamente ignorava.
“We go at home togheter?” chiese cortese Nicolò avvicinandosi
alla bionda, per recuperare il loro rito di fare almeno tre quarti della strada
assieme, “Ovvio! Mi devi raccontare come procede la tua relazione con
Jeanne!” rispose Camilla con dolcezza,
infilandosi la borsa sulle spalle e prendendo a braccetto Nicolò, “Si ma vengo
anch’io! Voglio sapere come sta Sere!” declamò Carolina mentre si avvicinava ai
due e prendeva a braccetto l’altro lato del ragazzo, Nico la guardò leggermente
stranito; Ok, da quando si era fidanzato con Jeanne , la violacea era diventata
più gentile, ma non erano ancora entrati così tanto in confidenza; Mosse appena
le spalle, prima o poi le cose cambiavano. “Vengo con voi fino alla fermata!”
si sentirono alle spalle, riconoscendo Greta, che li seguiva con un enorme
dizionario in mano, Marta invece rimase indietro per parlare con Cintya; “Bene
andiamo!” esclamò Camilla, partendo in quarta, trascinandosi dietro in qualche
modo tutti.
Nell’aula erano rimaste solo Marta e Cintya
“Dunque noto che tu sia rimasta sola!” domandò Marta, porgendosi appena verso la mora, che
stava litigando con i suoi capelli neri, cercando di non pensare al fatto che
nessuno dei suoi amici le parlava, “Me lo sono meritata!” rispose secca Cintya,
solo perché era rimasta sola, non sarebbe diventata amica delle persone che più
detestava a questo mondo; “Accettare il problema è il primo passo per guarirlo
Cin!” udirono una voce sovrastare le altre, proveniva dalla porta, in tutto il
suo splendore Michele era comparso
sull’uscio della porta, i biondi capelli platino arruffati e gli occhi scuri
puntati sulla formosa figura della mora, “Devo parlarti!” aggiunse, puntando
trucido lo sguardo su Marta che deglutì e filò subito via, mai far arrabbiare
il giovane Michele.
Michele a passo sinuoso entrò nell’aula, “Ti devo un favore sai,
piccola!” gli disse, mentre gli
accarezzava il volto, Cintya ebbe un brivido, “Perché?” mormorò, mentre
convulsiva si passava le mani su una ciocca di capelli, cercando di ignorare la
mano di Michele sul suo volto, il platinato rispose: “perché ora Lorenzo non ha
più alcun diritto su Camilla!” aveva un sorriso compiaciuto. L’unico pensiero
di Cintya nel guardarlo era che se lei si faceva schifo da sola, quel ragazzo la disgustava veramente,
per il suo torna conto personale era pronto a tutto, si chiedeva come fosse
possibile che due cari ragazzi come Fabrizio e Lorenzo potessero essere ancora
suoi amici. “Ed è solo merito tuo!” mormorò suadente Michele , aggiunse:
“Grazie molte Cin!” e per ulteriore ringraziamento gli diede un bacio a fior di labbra; Che non
voleva dire nulla oltre un semplice gesto di ringraziamento che disgustò ancora
di più Cintya. Ormai si faceva schifo da sola.
*
Nel cortile
Shaf. Giulia era mingherlina ma aveva grande forza nelle braccia e
quello schiaffo ben assestato sul guanciale di Lorenzo ne era la prova, Jeanne
e Fabrizio rimasero interdetti a fissarla, mentre Lorenzo si portava le mani
sulla guancia rossa e Giulia rimaneva con la mano a mezz’aria a digrignare i
denti; “CAMILLA!” scandì bene il nome della migliore amica, mentre fulminava
con gli occhi il ragazzo, che la guardava con rabbia e contemporaneamente
pentimento, “Non se lo merita!” urlò
Giulia con tutto il fiato che aveva in petto, “Mi fai schifo!” sbottò
ulteriormente alla fine, prima di voltarsi ed andarsene a grandi passi … Si
ufficialmente gli facevano schifo tutti! Tra di loro non ce n’è era uno solo
salvabile, neanche il suo Fabrizio con tanto amava. “Be ha ragione!”
decreto incerta Jeanne, tirando indietro qualche ciuffo rosso dalla faccia,
Fabrizio non espresse verdetto, non si sentiva qualificato a farlo; Era
arrabbiato con il suo amico, non per il gesto, ma perche aveva fatto piangere
Camilla, non sapeva spiegarsi perché, ma dopo quella mattina si sentiva molto
legato a quella ragazza.
“Andiamo!” declamò infine, dirigendosi verso il biondo amico e
superandolo che subito lo segui, con l’irlandese a pochi passi dietro, che
borbottando esprimeva il suo sdegno per Lorenzo, poco dopo li raggiunse anche
Michele raggiante, che subito portò le mani sulle spalle dei suoi amici, subito
informandosi di cosa avrebbero fatto il pomeriggio, Lorenzo lo ignorò Fabrizio
rivelò di dover studiare, ricordandoli che avevano un esame a pochi mesi e che
doveva informarsi sulle salute fisica della sua ragazza. “Ok! Troverò il modo
di divertirmi anche da solo!” biascicò alla fine il biondo, mentre già
immaginava di trascinare nuovamente Camilla in quel parco, per finire ciò che
avevano iniziato ed ormai Lorenzo non aveva più voce in capitolo.
“Boys! I don’t understand!” sbottò Jeanne, imprecando nella sua
lingua.
*
(Altrove)
[Greta si era fermata alla fermata quasi subito.
Nicolò, Camilla e Carolina continuarono a camminare a braccetto, parlottando
tra loro.]
“Comunque Nico è molto simpatico!”
notò Carolina dopo aver salutato
Nicolò che aveva svoltato l’angolo della strada, “ Peccato che l’anno prossimo
partirà per gli USA!” mormorò Camilla, ancora dispiaciuta per la futura
partenza del suo caro amico, Carolina sgranò gli occhi, poi disse: “Anche lui?
Jeanne andrà in Irlanda!”, Camilla sospirò. Quant’erano brutti gli Adii,
facevano davvero male; Camilla si portò una mano sul cuore. La violacea, si
risistemò meglio l’odiosa gonna rosa della divisa, per poi raccontarle che
l’aveva accompagnata per sapere la salute di Serena.
“Sono a casa!E c’è anche Carol!” esclamò a gran voce, Camilla
aprendo la porta di casa con uno scatto; Quello che si ritrovarono davanti le
lasciò di sasso; Serena era raggomitolata sul divano che cercava di trattenere
le lacrime e le gote rosse, mentre dalla porta serrata della cucina si udivano
due forti voce dibattere su tutto, “Che
succede?” chiese Carolina sconfortata, Camilla l’afferrò per l’avambraccio e la
trascinò fuori chiudendo di scatto la porta, mormorò poi: “Avranno scoperto che
aspetta un bambino!” , prese coraggio e riaprì la porta, si voltò verso la
violacea e chiese: “Posso chiederti un favore? Torna a casa! Poi ti chiamo io!”
Carolina annui, abbracciando la bionda che rientro, mentre lei girava i tacchi
e scendeva le scale oltre il cancelletto aperto.
“Sere che è successo???” domandò subito Camilla, chiudendosi con un
tonfo le porte alle spalle, Serena sollevò la testa dal divano poi rispose: “Papà
a capito che aspetto un bambino, l’ha detto alla mamma! Per una buon’ora mi
hanno dato addosso! Ma almeno andavano d’accordo! Ma alla parola con la A” Serena
si toccò il ventre, “Detta da papà, si è scatenato il putiferio! E da due ore
che discutono! Ed ogni tanto ho sentito la parola con la A, ma più spesso
quella con la D!” riportò la faccia tra i ginocchi, sfogandosi in singhiozzi,
proprio come aveva fatto Camilla la mattina prima; La gemella la strinse,
cercando di dargli lo stesso conforto che gli aveva dato Fabrizio quella
mattina. “Cosa faremo Camy?” chiese Serena sollevando appena lo sguardo verso
la sorella, che dolce rispose: “RESTIAMO UNITE! Io e te!” passandoli appena una
mano sul ventre gonfio. Camilla, Serena e quella piccola creatura.
*
(La notte)
Letizia strapazzò bene il cuscino prima di posarlo sul divano letto a
due piazze; “Spero dormiate bene!” mormorò dolce, guardando le due ragazze dai
capelli biondi, poi posò un cuscino al fondo del letto, “Tieni i piedi in alto!”
raccomandò a Serena,accarezzandoli i capelli. “Sei stata molto gentile ad
ospitarci! Con i nostri che litigano continuamente!” ringraziò Camilla, in
seguito abbracciando Letizia, che la strinse forte, poi rispose: “Figuratevi!
Vi adoro troppo! Ora vado a dare la buona notte alla mia principessa!” scivolò
via sia dall’abbraccio che dalla stanza, Serena la guardava estasiata, sperando
un giorno di essere una madre brava come lo era Letizia; “Andiamo a dormire!”
disse Camilla trascinando la sorella, cercando di essere delicata.
Serena si addormentò subito, con le gote in fiamme e piangendo,
Camilla invece non fu così fortunata, rimase alla mercé dei suoi pensieri:
Pensieri che riguardavano Cintya, Nicolò, Lorenzo , Serena e … Fabrizio! Questo
era il problema non riusciva a fare a meno di pensare a quel ragazzo dopo
quello che era accaduto all’intervallo! Il problema e che non riusciva a
catalogare le emozioni, non c’entrava niente con nulla rispetto a ciò che aveva
provato fino ad ora; Nulla con l’amore che provava per Lorenzo, Nulla con il
brivido di Michele al parco, Nulla con Nulla. Con quei pensieri vorticosi nella
testa, Camilla riuscì a prendere sonno, ma come sempre il suo inconscio la
tormentò ancora …
< < Camilla guardava il suo polso dove un ragazzo, che non
riusciva a distinguere, gli legava un braccialetto; ed il suo cuore batteva
fortissimo … > >
Per tutta la notte all’infinito quel frammento di sogno. Quel
ragazzo, chiunque fosse, comunque fosse, era inequivocabilmente importante; Per
lui avrebbe dato l’anima; Camilla sapeva in cuor suo che quello era il
ragazzo della sua vita, l’unico problema e che quello era semplicemente un
ragazzo dei sogni, attualmente non identificabile.
Suonò il suo cellulare e Camilla lo prese, un messaggio, da parte di
Michele; Non si stupì, solo un cretino patentato come lui, poteva inviare un
messaggio alle 2 di notte. Ripose il cellulare sul comò, dicendosi che l’avrebbe
letto l’indomani, ma la curiosità prese il sopravvento così lo lesse: “ Dobbiamo
finire … Ciò che abbiamo iniziato!” Camilla sbuffò! Buttando il cellulare
sul comò, aveva troppo pensieri per occuparsi anche di quelli incoerenti di
quel pazzo, si ributtò sul letto con la chiara intenzione di riaddormentarsi,
ma prima di cadere nella sua splendida catalessi, riuscì ad udire un mormorio
di sua sorella, due nomi ripetuti di continuò …
Fabrizio. Renoir. Fabrizio. Renoir. Fabrizio. Renoir
….
Accarezzò la guancia bagnata di lacrime della sorella e poi piangendo
per la sorella, anche lei, riuscì a dormire, sognando di nuovo lo sconosciuto
ragazzo, assieme ad una apzza dai capelli blu, ed altri ambigui soggetti mai
visti. Sogni che la riempirono di gioia passeggera. Per il futuro infausto che –
non solo lei – le attendeva.
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Capitolo 14 *** Problemi ( Parte 2) ***
Avventure scolastiche
Bene Questa volta ho cercato di far prima! Ma non sono troppo soddisfatta di questo Cap.
Ringraziementi a chi ha messo la storia tra le preferite:
- Kittymew; -MissTata55; - Prettyvitto; - Rubarubina -Selvaggia_Chan;
Chi ha messo la storia la storia tra le seguite:
- I love sansunaro; - MissTata55; - Nalista; - Prettyvitto;
E naturalmente chi ha recensito.
-Prettyvitto: * Perdono* Mi dispiace di farti aspettare sempre.
-Rubarubina:
Bene, questo capitolo è particolare, è molto bè,
toccante e Malinconico. Vengono itrodotti tre nuovi personaggi (Di cui
uno già bello che conosciuto) solo che non si rivedranno per un
po'. Riguardo a Renoir, non farti troppi film, è una scemenza,
comunque se ritorni a qualche capitolo indietro, su Fabrizio quando fa
una prospettiva futura, il nome Renoir è sempre importante. Ma
comunque è la prima cosa che spiego. Sono contenta che ti
paiccia.
-MissTata55: *Perdono* Grazie mille. Spero ti piaccia.
-Hikarydream: Grazie mille. Non fa niente, spero ti piaccia.
-Nalista: Don't Worry. Spero ti piaccia questo.
Senza scordarci chi ha Letto!
Attenzione,
questo capitolo è molto breve rispetto agli altri, di fatti,
avrei potuto farne solo uno con il precedente ma non ne sarei stata
capace. Volevo anche informarvi che probabilmente il prossimo capitolo,
non sarà un capitolo, ma un riassunto velocizato di diversi
fatti, come il divorzio e quello che succedera a Giulia ... (Capirete
dopo aver letto).
***
{Dal Prec Cap:Accarezzò la guancia bagnata di lacrime della sorella
e poi piangendo per la sorella, anche lei, riuscì a dormire, sognando di nuovo
lo sconosciuto ragazzo, assieme ad una pazza dai capelli blu, ed altri ambigui
soggetti mai visti. Sogni che la riempirono di gioia passeggera. Per il futuro
infausto che – non solo lei – le attendeva.}
In un passato non troppo lontano
Problemi (Parte 2)
“Chi è Renoir?” chiese alla sorella, mentre Letizia versava del latte
caldo, Michela le si era seduta in braccio. “Un pittore impressionista.” Le
rispose tranquilla Serena, mentre
prendeva una tazza di latte, “Perché insieme al nome di Fabrizio blateravi
anche il suo?” chiese Camilla, Serena sorrise imbarazzata e si portò una mano
sul ventre, “ È il nome che pensavo di dare a lei o a lui …” rispose, bevendo
un altro po’ di latte, Camilla fece un altro segno d’assenso. “Come lui o lei?
Ancora lo sai? Da quando sei incinta?” si intromise Letizia, Serena rispose:
“Quattro mesi e mezzo, ma non ho mai potuto fare un ecografia!”, Letizia le
accarezzò i capelli, “Camilla puoi portare Michela a scuola? Io credo che
porterò Serena a farsi una visita!” alla
fine aggiunse, con un sorriso trionfale sul volto, Serena annui massaggiandosi
il ventre gonfio.
“Quindi andiamo?” propose Michela a Camilla mentre si infilava la sua
giacca, “Si andiamo piccola peste!” aggiunse l’altra, indossando la sua giacca,
salutò le altre due ed uscì di casa con la piccola peste. “Quindi sarai Zia?”
chiese dolce Michela, passandosi una mano sui lunghi capelli neri, “Si, credo
che sarò zia!” rispose la ragazza, con
un sorriso dolceamaro. Ormai lo percepiva la sua infanzia felice stava per
sgretolarsi del tutto; Suo padre stesso l’aveva presa in disparte per parlarli
del effettiva idea di Divorzio dalla moglie, li aveva chiesto se lei sarebbe
andata con lui, magari in una bella città come
Osaka. Lei non aveva saputo rispondere. “Ecco siamo arrivati!” proferì Michela, davanti al cancello della sua
scuola elementare, Camilla le sorrise, salutandola con un grande
abbraccio, poi la bambina scappò dentro.
Mentre Camilla camminava tranquilla per le strade di Tokyo, così
senza averne veramente voglia, fu raggiunta, per sua sfortuna, da un cretino in
bicicletta. “Camy!” esclamò lui e Camilla riconobbe subito la voce fastidiosa
di Michele, che sicuramente voleva parlare del non-nulla che era successo fra
loro, che poi per Camilla non esisteva. Si era decisa sia Michele che Lorenzo
erano punti da eliminare nella sua esistenza, forse, forse avrebbe potuto
lasciare Fabrizio, infondo era il ragazzo di sua sorella ed il padre di suo
nipote; Si sforzò di non pensare che era l’unico ragazzo che le aveva dato
sicurezza. Camilla ignorò Michele e continuò a camminare come se la sgradevole
figura in bici accanto a lei non ci fosse. Perché diamine quel Mongoflettico
non era a scuola? Si urlò nella mente. “Vuoi ignorarmi? Ok. Ignorami!” esclamò
il ragazzo, quasi, offeso, mentre continuava a stare sullo stesso piano di
Camilla, la ragazza non disse nulla, continuò per la sua strada, “Fa come vuoi
angelo!” esclamò irritato alla fine Michele, prese a pedalare e molto
velocemente si allontanò Camilla sorrise soddisfatta. Finalmente ora si sarebbe
potuta rilassare un po’.
La ragazza continuava a vagare per i marciapiedi quando un elegante
macchina nera l’affiancò, “Tesoro, vuoi un passaggio?” chiese la voce del
padre, mentre si abbassava il finestrino del sedile accanto al conducente,
“Volentieri Papà!” rispose Camilla, con un sorriso dolce, aprendo lo sportello
e salendoci. Leonardo Minami ingranò la marcia, “Tesoro, io e la mamma, oggi …”
stava cominciando nervoso, cercando comunque di mantenere una voce tranquilla,
“Papà lo so. È un paio di giorni che me
ne parlate. Ma con me e Serena che farete?” rispose Camilla, leggermente a
disaggio, guardando oltre il finestrino, Leonardo disse: “Ti adoro stellina
mia.” Senza darle alcun indizio sul
affidamento. “Mi fai entrare ora a scuola?” chiese Camilla guardando il padre,
lui mosse il capo, poi rispose: “No Camilla, desidero passare del tempo con
te”, quello era assolutamente un brutto presagio.
*
“Ieri è scoppiato il pandemonio!” fu la prima cosa che disse Giulia,
quando si sedé vicino a Fabrizio, tutta la classe li guardò, anche il
professore rimase interdetto, “Posso sapere cosa succede signorina?” chiese il
professore visibilmente infastidito, era tipico di quella ragazza fare le cose
a sproposito, Lorenzo si voltò verso i due, “Non si preoccupi Prof!” disse
Giulia riconcentrandosi su Fabrizio, il quale era totalmente bordeaux, era
stato per un anno intero con quella ragazza ed era abituata a tutti i suoi
attacchi schizofrenici che rischiavano di abbassarli la condotta. “Signorina,
come si permette di parlarmi così?” alzò la voce il professore, Giulia si passò
una mano sui capelli castani, poi si alzò in piedi, quasi furente di rabbia,
quello era un discorso serio ed erano giorni che lei era schizzata. Cintya
aveva baciato Lorenzo, tradendo definitivamente Camilla, Michele era un idiota
che ci provava spudoratamente con Camilla, Carolina e Marta erano depresse,
alla fine dell’anno Jeanne e Nicolò sarebbero andati via, Serena era incinta e
lei aveva dovuto rinunciare al ragazzo della sua vita. Ed ora per la prima volta nella sua vita,
stava facendo qualcosa per una persona a cui teneva molto ed avrebbe nuociuto a
se stessa, voleva assolutamente che Fabrizio fosse il cavaliere di Serena,
perché lei ne aveva assolutamente bisogno, non importa quanto le avrebbe
spezzato il cuore; Anche se, quando alla ricreazione, il giorno prima aveva
visto Camilla stretta a Fabrizio, non aveva
sentito una vertigine ne disgusto (Come quello che provava per Cintya, quando
era con Lorenzo e quello per Serena in generale) aveva provato pace, come se
loro due insieme fossero il meglio.
“Senta professore qui stiamo tutti andando a scatafascio! Per favore
continui la sua lezione, che noi ritorniamo sui problemi che non dovremmo
avere!” urlò Giulia, alzandosi anche in piedi. Il professore rimase basito
qualche istante, il libro di letteratura li scivolò dalle mani, tutti gli occhi
della classe erano puntati su di lei, Fabrizio si portò una mano alla bocca,
quasi a voler trattenere una nausea improvvisa, “Ma come si permette …” stava
recuperando il professore, Giulia lo soprastò con le lacrime agli occhi, “Ma
lei non vuole capire …” urlò con una voce stridula, “Se si rifiuta … Be vada al
diavolo!” scoppiò in un pianto rotto,
scappando via dalla classe, Fabrizio si bloccò. Doveva inseguirla? Non sapeva
assolutamente che fare. Si alzò, il professore interdetto lo notò, “Non ci
provi!” li impartì severo, il ragazzo si risedé sulla sua sedia, guardando il
banco prima occupato da Giulia; Lorenzo guardò la porta dov’era scappata
Giulia, abbassò lo sguardo, tirandosi lievemente i capelli biondi. Era cambiato
tutto, si era sbriciolato tutto, il futuro che si costruiva da quando aveva 10anni
era sfumato, Perché?Scrisse sul quaderno
con caratteri scomposti e cubitali, una calligrafia disorganica che non era mai
stata la sua. “Scusate un attimo!” disse il professore uscendo, entrò una
bidella e rimase sull’uscio della porta, stranamente nessuno in classe fiatò.
*
“Allora è di 4 mesi e mezzo … Quindi 18 settimane” fece i conti Teresa, dicendo all’infermiera, “Credo che con 16-18
settimane, l’aborto sia impossibile!” disse l’infermiera, poi le disse: “Ora
dobbiamo visitare sua figlia!” aprendo la porta della stanza dove entrò seguita
da Teresa. La donna era infuriata con la figlia, ma era sempre stata contro l’aborto
e sapere che sua figlia non poteva farlo, era solo una magra consolazione; In
confronto al divorzio che l’attendeva
con suo marito, l’uomo che era stato per tutta la vita la sua dolce metà.
Nella stanza stesa su un lettino, c’era Serena con il ventre
leggermente gonfio, Letizia al suo
fianco che le stringeva la mano ed una dottoressa che prendeva una specie di
impasto gelatinoso blu che posò sul ventre di Serena, la ragazza si contrasse
era letteralmente gelato. Teresa superò in fretta l’infermiera, arrivando da
sua figlia, le prese la mano libera, con gli occhi lievemente lucidi, “Andrà
tutto bene, tesoro!” mormorò. La dottoressa accese il macchinario per
l’ecografia ,cominciò a passarlo sul ventre, così espandendo la crema, “Ecco!”
disse fiera, poi sullo schermo apparve un immagine, Grigia e Nera, che si
muoveva appena, la sagoma era molto simile ad un bambino di profilo, “Ecco …”
aggiunse, Serena trattenne le lacrime, “Questo è il cuore!” aggiunse e nella
stanza, si sentirono tanti tocchi veloci, il cuore di Teresa sussultava alla
stessa velocità, mentre accarezzava la
mano della figlia. “È maschio o femmina?” domandò Letizia, guardando l’immagine
nello schermo, la dottoressa continuò a passare la macchina su tutto il ventre,
poi rispose: “Non si può ancora dire … Forse Femmina!” , le due donna,
stritolarono le mani di serena, poi Letizia aggiunse: “Femmina. La piccola
Renoir!”, “La mia piccola Renoir!” pianse Serena.
*
Osaka.
Daniela Yamaha guardava il camion dei traslochi. La sua migliore
amica/vicina di casa stava partendo, per Tokyo; Certo non sarebbe partita ora,
come sua madre, ma sarebbe rimasta ad Osaka per qualche mese, più o meno fino
alla fine della scuola, avrebbe vissuto con il fratello a casa di suo padre,
avendo i genitori divorziati. “Perché quegli occhi lucidi. Io vado via solo fra
qualche mese!” disse la sua amica, mentre una folata di vento smuoveva i
capelli scuri, circondandole le spalle, “Perché io sono la pazza Daniele, che
tutti evitano, tranne te ed ovviamo Mirco!” rispose Daniela quasi piangente.
Mirco, un bel ragazzo dai capelli corallo l’abbraccio, le diede un bacio sulla
tempia, mentre la ragazza giocò con una filò di capelli castani di Daniela,
aggiunse: “Noi saremo per sempre Mirco Hichinose, Daniela Yamaha e Alessia
Azumi!”, “Amici per sempre!” finì Mirco, “Ma Alessia parte!” pianse Daniela.
Alessia partiva e quello era il preludio, era il preludio per la vita
finalmente felice per Camilla, ma allora ne Mirco, ne Daniela e ne Alessia
potevano saperlo. Nessuno poteva.
*
Cintya fissava la lavagna senza dire niente, Nicolò le si era seduto
accanto, perché lui non poteva fare a meno di rimanergli comunque accanto,
“Sono mostruosa?” chiese con gli occhi bassi, “Abbastanza!” rispose lui
tranquillo, Cintya sorrise, “Perché te ne devi andare?” mormorò Cintya, lui non
rispondeva, non rispondeva a Camilla, quando con occhi piangenti li porgeva la
stessa domanda. “Amanda!” urlò il professore Luigi Stonks, entrando nella
stanza, “Dimmi Luigi!” rispose la professoressa Amanda Yookonomi, “VIENI!”
urlò, quasi di fiamma, Greta e Carolina rimasero mute, come tutta la classe,
“Ok!Ok!” disse la professoressa alzandosi, recuperò il suo registro e si alzò,
“Ragazzi state buoni!” consigliò ai ragazzi, poi si voltò verso Luigi, “Ma che
è successo?” uscì con il professore, la spiegazione si perse per strada. Poi la
classe si alzò in una continuo mormorio di voci. La causa si scoprì: Giulia.
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Capitolo 15 *** Confessioni di una Camilla Disperata( Un riassunto, che sembra più un lungo prologo) ***
Ringrazio vivamente tutti, ho messo il meglio in questo riassunto con lo spoiler alla fine. Potrei inventarmi 100000 scuse per non aver aggiornato, ma seriamente non potevo scrivere … Ho avuto vari problemi. Comunque la storia si appresta ormai alla fine.
Ringrazio chi ha messo le storie nelle seguite e recensite.
Soprattutto:
rubarubina: Grazie mille, francamente io adoro il tuo nome. Mi sembra strano di non averlo usato prima. Non lo so comunque perché di recente i capitoli non mi convincono più. Sono felice che ti piaccia. Ci tengo a dire però che la storia è quasi agli sgoccioli.
MissTata55: Eccomi. Perdona il ritardo, ma se avessi potuto scrivere prima lo avrei fatto.
Prettyvitto: Prego. Grazie veramente.
In un passato non troppo lontano
Confessioni di una Camilla Disperata
La vita della gente cambia in molti modi e sempre imprevedibili, il mio caso non è diverso. Salve sono Camilla Minami, ho quasi 14 anni e la mia vita fa schifo. Caso mai, dalle precedenti vicende di cui, misteriosamente, siete venuti a sapere, saprete già tutto, ma io ho bisogno di sfogarmi ed ormai non ho più nessuno disposto ad ascoltarmi.
Meno di un anno fa la mia vita, non era perfetta, ma era tranquilla; Vivevo con una sorella gemella dal cuore d’oro, una madre ed un padre che cercavano di risolvere i loro problemi, avevo due migliori amiche opposte che mi sostenevano in ogni cosa ed ero perdutamente innamorata di un ragazzo perfetto, certo c’erano delle pecche, Carolina la persona più egocentrica, presuntuosa e vuota che io avessi mai conosciuto, che passava ogni singola giornata a pianificare come tormentarmi la vita.
Ma la mia vita cambiò drasticamente il giorno in cui io, Camilla Minami, con l’appoggio della mia migliore amica Giulia e la disapprovazione dell’altra mia amica Cintya, decisi che non sarei più stata agli occhi del mio amore segreto Lorenzo, un fantasma, decisi che l’avrei conquistato, così dopo giorni di pianificazioni e piani falliti per avvicinarmi, riuscì a farmi notare nel peggiore dei modi, per colpa di Greta, la migliore amica di Carolina, la pettegola Marta e l’insopportabile Michele che si fecero beffa di me, preferirei davvero non dovervi raccontare questa imbarazzante, quindi passero avanti a quando mi ritrovai semi nuda, rossa in viso, davanti a Lorenzo.
Il giorno dopo la partita più importante della mia vita, che segnava la fine della Tregua con Carolina, fui finalmente notata da Lorenzo che cominciò a farmi la corte, con disapprovazione di Cintya che lo riteneva ipocrita a non mostrarlo al pubblico ma solo quando eravamo da soli, così mentre Lorenzo decideva di invitarmi alla festa dell’anno, che si sarebbe tenuta a casa di Michele il ragazzo di Carolina, mia sorella Serena decideva di intrecciare la sua vita con il bel Fabrizio, dal volto d’angelo, il ragazzo di cui la mia amica Giulia era perdutamente innamorata.
I giorni che precedettero la festa, furono impossibili, estenuanti e raccapriccianti, Nicolò che continuava a ricordarmi che sarebbe andato via, Carolina che mi ripeteva che con me e Cintya la festa sarebbe stata rovinata e con i rapporti dei miei genitori che si inclinavano e peggioravano giorno dopo giorno, fino a scoppiare in una fragorosa lite la notte in cui Fabrizio dopo esser stato a cena da me e Serena aveva portato mia sorella e prendere un gelato, non prima di aver chiamato Lorenzo, che mi aveva quasi baciato sul divano di casa mia, mentre vedevamo un film italiano.
Ma i drammi accaddero alla festa, dove scoprimmo che Michele tradiva Carolina, questa cosa la disorientò per un attimo, ma poi tornò la furia di sempre e si fece sentire, ma per colpa o grazie di Michele, io e Carolina diventammo più vicine, non ancora amiche, ma di sicuro più vicine; Nel frattempo Cintya che detestava Lorenzo mentre ballavano, scoprì che avrebbero avuto il piacere di frequentare il liceo assieme e alla fine della serata. Così mentre accadevano queste cose, il mio amico Nicolò usciva con un amica di Carolina, Jeanne che a fine anno, come lui, si sarebbe trasferita. Ma il colpo di grazia avvenne alla fine, quando durante il gioco della bottiglia Cintya era rimasta folgorata dal bacio che aveva dovuto dare a Lorenzo. Possibile? Possibile che lei che lo detestava si fosse innamorata così? Possibile?
Ma fino a lì, la situazione non era grave, erano semplicemente i normali problemi che qualunque adolescente poteva subire.
Il mio legame con Carolina, almeno, si rafforzò e lei cominciò ad ignorare l’ex-fidanzato che comunque trovava sempre il modo di divertirsi un po’; Ma i problemi cominciarono quando Lorenzo cominciò ad andare davvero troppo d’accordo con Cintya, fu Carolina a farmelo comprendere. Così decisi di parlarne con Cintya, per scoprire con sommo orrore che era veramente attratta da Lorenzo, ma in quel momento mi dissi che nessun ragazzo ci avrebbe divisa. Povera illusa. Però in quel momento, ci spiava, poco furtivo, visto che poi è uscito alla scoperta, Michele, che stranamente aveva messo gli occhi su di me. Su di me!Non so se vi rendete conto? Su di me!!!
All’uscita di quello stesso giorno conobbi, Michela una bambina delle elementari, che mi spinse a prendere un passaggio da Michele, così salì dietro la sua bicicletta e finimmo in uno sperduto Parco, questa azione provocò scompiglio tra Lorenzo e Fabrizio, da sempre migliori amici di Michele. Comunque nel parco, l’ex-ragazzo di Camilla mi corteggiò in modo sfacciato e mi trovo costretta ad ammettere che io non mi sono molto rifiutata. Così prima che Michele riuscisse a baciarmi, sopragiunsero Lorenzo e Fabrizio,e la situazione invece di migliorare peggiorò, perché dai tre uscirono le peggiori cose mai rivelate e tutto sfociò in una rissa.
Tornai a casa, con Letizia la mamma di Michela e per molto tempo pensai a Michele e le sue frasi, nel frattempo mia sorella saputa la storia si era subito precipitata a casa a consolarmi e io avevo accettato di buon grado la sua presenza. Lorenzo e Michele vennero sotto la mia finestra, ma io espressi il desiderio di non vederli. Così mentre io affrontavo i miei dubbi stretta a mia sorella, Fabrizio da casa sua urlava con sua madre, donna ormai disperata dopo la morte del marito. Poi il ragazzo fissò un appuntamento con i mia sorella la quale accetto e lì che la situazione toccò l’apice della follia, mia sorella fece l’amore con il suo ragazzo e quello fu il preludio, perché a 13 anni è troppo presto. Nel frattempo suonò al mio campanello Cintya …
Cintya venne a parlarmi di Lorenzo ed entrambe decidemmo che lui non valeva la nostra amicizia, venne anche Carolina a dirmi che Michele voleva tornare con lei, che l’amava, anche se amava di più me. Quando Fabrizio tornò a casa non tornò subito a casa, andò a far pace con Lorenzo e Michele portando loro la notizia di essere ormai un uomo. Io e mia sorella invece ci addormentammo assieme, tra i suoi sospiri che mi rammentavano quanto quella notte fosse stata bellissima.
In seguito Carolina si fidanzò nuovamente con Michele, ma non fu quella la cosa sconvolgente. Dopo un mese di estenuanti dolori e nausee, la mia gemella ebbe una terribile notizia/conferma: Era incinta. Avete capito? Incinta. Cosa molto meno importante, noi tutti ci preparavamo a passare una settima in montagna, in cui io e Lorenzo, avevamo li stessi sogni.
In montagna, Carolina si era accorta degli strani comportamenti di mia sorella , che non le aveva detto niente, me aveva cercato il conforto di Fabrizio nelle piccole azioni. Io, dopo aver ignorato Michele, mi ero quasi ritrovata a baciare Lorenzo, quando li avevo rivelato, non dirò accidentalmente perché non è così, della gravidanza di mia sorella. Comunque, neanche in vacanza Giulia aveva perso la speranza di riconquistare Fabrizio, ma il ragazzo non aveva ceduto e l’aveva ancora una volta rifiutata. Invece mia sorella, rivelò alla fine la gravidanza a Carolina.
Ma le cose peggiorarono quando Lorenzo tentò di dire a Fabrizio la verità ma non ci riuscì, anche perché poi fu incantato da Cintya e dai suoi modi molto cordiali. Nel frattempo io e Giulia c’eravamo fatte un viaggio nella terra dei ricordi per capire perché Fabrizio l’aveva lasciata; Anche Fabrizio fece lo stesso,ricordando quando si era legato a mia sorella per merito di un quaderno delle emozioni che aveva da tanto tempo in cui scriveva tutto. La sera Serena vedendo quel squadernino aveva rivelato la verità a Fabrizio. Io in quel momento cominciai a preoccuparmi per mio nipote e Fabrizio annunciò al notizia ai suoi due migliori amici.
La notte che seguì quel giorno fu assurda, metà delle ragazze scoprirono la verità ed io passai la notte fuori la stanza di mia sorella con Lorenzo, che mi aveva lasciato con un Buona Notte Principessa, cosciente che in qualche modo tra noi era cambiato qualcosa; Giulia invece aveva scelto di mettere da parte Fabrizio e Michele era ancora innamorato di me. Ma la cosa più importante fu che mentre mia sorella piangeva e Fabrizio la consolava lui fece un sogno, sognò una ragazza che cominciò a perseguitarla tutte le notti.
Dopo 3 mesi,mia sorella era preoccupata sull’essere un assassina, come si diceva lei o meno. Nel frattempo Michele continuava a farmi soffrire, continuando a farmi la corte. Invece Cintya rivelò a Giulia di aver baciato Lorenzo, la ragazza se la prese tantissimo, ritenendolo un tradimento alla mia amicizia. La notizia si sparse veloce. Fabrizio durante il compito, invece ebbe l’impressione che il tempo non fosse mai passato, rendendosi conti che invece none era così e che il suo unico pensiero doveva essere Serena e dimenticare i sogni della ragazza che lo tormentavano ogni notte. Ma il colmo fu l’intervallo, quando Fabrizio mi consolò stringendomi nel più dolce degli abbracci. Nel frattempo mia sorella si era sentita male ed era venuto a prenderla mio padre, alla fine lei aveva rivelato la notizia e mio padre nero l’aveva detto a mia madre.
Ma poi mentre le relazioni di noi adolescenti peggioravano e Giulia arrivava ad una sospensione, Lorenzo e Cintya erano odiati da tutti, i miei genitori discutevano di divorzio e alla fine mio padre mi chiese se volevo andare a vivere con lui. Mia sorella fece la sua prima ecografia scoprendo di avere forse una bambina sana, che avrebbe chiamato Renoir, e che era ormai troppo tardi per un aborto. Io invece mi ritrovai a fare strani sogni.
Ed ora? La mia vita è un disastro, ho perso la mia migliore amica, ma vorrei almeno che Giulia ci facesse pace, vorrei che Fabrizio e Serena fossero più fortunati e Carolina felice; Soprattutto vorrei che i miei genitori ci provassero a tornare insieme, ma non è così pur troppo.
“Avete capito?” ci chiese l’avvocato di papà, io e Serena annuimmo, scrivemmo i nostri nomi su dei foglietti, gli accartocciammo e li mettemmo in una piccola ampolla, l’avvocato della mamma ci mise un mano e li mischiò il più possibile. Ecco come evitare a me e Serena la scelta! Loro avrebbero pescato il nostro nome e con chi fossimo uscite avremmo abitato. “Prego signora …” disse il giudice a mia mamma, che immerse la mano nell’ampolla e prese una pallina accartocciata, mio padre prese l’altra, “Apro io!” impose mio padre, lo guardai, chi sa se sperava che uscissi io? Spiegò il foglio e rimase in silenzio a leggere uno dei nostri nomi, “Puoi leggere, Leonardo!” disse mia madre, lievemente saccente, “Serena!” mormorò mio padre, mi voltai immediatamente verso mia madre, che mi mostrava il suo foglietto con il mio nome.
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Capitolo 16 *** La Decisione di Serena e La Ragazza che veniva da Osaka ***
Avendo un volo per Barcellona tra poco, non ringrazio singolarmente, ma ringrazio tutti quelli che seguono, preferiscono leggono e recensiscono questa storia. Vi ringrazio tanto. Chiedo perdono per il mio colossale ritardo, specialmente a MissTata55 a cui dedico questo storia.
(Comunicazione di servizio: Il cognome di Alessia è il nome proprio della sua versione originale. Giulia è riamessa a scuola(E ora mi sono puntata di farla finire in coppia con Michele). Alessia è molto OOC, ma nell'anime qualche volta viene mostrata anche con una ragazza dolce, di rado ma accade.)
Spero di non deludervi con questo capitolo.
Buona Lettura.
Baci Baci
EsL
In Un Passato Non Troppo Lontano
La Decisione di Serena e La Ragazza che veniva da Osaka
“Forse mamma, io dovrei andare con papà …” propose Camilla a sua madre una domenica mattina, tra le due era risaputo il pessimo rapporto che albergava spesso tra il padre e Serena, e poi lei era incinta, aveva più bisogno della madre; “In verità io e Leonardo, abbiamo provato a convincere il giudice a cambiare il verdetto, ma non l’ha voluto fare!” aveva risposto Teresa, versando l’acqua bollente del tè nella sua tazza, “E poi tuo padre guadagna più di me, può favorire meglio a tre persone!” aveva aggiunto, con un livello di voce, quasi piatto. Camilla rimase a fissare sua madre, che sembrava quasi un fantasma, ebbe come l’impressione che sapesse di più ma che non voleva dire la verità, “Mamma, c’è qualcosa che non mi hai detto?” chiese alla fine Camilla con voce dolce, la donna si voltò a guardarla, scosse la testa quasi pentita, Camilla comprese che c’era veramente qualcosa che gli sfuggiva. “Ti prego mamma!” sussurrò dopo, sedendosi sulla sedia e posando le mani su quelle di sua madre, che continuava a mantenere uno sguardo basso, “Vedi amor mio …” bisbigliò la donna, sollevando appena gli occhi dalla tazza per concentrarli su quelli di brace della figlia, poi aggiunse: “Hanno dato a tuo padre una promozione, ad Osaka!” la sua voce era morente, Camilla fissò sua madre sbigottita. Questo significava ormai solo una cosa. Serena sarebbe andata via e la sua famiglia sarebbe stata distrutta completamente.
Si alzò lentamente dal tavolo, annunciando alla madre che sarebbe andata a fare una passeggiata e così fece. Sconsolata camminava per le vie della città, così senza una meta, pensando che se giusto un anno fa si sarebbe trovata in questa situazione sarebbe scappata a casa di Cintya a piangere e lei sicuramente l’avrebbe consolata come solo lei sapeva fare, ora invece dove poteva andare? Da chi poteva andare a sfogarsi? Da Giulia? Si Giulia sarebbe stata un’ottima idea, sicuramente avrebbe trovato le parole giuste per consolarla, quindi imboccò la via per casa di Giulia, quando il destino pensò bene di trovarle un’altra direzione. Di fatti appena imboccata una strada si era ritrovata faccia a faccia con Carolina che con la tuta ed una borsa a tracolla tornava a casa, probabilmente dopo gli allenamenti di pallavolo, pensò Camilla ricordandosi di tutte le molteplice attività sportive che Carolina faceva, invece lei era negata in ogni sport tranne nel calcio femminile. “ Ciao Camilla!” disse la ragazza con tono acuto, tirando indietro una ciocca dei capelli violacei, la bionda risaluto con voce spenta e gli occhi tristi, “Camilla cos’hai?” chiese Carolina preoccupata notando la tristezza negli occhi della neoamica, questa però non rispose limitandosi semplicemente abbracciò Carolina, cercando di trattenere l’impulso di piangere, ma non ci riuscì. Carolina la strinse amichevole senza chiederli spiegazioni.
*
Serena prendeva delle vitamine utili al feto che gli aveva procurato Letizia. Era seduta sul letto con le gambe accavallate ed una mano posata sul ventre, Fabrizio dalla sedia di fronte che la guardava preoccupato. “Cosa succede?” chiese alla fine, visto che la sua fidanzata era più impegnata ad inghiottire pillole che rivelargli il motivo di quella incursione a casa, Serena infilò la scatolina delle vitamine dentro la borsa fucsia ed alzò lo sguardo verso il fidanzato, poi con voce tremolante disse: “Mio padre ha avuto una promozione!” Fabrizio la guardò confusa così Serena aggiunse: “In un’altra città e noi ci trasferiamo!”posò le mani sul ventre e cercò di trattenere le lacrime che in quel momento prepotenti tentavano di uscire, Fabrizio rimase in silenzio a fissarla, come ad elaborare un discorso sensato da fare, alla fine si alzò di scatto ed urlò un no o un lamento, la ragazza non l’aveva capito bene, si era alzata anche lei ed aveva abbracciato il ragazzo.
Fabrizio aveva smesso di urlare e bestemmiare dopo parecchio, poi si era seduto sul letto e con gli occhi bassi aveva cominciato a parlottare fra se e se: “Non possono portarvi via da me. Noi siamo una cosa sola!” posò la mano sul ventre della ragazza, Serena lo consolò come meglio poteva, ma lei sapeva come sarebbero andate le cose. Lei era dannatamente certa che volente o nolente sarebbe andata via, che nessuno avrebbe permesso a due ragazzini di 14 anni di fare i genitori, era stato suo padre a insinuarle quel dubbio, chiedendole se aveva voglia di buttare via totalmente la sua vita e lei si era ritrovata a pensare che non voleva, forse era egoista ma non voleva, non voleva essere una ragazza madre, non voleva che Fabrizio dovesse crescere così tanto, era già dovuto crescere dopo la morte del padre, si sentiva stupida, aveva tremendamente sbagliato quando aveva scelto di tacere su quella notizia e di rivelarla quando ormai era tardi. “Non mi lasciare. Voi non potete andarvene!” piangeva ora Fabrizio, Serena non l’aveva mai visto piangere ma vedere l’amato in lacrime non era per lei di certo una consolazione, Fabrizio era un ragazzo così intelligente con tanto da esprimere e con grandi capacità, avrebbe fatto davvero grandi cose, ma ora in questo momento lei e la piccola creatura nel suo grembo erano un freno, ma non solo per lui, Serena capiva di essere un freno anche per se stessa, anche lei avrebbe potuto fare grandi cose ma non con una figlia a carico. Perciò non si era opposta quando suo padre le aveva detto che sarebbero andati via, aveva accettato senza commenti ed aveva deciso che appena nata avrebbe dato via la bambina, questa cosa le sarebbe costata, le sarebbe costata carissimo, ma capiva che comunque sarebbe stato meglio per tutti, ognuno di loro avrebbe avuto una vita più felice, compresa la piccola Renoir.
“Devo andare! Scusa!” disse poi, con le lacrime agli occhi, fuggendo veloce dalla casa del moroso. Pensava correndo veloce, mentre sentiva chiaramente dietro di se i passi di Fabrizio inseguirla, erano stati stupidi, due stupidi ragazzini di 13anni che non sapevano neanche cosa fosse il vero amore, loro erano maturi ma non pronti a questo. “Serena! Serena!” continuava a chiamare Fabrizio, ma lei aveva già chiuso il cancelletto ed era scappata il più lontano possibile, aveva voglia di piangere, accartocciarsi in un angolo e piangere, senza il bisogno che qualcuno la consolasse, l’importante era piangere, così corse quasi a perdi fiato, con una mano premuta sul ventre ormai non più piatto, correva a perdifiato e chiunque la vedesse di sfuggita correre velocemente poteva pensare a lei come una confusa ragazzina che corre senza una meta, ma lei l’aveva una meta. Il parco. Il loro parco. Dove tutto aveva avuto inizio, perché non piangere e sfogarsi proprio lì? Giunse al parco e si accomodò sulla prima panchina trovata libera, mise le mani sugli occhi serrati e cominciò a piangere, pregando che nessuno la vedesse.
*
Jeanne era uscita con Greta quel pomeriggio; Aveva deciso che prima della sua partenza avrebbe passato ogni istante in Giappone al meglio, cercando di accumulare più ricordi possibili. “Andrò al linguistico lo sai?” chiese Greta, passandosi una mano sui capelli per testare che qualche capello non fosse sfuggito alla prigionia delle mollette, Jean le sorrise e poi le rivelò la sua felicità. “E poi verrò a trovarti in Scozia!” aggiunse Greta, stringendo in un abbraccio l’amica, Jeanne rise e ricambiando l’abbraccio disse: “E poi andremo al lago di Locness, però fai attenzione a non farti mangiare dal mostro!” Greta aveva riso, già si vedeva cadere nell’acqua ed un enorme bestia dalle acqua prenderla, poi le rispose: “Temo sarei indigesta!” e Jeanne rise con più fragore, Greta dovette anche comprimersi le mani sul ventre per le risate, non solo per quell’ultimo insensato discorso ma per tutti quelli che avevano fatto fino in quel momento.
“Che fate Girls?” chiese Nicolò, che si era avvicinato, avendo visto la sua ragazza ed una sua amica, seduta su un avoli di un caffè a ridere, “Diciamo fesserie Darling!” rispose Jeanne alzandosi dalla sedia e stampando un bacio a timbro al ragazzo, “Si se ci avessi sentite …” rispose Greta con il solito tono di chi la sapeva lunga, Nicolò fu trascinato a sedersi su una sedi lì vicino dalla ragazza, che con sguardo languido si era seduta nuovamente sulla sua sedia. Pensava che a pochi mesi di distanza avrebbe abbandonato la sua terre, le sue amiche ed anche il suo ragazzo, solo che per lui non valeva il discorso di poterlo rivedere ogni qual volta sarebbe tornata qui per qualche vacanza, anche Nicolò se ne andava anche lui avrebbe preso per sempre il volo, avrebbe abbandonato la sua Tokyo per l’America; Sapeva Jeanne che una volta partiti la loro relazione avrebbe avuto i minuti contati, ma quanto tempo avrebbero resistito, quanto tempo sarebbero stati insieme? Poco? Molto? Abbastanza? No, non sarebbe mai stato abbastanza; A far quei pensieri le veniva da piangere, ma si era ripromessa di non farlo almeno non fino alla partenza.
*
La mattina dopo.
La campanella aveva annunciato il momento della pausa. Giulia aveva abbandonato la sua classe e si era diretta ad una finestra che dava sul cortile. La notte prima Camilla l’aveva tenuta sveglia chiacchierando con lei al telefono e le aveva strappato la promessa che avrebbe provato a far pace con Cintya perché lei, Giulia, non aveva alcun valido motivo per essere in lite con l’altra. Così giusto la mattina con qualche incertezza si era chiarita con Cintya, che per tutta risposta era euforica di aver finalmente recuperato una delle sue migliori amiche. Adesso Cin era nel parco sotto braccio a Lorenzo e lei Giulia gli guardava dalla finestra. “Ho sentito che hai fatto pace con Cintya!” la voce di Michele la fece sobbalzare, si voltò di scatto, trovandosi davanti Michele che guardava interessato la scena, “Si, si” rispose velocemente Giulia non distraendosi dai due, “Pensi che la vostra amicizia non sopravviverà alla terza media?” chiese con fare civettuolo Michele, Giulia sgranò lo sguardo anche se alla fine ammise al ragazzo che aveva ragione. “Anche io, penso che la mia amicizia con Fabrizio e Lorenzo non supererà la terza media, magari resistiamo fino all’estate!” aggiunse lui, con un tono malinconico, davvero poco da lui, Giulia si voltò verso di lui, vedendo gli occhi tristi di lui. “O Michi chi ti guarda ora, potrebbe pensare che tu non sia uno stronzetto ipocrita e meschino, ma perfino un ragazzo con un po’ di cuore!” sibilò Giulia, ma non era un commento velenoso, anzi era un commento ironico che fece anche sorridere Michele, che subito si tolse quell’espressione malinconica; “Sai se qualcuno ci vedesse ora potrebbe pensare che siamo una coppia. Siamo così gradevoli da guardare insieme!” ci tenne a precisare Michele con un sorriso malizioso, Giulia mise le mani sui fianchi e gli rispose divertita: “Sai Michi abbiamo già tentato, non funzionerebbe. E poi io ti conosco troppo bene …” Michele gli sorrise. “Però pensavo, io e te frequenteremo la stessa scuola. Metti un po’, fra 5 anni ricapitiamo in classe insieme, io magari sono cambiato, sono ancora più bello e un carattere più adatto a te, tu sarai splendida …” stava dicendo Michele ma fu interrotto da Giulia: “Evviva la modestia e poi io sono già splendida!” digrignò i denti e poi aggiunse: “E tra me e te non ci sarà mai niente!” per poi andarsene con una camminata ondulata. Michele sorrise.
Fabrizio camminava per la scuola senza una meta, aveva una gran voglia di raggiungere Serena, ma quella mattina la sua ragazza non era venuta a scuola, era rimasta a casa, si era sentita malissimo. Così vagando era incappato in una biondina quasi completamente voltata di schiena, che parlottava con Carolina, faceva ampi movimenti con le mani, avendo anche rischiato di far cadere il succo che aveva in mano sul pavimento. Fabrizio si era appostato al muro per spiare la biondina troppo lontana da vedere, il cuore di Fabrizio batteva all’impazzata: Era lei. Quella era la ragazza del sogno, ne era certo. Carolina conosceva la ragazza del sogno? E chi era la ragazza del sogno? Lui doveva vederla, lui doveva assolutamente sapere chi era, ma la campanella suonò proprio in quel momento e la bionda ragazza con le codine era già scomparsa in classe e Carolina gli era andata dietro. Fabrizio batté il pugno sul muro. Ma cosa gli era venuto in mente? Lui doveva pensare solo a Serena e a nessun’altra.
Carolina stava tornando in classe assieme a Camilla, “Mi ero dimenticata di dirtelo, le codine ti stanno molto bene!” aveva detto Carolina riaggiustandosi meglio gli Chignon ai lati della testa, “Anche a te i tuppetti!” aveva risposto la bionda, ondeggiando appena un po’ la testa, in modo che anche le codine bionde si muovessero. Carolina e Camilla avevano impiegato tutto l’intervallo a parlare di quello di cui era venuta a conoscenza Camilla e sul suo stato emotivo. “Sai Caro, continuo a fare sogni strani di recente!” disse Camilla mentre si appostava al suo banco, sfortunatamente accora a canto a quello di Cintya, mentre si voltava verso Carolina che aveva cominciato un lieve dibattito con Marta per il fatto che le sue cose invadevano il banco, “Dimmi! Dimmi!” rispose Carolina veloce e anche Marta pettegola si mise all’attenti, anche Cintya aveva teso l’orecchio. “Be un ragazzo che non riesco ad identificare che mi lega un braccialetto al polso!” rispose indicando il polso vuoto, Carolina aggrottò le sopraciglia ma non fece in tempo a rispondere che la professoressa Amanda le aveva zittite.
*
Si era sentita male, ma alla fine aveva deciso di uscire di casa per comprare del cioccolato all’arancia, aveva una dannata voglia di cioccolato all’arancia incontrollabile. Era uscita di casa con un enorme lunga e larga maglia pre-maman che sperava coprisse la sua eccessiva rotondità e con un po’ di soldi si era diretta al mini-market, comprata una quantità ingente di cioccolata probabilmente eccessiva anche per un diabetico con una dose sbagliata di insulina. Aveva appena finito la seconda barretta quando si imbatte in un ragazza: Dai capelli scurissimi e gli occhi intesi. Era ai margini del marciapiede voltata di schiena, in bilico sul cadere per la strada, la postura eretta e gli occhi puntati ad una casa. Serena non le diede importanza finché una donna non uscì dalla casa, “Alessia ti piace?” chiese la donna dolce, la ragazza mise le mani sulla vita, poi rispose: “Veramente mamma, preferivo la casa che avevamo a Osaka!”, quel nome fece bloccare Serena. In quale città aveva detto che suo padre si trasferiva? Si a Serena venne in mente che la città era proprio Osaka, incredibile a vederla così, quella situazione era davvero buffa: Lei, Serena, abbandonava per sempre la sua Tokyo per trasferirsi ad Osaka e a quella ragazza invece succedeva il contrario, lasciava la sua Osaka per Tokyo.
“Scusa non ho potuto fare a meno ti ascoltare, tu vieni da Osaka?” chiese Serena avvicinandosi alla ragazza che corrispondeva al nome di Alessia, che limitandosi a guardarla stizzita rispose di si. “Ma tu ti immischi sempre negli affari delle persone che non conosci?” chiese veramente seccata la ragazza dagli occhi chiari, guardandola con fare superiore, Serena non se la prese a male, cosciente che la ragazza aveva ragione, “No, ma io presto lascerò Tokyo per andare a vivere ad Osaka!” disse Serena, passandosi appena una mano sul ventre largo coperto dalla larga e pesante maglia. “Che coincidenza!” disse quella ragazza con una voce appena un po’ più dolce, poi allungò una mano verso Serena, “Alessia Azumi!” enunciò , Serena strinse la mano della ragazza presentandosi a sua volta. Rimasero a fissarsi qualche istante, poi Alessia le chiese: “In che zona vivrai?”, Serena incrinò la testa, suo padre le aveva rivelato, ci pensò un po’ poi rispose: “ Il quartiere di Fukushima, credo” grattandosi la testa bionda, Alessia sorrise poi rispose: “Il mio vecchio quartiere. Vivevo con mia madre e mio fratello a Fukushima, per ora sto io e mio fratello stiamo a Kita da mio padre!”aggiunse Alessia con un tono un po’ triste, prima di spiegare che era stata invitata dalla mamma a vedere la nuova casa che la donna aveva preso ed arredato a Tokyo, Alessia e suo fratello minore si sarebbero trasferiti a Tokyo verso metà estate; “Tu quando te ne vai?” chiese la ragazza, portando una ciocca scura dietro l’orecchio, “Appena saputo il voto dell’esame di terza media!” rispose la bionda, spostandosi le mani dalla pancia, si era programmata tutto, avrebbe partorito la bambina ad Osaka, probabilmente con un cesareo, avendo fatto ricerche ed avendo stabilito dopo attenta cura che i suoi fianchi non erano abbastanza larghi e adatti per un parto naturale e poi avrebbe lasciato la bambina all’ospedale, dopo averla chiamata Renoir, in modo che qualche povera donna che non poteva avere un pargoletto, potesse prendersi cura della sua paffutella ragazza.
“Alessia, tesoro, io devo uscire a comprare il pane!” rispose la madre di Alessia affacciandosi dalla porta di casa, dove prima era rientrata. “O vuoi andarci tu?” chiese poi, notando che la figlia era in compagnia di un’altra ragazza e che conversavano più o meno allegramente, Alessia volse lo sguardo a Serena che subito disse che il mini-market era lì vicino, lasciando ondeggiare la busta piena di cioccolata all’arancia, Alessia rispose positivamente alla mamma e prese i soldi per il pane. Alessia e Serena camminavano lungo la strada con fare disinvolto senza parlarsi molto, se non con qualche commento qua e là sulle città dove le ragazze avevano abitato e sulle amicizie che avrebbero abbandonata. “E lui com’è la presa che te ne vai?” chiese curiosa Alessia ammiccando alla pancia di Serena, la ragazza un po’ imbarazzata rispose: “Non bene, ha pianto, devo dire che non l’avevo mai visto piangere” sperava che Alessia non se ne accorgesse, ma evidentemente era chiedere troppo, infondo era incinta di più di quattro mesi era difficile non accorgersene. Alessia mostrò una certa sensibilità non chiedendo più niente a Serena sulla gravidanza, ma si limitò a gozzovigliare mezz’ora della sua vita Tokyo, con al sua amica Daniela e il suo amico Mirco. Senza alcun dubbio Serena poté notare che Alessia era una delle persone più narcisiste che potessero esistere su questa terra ma almeno non era poi tanto indiscreta ed era meglio che stare da sola.
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Capitolo 17 *** La Morale Della Favola ***
Il mio regalo di Natale per voi è il penultimo capitolo di questa assurda storia che ho scritto oggi con 38 di Febbre. Ringrazio tutti quelli che hanno recensito. ( MissTata55 & _Hikarydream_) Che ha inserito la storia tra le seguite (Chibiroby, MissTata55 & Nalista), chi ha inserito la storia tra le preferite ( KittyMew, MissTata55, rubarubina & Selvaggia_ Chan) e chi la inserito la storia tra le ricordate (Gwen_Kevin)
Infinitamente grazie a tutti.
Buon Natale.
Baci baci
EsL
Informazione di Servizio: Il titolo (La morale della favola) è metaforico, non essendoci alcuna frase che richiami il titolo, la Morale nella favola arriva sempre alla fine ed infatti questa storia è alla fine, anche se il penultimo capitolo. Spero sia chiaro.
In Un Passato Non Troppo Lontano
La morale della favola
Il discorso che Fabrizio voleva cominciare secondo il parere di Camilla non era adatto in quella precisa situazione, ma lo sguardo così intenso del ragazzo l’avevano portata ad ascoltarlo. “Serena non può andarsene per me lei è troppo importante!” aveva cominciato Fabrizio afferrando le mani di Camilla, che lievemente arrossata ora fissava il ragazzo, non era confusa, lei sapeva certamente cosa Fabrizio le stava per chiedere, “Fermala! Convinci tuo padre! Tua madre, l’avvocato, il datore di tuo padre, Serena stessa. Ti prego Camy non permettere che mi vengano portate via!” quando Fabrizio supplicante disse quelle parole, calcando sull’ultimo plurale a Camilla venne lo strazio nel cuore. Avrebbe tanto voluto aiutare Fabrizio, ma lei che poteva fare? Aveva già tentato di cambiare il responso del giudice, aveva implorato sua madre di fermarli e suo padre di non andare, ma a nulla erano valsi i suoi sforzi. “Non posso Fabrizio! Ho già provato non posso!” bisbigliò con voce fioca, mentre abbassava gli occhi di brace, non riuscendo a resistere allo sguardo di Fabrizio. Ma si rese ben conto che non aveva abbassato gli occhi perché lo sguardo di Fabrizio era troppo supplichevole e malinconico, ma perché era intenso, era così profondo che avevi l’impressione di poterci tuffare nelle iridi azzurre e a Camilla, si sentì anche un po’ una traditrice a pensarlo, piaceva, non aveva mai trovato uno sguardo così espressivo e bello, neanche Lorenzo con gli occhi allegri e Michele con gli occhi furbi riuscivano a superare la bellezza che irradiava quello sguardo e lo stesso volto di Fabrizio, nonostante lui fosse così triste e sconfortato. “Non posso!” balbettò di nuovo, sollevando gli occhi per guardare Fabrizio dritto nelle pupille, Fabrizio lasciò le mani di Camilla e stavolta fu lui ad abbassare lo sguardo si allontanò di qualche passo e poi sussurro, forse a se stesso, forse a Camilla; “Dovrei lasciar perdere, non riuscirei mai a fermarla!” si passò una mano con i capelli bruni.
Non poteva fare niente era da quando Serena gli aveva annunciato che sarebbe andata via che tentava inutilmente di fermarla, ma non era riuscita a fermare quelle decisioni. Ora Camilla guardava Fabrizio con gli occhi bassi, “Tocca a te, lottare, perché loro non vadano via!” disse con foga la bionda, ma il ragazzo non l’ascoltava mica, si era seduto sul davanzale della finestra ed aveva posato la schiena sul vetro e teneva gli occhi blu bassi. Camilla si avvicinò poco, poi allungò le braccia allacciandola al collo di Fabrizio, “Mi fido di te, sono certa che riuscirai a fermare mia sorella” mormorò, avrebbe davvero voluto essere più d’aiuto, ma proprio non poteva. Fabrizio non le rispose niente, guardava malinconico il pavimento, mentre con una mano accarezzava la schiena della ragazza, “Ho paura di non farcela” bisbigliò il ragazzo, cominciò a ripetere, Camilla si scanso appena, Fabrizio era partito per la tangente ed era suo dovere farlo tornare il ragazzo intelligente e furbo di sempre, che avrebbe certamente escogitato un modo per far restare Serena, quindi con forza tirò uno schiaffo sulla guancia del ragazzo, Fabrizio sembrò cadere dalle nuvole, ma tornò in se. “Grazie infinitamente” bisbigliò, Camilla sorrise. Tra quei due si era formato un ottimo rapporto, erano in perfetta sintonia, Fabrizio aveva cominciato a pensare che se in seconda media avesse conosciuto prima Camilla si sarebbe tranquillamente innamorato di lei, anzi si era convinto che se non fosse così innamorato di Serena, se la sua ragazza non fosse incinta e Camilla non fosse stata la sorella di Serena, si sarebbe certamente innamorato di lei e poi Camilla era la ragazza del sogno, Fabrizio ci aveva messo un po’, ma ora ne era quasi certo, c’era solo una cosa che non gli tornava, perché nei suoi sogni c’era Camilla ed un’altra ragazza e non Serena? Alla fine aveva cominciato a pensare a quei sogni come un piano B, come un’altra vita in un altro universo, in cui forse non c’era mai stata nessuna Serena e Fabrizio si era innamorato di Camilla. Ma ora come ora quello era solo un altro universo.
“Camilla Nanami tocca a lei” chiamò la professoressa Amanda uscendo dall’aula dove si stavano tenendo l’interrogazione di terza media, “Devo andare. Grazie per essere venuto” bisbigliò Camilla a Fabrizio, in effetti era vero, Fabrizio era venuto a sentirla durante l’esame e grazie a tutti i suoi dubbi aveva distratto abbastanza la bionda dal nervosismo dell’esame. Era entrata nella stanza assieme a Fabrizio, Camilla si era seduta su una sedia davanti alle cattedre dei professori tutti in fila, mentre il castano si era seduto assieme a Giulia che era venuta a vedere le sue amiche, anche Nicolò e Cintya si erano seduti per seguire l’interrogazione di Camilla, avendo già fatto le loro. L’attimo prima che cominciasse l’interrogazione generale giunsero anche Carolina e Serena per assistere all’interrogazione di Camilla. “È sorprendente quante persone siano presenti qui, quante persone tengano davvero a lei” commentò Giulia con dolcezza, guardando la bionda che con un po’ di nervosismo esponeva l’argomento; Cintya annui, tante persone volevano bene a Camilla ed anche lei in effetti le voleva bene, l’avrebbe considerata per sempre la sua migliore amica con cui era cresciuta, che aveva conosciuto a 5 anni, sarebbero state per sempre amiche, Cintya lo sapeva ed ora come ora desiderava davvero dirlo a Serena, non pretendeva che la perdonasse e tornasse ad essere la sua migliore amica, il loro rapporto non sarebbe mai tornato come prima, ma dovevano almeno chiarirsi.
*
“Non ho intenzione di restare qui, Fabrizio” disse alla fine Serena dopo aver sentito il fidanzato supplicarla di restare. Fabrizio sapeva bene che la fidanzata non aveva scelta, ma sentirle pronunciare quelle parole aveva tutto un altro effetto, ora sembrava che Serena stessa non volesse neanche più restare. “Serena, amore mio, ma cosa ti succede?” chiese Fabrizio accarezzando la guancia si Serena, la ragazza scostò la mano di Fabrizio, “Ho capito, Fabrizio caro, che non voglio rovinarmi la vita. Ho solo 13 anni” rispose poi, con la malinconia nella voce, mentre si accarezzava il ventre gonfio, dove un piccole essere scalciava di tanto in tanto, la sua, anzi la loro piccola Renoir, che avrebbe dato in adozione e che sarebbe stata cresciuta da qualcuno di migliore di due tredicenni con situazioni famigliari incasinati e che non sapevano neanche cosa significasse amare, dopo aver saputo della sua partenza ed aver conosciuto Alessia per Serena la vita era stata uno doccia fredda si era resa non solo conto di non poter fare da mamma ma di non riuscire neanche ad amare; Insomma se non fosse rimasta incinta, probabilmente finita la terza media la storia con Fabrizio non sarebbe sopravvissuta, anche se a guardarla ora, era incinta e la storia con Fabrizio sarebbe comunque finita.
“Ti va di passeggiare un po’?” chiese Serena per spezzare quell’atmosfera di tristezza che gli aveva avvolti, “No, devo andare a casa a studiare bene per l’esame” rispose Fabrizio con un certo astio nella voce, finché era il fato che si opponeva a loro era un conto, ma se la stessa Serena si oppone a loro come coppia non ci stava. “E dai Fabrizio!” bisbigliò Serena affranta, ma il ragazzo alzò le spalle, “Scusa” disse, accarezzando i capelli della ragazza, la bionda sorrise un po’ rincuorata, stringendosi sul petto del ragazzo, Fabrizio l’avvolse in un abbraccio; Era stato in modo implicito ed indolore, ma in quel gesto che a vederlo da fuori sembrava di profondo affetto, Serena e Fabrizio si erano lasciati. Piangevano entrambi e Fabrizio le baciava anche la fronte, mentre Serena stringeva le braccia attorno al collo e premeva appena il ventre gonfio su quello piatto di lui. In un certo senso Serena avrebbe ricordato per sempre il loro amore come un tenero amore infantile.
*
Era decisamente un cliché. Lui e lei che studiavano storia davanti un libro e ritrovarsi pochi minuti dopo a labbra incollate, si era decisamente un cliché, ma quando Giulia si era ritrovata incollata alle labbra di Michele non gli era dispiaciuto affatto e non era stata neanche come tutte le altre volte che lo aveva baciato, era stato diverso, un bacio quasi più maturo. “Sei arrossita” constatò Michele con un sorriso sghembo, non malizioso, ma solo divertito, “Non farti illusioni!” disse Giulia certa, che tanto era già partita per la tangente. Lui e lei sarebbero andati insieme alla stessa scuola, avrebbero passato altri 5 anni insieme, diciamo che c’erano le buone bassi per una storia. “Certo!” rispose malizioso Michele, beccandosi uno sguardo di finta severità da Giulia.
*
Greta era uscita con Carolina, dopo gli esami di terza media avevano deciso di passare un po’ di tempo insieme, di occasioni non ne avevano avute molte. “Ho parlato con Jeanne di recente” disse Greta, passandosi una mano sui capelli sciolti, adesso aveva tolto le meches e portava i capelli del suo colore naturale, “Come sta?” chiese Carolina, bevendo un po’ del frullato che aveva ordinato, “ Male, l’idea di partire la distrugge …” rispose Greta, “Già poi anche la partenza di Nicolò” aggiunse Carolina costatandolo come un motivo di tristezza. Le due ragazze rimasero al tavolino del bar a parlare ancora un po’, conversando su tutti, particolarmente su Serena che voleva andare via. “Io l’ha capisco sai. L’idea di essere mamma a 14anni mi ucciderebbe” commentò Greta presa da una crisi di coscienza, Carolina annui affrante. “Hey ragazze!” le chiamò Marta raggiungendole, le due ragazze sorrise, invitarono anche la terza ragazza a sedersi con loro. “Volentieri. Brindiamo alle medie!” commentò la ragazza sorridendo giovanile, era sempre stata una serpe, ma con la fine delle medie sentiva anche lei un vuoto dentro l’anima e tra i suoi proposti per il futuro c’era quello di essere una persona più buona.
*
Con Serena e suo padre che partivano, la casa di Teresa e Camilla era diventata un deposito di scatoloni. Camilla era allungata sul letto della sua camera che leggeva uno di quei libri leggeri di adolescenti innamorati, quando suonò il campanello, non andò lei ad aprire andò sua madre, anche se pochi minuti dopo l’aveva chiamata dicendole che c’era qualcuno per lei. Così Camilla andò in soggiorno, mentre sua madre tornava in cucina, mentre vicino all’uscio c’era Cintya. “Ciao” disse Camilla, provando veramente a nascondere una certa felicità nella voce, “Ciao Cami” bisbigliò l’altra, la bionda invitò l’ex-migliore amica a sedersi sul divano, Cintya accettò di buon grado.
“Cosa volevi?” chiese dolce Camilla, che alla fine era contenta di vedere Cintya, non era mai stata una persona rancorosa e Cintya era stata la sua migliore amica da quando aveva 5 anni ed anche se il ragazzo più perfetto al mondo si era messo tra di loro, Camilla non avrebbe mai voluto che la loro amicizia finisse in malo modo, in verità non sperava che Cintya tornasse la sua migliore amica, anzi forse non lo voleva neanche ma certamente non voleva averne un brutto ricordo, avrebbe voluto che nel futuro pensando ad un’amicizia sincera avrebbe visto quella tra lei e Cintya, che era finita magari perché si erano allontanate e non per uno stupido litigio e negli occhi blu dell’amica leggeva la stessa cosa.
“Volevo chiederti scusa” rivelò Cintya, “Non sono stata affatto una buona amica, anzi sono stata una pessima amica e non mi sorprenderei se tu non mi volessi perdonare” aggiunse, ma Camilla l’aveva già abbracciata, non era una persona rancorosa, no non lo era neanche un po’, “Non fa niente” rispose la bionda, ma quelle parole non dovevano essere equivocate, Camilla non intendeva con quelle parole che aveva messo una pietra sopra a tutto, ma era una formula per dire che la perdonava, cosa che Cintya aveva capito, come aveva compreso che Camilla non voleva tornare ad essere la sua migliore amica.
Rimasero insieme tutto il pomeriggio a chiacchierare del futile, per avere un ultimo bel ricordo della loro amicizia.
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Capitolo 18 *** L'Incantasimo Di Fantasia ***
Ecco la fine di questa FF, iniziata il 18/02/09 e che termina oggi 04/03/11.
Ringrazio davvero chiunque, abbia seguito, recensito, preferito, ricordato questa storia. Grazie infinitamente di tutto.
Preferiti:
{ MissTata55
NancyAveryDylan
Rubarubina
Selvaggia_Chan }
Ricordati:
{MissTata55 (Di nuovo)
Shizue_97}
Seguita:
{ChibiRoby
MissTata55 (Ancora)
Nalista}
A chi a recensito
{MissTata (Nuovamente)
Yuki_Chan17 }
Infinitamente Grazie a tutti.
Direi che dedico questo capitolo a Me Stessa per prima. A chi ha letto questa storia, anche, solo per caso, a tutte le persone elencate qui sopra e particolarmente a MissTata55, spero che questo finale ti piaccia.
Avvertimenti: In un certo punto della storia, essa è scritta in corsivo e volutamente confusionario, perché sono i sogni, ovvero l’incanto di Fantasia nel … (Dovete leggere). Questo capitolo è quasi privo di discorso diretto (C’è tranquilli) perché è molto discorsivo, non so esattamente perché sia uscito fuori così.
Baci baci (Per l’ultima volta in questa FF)
EsL
In Un Passato Non Troppo Lontano
L’incantesimo di Fantasia.
Agosto era quasi a metà e le fitte che sentiva Serena si era duplicate e la sua pancia era enorme, camminava per la strada a fatica, con le mani pigiate sul basso ventre, quella stralunata biondina di nome Daniela, che si era rivelata proprio l’amica di cui Alessia le aveva parlato, ora l’accompagnava lungo quella strada.
Osaka davvero non aveva nulla di sbagliato per Serena, ma ogni volta che si sedeva sulla sedia in cucina della suo nuova casa e guardava quella città, una nostalgia di Tokyo l’assaliva, le mancava la sua dolce mamma, sua sorella Camilla, i suoi amici e Fabrizio, cielo, quanto gli mancava Fabrizio, ogni giorno, ogni attimo di più, più l’estate era volta al termine più aveva sentito un’immancabile mancanza del ragazzo, era come una drogata in crisi d’astinenza; Ma Serena si era imposta di disintossicarsi, per questo era stata tanto arrendevole ad andare via, aspettava anche con in pazienza la nascita di Renoir, che poi sarebbe stata data in affidamento ad un’altra famiglia, aveva anche trovato la coppia giusta, una dolce famiglia che abitava in centro, appena gli aveva visti aveva detto che erano perfetti, aveva anche rifiutato un adozione aperta, aveva solo fatto un’unica piccola richiesta che il nome fosse Renoir, la coppia aveva accettato senza mezzitermini, disposti a tutto pur di avere una piccola creatura di cui prendersi cura.
“Auh … ah … Fermati!” esclamò Serena fermandosi per la strada e stringendo la mano sulla spalla di Daniela, “Stai avendo le doglie? Si sono rotte le acque? Stai per andare in travaglio? Il bambino è in arrivo?” chiese allarmata la biondina pallida, sorreggendo immediatamente Serena e posando una mano sul ventre abnorme, “No, no, tranquilla …” rispose Serena forzando un sorriso, pochi giorni, massimo due settimane e finalmente avrebbe partorito.
Serena e Daniela ripresero a camminare lungo la strada, non c’era passante che non si voltasse sconvolto verso la bionda riccia, ogni persona aveva quell’espressione, tra lo sconcertato e il disgustato, Serena l’odiava, l’odiava infinitamente, più di ogni altra cosa, Daniela non provava a consolarla, sapeva che era inutile, al contrario le prendeva la mano e le sorrideva confortevole, la conosceva davvero da poco tempo, eppure aveva trovato in lei, una roccaforte in cui rifugiarsi.
Le due ragazze si fermarono quando videro un negozio davanti a loro, posto davvero in un posto buffo per una bottega, nel mezzo della strada, “E questo da quanto tempo è qui?” chiese Daniela stupita, che tra quelle strade c’era cresciuta ed un così buffo edificio, con mille colori, quasi incantato, una forza spinse Serena ad entrarci immediatamente, seguita subito da Daniela. Anche l’interno del negozio era tutto colorato, era pieno di mensole piene di tazze colorate e su ognuna di esse c’erano colorate stelle, solo il negoziante sembrava un tipo strano, grasso, con i capelli neri ed un espressione assonnata, non sembrava dar peso alle ragazze. Daniela e Serena cominciarono a girare per la bottega, a dare un’occhiata alle tazze, ci volle un po’, ma ne trovò una che l’attirò immediatamente, era blu, con una stella arancio, due colori insoliti, ma le piacquero, prese la tazza e cominciò a girarsela sulle mani, trovò sulla base una scritta, diceva di riempirla di tè alla vaniglia e di esprimere un desiderio, be Serena a queste cose non credeva ma decise di comprare lo stesso la tazza, per gioco.
Quando a metà del pomeriggio fu presa da un incontrollabile voglia di tè, anche se c’era un caldo asfissiante in casa, con il condizionatore a quasi 15°, decise di prepararsene uno proprio alla vaniglia, così da poter inaugurare la tazza. Dopo averlo fatto bollire ed aromatizzare, aveva versato il liquido bollente all’interno della tazza variopinta, congiunse le mani al petto e cominciò a pensare a quale desiderio avrebbe potuto esprimere, così per scherzo.
Voleva essere felice, voleva che tutti fossero felici, voleva dimenticare Fabrizio, voleva che anche lui dimenticasse lei, che si innamorasse di un’altra ragazza, che non gli avrebbe dato più danni, che Renoir crescesse felice, che anche la sua amica Carolina trovasse una posto dove stare bene.
Desiderò intensamente la felicità e di essere un ricordo sbiadito ma piacevole, per tutte le persone che aveva lasciato a Tokyo, sua sorella e sua madre compresa, sapeva perfettamente quant’era impossibile, le persone non si cancellano dalla vita, ma sarebbe stato fantastico lo stesso, serrò le dita tra loro, lo desiderò con una tale forza d’avere quasi paura di riaprire gli occhi e vedere che il suo desiderio non si era avverato; ma qualcosa accade. Qualcosa di davvero incredibile. La tazza era completamente illuminata e da essa ne uscì fuori un piccolo esserino, dalle guanciotte rosse e uan peluria simile a capelli azzurri, con un espressione così tenera, che comunque fece urlare Serena dallo spavento, “Cosa sei??” domandò, urlò, con le mano sul ventre e saltando in piedi, “Sono Fantasia del regno di Mirmo” rispose quell’essere con una voce in falsetto incredibilmente infantile, Serena era caduta a terra scioccata, semi svenuta, “O per la gloria del re!” urlò il piccolo esserino.
Quando la bionda riprese conoscenza, la piccola Fantasia era ancora lì, Serena era rimasta in stato di shock ancora molto tempo, aveva cominciato a capire qualcosa solo dopo ce aveva sbattuto senza alcuna grazia Fantasia sotto il naso di Daniela, che aveva negato di vederla. Così alla fine Serena aveva cominciato ad assecondare la strana storia che raccontava quello strano piccolo essere di nome Fantasia.
Qualche sera dopo.
Serena era al telefono con sua sorella, parlavano del più o del meno, evitavano entrambe come fosse contagioso l’argomento Fabrizio, ma dalle lievi esitazioni ed i silenzi prolungati di Camilla, che Serena aveva capito che lui non stava affatto bene, ma in realtà nessuno stava bene, Camilla per prima. “Dicevo, ormai Lorenzo è diventato un fantasma, non lo si vede più in giro. Lo stesso Cintya be alla fine non vedo più nessuno, se non Carolina e di tanto in tanto Greta” aveva detto Camilla con un tono triste, Serena si era poggiata al davanzale della finetra, mordendosi le labbra, “Qui tutto bene, apparte che io e papà litighiamo un giorno si e l’altro pure e che la gente mi squadra sempre dalla testa ai piedi con biasimo” aggiunse Serena, carezzandosi la pancia gonfia, “Scusami devo chiudere, ci sentiamo domani!” aggiunse poi, spegnando il telefono, prese un bel respiro e dopo aver dato la buona notte alla piccola Fantasia, la bionda si sfilò i vestiti e rimase qualche istante a guardare il suo corpo sformato allo specchio, indossò la vestaglia leggera e si infilò sotto le coperte fresche, pronta a dormire.
“Dunque immaginavo che sarei capitata tra le grinfie di un qualche umano con desiderio egoistici!” esclamò una sera Fantasia dopo aver mangiato le nocciole tostate che Serena le aveva preparato e si era rintanata tra le felpe morbide del terzo cassetto, “Invece sono capitata con te”esclamò ancora Fantasia, Serena sorrise con un certo cuore, “Grazie!” balbettò, mentre posava i piedi sul cuscino che aveva messo al fondo del letto, “Voglio realizzare il tuo desiderio!” esclamò la piccola folletta, Serena cercò nel buio il contorno di Fantasia, “Intendi quello della felicità?” la sua voce era carica di dolcezza e speranza, Fantasia rispose positivamente, affermando che l’avrebbe fatto subito dopo la nascita di Renoir, Serena cercò di trattenere un singhiozzò, stava per piangere di gioia.
La data stabilità era arrivata, nel centro di Osaka assieme a Daniela e allo strano Mirko a Serena si erano rotte le acque, “O Santo cielo” aveva urlato, prima di essere presa da delle fortissime doglie, in cui Serena si era aggrappata al braccio di Mirko, che subito l’aveva sorretta, Fantasia subito aveva cominciato a farle coraggio, aggrappandosi ai lunghi capelli, Daniela invece urlava a qualcuno di chiamare un ambulanza, grazie al cielo qualcuno l’aveva fatto; “Resisti, resisti” gli diceva Mirko, che neanche la conosceva bene, e la sa voce si perdeva insieme a quella di Fantasia nella sue orecchie, Serena tratteneva lamenti, aggrappata al braccio del ragazzo. Leonardo scoprì che sua figlia era andata in travaglio solo quando un affannata e preoccupata Daniela l’aveva avvertito dall’ospedale, “Sta per arrivare la bambina!” urlava Daniela, con un pugno serrato, “Sono lì tra cinque minuti!” esclamò l’uomo chiudendo il telefono, Daniela annui, anche se effettivamente l’uomo non poteva vederla, si lasciò cadere su una delle sedie d’aspetto. Mirko l’aveva immediatamente raggiunta, in volto era livido, probabilmente non era stato per lui molto facile assistere con sangue freddo una semi sconosciuta che era entrata in travaglio, “Credo che tu debba andare da lei” bofonchiò Mirko, Daniela accennò un sorriso, si alzò dalla sedia e con un passo pacato raggiunse immediatamente la sala in cui freneticamente Serena urlava e camminava, bestemmiando tra atroci dolori. Mirko riservò una piccola porzione di pensiero ad Alessia, che gli aveva presentato quella ragazza, chi sa adesso cosa faceva la sua dolce Alessia? Aveva già trovato un grande amore.
Dieci ore dopo, tra vari, spingi, resisti e respira, di Leonardo, Mirko, Daniela e Fantasia, Serena aveva avuto un po’ di pace, le avevano fatto un epidurale e a quel punto il dolore era diminuito. Il dottore aveva detto a Leonardo che data la piccola taglia dei fianchi di Serena era d’obbligo un cesareo; “D’accordo” rispose l’uomo, gettando uno sguardo alla figlia, stesa sul letto con le mani sul ventre, che sembrava boccheggiare qualcosa, forse pregava, pensò l’uomo, senza sapere che la figlia in verità parlava con Fantasia e ricordava alla folletta che aveva promesso di realizzare il desiderio, “Tranquilla” rispose Fantasia, scivolandole sulla spalla destra.
“Tesoro …” esclamò un infermiera gentile, “Dobbiamo praticare un parto cesareo” le disse dolce, “Avrei due cose da dirle” le rispose Serena, ignorando apertamente quello che l’altra le aveva detto, “Certo dimmi” sussurrò l’infermiera, “La bambina andrà in adozione. Il suo nome, però deve promettermelo, deve essere Renoir, la prego!” enunciò Serena, con gli occhi pieni di lacrime, l’Infermiera annui.
Poi arrivò il grande momento.
Quella notte, ogni persona che nella sua vita aveva avuto a che fare con Serena anche superficialmente ebbe sogni inquieti. Carolina sognò Serena, prima come un immagine distinta, che man mano svanì, fino a cancellarsi del tutto, quando si svegliò nel cuore della notte non ricordava neanche chi fosse Serena e persone come Michele, Lorenzo e gli altri, erano come ombre velate ed offuscate, capitò a lei come a tutti gli altri.
Camilla non sognò il ragazzo che le allacciava il braccialetto, sognò due bambine che giocavano nella sabbia, ma quella mattina quando si svegliò non provò un senso di vuoto quando notò che in quella casa vivevano solo in due, però c’era da dire che non aveva completamente rimosso Serena era più un dolce ricordo passato, come era successo a sua madre, che aveva qualche vago ricordo di dolcezza pensando a suo marito che non sapeva dov’era e a sua figlia di cui non ricordava che un dolce volto. Serena aveva aperto gli occhi dopo il parto, che non ricordava neanche perché era all’ospedale, Fantasia di cui si ricordava, era appesa ai capelli, suo padre gli sorrideva e lei ne era entusiasta, fuori alla stanza Daniela aveva gli occhi socchiusi e la testa appesa sulla spalla di Mirko, che un attimo prima pensava ad Alessia e l’attimo dopo era immensamente felice di sapere che Serena stava bene.
Era successo a tutti di dimenticarsi degli altri ed avere vaghi ricordi di ciò che era successo in quegli anni precedenti. Chi aveva sognato qualcosa di diverso era Fabrizio, aveva sentito le lacrime di un bambino in cerca d’affetto, nei suoi sogni aveva trovato una ragazzina dai capelli biondissimi che l’aspettava seduta su una panchina con lo sguardo preoccupato, il bambino continuava a piangere. Fabrizio era in piedi davanti a lei, “Serena” scandì, lei si alzò e lo baciò, come nessun’altro in quella vita, pensava, avrebbe mai fatto, poi il ricordo era come andato a pezzi, si era svegliato di soprassalto con il nome Serena in testa e senza un immagine chiara di chi fosse; La notte dopo avrebbe smesso di sognare ragazze bionde, perché di quella Serena non sarebbe rimasto che il ricordo di quel nome e dell’altra, quella con le codine, finalmente, avrebbe preso una consistenza materiale.
Era la mattina del giorno dopo, Carolina era uscita con, quella che ormai era a tutti gli effetti la sua migliore amica, Camilla. Erano entrambe d’ottimo umore, non c’era un filo di stranezza o fastidio nei loro cuori, erano felici ed allegre, forse un po’ spaesate era come se si fossero svegliate solo ora da un sonno lungo una vita che aveva intorpidito tutti i loro sensi.
Passando davanti ad una casa con l’erba falciata non notarono neanche sul cortile una ragazza dai capelli scuri stesa sul prato che cercava qualcosa nelle cielo azzurro, una risposta. Superato il cortile un’altra scena apparve a loro, c’erano una splendida coppia di fidanzati che si guardavano dolcemente, Cintya e Lorenzo, Camilla guardandoli riconobbe la figura di quella ragazza che era stata la sua compagna di classe e banco, non ricordava d’averci stretto una solida amicizia, ma di esserci sempre andata d’accordo, alzò la mano e la salutò, la stessa cosa fece Carolina e la ragazza ricambiò gioconda.
Luongo la loro strada, Camilla era stata quasi braccata da Giulia, che aveva salutato con due baci le vecchie amiche, sia Camilla sia Carolina ricordavano bene la ragazza, ma erano quasi consapevoli che la loro amicizia si sarebbe fermata alla terza media. “Come stai?” chiese Camilla, con un bel sorriso, la riccia rispose gioiosa: “Molto bene, voi?” le due risposero con sincerità, Giulia si trattenne a conversare poco con loro, dopo un paio di minuti aveva detto: “Scusate ho un appuntamento con un mio amico, Michele!”, Carolina non aveva provato niente, nessun fastidio, come se quella persona non fosse mai esistita nella sua vita, perché in effetti dopo quella notte incanta era come se Michele non fosse mai stato partecipe della sua vita. “Solo un amico” chiese Camilla con un bel sorriso, Giulia rispose con una risatina, poi aveva detto: “Spero di no” con risposta amichevole, prima di salutare le ragazze con un sorriso amichevole.
Carolina e Camilla continuarono la loro passeggiata, chiacchierando del più e del meno, quando ancora un’altra scena si presentò davanti a loro; Una vecchietta era sul ciglio della strada, chi guardava a destra e sinistra per vedere quanto poteva attraversare, nessuno sembrava disposta a lasciarla passare, ma proprio prima che Camilla si proponesse per aiutarla, qualcuno l’aveva già fatto, un ragazzo alto, dai capelli castani e degli immensi occhi blu, aveva un sorriso meraviglioso, Camilla l’aveva già visto da qualche parte, non capiva dove, ipotizzò che fosse un angelo e che lo avesse visto nei suoi sogni.
“Chi sa chi è …” mormorò, non scollando gli occhi dalla figura del ragazzo che lentamente accompagnava la vecchietta lungo la strada, “Se non sbaglio si chiama Fabrizio, frequentava la C” le rispose Carolina, sorridendo all’amica, che per tutta risposta le chiese: “Sai anche a che scuola si è segnato?” incrociò le dita, sperava veramente che quel ragazzo sarebbe stato in classe con lei, “Scientifico, come noi” le rispose Carolina dopo averci pensato un po’, si spostò un ciuffetto ribelle dietro l’orecchio, “Sarebbe magnifico se fosse in classe con noi!” sussurrò Camilla, dando quasi per scontato che lei e Carolina sarebbero state compagne.
Fabrizio, arrivato all’altro lato della strada, notò che sul marciapiede dove era prima c’erano due ragazze che lo guardavano, una aveva una particolare chioma viola, raccolta in due chignon ai lati della testa, l’altra una biondina con le codine, Fabrizio pensò di riattraversare la strada e presentarsi a quella bionda, ma non le fece, non sapeva esattamente perché, si ritrovò a confidare che il fato gli avrebbe fatti rincontrare, se lo sentiva, sorrise nella direzione di Camilla e continuò per la sua strada. La bionda era rimasto a fissarlo ed aveva ricambiato il sorriso, purtroppo, solo dopo che lui aveva voltato la schiena, poi aveva ripreso anche lei la sua strada con Carolina, sperando che avrebbe rincontrato Fabrizio, magari anche in classe assieme.
Senza sapere, realmente, della magica e romantica avventura in cui si stava per implicare con lo stesso Fabrizio, Camilla non poteva sapere quante meravigliose e divertenti situazioni avrebbe cominciato a vivere da lì ad un mese, non poteva neanche immaginarlo, ma l’avrebbe adorato. |
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