Il principe e la Volpe

di bloodingeyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 3: *** Parte 3 ***
Capitolo 4: *** Parte 4 ***
Capitolo 5: *** Parte 5 ***
Capitolo 6: *** Parte 6 ***
Capitolo 7: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


C’era una volta in un regno molto lontano un giovane principe di nome Caleb tanto amato dalla sua corte e dal suo popolo. Era però arrivato per lui il tempo di trovarsi una sposa e così, un giorno come tanti altri, decise di partire alla ricerca della perfetta compagna che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita, aiutandolo a regnare sul suo bel regno, che gli avrebbe dato tanti splendidi eredi e l’avrebbe amato incondizionatamente fino alla fine dei loro giorni. Prese quindi il suo adorato cavallo bianco, un po’ di provviste e di soldi e, dopo aver salutato la famiglia, se ne andò alla ricerca della principessa perfetta. Si diresse verso le fredde terre del nord, dove gli avevano detto che c’era una magnifica principessa in età da marito ma dopo appena una settimana di viaggio il suo cavallo stramazzò a terra, troppo stanco persino per continuare a respirare. Rinchiuso fra le mura dorate del castello quel cavallo non si era mai irrobustito abbastanza e la fatica del viaggio lo aveva ucciso. Il principe pianse per tutto un giorno l’animale ma poi si decise a proseguire per la sua strada. Le sue disavventure però non erano ancora finite perché dopo alcuni giorni di cammino si ritrovò il passo sbarrato da un gruppo di briganti che gli ordinarono di consegnargli tutti i suoi avere. Caleb sguainò la spada e si difese, era sempre stato un grande spadaccino ma solo negli scontri singoli, non gli era mai capitato di doversi proteggere dall’assalto di cinque lame e, inevitabilmente, venne sconfitto. La sua splendida spada volò via e scivolò dentro ad un lago lì vicino. Disarmato il principe cercò di scappare ma uno dei briganti lo prese e lo buttò a terra in malo modo. Gli tolsero ogni cosa, dall’oro ai vestiti, l’unica cosa che il giovane principe riuscì a fare fu gettare il suo anello regale nell’erba vicino al lago nella speranza di poterlo ritrovare in un secondo momento. I briganti se ne andarono lasciandolo a terra ferito e completamente nudo, ridendo delle sue lacrime. Caleb si rialzò dolorante e si mise a cercare l’anello sulla riva del lago ma, non trovandolo, si tuffò a cercarlo. Cercò anche la sua spada ma il lago era profondo, l’acqua gelida e si stava facendo pure notte. Non trovò nessuno dei due oggetti e così, stanco e sconsolato decise di lasciarsi affogare fra quelle acque. Chi avrebbe mai creduto che lui fosse un principe? Spogliato delle sue vesti, il viso tumefatto dai pugni, sporco di terra e fango e senza neppure una cavalcatura nessuno avrebbe mai potuto riconoscere in lui il principe Caleb, neppure i suoi genitori probabilmente. Eppure non riuscì a lasciarsi andare e a morire affogato, l’istinto di sopravvivenza fu più forte e il principe si ritrovò a boccheggiare alla ricerca d’aria sulla riva del lago, piangendo disperato per la sua malasorte. Fu in quel momento che un uomo incappucciato passò a cavallo di lì e lo vide

-Che diavolo state facendo?- gli chiese lo straniero –Non sapete che le acque del lago diventano mortali una volta che scende la notte?-

-Ormai non ha più importanza- gli rispose il principe in lacrime –ormai ho perso tutto, non posso tornare alla mia famiglia e non avrebbe neppure senso continuare il mio viaggio, non ho soldi né cibo… sono disperato!- l’uomo a cavallo rimase fermo ad osservarlo e, con un sospiro stanco, smontò e lo aiutò ad uscire dall’acqua, avvolgendolo in una coperta che aveva preso da una delle bisacce attaccate alla sella

-Smettetela di piangere- gli disse dolcemente ma con voce ferma –siete ancora vivo, questa è l’unica cosa importante, tutto il resto lo potrete riavere con fede, lavoro e tempo- il principe non capì appieno le parole dello straniero ma annuì

-Qual è il vostro nome?- gli chiese

-Mi chiamo… - si bloccò di colpo e scosse la testa tristemente –mi hanno spesso chiamato Volpe- gli rispose

-Io sono Caleb principe di… - venne però bloccato

-Non voglio saperlo, per me non ha importanza- cavalcarono fino ad una taverna poco distante e Volpe pagò una stanza per entrambi, chiedendo che venisse portato loro del cibo e venisse riempita una vasca d’acqua calda, così che Caleb poté ripulirsi dal fango del lago. Una volta che il principe si fu lavato Volpe gli regalò dei suoi abiti, piuttosto semplici ma belli, e cenarono insieme

-Vi sono immensamente grato per quello che state facendo per me- disse il principe sedendosi a tavola. Volpe si tolse il mantello e si andò a sedere davanti a lui, portava in viso una maschera bianca con un apertura per le labbra che arrivava fino al mento e due fori piuttosto lunghi ma stretti per gli occhi. Aveva i capelli biondi e scarmigliati, tenuti stretti in un codino. Gli abiti erano semplici ma di fattura pregiata

-Non dovete ringraziarmi- gli disse Volpe mentre iniziava a mangiare -ho fatto solo quello che mi dettava la mia coscienza-

-Siete davvero una persona molto gentile, allora, non molti mi avrebbero aiutato- l’uomo scrollò le spalle noncurante e continuò a mangiare –posso farvi una domanda?- gli chiese il principe osservandolo

-Certo-

-Siete un nobile?-

-Cosa ve lo fa pensare?-

-I vostri gesti, il vostro modo di stare seduto… -

-Molto tempo fa lo ero, ora sono solo un vagabondo- gli rispose Volpe con fare noncurante

-Mi dispiace- disse sincero il principe

-Non dovete, per me perdere tutto è stato solo l’inizio di una nuova vita, adesso sto bene e sono piuttosto felice- Volpe rise e aggiunse –e poi se fossi stato ancora nobile non mi sarei mai fermato ad aiutarvi, rallegratevi che il vecchio me sia andato in disgrazia e che abbiate incontrato il me stesso attuale- Caleb non rise e fece persino fatica ad annuire. Finirono di cenare praticamente in silenzio e andarono a dormire ognuno nei rispettivi letti. Il mattino seguente, mentre Caleb faceva colazione, Volpe chiese al principe di raccontargli le sue disgrazie e di spiegargli come ci era finito a piangere sulla riva di un lago. Ascoltò il racconto nel più religioso silenzio tirando di tanto in tanto una boccata dalla lunga pipa bianca che aveva tirato fuori da chissà dove. Una volta finito il racconto Caleb sospirò tristemente e cercò di trattenere le lacrime che ancora una volta cercavano di uscire dai suoi occhi

-Oggi torneremo al lago e vedrete che troveremo la vostra spada e l’anello- così dicendo Volpe scrollò il resto del tabacco, si alzò da tavola e uscì dalla taverna con Caleb appresso che però non credeva che sarebbero riusciti davvero a ritrovare i due oggetti. Ritornarono in poco tempo al luogo dove si erano incontrati la sera precedente. Le sue acque erano luminose e limpide, belle come in un sogno e dieci magnifici cigni selvatici nuotavano placidi al centro nel lago -Loro ci aiuteranno- disse sicuro di sé Volpe avvicinandosi all’argine. I cigni si avvicinarono incredibilmente all’uomo che ne accarezzò le teste regali e i lunghi colli. Caleb rimase indietro, stupito da come gli animali si fossero avvicinati e si lasciassero accarezzare da quell’uomo che sussurrò ad ognuno qualcosa mentre li continuava a carezzare. Gli uccelli si allontanarono allora dalla riva e si immersero nelle acque del lago. Tornarono presto trasportando la spada e l’anello d’oro del principe Caleb che corse a riprendere i suoi oggetti stupito e felicissimo. I cigni selvatici però volarono via spaventati

-Come avete fatto?- chiese il principe rimettendosi al dito l’anello e asciugando la spada con un lembo del mantello. Volpe guardò i cigni che volavano via e si intristì

-È solo una cosa che ho imparato a fare da piccolo- gli rispose mentre si rimetteva in piedi -dove siete diretto ora?- gli chiese l’uomo

-Ora che ho di nuovo il mio anello posso presentarmi a qualsiasi corte e verrò riconosciuto, quindi penso che tornerò a dirigermi a Nord come mi ero prefissato-

-Allora le nostre strade si dividono qui- disse Volpe staccando una delle bisacce dalla sella e aggiunse –vi lascio il mio cavallo e queste poche cose, spero che vi possano essere utili- detto questo fece per andarsene ma il principe lo bloccò stupito

-Perché lo fate? Perché mi aiutate?- gli chiese sorpreso ma Volpe non rispose e si abbassò ancora di più il cappuccio sugli occhi –Mi ricorderò di voi- gli promise Caleb -ripagherò il mio debito con voi quando tornerò al mio regno, riavrete il vostro titolo se lo desiderate e vi ridarò cento volte quello che avete dato a me, dovrete solo chiedere e ogni cosa possibile vi sarà data- l’altro lo guardò e per un attimo il principe sentì una strana inquietudine nel cuore, come se una mano fredda gliel’avesse stretto nella sua morsa

-Non c’è nulla che un principe come voi possa fare per me- gli rispose duramente Volpe voltandogli le spalle e andandosene a passo spedito. Caleb non capì perché l’altro si fosse arrabbiato ma visto che ormai se ne era andato pensò che era meglio non pensarci e saltò a cavallo tornando a viaggiare verso Nord alla ricerca della sua principessa.

*°*°*°*°*°*°*°

Note dell'autrice,  inserite dopo la fine del contest:

  • Questa storia ha parteciparo al contest "Piccola fiaba slash" di Lal Rouche ma il contest non è finito bene perchè solo io ho consegnato T^T
  • Caleb ha preso il nome da una canzone che ascoltavo in quel momento dei Sonata Arctica che si intitola, appunto, Caleb
  • Il cavallo bianco non l'ho mai sopportato quindi è con mio immenso piacere che ne ho fatto schiattare uno XD
  • Volpe prende il nome... non lo so... mi piaceva e basta dare ad uno dei miei personaggi il nome di un animale
  • I cigni e le papere sono praticamente in ogni fiaba e c'è sempre un personaggio che si fa aiutare da loro,quindi ho pensato di usarli anch'io
Altro non mi pare che si sia.
Bye!!!

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Finalmente il giovane principe giunse alla sua meta: il castello fra le fredde montagne del nord e rimase stupito da come tutto in quel regno fosse dipinto delle varie tonalità del blu. Tutte le case avevano i tetti e gli infissi di colore blu scuro e i muri erano tinti di un azzurro tenue. Le strade erano composte da tanti ciottoli di diverse gradazioni di blu e riflettevano la luce in maniera davvero singolare, così che sembrava di camminare su dei fiumi di acqua solida. Anche le persone erano tutte vestite di blu: casacche, braghe, vestiti, cappelli, scarpe, gioielli e forse avevano anche mutante di varie tonalità di blu. Avevano tutti i capelli biondi molto chiari, gli occhi di tutti erano blu, azzurri oppure neri e la pelle era quasi diafana. Era un regno davvero molto strano. Il principe comunque si presentò a corte dopo essersi rifocillato una notte e aver comparto splendidi abiti blu scuro con i soldi che Volpe gli aveva lasciato. Si presentò al re e gli chiese la mano della figlia, l’uomo si dimostrò entusiasta e gliela presentò volentieri. La ragazza era bellissima, con lunghissimi capelli biondi così chiari da sembrare bianchi, sottile come un giunco, la pelle bianca e liscia come fosse di porcellana, occhi azzurri e luminosi, incredibilmente aggraziata e regale. Caleb se ne innamorò all’istante ma per sua sfortuna fu l’unico, infatti la principessa, quando gli fece la proposta di matrimonio, lo squadrò da capo a piedi e, indignata, gli rispose

-Non siete adatto-

-Come?- chiese il principe sorpreso

-Non siete cromaticamente adatto a diventare mio marito-

-Non capisco-

-I vostri capelli e la vostra pelle sono troppo scuri e i vostri occhi hanno un colore sbagliato! Non mi sposerò mai con un principe così inadatto a me!- fece per andarsene stizzita ma il principe le si parò davanti, sbarrandole il passo

-Vi prego, non andatevene, io vi amo- le disse sincero fin nel profondo del cuore ma la ragazza non diede peso a quelle parole e gli rispose duramente

-Io non amo nulla che non sia di colore diverso dal blu o al massimo dal bianco, tutto il castello e tutto il mio regno è di questo colore, capite? Se vi sposassi tutto il mio castello diventerebbe più brutto, non voglio sposarmi con un principe che mi farebbe sfigurare davanti ai miei ospiti e soprattutto non voglio figli cromaticamente brutti! Immaginate che orrore sarebbe avere dei bambini con pelle, capelli e occhi del colore sbagliato! Tutti li prenderebbero in giro a vita e io me ne vergognerei fino a morirne! No signore! Io non vi sposerò mai e se ci pensate bene capirete anche voi che è giusto così- la principessa sorrise e gli si inchinò -vi auguro una buona giornata mio signore- e detto questo se ne andò senza lasciargli tempo di ribattere e spezzandogli il cuore. Il re sospirò e accompagnò il ragazzo fuori dal castello

-Sembrate un bravo ragazzo e un buon partito ma se mia figlia non vi desidera non posso farvela sposare, la amo troppo per andare contro ai suoi desideri- gli disse il re per poi porgergli una sacchetta piena d’oro -questo è per il vostro viaggio di ritorno e per scusarmi del comportamento della mia adorata bambina-

-Grazie mille- gli rispose atono e triste il ragazzo

-Se volete, mentre tornate a casa, potreste fermarvi da un mio cugino che ha anche lui una figlia in età da matrimonio, non è bella come la mia bimba ma è una ragazza graziosa- Caleb ci pensò su un attimo e poi decise di farsi spiegare la strada per andare a trovare questa nuova principessa. Infondo, se fosse tornato a casa senza una fidanzata i suoi genitori l’avrebbero comunque costretto ad andarsene a cercare un’altra. Con il cuore pesante e triste ma con la speranza di trovare la donna della sua vita si rimise quindi in viaggio.

La seconda principessa era splendida, molto più bella della ragazza fissata con il colore blu da cui Caleb era stato rifiutato. Questa era alta e con un corpo e un viso molto più maturi per la sua età ma con ancora negli occhi l’incanto della giovinezza, aveva capelli morbidi e lisci come seta ed era dolce e gentile anche con i servi. Il principe Caleb si innamorò di lei appena sentì la sua voce angelica e la sua risata cristallina. Chiese subito al re la mano della ragazza ma questo si infuriò e fece per cacciarlo via, il principe chiese per lo meno che gli venisse data una spiegazione e allora il re rispose

-Voi siete solo un poveretto, io possiedo terre dalle montagne fino al mare, da est fino al grande fiume ad ovest tutto ciò su cui camminate mi appartiene! E voi invece? Avete solo un piccolo regno di la dal fiume, indossate abiti così semplici che farebbero ridere anche il più umile dei miei paggi e avete un solo cavallo per viaggiare, mentre io quando mi sposto sulle mie terre uso una carrozza tutta d’oro trainata da dieci cavalli bianchi e ho vestiti così belli che neppure ve li potreste immaginare! No, un poveraccio come voi non può assolutamente sposare mia figlia!- indignato e stupito il principe si voltò verso la ragazza e le chiese

-Ma voi cosa ne pensate di me? Non mi vorreste sposare?-

-Se mio padre pensa che voi non siate un buon partito allora io non vi sposerò- rispose la ragazza tornando a passeggiare nel giardino. Il re diede ordine alle guardie di portare Caleb fuori dal suo castello ma prima che il ragazzo se ne fosse andato gli disse

-Un poveretto come voi potrebbe essere un buon partito solo per la figlia di mio fratello, andate giù al mare e troverete il minuscolo regno di quel poveraccio, anche lui ha una figlia e non è ancora riuscito a maritarla, immagino che per uno straccione come voi quella sia il massimo a cui potete aspirare- Caleb si rimise in viaggio, stizzito e di nuovo con il cuore infranto e, senza neppure pensarci troppo si diresse verso il piccolo regno sul mare governato dal fratello del re avaro.

Arrivato al castello sulla scogliera dove il re avaro gli aveva consigliato di cercar moglie si ritrovò nel bel mezzo di una grande festa e, chiedendo ai passanti cosa si stesse festeggiando, si sentì rispondere che si stava celebrando il matrimonio dell’unica principessa del re. Sconsolato Caleb se ne andò anche da quel regno e si rimise sulla strada di casa, visto che i soldi stavano finendo e lui era stanco di viaggiare. Dopo alcuni giorni, mentre stava cavalcando in un bosco, incrociò un viaggiatore e riconobbe subito in lui Volpe, si fermò allora a salutarlo

-Volpe! Siete voi? Come state?- gli chiese sorridendo. L’uomo, che aveva ancora il viso coperto dalla stessa maschera dell’ultima volta, lo guardò perplesso

-Chi siete?- gli chiese

-Sono il principe Caleb, quello che avete aiutato al lago a ovest, non vi ricordate di me?- Volpe lo guardò ancora, poi il suo sguardo si fermò sul cavallo e sembrò riconoscere l’animale più che il cavaliere

-Oh, si! Ora mi ricordo di voi- disse carezzando il muso del cavallo che docilmente strusciò il muso contro il viso del vecchio padrone -Non pensavo che vi avrei rincontrato-

-Io invece sono felice che sia successo, sto tornando a casa e se volete seguirmi ripagherò il mio debito con voi-

-Debito?- ripeté perplesso e sorpreso l’uomo

-Ma si! Vi avevo promesso che quando fossi ritornato a casa vi avrei ripagato per avermi salvato dalla morte e per aver ritrovato la mia spada e il mio anello!-

-Oh- disse Volpe sorpreso e per un attimo rimase interdetto, senza riuscire a dire nulla -ma io non vi ho aiutato perché volevo una ricompensa-

-Però io voglio sdebitarmi con voi, vi debbo così tanto… - gli rispose sorridendo Caleb. Volpe lo guardò intensamente da dietro la maschera e annuì lentamente

-Se mi darete un passaggio fino al di là dal Fiume Ghiacciato allora saremo pari-

-Ma… - cercò di dire il principe a cui lo scambio non sembrava per nulla equo, sentiva di dovere a quell’uomo ben più di un passaggio ma Volpe scosse la testa e non lo lasciò ribattere

-A me basta questo, se volete sdebitarvi allora accompagnatemi- Caleb accettò e lo aiutò a montare a cavallo. Insieme si rimisero in viaggio.

*°*°*°*°*°*°**°*°*°*°

Angolo dell'autrice:

  • Fra le fiabe dei fratelli Grimm ce ne sono alcune con delle principesse che vivono in castelli fatti d'oro, circondate da oro, che sembrano fatte d'oro, ecc. a me l'oro se è troppo e usato male non piace e poi in un castello sulle montagne in mezzo ai ghiacci il bianco e l'azzurro erano colori migliori
  • Principesse viziate e rompiballe, papà che le viziano anche quando non sono più bambine... strano come le favole diventino un incubo nella realtà...
  • Ci doveva essere anche una quarta principessa in questa storia, la più bella dell'universo, che Caleb avrebbe però solo visto da lontano perchè per incontarla bisognava fare la fila, l'uomo subito prima di lui sarebbe stato un vecchio di 90 anni che gli avrebbe detto di starte aspettando da quando era giovane di vedere questa bellezza e quindi Caleb avrebbe deciso di andarsene. Non ricordo perchè ho tagliato questo pezzo...
  • Mi hanno chiesto perchè Vope non riconosce subito Caleb... semplicemente è poco fisionomico con gli esseri umani
Continua....

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Capitolo 3
*** Parte 3 ***


Volpe non era un tipo di molte parole, difficilmente in un giorno si scambiavano più di un paio di battute però era di sicuro una persona piena di risorse. Riusciva sempre a trovare qualcosa da mangiare e non spendeva mai neppure un soldo, non perché non ne avesse, ma semplicemente perché non gli piaceva usarli inutilmente. Era davvero un cacciatore provetto, il migliore che Caleb avesse mai conosciuto, quando decideva un bersaglio quello era già morto senza saperlo, non l’aveva ancora visto mancare la sua preda ed era incredibile il fatto che uccidesse sempre sul colpo l’animale, senza aggiungere una sofferenza maggiore. E ancora più sorprendente era il fatto che gli animali comunque gli si avvicinassero tranquillamente e si lasciassero accarezzare senza timore, persino le belve feroci come lupi e orsi diventavano cuccioli mansueti quando c’era lui. Caleb era davvero affascinato da questo suo potere e spesso gli chiese di insegnargli a fare la stessa cosa ma Volpe non accettò mai

-Voi siete un principe, parlare con gli animali non è cosa che vi compete- gli diceva, spesso mentre tirava una boccata di fumo dalla sua pipa

-E perché mai?-

-Perché se vi metteste a parlare con gli uccelli che cinguettano nei vostri giardini o con i vostri cani da caccia tutti vi penserebbero pazzo e metterebbero un altro re al vostro posto- il discorso si concludeva sempre in questo punto fra loro ma una volta Caleb ebbe l’ardire di fargli un’altra domanda

-È questo che vi è successo?- gli chiese ma Volpe inclinò leggermente la testa, perplesso -è perché parlavate con gli animali che vi hanno cacciato dal vostro regno?-

-Io non sono stato cacciato- gli rispose l’uomo sospirando -me ne sono dovuto andare-

-E perché? Se posso chiedere… -

-Perché sono stato maledetto da una dannatissima strega- ringhiò Volpe

-Mi dispiace- gli disse sinceramente Caleb e l’altro lo guardò ancora una volta così attentamente da farlo quasi arrossire

-Inizio a pensare che voi siate troppo sincero e ingenuo oltre che viziato e stupido per sopravvivere nel mondo- il principe rimase stupito e sorpreso dal quelle parole così dure e inaspettate che non riuscì a ribattere. Quindi Volpe aggiunse –ora dovremmo rimetterci in marcia, altrimenti si farà scuro- concluse così il discorso, anche se per il principe la questione non era per niente chiusa. Infatti quando quella sera si accamparono in una radura Caleb gli chiese di spiegargli cosa avesse voluto dire con quella frase ma l’altro non gli rispose

-Per favore spiegatemi, odio non capire le cose- lo implorò alla fine il principe, l’altro sospirò e finalmente si decise a dagli una spiegazione

-Penso solo che voi siate quel tipo di persona che non conosce nulla della vita e che si appoggia agli altri senza nessun dubbio, all’inizio pensavo che foste il solito stupido viziato ma ora mi accorgo che siete anche ingenuo e questo mi spaventa un po’… -

-Io vi spavento?- gli chiese sorpreso il principe

-Non ho paura di voi ma per voi, temo che presto o tardi questo vostro essere vi condurrà ad una brutta fine, i vostri genitori non vi avrebbero dovuto lasciare andare da solo per il mondo senza nessuna protezione, rischiate di non tornare più a casa-

-Ma è tradizione che il principe ereditario cerchi la sua compagna da solo-

-Lo so però se non imparerete presto a sopravvivere vi ridurrete molto peggio di come eravate la prima volta che ci siamo incontrati-

-Perché dite così?- gli chiese il principe tristemente -io non capisco-

-Appunto perché non capite siete in pericolo-

-Allora spiegatemelo voi- ribatté stizzito

-Voi vi fidate di me?- gli chiese Volpe

-Certo!- gli rispose subito Caleb sorridendo, in fondo quella era la persona che l’aveva aiutato senza chiedere nulla in cambio nel momento peggiore della sua vita, come poteva non fidarsi?

-E fate male- lo redarguì Volpe alzandosi in piedi e raggiungendolo in due soli passi –non dovreste fidarvi di un perfetto sconosciuto come me-

-Voi non siete uno sconosciuto- gli rispose Caleb anche se in quel momento averlo così vicino gli faceva un po’ paura

-Cosa sapete di me in realtà?- gli chiese allora Volpe avvicinandosi di un mezzo passo, con fare da predatore, tanto che il principe si ritrasse impaurito -tutto quello che vi ho raccontato fin ora su di me potrebbe essere falso, non mi avete neppure visto in volto e potrei essere un brigante oppure peggio… - gli si avvicinò ancora e il ragazzo si ritrovò con la schiena contro un albero, Volpe appoggiò delicatamente i palmi della mani sulla corteccia ai lati della sua testa e si avvicinò al volto del ragazzo, parlandogli in un sussurro e fissandolo diritto negli occhi -potrei farvi qualsiasi cosa in questo momento lo sapete? Siamo nel bel mezzo di un bosco soltanto noi due soli, lontani da qualsiasi forma di civiltà e io potrei non essere la persona che voi pensate che io sia, ora io potrei derubarvi di tutto, torturarvi, farvi sbranare dalle bestie feroci, uccidervi e nessuno lo verrebbe mai a sapere, nessuno sentirebbe le vostre urla, il vostro dolore e nessuno verrebbe mai a cercare me perché nessuno sa di me né del nostro incontro… e ora ditemi in tutta sincerità pensate davvero di potervi fidare di una persona come me che ha già anche progettato la vostra morte con così tanta cura?- Caleb inghiottì a fatica la saliva, si accorgeva solo in quell’istante che la situazione sarebbe potuta essere molto pericolosa per lui eppure non rispose come Volpe si sarebbe aspettato

-Si mi fido- l’altro scattò leggermente indietro sorpreso

-Ma mi avete ascoltato?- gli chiese rabbioso

-È proprio perché vi ho ascoltato e ho capito che mi fido di voi-

-Non vi seguo- ammise Volpe

-Voi ora potreste farmi qualsiasi cosa e io non avrei scampo, siete un cacciatore migliore di me e gli animali del bosco sono dalla vostra parte, ma abbiamo passato giorni insieme e avete avuto un mucchio di occasioni di farmi del male, di uccidermi o peggio, eppure io sono ancora qui e voi pure, capisco quello che mi avete detto, che mi sarei cacciato in un grosso guaio a fidarmi di uno sconosciuto ma voi mi avevate già aiutato, siete stato gentile con me e mi avete salvato! Come potrei aver timore di voi che siete davvero una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto?- Volpe rimase senza parole a guardarlo, gli occhi sgranati dietro la maschera

-Voi mi tentate- gli disse l’uomo avvicinandosi troppo ancora una volta

-Non capisco- gli rispose Caleb cercando di scivolare di lato e allontanarsi ma Volpe lo bloccò contro il tronco dell’albero appoggiandogli una mano sul petto

-Siete così dolce e sincero, mi tentate incredibilmente- gli spiegò l’uomo avvicinandosi ancora, tanto che i loro respiri diventavano uno unico

-Lasciatemi per… - tentò di dire il principe ma le labbra di Volpe non lo lasciarono finire andandosi ad appropriare di quelle dell’altro voraci, mordendolo e leccandolo come un animale affamato -Smettetela- lo supplicò il principe cercando di spingerlo via ma Volpe gli bloccò entrambi i polsi sopra la testa con una sola mano mentre con l’altra gli stringeva i fianchi e gli slacciava la camicia. Continuò a baciarlo e morderlo sulle labbra e sul collo finché di botto non si staccò e lo lasciò libero

-Ci sono destini ben peggiori della morte e torture più dilanianti di quelle prodotte da un coltello, siete fortunato che io non provi piacere a prendere amanti non consenzienti- gli disse Volpe allontanandosi di alcuni passi e evitando di guardarlo per qualche istante. Caleb si richiuse la camicia tremando leggermente, Volpe si voltò a guardarlo e sospirò -Forse sono stato troppo diretto- borbottò fra sé e sé l’uomo alzandosi di nuovo e andando ad inginocchiarsi davanti al giovane principe che si ritirò spaventato -perdonatemi, non volevo spaventarvi in questo modo- gli disse dolcemente mentre lo aiutava a rimettersi in piedi -dimenticate, se potete, quello che è appena successo e non si ripeterà, ve lo giuro- gli sorrise e Caleb lo guardò di nuovo annuendo una sola volta, debolmente. Dopo appena una mezz’ora si stesero entrambi a letto ma nessuno dei due riuscì a dormire bene quella notte.

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Capitolo 4
*** Parte 4 ***


Con il nome di Fiume Ghiacciato si intendeva un ansa molto particolare di un grande fiume nelle terre a sud ovest. Il fiume si estendeva per tutta la sua lunghezza in regioni molto calde ma in quella particolare ansa diventava ghiacciato in superficie e non solo, anche tutta la vegetazione lì attorno diventava gelata e gli alberi erano sempre coperti di neve anche se la temperatura era piacevole e mai fredda. Tutto questo perché in quel posto era stato fatto un sortilegio, una strega era stata rinchiusa proprio lì, anche se nessuno sapeva il punto esatto, e per vendicarsi su chi l’aveva imprigionata aveva cercato di rendere tutto il mondo di ghiaccio ma il suo incantesimo si era limitato alla ristretta zona lì intorno. Volpe si fermò ai margini del bosco gelato, si voltò verso il principe che lo seguiva a breve distanza e gli disse

-Qui si dividono le nostre strade, ora avete ripagato il vostro debito con me, potete tornare a casa con la coscienza apposto- fece per andarsene ma Caleb lo continuò a seguire

-Io mi sento ancora in debito con voi però- gli disse

-Dimenticatevi di me in fretta, è meglio- gli rispose duramente Volpe continuando a camminare spedito nel bosco sempre più fitto cercando di seminare il giovane principe

-Io non voglio dimenticarmi di voi, vi debbo la mia vita- Volpe si fermò di botto e Caleb riuscì così a raggiungerlo ma appena gli fu accanto quello si rimise a correre verso la radura che si apriva proprio davanti a loro. Tutto in quel posto era coperto dalla neve alta mezzo metro almeno e al centro esatto della radura c’era un grosso masso tutto coperto di neve sulla sommità. Il principe sentì una strana inquietudine nel cuore ad osservare il macigno ma lasciò perdere e seguì Volpe che stava tastando la roccia e il terreno borbottando parole incomprensibili che sapevano di bestemmie -Cosa state cercando?- gli chiese il principe rimanendo però a distanza

-Del rosso- gli rispose Volpe sovrappensiero per poi prorompere in un mezzo urlo di gioia quando trovò, evidentemente, quello che stava cercando: una lunga e sottile foglia color vinaccia. Ripulì dalla neve un lato del masso e ci sfregò sopra la foglia finché tutta la roccia non divenne rossa. A quel punto si allontanò di un passo e aspettò. La radura si riempì in un istante di un denso fumo rosso e si andò ad addensare proprio sopra il masso

-Che sta succedendo?- chiese impaurito Caleb ma Volpe non gli rispose. Il fumo prese la forma di una vecchia megera tutta vestita di stracci neri, con un cappello a punta e lunghi capelli bianchi, occhi di brace e una bocca sdentata, lercia e brutta, le braccia e le gambe imprigionate da catene che scomparivano nella roccia sopra la quale se ne stava appollaiata e dalla quale li guardava torvamente

-Chi siete? Cosa volete?- gli chiese con una voce sgraziata, simile a quella di un corvo

-Sono qui per avere un tuo consulto Strega della Neve- gli rispose Volpe senza perdere il tono sicuro e lo sguardo fiero

-E chi saresti tu che mi svegli dal mio riposo eterno?-

-Un grande caduto in disgrazia-

-Scopriti il volto- gli ordinò la megera e Volpe si girò verso Caleb per ordinargli

-Voltati e non guardarmi altrimenti morirai- il principe avrebbe voluto ribattere ma non lo fece, c’era qualcosa negli occhi di Volpe che lo spaventò molto di più della vecchia strega che sedeva sul macigno. Così si voltò e continuò ad ascoltare la conversazione degli altri due nel più completo silenzio

-Dimmi il tuo nome- gracchiò la vecchia

-Mi chiamano Volpe-

-E dimmi volpino, perché mai una mia simile ti ha fatto questo maleficio?-

-Perché non l’amavo-

-Ti sei preso gioco di lei allora!-

-Affatto, lei mi ha ingannato: mi si è presentata come la più bella delle ragazze e mi ha chiesto se l’amavo ma quando le ho risposte che, per quanto bella, io non l’amavo si è rivelata per quel che era e mi ha maledetto-

-Capisco- disse la strega, facendo tintinnare le catene -conosco questa strega e ti aiuterò soltanto perché la odio profondamente e toglierti quest’incanto di dosso sarebbe un bellissimo dispetto da farle- rise sguaiatamente la vecchia e gli uccelli lì attorno scapparono via spaventati

-Quindi poi togliermi questo maleficio?- chiese speranzoso Volpe

-No- gli rispose la megera -ma posso dirti come fare-

-Allora parla, te ne prego-

-Ebbene dovrai solo trovare qualcuno che ti possa guardare in viso senza morirne-

-Tu mi stai guardando-

-Io sono già morta, non valgo! Devi trovare qualcuno di vivo-

-Ma tutti muoiono quando vedono il mio volto, è proprio questa la mia maledizione! La strega si era innamorata del mio viso e ha fatto in modo che nessun’altro lo potesse vedere senza morirne, così soltanto lei avrebbe saputo come sono in realtà-

-Dovrai allora trovare qualcosa di più potente del maleficio per schermare la persona che ti guarderà- gli disse la strega con fare intellettuale

-E cosa dovrei usare? Mandragola? Dragoncello? Pietra della luna? Cosa?- gli chiese Volpe con voce concitata e tesa

-Questo sta a te scoprirlo- gli rispose la vecchia gracchiando e ridendo -ma nella tua condizione credo che faresti meglio a darti per vinto e vivere quel po’ che resta della tua vita con il volto coperto-

-Aspettate! Non andatevene!- gli urlò Volpe ma evidentemente la vecchia doveva essere di nuovo sparita. Caleb si voltò leggermente e vide Volpe inginocchiato a terra, il viso rivolto in basso che tremava vistosamente cercando di trattenere i singhiozzi e le lacrime. Il principe gli si avvicinò lentamente ad occhi chiusi e gli posò una mano sulle spalle per consolarlo, ora che sapeva quel’era la maledizione di Volpe gli dispiaceva terribilmente. L’altro lasciò cadere la maschera per terra e appoggiò la fronte sulla spalla del principe in cerca di conforto

-Oramai sono finito- singhiozzò come un bambino -non potrò mai più togliermi la maschera davanti a nessuno, dovrò vivere per sempre con il viso coperto… -

-Non disperate- gli disse Caleb -siete ancora vivo, questa è l’unica cosa importante, no? Me l’avete detto proprio voi! Tutto il resto tornerà con il tempo, la fede e con il duro lavoro- Volpe lo abbracciò, mettendolo leggermente in imbarazzo ma il principe non si ritrasse, sapeva come ci si sentiva quando tutto il mondo sembra cospirare contro di te e non c’era nessuno a sorreggerti

-Siete troppo gentile- lo sgridò ma con poca enfasi, Caleb lo abbracciò a sua volta e rimasero così finché Volpe non si riprese un po’. L’uomo si rimise la maschera e disse al principe -se non posso rompere il mio maleficio almeno voglio fare qualcosa nella mia vita e visto che voi siete la persona che in questo momento ha più bisogno del mio aiuto ho deciso che vi aiuterò a tornare a casa illeso- il principe non ebbe modo di ribattere ma era felice della decisione di Volpe, non solo perché così avrebbe potuto ripagarlo ma anche perché era più piacevole viaggiare in compagnia piuttosto che da solo.

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Angolo dell'autrice:

  • La strega l'ho tenuta il più tradizionale possibile, ma alla fine più che una strega io me la immagino come la befana...
  • Non so perchè ma per me tutti i cattivi ridono gracchiando come corvi...
  • Qui si scopre come mai Volpe se ne va in giro mascherato da Zorro XD
  • I malefici sono all'ordine del giorno nelle favole e quindi ho pensato sarebbe stata una buona idea utilizzarne una
  • L'ultima scena odio ammettere che potrebbe essere quasi definita fluff.... XP
continua....

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Capitolo 5
*** Parte 5 ***


Sulla strada di casa Caleb e Volpe incapparono in un triste regno tutto addobbato a lutto, in cui tutti piangevano e si disperavano, persino i bambini. Volpe era ben intenzionato a proseguire ma il principe si fermò a chiedere spiegazioni esasperando il compagno di viaggio per l’ennesima volta. Il contadino a cui Caleb chiese il perché di quel lutto gli rispose fra le lacrime

-Oh Signore! Non lo sapete? Il nostro buon re è morto proprio oggi senza lasciare eredi maschi ma soltanto una figlia non ancora sposata, ora i cugini e i generali del re fanno pressione sulla nostra bella regina perché sposi uno di loro, ma sono tutti degli avidi, lo sanno tutti, e se la principessa sposerà uno di loro allora tutto il regno cadrà in disgrazia!- e il contadino si allontanò gemendo e urlando di dolore

-No- disse subito Volpe

-Cosa?- gli chiese il principe perplesso

-Non andremo ad immischiarci in faccende che non ci competono, voi non andrete a mettere scompiglio in quel castello!-

-Ma avete sentito quell’uomo? La principessa è in pericolo!-

-Non è in pericolo- gli rispose seccato -ha solo dei pessimi pretendenti!-

-E questo non è un grande pericolo?-

-Io definisco pericolo un drago incazzato, una spada puntata alla gola o un orrido maleficio ma un marito brutto e avaro è solo una grossa sfortuna… e poi cosa contereste di fare? Sposarvela?-

-E perché no? Se è bella e dolce come la definiscono i suoi servi perché non dovrei?- Volpe sospirò esasperato

-Siete proprio un principe viziato e superficiale come immaginavo! Bene! Andate da questa principessa io continuerò per la mia strada! Arrivederci!- spronò il cavallo al galoppo ed essendo quello il loro unico cavallo Caleb non poté seguirlo. Si avviò quindi a piedi verso il castello, al suo ingresso venne accolto da una grossa schiera di damigelle vestite a lutto che lo interrogarono tutte insieme, facendo un gran baccano

-Chi siete?-

-Un principe! Un altro!-

-Da dove venite?-

-Siete venuto a chiedere la mano della nostra signora?-

-Vi prego, lasciatemela conoscere- le pregò Caleb e le ancella lo accompagnarono in una sala riccamente adornata in cui una bella donna stava tessendo con occhi tristi che però si illuminarono di gioia quando incontrarono quelli del principe

-Siete un angelo signore?- chiese la donna andando incontro a Caleb –siete così bello! Siete venuto per portarmi via da quest’orrido posto?-

-Non sono un angelo, madama- gli rispose il ragazzo -sono solo un principe-

-Un principe, si vedo, il vostro anello e la vostra spada lo confermano… allora mi sposereste? Mi sono innamorata di voi appena vi ho visto-

-Anche io vi… - stava per dire che l’amava anche lui ma non ci riuscì, in cuor suo non si sentiva davvero innamorato di quella donna come lo era stato delle due principesse che aveva conosciuto durante il suo viaggio. Sentì che se avesse detto che l’amava le avrebbe mentito ma si sentì anche confuso perché non capiva il motivo per cui non provava amore per quella splendida principessa e perse per qualche istante la cognizione del tempo, finché non fu riportato alla realtà dalle parole della donna

-Ci sposeremo questa sera al tramonto, ho sempre desiderato sposarmi al tramonto, lo trovo così romantico! Andatevi a preparare cuor mio che io farò lo stesso e aspettatemi all’altare!- La principessa lo baciò di sfuggita sulla guancia e l’istante dopo Caleb si ritrovò trascinato nei preparativi per il matrimonio: le serve lo svestirono, lo lavarono e profumarono, gli tagliarono e acconciarono i capelli che durante il viaggio erano diventati un ammasso indefinito di nodi e gli misero addosso le più belle vesti che il principe avesse mai visto. Appena finirono lo scortarono verso la cappella del palazzo e lo misero ad aspettare davanti all’altare. Caleb, sconvolto da quei preparativi così inaspettati e caotici, trovò in quel momento, mentre aspettava che la sua sposa arrivasse in chiesa, un momento per riflettere davvero. Guardò la cappella piena di fiori e tinta di rosso dal tramonto, guardò i vestiti che gli avevano messo addosso e le persone che gli stavano attorno aspettando ansiose la cerimonia. Seppe allora quello che voleva davvero, quello a cui il suo cuore lo stava spingendo a fare, e si decise. Voltò le spalle all’altare e uscì di corsa dalla cappella, togliendosi i pesanti e preziosi vestiti; non era quello il posto in cui il suo cuore desiderava stare, non era quella la donna con cui lui avrebbe voluto passare tutta la sua vita. Arrivato però sulla soglia della chiesa si vide comparire davanti la principessa

-Dove scappate cuor mio? Perché non avete indosso i vostri abiti regali?- gli chiese sorpresa

-Principessa, vi prego di perdonarmi ma io non posso sposarvi-

-E perché mai?-

-Perché il mio cuore è pieno d’amore per qualcun altro- la principessa sorrise angelica ma la sua voce divenne di colpo tagliente

-E allora strappiamolo dal petto questo vostro cuore- Caleb indietreggiò sorpreso e stupito mentre la principessa si trasformava in un essere orribile. Le crebbero sulla fronte tre lunghe corna caprine, la bocca le si riempì di denti affilati e le vesti le si strapparono e tinsero di nero, gli occhi si riempivano di sangue e colarono come se stesse piangendo, il bouquet di rose bianche che teneva in mano appassì e i fiori divennero tante orride bocche –Datemi il vostro cuore mio bel principe- rise il mostro allungando la mano artigliata verso il giovane che però saltò indietro e la schivò. Il mostro urlò di rabbia e gli si lanciò contro, Caleb sfoderò la spada per proteggersi, ferendo la creatura e facendola urlare di nuovo. Il principe si guardò attorno nella vana speranza di avere un aiuto ma tutte le persone che fino a pochi momenti prima erano radunate nella cappella erano ora orride mummie e cadaveri putrefatti mentre le decorazioni erano diventate ragnatele, pezzi di soffitto crollato e altri calcinacci. Era stata tutta un illusione. Il principe si difese dal mostro con la spada e tentò di ucciderlo in tutte le maniere ma l’essere era veloce e riusciva sempre a sfuggirgli e più di una volta lo ferì. Si ritrovò presto con le spalle al muro, disarmato e ferito, mentre il mostro ghignava preparandosi ad ucciderlo. Ma proprio mentre si apprestava a dargli il colpo di grazia una freccia colpì la creatura proprio in mezzo agli occhi, uccidendola sul colpo. Caleb si guardò attorno contuso finché i suoi occhi non incontrarono la figura di Volpe sulla soglia della chiesa

-Non vi posso lasciare solo una mezza giornata che già quasi vi ammazzano?- gli chiese stizzito l’uomo mentre attraversava la navata della chiesa per soccorrerlo, spostò con un calcio il cadavere del mostro che si stava putrefacendo velocemente e controllò tutte le ferite del principe –Cristo Santo! Ma come avete fatto a sopravvivere da solo per tutto questo tempo? Se non fossi arrivato in tempo quel demonio vi avrebbe ammazzato e mangiato! Capite in che razza di guaio vi siete andato a cacciare? Siete proprio… - non riuscì a finire la frase perché Caleb glielo impedì baciandolo -E questo cosa significherebbe?- gli chiese Volpe confuso ma il ragazzo svenne prima di poter rispondere.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

  • Ed ecco una donna moderna che chiede ad un uomo di sposarla!!! Ok poi diventa un mostro quando lui la rifiuta ma insomma, chi non si incazzerebbe? XDXD
  • "E allora strappiamolo dal petto questo vostro cuore =)" questa è di sicuro la miglor battuta che abbia mai detto uno dei miei personaggi
  • E naturalmente sul più bello Caleb sviene! XDXD

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Capitolo 6
*** Parte 6 ***


Caleb si svegliò sbattendo velocemente le palpebre. Non si sentiva molto bene ma costrinse il suo corpo a muoversi anche se faceva male. Era dentro una specie di bassa casupola fatta di frasche intrecciate, abbastanza grande per contenere tre persone e un fuoco, che già scoppiettava poco lontano da lui. Il principe era disteso su un letto di foglie e coperto, oltre che da bende, da un pesante mantello. Era al caldo, comodo e al riparo ma era solo. Di Volpe non c’era traccia. Si strinse il mantello addosso e uscì da quella specie di casupola ritrovandosi così nel bel mezzo di un bosco luminoso, poco lontano sentiva il rumore dell’acqua che scorreva e gli uccellini cantavano contenti l’inizio di un nuovo giorno, tutto era immerso nella pace e nella tranquillità… o per lo meno lo fu finché Volpe non iniziò ad imprecare

-Che diavolo ci fate in piedi?- ringhiò l’uomo verso Caleb che lo guardò sorpreso -tornate subito dentro! Spicciatevi, dannazione! Avete ancora la febbre e siete mezzo nudo, muovetevi!- il principe sorrise e ubbidì tornado dentro al rifugio e stendendosi di nuovo mentre Volpe continuava a borbottare irritato

-Neppure i nani brontolano così- rise Caleb stringendosi il mantello addosso

-State attento che vi avveleno se ripetere una cosa del genere un’altra volta!- gli rispose Volpe duramente, senza però riuscire a trattenere un piccolo sorriso. Rimasero in silenzio mentre l’uomo trafficava con il fuoco e con delle piante che si era portato dietro, ad un certo punto però Volpe gli chiese -Adesso me lo spiegate cosa significava quel bacio di ieri sera?-

-Soltanto che ti amo- gli rispose Caleb con una sincerità che lo sconvolse al punto da fargli cadere per terra il tegame d’acqua che teneva in mano. Con un mezzo urlo di sorpresa e un altro paio di imprecazioni Volpe si spostò dal fuoco per non rischiare di combinare altri guai e andò a sedersi vicino al principe

-Mi state prendendo in giro?- gli chiese duramente mentre si asciugava le braghe e la camicia, gettando stizzito da un lato gli stivali pieni d’acqua

-No, ti amo davvero- gli rispose Caleb mettendosi a sedere

-Ma come?- chiese l’uomo sempre più confuso

-Non lo so come, è successo e basta- Volpe si passò una mano fra i capelli scompigliandoli ulteriormente

-Ma voi... non… - cercò di dire l’uomo per poi incazzarsi di colpo -Dannazione! Voi stavate andando in cerca di una principessa come cavolo vi dovreste essere innamorato di me?-

-Non lo so è successo e basta-

-No, queste non sono cose “che succedono e basta” ci deve essere un motivo, forse avete solo battuto forte la testa e vi siete rincoglionito, oppure è la febbre!-

-No, io ti amo- ribadì

-E basta ripeterlo! Ho capito!- sbottò Volpe distogliendo lo sguardo e mordendosi l’unghia del pollice, nervoso. Caleb si mise a sedere e gli appoggiò una mano sulla spalla

-Cosa c’è che non va? Perché non mi credi?- gli chiese e Volpe sospirò stancamente prima di rispondergli, sembrava molto stanco

-È solo che non ci si può innamorare così di una persona, come capita, non è normale!-

-Ma io ti amo- ribadì il ragazzo e aggiunse –per me non ha importanza se sei un uomo, un nobile o un semplice girovago, non mi importa di quello che sei stato o di quello che hai fatto, per me l’importante è quello che fai ora, come ti sei dimostrato caritatevole e gentile, come mi hai aiutato, non mi importa se non posso vederti in volto o se Volpe non è il tuo vero nome, per me quello che importa sei tu, ti amo e basta e sono sincero fin nel profondo quando lo dico-

-Ma… - cercò ancora di ribattere Volpe

-Ti amo- ripeté Caleb, sicuro. L’altro sospirò e sorrise, ritrovando la calma

-Siete troppo sincero, ve l’ho già detto un mucchio di volte- lo sgridò bonariamente per poi baciarlo dolcemente sulle labbra

-Tu mi ami?- gli chiese Caleb più rosso di un peperone, rimanendo però abbracciato a Volpe

-Si- gli rispose l’uomo sorridendo –Ma non speravo di essere ricambiato- gli baciò la spalla e risalì dal collo fin dietro all’orecchio

-Ma… come si fa per… gli eredi- chiese Caleb tentennante, Volpe gli sorrise malizioso

-Niente bambini, mi dispiace, dovremo adottare, ma posso insegnarvi qualcosa di piacevole… volete?-

-Si-

-Il mio ingenuo principino- lo vezzeggiò Volpe ridendo.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

  • Forse non era apparso abbastanza chiaramente fin qui ma Volpe impreca spesso e coloritamente, molto peggio di uno scaricatore di porto, ben poco regale da parte sua...
  • Odio il fatto di dover rimanere nel rating arancione... qui c'era tutto il posto per un fantastico avvertimento rosso T^T
  • Aggiungo anche che le mani e le labbra mentre parlavano non se ne stavano ferme ma rischiavo di "sforare" il rating e ho dovuto lasciare alla vostra immaginazione dove sono andate a finire
continua....

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Capitolo 7
*** Finale ***


Volpe si strofinò energicamente i capelli, cercando di togliere tutti i rimasugli di bava che ci si erano solidificati sopra. Tutta colpa di Caleb che aveva fatto distrarre l’uomo e gli aveva fatto sbagliare strada così che erano finiti in un nido lumache giganti e bavose! Ora Volpe si ritrovava ad essere completamente coperto di bava secca, a dover comprare dei vestiti nuovi perché gli altri erano stati mezzi mangiati dalle bestiacce giganti e ad essere incredibilmente eccitato per colpa degli effetti afrodisiaci dell’alito delle lumache. E per giunta era l’unico a trovarsi in quella situazione perché Caleb si era prodigiosamente salvato sia della bava che dall’alito dei lumaconi. Quella notte però, decise l’uomo, gliel’avrebbe fatta pagare cara! Come minimo per i successivi due giorni il principino non si sarebbe potuto sedere! Sorrise maligno dei suoi piani di vendetta mentre si strofinava il viso con un panno ruvido e bagnato. Preso com’era nei suoi pensieri però non si accorse che Caleb stava entrando in bagno con i vestiti puliti. Per alcuni istanti nessuno dei due riuscì a fare nulla, si fissarono in viso per la prima volta entrambi. Ma poi Caleb cadde a terra e Volpe gli corse incontro disperato pensando a mille cose tutte insieme: a come era stato stupido a non aver chiuso la porta del bagno, a come non aveva pensato che Caleb sarebbe potuto entrare vedendolo senza maschera, a Caleb e al tempo che avevano passato insieme e a come, ora che erano entrambi felici e insieme, uno stupido maleficio e una dimenticanza li avesse divisi per sempre. Volpe prese fra le braccia il corpo esanime del principe, del suo principe, e si lasciò andare al pianto. Finché il ragazzo non rinvenne con un gemito di dolore

-Stai bene?- chiese sorpreso e apprensivo Volpe

-Ho battuto la testa, mi fa male- gli rispose Caleb

-Sei vivo-

-Mi pare di si-

-Ma com’è possibile? La mia maledizione… - farfugliò confuso Volpe -Tu non dovresti essere vivo!-

-Grazie- gli rispose sarcastico il ragazzo mettendosi a sedere e massaggiandosi la testa

-Non riesco proprio a capire… dovresti essere morto per colpa della maledizione-

-L’avremmo spezzata-

-Ma come?-

-Non lo so- ammise Caleb ma poi sorrise e aggiunse -sei molto più bello di quanto mi fossi mai immaginato- gli accarezzò dolcemente una guancia per poi sfiorargli la fronte, il naso, gli occhi e infine le labbra, Volpe gli baciò la mano e sorrise

-Il mio principino- Caleb sorrise a sua volta –sei sicuro di stare bene comunque?-

-Si sono solo svenuto per la sorpresa di vederti in viso-

-Stai scherzando vero? Non sviene ormai più nessuno per così poco!- Caleb arrossì e nascose il viso sul suo petto -Oh Signore Beato! Sei proprio una donnicciola- sbuffò ridendo. Il principe gli tenne il broncio per un po’ ma erano tutti e due troppo contenti che la maledizione fosse stata spezzata per poter rimanere arrabbiati.

Erano passate alcune settimane, Caleb e Volpe avevano deciso di comune accordo che forse era meglio aspettare ancora un po’ prima di tornare nel regno del ragazzo, desideravano entrambi godere nella più completa tranquillità quel loro nuovo amore e soprattutto scoprire come avevano sciolto la maledizione di Volpe. Si diressero quindi di nuovo al Fiume Ghiacciato per interrogare la strega incatenata

-Ancora tu volpino?- gracchiò la megera stizzita –Che diavolo vuoi stavolta?-

-Sapere-

-La curiosità ammazza il gatto, non lo sai?-

-Io voglio solo sapere se il mio maleficio è davvero spezzato-

-Si certo che lo è!- rispose la vecchia irritata –non vedi che le persone ti guardano e non cascano come pere, stecchiti? Oppure sei troppo stupido?-

-Ma non capisco, com’è possibile che si sia spezzato? Io non ho fatto nulla-

-Infatti non sei stato tu- rispose la megera puntando poi il dito secco e sgraziato verso Caleb –è stato lui a liberarti-

-Ma come?-

-Come, come, come! Quante domande idiote sai fare in così poco tempo! Ti ama idiota! E l’amore è qualcosa a cui neppure il miglior sortilegio può opporsi! E adesso se hai finito con le tue stupide domande io me ne ritorno da dove sono venuta! A mai più rivederci volpino!- Volpe si voltò verso il principe e lo abbracciò ridendo

-Ti amo anch’io- gli disse l’uomo ridendo e baciandolo. Caleb sorrise a sua volta.

Erano ormai mesi che i due girovagavano fra le terre e per i boschi, godendo del paesaggio e della reciproca compagnia, cacciandosi anche in parecchi guai ma uscendone sempre più o meno illesi. Caleb aveva perso del tutto la voglia di tornare a casa ma Volpe un giorno lo fece ragionare e gli fece venire anche parecchia nostalgia della sua famiglia, decisero quindi di tornare. Quando si presentarono ai genitori del principe questi li sorpresero entrambi, dimostrandosi entusiasti del loro genero, e iniziarono subito a preparare un matrimonio dei più lussuosi e grandi che si fossero mai visti. Era alquanto strano che i genitori di Caleb, solitamente di mentalità ristretta e retrograda su tutto, avessero accettato di cambiare il vestito da sposa in un secondo abito da sposo così semplicemente

-La cosa mi puzza- fece Caleb mentre si toglieva i vestiti per farsi un bagno

-Saranno solo così felici di riaverti a casa che il tuo sposo non ha la minima importanza per loro-

-Non credo proprio- sbuffò Caleb per poi immergersi in acqua insieme a Volpe che lo abbracciò dolcemente

-Non essere così sospettoso, principino, sono i tuoi genitori in fin dei conti- Caleb non gli rispose. C’era qualcosa di davvero insolito nel comportamento del re e della regina, di come si erano dimostrati da subito felici e per nulla stupiti dello sposo che il loro figlio si era scelto. Ma tutto venne spiegato poche ore dopo, durante il pranzo, quando una ventina di guardie personali dell’Imperatore stesso interruppero il pasto sorprendendo praticamente tutti, tranne i due monarchi

-Che succede?- chiese Caleb ai genitori, ma loro non risposero dando la parola a quello che era evidentemente il generale

-Sono stato mandato qui alla ricerca del mio signore Vincent- disse il generale dopo essersi presentato a tutti i commensali, poi si voltò verso Volpe –qual è il vostro nome? Il vostro casato? Siete voi il Vincent che stiamo cercando?- Volpe sospirò e guardò di sottecchi Caleb che non capì quello sguardo

-Sono io- disse Volpe estraendo da una tasca un anello e consegnandolo al generale il quale scrutò minuziosamente il gioiello prima di inginocchiarsi riconsegnandolo e portando subito la mano al cuore, in segno di profondo rispetto. Tutti gli altri soldati seguirono l’esempio del capitano mentre i genitori di Caleb risero raggianti, l’unico che non aveva capito un accidente di quello che stava succedendo era il principe. Volpe gli fece un sorriso imbarazzato e lo invitò a seguirlo nell’altra stanza, nella quale si chiusero per non essere ascoltati dagli altri. L’uomo gli diede l’anello che aveva dato anche al generale e gli disse

-Questo appartiene alla mia famiglia da secoli e certifica la mia identità- Caleb prese in mano il tozzo anello d’oro massiccio sopra il quale erano incastonate almeno una cinquantina di piccole pietre rosse e blu e su cui compariva lo stemma della famiglia imperiale

-Io non capisco- disse confuso Caleb, che non riusciva a capacitarsi di quello che in realtà aveva già compreso benissimo

-Io ti ho mentito, io non sono un nobile- gli spiegò Volpe prendendogli le mani fra le sue –il mio vero nome è Vincent e sono il secondo figlio dell’Imperatore- Caleb confuso guardò Volpe negli occhi, poi l’anello d’oro con lo stemma della famiglia imperiale, poi un punto imprecisato sul muro alla loro destra e infine di nuovo Volpe

-Mi hai mentito- sussurrò il principe incredulo

-Mi dispiace-

-Sei il figlio dell’imperatore-

-Si-

-E perché non me l’hai detto?-

-Finché avevo la maschera non potevo tornare a casa e non potevo essere riconosciuto per il mio rango, quindi ero davvero solo un nobile vagabondo disgraziato in fin dei conti-

-Ora tornerai a casa tua?- gli chiese Caleb dopo un lunghissimo silenzio

-Solo se tu vieni con me-

-Ma sarebbe uno scandalo se uno dei figli dell’imperatore avesse un amante maschio- gli disse il principe –già è strano tornare a casa mia con te come marito, immagino che i miei genitori non abbiano fatto storie solo perché avevano già scoperto la tua identità, ma tu sei il figlio dell’imperatore ed è praticamente impossibile che ci lascino stare insieme-

-Ti amo- gli disse semplicemente Vincent –non mi interessa quello che penseranno gli altri, ti amo e non ti lascerò andare, sono libero dalla mia maledizione solo grazie a te e al tuo amore, voglio solo te per sempre, anche se mi toglieranno la mia corna e dovrò tornare nei boschi a me andrà bene se potrò continuare ad avere te al mio fianco, tu non vuoi lo stesso?- Caleb lo abbracciò con le lacrime agli occhi e gli disse di Si. E vissero a lungo felici e contenti.

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

  • Scrivendo ho sbagliato una cosa importante, quelle a cui vanno incontro Volpe e Caleb non sono lumache ma chiocciole, cioè hanno il guscio sulla schiena. Infatti le chiocciole sono considerate un cigo afrodisiaco già di loro, pensate quelle giganti! Anche se a me personalmente fanno schifo
  • E si Caleb è un po' una donnicciola ogni tanto...
  • La strega è più simatica in questo capitolo anche se l'avrei voluta far sembrare ancora più cattiva...
  • I genitori di Caleb sono degli aprofittatori rompiballe ma non c'era lo spazio per presentarli come si deve
  • In una adelle favole dei fratelli Grimm c'era un uomo che salvò un pesce magico e così la moglie dell'uomo lo costrise a chiedere dei favori al pesce, prima divennero ricchi, poi schifosamente ricchi, poi la donna divenne re, poi imperatore, poi papa ma quando chiese di diventare Dio perse tutto. Quindi visto che l'imperatore (non si sa di chi o di che cosa) è al di sopra di qualsiasi re ho pensato che fosse la carica adatta da dare a Vincent
  • Finale semi aperto che stà diventando una mia costante... adoro lasciare ai lettori una libera interpretazione della fine
E con questo si conclude la mia fiaba, e ho solo due rammarchi: primo che al contest non siano riuscite a partecipare abbastanza persone da renderlo valido e in secondo luogo che non ho potuto farlo a rating rosso... ma spero che vi sia piaciuto e che commenterete
Bye!!!

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