Right Here In My Arms

di _piccy_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come With Me, Baby ***
Capitolo 2: *** Love Is The Funeral Of Hearts ***
Capitolo 3: *** I Just Died In Your Arms ***
Capitolo 4: *** In Join And Sorrow ***
Capitolo 5: *** Need You Now ***



Capitolo 1
*** Come With Me, Baby ***


Valo

 

She'll be right here in my arms
So in love
She'll be right here in these arms
She can't let go



Con la sua voce bassa, calda e sensuale Ville finì di cantare la stupenda "Right Here In My Arms" e per tutto il Forum di Assago si sollevò un boato cosicchè i ringraziamenti del cantante vennero soffocati.
Urla e pianti ci rimbombavano nelle orecchie mentre li osservavamo sparire dietro le quinte e vederli ricomparire alla nostra sinistra, sorridenti
-e sudati- , scortati dai body guard alla macchina che li avrebbe scortati all'albergo.
Due sospiri soddisfatti, si fanno largo nel silenzio della notte, accompagnati dai tacchettii delle nostre scarpe. Che concerto ragazzi!
Si possono ancora sentire, in lontananza, le urla delle fan che cercano di entrare nella hall o anche solo di vedere i loro beniamini. Anche noi faremmo così se non fosse il nostro terzo concerto e avessimo già foto, cd e maglie autografate da tutta la band.
Ennesimo sospiro.
-Che concerto!- esclama la mia amica.
Io sorrido. Come sempre ci leggiamo nel pensiero.
-Eh già..Hai visto com'era bello questa sera Linde?- dico sognante.
-E il Valo scusa??- mi risponde lei, mentre le si trasformano gli occhi in due cuoricini pulsanti.
Ci guardiamo e ridiamo. Chi ci vede pensa che siamo matte.. O strafatte..
Ma noi siamo così. Sara e Veronica, ventenni universitarie, amiche da anni memorabili, con una passione per gli HIM.
Una, io, pazzamente innamorata di Linde
-chitarrista della band citata in precedenza- e l'altra, Veronica, del signor Ville Valo -dio sceso in terra a sentirla parlare- .
Peccato che lei sia fidanzata e che il suo lui non sia molto contento di ciò.
Matt ha 23 anni e l'ha conosciuto in sede, la prima volta che abbiamo messo piede a Lingue e Lettere Straniere e, guarda caso, ci siamo perse. Per lei è stato amore a prima vista.
Con me odio.
Non lo sopporto, non posso farci niente. Trovo che si approfitti di lei e basta. Momo e Kemo (le nostre coinquiline, amiche per la pelle) concordano con me.
Mentre mi perdevo nei ricordi non mi accorgo che siamo arrivate a casa. Spengo la sigaretta per terra e giro le chiavi nella toppa, subito seguita dalla mia amica.
Corriamo per le scale, tanta è la fretta di raccontare alle nostre amiche com'è andata.
E mentre entriamo in casa, ecco che la porta della camera della Vero si apre e ne esce Matt.
Con un'altra.
Posso sentire il rumore del cuore della mia amica rompersi, mentre una forte corrente mi fa capire che è appena fuggita via. Fulmino lui con gli occhi, mentre metto mano al cellulare.
-Momo? Kemo? Sono io..Abbiamo un'emergenza. Ci vediamo sotto casa tra due minuti- e riattacco senza aspettare risposta, mentre mi guardo in giro alla ricerca della mia amica.

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Corro, corro, corro a più non posso, mentre le lacrime mi rigano le guance e gli occhi mi fanno male per il vento.
Mi fermo all'improvviso, le gambe quasi cedono e mi costringono ad appoggiarmi ad un muro per rimanere in piedi.
All'improvviso sento dei passi e mi volto.
-Ehi bambola- mi dice una voce roca, in un inglese perfetto -tutto a posto?-
Ville Valo.
E' lì di fronte a me. Proprio lì.. E tutto quello che riesco a fare è riprendere a piangere.
-Come with me, baby-

 

 

 

 

 

 

*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

Salve! Rieccomi con una ff fuori dal mio genere, ma voluta dalla mia Tesssss.
Qui è solo un piccolo prologo di prova, piano piano arriveranno gli altro capitoli, che dovrebbero essere 5 in totale^^
Ora! A me Linde NON piace proprio per niente u.u ma le esigenze di copione hanno voluto così. Per cui vi offro una piccola chicca della mia conversazione con la mia Tessssss su msn mentre scrivevo
quel pezzo.

Nikki: e poi pure Linde deve avere spazio ehehehe
Piccy: *povera me*
Nikki: hihihihi
Piccy: =_= che brutte cose mi fai scrivere...non usciranno mai certe parole dalla mia boccaaaaaaa!!!!!

Bene^^ Dopo questo siparietto, auguro a tutti/e buona serata :D Al prossimo capitolo :*



*°*°*°*°*°*°*°*°*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Love Is The Funeral Of Hearts ***


Right2

Love Is The Funeral Of Hearts
And An Ode For Cruelty
When Angels Cry Blood
On Flowers Of Evil In Bloom

 

Mi girai di scatto al suono di quella voce familiare.

Ville Valo

Ecco perchè mi era familiare..

-L'amore è una fregatura- dissi.

-Qualcuno diceva che l'amore è il funerale dei cuori-

Sorrisi a quella citazione. Una delle mie canzoni preferite.

-Sì, credo di averlo già sentito dire-.

Sorrisi.

-Posso offrirti qualcosa?-

-Perchè no-.

Mi diedi un pizzicotto.

Vero, sicura che non stai sognando?

Lo seguii silenziosamente fino ad un bar lì vicino. Mi aprì la porta e si scostò per farmi entrare, per poi indicarmi un tavolo appartato, dove ci sedemmo.

Nel giro di cinque minuti, arrivò una cameriera a servirci.

-Cosa posso portarvi?-

-Per me un Sex On The Beach, grazie-

-Per me un Jack Daniel's-

Annotò le ordinazioni e se andò. Io la seguii con lo sguardo fino a quando non la vidi scomparire dietro al bancone.

-Comunque io sono Ville, piacere-

Oh, lo so chi sei.

-Veronica, piacere mio- gli dissi, porgendogli la mano.

-Noto che ci conosci- disse indicando il mio braccio con un tatuaggio, l'heartgram, il simbolo della band.

-Oh, sì..- riuscii a rispondere.

-Quindi..se non faccio l'indiscreto..cosa ci facevi in giro per Milano a quest'ora? Piangendo, per di più..-

-Ero appena tornata dal vostro concerto, ho aperto la porta di casa e ho trovato il mio ragazzo..con un'altra-

-Si spiega la tua frase di prima-

-E te invece?

-Avevo bisogno di pensare e di un po' di tranquillità dopo il concerto-

Passammo un'altra ora a parlare, scoprendo di avere moltissime cose in comune.

Lui continuava a chiedermi del mio passato e di Matthew e, se i fumi dell'alcool non mi ingannano, ad un certo punto mi disse anche che lui, una come me, non l'avrebbe mai tradita.

Come potevo credere che fosse serio?

Erano circa le due e mezza quando arrivammo nei pressi del suo albergo ed io ero completamente ubriaca.

-Mi sa che ho bevuto un po' troppo- esclamai, per poi scoppiare in una risata isterica.

Ma brava! Che figure di merda fai davanti al tuo cantante preferito?

-Lo credo anche io- mi rispose lui, sorridendo.

Adoro il suo sorriso, starei ore ed ore a guardarlo.

Arrivammo dieci minuti dopo ed entrammo nella hall, dove si trovava Migè, completamente abbandonato su una poltrona a leggere.

Io ero attaccata al braccio di Ville per impedirmi di cadere.

-Un'altra Ville?- esclamò l'altro - Ci stai dando dentro in questo periodo eh?-

-Certo Migè, certo- rispose il cantante, alzando gli occhi al cielo.

Prendemmo l'ascensore e, una volta arrivati al piano, mi portò in camera sua.

Mi accasciai sul suo letto e mi misi una mano sulla testa.

-Come sono stanca- dissi con voce cantilenante

-Sarà l'alcool-

-Credo di si..Eh sì..Mi sa che chiudo cinque minuti gli occhi per riposarmi..Eh sì-

No, ma non ero ubriaca

Quando mi svegliai, l'orologio segnava le quattro del mattino.

Cinque minuti eh?

Mi rigirai nel letto e mi alzai, guardandomi intorno.

La prima cosa che notai fu Ville, sdraiato sull'altro letto, a petto nudo che mi fissava.

-Ben svegliata-

-Gr-Gr-Grazie- riuscii a dire.

Mi prese un brivido di freddo e solo allora notai che ero in mutande e reggiseno.

Alzai istintivamente lo sguardo verso di lui, che nel frattempo si era seduto sul bordo del mio letto.

-Ho pensato che saresti stata più a tuo agio senza quei vestiti stretti-.

Certo, perchè secondo te mezza nuda, con te, sono a mio agio?

Vidi che mi fissava e avevo come l'impressione che si stesse avvicinando al mio viso.

Oh cazzo!

Trattenni il respiro, mentre ormai pochi millimetri ci separavano.

Toc-Toc

E ora chi bussava alla porta????

-Avanti- disse lui, come niente fosse, fissandomi ancora un attimo negli occhi per poi allontanarsi e guardare il nuovo arrivato.

Dannato Linde!

-Ville, credo che le tipe qui fuori cerchino quella ragazza. Dicono di essere le sue amiche-

Le mie amiche??? Che diamine ci facevano qui? Oh, ma questa me l'avrebbero pagata!

 

 

 

{Sclero Time}
U_U Salve!
Qui è Piccy che parla! Come va? Visto che velocità? Ecco, non abituatevici XD
Scherzo, ora mi metto d'impegno e scrivo il 3 (e pure il 4 se mi gira) così da avercelo pronto per il prossimo postaggio. Che arriverà presto,giuro!*
Ringraziamenti a chi ha commentato e a chi ha solo letto!
Uh! Se avete qualcosa da dire per il capitolo, prendetevela con la Nikki, perché è opera sua e dell'alcool che aveva in corpo XD
Notte gente!
Seee you soon, cowboy <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** I Just Died In Your Arms ***


Right3

Oh I, I just died in your arms tonight 

It must have been something you said 

I just died in your arms tonight

 

- Veronica! -

Non feci quasi in tempo a sentire il mio nome, che mi ritrovai soffocata dalle mie amiche.

- Come stai? E' tutto a posto? Ti hanno fatto del male? Eravamo così preoccupate! - esclamarono tutte insieme.

Poi, mentre Momo e Kemo continuavano a stritolarmi, Sara assunse una faccia buffissima: aggrottò le sopracciglia, guardò me, guardò la stanza e, finalmente, sembrò rendersi conto di chi era in camera con me. Allora spalancò gli occhi e tirò un urlo.

- Oh santi numi! Ero talmente agitata e in pensiero che non mi sono resa conto di chi ci ha aiutato!! Oddio, potrei svenire.. - disse, mentre cercava una sedia, dove poter razionalizzare il tutto.

Io la fissai stupita, per poi scoppiare a ridere, chiedendomi come fosse possibile una cosa simile. Gli altri occupanti della camera si guardarono perplessi; ovviamente non avevano capito una singola parola. E forse era meglio così.

Staccai quelle che un tempo erano mie amiche - ed ora erano sanguisughe - dal mio corpo e le rassicurai.

- Ragazze! Ragazze, state calme. Sto bene. Ho incontrato Ville per caso, abbiamo bevuto qualcosa insieme e siamo venuti qui da lui perché non mi reggevo in piedi. E' tutto a posto, sul serio. -

Il sopracciglio alzato di Sara mi fece capire che non se la beveva, soprattutto vista la mia mise.

Io ricambiai fulminandola con lo sguardo. Cosa andava a pensare, per la miseria! Mi sarei ritrovata ad arrossire e lei avrebbe male interpretato, ancora una volta, la situazione!

- Ok, allora visto che stai così bene, che ne dici di vestirti e tornare a casa? -

- Uh? Ah, oh, sì! I vestiti! Ehm... Ville, scusa, ma i miei vestiti? -

Ville, che insieme a Linde sembrava avere un grosso punto interrogativo in testa, andò all'armadio ed estrasse i miei abiti, per poi porgermeli.

Li indossai, mentre dentro di me mi domandavo cosa sarebbe successo una volta superata quella porta.

Come se potesse leggermi nel pensiero, mentre stavo varcando la soglia mi afferrò il polso.

- Sì? - domandai.

Lui mise qualcosa nella mia mano e, dopo avermi dato un bacio sulla guancia, chiuse la porta.

Aprii il palmo. Dentro c'era un bigliettino.

Il suo numero di cellulare.

Forse ero morta e finita in paradiso e senza rendermene conto.

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Quattro ore di lettorato, un'ora di letteratura angloamericana e altre due ore di glottologia.

Chi fa gli orari universitari deve essere un sadico bastardo, poco ma sicuro.

Correvo per le scale dell'ateneo, nel disperato tentativo di arrivare all'uscita il più in fretta possibile, così da evitare l'eventuale incontro con quel porco di Matt.

Ce l'avevo quasi fatta, quando mi sentii afferrare per il gomito e girare.

Grazie fortuna, anche io ti voglio bene.

- Che cazzo vuoi? -

- Come sarebbe a dire? Noi due dobbiamo parlare -

- Parlare? Tu vuoi parlare? Dopo quello che ho visto ringrazia che non ti prendo a cazzotti. Tu, con me, hai chiuso. Tornatene dalla tua bella. Ah! Prima ricordati di ridarmi la copia delle chiavi di casa mia! - gli sputai in faccia e ripresi la mia corsa fuori da quel posto.

Non ero però pronta a quello che mi aspettava.

O meglio, a chi.

Appoggiato al muro di fronte all'uscita della facoltà, piede destro appoggiato al muro, gambe fasciate da un paio di pantaloni di pelle nera -da urlo-, camicia e cravatta nere, cappellino viola calato sul viso, sigaretta alla bocca, c'era Ville Valo.

E aspettava me.

Sul serio, se ero morta e finita in paradiso, che nessuno provasse a riportarmi sulla terra.

Vidi di sfuggita le mie amiche farmi l'occhiolino mentre tornavano a lezione, mentre mi dirigevo verso tale visione.

- Ciao - feci incerta.

- Ehi! Come va? -

- Bene, stanca. Le lezioni non sono particolarmente leggere -

- Mh.. Quello ti da fastidio? Devo aiutarlo a starti lontano? - rispose lui, facendo scrocchiare le dita in direzione di Matt.

- No, tranquillo, è solamente Matthew, il mio ex - gli dissi, prendendolo sotto braccio e allontanandolo da lì, prima che si scatenasse una rissa.

- Bene. Allora che si fa? -

- Come che si fa? Non dovresti essere tu ad intrattenere me? Che razza di cavaliere che mi sono trovata - risposi ridendo.

- Un cavaliere che non conosce la città. Se la signorina fosse così gentile da farmi da cicerone, la prossima volta sarò più convenzionale - rispose, baciandomi la mano.

La..prossima volta? Sì sì, sono morta.

- Vedrò di fare quello che posso, messere - feci io, cercando di nascondere la gioia per le sue parole. - Bene, allora! Da questa parte abbiamo..... -

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

- E quella che puoi ammirare alle mie spalle è casa mia - conclusi scherzando.

- Carina. Semplice. Ci vivi con le tue amiche? -

- Sì, con quelle pazze che hai conosciuto l'altra sera. Sì è molto alla mano, ma per noi è il massimo che possiamo permetterci -

- Oh no no, non intendevo dire che è brutta, ma non sono abituato a poco sfarzo. Scusami, non volevo sembrarti scortese, solo che abituato come sono alla mia torre, ogni tanto scordo che non tutti vivono come me - mi disse con aria da cucciolo bastonato.

- Va bene, perdonato! Ma solo perché sei tu! Bene, ora devo andare o stasera rimaniamo senza cena! -

- Cucini tu? - chiese incuriosito.

- Sì, oggi sì. Io e Sara ci diamo il cambio -

- Interessante. Allora un giorno di questi voglio provare uno dei tuoi manicaretti! -

- Contaci! Se ti piace sfidare l'ignoto.. - gli risposi, facendogli una linguaccia. Poi mi resi conto di cosa avevo fatto e abbassai lo sguardo.

Oddio ma cosa stai facendo Veronica! Comportarti come una bambina davanti a lui!

Provai a rialzare gli occhi e lo trovai che rideva.

- Se le tue amiche sono ancora vive, forse posso provare a sfidarlo! Ora però vado o mi ritrovo a sfidare l'ira di Linde. Non tollera si arrivi tardi a cena! Ci sentiamo presto, ok? E se hai bisogno, chiama! A qualsiasi ora -

E si allontanò nel traffico milanese.

Io rimasi ancora un po' a fissare il punto dove era sparito e poi mi avviai su per le scale.

Giuro, ora mi tiro un pizzicotto per vedere se sogno o son desta.

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Erano circa le tre del mattino, quando venni svegliata da dei rumori alla porta dell'appartamento.

- VERONICA! VIENI FUORI!! -

Matthew! Che diamine ci faceva lì?

Uscii dalla camera e vi trovai le mie amiche, armate di mattarelli.

- Che sta succedendo ragazze? -

- Non lo sappiamo, ci siamo svegliate dieci minuti fa e lui era già lì che urlava - mi piegò Momo.

- VERONICA VIENI QUI! NON COSTRINGERMI AD ENTRARE! -

- Merda! Ha ancora le chiavi! Ragazze tornate in camera e chiudete le porte a chiave! A lui ci penso io -

- Stai attenta Vè, mi raccomando - mi dissero loro, prima di seguire il mio consiglio.

Sapevo che era un rischio parlare con lui a quel modo, soprattutto se era ubriaco come pareva.

- Matthew smettila di urlare, sveglierai tutto il palazzo - gli dissi attraverso la porta.

- NON ME NE FREGA UN CAZZO! APRI QUESTA DANNATA PORTA!!! -

- No! Ti ho già detto oggi che tra noi è finita, non ho più niente da dirti! Quindi posa le chiavi e vattene! O chiamo la polizia! -

- NO IO VOGLIO PARLARE CON TE! OOOHHH CERTO CAPISCO! LE TUE SONO SOLO SCUSE PER METTERTI CON QUEL VECCHIO DARKETTONE CHE C'ERA OGGI FUORI UNIVERSITA' AMMETTILO! -

Ma dico, era impazzito?

- Matt TU mi hai TRADITA! In casa mia per giunta! E tu dici che sono tutte mie scuse?? Ma sei impazzito?! -

- Lo so, lo so, scusami non so cosa mi sia preso! Ero brillo e lei si è avvicinata e non ho più pensato a nulla! Ti prego, parliamo, io ti amo! -

- Spiacente Matt, non ho niente da dirti. Ficcatelo in testa - risposi e mi avviai verso la mia camera.

Fu questione di secondi. Sentii il rumore del chiavistello che girava e feci la prima cosa sensata che mi passò per la testa. Corsi nella mia stanza e mi ci chiusi, spaventata a morte da quello che poteva succedere.

- PUTTANA APRI SUBITO QUESTA PORTA!! -

- NO! VATTENE SUBITO MATTHEW! NON SCHERZAVO QUANDO DICEVO CHE AVERI CHIAMATO LA POLIZIA! -

- E COSA VORRESTI DIRGLI? CHE UN PAZZO E' ENTRATO IN CASA TUA, CON LE CHIAVI CHE TU GLI AVEVI DATO? NON ESSERE STUPIDA! -

- VATTENE! VATTENE O ME NE FREGO DI TUTTO E LI CHIAMO SUL SERIO! - urlai esasperata.

- Va bene, me ne vado! Ma non credere che finisca qui! - mi rispose e sentii i suoi passi allontanarsi e la porta di casa sbattere.

Mi accasciai a terra e, cellulare in mano, feci il primo numero che mi venne in mente.

---------------------------------------------------------------------------------------------

Non era passata neanche mezz'ora che il campanello di casa suonò e io corsi ad aprire, per poi buttarmi fra le sue braccia, piangendo disperata.

- Veronica calmati! Calmati e spiegami cos'è successo. La tua telefonata mi ha spaventato! -

E così cercai di prendere il respiro e iniziai il mio racconto, sulla soglia di casa mia, alle quattro del mattino, ad un Ville Valo che sembrava essere andato a dormire da poco.

- Oddio, scusami. Magari dormivi e io ti ho disturbato per una cazzata simile - dissi, finito di raccontare l'accaduto.

Poi mi accorsi di dov'eravamo e lo feci entrare, portandolo nella mia stanza.

- Ma che cazzata! Questa è una cosa grave! Devi denunciarlo! E poi te l'ho detto io di chiamarmi no? - mi rispose, sorridendo.

Io ricambiai il sorriso, imbarazzata. Dopotutto non capita tutti i giorni di avere Ville Valo in camera tua.

Camera che per di più era tappezzata di loro poster! Dio che vergogna!

- Non scherzavi quando dicevi che ci conoscevi eh? - mi disse, osservando le pareti.

- Ehm..già. Vi seguo da sempre, ho tutti i vostri cd, i DVD e non ho mancato un concerto da quando li fate anche in Italia - risposi sempre più rossa in volto. Sembravo quasi una stalker a sentirmi.

Lui mi rivolse un altro dei suoi sorrisi e riprese a parlare.

Mi raccontò di cosa provava quando stava sul palco, dell'emozione nel vedere gli stadi e i teatri pieni di persone che cantavano insieme a lui le sue canzoni, che condividevano i suoi sentimenti, che piangevano addirittura nel vederli andare via o quando usciva un loro disco. Mi parlò degli inizi, di come fosse stato difficile sfondare al di fuori dei loro paesi a causa delle mentalità bigotte.

Andammo avanti per ore a parlare di tutto quello che ci passava per la testa e scoprii che era un ottimo oratore, quanto un eccellente ascoltatore.

Quando i primi raggi di sole spuntarono, ci sorpresero addormentati, uno affianco all'altra.

Due sorrisi identici stampati sul volto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** In Join And Sorrow ***


Right4

There's no cure for the pain
No shelter from the rain
All our prayers seem to fail

In joy and sorrow my home's in your arms
In world so hollow
and it is breaking my heart

 

Era passato un mese.

Ed io ancora faticavo a credere che tutto quello non fosse un sogno.

Un mese prima mi ero incappata per caso in Ville Valo e avevo passato con lui una settimana fantastica.

Poi lui e la band erano dovuti partire e io ero certa che sarebbe finito tutto.

Fu allora che mi stupì ancora una volta, telefonandomi alla sera, dopo il concerto di Berlino. Per dirmi semplicemente “Ehi ciao, ho finito ora il concerto, è andato tutto bene. Mi manchi”.

Cioè io, semplice ragazza milanese, che manco ad una superstar?

Wow.

E così è continuata per tutto questo periodo.

Con lui che mi chiama ogni volta che può ed io che lo tengo aggiornato sulla situazione qui. Non riesce a vivere tranquillo nel sapere che Matthew è ancora in giro, libero di farmi del male.

E neanche le mie amiche, a dir la verità; hanno infatti istituito una specie di fan club anti-Matt e non mi lasciano libere un attimo, sempre armate di mattarello (in casa) e di oggetti appuntiti e/o taglienti (all'università), pronte a fargli la pelle qualora si facesse vedere.*

Intendiamoci, io e Ville non stiamo insieme. Anche se qualcuno continua a sostenere che mi stia corteggiando, io preferisco non illudermi. Anche solo così mi va bene. È già tanto!

E, mentre mi faccio questi discorsi nella testa, il cellulare squilla.

Un sorriso in automatico.

Le dita che, quasi avessero vita loro, vanno ad accettare quella che è stata rinominata la 'chiamata della buonanotte'. Con una buona dose di prese per il culo.

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Non riesco a trattenere l'emozione.

Quando qualche giorno fa il mio cellulare ha suonato, ed è comparso il suo nome, mi sono chiesta se non avesse sbagliato numero.

Mezz'ora dopo ero in camera di Momo e Kemo, un foglio bianco davanti, penna in mano, mentre cercavo di organizzare le idee e spiegare anche a loro cosa avrebbero dovuto fare.

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Non sono sicura di quello che sta succedendo.

Sono in gelateria con Momo e Kemo, le quali mi sembrano stranamente agitate. Continuano a guardare i rispettivi cellulari e a scambiarsi sguardi complici.

Il fatto che Sara manchi all'appello è ancora più sospetto.

Che diamine stanno combinando?

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Il campanello suona e io corro ad aprire ai due ragazzi che aspettano sul pianerottolo, facendoli entrare.

Mentre li aspettavo ho avuto modo di preparare il basso tavolino, apparecchiato per due, le candele rosse al centro, la migliore argenteria è stata spolverata e lucidata a dovere.

In giro per la sala ho sparso dei petali di rosa, gli incensi hanno rilasciato un lieve profumo di vaniglia, i morbidi cuscini sistemati al posto delle sedie, i cd pronti nello stereo.

Il moro sembra soddisfatto del mio operato, il biondo mi guarda sorridendo e io arrossisco sotto quello sguardo tanto amato.

Poi, il cellulare squilla.

Pronto, qui è Sara.”

Huston, abbiamo un problema.”

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Ok, inizio sul serio a pensare che le mie coinquiline stiano architettando qualcosa.

Mi hanno appena trascinato in una pazza 'corsa alle vetrine' come la chiamano loro. Shopping frenetico, fino all'ultimo centesimo è come lo chiamo io.

Cosa c'è di strano, dite?

C'è che quando fanno ciò, io non vengo mai invitata. Io non sono il tipo da stare ore e ore in un camerino e provare mille abiti e comprarne la metà. E il resto la settimana dopo.

Per me shopping è entrare nel mio negozietto di fiducia e svaligiarlo dei nuovi capi che gli sono arrivati e andare avanti con quelli per un bel periodo.

È all'entrata dell'ennesimo H&M o Pimkie che chiedo tregua.

Ragazze, scusate ma io non ce la faccio più. Ho bisogno di prendere almeno un caffè vi prego. Fatelo per me. O, se non resistete, entrate voi e lasciatemi entrare in quel bar. Per favore!”

Le vedo fissarsi, incerte, per poi annuire.

Ci vediamo qui tra venti minuti ok?” chiedo.

Loro annuiscono un'altra volta, per poi fiondarsi verso la Nuova Collezione Primavera – Estate.

Io mi dirigo verso il bar, dove mi siedo per far riposare le gambe e ordino un bel cappuccino con cacao.

Passa poco tempo e, mentre me lo sto guastando, un'ombra disturba la mia visuale.

Guarda guarda chi si vede, tutta sola soletta” dice una voce.

Mi paralizzo.

Matthew.

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Cosa vuol dire che abbiamo un problema?!? Vi ho detto di non perderla d'occhio e voi cosa fate? Preferite due stracci alla vostra migliore amica ed ecco il risultato! Merda! Stategli dietro, non perdeteli di vista. Noi prendiamo la macchina e vi raggiungiamo. Vi chiamo appena siamo pronti a partire. Mi raccomando ragazze, state attente!”

Chiudo la chiamata e mi giro verso gli altri abitanti della stanza.

Uno in particolare mi sta fissando con astio.

E ora come glielo spiego che la ragazza a cui voleva dichiararsi è 'ostaggio' del suo ex pazzo?

Decido di rimandare il discorso e gli faccio cenno di seguirmi, dopo aver preso cellulare e chiavi.

Di corsa scendiamo le scale e ci infiliamo in macchina.

Sistemato il cellulare faccio il numero di Kemo ed inserisco il vivavoce.

Quando rispondono, mi faccio dire dove sono e parto, mentre la ragazza spiega l'accaduto ai nostri ospiti.

--------------------------------------------------------------------------------------------

Matthew cosa vuoi? Perché non capisci che tra noi è finita e ti metti l'anima in pace?” gli ripeto, mentre lui mi strattona per la via, i passanti incuranti di quello che vedono.

Spero che le mie amiche abbiano visto tutto e abbiano chiamato qualcuno. Il suo silenzio e la sua espressione mi preoccupano non poco.

Intanto sta calando la sera e il quartiere in cui ci troviamo mi è poco familiare.

Ci sono venuta quelle poche volte che lo andavo a trovare a casa.

Quando lo realizzo, provo a tirare via il polso dalla sua presa ferrea, ma questo gesto ha l'effetto di farlo incazzare ancora di più, tirandomi verso un portone talmente forte che quasi cado.

Con la coda dell'occhio intravedo un profilo familiare, nascosto dietro ad una colonna, farmi cenno di stare calma.

La fanno facile loro, mica sono in balia di un pazzo!

--------------------------------------------------------------------------------------------

Finalmente raggiungiamo le altre che, nel frattempo, hanno portato a termine la 'missione' e hanno seguito i due fino a casa di lui.

Ora iniziano i veri problemi.

Come entriamo in casa sua?

Parcheggiamo nel primo spazio vuoto che trovo e ragioniamo sul da farsi.

E se suonassimo a un vicino spacciandoci per un suo parente o una sua ragazza?” propone Momo.

L'idea è buona e viene accettata, ma il reale problema sarà entrare nell'appartamento.

Accenno il fatto, ma vengo zittita da un paio di occhi verdi, scuriti dall'ira, che mi fanno capire che abbattere la porta non sarà difficile.

L'operazione ha inizio.

--------------------------------------------------------------------------------------------

Sono passati circa venti minuti da quando Matthew mi ha portata qui e legata ad una sedia.

Lui continua a fare su e giù per la stanza.

Matthew ti prego, lasciamo andare! Lasciami libera e ti giuro che me ne torno a casa, senza chiamare la polizia. Ma se continui così sarà l'unica cosa possibile, sempre che non l'abbiano già fatto le mie amiche non vedendomi..” dico io, incerta.

Lui si blocca e si porta verso di me, tirandomi uno schiaffo che mi fa cadere per terra, la sedia a cui sono legata mi segue, le braccia ora scomposte dietro la mia schiena.

Lui è subito su di me.

Un altro schiaffo, poi un pugno.

Degli insulti, frasi sconnesse che fatico a comprendere.

Altri schiaffi, sangue che esce dalle mie labbra spaccate e dal taglio che mi ha procurato sulla guancia.

Piango.

Poi vedo il suo sguardo cambiare e illuminarsi pericolosamente.

Mi alza per i capelli e i sbatte contro il tavolo, dove perdo i sensi per qualche secondo.

Il tempo ideale per slegarmi dalla sedia e venire strascinata in camera sua.

Mi sbatte sul letto.

Ghigna ferino.

Sento le sue parole echeggiare nella mia testa, la camera gira a causa delle botte, il respiro manca da quando ho preso il tavolo sulle costole.

Allora sgualdrinella, te lo sei già sbattuto?”

Ride.

Poi si avvicina, pericoloso e riprende a schiaffeggiarmi.

Io, inerme, non posso far altro che assecondare la sua mano ogni qualvolta mi colpisce le guance.

Si ferma.

Sembra soddisfatto di quello che vede, ma capisco che non gli basta.

Non passa molto infatti che le sue mani sono sulla mia maglia, lacerandola.

Le sue dita sulla mia pelle, segnandola, non sono più quelle un tempo amate.

Lo sento armeggiare con la mia cintura e provo a reagire, ma le forze non bastano.

Sta per sfilarmi i pantaloni quando un rumore tremendo, proveniente dall'ingresso, lo ferma.

Sento delle voci, sempre più vicine, mentre lui si alza e cerca qualcosa da afferrare ed usare contro gli intrusi.

Con le ultime forse rimastemi, chiedo aiuto, urlandolo quanto mi è possibile.

È quando la porta si apre che mi sento libera di svenire.

--------------------------------------------------------------------------------------------

Apro gli occhi lentamente, la luce mi ferisce e li richiudo.

Sento un movimento vicino a me e una mano che avvolge la mia.

Ville” sussurro.

Sì piccola, sono io. Ben svegliata” risponde lui.

Sento la sua voce carica di emozione.

Provo una seconda volta ad aprire gli occhi, con più successo, e mi ritrovo a fissare il soffitto di camera mia.

Cos'è successo? Sono svenuta? Perché sono qui? Perché tu sei qui?” chiedo, non capendo.

Momo e Kemo hanno visto Matthew al bar con te e hanno chiamato Sara. Io ero qui per farti una sorpresa e, con Linde, l'abbiamo seguita mentre raggiungeva le altre. Siamo arrivati appena in tempo da quel porco. Io e Linde abbiamo chiamato la polizia mentre le ragazze si spacciavano per amiche di Matthew si facevano aprire dai vicini. Quando gli agenti sono arrivati siamo entrati all'improvviso e ti abbiamo salvata. Abbiamo fatto credere agli agenti che a casa ci fossero i tuoi genitori, medici, e che ti avrebbero curato loro. Ti aspettano in centrale per la denuncia...” lo sento incerto, come se volesse aggiungere altro.

Ville...”

Scusa, è che quando ti ho vista lì, in quello stato, non ci ho più visto e se non ci fosse stato Linde a fermarmi, a quest'ora sarei accusato di omicidio. Non sai quanto avrei voluto prenderlo e farlo a pezzi per come ti aveva conciata. Se tu fossi morta, io...”

Ville, cosa?”

Lui si avvicina a me, sfiorandomi più volte la guancia, poi le labbra.

Gli occhi fissi nei suoi, lo vedo avvicinarsi come la prima volta.

Questa volta però nessuno entra, interrompendoci e finalmente posa le sue labbra sulle mie.

--------------------------------------------------------------------------------------------

Ore dopo, quando sono in grado di alzarmi, mi reco in camera di Sara per avvertirla che sto bene e raccontarle quello che è successo con Ville.

Entro senza bussare e la scena che mi si presenta davanti mi lascia stupita a chiedermi se il mondo si sia capovolto all'improvviso, senza avvertire.

Tossisco per farmi notare e i due si staccano all'improvviso, Sara rossa come un peperone, Linde un sorriso sornione in volto.

Ve..Veronica!” esclama la mia amica, saltandomi al collo.

Il ragazzo mi fa un cenno con la mano e, dopo una carezza sulla testa della ehm sua ragazza? esce.

Stacco la mia amica dal mio povero collo -dopotutto mi sono appena ripresa- e la faccio sedere sul letto, raggiungendola poco dopo.

La guardo, sopracciglio sollevato e sguardo divertito.

Lei mette il broncio e sbuffa, guardandomi a sua volta.

Oh smettila! Come se io non sapessi cosa è successo quando ti sei svegliata!” esclama e questa volta è il mio turno di arrossire.

E' diverso! Quello che ci siamo scambiati io e Ville è stato il nostro primo bacio! Quello che ho visto io era un bacio tra due che non si sono fermati ad una slinguazzata. O mi sbaglio?”

Lei, se possibile, arrossisce ancora di più e farfuglia un qualcosa che assomiglia ad un “Stiamo insieme da qualche settimana”.

Le rivolgo un sorriso, dicendole che sono felice per lei e lei ricambia.

Ci guardiamo per un attimo e scoppiamo a ridere, certe che nella nostra testa è passato lo stesso pensiero.

Non mi sembra vero..Dai, sul serio! Io e te, con Ville e Linde. Se qualcuno me l'avesse detto tempo fa l'avrei preso per pazzo e ci avrei fantasticato su, pensando che non fosse umanamente possibile.”

A chi lo dici! Io ho passato le ultime settimane a chiedermi se non stessi sognando. Fino a quando non ricevevo le sue chiamate e mi rendevo conto che era tutto vero, reale, palpabile, non era frutto della mia immaginazione. Io e te stiamo con Ville e Linde. I sogni possono diventare realtà.”





























*piccolo omaggio a voi, mie fans, che tanto lo volevate trucidare. Ora potete <3



{Sclero Time}
Wow! 5 pagine di word, quando in realtà non pensavo di riuscire a scriverne una ._. Mi sto stupendo di me stessa.
Il capitolo mi ha soddisfatta come pochi in vita mia
* annuisce *.
Immagino si sia capito che nella parte in corsivo è Sara a parlare. Ma io lo specifico lo stesso.
Indi per cui, poscia etc etc, io vi saluto, augurando la buona notte (o il buongiorno) e mi abbandono a Morfeo, sognando i ravioli al vapore che mangerò a pranzo *-*
Kuss, piccy.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Need You Now ***


Right5

Picture perfect memories scattered all around the floor 
Reachin' for the phone 'cause I can't fight it anymore 
And I wonder if I ever cross your mind 
For me it happens all the time 
It's a quarter after one, I'm all alone and I need you now 
I just need you now 

 

 

Cara mamma, Caro papà

è passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo parlato.

I nostri rapporti non sono mai stati dei migliori e questo mi ha portata ad allontanarmi, a cambiare città per studiare, fino a quella tremenda litigata che mi fece tagliare definitivamente i ponti.


Sono succede molte cose in questi anni, alcune delle quali non molto piacevoli.


Ho terminato l'università con il massimo dei voti, sapete?

E ho anche un lavoro redditizio.


In quei cinque lunghi anni, oltre a studiare, mi sono innamorata.

E sono stata tradita.

E ho rischiato di morire a causa sua.


Per fortuna, assieme alla polizia e alle mie amiche, c'era lui: il mio principe azzurro.


Questa è una delle cose più assurde che mi siano mai successe.


Papà, ricordi la musica che ascoltavo?

Quei gruppi che tu chiamavi cupi, malefici, traviatori, lava cervelli e pure satanici?

Beh, scappando da un tradimento, tornando da un concerto di quella musica, è lì che ho conosciuto il mio principe azzurro.

Lui era il cantante della band, era il mio idolo.

Non potevo crederci, eppure era vero.


Questo ragazzo che tu chiamavi 'diavolo', mi ha corteggiata per mesi, non mi ha sfiorata con un dito finché non l'ho voluto anche io, si è dichiarato dopo una cena a lume di candela nel modo più dolce possibile.

Ma, soprattutto, mi è stato amico.


Mi è stato vicino, mi ha offerto una spalla su cui piangere quando il mio ex mi ha rapita e ha tentato di stuprarmi.

Ha parlato con me per ore e ore, davanti ad un caffè ormai freddo, quando non sapevo più cosa fare della mia vita.

Mi ha tenuta per mano, fuori da quell'enorme aula, il cuore che stava per scoppiare, le mani sudate, la testa vuota, la paura che cresceva.

Mi ha abbracciata fino a farmi mancare il respiro e mi ha detto 'Sono orgoglioso di te' quando da quell'aula sono uscita a testa alta e una laurea in mano.


Quell'uomo, che tu criticavi e additavi senza conoscerlo, ha costretto staff, manager e grandi capi a fare una tappa in più a Milano e lì, lo stadio pieno, le mie amiche ed io in prima fila, l'ho visto inginocchiarsi sul palco, intonare la nostra canzone e chiedermi di sposarlo.


È grazie a lui che ho trovato posto come traduttrice.


È grazie a lui che ho trovato la mia felicità.


E la mia felicità si chiama Nali.

Nali compie 3 anni il prossimo mese, ha gli occhi verdi di suo papà e come lui già si atteggia a diva.

Vorrei che la vedeste correre per il prato, mentre spiega a James 'il cuginetto' che gli uccellini “cattao pecché tono feici, coe i io papà!”

Ogni sera, prima di andare a dormire, chiede sempre la stessa storia.

Racconta di una ragazza che si era persa e, grazie ad un principe, ha ritrovato la sua strada.


E questo è ciò che io ho voluto narrare a voi.


Tutto quello che è successo mi ha fatta crescere e diventare la donna forte, moglie e madre, che sono ora.


Quello che desidero è che anche voi possiate conoscere questa donna e la splendida creatura che ha generato.


Desidero presentarvi mio marito, i miei amici, coloro che sono diventati la mia famiglia.


Sogno di vedere papà e Ville, birra in mano, sul divano a guardare le partite.


Sogno di guardare negli occhi mia madre e poterle dire tutto ciò che ho provato in quei momenti in cui l'avrei voluta al mio fianco, di poterle dire 'Ehi, avevi ragione! Ogni tanto i miracoli avvengono; le favole non mentono, i sogni diventano realtà”.


                                                                                                                                                                                                                 Con Affetto

                                                                                                                                                                                                                    Veronica

 

 

 

THE END

 

 

 

 

 

 

{Sclero Time}
Salve! Di fretta, come sempre, posto l'ultimo capitolo.
Diverso dal solito, è uscito spontaneo l'altro ieri notte e -stranamente- non ha subito vriazioni.
Su carta era un po' più lungo ._. però non me la seto di aggiugere altro.
Ma non disperate! La storia non sparisce per sempre, perché avrà 2 Missing Moments! (Tutta colpa di Glee).
La canzone "Need You Now" c'entra ben poco con il capitolo, ma la stavo ascoltando mentre trascrivevo e mi ci è piaciuta.
Ora vi saluto, vado a vedermi Johnny Depp *__*
See you soon!
Piccy <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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