Il ritorno

di Shirin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ricordi ***
Capitolo 2: *** Qualcosa deve cambiare ***
Capitolo 3: *** UNA GIORNATA TRANQUILLA ***
Capitolo 4: *** La verità ***
Capitolo 5: *** RITORNO A CASA ***
Capitolo 6: *** AMICI? ***
Capitolo 7: *** Addio a Daichi? ***
Capitolo 8: *** Chi sei? ***
Capitolo 9: *** ......ORA LO SO ***
Capitolo 10: *** Gelosie e sensi di colpa ***
Capitolo 11: *** I will always love you ***
Capitolo 12: *** La festa dell'estate ***



Capitolo 1
*** Ricordi ***


Era una calda sera d'estate e una ragazza, appoggiata al davanzale della finestra della sua camera, aveva lo sguardo perso nel blu del cielo puntellato qua e là dalla bianca luce delle stelle.
A vederla pareva una ragazza normale, se non fosse che come suo migliore amico aveva un peluche e altri suoi amici abitavano in un altro mondo, al di là del cielo che stava osservando. Il suo nome era il mondo della magia, ed era popolato da persone che fisicamente erano i sosia di altri che abitavano sulla Terra, ma caratterialmente completamente diversi.Inoltre questi erano tutti dotati di poteri magici incredibili.
Himeko era venuta a conoscenza di quel mondo tre anni prima. Una sera, infatti, una ragazza identica a lei era entrata dalla finestra della sua camera, e le aveva donato un fiocco magico; in più aveva dato la voce al suo pupazzo preferito, Pokotà, affinché l'aiutasse ad imparare ad usare e ad avere cura del suo regalo speciale. Da quel giorno aveva vissuto tante e fantastiche avventure, che l'avevano fatta maturare e che le avevano permesso di stringere amicizie meravigliose.
Amicizie che le avevano fatto capire che lei andava bene così com'era, che non era solo un semplice maschiaccio, ma anche una ragazza allegra, sempre pronta a tirare su di morale chi ne avesse avuto bisogno.
Amicizie sempre presenti nei momenti difficili, sempre pronte ad aiutarla ad uscire dai guai, e a quel tempo, lei nei guai ci sguazzava che era un piacere, complice anche il suo fiocco, che usava troppo spesso a sproposito.
Quelle grandi amicizie in quei tre anni le erano rimaste vicine, anche dopo che aveva restituito il magico oggetto.
Bè vicine...non tutte..grandi amicizie...lo erano tutte?
Pokotà era il suo migliore amico e lo sarebbe rimasto per sempre E così anche Erika, la saggia principessa di quel mondo strano. I suoi abitanti le avevano concesso di mantenere i contatti.
Monica e Isabel, non sapevano niente di tutto questo, ma le adorava.
Ma Daichi....
Proprio a causa di quel pensiero i suoi ricordi si fecero più tristi.
Ci era ricascata!Anche dopo anni che non si vedevano, pensava ancora a lui, e il dolore la avvolgeva come un serpente stringe la sua preda.
Allora lui le era sempre stato pronto ad aiutarla, a confortarla, a farle battere il cuore all'impazzata quando le regalava uno dei suoi sorrisi mozzafiato, o quando per sbaglio si sfioravano.
Erano sempre stati vicini, nonostante le amiche di lui( ma ve le ricordate?ogni tanto ne spuntava fuori una nuova), le loro litigate, i suoi mitici calci in faccia(Erano portentosi!Cavoli gli lasciavano il segno della scarpa).
Nonostante tutto ciò le cose fra loro erano le stesse, e lei era sicura che non sarebbero cambiate.Almeno era ciò che credeva lei. Ma era stata solo un'ingenua al solo pensarlo.
Una folata di vento le sfiorò il viso e la riportò alla realtà.Si guardò intorno, la sua camera, Pokotà che dormiva sul letto. Guardò l'orologio sopra di esso. 00:30.
Era tardi. Si era talmente persa nei suoi pensieri che non aveva tenuto conto dell'ora.
Si mise il pigiama e s'infilò sotto le coperte, che data la stagione, erano leggere, e cercò di dormire.
Ma i ricordi che l'avevano stuzzicata, tornarono inesorabili, benché lei cercasse di scacciarli.
Tre anni prima il padre di Daichi si era trasferito per lavoro in un'altra regione, e il figlio, come il resto della famiglia, lo aveva seguito.
Le ritornò alla mente il giorno della partenza, quando era andata da Daichi, decisa a rivelargli i suoi sentimenti; ma anche lui stava per dirle qualcosa, e l'imbarazzo di aver parlato insieme li fermò. Poi però sul punto di andarsene, lui l'aveva preceduta con quella frase dolcissima: "Sai, mi piaci con quel fiocco", e lei non gli aveva più detto niente. Si ricordava che il quel momento il suo cuore batteva tanto forte, che aveva paura che scoppiasse, e delle lacrime che le avevano offuscato la vista di quell'auto, che diventava sempre più piccola, man mano che si allontanava.
Si ricordava anche della gioia provata quando il giorno dopo lo aveva visto in classe, poiché Daichi aveva deciso di non lasciare la sua scuola.
Avevano ricominciato a frequentarsi come e più di prima, però solo fino alla fine delle medie.
Infatti, dopo alcuni mesi di liceo, aveva deciso di seguire la sua passione e si era messo in viaggio mollando tutto.
All'inizio si sentivano spesso, ma poi pian piano era sparito, lasciandola nello sconforto.
Un moto di rabbia la invase ripensando a quei tempi e s'impose di non pensarci più.
Cavoli!lei l'indomani avrebbe avuto la scuola, non poteva permettersi di andarci stanca per uno stupido, che non si meritava niente.
In fondo durante tutto quel periodo era cambiata molto sia fisicamente sia caratterialmente.
Per quanto riguarda il suo aspetto, era diventata più alta, i suoi biondi capelli ormai le arrivavano fino a metà schiena. Non poteva lamentarsi neanche del suo fisico. Certo non era una top-model, ma era diventata molto più carina rispetto ai tempi delle medie; e per accorgersene bastava notare che i ragazzi che le venivano dietro erano aumentati, e anche quelli che non avevano un debole per lei, comunque la guardavano in modo diverso. Alle medie lei era il maschiaccio per eccellenza, ma era ugualmente popolare per la sua allegria. Adesso invece non le veniva più detto “sei simpatica” ma “sei una bella ragazza”, “wow che figa”.Era molto orgogliosa di ciò, aveva invidiato sua sorella così tanto un tempo, per la sua bellezza, che arrivare quasi ai suoi livelli, la soddisfaceva in una maniera incredibile. Quasi però, non del tutto perché se poteva dirsi contenta del suo aspetto,la stessa cosa non valeva per il suo modo di fare, perché se prima era sempre sorridente, felice, e infondeva serenità in chi le stava accanto, dopo che Daichi l’aveva lasciata era diventata triste, scontrosa,aveva sempre la testa fra le nuvole, e non le importava più di niente; e per questo suo atteggiamento finiva spesso a litigare con le sue amiche, Monica e Isabel, le quali inutilmente cercavano di farla reagire, di coinvolgerla, di farle dimenticare il passato, ma capivano anche loro che la maggior parte delle volte non venivano neanche ascoltate.
Con Pokotà ed Erika era diverso, era molto legata ad entrambi, e con loro riusciva ad essere se stessa e a sfogarsi.
Però se gli veniva in mente di chi era la colpa di tutto questo gli veniva una rabbia….Basta!! Doveva dormire!!
Non era la prima volta che non ci riusciva perché continuava a pensare a quell’egoista, poi però la mattina era sempre intrattabile.
E quella notte sembrava dovesse succedere la stessa cosa, allora si alzò, e cercando di non svegliare i suoi famigliari, scese in cucina e si preparò una bella camomilla. Dopo averla bevuta ritornò in camera, si rimise nel letto e pregando di fare bei sogni finalmente si addormentò.

E qui finisce il primo capitolo. Bè spero che, nonostante gli eventuali errori di ortografia,vi sia piaciuto.in ogni caso qualunque cosa pensiate fatemela sapere,bella o brutta non ha importanza,ma solo così posso migliorare…




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Capitolo 2
*** Qualcosa deve cambiare ***


QUALCOSA DEVE CAMBIARE
- Capitolo 2° -

Era mattiva,tutto taceva. Himeko e il suo pupazzetto dormivano beatamente, avvolti dal calore delle coperte, fino a che...
DRIIIINNNN!!!!!!!!!!!!!!!!
Hime-chan, al suono della sveglia, si stropicciò gli occhi con la calma più assoluta. Intanto Pokotà ancora dormiva. Mezza addormentata prese in mano la sveglia. Segnava le 8.30.
-LE 8:30!!!!!!ACCIPICCHIA, COM'E' TARDI!!!!-
Urlava come una pazza e continuando così, si alzò di scatto, cosicchè pokotà fin' per terra.
- Ehi, ma che succede?- chiese Pokotà ancora intontito.
- Sono in ritardo!!!!!!!Cavoli, non ce la farò mai!!!!- disse Himeko-, mentre cercava di infilarsi la divisa scolastica, cercava lo zaino e cercava di calmarsi, tutto contemporaneamente.
Dopo aver fatto tutto ciò, salutò Pokotà con l'intenzione di andare a fare colazione .
- Buona giornata Pokotà, anzi buona lettura di fumetti- disse, sapendo bene che non avrebbe fatto altro tutto il giorno.
- Buona giornata a te- rispose il leoncino con un dolce sorriso sulle labbra, che faceva capire quanto pregustasse l'idea.
Scese in cucina,e trovando già la tavola apparecchiata per la colazione,senza nemmeno sedersi,spalmò velocemente della marmellata su una fetta biscottata.Se la mise in bocca e corse verso la porta d'ingresso.Intanto i presenti (la famiglia di Himeko ovviamente)sospiravano rassegnati di fronte alla sbadataggine della ragazza.
-E' mai possibile che tutti i giorni è sempre la stesse storia?-sentenziò sua madre,abbastanza irritata.
-Senti mamma,non ho tempo di ascoltare le tue prediche.Falla finita che se no a scuola non ci arrivo più-rispose Himeko, evidentemente nervosa.
Suo padre intervenì: - Come ti permetti di rivolgerti a tua madre in quel modo, chiedile scusa!-
-ma la finite di scocciare?io devo andare-
-Himeko stai esagerando!- ribattè Enny.Era davvero delusa dal modo di fare di sua sorella,una volta non avrebbe mai parlato in quella maniera aggressiva.
-Ti ci metti anche tu adesso?-
-Enny ha ragione.Sei cattiva!-rispose la piccola Yucci.
Adesso era troppo!Tutti contri di lei!Perfino una bambina delle elementari si divertiva a ficcare il naso nei suoi affari.
-A pure tu?Magnifico!Pure tu a rompermi le scatole!.E' COSì DIFFICILE CAPIRE CHE VOGLIO ESSERE LASCIATA IN PACE!!!!- Urlò tanto da far scoppiare in lacrime la sorellina.
Ma non se ne curò.E mentre Enny cercava di calmare la piccola e sua madre la rimproverava per lo scatto avuto,senza ascoltare nessuno, aprì la porta e se ne andò a scuola.
Intanto Pokotà,dalla finestra della camera della ragazza,la guardava andare via, preoccupato.Aveva sentito il litigio fra la sua padroncina e i suoi famigliari e la sua prepotenza non le era piaciuta per niente.
Quando arrivò, per sua fortuna le lezioni non erano ancora iniziate,e questo la fece calmare un poco.Poi vide davanti al cancello che c'erano Monica e Isabel ad aspettarla e andò loro incontro col sorriso sulle labbra.
- Era ora che tu arrivassi-
"Anche loro?Ma allora è un vizio!".Però non aveva voglia di prendersela con le sue amiche, in fondo l'avevano aspettata.- Scusatemi!-
-Non hai sentito la sveglia,neh?Sei sempre la solita!- - Va bè ti perdoniamo,tanto non servirebbe a niente-.
A quell'ultima frase arrossì perchè un pò si vergognava.
Iniziarono ad entrare quando videro un ragazzo,alto con i capelli scuri e l'aria gentile che veniva verso di loro e Monica fece un sorriso a 32denti: era Tezu.
Egli dopo aver salutato Isabel e Hime-chan,si avvicinò a lei e le diede un lieve bacio sulle labbra per darle il buongiorno.Quando si staccarono arrossirono entrambi,poichè erano timidi e si vergognavano a mostrare le loro effusioni in pubblico, anche se non ne avrebbero mai fatto a meno.Rimasero persi nei loro sguardi per una manciata di secondi,quando..
-mmm - Himeko simulò un colpo di tosse che li fece allontanare l'uno dall'altra.
-Scusate se esistiamo,ma noi dovremmo entrare in classe-
Monica,ribattè imbarazzata - Scusatemi,ci siamo fatti trasportare-
Isabel con un'occhiata rassicurante, le fece capire che non c'erano problemi,ma Himeko non era tanto condiscendente.
- La prossima volta ditecelo così togliamo il disturbo-disse con tono arrogante.
Isabel cercò di farle chiudere la questione - dai Hime-chan! sono innamorati che problema c'è,in fondo non fanno nientedi male-
Loro sapevano il motivo del suo comportamento e come gli altri suoi amici lasciavano correre,ma a volte esagerava davvero..
Himeko,sentendosi da sola contro tutti,lasciò finalemente correre:
- Fate come volete-
Monica le sorrise felice.
- Grazie Hime-chan!Bè allora noi iniziamo ad andare a avanti-
Detto questo la ragazza prese Tezu per mano e insieme entrarono nell'edificio.
Dopo che se ne furono andati,borbottò:
-Non capisco come sia possibile stare sempre insieme in quel modo.Possibile che non si siano ancora stancati?-
Isabel le rispose con calma:
-Andiamo, cerca di capirli,sono innamorati-
-Innamorati?Lo sono da tre anni e da tre anni sono appiccicati con la colla- rispose Himeko evidentemente scocciata per una situazione che a lei pareva assurda.
-Bè,ma se a loro va bene così,perchè te ne devi preoccupare tu?In fondo se la nostra amica è felice così,noi non possiamo fare altro che esserlo altrettanto per lei-
- A ME NON ME NE IMPORTA NIENTE DI QUEI DUE!!SE A LORO PIACE TANTO TUBARE PERCHE' NON SI PRENDONO UNA STANZA?- gridò con tutto il fiato che aveva in gola,ma appena ebbe finito,si pentì subito di ciò che aveva detto,stavolta era andata troppo oltre..
- Mi dispiace...io...non volevo..-
Ma le sue scuse finirono nel vuoto,per la prima volta vide la sua amica,così saggia e pacata,livida di rabbia.
-A è così che la pensi?Non te ne importa nulla di noi!E' così?Bè sai cosa ti dico?Che a noi siamo stanchi di te e della tua arroganza.Finora siamo stati pazienti con te perchè soffrivi e pensavamo che avevi bisogno di tempo,ma adesso è troppo!-
Himeko cercò di ribattere,ma le sue parole sincere la colpirono profondamente,cosicchè se ne rimase zitta((forse è meglio.Cavoli stavolta l'hai fatta grossa,neh?).
-Io capisco che tu soffra per Daichi,ma non è giusto che scarichi la tua rabbia su di tutti quelli che incontri,non siamo i tuoi capri espiatori!-
-Mi dispiace tanto, io non volevo dire quelle cose,è solo che ..-
-Ti dispiace?Sai cosa me ne faccio dei tuoi dispiaceri?Ti avverto Hime-chan che se continui rimarrai sola- fece una lunga pausa poi continuò con freddezza: - Ma forsa è quello che vuoi-
- Non è vero-
- Non me ne frega più nulla,e adesso scusami ma ho lezione-
Detto questo se ne andò,lasciando Himeko senza parole.
Entrò in classe anche lei e poco dopo iniziò la lezione;e poi ne seguirono delle altre,ma lei,per tutto il tempo non fece altro che pensare alle parole di Isabel: l'avevano ferita,ma sapeva che aveva ragione. In quei tre anni aveva trattato in modo aggressivo chiunque cercasse di starle vicino,e nessuno di loro meritava questo.
Finita la scuola, era sempre molto impegnata,continuava a dedicarsi a teatro ed era entrata a far parte della squadra di calcio femminile del liceo(Bè con quelle doti..).Però quel giorno era distratta,pensava a Monica, che aveva, a sua insaputa,offeso: lei era veramente felice con Tezu. E se lo meritava davvero.Era una brava ragazza,sempre gentile con tutti,sempre col sorriso sulle labbra.
Era contenta che la sua amica,una volta a caccia di un fidanzato,avesse trovato un bravo ragazzo con cui stare bene,era contenta solo che..stava male a vedere ciò che desiderava anche lei,desiderio ormai in frantumi.
Così facendo rivisse il passato che voleva dimenticare e che Isabel le aveva sbattuto in faccia con la sua schiettezza.

Ricordò Daichi che le annunciava la sua decisione di partire per un viaggio in giro per il mondo,al momento non gli credette e lo prese in giro,poi notando la serietà nei suoi occhi,si rese conto che faceva sul serio e s'intristi all'idea di non vederlo più.Lui se ne accorse e le promise che si sarebbero sentiti,che le avrebbe telefonato,che un giorno sarebbe tornato.Forse troppe promesse per essere mantenute.
Nonostante ciò, Daichi ebbe il potere di rassicurarla e lo lasciò partire con il tacito accordo che sarebbe cambiata,diventando una persona di cui avrebbe potuto essere orgoglioso,così quando sarebbe ritornato gli avrebbe rivelato i suoi sentimenti senza esitazioni.
Le cose però non furono tanto semplici.Daichi infatti,dopo qualche mese che era partito,aveva chiuso i contatti.Per Himeko era come se il mondo le fosse crollato addosso.Non avrebbe mai creduto che sarebbe arrivato ii giorno in cui l'avrebbe lasciata sola.Cavoli!Ne avevano passate tante ed erano rimasti sempre insieme.Si ricordò delle lacrime che aveva versato,aveva pianto talmente tanto che le sembrava di non avere più lacrime.
Le mancava da impazzire;stava malissimo,e ciò che la faceva soffrire di più era il pensare che la improvvisa scomparsa di Daichi era legata a lei.Ciò nonostante,non chiese niente alla sua famiglia,aveva paura di cosa le avrebbero detto.Inoltre la sua sorellina Yucci e il fratellino di Daichi Stefano si vedevano spesso,e quando la piccola chiedeva del fratello maggiore,lui le rispondeva che stava bene e che con la sua famiglia si faceva sentire.Da ciò dedusse che lui ce l'aveva solo con lei.Allora iniziava a ipotizzare cosa fosse successo:: magari lui aveva conosciuto un'altra,e visto che la loro "amicizia" era molto intima,Daichi aveva preferito chiudere una relazione scomoda dal punto di vista sentimentale(che frase contorta!);oppure lei aveva fatto qualcosa di sbagliato senza accorgesene e lui non gliela aveva perdonato...oppure...era inutile scervellarsi per cercare di capire quell'idiota.In ogni caso si era comportato da vigliacco,sparendo in quel modo.

Anche in quel momento durante le lezioni,durante gli allenamenti si perse nei nei suoi pensieri tristi,che anche quella volta,come spesso succedeva,le causarono una bella strigliata dall'allenatrice:
- Hai sbagliato di nuovo-
- Mi scusi-
-Possibile che hai sempre la testa fra le nuvole?Se non hai voglia di allenarti vattene!Non abbiamo bisogno di qualcuno che sia in squadra che faccia numero-
Era l'ultima cosa che lei voleva. Ci teneva a quello sport e non voleva che niente le causasse problemi,neanche lei stessa.
- No,la prego non mi mandi via.Mi dispiace tanto.Le prometto che mi impegnerò al massimo-
-Ma per favore!Ma chi vuoi che ti creda.Tutti i giorni è sempre la solita storia. Hai grande talento, lo ammetto,ma il tuo comportamento da incosciente rallenta il ritmo della squadra e non posso permetterlo. Mi dispiace-
Quando disse quel "Mi dispiace", a Himeko era parsa fin troppo seria e si era spaventata.La stava davvero cacciando!.In un secondo ripensò alla discussione coi suoi,alla sfuriata di Isabel,ai numerosi rimproveri della donna davanti a lei. Per la prima volta si rese conto che aveva ragione. A causa del suo modo di fare stava lentamente perdendo tutto: i suoi amici, la sua famglia e adesso la sua squadra. Non poteva poteva permetterlo;lei a teneva a tutto questo e molto.Non avrebbe mai lasciato che anche loro la abbandonassero. Così..
La sua allenatrice se ne stava andando e lei la fermò.
-No, aspetti la prego, lo so che ho sbagliato, ma voglio rimediare. Mi dia un' ultima possibilità.Le prometto che non se ne pentirà e se invece dovesse avvenire il contrario, me ne andrò senza protestare. Che ne dice?-
Alla donna quelle parole sembravano stranamente sincere.
-Ti giuro che se ti ripesco con la testa chissà dove, ti sbatterò fuori di qui,prima che tu abbia il tempo di dire ah-
L'aveva perdonata
-Grazie,grazie. Non la deluderò-
- Allora smetti di gingillarti a torna in campo-
Ubbidì e le mostrò di cosa era capace: scaratava gli avversari con facilità, era in perfetta sintonia con gli altri suoi compagni e fece un goal fantastico.
Alla fine l'allenatrice,entusiasta per il suo rendimento, si complimentò incoraggiandola a continuare così.
Tornò a casa più sollevata,decisa a rimediare a gli errori che aveva compiuto.sperando che la sua famiglia e i suoi amici la perdonassero.
Sentiva il cuore più leggero.Era felice,tanto che non si accorse che qualcuno aveva assistito ai suoi allenamenti da lontano e la stava seguendo senza mai distogliere lo sguardo dalla sua persona. E quella figura era ben decisa a sconvolgere i suoi piani.

Bè che ne dite?interessante, noiosa, da buttare? Fatemi sapere!


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Capitolo 3
*** UNA GIORNATA TRANQUILLA ***


- Daichi!Allora ti vuoi muovere?-
- Daichi!Sei il migliore!-
L’attenzione era rivolta unicamente verso quel ragazzo dai capelli scuri. Fermo, continuava a palleggiare e osservava i movimenti dei suoi avversari. Non si curava degli schiamazzi rivolti a lui; era abituato ad avere gente che lo insultava per invidia, amici che lo incitavano e ragazze attorno di continuo.
Sui volti dei giocatori dell’altra squadra c’erano sorrisi malefici, erano sicuri di vincere.
Ma anche Daichi lo era infatti dopo una manciata di secondi, prese la rincorsa e continuando a palleggiare la palla (per chi non l’ ha capito è una partita da basket), scartò gli avversari e si avvicinò al canestro.Aveva superato tutti, mancava solo un giocatore, posto proprio davanti al traguardo. Saltarono insieme, ma Daichi più in alto e fece entrare la palla nel canestro, sotto lo sguardo rabbioso del vicino. Dopodiché si sentì un boato. La partita era finita e avevano vinto!Tutti esultarono e la squadra di Daichi si congratulò con lui
- Bé sono sempre il migliore!-
- Presuntuoso-
-Dai, solo per questa volta ti offriamo noi la pizza-
- Ci mancherebbe che la devo pagare io.In fondo avete vinto grazie a me-
- Ma quanto è modesto questo ragazzo-
Gli prese scherzosamente la testa sotto braccio senza fargli male, mentre gli altri davano loro corda.
-Forse anche troppo.Finiremo per riconsiderare la nostra offerta-
Daichi si liberò dalla stretta, mentre i suoi compagni sghignazzavano.
- Va bene, va bene la smetto. Però adesso andiamo. Sto morendo di fame-
E così quest'allegra brigata si avviò verso un fast food lì vicino.Ne uscirono solo dopo essersi abbuffati, sfottuti un pochino e aver fatto disperare le cameriere; insomma dopo aver brillantemente festeggiato.
Usciti, se la spassarono ancora un po’ fino a quando non si stancarono e decisero di tornare ognuno a casa propria. Anche Daichi stava per fare lo stesso ma appena lasciati i suoi amici..
Una dolce e irruente ragazza gli corse incontro e gli buttò le braccia al collo.
-DAICHI, DAICHI!Dove sei stato?E’ tutto il giorno che ti cerco!-
Il povero ragazzo, un po’ imbarazzato rispose con la solita facciata da duro:
-Secondo te?Stavo festeggiando con gli altri la vittoria-
Yumi (si chiama così), per nulla scoraggiata..
- Sì. Ho saputo.Siete stati bravi!-
-Tsk. Era scontato-
-Eh, già. Non ribatté nulla, sapeva quant’era orgoglioso e arrogante e fino a quando non esagerava, lo lasciava fare.
- E adesso che dove pensavi da andare?-
- Che razza di domande?! A casa ovviamente!Sono stanco e l’unica cosa che voglio fare è farmi una doccia e andare a dormire. –
Lo disse con un tono davvero scocciato, quasi infastidito;e Yumi ci rimase un po’ male.
-Ah! Capisco. Bè allora tolgo il disturbo. Ciao. Ci vediamo-
Ma Daichi si accorse di quel tono un pò triste e mentre la ragazza stava per allontanarsi,l’abbracciò da dietro.
- Naturalmente dopo aver bevuto una bella bibita fresca. Ti va di venire da me?- Continuò con voce sensuale - ..e poi i miei non ci sono…-
A quella frase Yumi avvampò. Stavano insieme da qualche mese, e avevano raggiunto un buon livello di intimità, ma non tale da..e quella frase era stata pronunciato in modo tanto malizioso…
Daichi notò il suo sguardo un po’ assorto.
-A che cosa pensi?-
-a..a niente…davvero- rispose un po’ rossa. Non glielo avrebbe detto neanche sotto tortura.
- Ah sì?ma guardati,sei tutta rossa.Pensavi a cose sconce,neh?-
- Non è vero-
La situazione per lei si stava facendo davvero imbarazzante mentre lui si divertiva da matti. Alla fine Yumi sbuffò e se ne andò avanti
- Oh!Insomma smetti di prendermi in giro!-
- E dai,non arrabbiarti-
Lo disse con quel tono così dolce a cui lei non sapeva resistere. Così si voltò,andò verso di lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
- E’ un perdono?-
Rispose lui, senza allontanare troppo le sue labbra dalle proprie.
- Può darsi-
Non potendo attendere oltre,Daichi la baciò; e quel bacio dapprima a fior di labbra, divenne sempre più appassionato,tanto da lasciare entrambi senza fiato una volta staccatisi.
S’incamminarono. Stavolta senza dire una parola. Felici solo di essere insieme.
Avevano passato momenti brutti un tempo, ma adesso le cose sembravano volgere al meglio.

Durante il silenzioso tragitto Daichi pensava alla ragazza al suo fianco.
Pensava a quando era entrata nella sua vita.
Pensava a quanto avevano dovuto sopportare. E la maggior parte dei problemi erano suoi;eppure per Yumi non aveva avuto importanza. Gli era rimasta accanto da quando lo aveva conosciuto, sostenendolo e aiutandolo, senza rinfacciargli niente.
Il suo sguardo si posò sulla figura a fianco. Era davvero bella…aveva dei morbidi e ricci capelli castani, piacevoli da accarezzare…un fisico niente male, certo non era una top-model, ma era il fatto che era di bassa statura e abbastanza magra, gliela faceva apparire tanto piccola e carina che inteneriva anche un duro come lui…e il suo viso era dolcissimo…gli occhi erano di colore azzurro, e gli sembrava simile al cielo sereno…lo attraeva molto.

Yumi non si accorse delle attenzione che il suo ragazzo le rivolgeva.
Per quanto la riguardava era contenta, aveva sempre avuto una vita tranquilla, non aveva mai avuto da lamentarsi, ma le era parsa sempre un po’ monotona. Poi all’improvviso era arrivato questo splendido ragazzo a riempirle le giornate. E’ vero con lui si erano aggiunti una marea di problemi, e all’inizio lo ammetteva Daichi non lo sopportava davvero;non aveva avuto voglia di occuparsi di lui. Poi man mano che passava il tempo gli si era affezionata, per un pezzo non se ne era accorta neanche lei, ma alla fine aveva dovuto cedere al suo cuore. Ed ora tutto sommato poteva dirsi soddisfatta,qualche mese prima aveva scoperto che anche lui provava gli stessi sentimenti e si erano messi insieme. Era stata felicissima quando lui aveva detto di piacergli.

Flash Back

- Senti Daichi, ti devo parlare-
- Anch’io-
- Va bene allora prima tu-
- Io volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me..senza di te probabilmente non sarei qui a parlare con te. Grazie!-
Yumi non ci credeva. La stava ringraziando? Un momento. Quello poteva essere il ringraziamento di un amico, era solo quello che voleva dirle? “Sarà sicuramente così”. Era triste, perché era convinta che lui la vedesse solo come un’amica, che non ricambiasse i suoi sentimenti, ma sarebbe morta piuttosto che continuare a nascondere i propri.
- Non ti preoccupare..però se l‘ho fatto e perché….-
Si fermò un attimo per riprendere fiato(il cuore le batteva all’impazzata); quando incontrò lo sguardo di Daichi,uno sguardo dolce e profondo,che la attraeva tantissimo,tanto che a un tratto si avvicinò a lui e dopo avergli messo le braccia al collo,lo baciò teneramente sulle labbra.Lui rispose subito,mettendole le mani alla vita,per stringerla ancora più a sé.
Poi quando il bacio finì…
Yumi: Tu mi piaci!
Daichi:Anche tu!

Fine flash back
E così giunsero a casa di lui dopo una tranquilla giornata piena di scuola, di amicizia e di amore.


E così finisce il capitolo. Lo so, è un po’ corto, un po’ noioso, un po’ bruttino, però anche se vi fa schifo commentate lo stesso.
Baci

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Capitolo 4
*** La verità ***


La Verità

La Verità

 

- Senti, è tardi. Forse è meglio che vada- disse Yumi.

In effetti erano quasi le 23 e il giorno dopo sarebbero dovuti andare a scuola.

-Va bene, però ti accompagno- rispose Daichi, un pò deluso. Avevano trascorso a casa sua tutta la sera, ed erano stati davvero bene insieme: avevano chiacchierato, avevano riso, si erano baciati, insomma le ore erano passate in modo piacevole. Lui si sentiva un pò solo; in fondo a parte lei, solo i suoi venivano a trovarlo.Con i suoi amici non aveva abbastanza confidenza.

Repressa la passeggera tristezza che lo aveva colto, continuò a camminare a fianco della ragazza dai capelli castani. In fondo non aveva motivo di lamentarsi: dopo quello che gli era accaduto poteva dirsi fortunato. Aveva un tetto sulla testa, una ragazza, degli amici. Cos'altro poteva desiderare ancora?

No, doveva solo starsene zitto e ringraziare il cielo per queste cose che gli erano state donate.

Arrivarono a casa di lei e si salutarono, dopodiché se ne tornò a casa propria, un pò più sereno, pensando a Yumi. Però, anche se era soddisfatto della sua vita, sentiva che non era completa. Mancava qualcosa, qualcosa d'importante, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Finora non si era mai sforzato troppo in queste ricerche per paura di sfidare ulteriormente la fortuna e di perdere tutto. Anche per questo si era sempre rifiutato di andare ad abitare con i suoi; la vita che ora conduceva era diversa dalla loro e secondo lui incompatibili. Aveva avuto varie discussioni su questo argomento, ma finora si era dimostrato irremovibile, portando i genitori a rassegnarsi e a doversi limitare ad andare a trovare ogni tanto,anche se in quelle occasioni da parte loro ancora qualche tentativo ci scappava.

Passarono i giorni. Tranquilli, con la solita routine.

La mattina si alzava tardi; correva con in bocca una fetta biscottata per colazione,imprecando che avrebbe voluto continuare a dormire; poi all'arrivo a scuola, trovava Yumi che lo rimproverava,ovviamente invano, se si fosse alzato 5 minuti prima, non ci sarebbe stato bisogno di fare quegli sforzi inutili. Lui la lasciava parlare, quando alla fine si stufava, la baciava per farla smettere e lei si calmava.

Le lezioni le trascorreva recuperando il sonno perduto con la testa sul banco.

Al pomeriggio andava agli allenamenti di basket e poi usciva con Yumi.

Sembrava davvero che quel periodo fosse così tranquilli, da rasentare la noia, fino a che...

I suoi non tornarono a trovarlo e naturalmente gli chiesero per l'ennesima volta di andare ad vivere con loro, e di tornare nella sua città natale: Kazetachi.(nota: la città natale di Daichi e quella in cui abitano i suoi sono diverse perché nell'anime, suo padre era stato trasferito per lavoro,però non sono molto distanti e così tornando a casa,comunque avrebbe rivisto anche il posto in cui era nato).

- Non ci penso nemmeno. Perché dovrei cambiare ambiente? Io qui sto bene- disse il ragazzo, arrabbiato per l'insistenza.

- Posso capire che tu non voglia lasciare i tuoi amici, ma hai solo 17anni. Sei ancora minorenne e già vivi da solo, non è giusto. Se succedesse qualcosa, rischi di trovarti in guai seri e poi con i problemi che hai, ancora di più è necessario che tu torni a casa-

Daichi scosse la testa, suo padre non avrebbe mai capito.

-Con i problemi che ho?Sembra quasi che sia un invalido. E' vero ho solo 17anni, ma me la so cavare meglio di ragazzi molto più grandi di me e questo non potete negarlo.Qui ho una casa, delle persone che mi conoscono e mi apprezzano, se venissi con voi invece, mi sentirei un estraneo, non avrei più niente-

Daichi si stava davvero scaldando. Chi erano loro per imporgli di trasferirsi in una casa e una città sconosciute e di lasciare le persone a lui più care?Con quale cuore potevano parlagli in quel modo?

- Ma..- cercò di ribattere la madre, che finora se n'era rimasta in silenzio, ma il figlio la interruppe bruscamente.

- CHE CAVOLO VOLETE DA ME?DOVREI VIVERE CON VOI SOLO PER FARVI CONTENTI?CHE RAZZA DI GENITORI SIETE?VI PREOCCUPATE SOLO DI VOI STESSI, DI QUELLO CHE PENSO IO, NON VE NE IMPORTA NIENTE. Bè SAPETE COSA VI DICO?ANCHE A ME NON ME NE IMPORTA NIENTE DI VOI, PER ME SIETE DEGLI ESTRANEI-

Urlò questa frase con tutta la rabbia che gli ribolliva in corpo, ma quando si fu sfogato, dovette tapparsi la bocca di colpo alla vista delle lacrime che rigavano il viso della madre.

Rimase colpito da quel pianto, doveva tenerci molto a lui e lui di ricambio cosa aveva fatto?Era stato solo in grado di farla piangere. Si maledì per essere la causa di quella sofferenza. "Accidenti!Anche se non mi ricordo di lei, per quella donna non è mai cambiato nulla, dice di essere mia madre e come tale si è sempre comportata. Anche adesso.Sono uno stupido!Quando imparerò a ragionare prima di parlare?"

- Ecco io...-

Cercò di dire qualcosa,ma per i suoi genitori, benché feriti, la cosa che veniva prima di tutte era la felicità del figlio, anche a discapito della loro, quindi il padre fermò le sue scuse:

- Non scusarti, non c'è ragione. Hai solo detto quello che pensavi. Forse hai ragione tu, siamo stati degli egoisti a chiederti di venire con noi, ma cerca di capirci, per noi sei ancora il nostro bambino e saperti indipendente bé .....è dura da accettare.

Comunque non preoccuparti, non insisteremo più verrai solo se e quando ne avrai voglia- disse quest'ultima frase un pò controvoglia.

In ogni caso se ne andarono, convinti che ormai non c'era più nulla da fare per fargli cambiare idea. In realtà le parole del padre aveva scosso profondamente Daichi, inducendolo a riconsiderare la famosa richiesta. Però forti emozioni, dovute al precedente scontro, gli impedivano una buona riflessione. Decise quindi di aspettare a quando si fosse calmato e magari di parlarne con Yumi. Era più saggia di lui e sicuramente gli avrebbe dato qualche buon consiglio.

Così l'indomani...

 

-Secondo me dovresti prendere in considerazione la proposta che ti hanno fatto-

-Ma che dici?Io non ricordo nulla di quella città. Perché dovrei interessarmene?-

-Proprio per recuperare i tuoi ricordi, Daichi...-

Quella storia la preoccupava molto. Era logico, per lei sarebbe stato più conveniente che lui rimanesse lì, ma era da egoisti il solo pensarlo. Daichi aveva comunque un passato,anche se, se l'era dimenticato, aveva avuto una vita, con amici e una famiglia che, da quello che aveva potuto vedere, gli voleva un bene enorme. Non si poteva ignorare tutto questo.

-Senti, capisco che per te quello è un ambiente sconosciuto e ti sembra assurdo lasciare questo posto che invece conosci alla perfezione, ma non ci pensi?Tornando nella tua città d'origine potresti recuperare la memoria?E poi scusa allora avrai avuto degli amici, altre persone vicine, non pensi che sentano la tua mancanza?In fondo sei sparito da tre anni...-

Sapeva che spingerlo a tornare a casa era la cosa giusta da fare, ma così arrecava dolore a se stessa. Prima di tutto perché essendo in un'altra città, non l'avrebbe rivisto più così spesso e poi...sarebbe anche potuto esistere qualcuno d'importante per Daichi laggiù, magari anche più importante di lei. Come si sarebbe comportato allora il ragazzo?Chi avrebbe scelto?E lei come avrebbe reagito?Era inutile tormentarsi, per scoprirlo, l'unico modo era andare a Kazetachi e far recuperare la memoria a Daichi, dopodiché pregare...

Era rimasta assorta, lì seduta sulla panchina del parco accanto a lui, e Daichi osservandola, comprese sì e no i suoi dubbi, che poi erano i propri, così l'abbracciò:

-Non voglio perdere le cose che ho-le sussurrò nell'orecchio.

-Il resto non so,ma per quanto mi riguarda non mi perderai mai-disse, stringendosi di più a lui, per convincere anche se stessa.

Il ragazzo rispose a quella stretta, affondando il viso fra i capelli della ragazza. Sospirò:- Va bene, mi hai convinto, però promettimi che verrai a trovarmi e poi...-

-Poi?-

-Tra un pò ci sono le vacanze estive. Potresti venire a stare con me dai miei in questo periodo-

-Davvero che vuoi che venga con te?Non sarò un disturbo per i tuoi?-chiese lei, perplessa ed eccitata. Sarebbe stato un sogno passare le vacanze col suo ragazzo, non importa dove.

-La pianti con queste idiozie?Se te lo dico è perché mi fa piacere e in fondo quella è anche casa mia. In ogni caso non credo che ai miei darà fastidio, se è questo che ti preoccupa-

-Allora accetto-

Restarono così per un pò, abbracciati, seduti su una panchina a guardare il sole che stava tramontando, con la fiducia che le cose tra loro non sarebbero cambiate.

Poi Daichi riaccompagnò Yumi a casa e se andò anche lui.

Si mise a letto e cercò di dormire,ma continuava a rigirarsi nel letto, tormentato dai ricordi dei momenti che gli avevano sconvolto la vita.

 

Da quello che gli avevano raccontato, tre anni prima aveva deciso di viaggiare. Doveva aver visitato un sacco di posti e per mantenersi, gli aveva detto, che faceva dei lavoretti nei luoghi dove si trovava in quel dato momento.

Dopo un anno così, era rientrato in Giappone con l'intenzione di visitare il suo Paese e infine di tornare a casa.

Ma i suoi progetti furono distrutti da un camion che era passato con il rosso, mentre lui era in bici. Lo travolse, facendogli perdere i sensi.

Quando si era svegliato, si era trovato in ospedale, scoprendo di aver dimenticato tutto, compreso il suo nome. Fortuna che quel giorno aveva con lui i documenti, altrimenti sarebbe stato più arduo rintracciare i genitori. Invece l'indomani furono lì, ma rimasero feriti tutti da quell'amnesia. Anche lui, alla vista di quel bambino, che diceva di essere suo fratello, a cui doveva credere sulla parola. Nel vedere quelle persone così gentili con lui e dover sentirsi obbligato a ricambiare, quando in una famiglia queste cose nascono spontanee. Ciò nonostante, aveva imparato a voler loro bene,anche se non al punto da considerarli familiari, così aveva deciso da andare a vivere per conto proprio nella città in cui si trovava.

Presto riprese a frequentare la scuola e si fece molti amici che lo confortarono dalla solitudine che provava. Però fino a quel momento si era sempre tenuto a distanza. Fu Yumi a rompere definitivamente il ghiaccio. Era entrata nella sua vita in punta di piedi, standogli vicino nei momenti più difficili del suo stato. Così a poco a poco aveva imparato ad apprezzarne la compagnia, fino a che quel viso un pò paffutello, ma così tenero, era arrivato al suo cuore. Non era ancora amore, se ne rendeva conto, però sarebbe potuto diventarlo facilmente. Restava comunque il fatto che non aveva più voluto lasciarla andare. Ricordò i momenti di tenerezze e arrossì, dicendosi che quelle erano cose da femminucce.(giusto e tu invece sei un uomo forte e virile, vero Daichi?. Daichi: certo!)

Fino ad allora aveva vissuto in quel modo. Una parte di lui felice e serena, l'altra oppressa da quell'ombra che aveva invaso la sua mente.

E poi c'era quel sogno...non lo faceva spesso, ma quando capitava alla mattina si svegliava tutto sudato e profondamente angosciato.

Anche quella notte lo fece. Erano immagini confuse, ma riuscì a scorgere una ragazza con i capelli biondi, corti, con l'aria da maschiaccio e con un sorriso meraviglioso sulle labbra. Lo chiamò per nome e intanto si allontanava. Lui cercò di raggiungerla, ma lei si fece sempre più lontana, fino a che non scomparve, lasciandolo solo.

Quando si svegliò sentì le stessi emozioni che provava le altre volte, sapeva che quelle immagini erano importanti per lui ma non sapeva fino a che punto. Era ancora troppo scosso per riflettere.Mentre cercava di calmarsi però la figura della ragazza bionda si sovrappose a quella di un'altra con i capelli castani(Yumi), portandolo alla confusione totale.

 

 

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Capitolo 5
*** RITORNO A CASA ***


Ritorno a casa

Eccomi di nuovo qui, a intrattenervi (spero) con un nuovo capitolo. Ringrazio tantissimo quelli che hanno commentato, con l’auspicio che continuino a seguire questa ff.

Bene ora vi lascio alla lettura….

 

Ritorno a casa

 

La decisione di Daichi sorprese non poco i suoi genitori, ma ovviamente ne furono felicissimi, accettando anche la presenza di Yumi, pur di non fargli cambiare idea.

Partirono il giorno dopo l'inizio delle vacanze estive, di mattina presto.

Ovviamente prima di visitare Kazetachi, avrebbero lasciato le valigie nella casa di famiglia, che appunto era in una città diversa.Il programma prevedeva poi che sarebbero andati a destinazione nel pomeriggio.

Arrivati, Daichi scese dalla macchina e rimase fermo un secondo a fissare il condominio che gli stava di fronte, cercando un dettaglio che gli fosse familiare. I familiare restarono col fiato sospeso, poi dovettero fare un sospiro di delusione, di fronte allo sguardo spaesato del ragazzo. Ci sarebbe voluto tempo e pazienza per curare la sua amnesia.

Entrarono in casa e appena aprirono la porta, un terremoto di bambino saltò al collo di Daichi, per abbracciarlo forte. Sul momento il ragazzo s'irrigidì perché non se l'aspettava, quando però realizzò la situazione, lo abbracciò anche lui, accarezzandogli i capelli.

Non si ricordava del fratellino, ma in ospedale era venuto spesso a trovarlo e si era sempre dimostrato un bambino così affettuoso e gentile, che anche con l'amnesia, aveva imparato a volergli bene come un vero fratello.

Intanto gli altri erano rimasti sulla soglia ad osservare quel bel quadretto.

Dopo qualche secondo, il piccolo Stefano si staccò da Daichi e rimase a fissarlo, felice del suo ritorno.

-Sai, fratellone, era ora che tornassi a casa, ci mancavi così tanto...-

Daichi s'intenerì a quelle parole cos' dolci e sorridendo gli rispose:

- e dai, adesso sono qui-

-prometti che non te ne andrai più via-

- te lo prometto-

A quella promessa, il piccolo non la smetteva più di saltellare dalla gioia, rendendo anche il ragazzo piacevolmente sorpreso. Doveva volergli davvero molto bene, per essere così felice.

Intanto tutti gli adulti scaricarono le valigie dall'auto, poi attesero in salotto che la madre preparasse il pranzo.

Solo allora Stefano si accorse della presenza di Yumi, seduta a fianco del fratello; non la conosceva, ma sembrava avere una grande confidenza con Daichi, così le chiese con un tono poco cordiale:

- Chi sei?-

Yumi non badò al modo con cui le era stata posta la domanda e rispose gentilmente che era la ragazza di Daichi. Questo però provocò una brutta reazione da parte del bambino.

- NON E' VERO!E' UNA BUGIA,MIO FRATELLO HA GIA'....-

Non fece in tempo a finire la frase che il padre lo rimproverò:

-Adesso basta Stefano!Da quando in qua ti ho insegnato ad alzare la voce in quel modo-

- Non si preoccupi, non è niente- disse Yumi, anche se ovviamente si capiva che c'era rimasta male.

-ma io...- cercò di ribattere il bambino.

-niente ma, chiedi scusa-

Stefano rassegnato, obbedì, anche se a malincuore.

Daichi, però stupito da quell'uscita,chiese spiegazioni al padre, il quale lo tranquillizzò dicendogli che era semplicemente geloso del fratello. Poco convinto, lasciò comunque perdere e si rimise a sedere sul divano. Intanto il padre aveva preso il bimbo in disparte per ricordargli che era solo a Daichi, la persona cui dovevano pensare e nessun'altro.

-Ma se Hime-chan sapesse che è qui...-

-Sarebbe peggio.Ormai entrambi si sono rifatti una vita. Non possiamo sconvolgere tutto, solo perché lo vogliamo, è da egoisti!-

-Non è giusto! - cercò di replicare Stefano.

-Non è giusto che tu sia così testardo. Se rispetti tuo fratello, devi rispettare anche i suoi amici, tutti, anche quelli che non ti vanno a genio, è chiaro-

- Va bene- rispose il piccolo, evidentemente deluso. Lui, in quegli anni, aveva sempre sperato che tutto sarebbe tornato come una volta, che Daichi e Hime-chan sarebbero stati insieme, ma a lungo andare aveva dovuto arrendersi di fronte all'impossibilità dei suoi desideri. Daichi ora, stava con un'altra, e per quanto non lo accettasse, non poteva cambiare le cose. D'altronde proprio per questo, avevano evitato di dire a Hime-chan la verità, perché speravano che non vedendolo più, se lo sarebbe dimenticato e avrebbe smesso di soffrire. Ignoravano che le cose non fossero andate in questo modo.

Finalmente si misero a tavola e i genitori gli raccontarono in generale come era stata la sua vita finora, ponendo l'accento sui posti che frequentava abitualmente e che secondo loro avrebbe fatto bene a visitare nel pomeriggio.

 

Intanto durante il pranzo Daichi chiese: - Senti ma per quanto riguarda i miei amici?cosa potete dirmi?-

- sé ne avevi un sacco..-

-e c'era qualcuno con cui avevo più confidenza?qualcuno che mi conosce bene e che potrebbe aiutarmi?-

A questa domanda, nella mente di tutti comparve l'immagine di una bionda ragazza dal sorriso allegro e gentile.

Daichi ci aveva pensato a causa del sogno, che poteva essere ricollegato al suo passato. Gli altri, va bé, perché ricordavano il rapporto di Hime-chan con Daichi, quanto era speciale. Questo ricordo era però accompagnato da un grande rammarico di non poter più vedere il figlio così felice, nemmeno con Yumi lo era a quel punto. Si, indubbiamente era sereno con lei, ma non c'era quel brio, quella complicità...forse però si sbagliavano, non la conoscevano bene e comunque sembravano entrambi contenti....

Decisero perciò di non portare ulteriori problemi e la madre fece il nome di Tetsu, il suo migliore amico.

-E' un bravo ragazzo, serio e responsabile e ti è stato d'aiuto in molte occasioni -

-E abita lontano da qui?-

-bè abita a Kazetachi, come tutti gli altri tuoi amici del resto. Ma perchè me lo chiedi?-

- Mi piacerebbe andare a fargli visita, visto che è un caro amico-

I genitori rimasero perplessi: - non so se è una buona idea-

- perchè?Lui non sa quello che è successo?-

-si, gliel'abbiamo detto, però..-

- insomma, non ti vede da 3anni, sarà uno scioch per lui-

Daichi sorrise, sicuro delle sue intenzioni: -più che uno scioch, sarà una fantastica sorpresa, vedrete!-

 

Così l'accontentarono, e la prima tappa del pomeriggio fu proprio casa di Tetsu, al quale per poco non venne un colpo, quando aprì la porta e vide chi aveva di fronte.

- Daichi-

-Ciao- lo salutò il ragazzo.

- Non è possibile?Allora hai recuperato la memoria?- chiese Tetsu, eccitato non appena si fu ripreso.

Daichi gli rispose subito con sincerità, nonostante gli dispiaceva provocare una delusione.

-Mi dispiace, non ho recuperato i miei ricordi. Semplicemente mi hanno parlato di te e ho pensato che tu mi potessi aiutare..forse ho sbagliato, scusa-

Tetsu gli sorrise, per niente deluso:

-Di che ti scusi?non è mica colpa tua. Avanti entra-

Solo allora Tetsu si accorse che Daichi non era solo, ma con una ragazza. Lei, rendendosi conto di quell'attenzione, si presentò:

- Scusami se non mi sono ancora presentata, mi chiamo Yumi e sono la ragazza di Daichi-

Questa risposta stupì non poco il ragazzo.

"La sua ragazza?E Hime-chan?Non ho mai capito come mai le hanno tenuto nascosto

 la verità su Daichi, che sia questa ragazza il motivo?"

Dissimulando il disagio per quella situazione abbastanza complicata, li accolse volentieri entrambi in casa sua e chiacchierarono per un bel pò, mentre i genitori di Daichi, avendo capito che era tutto a posto li lasciarono soli.

Alla fine Tetsu arrivò a pensare che in fondo Yumi non era male, era simpatica e carina, in ogni caso essendo la ragazza del suo migliore amico le doveva rispetto, benchè gli dispiacesse molto per l'amica della sua ragazza.

Però ora lui aveva un problema. Hime-chan, lui la vedeva spesso, anche se erano in vacanza e avrebbe dovuto far finta di niente, in più considerato che Daichi se sarebbe trovato in quella città praticamente tutti i giorni, doveva stare attento a non farli incontrare, o Hime-chan avrebbe sofferto moltissimo.

Alla fine del pomeriggio, Daichi e Yumi stavano per andarsene, ma..

-Perchè non restate qua stanotte?C'è la camera degli ospiti e così domani non dovrete prendere il pullman per tornare, è qui che devi ritrovare la memoria no?-

- Non vorremmo disturbare-

-Ma quale disturbo?Siamo amici-

-Bè allora grazie!-

Sul momento Tetsu rimase sorpreso:

-E' tutto il pomeriggio che ti osservo. Chiedi scusa, ringrazi, sembri cordiale.La botta che hai preso deve essere stata davvero forte-

Daichi si finse offeso: - come sarebbe?io sono sempre così-

-Ah si?si vede che c'è stato una scambio di personalità allora perchè io mi ricordavo un altro tipo di persona-

Daichi restò colpito da quelle parole.

"Uno scambio di personalità?Uno scambio di persona?ma che sto pensando?sto delirando!"non ci capiva niente per un attimo quelle parole gli erano sembrate familiari, ma non sapeva il perchè."Forse la botta è stata davvero forte e ora impazzisco".

Intanto Yumi e Tetsu lo guardarono straniti.

-C'è qualcosa che non va?-

Non voleva dirgli ciò che era accaduto, un pò perchè l'avrebbero preso per matto, un pò perchè sentiva che non poteva farlo, era come ...un segreto. Così cercò di cambiare argomento.

-No, non preoccupatevi. E' tutto ok, piuttosto quale scambio di personalità?non sapete accettare che sono il migliore-

Tetsu ribattè: - il migliore nello sparare scemenze?-

-Non raccolgo la provocazione-

La discussione finì in una finta e scherzosa lotta fra amici, cui Yumi assistette, felice per il suo ragazzo, che stava ritrovando pian piano la sua vita, un pò triste perchè non ne faceva parte, e poi si era un pò preoccupata prima nel vedere di colpo Daichi così pensieroso. "spero solo non sia nulla di grave"

Cenarono, dopodiché la ragazza si offrì gentilmente di lavare i piatti. Al contrario, Daichi, che non si sarebbe mai abbassato a fare certe futili faccende domestiche, andò a fare un giro per la città.

Passeggiò per le strade della città, piene di gente e per la prima volta dopo l'incidente si sentì davvero a suo agio come...come a casa propria. Ne era sicuro, in nessun'altro posto era mai stato così bene.

A contribuire a quelle sensazioni fu anche una piacevole brezza che gli scompigliava i capelli, era in un viale alberato, e continuava a camminare, guardandosi intorno; ad un certo punto arrivò davanti ad un grosso edificio grigio,con tantissime finestre, con un cortile immenso e molti campi sportivi.

“ è una scuola” capì il ragazzo, " chissà, magari quella che frequentavo io"

Poi la sua attenzione fu attirata da alcune voci, che sembravano provenire dal campo di calcio. Incuriosito, si avvicinò senza farsi vedere, e notando che erano tutte ragazze, dedusse che era una squadra di calcio femminile.

"Tsk, donne che scimmiottano le prodezze dei veri giocatori!Voglio proprio vedere cosa sono capaci di fare quelle!"

Ma con sua grande sorpresa scoprì le giocatrici se la cavavano bene.

Però fra tutte se ne distinse una davvero in gamba: scartava le avversarie con facilità, coordinava bene i movimenti con la palla e fece un gol spettacolare. Era inevitabile che la notasse....e il respiro gli venne a mancare.quanto era bella…Daichi non riuscì a distogliere gli occhi da quella figura che lo aveva completamente ammaliato..dio se era bella!

Lunghi capelli biondi le accarezzavano il viso, occhi color nocciola, labbra sulle quali morire. Il suo sguardo scivolò a poco a poco sul fisico, soffermandosi su quelle curve che a lui parevano così soffici e morbide.

Deglutì a quella visione e il suo cervello ormai era andato in vacanza, per contro il suo corpo stava reagendo in maniera strana..sembrava si stesse scaldando.

"oh, cavolo devo andarmene da qui"

Pensò, non troppo convinto. Quella figura lo attirava in modo incredibile e sembrava avergli incollato i piedi al suolo. La fissò ancora. Non era solo la bellezza a provocargli quelle sensazioni, no, nel viso di lei c'era qualcosa di familiare che non riusciva a definire, all'improvviso ebbe un'illuminazione: aveva già incontrato quella ragazza!

Intanto terminarono gli allenamenti e l'oggetto del suo interesse se stava andando.

La seguì fino quasi a casa sua senza farsi vedere, ancora imbambolato e confuso…era troppo bella…poi però l’immagine di un'altra ragazza dai lunghi  capelli castani, si sovrappose a quella visione, la quale raffreddò i suoi bollenti spiriti, portandolo subito a pentirsi dell’accaduto.

"Che sto facendo?E' normale che mi comporti così.Sono un ragazzo, però io ce l'ho già una ragazza, è assurdo!No, devo smetterla di lavorare di fantasia".

Così torno a casa(di Tetsu), convincendosi che non era vero che conosceva quella ragazza, probabilmente era solo stanco per gli ultimi giorni, che erano stati effettivamente un pò pesanti. Purtroppo per lui, continuando a rifletterci, la sua sicurezza lentamente lo stava abbandonando, lasciandolo in preda a mille dubbi.

 

Mi raccomando, bello o brutto il capitolo, commentate!

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Capitolo 6
*** AMICI? ***


Amici

Amici?

 

ciao ragazzi!meno male che il sito ha ripreso a funzionare. Erika sei stata davvero grande!

così siamo arrivate al 6° capitolo...come passa il tempo!Vi dico che ci saranno due new entry...poi...poi leggete e commentate!

 

Era una tranquilla mattina e tutto taceva.

Una ragazza di 17 anni e il suo peluche dormivano beatamente nello stesso letto fino a che...

- Himeko, alzati o farai tardi a scuola- Da sotto sua madre l'aveva chiamata.

Senza troppo entusiasmo guardò l'orologio.

A quel punto sgranò gli occhi:

-ACCIPICCHIA COM'E' TARDI!!!!!!!!-

disse questo mentre si toglieva il pigiama, si vestiva, si pettinava e preparava la cartella.

Con quel fracasso, anche Pokotà si era svegliato e si stropicciò gli occhi, ancora assonnato:

-Perchè non ti alzi 5 minuti prima senza fare questo chiasso?-

-Da che pulpito!Anche tu stavi dormendo!-

-Ma io non devo andare a scuola-

Himeko sorrise. -Touché, hai vinto tu-

Pokotà si commosse un poco a vedere quel sorriso radioso su quel visino, perennemente imbronciato. Ed era un vero peccato, perchè aveva il potere d'infondere calore in chiunque avesse la fortuna di riceverlo.

Si ricordò della sera prima, delle lacrime che dopo tanto tempo avevano invaso il viso della ragazza.

 

FLASHBACK

 

Era tornata a casa, apparentemente serena.

Si era scusata con i familiari per il comportamento della mattina, poi, aveva saltato la cena e se n'era salita in camera.

Appena aveva chiuso la porta, era scoppiata in un pianto a dirotto.

-SONO UNA SCIOCCA!UNA GRANDISSIMA SCIOCCA!!!!-

Pokotà, a quella vista gli si era stretto il cuore e le si era avvicinato per capire cos'era successo, ma la ragazza si limitava a insultarsi da sola.

Solo dopo un pò, con dolcezza, il leoncino riuscì a farsi spiegare la ragione di quel comportamento.

-SONO UNA SCIOCCA!!!SONO SOLO CAPACE DI ALLONTANARE LE PERSONE.LE MIE AMICHE E LA MIA FAMIGLIA NON MI SOPPORTANO PIU' E HANNO RAGIONE,NON MI MERITO NIENTE!!!!!!!-

Pokotà cercò di replicare, ma non venne ascoltato.

-........IN FONDO E' PER QUESTO CHE DAICHI SE N'E ANDATO!-

urlò fra le lacrime che ormai le avevano completamente il viso.

Eccola, la vera Himeko. Era questo ciò che aveva sempre nascosto dietro quell'atteggiamento aggressivo. Aveva vissuto per tutto il tempo con la convinzione che il ragazzo che amava se ne fosse andato a causa sua, senza mai parlarne con nessuno apertamente.

Pokota era sconcertato. Da una parte gli faceva male vederla così, ma dall'altra era felice perchè sperava che quello sfogo fosse il primo passo verso la fine di un incubo.

Cercò di consolarla.

- Ascolta Himeko, non è vero che non ti sopportano, ti vogliamo tutti bene e sappiamo che per te è un brutto periodo...-

-MA IO TRATTO MALE TUTTI, NON MERITO NIENTE!!!-

-Smettila di piangerti addosso- la rimproverò l'amico- senti lo so che sei depressa per Daichi, ma sono trascorsi tre anni, dovresti provare a rifarti una vita. Hai al tuo fianco un sacco di persone che sarebbe ben felici di starti vicine, se solo gliene dessi l'occasione. Sapessi quanto fa male anche a noi il vederti sempre distante,scocciata-

Quelle parole, così calme, così dolci ebbero su Himeko l'effetto di una carezza. Era da tanto che qualcuno non era più sincero con lei; le sembrata una cosa nuova, inaspettata; e l'apprezzò.

Il suo pianto dapprima disperato, divenne un pianto di consolazione, di chi si era arreso all'affetto delle persone care.Pace. La guerra con il mondo sarebbe finita, i suoi sentimenti, andati dispersi, sarebbero stati ritrovati.

Fra i singhiozzi, la ragazza mormorò - Grazie!-

Rimasero così, due amici abbracciati, rischiarati dal solo chiarore della luna, finchè non si addormentarono.

 

FINE FLASHBACK

 

Per questo, prima che se ne andasse volle incoraggiarla.

-Himeko-

-Che c'è?Sono in ritardo!- chiese un pò scocciata.

-Ti vogliamo bene,non lo dimenticare-

La seccatura sparì di colpo e commossa, lo ringraziò con un sorriso splendente.

Scese in cucina e velocemente prese una fetta biscottata e ci spalmò sopra la marmellata; la madre osservandola, la rimproverò:

-MA è MAI POSSIBILE CHE DEVI SEMPRE ARRIVARE TARDI?-

La famiglia sospirò all'unanime, rassegnata.

Ora avrebbero assistito alla sfuriata di Himeko. Poco, ma sicuro.

Invece, sorprendentemente, ella sorrise e fece la linguaccia alla madre per scherzo, come per dire:"lo sai come sono fatta, mi piace dormire".

La donna, nel vedere la figlia stranamente tranquilla, lasciò correre e si trattenne dall'abbracciarla per paura di rovinare quel bel momento.

-Bè dai non esagerare. Sei ancora in tempo. Ora vieni a fare colazione-

Finito, le tre sorelle, salutarono i genitori e se ne andarono insieme.

Dopo che si furono divise, Himeko accelerò il passo e arrivò in fretta a scuola. Lì, trovò Monica e Isabel ad aspettarla come al solito.Si avvicinò loro titubante, perchè sapeva che erano arrabbiate con lei, o perlomeno Isabel, e voleva assolutamente scusarsi e far tornare le cose a posto.

-Sentite io...- dopo aver parlato insieme, s'interruppero tutte e tre e ora si guardavano sorprese.

Iniziò Himeko.

-Mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportata. Ero arrabbiata per conto mio e me la sono presa con chunque mi capitava a tiro-

Monica la fermò:

- Non è vero! La colpa non è solo tua. Noi siamo tue amiche e avremmo dovuto starti vicine e invece mi sono preoccupata solo del mio ragazzo. Sono un'egoista!-

-Non sei egoista- cercò di ribattere Himeko

Isabel s'intromise:- anch'io devo scusarmi con te, Hime-chan. Non avrei dovuto attaccarti in quel modo..-

-Stai scherzando spero?- esclamò Himeko, sorpresa:- sono state le tue parole a farmi riflettere e farmi capire che mi stavo comportando male-

Monica era sull'orlo delle lacrime dalla gioia, ma non voleva che si pensasse che era la solita piagnucolona, così...

- Ok ,adesso basta, ci siamo scusate tutte e tre, ora andiamo in classe-

Lo disse tutto d'un fiato, così scoppiarono a ridere, dopodichè unite da una rinnovata amicizia entrarono nell'edificio.

 

Intanto lassù, nel cielo limpido, qualcosa si muoveva.

Una ragazza bionda, identica a Himeko, principessa di un mondo magico e un ragazzo alto, biondo anche lui, con l'aria ingenua, ma molto dolce, s'apprestavano a scendere nella città dove le loro avventure avevano avuto inizio.

Atterrarono in uno spazio aperto. Poi, grazie a strane formule, davanti a loro comparve una grande ed elegante casa, completa di giardino.

- Che facciamo?- chiese Erika.

- Non lo so, ora è a scuola, aspettiamola là, così le faremo una sorpresa-

-Non vedo l'ora di riabbracciarla-

-A chi lo dici! Mi è mancata così tanto-

Simone sospirò. Era ancora innamorato di Himeko, nonostante fossero passati tre anni dall'ultima volta che l'aveva vista. Allora era sempre stato respinto a causa di Daichi,ma visto che ora non c'era più..chi lo sa..forse avrebbe avuto una possibilità.

Erika, intanto lo osservava, notando quanto fosse pensieroso. La cosa la incuriosiva, dato che il riflettere non era un'attività da Simone, però non disse nulla al riguardo perchè anche se era impulsivo e fannullone, amava Himeko e aveva il diritto che i suoi sentimenti fossero rispettati, anche se sapeva che non sarebbero mai stati ricambiati.

S'avviarono a scuola. Ormai  mancava poco alla fine delle lezioni, e quello era l'ultimo giorno di scuola, prima delle vacanze estive. Avrebbero avuto il tempo che volevano per stare insieme.

Intanto gli studenti iniziarono ad uscire e fra queste c'erano anche le tre amiche, le quali davanti al cancello, si salutarono e si divisero. Come le altre, anche Himeko era intenzionata a tornare a casa, ma qualcosa catturò la sua attenzione.

Erika e Simone erano di fronte a lei.

Le saltò il cuore in gola dalla gioia. Attraversò velocemente la strada e abbracciò l'amica, la quale rispose con lo stesso entusiasmo. Risero e continuarono ad abbracciarsi, felici di essersi ritrovate.

-Ehm..scusate, ci sarei anch'io-

Himeko si voltò verso il ragazzo che aveva parlato e... rimase a bocca aperta. Quello era Simone, ma ..come era cambiato! Era molto più alto, la voce era più matura e il suo sguardo era così dolce!Le sembrava meno giocherellone di una volta. Era diventato davvero un gran bel ragazzo!

Himeko se lo stava mangiando con gli cchi, quando le parole dell' oggetto dei suoi interessi la fecero tornare dal mondo dei sogni.

-Sentite, perchè non andiamo a mangiare qualcosa a casa nostra?Così possiamo chiacchierare con più calma-

-Per me va bene- rispose Erika.

- Anche per me, ma dovrei avvertire i miei- disse Himeko.

-Non preoccuparti lo farai da noi-

Così tornarono a casa e durante tutto il tragitto Himeko non distolse un solo istante gli occhi da Simone.

Erika le era a fianco e la guardava maliziosa, tanto che ad un certo punto..

- Non preoccuparti Hime-chan, c'è tutto il tempo per saltargli addosso. Non avere fretta!-. E rise.

Himeko arrossì di botto e fulminò l'amica con lo sguardo.

Simone, a quelle parole, arrossì anche lui, ma se ne sentì allo stesso tempo incoraggiato.

Arrivati a casa, mangiarono e si misero a ricordare gli anni precedenti, le avventure legate al fiocco magico, i guai in cui puntualmente si cacciava Himeko.

Dopo tanto tempo la ragazza si sentiva a suo agio con qualcuno, niente prepotenze, niente fare da scocciata, no, aveva davvero voglia di stare lì con i suoi amici. Ma le ore passarono velocemente e presto si fece sera.

-Senti se ti va domani perchè non andiamo a fare un giro per la città?Io ci sono venuta solo sporadicamente, ma mi piacerebbe conoscerla meglio- chiese Erika.

Himeko accettò, pregustando già il divertimento dell'indomani.

Poi se ne andò accompagnata da Simone.

Camminavano l'uno al fianco dell'altra, parlavano a bassa voce di  tutto e di niente e ogni tanto lo sguardo cadeva sull'altro, riportandolo bruscamente davanti quando gli occhi per sbaglio s'incrociavano.

Poi, finalmente il ragazzo prese coraggio.

- Senti, domani sera sei libera?-

-Si perchè?-

-Ti va di uscire con me?-

Himeko arrossì per la proposta e per la sorpresa. Però lui le piaceva molto ed erano sempre stati grandi amici, perciò penso non ci fosse niente di male ad accettare e così fece.

Arrivati a destinazione, si salutarono e si separarono.

All'ultimo minuto però...

Simone si voltò. La prese fra le braccia e le diede un lieve bacio sulle labbra. Non era niente di speciale, ma bastò a scaldare il cuore di entrambi. Dentro il cuore di Himeko cominciò a farsi strada uno strano sentimento; quasi un senso di colpa per aver baciato il ragazzo sbagliato.

Dandosi mentalmente della stupida, represse lo stato d'animo e sorrise a Simone per rassicurarlo che era tutto a posto. E fece bene; perchè il ragazzo temeva di aver combinato un casino e quel sorriso lo tranquillizzò, rendendolo anche, ovviamente, molto felice.

Così tornarono entrambi alle rispettive case, desiderosi di sapere, dopo quel bacio cosa sarebbe accaduto l'indomani.

Nel salire le scale, Himeko ci pensava e ripensava, e lo strano rimorso di prima le fece di nuovo visita, alla fine arrabbiata con se stessa prese una decisione:

"Ti dimenticherò Daichi. Ormai non sei più niente per me"

 

Allora come vi sembra?Ho cambiato un pò il carattere a Simone, ma penso che dopo tre anni almeno in parte doveva maturare. Ringrazio tantissimo quelli che hanno commentato la volta scorsa. grazie mille!!!!!!!!

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Capitolo 7
*** Addio a Daichi? ***


Addio a Daichi

Addio a Daichi?

-capitolo 7-

 

Salve ragazzi!Siamo arrivati ad un capitolo importantissimo della ff, c’è un fantastico colpo di scena, mi raccomando commentate!

 

Al primo appuntamento ne seguirono molti altri. Andavano al cinema, a mangiare la pizza o semplicemente passeggiavano per i viali alberati di Kazetachi, pieni di negozi.

L'unico neo, più per Simone che per Himeko, era che dopo il bacio datole appena arrivato non ce n'erano stati altri e a dire il vero i loro incontri sembravano più che altro appuntamenti fra amici.

Simone comunque non si scoraggiava. Forse Himeko aveva bisogno di tempo per aprirsi e lui non aveva intenzione di forzarla; a pensarci bene, in fondo, quelle loro uscite non gli dispiacevano, soprattutto quando era lei a cercarlo....solo...doveva avere pazienza e sperare.

Dal canto suo, Himeko era molto contenta di avere accanto a sé Erika e Simone.

Con l'amica il rapporto si era rinforzato ancora di più; si confidava spesso con lei e ogni volta trovava disponibilità e affetto.

Con lui era diverso. Si erano baciati all'inizio e poi si erano comportati come se niente fosse successo. Davvero non capiva cosa passasse per la mente del ragazzo e lei non avrebbe mai avuto il coraggio per fare il primo passo verso una maggior intimità, anche se lo avrebbe tanto voluto.

In ogni caso con lui si divertiva moltissimo, aveva scoperto quanto fosse cambiato sia caratterialmente che fisicamente. Certo era e sarebbe rimasto il solito ingenuo e fannullone, ma era diventato più maturo e la sua compagnia era davvero piacevole.

Anche quel giorno si erano visti. Era una domenica pomeriggio ed erano seduti su una panchina del parco, di fronte al laghetto. Da qualche giorno era finita la scuola e ora erano liberi di godersi l'estate senza preoccupazioni.

Chiacchierarono del più e del meno. Intanto si osservavano l'un l'altro, affascinati dalla bellezza dell'altro.

All'improvviso qualcosa cambiò.

I loro sguardi s'incontrarono e attraverso gli occhi lessero i loro pensieri. No, non erano amici, ma due ragazzi attratti l'uno dall'altra. I loro volti si avvicinarono. Le loro bocche si cercarono. Si trovarono. La labbra e le lingue iniziarono a danzare. Le braccia di lei attorno al collo di lui, le mani che affondavano nei capelli così morbidi.

Le mani di lui sui fianchi di lei, per attirarla a sé, sempre di più, sempre di più, per approfondire quel bacio tanto a lungo desiderato.

 

Nello stesso momento a casa di Tetsu..

-Sentite vi va di andare a fare un giro per la città?-

Rispose Daichi: - ok, in fondo è proprio per questo che sono venuto-

-Dò fastidio se vengo anch'io?- Chiese Yumi. Entrambi i ragazzi le assicurarono che era la benvenuta.

Quando la ragazza aveva parlato però, per l'ennesima volta da quella fatidica sera, la sua immagine si sovrappose a quella della bionda che aveva visto giocare a calcio. Non era riuscito a togliersela dalla testa. Ne era rimasto incantato, ma era solo questo: in lei c'era qualcosa di familiare, ma non riusciva a ricondurla a nessuno di quelli che conosceva. Non aveva parlato con nessuno.

Con Yumi, va bé, naturale, non si può parlare con la propria ragazza di un'altra che ti piace, con Tetsu..aveva avuto paura che gli dicesse qualcosa di brutto.

In fondo anche per questo aveva accettato di fare un giro per la città.

Prima fecero una visita generale, poi l'amico mostrò loro i posti che Daichi aveva frequentato abitualmente: la scuola, il campo sportivo, le strade che percorreva sempre in bici o con lo skateboard. Daichi osservava ogni cosa con attenzione ma niente, quei luoghi gli erano del tutto estranei e ciò ascoltava gli pareva un racconto, una biografia di un'altra persona. Al contrario Yumi scrutava con interesse ogni minimo particolare, voleva conoscere tutto del suo ragazzo e ora che ne aveva la possibilità, non se la sarebbe lasciata sfuggire.

Dopo qualche ora tornarono a casa di Tetsu, un pò delusi per aver ottenuto nulla, ma abbastanza soddisfatti per la bella giornata trascorsa.

Dopo cena, Daichi e Yumi ringraziarono l'amico per la sua disponibilità e se ne andarono.

Tetsu, sulla porta rimase per qualche secondo ad osservarli mentre s'incamminavano e sentì una morsa al cuore. Durante il pomeriggio, nelle sue descrizioni aveva sempre evitato accuratamente di menzionare Hime-chan, dal momento che i genitori di Daichi gliel'avevano chiesto per non complicare ulteriormente la situazione, e finora si era trovato d'accordo con loro. Però era difficile continuare così, Hime-chan era stata una parte importante nella vita del ragazzo e sicuramente sarebbe stata di grande aiuto nel farlo guarire dall'amnesia. Anche se il prezzo da pagare era alto, sia Hime-chan che Daichi avrebbero sofferto, una volta recuperata  la memoria, proprio perché lui ormai aveva una vita diversa e non si poteva tornare indietro. Ma sentiva che doveva dirglielo, ogni volta che vedeva Hime-chan non riusciva più a guardarla in faccia tanto il segreto che custodiva era grande.

Intanto i due piccioncini si stavano dirigendo verso il pullman che li avrebbe portati nella città dei suoi; quando Yumi, che qualche ora prima aveva sentito parlare dell'abitudine di girare alla sera per le strade illuminate e per i negozi, chiese a Daichi di accompagnarla e il ragazzo l'accontentò.

 

Nel frattempo Himeko e Simone, dopo che si erano staccati non si erano rivolti più la parola. Erano entrambi imbarazzati e il ragazzo temeva che per lei non fosse stato nulla. In realtà la ragazza non pensava proprio a niente, era in completa confusione. Era stato il suo primo vero bacio, era stato fantastico, emozionante, ma non capiva che cosa l'aveva spinta. Attrazione, amore o semplicemente aveva soddisfatto un bisogno?No, non l'aveva fatto perché si sentiva sola, quel bacio l'aveva voluto veramente. Ma non era nemmeno innamorata. Perlomeno non ancora. La risposta più logica era che fosse attratta da lui. In fondo lo sapeva già da un pò, nonostante l'avesse ammesso solo ora. Il suo sguardo cadde su Simone, che era ancora in apprensione e si chiese il motivo. Poi comprese che sicuramente anche lui si era sentito a disagio e si aspettava che lei gli dicesse cosa aveva provato. Nel mentre stavano camminando fianco a fianco per chissà quale direzione. Ad un certo punto Himeko si fermò; Simone incuriosito, si voltò e la vide sorridere, con gli occhi dritti verso di lui, poi li abbassò e arrossendo disse: - Mi è piaciuto-

A quelle parole Simone sorrise a sua volta a l'abbracciò. Rimasero così per un pò, poi continuarono la loro passeggiata stavolta tenendosi per mano. Trascorsero il resto della giornata insieme e si divertirono da matti. Alla fine arrivò sera e mangiarono in un fast food. Il ragazzo, intanto, pensava, quanto fosse bello  vedere Hime-chan così contenta di stare con lui.Era davvero felice di come stavano andando le cose, e intanto la ragazza si mangiava il suo panino così di gusto che non si accorse di tutte quelle attenzioni.

Finito il pasto, pagarono e uscirono dal locale, quindi decisero di fare un giro per i negozi, che sapevano essere ancora aperti. Infatti per i viali c'era un sacco di gente che guardava le vetrine, bambini che chiedevano il gelato, che giocavano, gruppi di amici, coppiette e poi colori e luci..

...l'atmosfera era davvero unica e rendeva Himeko e Simone ancora più lieti di quanto già non fossero. Himeko non capiva più niente, si sentiva allegra e di buonumore come non lo era da tempo, aveva l'imbarazzo della scelta riguardo a cosa guardare e ai negozi da visitare. Dal canto suo, Simone stava bene così, era tranquillo e sereno e si limitava a starle dietro e a osservarla. La sua innata curiosità lo ammaliava. Era bellissima!

Ad un certo punto Himeko lo riportò alla realtà:

- Senti ti va di prendere un gelato?-

Simone accettò.

Allora lei rispose:

-Bene, conosco un gel..-

S'interruppe di colpo. qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Il suo cuore si fermò. Davanti a lei di due o tre persone, c'erano una ragazzo e una ragazza che si tenevano per mano.

Non conosceva la ragazza, ma il ragazzo...alto, con occhi profondi color nocciola, capelli corti neri come l'ebano...non era possibile!...Stava sognando...di fronte a lei...guardò di nuovo...con lui c'era una ragazza e la teneva per mano....era un incubo!

Per un attimo ebbe paura che le sue gambe non riuscissero a sostenerla, la testa le girava vorticosamente, il respiro le si mozzò in gola. Si fermò, incapace di proseguire oltre.

Tremava e cercava  di dire il nome del ragazzo che le stava di fronte, un nome che per lei un tempo aveva significato tutto, e ora l'aveva tradita..era insieme ad un'altra..

-Daichi-  Riuscì solo a sussurrarlo, ma a lei sembrò di averlo urlato.

Anche Simone aveva visto i due giovani e aveva sentito con quanta sofferenza Himeko aveva pronunciato il nome del suo eterno rivale. Il suo cuore su spezzò e nacque dentro di lui una rabbia incredibile per quel pallone gonfiato che aveva la faccia tosta di fregarsene di ciò che stava provocando a Himeko, standosene lì fresco come una rosa con un'altra.

Dal canto suo, Daichi si accorse della ragazza che lo stava fissando e la riconobbe subito. Come poteva dimenticarsene? L'aveva cercata per tutto il giorno. Man mano che si avvicinavano, cominciò a sudare freddo. Strinse più forte la mano di Yumi, per il timore che capisse l'emozione che gli stava sconvolgendo l'animo. Ma lei non conoscendo la situazione, né le persone, non poteva comprendere e infatti era l'unica tranquilla. L'agitazione si stava facendo sempre più forte, non si capacita del perché quella ragazza se ne stava lì ferma a fissarlo con uno sguardo sconcertato e deluso.

Ormai le due coppie erano praticamente di fronte. Daichi e Yumi si apprestarono  ad oltrepassarli, quando..di nuovo... più forte....

- Daichi-

L'interessato si voltò, stupito a guardare la persona che lo aveva chiamato. Lo conosceva?

Anche Yumi aveva sentito e si era girata verso i due sconosciuti e ora si trova nell'interrogativo di chi fossero e che cosa volessero dal suo ragazzo.

 

Ce l'aveva davanti. Ora. Daichi era lì, di fronte a lei, al fianco di un'altra. Si paralizzò a quella scena. Simone s'infuriò di fronte ancora di più. L'atmosfera era talmente tesa che si poteva tagliarla col coltello. Anche Daichi la percepì, sebbene non ne comprendeva il motivo. Tutto finì, quando Himeko, triste, sorpresa e amareggiata,non riuscì a sopportare il peso di quella situazione e fuggì via.

 Lontano dalla persona che l'aveva ferita e tradita, lontano da chi se ne era andato senza una spiegazione e ora si era presentato impegnato in una relazione, corse via da quel bugiardo egoista...lo odiava......scappava da quella persona....che nonostante tutto........amava ancora.

Si fermò di colpo. Lo amava ancora? Era completamente pazza!Dopo il dolore che le aveva procurato....lei....

Pianse amaramente per la consapevolezza di quella verità. Già, non poteva farci niente. Lo amava.

 

E qui finisco il capitolo. Piaciuto l’incontro fra Hime-chan e Daichi?Chissà ora come finirà per Yumi e Simone….lo scoprirete solo continuando a leggere…..alla prossima!

 

 

 

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Capitolo 8
*** Chi sei? ***


Chi sei

Chi sei?

-capitolo 8-

 

Ciao ragazzi, ringrazio tantissimo quelli che hanno commentato finora.

Siamo arrivati ad un capitolo importantissimo e pieni di suspense. Mi raccomando non perdetevelo!!!!!!!!!

 

Fuggendo quella sera, Himeko aveva lasciato tre ragazzi nella più completa confusione. Tre...veramente solo due, infatti Simone aveva ben chiaro cosa era successo e sentiva la rabbia divampare in lui, come in un vero e proprio incendio.Quell'ira incredibile, che chiedeva solo di essere liberata, fu presto sfogata, quando Daichi domandò tranquillamente

- Ma cos'è successo?non capisco.-

Quella finta ingenuità, quella sua straffottenza che manifestava sempre e comunque, quella faccia tosta!Il biondo ragazzo non potè più trattenersi di fronte ad un tale menefreghismo e si scagliò contro Daichi compiendolo in pieno viso.

-SEI SOLO UN FARABUTTO!-

Continuò a colpirlo, ancora ancora, non si fermava, era una furia. Dal canto suo, Daichi non era certo il tipo che se stava buono senza difendersi e restituì i colpi come meglio poteva. Ma non fece più di tanto, un pò perchè il ragazzo era davvero incontenibile e poi non voleva ferirlo.Se solo fosse riuscito a fermarlo, si sarebbe fatto spiegare il motivo, ma la sorte sembrava avergli voltato le spalle.

-Senti ti vuoi calmare per favore?-

A quelle parole, Simone s'infuriò ancora di più:

-CALMARMI?IO DOVREI CALMARMI?MA IO TI FACCIO A PEZZI!!!!SEI SOLO UN BASTARDO!!!!!!!-

E continuarono a pestarsi l'uno l'altro. Gli sguardi di entrambi erano ormai infiammati e Yumi ne aveva paura, era terrorizzata da quel ragazzo che stava aggredendo il suo fidanzato senza che lei potesse fare niente, e osservava con timore gli occhi di Daichi, che ora erano desiderosi di far pagare quell'affronto e con gli interessi. Non l'aveva mai visto così, era sempre così gentile! Sperò con tutto il cuore che quell'individuo la piantasse al più presto, o qualcuno avrebbe rischiato di farsi male sul serio:

-Smettetela, vi prego!- urlò con le lacrime agli occhi.

Ma nessuno sembrava ascoltarla.

Daichi con l'ultimo barlume di lucidità rimasta cercò di far ragionare il suo avversario, ma era difficile, quell'aria da pallone gonfiato gli faceva voglia solo di prenderlo a pugni.

-Adesso basta amico, smettila!Cosa credi di risolvere così?-

.Amico?Non azzardarti mai più a chiamarmi così!Sei solo uno stronzo che gioca con i sentimenti degli altri!-

Daichi rimase confuso:

-Quali sentimenti?Di cosa stai parlando?-

Ma cos'èra scemo o faceva finta?Quanto lo odiava!

-Moh, fai il finto tonto?Ti sei dimenticato di Hime-chan?Del modo in cui sei sparito per tre anni?E adesso sei qui con un'altra come se nulla fosse. Mi fai schifo!-

A quelle parole, a Daichi per poco non venne un colpo. Cosa aveva fatto?Quella era la conseguenza della sua amnesia?Aveva abbandonato una ragazza?Perchè nessuno sapesse gli aveva detto niente?Possibile che nessuno sapesse nulla?nemmeno Tetsu?

Troppe domande gli frullavano in testa. Doveva riflettere. Ma per farlo doveva prima calmare il biondino che voleva rissa a tutti i costi. Alla fine dopo molti tentativi riuscì a bloccarlo da dietro.

Entrambi ansimavano ed erano pieni di lividi, per non parlare del labbro rotto di Daichi, dai cui usciva del sangue e dell'occhio nero che Simone mostrava con ben poca fierezza.

- Lasciami stronzo!-

L'altro ragazzo cercò di calmarlo per farsi ascoltare:- Senti lo so che non mi crederai, ma io non ricordo niente, non so chi sei e di cosa stai parlando....-

- Come sarebbe che non mi riconosci?Sei ubriaco per caso?- rispose Simone, che lo guardava come se fosse pazzo.

- Ho perso la memoria tempo fa a causa di un incidente..per questo non ricordo nulla di chi sono di ciò che ho fatto- .

S'intristì un poco nel ricordare il suo stato.Dannazione!Cosa avrebbe ricordato per recuperare la memoria!

-E io ti aspetti che ti creda?Sono tutte balle!-

A  questo punto Daichi si spazientì davvero di fronte all'insolenza del ragazzo: - Non me ne importa niente se mi credi o no!voglio solo che mi lasci in pace!-

Pronunciò questa frase con una rabbia e una tristezza che Simone finì col chiedersi se ciò che gli avesse raccontato fosse vero.

No, non voleva crederci, sarebbe stato come dargli ragione e ammettere di aver sbagliato a prenderlo a pugni e proprio non gli andava.

Però capì che comunque c'era qualcosa di grave dietro al modo in cui era sparito; in ogni caso non poteva farci nulla, quella questione non lo ricordava e sfogare la sua rabbia sarebbe solo servito ad ingrandire problemi già abbastanza grossi. Così se ne andò silenzioso come la notte.

Daichi, invece rimase lì fermo, con lo sguardo perso nel vuoto. Yumi lo osservava preoccupata, non sapeva cosa fare per aiutarlo. Sembrava proprio che con la sua memoria, erano andati perduti ricordi importanti, e stando nei luoghi della sua vita, questi cominciavano fiorire.In teoria era un bene, ma  la sua vecchia vita ormai apparteneva al passato e le persone che ne facevano parte anche; c'era la possibilità che non avrebbe avuto più un posto in quella città, e se avesse veramente recuperato la memoria, ne avrebbe sicuramente sofferto.

-Andiamo a casa-. Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Il ragazzo annuì.

Presero il pullman e tornarono a casa dei genitori di lui.Mangiarono in silenzio. La famiglia aveva compreso che qualcosa non andava, ma si fidavano di lui e sapevano che tutto si sarebbe risolto, anche se ovviamente erano disponibilissimi a sostenerlo se mai ce ne fosse stato il bisogno.

Dopo cena Daichi si congedò in camera sua, chiedendo di star solo. Yumi, al momento ci rimase male, ma comprese che quella non era la situazione adatta per fare l'offesa e lasciò perdere.

Intanto il ragazzo, appena fu nella sua stanza, prese il telefono e chiamò Tetsu per raccontargli l'accaduto e restò di sasso quando l'amico gli confessò che era a conoscenza dei motivi che sottostavano agli strani comportamenti dei due ragazzi. Egli si scusò per non avergliene parlato prima, assicurandogli che se l'indomani fosse venuto da lui gli avrebbe chiarito ogni dubbio.

Daichi rispose:- Grazie mille!Non preoccuparti non è successo niente. Allora ci vediamo domani.-

Terminarono così la telefonata, lasciando Tetsu un pò in agitazione per conseguenze che avrebbe avuto lo svelare il rapporto che una volta aveva con Hime-chan. Qualcuno ne avrebbe sofferto. Si rincuorò: almeno ora giocavano a carte scoperte.

 

Intanto Himeko era tornata a casa in lacrime, e senza dire una parola, salì in camera e si buttò sul letto esausta. Al piano di sotto i suoi famigliari si guardavano l'un l'altro preoccupati, ma preferirono lasciarla tranquilla quella sera, perchè sembrava che veramente non fosse disposta al dialogo.Forse l'indomani sarebbe stata più disponibile.

Himeko li ringraziò col pensiero per la loro discrezione. Era sdraiata sul letto da circa dieci minuti con gli occhi chiusi e tutta la confusione che prima l'aveva oppressa pareva cessata. Ora la sua mente era completamente vuota.Non voleva pensare a nulla, non voleva più soffrire, preferiva dimenticare.

Pokotà ormai, era angosciato: la sua padroncina era entrata nella stanza pallida come un cencio; non aveva detto niente, e ora era lì a pochi metri da lui e continuava a stare in silenzio, cosa che lo stava impazzire. Nonostante tutto rispettò la sua volontà, avvicinò il suo muso al viso della ragazza e le sfregò affettuosamente la guancia, per chiedere attenzione.

Solo allora Himeko lo guardò in faccia. Non poteva tenersi tutto dentro, così nascose gli occhi dietro la frangia, per non mostrare il suo dolore e sussurrò: -Ho visto Daichi con una ragazza-

Questa rivelazione parlava da sola. Pokotà per poco non svenne per lo stupore.

Daichi era in città?perchè nessuno l'aveva avvisata?e poi con una ragazza?ma che era successo?Quante domande gli frullarono in testa, ma vedendola così afflitta, capì era meglio starsene zitti.

L'unico consiglio che le diede fu quello di sfogarsi con Erika. la quale era una ragazza della sua stessa età, ed era anche la sua migliore amica, perciò la persona giusta per confortarla. Himeko gli diede retta e la chiamò. Appensa sentì la voce della sua amica dall'altro capo del telefono scoppiò in lacrime e la raccontò tutto. Erika, come Pokotà, era presa da mille interrogativi. La notizia che Daichi era tornato, senza una spiegazione e senza avvertire nessuno era incredibile..anche se forse non bisognava stupirsi, era stata strana anche la sua sparizione. La situazione era molto delicata ed Erika aveva paura di sbilanciarsi troppo, per questo cercò di calmarla come meglio poteva, assicurandole che tutto si risolve nella vita, ma poi le fece il discorso che meno voleva sentirsi dire:

-Se Daichi è sparito e poi ritornato c'è di sicuro una spiegazione. Ma se  non si è fatto vivo con nessuno...si insomma significa che non è qui per noi...è probabile che in questi anni si sia rifatto una vita lontana dalla nostra ...e se davvero sta con un'altra, allora è meglio che te lo dimentichi, Himeko, non puoi continuare a soffrire per uno che, a quanto pare, non gli importa più di nessuno-

La freddezza di quelle parole ferì ulteriormente Himeko, ma le fece soprattutto aprire gli occhi e comprese quanto la ragazza avesse ragione. Più tranquilla e rassegnata, si ricordò di Simone e si sentì in colpa per come l'aveva lasciato in mezzo alla strada. Allora chiese a Erika come stava. Proprio in quel momento, Simone aprì l'uscio ed entrò in casa. Erika, dopo aver rassicurato l'amica delle sue condizioni, chiese a Simone se voleva parlarle, ma egli rifutò con un sorriso smorzato, raccomandandole di riferire di sentirsi in colpa, perchè stava bene e di avere fiducia,perchè avrebbe superato anche questa.

L'indomani arrivò.

Himeko non aveva chiuso occhio tutta notte. Le immagini di Daichi con quella ragazza non l'avevano lasciata un attimo, così quando al mattino scese in cucina per la colazione non si sentiva pronta per le domande dei suoi famigliari e lì liquidò freddamente con un : -Va tutto bene-

E quelli capirono che era meglio lasciarla stare.

 

In una città vicina, un altro ragazzo aveva trascorso la notte in bianco, pensando alle strane reazioni di quei ragazzi: prima quella biondina stupenda, che appena lo vede sbianca e scappa via,poi l'altro che lo aggredisce senza motivo e si mette a fare discorsi senza senso.

Era lì sotto le coperte a tormentarsi, qquando un pallido raggio di sole annunciava il nuovo giorno. Era inutile continuare a farsi le domande da solo, di lì a poche ore avrebbe avuto tutte le risposte, Tetsu glielo aveva promesso.

Così andò in salotto e salutò i suoi e Yumi. Fecero colazione, poi subito uscì per andare dal suo amico, scusandosi con Yumi, dopo averle detto che per quella volta era meglio che lei non venisse. La ragazza ci restò un pò male, ma dimostrò abbastanza comprensione, da non mostrare la tristezza, e sorridergli per augurargli buona giornata. Il ragazzo, di fronte a quel sorriso, la baciò per tranquillizzare entrambi e se ne andò.

 

-Hime-chan non sa che tu hai perso la memoria, perchè speravamo che col tempo ti avrebbe dimenticato.Purtroppo non è andata così e lei soffre da allora-

A Daichi per poco non venne un colpo. Quella ragazza lo stava aspettando da tre anni?Ma chi diavolo era?

Tetsu sembrò capire al volo i suoi dubbi e gli raccontò del loro rapporto speciale, nè amore nè amicizia, forse tutte e due, di come si erano sostenuti l'un l'altro.

Daichi ascoltava inebetito. Davvero aveva avuto un rapporto tanto stretto con una ragazza?E magari se la sognava perchè anche per lui era importante?Quell'attrazione che provava nei suoi confronti dipendeva dal fatto che il suo cuore al contrario del suo cervello non l'aveva dimenticata?Che avrebbero fatto ora?Lui aveva una ragazza a cui voleva bene,ma pareva proprio che fosse rimasta una traccia di una relazione lontana, ma indimenticabile.

Più che mai ora voleva ricordare. Poi chiese se dopo ciò che era successo la sera prima, non era il caso di rivelare a Hime-chan la verità.

-Hai ragione, però io non ne ho il coraggio- ammise Tetsu.

-Non importa lo farò io-

-Cosa?Sei impazzito!-

-Mi sembra più giusto visto che sono il responsabile del dolore di quella ragazza-rispose, abbassando il capo

-Tu non sei responsabile di nulla!E' stato un incidente,non è mica colpa tua se hai perso la memoria-si arrabbiò l'amico.

-Lo so, però voglio essere io a spiegargli le cose-

-D'accordo,ma verrò con te, altrimenti non penso che ti crederà-

Daichi rimase un pò perplesso, poi però capì che dal punto di vista di Hime-chan non era facile per lei credere ad una storia del genere, così accettò.

 

Al pomeriggio suonò il campanello della casa di Himeko, la quale si trovò davanti Daichi e Tetsu. Sbiancò, il cuore prese a battere forte come un tamburo. Era solo la seconda volta che lo vedeva, non si era ancora abituata all'idea del suo ritorno. Notò Tetse e si sorprese della sua presenza.

-Ma come?tu sapevi...-

-Ti prego, non fraintendermi. C'è una spiegazione a tutto, siamo qui proprio per questo-

Himeko non sapeva davvero per quale motivo lo faceva, ma decise di fidarsi e li lasciò entrare, anche se era tesissima. Proprio mentre Daichi varcava la soglia e lei teneva la porta aperta, i loro sguardi s'incrociavano. L'attrazione che entrambi provavano l'uno per l'altra era evidente. Himeko lo guardava come se volesse saltargli addosso, i suoi occhi profondi, il suo corpo atletico....

Daichi non era da meno, la riconobbe subito come la ragazza del suo sogno, era lei che si stava allontanando da lui, cavoli però come era cambiata!Era così bella!Sentì un impellente desiderio nascere in lui. Doveva assolutamente darsi una calmata, quello non era certo il momento per sogni osè su quella persona. che molto probabilmente lo odiava.

...se il ragazzo avesse potuto leggeri i pensieri di Himeko avrebbe saputo che si sbagliava, perchè anche i suoi non erano molto casti.....la biondina infatti lo stava praticamente studiando a memoria......entrambi sembravano non voler smettere di fissarsi....quando Tetsu si schiarì la gola, mettendo leggermente i due a disagio.

Himeko, rinsavita, li fece accomodare sul divano in salotto . Fu Daichi a rompere il silenzio.

-Senti, mi dispiace che tu abbia sofferto per causa e adesso è probabile che io sia l'ultima persona al mondo che vuoi vedere. Ma è giusto che tu sappia che io ho perso la memoria tre anni fa.-

-COME?-quasi urlò

-Lo che è difficile da credere, ma è la verità. Vedi ho avuto un brutto incidente, che mi ha procurato una amnesia quasi totale e mi sono ritrovato in una città molto lontano da qui...-

Himeko lo guardava sconcertata. Aveva perso la memoria?Si era dimenticato di lei?Era per questo che ora stava con un'altra?Voleva chiederglielo, ma non ne aveva il coraggio, e poi, da come stavano le cose forse non aveva più il diritto di porgli domande simili, così lo lasciò continuare.

-...e stata molto dura non poter contare su nessuno. Per fortuna i miei genitori mi hanno rintracciato e mi hanno dato il loro sostegno. E devo ringraziare anche i miei amici che non mi hanno lasciato un momento e Yumi..-

-La tua ragazza?- riuscì finalmente a dire.

Abbassò lo sguardo e annuì.

Himeko capì la difficoltà del ragazzo.

- Non preoccuparti. Non c'è nessun problema. E' normale che ti sia rifatto una vita, aver dimenticato il passato, non significa che non si può andare avanti e vivere-

-Si però..-

La guardava con stupore, non credeva reagisse così- Da come gliel'aveva descritta Tetsu pensava che sarebbe stata scossa dal fatto che lui avesse una ragazza, perchè lei era innamorata di lui, ma da come si comportava non sembrava affatto. Si ricordò del ragazzo della sera prima, forse stava con lui. A quel pensiero provò una profonda fitta di gelosia, a sua avviso ingiustificata, che represse a forza.

- Non c'è nessun però non hai colpa di quant'è successo, solo- continuò con una risatina- se lo avessi saputo prima, non te ne avrei dette di tutti colori per tutti questi anni, eh eh-.

Daichi era ammirato da quella reazione così tranquilla,e guardò Tetsu per chiedere spiegazioni, ma anche lui era al quanto perplesso. Unica differenza era che quest'ultimo si era accorto che il sorriso che la ragazza mostrava, era terribilmente falso e che la voce tremava un pò, segno che si stava trattenendo dal piangere. Altro che tutto bene, quella stava usando la sua forza di volontà per non fare scenate.

Ed era vero.Himeko si stava sforzando di apparire comprensiva e distaccata, ma quanto le costava!Per colpa del destino e di un camion non lo poteva nemmeno abbracciare!

Per sua sfortuna si lasciò sfuggire un sospiro intriso di tristezza che Daichi colse, ragion per cui mormorò:

-Scusa-

Himeko lo guardò sorpresa e Daichi non capì.

-Da quando hai imparato a chiedere scusa?Cos'è?Il colpo alla testa è stato così?-

"Cosa?Che ragazza impertinente!"

Tetsu scoppiò a ridere: -Te l'avevo detto che era strano-

Himeko gli diede corda:- Già, non è da te, mister ho-sempre ragione-

Daichi s'irritò: -Cos'è vi siete alleati per farmi perdere la pazienza?-

Himeko, divertita, gli rispose di rimando: -Oh, santo cielo che paura, sto morendo dalla fifa-

Tetsu le fece eco: - Cavoli, hai ragione, perdonaci per offeso la tua distinta persona-

-Smettetela!- intimò Daichi seccamente.

Ma il risultato che ottenne fu solo quello di far scoppiare tutti, lui stesso compreso, in una risata. Sentendo Himeko ridere di gusto Daichi perse un battito, la sua risata argentina gli riempiva il cuore.D'un tratto si ritrovò a desiderare di sentirla di nuovo. Per riguardo nei suoi confronti, si era ripromesso che dopo quella visita non l'avrebbe più rivista, ma dopo quel pomeriggio tutto sommato piacevole, la prospettiva gli sembrava quanto mai cupa. Così gli venne un'idea.

-Senti io mi domandavo....ecco non vorrei approfittare...-

Himeko lo incoraggiò:- dimmi pure-

-Ecco..si insomma..visto che ci sono le vacanza tu adesso hai molto tempo libero giusto?-

Non capiva dove voleva andare a parare, ma rispose comunque: -si perché?-

-Bè io sono in questa città per recuperare i miei ricordi, ma ovviamente non posso girarla da solo, così finora ho chiesto a Tetsu di portarmi nei luoghi che frequentavo abitualmente,però da ciò che ho capito sembra che non ci sia persona che mi conosca meglio di te-

-Si è vero-ammise la ragazza- Quindi vorresti che ti facessi da guida e che ti raccontassi di quello che facevi quando vivevi qua, giusto?-

-Brava, hai centrato il bersaglio!- rispose il ragazzo, un pò imbarazzo per la sua sfacciataggine.

Himeko e Tetsu si guardarono un pò in difficoltà per quella richiesta. - Non so se è il caso-

Daichi abbassò il capo tristemente, ma non potè obbiettare:- Non preoccuparti, scusami se te l'ho chiesto-

Detto questo chiamò l'amico per andarsene. Himeko, però, nel vederlo andare via così abbattuto si sentì in colpa. "Sono un'egoista!In fondo che mi costa, si tratta solo di qualche giorno" .

Perciò lo richiamò: -Ok, ti farò da cicerone-

Daichi si voltò stupito: -davvero?ma sei sicura?-

Anche Tetsu non era molto convinto.

-Si, sono sicura, se ti va bene ci troviamo domani-

I suoi occhi apparivano sinceri e li fecero arrendere. Daichi felice, ringraziò di buon grado e si accordò con lei per l'ora. Poi se ne andò.

Nel separarsi, confidavano che ora che le cose erano state chiarite, fra loro non ci sarebbe stato più alcun problema, che magari sarebbero ritornati amici, ma non sapevano quanto si sbagliavano.

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Capitolo 9
*** ......ORA LO SO ***


 

.....ORA LO SO

 

Bene, siamo al 9° capitolo, un capitolo cruciale per la ff. Non perdetelo mi raccomando!

Ringrazio kirby ed trienne che hanno commentato.

Buona lettura!

 

Alla mattina del giorno dopo si trovarono al parco, stranamente entrambi puntuali.

Sul momento ci fu un silenzio imbarazzante. Era la prima volta dopo anni che si trovavano da soli. Per Himeko almeno, per Daichi era come trovarsi da solo con una bellissima sconosciuta che lo attirava come una calamita; per capirci: un sogno proibito!

Per sciogliere il ghiaccio, Himeko cercò un argomento qualsiasi, ma nel panico non le veniva in mente nulla, quando notò che era curioso che il ragazzo fosse solo. Tentò di ingoiare il senso di contentezza al rendersene conto e glielo chiese:

-Senti, non vorrei farmi gli affari tuoi, ma come mai non c'è la tua ragazza?-

Daichi la guardò sorpreso, e anche un pò a disagio. In fondo da ciò che gli avevano raccontato, Himeko aveva con lui un rapporto profondo, molto vicino all'amore, e parlare con lei di Yumi....insomma non era il massimo della vita!

- Bè ho pensato che fosse meglio così, visto che sono qui per recuperare ricordi in cui lei non c'entra- disse alla svelta, sperando di averla soddisfatta. Proprio non voleva parlarne. La fortuna fu dalla sua, perchè la ragazza, felice di sentire che non c'erano problemi sul fatto che loro stavano da soli, non fece più domande.

- Bè, allora andiamo-

Daichi annuì e cominciarono a visitare la città come due turisti.

La prima tappa fu la loro scuola media. Himeko raccontò nei dettagli gli anni del ragazzo in quell'edificio: i suoi tipici ritardi, le dormite sul banco, le schermaglie col professore perchè correva per i corridoi, le innumerevoli partite con i suoi amici, il suo funclub e la sua fun più sfegatata Ilaria. Daichi ascoltava con attenzione senza interrompere: era sconcertato! Era incredibile come fossero piene di particolari quelle descrizioni, sembrava veramente che lo conoscesse da una vita. Sorrise e si convinse di aver fatto bene a chiederle di aiutarlo nella sua impresa.

Per fortuna la scuola era aperta per i corsi estivi e poterono entrare senza problemi. Fecero il giro delle aule, poi andarono in palestra dove Himeko raccontò quanto aveva fatto penare gli allenatori delle squadre delle varie discipline perchè lui non si decideva a sceglierne una, ed era bravo in tutte. Alla fine, un pò titubante lo portò in soffitta, uno dei luoghi che avevano custodito i loro segreti per più di un anno.

In realtà la biondina non sapeva fino a che punto poteva fidarsi del nuovo Daichi, ma decise che in fondo non era cambiato più di tanto.

Arrivati, videro un cartello che ne vietava l'ingresso.

-Aspetta, non si può salire- la ammonì il ragazzo.

Himeko lo guardò stupita e si avvicinò a lui,continuando a fissarlo. Daichi a vedere che lo guardava tanto intensamente arrossì leggermente. Era così vicina!

Lei gli mise una mano sulla fronte e chiese:

-Ma, hai la febbre per caso?da quando ti fermano questi cartelli?lo sai che mi hai portato tu qui per la prima volta?-

Al povero Daichi si formò un gocciolone sulla testa come quello dei cartoni animati: e lui che aveva creduto chissà che cosa!

In realtà capì che era giusto che non fosse successo nulla, andavano d'accordo, non voleva rovinare quest'equilibrio e poi non voleva certo lasciare Yumi per delle sciocche fantasie.  Al momento però, ci rimase male, tanto che gli rispose seccato: - NO, CHE NON LO SO, SE TI HO DETTO CHE HO DIMENTICATO TUTTO!

Aveva esagerato. "Che idiota che sono!lei mi aiuta e io le rispondo male, sono un grande cretino!Adesso vedrai che se andra via nera e me lo sarò meritato!"

Si sbagliava. Himeko non se l'era presa per niente, si limitò a rispondere secca

- Non c'è bisogno di rispondere così, lo so che non puoi ricordare, pensavo solo che non é da te avere tutti quei riguardi per le regole-

Daichi si sentì stupido- Scusa-

-adesso basta scuse- esclamò sorridendo. Ma tornò subito seria.- vieni con me in soffitta. Ti devo rivelare un segreto molto importante-

Incuriosito, il ragazzo la seguì senza fiatare.

Arrivati in cima alle scale, come erano soliti fare quando frequentavano le medie.

-Bene, ora devi starmi sentire senza interrompermi- lo ammonì Himeko, seria.- Non ero sicura che fosse giusto raccontarti come ci siamo conosciuti, perchè è collegato ad

avventura importante e strana, però ritengo che proprio per le sue particolarità, ciò che abbiamo vissuto per un anno, a cavallo fra la prima e seconda media, sia utile a farti tornare la memoria. L'unico problema...- sospirò.

-Si?- chiese Daichi, impaziente di sapere cos'era questo avvenimento.

Lo fissò dritta negli occhi. -è che mi devi credere, e ti assicuro che non è facile-

A questo punto il ragazzo moriva dalla curiosità, inoltre gli sembrava impossibile non credere a quella ragazza dagli occhi tanto sinceri, così accettò la sua condizione e la pregò di farlo attendere ulteriormente.

- Allora noi abbiamo frequentato la stessa scuola media, come sai; ma non ci conoscevamo perché eravamo in classi diverse. La prima volta che ci siamo incontrati è stato in una casa abbandonata-

-Una casa abbandonata?-

-Sì, si trova poco lontano da qui e se vuoi te la farò vedere..comunque all'inizio non ci sopportavamo proprio. Abbiamo cominciato ad andare d'accordo quando tu volevi a tutti costi scoprire il mio segreto. E fra l'altro è quello che poi hai ottenuto-

-Un segreto?- chiese Daichi. Questa storia non gli era fatto nuova. Himeko aveva sempre avuto per lui un'aria familiare ...e poi quando era a casa di Tetsu che parlavano di doppia personalità, nemmeno quell'argomento gli era sconosciuto, solo che pensava di essere pazzo, e non ci aveva più fatto caso...che tutti questi indizi fossero connessi con ciò che gli stava per essere rivelato?

Himeko, intanto prese fiato e si decise a parlare tenendo in considerazione la possibilità che la ritenesse pazza.

-Vedi una notte una principessa di un mondo lontano è veduta da me e mi ha donato un fiocco magico che aveva la capacità di trasformarmi in un'altra persona-

Lo guardò negli occhi, per sapere se già non gli ridesse in faccia, ma con piacevole sorpresa scoprì che Daichi era attento a quello che gli stava raccontando, anzi la incitava a continuare. Lo accontentò.

- Non è dovuto passare molto tempo che tu ne sei venuto a conoscenza e da allora mi hai aiutato spesso a uscire fuori dai guai, in cui ahimè mi cacciavo. Durante questo periodo la nostra amicizia si é rafforzata parecchio. Inoltre Erika, la principessa di cui ti ho parlato, ha donato la parola al mio peluche Pokotà e tu hai stretto amicizia anche con lui-

Nella mente di Daichi, man mano che sentiva questi racconti, si formarono delle immagini molto sfocate che erano in linea con ciò che lei narrava. Continuò ad ascoltarla, fino a che un dolore gli arrivò alla testa. Era fortissimo, tanto da farlo accasciare a terra e gridare dal male. Himeko si ammutolì subito, e urlò spaventata: - CHE TI SUCCEDE?TI PREGO RISPONDIMI?DAICHI!DAICHI!-

Lo chiamava ma non rispondeva, lui si teneva la testa e gridava, era terrorizzata. Si sentiva in colpa, forse non avrebbe dovuto dirgli queste cose.

Questo incubo durò per alcuni minuti, fino a che il dolore cessò come era venuto.

Himeko piangeva, mentre Daichi si era rialazato e la rassicurò.

-non piangere dai. E' tutto finito.-

-E' TUTTA COLPA MIA!NON AVREI DOVUTO RACCONTARTI QUELLE COSE!- esclamò, mentre tremava ancora agitata. Il ragazzo restò colpito da quella reazione, ma si sorprese ancora di più per la sua stessa azione. Infatti, inaspettatamente, prese la ragazza fra le braccia e mentre le accarezzava i capelli, le parlò dolcemente.

-Smettila!Non devi sentirti in colpa. Anzi ti devo ringraziare. Quelle avventure incredibili, il fiocco, mentre raccontavi, era tutto così familiare!Non sono riuscito a ricordare con chiarezza, però sono sicuro che mi hai detto è la verità. Il fatto che sono stato male dipende forse dal fatto che era un'emozione forte, ma non devi preoccuparti-

Daichi le aveva parlato con una voce talmente soave e delicata che se ne sentì cullata. Quando l'aveva abbracciata, aveva letteralmente spalancato gli occhi, ma ora non avrebbe più voluto togliersi da quella posizione, il corpo del ragazzo era  tanto caldo!

A malincuore si staccarono. Anche lui era riluttante, ma l'averla fra le braccia era troppo pericoloso: mentre la calmava, sentiva distintamente il corpo morbido di lei allacciato al suo e una parte di lui si stava scaldando, perciò meglio allontanarsi.

Himeko, che non si era accorta del suo problema, disse:

-Però per ora è meglio piantarla con quest'argomento(intende il ricordo del fiocco), ti fa stare troppo male-

-Vuoi dire che non mi porti alla casa abbandonata?-

Himeko lo guardò implorante e lui non potè resistere a quel dolce richiamo.

-E va bene, andiamo un'altra volta, però solo se mi prometti che mi farai ancora da cicerone per le prossime mattine-

Himeko accettò felice.

Nei giorni seguenti le loro mattine furono esclusivamente dedicati ai loro giri. Himeko lo portò a vedere i giardinetti, gli fece visitare casa sua e la città in lungo e in largo.

Si vedevano solo di mattina, per non creare problemi ai rispettivi partner. Da una parte Yumi si fidava del ragazzo e anche quando gli aveva detto che aveva chiesto a Himeko di aiutarlo, nonostante una punta di gelosia, si era dimostrata molto comprensiva.

Per quanto riguarda Simone, invece..lui le aveva affermato che non si era arreso, che l'avrebbe aspettata fino a quando non si sarebbe accorta che era lui il ragazzo giusto e le aveva chiesto se era disposta ad uscire ancora con lui, come semplici amici. La biondina aveva accettato di buon grado, perchè ormai il dolore  per Daichi appariva quieto e aveva lasciato il posto ad una splendida amicizia, inoltre le dispiaceva non vedere più Simone, perchè anche se non ricambiava i suoi sentimenti, lo considerava un buon amico. Sembrava che la situazione bollente fra i quattro si fosse finalemente chiarita. Se non fosse che....

Durante il pomeriggio le due coppie uscivano per i fatti loro, ma a volte capitava di incontrarsi e se fra Yumi e Himeko sembrava esserci gentilezza, questo non succedeva fra Simone e Daichi. Quest'ultimo nel vedere la sua amica sempre con quel "pallone gonfiato" provava una fitta morsa di gelosia. Per lui era assurdo, voleva bene a Yumi, era la sua ragazza e lo sarebbe sempre rimasta, ne era sicuro, ma non poteva farci niente. Quei due insieme non gli piacevano, non gli andava giù quello sguardo languido con qui Simone, a volte, squadrava la ragazza da capo e piedi, nè il dolce sorriso che lei gli rivolgeva, ignorante di quelle attenzioni.

Dal canto loro, solo Yumi si era accorta di quelle occhiate di fuoco che il suo ragazzo lanciava all'altro, ma non ne comprendeva la ragione, così se ne stava zitta e chiacchierava con la ragazza che le era molto simpatica e anche se usciva spesso con Daichi, non la vedeva come una minaccia.

Le due ragazze andavano davvero d'accordo, tanto che...

Un giorno proposero un'uscita a quattro. Decisero di andare al lunapark.

All'appuntamento furono tutti puntuali ed entrarono nel parco. Fecero un sacco di giochi. Salirono sulla ruota panoramica, sulle giostre, entrarono  nel labirinto degli specchi e giocarono al tiro a segno.

Daichi e Simone lasciarono perdere le loro tensioni, cosicché tutti si divertirono un sacco.

Himeko era contenta: le dispiaceva un pò che Daichi fosse insieme ad un'altra, però in fondo quella ragazza era simpatica  e cordiale, così si era ormai rassegnata ad aver perso l'amore e aver ritrovato un amico.

La più felice però eraYumi: quel giorno Daichi le fu sempre accanto, pieno di premure.

Anche se ignorava che il motivo di quelle attenzioni era dettato da un gran rimorso che il ragazzo aveva nei suoi confronti, per il forte desiderio verso Himeko, che si stava praticamente mangiando con gli occhi.

Intanto arrivarono proprio davanti alle montagne russe.

Himeko e Daichi le adoravano, ma gli altri due ne avevano paura, perciò furono solo i due ragazzi a salirci.

Fu un'emozione fortissima!Il trenino correva velocissimo, lasciandoli senza fiato. Forse però ciò che li sconvolgeva di più era il fatto di essere vicini e soli.Ad entrambi batteva forte il cuore, così rimasero in silenzio tutto il tempo, non sapendo che la persona a fianco provava lo stesso stato d'animo.

Quando la giostra si fermò, Daichi l'aiutò a scendere lievemente imbarazzato, dopodichè fecero per tornare dai loro amici,i quali però non c'erano. Probabilmente nell'attesa erano andati a bere qualcosa. Così li cercarono, ma Daichi non era molto convinto. La sua testa era completamente rivolta alla bellezza accanto. Ne era completamente ammaliato. Era impossibile non perdersi in quei profondi occhi color nocciola, non poteva evitare di far scivolare lo sguardo sui quei lineamenti tanto sensuali, su quelle curve così soffici. La sua mente era colma di emozioni, e il suo corpo reagì prontamente a quella visione. Ormai non capiva più nulla, alla fine si soffermò sulla bocca. Quelle labbra gli parevano così morbide, erano fatte apposta per essere baciate. Himeko non si rese conto del delirio che aveva procurato nel ragazzo, finchè lui non le prese il braccio per fermarla. I loro occhi s'incontrarono. La ragazza era stupita e lo guardava con aria interrogativa. Ma Daichi non le diede il tempo di comprendere quello che sarebbe successo di lì a breve, perchè pose immediatamente le proprie labbra sulle sue. Himeko si spaventò e tentò di staccarsi, di fuggire da quella bocca che l'aveva catturata, ma quando lui, veloce come un fulmine, le mise la lingua fra i denti, per approfondire il bacio, non riuscì più a opporsi e cedette. Obbedì a quel dolce ordine e le labbra e le lingue iniziarono una danza proibita. Daichi, intanto le accarezzava la schiena, provocandole brividi di piacere, mentre Himeko si attaccò di più a lui, affondando le mani nei suoi capelli.

Però nel frattempo, nella mente di Daichi cominciarono a formarsi delle immagini. Erano diverse di quelle che aveva avuto quel giorno in soffitta, erano più nitide..vedeva un maschiaccio con i capelli corti, ora diventata una splendida ragazza al suo fianco, pronta a riscaldargli il cuore con il suo sorriso. Spalancò gli occhi e si staccò da Himeko, spaventato. Ma non vedeva lei, vedeva solo le immagini nella sua testa opprimerlo sempre di più per emergere. Così per qualche secondo restò immobile, paralizzato dalla consapevolezza che di colpo aveva acquisito, lui conosceva quella ragazza, anche molto bene.

Himeko, intanto, dopo che si era staccata da lui, era rimasta sconvolta, ferita da quel bacio che sembrava una presa in giro. Lui aveva una ragazza e conosceva i suoi sentimenti verso di lui, ciò nonostante...perchè?perchè l'aveva baciata?Dentro di sè nacque una grande rabbia, che riuscì che sfogò su di lui.

-Perchè hai fatto una cosa del genere?-sibilò - COME HAI POTUTO GIOCARE CON I MIEI SENTIMENTI!!!!SEI SOLO UNO STRONZO!!!!-

Lacrime la invasero copiosamente il viso. Per il nervoso di vederlo così fermo e tranquillo dopo il suo folle gesto, alzò la mano e gli diede un schiaffo fortissimo tanto da farlo sbilanciare all'indietro e fuggì.

Daichi non disse niente, non la contraddì, non la fermò, non poteva, era troppo coinvolto dai suoi pensieri.

Alla fine le gambe non lo sostennero più e cadde a terra in ginocchio...quella ragazza.....quella ragazza.....era...

....era la sua Hime-chan

-Hime-chan- sussurrò.

Spalancò gli occhi. Sì, lei era la sua Hime-chan.

Ora sapeva chi era.

 

Allora che ne dite?fatemi sapere.

Baci

Shirin

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Capitolo 10
*** Gelosie e sensi di colpa ***


GELOSIE E SENSI DI COLPA

GELOSIE E SENSI DI COLPA

 

Ciao ragazze. E’ un po’ che non mi faccio sentire. Però per farmi perdonare, ho scritto un capitolo…da leccarsi i baffi..a me personalmente è quello che piace di più

Buona lettura!

 

Dopo alcuni minuti che Himeko se ne era andata, Daichi era ancora a terra, con lo sguardo perso nel vuoto. Per la prima volta un ricordo chiaro, limpido. Mentre la baciava infatti, si era ricordato di lei, di quella ragazza a cui tre anni prima, aveva donato il cuore, quel ragazzaccio come la chiamava lui, e con lei, aveva recuperato anche i ricordi connessi alle loro strampalate avventure, al fiocco magico. Il loro era stato un rapporto speciale, ma non era mai sfociato in un vero amore, eppure ora rammentava perfettamente che prima di partire per quel viaggio senza ritorno si era ripromesso di parlarle e dirle che l'amava. Purtroppo, questo non fu mai possibile e ora si trovava in bel guaio: aveva recuperato la memoria, perlomeno riguardo a Himeko e così anche i suoi sentimenti, i quali, pensandoci bene, forse non li aveva mai perduti. In fondo la protagonista di quel sogno che l'aveva tormentato nell'ultimo periodo era lei; come era lei che aveva spiato quella sera al campo di calcio. A pensarci anche senza una spiegazione, da quando era tornato, aveva sempre sentito una forte attrazione verso Himeko, ora però la spiegazione c'era. Eccome se c'era. L'amava ancora.

Però lui voleva bene anche a Yumi, non era amore, ma era legato a quella ragazza che gli era stata vicino nelle difficoltà dopo l'incidente e non se la sentiva di abbandonarla.

Come per magia, l'oggetto di questi ultimi pensieri gli apparve.

Simone e Yumi lo stavano cercando e trovandolo lì per terra, si preoccuparono.

-Daichi, ma che ti è successo?-

Non voleva farla soffrire e poi era ancora troppo scosso per ragionare lucidamente, quindi mentì: - Niente. Sono solo caduto-

Simone e Yumi si guardarono, incerti se credergli o no. Poi il ragazzo si accorse che era da solo.

- Ma dov'è Hime-chan?Non era ancora con te?-

"Già, Himeko se n'è andata perchè crede che l'abbia presa in giro quando l'ho baciata. Però era talmente bella! Lo desideravo troppo!Caspità però che sfortuna!Non sa nemmeno che mi ricordo di lei!Accidenti!Comunque non è il momento pensare a queste cose. Non posso raccontare la verità a Simone e a Yumi, non adesso almeno, prima voglio dirlo ai miei e a Tetsu, che sapranno meglio di me cosa fare."

Mentì di nuovo:- Sì, era con me, solo che non stava bene ed è tornata a casa, niente di grave comunque-

Simone lo guardò preoccupato. -Sei sicuro?-

Daichi tentò di rassicurarlo e alla fine il ragazzo lasciò cadere.

La giornata ormai era finita e i tre tornarono a casa.

Per l'intero percorso Yumi e Daichi rimasero in silenzio.

Lui si sentiva profondamente in colpa verso la ragazza al suo fianco, al punto da non riuscire a guardarla in faccia. Prima di partire le aveva promesso che le cose fra loro non sarebbero cambiate, invece...amava un'altra, una persona speciale, ma poteva essere tanto egoista da pensare solo ai suoi sentimenti, ignorando quelli di Yumi?

Questi pensieri lo tennero occupato per tutto il tempo, mentre Yumi lo guardava infastidita e anche un pò preoccupata.

Perchè se ne stava zitto?Da quando era arrivati in quella città niente era come prima, Daichi era sempre più distante ed erano sempre più le volte in cui era lei a cercarlo. Da quando era arrivata quell'Hime-chan, poi, peggio che peggio, era come se non esistesse. Aveva capito che lei doveva essere stata importante per lui in passato, non era stupida, ma adesso c'era lei e non si sarebbe fatta fregare il suo ragazzo tanto facilmente.

Una volta a casa, Daichi raccontò l'accaduto ai suoi genitori, con Yumi presente. omettendo ovviamente la parte del bacio. La famiglia ne fu felicissima, in parte perchè si erano affezionati a Hime-chan e sapevano quanto bene volesse al loro figliolo e poi perchè speravano che fosse solo l'inizio del suo recupero.

Yumi invece non la prese così tranquillamente. Con una scusa lo trascinò in camera per parlargli da solo.

-E così ti sei ricordato di quella ragazza?- chiese evidentemente seccata.

- Non sembri contenta- le rispose Daichi. In fondo di fronte a lei non gli sembrava di  averle mai dato motivo di dubitare di lui.

Lei, però lo guardò come se fosse pazzo.

-Dovrei essere contenta che ti sei ricordato della tua ex?-

-La mia ex?Ma che stai dicendo?Noi siamo sempre stati solo amici!-

-Amici?Ma non farmi ridere!- ribattè, sfogando un grande rancore.- Non ci vuole un genio a capire che fra voi c'è molto di più che una semplice amicizia, magari non ve lo siete mai detti, ma non c'è dubbio. Basti pensare al vostro comportamento quando vi siete incontrati la prima volta da quando siamo qui-

Daichi si sentì scoperto. Come negare quei sentimenti, se erano stati la sua unica ragione di vivere?

-Sì, in effetti, c'era qualcosa, ma adesso è finita, te lo giuro!-gli assicurò.

-NON E' VERO!- urlò  per la rabbia.- SEI UN BUGIARDO! DA QUANDO SIAMO QUI NON MI HAI PIU' DEGNATO DI UN SGUARDO!E PENSARE CHE MI AVEVI PROMESSO CHE NON SAREBBE CAMBIATO NULLA!SEI SOLO UNO STRONZO!-

Il giovane provò una gran pena per lei. Era vero. In quell'ultimo periodo si era lasciato prendere solo dalla sua amnesia. Poi quando aveva "ri"conosciuto Himeko, capitava spesso che si perdeva nelle sue fantasie su di lei. Ma in questo modo aveva trascurato Yumi. Si sentì un verme.

- Senti Daichi. Io non sono la tua ruota di scorta. Non voglio essere lasciata in disparte. La tua amica, se così la si può definire, non c'era dopo l'incidente, quando ti sentivi solo, non c'era durante le tue crisi. Ti ho sempre aiutato io e ora che non ti servo più che farai? Mi butterai via come un fazzoletto usato?-

Non era vero che Himeko non aveva mai fatto niente per lui, al contrario, con la sua allegria e la sua gioia di vivere lo faceva stare bene con se stesso, però si convinse che con molta difficoltà avrebbe potuto farne a meno, mentre ora Yumi aveva bisogno di lui. Quindi prese una decisione definitiva: avrebbe rinunciato a Himeko e sarebbe tornato a Osaka(la città in cui ha perso la memoria) non appena avrebbe ritrovato completamente la sua memoria e ora che aveva iniziato, non ci sarebbe voluto molto tempo.

-Mi dispiace Yumi, se ti sei sentita usata. Ma non è così. Io ti voglio molto bene e non voglio causarti dolore. Mi dispiace tanto e per farmi perdonare ti prometto che torneremo a Osaka insieme, non appena mi sarò ricordato dei miei genitori e di Tetsu-

La ragazza non voleva certo allontanarlo dai suoi, così accettò felice, incurante del fatto che era una decisione dettata solo dal rimorso.

 

Intanto Himeko era rientrata furibonda. Come si era permesso di giocare in quel modo con lei?L'aveva baciata senza scrupoli, conoscendo i suoi sentimenti e avendo una ragazza?Non credeva che Daichi fosse un simile doppiogiochista!

Salì in camera e salutò Pokotà con un sorriso smorzato.

Il leoncino, però conosceva la sua padroncina da quando era nata, non poteva fregarlo, era palese che le fosse successo qualcosa, così dopo alcune insistenze la giovane cedette e gli raccontò tutto.

Sorprendentemente l'amico non mostrò segni di stizza, anzi le fece una domanda curiosa: - Ma ti pare possibile che Daichi sia diventato tanto mascalzone, da mettere il piede in due scarpe?-

Glielo domandò seriamente. All'inizio Himeko fu tentata di rispondere immediatamente che non era più il Daichi che conosceva e che se si abbassava a certi giocchetti poteva darsi che fosse diventato davvero meschino, poi però ci penso su e cominciò a credere che in effetti non era proprio da lui agire in quel modo tanto avventato e che forse ci doveva essere una ragione valida. Così pian piano la rabbia svanì e si ritrovò a pentirsi di avergli dato quello schiaffo.

-Non preoccuparti Himeko, la prossima volta che lo vedi basta che gli chiedi scusa e vedrai che ti perdonerà subito- al rassicurò Pokotà

La ragazza lo ringraziò per i suoi buoni consigli e gli sorrise. Poi all'improvviso le venì in mente Yumi. Sperava che il bacio che lei e Daichi si erano scambiati fosse rimasto fra loro e che la coppia non avesse problemi; in fondo lei desiderava solo la felicità del ragazzo.

Immersa nelle sue riflessioni, non si accorse del campanello che suonò e di sua madre che la chiamava da sotto, avvertendola che c'era una visita per lei. Se ne rese conto solo quando si aprì la porta della sua camera e vide entrare Simone.

-Scusa, non ti ho sentito arrivare-

Il giovane era stranamente serio.

-Non importa, adesso come ti senti?-

Himeko lo guardò con aria interrogativa.

-Daichi ha detto che eri andata via perchè stavi poco bene e mi sono preoccupato. Per questo sono qui-

Himeko resse il gioco: -Eh già, ho avuto un leggero giramento, ma non c'è da preoccuparsi. Ora sto bene-

Simone la fissò intensamente, dubbioso, tutt'ad un tratto abbassò la sguardo.

-Tu lo ami vero?-

La biondina s'irrigidì a quella domanda inattesa. Che doveva rispondergli?La verità?Ma così l'avrebbe ferito!Lo guardò negli occhi e scorse solo sincerità, così tanto che non volle mentirgli e annuì, arrossendo.

-L'ho sempre saputo, ma non l'ho mai accettato. Forse questa è la volta buona-

-Ma che dici?-

-Dico che è evidente che non sono la persona giusta per fartelo dimenticare. Ho tentato ma mi è andata male-

Himeko abbassò la testa per la vergogna.

-Mi dispiace.Non volevo farti soffrire-

Simone le sorrise:- Mia dolce Hime-chan, non hai nulla da rimproverarti. Non siamo noi a scegliere di chi innamorarci. Sperò solo che te lo dimentichi in fretta, altrimenti avrai ancora molto dolore da sopportare-

-Già- rispose a bassa voce. Era incredula dalla forza che le stava dimostrando. Come faceva a parlarle con dolcezza dopo che lei l'aveva ferito per la seconda volta?

-Simone, senti....-

Il biondino comprese al volo e finse collera: - Basta con i sensi di colpa. Non portano a niente. Spero solo che rimarremo amici-

-Puoi contarci- gli garantì.

Non poteva lamentarsi. Nonostante tutto, aveva ancora al suo fianco un caro amico.

Nei giorni seguenti, Himeko riprese la sua vita di sempre, soprattutto si godette le vacanze con Monica e Isabel, che erano ignare del ritorno di Daichi. Le dispiaceva non vederlo più, ma dopo quel bacio la imbarazzava fare il primo passo per riconciliarsi e poi se c'era una ragione precisa era meglio che fosse lui a farsi avanti, così non si vedettero per un bel pò.

Tutto sommato, riflettendoci, il bacio che le aveva dato al lunapark, anche dopo settimane era impresso nella sua memoria. Era stato dolcissimo, appassionato, ed era il primo dato alla persona che amava. Cercò d'immaginarsi cosa sarebbe accaduto se non si fossero fermati e avvampò. Non poteva lasciarsi andare a certe fantasie, tutt'al più che lui era già occupato. Ma era difficile non caderci.

 

Nella città vicina, l'oggetto dei suoi sogni aveva gli stessi problemi. Da quando aveva deciso di non vedere più Himeko, aveva iniziato una agguerrita battaglia contro il sè stesso che si perdeva nelle fantasie di lei, su quel bacio tanto bramato, così tenero e sensuale.

Si sforzava di tenersi impegnato per evitare di tormentarsi con quei pensieri molto..allettanti. Per questo usciva spesso con l'amico Tetsu e con lui e con i suoi si era dedicato esclusivamente alla ricerca della memoria perduta. E pian piano queste fatiche diedero i primi risultati.

Il secondo ricordo riguardò i suoi genitori e fu merito del fratellino.

Un giorno infatti, Stefano infatti chiese a Daichi di portarlo a giocare con lui. Da quando era tornato a vivere in famiglia, aveva sempre sperato di avere il fratello tutto per lui, ma il ragazzo non aveva mai tempo. In effetti si rese conto anche lui stesso che il bimbo era stato un pò trascurato, così lo portò ai giardinetti a giocare al pallone. Mentre si avviavano, il piccolo, felice, gli spiegò che un tempo passavano ore o ore  assieme in quel modo: Daichi lo accompagnava in piscina, lo faceva giocare all'aeroplano e a tanti altri giochi, si occupava di lui e Stefano era contento quando stava con lui. Quel discorso tanto ingenuo e innocente, detto da una persona che chiedeva solo affetto, rimase impresso nel cuore del giovane e quelle parole continuarono a tornargli in mente per tutto il pomeriggio, finchè un dolore lancinante non lo colpì alla testa.

Stefano si spaventò moltissino alla vista del ragazzo piegato il due e che si tratteneva per non urlare.

- Fratellone, che cos'hai?- Chiese con voce rotta dal pianto.

Per fortuna Daichi era ancora abbastanza lucido da mandarlo via per distorglierlo dalle sue sofferenze:- Nonn ho niente. Non ti preoccupare, adesso mi passa....aaahhhh!!!.....senti fammi un favore: vai a chiamare mamma e papà-

E si strinse la testa con le mani per il male.

-Ma io...- Il piccolo era incerto: non voleva lasciarlo solo, ma doveva per forza andare a chiamare un adulto.

-Vai, ti ho detto!- Ordinò il ragazzo.

Stefano obbedì e corse a più non posso verso casa. Nel frattempo nella sua mente, il malato rivide tutta la sua vita. Il dolore lo stava facendo impazzire, ma sembravano proprio quelle immagini a causarlo. Ragion per cui non volle arrendersi e prestò tutta la sua attenzione a focalizzarle al meglio. Inizio così a ricordare il fratellino e scoprì che le cose che gli aveva detto erano vere, quei ricordi erano pieni di affetto e tenerezza. Insieme a Stefano rammentò anche due figure più adulte. Dapprima non ben definite, poi nella realtà se li trovò di fronte. I suoi genitori.

Vedendolo in quella posizione, si abbassarono per sostenerlo e chiedergli cosa fosse successo.

-Stefano ci ha detto che stavi male, che cosa hai figliolo?-

Non rispose, si limitò a fissare i due adulti chini su di lui, preoccupatissimi. Per la prima volta da quando era lì, comprese fino in fondo chi erano. Aveva ritrovato la sua famiglia. Cercò di trattenere le lacrime, ma non resistette e scoppiò in un pianto dirotto

-Mamma, papà.. io mi ricordo di voi e di Stefano... mi ricordo tutto..-

A sentire quelle parole, per poco la signora non svenne, abbracciò il figlio, felice.

-Daichi. Figlio mio..-

Non riuscì più ad andare avanti, era troppo felice, ma in fondo non c'era nulla da dire, la lacrime di gioia che le scendevano copiose sul viso parlavano da sole. Anche il padre si commosse e dopo aver preso Stefano in braccio, il quale voleva solo andare dal fratello, abbracciò moglie e figlio. Dopodichè tornarono a casa, sicuri che d'ora in poi sarebbero stati una famiglia serena.

Non passò molto tempo che l'amnesia scomparve completamente. Ormai si ricordava ogni cosa del suo passato: la sua vita, i suoi amici...tutto.

Fu allora che rammentò anche la promessa fatta a Yumi: quella di tornare a Osaka.

Gli si stringeva il cuore a lasciare quello che aveva ritrovato con fatica, ma in fondo non era poi una cattiva idea. Avrebbe comunque rivisto la sua famiglia e anche Tetsu.

Ma non gli bastava. Non avrebbe mai più visto Himeko, non avrebbe mai più parlato con lei, non le avrebbe mai detto ciò che provava. Fece un sorriso smorzato. Forse era meglio. L'aveva fatta solo soffrire, non si meritava il suo amore, se mai lo amasse ancora.

Deciso dunque a mantenere i suoi propositi, comunicò a Yumi, che sarebbe tornato con lei nei giro di una settimana, dal momento che mancava poco alla fine delle  vacanze scolastiche. La giovane felice, gli saltò al collo baciandolo con passione, convinta che lui ormai aveva dimenticato la biondina e che era solo suo.

Un dubbio però gli passò per la testa: non voleva che lei lo cercasse.

Perciò decise che l'indomani avrebbe parlato con lei, chiedendogli di lasciarlo stare.

E fu così che Himeko si trovò sull'uscio l'ultima persona al mondo che si aspettava che andasse a farle visita.

- Volevo ringraziarti-

-Ringraziarmi?Per cosa?- La guardò perplessa.

- Per aver aiutato Daichi a recuperare la memoria.Ormai l'ha ritrovata per intero. E' davvero un sollievo. Credimi stava diventando impossibile andare avanti. Meno male che è finita-

La fissò stralunata.

-Daichi ha ritrovato i suoi ricordi?- esclamò felice.

Ora era Yumi ad essere confusa.- Ma come?Non lo sapevi?-

-No, perchè?Avrei dovuto?-

- La sua guarigione è iniziata quando si ricordato di te quel giorno al lunapark-

"Cosa?Allora quando lui mi ha baciato, era il Daichi di sempre! Era questa la ragione?" Alzò gli occhi verso la sua interlocutrice. "ma lei non saprà..no, non è possibile!Daichi deve averle detto solo che si è ricordato di me. Però ora che farà?Se Daichi fosse ancora legato a me sarebbe venuto di persona a darmi la notizia e forse...no, loro stanno ancora insieme, a quanto pare, quindi non gliene importa niente di me." Concluse. "però avrebbe anche potuto dirmelo che era guarito. Proprio non gliene frega nulla, eh?" pensò afflitta.

-A cosa pensi?Alla possibilità che il mio ragazzo possa tornare da te?-. Le rivolse un sorriso malefico.- Mi dispiace ma lui ha già deciso di tornare a Osaka con me-

- Come?- l mondo le crollò addosso.

- Mi dispiace, ma è giusto così. Da quello che mi ha detto lui siete solo amici, forse per te era qualcosa di più, ma credimi è meglio che te lo dimentichi. Io gli sono sono stata accanto nel momento del bisogno e ora ci amiamo. Come vedi non c'è spazio per te-

Non era necessario dirlo, lo sapeva benissimo che il suo era un amore non corrisposto. Quella ragazza era stata al suo fianco dopo l'incidente e da quanto aveva capito erano molto uniti. Si meritava di essere riamata molto di più di lei,  che non faceva altro che cacciarsi nei guai.

Incapace anche solo di respirare, sussurrò solo una frase :- Fallo felice- e se ne andò.

Per tutto il pomeriggio e anche la mattina dopo, tentò di non pensare a Daichi; si tenne impegnata aiutando in casa, andò trovare i suoi amici e l'ultima fu Erika. La ragazza cercò di darle conforto come poteva.

-E così se ne va?-

-Già. Forse è meglio così. Vedere insieme quei due in continuazione sarebbe stato uno strazio. Però cavoli!Per la seconda volta!- Quest'ultima esclamazione la disse con la voce interrotta dalle lacrime che cercava di reprimere.

Erika alzò lo sguardo su di lei: le faceva una pena vederla così giù di morale e non sapeva proprio cosa fare per alleviarle il dolore.

-Hime-chan, piangi pure se vuoi, vedrai che dopo ti sentirai molto meglio-

La ragazza la guardò piena di sorpresa e gratitudine "Come ha fatto ha capire..."

Non si rispose, si limitò ad abbracciare l'amica e a piangere sulla sua spalla. Quelle lacrime, come la pioggia, sfogarono tutto il suo rancore, il suo dolore chiuso a chiave nel suo cuore ormai da tre anni. Per un bel pezzo rimasero abbracciate, in silenzio ed Erika pregò per la felicità dell'amica.

 

Al pomeriggio si rese conto che Erika aveva ragione, si sentiva bene dopo quel pianto.Così, nuovamente piena di energie decise di farsi una bella passeggiata e di godersi la bella giornata, dato che presto sarebbe ricominciata la scuola e quindi non sarebbe più stato possibile. Non volle scegliere l'itinerario, si lasciò guidare dalla fantasia, finchè per fortuna o per sfortuna arrivò alla casa abbandonata.

Per qualche secondo rimase a osservarla incantata.  Decise di entrarci per l'ultima volta, per chiuderla per sempre, poichè quella casa custodiva ricordi troppi dolorosi. Aprì la porta e raggiunse il salotto. Quasi svenne alla vista di Daichi seduto sul divano.

-CHE DIAVOLO CI FAI QUI?- urlò la ragazza per lo spavento. Non si aspettava davvero che sarebbe tornato nel loro rifugio.

-Non urlare, se no finisce che attiri tutto il vicinato- la rimproverò il ragazzo.

Rendendosi conto di aver fatto una sciocchezza, si ripromise di parlare a bassa voce. Gli rifece la domanda.

-Ti stavo aspettando-

-Aspettando me?- chiese sorpresa.

-Conosci qualcun'altro che viene in questa casa?- le rispose secco.

I loro occhi brillavano per le emozioni forti che provavano, ma entrambi avevano giurato di non farsi più coinvolgere.

-Ho saputo che hai recuperato la memoria. Congratulazioni!- gli disse Himeko.

Daichi la guardò stranito.

-E tu come fai a saperlo?-

Non poteva certo dirgli che era stata Yumi, anche perchè ricordare quelle parole dette in modo tanto fastidioso non era piacevole, così preferì stare zitta.

-Un uccellino-gli rispose.

Il ragazzo capì che non voleva dirglielo e lasciò perdere.

- Perché mi stavi aspettando?-domandò lei.

-Bè volevo salutarti. Sai torno a Osaka con Yumi-

"Di nuovo quella frase". Benchè ormai l'aveva capito bene, non l'aveva ancora digerita del tutto e non riuscì a dire nulla, si limitò ad abbassare lo sguardo. Daichi si rese conto di ferirla, ma purtroppo era inevitabile. Anche lui comunque stava male, e la vista di lei triste lo faceva stare anche peggio.

Finalmente Himeko riuscì a parlare seppur flebilmente.- Quando parti?-

-Domani pomeriggio-

Il suo cuore andò in mille frantumi. Che lo dicesse Yumi era un conto, ma che fosse lui a garantire che quella notizia era vera, significava non poter più ignorare la cosa. "Se ne andrà. Stavolta per sempre". Sentì le lacrime agli occhi, non poteva farsi vedere piangere da lui, così tenne lo sguardo ancora basso ed esclamò:

-Bè ti auguro buona fortuna-

Concludendo in quella maniera, alzò il viso per vederlo un 'ultima volta. Ma stavolta fu lui a rimanere colpito: scorse un viso disperato e due occhi gonfi, come se da un momento all'altro dovesse scoppiare. Non potevano lasciarla così! Himeko si voltò e fece per andarsene, ma un braccio di lui la trattenne e l'attirò a sé, fra le sue braccia.

-Il mio maschiaccio! Come farò senza di te!- Dalla voce sembrava che anche lui soffrisse per quella separazione.

A Himeko quel nomignolo non era mai piaciuto, ma ora le pareva più dolce di una carezza. Allora valeva qualcosa per lui.

Si tennero stretti. Quella era l'ultima occasione e volevano imprimersi nella mente l'inebriante sensazione di stare l'uno fra le braccia dell'altro.

Pian piano però, la tristezza lasciò il posto ad un altro tipo di sentimenti ...più eccitanti.

Daichi infatti, sentendola vicina a lui, iniziò a desiderare che quel contatto venisse approfondito; sentiva il suo respiro solleticargli il collo e lo stava letteralmente facendo impazzire. Anche Himeko non era da meno. Quell'abbraccio, dapprima così innocente, ora le stava procurando emozioni talmente forti da scombussolarla. Iniziò a desiderare quindi che si trasformasse in qualcosa di più, almeno per darle un bel ricordo. E fu così che gli fece una richiesta, che mai nella sua vita avrebbe pensato di porre:

-Passa la notte con me-

 

Ringrazio trienne e Kirby che sono come sempre gentilissime a commentare.

Fatemi sapere che ne pensate.

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Capitolo 11
*** I will always love you ***


 

                                       I WILL ALWAYS LOVE YOU

                   -capitolo 11-

 

-Passa la notte con me-

Himeko diventò viola per ciò che era uscito dalla propria bocca. Che cosa avrebbe pensato ora Daichi? Si staccò da lui, imbarazzantissima.

-Scusa, non so cosa mi sia preso-

In effetti, il giovane restò stupito dalla sua audacia. Però solo in un primo momento. Sorrise pregustando quello che sarebbe accaduto di lì a poco.

Intanto la ragazza non sapeva come comportarsi, non la finiva più di scusarsi.

 

-Ti prego scusa..- Non finì la frase, perché Daichi la interruppe con un bacio appassionato.Sul momento si spaventò; non si aspettava una reazione del genere. Resasi conto però, che il ragazzo dei sogni la stava baciando, rispose con tutto l'amore possibile, schiudendo le labbra per lui. Daichi sentendola rilassarsi, obbedì a quella richiesta tanto provocante e timidamente introdusse la lingua nella bocca di lei. Sentire quel calore provocò a entrambi mille brividi di piacere. Si abbracciarono ancora più per permettere alle loro labbra di danzare insieme, per l'ultima volta.

Anche le mani, comunque non erano certe ferme. Quelle del ragazzo continuarono ad accarezzarle la schiena facendola tremare dal desiderio. Mentre la lingua di lei esplorava la sua bocca, giocava con le sue dolci labbra, la mano di lui le s'infilò sotto la maglietta, mozzandole il respiro.

Le piaceva sentire il suo corpo così allacciato al suo. Le sembrava di morire. Era conscia però che sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe potuto averlo così vicino, che avrebbe sentito il suo tocco leggero su di lei.

Non avrebbe più visto quegli occhi infuocati dall'amore.

 

If I should stay
I would only be in your way
So I'll go, but I know
I'll think of you every step of the way
I will always love you
I will always love you

 

Lentamente le fece distendere sul divano, poi si rituffò sulle sue labbra.

Sembrava che volesse divorare quel velluto, assaporarla finché fosse stato possibile. Si staccò solo per ammirarla. Era bellissima: aveva gli occhi semichiusi, respirava velocemente. Era completamente sotto il suo controllo.  Fu allora che si compì la magia. Cercò con gli occhi un'approvazione della ragazza che amava e la colse da uno splendido sorriso. Incoraggiato, la baciò di nuovo e mentre le accarezzava dolcemente il collo e le spalle, era talmente liscia che pareva seta.  Mentalmente si chiesero entrambi come avessero fatto a resistere fino a quel momento, a malincuore quel pensiero portò anche alla realtà del fatto che non potevano stare insieme.


You my darling you.
Bitter sweet memories
that is all I'm taking with me
So goodbye, please don't cry
We both know I'm not what you, you need
And I will always love you
I will always love you

Sul viso della ragazza scese una lacrima, che Daichi baciò, intuendo quei pensieri tristi. .Approfittando di questa distrazione Himeko si mise sopra di lui. Gli slacciò la camicia, baciando ogni parte del corpo che veniva scoperta. Il giovane gemette, mentre sentiva la lingua di lei lambirle il petto ormai nudo, intrufolarla nell'ombelico. Non ce la fece più e si rigirò in modo da averla sotto di sé.

Passo dopo passo, i respiri si fecero sempre più corti, tanto da far girare loro la testa.

Nessuno dei due potè più resistere, avevano la necessità fisica di terminare ciò che avevano iniziato E fu così che i due divennero un unico essere.

Quella era stata la loro notte.

 

I hope life treats you kind
And I hope you have all you've dreamed of
And I wish to you, joy and happiness
But above all this, I wish you love
And I will always love you

Ormai era ora di andare. Le prime luci dell'alba stavano entrando dalla finestra illuminando i loro corpi abbracciati.

A quel bagliore Daichi si svegliò. Ancora assonnato, non capì dove fosse. Arrossì fino alla radice dei capelli quando si ricordò quello che era successo. La donna accanto a lui era stata sua.

Adesso però, era giunta l'ora di lasciarsi. Il cuore gli batteva forte per la tristezza che stava invadendo. Tentò di rincuorarsi, era giusto così.

Sperava solo che lei sarebbe stata felice, che avrebbe avuto tutto ciò che sognava, ignorando che ciò che lei voleva era solo lui. Prestando attenzione a non svegliarla si alzò e si rivestì. Poi per qualche minuto rimase a osservare il suo angelo che dormiva. La baciò lievemente sulle labbra e vide sul suo viso un'espressione serena.

-Ti amo- le sussurrò dopo che si era staccato da lei e se ne andò.

 

I will always love you
I will always love you
I will always love you
I will always love you

 

Quando Himeko si svegliò il sole era già alto. Sorrise al ricordo della propria sfacciataggine quando aveva chiesto a Daichi di passare la notte con lei. Ma il sorriso scomparve non appena si accorse che il ragazzo non c'era più.

"Se n'è andato per sempre" pensò fra le lacrime.

Pensò a Yumi, che aveva ottenuto quello che voleva. Sperava solo che lo riempisse di felicità, perchè era questo che lui si meritava. Tanta gioia. E così lasciò il rifugio.


I, I will always love you
You darling I love you
Ooh, I'll always I'll always love you
Ooh, I'll always I'll always love you

 

Ecco la traduzione della canzone  di Witney Huston:

 

Se dovessi restare non farei che intralciarti

Dunque me ne andrò, ma so

Che penserò a te a ogni passo della mia strada

E ti amerò per sempre

Ti amerò per sempre

Tu, mio caro

Ricordi dolci amari

Questo è tutto ciò che porto con me

Così, addio, per favore non piangere

Sappiamo entrambi che io non sono ciò di cui hai bisogno

E ti amerò per sempre

Ti amerò per sempre

Spero che la vita ti tratti con gentilezza

E spero che tu abbia tutto ciò che sognavi

E ti auguro gioia e felicità

Ma soprattutto

Ti auguro l’amore

Ti amerò per sempre

Ti amerò per sempre.

Mio tesoro ti amerò per sempre

Ti amerò, ti amerò per sempre

Ti amerò, ti amerò per sempre

 

 

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Capitolo 12
*** La festa dell'estate ***


LA FESTA DELL'ESTATE

LA FESTA DELL'ESTATE

          -capitolo 12-

 

ciao ragazzi!Avete visto?ce l'abbiamo fatta!Siamo arrivati all'ultimo capitolo...sigh...mi dispiace così tanto!!Ormai mi ero affezionata a questa fanfiction. Ringrazio tantissimo tutti quelli che hanno commentato e che con le loro critiche mi hanno permesso di migliorare, grazie davvero!

E ora è il momento di lasciarvi all'ultimo capitolo.

Buona lettura

 

E fu così che Daichi tornò nella città dove la sua vita era statà sconvolta. Si trovava in taxi con la sua ragazza e ripensava alla reazione dei suoi genitori quando li aveva informati della sua decisione. Aveva comunicato loro che avrebbe continuato a vivere con loro, ma che avrebbe frequentato il liceo in cui andava  prima delle vacanze. Ovviamente ai suoi bastava sapere che sarebbe restato a casa sua, per cui non avevano avuto niente da ridire. Un pò più dura era stata convincere Tetsu che non era affatto sicuro che quella fosse una buona, d'altronde non erano fatti suoi, per aveva dovuto arrendersi. Ma prima di farlo gli disse qualcosa, che rieccheggiava ancora nella sua mente.

-Stai attento Daichi. Hai avuto una possibilità di essere felice, non è detto che ce ne sia una seconda-

Il ragazzo aveva capito perfettamente a cosa si riferiva l'amico, ma davanti a lui aveva fatto finta di niente. Ora però ricordando quelle parole, era difficile non pensare allo scopo per cui erano state pronunciate. Già, Tetsu lo conosceva abbastanza bene da capire che il problema di quella partenza non erano i suoi che, come menzionato prima, non avevano fatto storie, non era nemmeno il suo migliore amico perchè gli aveva assicurato che sarebbe andato più volte a trovarlo. Il problema è che non avrebbe più rivisto il suo angelo....gli si strinse il cuore...basta!Gli faceva male la testa. Aveva deciso di restare al fianco di Yumi, per cui tutte quelle riflessioni erano solo futili tormenti. Posò lo sguardo sulla giovane dai capelli ricci accanto a lui; avrebbe dovuto sentirsi in colpa per la notte precedente ma non ci riusciva. Come poteva rinnegare il momento più bello che il destino gli aveva donato?A quel ricordo il suo cuore prese a battere più velocemente, no, non poteva negare che erano state le ore più fantastiche della sua vita, ma doveva anche accettare che quello sarebbe rimasto solo un ricordo passato. Intanto Yumi osservava il suo ragazzo pensieroso, con lo sguardo perso nel vuoto. Non era difficile capire a cosa stesse pensando e ne provò fastidio. Possibile che quella biondina fosse tanto importante per lui?Bè, anche se lo fosse stata, ormai non doveva più preoccuparsi, non si sarebbero più rivisti e Daichi l'avrebbe sicuramente dimenticata.

Così tornarono alla vita di sempre, in realtà non fu proprio tutto come prima e Nei giorni seguenti le certezze di Yumi cominciarono a vacillare. I due, visto che mancava poco all'inizio della scuola e non avrebbero più avuto tempo libero, uscivano insieme praticamente tutti i giorni, comportandosi in quelle occasioni come veri fidanzati, almeno questo che ciò che appariva agli occhi della gente. Ma la ragazza non era stupida e si era accorta che qualcosa era cambiato. Sebbene si abbracciavano e baciavano come innamorati, in quei gesti mancava del tutto la passione che li contraddistingue e a volte Daichi era distratto, come se vivesse su un altro pianeta. C'erano momenti in cui il ragazzo non diceva una parola per ore e non l'ascoltava nemmeno. Allora lei cercando di non arrabbiarsi, gli chiedeva cosa avesse, ma lui chiudeva il discorso rispondendo che andava tutto bene e lei non restava che accettare quelle risposte così poco convincenti.

Passarono i giorni e le cose fra loro peggiorarono sempre più. Ormai anche i baci che si scambiavano erano diventati episodi sporadici, spesso Yumi si ritrovava a dover chiamarlo insistentemente per farlo tornare alla realtà e anche quando si tenevano per malo sembrava che fosse più per abitudine che per vero desiderio di stare vicini. I dubbi della ragazza si fecero più forti man mano che passava il tempo e cominciò a pensare che forse Daichi era davvero innamorato di quella ragazza.

 

Nel frattempo a Kazetachi Himeko aveva ripreso la sua vita normale. Soffriva molto per essere stata abbandonata per la seconda volta dal ragazzo che amava, ma non voleva tornare arrogante e prepotente come un tempo. Quei tre anni e soprattutto quell'ultimo periodo erano stati difficili da superare e spesso aveva creduto di non farcela a reggere un dolore tanto forte, ora però capiva che quei momenti l'avevano fatta crescere e maturare. Ora si rendeva conto di non essere sola, ma di avere accanto persone splendide che l'amavano e che l'avrebbe aiutata a sopportare anche quest'ultimo distacco.

Sorrise. Certo stava ancora male. Non l'aveva nemmeno salutato, poiché lui se ne era andato mentre lei ancora dormiva. Ma era stato meglio così non avrebbe retto alla vista di lui che se andava. In fondo non poteva lamentarsi più di tanto, voleva rivedere Daichi ed era stata accontentata, anzi si era pure unita a lui. Avvampò, mentre rammentava quelle sensazioni così intense, che però non avrebbe più conosciuto. S'intristì un poco, ma il malumore cessò immediatamente osservando Pokotà che dormiva beatamente sul suo letto. Il saggio leoncino le era sempre rimasto vicino e anche stavolta non l'aveva delusa. Quando era rincasara con una faccia da funerale, le si era accucciato in grembo in silenzio per darle conforto.

Non solo lui, ma in quei giorni che avrebbero dovuto essere neri e freddi per la tristezza di essere stata lasciata, conobbero un leggero calore dai suoi amici Erika e Simone che la tenevano impegnata per farla ricadere in brutti pensieri. E lei mentre era con loro, li osservava e li ringraziava per il loro appoggio. Soprattutto Simone, il quale visti i precedenti avrebbe potuto fregarsene, ma ora sembrava che anche lui avesse smesso di soffrire e si fosse avvicinato a Erika, e Himeko augurava loro di cuore di tutta la felicità del mondo per quell'amore che presto sarebbe sbocciato.

 

Purtroppo i buoni propositi sono facili da fare, ma mantenerli è tutta un'altra storia. Anche Yumi se ne rendeva conto e le piaceva sempre meno il gelo che era sceso fra lei e il suo Daichi.

Fu così che una sera il gelo si ruppe. Erano usciti per mangiare una pizza ed ora passeggiavano nel parco. Come al solito il corpo di Daichi era lì, la mente a Kazetachi. Ma ormai Yumi si era veramente stufata di quel comportamento. L'aveva voluto con lei a tutti costi, perchè pensava che in fondo anche lui ci tenesse, ma adesso si prendeva coscienza di quanto si era sbagliata. A malincuore doveva ammetterlo che nel cuore del ragazzo non c'era lei. Aveva addirittura pensato che l'avesse solo usata e aveva quindi sfruttato questa sua paura per innescare nel giovane sensi di colpa, rinfacciandogli l'aiuto che lei gli aveva dato quando era convalescente, per farlo tornare da lei. Ma non era questo che desiderara; no, lei voleva essere amata davvero, non per un rimorso ingiustificato. La sua vicinanza era stata di grande conforto al ragazzo nel momento del bisogno, ma era stata una sua scelta spontanea e utilizzarla per forzare dei sentimenti che non esistevano, era un'azione maschina, che gli si stava ritorcendo contro. Forse però poteva fare qualcosa per il giovane che amava.

-E' ora di finirla- lo disse così dal nulla e Daichi la guardò senza capire.

-Voglio dire che è inutile stare insieme ,quando con la mente sei lontano mille miglia-

Il ragazzo si arrabbiò:- Che stai dicendo?Non è vero!Abbiamo deciso di restare insieme e tornare ed eccoci qua,qual'è il problema?-

- Il problema è che non posso sopportare che tu stia con me solo perché ti senti in colpa-

- Che cosa?Come ti viene in mente una sciocchezza del genere?Non é assolutamente vero che sono insieme a te per sensi di colpa- rispose Daichi convinto.

- A sono sciocchezze?- chiese Yumi, guardandolo dritto negli occhi. La sicurezza del giovane venne meno e abbassò il capo non riuscendo più a sostenere lo sguardo. Alla ragazza fece pena vederlo giù di morale e il brutto è che era lei la causa. Con voce dolce tranquilla gli domandò:- Dimmi la verità. Tu l'ami?-

Daichi arrossì e annuì con la testa.

-Allora non stare qui a farti divorare da rimorsi inutili. Mi dispiace per come mi sono comportata. Mi sono sentita tradita e ho pensato che tu mi avessi usato-

-Io non ti ho usato. I miei sentimenti erano sinceri!-

-Ora lo so. Mi dispiace solo per il male che ti ho fatto-

-Non è tutta colpa tua. Io non mi sono curato per niente di come potevi stare e ti chiedo scusa-

Vedendolo veramente dispiaciuto, le fece tenerezza e sorrise:- Adesso basta con le scuse. Spero solo che resteremo amici-

Sorrise anche lui- Ci puoi contare-

-Bene ora che pensi di fare-

Daichi la guardò perplesso.

-Intendo con Hime-chan. Che farai?-

Rimase sorpreso, non si aspettava proprio da lei una domanda del genere.

-Non ne ho idea. Insomma da una parte vorrei tornare da lei, ma finora non le ho causato che dolore..forse sarebbe meglio lasciarla stare- aggiunse. -No, o giusto che le cose restino così, e poi chissà magari mentre stiamo e qui è con un'altro-

Fece in tempo a finire la frase che Yumi gli diede un leggero schiaffo sulla guancia.

-Non fare il vigliacco. Le paure si devono affrontare e se non vai da lei non saprai mai si ti rifiuterà o no!-

-IO AVREI PAURA?-s'irritò Daichi

Ma la sicurezza di Yumi era più forte del suo orgoglio. - Moltissima-

- Hai ragione, però non lo so se voglio tornare indietro-

-Riflettici su-

Così s'incamminarono verso casa da veri amici.

Intanto a Tokyo e nei dintorni si stavano preparando addobbi, bancarelle, giochi, tutto il necessario per la festa della fine dell'estate. Ogni ragazza era indaffarata a organizzarsi quella meravigliosa serata e a cercare il kimono più bello.Anche a Yumi piaceva molto quella festa, e notando che Daichi era depresso,gli venne l'idea che forse l'avrebbe tirato un pò  e poi non c'era nulla di male a chiedere ad un amico di accompagnarla. Anche lui fu d'accordo e così presero il pullman e andarono a Tokyo a divertirsi.

 

Ma non erano gli unici, la gente proveniente dalle città vicine si riversava sulle strade per godersi quella festa adatta a tutte le età, fra cui anche Himeko, Monica e Isabel, rigorosamente vestite con il kimono, le quali gironzolavano per le bancarelle.

Se le gustarono tutte, assaporando appieno l'allegria ceh sprizzava da ogni angolo, finché non arrivarono alla fine del viale. Lì si trovarono di fronte una pista ballo non molto grande ma piena di gente che ballava sulle note di una canzone romantica. Si guardarono intorno per vedere so c'era quancuno che conoscevano e a Himeko mancò un battito quando vide che fra i ballerini erano presenti anche Daichi e Yumi. Anche Isabel e Monica se ne accorsero.

-Ma quello non è Daichi-

-Sta ballando con una ragazza, com'è possibile?- esclarono sconcertate. Le due ragazza non sapevano del ritorno di Daichi e della sua amnesia, non erano a conoscenza neanche del fatto che Himeko e il ragazzo si erano incontrati, quindi erano nella situazione dell'amica qualche mese fa. Deluse dal comportamento del loro ex-amico, tentatono di confortare Himeko.

-Non te la prendere, in fondo non lo vedi da tre anni, lascia stare perchè non ce ne andiamo da qualche parte?- chiese Isabel con dolcezza.

Monica le fece eco- Ha ragione, non vale la pena di star male per chi non ti merita-

-A me....non me ne frega niente- disse con rabbia la giovane, e se andò. Ma non potè fare che pochi passi che venne presa per un braccio dall'oggetto di interesse delle tre ragazze. Quando l'aveva vista ai bordi della pista con quel kimono addosso, che metteva in evidenza il suo splendido corpo, era andati in tilt e nonostante i suoi dubbi e le sue paure, le gambe si erano mosse autonomaticamente verso "il suo maschiaccio"

- Ti devo parlare- disse con voce flebile, ma decisa.

-Non c'è nulla da spiegare, lasciami stare- rispose Himeko, voltandosi dall'altra parte.

-Non che non ti lascio!Ascoltami tu hai frainteso tutto-

Ma la ragazza non gli dava retta: - Non devi giustificarti di niente. State insieme, no. L'hai detto tu. E adesso lasciami- Con uno strattone si liberò dalla presa di Daichi. Monica e Isabel e un pò più distante Yumi osservarono la scena senza intervenirem perchè conoscevano la testardaggine e l'orgoglio dei due amici.

Il ragazzo non mollò e prese Himeko per le spalle e la fece voltare velocemente.

-Cavoli!Ti chiedo solo di ascoltarmi!-

La biondina cercò di liberarsi dalla stretta.-ADESSO, BASTA LASCIAMI HO DETTO!CHE ACCIDENTI VUOI DA ME-

- ma ascoltami-

-E PER COSA PER SENTIRMI DIRE QUANTO SIETE FELICI, MA VAI AL DIAVOLO!- urlò la ragazza.

-Ora mollami,insomma, perchè mi fa questo? non capisci che così mi fai anc..-

-IO TI AMO!- Himeko s'interruppe di colpo.

-Ti amo- ripetè Daichi, sorridendo.

Non credeva a quello che aveva a detto, l'amava?

-Anch'io- rispose timidamente.

A quelle parole un'intensa voglia di stringerla fra le braccia lo invase. Le porse gentilmente la mano.

-Vuoi ballare?-

Himeko emozionata, sorpresa, felice, mise la propria mano sulla sua. Non avevano bisogno di parole per chiarirsi, bastava uno sguardo. Senza staccare gli occhi l'uno dall'altro, arrivarono al centro della pista e iniziarono una danza lenta che riscaldò gli animi dei due innamorati. Non si preoccupavano di ciò che sarebbe accaduto in futuro. Il loro rapporto così speciale era resistito a tre anni di separazione, ai rimorsi e ne erano orgogliosi. Ma non aveva importanza il passato che era già trascorso,nè il futuro che doveva ancora venire. No, contava solo il presente, perchè era lì e nel presente erano l'uno fra le braccia dell'altro. Insieme.

 

E' finita. Sono tristissima!!!!!Però spero che nel complesso la mia fanfiction vi sia piaciuta e che abbia invogliato qualcun'altro a scrivere su questo anime, che secondo me è fantastico, ma che da anni non vediamo e ormai se ne sono scordati tutti.

E' ora di lasciarvi ragazzi, ma mi raccomando commentate anche questo capitolo.

Baci

Shirin

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