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Era una calda sera d'estate e una ragazza, appoggiata al davanzale
della finestra della sua camera, aveva lo sguardo perso nel blu del cielo
puntellato qua e là dalla bianca luce delle stelle.
A vederla pareva una ragazza normale, se non fosse che come suo migliore amico
aveva un peluche e altri suoi amici abitavano in un altro mondo, al di là del
cielo che stava osservando. Il suo nome era il mondo della magia, ed era
popolato da persone che fisicamente erano i sosia di altri che abitavano sulla
Terra, ma caratterialmente completamente diversi.Inoltre questi erano tutti
dotati di poteri magici incredibili.
Himeko era venuta a conoscenza di quel mondo tre anni prima. Una sera, infatti,
una ragazza identica a lei era entrata dalla finestra della sua camera, e le
aveva donato un fiocco magico; in più aveva dato la voce al suo pupazzo
preferito, Pokotà, affinché l'aiutasse ad imparare ad usare e ad avere cura del
suo regalo speciale. Da quel giorno aveva vissuto tante e fantastiche avventure,
che l'avevano fatta maturare e che le avevano permesso di stringere amicizie
meravigliose.
Amicizie che le avevano fatto capire che lei andava bene così com'era, che non
era solo un semplice maschiaccio, ma anche una ragazza allegra, sempre pronta a
tirare su di morale chi ne avesse avuto bisogno.
Amicizie sempre presenti nei momenti difficili, sempre pronte ad aiutarla ad
uscire dai guai, e a quel tempo, lei nei guai ci sguazzava che era un piacere,
complice anche il suo fiocco, che usava troppo spesso a sproposito.
Quelle grandi amicizie in quei tre anni le erano rimaste vicine, anche dopo che
aveva restituito il magico oggetto.
Bè vicine...non tutte..grandi amicizie...lo erano tutte?
Pokotà era il suo migliore amico e lo sarebbe rimasto per sempre E così anche
Erika, la saggia principessa di quel mondo strano. I suoi abitanti le avevano
concesso di mantenere i contatti.
Monica e Isabel, non sapevano niente di tutto questo, ma le adorava.
Ma Daichi....
Proprio a causa di quel pensiero i suoi ricordi si fecero più tristi.
Ci era ricascata!Anche dopo anni che non si vedevano, pensava ancora a lui, e il
dolore la avvolgeva come un serpente stringe la sua preda.
Allora lui le era sempre stato pronto ad aiutarla, a confortarla, a farle
battere il cuore all'impazzata quando le regalava uno dei suoi sorrisi
mozzafiato, o quando per sbaglio si sfioravano.
Erano sempre stati vicini, nonostante le amiche di lui( ma ve le ricordate?ogni
tanto ne spuntava fuori una nuova), le loro litigate, i suoi mitici calci in
faccia(Erano portentosi!Cavoli gli lasciavano il segno della scarpa).
Nonostante tutto ciò le cose fra loro erano le stesse, e lei era sicura che non
sarebbero cambiate.Almeno era ciò che credeva lei. Ma era stata solo un'ingenua
al solo pensarlo.
Una folata di vento le sfiorò il viso e la riportò alla realtà.Si guardò
intorno, la sua camera, Pokotà che dormiva sul letto. Guardò l'orologio sopra di
esso. 00:30.
Era tardi. Si era talmente persa nei suoi pensieri che non aveva tenuto conto
dell'ora.
Si mise il pigiama e s'infilò sotto le coperte, che data la stagione, erano
leggere, e cercò di dormire.
Ma i ricordi che l'avevano stuzzicata, tornarono inesorabili, benché lei
cercasse di scacciarli.
Tre anni prima il padre di Daichi si era trasferito per lavoro in un'altra
regione, e il figlio, come il resto della famiglia, lo aveva seguito.
Le ritornò alla mente il giorno della partenza, quando era andata da Daichi,
decisa a rivelargli i suoi sentimenti; ma anche lui stava per dirle qualcosa, e
l'imbarazzo di aver parlato insieme li fermò. Poi però sul punto di andarsene,
lui l'aveva preceduta con quella frase dolcissima: "Sai, mi piaci con quel
fiocco", e lei non gli aveva più detto niente. Si ricordava che il quel momento
il suo cuore batteva tanto forte, che aveva paura che scoppiasse, e delle
lacrime che le avevano offuscato la vista di quell'auto, che diventava sempre
più piccola, man mano che si allontanava.
Si ricordava anche della gioia provata quando il giorno dopo lo aveva visto in
classe, poiché Daichi aveva deciso di non lasciare la sua scuola.
Avevano ricominciato a frequentarsi come e più di prima, però solo fino alla
fine delle medie.
Infatti, dopo alcuni mesi di liceo, aveva deciso di seguire la sua passione e si
era messo in viaggio mollando tutto.
All'inizio si sentivano spesso, ma poi pian piano era sparito, lasciandola nello
sconforto.
Un moto di rabbia la invase ripensando a quei tempi e s'impose di non pensarci
più.
Cavoli!lei l'indomani avrebbe avuto la scuola, non poteva permettersi di andarci
stanca per uno stupido, che non si meritava niente.
In fondo durante tutto quel periodo era cambiata molto sia fisicamente sia
caratterialmente.
Per quanto riguarda il suo aspetto, era diventata più alta, i suoi biondi
capelli ormai le arrivavano fino a metà schiena. Non poteva lamentarsi neanche
del suo fisico. Certo non era una top-model, ma era diventata molto più carina
rispetto ai tempi delle medie; e per accorgersene bastava notare che i ragazzi
che le venivano dietro erano aumentati, e anche quelli che non avevano un debole
per lei, comunque la guardavano in modo diverso. Alle medie lei era il
maschiaccio per eccellenza, ma era ugualmente popolare per la sua allegria.
Adesso invece non le veniva più detto “sei simpatica” ma “sei una bella
ragazza”, “wow che figa”.Era molto orgogliosa di ciò, aveva invidiato sua
sorella così tanto un tempo, per la sua bellezza, che arrivare quasi ai suoi
livelli, la soddisfaceva in una maniera incredibile. Quasi però, non del tutto
perché se poteva dirsi contenta del suo aspetto,la stessa cosa non valeva per il
suo modo di fare, perché se prima era sempre sorridente, felice, e infondeva
serenità in chi le stava accanto, dopo che Daichi l’aveva lasciata era diventata
triste, scontrosa,aveva sempre la testa fra le nuvole, e non le importava più di
niente; e per questo suo atteggiamento finiva spesso a litigare con le sue
amiche, Monica e Isabel, le quali inutilmente cercavano di farla reagire, di
coinvolgerla, di farle dimenticare il passato, ma capivano anche loro che la
maggior parte delle volte non venivano neanche ascoltate.
Con Pokotà ed Erika era diverso, era molto legata ad entrambi, e con loro
riusciva ad essere se stessa e a sfogarsi.
Però se gli veniva in mente di chi era la colpa di tutto questo gli veniva una
rabbia….Basta!! Doveva dormire!!
Non era la prima volta che non ci riusciva perché continuava a pensare a
quell’egoista, poi però la mattina era sempre intrattabile.
E quella notte sembrava dovesse succedere la stessa cosa, allora si alzò, e
cercando di non svegliare i suoi famigliari, scese in cucina e si preparò una
bella camomilla. Dopo averla bevuta ritornò in camera, si rimise nel letto e
pregando di fare bei sogni finalmente si addormentò.
E qui finisce il primo capitolo. Bè spero che, nonostante gli eventuali errori
di ortografia,vi sia piaciuto.in ogni caso qualunque cosa pensiate fatemela
sapere,bella o brutta non ha importanza,ma solo così posso migliorare…
Era mattiva,tutto taceva. Himeko e il suo pupazzetto dormivano beatamente,
avvolti dal calore delle coperte, fino a che...
DRIIIINNNN!!!!!!!!!!!!!!!!
Hime-chan, al suono della sveglia, si stropicciò gli occhi con la calma più
assoluta. Intanto Pokotà ancora dormiva. Mezza addormentata prese in mano la
sveglia. Segnava le 8.30.
-LE 8:30!!!!!!ACCIPICCHIA, COM'E' TARDI!!!!-
Urlava come una pazza e continuando così, si alzò di scatto, cosicchè pokotà
fin' per terra.
- Ehi, ma che succede?- chiese Pokotà ancora intontito.
- Sono in ritardo!!!!!!!Cavoli, non ce la farò mai!!!!- disse Himeko-, mentre
cercava di infilarsi la divisa scolastica, cercava lo zaino e cercava di
calmarsi, tutto contemporaneamente.
Dopo aver fatto tutto ciò, salutò Pokotà con l'intenzione di andare a fare
colazione .
- Buona giornata Pokotà, anzi buona lettura di fumetti- disse, sapendo bene che
non avrebbe fatto altro tutto il giorno.
- Buona giornata a te- rispose il leoncino con un dolce sorriso sulle labbra,
che faceva capire quanto pregustasse l'idea.
Scese in cucina,e trovando già la tavola apparecchiata per la colazione,senza
nemmeno sedersi,spalmò velocemente della marmellata su una fetta biscottata.Se
la mise in bocca e corse verso la porta d'ingresso.Intanto i presenti (la
famiglia di Himeko ovviamente)sospiravano rassegnati di fronte alla sbadataggine
della ragazza.
-E' mai possibile che tutti i giorni è sempre la stesse storia?-sentenziò sua
madre,abbastanza irritata.
-Senti mamma,non ho tempo di ascoltare le tue prediche.Falla finita che se no a
scuola non ci arrivo più-rispose Himeko, evidentemente nervosa.
Suo padre intervenì: - Come ti permetti di rivolgerti a tua madre in quel modo,
chiedile scusa!-
-ma la finite di scocciare?io devo andare-
-Himeko stai esagerando!- ribattè Enny.Era davvero delusa dal modo di fare di
sua sorella,una volta non avrebbe mai parlato in quella maniera aggressiva.
-Ti ci metti anche tu adesso?-
-Enny ha ragione.Sei cattiva!-rispose la piccola Yucci.
Adesso era troppo!Tutti contri di lei!Perfino una bambina delle elementari si
divertiva a ficcare il naso nei suoi affari.
-A pure tu?Magnifico!Pure tu a rompermi le scatole!.E' COSì DIFFICILE CAPIRE CHE
VOGLIO ESSERE LASCIATA IN PACE!!!!- Urlò tanto da far scoppiare in lacrime la
sorellina.
Ma non se ne curò.E mentre Enny cercava di calmare la piccola e sua madre la
rimproverava per lo scatto avuto,senza ascoltare nessuno, aprì la porta e se ne
andò a scuola.
Intanto Pokotà,dalla finestra della camera della ragazza,la guardava andare via,
preoccupato.Aveva sentito il litigio fra la sua padroncina e i suoi famigliari e
la sua prepotenza non le era piaciuta per niente.
Quando arrivò, per sua fortuna le lezioni non erano ancora iniziate,e questo la
fece calmare un poco.Poi vide davanti al cancello che c'erano Monica e Isabel ad
aspettarla e andò loro incontro col sorriso sulle labbra.
- Era ora che tu arrivassi-
"Anche loro?Ma allora è un vizio!".Però non aveva voglia di prendersela con le
sue amiche, in fondo l'avevano aspettata.- Scusatemi!-
-Non hai sentito la sveglia,neh?Sei sempre la solita!- - Va bè ti
perdoniamo,tanto non servirebbe a niente-.
A quell'ultima frase arrossì perchè un pò si vergognava.
Iniziarono ad entrare quando videro un ragazzo,alto con i capelli scuri e l'aria
gentile che veniva verso di loro e Monica fece un sorriso a 32denti: era Tezu.
Egli dopo aver salutato Isabel e Hime-chan,si avvicinò a lei e le diede un lieve
bacio sulle labbra per darle il buongiorno.Quando si staccarono arrossirono
entrambi,poichè erano timidi e si vergognavano a mostrare le loro effusioni in
pubblico, anche se non ne avrebbero mai fatto a meno.Rimasero persi nei loro
sguardi per una manciata di secondi,quando..
-mmm - Himeko simulò un colpo di tosse che li fece allontanare l'uno dall'altra.
-Scusate se esistiamo,ma noi dovremmo entrare in classe-
Monica,ribattè imbarazzata - Scusatemi,ci siamo fatti trasportare-
Isabel con un'occhiata rassicurante, le fece capire che non c'erano problemi,ma
Himeko non era tanto condiscendente.
- La prossima volta ditecelo così togliamo il disturbo-disse con tono arrogante.
Isabel cercò di farle chiudere la questione - dai Hime-chan! sono innamorati che
problema c'è,in fondo non fanno nientedi male-
Loro sapevano il motivo del suo comportamento e come gli altri suoi amici
lasciavano correre,ma a volte esagerava davvero..
Himeko,sentendosi da sola contro tutti,lasciò finalemente correre:
- Fate come volete-
Monica le sorrise felice.
- Grazie Hime-chan!Bè allora noi iniziamo ad andare a avanti-
Detto questo la ragazza prese Tezu per mano e insieme entrarono nell'edificio.
Dopo che se ne furono andati,borbottò:
-Non capisco come sia possibile stare sempre insieme in quel modo.Possibile che
non si siano ancora stancati?-
Isabel le rispose con calma:
-Andiamo, cerca di capirli,sono innamorati-
-Innamorati?Lo sono da tre anni e da tre anni sono appiccicati con la colla-
rispose Himeko evidentemente scocciata per una situazione che a lei pareva
assurda.
-Bè,ma se a loro va bene così,perchè te ne devi preoccupare tu?In fondo se la
nostra amica è felice così,noi non possiamo fare altro che esserlo altrettanto
per lei-
- A ME NON ME NE IMPORTA NIENTE DI QUEI DUE!!SE A LORO PIACE TANTO TUBARE
PERCHE' NON SI PRENDONO UNA STANZA?- gridò con tutto il fiato che aveva in
gola,ma appena ebbe finito,si pentì subito di ciò che aveva detto,stavolta era
andata troppo oltre..
- Mi dispiace...io...non volevo..-
Ma le sue scuse finirono nel vuoto,per la prima volta vide la sua amica,così
saggia e pacata,livida di rabbia.
-A è così che la pensi?Non te ne importa nulla di noi!E' così?Bè sai cosa ti
dico?Che a noi siamo stanchi di te e della tua arroganza.Finora siamo stati
pazienti con te perchè soffrivi e pensavamo che avevi bisogno di tempo,ma adesso
è troppo!-
Himeko cercò di ribattere,ma le sue parole sincere la colpirono
profondamente,cosicchè se ne rimase zitta((forse è meglio.Cavoli stavolta l'hai
fatta grossa,neh?).
-Io capisco che tu soffra per Daichi,ma non è giusto che scarichi la tua rabbia
su di tutti quelli che incontri,non siamo i tuoi capri espiatori!-
-Mi dispiace tanto, io non volevo dire quelle cose,è solo che ..-
-Ti dispiace?Sai cosa me ne faccio dei tuoi dispiaceri?Ti avverto Hime-chan che
se continui rimarrai sola- fece una lunga pausa poi continuò con freddezza: - Ma
forsa è quello che vuoi-
- Non è vero-
- Non me ne frega più nulla,e adesso scusami ma ho lezione-
Detto questo se ne andò,lasciando Himeko senza parole.
Entrò in classe anche lei e poco dopo iniziò la lezione;e poi ne seguirono delle
altre,ma lei,per tutto il tempo non fece altro che pensare alle parole di
Isabel: l'avevano ferita,ma sapeva che aveva ragione. In quei tre anni aveva
trattato in modo aggressivo chiunque cercasse di starle vicino,e nessuno di loro
meritava questo.
Finita la scuola, era sempre molto impegnata,continuava a dedicarsi a teatro ed
era entrata a far parte della squadra di calcio femminile del liceo(Bè con
quelle doti..).Però quel giorno era distratta,pensava a Monica, che aveva, a sua
insaputa,offeso: lei era veramente felice con Tezu. E se lo meritava davvero.Era
una brava ragazza,sempre gentile con tutti,sempre col sorriso sulle labbra.
Era contenta che la sua amica,una volta a caccia di un fidanzato,avesse trovato
un bravo ragazzo con cui stare bene,era contenta solo che..stava male a vedere
ciò che desiderava anche lei,desiderio ormai in frantumi.
Così facendo rivisse il passato che voleva dimenticare e che Isabel le aveva
sbattuto in faccia con la sua schiettezza.
Ricordò Daichi che le annunciava la sua decisione di partire per un viaggio in
giro per il mondo,al momento non gli credette e lo prese in giro,poi notando la
serietà nei suoi occhi,si rese conto che faceva sul serio e s'intristi all'idea
di non vederlo più.Lui se ne accorse e le promise che si sarebbero sentiti,che
le avrebbe telefonato,che un giorno sarebbe tornato.Forse troppe promesse per
essere mantenute.
Nonostante ciò, Daichi ebbe il potere di rassicurarla e lo lasciò partire con il
tacito accordo che sarebbe cambiata,diventando una persona di cui avrebbe potuto
essere orgoglioso,così quando sarebbe ritornato gli avrebbe rivelato i suoi
sentimenti senza esitazioni.
Le cose però non furono tanto semplici.Daichi infatti,dopo qualche mese che era
partito,aveva chiuso i contatti.Per Himeko era come se il mondo le fosse
crollato addosso.Non avrebbe mai creduto che sarebbe arrivato ii giorno in cui
l'avrebbe lasciata sola.Cavoli!Ne avevano passate tante ed erano rimasti sempre
insieme.Si ricordò delle lacrime che aveva versato,aveva pianto talmente tanto
che le sembrava di non avere più lacrime.
Le mancava da impazzire;stava malissimo,e ciò che la faceva soffrire di più era
il pensare che la improvvisa scomparsa di Daichi era legata a lei.Ciò
nonostante,non chiese niente alla sua famiglia,aveva paura di cosa le avrebbero
detto.Inoltre la sua sorellina Yucci e il fratellino di Daichi Stefano si
vedevano spesso,e quando la piccola chiedeva del fratello maggiore,lui le
rispondeva che stava bene e che con la sua famiglia si faceva sentire.Da ciò
dedusse che lui ce l'aveva solo con lei.Allora iniziava a ipotizzare cosa fosse
successo:: magari lui aveva conosciuto un'altra,e visto che la loro "amicizia"
era molto intima,Daichi aveva preferito chiudere una relazione scomoda dal punto
di vista sentimentale(che frase contorta!);oppure lei aveva fatto qualcosa di
sbagliato senza accorgesene e lui non gliela aveva perdonato...oppure...era
inutile scervellarsi per cercare di capire quell'idiota.In ogni caso si era
comportato da vigliacco,sparendo in quel modo.
Anche in quel momento durante le lezioni,durante gli allenamenti si perse nei
nei suoi pensieri tristi,che anche quella volta,come spesso succedeva,le
causarono una bella strigliata dall'allenatrice:
- Hai sbagliato di nuovo-
- Mi scusi-
-Possibile che hai sempre la testa fra le nuvole?Se non hai voglia di allenarti
vattene!Non abbiamo bisogno di qualcuno che sia in squadra che faccia numero-
Era l'ultima cosa che lei voleva. Ci teneva a quello sport e non voleva che
niente le causasse problemi,neanche lei stessa.
- No,la prego non mi mandi via.Mi dispiace tanto.Le prometto che mi impegnerò al
massimo-
-Ma per favore!Ma chi vuoi che ti creda.Tutti i giorni è sempre la solita
storia. Hai grande talento, lo ammetto,ma il tuo comportamento da incosciente
rallenta il ritmo della squadra e non posso permetterlo. Mi dispiace-
Quando disse quel "Mi dispiace", a Himeko era parsa fin troppo seria e si era
spaventata.La stava davvero cacciando!.In un secondo ripensò alla discussione
coi suoi,alla sfuriata di Isabel,ai numerosi rimproveri della donna davanti a
lei. Per la prima volta si rese conto che aveva ragione. A causa del suo modo di
fare stava lentamente perdendo tutto: i suoi amici, la sua famglia e adesso la
sua squadra. Non poteva poteva permetterlo;lei a teneva a tutto questo e
molto.Non avrebbe mai lasciato che anche loro la abbandonassero. Così..
La sua allenatrice se ne stava andando e lei la fermò.
-No, aspetti la prego, lo so che ho sbagliato, ma voglio rimediare. Mi dia un'
ultima possibilità.Le prometto che non se ne pentirà e se invece dovesse
avvenire il contrario, me ne andrò senza protestare. Che ne dice?-
Alla donna quelle parole sembravano stranamente sincere.
-Ti giuro che se ti ripesco con la testa chissà dove, ti sbatterò fuori di
qui,prima che tu abbia il tempo di dire ah-
L'aveva perdonata
-Grazie,grazie. Non la deluderò-
- Allora smetti di gingillarti a torna in campo-
Ubbidì e le mostrò di cosa era capace: scaratava gli avversari con facilità, era
in perfetta sintonia con gli altri suoi compagni e fece un goal fantastico.
Alla fine l'allenatrice,entusiasta per il suo rendimento, si complimentò
incoraggiandola a continuare così.
Tornò a casa più sollevata,decisa a rimediare a gli errori che aveva
compiuto.sperando che la sua famiglia e i suoi amici la perdonassero.
Sentiva il cuore più leggero.Era felice,tanto che non si accorse che qualcuno
aveva assistito ai suoi allenamenti da lontano e la stava seguendo senza mai
distogliere lo sguardo dalla sua persona. E quella figura era ben decisa a
sconvolgere i suoi piani.
Bè che ne dite?interessante, noiosa, da buttare? Fatemi sapere!
- Daichi!Allora ti vuoi muovere?-
- Daichi!Sei il migliore!-
L’attenzione era rivolta unicamente verso quel ragazzo dai capelli scuri. Fermo,
continuava a palleggiare e osservava i movimenti dei suoi avversari. Non si
curava degli schiamazzi rivolti a lui; era abituato ad avere gente che lo
insultava per invidia, amici che lo incitavano e ragazze attorno di continuo.
Sui volti dei giocatori dell’altra squadra c’erano sorrisi malefici, erano
sicuri di vincere.
Ma anche Daichi lo era infatti dopo una manciata di secondi, prese la rincorsa e
continuando a palleggiare la palla (per chi non l’ ha capito è una partita da
basket), scartò gli avversari e si avvicinò al canestro.Aveva superato tutti,
mancava solo un giocatore, posto proprio davanti al traguardo. Saltarono
insieme, ma Daichi più in alto e fece entrare la palla nel canestro, sotto lo
sguardo rabbioso del vicino. Dopodiché si sentì un boato. La partita era finita
e avevano vinto!Tutti esultarono e la squadra di Daichi si congratulò con lui
- Bé sono sempre il migliore!-
- Presuntuoso-
-Dai, solo per questa volta ti offriamo noi la pizza-
- Ci mancherebbe che la devo pagare io.In fondo avete vinto grazie a me-
- Ma quanto è modesto questo ragazzo-
Gli prese scherzosamente la testa sotto braccio senza fargli male, mentre gli
altri davano loro corda.
-Forse anche troppo.Finiremo per riconsiderare la nostra offerta-
Daichi si liberò dalla stretta, mentre i suoi compagni sghignazzavano.
- Va bene, va bene la smetto. Però adesso andiamo. Sto morendo di fame-
E così quest'allegra brigata si avviò verso un fast food lì vicino.Ne uscirono
solo dopo essersi abbuffati, sfottuti un pochino e aver fatto disperare le
cameriere; insomma dopo aver brillantemente festeggiato.
Usciti, se la spassarono ancora un po’ fino a quando non si stancarono e
decisero di tornare ognuno a casa propria. Anche Daichi stava per fare lo stesso
ma appena lasciati i suoi amici..
Una dolce e irruente ragazza gli corse incontro e gli buttò le braccia al collo.
-DAICHI, DAICHI!Dove sei stato?E’ tutto il giorno che ti cerco!-
Il povero ragazzo, un po’ imbarazzato rispose con la solita facciata da duro:
-Secondo te?Stavo festeggiando con gli altri la vittoria-
Yumi (si chiama così), per nulla scoraggiata..
- Sì. Ho saputo.Siete stati bravi!-
-Tsk. Era scontato-
-Eh, già. Non ribatté nulla, sapeva quant’era orgoglioso e arrogante e fino a
quando non esagerava, lo lasciava fare.
- E adesso che dove pensavi da andare?-
- Che razza di domande?! A casa ovviamente!Sono stanco e l’unica cosa che voglio
fare è farmi una doccia e andare a dormire. –
Lo disse con un tono davvero scocciato, quasi infastidito;e Yumi ci rimase un
po’ male.
-Ah! Capisco. Bè allora tolgo il disturbo. Ciao. Ci vediamo-
Ma Daichi si accorse di quel tono un pò triste e mentre la ragazza stava per
allontanarsi,l’abbracciò da dietro.
- Naturalmente dopo aver bevuto una bella bibita fresca. Ti va di venire da me?-
Continuò con voce sensuale - ..e poi i miei non ci sono…-
A quella frase Yumi avvampò. Stavano insieme da qualche mese, e avevano
raggiunto un buon livello di intimità, ma non tale da..e quella frase era stata
pronunciato in modo tanto malizioso…
Daichi notò il suo sguardo un po’ assorto.
-A che cosa pensi?-
-a..a niente…davvero- rispose un po’ rossa. Non glielo avrebbe detto neanche
sotto tortura.
- Ah sì?ma guardati,sei tutta rossa.Pensavi a cose sconce,neh?-
- Non è vero-
La situazione per lei si stava facendo davvero imbarazzante mentre lui si
divertiva da matti. Alla fine Yumi sbuffò e se ne andò avanti
- Oh!Insomma smetti di prendermi in giro!-
- E dai,non arrabbiarti-
Lo disse con quel tono così dolce a cui lei non sapeva resistere. Così si
voltò,andò verso di lui e gli diede un leggero bacio sulle labbra.
- E’ un perdono?-
Rispose lui, senza allontanare troppo le sue labbra dalle proprie.
- Può darsi-
Non potendo attendere oltre,Daichi la baciò; e quel bacio dapprima a fior di
labbra, divenne sempre più appassionato,tanto da lasciare entrambi senza fiato
una volta staccatisi.
S’incamminarono. Stavolta senza dire una parola. Felici solo di essere insieme.
Avevano passato momenti brutti un tempo, ma adesso le cose sembravano volgere al
meglio.
Durante il silenzioso tragitto Daichi pensava alla ragazza al suo fianco.
Pensava a quando era entrata nella sua vita.
Pensava a quanto avevano dovuto sopportare. E la maggior parte dei problemi
erano suoi;eppure per Yumi non aveva avuto importanza. Gli era rimasta accanto
da quando lo aveva conosciuto, sostenendolo e aiutandolo, senza rinfacciargli
niente.
Il suo sguardo si posò sulla figura a fianco. Era davvero bella…aveva dei
morbidi e ricci capelli castani, piacevoli da accarezzare…un fisico niente male,
certo non era una top-model, ma era il fatto che era di bassa statura e
abbastanza magra, gliela faceva apparire tanto piccola e carina che inteneriva
anche un duro come lui…e il suo viso era dolcissimo…gli occhi erano di colore
azzurro, e gli sembrava simile al cielo sereno…lo attraeva molto.
Yumi non si accorse delle attenzione che il suo ragazzo le rivolgeva.
Per quanto la riguardava era contenta, aveva sempre avuto una vita tranquilla,
non aveva mai avuto da lamentarsi, ma le era parsa sempre un po’ monotona. Poi
all’improvviso era arrivato questo splendido ragazzo a riempirle le giornate. E’
vero con lui si erano aggiunti una marea di problemi, e all’inizio lo ammetteva
Daichi non lo sopportava davvero;non aveva avuto voglia di occuparsi di lui. Poi
man mano che passava il tempo gli si era affezionata, per un pezzo non se ne era
accorta neanche lei, ma alla fine aveva dovuto cedere al suo cuore. Ed ora tutto
sommato poteva dirsi soddisfatta,qualche mese prima aveva scoperto che anche lui
provava gli stessi sentimenti e si erano messi insieme. Era stata felicissima
quando lui aveva detto di piacergli.
Flash Back
- Senti Daichi, ti devo parlare-
- Anch’io-
- Va bene allora prima tu-
- Io volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me..senza di te
probabilmente non sarei qui a parlare con te. Grazie!-
Yumi non ci credeva. La stava ringraziando? Un momento. Quello poteva essere il
ringraziamento di un amico, era solo quello che voleva dirle? “Sarà sicuramente
così”. Era triste, perché era convinta che lui la vedesse solo come un’amica,
che non ricambiasse i suoi sentimenti, ma sarebbe morta piuttosto che continuare
a nascondere i propri.
- Non ti preoccupare..però se l‘ho fatto e perché….-
Si fermò un attimo per riprendere fiato(il cuore le batteva all’impazzata);
quando incontrò lo sguardo di Daichi,uno sguardo dolce e profondo,che la
attraeva tantissimo,tanto che a un tratto si avvicinò a lui e dopo avergli messo
le braccia al collo,lo baciò teneramente sulle labbra.Lui rispose
subito,mettendole le mani alla vita,per stringerla ancora più a sé.
Poi quando il bacio finì…
Yumi: Tu mi piaci!
Daichi:Anche tu!
Fine flash back
E così giunsero a casa di lui dopo una tranquilla giornata piena di scuola, di
amicizia e di amore.
E così finisce il capitolo. Lo so, è un po’ corto, un po’ noioso, un po’
bruttino, però anche se vi fa schifo commentate lo stesso.
Baci
- Senti, è tardi. Forse è meglio che vada- disse Yumi.
In effetti erano quasi le 23 e il giorno dopo sarebbero
dovuti andare a scuola.
-Va bene, però ti accompagno- rispose Daichi, un pò
deluso. Avevano trascorso a casa sua tutta la sera, ed erano stati davvero bene
insieme: avevano chiacchierato, avevano riso, si erano baciati, insomma le ore
erano passate in modo piacevole. Lui si sentiva un pò solo; in fondo a parte
lei, solo i suoi venivano a trovarlo.Con i suoi amici non aveva abbastanza confidenza.
Repressa la passeggera tristezza che lo aveva colto,
continuò a camminare a fianco della ragazza dai capelli castani. In fondo non
aveva motivo di lamentarsi: dopo quello che gli era accaduto poteva dirsi
fortunato. Aveva un tetto sulla testa, una ragazza, degli amici. Cos'altro
poteva desiderare ancora?
No, doveva solo starsene zitto e ringraziare il cielo per
queste cose che gli erano state donate.
Arrivarono a casa di lei e si salutarono, dopodiché se ne
tornò a casa propria, un pò più sereno, pensando a Yumi. Però, anche se era
soddisfatto della sua vita, sentiva che non era completa. Mancava qualcosa,
qualcosa d'importante, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse. Finora
non si era mai sforzato troppo in queste ricerche per paura di sfidare
ulteriormente la fortuna e di perdere tutto. Anche per questo si era sempre
rifiutato di andare ad abitare con i suoi; la vita che ora conduceva era
diversa dalla loro e secondo lui incompatibili. Aveva avuto varie discussioni
su questo argomento, ma finora si era dimostrato irremovibile, portando i
genitori a rassegnarsi e a doversi limitare ad andare a trovare ogni
tanto,anche se in quelle occasioni da parte loro ancora qualche tentativo ci
scappava.
Passarono i giorni. Tranquilli, con la solita routine.
La mattina si alzava tardi; correva con in bocca una
fetta biscottata per colazione,imprecando che avrebbe voluto continuare a
dormire; poi all'arrivo a scuola, trovava Yumi che lo rimproverava,ovviamente
invano, se si fosse alzato 5 minuti prima, non ci sarebbe stato bisogno di fare
quegli sforzi inutili. Lui la lasciava parlare, quando alla fine si stufava, la
baciava per farla smettere e lei si calmava.
Le lezioni le trascorreva recuperando il sonno perduto
con la testa sul banco.
Al pomeriggio andava agli allenamenti di basket e poi
usciva con Yumi.
Sembrava davvero che quel periodo fosse così tranquilli,
da rasentare la noia, fino a che...
I suoi non tornarono a trovarlo e naturalmente gli
chiesero per l'ennesima volta di andare ad vivere con loro, e di tornare nella
sua città natale: Kazetachi.(nota: la città natale di Daichi e quella in cui
abitano i suoi sono diverse perché nell'anime, suo padre era stato trasferito
per lavoro,però non sono molto distanti e così tornando a casa,comunque avrebbe
rivisto anche il posto in cui era nato).
- Non ci penso nemmeno. Perché dovrei cambiare ambiente?
Io qui sto bene- disse il ragazzo, arrabbiato per l'insistenza.
- Posso capire che tu non voglia lasciare i tuoi amici,
ma hai solo 17anni. Sei ancora minorenne e già vivi da solo, non è giusto. Se
succedesse qualcosa, rischi di trovarti in guai seri e poi con i problemi che
hai, ancora di più è necessario che tu torni a casa-
Daichi scosse la testa, suo padre non avrebbe mai capito.
-Con i problemi che ho?Sembra quasi che sia un invalido.
E' vero ho solo 17anni, ma me la so cavare meglio di ragazzi molto più grandi
di me e questo non potete negarlo.Qui ho una casa, delle persone che mi
conoscono e mi apprezzano, se venissi con voi invece, mi sentirei un estraneo,
non avrei più niente-
Daichi si stava davvero scaldando. Chi erano loro per
imporgli di trasferirsi in una casa e una città sconosciute e di lasciare le
persone a lui più care?Con quale cuore potevano parlagli in quel modo?
- Ma..- cercò di ribattere la madre, che finora se n'era
rimasta in silenzio, ma il figlio la interruppe bruscamente.
- CHE CAVOLO VOLETE DA ME?DOVREI VIVERE CON VOI SOLO PER
FARVI CONTENTI?CHE RAZZA DI GENITORI SIETE?VI PREOCCUPATE SOLO DI VOI STESSI,
DI QUELLO CHE PENSO IO, NON VE NE IMPORTA NIENTE. Bè SAPETE COSA VI DICO?ANCHE
A ME NON ME NE IMPORTA NIENTE DI VOI, PER ME SIETE DEGLI ESTRANEI-
Urlò questa frase con tutta la rabbia che gli ribolliva
in corpo, ma quando si fu sfogato, dovette tapparsi la bocca di colpo alla
vista delle lacrime che rigavano il viso della madre.
Rimase colpito da quel pianto, doveva tenerci molto a lui
e lui di ricambio cosa aveva fatto?Era stato solo in grado di farla piangere.
Si maledì per essere la causa di quella sofferenza. "Accidenti!Anche se
non mi ricordo di lei, per quella donna non è mai cambiato nulla, dice di
essere mia madre e come tale si è sempre comportata. Anche adesso.Sono uno
stupido!Quando imparerò a ragionare prima di parlare?"
- Ecco io...-
Cercò di dire qualcosa,ma per i suoi genitori, benché
feriti, la cosa che veniva prima di tutte era la felicità del figlio, anche a
discapito della loro, quindi il padre fermò le sue scuse:
- Non scusarti, non c'è ragione. Hai solo detto quello
che pensavi. Forse hai ragione tu, siamo stati degli egoisti a chiederti di
venire con noi, ma cerca di capirci, per noi sei ancora il nostro bambino e
saperti indipendente bé .....è dura da accettare.
Comunque non preoccuparti, non insisteremo più verrai
solo se e quando ne avrai voglia- disse quest'ultima frase un pò controvoglia.
In ogni caso se ne andarono, convinti che ormai non c'era
più nulla da fare per fargli cambiare idea. In realtà le parole del padre aveva
scosso profondamente Daichi, inducendolo a riconsiderare la famosa richiesta.
Però forti emozioni, dovute al precedente scontro, gli impedivano una buona
riflessione. Decise quindi di aspettare a quando si fosse calmato e magari di
parlarne con Yumi. Era più saggia di lui e sicuramente gli avrebbe dato qualche
buon consiglio.
Così l'indomani...
-Secondo me dovresti prendere in considerazione la
proposta che ti hanno fatto-
-Ma che dici?Io non ricordo nulla di quella città. Perché
dovrei interessarmene?-
-Proprio per recuperare i tuoi ricordi, Daichi...-
Quella storia la preoccupava molto. Era logico, per lei
sarebbe stato più conveniente che lui rimanesse lì, ma era da egoisti il solo
pensarlo. Daichi aveva comunque un passato,anche se, se l'era dimenticato,
aveva avuto una vita, con amici e una famiglia che, da quello che aveva potuto
vedere, gli voleva un bene enorme. Non si poteva ignorare tutto questo.
-Senti, capisco che per te quello è un ambiente
sconosciuto e ti sembra assurdo lasciare questo posto che invece conosci alla
perfezione, ma non ci pensi?Tornando nella tua città d'origine potresti recuperare
la memoria?E poi scusa allora avrai avuto degli amici, altre persone vicine,
non pensi che sentano la tua mancanza?In fondo sei sparito da tre anni...-
Sapeva che spingerlo a tornare a casa era la cosa giusta
da fare, ma così arrecava dolore a se stessa. Prima di tutto perché essendo in
un'altra città, non l'avrebbe rivisto più così spesso e poi...sarebbe anche
potuto esistere qualcuno d'importante per Daichi laggiù, magari anche più
importante di lei. Come si sarebbe comportato allora il ragazzo?Chi avrebbe
scelto?E lei come avrebbe reagito?Era inutile tormentarsi, per scoprirlo,
l'unico modo era andare a Kazetachi e far recuperare la memoria a Daichi,
dopodiché pregare...
Era rimasta assorta, lì seduta sulla panchina del parco
accanto a lui, e Daichi osservandola, comprese sì e no i suoi dubbi, che poi
erano i propri, così l'abbracciò:
-Non voglio perdere le cose che ho-le sussurrò
nell'orecchio.
-Il resto non so,ma per quanto mi riguarda non mi
perderai mai-disse, stringendosi di più a lui, per convincere anche se stessa.
Il ragazzo rispose a quella stretta, affondando il viso
fra i capelli della ragazza. Sospirò:- Va bene, mi hai convinto, però
promettimi che verrai a trovarmi e poi...-
-Poi?-
-Tra un pò ci sono le vacanze estive. Potresti venire a
stare con me dai miei in questo periodo-
-Davvero che vuoi che venga con te?Non sarò un disturbo
per i tuoi?-chiese lei, perplessa ed eccitata. Sarebbe stato un sogno passare
le vacanze col suo ragazzo, non importa dove.
-La pianti con queste idiozie?Se te lo dico è perché mi
fa piacere e in fondo quella è anche casa mia. In ogni caso non credo che ai
miei darà fastidio, se è questo che ti preoccupa-
-Allora accetto-
Restarono così per un pò, abbracciati, seduti su una
panchina a guardare il sole che stava tramontando, con la fiducia che le cose
tra loro non sarebbero cambiate.
Poi Daichi riaccompagnò Yumi a casa e se andò anche lui.
Si mise a letto e cercò di dormire,ma continuava a
rigirarsi nel letto, tormentato dai ricordi dei momenti che gli avevano
sconvolto la vita.
Da quello che gli avevano raccontato, tre anni prima
aveva deciso di viaggiare. Doveva aver visitato un sacco di posti e per
mantenersi, gli aveva detto, che faceva dei lavoretti nei luoghi dove si
trovava in quel dato momento.
Dopo un anno così, era rientrato in Giappone con
l'intenzione di visitare il suo Paese e infine di tornare a casa.
Ma i suoi progetti furono distrutti da un camion che era
passato con il rosso, mentre lui era in bici. Lo travolse, facendogli perdere i
sensi.
Quando si era svegliato, si era trovato in ospedale,
scoprendo di aver dimenticato tutto, compreso il suo nome. Fortuna che quel
giorno aveva con lui i documenti, altrimenti sarebbe stato più arduo
rintracciare i genitori. Invece l'indomani furono lì, ma rimasero feriti tutti
da quell'amnesia. Anche lui, alla vista di quel bambino, che diceva di essere
suo fratello, a cui doveva credere sulla parola. Nel vedere quelle persone così
gentili con lui e dover sentirsi obbligato a ricambiare, quando in una famiglia
queste cose nascono spontanee. Ciò nonostante, aveva imparato a voler loro
bene,anche se non al punto da considerarli familiari, così aveva deciso da
andare a vivere per conto proprio nella città in cui si trovava.
Presto riprese a frequentare la scuola e si fece molti
amici che lo confortarono dalla solitudine che provava. Però fino a quel
momento si era sempre tenuto a distanza. Fu Yumi a rompere definitivamente il
ghiaccio. Era entrata nella sua vita in punta di piedi, standogli vicino nei
momenti più difficili del suo stato. Così a poco a poco aveva imparato ad
apprezzarne la compagnia, fino a che quel viso un pò paffutello, ma così
tenero, era arrivato al suo cuore. Non era ancora amore, se ne rendeva conto,
però sarebbe potuto diventarlo facilmente. Restava comunque il fatto che non
aveva più voluto lasciarla andare. Ricordò i momenti di tenerezze e arrossì,
dicendosi che quelle erano cose da femminucce.(giusto e tu invece sei un uomo
forte e virile, vero Daichi?. Daichi: certo!)
Fino ad allora aveva vissuto in quel modo. Una parte di
lui felice e serena, l'altra oppressa da quell'ombra che aveva invaso la sua
mente.
E poi c'era quel sogno...non lo faceva spesso, ma quando
capitava alla mattina si svegliava tutto sudato e profondamente angosciato.
Anche quella notte lo fece. Erano immagini confuse, ma
riuscì a scorgere una ragazza con i capelli biondi, corti, con l'aria da
maschiaccio e con un sorriso meraviglioso sulle labbra. Lo chiamò per nome e
intanto si allontanava. Lui cercò di raggiungerla, ma lei si fece sempre più
lontana, fino a che non scomparve, lasciandolo solo.
Quando si svegliò sentì le stessi emozioni che provava le
altre volte, sapeva che quelle immagini erano importanti per lui ma non sapeva
fino a che punto. Era ancora troppo scosso per riflettere.Mentre cercava di
calmarsi però la figura della ragazza bionda si sovrappose a quella di un'altra
con i capelli castani(Yumi), portandolo alla confusione totale.
Eccomi di nuovo qui, a intrattenervi (spero) con un nuovo
capitolo. Ringrazio tantissimo quelli che hanno commentato, con l’auspicio che
continuino a seguire questa ff.
Bene ora vi lascio alla lettura….
Ritorno a casa
La decisione di Daichi sorprese non poco i suoi genitori,
ma ovviamente ne furono felicissimi, accettando anche la presenza di Yumi, pur
di non fargli cambiare idea.
Partirono il giorno dopo l'inizio delle vacanze estive,
di mattina presto.
Ovviamente prima di visitare Kazetachi, avrebbero
lasciato le valigie nella casa di famiglia, che appunto era in una città
diversa.Il programma prevedeva poi che sarebbero andati a destinazione nel
pomeriggio.
Arrivati, Daichi scese dalla macchina e rimase fermo un
secondo a fissare il condominio che gli stava di fronte, cercando un dettaglio
che gli fosse familiare. I familiare restarono col fiato sospeso, poi dovettero
fare un sospiro di delusione, di fronte allo sguardo spaesato del ragazzo. Ci
sarebbe voluto tempo e pazienza per curare la sua amnesia.
Entrarono in casa e appena aprirono la porta, un
terremoto di bambino saltò al collo di Daichi, per abbracciarlo forte. Sul
momento il ragazzo s'irrigidì perché non se l'aspettava, quando però realizzò
la situazione, lo abbracciò anche lui, accarezzandogli i capelli.
Non si ricordava del fratellino, ma in ospedale era
venuto spesso a trovarlo e si era sempre dimostrato un bambino così affettuoso
e gentile, che anche con l'amnesia, aveva imparato a volergli bene come un vero
fratello.
Intanto gli altri erano rimasti sulla soglia ad osservare
quel bel quadretto.
Dopo qualche secondo, il piccolo Stefano si staccò da
Daichi e rimase a fissarlo, felice del suo ritorno.
-Sai, fratellone, era ora che tornassi a casa, ci mancavi
così tanto...-
Daichi s'intenerì a quelle parole cos' dolci e sorridendo
gli rispose:
- e dai, adesso sono qui-
-prometti che non te ne andrai più via-
- te lo prometto-
A quella promessa, il piccolo non la smetteva più di
saltellare dalla gioia, rendendo anche il ragazzo piacevolmente sorpreso.
Doveva volergli davvero molto bene, per essere così felice.
Intanto tutti gli adulti scaricarono le valigie
dall'auto, poi attesero in salotto che la madre preparasse il pranzo.
Solo allora Stefano si accorse della presenza di Yumi,
seduta a fianco del fratello; non la conosceva, ma sembrava avere una grande
confidenza con Daichi, così le chiese con un tono poco cordiale:
- Chi sei?-
Yumi non badò al modo con cui le era stata posta la
domanda e rispose gentilmente che era la ragazza di Daichi. Questo però provocò
una brutta reazione da parte del bambino.
- NON E' VERO!E' UNA BUGIA,MIO FRATELLO HA GIA'....-
Non fece in tempo a finire la frase che il padre lo
rimproverò:
-Adesso basta Stefano!Da quando in qua ti ho insegnato ad
alzare la voce in quel modo-
- Non si preoccupi, non è niente- disse Yumi, anche se
ovviamente si capiva che c'era rimasta male.
-ma io...- cercò di ribattere il bambino.
-niente ma, chiedi scusa-
Stefano rassegnato, obbedì, anche se a malincuore.
Daichi, però stupito da quell'uscita,chiese spiegazioni
al padre, il quale lo tranquillizzò dicendogli che era semplicemente geloso del
fratello. Poco convinto, lasciò comunque perdere e si rimise a sedere sul
divano. Intanto il padre aveva preso il bimbo in disparte per ricordargli che
era solo a Daichi, la persona cui dovevano pensare e nessun'altro.
-Ma se Hime-chan sapesse che è qui...-
-Sarebbe peggio.Ormai entrambi si sono rifatti una vita.
Non possiamo sconvolgere tutto, solo perché lo vogliamo, è da egoisti!-
-Non è giusto! - cercò di replicare Stefano.
-Non è giusto che tu sia così testardo. Se rispetti tuo
fratello, devi rispettare anche i suoi amici, tutti, anche quelli che non ti
vanno a genio, è chiaro-
- Va bene- rispose il piccolo, evidentemente deluso. Lui,
in quegli anni, aveva sempre sperato che tutto sarebbe tornato come una volta,
che Daichi e Hime-chan sarebbero stati insieme, ma a lungo andare aveva dovuto
arrendersi di fronte all'impossibilità dei suoi desideri. Daichi ora, stava con
un'altra, e per quanto non lo accettasse, non poteva cambiare le cose.
D'altronde proprio per questo, avevano evitato di dire a Hime-chan la verità,
perché speravano che non vedendolo più, se lo sarebbe dimenticato e avrebbe
smesso di soffrire. Ignoravano che le cose non fossero andate in questo modo.
Finalmente si misero a tavola e i genitori gli
raccontarono in generale come era stata la sua vita finora, ponendo l'accento
sui posti che frequentava abitualmente e che secondo loro avrebbe fatto bene a
visitare nel pomeriggio.
Intanto durante il pranzo Daichi chiese: - Senti ma per
quanto riguarda i miei amici?cosa potete dirmi?-
- sé ne avevi un sacco..-
-e c'era qualcuno con cui avevo più confidenza?qualcuno
che mi conosce bene e che potrebbe aiutarmi?-
A questa domanda, nella mente di tutti comparve
l'immagine di una bionda ragazza dal sorriso allegro e gentile.
Daichi ci aveva pensato a causa del sogno, che poteva
essere ricollegato al suo passato. Gli altri, va bé, perché ricordavano il rapporto
di Hime-chan con Daichi, quanto era speciale. Questo ricordo era però
accompagnato da un grande rammarico di non poter più vedere il figlio così
felice, nemmeno con Yumi lo era a quel punto. Si, indubbiamente era sereno con
lei, ma non c'era quel brio, quella complicità...forse però si sbagliavano, non
la conoscevano bene e comunque sembravano entrambi contenti....
Decisero perciò di non portare ulteriori problemi e la
madre fece il nome di Tetsu, il suo migliore amico.
-E' un bravo ragazzo, serio e responsabile e ti è stato
d'aiuto in molte occasioni -
-E abita lontano da qui?-
-bè abita a Kazetachi, come tutti gli altri tuoi amici
del resto. Ma perchè me lo chiedi?-
- Mi piacerebbe andare a fargli visita, visto che è un
caro amico-
I genitori rimasero perplessi: - non so se è una buona
idea-
- perchè?Lui non sa quello che è successo?-
-si, gliel'abbiamo detto, però..-
- insomma, non ti vede da 3anni, sarà uno scioch per lui-
Daichi sorrise, sicuro delle sue intenzioni: -più che uno
scioch, sarà una fantastica sorpresa, vedrete!-
Così l'accontentarono, e la prima tappa del pomeriggio fu
proprio casa di Tetsu, al quale per poco non venne un colpo, quando aprì la
porta e vide chi aveva di fronte.
- Daichi-
-Ciao- lo salutò il ragazzo.
- Non è possibile?Allora hai recuperato la memoria?-
chiese Tetsu, eccitato non appena si fu ripreso.
Daichi gli rispose subito con sincerità, nonostante gli
dispiaceva provocare una delusione.
-Mi dispiace, non ho recuperato i miei ricordi.
Semplicemente mi hanno parlato di te e ho pensato che tu mi potessi
aiutare..forse ho sbagliato, scusa-
Tetsu gli sorrise, per niente deluso:
-Di che ti scusi?non è mica colpa tua. Avanti entra-
Solo allora Tetsu si accorse che Daichi non era solo, ma
con una ragazza. Lei, rendendosi conto di quell'attenzione, si presentò:
- Scusami se non mi sono ancora presentata, mi chiamo
Yumi e sono la ragazza di Daichi-
Questa risposta stupì non poco il ragazzo.
"La sua ragazza?E Hime-chan?Non ho mai capito come
mai le hanno tenuto nascosto
la verità su
Daichi, che sia questa ragazza il motivo?"
Dissimulando il disagio per quella situazione abbastanza
complicata, li accolse volentieri entrambi in casa sua e chiacchierarono per un
bel pò, mentre i genitori di Daichi, avendo capito che era tutto a posto li
lasciarono soli.
Alla fine Tetsu arrivò a pensare che in fondo Yumi non
era male, era simpatica e carina, in ogni caso essendo la ragazza del suo
migliore amico le doveva rispetto, benchè gli dispiacesse molto per l'amica
della sua ragazza.
Però ora lui aveva un problema. Hime-chan, lui la vedeva
spesso, anche se erano in vacanza e avrebbe dovuto far finta di niente, in più
considerato che Daichi se sarebbe trovato in quella città praticamente tutti i
giorni, doveva stare attento a non farli incontrare, o Hime-chan avrebbe
sofferto moltissimo.
Alla fine del pomeriggio, Daichi e Yumi stavano per
andarsene, ma..
-Perchè non restate qua stanotte?C'è la camera degli
ospiti e così domani non dovrete prendere il pullman per tornare, è qui che
devi ritrovare la memoria no?-
- Non vorremmo disturbare-
-Ma quale disturbo?Siamo amici-
-Bè allora grazie!-
Sul momento Tetsu rimase sorpreso:
-E' tutto il pomeriggio che ti osservo. Chiedi scusa,
ringrazi, sembri cordiale.La botta che hai preso deve essere stata davvero
forte-
Daichi si finse offeso: - come sarebbe?io sono sempre
così-
-Ah si?si vede che c'è stato una scambio di personalità
allora perchè io mi ricordavo un altro tipo di persona-
Daichi restò colpito da quelle parole.
"Uno scambio di personalità?Uno scambio di persona?ma
che sto pensando?sto delirando!"non ci capiva niente per un attimo quelle
parole gli erano sembrate familiari, ma non sapeva il perchè."Forse la
botta è stata davvero forte e ora impazzisco".
Intanto Yumi e Tetsu lo guardarono straniti.
-C'è qualcosa che non va?-
Non voleva dirgli ciò che era accaduto, un pò perchè
l'avrebbero preso per matto, un pò perchè sentiva che non poteva farlo, era
come ...un segreto. Così cercò di cambiare argomento.
-No, non preoccupatevi. E' tutto ok, piuttosto quale
scambio di personalità?non sapete accettare che sono il migliore-
Tetsu ribattè: - il migliore nello sparare scemenze?-
-Non raccolgo la provocazione-
La discussione finì in una finta e scherzosa lotta fra
amici, cui Yumi assistette, felice per il suo ragazzo, che stava ritrovando
pian piano la sua vita, un pò triste perchè non ne faceva parte, e poi si era
un pò preoccupata prima nel vedere di colpo Daichi così pensieroso. "spero
solo non sia nulla di grave"
Cenarono, dopodiché la ragazza si offrì gentilmente di
lavare i piatti. Al contrario, Daichi, che non si sarebbe mai abbassato a fare
certe futili faccende domestiche, andò a fare un giro per la città.
Passeggiò per le strade della città, piene di gente e per
la prima volta dopo l'incidente si sentì davvero a suo agio come...come a casa
propria. Ne era sicuro, in nessun'altro posto era mai stato così bene.
A contribuire a quelle sensazioni fu anche una piacevole
brezza che gli scompigliava i capelli, era in un viale alberato, e continuava a
camminare, guardandosi intorno; ad un certo punto arrivò davanti ad un grosso
edificio grigio,con tantissime finestre, con un cortile immenso e molti campi
sportivi.
“ è una scuola” capì il ragazzo, " chissà, magari
quella che frequentavo io"
Poi la sua attenzione fu attirata da alcune voci, che
sembravano provenire dal campo di calcio. Incuriosito, si avvicinò senza farsi
vedere, e notando che erano tutte ragazze, dedusse che era una squadra di
calcio femminile.
"Tsk, donne che scimmiottano le prodezze dei veri
giocatori!Voglio proprio vedere cosa sono capaci di fare quelle!"
Ma con sua grande sorpresa scoprì le giocatrici se la
cavavano bene.
Però fra tutte se ne distinse una davvero in gamba:
scartava le avversarie con facilità, coordinava bene i movimenti con la palla e
fece un gol spettacolare. Era inevitabile che la notasse....e il respiro gli
venne a mancare.quanto era bella…Daichi non riuscì a distogliere gli occhi da
quella figura che lo aveva completamente ammaliato..dio se era bella!
Lunghi capelli biondi le accarezzavano il viso, occhi
color nocciola, labbra sulle quali morire. Il suo sguardo scivolò a poco a poco
sul fisico, soffermandosi su quelle curve che a lui parevano così soffici e
morbide.
Deglutì a quella visione e il suo cervello ormai era andato
in vacanza, per contro il suo corpo stava reagendo in maniera strana..sembrava
si stesse scaldando.
"oh, cavolo devo andarmene da qui"
Pensò, non troppo convinto. Quella figura lo attirava in
modo incredibile e sembrava avergli incollato i piedi al suolo. La fissò
ancora. Non era solo la bellezza a provocargli quelle sensazioni, no, nel viso
di lei c'era qualcosa di familiare che non riusciva a definire, all'improvviso
ebbe un'illuminazione: aveva già incontrato quella ragazza!
Intanto terminarono gli allenamenti e l'oggetto del suo
interesse se stava andando.
La seguì fino quasi a casa sua senza farsi vedere, ancora
imbambolato e confuso…era troppo bella…poi però l’immagine di un'altra ragazza
dai lunghicapelli castani, si
sovrappose a quella visione, la quale raffreddò i suoi bollenti spiriti,
portandolo subito a pentirsi dell’accaduto.
"Che sto facendo?E' normale che mi comporti
così.Sono un ragazzo, però io ce l'ho già una ragazza, è assurdo!No, devo
smetterla di lavorare di fantasia".
Così torno a casa(di Tetsu), convincendosi che non era
vero che conosceva quella ragazza, probabilmente era solo stanco per gli ultimi
giorni, che erano stati effettivamente un pò pesanti. Purtroppo per lui,
continuando a rifletterci, la sua sicurezza lentamente lo stava abbandonando,
lasciandolo in preda a mille dubbi.
Mi raccomando, bello o brutto il capitolo, commentate!
ciao ragazzi!meno male che il sito ha ripreso a
funzionare. Erika sei stata davvero grande!
così siamo arrivate al 6° capitolo...come passa il
tempo!Vi dico che ci saranno due new entry...poi...poi leggete e commentate!
Era una tranquilla mattina e tutto taceva.
Una ragazza di 17 anni e il suo peluche dormivano
beatamente nello stesso letto fino a che...
- Himeko, alzati o farai tardi a scuola- Da sotto sua
madre l'aveva chiamata.
Senza troppo entusiasmo guardò l'orologio.
A quel punto sgranò gli occhi:
-ACCIPICCHIA COM'E' TARDI!!!!!!!!-
disse questo mentre si toglieva il pigiama, si vestiva,
si pettinava e preparava la cartella.
Con quel fracasso, anche Pokotà si era svegliato e si
stropicciò gli occhi, ancora assonnato:
-Perchè non ti alzi 5 minuti prima senza fare questo
chiasso?-
-Da che pulpito!Anche tu stavi dormendo!-
-Ma io non devo andare a scuola-
Himeko sorrise. -Touché, hai vinto tu-
Pokotà si commosse un poco a vedere quel sorriso radioso
su quel visino, perennemente imbronciato. Ed era un vero peccato, perchè aveva
il potere d'infondere calore in chiunque avesse la fortuna di riceverlo.
Si ricordò della sera prima, delle lacrime che dopo tanto
tempo avevano invaso il viso della ragazza.
FLASHBACK
Era tornata a casa, apparentemente serena.
Si era scusata con i familiari per il comportamento della
mattina, poi, aveva saltato la cena e se n'era salita in camera.
Appena aveva chiuso la porta, era scoppiata in un pianto
a dirotto.
-SONO UNA SCIOCCA!UNA GRANDISSIMA SCIOCCA!!!!-
Pokotà, a quella vista gli si era stretto il cuore e le
si era avvicinato per capire cos'era successo, ma la ragazza si limitava a
insultarsi da sola.
Solo dopo un pò, con dolcezza, il leoncino riuscì a farsi
spiegare la ragione di quel comportamento.
-SONO UNA SCIOCCA!!!SONO SOLO CAPACE DI ALLONTANARE LE
PERSONE.LE MIE AMICHE E LA MIA FAMIGLIA NON MI SOPPORTANO PIU' E HANNO
RAGIONE,NON MI MERITO NIENTE!!!!!!!-
Pokotà cercò di replicare, ma non venne ascoltato.
-........IN FONDO E' PER QUESTO CHE DAICHI SE N'E
ANDATO!-
urlò fra le lacrime che ormai le avevano completamente il
viso.
Eccola, la vera Himeko. Era questo ciò che aveva sempre
nascosto dietro quell'atteggiamento aggressivo. Aveva vissuto per tutto il
tempo con la convinzione che il ragazzo che amava se ne fosse andato a causa
sua, senza mai parlarne con nessuno apertamente.
Pokota era sconcertato. Da una parte gli faceva male
vederla così, ma dall'altra era felice perchè sperava che quello sfogo fosse il
primo passo verso la fine di un incubo.
Cercò di consolarla.
- Ascolta Himeko, non è vero che non ti sopportano, ti
vogliamo tutti bene e sappiamo che per te è un brutto periodo...-
-MA IO TRATTO MALE TUTTI, NON MERITO NIENTE!!!-
-Smettila di piangerti addosso- la rimproverò l'amico-
senti lo so che sei depressa per Daichi, ma sono trascorsi tre anni, dovresti
provare a rifarti una vita. Hai al tuo fianco un sacco di persone che sarebbe
ben felici di starti vicine, se solo gliene dessi l'occasione. Sapessi quanto
fa male anche a noi il vederti sempre distante,scocciata-
Quelle parole, così calme, così dolci ebbero su Himeko
l'effetto di una carezza. Era da tanto che qualcuno non era più sincero con
lei; le sembrata una cosa nuova, inaspettata; e l'apprezzò.
Il suo pianto dapprima disperato, divenne un pianto di
consolazione, di chi si era arreso all'affetto delle persone care.Pace. La
guerra con il mondo sarebbe finita, i suoi sentimenti, andati dispersi,
sarebbero stati ritrovati.
Fra i singhiozzi, la ragazza mormorò - Grazie!-
Rimasero così, due amici abbracciati, rischiarati dal
solo chiarore della luna, finchè non si addormentarono.
FINE FLASHBACK
Per questo, prima che se ne andasse volle incoraggiarla.
-Himeko-
-Che c'è?Sono in ritardo!- chiese un pò scocciata.
-Ti vogliamo bene,non lo dimenticare-
La seccatura sparì di colpo e commossa, lo ringraziò con
un sorriso splendente.
Scese in cucina e velocemente prese una fetta biscottata
e ci spalmò sopra la marmellata; la madre osservandola, la rimproverò:
-MA è MAI POSSIBILE CHE DEVI SEMPRE ARRIVARE TARDI?-
La famiglia sospirò all'unanime, rassegnata.
Ora avrebbero assistito alla sfuriata di Himeko. Poco, ma
sicuro.
Invece, sorprendentemente, ella sorrise e fece la
linguaccia alla madre per scherzo, come per dire:"lo sai come sono fatta,
mi piace dormire".
La donna, nel vedere la figlia stranamente tranquilla,
lasciò correre e si trattenne dall'abbracciarla per paura di rovinare quel bel
momento.
-Bè dai non esagerare. Sei ancora in tempo. Ora vieni a
fare colazione-
Finito, le tre sorelle, salutarono i genitori e se ne
andarono insieme.
Dopo che si furono divise, Himeko accelerò il passo e
arrivò in fretta a scuola. Lì, trovò Monica e Isabel ad aspettarla come al
solito.Si avvicinò loro titubante, perchè sapeva che erano arrabbiate con lei,
o perlomeno Isabel, e voleva assolutamente scusarsi e far tornare le cose a
posto.
-Sentite io...- dopo aver parlato insieme, s'interruppero
tutte e tre e ora si guardavano sorprese.
Iniziò Himeko.
-Mi dispiace davvero tanto per come mi sono comportata.
Ero arrabbiata per conto mio e me la sono presa con chunque mi capitava a tiro-
Monica la fermò:
- Non è vero! La colpa non è solo tua. Noi siamo tue
amiche e avremmo dovuto starti vicine e invece mi sono preoccupata solo del mio
ragazzo. Sono un'egoista!-
-Non sei egoista- cercò di ribattere Himeko
Isabel s'intromise:- anch'io devo scusarmi con te,
Hime-chan. Non avrei dovuto attaccarti in quel modo..-
-Stai scherzando spero?- esclamò Himeko, sorpresa:- sono
state le tue parole a farmi riflettere e farmi capire che mi stavo comportando
male-
Monica era sull'orlo delle lacrime dalla gioia, ma non
voleva che si pensasse che era la solita piagnucolona, così...
- Ok ,adesso basta, ci siamo scusate tutte e tre, ora
andiamo in classe-
Lo disse tutto d'un fiato, così scoppiarono a ridere,
dopodichè unite da una rinnovata amicizia entrarono nell'edificio.
Intanto lassù, nel cielo limpido, qualcosa si muoveva.
Una ragazza bionda, identica a Himeko, principessa di un
mondo magico e un ragazzo alto, biondo anche lui, con l'aria ingenua, ma molto
dolce, s'apprestavano a scendere nella città dove le loro avventure avevano
avuto inizio.
Atterrarono in uno spazio aperto. Poi, grazie a strane
formule, davanti a loro comparve una grande ed elegante casa, completa di
giardino.
- Che facciamo?- chiese Erika.
- Non lo so, ora è a scuola, aspettiamola là, così le
faremo una sorpresa-
-Non vedo l'ora di riabbracciarla-
-A chi lo dici! Mi è mancata così tanto-
Simone sospirò. Era ancora innamorato di Himeko,
nonostante fossero passati tre anni dall'ultima volta che l'aveva vista. Allora
era sempre stato respinto a causa di Daichi,ma visto che ora non c'era più..chi
lo sa..forse avrebbe avuto una possibilità.
Erika, intanto lo osservava, notando quanto fosse
pensieroso. La cosa la incuriosiva, dato che il riflettere non era un'attività
da Simone, però non disse nulla al riguardo perchè anche se era impulsivo e
fannullone, amava Himeko e aveva il diritto che i suoi sentimenti fossero
rispettati, anche se sapeva che non sarebbero mai stati ricambiati.
S'avviarono a scuola. Ormaimancava poco alla fine delle lezioni, e quello era l'ultimo
giorno di scuola, prima delle vacanze estive. Avrebbero avuto il tempo che
volevano per stare insieme.
Intanto gli studenti iniziarono ad uscire e fra queste
c'erano anche le tre amiche, le quali davanti al cancello, si salutarono e si
divisero. Come le altre, anche Himeko era intenzionata a tornare a casa, ma
qualcosa catturò la sua attenzione.
Erika e Simone erano di fronte a lei.
Le saltò il cuore in gola dalla gioia. Attraversò
velocemente la strada e abbracciò l'amica, la quale rispose con lo stesso
entusiasmo. Risero e continuarono ad abbracciarsi, felici di essersi ritrovate.
-Ehm..scusate, ci sarei anch'io-
Himeko si voltò verso il ragazzo che aveva parlato e...
rimase a bocca aperta. Quello era Simone, ma ..come era cambiato! Era molto più
alto, la voce era più matura e il suo sguardo era così dolce!Le sembrava meno
giocherellone di una volta. Era diventato davvero un gran bel ragazzo!
Himeko se lo stava mangiando con gli cchi, quando le
parole dell' oggetto dei suoi interessi la fecero tornare dal mondo dei sogni.
-Sentite, perchè non andiamo a mangiare qualcosa a casa
nostra?Così possiamo chiacchierare con più calma-
-Per me va bene- rispose Erika.
- Anche per me, ma dovrei avvertire i miei- disse Himeko.
-Non preoccuparti lo farai da noi-
Così tornarono a casa e durante tutto il tragitto Himeko
non distolse un solo istante gli occhi da Simone.
Erika le era a fianco e la guardava maliziosa, tanto che
ad un certo punto..
- Non preoccuparti Hime-chan, c'è tutto il tempo per
saltargli addosso. Non avere fretta!-. E rise.
Himeko arrossì di botto e fulminò l'amica con lo sguardo.
Simone, a quelle parole, arrossì anche lui, ma se ne
sentì allo stesso tempo incoraggiato.
Arrivati a casa, mangiarono e si misero a ricordare gli
anni precedenti, le avventure legate al fiocco magico, i guai in cui
puntualmente si cacciava Himeko.
Dopo tanto tempo la ragazza si sentiva a suo agio con
qualcuno, niente prepotenze, niente fare da scocciata, no, aveva davvero voglia
di stare lì con i suoi amici. Ma le ore passarono velocemente e presto si fece
sera.
-Senti se ti va domani perchè non andiamo a fare un giro
per la città?Io ci sono venuta solo sporadicamente, ma mi piacerebbe conoscerla
meglio- chiese Erika.
Himeko accettò, pregustando già il divertimento
dell'indomani.
Poi se ne andò accompagnata da Simone.
Camminavano l'uno al fianco dell'altra, parlavano a bassa
voce ditutto e di niente e ogni tanto
lo sguardo cadeva sull'altro, riportandolo bruscamente davanti quando gli occhi
per sbaglio s'incrociavano.
Poi, finalmente il ragazzo prese coraggio.
- Senti, domani sera sei libera?-
-Si perchè?-
-Ti va di uscire con me?-
Himeko arrossì per la proposta e per la sorpresa. Però
lui le piaceva molto ed erano sempre stati grandi amici, perciò penso non ci
fosse niente di male ad accettare e così fece.
Arrivati a destinazione, si salutarono e si separarono.
All'ultimo minuto però...
Simone si voltò. La prese fra le braccia e le diede un
lieve bacio sulle labbra. Non era niente di speciale, ma bastò a scaldare il
cuore di entrambi. Dentro il cuore di Himeko cominciò a farsi strada uno strano
sentimento; quasi un senso di colpa per aver baciato il ragazzo sbagliato.
Dandosi mentalmente della stupida, represse lo stato
d'animo e sorrise a Simone per rassicurarlo che era tutto a posto. E fece bene;
perchè il ragazzo temeva di aver combinato un casino e quel sorriso lo
tranquillizzò, rendendolo anche, ovviamente, molto felice.
Così tornarono entrambi alle rispettive case, desiderosi
di sapere, dopo quel bacio cosa sarebbe accaduto l'indomani.
Nel salire le scale, Himeko ci pensava e ripensava, e lo
strano rimorso di prima le fece di nuovo visita, alla fine arrabbiata con se
stessa prese una decisione:
"Ti dimenticherò Daichi. Ormai non sei più niente
per me"
Allora come vi sembra?Ho cambiato un pò il carattere a
Simone, ma penso che dopo tre anni almeno in parte doveva maturare. Ringrazio
tantissimo quelli che hanno commentato la volta scorsa. grazie mille!!!!!!!!
Salve ragazzi!Siamo arrivati ad un capitolo
importantissimo della ff, c’è un fantastico colpo di scena, mi raccomando
commentate!
Al
primo appuntamento ne seguirono molti altri. Andavano al cinema, a mangiare la
pizza o semplicemente passeggiavano per i viali alberati di Kazetachi, pieni di
negozi.
L'unico
neo, più per Simone che per Himeko, era che dopo il bacio datole appena
arrivato non ce n'erano stati altri e a dire il vero i loro incontri sembravano
più che altro appuntamenti fra amici.
Simone
comunque non si scoraggiava. Forse Himeko aveva bisogno di tempo per aprirsi e
lui non aveva intenzione di forzarla; a pensarci bene, in fondo, quelle loro
uscite non gli dispiacevano, soprattutto quando era lei a cercarlo....solo...doveva
avere pazienza e sperare.
Dal
canto suo, Himeko era molto contenta di avere accanto a sé Erika e Simone.
Con
l'amica il rapporto si era rinforzato ancora di più; si confidava spesso con
lei e ogni volta trovava disponibilità e affetto.
Con
lui era diverso. Si erano baciati all'inizio e poi si erano comportati come se
niente fosse successo. Davvero non capiva cosa passasse per la mente del
ragazzo e lei non avrebbe mai avuto il coraggio per fare il primo passo verso
una maggior intimità, anche se lo avrebbe tanto voluto.
In
ogni caso con lui si divertiva moltissimo, aveva scoperto quanto fosse cambiato
sia caratterialmente che fisicamente. Certo era e sarebbe rimasto il solito
ingenuo e fannullone, ma era diventato più maturo e la sua compagnia era davvero
piacevole.
Anche
quel giorno si erano visti. Era una domenica pomeriggio ed erano seduti su una
panchina del parco, di fronte al laghetto. Da qualche giorno era finita la
scuola e ora erano liberi di godersi l'estate senza preoccupazioni.
Chiacchierarono
del più e del meno. Intanto si osservavano l'un l'altro, affascinati dalla
bellezza dell'altro.
All'improvviso
qualcosa cambiò.
I
loro sguardi s'incontrarono e attraverso gli occhi lessero i loro pensieri. No,
non erano amici, ma due ragazzi attratti l'uno dall'altra. I loro volti si
avvicinarono. Le loro bocche si cercarono. Si trovarono. La labbra e le lingue
iniziarono a danzare. Le braccia di lei attorno al collo di lui, le mani che
affondavano nei capelli così morbidi.
Le
mani di lui sui fianchi di lei, per attirarla a sé, sempre di più, sempre di
più, per approfondire quel bacio tanto a lungo desiderato.
Nello
stesso momento a casa di Tetsu..
-Sentite
vi va di andare a fare un giro per la città?-
Rispose
Daichi: - ok, in fondo è proprio per questo che sono venuto-
-Dò
fastidio se vengo anch'io?- Chiese Yumi. Entrambi i ragazzi le assicurarono che
era la benvenuta.
Quando
la ragazza aveva parlato però, per l'ennesima volta da quella fatidica sera, la
sua immagine si sovrappose a quella della bionda che aveva visto giocare a
calcio. Non era riuscito a togliersela dalla testa. Ne era rimasto incantato,
ma era solo questo: in lei c'era qualcosa di familiare, ma non riusciva a
ricondurla a nessuno di quelli che conosceva. Non aveva parlato con nessuno.
Con
Yumi, va bé, naturale, non si può parlare con la propria ragazza di un'altra
che ti piace, con Tetsu..aveva avuto paura che gli dicesse qualcosa di brutto.
In
fondo anche per questo aveva accettato di fare un giro per la città.
Prima
fecero una visita generale, poi l'amico mostrò loro i posti che Daichi aveva
frequentato abitualmente: la scuola, il campo sportivo, le strade che
percorreva sempre in bici o con lo skateboard. Daichi osservava ogni cosa con
attenzione ma niente, quei luoghi gli erano del tutto estranei e ciò ascoltava
gli pareva un racconto, una biografia di un'altra persona. Al contrario Yumi
scrutava con interesse ogni minimo particolare, voleva conoscere tutto del suo
ragazzo e ora che ne aveva la possibilità, non se la sarebbe lasciata sfuggire.
Dopo
qualche ora tornarono a casa di Tetsu, un pò delusi per aver ottenuto nulla, ma
abbastanza soddisfatti per la bella giornata trascorsa.
Dopo
cena, Daichi e Yumi ringraziarono l'amico per la sua disponibilità e se ne
andarono.
Tetsu,
sulla porta rimase per qualche secondo ad osservarli mentre s'incamminavano e
sentì una morsa al cuore. Durante il pomeriggio, nelle sue descrizioni aveva
sempre evitato accuratamente di menzionare Hime-chan, dal momento che i
genitori di Daichi gliel'avevano chiesto per non complicare ulteriormente la
situazione, e finora si era trovato d'accordo con loro. Però era difficile
continuare così, Hime-chan era stata una parte importante nella vita del
ragazzo e sicuramente sarebbe stata di grande aiuto nel farlo guarire
dall'amnesia. Anche se il prezzo da pagare era alto, sia Hime-chan che Daichi
avrebbero sofferto, una volta recuperatala memoria, proprio perché lui ormai aveva una vita diversa e non si
poteva tornare indietro. Ma sentiva che doveva dirglielo, ogni volta che vedeva
Hime-chan non riusciva più a guardarla in faccia tanto il segreto che custodiva
era grande.
Intanto
i due piccioncini si stavano dirigendo verso il pullman che li avrebbe portati
nella città dei suoi; quando Yumi, che qualche ora prima aveva sentito parlare
dell'abitudine di girare alla sera per le strade illuminate e per i negozi,
chiese a Daichi di accompagnarla e il ragazzo l'accontentò.
Nel
frattempo Himeko e Simone, dopo che si erano staccati non si erano rivolti più
la parola. Erano entrambi imbarazzati e il ragazzo temeva che per lei non fosse
stato nulla. In realtà la ragazza non pensava proprio a niente, era in completa
confusione. Era stato il suo primo vero bacio, era stato fantastico,
emozionante, ma non capiva che cosa l'aveva spinta. Attrazione, amore o
semplicemente aveva soddisfatto un bisogno?No, non l'aveva fatto perché si
sentiva sola, quel bacio l'aveva voluto veramente. Ma non era nemmeno
innamorata. Perlomeno non ancora. La risposta più logica era che fosse attratta
da lui. In fondo lo sapeva già da un pò, nonostante l'avesse ammesso solo ora.
Il suo sguardo cadde su Simone, che era ancora in apprensione e si chiese il
motivo. Poi comprese che sicuramente anche lui si era sentito a disagio e si
aspettava che lei gli dicesse cosa aveva provato. Nel mentre stavano camminando
fianco a fianco per chissà quale direzione. Ad un certo punto Himeko si fermò;
Simone incuriosito, si voltò e la vide sorridere, con gli occhi dritti verso di
lui, poi li abbassò e arrossendo disse: - Mi è piaciuto-
A
quelle parole Simone sorrise a sua volta a l'abbracciò. Rimasero così per un
pò, poi continuarono la loro passeggiata stavolta tenendosi per mano.
Trascorsero il resto della giornata insieme e si divertirono da matti. Alla
fine arrivò sera e mangiarono in un fast food. Il ragazzo, intanto, pensava,
quanto fosse bellovedere Hime-chan
così contenta di stare con lui.Era davvero felice di come stavano andando le
cose, e intanto la ragazza si mangiava il suo panino così di gusto che non si
accorse di tutte quelle attenzioni.
Finito
il pasto, pagarono e uscirono dal locale, quindi decisero di fare un giro per i
negozi, che sapevano essere ancora aperti. Infatti per i viali c'era un sacco
di gente che guardava le vetrine, bambini che chiedevano il gelato, che
giocavano, gruppi di amici, coppiette e poi colori e luci..
...l'atmosfera
era davvero unica e rendeva Himeko e Simone ancora più lieti di quanto già non
fossero. Himeko non capiva più niente, si sentiva allegra e di buonumore come
non lo era da tempo, aveva l'imbarazzo della scelta riguardo a cosa guardare e
ai negozi da visitare. Dal canto suo, Simone stava bene così, era tranquillo e
sereno e si limitava a starle dietro e a osservarla. La sua innata curiosità lo
ammaliava. Era bellissima!
Ad un
certo punto Himeko lo riportò alla realtà:
-
Senti ti va di prendere un gelato?-
Simone
accettò.
Allora
lei rispose:
-Bene,
conosco un gel..-
S'interruppe
di colpo. qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Il suo cuore si fermò.
Davanti a lei di due o tre persone, c'erano una ragazzo e una ragazza che si
tenevano per mano.
Non
conosceva la ragazza, ma il ragazzo...alto, con occhi profondi color nocciola,
capelli corti neri come l'ebano...non era possibile!...Stava sognando...di
fronte a lei...guardò di nuovo...con lui c'era una ragazza e la teneva per
mano....era un incubo!
Per
un attimo ebbe paura che le sue gambe non riuscissero a sostenerla, la testa le
girava vorticosamente, il respiro le si mozzò in gola. Si fermò, incapace di
proseguire oltre.
Tremava
e cercavadi dire il nome del ragazzo
che le stava di fronte, un nome che per lei un tempo aveva significato tutto, e
ora l'aveva tradita..era insieme ad un'altra..
-Daichi-Riuscì solo a sussurrarlo, ma a lei sembrò
di averlo urlato.
Anche
Simone aveva visto i due giovani e aveva sentito con quanta sofferenza Himeko
aveva pronunciato il nome del suo eterno rivale. Il suo cuore su spezzò e
nacque dentro di lui una rabbia incredibile per quel pallone gonfiato che aveva
la faccia tosta di fregarsene di ciò che stava provocando a Himeko, standosene
lì fresco come una rosa con un'altra.
Dal
canto suo, Daichi si accorse della ragazza che lo stava fissando e la riconobbe
subito. Come poteva dimenticarsene? L'aveva cercata per tutto il giorno. Man
mano che si avvicinavano, cominciò a sudare freddo. Strinse più forte la mano
di Yumi, per il timore che capisse l'emozione che gli stava sconvolgendo
l'animo. Ma lei non conoscendo la situazione, né le persone, non poteva
comprendere e infatti era l'unica tranquilla. L'agitazione si stava facendo
sempre più forte, non si capacita del perché quella ragazza se ne stava lì
ferma a fissarlo con uno sguardo sconcertato e deluso.
Ormai
le due coppie erano praticamente di fronte. Daichi e Yumi si apprestaronoad oltrepassarli, quando..di nuovo... più
forte....
-
Daichi-
L'interessato
si voltò, stupito a guardare la persona che lo aveva chiamato. Lo conosceva?
Anche
Yumi aveva sentito e si era girata verso i due sconosciuti e ora si trova
nell'interrogativo di chi fossero e che cosa volessero dal suo ragazzo.
Ce
l'aveva davanti. Ora. Daichi era lì, di fronte a lei, al fianco di un'altra. Si
paralizzò a quella scena. Simone s'infuriò di fronte ancora di più. L'atmosfera
era talmente tesa che si poteva tagliarla col coltello. Anche Daichi la
percepì, sebbene non ne comprendeva il motivo. Tutto finì, quando Himeko,
triste, sorpresa e amareggiata,non riuscì a sopportare il peso di quella
situazione e fuggì via.
Lontano dalla persona che l'aveva ferita e
tradita, lontano da chi se ne era andato senza una spiegazione e ora si era
presentato impegnato in una relazione, corse via da quel bugiardo egoista...lo
odiava......scappava da quella persona....che nonostante tutto........amava
ancora.
Si
fermò di colpo. Lo amava ancora? Era completamente pazza!Dopo il dolore che le
aveva procurato....lei....
Pianse
amaramente per la consapevolezza di quella verità. Già, non poteva farci
niente. Lo amava.
E qui
finisco il capitolo. Piaciuto l’incontro fra Hime-chan e Daichi?Chissà ora come
finirà per Yumi e Simone….lo scoprirete solo continuando a leggere…..alla
prossima!
Ciao ragazzi, ringrazio tantissimo quelli che hanno
commentato finora.
Siamo arrivati ad un capitolo importantissimo e pieni di
suspense. Mi raccomando non perdetevelo!!!!!!!!!
Fuggendo quella sera, Himeko aveva lasciato tre ragazzi
nella più completa confusione. Tre...veramente solo due, infatti Simone aveva
ben chiaro cosa era successo e sentiva la rabbia divampare in lui, come in un
vero e proprio incendio.Quell'ira incredibile, che chiedeva solo di essere
liberata, fu presto sfogata, quando Daichi domandò tranquillamente
- Ma cos'è successo?non capisco.-
Quella finta ingenuità, quella sua straffottenza che
manifestava sempre e comunque, quella faccia tosta!Il biondo ragazzo non potè
più trattenersi di fronte ad un tale menefreghismo e si scagliò contro Daichi
compiendolo in pieno viso.
-SEI SOLO UN FARABUTTO!-
Continuò a colpirlo, ancora ancora, non si fermava, era
una furia. Dal canto suo, Daichi non era certo il tipo che se stava buono senza
difendersi e restituì i colpi come meglio poteva. Ma non fece più di tanto, un
pò perchè il ragazzo era davvero incontenibile e poi non voleva ferirlo.Se solo
fosse riuscito a fermarlo, si sarebbe fatto spiegare il motivo, ma la sorte
sembrava avergli voltato le spalle.
-Senti ti vuoi calmare per favore?-
A quelle parole, Simone s'infuriò ancora di più:
-CALMARMI?IO DOVREI CALMARMI?MA IO TI FACCIO A
PEZZI!!!!SEI SOLO UN BASTARDO!!!!!!!-
E continuarono a pestarsi l'uno l'altro. Gli sguardi di
entrambi erano ormai infiammati e Yumi ne aveva paura, era terrorizzata da quel
ragazzo che stava aggredendo il suo fidanzato senza che lei potesse fare
niente, e osservava con timore gli occhi di Daichi, che ora erano desiderosi di
far pagare quell'affronto e con gli interessi. Non l'aveva mai visto così, era
sempre così gentile! Sperò con tutto il cuore che quell'individuo la piantasse
al più presto, o qualcuno avrebbe rischiato di farsi male sul serio:
-Smettetela, vi prego!- urlò con le lacrime agli occhi.
Ma nessuno sembrava ascoltarla.
Daichi con l'ultimo barlume di lucidità rimasta cercò di
far ragionare il suo avversario, ma era difficile, quell'aria da pallone
gonfiato gli faceva voglia solo di prenderlo a pugni.
-Adesso basta amico, smettila!Cosa credi di risolvere
così?-
.Amico?Non azzardarti mai più a chiamarmi così!Sei solo
uno stronzo che gioca con i sentimenti degli altri!-
Daichi rimase confuso:
-Quali sentimenti?Di cosa stai parlando?-
Ma cos'èra scemo o faceva finta?Quanto lo odiava!
-Moh, fai il finto tonto?Ti sei dimenticato di
Hime-chan?Del modo in cui sei sparito per tre anni?E adesso sei qui con
un'altra come se nulla fosse. Mi fai schifo!-
A quelle parole, a Daichi per poco non venne un colpo.
Cosa aveva fatto?Quella era la conseguenza della sua amnesia?Aveva abbandonato
una ragazza?Perchè nessuno sapesse gli aveva detto niente?Possibile che nessuno
sapesse nulla?nemmeno Tetsu?
Troppe domande gli frullavano in testa. Doveva
riflettere. Ma per farlo doveva prima calmare il biondino che voleva rissa a
tutti i costi. Alla fine dopo molti tentativi riuscì a bloccarlo da dietro.
Entrambi ansimavano ed erano pieni di lividi, per non
parlare del labbro rotto di Daichi, dai cui usciva del sangue e dell'occhio
nero che Simone mostrava con ben poca fierezza.
- Lasciami stronzo!-
L'altro ragazzo cercò di calmarlo per farsi ascoltare:-
Senti lo so che non mi crederai, ma io non ricordo niente, non so chi sei e di
cosa stai parlando....-
- Come sarebbe che non mi riconosci?Sei ubriaco per
caso?- rispose Simone, che lo guardava come se fosse pazzo.
- Ho perso la memoria tempo fa a causa di un
incidente..per questo non ricordo nulla di chi sono di ciò che ho fatto- .
S'intristì un poco nel ricordare il suo
stato.Dannazione!Cosa avrebbe ricordato per recuperare la memoria!
-E io ti aspetti che ti creda?Sono tutte balle!-
Aquesto punto
Daichi si spazientì davvero di fronte all'insolenza del ragazzo: - Non me ne
importa niente se mi credi o no!voglio solo che mi lasci in pace!-
Pronunciò questa frase con una rabbia e una tristezza che
Simone finì col chiedersi se ciò che gli avesse raccontato fosse vero.
No, non voleva crederci, sarebbe stato come dargli
ragione e ammettere di aver sbagliato a prenderlo a pugni e proprio non gli
andava.
Però capì che comunque c'era qualcosa di grave dietro al
modo in cui era sparito; in ogni caso non poteva farci nulla, quella questione
non lo ricordava e sfogare la sua rabbia sarebbe solo servito ad ingrandire
problemi già abbastanza grossi. Così se ne andò silenzioso come la notte.
Daichi, invece rimase lì fermo, con lo sguardo perso nel
vuoto. Yumi lo osservava preoccupata, non sapeva cosa fare per aiutarlo.
Sembrava proprio che con la sua memoria, erano andati perduti ricordi
importanti, e stando nei luoghi della sua vita, questi cominciavano fiorire.In
teoria era un bene, mala sua vecchia
vita ormai apparteneva al passato e le persone che ne facevano parte anche;
c'era la possibilità che non avrebbe avuto più un posto in quella città, e se
avesse veramente recuperato la memoria, ne avrebbe sicuramente sofferto.
-Andiamo a casa-. Fu l'unica cosa che riuscì a dire. Il
ragazzo annuì.
Presero il pullman e tornarono a casa dei genitori di
lui.Mangiarono in silenzio. La famiglia aveva compreso che qualcosa non andava,
ma si fidavano di lui e sapevano che tutto si sarebbe risolto, anche se ovviamente
erano disponibilissimi a sostenerlo se mai ce ne fosse stato il bisogno.
Dopo cena Daichi si congedò in camera sua, chiedendo di
star solo. Yumi, al momento ci rimase male, ma comprese che quella non era la
situazione adatta per fare l'offesa e lasciò perdere.
Intanto il ragazzo, appena fu nella sua stanza, prese il
telefono e chiamò Tetsu per raccontargli l'accaduto e restò di sasso quando
l'amico gli confessò che era a conoscenza dei motivi che sottostavano agli
strani comportamenti dei due ragazzi. Egli si scusò per non avergliene parlato
prima, assicurandogli che se l'indomani fosse venuto da lui gli avrebbe
chiarito ogni dubbio.
Daichi rispose:- Grazie mille!Non preoccuparti non è
successo niente. Allora ci vediamo domani.-
Terminarono così la telefonata, lasciando Tetsu un pò in
agitazione per conseguenze che avrebbe avuto lo svelare il rapporto che una
volta aveva con Hime-chan. Qualcuno ne avrebbe sofferto. Si rincuorò: almeno
ora giocavano a carte scoperte.
Intanto Himeko era tornata a casa in lacrime, e senza
dire una parola, salì in camera e si buttò sul letto esausta. Al piano di sotto
i suoi famigliari si guardavano l'un l'altro preoccupati, ma preferirono
lasciarla tranquilla quella sera, perchè sembrava che veramente non fosse disposta
al dialogo.Forse l'indomani sarebbe stata più disponibile.
Himeko li ringraziò col pensiero per la loro discrezione.
Era sdraiata sul letto da circa dieci minuti con gli occhi chiusi e tutta la
confusione che prima l'aveva oppressa pareva cessata. Ora la sua mente era
completamente vuota.Non voleva pensare a nulla, non voleva più soffrire,
preferiva dimenticare.
Pokotà ormai, era angosciato: la sua padroncina era
entrata nella stanza pallida come un cencio; non aveva detto niente, e ora era
lì a pochi metri da lui e continuava a stare in silenzio, cosa che lo stava
impazzire. Nonostante tutto rispettò la sua volontà, avvicinò il suo muso al
viso della ragazza e le sfregò affettuosamente la guancia, per chiedere
attenzione.
Solo allora Himeko lo guardò in faccia. Non poteva
tenersi tutto dentro, così nascose gli occhi dietro la frangia, per non
mostrare il suo dolore e sussurrò: -Ho visto Daichi con una ragazza-
Questa rivelazione parlava da sola. Pokotà per poco non
svenne per lo stupore.
Daichi era in città?perchè nessuno l'aveva avvisata?e poi
con una ragazza?ma che era successo?Quante domande gli frullarono in testa, ma
vedendola così afflitta, capì era meglio starsene zitti.
L'unico consiglio che le diede fu quello di sfogarsi con
Erika. la quale era una ragazza della sua stessa età, ed era anche la sua
migliore amica, perciò la persona giusta per confortarla. Himeko gli diede
retta e la chiamò. Appensa sentì la voce della sua amica dall'altro capo del
telefono scoppiò in lacrime e la raccontò tutto. Erika, come Pokotà, era presa
da mille interrogativi. La notizia che Daichi era tornato, senza una
spiegazione e senza avvertire nessuno era incredibile..anche se forse non
bisognava stupirsi, era stata strana anche la sua sparizione. La situazione era
molto delicata ed Erika aveva paura di sbilanciarsi troppo, per questo cercò di
calmarla come meglio poteva, assicurandole che tutto si risolve nella vita, ma
poi le fece il discorso che meno voleva sentirsi dire:
-Se Daichi è sparito e poi ritornato c'è di sicuro una
spiegazione. Ma senon si è fatto vivo
con nessuno...si insomma significa che non è qui per noi...è probabile che in
questi anni si sia rifatto una vita lontana dalla nostra ...e se davvero sta
con un'altra, allora è meglio che te lo dimentichi, Himeko, non puoi continuare
a soffrire per uno che, a quanto pare, non gli importa più di nessuno-
La freddezza di quelle parole ferì ulteriormente Himeko,
ma le fece soprattutto aprire gli occhi e comprese quanto la ragazza avesse
ragione. Più tranquilla e rassegnata, si ricordò di Simone e si sentì in colpa
per come l'aveva lasciato in mezzo alla strada. Allora chiese a Erika come
stava. Proprio in quel momento, Simone aprì l'uscio ed entrò in casa. Erika,
dopo aver rassicurato l'amica delle sue condizioni, chiese a Simone se voleva
parlarle, ma egli rifutò con un sorriso smorzato, raccomandandole di riferire
di sentirsi in colpa, perchè stava bene e di avere fiducia,perchè avrebbe
superato anche questa.
L'indomani arrivò.
Himeko non aveva chiuso occhio tutta notte. Le immagini
di Daichi con quella ragazza non l'avevano lasciata un attimo, così quando al
mattino scese in cucina per la colazione non si sentiva pronta per le domande
dei suoi famigliari e lì liquidò freddamente con un : -Va tutto bene-
E quelli capirono che era meglio lasciarla stare.
In una città vicina, un altro ragazzo aveva trascorso la
notte in bianco, pensando alle strane reazioni di quei ragazzi: prima quella
biondina stupenda, che appena lo vede sbianca e scappa via,poi l'altro che lo
aggredisce senza motivo e si mette a fare discorsi senza senso.
Era lì sotto le coperte a tormentarsi, qquando un pallido
raggio di sole annunciava il nuovo giorno. Era inutile continuare a farsi le
domande da solo, di lì a poche ore avrebbe avuto tutte le risposte, Tetsu
glielo aveva promesso.
Così andò in salotto e salutò i suoi e Yumi. Fecero
colazione, poi subito uscì per andare dal suo amico, scusandosi con Yumi, dopo
averle detto che per quella volta era meglio che lei non venisse. La ragazza ci
restò un pò male, ma dimostrò abbastanza comprensione, da non mostrare la
tristezza, e sorridergli per augurargli buona giornata. Il ragazzo, di fronte a
quel sorriso, la baciò per tranquillizzare entrambi e se ne andò.
-Hime-chan non sa che tu hai perso la memoria, perchè
speravamo che col tempo ti avrebbe dimenticato.Purtroppo non è andata così e
lei soffre da allora-
A Daichi per poco non venne un colpo. Quella ragazza lo
stava aspettando da tre anni?Ma chi diavolo era?
Tetsu sembrò capire al volo i suoi dubbi e gli raccontò
del loro rapporto speciale, nè amore nè amicizia, forse tutte e due, di come si
erano sostenuti l'un l'altro.
Daichi ascoltava inebetito. Davvero aveva avuto un
rapporto tanto stretto con una ragazza?E magari se la sognava perchè anche per
lui era importante?Quell'attrazione che provava nei suoi confronti dipendeva
dal fatto che il suo cuore al contrario del suo cervello non l'aveva
dimenticata?Che avrebbero fatto ora?Lui aveva una ragazza a cui voleva bene,ma
pareva proprio che fosse rimasta una traccia di una relazione lontana, ma
indimenticabile.
Più che mai ora voleva ricordare. Poi chiese se dopo ciò
che era successo la sera prima, non era il caso di rivelare a Hime-chan la
verità.
-Hai ragione, però io non ne ho il coraggio- ammise Tetsu.
-Non importa lo farò io-
-Cosa?Sei impazzito!-
-Mi sembra più giusto visto che sono il responsabile del
dolore di quella ragazza-rispose, abbassando il capo
-Tu non sei responsabile di nulla!E' stato un
incidente,non è mica colpa tua se hai perso la memoria-si arrabbiò l'amico.
-Lo so, però voglio essere io a spiegargli le cose-
-D'accordo,ma verrò con te, altrimenti non penso che ti
crederà-
Daichi rimase un pò perplesso, poi però capì che dal
punto di vista di Hime-chan non era facile per lei credere ad una storia del
genere, così accettò.
Al pomeriggio suonò il campanello della casa di Himeko,
la quale si trovò davanti Daichi e Tetsu. Sbiancò, il cuore prese a battere
forte come un tamburo. Era solo la seconda volta che lo vedeva, non si era
ancora abituata all'idea del suo ritorno. Notò Tetse e si sorprese della sua
presenza.
-Ma come?tu sapevi...-
-Ti prego, non fraintendermi. C'è una spiegazione a
tutto, siamo qui proprio per questo-
Himeko non sapeva davvero per quale motivo lo faceva, ma
decise di fidarsi e li lasciò entrare, anche se era tesissima. Proprio mentre
Daichi varcava la soglia e lei teneva la porta aperta, i loro sguardi
s'incrociavano. L'attrazione che entrambi provavano l'uno per l'altra era
evidente. Himeko lo guardava come se volesse saltargli addosso, i suoi occhi
profondi, il suo corpo atletico....
Daichi non era da meno, la riconobbe subito come la
ragazza del suo sogno, era lei che si stava allontanando da lui, cavoli però
come era cambiata!Era così bella!Sentì un impellente desiderio nascere in lui.
Doveva assolutamente darsi una calmata, quello non era certo il momento per
sogni osè su quella persona. che molto probabilmente lo odiava.
...se il ragazzo avesse potuto leggeri i pensieri di
Himeko avrebbe saputo che si sbagliava, perchè anche i suoi non erano molto
casti.....la biondina infatti lo stava praticamente studiando a
memoria......entrambi sembravano non voler smettere di fissarsi....quando Tetsu
si schiarì la gola, mettendo leggermente i due a disagio.
Himeko, rinsavita, li fece accomodare sul divano in
salotto . Fu Daichi a rompere il silenzio.
-Senti, mi dispiace che tu abbia sofferto per causa e
adesso è probabile che io sia l'ultima persona al mondo che vuoi vedere. Ma è
giusto che tu sappia che io ho perso la memoria tre anni fa.-
-COME?-quasi urlò
-Lo che è difficile da credere, ma è la verità. Vedi ho
avuto un brutto incidente, che mi ha procurato una amnesia quasi totale e mi
sono ritrovato in una città molto lontano da qui...-
Himeko lo guardava sconcertata. Aveva perso la memoria?Si
era dimenticato di lei?Era per questo che ora stava con un'altra?Voleva
chiederglielo, ma non ne aveva il coraggio, e poi, da come stavano le cose
forse non aveva più il diritto di porgli domande simili, così lo lasciò
continuare.
-...e stata molto dura non poter contare su nessuno. Per
fortuna i miei genitori mi hanno rintracciato e mi hanno dato il loro sostegno.
E devo ringraziare anche i miei amici che non mi hanno lasciato un momento e
Yumi..-
-La tua ragazza?- riuscì finalmente a dire.
Abbassò lo sguardo e annuì.
Himeko capì la difficoltà del ragazzo.
- Non preoccuparti. Non c'è nessun problema. E' normale
che ti sia rifatto una vita, aver dimenticato il passato, non significa che non
si può andare avanti e vivere-
-Si però..-
La guardava con stupore, non credeva reagisse così- Da
come gliel'aveva descritta Tetsu pensava che sarebbe stata scossa dal fatto che
lui avesse una ragazza, perchè lei era innamorata di lui, ma da come si
comportava non sembrava affatto. Si ricordò del ragazzo della sera prima, forse
stava con lui. A quel pensiero provò una profonda fitta di gelosia, a sua
avviso ingiustificata, che represse a forza.
- Non c'è nessun però non hai colpa di quant'è successo,
solo- continuò con una risatina- se lo avessi saputo prima, non te ne avrei
dette di tutti colori per tutti questi anni, eh eh-.
Daichi era ammirato da quella reazione così tranquilla,e
guardò Tetsu per chiedere spiegazioni, ma anche lui era al quanto perplesso.
Unica differenza era che quest'ultimo si era accorto che il sorriso che la
ragazza mostrava, era terribilmente falso e che la voce tremava un pò, segno
che si stava trattenendo dal piangere. Altro che tutto bene, quella stava
usando la sua forza di volontà per non fare scenate.
Ed era vero.Himeko si stava sforzando di apparire
comprensiva e distaccata, ma quanto le costava!Per colpa del destino e di un
camion non lo poteva nemmeno abbracciare!
Per sua sfortuna si lasciò sfuggire un sospiro intriso di
tristezza che Daichi colse, ragion per cui mormorò:
-Scusa-
Himeko lo guardò sorpresa e Daichi non capì.
-Da quando hai imparato a chiedere scusa?Cos'è?Il colpo
alla testa è stato così?-
"Cosa?Che ragazza impertinente!"
Tetsu scoppiò a ridere: -Te l'avevo detto che era strano-
Himeko gli diede corda:- Già, non è da te, mister
ho-sempre ragione-
Daichi s'irritò: -Cos'è vi siete alleati per farmi
perdere la pazienza?-
Himeko, divertita, gli rispose di rimando: -Oh, santo
cielo che paura, sto morendo dalla fifa-
Tetsu le fece eco: - Cavoli, hai ragione, perdonaci per
offeso la tua distinta persona-
-Smettetela!- intimò Daichi seccamente.
Ma il risultato che ottenne fu solo quello di far
scoppiare tutti, lui stesso compreso, in una risata. Sentendo Himeko ridere di
gusto Daichi perse un battito, la sua risata argentina gli riempiva il
cuore.D'un tratto si ritrovò a desiderare di sentirla di nuovo. Per riguardo
nei suoi confronti, si era ripromesso che dopo quella visita non l'avrebbe più
rivista, ma dopo quel pomeriggio tutto sommato piacevole, la prospettiva gli
sembrava quanto mai cupa. Così gli venne un'idea.
-Senti io mi domandavo....ecco non vorrei
approfittare...-
Himeko lo incoraggiò:- dimmi pure-
-Ecco..si insomma..visto che ci sono le vacanza tu adesso
hai molto tempo libero giusto?-
Non capiva dove voleva andare a parare, ma rispose
comunque: -si perché?-
-Bè io sono in questa città per recuperare i miei
ricordi, ma ovviamente non posso girarla da solo, così finora ho chiesto a
Tetsu di portarmi nei luoghi che frequentavo abitualmente,però da ciò che ho
capito sembra che non ci sia persona che mi conosca meglio di te-
-Si è vero-ammise la ragazza- Quindi vorresti che ti
facessi da guida e che ti raccontassi di quello che facevi quando vivevi qua,
giusto?-
-Brava, hai centrato il bersaglio!- rispose il ragazzo,
un pò imbarazzo per la sua sfacciataggine.
Himeko e Tetsu si guardarono un pò in difficoltà per
quella richiesta. - Non so se è il caso-
Daichi abbassò il capo tristemente, ma non potè
obbiettare:- Non preoccuparti, scusami se te l'ho chiesto-
Detto questo chiamò l'amico per andarsene. Himeko, però,
nel vederlo andare via così abbattuto si sentì in colpa. "Sono
un'egoista!In fondo che mi costa, si tratta solo di qualche giorno" .
Perciò lo richiamò: -Ok, ti farò da cicerone-
Daichi si voltò stupito: -davvero?ma sei sicura?-
Anche Tetsu non era molto convinto.
-Si, sono sicura, se ti va bene ci troviamo domani-
I suoi occhi apparivano sinceri e li fecero arrendere.
Daichi felice, ringraziò di buon grado e si accordò con lei per l'ora. Poi se
ne andò.
Nel separarsi, confidavano che ora che le cose erano
state chiarite, fra loro non ci sarebbe stato più alcun problema, che magari
sarebbero ritornati amici, ma non sapevano quanto si sbagliavano.
Bene, siamo al 9° capitolo, un capitolo cruciale per
la ff. Non perdetelo mi raccomando!
Ringrazio kirby ed trienne che hanno commentato.
Buona lettura!
Alla
mattina del giorno dopo si trovarono al parco, stranamente entrambi puntuali.
Sul
momento ci fu un silenzio imbarazzante. Era la prima volta dopo anni che si
trovavano da soli. Per Himeko almeno, per Daichi era come trovarsi da solo con
una bellissima sconosciuta che lo attirava come una calamita; per capirci: un
sogno proibito!
Per sciogliere
il ghiaccio, Himeko cercò un argomento qualsiasi, ma nel panico non le veniva
in mente nulla, quando notò che era curioso che il ragazzo fosse solo. Tentò di
ingoiare il senso di contentezza al rendersene conto e glielo chiese:
-Senti,
non vorrei farmi gli affari tuoi, ma come mai non c'è la tua ragazza?-
Daichi
la guardò sorpreso, e anche un pò a disagio. In fondo da ciò che gli avevano
raccontato, Himeko aveva con lui un rapporto profondo, molto vicino all'amore,
e parlare con lei di Yumi....insomma non era il massimo della vita!
- Bè
ho pensato che fosse meglio così, visto che sono qui per recuperare ricordi in
cui lei non c'entra- disse alla svelta, sperando di averla soddisfatta. Proprio
non voleva parlarne. La fortuna fu dalla sua, perchè la ragazza, felice di
sentire che non c'erano problemi sul fatto che loro stavano da soli, non fece
più domande.
- Bè,
allora andiamo-
Daichi
annuì e cominciarono a visitare la città come due turisti.
La
prima tappa fu la loro scuola media. Himeko raccontò nei dettagli gli anni del
ragazzo in quell'edificio: i suoi tipici ritardi, le dormite sul banco, le
schermaglie col professore perchè correva per i corridoi, le innumerevoli
partite con i suoi amici, il suo funclub e la sua fun più sfegatata Ilaria. Daichi
ascoltava con attenzione senza interrompere: era sconcertato! Era incredibile
come fossero piene di particolari quelle descrizioni, sembrava veramente che lo
conoscesse da una vita. Sorrise e si convinse di aver fatto bene a chiederle di
aiutarlo nella sua impresa.
Per
fortuna la scuola era aperta per i corsi estivi e poterono entrare senza
problemi. Fecero il giro delle aule, poi andarono in palestra dove Himeko
raccontò quanto aveva fatto penare gli allenatori delle squadre delle varie
discipline perchè lui non si decideva a sceglierne una, ed era bravo in tutte.
Alla fine, un pò titubante lo portò in soffitta, uno dei luoghi che avevano
custodito i loro segreti per più di un anno.
In
realtà la biondina non sapeva fino a che punto poteva fidarsi del nuovo Daichi,
ma decise che in fondo non era cambiato più di tanto.
Arrivati,
videro un cartello che ne vietava l'ingresso.
-Aspetta,
non si può salire- la ammonì il ragazzo.
Himeko
lo guardò stupita e si avvicinò a lui,continuando a fissarlo. Daichi a vedere
che lo guardava tanto intensamente arrossì leggermente. Era così vicina!
Lei
gli mise una mano sulla fronte e chiese:
-Ma,
hai la febbre per caso?da quando ti fermano questi cartelli?lo sai che mi hai
portato tu qui per la prima volta?-
Al
povero Daichi si formò un gocciolone sulla testa come quello dei cartoni
animati: e lui che aveva creduto chissà che cosa!
In
realtà capì che era giusto che non fosse successo nulla, andavano d'accordo,
non voleva rovinare quest'equilibrio e poi non voleva certo lasciare Yumi per
delle sciocche fantasie.Al momento
però, ci rimase male, tanto che gli rispose seccato: - NO, CHE NON LO SO, SE TI
HO DETTO CHE HO DIMENTICATO TUTTO!
Aveva
esagerato. "Che idiota che sono!lei mi aiuta e io le rispondo male, sono
un grande cretino!Adesso vedrai che se andra via nera e me lo sarò
meritato!"
Si
sbagliava. Himeko non se l'era presa per niente, si limitò a rispondere secca
- Non
c'è bisogno di rispondere così, lo so che non puoi ricordare, pensavo solo che
non é da te avere tutti quei riguardi per le regole-
Daichi
si sentì stupido- Scusa-
-adesso
basta scuse- esclamò sorridendo. Ma tornò subito seria.- vieni con me in
soffitta. Ti devo rivelare un segreto molto importante-
Incuriosito,
il ragazzo la seguì senza fiatare.
Arrivati
in cima alle scale, come erano soliti fare quando frequentavano le medie.
-Bene,
ora devi starmi sentire senza interrompermi- lo ammonì Himeko, seria.- Non ero
sicura che fosse giusto raccontarti come ci siamo conosciuti, perchè è
collegato ad
avventura
importante e strana, però ritengo che proprio per le sue particolarità, ciò che
abbiamo vissuto per un anno, a cavallo fra la prima e seconda media, sia utile
a farti tornare la memoria. L'unico problema...- sospirò.
-Si?-
chiese Daichi, impaziente di sapere cos'era questo avvenimento.
Lo
fissò dritta negli occhi. -è che mi devi credere, e ti assicuro che non è
facile-
A
questo punto il ragazzo moriva dalla curiosità, inoltre gli sembrava
impossibile non credere a quella ragazza dagli occhi tanto sinceri, così
accettò la sua condizione e la pregò di farlo attendere ulteriormente.
-
Allora noi abbiamo frequentato la stessa scuola media, come sai; ma non ci
conoscevamo perché eravamo in classi diverse. La prima volta che ci siamo
incontrati è stato in una casa abbandonata-
-Una
casa abbandonata?-
-Sì,
si trova poco lontano da qui e se vuoi te la farò vedere..comunque all'inizio
non ci sopportavamo proprio. Abbiamo cominciato ad andare d'accordo quando tu
volevi a tutti costi scoprire il mio segreto. E fra l'altro è quello che poi
hai ottenuto-
-Un
segreto?- chiese Daichi. Questa storia non gli era fatto nuova. Himeko aveva
sempre avuto per lui un'aria familiare ...e poi quando era a casa di Tetsu che
parlavano di doppia personalità, nemmeno quell'argomento gli era sconosciuto,
solo che pensava di essere pazzo, e non ci aveva più fatto caso...che tutti
questi indizi fossero connessi con ciò che gli stava per essere rivelato?
Himeko,
intanto prese fiato e si decise a parlare tenendo in considerazione la
possibilità che la ritenesse pazza.
-Vedi
una notte una principessa di un mondo lontano è veduta da me e mi ha donato un
fiocco magico che aveva la capacità di trasformarmi in un'altra persona-
Lo
guardò negli occhi, per sapere se già non gli ridesse in faccia, ma con piacevole
sorpresa scoprì che Daichi era attento a quello che gli stava raccontando, anzi
la incitava a continuare. Lo accontentò.
- Non
è dovuto passare molto tempo che tu ne sei venuto a conoscenza e da allora mi
hai aiutato spesso a uscire fuori dai guai, in cui ahimè mi cacciavo. Durante
questo periodo la nostra amicizia si é rafforzata parecchio. Inoltre Erika, la
principessa di cui ti ho parlato, ha donato la parola al mio peluche Pokotà e
tu hai stretto amicizia anche con lui-
Nella
mente di Daichi, man mano che sentiva questi racconti, si formarono delle
immagini molto sfocate che erano in linea con ciò che lei narrava. Continuò ad
ascoltarla, fino a che un dolore gli arrivò alla testa. Era fortissimo, tanto
da farlo accasciare a terra e gridare dal male. Himeko si ammutolì subito, e
urlò spaventata: - CHE TI SUCCEDE?TI PREGO RISPONDIMI?DAICHI!DAICHI!-
Lo
chiamava ma non rispondeva, lui si teneva la testa e gridava, era terrorizzata.
Si sentiva in colpa, forse non avrebbe dovuto dirgli queste cose.
Questo
incubo durò per alcuni minuti, fino a che il dolore cessò come era venuto.
Himeko
piangeva, mentre Daichi si era rialazato e la rassicurò.
-non
piangere dai. E' tutto finito.-
-E'
TUTTA COLPA MIA!NON AVREI DOVUTO RACCONTARTI QUELLE COSE!- esclamò, mentre
tremava ancora agitata. Il ragazzo restò colpito da quella reazione, ma si
sorprese ancora di più per la sua stessa azione. Infatti, inaspettatamente,
prese la ragazza fra le braccia e mentre le accarezzava i capelli, le parlò
dolcemente.
-Smettila!Non
devi sentirti in colpa. Anzi ti devo ringraziare. Quelle avventure incredibili,
il fiocco, mentre raccontavi, era tutto così familiare!Non sono riuscito a
ricordare con chiarezza, però sono sicuro che mi hai detto è la verità. Il
fatto che sono stato male dipende forse dal fatto che era un'emozione forte, ma
non devi preoccuparti-
Daichi
le aveva parlato con una voce talmente soave e delicata che se ne sentì
cullata. Quando l'aveva abbracciata, aveva letteralmente spalancato gli occhi,
ma ora non avrebbe più voluto togliersi da quella posizione, il corpo del
ragazzo eratanto caldo!
A
malincuore si staccarono. Anche lui era riluttante, ma l'averla fra le braccia
era troppo pericoloso: mentre la calmava, sentiva distintamente il corpo
morbido di lei allacciato al suo e una parte di lui si stava scaldando, perciò
meglio allontanarsi.
Himeko,
che non si era accorta del suo problema, disse:
-Però
per ora è meglio piantarla con quest'argomento(intende il ricordo del fiocco),
ti fa stare troppo male-
-Vuoi
dire che non mi porti alla casa abbandonata?-
Himeko
lo guardò implorante e lui non potè resistere a quel dolce richiamo.
-E va
bene, andiamo un'altra volta, però solo se mi prometti che mi farai ancora da
cicerone per le prossime mattine-
Himeko
accettò felice.
Nei
giorni seguenti le loro mattine furono esclusivamente dedicati ai loro giri.
Himeko lo portò a vedere i giardinetti, gli fece visitare casa sua e la città
in lungo e in largo.
Si
vedevano solo di mattina, per non creare problemi ai rispettivi partner. Da una
parte Yumi si fidava del ragazzo e anche quando gli aveva detto che aveva
chiesto a Himeko di aiutarlo, nonostante una punta di gelosia, si era
dimostrata molto comprensiva.
Per
quanto riguarda Simone, invece..lui le aveva affermato che non si era arreso,
che l'avrebbe aspettata fino a quando non si sarebbe accorta che era lui il
ragazzo giusto e le aveva chiesto se era disposta ad uscire ancora con lui,
come semplici amici. La biondina aveva accettato di buon grado, perchè ormai il
doloreper Daichi appariva quieto e
aveva lasciato il posto ad una splendida amicizia, inoltre le dispiaceva non
vedere più Simone, perchè anche se non ricambiava i suoi sentimenti, lo
considerava un buon amico. Sembrava che la situazione bollente fra i quattro si
fosse finalemente chiarita. Se non fosse che....
Durante
il pomeriggio le due coppie uscivano per i fatti loro, ma a volte capitava di
incontrarsi e se fra Yumi e Himeko sembrava esserci gentilezza, questo non
succedeva fra Simone e Daichi. Quest'ultimo nel vedere la sua amica sempre con
quel "pallone gonfiato" provava una fitta morsa di gelosia. Per lui
era assurdo, voleva bene a Yumi, era la sua ragazza e lo sarebbe sempre
rimasta, ne era sicuro, ma non poteva farci niente. Quei due insieme non gli
piacevano, non gli andava giù quello sguardo languido con qui Simone, a volte,
squadrava la ragazza da capo e piedi, nè il dolce sorriso che lei gli
rivolgeva, ignorante di quelle attenzioni.
Dal
canto loro, solo Yumi si era accorta di quelle occhiate di fuoco che il suo
ragazzo lanciava all'altro, ma non ne comprendeva la ragione, così se ne stava
zitta e chiacchierava con la ragazza che le era molto simpatica e anche se
usciva spesso con Daichi, non la vedeva come una minaccia.
Le
due ragazze andavano davvero d'accordo, tanto che...
Un
giorno proposero un'uscita a quattro. Decisero di andare al lunapark.
All'appuntamento
furono tutti puntuali ed entrarono nel parco. Fecero un sacco di giochi.
Salirono sulla ruota panoramica, sulle giostre, entrarononel labirinto degli specchi e giocarono al
tiro a segno.
Daichi
e Simone lasciarono perdere le loro tensioni, cosicché tutti si divertirono un
sacco.
Himeko
era contenta: le dispiaceva un pò che Daichi fosse insieme ad un'altra, però in
fondo quella ragazza era simpatica e
cordiale, così si era ormai rassegnata ad aver perso l'amore e aver ritrovato
un amico.
La
più felice però eraYumi: quel giorno Daichi le fu sempre accanto, pieno di
premure.
Anche
se ignorava che il motivo di quelle attenzioni era dettato da un gran rimorso
che il ragazzo aveva nei suoi confronti, per il forte desiderio verso Himeko,
che si stava praticamente mangiando con gli occhi.
Intanto
arrivarono proprio davanti alle montagne russe.
Himeko
e Daichi le adoravano, ma gli altri due ne avevano paura, perciò furono solo i
due ragazzi a salirci.
Fu
un'emozione fortissima!Il trenino correva velocissimo, lasciandoli senza fiato.
Forse però ciò che li sconvolgeva di più era il fatto di essere vicini e
soli.Ad entrambi batteva forte il cuore, così rimasero in silenzio tutto il
tempo, non sapendo che la persona a fianco provava lo stesso stato d'animo.
Quando
la giostra si fermò, Daichi l'aiutò a scendere lievemente imbarazzato,
dopodichè fecero per tornare dai loro amici,i quali però non c'erano.
Probabilmente nell'attesa erano andati a bere qualcosa. Così li cercarono, ma
Daichi non era molto convinto. La sua testa era completamente rivolta alla
bellezza accanto. Ne era completamente ammaliato. Era impossibile non perdersi
in quei profondi occhi color nocciola, non poteva evitare di far scivolare lo
sguardo sui quei lineamenti tanto sensuali, su quelle curve così soffici. La
sua mente era colma di emozioni, e il suo corpo reagì prontamente a quella
visione. Ormai non capiva più nulla, alla fine si soffermò sulla bocca. Quelle
labbra gli parevano così morbide, erano fatte apposta per essere baciate.
Himeko non si rese conto del delirio che aveva procurato nel ragazzo, finchè
lui non le prese il braccio per fermarla. I loro occhi s'incontrarono. La
ragazza era stupita e lo guardava con aria interrogativa. Ma Daichi non le
diede il tempo di comprendere quello che sarebbe successo di lì a breve, perchè
pose immediatamente le proprie labbra sulle sue. Himeko si spaventò e tentò di
staccarsi, di fuggire da quella bocca che l'aveva catturata, ma quando lui,
veloce come un fulmine, le mise la lingua fra i denti, per approfondire il
bacio, non riuscì più a opporsi e cedette. Obbedì a quel dolce ordine e le
labbra e le lingue iniziarono una danza proibita. Daichi, intanto le
accarezzava la schiena, provocandole brividi di piacere, mentre Himeko si
attaccò di più a lui, affondando le mani nei suoi capelli.
Però
nel frattempo, nella mente di Daichi cominciarono a formarsi delle immagini.
Erano diverse di quelle che aveva avuto quel giorno in soffitta, erano più
nitide..vedeva un maschiaccio con i capelli corti, ora diventata una splendida
ragazza al suo fianco, pronta a riscaldargli il cuore con il suo sorriso.
Spalancò gli occhi e si staccò da Himeko, spaventato. Ma non vedeva lei, vedeva
solo le immagini nella sua testa opprimerlo sempre di più per emergere. Così
per qualche secondo restò immobile, paralizzato dalla consapevolezza che di
colpo aveva acquisito, lui conosceva quella ragazza, anche molto bene.
Himeko,
intanto, dopo che si era staccata da lui, era rimasta sconvolta, ferita da quel
bacio che sembrava una presa in giro. Lui aveva una ragazza e conosceva i suoi
sentimenti verso di lui, ciò nonostante...perchè?perchè l'aveva baciata?Dentro
di sè nacque una grande rabbia, che riuscì che sfogò su di lui.
-Perchè
hai fatto una cosa del genere?-sibilò - COME HAI POTUTO GIOCARE CON I MIEI
SENTIMENTI!!!!SEI SOLO UNO STRONZO!!!!-
Lacrime
la invasero copiosamente il viso. Per il nervoso di vederlo così fermo e
tranquillo dopo il suo folle gesto, alzò la mano e gli diede un schiaffo
fortissimo tanto da farlo sbilanciare all'indietro e fuggì.
Daichi
non disse niente, non la contraddì, non la fermò, non poteva, era troppo
coinvolto dai suoi pensieri.
Alla
fine le gambe non lo sostennero più e cadde a terra in ginocchio...quella
ragazza.....quella ragazza.....era...
Ciao ragazze. E’ un po’ che non mi faccio sentire. Però
per farmi perdonare, ho scritto un capitolo…da leccarsi i baffi..a me
personalmente è quello che piace di più
Buona lettura!
Dopo alcuni minuti che Himeko se ne era andata, Daichi
era ancora a terra, con lo sguardo perso nel vuoto. Per la prima volta un
ricordo chiaro, limpido. Mentre la baciava infatti, si era ricordato di lei, di
quella ragazza a cui tre anni prima, aveva donato il cuore, quel ragazzaccio
come la chiamava lui, e con lei, aveva recuperato anche i ricordi connessi alle
loro strampalate avventure, al fiocco magico. Il loro era stato un rapporto
speciale, ma non era mai sfociato in un vero amore, eppure ora rammentava
perfettamente che prima di partire per quel viaggio senza ritorno si era
ripromesso di parlarle e dirle che l'amava. Purtroppo, questo non fu mai
possibile e ora si trovava in bel guaio: aveva recuperato la memoria, perlomeno
riguardo a Himeko e così anche i suoi sentimenti, i quali, pensandoci bene,
forse non li aveva mai perduti. In fondo la protagonista di quel sogno che
l'aveva tormentato nell'ultimo periodo era lei; come era lei che aveva spiato
quella sera al campo di calcio. A pensarci anche senza una spiegazione, da
quando era tornato, aveva sempre sentito una forte attrazione verso Himeko, ora
però la spiegazione c'era. Eccome se c'era. L'amava ancora.
Però lui voleva bene anche a Yumi, non era amore, ma era
legato a quella ragazza che gli era stata vicino nelle difficoltà dopo
l'incidente e non se la sentiva di abbandonarla.
Come per magia, l'oggetto di questi ultimi pensieri gli
apparve.
Simone e Yumi lo stavano cercando e trovandolo lì per
terra, si preoccuparono.
-Daichi, ma che ti è successo?-
Non voleva farla soffrire e poi era ancora troppo scosso
per ragionare lucidamente, quindi mentì: - Niente. Sono solo caduto-
Simone e Yumi si guardarono, incerti se credergli o no.
Poi il ragazzo si accorse che era da solo.
- Ma dov'è Hime-chan?Non era ancora con te?-
"Già, Himeko se n'è andata perchè crede che l'abbia
presa in giro quando l'ho baciata. Però era talmente bella! Lo desideravo
troppo!Caspità però che sfortuna!Non sa nemmeno che mi ricordo di
lei!Accidenti!Comunque non è il momento pensare a queste cose. Non posso
raccontare la verità a Simone e a Yumi, non adesso almeno, prima voglio dirlo
ai miei e a Tetsu, che sapranno meglio di me cosa fare."
Mentì di nuovo:- Sì, era con me, solo che non stava bene
ed è tornata a casa, niente di grave comunque-
Simone lo guardò preoccupato. -Sei sicuro?-
Daichi tentò di rassicurarlo e alla fine il ragazzo
lasciò cadere.
La giornata ormai era finita e i tre tornarono a casa.
Per l'intero percorso Yumi e Daichi rimasero in silenzio.
Lui si sentiva profondamente in colpa verso la ragazza al
suo fianco, al punto da non riuscire a guardarla in faccia. Prima di partire le
aveva promesso che le cose fra loro non sarebbero cambiate, invece...amava
un'altra, una persona speciale, ma poteva essere tanto egoista da pensare solo
ai suoi sentimenti, ignorando quelli di Yumi?
Questi pensieri lo tennero occupato per tutto il tempo,
mentre Yumi lo guardava infastidita e anche un pò preoccupata.
Perchè se ne stava zitto?Da quando era arrivati in quella
città niente era come prima, Daichi era sempre più distante ed erano sempre più
le volte in cui era lei a cercarlo. Da quando era arrivata quell'Hime-chan,
poi, peggio che peggio, era come se non esistesse. Aveva capito che lei doveva
essere stata importante per lui in passato, non era stupida, ma adesso c'era
lei e non si sarebbe fatta fregare il suo ragazzo tanto facilmente.
Una volta a casa, Daichi raccontò l'accaduto ai suoi
genitori, con Yumi presente. omettendo ovviamente la parte del bacio. La
famiglia ne fu felicissima, in parte perchè si erano affezionati a Hime-chan e
sapevano quanto bene volesse al loro figliolo e poi perchè speravano che fosse
solo l'inizio del suo recupero.
Yumi invece non la prese così tranquillamente. Con una
scusa lo trascinò in camera per parlargli da solo.
-E così ti sei ricordato di quella ragazza?- chiese
evidentemente seccata.
- Non sembri contenta- le rispose Daichi. In fondo di
fronte a lei non gli sembrava diaverle
mai dato motivo di dubitare di lui.
Lei, però lo guardò come se fosse pazzo.
-Dovrei essere contenta che ti sei ricordato della tua
ex?-
-La mia ex?Ma che stai dicendo?Noi siamo sempre stati
solo amici!-
-Amici?Ma non farmi ridere!- ribattè, sfogando un grande
rancore.- Non ci vuole un genio a capire che fra voi c'è molto di più che una
semplice amicizia, magari non ve lo siete mai detti, ma non c'è dubbio. Basti
pensare al vostro comportamento quando vi siete incontrati la prima volta da
quando siamo qui-
Daichi si sentì scoperto. Come negare quei sentimenti, se
erano stati la sua unica ragione di vivere?
-Sì, in effetti, c'era qualcosa, ma adesso è finita, te
lo giuro!-gli assicurò.
-NON E' VERO!- urlòper la rabbia.- SEI UN BUGIARDO! DA QUANDO SIAMO QUI NON MI HAI PIU'
DEGNATO DI UN SGUARDO!E PENSARE CHE MI AVEVI PROMESSO CHE NON SAREBBE CAMBIATO
NULLA!SEI SOLO UNO STRONZO!-
Il giovane provò una gran pena per lei. Era vero. In
quell'ultimo periodo si era lasciato prendere solo dalla sua amnesia. Poi
quando aveva "ri"conosciuto Himeko, capitava spesso che si perdeva
nelle sue fantasie su di lei. Ma in questo modo aveva trascurato Yumi. Si sentì
un verme.
- Senti Daichi. Io non sono la tua ruota di scorta. Non
voglio essere lasciata in disparte. La tua amica, se così la si può definire,
non c'era dopo l'incidente, quando ti sentivi solo, non c'era durante le tue
crisi. Ti ho sempre aiutato io e ora che non ti servo più che farai? Mi
butterai via come un fazzoletto usato?-
Non era vero che Himeko non aveva mai fatto niente per
lui, al contrario, con la sua allegria e la sua gioia di vivere lo faceva stare
bene con se stesso, però si convinse che con molta difficoltà avrebbe potuto
farne a meno, mentre ora Yumi aveva bisogno di lui. Quindi prese una decisione
definitiva: avrebbe rinunciato a Himeko e sarebbe tornato a Osaka(la città in
cui ha perso la memoria) non appena avrebbe ritrovato completamente la sua
memoria e ora che aveva iniziato, non ci sarebbe voluto molto tempo.
-Mi dispiace Yumi, se ti sei sentita usata. Ma non è
così. Io ti voglio molto bene e non voglio causarti dolore. Mi dispiace tanto e
per farmi perdonare ti prometto che torneremo a Osaka insieme, non appena mi
sarò ricordato dei miei genitori e di Tetsu-
La ragazza non voleva certo allontanarlo dai suoi, così
accettò felice, incurante del fatto che era una decisione dettata solo dal
rimorso.
Intanto Himeko era rientrata furibonda. Come si era
permesso di giocare in quel modo con lei?L'aveva baciata senza scrupoli,
conoscendo i suoi sentimenti e avendo una ragazza?Non credeva che Daichi fosse
un simile doppiogiochista!
Salì in camera e salutò Pokotà con un sorriso smorzato.
Il leoncino, però conosceva la sua padroncina da quando
era nata, non poteva fregarlo, era palese che le fosse successo qualcosa, così
dopo alcune insistenze la giovane cedette e gli raccontò tutto.
Sorprendentemente l'amico non mostrò segni di stizza,
anzi le fece una domanda curiosa: - Ma ti pare possibile che Daichi sia
diventato tanto mascalzone, da mettere il piede in due scarpe?-
Glielo domandò seriamente. All'inizio Himeko fu tentata
di rispondere immediatamente che non era più il Daichi che conosceva e che se
si abbassava a certi giocchetti poteva darsi che fosse diventato davvero
meschino, poi però ci penso su e cominciò a credere che in effetti non era
proprio da lui agire in quel modo tanto avventato e che forse ci doveva essere
una ragione valida. Così pian piano la rabbia svanì e si ritrovò a pentirsi di
avergli dato quello schiaffo.
-Non preoccuparti Himeko, la prossima volta che lo vedi
basta che gli chiedi scusa e vedrai che ti perdonerà subito- al rassicurò
Pokotà
La ragazza lo ringraziò per i suoi buoni consigli e gli
sorrise. Poi all'improvviso le venì in mente Yumi. Sperava che il bacio che lei
e Daichi si erano scambiati fosse rimasto fra loro e che la coppia non avesse
problemi; in fondo lei desiderava solo la felicità del ragazzo.
Immersa nelle sue riflessioni, non si accorse del
campanello che suonò e di sua madre che la chiamava da sotto, avvertendola che
c'era una visita per lei. Se ne rese conto solo quando si aprì la porta della
sua camera e vide entrare Simone.
-Scusa, non ti ho sentito arrivare-
Il giovane era stranamente serio.
-Non importa, adesso come ti senti?-
Himeko lo guardò con aria interrogativa.
-Daichi ha detto che eri andata via perchè stavi poco
bene e mi sono preoccupato. Per questo sono qui-
Himeko resse il gioco: -Eh già, ho avuto un leggero
giramento, ma non c'è da preoccuparsi. Ora sto bene-
Simone la fissò intensamente, dubbioso, tutt'ad un tratto
abbassò la sguardo.
-Tu lo ami vero?-
La biondina s'irrigidì a quella domanda inattesa. Che
doveva rispondergli?La verità?Ma così l'avrebbe ferito!Lo guardò negli occhi e
scorse solo sincerità, così tanto che non volle mentirgli e annuì, arrossendo.
-L'ho sempre saputo, ma non l'ho mai accettato. Forse
questa è la volta buona-
-Ma che dici?-
-Dico che è evidente che non sono la persona giusta per
fartelo dimenticare. Ho tentato ma mi è andata male-
Himeko abbassò la testa per la vergogna.
-Mi dispiace.Non volevo farti soffrire-
Simone le sorrise:- Mia dolce Hime-chan, non hai nulla da
rimproverarti. Non siamo noi a scegliere di chi innamorarci. Sperò solo che te
lo dimentichi in fretta, altrimenti avrai ancora molto dolore da sopportare-
-Già- rispose a bassa voce. Era incredula dalla forza che
le stava dimostrando. Come faceva a parlarle con dolcezza dopo che lei l'aveva
ferito per la seconda volta?
-Simone, senti....-
Il biondino comprese al volo e finse collera: - Basta con
i sensi di colpa. Non portano a niente. Spero solo che rimarremo amici-
-Puoi contarci- gli garantì.
Non poteva lamentarsi. Nonostante tutto, aveva ancora al
suo fianco un caro amico.
Nei giorni seguenti, Himeko riprese la sua vita di
sempre, soprattutto si godette le vacanze con Monica e Isabel, che erano ignare
del ritorno di Daichi. Le dispiaceva non vederlo più, ma dopo quel bacio la
imbarazzava fare il primo passo per riconciliarsi e poi se c'era una ragione
precisa era meglio che fosse lui a farsi avanti, così non si vedettero per un
bel pò.
Tutto sommato, riflettendoci, il bacio che le aveva dato
al lunapark, anche dopo settimane era impresso nella sua memoria. Era stato
dolcissimo, appassionato, ed era il primo dato alla persona che amava. Cercò
d'immaginarsi cosa sarebbe accaduto se non si fossero fermati e avvampò. Non poteva
lasciarsi andare a certe fantasie, tutt'al più che lui era già occupato. Ma era
difficile non caderci.
Nella città vicina, l'oggetto dei suoi sogni aveva gli
stessi problemi. Da quando aveva deciso di non vedere più Himeko, aveva
iniziato una agguerrita battaglia contro il sè stesso che si perdeva nelle
fantasie di lei, su quel bacio tanto bramato, così tenero e sensuale.
Si sforzava di tenersi impegnato per evitare di
tormentarsi con quei pensieri molto..allettanti. Per questo usciva spesso con
l'amico Tetsu e con lui e con i suoi si era dedicato esclusivamente alla
ricerca della memoria perduta. E pian piano queste fatiche diedero i primi
risultati.
Il secondo ricordo riguardò i suoi genitori e fu merito
del fratellino.
Un giorno infatti, Stefano infatti chiese a Daichi di
portarlo a giocare con lui. Da quando era tornato a vivere in famiglia, aveva
sempre sperato di avere il fratello tutto per lui, ma il ragazzo non aveva mai
tempo. In effetti si rese conto anche lui stesso che il bimbo era stato un pò
trascurato, così lo portò ai giardinetti a giocare al pallone. Mentre si
avviavano, il piccolo, felice, gli spiegò che un tempo passavano ore o oreassieme in quel modo: Daichi lo accompagnava
in piscina, lo faceva giocare all'aeroplano e a tanti altri giochi, si occupava
di lui e Stefano era contento quando stava con lui. Quel discorso tanto ingenuo
e innocente, detto da una persona che chiedeva solo affetto, rimase impresso
nel cuore del giovane e quelle parole continuarono a tornargli in mente per tutto
il pomeriggio, finchè un dolore lancinante non lo colpì alla testa.
Stefano si spaventò moltissino alla vista del ragazzo
piegato il due e che si tratteneva per non urlare.
- Fratellone, che cos'hai?- Chiese con voce rotta dal
pianto.
Per fortuna Daichi era ancora abbastanza lucido da
mandarlo via per distorglierlo dalle sue sofferenze:- Nonn ho niente. Non ti
preoccupare, adesso mi passa....aaahhhh!!!.....senti fammi un favore: vai a
chiamare mamma e papà-
E si strinse la testa con le mani per il male.
-Ma io...- Il piccolo era incerto: non voleva lasciarlo
solo, ma doveva per forza andare a chiamare un adulto.
-Vai, ti ho detto!- Ordinò il ragazzo.
Stefano obbedì e corse a più non posso verso casa. Nel
frattempo nella sua mente, il malato rivide tutta la sua vita. Il dolore lo
stava facendo impazzire, ma sembravano proprio quelle immagini a causarlo.
Ragion per cui non volle arrendersi e prestò tutta la sua attenzione a
focalizzarle al meglio. Inizio così a ricordare il fratellino e scoprì che le
cose che gli aveva detto erano vere, quei ricordi erano pieni di affetto e
tenerezza. Insieme a Stefano rammentò anche due figure più adulte. Dapprima non
ben definite, poi nella realtà se li trovò di fronte. I suoi genitori.
Vedendolo in quella posizione, si abbassarono per
sostenerlo e chiedergli cosa fosse successo.
-Stefano ci ha detto che stavi male, che cosa hai
figliolo?-
Non rispose, si limitò a fissare i due adulti chini su di
lui, preoccupatissimi. Per la prima volta da quando era lì, comprese fino in
fondo chi erano. Aveva ritrovato la sua famiglia. Cercò di trattenere le
lacrime, ma non resistette e scoppiò in un pianto dirotto
-Mamma, papà.. io mi ricordo di voi e di Stefano... mi
ricordo tutto..-
A sentire quelle parole, per poco la signora non svenne,
abbracciò il figlio, felice.
-Daichi. Figlio mio..-
Non riuscì più ad andare avanti, era troppo felice, ma in
fondo non c'era nulla da dire, la lacrime di gioia che le scendevano copiose
sul viso parlavano da sole. Anche il padre si commosse e dopo aver preso
Stefano in braccio, il quale voleva solo andare dal fratello, abbracciò moglie
e figlio. Dopodichè tornarono a casa, sicuri che d'ora in poi sarebbero stati
una famiglia serena.
Non passò molto tempo che l'amnesia scomparve
completamente. Ormai si ricordava ogni cosa del suo passato: la sua vita, i
suoi amici...tutto.
Fu allora che rammentò anche la promessa fatta a Yumi:
quella di tornare a Osaka.
Gli si stringeva il cuore a lasciare quello che aveva
ritrovato con fatica, ma in fondo non era poi una cattiva idea. Avrebbe
comunque rivisto la sua famiglia e anche Tetsu.
Ma non gli bastava. Non avrebbe mai più visto Himeko, non
avrebbe mai più parlato con lei, non le avrebbe mai detto ciò che provava. Fece
un sorriso smorzato. Forse era meglio. L'aveva fatta solo soffrire, non si
meritava il suo amore, se mai lo amasse ancora.
Deciso dunque a mantenere i suoi propositi, comunicò a
Yumi, che sarebbe tornato con lei nei giro di una settimana, dal momento che
mancava poco alla fine dellevacanze
scolastiche. La giovane felice, gli saltò al collo baciandolo con passione,
convinta che lui ormai aveva dimenticato la biondina e che era solo suo.
Un dubbio però gli passò per la testa: non voleva che lei
lo cercasse.
Perciò decise che l'indomani avrebbe parlato con lei,
chiedendogli di lasciarlo stare.
E fu così che Himeko si trovò sull'uscio l'ultima persona
al mondo che si aspettava che andasse a farle visita.
- Volevo ringraziarti-
-Ringraziarmi?Per cosa?- La guardò perplessa.
- Per aver aiutato Daichi a recuperare la memoria.Ormai
l'ha ritrovata per intero. E' davvero un sollievo. Credimi stava diventando
impossibile andare avanti. Meno male che è finita-
La fissò stralunata.
-Daichi ha ritrovato i suoi ricordi?- esclamò felice.
Ora era Yumi ad essere confusa.- Ma come?Non lo sapevi?-
-No, perchè?Avrei dovuto?-
- La sua guarigione è iniziata quando si ricordato di te
quel giorno al lunapark-
"Cosa?Allora quando lui mi ha baciato, era il Daichi
di sempre! Era questa la ragione?" Alzò gli occhi verso la sua interlocutrice.
"ma lei non saprà..no, non è possibile!Daichi deve averle detto solo che
si è ricordato di me. Però ora che farà?Se Daichi fosse ancora legato a me
sarebbe venuto di persona a darmi la notizia e forse...no, loro stanno ancora
insieme, a quanto pare, quindi non gliene importa niente di me." Concluse.
"però avrebbe anche potuto dirmelo che era guarito. Proprio non gliene
frega nulla, eh?" pensò afflitta.
-A cosa pensi?Alla possibilità che il mio ragazzo possa
tornare da te?-. Le rivolse un sorriso malefico.- Mi dispiace ma lui ha già
deciso di tornare a Osaka con me-
- Come?- l mondo le crollò addosso.
- Mi dispiace, ma è giusto così. Da quello che mi ha
detto lui siete solo amici, forse per te era qualcosa di più, ma credimi è
meglio che te lo dimentichi. Io gli sono sono stata accanto nel momento del
bisogno e ora ci amiamo. Come vedi non c'è spazio per te-
Non era necessario dirlo, lo sapeva benissimo che il suo
era un amore non corrisposto. Quella ragazza era stata al suo fianco dopo
l'incidente e da quanto aveva capito erano molto uniti. Si meritava di essere
riamata molto di più di lei,che non
faceva altro che cacciarsi nei guai.
Incapace anche solo di respirare, sussurrò solo una frase
:- Fallo felice- e se ne andò.
Per tutto il pomeriggio e anche la mattina dopo, tentò di
non pensare a Daichi; si tenne impegnata aiutando in casa, andò trovare i suoi
amici e l'ultima fu Erika. La ragazza cercò di darle conforto come poteva.
-E così se ne va?-
-Già. Forse è meglio così. Vedere insieme quei due in
continuazione sarebbe stato uno strazio. Però cavoli!Per la seconda volta!-
Quest'ultima esclamazione la disse con la voce interrotta dalle lacrime che
cercava di reprimere.
Erika alzò lo sguardo su di lei: le faceva una pena
vederla così giù di morale e non sapeva proprio cosa fare per alleviarle il
dolore.
-Hime-chan, piangi pure se vuoi, vedrai che dopo ti
sentirai molto meglio-
La ragazza la guardò piena di sorpresa e gratitudine
"Come ha fatto ha capire..."
Non si rispose, si limitò ad abbracciare l'amica e a
piangere sulla sua spalla. Quelle lacrime, come la pioggia, sfogarono tutto il
suo rancore, il suo dolore chiuso a chiave nel suo cuore ormai da tre anni. Per
un bel pezzo rimasero abbracciate, in silenzio ed Erika pregò per la felicità dell'amica.
Al pomeriggio si rese conto che Erika aveva ragione, si
sentiva bene dopo quel pianto.Così, nuovamente piena di energie decise di farsi
una bella passeggiata e di godersi la bella giornata, dato che presto sarebbe
ricominciata la scuola e quindi non sarebbe più stato possibile. Non volle
scegliere l'itinerario, si lasciò guidare dalla fantasia, finchè per fortuna o
per sfortuna arrivò alla casa abbandonata.
Per qualche secondo rimase a osservarla incantata.Decise di entrarci per l'ultima volta, per
chiuderla per sempre, poichè quella casa custodiva ricordi troppi dolorosi.
Aprì la porta e raggiunse il salotto. Quasi svenne alla vista di Daichi seduto
sul divano.
-CHE DIAVOLO CI FAI QUI?- urlò la ragazza per lo
spavento. Non si aspettava davvero che sarebbe tornato nel loro rifugio.
-Non urlare, se no finisce che attiri tutto il vicinato-
la rimproverò il ragazzo.
Rendendosi conto di aver fatto una sciocchezza, si
ripromise di parlare a bassa voce. Gli rifece la domanda.
-Ti stavo aspettando-
-Aspettando me?- chiese sorpresa.
-Conosci qualcun'altro che viene in questa casa?- le
rispose secco.
I loro occhi brillavano per le emozioni forti che
provavano, ma entrambi avevano giurato di non farsi più coinvolgere.
-Ho saputo che hai recuperato la memoria.
Congratulazioni!- gli disse Himeko.
Daichi la guardò stranito.
-E tu come fai a saperlo?-
Non poteva certo dirgli che era stata Yumi, anche perchè
ricordare quelle parole dette in modo tanto fastidioso non era piacevole, così
preferì stare zitta.
-Un uccellino-gli rispose.
Il ragazzo capì che non voleva dirglielo e lasciò
perdere.
- Perché mi stavi aspettando?-domandò lei.
-Bè volevo salutarti. Sai torno a Osaka con Yumi-
"Di nuovo quella frase". Benchè ormai l'aveva
capito bene, non l'aveva ancora digerita del tutto e non riuscì a dire nulla,
si limitò ad abbassare lo sguardo. Daichi si rese conto di ferirla, ma
purtroppo era inevitabile. Anche lui comunque stava male, e la vista di lei
triste lo faceva stare anche peggio.
Finalmente Himeko riuscì a parlare seppur flebilmente.-
Quando parti?-
-Domani pomeriggio-
Il suo cuore andò in mille frantumi. Che lo dicesse Yumi
era un conto, ma che fosse lui a garantire che quella notizia era vera,
significava non poter più ignorare la cosa. "Se ne andrà. Stavolta per
sempre". Sentì le lacrime agli occhi, non poteva farsi vedere piangere da
lui, così tenne lo sguardo ancora basso ed esclamò:
-Bè ti auguro buona fortuna-
Concludendo in quella maniera, alzò il viso per vederlo
un 'ultima volta. Ma stavolta fu lui a rimanere colpito: scorse un viso
disperato e due occhi gonfi, come se da un momento all'altro dovesse scoppiare.
Non potevano lasciarla così! Himeko si voltò e fece per andarsene, ma un
braccio di lui la trattenne e l'attirò a sé, fra le sue braccia.
-Il mio maschiaccio! Come farò senza di te!- Dalla voce
sembrava che anche lui soffrisse per quella separazione.
A Himeko quel nomignolo non era mai piaciuto, ma ora le
pareva più dolce di una carezza. Allora valeva qualcosa per lui.
Si tennero stretti. Quella era l'ultima occasione e
volevano imprimersi nella mente l'inebriante sensazione di stare l'uno fra le
braccia dell'altro.
Pian piano però, la tristezza lasciò il posto ad un altro
tipo di sentimenti ...più eccitanti.
Daichi infatti, sentendola vicina a lui, iniziò a
desiderare che quel contatto venisse approfondito; sentiva il suo respiro
solleticargli il collo e lo stava letteralmente facendo impazzire. Anche Himeko
non era da meno. Quell'abbraccio, dapprima così innocente, ora le stava
procurando emozioni talmente forti da scombussolarla. Iniziò a desiderare
quindi che si trasformasse in qualcosa di più, almeno per darle un bel ricordo.
E fu così che gli fece una richiesta, che mai nella sua vita avrebbe pensato di
porre:
-Passa la notte con me-
Ringrazio trienne e Kirby che sono come sempre
gentilissime a commentare.
Himeko diventò viola per ciò che era uscito dalla propria
bocca. Che cosa avrebbe pensato ora Daichi? Si staccò da lui,
imbarazzantissima.
-Scusa, non so cosa mi sia preso-
In effetti, il giovane restò stupito dalla sua audacia.
Però solo in un primo momento. Sorrise pregustando quello che sarebbe accaduto
di lì a poco.
Intanto la ragazza non sapeva come comportarsi, non la
finiva più di scusarsi.
-Ti prego scusa..- Non finì la frase, perché Daichi la
interruppe con un bacio appassionato.Sul momento si spaventò; non si aspettava
una reazione del genere. Resasi conto però, che il ragazzo dei sogni la stava
baciando, rispose con tutto l'amore possibile, schiudendo le labbra per lui.
Daichi sentendola rilassarsi, obbedì a quella richiesta tanto provocante e
timidamente introdusse la lingua nella bocca di lei. Sentire quel calore
provocò a entrambi mille brividi di piacere. Si abbracciarono ancora più per
permettere alle loro labbra di danzare insieme, per l'ultima volta.
Anche le mani, comunque non erano certe ferme. Quelle del
ragazzo continuarono ad accarezzarle la schiena facendola tremare dal
desiderio. Mentre la lingua di lei esplorava la sua bocca, giocava con le sue
dolci labbra, la mano di lui le s'infilò sotto la maglietta, mozzandole il
respiro.
Le piaceva sentire il suo corpo così allacciato al suo.
Le sembrava di morire. Era conscia però che sarebbe stata l'ultima volta che
avrebbe potuto averlo così vicino, che avrebbe sentito il suo tocco leggero su
di lei.
Non avrebbe più visto quegli occhi infuocati dall'amore.
If
I should stay
I would only be in your way
So I'll go, but I know
I'll think of you every step of the way
I will always love you
I will always love you
Lentamente le fece distendere sul divano, poi si rituffò
sulle sue labbra.
Sembrava che volesse divorare quel velluto, assaporarla
finché fosse stato possibile. Si staccò solo per ammirarla. Era bellissima:
aveva gli occhi semichiusi, respirava velocemente. Era completamente sotto il
suo controllo.Fu allora che si compì
la magia. Cercò con gli occhi un'approvazione della ragazza che amava e la
colse da uno splendido sorriso. Incoraggiato, la baciò di nuovo e mentre le
accarezzava dolcemente il collo e le spalle, era talmente liscia che pareva
seta.Mentalmente si chiesero entrambi
come avessero fatto a resistere fino a quel momento, a malincuore quel pensiero
portò anche alla realtà del fatto che non potevano stare insieme.
You my darling you.
Bitter sweet memories
that is all I'm taking with me
So goodbye, please don't cry
We both know I'm not what you, you need
And I will always love you
I will always love you
Sul viso della ragazza scese una lacrima, che Daichi
baciò, intuendo quei pensieri tristi. .Approfittando di questa distrazione
Himeko si mise sopra di lui. Gli slacciò la camicia, baciando ogni parte del
corpo che veniva scoperta. Il giovane gemette, mentre sentiva la lingua di lei
lambirle il petto ormai nudo, intrufolarla nell'ombelico. Non ce la fece più e
si rigirò in modo da averla sotto di sé.
Passo dopo passo, i respiri si fecero sempre più corti,
tanto da far girare loro la testa.
Nessuno dei due potè più resistere, avevano la necessità
fisica di terminare ciò che avevano iniziato E fu così che i due divennero un
unico essere.
Quella era stata la loro notte.
I
hope life treats you kind
And I hope you have all you've dreamed of
And I wish to you, joy and happiness
But above all this, I wish you love
And I will always love you
Ormai era ora di andare. Le prime luci dell'alba stavano
entrando dalla finestra illuminando i loro corpi abbracciati.
A quel bagliore Daichi si svegliò. Ancora assonnato, non
capì dove fosse. Arrossì fino alla radice dei capelli quando si ricordò quello
che era successo. La donna accanto a lui era stata sua.
Adesso però, era giunta l'ora di lasciarsi. Il cuore gli
batteva forte per la tristezza che stava invadendo. Tentò di rincuorarsi, era
giusto così.
Sperava solo che lei sarebbe stata felice, che avrebbe
avuto tutto ciò che sognava, ignorando che ciò che lei voleva era solo lui.
Prestando attenzione a non svegliarla si alzò e si rivestì. Poi per qualche
minuto rimase a osservare il suo angelo che dormiva. La baciò lievemente sulle
labbra e vide sul suo viso un'espressione serena.
-Ti amo- le sussurrò dopo che si era staccato da lei e se
ne andò.
I
will always love you
I will always love you
I will always love you
I will always love you
Quando Himeko si svegliò il sole era già alto. Sorrise al
ricordo della propria sfacciataggine quando aveva chiesto a Daichi di passare
la notte con lei. Ma il sorriso scomparve non appena si accorse che il ragazzo
non c'era più.
"Se n'è andato per sempre" pensò fra le
lacrime.
Pensò a Yumi, che aveva ottenuto quello che voleva.
Sperava solo che lo riempisse di felicità, perchè era questo che lui si
meritava. Tanta gioia. E così lasciò il rifugio.
I, I will always love you
You darling I love you
Ooh, I'll always I'll always love you
Ooh, I'll always I'll always love you
Ecco la traduzione della canzonedi Witney Huston:
Se dovessi restare non farei che intralciarti
Dunque me ne andrò, ma so
Che penserò a te a ogni passo della mia strada
E ti amerò per sempre
Ti amerò per sempre
Tu, mio caro
Ricordi dolci amari
Questo è tutto ciò che porto con me
Così, addio, per favore non piangere
Sappiamo entrambi che io non sono ciò di cui hai bisogno
ciao
ragazzi!Avete visto?ce l'abbiamo fatta!Siamo arrivati all'ultimo
capitolo...sigh...mi dispiace così tanto!!Ormai mi ero affezionata a questa
fanfiction. Ringrazio tantissimo tutti quelli che hanno commentato e che con le
loro critiche mi hanno permesso di migliorare, grazie davvero!
E ora
è il momento di lasciarvi all'ultimo capitolo.
Buona
lettura
E fu
così che Daichi tornò nella città dove la sua vita era statà sconvolta. Si
trovava in taxi con la sua ragazza e ripensava alla reazione dei suoi genitori
quando li aveva informati della sua decisione. Aveva comunicato loro che
avrebbe continuato a vivere con loro, ma che avrebbe frequentato il liceo in
cui andavaprima delle vacanze.
Ovviamente ai suoi bastava sapere che sarebbe restato a casa sua, per cui non
avevano avuto niente da ridire. Un pò più dura era stata convincere Tetsu che
non era affatto sicuro che quella fosse una buona, d'altronde non erano fatti
suoi, per aveva dovuto arrendersi. Ma prima di farlo gli disse qualcosa, che
rieccheggiava ancora nella sua mente.
-Stai
attento Daichi. Hai avuto una possibilità di essere felice, non è detto che ce
ne sia una seconda-
Il
ragazzo aveva capito perfettamente a cosa si riferiva l'amico, ma davanti a lui
aveva fatto finta di niente. Ora però ricordando quelle parole, era difficile
non pensare allo scopo per cui erano state pronunciate. Già, Tetsu lo conosceva
abbastanza bene da capire che il problema di quella partenza non erano i suoi
che, come menzionato prima, non avevano fatto storie, non era nemmeno il suo
migliore amico perchè gli aveva assicurato che sarebbe andato più volte a
trovarlo. Il problema è che non avrebbe più rivisto il suo angelo....gli si
strinse il cuore...basta!Gli faceva male la testa. Aveva deciso di restare al
fianco di Yumi, per cui tutte quelle riflessioni erano solo futili tormenti.
Posò lo sguardo sulla giovane dai capelli ricci accanto a lui; avrebbe dovuto
sentirsi in colpa per la notte precedente ma non ci riusciva. Come poteva rinnegare
il momento più bello che il destino gli aveva donato?A quel ricordo il suo
cuore prese a battere più velocemente, no, non poteva negare che erano state le
ore più fantastiche della sua vita, ma doveva anche accettare che quello
sarebbe rimasto solo un ricordo passato. Intanto Yumi osservava il suo ragazzo
pensieroso, con lo sguardo perso nel vuoto. Non era difficile capire a cosa
stesse pensando e ne provò fastidio. Possibile che quella biondina fosse tanto
importante per lui?Bè, anche se lo fosse stata, ormai non doveva più
preoccuparsi, non si sarebbero più rivisti e Daichi l'avrebbe sicuramente
dimenticata.
Così
tornarono alla vita di sempre, in realtà non fu proprio tutto come prima e Nei
giorni seguenti le certezze di Yumi cominciarono a vacillare. I due, visto che
mancava poco all'inizio della scuola e non avrebbero più avuto tempo libero,
uscivano insieme praticamente tutti i giorni, comportandosi in quelle occasioni
come veri fidanzati, almeno questo che ciò che appariva agli occhi della gente.
Ma la ragazza non era stupida e si era accorta che qualcosa era cambiato.
Sebbene si abbracciavano e baciavano come innamorati, in quei gesti mancava del
tutto la passione che li contraddistingue e a volte Daichi era distratto, come
se vivesse su un altro pianeta. C'erano momenti in cui il ragazzo non diceva
una parola per ore e non l'ascoltava nemmeno. Allora lei cercando di non
arrabbiarsi, gli chiedeva cosa avesse, ma lui chiudeva il discorso rispondendo
che andava tutto bene e lei non restava che accettare quelle risposte così poco
convincenti.
Passarono
i giorni e le cose fra loro peggiorarono sempre più. Ormai anche i baci che si
scambiavano erano diventati episodi sporadici, spesso Yumi si ritrovava a dover
chiamarlo insistentemente per farlo tornare alla realtà e anche quando si
tenevano per malo sembrava che fosse più per abitudine che per vero desiderio
di stare vicini. I dubbi della ragazza si fecero più forti man mano che passava
il tempo e cominciò a pensare che forse Daichi era davvero innamorato di quella
ragazza.
Nel
frattempo a Kazetachi Himeko aveva ripreso la sua vita normale. Soffriva molto
per essere stata abbandonata per la seconda volta dal ragazzo che amava, ma non
voleva tornare arrogante e prepotente come un tempo. Quei tre anni e soprattutto
quell'ultimo periodo erano stati difficili da superare e spesso aveva creduto
di non farcela a reggere un dolore tanto forte, ora però capiva che quei
momenti l'avevano fatta crescere e maturare. Ora si rendeva conto di non essere
sola, ma di avere accanto persone splendide che l'amavano e che l'avrebbe
aiutata a sopportare anche quest'ultimo distacco.
Sorrise.
Certo stava ancora male. Non l'aveva nemmeno salutato, poiché lui se ne era
andato mentre lei ancora dormiva. Ma era stato meglio così non avrebbe retto
alla vista di lui che se andava. In fondo non poteva lamentarsi più di tanto,
voleva rivedere Daichi ed era stata accontentata, anzi si era pure unita a lui.
Avvampò, mentre rammentava quelle sensazioni così intense, che però non avrebbe
più conosciuto. S'intristì un poco, ma il malumore cessò immediatamente
osservando Pokotà che dormiva beatamente sul suo letto. Il saggio leoncino le
era sempre rimasto vicino e anche stavolta non l'aveva delusa. Quando era
rincasara con una faccia da funerale, le si era accucciato in grembo in
silenzio per darle conforto.
Non
solo lui, ma in quei giorni che avrebbero dovuto essere neri e freddi per la
tristezza di essere stata lasciata, conobbero un leggero calore dai suoi amici
Erika e Simone che la tenevano impegnata per farla ricadere in brutti pensieri.
E lei mentre era con loro, li osservava e li ringraziava per il loro appoggio.
Soprattutto Simone, il quale visti i precedenti avrebbe potuto fregarsene, ma
ora sembrava che anche lui avesse smesso di soffrire e si fosse avvicinato a
Erika, e Himeko augurava loro di cuore di tutta la felicità del mondo per
quell'amore che presto sarebbe sbocciato.
Purtroppo
i buoni propositi sono facili da fare, ma mantenerli è tutta un'altra storia.
Anche Yumi se ne rendeva conto e le piaceva sempre meno il gelo che era sceso
fra lei e il suo Daichi.
Fu
così che una sera il gelo si ruppe. Erano usciti per mangiare una pizza ed ora
passeggiavano nel parco. Come al solito il corpo di Daichi era lì, la mente a
Kazetachi. Ma ormai Yumi si era veramente stufata di quel comportamento.
L'aveva voluto con lei a tutti costi, perchè pensava che in fondo anche lui ci
tenesse, ma adesso si prendeva coscienza di quanto si era sbagliata. A
malincuore doveva ammetterlo che nel cuore del ragazzo non c'era lei. Aveva
addirittura pensato che l'avesse solo usata e aveva quindi sfruttato questa sua
paura per innescare nel giovane sensi di colpa, rinfacciandogli l'aiuto che lei
gli aveva dato quando era convalescente, per farlo tornare da lei. Ma non era
questo che desiderara; no, lei voleva essere amata davvero, non per un rimorso
ingiustificato. La sua vicinanza era stata di grande conforto al ragazzo nel
momento del bisogno, ma era stata una sua scelta spontanea e utilizzarla per
forzare dei sentimenti che non esistevano, era un'azione maschina, che gli si
stava ritorcendo contro. Forse però poteva fare qualcosa per il giovane che
amava.
-E'
ora di finirla- lo disse così dal nulla e Daichi la guardò senza capire.
-Voglio
dire che è inutile stare insieme ,quando con la mente sei lontano mille miglia-
Il
ragazzo si arrabbiò:- Che stai dicendo?Non è vero!Abbiamo deciso di restare
insieme e tornare ed eccoci qua,qual'è il problema?-
- Il
problema è che non posso sopportare che tu stia con me solo perché ti senti in
colpa-
- Che
cosa?Come ti viene in mente una sciocchezza del genere?Non é assolutamente vero
che sono insieme a te per sensi di colpa- rispose Daichi convinto.
- A
sono sciocchezze?- chiese Yumi, guardandolo dritto negli occhi. La sicurezza
del giovane venne meno e abbassò il capo non riuscendo più a sostenere lo
sguardo. Alla ragazza fece pena vederlo giù di morale e il brutto è che era lei
la causa. Con voce dolce tranquilla gli domandò:- Dimmi la verità. Tu l'ami?-
Daichi
arrossì e annuì con la testa.
-Allora
non stare qui a farti divorare da rimorsi inutili. Mi dispiace per come mi sono
comportata. Mi sono sentita tradita e ho pensato che tu mi avessi usato-
-Io
non ti ho usato. I miei sentimenti erano sinceri!-
-Ora
lo so. Mi dispiace solo per il male che ti ho fatto-
-Non
è tutta colpa tua. Io non mi sono curato per niente di come potevi stare e ti
chiedo scusa-
Vedendolo
veramente dispiaciuto, le fece tenerezza e sorrise:- Adesso basta con le scuse.
Spero solo che resteremo amici-
Sorrise
anche lui- Ci puoi contare-
-Bene
ora che pensi di fare-
Daichi
la guardò perplesso.
-Intendo
con Hime-chan. Che farai?-
Rimase
sorpreso, non si aspettava proprio da lei una domanda del genere.
-Non
ne ho idea. Insomma da una parte vorrei tornare da lei, ma finora non le ho
causato che dolore..forse sarebbe meglio lasciarla stare- aggiunse. -No, o
giusto che le cose restino così, e poi chissà magari mentre stiamo e qui è con
un'altro-
Fece
in tempo a finire la frase che Yumi gli diede un leggero schiaffo sulla
guancia.
-Non
fare il vigliacco. Le paure si devono affrontare e se non vai da lei non saprai
mai si ti rifiuterà o no!-
-IO
AVREI PAURA?-s'irritò Daichi
Ma la
sicurezza di Yumi era più forte del suo orgoglio. - Moltissima-
- Hai
ragione, però non lo so se voglio tornare indietro-
-Riflettici
su-
Così
s'incamminarono verso casa da veri amici.
Intanto
a Tokyo e nei dintorni si stavano preparando addobbi, bancarelle, giochi, tutto
il necessario per la festa della fine dell'estate. Ogni ragazza era indaffarata
a organizzarsi quella meravigliosa serata e a cercare il kimono più bello.Anche
a Yumi piaceva molto quella festa, e notando che Daichi era depresso,gli venne
l'idea che forse l'avrebbe tirato un pòe poi non c'era nulla di male a chiedere ad un amico di accompagnarla.
Anche lui fu d'accordo e così presero il pullman e andarono a Tokyo a
divertirsi.
Ma
non erano gli unici, la gente proveniente dalle città vicine si riversava sulle
strade per godersi quella festa adatta a tutte le età, fra cui anche Himeko,
Monica e Isabel, rigorosamente vestite con il kimono, le quali gironzolavano
per le bancarelle.
Se le
gustarono tutte, assaporando appieno l'allegria ceh sprizzava da ogni angolo,
finché non arrivarono alla fine del viale. Lì si trovarono di fronte una pista
ballo non molto grande ma piena di gente che ballava sulle note di una canzone
romantica. Si guardarono intorno per vedere so c'era quancuno che conoscevano e
a Himeko mancò un battito quando vide che fra i ballerini erano presenti anche
Daichi e Yumi. Anche Isabel e Monica se ne accorsero.
-Ma
quello non è Daichi-
-Sta
ballando con una ragazza, com'è possibile?- esclarono sconcertate. Le due
ragazza non sapevano del ritorno di Daichi e della sua amnesia, non erano a
conoscenza neanche del fatto che Himeko e il ragazzo si erano incontrati,
quindi erano nella situazione dell'amica qualche mese fa. Deluse dal
comportamento del loro ex-amico, tentatono di confortare Himeko.
-Non
te la prendere, in fondo non lo vedi da tre anni, lascia stare perchè non ce ne
andiamo da qualche parte?- chiese Isabel con dolcezza.
Monica
le fece eco- Ha ragione, non vale la pena di star male per chi non ti merita-
-A
me....non me ne frega niente- disse con rabbia la giovane, e se andò. Ma non
potè fare che pochi passi che venne presa per un braccio dall'oggetto di
interesse delle tre ragazze. Quando l'aveva vista ai bordi della pista con quel
kimono addosso, che metteva in evidenza il suo splendido corpo, era andati in
tilt e nonostante i suoi dubbi e le sue paure, le gambe si erano mosse
autonomaticamente verso "il suo maschiaccio"
- Ti
devo parlare- disse con voce flebile, ma decisa.
-Non
c'è nulla da spiegare, lasciami stare- rispose Himeko, voltandosi dall'altra
parte.
-Non
che non ti lascio!Ascoltami tu hai frainteso tutto-
Ma la
ragazza non gli dava retta: - Non devi giustificarti di niente. State insieme,
no. L'hai detto tu. E adesso lasciami- Con uno strattone si liberò dalla presa
di Daichi. Monica e Isabel e un pò più distante Yumi osservarono la scena senza
intervenirem perchè conoscevano la testardaggine e l'orgoglio dei due amici.
Il
ragazzo non mollò e prese Himeko per le spalle e la fece voltare velocemente.
-Cavoli!Ti
chiedo solo di ascoltarmi!-
La
biondina cercò di liberarsi dalla stretta.-ADESSO, BASTA LASCIAMI HO DETTO!CHE
ACCIDENTI VUOI DA ME-
- ma
ascoltami-
-E
PER COSA PER SENTIRMI DIRE QUANTO SIETE FELICI, MA VAI AL DIAVOLO!- urlò la
ragazza.
-Ora
mollami,insomma, perchè mi fa questo? non capisci che così mi fai anc..-
-IO
TI AMO!- Himeko s'interruppe di colpo.
-Ti
amo- ripetè Daichi, sorridendo.
Non
credeva a quello che aveva a detto, l'amava?
-Anch'io-
rispose timidamente.
A
quelle parole un'intensa voglia di stringerla fra le braccia lo invase. Le
porse gentilmente la mano.
-Vuoi
ballare?-
Himeko
emozionata, sorpresa, felice, mise la propria mano sulla sua. Non avevano
bisogno di parole per chiarirsi, bastava uno sguardo. Senza staccare gli occhi
l'uno dall'altro, arrivarono al centro della pista e iniziarono una danza lenta
che riscaldò gli animi dei due innamorati. Non si preoccupavano di ciò che
sarebbe accaduto in futuro. Il loro rapporto così speciale era resistito a tre
anni di separazione, ai rimorsi e ne erano orgogliosi. Ma non aveva importanza
il passato che era già trascorso,nè il futuro che doveva ancora venire. No,
contava solo il presente, perchè era lì e nel presente erano l'uno fra le
braccia dell'altro. Insieme.
E'
finita. Sono tristissima!!!!!Però spero che nel complesso la mia fanfiction vi
sia piaciuta e che abbia invogliato qualcun'altro a scrivere su questo anime,
che secondo me è fantastico, ma che da anni non vediamo e ormai se ne sono
scordati tutti.
E'
ora di lasciarvi ragazzi, ma mi raccomando commentate anche questo capitolo.