Pane, Burro e Marmellata

di Thilwen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il burro, fra pane e marmellata ***
Capitolo 2: *** Fughe e Sorprese ***
Capitolo 3: *** Indovina chi viene a colazione? ***
Capitolo 4: *** Sì e No ***
Capitolo 5: *** Verità alla vodka ***
Capitolo 6: *** Donne, cuore di burro... ***
Capitolo 7: *** Maschi di casa ***
Capitolo 8: *** Le cose realmente importanti ***



Capitolo 1
*** Il burro, fra pane e marmellata ***


Pane, Burro e Marmellata

 

Disclaimer: I diritti del bambino-che-è-sopravvissuto, alias Harry Potter, mera comparsa in questa fanfiction, e, soprattutto di tutto il resto dei personaggi della saga,  appartengono a JKRowling ed ad un elenco di gente. Ripeto che nulla di tutto questo mi appartiene, io non violo alcun copyright, non scrivo a scopo lucro, il mio è solo un modo per tenere impegnata la mia mente altrimenti pericolosa. Un’opera di bene, tutto qui.

 

Titolo: Pane, Burro e Marmellata.

Autore: Thilwen.

Beta-Reader: mise_keith.

POV: Ron’s, POV.

Paring: Ron/Hermione, Sorpresa.

Capitoli: Otto.

 

Note: Ecco, adesso voi direte: Thilwen ha battuto la testa, forte, ma molto forte, ed ha deciso di cambiare genere. No, in effetti non è andata così e no!, assolutamente non è stata l’atmosfera natalizia ad addolcirmi, quindi è inutile che provate a chiedervi perché mi sia data alla commedia. Gente, avevo provato tutto, ma scrivere una commedia di ben trenta e rotte pagine, no, questo mi mancava.

L’idea principale, in realtà, era proprio quella di una commedia; il risultato finale è un lavoro ironico ed autoironico, spesso ricco di sarcasmo e battute a doppio senso. Il rating è PG13, ma sono presenti in questo lavoro espressioni colorite ed anche qualche parolaccia.

Che dire quindi se non: leggete, se vi garba, e recensite (un appello; per favore, potreste non utilizzare il linguaggio SMS nelle recensioni? Va bene qualche abbreviazione, ma non esagerate, abbiate pietà, io ne sono insofferente!)

 

Dediche:

A Chiara (mise_keith), perché in una fredda serata di dicembre ha ascoltato la lettura di questo lavoro ed ha, con mia grande gioia, riso.

A Rosario, perchè da anni mi chiedeva insistentemente di scrivere qualcosa di allegro ed è rimasto a bocca aperta quando, d’improvviso gli ho detto: “Sai, ho scritto una commedia!”

Ad Elisabetta, perché la diverte quando scrivo questo genere di cose.

A tutti coloro che leggeranno questo lavoro, qualunque impressione faccia loro.

 

Avvertenze:

Questa fanfiction potrà sembrarvi la trascrizione di una lunga sega mentale. Forse potrebbe non essere solo vostra impressione.

Per chi non conoscesse l’autrice, sappiate che Thilwen è nota per essere bastarda dentro e tende a trattare maluccio i protagonisti delle sue storie.

A tutti i fan di Harry Potter (quale personaggio) è seriamente sconsigliata la lettura di questa fanfiction; potrebbe turbarvi o potrebbe portarvi a voler uccidere l’autrice nel modo più doloroso che conoscete.

Questo lavoro, benché resti comico, presenta talvolta attacchi di sentimentalismo acuto; è l’autrice che ha grandi carenze affettive e vuole farvi partecipi.

Ogni riferimento a Cremonini è puramente casuale.

Ogni riferimenti a persone, fatti o cose potrebbe, invece, essere causale.

 

 

Pane, Burro e Marmellata

Di Thilwen

 

 

Capitolo Primo – Il Burro, fra Pane e Marmellata.

 

Io non credo affatto sia un sacrilegio.

È solo ed unicamente questione di gusti.

Ora, ditemi voi, si può sapere che cosa c’è di male nel mettere un sottile strato di burro fra il pane e la marmellata?

No, no, no. Niente dottori, dietologi, modelle, salutisti, eccetera qui. Non venite a sproloquiarmi di grassi saturi, proteine, ciccia e vita sedentaria. Grazie.

Io non ci vedo nulla di male. È solo ed unicamente questione di gusti.

Ma lei, -oh, sì, lei,- con quella sua vocetta acuta, lo sguardo severo, le labbra strette in un morsa sillaba:

-Merlino, Ron! Ma perché devi rovinare il buon sapore della marmellata? Che motivo hai d’aggiungervi il burro!-

E, si sa. Se Hermione Granger è convinta di una cosa… che gli dei, la Dea, il dio, il nulla eterno, ci proteggano.

Niente pane, burro e marmellata, quindi. Bisogna mangiarli di nascosto, quand’è troppo impegnata dietro ai suoi libri per curarsi di ciò che faccio.

Anche adesso, prendendo il burro dal frigo, ho l’istinto di gettare un’occhiata in soggiorno, per vedere se lei è distratta.

Mi do mentalmente dell’idiota.

Ron Weasley, il salone è vuoto e silenzioso.

Attraverso la cucina scalzo,  imprecando senza un vero motivo.

Perché, non vi è mai capitato di farlo?

Di dire la peggiore mala parola che vi passasse per la testa senza che vi fosse capitato nulla?

Così, per il piacere di riempirsi la bocca di volgarità?

Naa, non ci credo.

Raggiungo lo sgabello, apro il barattolo di marmellata, v’intingo il cucchiaino.

Non resisto dal portarmelo in bocca e rificcarcelo dentro.

Hermione avrebbe detto: -Ron! Così ammuffisce!-

Io scommetto che era solo una fissa femminile sull’igiene.

Spalmo il pane di burro, poi di marmellata.

Infine lo mangio, rialzandomi e disseminando molliche per casa.

*

In effetti, in realtà, abbiamo litigato.

No, non  per la storia del burro.

D’accordo, lo so che siamo tendenzialmente stupidi quando si parla di noi ( e con noi intendo me e lei assieme), ma non fino al punto di litigare per il burro e la marmellata.

Che poi l’importante stava nel non dare nell’occhio.

No, abbiamo litigato per un altro motivo. Serio.

Serio… beh,  dipende.

Lei l’ha preso per serio. Io, io non l’ho preso proprio.

Sì, avanti, ditelo: Ron Weasley, il solito idiota.

Adesso, ditemi voi, mettetevi nei miei panni.

Facciamo finta che siete maschi.

OK, se lo siete veramente non c’è bisogno che facciate finta.

Immaginate di avere una ragazza. Una bella ragazza.

Va bene, bella per voi.

Questa ragazza, che ha la fortuna di essere molto, molto, molto, molto, più intelligente di voi, condivide la vostra vita da quando avevate undici anni.

Il vostro letto da quando ne avevate diciotto.

Il vostro bagno da quando ne avevate venti.

Ecco, già la sento:

-Non potevi dire la tua casa, Ron? No, il tuo bagno! Sei sempre il solito volgare!-

Questo perché lei è femmina.

Quelli che non fanno finta di essere maschi mi capiranno.

Sapete che vuol dire dividere il bagno con una femmina?

Giornata tipo.

Vi alzate ancora con gli occhi chiusi e l’alito da stendere una schiera di Mangiamorte.

Cercate, rigorosamente a tentoni, la porta del bagno, perché l’unico vero motivo che vi ha portato ad abbandonare il letto è stato un desiderio quasi carnale di svuotare la vescica.

La trovate, anzi, ci sbattete contro.

Girate a vuoto la maniglia.

Ovviamente è occupato.

Ovviamente c’è lei.

Quando esce, tre quarti d’ora dopo circa, vi ritrova nell’atto di violentare una bottiglia di plastica.

La verità è che state tentando di farla lì, ma non siete riuscito a farlo passare.

Finalmente, dopo mille peripezie, potete fare liberamente pipì.

Decidete di farvi la doccia.

Adesso, io non riesco a capire perché sulla mia mensola all’interno della doccia ci siano circa, quindici, sedici, bottigliette.

Ora, per azzeccare il bagnoschiuma dovrei leggere tutte le etichette.

Visto e considerato che non ho tutto questo tempo a mia disposizione, di solito ne prendo una caso.

Quando mi va bene mi lavo con un semplice balsamo per capelli.

Se non è proprio la giornata sì, finisco con un detergente intimo.

Una volta mi sono lavato con l’antipulci del gatto.

Alla fine, accecati e bagnati, con un asciugamano legato in vita, vi ritrovate a guardarvi allo specchio appannato dal vapore, con un’espressione stordita e costernata.

Cercate la schiuma da barba e la ritrovate in una miriade d’assorbenti (che poi, vi giuro, io ne ho visti di tutti i tipi. Di ogni dimensione. Di ogni spessore. Ne ho visti anche con le ali. Mah….), semplicemente perché non avete mai avuto la pazienza di trovare un posto tutto per essa, prendete la lametta, siete nell’atto di passarvela sul volto quando, guardandovi allo specchio, vi accorgete che quella che tenete in mano è di un’inquietante rosa acceso.

No, mi sono più volte detto, no, Ron. Questa è quella con la quale Hermione si depila le ascelle.

E forse non solo.

Sospirate, la riposate, cercate la vostra.

Sarà stato l’antipulci.

Infine vi lavate i denti, prendendo uno spazzolino a caso perché non vi ricordate mai di che colore è il vostro.

Quando uscite dal bagno vi sembra di aver combattuto una battaglia.

Quindi, per favore, non mi si dica che dividere il bagno è cosa da nulla.

Ma tornando al nostro discorso.

Allora, immaginate di divedere la vita con una donna da quando credevate che l’unica differenza fra maschi e femmine fosse nel fare la pipì.

Immaginate che una sera litigate con questa donna.

Che le diciate cose più o meno pesanti.

Più o meno cattive.

Più o meno vere.

Più o meno.

Immaginate un velo di lacrime sui suoi occhi. Il suo forzo per non farvelo vedere.

Immaginate che se ne vada via e vi lasci in cucina, portandosi dappresso anche il gatto.

Quello dell’antipulci.

Immaginate che non la sentiate più, che non la vediate più.

Immaginate d’impazzire.

Sì, Ron sarà pure il solito idiota, Ron avrà nuovamente detto una mezz(o milione)a parola in più,

Ron l’avrà pure fatta piangere, ma Ron non potrà mai darsi spiegazione per questo.

Anche se è una cosa seria.

*

Ci ho impiegato quindici anni, ma finalmente l’ho capito.

Harry Potter è totalmente stupido.

Quando il vecchio Colui-che-non-deve-essere-nominato,  Tu-Sai-Chi per gli amici, gli lanciò il fatidico Avada Kedavra da bambino, oltre a lasciargli la cicatrice a forma di saetta deve avergli distrutto parecchi neuroni.

-Insomma, Ron, puoi anche prenderla dal verso positivo, no?-

Beve la sua burrobirra. Qualcosa di più forte potrebbe anche andargli al cervello.

O quella pappa informe che ha sede nella sua scatola cranica.

-Scusa?- gli chiedo, stringendo lo sguardo.

-Beh,- esordisce lui –Potrebbe essere la scusa per fare qualcosa di … diverso…-

Lo guardo a bocca aperta. - Diverso?-

Harry Potter è diventato gay?

-Nuove avventure, nuove storie… andiamo, un po’ ti sarai stancato ad avere solo Hermione, no?-

No, non è diventato gay. Si è trasformato nel ragazzo cool e trendy che nega fino a morire di farsela da solo tutte le sere.

-Harry, stai scherzando vero?-

Dallo sguardo spaesato che mi lancia direi di no.

Mi sa che da quando Ginny… no, non voglio parlare di lei.

No, non per il momento.

Insomma, OK, io sono suo amico.

Ma anche Hermione è sua amica. Che razza di consigli mi dà!

E poi, è come se ruotasse tutto intorno al sesso. OK, è anche vero,  ma se tu sei innamorato di una persona, che fai, metti il cuore in una busta di plastica e lo spedisci in Corea, così puoi essere felice quando stai con più donne possibili?

Che me ne frega! Che me ne frega delle altre, delle avventure, di tutte le zoccole che battono Nocturn Alley fino alle sei del mattino!

Io voglio Hermione.

Solo Hermione.

Io amo Hermione. Da più tempo di quanto ne sono consapevole.

Da più tempo di quanto potessi permettermi d’amarla.

-Harry, io amo Hermione.-

Lui scuote il capo, alza le spalle. –Anche Hermione ti ama.-

Datemi dello stupido per quello che sto dicendo.

Allora, il problema, dov’è?

*

L’amore è un sentimento strano. È una specie  di scossa dolorosa che ti fa sentire vivo quando vorresti morire.

Quando t’innamori di una persona, non è che te ne accorgi subito.

Possono passare mesi, anni.

Perché l’amore non sempre ti travolge. Talvolta ti raggiunge lento, ti sta in agguato alle spalle e… patatrac! Ti si fionda sulla schiena avvinghiandoti per il collo.

Spesso l’amore c’è, si manifesta, ma tu non capisci che è amore.

Pensi sia…amicizia.

..affetto…

….desiderio fisico….

….boh

Io non so quando mi sono accorto d’amare Hermione. Molto tempo dopo, però, rispetto a tutto il resto della gente che mi circondava.

-Hermione?- mi dicevo mentre un tonfo si depositava in fondo all’anima insieme al suo nome. –forse, forse mi piace…-

È dolce prendere in giro se stessi, no?

Ero geloso, geloso fradicio ed incapace di arginare questa gelosia.

Questo sentimento scomodo si  manifestò così, in quel maledetto quarto anno, quando qualcuno si è avvicinato a lei.

Ma no, Hermione era mia! Nessuno le si poteva avvicinare!

Era mia…amica.

Oh, sì, amica.

Le… le volevo bene.

Tanto.

E basta così.

Tre anni dopo, una mattina sonnacchiosa di luglio mi fermai ad osservarla, senza essere visto, in un’espressione serena con un mezzo sorriso dipinto in faccia.

-Ma io sono innamorato di lei!-

Bravo, Ron, avrebbe detto Fred se m’avesse sentito, cento punti. Adesso, scegli il peluche che più ti piace.

*

In effetti c’è una cosa positiva in tutto questo.

A parte che non devo più tentare di farmi un bottiglia per non fare scoppiare la vescica.

A parte che ho buttato l’antipulci perché il gatto ce l’ha lei.

Posso mangiare liberamente il pane con il burro e la marmellata, gironzolando in mutande per casa.

Prendo un panino, lo sventro con il mio bel coltello.

Mi dirigo al frigo, lo apro, tiro fuori il burro, poi la marmellata.

Lo spalmo generosamente sul pane. Infine apro la marmellata e faccio per intingere il cucchiaino.

Mi blocco a metà.

Una sottile patina verde ne ricopre una parte.

Muffa.

E nel silenzio della casa non posso fare a meno di urlare con rabbia:

-Che seccatura, Hermione! Ma perché devi sempre avere ragione tu!-

 

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Capitolo 2
*** Fughe e Sorprese ***


Capitolo Secondo- Fughe e Sorprese

 

I Babbani in realtà sono esseri intelligenti. No, non scherzo.

Sono riusciti a raggirare tutti quegli ostacoli che una vita senza magia comprende.

Sì, hanno creato anche cose inutili. Il Melevisore, ad esempio.

Non sono sicuro che si chiami così, però Hermione dice che trasmettono decine di programmi melanconici e melensi, quindi il nome dovrebbe essere quello.

O il feletono senza fili, quello che ti metti in tasca e, se tanto ti gira, puoi anche fare delle foto.

Un feletono che fa foto! Questi Babbani! Fra  non molto faranno una macchina che pensa al loro posto!

O forse l’hanno già fatta….

Ma una cosa glielo devo. Il cibo precotto. Quello che passi dal congelatore ai fornelli senza dover alzare un dito in mezzo.

Quello pieno di conservanti e schifezze simili.

Quello, per intenderci, che se adesso Hermione mi vedesse a mangiarlo mi farebbe passare la bacchetta dallo sfintere anale.

Ma un uomo deve pure sopravvivere ed io non posso ciondolare tutti i giorni a casa di mia madre e farmi andare il cibo di traverso per tutte le occhiate piene di rammarico che quest’ultima mi lancia durante il pranzo.

posso dilapidare un intero stipendio al ristorante.

Non posso neanche andare a casa di Harry.

Almeno il mio cibo precotto non è scaduto.

E poi sa anche buono. Non è salutare, ma è meglio del cibo “sano” che era solita rifilarmi Hermione.

Minestrone.

Cavolfiore.

Legumi.

Zucchine.

OK, adesso vi dico un segreto, ma voi non glielo spiattellerete, vero?

Mi mangerei dieci tonnellate di broccoli lessi solo per poterla avere qui con me in questo momento.

Lei ed il suo sorriso.

*

-Sono uno stupido.-

Potrei anche non smettere di ripetermelo.

Stamattina mi sono alzato, ho raggiunto il bagno, ho pregato che fosse occupato.

Mi sono pentito di aver buttato l’antipulci.

Ho iniziato a dialogare con un assorbente, perché mi ricorda lei.

Ed adesso sono davanti allo specchio, con la lametta in mano implorando che questa diventi rosa.

-Sono uno stupido.-

Su questo nessuno avrà mai da ridire.

Il mio pensiero torna tante volte a quella dannata sera.

Sento nelle orecchie la mia voce a fischiarmi dolorosamente.

La sua incapacità di reagire.

I suoi occhi.

-Lo sai che ti dico, Hermione?-

Stupido, Ron! Maledetto, maledetto idiota!

-Che non me ne frega niente. Io non ti credo. Anzi, puoi anche andartene!-

Era rabbia, solo rabbia. Solo accecamento. Come ha fatto a non capirlo?

Era una giornata no.

Avevo frainteso e lo sapevo.

Non avevo mai creduto a ciò che le ho detto.

Poteva urlarmi contro, picchiarmi, chiudersi in camera e lasciarmi a dormire sul divano.

Con il gatto.

Invece nulla. Una patina di lacrime.

Un morso alle labbra.

-Bene.-

Qualche incantesimo smozzicato. Le valige erano pronte.

-Hai ragione.-

E se ne andata via.

Non uno sguardo, non una spiegazione.

Io ho esagerato, lei pure.

Che volete farci, siamo sempre Ron ed Hermione

*

-Ho parlato con Hermione.-

Mi volto di scatto. Harry alza gli occhi su di me.

-Quando?-

-La scorsa settimana…-

Harry non solo è stupido. È pure un bastardo di prima qualità.

-E me lo dici adesso?-

-Mi aveva chiesto di non raccontartelo…-

Non lo picchio solo perché non è eticamente corretto prendersela con quelli inferiori.

-In effetti non l’ho vista solo la scorsa settimana…-  continua, osservando un punto impreciso della mia cucina. –Anche quella prima e tre giorni fa e ieri…-

-Ti odio.- mi scappa.

Egli annuisce, consapevole.

-E perché me lo stai raccontando?- non riesco a trattenermi dallo sbottare.

-Cazzo!- batte una mano sul tavolo –Ma ti sei visto?-

Attenzione, forse Potter sta per dire una cosa intelligente.

-Ti rendi conto di come ti sei ridotto? Mangi senza ritegno, non esci quasi mai di casa, bevi ogni quanto puoi, parli da solo, non ascolti, aggredisci tutti quelli che ti stanno vicino, sei sempre nervoso… ti puzzano le camice!-

-Devo portarle da mia madre…- brontolo, riflettendo sulle sue parole.

-Non è questo il punto, Ron! Sei un relitto di uomo. Non sei più tu!-

No, in effetti dalla descrizione mi sono accorto di avere qualcosa in comune con Harry.

Il puzzano le camicie, mi sembra.

-Hai ragione. Ma io non so…-

Mi guarda eloquentemente.

-Come… come sta Hermione?-

Perché il suo nome mi fa bruciare lo stomaco? Lo penso sempre, ma da quando è andata via l’avrò pronunciato cinque, sei volte. Ed ogni volta un ferro rovente mi attorciglia le budella.

-Apparentemente, bene.-

Non puzza, quindi, c’era d’aspettarselo.

-In realtà di gran lunga peggio di te. Ti consola?-

Ah! Sta peggio di me! Lo sapevo! Sta soffrendo più lei! Ah, ah, ah!

Ah…

-No. Per niente.- lascio la mia testa a scivolare sulle braccia.

-Perché non provate a vedervi?-

Già, perché?

-Harry, lei non vuole vedermi!-

-No, non credo. Andiamo, dateci un taglio! È una vita che non fate altro che ferirvi a vicenda! Ma che diavolo, sembra che lo facciate apposta! Dovete trovare un modo per risolvere la situazione.-

Già, questo l’ho capito pure io.

Altrimenti rischio di trasformarmi in Harry.

Harry dopo che Ginny…

*

Credo di essere stato l’ultima persona a vedere mia sorella.

Non avrei mai voluto averla vista, in effetti.

No, non è stato un incontro di cortesia. E sicuramente non è stato cortese ciò che le ho urlato quando ho ripreso facoltà di parola. Quando ho potuto respirare.

È successo tre anni fa, poco più.

Ero andato alla Tana a far visita a mia madre.

La casa però era vuota.

Sarà andata a fare qualche spesa”, mi sono detto “Aspetto che torni…”

La casa era vuota, ma strani e selvaggi rumori giungevano dalla soffitta.

Ho pensato fosse quel solito fantasma pidocchioso che l’infesta da quando ho memoria.

Sono comunque salito per dare un’occhiata.

Quello che ho visto una volta aperta la porta, mi ha lasciato senza parole.

OK, chiudete gli occhi, svuotate la mente.

Visualizzate vostra sorella (o la donna più prossima a voi, se non ne avete), impegnata a darci dentro come una baccante con il vostro peggior nemico.

Magari nel pavimento della vostra soffitta.

Sono rimasto fermo, con la bocca aperta, un paio di secondi, convinto che in realtà, quello fosse solo un molliccio venuto a fare compagnia al fantasma.

Che avessi per sbaglio fatto uso di droghe pesanti e quella fosse un’allucinazione.

Ma purtroppo non era così.

In realtà stesi l’uno sull’altra, lei sotto e lui sopra, sul pavimento della soffitta c’erano mia sorella e Draco Malfoy, impegnati in un corpo a corpo senza vestiti.

-Weasley!?-

-Ron!?-

Hanno urlato all’unisono.

A quel punto mi sono riscosso.

Era tutto vero.

-Ginny….-

Le parole che sono seguite non le posso riportare.  Sinceramente, mi vergogno troppo.

Forse anziché gridarle contro avrei dovuto cercare la bacchetta a schiantarli entrambi.

Ma questo l’ha fatto Malfoy e, mentre io ero ancora fuori di me dalla rabbia, alzatosi in piedi e puntatami contro la bacchetta (quella di legno), mi ha urlato.

-Stupeficium!-

Quando mi sono ripreso ero ancora in cantina, steso supino sulla schiena, al testa sulle ginocchia di Hermione che mi carezzava piano la fronte.

-Chi è stato, Ron?- mi ha chiesto mia madre, con un’espressione sconvolta e preoccupata dipinta in volto.

Vi assicuro che raccontarle tutto non è stato per nulla divertente.

*

Hermione ha dimenticato poche cose a casa.

Un maglione azzurro in fondo all’armadio, qualche effetto personale come creme, rossetti, assorbenti, ed un tanga di pizzo nero che era finito per sbaglio fra le mie mutande.

L’ho trovato l’altro giorno, mentre cercavo della biancheria intima.

-Ron!- aveva urlato qualche settimana prima- Hai per caso visto il mio tanga nero, quello di pizzo, sai?-

Adesso so a cosa si riferiva. L’ho ripiegato (come si fa a ripiegare un tanga?) e l’ho rimesso fra le mie cose, in un angolo, divorandomi le labbra.

Poi ho preso a pungi il materasso e mi sono fiondato in cucina a mangiare pane, burro e marmellata.

Tanto pane, con tantissimo burro ed un’infinità di marmellata.

No, non quella ammuffita. L’ho ricomprata.

Quella alle fragole che piaceva a lei.

Così, se per caso si trova a passare di qui le offro una colazione. E butto il burro nella spazzatura.

È estremamente doloroso rivedere in ogni angolo della casa la sua presenza.  Le cose che avevamo comprato assieme, i luoghi dove avevamo condiviso la nostra intimità.

L’altra notte mi sono addormentato abbracciando il suo golfino, quello azzurro sopra citato, il suo preferito, respirando il suo profumo, mormorandovi contro tutte le scuse che avrei voluto dirle.

Forse ho pianto, forse ho ringoiato le lacrime, sicuramente ho bestemmiato tutti gli dei pregati dagli uomini.

La verità è che Hermione mi manca da morire.

È come essere sottacqua ed annaspare alla ricerca di un po’ d’ossigeno.

Cosa faccio se non torna più? Come faccio?

Harry d’altronde è sopravvissuto quando Ginny se ne andata via con Draco Malfoy senza dir una parola.

L’ha presa male per un po’…

Poi se né fatto una ragione.

Ha deciso di voltare pagina e viversi la vita.

Adesso, per esempio, si è ufficialmente fidanzato con la sua mano destra.

Ogni tanto, in caso di necessità, la tradisce con la sinistra, ma non conta.

Quanto sono cattivo.

Ma chi è ferito al cuore sa solo essere estremamente cattivo.

E cinico.

Ed insofferente.

Come diavolo ha fatto Harry a sopravvivere quando Ginny se ne è scappata via con il suo peggior nemico ancora in vita?

Ma come diavolo ha fatto Ginny ad andarsene con Draco Malfoy? Io non me lo so spiegare.

Magari l’amava.

Magari si amano.

Comunque, ovunque sono, si stanno divertendo.

Talvolta arrivano qui ed alla Tana, indirizzate esclusivamente ad Hermione ed a mia madre, delle cartoline di coloratissime spiagge tropicali o posti sperduti del mondo, con scritto sul retro a stampatello.

Io sto bene. Sono Felice. Mi auguro che lo siate anche voi.

Io in questo momento posso essere di tutto.

Ma di certo non sto bene né sono felice.

*

Il feletono suona sempre nei momenti meno opportuni. A parte il fatto che ci sto sempre un po’ a capire che quel suono antipatico e continuo che coglie all’improvviso sia proprio quello del feletono.

Ecco, ha iniziato a squillare proprio quando cospargevo di burro il pane. Pare che lo faccia apposta.

Harry riesce a fare la cosa sbagliata anche quando è inconsapevole di farla.

Perché può essere solo lui. Perché solo lui utilizza il feletono per chiamarmi

-Merda!- sbotto alzandomi con le mani tutte unte e dirigendomi verso il soggiorno.

Alzo il ricevitore.

-Senti un po’ Potter, vai a farti un giro, io…-

-Ron…-

Ecco. Questa sicuramente non è la voce di Harry. No, non lo è proprio.

È una voce che riconoscerei fra mille.

Trattengo il respiro per tre secondi. Poi, d’un fiato esalo un solo nome:

-Hermione….-

*****

Buongiorno a tutti!

Avanti, in quanti avevano indovinato cos’aveva fatto (o con chi era!) Ginny? Beh, chi mi conosce non poteva pensare altrimenti!

A quanto pare la Thilwen che scrive commedie non vi dispiace ed io ne sono felicissima!

Vorrei ringraziare i gentilissimi recensori dello scorso capitolo: Martiguns (la storia è completa e dovrei postare piuttosto velocemente, almeno ogni tre giorni!), Helen Lance (sì, Harry è davvero stupido… ihihih-risata sadica di Thilwen- ), Blacky (ahahaha, il bambino il cui cervello non è sopravvissuto! Grazie per i complimenti!), kamomilla (sì, Ron è tonto e testardo, fortuna che c’è Hermione a compensare!) Ellie (beh, specializzando… temo tornerò presto al genere Angst, ma qualcosa come questa la dovevo scrivere. E lo ammetto, mi sono divertita da morire!), ciungo (tanti auguri anche a te, grazie mille) call (*___*, Thilwen va in orbita quando qualcuno le dice che adora il suo modo di scrivere, grazie!), Ile Grint (mille grazie anche te, che bello!), Lollo (beh, in effetti la coppia che mi fa proprio impazzire è Ron/Hermione. Ma le Draco/Ginny ispirano di più la mia vena creativa, più pathos!) Iago (no, non sono toscana, sono siciliana. Io mi sono sempre sentita negata per le commedie… ma devo iniziare a rivalutarmi, a questo punto!), Judeau (Grazie mille, non preoccuparti, i capitoli arriveranno presto), Gioia (Ciao! Sì, lo so, fa impressione anche a me. O, che onore, sapere che hai letto comunque, ma vedi, avevo bisogno di sfogarmi in maniera un tantino meno drammatica e truce, quindi… devo ammettere che mi sono divertita! Ti è piaciuta Evadere il Vento! O che bello! Non preoccuparti se non puoi recensire, nessun problema! Un bacio!)

 

Chiunque se lo chiedesse l’autrice patteggia apertamente per il pane e marmellata senza burro. In effetti, da vegetariana, mangia anche le cose che Hermione è solita cucinare a Ron!

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Capitolo 3
*** Indovina chi viene a colazione? ***


Capitolo Terzo – Indovina chi viene a colazione?

 

Quando capisci che una persona è quella con la quale passerai l’intera vita?

Me lo sono sempre chiesto.

La vedi, compare un cartellone con  le lucine lampeggianti che citano: “È lei, è lei!”?

O magari lo senti dentro, come se avessi un branco di vermi carnivori pronti a divorarti l’apparato digerente?

Oppure lo capisci, pian piano, a poco a poco, una certezza che ti striscia sotto la pelle e s’insinua silenziosa nel cuore, s’accuccia in un angolo pronta ad urlare le sue ragioni nel caso tu sia troppo imbecille per rendertene conto?

Hermione è la donna della mia vita.

Adesso potete anche venire qui e dirmi che Galileo si sbagliava e che l’universo in realtà è fermo e la terra vi sta al centro, che esiste l’inferno dantesco e che mi aspetta una tomba infuocata nella città di Dite a fianco a quella di Farinata, che Bush è un uomo che ama la pace… e potrei anche credervi.

Ma non venite a dirmi che Hermione non è la donna della mia vita perché, no, perché a questo punto non vi credo.

È come se veniste a dire ad Harry che non se la farà da solo tutta la vita!

Sì, oggi sono felice.

Tornato dal lavoro ho passato venti minuti sotto la doccia a cantare le canzoni preferite di mia madre di Celestina Warbek. Lo so che questo è grave, non occorre ripeterlo.

Poi ho divorato un panino, manco a dirlo, con il burro e la marmellata, giurando che questa sarebbe stata l’ultima volta.

Ci ho bevuto sopra una birra e mi ha fatto acidità.

Beh, queste sono cose che capitano.

Ma, a parte il bruciore allo stomaco, sono felice. Estremamente felice.

Perché ho sentito la voce di Hermione.

Perché ho parlato con Hermione.

Perché domattina farò colazione con Hermione.

Pane e Marmellata di fragole.

Senza burro.

*

In realtà Hermione è scoppiata a piangere per telefono.

Sì, nota, ho scoperto che si dice telefono e non  feletono.

È stato sconvolgente.

Sinceramente credevo che avrebbe fatto l’altezzosa, che sarebbe stata fredda ed indisponente, che avrebbe tentato di farmela cacciare con ogni mezzo, che si sarebbe vendicata con i suoi soliti modi sottili ed indiretti (tipo, darmi a mangiare zucchine lesse per tre settimane), ma non avrei mai creduto che….

-Hermione….-

Un respiro tremulo è giunto dall’altro capo. Un sospiro appena accennato.

-Ron…-

Mi sono accorto subito che la sua voce non era ferma. Che non riusciva a parlare.

-Come stai?- le ho chiesto, sparando la prima cosa che mi veniva in mente.

Lei non ha risposto. Si è messa piangere, singhiozzando in maniera composta ma via via sempre più intesa.

Avrei tanto voluto prendere un boccino d’oro, farmelo passare per la gola e lasciarlo a svolazzare dentro al mio stomaco fino al resto dei miei giorni.

-Ehi, Hermione, dai, non fare così.-

-Io non ce la faccio più Ron.-

Avrei voluto risponderle che almeno lei non puzzava. Poi, la parte intelligente di me, quella che due tre volte l’anno tiro fuori, mi ha costretto a tacere.

-Neanche io. Mi manca perfino Grattastinchi.-

Ho detto, appunto, che quella parte intelligente di me la tiro fuori due o tre volte l’anno!

Allora, la mia donna, dopo venti giorni di lungo silenzio, finalmente si fa sentire, piange disperatamente dall’altro capo del telefono ed il le dico che mi manca il gatto!

-Ma tu odi Grattastinchi!-  ha ribattuto fra le lacrime.

-Sì, ma è il tuo gatto!-

È rimasta in silenzio. Quindici anni di vita passata con Ron le hanno fatto comprendere quanto meno le nozioni basilari del mio linguaggio demenzial-metaforico.

-Sei uno stupido, Ron!- ha piagnucolato.

Come darle torto? Come dirle che non lo sono?

-Torna a casa Hermione. Torna da me… sto impazzendo…-

Ho atteso che i suoi singhiozzi si placassero.

-Tu fai tutto facile. È sempre così per te!-

-Parliamone, vediamoci, per favore- l’ho pregata. –Vieni domenica mattina a casa, facciamo colazione assieme. Queste non sono cose che vale la pena discutere per feletono….-

-Telefono, Ron…- ma nella sua voce, fra le lacrime,  ho percepito l’accenno di un sorriso.

*

Lo so, è da un po’ di tempo che vi chiedete cosa è successo in realtà fra me ed Hermione.

E vi starete anche domandando perché ancora non ve l’ho raccontato.

Calma gente, un po’ di calma.

Certe cose sono difficili da dire. No, non difficili, ma dolorose.

Per me tornare con il pensiero a quella sera è come prendere un attizzatoio rovente e farlo passare per… beh, l’avete capito, no?

La verità è che io, Ron Weasley, sono l’essere più impetuoso e testardo sul pianeta terra.

Se penso una cosa è quella. Nego perfino davanti all’evidenza.

Sono anche stupido, ma la mia stupidità nasce da una combinazione di orgogliosa presunzione aggravata da comportamenti infantili e decisamente permalosi.

Insomma, sono un gran piantagrane.

Ho impiegato anni per ammettere a me stesso di essere innamorato di Hermione, creando situazioni dolorose per me e per lei. Quando l’immensa fatica è stata fatta, tremavo all’idea di farmi avanti.

Che fare, piazzarmi davanti a lei, fare un bel respiro e snocciolare tutto d’un fiato “Hermionetiamo” per poi darmi alla fuga prima d’avere il tempo di vedere che faccia avesse fatto?

Scriverglielo per lettera?

Mandare Ginny a chiederglielo, come fossi alle scuole elementari?

E se lei non avesse provato nulla per me? Se io fossi stato solo il suo “Ron migliore-amico-quasi-fratello”, se lei mi avesse spezzato il cuore e sbriciolato l’anima con un semplice:

-Ron, per favore, restiamo amici.-

Io, a quel punto, che avrei fatto?

Avrei raccolto tutte le mie cose in uno zaino, dato finalmente un calcio come si deve a Grattastinchi, e sarei scappato in un luogo sconosciuto dove nessuno avrebbe mai potuto trovarmi.

Ma c’era qualcosa nella profondità del suo sguardo castano, nel suo sorriso, nei suoi gesti quotidiani, nel tono della sua voce (talvolta isterico, freddo, petulante) quando si rivolgeva a me, che non lasciava nella mia mente altra soluzione.

Qualcosa, in fondo, forse, Hermione per me la provava. Perché il mio amore non poteva essersi auto creato, tutto da solo, non poteva essere un sentimento platonico ed evanescente, a senso unico.

Ma io non avevo il coraggio di farmi avanti. Era tutto troppo importante e, se l’avessi perso…

… mi sarei perso.

Fortuna che fra tutta quall’accozzaglia di divinità adorate dal genere umano, almeno una deve volermi bene.

Oppure ho solo culo.

Perché un bel giorno, dopo un breve sospiro, una sprimacciata alla mani ed uno sguardo nascosto in un angolo della stanza, Hermione, tirando un boccolo dietro l’orecchio ha detto:

-Smettiamola di prenderci in giro.-

D’accordo, io sul momento non l’avevo capita. Ricordo di aver biascicato un “Scusa” e che lei aveva iniziato con una sequela di “Oh, Ron sei uno stupido” con una voce leggermente incrinata dalle lacrime.

Alla fine mi ha spiegato.

Significava: Smettiamola di non stare insieme quando in realtà stiamo insieme.

O, più chiaramente: Smettiamola di fare gli amici quando siamo innamorati e lo sappiamo benissimo entrambi, nonostante facciamo di tutto per insabbiare la cosa.

Ricordo di essere rimasto in silenzio, a guardarla con tant’occhi, come se avesse iniziato a parlare tailandese.

Non riuscivo a rispondere nulla, mentre la sua espressione tesa le s’incavava in volto.

Mi sarei picchiato, perché c’erano mille cose che avrei voluto dirle ed invece stavo lì, come un baccalà sotto sale, di ghiaccio.

-Posso interpretare il tuo silenzio in un solo modo.-

La sua voce non era più incrinata dalle lacrime. Adesso piangeva.

Ma io che stavo facendo? La donna che amavo mi diceva chiaro e tondo che mi amava pure lei e restavo muto, come se mi fossi ingoiato la lingua?

Ma non riuscivo a risponderle. Io non riuscivo a crederle.

Ed ero stordito dalla paura.

Avete presente quando immaginate una cosa tante di quelle volte che, quando accade veramente vi spiazza e vi rade al suolo?

Esattamente quello che mi stava succedendo.

Puro panico mi aveva atrofizzato il cervello.

Le dita di Hermione tremavano.

-Scusa,- ha mormorato scuotendo il capo, quasi stupita, troppo sconvolta. –Ho capito.-

Stava per alzarsi. Ed io stavo per lasciare andare l’unica donna che avevo amato e che mai amerò in vita mia.

Ed allora da una parte latente di me, qualcosa chiamato coraggio, chiamato semplicemente intelligenza umana, istinto, forse, ha avuto il sopravvento.

Ho fatto l’unica cosa che ero in grado di fare al momento.

L’ho stretta forte fra le mie braccia.

*

-Meno male.-

Harry guarda da lontano una ragazza che, nonostante sia il famoso Harry Potter, piuttosto che darla a lui si farebbe il professor Vitious.

Ora direte: perché Harry Potter, famoso in cinquanta lingue, salvatore dei due mondi (per mera fortuna e semplice aiuto di gente più dotata di lui, direbbe il vecchio Piton, ma questa è una parte della storia censurata), non riesce quasi mai a trovarsi una straccio di donna con la quale passare momenti di puro appagamento fisico?

Ci sono diverse opzioni.

Numero uno: perché ha l’aria stupida.

Numero due: perché ha l’aria di un frustato sessuale da una vita.

Numero tre: perché non ha l’aria di un grande amatore.

Numero quattro: perché guardando le donne in quella maniera famelica lo scambiano tutte per un maniaco sessuale.

Scegliete quella che più preferite. Anche perché sono tutte vere.

-Harry, quella fra non molto sta scappando dal locale…- mi ritrovo a dirgli.

Mi guarda quasi arrabbiato –Scusa?-

-Se continui a guardare le donne come se volessi fartele seduta stante, le fai un po’ intimidire…- o schifare. Ma la seconda era troppo pesante.

-Ma io me la vorrei fare seduta stante!-

Allora, del trio il ruolo dello stupido doveva essere il mio. Io non so chi ha deciso di dividere le parti (l’eroe, il genio, lo scemo), ma doveva essere parente di Potter.

-E tu credi che alle donne faccia piacere?-

-Beh, ad alcune sì….- ribadisce.

-Alle prostitute, che pensano a quanto sfilarti dal portafoglio una volta sfilato il preservativo!-

Questo l’avrebbe detto Hermione. OK, forse non proprio questo, lei non fa paragoni con prostitute e preservativi. Ma è una constatazione intelligente all’Hermione, appunto.

-Comunque,- riprende lui, scostando lo sguardo scocciato e carezzandosi la mano destra, -sono davvero felice che tu ed Hermione abbiate fatto pace.-

-Non abbiamo ancora fatto pace. Domani viene e parliamo.-

-E poi magari farete l’amore.-

C’è un tono triste nella sua voce. Quasi mi fa pena.

OK, lui mi fa pena.

Questo è uno dei momenti in cui non mi pento d’aver detto a Ginny quello che le ho detto.

-Sì, poi spero che facciamo l’amore.-

-T’invidio.- ammette, un sorriso sconsolato rivolto al bicchiere.

-Mi dispiace, Harry.- mormoro imbarazzato.

Scuote le spalle, beve una lunga sorsata.

-Tu ed Hermione siete fatti per stare insieme, io lo sapevo, l’ho sempre saputo. Sono felice per voi. Mi auguro che si sistemi tutto, che torni tutto come prima.-

Annuisco. Sarebbe bello.  Troppo bello.

Così bello che inizierò a  svuotare la latrina di Grattastinchi.

OK, non arriverò fino a questo punto!

-Ma tu vedi di non dire più stronzate, idiota!-

Due imprecazioni in una frase. Non è da Potter.

-Stavolta non le farò più.-

Harry gira lo sguardo intorno. Adocchia una ragazza. Bella. Troppo bella.

-Secondo te quella ci potrebbe stare?-

Mi dispiace troppo dirgli di no.

*

Hermione è sempre stata una un po’ fissata su certe cose.  Lo studio. La pulizia. Il cibo.

Ha alcune manie che, se non la conoscete davvero bene, se non le volete talmente bene da adorarla ed accettarla così com’è, vi verrebbe di strozzarla. OK, talvolta vi viene di strozzarla anche se la conoscete come le vostre tasche, ma questo è un caso a parte.

Ho tentato di dare una riordinata alla casa che si era trasformata in un accampamento di visigoti.

Non è completamente pulita e non è stato proprio rimesso tutto al suo posto, ma almeno ho tolto la biancheria sporca, le carte da terra, ho spazzato i pavimenti e rifatto il letto.

Ah, ho anche lavato la cucina ed il bagno.

Faccio schifo. Sì, non uscite fuori scusanti. Ho sempre fatto fare quasi tutto ad Hermione, manco fossi un bambino di quattro anni. Le davo davvero poco aiuto in casa ed ho solo combinato pasticci.

E mi sono comportato sempre come un ingrato.

Qualcuno suona alla porta. Sento in petto la stessa ondata di panico che mi ha raggelato la prima volta che Hermione mi ha mostrato i suoi sentimenti. Ma stavolta c’è un altro Ron…

Prendo tre respiri profondi e mi dirigo a passo fermo verso l’entrata.

-Ti amo, Hermione.- dico d’un fiato, senza la minima esitazione, aprendo l’uscio.

-Che schifo…-

Raggelo d’improvviso. Perché davanti a me in jeans e camicia azzurra non c’è Hermione, ma il mio quasi-cognato Draco Malfoy.

 

 

*******************************

 

 

OK, lo so. Mi state odiando. Accetterò ogni invettiva vogliate farmi, me la merito. Ma vi prometto solennemente che il quarto capitolo lo avrete il due gennaio o, al più tardi, il tre. Parola di Thilwen.

Allora, teoricamente dietro la porta poteva anche esserci Hermione e, sempre teoricamente, la fanfiction poteva finire qui. Poi, scrivendo, non so come mi sono ritrovata davanti Draco.

E la fanfiction non è decisamente finita qui! Diciamo che da ora in poi se ne vedranno diverse!

Nota: rileggendo questo capitolo mi sono accorta che la citazione di Ron su Dante è davvero poco realistica. Eppure mi piaceva e l’ho lasciata. Facciamo finta che Hermione ha letto una traduzione inglese delle divina commedia e ne ha raccontate alcuni parti a Ron? Coraggio, così non se ne parla più!

 

Prima che me ne dimentichi Auguroni di Buon Anno a Tutti, nella speranza che il 2006 vi porti (e porti anche a me, sigh!) tante belle sorprese!

 

OK, adesso le risposte ai tanti e gentilissimi recensori!

 

SiJay: beh, Hermione doveva chiamare,  non poteva sparire così per sempre, no? Grazie per la recensione!

Blacky: Oh, allora siamo quasi vicine di casa! Ma che piacere! Beh, sì, Ron fa tanto l’orgoglioso ma in fondo è un inguaribile tenerone! Poverino! Draco e Ginny? Io li adoro assieme, basta dare un’occhiata alle mie passate fanfiction! Ma, come hai capito da questo capitolo, il bello deve ancora venire… ihihih! Fammi sapere se leggi le altre mie fanfiction, ti raccomando! Grazie, mille auguri anche a te!

Helen Lance: In effetti l’idea di Ron a sproloquiare con un assorbente ha divertito molti…è pittoresca, direi! (ahahah!) Harry, purtroppo, bisogna compatirlo… pazienza…! Draco e Ginny, detto fra noi, loro sì che hanno capito come viversi la vita!  Grazie, al prossimo capitolo!

Iago: Sì, lo so, io sono estremamente cattiva, ma con il nostro povero-piccolo-eroe-che-non-fa-altro-che-sopravvivere qualcuna deve pur esserlo, no? E poi, Draco è Draco,  insomma, chi sceglierebbe Potter? Sì, povero Ron, senza Hermione è come il suo pane e marmellata senza burro… cosa è successo fra i due? Beh, lo racconterà… Un bacio anche a te, grazie per i complimenti e la recensione!

Lollo: Ovvio! Dovevo infilare da qualche parte la Draco/Ginny, insomma, ci vuole, no? Pane, burro e Marmellata, anche tu? Beh, questione di gusti… Grazie!

Ile Grint: Sì, davvero viva Ron/Hermione! In effetti io non so come si possa stare con Potter, se poi ti ritrovi davanti a Draco….scherziamo? Ho promesso che aggiornerò questa fanfiction abbastanza velocemente, ma un po’ sulle spine devo tenervi! Grazie mille!

Mokarta: Non è uno svantaggio sembrare troppo Ron, direi! Sono felice che la fanfiction ti stia piacendo. Mi sono divertita troppo a maltrattare Potter per provare pena. Comunque ai mondiale di gioco del polso vincerà sicuramente la medaglia d’oro! Grazie per la recensione!

mise_keith: Tesoro, non preoccuparti per le recensioni, fai già tanto per me! Sì, è stato divertente leggerti questa fanfiction, così come scriverla: rilassante e necessario, come tu ben sai. È dolce e terribilmente triste, sotto certi aspetti, il nostro Ron, costretto in una vera e propria epopea per riconquistare la sua donna, soffocando fra cibo e seghe mentali (e non!) il bisogno di lei. Metto una parte di me in ogni cosa che scrivo, lo sai. Una parte della mia realtà. E dietro le maschere di Ron ed Hermione… no, Chiara, niente lagne pubbliche! Grazie, ti voglio bene.

Keyra: Grazie mille, spero continui a piacerti!

Kamomilla: un mare di burro…. tu e Ron sareste ottimi compagni di merenda! Ron usa l’ironia ed il sarcasmo per difendere il suo povero cuoricino ferito… ma poi se ne esce con battute che fanno davvero commuovere! Poverino! Però è pur sempre un testardo orgoglioso,  e su questo non c’è speranza! Harry… almeno qui fa ridere! Grazie, alla prossima!

Ellie: Io smettere di scrivere…? Ho una valanga di lavori da pubblicare. Ma, shhhhhhhh, non farlo sapere a nessuno! Ginny ha ovviamente fatto la scelta più sensata ed umanamente comprensibile! Hermione è più intelligente di Ron, su questo non c’erano dubbi! Che Ron debba darsi una svegliata… beh, in questo capitolo l’ha ampiamente dimostrato! Grazie!

Charlotte Doyle: Questa recensione è davvero una piacevole sorpresa, grazie! Sì, in effetti è decisamente dispersivo, nonché potrebbe anche dare sui nervi, il fatto che questa fanfiction sia stata scritta in brevi paragrafi; in realtà è un qualcosa che non convince neanche me. La verità è che questo lavoro l’ho iniziato a scrivere per scherzo; avevo bisogno di liberami, di sfogarmi, di rilassarmi, di allietarmi... di scappare via. Ho iniziato a scrivere di getto, senza una trama, senza fondamenta, senza nulla, ironizzando e riversando sarcasmo, parlando del dolore di Ron che, in realtà, è il mio. Non l’ho mai preso per un lavoro serio. Poi leggendolo a Chiara e notando quanto si fosse divertita ad ascoltarlo, non ho resistito e l’ho postato comunque, nonostante non abbia né una struttura solida, né un lavoro serio alla base. Era un gioco e, noterai strada facendo, ci sono diverse parti della trama decisamente poco convincenti, a mio avviso. Spero comunque che la lettura si presenti piacevole e divertente!  Harry, riprendersi? Beh, diciamo che alla fine…. troverà la sua strada. Grazie mille per la recensione!

Call: no, in effetti Harry non lo sopporto proprio! La storia si evolve… piano piano ….Ron è la parodia di se stesso! Grazie!

Faffachan: Grazie per i complimenti, anche io adoro letteralmente, Ron/Hermione! Insomma, sono…. Ron ed Hermione! Sono fatti per stare insieme, no? Grazie, al prossimo capitolo!

Ciara: Grazie! Ron non è molto sveglio, non deve stupirci che ci abbia impiegato quindici anni a capire che Potter non è proprio una cima… meglio tardi che mai! Grazie mille!

Ciungo: Adesso scommetto che  mi credi ancor di più quando dico che sono bastarda dentro. Non posso farci nulla, mi dispiace. È… la natura. Però grazie per i complimenti, spero che questa storia continui a piacerti! Grazie per la recensione.

Dark Yuna: sono felice di averti fatta ridere, però non mi morire, eh? Altrimenti ci perdo una lettrice (Thilwen: egoista, bastarda, sadica, maledetta, tendenzialmente folle). Grazie, spero continui a leggere.

Gioia: Ma tesoro, è risaputo che sia una bastarda maliziosa!  Sì, devo aspettarmi tante punizioni per una lunga serie di battute decisamente poco pudiche… mi cacceranno dal convento (ihihihih!)! No, aggiorno questa fanfiction più o meno ogni due o tre giorni, quindi… stai tranquilla! Non mi faccio attendere (bastarda sì, ma anche io, in fondo, mooooolto in fondo, ho un cuore. Ho qualcosa di simile). Grazie, ti voglio bene, un bacio!

 

 

 

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Capitolo 4
*** Sì e No ***


Capitolo Quarto – Sì e No

 

Avete mai provato a suicidarvi entrando in coma etilico?

Credo che non sia un qualcosa semplice.

NO, non sto tentando di uccidermi. Potrebbe essere seriamente un’idea, ma non sono ancora arrivato a questo punto.

Ammetto che potrei trovarmici domani, ma adesso… almeno altre ventiquattro ore di vita.

O quello che resta, non so se non la si può definire vita.

La Vodka è un buon anestetizzante. Ricordo che quella sera, quella maledetta sera in cui quella donna, la mia donna, mi ha mollato con quella palla di pelo, la sua palla di pelo, sotto l’ascella, ha stemperato il mio dolore fino a farmi cadere in uno stato di sonnolento vagheggiamento.

Mi sono addormentato sul tavolo della cucina, sproloquiando sul burro e la marmellata.

Ancora sono sobrio. Ancora ci sono.

Quanto fa tre per otto? Ventisette.

No, ventiquattro.

Bene, sto cominciando a non esserci.

Un bue saltellava allegramente con una pecora ed un cammello.

Hermione è la mia donna, ma non è qui con me.

Hermione se ne andata ventidue giorni fa, con Grattapalle, pardon Grattastinchi, sottobraccio e le lacrime agli occhi.

Hermione mi ama. Io amo Hermione.

Non stiamo insieme.

Tre anni fa ho trovato Draco Malfoy e mia sorella a fottere allegramente nella soffitta di casa dei miei genitori.

Stamattina mi sono trovato Draco Malfoy sull’uscio di casa.

Al posto suo doveva esserci Hermione.

-Hermione…-

Ecco, inizio a declamare il mio lamento. L’unico nome che potrà morirmi sulle labbra.

L’unico nome che posso gemere ed invocare contemporaneamente.

-Hermione…-

 *

-Tu?-

Non ho saputo dire altro. L’ho guardato tre secondi, la bocca aperta dallo stupore, il sangue a bollirmi nelle vene.

-Io.- ha commentato stringendosi nelle spalle.

Sono rimasto immobile, le mani sullo stipite della porta, la mente tempestata da mille pensieri.

No, perché non è che ti aspetti che il tuo peggior nemico dai tempi della scuola, quello che si è scopato tua sorella e con questa è scappato per una meta sconosciuta,  ti spunti una domenica mattina a casa, in jeans e camicia (ed occhiali da sole, ho notato dopo, li teneva in mano),quando, invece, ti aspetti di vedere la tua ragazza, quella con la quale non parli da ventuno giorni, per fare la pace e fare l’amore –non esattamente nell’ordine- dopo una lunga agonia fisica e, soprattutto, morale.

-Weasley, che ci aspetti a farmi entrare?-

L’ho guardato come se lo vedessi per la prima volta. Lui, Draco, Draconis, Draconi, voleva entrare in casa mia, manco fossimo amici, parenti, conoscenti…

-Che cazzo ci fai qui…?-

E poi ho ricordato. Lui, Ginny, la cantina, la bacchetta, Stupeficium

Avevamo un conto in sospeso.

Ho portato la mano alla tasca dei pantaloni. Inesorabilmente vuota.

Niente bacchetta. Era rimasta sul tavolo della cucina, sul divano, sulla scrivania, sul letto, in bagno.

Non lo so, in effetti.

-Che, hai intenzione d’incenerirmi?- la mano sinistra di Malfoy era serrata alla bacchetta, prontamente.  Un sorriso gl’inarcava la bocca sottile, il volto pallido era illuminato da una strana luce, inusuale.

-Che cosa ci fai qui?- ho sbottato, portando le mani ai fianchi.

“Hermione starà per arrivare!” ho pensato “Noi dovevamo fare la pace, noi…. che dirà quando vedrà questo bastarda fuori da casa nostra?”

Ho iniziato a voltare il capo intorno, incerto.

-Non ti preoccupare, Weasley. La Granger non verrà.-

Il suo tono non ammetteva repliche. Aveva un ché di scocciato ed un ché di sardonico insieme.

-Comescusa?- ho biascicato. Poi qualcosa mi è balzato in mente.

“No, non può essere, la mia Hermione…”

-Che le hai  fatto? Dov’è? Come hai osato?- gli ho urlato, saltandogli quasi alla gola..

Ha fatto un passo indietro, confusamente divertito.

-A chi? Che ti prende?- poi è scoppiato a ridere. –Che cosa dici, è con … è con Ginny…-

Mi sono ricomposto, consapevole che l’azione più dignitosa, più corretta, più da migliore-amico-di-Harry-Potter, sarebbe stata quella di chiudergli la porta in faccia ed essere superiore.

A lui, a Ginny.

Ed anche ad Hermione, se si è messa in mezzo.

-Non ci capisco nulla.-

Ecco, io ho detto “sarebbe stata”.

-Non è una grande novità. Senti, fammi entrare che ti spiego.-

La sua smorfia mi ha fatto venire un crampo alla mano.

-Fare entrare te, a casa mia?-

Lui è sbuffato in un sospiro teatrale.

-Non è una visita di cortesia, Weasley. Sono stato… mandato. Andiamo, quanti anni hai, tre? Togliti dai piedi, fammi entrare così avrai anche notizie della tua cara fidanzatina…-

Me ne vergogno immensamente.

Dopo l’allusione ad Hermione, mi sono spostato dalla porta come un cagnolino.

È entrato, guardandosi intorno con un’espressione di puro disgusto disegnata su quel suo volto perfetto.

-Che cattivo gusto che avete tu e la tua mezzababbana-

-Avanti che vuoi?-

Mi sono fermato al centro del salone, le braccia incrociate, il sangue a ribollirmi furioso.

-Non hai neanche il senso dell’ospitalità…-

Mi sono trascinato a fatica in cucina, lui mi ha seguito. Poi sono sprofondato su di una sedia.

-Siete tornati?-

-Sì e no.-

-State ancora insieme?-

-Sì e no.-

-Avete intenzione di restare?-

-Sì e no.-

-Hermione è da voi?-

-Sì e no.-

-Avete qualche problema grave?-

-Sì e no.-

-Avete bisogno d’aiuto?-

-Sì e no.-

-Vuoi andare a fanculo?-

-No.-

Ho preso fiato, ho alzato lo sguardo su di lui. Si era accomodato su di una sedia, un’espressione beffarda ed altezzosa stampata in faccia, le mani intrecciate sul tavolo.

Le mani…

Ho notato qualcosa, nella sinistra. Un bagliore dorato, un cerchio nell’anulare.

-C… cos’è quello?- ho biascicato a mo’ di domanda.

Lui ha notato la direzione del mio sguardo. Ha alzato le sopracciglia in maniera eloquente mostrandomi la mano.

-Direi che si chiama fede, Weasley.-

Sono rimasto in silenzio, la bocca aperta, gli occhi sgranati.

-Vi siete sposati?-

-Sì e no.-

Ho preso la pazienza, mi sono scocciato e l’ho afferrato dalla camicia. Non si è alzato, ha semplicemente fatto lo sforzo di non scoppiarmi a ridere in faccia.

-Che vuol dire sì e no?-

Ha deciso di non sforzarsi più. È scoppiato in una risata assordante ed indubbiamente irritante.

Ho contato fino a dieci, l’ho mollato.

Calma, Ron”.

-Beh, sì- ha esordito, pochi secondi dopo, una volta ripreso fiato. –Direi di sì!-

-Quando?-

- L’anno scorso, in un bosco all’est dell’Europa. Abbiamo trovato una vecchia sacerdotessa pagana che ha celebrato il rito insieme ad un gruppo di sacerdoti ed adepti.-

-Mia madre ne morirà.-

-No, non credo.-

Mi sono alzato, mi sono diretto verso il frigo, tirando fuori burro e marmellata. Ho preso il pane.

-Merlino- ha fatto lui disgustato, - non mi dire che ci metti il burro!-

Bene, ho iniziato a divorare tutto con rabbia.

-Così.- ho detto con la bocca aperta. – siete tornati a dare la buona notizia-….-

-No, non solo. Beh, più o meno.- ha borbottato, osservandomi con puro disgusto.

-Ginny è con Hermione?-

-Sì. Siamo arrivati stamattina. È corsa subito a chiamarla, non stava nella pelle, cose di donne, sai….-

Ho annuito comprensivo. –Ma lei doveva venire da me…-

-Sentita Ginny, non se l’è fatto ripetere due volte ed è arrivata. Infine mi hanno mandato da te.-

-Perché?-

-A…. prelevarti, direi.-

Finito di mangiare mi sono leccato le dita. Ho visto Malfoy sempre più sconcertato.

-Capisco perché se ne è andata di casa.- ha concluso con uno sguardo allusivo.

-No, non capisci nulla.-

È scoppiato a ridere, quella risata sgoiata, fuori luogo.

-E perché, allora, ti ha lasciato?-

Sono rimasto fermo, le dita a mezz’aria, un sospiro smorzato. Una sensazione pesante è scivolata sulla bocca dello stomaco.

-Beh…-

Potete anche non credermi adesso. Ma io gliel’ho raccontato.

*

La verità è che, in un assolato pomeriggio d’inizio maggio, più di venti giorni fa, ero andato a prendere Hermione, la mia bellissima Hermione, dall’ufficio.

Doveva essere una sorpresa. Lei non sapeva nulla.

Le avrebbe fatto piacere. Il suo sguardo si sarebbe illuminato, il suo sorriso sarebbe diventato dolce. Mi avrebbe salutato con un bacio, quelli a fior di labbra che dà lei quando ci troviamo fra la gente curiosa.

Ho aspettato fuori, per una decina di minuti.

Infine è uscita. Con un uomo.

Sì, era solo un collega.

Un collega che le cingeva la vita e le sorrideva come nessuno dovrebbe mai fare alla mia Hermione.

-Ron…- ha soffiato il mio nome vedendomi, stupita.

E, sì, lo posso dire con certezza, sarebbe stata felice se non avesse visto sul mio volto una rossa espressione di furiosa gelosia.

-Ci vediamo a casa.- ho ringhiato.

Sono andato via, bruscamente, esageratamente.

Quando lei è tornata al nostro appartamento, offesa, mi ha rimproverato per la mia maleducazione.

È stato a quel punto che l’ho aggredita.

-Ci sei andata a letto?-

-Che… che stai dicendo?-

-Da quanto tempo dura, dimmelo?-

-Che stai dicendo, Ron…?!-

-Ti ho visto, l’ho visto. Come ti teneva, come sorrideva…-

-Ma che hai visto! Siamo colleghi! Ron, come… come… - eccola, la patina di lacrime sul suo sguardo- … come puoi pensare che io potrei mai… io… io ti amo…-

 -Lo sai che ti dico, Hermione? Che non me ne frega niente. Io non ti credo. Anzi, puoi anche andartene!-

La rottura. La decisone presa lì, su due piedi, senza mezza parola in più.

-Bene. Hai ragione.-

Me la sono meritata. Me la sono cercata.

Sono uno stupido. Un idiota impulsivo ed insensibile.

Non merito di essere perdonato da Hermione.

No, non merito Hermione.

*

-Pulisciti le scarpe prima d’entrare.-

La villa in campagna dei Malfoy è davvero bella. Non è eccessiva come si potrebbe supporre, neanche tanto estrosa.

È una bella grande casa, con tanto bellissimo verde. Davvero di buon gusto, direi.

Malfoy ha aperto la porta d’ingesso senza aggiungere un’altra parola.

È entrato, ha attraversato il vasto atrio guardandosi intorno.

-Draco?-

Una voce nota, fin troppo. Una voce che non sentivo da ben tre anni.

-Ho portato tuo fratello, come mi avevi detto.-

Malfoy ha svoltato a sinistra, entrando in un salottino. Dentro c’era solo una donna sdraiata sul divano dai lunghi capelli rossi intrecciati dietro la nuca ed un volto stanco e gonfio.

-Hermione è andata via. Da poco.-

Quasi non ho riconosciuto mia sorella. Sembrava più gonfia, più molla, più liscia. Somigliava sotto alcuni punti a mia madre. È diventata grassa!, ho pensato osservandola sconvolto.

-Giuro che questo non l’ho fatto apposta, Weasley.- la voce di Malfoy è giunta strascicata alle mie spalle.

È d’improvviso ho capito. Una lampadina mi ha illuminato il cervello e devastato quel poco di materia grigia che mi era rimasta.

-Ginny, tu sei… incinta!- Ed il padre è Draco Malfoy! avrei voluto aggiungere.

Mi ha lanciato uno sguardo da bambina furba. – Oh, sì, Ron.- poi, un sorriso, strano, diverso.- E, nonostante le cose che mi hai detto l’ultima volta che ci siamo visti, sono anch’io felice di vederti.-

Non potevo dirle che io non lo ero affatto. Che non ero affatto felice di vederla… così.

Mi sono avvicinato, stringendola restio fra le braccia, mentre mi baciava le guance, come se tutto quello che era stato fosse ormai acqua passata, come se adesso fosse stato aperto un nuovo capitolo.

Forse è stato a quel punto che ho preso in seria considerazione il coma etilico.

 

******************************

Salve a tutti nel 2006, con un nuovo capitolo. Che ne pensate?

Credete che quello di Ginny sia puro e semplice affetto fraterno? Mhf!

OK, adesso cosa potrà mai volere dal povero Ron la nostra Ginny? Come si potrà mai risolvere la questione con Hermione?

Ma soprattutto, merita il piccolo Ronnie di essere perdonato?

Diciamo che ha scontato un bel po’ di penitenza però (ghigno sadico)… però…

Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Fra qualche giorno ve lo farò sapere (Thilwen è momentaneamente impegnata a sgobbare sui compiti per le vacanza che, saggiamente, non ha ancora iniziato…)

Adesso le risposte alle vostre recensioni.

 

Call: Beh, se ti dispiace per Potter adesso… come credi che reagirà ora? (sulla mia cattiveria come scrittrice si può scrivere un trattato…). Abbiamo scoperto cosa è successo fra Ron ed Hermione, sì, Ron è davvero uno stupido. Beh, Draco era andato in ambasciata, ma per la gioia di tutti lo si vedrà nuovamente. I capitoli della fanfiction sono otto, siamo arrivati a metà. Grazie!

Ellie: Sì, non sono riuscita a tenere Draco lontano da questa fanfiction! Era troppo allettante l’idea! In effetti non è andato da Ron di sua spontanea volontà… è stato, diciamo, spinto non solo da Ginny, ma anche dalla necessità. Di cosa? Si scoprirà nel prossimo capitolo! Quando comparirà Hermione…? Beh, finora è stata la grande assente (l’ho fatto apposta!), ma la tirerò fuori dal cappello nel momento più impensabile! Grazie per la recensione!

Ciliegia: Wow, grazie, sono felice che ti sia piaciuta! Spero continuerai a leggere e, se vuoi, a recensire!

mise_keith: Oh, bene, lo sai che mi diverto a farti arrabbiare! O, su, tu hai già letto la fanfiction, dirtelo mi sembra un po’ come volerti spingere a recensire! Sì, lo so che ti è piaciuto l’arrivo di Draco, semplicemente perché… beh, è Draco! Sì, tanto pane e marmellata, mh, senza burro! Grazie mille, grazie di tutto! Ti voglio bene.

Keyra: Grazie, i complimenti sono sempre ben accetti, anche, beh, la migliore, mi sembra un po’ eccessivo (basti giudicare che io la reputo la peggiore fra le mie fanfiction, ma è questione di gusti!). Grazie mille, il tuo commento mi ha commossa! (Thilwen si soffia rumorosamente il naso e sveglia i vicini). Cosa succederà adesso….? Beh, bella domanda! Ancora grazie!

Princenton: Sì, ma Harry sfigato, a mio avviso, c’è per nascita (uhahahahah). Ron, beh, Ron invece è nato comico, il Paperino della situazione! Grazie per la recensione, spero continuerai a seguire!

Judeau: Sì, anche secondo me Ron è un personaggio divertentissimo, è troppo buffo! Beh, è una prerogativa di alcuni Weasley quella di avere un non so che di comico! Grazie per i complimenti alle mie battute (ho sempre pensato che fossero banali e poco divertenti,  non ho mai creduto che l’ironia potesse essere un  mio pezzo forte!), ma per favore, non rimanerci strozzato! Grazie, grazie mille!

Saphira89: sì, t’immagini la faccia di Ron appena ha visto Draco? In effetti Ron è molto dolce (e buffo, tanto, tanto buffo!),  ma in questo capitolo viene voglia di picchiarlo, no? È un po’ stupido… troppo! Naaa, non darti troppa pena per Potter, ne ha passate peggiori… si riprenderà. Oh, beh, più o meno… Grazie per la recensione!

Will92: Sì, finalmente qualcuno che dice che Potter fa più ridere che pena! (OK, credo non fossi proprio l’unica!). Grazie per i complimenti, mi auguro continuerai a seguirmi!

Helen Lance: Oh, io adoro le Draco/Ginny e non ho resistito ad inserirli anche qui. Anche perché… beh, mi servivano! Ron è comico, ma la sua Odissea è appena iniziata… e dovrà davvero imparare a reagire bene! Grazie mille!

Ile Grint: è uno dei misteri del mondo: cosa accade dopo la morte? È nato prima l’uovo o la gallina? Come fa la gente ad amare Potter? Pazienza, non lo so davvero! Grazie per i complimenti bellissimi (Thilwen diventa rossa e si nasconde…), non li merito! Sono felice  di divertirti così, è una soddisfazione! Grazie, grazie, grazie..

Nunki: Secondo me Ron è stra-innamorato di Hermione ma non lo capisce (nel libro intendo). Qui l’Hermione-dipendenza è arrivata ad un livello tale da non lasciare alternative. Deve confessare e sfogare! Sì, mi sono decisamente divertita a lasciare i finali sospesi nei capitoli, appaga la mia indole sadica… Grazie!

Gioia: Banale? Beh, forse sì. La verità è che mi stavo divertendo troppo. Quindi ho dovuto necessariamente allungare le pene (oddio, Gio’ basta modificare l’articolo che in questa frase si tira fuori un oscenità tremenda… sono malata, lasciami perdere!) del povero Ron e, perché no, anche di Potter.  Sì, lo so che ti sta un attimino lì Draco, però… beh, sì, insomma, ci voleva! Anche io odio il burro, ma proprio tanto, tanto… però la marmellata l’adoro…. Grazie, ti voglio bene!

Elly: Grazie, spero che la storia continui a piacerti. In effetti, un po’ di tristezza e malinconia qua è là c’è… che si può fare, è l’amore…Grazie!

Iago: Sì, hai indovinato! Ron come al solito non ha saputo contenere la sua pericolosa gelosia ed ha fatto un danno con il botto! Il solito stupidino! Ecco, in questo capitolo scena il caro Draco! Che  ne dici? Sì, Potter, mano destra a parte, è un tantino solo… chissà cosa gli accadrà adesso (o cadrà addosso!)! Grazie per la recensione, a presto!

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Capitolo 5
*** Verità alla vodka ***


Capitolo Quinto- Verità alla Vodka.

 

Diventerò zio.

Allegria, che bello, tanti auguri, congratulazioni.

Diventerò lo zio del piccolo Malfoy.

Perché ogni qual volta che ci penso credo di essere stato infilato a forza in uno di quegli incubi dove accade tutto l’opposto di ciò che spero e, quando ogni cosa pare stia andando per il verso giusto, mi ritrovo senza il terreno sotto ai piedi e mi risveglio tutto sudaticcio in preda ad un’ansia insensata?

Non sono andato a lavoro oggi.

Con due, forse tre, ore di ritardo ho avvertito il mio ufficio al Ministero.

Quando ho aperto gli occhi, il capo pesante posto sulla spalliera del divano, la luce del sole abbagliava il mio salone. I rumori della città stupravano la folle violenza del mio mal di testa.

Ho cercato con lo sguardo un orologio. Mi è venuto un mezzo infarto.

Erano quasi le undici. Ed io ero in mutande abbracciato ad una bottiglia di vodka rigorosamente vuota.

Ho provato ad alzarmi e, con un po’ di fatica, ci sono riuscito. Ho raggiunto il bagno con una vaga nausea a peregrinarmi nell’esofago.

Mi sono infilato sotto la doccia, sperando che l’acqua fredda lavasse le mie pene e le mie colpe.

Poi ho maledetto e invocato Hermione con tutta la disperazione di cui sono capace.

*

-Quando…?-

-Fra due mesi, circa.-

-Ah…-

Mia sorella sorrideva, serena, felice. Si è sistemata un cuscino dietro la schiena, mi ha preso la mano fra le sue.

Avrei voluto ritirala, ma ero pietrificato dal panico.

-Mi dispiace che ci siamo lasciati in disaccordo, Ron…-

-Mh…-

Il suo ventre rigonfio aveva una forma rotonda, strana. L’ho osservato qualche secondo, poi un brivido mi ha percorso la schiena.

Un coso pallido e bianchiccio, degno erede dei Malfoy, giaceva lì, nel ventre di mia sorella.

Un respiro profondo…

-Non ti sei fatta sentire in tutto questo tempo, o quasi.- ho iniziato. –Hai spezzato il cuore alla mamma…-

Ed a Harry. No, ma lui non c’entra in questo discorso.

-Mi dispiace. Voi, non avreste mai capito. Non ho visto altre soluzioni.-

Un silenzio intenso ha impregnato l’aria fra di noi.

-Ma adesso è diverso. Adesso è passato del tempo. Adesso c’è lui…- la sua mano ha percorso il ventre gravido.

Vi immaginate un Malfoy, pallido e bianchiccio, con i capelli color fuoco?

Spero che la natura sia clemente con lui.

 - L’ha detto anche Hermione…-

Lupus in fabula est. Doveva mettere anch’ella la sua, no? Doveva finirci in mezzo anche lei, no?

-È felice per me…-

Vedi un po’, quella è felice per tutti. Mica Ginny è sua sorella.

-Ha capito tutto…-

C’è mai stato qualcosa che Hermione non ha compreso?

-Ha detto che è sicura che mi aiuterai a farlo capire anche agli altri….-

Quando mai lei non aiuta qualcuno! Ehi, no aspetta! Aiuterai?

-Io?-

Gli occhi di Ginny si sono allargati.

-Ron, non so come dirlo alla mamma. Agli altri. Ho bisogno di qualcuno che li prepari…-

Io. Bene. Giusto.

Ovvio, no?

Chi è il più stupido in famiglia.

-Scusate, e perché dopo tre anni di vagabondaggio decidete, adesso, di tornare e fare la coppia di sposi novelli?- ho sbottato di malagrazia.

-Perché… oh, Ron, stiamo per avere un figlio! Non è più tempo di felici viaggi per il mondo senza leggi e senza mete!-

-Ora capisci. Dico sul serio. Puoi incolparmi di tutto il resto, Weasley. Ma questo non l’ho davvero fatto apposta.- la voce di Malfoy si è giunta, stanca e strascicata, dall’angolo. Mi ero quasi dimenticato di lui.

-Puoi spiegare loro…-  Ginny era vicina alle lacrime adesso. Le donne incinte hanno questi repentini cambiamenti d’umore e la tendenza ad esagerare? – La mamma sarà di certo contenta. Un nipotino…-

Odio quando le donne piangono. Non lo sopporto proprio.

Ho chinato la testa sconfitto.

- D’accordo. Vedrò quello che posso fare.- ho biascicato

Torreggiante sulla mia vittoria e sorridendo nuovamente radiosa, ho visto mia sorella gettare uno sguardo complice al… marito.

-Potresti anche, beh, dirlo ad Harry. Credo sia meglio che lo sappia da te, piuttosto che…-

 Malfoy ha tentato disperatamente di camuffare una risatina di scherno con un colpo di tosse asmatica.

Dirlo ad Harry?

Uccidere Harry?

-Sei il suo migliore amico…-

-Dove sono finiti i tempi di San Potter e Lenticchia?-

Ginny gli ha lanciato uno sguardo quasi severo.

-Hermione è convinta che tu farai del tuo meglio per sistemare questa spiacevole situazione…-

Hermione è una stronza.

*

La cucina di Harry ha l’aria di non vedere un colpo di scopa da un pezzo.

Come può ridursi un uomo in questo stato pietoso?

Come sono finito ficcato in questa situazione?

Ah, no, non pronunciate quel nome indemoniato.

Hermione.

Grrrr…! Possibile che quando spunta lei mi vendo anche le mutande?

Non ho avuto il coraggio di andare da Harry ieri sera. Prima dovevo digerire io il colpo.

Digerirlo o innaffiarlo con l’alcol.

Vista l’impossibilità della prima opzione ho dovuto scegliere la seconda.

Sarà per questo motivo che mi sono presentato a casa di Harry con un paio di bottiglie di Vodka appena comprate.

È sotto la doccia ed io lo sto aspettando qui, macerando migliaia di parole e tentando, vagamente e vanamente, di addolcirle il meglio possibile.

Ma perché non andava Hermione a parlargli? È lei ad essere brava in queste cose!

E poi, anche lei è grande amica di Harry.  Ha passato metà della sua vita a preoccuparsi per lui, peggio di mia madre.

Ed è sempre stata estremamente affettuosa. Da s-empre. Quei pochi abbracci o gesti intimi che le scappavano da ragazzi erano di solito indirizzati a lui, e non a me.

Che rabbia a pensarci…

Ecco, perché non si rimboccava le maniche e ci pensava lei? Così magari evitava un trauma al povero, piccolo Potter?

No. Doveva sbrigarsela Ron. Mettiamolo alla prova.

Facciamogli fare la penitenza!

Stronza, stronza, stronza, stronza….

A chi far fare tutto il lavoro sporco? A Ron! Tanto, povero fesso, lo si mette nel sacco in due parole…

Qualcosa blocca d’improvviso il flusso dei  miei pensieri. Un suono anomalo. Il muggito di una mucca in calore…

Ma che è questo lamento? Che succede?

- I could stay awake just to hear you breathing …-

Harry? Sta male! Sta morendo, ha scoperto che Ginny aspetta un figlio da Malfoy!

-I could spendt my life in this sweet surrender… -

No, aspettate. ..! Sta solo cantando!

Caspita, sembra mia madre quando le vengono le coliche renali! Pietà, silenzio!

- Every moment spent with you is a moment I treasure… -

Ma che canta, ho capito bene? Guarda un po’ che questo sta facendo la serenata alla sua mano destra (con accompagnamento della sinistra).

Che cosa mi tocca ascoltare!

-Don’t wanna close my eyes… -

Io mi tapperei le orecchie, se potessi. Sì, decisamente sì!

-And I don’t wanna miss a thing…-

Quando finisce questo strazio? È possibile che sia più stonato di Hermione? Ma che diavolo sta facendo poi sotto la doccia?

No, non ci voglio pensare. Che schifo.

 -Forever and ever…-

Sì, suppongo che ci siano buone possibilità che questa situazione si prolunghi sempre e per sempre...

Sento Harry chiudere il getto dell’acqua. Aspetto un paio di minuti. Poi lo vedo entrare in cucina con lo sguardo perso, svagato, la solita espressione stupida, i capelli bagnati a gocciolargli sul volto.

-Dio, che faccia, Ron? Ma che hai? Oggi non sei neanche venuto a lavoro. Ieri non ti sei fatto sentire. C’entra Hermione vero?-

Riesco solo a scuotere il capo, a fatica.

-Perché hai portato queste bottiglie di vodka?-

-Potrebbero servire.-

Mi osserva, gli occhi stretti a fessure. Fra lo shampoo ed il fatto che è cieco come una talpa deve avere un’immagine piuttosto sfocata di tutto.

-Harry, devo parlarti. È meglio se ti siedi.-

Ubbidisce, in silenzio, continuando a scrutarmi.

-È una cosa grave?- domanda.

Apro una bottiglia di vodka.

-Teoricamente no.-

Gliela metto davanti. Che il suo potere anestetico possa essergli utile.

-Praticamente sì.-

Adesso. Estraiamo la freccia in modo veloce. Un dolore fortissimo, strappacuore, ma tutto d’un colpo.

-Ginny è tornata.-

Un sorriso strano gli si dipinge in volto. –Lo sapevo. Sapevo che prima o poi si sarebbe resa conto. Che sarebbe tornata da me…-

Mi sento improvvisamente immensamente bastardo. Una pesante sensazione di tristezza si deposita sul mio cuore mentre osservo la sua espressione stupidamente felice.

Forse avrei fatto meglio a dirgli “Ginny è incinta” già da subito.

-Harry, non è tornata da sola…-

Il sorriso si ricuce sul viso. Annuisce.

Adesso. Un sospiro profondo…

-Sono sposati. Aspettano un figlio.-

Harry non risponde, non si muove. Non dà segno d’aver capito.

Come da copione, s’aggrappa alla bottiglia di vodka posta lì davanti, tirando il capo indietro e sperando anch’egli nel coma etilico.

*

Mi sarebbe piaciuto ridurmi nello stato di semi incoscienza, o ubriachezza completa, di Harry.

Ma io ho avuto di già la mia parte ieri. Adesso ho il dovere di rimanere con i piedi ben piantati alla realtà.

L’ho trascinato a fatica sul letto, facendo finta di non sentire quello che mi urlava nelle orecchie.

Che voleva che lo raggiungessi, che gli stessi vicino, che lo accarezzassi.

Per favore, non fatemi ripetere il resto.

Quando, mugolando, è caduto nelle angosce inconsce del sonno, mi sono seduto al suo fianco, sproloquiando fra me e lui,  iniziando, o forse sarebbe meglio dire ricominciando, a parlare di Hermione, la mia stupenda Hermione, piangendomi addosso, maledicendo Malfoy e trattenendomi di maledire pure la sua stirpe, perché adesso è diventata anche la mia.

-Mi dispiace, Harry. Davvero.-

Ma Ginny non era fatta per lui. Io l’ho sempre pensato.

Lei è Malfoy sono della stessa pasta. Entrambi bastardi al punto giusto.

Forse, adesso, potrà ricominciare daccapo. Potrà ritrovare il coraggio. La forza. La voglia.

Non me la sono sentita di lasciarlo da solo. Sono rimasto con lui, al suo fianco.

Non posso abbandonarlo proprio adesso.

Maledetta Ginny.

Maledetto Malfoy.

E maledetta pure Hermione!

È un vero peccato che Harry non abbia marmellata in casa. Mi sarei fatto un panino di dimensioni colossali, l’averi mangiato di gusto sdraiato sul suo divano, accompagnandolo con un po’ di vodka rimasta.

Sì, lo so, poi mi sarebbe venuto il bruciore allo stomaco.

Ma forse avrei sentito un po’ di sollievo al cuore.

No, meglio tenersi lontani dall’alcol. Potrei non regolarmi. Potrei esagerare di nuovo.

È sera tardi, ma passerò la notte qui. È meglio se mi preparo il divano.

Sono spossato. Triste, stanco, amareggiato.

Di me, di loro, di tutto.

Mi viene quasi voglia di mettermi direttamente a novanta gradi e dire: “Ecco, sono pronto, fate pure...”. Tanto, a quanto pare, in questi ultimi giorni l’ho presa in quel posto tante di quelle volte, che una in più non cambierà nulla.

Un suono sinistro mi scuote di colpo. Stavo quasi per addormentarmi, accidenti!

No, non è un suono sinistro, è solo il campanello.

Mi rialzo intontito, soffocando uno sbadiglio.

Giungo alla porta, spalancandola, deciso a dire a chiunque ci sia dietro che Harry sta momentaneamente male. Davvero male.

-Harry sta…-

Le parole mi muoiono in gola. Un volto rotondo, due occhi castani, una coda legata alla nuca.

Una giacca  un po’ troppo larga.

Un’espressione seria e tormentata, l’accenno di un falso sorriso ad incurvare le labbra.

-Ciao, Ron…-

La sua voce trema appena, nell’ultima sillaba del mio nome.

-Ciao, Hermione.-

******

 

Adesso non ho più scuse. Nel prossimo capitolo, come avrete ben capito, ci sarà la grande assente di questa fanfiction: Hermione!

Per chi non l’avesse capito, la canzone…ehm…cantata… da Harry sotto la doccia è Don’t wanna miss a thing, degli Aereosmith.

Ringrazio tutti coloro che hanno lasciato una recensione nello scorso capitolo e chiedo umilmente perdono: non ho tempo per rispondere! Ho posticipato l’invio di questo capitolo per trovare un’oretta libera, ma, non ci sono riuscita. Mi dispiace!

Ringrazio Charlotte Doyle che mi ha fatto notare alcuni errori nei precedenti capitoli (che ho corretto) e mi scuso con i lettori.

 

Spero di poter aggiornare presto!

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Capitolo 6
*** Donne, cuore di burro... ***


Capitolo Sesto- Donne, cuore di burro…

 

Si può consumare un panetto di burro da duecentocinquanta grammi in quattro giorni?

No, non ho sfornato delle crostate. L’ho semplicemente spalmato sul pane. Sotto la marmellata.

L’ho divorato così, innaffiando il tutto d’alcol, più o meno forte.

Sì, l’acidità. Sapeste gente.

Quando vi ritrovate con mezzo chilo di pane grondante di burro e marmellata a navigare nello stomaco in una miscela di birra e vodka, non è che vi sentiate proprio a vostro agio.

Però, lo giuro, non mi sono più ubriacato. No, no, no.

Ho solo stordito un po’ questa specie di sogno sfocato che è divenuto la mia vita.

Mi sento come se tentassi di guatare un fiume, con il fango fino alle ginocchia e la merda…, la melma, al collo.

Però ho preso una decisione importante nella mia vita.

Una decisione che, forse, potrà cambiarla.

C’era una cosa che dovevo fare da tempo.

No, non è chiedere ad Hermione di sposarla.

Neanche sterilizzare Grattastinchi. Quella palla di pelo continuerà a fare pipì in camera da letto per marcare il territorio.

Devo assolutamente trovarmi una religione.

Perché, a continuare a bestemmiare divinità a caso, finisce che mi tiro contro l’ira celeste di tutti.

*

-Posso entrare?-

La sua mano tremava appena, mentre scostava una ciocca di capelli dal volto.

-Io, … sì, certo.-

Mi sono spostato dalla porta, l’ho lasciata passare. La sua giacca ha strofinato appena sulla mia maglietta. Mi sono trattenuto a stento dall’abbracciarla.

Lei è passata, rigida, lo sguardo fisso avanti. Ha aspettato che chiudessi la porta.

Poi si è stretta i gomiti nelle mani, stirando uno stiracchiato sorriso imbarazzato ed osservando un angolo dell’atrio.

Siamo rimasti alcuni secondi in silenzio a gettarci occhiate intense quando l’uno era certo che l’altra non guardava. E viceversa.

-È tardi.- ho borbottato, facendola quasi trasalire.

Ha annuito lentamente. -Sì, lo so. Sono passata per vedere come Harry avesse preso la notizia, sapevo che tu eri venuto questo pomeriggio…-

-Ginny?-

-Ginny.-

Bene. Lei sapeva che ci sarei stato, ergo perché è passata in un orario quasi notturno.

Per non incontrarmi.

Ha deciso di evitarmi. Deve aver cambiato idea.

Magari non vuole che si sistemi tutto…

-Dov’è?- ha chiesto nervosa.

-Chi?- ero intontito dai miei pensieri, poi ho scosso il capo –A letto. Era, un po’ turbato…-

-L’hai fatto ubriacare?-

Nessun tremito nella sua voce. Il suo volto si è trasformato in una maschera d’imperturbabilità, gli occhi stretti in una morsa severa, le braccia incrociate.

Eccola lì, la mia Hermione.

-Beh…-

-Ron?- un dolcissimo ringhio.

-Beh, sì.-

Si stava mordendo la lingua. Lo sapevo. Lo notavo.

-Credi sia una cosa intelligente affogare i problemi nell’alcol? Credi che domani mattina saranno scomparsi?-

Quasi mi ha aggredito. Almeno non c’era più quell’imbarazzo inusuale, quella rigida parete di compostezza, ma non ho potuto fare a meno d’innervosirmi.

-Dici? Ed allora, visto che sei la più brava in queste situazioni, visto che sei la più sensibile, perché non sei venuta tu? Perché non hai sistemato tutto tu? Perché hai mandato me?-

È rimasta in silenzio, mangiucchiandosi il labbro inferiore, scostando lo sguardo.

-Cos’era, la mia punizione?-

-Sei insensibile ed infantile!- mi ha urlato, pestando un piede a terra.

-Ah, ma davvero?-

-Sì, lo sei sempre stato, Ronald Weasley!-

Siamo rimasti in silenzio, a due metri di distanza, ad osservarci con rabbia e ferocia, a sopprimere la voglia irrazionale e viscerale che avevamo l’uno dell’altra.

-Certo. Hai ragione. Come sempre.- ho concluso con ironia. –Viva Ron Weasley, re della foresta!- stavo alzando la voce. Fortuna che Harry fosse troppo nell’altro mondo per poterci sentire. - Tu che vai via da casa, non dai notizie per venti giorni, mi lasci solo ad ingozzarmi di porcherie come un animale, tu, invece, che sensibilità hai, Hermione?-

Respirava nervosamente. Ho percepito subito che, o sarebbe scoppiata in lacrime, o avrebbe iniziato ad urlarmi in faccia.

Ha optato per la seconda.

-Io? Ron, tu sai come ho passato io questi venti giorni?-

Mezzo metro avanti, i pugni stretti.

-Che hai fatto, hai piagnucolato smozzicando i tuoi “Ron sei uno stupido” e traendo piacere al pensiero dello stato di distruzione totale nel quale dovevi sicuramente avermi ridotto?-

No, io non so davvero quando è il momento di tacere.

Mentre parlavo si è avvicinata, senza che me ne potessi accorgere. Mi ha mollato uno schiaffo con tutte le sue forze, in pieno volto.

-Ti devo ricordare ciò che mi hai urlato prima che me ne andassi, Ron?-

Le ho istintivamente afferrato il polso, violentemente. I suoi occhi avevano un nuovo velo di lacrime, mentre li scostava velocemente dai miei.

Ha iniziato a piangere in silenzio, lo sguardo fisso al muro, le lacrime a scivolare sulla sua pelle.

Adesso, un uomo, uno come Draco Malfoy, l’avrebbe scossa con foga, sarebbe scoppiato a riderle in faccia, avrebbe mostrato ai quattro venti il suo orgoglio virile.

Un maschio, uno di quelli come Harry, sarebbe rimasto in silenzio, troppo egoista ed egocentrico anche solo per pensare di dire una mezza parola in più, ed avrebbe aspettato che si ricomponesse.

Ma io non sono né Draco Malfoy, né Harry Potter. L’orgoglio del quale mi sono tante volte vestito è sempre stata solo paura folle di mettersi in gioco e, quel poco che c’è mai stato, è finito disperso nel mio amore per Hermione.

Io, che sono Ron Weasley e, per dirla senza eufemismi,  ho venduto i miei gioielli di famiglia a questa donna, ho mollato la presa del polso con una carezza gentile, sentendomi invaso da più sensi di colpa di quanto ne avessi bisogno.

-Scusa, Hermione. Sono uno stupido. Perdonami. Mi dispiace da morire.-

Tono basso, testa china.

Bau, bau, bau.

Bravo cucciolo ammaestrato.

Lei non ha arginato le sue lacrime, ma una sorta di sollievo interiore ha raddolcito i suoi lineamenti.

Non ha risposto, non si è mossa.

Ha solo cercato qualcosa spasmodicamente nella tasca. Ha tirato fuori un fazzolettino di carta.

Si è soffiata il naso.

Piuttosto rumorosamente, a dire il vero.

L’ha riposato, si è asciugata gli occhi con il dorso della mano.

E non ha detto nulla.

Le donne sanno essere veramente bastarde. dentro

-Hermione…-

-Volevo solo sapere come stava Harry. Adesso vado via.-

La sua voce era un po’ rauca. Ha chinato lo sguardo, mi ha sorpassato.

Adesso, una persona con una briciola di amor proprio  non si sarebbe voltato, non l’avrebbe trattenuta per la mano, ma avrebbe ostentato una freddezza da fare invidia ad un iceberg.

No?

Direi, decisamente, no.

-Hermione, ti prego, aspetta!-

Mi ci gioco quello che sapete voi che a quella stronza è scappato un sorriso.

Non ha tentato di divincolarsi. Non si è voltata.

Ha continuato a non dire nulla.

-Per favore, Hermione, perdonami!-

Io non sono un uomo. Sono il tappetino del bagno sul quale Grattastinchi, talvolta, lascia le sue cacchine.

-Io non so più cosa fare senza di te…-

Volevo aggiungere: Tutte le mie camicie puzzano!, ma mi sono trattenuto in tempo.

Ed è stato a quel punto che si è voltata, gli occhi ancora rossi, le labbra strette.

Secondo me a quella maledetta veniva da ridere.

-Mi hai detto tu che potevo andare via….- ha sussurrato.

OK, oramai dovevo farla completa.

-Ma io non ho mai pensato quello che ho detto! Hai ragione tu, sono un cretino, un insensibile, perdonami, ti prego!-

Questa non era una richiesta. Era una supplica, con tanto di tono da piagnisteo.

Ha sospirato. O, , le è scappato un sospiro.

-Ron, io…- ha scosso il capo. –Dobbiamo riparlane in un altro momento. È tardi, siamo entrambi poco lucidi. Tu hai bevuto…-

E come se ne è accorta se quasi non ci ho fatto caso io?

Mi ha gettato uno sguardo dolce, di quelli intensi che regala solo a me. Si è messa sulle punte dei  piedi, mi ha dato un bacio in guancia, ai confini delle mie labbra.

Ha fatto scivolare il suo braccio nella mia mano, l’ha appena accarezzata.

Mi ha sorriso.

E poi è andata via, mentre io la guardavo, senza più parole, senza sapere che pensare.

Senza volere pensare.

Ho osservato fisso la porta per alcuni lunghi minuti.

Infine, fra me e l’atrio vuoto di casa Potter, mi sono scappate solo queste parole:

-Certo, che, Hermione, sei davvero una stronza-

*

Hermione non si è fatta più sentire da quella sera di due giorni fa. Nessun segnale di vita.

Nessun segnale di fumo.

Augh.

Invece si è fatta sentire mia sorella.

Ha piagnucolato, si è lamentata, mi ha pregato di andare a parlare anche con la mamma, prima che venga a sapere del suo ritorno da qualcun altro.

-Da chi?- le ho quasi urlato, scocciato- Da Harry? No, è ancora impegnato a non restare sobrio troppo a lungo!-

La verità è che non ho il coraggio di affrontare tutta la famiglia.

Di vedere mia madre nuovamente devastata da un vortice di emozioni che non potrà numerare, né distinguere come belle o brutte.

So che alla fine deciderà che “sono belle”, ma penso che, prima di giungere a questo punto, si passerà attraverso un tunnel di lacrime e sconvolgimento.

No, non ho proprio il coraggio.

Tanto, ormai si sa, i miei gioielli di famiglia se li è portati via Hermione, insieme a tutto il resto di me.

Ed ecco cosa sono rimasto. Un vegetale nervoso. Ed ingordo.

Sono ingrassato quattro chili da quando la maledetta è andata via.

Mi sto trasformando sempre più in una sorta di maiale dal pelo rosso.

Allora: sono ingrassato.

Puzzo.

Mi rado un giorno sì e cinque no.

Insomma,  rendo l’idea, vero?

So che alla fine mi perdonerà. Ormai mi sono venduto a lei, senza remore né riserve.

E poi, il suo sguardo, suo bacio, il suo sorriso.

Ma perché cazzo è così sadica da metterci tanto?

*

Ho trovato Harry a dialogare con una bottiglia vuota di brandy.

Farneticava qualcosa a proposito dell’amore e di quanto potesse essere simile all’odio.

Poi elencava tutti i diversi modi di sterilizzare Draco Malfoy.

Infine inneggiava a Ginny, come regina degl’inferi e prima fra le zoccole.

Era in mutande e canottiera. Puzzava di sudore ed alcol.

La canottiera era macchiata di qualcosa non riconducibile al cibo.

Non sapevo che fare. Non volevo avvicinarmi di un metro in più. Adesso me ne vergogno, molto.

Mi sono acquattato alle sue spalle. L’ho schiantato e l’ho messo a letto.

Gli ho lasciato sul tavolo della cucina un libro sul karma, la serenità interiore, la gioia di vivere nella natura, la solitudine dei boschi ed una altre decina di cose simili che non ricordo.

L’ho trovato fra quelli di Hermione, nella categoria “Letture Leggere”.

Probabilmente lo utilizzerà per raccogliere il vomito, ma non m’importa molto.

Ho, invece, buttato tutto l’alcol che ho trovato in casa.

Poi sono andato via, giurando che, no, non avrei mai aiutato mia sorella.

*

Sono seduto sul divano di casa mia, sgranocchiando un pacchetto di patatine super fritte e super salate.

Di fronte me, in piedi, con uno sguardo altezzosamente schifato, c’è Draco Malfoy. È  lì da venti minuti buoni.

-Così mi stai dicendo che Ginny non dorme da tre notti?-

-Esattamente.-

-Che non fa altro che piangere?-

-Proprio così.-

-Che tutto questo può far male al bambino?

-Non puoi immaginarti quanto.-

Ultimamente l’idea del piccolo Malfoy bianco e rosso ha iniziato a non farmi più tanto ribrezzo.

-La Granger si è stupita quando ha saputo che ti eri tirato indietro…-

Il suoi occhi grigi emettono un bagliore di scherno, ma ha pronunciato la parola magica.

-…ha detto che non se lo aspettava da te…-

Calcolato. Questo è tutto calcolato. Ron, Ron, non caderci. Fa’ l’amico fedele. Ron

-… che l’hai delusa…-

Ron, per favore, Ron, non dirlo, Ron, no…

-… tanto…-

-Ho capito, Malfoy! Ho capito. Stasera vado da mia madre a parlarle!-

Ron, amico, sei un demerito imbecille…

Senza attributi, aggiungerei.

***********************************

 

Riesco, finalmente, a postare questo capitolo (ringrazio il mio professore di filosofia per aver gentilmente deciso di non interrogarmi domani…).

Allora, dopo ben sei capitoli, ecco che appare la prima donna di questa fanfiction: Hermione non ha ancora del tutto sbollito la delusione che le parole di Ron le hanno recato, e, soprattutto, sembra decisa a volergli far passare ancora un’ultima piccola prova….

o vuole, semplicemente, sfruttarlo per aiutare una persona alla quale vuole bene!

Libera interpretazione, ma vi ricordo che mancano solo due capitoli e che il finale è ormai vicino!

 

Ma se lo volete leggere credo sia doverosa una cosa: innalzate un pensiero per la povera Thilwen che venerdì ha compito di matematica  e la sua nota incapacità potrebbe costarle un voto devasta-media. Grazie.

 

Questo anche per avvisarvi che io tenterò di aggiornare il più in fretta possibile, ma  è un periodo decisamente brutto!

 

Adesso passiamo a ringraziare i recensori! 

 

Ellie: Non preoccuparti per Harry,  se la caverà, in un modo o in un altro.  (ecco, io forse mi preoccuperei dell’altro…). La scena della doccia mi è passata davanti agli occhi mentre ascoltavo gli Aereosmith… non c’entrano molto, lo so!  Hermione ha intenzione di tenere Ron ancora un po’ sulla spine in modo che Ron ci pensi un’altra volta prima di parlare troppo! Grazie per la recensione!

 

Helen Lance: Oh, grazie! In effetti in questa fanfic. Draco e Ginny sono molto complici nelle loro azioni “bastarde”! Ed anche Ron ed Harry sono pur sempre Potterino e Lenticchia! Thanks!

 

Sayumi: Felice di averti divertita, grazie mille per la recensione!

 

Varekai: Grazie! Il  mio intento con questa fanfiction era proprio quello di divertire: di solito scrivo roba seria, molto angst e poetica, un po’ pesante. Questa fanfiction doveva far ridere o, quantomeno, rilassare. Grazie per i complimenti e la recensione!

 

Saphira89: Oh, che bello, Thilwen diffonde i suoi scritti anche oltre il web! Sì, si rideva molto alle (e sulle!) spalle del povero Harry nel precedente capitolo!  Ron un po’ sfortunato per natura c’è… grazie, spero che farai leggere anche questo capitolo alla tua amica!

 

FireAngel: Beh, un Malfoy dai capelli rossi un po’ senso fa… come Ron anche io spero che la natura sia clemente con lui (quindi che magari il piccolo somigli tutto al suo papà!) Grazie per il commento!

 

Lollo: Non preoccuparti, non fa nulla se non puoi recensire!  Ginny è proprio bastarda dentro, ma questo è scientificamente spiegato così: ha avuto un’illuminazione divina con la comparsa di Draco nella sua vita; si è trasformata da fidanzatina di Potter in essere altamente superiore ed amante di un semi/dio/demone. Dai, non provare pena per Harry, io non sono così cattiva (o forse sì) da non dargli neanche una piccola tregua! Sì, finalmente è apparsa Hermione, dopo un corso veloce di bastardaggine spicciola tenuto dai coniugi Malfoy!  Ci sentiamo, Grazie!

 

Ciungo: Harry cantava perché gli andava di cantare. Insomma, per allietarsi da solo, poverino. Andiamo, un po’ Ron doveva pagare, si era comportato davvero con troppa superficialità! Grazie per la recensione!

 

Judeau: Finalmente si è giunti al faccia a faccia! L’ironia ed il sarcasmo sono le componenti basilari di questa fanfiction, in effetti, sono felice che sia stata capace di utilizzarli bene! Grazie mille per i complimenti!

 

MandyJJ: Ginny e Draco sono due carogne, ma seriamente. È per questo che sono davvero una bella coppia! La questione Ron/Hermione non è ancora stata ben chiarita, ma si può sperare, direi! Grazie mille!

 

Dark Yuna: Hermione è Hermione, orgogliosa e permalosa come sempre. Voleva la sua vendetta, voleva farla pagare a Ron, voleva fargli capire che cosa è veramente importante. Ed ha anche esagerato, perchè, povero Ron, ne ha passate davvero delle belle. Quanto ad Harry: non preoccuparti per lui, se la caverà. Grazie!

 

Mise_keith: Non c’è bisogno che ti scusi per il ritardo nelle recensioni, andiamo!  Sì, noi adoriamo Draco, non è vero? Questa fanfiction l’ho apprezzata e continuata (e postata!) grazie a te; se non l’avessi trovata così divertente mi sarei detta “Chia’, tornatene a scrivere drammi esistenziali” ed addio al pane, al burro e la marmellata. Ed anche ai litri di alcol con i quali Ron è solito innaffiarli. Ehi, non fare spoiler nelle recensioni! Ti voglio bene, tantissimo! Grazie.

 

Iago: no, non preoccuparti, il fatto che la canti anche Potter non è indicativo, insomma, magari conosce solo quella…HarryPotterite acuta? Ma, no, anche io l’ho cantata talvolta!. Sono solo coincidenze! J Sì, Harry troverà sollievo, ma a modo mio(ghghghgh!). E, secondo me, sarà una soluzione che andrà bene a tutti! Hermione vuole giocare ancora un po’ a quanto pare, ma ormai si è svelata! Non ti preoccupare per le recensioni, ti capisco, io in questo periodo sono soffocata da mille e più interrogazioni e la prospettiva degli esami di stato non mi aiuta! Grazie mille!

 

Gioia: cosa? Una fanfiction Angst con protagonista Potter ed in mezzo una Harry/Ginny? (Thilwen si dà all’alcolismo per riprendersi). Non è che chiuedi un po’ troppo… ho i miei limiti, buaaaa! Sì lo so, sono una bastarda con un senso dell’umorismo  decisamente inusuale, dato dall’atroce sofferenza altrui e dallo scherno della tendenza al patetico di alcuni personaggi.  Su dai, anche Potter avrà il suo….aehm…. momento di gloria… più o meno. Ti concedo quei tre anni solo perché sono consapevole di essere una brutta vecchiaccia di diciotto anni e cinque mesi! Ma mi aspetto il mazzo di fiori! Ti voglio bene, un bacione!

 

CharlotteDoyle: Sì, in effetti credo sia decisamente pericoloso lasciare Ron ed Harry da soli. Ma Ron ha, sempre e comunque, Hermione, anche se in questo memento non stanno insieme, ed è una certezza che lo accompagna e gli riscalda perennemente il cuore. Non riuscirebbe ad uccidersi. E comunque anche Harry riuscirà a riprendersi… io ho un cuore, in fondo. Forse. Hermione doveva apparire, ho tentato d’immaginarla con dieci anni in più: pur sempre lei, ma, sotto alcuni aspetti diversa. Non so che cosa ne è uscito fuori. Il piccolo Malfoy…. beh., vedremo! Grazie mille per la recensione!

 

Nunki: Sì, anche io mi adoro quando maltratto Harry: riesco ad esprimere in chiave comica il mio odio profondo nei suoi confronti! Draco non l’ha proprio fatto apposta, ma anche lui doveva in qualche modo restarci fregato, no? C’è un po’ di giustizia nel mondo! Grazie!

 

Ile Grint: Temo che tradirò il mio paring più amato (Ron/Hermione): Harry/mano destra (e sinistra, all’occorrenza) sta iniziando davvero ad essere il mio preferito!  Hermione non ne poteva più di essere messa da parte ed apparire soltanto nei flashback! Dovevo farla apparire! Grazie per la recensione!

 

Tatim: no, con Harry non sono un po’ cattivella. Sono terribilmente cattivella! Grazie per aver citato quella frase, secondo me descrive un qualcosa di Ron che per me è estremamente importante, anche per motivi strettamente personali. Mi ricorda una persona alla quale tengo molto. Grazie per i complimenti, mi auguro continuerai a leggere!

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Maschi di casa ***


Capitolo Settimo- Maschi di casa

 

Occorrerebbe riscrivere la genesi.

O la teoria dell’evoluzione. Sinceramente non so di preciso dove si racconti meglio questa storia della “nascita dell’uomo”.

In effetti, non so bene se la verità sta nel fatto che c’erano due mangiatori di mele in un giardino fatato, o che uomo nel corso dei secoli ha perso i peli (che poi si trova anche qualcuno che i peli non li ha persi affatto, mah…) ed ha iniziato a stare eretto, ma mi sono fatto la mia personale teoria.

In realtà noi uomini siamo scimmie bipedi un po’ meno pelose, un po’ meno brutte, un po’ più muscolose e, teoricamente, un po’ più intelligenti. Sì, in effetti dovremmo avere il cervello più sviluppato, ma non è che questo conta tanto, considerando il fatto che nove volte su dieci ragioniamo con qualcosa di molto sensibile posta fra le gambe…

Le donne invece, -oh no!-, loro sono un incrocio fra un serpente, un gatto ed un alieno d’intelligenza raffinata ed evoluta, con un fascino inspiegabile che sfruttano sapientemente contro di noi. Perché, per quanto possiamo metterci a ringhiare ed atteggiarci virilmente, finiamo sempre stesi con un’erezione a decidere al posto nostro.

Ma non solo le donne hanno questa sorta di poteri da maliarde, per giunta sono variabili come il cielo di una giornata di marzo.

Un minuto pensano una cosa, tre minuti dopo un’altra, si contraddicono e sono perennemente confuse anche di fronte a ciò che vogliono realmente dalla vita.

Io, per esempio, dieci minuti fa sapevo perfettamente cosa volevo.

Un panino con burro e marmellata.

Sono andato in cucina, l’ho preparato, l’ho divorato e, dato che la voglia non m’era passata, ne ho fatto un altro.

Adesso, secondo voi, le donne fanno ragionamenti così semplici?

Anche quando vogliono qualcosa, un semplice panino con il burro e la marmellata, mica se lo preparano e lo mangiano come  nulla fosse!

No. Poi ingrassano. Poi si rovinano la cena. Poi, poi, poi…

E fra i poi, i forse, i se, i ma, ci tengono tutti a guinzaglio…

*

-Mamma…-

Mi madre ha deglutito a vuoto un paio di volte. Poi ha preso due o tre respiri  profondi, come se temesse di restare soffocata.

-Mamma….-

Non accennava a piangere. Non accennava a rispondere.

Annaspava.

-Vado a prenderti un bicchiere d’acqua?-

Mi ha bloccato con la mano. L’ha stretta al mio polso, nervosamente, con forza eccessiva.

-Stai… stai dicendo che la mia Ginny è tornata?-

-Sì.-

La sua voce era più ferma di quanto avessi mai pensato.

-E che lo scorso anno si è sposata con Draco Malfoy?-

-Sì.-

Ha sospirato pesantemente. Mi ha mollato il polso per prendersi la testa fra le mani.

-Mi stai dicendo che la mia bambina è incinta da sette mesi  e voleva che io non ne sapessi nulla?-

Ho avvertito per la prima volta una nota tremula nella sua voce.

-No, in realtà voleva dirtelo. È per questo che ha mandato me…-

Mia madre ha rumorosamente tirato su con il naso.

-Beh, ha bisogno di te…- ho detto in preda ad una momentanea ispirazione.

-Tu, tu credi davvero?-

-Certo.-

Ho accompagnato l’affermazione con un deciso cenno del capo.

-La mia Ginny avrà un bambino…-

Pallido, con i capelli di fiamma. Sembrerà uno scherzo della natura.

Siamo rimasti in silenzio, per alcuni lunghi secondi.

Poi, con un’espressione terrificata, si è voltata a guardarmi.

Sul momento ho pensato che doveva aver avuto anche lei la visone di un piccolo essere bianchiccio dalla capigliatura fulva, ma poi dalla bocca ha articolato un unico nome:

-Harry…?-

Ecco. La mia ragazza. Mia madre. Mia sorella. Tutte le donne che mi sono vicine pensano sempre e solo a lui. Il povero demente prescelto che è sopravvissuto. Dobbiamo proteggerlo da tutto il male che lo circonda, metterlo sotto una campana di vetro e lasciarlo libero di farsela unicamente da solo tutto il giorno…

-Non l’ha presa bene. Ma sopravvivrà.-

Beh, forse. Fra due o tre giorni il suo fegato si sfracellerà ed il suo apparato digerente andrà in fiamme.

Ma potrebbe anche sopravvivere.

Gli occhi di mia madre, come da copione, si sono riempiti di lacrime.

-Oh, povero Harry….-

Un cane, anche solo un cane, che una volta tanto dicesse: Oh, povero Ron!

Si è asciugata gli occhi con il dorso della mano.

Siamo rimasti un pezzo, un lungo pezzo, in silenzio, io a trafficare con il tè, lei a riflettere e metabolizzare gli ultimi avvenimenti.

Poi, appena le ho posato di fronte la tazza fumante, mi ha guardato sconcertata due o tre minuti.

-Tu sai dove abita adesso Ginny?-

-Beh…-

Ti prego non me lo chiedere!

-Mi accompagneresti da lei, Ron?-

Merda.

-Certo, mamma.-

*

Vi risparmierò la descrizione dell’incontro madre-figlia e di quello che ne è seguito.

Vi basti sapere che, dopo essere stato afferrato e sbaciucchiato da una Molly Weasley in lacrime, Draco Malfoy, pur di allontanarsi dalla scena, mi ha messo un braccio attorno alle spalle, masticando qualcosa che poteva suonare come: “Andiamo a fare quattro passi”.

Ed io sono stato ben contento di andar via da lì, seppur con lui.

-Allora, hai fatto pace con la mezzobabbana?-

-No.-

La sua voce era strascicata ed irritante, come sempre.

-Beh, la farete comunque.-

-E tu che ne sai?-

L’ho guardato sospettoso.

-Le femmine, anche quando confabulano, lo fanno a voce fastidiosamente alta. Soprattutto in quella che ritengono casa propria.-

-E tu che hai sentito?-

Ha alzato le spalle.

-Prima qualche piagnisteo. Poi qualche risata. Infine qualcosa che poteva benissimo essere compresa come “…alla fine lo perdonerò, ma deve soffrire ancora un po’…-

Ho sospirato ed ho sorriso fra me e me, sinceramente sollevato. Lui si è passato una mano fra i capelli.

- Weasley, lo sai, tu sei uno che troppo spesso parla a vanvera.-

-E tu sei uno che troppo spesso parla solo per insultare.-

È scoppiato a ridere. Come si fa davanti agli scemi.

-Non era un insulto, era un consiglio. Perché, invece, la Granger a vanvera non parla mai. Stai attento a quello che le dici la prossima volta.-

Un consiglio. Da parte di quest’uomo, bianco e biondo, dagli occhi di ghiaccio che si è sbattuto mia sorella tante di quelle volte che, infine, ha beccato anche lo 0,3% di possibilità che ha il preservativo di fallire.

-Brutto colpo questo figlio, vero, Malfoy?- ho ghignato.

Lui mi ha sorriso. Sì, sorriso.

Ho visto per la prima volta in vita mia Draco Malfoy sorridere.

-Solo un colpo Weasley. Non un brutto colpo.-

-Mi stai dicendo che sei felice di avere un figlio?-

Non ha risposto. Mi ha guardato intensamente per qualche secondo, senza cancellare il sorriso dalla faccia.

-Sarebbe un brutto colpo per te avere un figlio dalla Granger?-

Non ho neanche pensato prima di rispondere.

-No, sarebbe un po’ scioccante all’inizio, ma poi…, beh, ma io amo Hermione!-

Ha scosso la testa, stancamente, come chi vuol dire “Con questo non c’è speranza”.

Forse che anche Draco Malfoy ama mia sorella.

Ma resta uno schifoso Malfoy comunque.

*

Secondo me il vero maschio di casa era Grattastinchi.

Non ha venduto gli attributi a nessuno, lui.

Nessuno l’ha mai tenuto al guinzaglio.

Era liberissimo di fare ciò che voleva.

Faceva pipì per casa senza essere rimproverato.

Io, la mattina, dovevo cercare disperatamente una bottiglia di plastica per non farmela addosso.

Se mi fossi messo a farla ai piedi del tavolo in sala da pranzo, dopo sarei dovuto andare a vivere con Harry per il resto dei miei giorni!

E lui aveva il mangiare tutto per sé, niente zucchine e cavolfiore.

Lui si poteva accovacciare addosso ad Hermione quando voleva.

Quante volte, invece, diceva a me, non appena le strusciavo contro: “Ho il mal di testa, Ron!”

Sì, comandava lui. A lui era concesso tutto.

Poco ci mancava che lo trovavo nel mio letto con il giornale, impegnato ha fumarsi una sigaretta e spargere cenere sulle lenzuola (ed io non ho mai fumato, l’ho sempre trovato un qualcosa di schifoso… a parte che Hermione mi avrebbe fatto fumare da un’altra parte…).

Non mi sono mai saputo imporre neanche su di un gatto peloso e grasso!

Devo chiedere ad Harry se per caso ha mai avuto la mia stessa impressione.

Sì, perché Harry è tornato sobrio.

O almeno così sembrava per telefono poco fa.

Mi ha appena detto: -Devo parlarti. Ho preso un decisione importante.-, con quella voce seria che non usa mai, se non quando parla di gente morta.

Ecco, suonano alla porta. Sarà lui, è meglio se vado ad aprire.

Harry, in effetti, ha un aspetto umano. Non capita spesso.

Ha addosso vestiti completamente puliti. Ha un’espressione serena in volto. OK, vagamente stupida, ma tranquilla.

Mi sorride. Lo faccio entrare, guardandolo sospettoso.

Si siede sul mio divano compostamente. Tiene fra le mani qualcosa che somiglia ad un libro.

Harry con un libro in mano. È come vedere Hermione con un sigaro cubano accesso.

-Devo dirti una cosa, amico.-

La sua voce è seria e non lascia trasparire emozione.

Decido di sedermi, prima che venga raggiunto da qualche colpo apoplettico.

-Dimmi pure, fratello.-

Harry alza il libro che tiene in mano. Lo riconosco, è quello che gli ho portato tre giorni fa. Quello sulla karma, la natura e tutte quelle cose lì.

A quanto pare non l’ha usato per raccogliere il vomito.

-Ho letto questo libro.-

Harry ha letto un libro.

Questo significa che si può ancora vedere Hermione fumare un sigaro cubano.

-Mi ha cambiato la vita.-

Un libro che cambia la vita? OK, adesso le ho proprio sentite tutte.

L’alcol non gli ha distrutto l’apparato digerente. Ha letteralmente ucciso quella manciata di neuroni sopravvissuti al genocidio infantile.

-Parto, Ron. Mi lascio tutto alle spalle. Questa vita, questo mondo. Vado in Tibet, in un monastero buddista per un paio di mesi. Potrei anche restarci per tutta la vita, in effetti. Ma devo ricominciare daccapo. Devo riscoprire me stesso, trovare il mio equilibrio.-

Resto in silenzio. In effetti non so ancora se è uno scherzo o se Harry è diventato completamente pazzo.

-Ron, so che non riesci a capirlo. Ma è una scelta mia. È una scelta che ho fatto io. Non intendo tornare indietro.-

È serio. È davvero serio.

-Posso andare a prendermi qualcosa da bere?- esalo.

Mi annuisce solamente, avvolto nella sua aria da estasi mistica.

*

Harry va in Tibet. No, ci va davvero.

Gli raseranno i capelli, si metterà una di quelle tuniche arancioni e mediterà per tutto il giorno.

Troverà se stesso ed il suo equilibrio.

Ma uno che l’equilibrio non l’ha mai avuto, lo può trovare?

Me lo chiedo, mentre il campanello della mia porta di casa suona un paio di volte.

Quando apro e mi ritrovo davanti Hermione non sono stupito.

Il cuore mi sale in gola, perchè sempre quando la vedo produce in me un certo effetto. Ma lo sapevo che sarebbe arrivata adesso, che finalmente si è sistemato tutto. Alla fine si è stancata pure lei, no?

-Harry va in Tibet.-

-Lo so.-

-È colpa mia.-

-Lo so.-

-Ma il libro era il tuo.-

Sorride. La mia piccola maledetta streghetta.

Ha un’espressione dolce in volto. La faccia che ha una donna innamorata quando è orgogliosa del suo uomo. Il volto colorito da una gioia che non sa decifrare. Che non può esprimere, perché è troppo intima.

-Adesso è suo. Glielo ho regalato.-

-Ah…-

Restiamo in silenzio, lei fuori, io sulla porta, a guardarci negli occhi senza parlare, leggendoci verità indiscrete e semplici emozioni.

-Gli raseranno i capelli.- continuo.

-Non saranno più in disordine.-

Gli occhi di Hermione sono bruni come l’autunno, profondi come la notte.

-Ti odio.- le scappa con un sorriso al miele.

-Mi odi solo perché mi ami- affermo, trattenendomi a stento dallo stringerla fra le braccia.

-Sì, suppongo abbia ragione tu.- china il capo, i capelli le danzano sulle spalle.

I suoi occhi irradiano mille emozioni, mille parole impronunciabili.

E che fare allora?

Mi scosto per farla passare e chiudo la porta alle mie spalle

***************************

 

Teoricamente la fanfiction potrebbe anche finire qui. Ma, in realtà, c’è un altro capitoletto, perché vi lascerei troppo insoddisfatti e perché volevo togliermi un piacere.

Allora, avete visto che si è sistemato tutto? Visto che vi siete preoccupati inutilmente di Potter? Anche a lui è andata bene no? Ha trovato la sua via, ve l’avevo detto…

 

OK, adesso passo alle risposte alle recensioni…

 

Suzako: Beh, io Harry lo tratto così perché… ne traggo un immenso e sadico piacere! Comunque mi sembra che in questo capitolo sono stata buona con lui, no? No?....mmmmh! Grazie per la recensione!

 

Lollo: Ah, Hermione ha solo aspettato il momento migliore per agire, e poi Ron se l’è meritato! Così, la prossima volta, ci pensa due volte prima di parlare! Adesso Ginny è contenta ed appagata, credo si sia decisa a lasciarlo in pace! Grazie mille!

 

Helen Lance: Sì, Draco è l’uomo della situazione, sempre! Grazie!

 

Iago: ammettilo, non sono stata fin troppo generosa con Harry? Insomma, potevo farlo finire in un centro di disintossicazione per alcolisti, invece, no, l’ho mandato in Tibet dai monaci buddisti. Si troverà bene lì, ne sono sicura. Credo che Ron adesso non abbia più bisogno di essere consolato. Mille in bocca al lupo per gli esami! Grazie infinite!

 

MandyJJ: Beh, Draco è un ragazzo intelligente, quindi sa dove affondare il pugnale… e si diverte pure! Grazie!

 

Ellie: Sì, il povero grasso, puzzolente e peloso Ron se l’è cercata, sono d’accordo con te! Harry ha trovato la luce, non una donna, credo che fosse proprio quello di cui aveva bisogno (quanto, ma quanto sono cattiva).  Con gli altri famigliari se la caveranno e con la madre non mi pare ne sia uscito male. D’altronde, la gioia di avere un nipote e di riabbracciare la figlia è stata più forte di qualunque shock! Grazie mille!

 

Princenton: grazie! Sì, in effetti Harry che canta gli Areosmith fa un po’ senso… Ron è troppo accecato da Hermione (e troppo buono e stupidino, in fondo) per non lasciarsi abbindolare così facilmente. No, non me la sono sentita di farlo confrontare con tutta la famiglia Weasley…. Poverino, ne ha già patite troppe! Grazie.

 

 Judeau: sì, Hermione a modo suo voleva fare le cose per bene… e dare finalmente una lezione seria a Ron, visto che è consapevole di averlo schiavo al suo cuore! Io odio Ginny dopo il sesto libro, all’inizio mi stava anche simpatica, ah! Spero che il tuo compito di matematica sia andato bene, il mio…nsomma… ! Grazie mille!

 

Gigia990: grazie mille, troppo gentile, credo che sia lungi dall’esser perfetta, ma sono stra-felice che a te sia piaciuta!

 

Dark Yuna: beh, un po’ stronza ci sono… al meno in campo letterario. I miei personaggi dovrebbero citarmi in giudizio per tutto quello che faccio passare loro. No, nella vita non credo in effetti di esserlo, ma dovrebbero dirlo gli altri! Ron è troppo accecato da Hermione e da se stesso… e ne ha pagato le conseguenze. Ma alla fine ha avuto anche il suo premio! Grazie!

 

Sylvy: Sono troppo Ron/Hermione-fiino-al-midollo per far finire questa ff in un modo diverso. Loro devono stare assieme. Litigare sì, ma stare assieme. Con Harry sono stata cattiva, ma almeno alla fine l’ho fatto staccare dalla bottiglia! Grazie per la recensione!

 

Mise_keith: Facciamo così, tu scegli la marmellata ed io la vodka, così siamo pari, OK? Ehi, la più bastarda qui sono io, perchè Lui mi ha dato lezioni private di bastardaggine ed io sono un’alunna modello! Scherzi a parte, come sempre hai ragione tu (e come potresti avere torto, tesoro mio?). Sì, soprattutto per la storia delle “Persone che per me valgono tanto”. Dovremmo davvero presentargli Draco, lo shock potrebbe essergli utile.  Sono una stupida, Chiara. Immensamente stupida. Grazie di tutto, ti voglio bene.

 

Ile Grint: Io direi che Hermione è la cosa più bella che sia capitata nella vita di Ron e deve imparare ad apprezzarla di più. Deve soffrire e capire. A quanto pare ha sofferto ed ha capito. Harry e le sue due consorti (OK, una è la consorte, l’altra la concubina) hanno finalmente trovato un posto tutto per loro. Nella speranza che il loro rapporto continui nella comprensione e nella serenità! Grazie!

 

Saphira89: OK, adesso la situazione si è risolta, quindi visto che Hermione ha perdonato Ron, noi possiamo perdonare Hermione, giusto? Grazie!

 

Nunki: OK, da atea non potevo scrivere qualcosa di diverso, ed in questo capitolo abbiamo visto che il povero Ron a proposito di religione ha le idee un po’ confuse…! Lasciamo perdere le macchie sulla canotta di Harry, libera…ehm… interpretazione. Oggi stava meglio, a quanto pare. Beh, sì, continuerò a scrivere, e probabilmente anche su Ron ed Hermione, forse non subito però…! Grazie mille.

 

Ciara: Sì, in effetti ritaglio appena il mio tempo fra un compito e l’altro, vedere così tanta gente che mi segue mi fa venire tanta voglia di scrivere e pubblicare, anche se sono piena fino al collo… e la prospettiva degli esami di maturità mi atterrisce! Comunque io sono una ragazza, nella recensione hai usato gli aggettivi al maschile, forse ti sei confusa. Grazie mille per la recensione.

 

Melchan: Perdonata! D’altronde fa un po’ effetto anche a me vedere il mio nome e poi a fianco Commedia. Ma dovevo scrivere anche questo, no?  Sono orgogliosa di essere riuscita a farti stare simpatico Ron, so che è difficile continuare a leggere una fanfiction  quando il protagonista non piace…! Potevo non mettere in mezzo la Draco/Ginny? Potevo non ritagliare anche un piccolissimo angolino per il bellissimo Draco? No, assolutamente no! Sì, Draco in jeans e camicia azzurra, magari leggermente sbottonata… OK, sto sbavando sulla tastiera! Grazie mille!

 

CharlotteDoyle: No, nessuno può ridursi allo stato vegetativo di Harry, e poi, insomma, Ron è di Hermione, non poteva finire così, no? E poi io tengo troppo a Ron/Hermione perché non ci fosse il lieto fine. Ed anche Harry ha avuto il suo lieto fine, giusto? (…?) Comunque ti assicuro che adesso sta bene. Oh, non è davvero difficile odiare Molly Weasley, ti capisco, infatti il discorso non l’ho tirato per le lunghe, non sarei riuscita a sopportarla! In effetti c’era qualche errore che ho ricorretto (perchè mi accorgo degli errori solo dopo aver postato i capitoli?). Grazie per la recensione!

 

Gioia: Sì, 250 grammi di burro. Io, dolci a parte, li consumo in dieci anni! A Ron mancava solo la scritta Welcome sulla pancia, in effetti (magari un bel “Welcome Hermione…”). Però se l’è cercata lui, ripeto. Ah, questi uomini autolesionisti! Ginny incinta, completamente fuori! Io dopo il sesto non la sopporto! Ed era un bel personaggio! Beh, il parentado ha reagito alla Weasley, a quanto pare. Missione compiuta, cento punti! Grazie, mille baci, ti voglio bene!

 

Marty92: Grazie, Harry è un idiota, questo è un dato di fatto, Hermione bastarda l’ho adattata alla situazione. Io adoro Ron/Hermione! D’accordo, leggerò la tua fanfic. appena  avrò due minuti e ti faccio sapere, grazie!

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Le cose realmente importanti ***


Capitolo Ottavo- Le cose realmente importanti.

 

È buffo.

Ora voi direte, Che cosa è buffo?

Come da copione, una bella domanda corale.

È buffo stare qui, raggomitolati sul divano, con Grattastinchi a riempirci di pelo.

È buffo avere fra le mani una cartolina che proviene dall’altra parte del mondo.

È buffa la calligrafia essenziale e pasticciata di Harry.

È buffo sentirsi dire che sta bene e che si sente, finalmente, a casa.

È buffo come tutto sia cambiato.

Io, la vita, il mondo.

Perché certi avvenimenti ti cambiano, levigano la tua anima, accentuano il tuo essere te stesso.

Ti fanno capire, comprendere, accettare.

OK, non sono ancora arrivato ad accettare Grattastinchi.

E neanche la minestra di legumi.

Ma ho accettato ciò che ho saputo faticosamente conquistare dalla vita. Ho accettato le scelte degli altri.

Ho accettato la libertà del mondo, perché da questa deriva la mia.

E sì, non tutto è come lo s’immagina. Ci costruiamo castelli fatati, palazzi, torri, intere città in sfere di quarzo, colonie di nuvole d’oro a tempestare come stelle il cielo.

Poi la fantasia, il sogno, si sfracella nelle coste della realtà, e dalla polvere, con la fatica dell’esperienza, solo allora siamo capaci di costruire noi stessi.

Perché non possiamo avere tutto quello che desideriamo.

E perché, ciò che desideriamo, talvolta, non è qualcosa realmente importante.

*

In realtà quella sera io ed Hermione non abbiamo parlato molto.

Ci siamo seduti sul divano e lei ha preso a sfiorare con le sue dita fredde la mia mano.

-Sei stato davvero bravo Ron. Ginny è molto felice. Anche tua madre.-

Il suo bacio sapeva di fragole e cannella, come un dolce di primavera. Il suo fiato era fresco sulla mia pelle calda, il suo tocco timido. Come sempre, aspettava di essere guidata.

Mi ha sbottonato la camicia piano, mi ha accarezzato con delicatezza.

Poi si è solamente lasciata prendere fra le braccia, come una bambina, poggiando la sua testa piena di boccoli sulla mia spalla, mentre io la portavo nella nostra camera da letto.

Abbiamo fatto l’amore lentamente, con pazienza, senza bruciarci nel nostro desiderio.

Abbiamo fatto l’amore dolcemente, con l’innocenza di due amanti nella passione, accarezzandoci e baciandoci a lungo, sussurrandoci promesse ed ubriacandoci dei nostri sentimenti.

Perché più forte e pressante della voglia dei corpi c’era quella dell’anima, dirompente, incontrastata, propria.

Abbiamo fatto l’amore, e poi l’abbiamo fatto di nuovo, guardandoci attraverso gli specchi degli occhi, per raccogliere ciò che dell’uno si disperdeva nell’altro, fra il piacere e l’emozione.

Infine ci siamo stretti fra di noi, la sua testa sul mio cuore, cullata dal  mio respiro, le mie braccia a stringere quel corpo piccolo, solido, mio.

E mentre, biascicando parole sconnesse in un sorriso stirato, Hermione cadeva in un sonno profondo, ho sentito da un angolo in fondo al mio cuore dipartire una gioia immensa, una serenità sincera, così forte da portarmi alla commozione.

Hermione, la mia Hermione era tornata.

E non sarebbe andata più via.

Perché io sapevo di essere uno di quegli essere eletti al mondo che vengono completamente ricambiati dall’amore di una persona meravigliosa, di un amore che non avrebbe visto tramonto, che esiste da sempre dentro e fuori da me.

E mai mi sarebbe importato di un'altra donna, mai sul mio corpo avrebbe giaciuto un'altra, più bella, più passionale, più perfetta di Hermione.

Perché c’era solo lei su di me, con me, in me.

E tutto il resto non aveva importanza.

Perché lei era l’alba dei miei giorni ed il crepuscolo delle mie sere.

Perché lei era la mia anima e la mia vita.

Perché lei era il burro del mio pane.

Perché lei ero io.

*

Giuro che questa è l’ultima volta.

LogiuroLogiuroLogiuro!

Provo una sorta di piacere quasi fisico nello spalmare il pane di burro e zac! intingere il cucchiaino di marmellata e versarla copiosa sul pane.

Mhhhh… buono!

-Ron! Ron! Sbrigati, è tardi.-

-Sto…gnafvenenfoHerfMione…-

Ecco, adesso bisogna ingozzarsi e far sparire le prove prima che lei abbia il tempo di attraversare tutta la casa e raggiungere la cucina.

-Ma che fai, mangi, Ron?-

-S…no…!-

-Guarda che lo capisco che hai la bocca piena.-

Ingurgito gli ultimi morsi di pane facendoli andare di traverso. Corro a riempire un bicchiere d’acqua e berlo.

Strada facendo inciampo con quella palla di pelo e lardo.

Alias Grattastinchi.

Impreco mentalmente ed ingurgito l’acqua mentre Hermione fa il suo ingresso in cucina  vestita con la sua sobria eleganza alternativa.

-Che stavi mangiando?-

Alzo le mani con finta innocenza. –Chi, io? Nulla.-

I suoi occhi si stringono sospettosi mentre attraversa la stanza, ondeggiando elegantemente come una gatta. Si appressa, mi passa una mano sul petto in una carenza sensuale.

Poi si solleva afferrandomi dolcemente per il collo, facendomi chinare al suo bacio.

È uno di quei baci che Hermione raramente.

Affamato, vorace, passionale.

Non è che… ci vuole dare una botta prima di andar via?

Ci stacchiamo un po’ ansimanti. Lei ricerca i miei occhi, scrutandomi.

-Era pane e marmellata, Ron.-

Ora ho capito cos’era invece il bacio.

-E burro?-

Alzo le spalle non tentando neanche di discolparmi.

-Avevo fame.-

*

In realtà non è uno scherzo della natura.

Non è una specie di fiocco di neve infuocato.

È un bambino bellissimo.

Adesso, sia chiaro, non lo dico perché è mio nipote.

OK, è sì  mio nipote, ma è pur sempre il figlio di Draco Malfoy.

Questo crea davvero un bel conflitto d’interessi.

Ma il piccolo Lusian è davvero un bambino bellissimo.

Bianco e rosa, con i capelli sottili colore del rame spento, gli occhi acquosi, la boccuccia rossa sempre aperta alla ricerca di qualcosa.

Quando Hermione, dopo uno sguardo con mia sorella, me l’ha ficcato a forza fra le braccia, ho avuto una paura enorme.

Io, Ronald Bilus Weasley, ho avuto paura di un esserino di appena quindici giorni e neanche quattro chili.

Ho avuto paura di fargli del male o di turbarlo. I bambini sono così, come i cani, se si vedono con gente  che  non è tranquilla e sicura iniziano a reagire male. A piangere, urlare, spolmonarsi.

Invece lui è rimasto zitto, fermo, fra le mie braccia.

Mi ha fissato alcuni secondi con circospezione, ha fatto una smorfia strana e poi se ne è stato tranquillo, come se il conto non fosse il suo.

È quasi senza peso questo cosino.

Insomma, Grattastinchi pesa molto di più!

Forse è il pelo.

Mi piacerebbe dirgli tante cose. In effetti ha la faccia intelligente. Va bene, un po’ strafottente, come suo padre, quel naso all’insù mi ricorda quello che tante volte ho sognato di spaccare…

Vorrei insegnargli fin da piccolo ad ascoltare sempre quello che dice lo zio Ron.

Che suo padre è un puro bastardo.

Che sua madre ha spezzato il cuore al mio migliore amico.

Che “Quellocheavreivolutofossesuopadre  adesso se ne sta in Tibet, rasato ed infilato in una tunica dai colori sgargianti a meditare sul perché lui l’ha sempre presa in quel posto.

Vorrei parlargli di Hermione, la mia piccola, dolce, tenera, Hermione, quell’essere talvolta sadico, talvolta crudele, autoritario ed incredibilmente innamorato.

Vorrei raccontargli cos’è l’amore, provare a spiegargli cosa mi prende ogni qual volta alzo gli occhi su di lei, ogni qual volta la sfioro soltanto, con la mani o con la mente. Vorrei potergli descrivere i mille disegni che vedo attraverso il suo sguardo, le parole che sono incapace di pronunciare.

Ma forse non ci riuscirei, e, forse, non sarebbero discorsi adatti ad un bambino.

Ma una cosa gliela devo pur dire.

Così, chinandomi su di lui, sussurro piano al suo faccino grinzoso.

-Ehi, Lusian, non appena cresci io e te mangeremo insieme pane, burro e marmellata.-

Pare che mi abbia ascoltato.  Stringe gli occhi fa una smorfia strana e…

-Merda!-

È davvero figlio di suo padre.

Il marmocchio mi ha rigurgitato addosso.

*

Tre ore.

Il tempo che ci ho impiegato per spiegare a mia madre che, no, non è davvero una buona idea mandare una fotografia del piccolo Lusian in Tibet da far vedere ad Harry.

Tre quarti d’ora. Il tempo che ci ho impiegato per togliermi la puzza di vomito di dosso.

Ed adesso sono qui, sul mio divano, con la mia donna, con il suo gatto.

-Non puoi mettere quel coso peloso a terra?-

Hermione sospira, lo posa sul tappeto.

Gli occhi gialli di Grattastinchi mi scrutano arrabbiati. Io gli faccio una boccaccia.

Lui  si volta e se ne va.

-Sono felice che ti piaccia il piccolo di Ginny.-

-Mi ha vomitato addosso, Hermione. È un Malfoy in tutto e per tutto.-

Lei sorride, si stiracchia.

-I bambini vomitano spesso.-

-Non è una scusa.-

Se mi annuso bene mi sento ancora addosso quell’inconfondibile lezzo di latte fermentato.

-Che fai, sembri un cane!-

-Quando avrò un figlio gl’insegnerò a vomitare addosso a zio Draco!-

Posso sempre insegnare a Grattastinchi a pisciargli sulle scarpe, volendo.

-Già, quando avremo un figlio.-

Ecco. Quello è il tono che mi mette in preallarme. Così come mi spaventa lo sguardo che ha quando tiene in braccio quel bambino, le occhiate trasognate durante i discorsi di Ginny.

Oh, bene, Hermione vuole avere un figlio. Questo lo so da tempo, ma adesso che si è messa in mezzo anche mia sorella, maledizione…

-Siamo ancora giovani…-

Abbiamo ventisei anni, se aspettassimo ancora un po’ non sarebbe male.

Hermione sorride, apertamente, si stringe al mio petto.

-Oh, tanto lo so che prima o poi avremo un figlio.-

Le accarezzo i capelli, le poggio un bacio in fronte.

Brava la mia Hermione, lei sì  che capisce tutto al volo.

Alza il mento, mi guarda, con i suoi occhi ridenti, il suo sorriso gioviale.

-Più o meno fra circa otto mesi.-

Prima di capire a fondo le sue parole ci impiego un po’ di tempo.

Come se ne udissi il suono e non riuscissi ad elaborarlo.

-…stai dicendo…?-

Il suo sorriso si apre ancora di più, mentre atteggia con il capo un’affermazione sul mio petto.

Non pensavo che il momento del trauma potesse essere così breve.

Perché in fondo, a spezzare tutto lo sconvolgimento che ha recato quest’affermazione, un’enorme gioia mi dilaga in il petto.

Che non so e non posso raccontare, descrivervi.

Ed infine c’è solo questo.

Un bacio, dal sapore nuovo.

E l’immensa dirompente voglia di pane, burro e marmellata.

 

…. Pane, Burro e Marmellata…

 

*******************************************************

 

Adesso è finita sul serio. Quest’ultimo capitolo è molto diverso dai precedenti, meno ironico e divertente, più sentimentale, forse troppo, più intenso. Perdonatemi, non ne ho potuto fare a meno.

Questo capitolo, commenterebbe qualcuno è molto da Chiara e poco da Thilwen.

Questa fanfiction nata per gioco, per scherzo, per puro divertimento, è piaciuta ed ha raggiunto risultati che non avrei mai immaginato.

Ringrazio tutti i lettori ed i recensori, tutti coloro che hanno riso, si sono arrabbiati, hanno semplicemente letto questa fanfiction per l’affetto ed il calore mostrato. Vi sono davvero grata.

Tornerò, forse, ma non un futuro non proprio prossimo,  a scrivere commedie, ma per il momento ho altri lavori, che di comico hanno ben poco. Ma Thilwen è anche, e soprattutto, questo.

Un’ultima nota: la maternità della battuta sul coma etilico del capitolo quarto la si deve a mise_keith, ed ai nostri dialoghi molto comprensibili a terzi. Mi ero scordate che era già stata utilizzata da ella nella stupenda Ron/Hermione “Mi fido di Te” (cosa? C’è qualcuno che non l’ha letta? Correte subito, è stupenda, non ve ne pentirete! Parola di Thilwen!). Chiedo scusa, in generale, perché se le indirizzassi direttamente queste scuse mi picchierebbe.

 

Grazie a tutti. Adesso le risposte alle recensioni, (che non ho riletto, perdonate qualunque abominio vi abbia messo in mezzo!)

 

 

Judeau:  Spero davvero che questo capitolo sia stato, proprio come hai detto tu, la ciliegina sulla torta. Mi sono divertita da morire a scrivere le parti in cui appare Draco (che mette nell’ombra tutti gli altri personaggi!). Harry finalmente ha trovato la sua strada e cercherà di trovare un po’ di sana tranquillità… felice che la scelta sia stata apprezzata! Alla fine nel compito di matematica ho strappato un sei… che cavolo, mi rovinerò gli esami di stato! Grazie per la recensione ed i complimenti!

 

Lollo: Sì, Harry che va in Tibet, così si toglie per un po’ dai piedi! Ma sono stata buona, insomma non soffrirà nel vedere l’allegra vita coniugale di Draco e Ginny. Anche a me un po’ dispiace averla finita! Grazie per tutte le recensioni!

 

Marty92: Beh, basta immaginarsi l’espressione da trance mistica di Radcliff, mettergli su una tunica arancio, rasarlo… perfetto! Harry monaco Tibetano! In effetti una delle cose che mi dà incredibilmente sui nervi nei libri è che tutti sembrano preoccuparsi di Harry, mentre ci sono tanti altri personaggi che soffrono e sono messi peggio dei quali non si preoccupa nessuno…. Grazie mille.

 

Melchan: Sì, Harry in Tibet! Hai finito il sesto libro? Credo che ci siano scene dove gli potrebbe anche donare! Se la Bowling leggesse questa mia fanfic. mi ucciderebbe quanto meno! – Crucio, Crucio, Crucio!-  Nell’enfasi Molly ha abbracciato anche lui, accogliendolo come un figlio! D’altronde è il padre di suo nipote, no? Vistop che c’è il baby Malfoy? Speranza esaudita! Un bacio, a presto! Grazie!

 

Gigia990: Un’altra convertita (o quasi) alle Draco/Ginny? In effetti ho scritto diverse storie su loro due, forse potrebbero farteli piacere (o odiare!) ancor di più!  Grazie per i complimenti, sono felice che la mia storia ti sia piaciuta!

 

Keyra: beh, così sei riuscita a tenere a freno la curiosità! Hermione in questa fanfiction un po’ mi somiglia, anche se io non sarei riuscita a tenermi lontana dal mio uomo per così tanto tempo, ho un cuore di burro! (ed in amore sono anche un po’ zerbino, alla Ron per intenderci!). Ginny… sì, una dannata ribelle che finirà per fare la madre di tanti piccoli Malfoy. Darco è sempre lui, ma è stato cambiato da Ginny, dai sentimenti, dalla vita… Con Harry mi sono divertita. L’ho maltratto, sfottuto, odiato liberamente! Ron è Ron: stupidino, ma pronto a dare sé stesso per la sua donna. Capace di dare tanto, tantissimo amore. Grazie.

 

Call: Sì, con i capelli rasati Potter potrebbe anche stare meglio! La scena con Molly l’ho fatta più breve possibile, insomma, avrebbe anche potuto annoiare. Finalmente Ron ed Hermione! Grazie mille!

 

Charlotte Doyle: Non me la sentivo di descrivere la tortura subita da Draco da parte di Molly. Questa donna mi dà immensamente sui nervi. È appiccicosa come la colla e… lasciamo stare. Sì, in quella frase mancava proprio “me”. Ma come faccio a non accorgermene nonostante li leggo e rileggo? Dovrei stamparli su carta, il mio astigmatismo e la mia miopia sono peggiorati, temo!

Sì, anche i Weasley sono chiara, ma credo sia un tipo di carnagione completamente diversa da quella dei Malfoy. Un Weasley color platino stonerebbe un po’, così come un Malfoy dai capelli rosso fuoco… poi, in effetti, non so. Grazie mille per aver seguito e recensito questa fanfiction!

 

Ile Grint: Sì, ovviamente Harry è partito insieme a sua moglie e la sua concubina, non poteva fare altrimenti. Così, forse, con entrambe le mani riuscirà a trovare il suo equilibrio! Speriamo che Ron impari a tenere chiusa quella sua boccaccia, altrimenti… Doveva finire così, no? W la Good Ship! Grazie!

Ethel:  Grazie! Cosa si può chiedere di più se non sentirsi dire di scrivere bene divertire! Davvero ho interpretato bene il ruolo di Ron? Talvolta ho temuto di averlo troppo riscritto su di alcune cose che richiamavano alla mente la mia quotidianità… ma a quanto pare io ho qualcosa a che fare con l’universo della Rowling! Harry in Tibet è piaciuto a tutti per fortuna! Beh, dovessero farti internare credo che io ti raggiungerò fra non molto, visto che leggendo talvolta, piango, rido ed urlo contro lo schermo! Grazie Mille!

 

Saphira 89: Temo che per qualche motivo, probabilmente un errore del computer o altro, la tua scorsa recensione è venuta a metà. A quanto ho capito, però, ti stavi divertendo, comunque Grazie mille per la recensione!

 

Dark Yuna: Sì, anche se mi ammanto di cattiveria e crudeltà, anche se compio sadiche vendette contro chi mi sta antipatico, anche se mostro indifferenza e bastardaggine… in fondo sono una grande sentimentalista che crede (e spera!) nei lieto fine, dove tutti stanno bene ed il miele stilla dagli alveari… la conclusione di questa fanfiction lo dimostra. Sono irrecuperabile! Grazie per la recensione!

 

Ellie, Sì, le cose fra Roned Hermione si sono ovviamente risistemate, e così la fanfiction si è conclusa. Far continuare le pene di Ron sarebbe stato divertente ma… ingiusto! Grattastichi è il protagonista morale della fanfiction: insomma, comanda lui no? Anche io dico sempre “Povero Ron” e mai “Povero Harry”. Basta già tutto il mondo, no? Credo che si troverà bene per un po’ in Tibet, anche se potrebbe tornare! Draco è dolce a modo suo. Di una dolcezza amara e velata. Draco è Draco. Grazie mille!

 

Ryta Holmes:  Wow, grazie mille. Devo dire chè è la prima volta in vita mia che sono “lineare”, di solito le mie frasi, per quanto brevi, sono cariche di significati nascosti, sull’onda poetica e molto complesse. Ma per una commedia e, soprattutto, per il personaggio di Ron, servivano dei pensieri più semplici e diretti. Sì, è proprio la mia prima commedia, anche se, adesso, credo che, prima o poi (ma penso poi) ne scriverò qualcun’altra. Mi sono divertita troppo! Ed a quanto pare, sono riuscita anche a fare divertire, che è una dote che non ho mai pensato di possedere.  Grazie infinite! per la recensione!

 

Ciungo: Sì, sì, meglio in Tibet, così finisce di ficcare il naso dove non deve e… starà meglio, credimi. Quando sarà meno “Harry Potter”, forse potrebbe anche tornare. Ma la commedia è finita qui… Grazie mille per la recensione!

 

Suzako:  visto che c’è sempre qualcosa di buono nel maltrattare Potter? E poi, per quanto riguarda i maltrattamenti, è un ottimo soggetto; anche la Rowling si è allenata molto con lui! Sì è visto il marmocchi Malfoy che, no, ovviamente non è orrendo. Credo che Ron lo vedesse orribile sono perché gli sembrava indicibile l’idea di un figlio fra Draco e sua sorella! Grazie!

 

Kamomilla: Oh, povero Ernesto, mi auguro che adesso si sia ripreso! So quanto è brutta quando il computer va out: dovesse succedere al mio riprenderei a mangiarmi le unghie dalla rabbia! Wow, mi sento onorata ad essere stata fra le prime cose controllate, grazie mille! Harry in Tibet, rasato a gambe incrociate a meditare (o farsi seghe mentali?). Draco e Ginny stanno davvero bene insieme, sono compatibilmente bastardi allo stesso modo.  Ron è follemente e dolcemente innamorato! Grazie mille!

 

Gioia: Cattiva come il lupo di Cappuccetto Rosso? Cavoli, mi piace immensamente l’idea! Dai, non sono stata così sadica, magari Harry in Tiobet sta meglio…. Così almeno non deve subirsi Draco e Ginny insieme ed il piccolo Malfoy… gli avrebbe fatto male, no? Però hai ragione tu, sono cattiva. Mostruosamente cattiva. O almeno, lo sono con Potter! Grazie mille, un bacio! Ti voglio bene, anche se  sono cattiva!

 

Sylvy: Oh, ben venuta nel Club “Noi odiamo Harry Potter”, in omaggio una spilla Serpeverde ed una maglietta degli shipperHarry-mano destra”! Ihihih, no davvero, non se ne può più dei piagnistei e delle manie d’eroismo del povero marmocchio che è sopravvissuto! Ti è piaciuto, allora il finale? Molto Ron/Hermione, direi! Grazie.

 

Varekai: Harry continuerà a farsela a mano, ma lungi da noi! Sono felice che più che farti pena ti abbia divertita! Grazie per la recensione!

 

MandyJJ: Dicono che il cambio di look stia bene ad Harry,  forse si riesce a migliore questo dannato ragazzo! Grazie mille!

 

Mise_keith: Tesoro, non fa nulla se non hai potuto recensire prima, no? Vodka al melone e marmellata di papaia va più che bene! Guarda che Potter ha fatto un enorme sforzo per leggere UN libro, che credi?  “Vodka al melone e sigari cubani”? Verrebbe su una NC17… e non è proprio un male! La scena fra Ron ed Hermione… a me piace molto quella di questo capitolo, la trovo molto dolce, intima e… un po’ poetica. Ma molto Ron/Hermione. Privata.  Grazie mille per la tua recensione tesoro. Ti Voglio infinitamente Bene.

 

Nunki: Sì, la filosofia di vita buddista è straordinaria e non credo che Potterino ne sarà all’altezza, ma il Crucio seguito dall’Avada mi sembrava troppo cattivo anche per me… o almeno, per una commedia! Diciamo che è stato quasi interamente dedicato a Ron ed Hermione, ma spero ti sia piaciuto comunque.  Grazie per la recensione.

 

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