Pane, Burro e Marmellata
Disclaimer: I diritti del bambino-che-è-sopravvissuto,
alias Harry Potter, mera
comparsa in questa fanfiction, e, soprattutto di
tutto il resto dei personaggi della saga, appartengono a JKRowling
ed ad un elenco di gente. Ripeto che nulla di tutto questo mi appartiene, io
non violo alcun copyright, non scrivo a scopo lucro,
il mio è solo un modo per tenere impegnata la mia mente altrimenti pericolosa.
Un’opera di bene, tutto qui.
Titolo: Pane, Burro e Marmellata.
Autore: Thilwen.
Beta-Reader: mise_keith.
POV: Ron’s, POV.
Paring: Ron/Hermione, Sorpresa.
Capitoli: Otto.
Note:
Ecco, adesso voi direte: Thilwen ha battuto la testa, forte, ma molto
forte, ed ha deciso di cambiare genere. No, in effetti
non è andata così e no!, assolutamente non è stata l’atmosfera natalizia ad
addolcirmi, quindi è inutile che provate a chiedervi perché mi sia data alla
commedia. Gente, avevo provato tutto, ma scrivere una commedia di ben trenta e
rotte pagine, no, questo mi mancava.
L’idea principale, in realtà, era proprio
quella di una commedia; il risultato finale è un lavoro ironico ed autoironico, spesso ricco di sarcasmo e battute a doppio
senso. Il rating è PG13, ma sono presenti in questo
lavoro espressioni colorite ed anche qualche parolaccia.
Che dire quindi se non: leggete, se
vi garba, e recensite (un appello; per
favore, potreste non utilizzare il linguaggio SMS nelle recensioni? Va bene
qualche abbreviazione, ma non esagerate, abbiate
pietà, io ne sono insofferente!)
Dediche:
A Chiara (mise_keith), perché in una fredda serata di dicembre ha
ascoltato la lettura di questo lavoro ed ha, con mia grande
gioia, riso.
A Rosario, perchè da
anni mi chiedeva insistentemente di scrivere qualcosa di allegro
ed è rimasto a bocca aperta quando, d’improvviso gli ho detto: “Sai, ho scritto
una commedia!”
Ad Elisabetta, perché
la diverte quando scrivo questo genere di cose.
A tutti coloro che leggeranno questo lavoro, qualunque impressione
faccia loro.
Avvertenze:
Questa fanfiction potrà sembrarvi la trascrizione di una lunga
sega mentale. Forse potrebbe non essere solo vostra impressione.
Per chi non conoscesse
l’autrice, sappiate che Thilwen è nota per essere bastarda dentro e tende a trattare
maluccio i protagonisti delle sue storie.
A tutti i fan di Harry Potter (quale personaggio) è seriamente sconsigliata la lettura di questa fanfiction; potrebbe turbarvi o potrebbe portarvi a voler
uccidere l’autrice nel modo più doloroso che conoscete.
Questo lavoro, benché resti comico, presenta talvolta attacchi di sentimentalismo
acuto; è l’autrice che ha grandi carenze affettive e vuole farvi partecipi.
Ogni riferimento a Cremonini è puramente casuale.
Ogni
riferimenti a persone, fatti o
cose potrebbe, invece, essere causale.
Pane, Burro e Marmellata
Di Thilwen
Capitolo Primo – Il
Burro, fra Pane e Marmellata.
Io non credo affatto sia un
sacrilegio.
È solo ed unicamente questione di gusti.
Ora, ditemi voi, si può sapere che cosa c’è di male nel
mettere un sottile strato di burro fra il pane e la marmellata?
No, no, no. Niente dottori,
dietologi, modelle, salutisti, eccetera qui. Non venite a sproloquiarmi di grassi saturi, proteine, ciccia e vita sedentaria.
Grazie.
Io non ci vedo nulla di male. È solo ed unicamente questione
di gusti.
Ma lei, -oh, sì, lei,- con quella sua vocetta acuta,
lo sguardo severo, le labbra strette in un morsa sillaba:
-Merlino, Ron! Ma perché devi
rovinare il buon sapore della marmellata? Che motivo hai
d’aggiungervi il burro!-
E, si sa. Se
Hermione Granger è convinta di una cosa… che gli dei,
la Dea, il dio,
il nulla eterno, ci proteggano.
Niente pane, burro e marmellata, quindi. Bisogna mangiarli
di nascosto, quand’è troppo impegnata dietro ai suoi libri per curarsi di ciò
che faccio.
Anche adesso, prendendo il burro
dal frigo, ho l’istinto di gettare un’occhiata in soggiorno, per vedere se lei
è distratta.
Mi do mentalmente dell’idiota.
Ron Weasley, il salone è vuoto e
silenzioso.
Attraverso la cucina scalzo, imprecando senza un vero motivo.
Perché, non vi è mai capitato di
farlo?
Di dire la peggiore mala parola che vi passasse per la testa
senza che vi fosse capitato nulla?
Così, per il piacere di riempirsi la bocca di volgarità?
Naa, non ci credo.
Raggiungo lo sgabello, apro il barattolo di marmellata,
v’intingo il cucchiaino.
Non resisto dal portarmelo in bocca e rificcarcelo dentro.
Hermione avrebbe detto: -Ron! Così ammuffisce!-
Io scommetto che era solo una fissa femminile sull’igiene.
Spalmo il pane di burro, poi di marmellata.
Infine lo mangio, rialzandomi e disseminando molliche per
casa.
*
In effetti, in realtà, abbiamo litigato.
No, non
per la storia del burro.
D’accordo, lo so che siamo tendenzialmente stupidi quando si parla di noi ( e con noi intendo me e lei
assieme),
ma non fino al punto di litigare per il burro e la marmellata.
Che poi l’importante stava nel non dare
nell’occhio.
No, abbiamo litigato per un altro motivo. Serio.
Serio… beh, dipende.
Lei l’ha preso per serio. Io, io non l’ho preso proprio.
Sì, avanti, ditelo: Ron
Weasley, il solito idiota.
Adesso, ditemi voi, mettetevi nei miei panni.
Facciamo finta che siete maschi.
OK, se lo siete veramente non c’è
bisogno che facciate finta.
Immaginate di avere una ragazza. Una bella ragazza.
Va bene, bella per voi.
Questa ragazza, che ha la fortuna di essere
molto, molto, molto, molto, più intelligente di voi, condivide la vostra vita
da quando avevate undici anni.
Il vostro letto da quando ne avevate
diciotto.
Il vostro bagno da quando ne avevate
venti.
Ecco, già la sento:
-Non potevi dire la tua casa, Ron? No, il tuo bagno! Sei
sempre il solito volgare!-
Questo perché lei è femmina.
Quelli che non fanno finta di essere
maschi mi capiranno.
Sapete che vuol dire dividere il bagno con una femmina?
Giornata tipo.
Vi alzate ancora con gli occhi chiusi e l’alito da stendere
una schiera di Mangiamorte.
Cercate, rigorosamente a tentoni,
la porta del bagno, perché l’unico vero motivo che vi ha portato ad abbandonare
il letto è stato un desiderio quasi carnale di svuotare la vescica.
La trovate, anzi, ci sbattete
contro.
Girate a vuoto la maniglia.
Ovviamente è occupato.
Ovviamente c’è lei.
Quando esce, tre quarti d’ora dopo
circa, vi ritrova nell’atto di violentare una bottiglia di plastica.
La verità è che state tentando di farla lì, ma non siete riuscito a farlo passare.
Finalmente, dopo mille peripezie, potete fare liberamente
pipì.
Decidete di farvi la doccia.
Adesso, io non riesco a capire perché sulla mia mensola
all’interno della doccia ci siano circa, quindici, sedici, bottigliette.
Ora, per azzeccare il bagnoschiuma dovrei leggere tutte le
etichette.
Visto e considerato che non ho tutto questo tempo a mia
disposizione, di solito ne prendo una caso.
Quando mi va bene mi lavo con un
semplice balsamo per capelli.
Se non è proprio la giornata sì,
finisco con un detergente intimo.
Una volta mi sono lavato con l’antipulci
del gatto.
Alla fine, accecati e bagnati, con un asciugamano legato in
vita, vi ritrovate a guardarvi allo specchio appannato dal vapore, con
un’espressione stordita e costernata.
Cercate la schiuma da barba e la ritrovate in una miriade
d’assorbenti (che poi, vi giuro, io ne ho visti di tutti i tipi. Di ogni dimensione. Di ogni
spessore. Ne ho visti anche con le ali.
Mah….), semplicemente perché non avete mai avuto la pazienza di trovare un
posto tutto per essa, prendete la lametta, siete
nell’atto di passarvela sul volto quando, guardandovi allo specchio, vi
accorgete che quella che tenete in mano è di un’inquietante rosa acceso.
No, mi sono più volte detto, no, Ron. Questa è quella con la
quale Hermione si depila le ascelle.
E forse non solo.
Sospirate, la riposate, cercate la vostra.
Sarà stato l’antipulci.
Infine vi lavate i denti, prendendo uno spazzolino a caso
perché non vi ricordate mai di che colore è il vostro.
Quando uscite dal bagno vi sembra
di aver combattuto una battaglia.
Quindi, per favore, non mi si dica
che dividere il bagno è cosa da nulla.
Ma tornando al nostro discorso.
Allora, immaginate di divedere la vita con una donna da
quando credevate che l’unica differenza fra maschi e femmine fosse
nel fare la pipì.
Immaginate che una sera litigate con questa donna.
Che le diciate cose più o meno
pesanti.
Più o meno cattive.
Più o meno vere.
Più o meno.
Immaginate un velo di lacrime sui suoi occhi. Il suo forzo per non farvelo vedere.
Immaginate che se ne vada via e vi lasci in cucina,
portandosi dappresso anche il gatto.
Quello dell’antipulci.
Immaginate che non la sentiate più, che non la vediate più.
Immaginate d’impazzire.
Sì, Ron sarà pure il solito idiota, Ron avrà nuovamente
detto una mezz(o milione)a parola in più,
Ron l’avrà pure fatta piangere, ma Ron non potrà mai darsi
spiegazione per questo.
Anche se è una cosa seria.
*
Ci ho impiegato quindici anni, ma finalmente l’ho capito.
Harry Potter
è totalmente stupido.
Quando il vecchio Colui-che-non-deve-essere-nominato, Tu-Sai-Chi
per gli amici, gli lanciò il fatidico Avada Kedavra da bambino, oltre a lasciargli la cicatrice a forma
di saetta deve avergli distrutto parecchi neuroni.
-Insomma, Ron, puoi anche prenderla dal verso positivo, no?-
Beve la sua burrobirra. Qualcosa
di più forte potrebbe anche andargli al cervello.
O quella pappa informe che ha sede
nella sua scatola cranica.
-Scusa?- gli chiedo, stringendo lo sguardo.
-Beh,- esordisce lui –Potrebbe
essere la scusa per fare qualcosa di … diverso…-
Lo guardo a bocca aperta. - Diverso?-
Harry Potter
è diventato gay?
-Nuove avventure, nuove storie… andiamo,
un po’ ti sarai stancato ad avere solo Hermione, no?-
No, non è diventato gay. Si è
trasformato nel ragazzo cool
e trendy
che nega fino a morire di farsela da solo tutte le
sere.
-Harry, stai scherzando vero?-
Dallo sguardo spaesato che mi lancia direi di no.
Mi sa che da quando Ginny… no, non voglio parlare di lei.
No, non per il momento.
Insomma, OK, io sono suo amico.
Ma anche Hermione è sua amica. Che razza di consigli mi dà!
E poi, è come se ruotasse tutto
intorno al sesso. OK, è anche vero, ma se tu sei innamorato di una
persona, che fai, metti il cuore in una busta di plastica e lo spedisci in
Corea, così puoi essere felice quando stai con più donne possibili?
Che me ne frega! Che
me ne frega delle altre, delle avventure, di tutte le zoccole
che battono Nocturn Alley
fino alle sei del mattino!
Io voglio Hermione.
Solo Hermione.
Io amo Hermione. Da più tempo di quanto
ne sono consapevole.
Da più tempo di quanto potessi permettermi d’amarla.
-Harry, io amo Hermione.-
Lui scuote il capo, alza le spalle.
–Anche Hermione ti ama.-
Datemi dello stupido per quello che sto dicendo.
Allora, il problema, dov’è?
*
L’amore è un sentimento strano. È una specie di scossa dolorosa
che ti fa sentire vivo quando vorresti morire.
Quando t’innamori di una persona, non è che te ne accorgi subito.
Possono passare mesi, anni.
Perché l’amore non sempre ti travolge.
Talvolta ti raggiunge lento, ti sta in agguato alle
spalle e… patatrac! Ti si fionda sulla schiena
avvinghiandoti per il collo.
Spesso l’amore c’è, si manifesta, ma tu non capisci che è
amore.
Pensi sia…amicizia.
..affetto…
….desiderio fisico….
….boh…
Io non so quando mi sono accorto
d’amare Hermione. Molto tempo dopo, però, rispetto a tutto il resto della gente
che mi circondava.
-Hermione?- mi dicevo mentre un
tonfo si depositava in fondo all’anima insieme al suo nome. –forse, forse mi
piace…-
È dolce prendere in giro se stessi, no?
Ero geloso, geloso fradicio ed
incapace di arginare questa gelosia.
Questo sentimento scomodo si manifestò così, in quel maledetto
quarto anno, quando qualcuno si è avvicinato a lei.
Ma no, Hermione era mia! Nessuno le si poteva avvicinare!
Era mia…amica.
Oh, sì, amica.
Le… le volevo bene.
Tanto.
E basta così.
Tre anni dopo, una mattina sonnacchiosa di luglio mi fermai ad osservarla, senza essere visto, in un’espressione serena
con un mezzo sorriso dipinto in faccia.
-Ma io sono innamorato di lei!-
Bravo, Ron,
avrebbe detto Fred se m’avesse sentito, cento punti. Adesso, scegli il peluche che più ti piace.
*
In effetti c’è una cosa positiva in
tutto questo.
A parte che non devo più tentare di farmi un
bottiglia per non fare scoppiare la vescica.
A parte che ho buttato l’antipulci
perché il gatto ce l’ha lei.
Posso mangiare liberamente il pane con il burro e la
marmellata, gironzolando in mutande per casa.
Prendo un panino, lo sventro con il
mio bel coltello.
Mi dirigo al frigo, lo apro, tiro
fuori il burro, poi la marmellata.
Lo spalmo generosamente sul pane. Infine apro la marmellata
e faccio per intingere il cucchiaino.
Mi blocco a metà.
Una sottile patina verde ne ricopre una parte.
Muffa.
E nel silenzio della casa non posso
fare a meno di urlare con rabbia:
-Che seccatura,
Hermione! Ma perché devi sempre avere ragione tu!-