Quello che fa l'assenza.

di _pat__xD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo. ***
Capitolo 3: *** Secondo Capitolo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


 

Quello che fa l'assenza.

Prologo.

Musica, cibo, bibite e tanto divertimento. Sono davvero orgogliosa di me. Lancio un occhiata a Rosie, la quale, stretta in un abito verde dal motivo floreale, danza felicemente con il suo ragazzo, un certo Scot Orwel. Faccio vagare lo sguardo alla ricerca delle mie altre ex socie e trovo Kennie, occupata in una discussione amichevole con Ryan Scott. Poco lontano da loro si trova Fliss, impegnata a parlare amorevolmente con Marco, un ex M+M. Scuoto la testa, divertita, vedendo Linz litigare con il suo gemello, Micheal. "Ehi Frankie." sento una voce maschile provenire dalle mie spalle. Mi volto e incontro due occhi conosciuti, appartenenti ad un vecchio odio. Matthew, capo degli M+M, gruppo creato per rovinare la vita al mio Sleepover Club, è ora qui, in piedi di fronte a me. Un braccio porso in avanti e un sorriso rassicurante. "Ti va di ballare?" mi chiede come se nulla fosse, come se stesse parlando del tempo...come se non fosse mai successo nulla in tutti quegli anni. Sorrido, stupendo me per prima, e accetto la sua mano, lasciandomi condurre al centro della pista. Strano, vero? Beh, non è né la prima e né sarà l'ultima stranezza in questo periodo. Lo so che non capite nulla, nemmeno io ci avrei capito qualcosa mi fossi trovata al vostro posto.


Il piccolo angolo dell'autrice isterica.
Eccomi qua. Dopo un bel po' che non rompevo le scatole con le mie storie...sono tornata. Certo, cimentandomi in altro, ma sono comunque tornata. Spero vivamente che qualcuno abbia abbastanza coraggio da leggere almeno il prologo...e che magari lasci anche un commento. Saluti, Pat.

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Capitolo 2
*** Primo Capitolo. ***


Quello che fa l'assenza. 

Primo Capitolo.

Stavo seduta sui sedili posteriori dell'auto, vicino alla mia sorellina, Amelia Caterine, chiamata semplicemente Amy, e guardavo il mare attraverso il finestrino. La macchina si fermò dopo un po' e mio padre venne ad aprirmi lo sportello. Sorrisi e scesi piano, respirando a fondo l'aria di quella città che tanto mi era mancata. "Eccomi Crescent Bay, sono tornata." sussurrai, alzando la testa e guardando il cielo. "Tesoro!" la voce di mia madre mi distrasse dai miei pensieri. Mi voltai, facendo ondeggiare i capelli, mantenendomi il cappellino leggero di paglia che avevo in testa. La vidi appoggiata alla porta di casa, mano nella mano con la mia bellissima sorellina di quattro anni. "Che fai, non entri?" mi domandò, sorridendo. Sapevo benissimo che questo posto era mancato a lei quanto a me, se non di più. "Vorrei fare due passi prima." Lei annuì comprensiva, poi entrò in casa assieme ad Amy. Inforcai gli occhiali da sole e li indossai. Uscii velocemente il mio specchietto preferito e mi osservai. Non ero bellissima, ma per me andavo benissimo. Mi piacevo così come ero, difetti inclusi. Misi lo specchietto al suo posto, poi iniziai a camminare. La gente era diversa, ma i posti erano gli stessi di quattro anni prima. Arrivata al chiosco mi travolse un senso di nostalgia e commozione. Era lì che le Sleepover si riunivano ed era sempre lì che erano successe tantissime cose, una più importante dell'altra. Mi sedetti ad un tavolino e tolsi gli occhiali, appoggiai il mento sul palmo della mano destra e guardai il mare in lontananza. "Frankie?" sentii una voce maschile chiamarmi stupita. "Mh?" mormorai, voltando la faccia verso la fonte di distrazione dai miei pensieri. Sorrisi ampiamente vedendo che avevo di fronte. "Signor S.!" esclamai, alzandomi. Mi abbracciò forte, come avrebbe fatto un padre. Ricambiai quasi subito, poggiando il mento sulla sua spalla. Appena ci staccammo si sedette ed io lo imitai. "Come mai qui?" mi domandò. "Mio padre è stato trasferito...e così, eccomi di nuovo qui, elettrizzante ed amichevole come sempre." spiegai con un sorriso. "Io avrei detto cinica ed irritante." una voce rovinò il momento che si era creato, facendomi voltare con un cipiglio nervoso. Immaginavo chi fosse, ma vederlo lì, quattro anni dopo, di fronte a me abbracciato alla sua tavola da surf, mi faceva uno strano effetto. "Matthew." constatai, arricciando poi le labbra in una smorfia di disprezzo. Lui alzò di poco gli angoli della bocca, in una sorta di sorriso inconsapevole. Prima ancora che potesse dire qualcosa, un gruppo di ragazze urlanti lo chiamò. Il ragazzo sospirò teatralmente e mi diede una pacca sulla spalla, che di amichevole, per chi lo conosceva come me, non aveva nulla, e disse: "Scusa Frankie, ma non voglio fare aspettare le mie ragazze." Detto questo si allontanò, lasciandomi con un sopracciglio alzato e un epiteto poco carino che mi invadeva la bocca, ma che trattenni. Mi voltai nuovamente verso il signor S, che aveva assistito alla scena con uno strano sorriso. "In quattro anni quante cose sono cambiate?" domandai, ancora shoccata per il fatto che Matthew fosse accerchiato da ragazze. Il mio interlocutore rise e si strinse nelle spalle. "Tante Frankie, forse troppe. Ma lo vedrai con i tuoi stessi occhi." rispose leggermente divertito, mentre si alzava. "Allora, cosa ti porto?" domandò, facendomi sorridere. "Un frullato ai lamponi, grazie." dissi, per poi tornare ad ammirare il mare. Non vedevo l'ora di poter incontrare anche le altre. Con Kenny ero rimasta in contatto, ci sentivamo ogni giorno, ma lei evitava puntualmente di parlarmi delle altre ed io non insistevo più di tanto. Sapevo solo che, con la mia partenza, le SOCS si erano sciolte. Dopo poco arrivò il signor S con il mio frullato e, dopo aver pagato, iniziai a sorseggiarlo lentamente. Se Matthew è diventato una specie di Casanova dei poveri, dovrei aspettarmi di tutto. Pensai ovvia. "Frankie!!" riuscii solo a sentire una voce squillante e troppo familiare urlare il mio nome, ma non potei fare nulla per quello che successe dopo. Un uragano mi travolse, facendomi così cadere a terra con lei sopra; anche il bicchiere cadde, rovesciando così gli ultimi sorsi che avrei dovuto dare al frullato. Ma a me stava bene così. Sapete perché? Perché il mio uragano aveva un nome ed era "Kenny, ti prego mollami, non respiro." mi lamentai ridendo. Finalmente la ragazza si alzò e fece fare lo stesso anche a me. "Mi sei mancata così tanto." sussurrò con le lacrime agli occhi. L'abbracciai stretta. "Anche tu Kenny, mi sei mancata tantissimo." sussurrai in rimando. "Non te ne andrai più, vero?" mi chiese appena ci staccammo. Sorrisi e scossi la testa, ritrovandomela addosso per l'ennesima volta. Dopo una decina di minuti ci trovammo di fronte a casa mia. La mia nuova casa. "Vuoi entrare? Sai, sarebbe la prima volta che ci metto piede e non vorrei svenire sul pavimento di casa." scherzai, anche se ero davvero molto agitata. Lei mi sorrise ed annuì, così uscii le chiavi ed aprii la porta. "Eccoci qui.." sospirai ammirata. Il momento di adulazione alla casa fu breve, perché subito dopo mi vidi correre incontro la mia sorellina. "Funkie!" urlò ridendo. Non aveva problemi di pronuncia, solo che mi ha sempre chiamata così e ci eravamo affezionati un po' tutti a quel dolce soprannome. La presi in braccio e le baciai la testa. "Kenny, lei è Amelia, mia sorella." La piccola in braccio a me salutò timidamente con la mano, mentre l'altra era chiusa attorno ad una mia ciocca di capelli. "Amy, dove stanno mamma e papà?" chiesi, guardando negli occhi la mia bambina. Lei sorrise, mostrando la sua finestrella formata dai due denti d'avanti mancanti. "Mami sta facendo la spesa, mentre papi è andato a salutare dei vecchi amici." rispose. "Cosa che dovresti fare anche tu, Frankie." disse la mia migliore amica. Feci scendere mia sorella. "Amy, vuoi venire con noi?" chiesi dolcemente. Lei annuì con vigore. "Si, ma prima ti cambi." affermò Kenny spingendomi verso le scale. Salimmo in camera e quasi mi commossi. Era bellissima, molto simile a quella che avevo prima. Troppo presa dal guardarmi attorno non mi resi conto che Kenny aveva in mano una foto. Mi guardò con un sorrisetto malizioso. "E questa cosa ci fa qui?" mi domandò divertita. Le strappai dalle mani la cornice argentata con qualche cuore con dei brillantini bianchi. All'interno di essa si trovava la foto che aveva fatto il padre di Rosie alla gara di ballo, ovvero io e Matthew che ballavamo. "Deve essere uno scherzo di mia madre." borbottai, arrossendo lievemente. Era una bugia, lo avevano capito persino i muri. La cornice me l'aveva regalata Natasha, una ragazza che era diventata mia amica in Australia. La foto...beh, la foto ce l'avevo messa io. Mi piaceva come risultava l'insieme...e poi, in fondo, mi mancavano persino gli M+M. La mia migliore amica scoppiò a ridere. "Sbrigati, dai. Rimarrai stupita da quanto sia cambiato qui senza di te." mi disse. Mi chiusi in bagno e mi lavai velocemente, per poi uscire infagottata in un asciugamano. Kenny stava seduta sul mio letto e parlava al cellulare, con chi non lo so. Infilai l'intimo e mi addentrai negli oscuri misteri delle valige ancora da disfare. Alla fine optai per dei jeans chiari e sfilacciati, una maglietta bianca mono spalla e un fermaglio per i capelli bianco a forma di fiore con qualche piuma. Indossai le ballerine, anche esse bianche, poi un il mio orologio d'oro bianco. "Pronta!" esclamai. La mia amica sorrise e mi prese per un braccio. Seduta sulla poltroncina si trovava Amy. Indossava un grazioso vestitino giallo a fiori e un fermaglio arancione tra i capelli castani. Si alzò non appena ci vide. La presi per mano ed uscimmo. Chiusi casa a chiave e ci incamminammo. "Dove ci porti?" domandai alla mia amica sportiva, che guardò l'ora. "Al liceo artistico. E' qui vicino e a quest'ora i ragazzi stanno per uscire." rispose con un sorriso misterioso. "Cosa mi nascondi?" chiesi con un lieve sorriso, ma ricevetti un'alzata di spalle. Parlando del più e del meno arrivammo finalmente ai cancelli del liceo. Avevo preso in braccio mia sorella nel frattempo, la quale non sopportava l'idea di camminare tanto. "Ehi Kenny!" sentii un ragazzo chiamare la mia amica, che sorrise e fece cenno di avvicinarsi. Io davo le spalle e non potevo vedere. Alzai un sopracciglio, curiosa. Mi voltai appena ebbi il ragazzo al mio fianco. "Frankie! Kenny mi aveva detto che avremmo avuto ospiti oggi." disse sorridendo amichevolmente. "Marco?" chiesi, stupita. Lui annuì senza abbandonare il sorriso. Mia sorella nel frattempo si era schiacciata maggiormente contro a me e guardava il ragazzo con un misto di spavento e curiosità. "Amy, non devi avere paura. Lui è Marco, un mio vecchio amico." spiegai con un sorriso divertito. Ed ecco l'ennesima stranezza del giorno! Chi l'avrebbe mai pensato che avrei chiamato un ex M+M amico? "Marco, lei è mia sorella Amelia, ma la chiamiamo tutti Amy." dissi al ragazzo, che carezzò lievemente la testa della piccola, che si aprì in un sorriso. "Ora dove si va?" chiesi a Kenny, la quale mosse il dito in segno di negazione d'avanti ai miei occhi. "No, no cara Frankie. Dobbiamo aspettare un'altra persona." rispose sorridendo. Quasi subito dopo arrivò di corsa un ragazzo biondo, che frenò proprio al mio fianco. "Ehi Ken." disse sorridendo e battendo il cinque alla mia amica. "Ti ricordi di Ryan, vero? Ryan Scott." mi chiese. Come dimenticarmi di quel ragazzo che aveva fatto litigare le mie due amiche? Infatti feci una faccia contrariata. "Come dimenticarsene." soffiai. La mia amica sbuffò. "Dai Frankie, è cambiato. Prova a dargli una possibilità." provò a convincermi. Mi strinsi nelle spalle. "Non lo so. Certe persone non cambiano mai." rispose, facendo come se il ragazzo non fosse al mio fianco. "Non eri tu quella che una volta, per telefono, mi dicesti che in chiunque c'era del buono, persino in Matthew?" Ecco qui, signori e signori! La mia adorabile Kenny, campionessa nel mettere in mezzo situazioni imbarazzanti. "Lo ha detto?" chiesero Ryan e Marco contemporaneamente, stupiti. "L'ho detto?" chiesi confusa. Lei sospirò divertita. "Si, lo hai detto." rispose. "Non mi ricordo." mentii borbottando. "Vediamo se ricordi così: quella stessa volta dicesti che il tuo compagno di banco era un fico assurdo, ma che non superava il fascino di Matt.." si stava realmente divertendo. La bloccai, esclamando a gran voce: "Ora ricordo!" Scoppiò a ridere, seguita da uno shoccato Marco e uno stupito Ryan. Fortunatamente il cellulare mi salvò dall'imbarazzo. "Pronto?" chiesi. "Francesca Thomas, vieni immediatamente a casa. E' un emergenza." non mi diede nemmeno il tempo di ribattere che chiuse la chiamata. Sospirai e mi voltai verso i tre. "Scusate ragazzi, ma devo andare." affermai, stringendo mia sorella, che si accoccolò. Lì per lì non notai la scintilla negli occhi di Kenny, che avrebbe dovuto preoccuparmi. "Ti accompagniamo, vero?" disse lei, voltandosi verso i due che annuirono. Così ci incamminammo. Non sapevo cosa mi aspettava a casa, ma temevo il peggio.

Il piccolo angolo dell'autrice isterica.
Eccomi qui con il primo capitolo, che spero piaccia. Saluti, Pat.

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Capitolo 3
*** Secondo Capitolo. ***


Quello che fa l'assenza.

Secondo Capitolo.

Finalmente arrivammo d'avanti la porta di casa mia. Feci scendere Amy e aprii la porta. "Mamma? Papà?" chiamai, entrando cauta. Mi guardai attorno. Tapparelle abbassate, luce spenta, porte chiuse. Buio totale. A tentoni arrivai all'interruttore della luce e l'accesi. Spalancai gli occhi, vedendo casa addobbata con festoni, il tavolo pieno di bibite e pietanze, il divano che si muoveva, il..."Un momento, da quando i divani si muovono da soli?" chiesi ad alta voce, shoccata. Mi sentii stringere da dietro e lanciai un urlo, visto che i tre si trovavano d'avanti a me. "Mi ero dimenticato di quanto potesse essere perforante un tuo urlo." si lamentò una voce maschile. Prima ancora che potessi fare o dire qualcosa, da dietro il divano spuntarono Linz, Fliss e Micheal. Dalla cucina uscirono i miei genitori, accompagnati da Rosie. "Che...che cosa succede qui?" domandai, senza capire nulla. Le ragazze si guardarono, divertite. "E' una festa di benvenuto, genio." sbuffò il ragazzo dietro di me. A quel punto mi voltai e mi resi conto di stare praticamente abbracciata a.."Matthew! Togli immediatamente le tue stupide mani dai miei fianchi!" esclamai scandalizzata, facendo ridere i presenti. Lui scosse la testa, sospirando teatralmente. "Ehi, così mi ferisci." recitò, portando una mia mano sul suo petto. Arrossii e mi staccai, voltando di scatto la testa verso Kenny, che mi guardava con un luccichio divertito negli occhi. "Cosa sta succedendo qua?" domandai, provando a spostare l'attenzione su un altro piano. Rosie mi si avvicinò, sorridendo. "Kenny ci aveva avvisate che saresti tornata, quindi abbiamo preparato una piccola festicciola di bentornata." mi spiegò la biondina, guardandomi negli occhi. Di scatto, poi, mi abbracciò. "Ci sei mancata, Frankie." sussurrò ed io sorrisi appena. E pensare che all'inizio non la sopportavo nemmeno. Strinsi leggermente le braccia attorno alla sua schiena e appoggiai la fronte sulla sua spalla. Anche voi mi siete mancate, ragazze. Passammo una bella giornata, tutti insieme, chiacchierando, scherzando...e si, anche litigando. Le discussioni con gli M+M non sono mai mancate, ma in quel momento sembravano quasi divertenti..necessari. Nel tardo pomeriggio la festa a sorpresa finì e le mie amiche, dopo avermi salutato con un abbraccio stritola ossa, se ne andarono ognuno per la propria strada. Mano a mano tutti se ne andarono. Accompagnai l'ultimo invitato, Matthew, alla porta. Si girò proprio mentre stava per andarsene; mi guardò negli occhi con una strana luce, non glie l'avevo mai vista. "Senti Frankie, che ne dici di fare due passi?" mi domandò come se nulla fosse. Sgranai gli occhi e lo guardai come se improvvisamente fosse diventato un mostro a cinque teste, blu a strisce viola. "Con te?" domandai shoccata. Lui sorrise notevolmente divertito. "Con me." affermò. Mi avvicinai e appoggiai il dorso della mano sulla sua fronte, scrutandolo attentamente. "Ti senti bene?" gli chiesi, passando la mano sulla sua guancia. "S..sto bene." sibilò, irrigidendosi al contatto con la mia pelle. Alzai un sopracciglio. "Sicuro? Ti sto sentendo un po' caldo." dissi piano. Lui mi prese dal polso e staccò la mia mano dalla sua guancia. In quel momento sentii una leggera scarica elettrica, che certamente avrà avvertito anche lui, visto il suo sguardo. Sospirò. "Ci vediamo domani." si arrese, mi fece un cenno con la testa, poi si voltò e se ne andò. Poco dopo Amy spuntò da dietro le mie gambe, con un lecca lecca in bocca e gli occhioni puntati su di me. "Funkie, lui è il tuo ragazzo?" mi domandò innocentemente, facendomi arrossire leggermente. Mi piegai e la presi in braccio. "No amore, non è il mio ragazzo. E' solo un vecchio conoscente." le spiegai, carezzandole piano i capelli. Lei sorrise, mostrandomi i suoi dentini mancanti. "Ma lui non è il ragazzo della foto che sta nel tuo diario?" insisté, sorridendo biricchina. In quel momento potrei giurare di essere diventata di tutti i colori dell'arcobaleno. "T..tu hai letto il m..mio diario?" le chiesi. Annuì, succhiando piano la caramella, guardandomi con il suo sguardo malandrino. "Ma tu hai solo quattro anni! Non sai leggere!!" esclamai, stupita. "Non so leggere, ma le foto le vedo...e anche i cuoricini." rispose, ridacchiando. "Tu e Kenny andreste molto d'accordo." borbottai, facendola scendere. Mi sorrise ampiamente, poi corse in camera sua. Salii in camera e chiusi a chiave la porta. Mi buttai sul letto, sospirando. Aprii il cassetto e ne uscii il diario. Lo sfogliai, poi raggiunsi la pagina dove avevo incollato una foto di Matthew. Sotto, scritto in rosso, c'era: In fin dei conti, anche lui mi manca. Vicino alla scritta c'erano un paio di cuori fatti di getto con il pennarello nero. Gonfiai le guance come farebbe una bambina, in un momento involontario di infantilità. In quel momento stavo sicuramente pensando ad altro. Riflettei, poi annuii convinta. In quel momento mi suonò il cellulare. “Pronto?” chiesi, sbadigliando subito dopo. “Tesoro ci sono novità!!” squittì una voce dall'altra parte della cornetta. Sorrisi. Era Natasha. “Spara.” dissi, sapendo che lei non aspettava altro che quello. La sentii prendere fiato. “La professoressa Matthò e il professor Hallen non smettono di litigare. E sai perché?” mi chiese tutto d'un fiato. “Perché?” domandai, incrociando le gambe e guardando il soffitto. “Perché la prima vuole mettere un mio disegno ad una mostra, mentre il secondo lo vuole in un'altra. Te ne rendi conto? Litigano per un mio disegno!! E' fantastico!” mi raccontò emozionata. “Nat, ma è splendido!” le risposi, seriamente contenta per lei. In quel silenzio sapevo benissimo che lei stava annuendo. “Altra novità: Daniel è tornato a scherzare con me. Pensa che Christal non se la fila nemmeno!” mi aggiornò. Daniel era il ragazzo per cui la mia amica stravedeva. Non feci nemmeno in tempo a commentare, che il vulcano mi bloccò con la sua eruzione di parole su quanto bello fosse quella sottospecie di Dio greco. Io avrei detto banana flambè con un pizzico di cervello. “Scusa Frankie, ti ho assalita e non ti ho nemmeno chiesto come è andato il ritorno a Crescent Bay.” disse infine. Sospirai, divertita. E così le raccontai tutto, dall'incontro con il signor S., fino ad arrivare alla richiesta di Matthew. La sentii rimuginare. “E se gli piaci?” mi chiese come se mi stesse domandando quanto faceva due più due. “Piacergli? Tu non lo conosci. Mi detesta. Sicuramente aveva la febbre. Stava delirando, poverino.” risposi io, sicura della mia testi. “Perché non vai da lui e gli fai da infermiera?” domandò. Potei benissimo sentire quella nota pesante di malizia che tingeva la sua voce. “Finiscila, Nat.” bisbigliai, arrossendo. Lei rise. “Scommetto che sei rossa.” affermò divertita. Sbuffai e diedi un occhiata alla foto con Matthew. Mi persi nei ricordi del tempo passato insieme a lui, tra cose brutte e cose belle. “E ora stai pensando al tuo Matthew. mi prese in giro, aggiungendo una dolcezza stomachevole alle ultime e due parole. “Fottiti.” borbottai poco elegantemente, facendola ridere nuovamente. “Anche io ti voglio bene.” mi disse, finendo la frase con un sospiro calcolato. Sorrisi appena. “Ci sentiamo domani, pazza.” la salutai. “A domani. Salutami il tuo dolce cuore e..” iniziò. “Ciao!” la interruppi, poi chiusi la chiamata. Ero più che certa che in quel momento stava ridendo come una dannata. Poco dopo mi arrivò un messaggio di Natasha. Diceva: Maleducata. Ma ti voglio bene anche per questo. Un bacio. P.S.: il bacio puoi darlo a Matthew se vuoi. Sospirai, decidendo che era meglio non rispondere, poi scoppiai a ridere.

Il piccolo angolo dell'autrice isterica.
Sono tornata con il secondo capitolo! Volevo ringraziare Primula Rosa e EvaMalfoy per aver letto e commentato il primo capitolo. Vorrei ringraziarle anche per i complimenti e dire alla prima che anche a me Matthew piace tanto. Ringrazio anche crazy3 che ha aggiunto la storia nelle seguite, insieme a EvaMalfoy. Un grazie anche a denyse1997 che ha aggiunto la mia storia nelle preferite. Spero vivamente che questo capitolo vi piaccia e che commentiate anche questa volta. Saluti e baci, Pat.

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