Nevermind

di Keskiyo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Limbo ***
Capitolo 2: *** Libro aperto ***
Capitolo 3: *** Scioccata ***
Capitolo 4: *** Polvere ***
Capitolo 5: *** Caffè ***
Capitolo 6: *** Germogli rossi ***



Capitolo 1
*** Limbo ***


Limbo
È una giornata col sole e l’aria fredda che pizzica il naso eppure lui se ne sta lì,con una lurida giacchina leggera e io, qui, a creparmi di freddo anche con cappello e sciarpa. Mi fa male la testa a stargli di fronte,tutte le mattine perché continuo a mettermi qui?Non lo so neanche io,non so come si chiama,non lo voglio sapere. Osservo una ragazza,una ragazza dark precisamente,adoro la sua maglia. Non posso dirglielo. Lei si chiama Allegra ed è decisamente l’opposto del suo nome,non lo percepisco dal modo in cui si veste ma ha veramente qualcosa che non le va a genio,forse è questa scuola,forse il suo ragazzo perfetto,non finge di sorridere,non cerca di riuscire simpatica alla gente;Allegra è così,ti divide a metà,puoi accettarla o rifiutarla. Il suo ragazzo-perfetto si è trasferito da poco qui,è italo-americano ed è tutto quello che i ragazzi e ragazze che la pensano come Allegra dovrebbero odiare,il suo nome è Seth,davvero appariscente come ragazzo e a mia opinione anche un po’ superficiale,ma guardandoli adesso che si baciano,forse,sono fatti per stare insieme. Questa ringhiera mi sta spezzando la schiena. Ora mi guarda,lo so che mi guarda,mi starà guardando?Diamine!Non va bene così!Mi sta fissando  che è decisamente diverso dal palese guardare !                                                                            L’entrata di scena di Lavinia è stata spettacolare,come sempre,assomiglia ad una bambola di porcellana a parte che per la bellezza,è vuota dentro,perfino Chucky de”La bambola assassina”sarebbe capace di amare rispetto a lei!Sarà solo l’apparenza,il primo impatto,ma diciamoci la verità,non la sopporto!Datemi un coltello e lei sarà la prima vittima. Continua a fissarmi,ora veramente sto diventando irrequieta,ma devo aspettare.                                                                Ambra finalmente varca la soglia del cancello di scuola e io mi sento un po’ più libera,venendo verso di me,con una folata il vento le scompiglia i capelli castano chiaro e le alza la frangetta,lei sbuffa e tenta di risistemarsela con le mani,sento lo scricchiolio delle foglie sotto i suoi piedi,il liceo non è vicino al centro della città,qui ci sono molti alberi che perdono le proprie “figlie”,il viale ne è pieno,l’aria è tersa d’autunno. Ambra personifica il suo nome,ha gli occhi,appunto,di questo stesso colore. Ha una pelle davvero bella,quasi dorata,lei è la mia migliore amica da nove anni,è superstiziosa e legge tutti i giorni l’oroscopo,ci si potrebbe scambiare per sorelle per qualche minima somiglianza nel viso,per il resto siamo fuoco e ghiaccio(ah,per intenderci io sono il secondo elemento).  Sento,passo dopo passo che avvicinandosi,la collana che lunga,le pende dall’esile collo,produce un leggero tintinnio quando si sposta da un fianco all’altro. Mi sorride. Ricambio con meno scintillio dei denti. << Buongiorno!Allora?Cornetto con la nutella o alla crema? >>. È sempre di buon umore,mi chiedo come faccia. << E me lo chiedi anche?Che”buongiorno”sarebbe senza nutella? >>.La abbraccio mentre le rispondo. Ci stava guardando?MI stava guardando?Ci allontaniamo. Camminiamo verso il chioschetto e l’odore di dolci mi fa affrettare il passo,come me anche Ambra lo fa,arriviamo con uno sprint finale davanti al bancone dove stanno servendo un ragazzo. Si gira e casca ai miei piedi(nel vero senso della parola),salva la sua brioche appena sfornata tenendola in alto con la mano. Ambra sorride,prende la brioche e la sua mano sinistra io invece,la sua destra. Alza di poco il viso dai sui jeans,vorrei che non lo avesse mai fatto,mi ha riconosciuta e viceversa io ho riconosciuto lui,il senso di nausea mi inizia a salire nella gola,sento come una palla di ghiaccio nel cervello e una lieve sensazione di caldo alla mano afferrata dal ragazzo. È Lorenzo,mi sta sorridendo e io non so che fare,non ce la faccio a girarmi per guardare Ambra,disegno nella mia mente la sua espressione. Mi parla,vorrei che quelle parole non si frantumassero prima di arrivare al mio udito,arrivano nella mia gola sottoforma di sciroppo di lamponi.<< Ciao … Isi >>. Ambra prende la nostra colazione e si mette esattamente alle spalle di Lorenzo,mi sta facendo dei segni:il primo è di chiudere la bocca perché sembro uno stoccafisso,il secondo di dirgli << Ciao >> e smetterla di mordermi il labbro come un’assatanata. Lorenzo si gira guardandola,tutto quello che lei riesce a fare come prova d’innocenza:un saluto veloce con la mano e un sorriso a trentadue denti. Ecco che è di nuovo voltato verso di me. Finalmente gli rispondo.<< Ciao Lorenzo >>. Sto facendo la figura dell’imbecille lo so,ma non m’importa. So che vorrebbe prendermi la mano e illudere ancora le mie braccia di poterlo stringere,invece no,mi fa schifo e m’imbarazza. << Lorenzo lei è Ambra >>. Lei gli balza graziosamente davanti e gli stringe la mano con sicurezza,vorrebbe ucciderlo,lo nasconde così bene!! << Non sapevo che Isi avesse amiche così … >>,lo interrompo bruscamente. << Carine?! >>. Lurido essere effimero. Ora getto la storia in tre righe. Lui conobbe una mia amica,ma mi baciò contro la mia volontà e un’ora dopo stava con lei,la mia compagna di classe,Morgana,bella ragazza,certo,ma senza culo e senza cervello. Okay,io non posso giudicare perché non sono nessuno,in fondo sono solo incasinata nei miei pensieri,ha ragione lui a quest’età va così,tutte cretine,tutte che se la spassano e quelle come me?Fanno paura. Riprende la frase con interesse. << No,non carine … belle >>. Ambra ha un tono smorzato,lo sta per mandare a quel paese,ma ora parlo io. << Lorenzo ci andiamo a fare un giro un attimo? >>,Ambra è indecifrabile,vorrebbe prendermi a schiaffi,implorarmi di andare con lei e mangiare,o mi sta incoraggiando perché capisce cos’ho in mente?Prendo la Coca cola della ricreazione. Ovviamente,Lorenzo accetta. Stiamo camminando,ringrazio Dio che ho preso lezioni di recitazione.<< Lorenzo,ti sono mancata? >>. Tra un po’ vomito. << Oh ma certo piccola! >>. Gli griderei in faccia di non chiamarmi piccola,di non toccarmi i capelli,perché lui è … << Anche tu mi sei mancato >>. Risposta errata Isotta!Debole,ingenua,cretina!Sto cedendo?No,non devo,non devo. Mi bacia. Merda!Ora che faccio? Lo spingo via dolcemente e gli dico. << Morgana non ha fatto niente quando ha saputo di me e te? >>. È titubante. << Mi ha strillato contro,ma io voglio solo te,lo sai Isi,lo sai,lo sai >>. Sbatto(nascondendola),dietro la schiena la lattina. << Ma certo che lo so >>. La testa gli schiocca verso di me,con occhi falsamente adoranti. Aggiungo. << Peccato che io ho cervello rispetto a lei! >>. Mi alzo con velocità pazzesca,stappo la lattina e tutta la bevanda sulla sua magnifica,stupenda,imbrattata camicia di cachemire. Le mie ultime parole:<< Primo:mi fai schifo. Secondo:io sono Isotta lurido stronzo,vatti a divertire con i tuoi fratelli lombrichi,adesso.  >>. Non mi dice niente,perché corro via e Ambra che aspettava dietro l’albero si sta piegando in due dalle risate,la tiro per la mano,dobbiamo entrare,è già seconda ora!     
Italiano. La professoressa sta spiegando “I Promessi Sposi”,entriamo con una flebile bussata alla porta. Ho la sensazione che ci pietrificherà con gli occhi. Eccoci,io e Ambra,impacciate davanti la porta chiusa,con i piedi curvati un po’ indietro,con i polsi scoperti. La Prof. si siede con agilità sulla cattedra,ci fa avvicinare,mettiamo il permesso vicino al registro di classe. Lei segna il nostro ritardo. È giovane avrà sui venticinque anni d’età,capelli biondo grano,occhi cinabri, lunghe ciglia e un po’ di lentiggini sulle guance,la pelle rosea,ha un profumo particolare,mi ricorda quello delle gardenie. Una bella persona,davvero. Peccato che non ama particolarmente quando la lezione è interrotta da due intruse-compagne come noi. Ambra si siede in gesto automatico accanto a Dafne,io invece trascino di malavoglia la sedia e poggio a terra la borsa. Iole mi fissa. Lei è la mia compagna di banco. Davvero,io ci ho provato ad andare oltre la sua esteriorità ma non riesce a fare altro che guardarmi come ora e lamentarsi che non è abbastanza bella. Iole non lo sa … non può capire quant’è sembrata perfetta agli occhi del mio ex-ragazzo. Ebbene sì. Oltre che la terza scelta dopo una lunga serie,sono stata la quarta,dopo Iole. Fabio. Troppo da dire su di noi e niente da discutere su come è finita. A volte guardo Iole e capisco quanto io possa essere … impura rispetto a lei. Capelli corti e biondo cenere,magra forse troppo magra,direi più che altro prosciugata,alta,con occhi marrone caldo,minimo una seconda di seno. Altre volte la sento mentre parla e mi chiedo:<< Perché hai dovuto baciarla Fabio?! >>. Sto scarabocchiando senza saperlo di farlo realmente,la professoressa Maltagliati sta chiudendo il suo piccolo libro(pieno di appunti su”I Promessi sposi”),posandolo con eleganza affianco alla sua penna fucsia. Ho i capelli davanti perciò quando Ambra mi inizia a fare strani segni facciali non la vedo,mi giro per inerzia e lei mi tira una pallina di carta,tento goffamente di afferrarla,quando penso di esserci trionfalmente riuscita scosto di poco le braccia dal corpo. La pallina cade. Mi tocca prenderla prima che faccia il giro della classe.
                                                                                                                                  << Quando  inizia la ricreazione ti devo dire anzi,mostrare una cosa … più che altro qualcuno …>>.
Mi volto verso di lei e mi strizza l’occhio. Sorrido come una stupida ma quando vedo Iole mi deprimo,sta guardando il riflesso del sole con la mano sotto il mento,sperando che emerga il suo lato da intellettuale(che non ha),nella foto che sicuramente qualcuno della classe le sta facendo. Strappo il foglietto,brucerei piuttosto di vederglielo tra le mani,impicciandosi dei fatti personali di Ambra. La terza ora vola via su un dibattito interessante a cui non partecipo. La campanella mi mette un po’ in agitazione. Guardo Ambra e mi torna il sorriso. Si alza soddisfatta dopo aver segnato tutti i compiti assegnati. Mi trascina fuori dalla classe. Riccardo. Oh sì,Riccardo mi guarda … ancora. Un po’ perso,un po’ indecifrabile,un po’ menefreghista come all’ingresso di scuola. Ambra è impazzita!Sta andando verso di lui. La rifiuterà ne sono sicura. Dio ma che cosa fa?!Si sta umiliando. Invece per lei è tutto okay,mi sento di aver mangiato troppe farfalle. << Isi lui è Riccardo >>. Non ci credo. << Ciao Isi >>. Ha anche risposto. Pura follia. Ambra che si è mangiata per colazione?Eccessivi zuccheri la fanno”ubriacare”. Riccardo mi squadra. La sta prendendo per i fianchi. << Lui è il mio ragazzo adesso >>. Parla ma non la sento,sembra distante migliaia d’anni da me. Sono nello stato terminale di una stella. Sto espellendo gli strati esterni,lei sta sgretolando il mio nucleo,atomo per atomo. Vorrei che Iole avesse letto il biglietto. Si baciano e lei se ne infischia che lui continua a guardare me,mentre si scambiano parole in un bacio,oramai frantumata la magia,di un palese,frivolo momento perso. Devo essere felice?Allegra cosa farebbe?Io ho solo paura. Potrebbe morderle il cuore  con talmente tanta derisione dei suoi piccoli,fragili sentimenti. Devo dimenticare i suoi occhi?Devo decidere.       Lei,lui … la mia vita.
La giornata mi passa davanti. Tra strascichi di malinconia e confusione,torno a casa in autobus. Metto piede in casa. Amy si struscia fra le mie gambe con rumorose fusa e per un attimo m’incanto in quell’impasto di suoni. Troppo tardi,mi vibra il cellulare. Farò finta di non sapere di chi è il messaggio. Impossibile,è Ambra.
<< è successo qualcosa?Non capisco cos’hai ,dopo la ricreazione non m ‘hai più parlato … che ho fatto?Ti da fastidio che sto con Riccardo?? >>.
Diamine sì che mi da fastidio!Forse è l’unica persona che m’interessa veramente e lei ci si mette insieme,un altro ragazzo intercambiabile per lei,emozioni che potrà masticare e sputare,dare a me le briciole se non proprio i pezzi sputati,perché lei è sempre la più forte,lei è quella più ferita,lei è quella più innamorata. Ma a quanto pare LEI che è “più”in tutto,non riesce a capire quanto sarei disposta a … cambiare,solo per farle male,solo per restituirle ciò che mi sta facendo. Ma in fondo cosa sarà mai? Si graffiano a vicenda,si procurano rancore e poi dovrò sopportarla sparare cazzate come:<< Io non capisco eravamo … inseparabili >>. Ancora adesso la vedo,quella piccola bambina dagli occhi ambra che scherza con me,quella ragazzina di dodici anni che stravede per un tizio da troppo tempo. E quel tizio l’ha ammazzata,coperta,seppellita viva,incastonata in un blocco di ghiaccio con tutta la fiducia e l’amore nelle mani. Forse dovrei dirle che mi da fastidio che stia con Riccardo,ma non mi pare giusto. Lei attira i ragazzi,ma non le va bene questo,perché vorrebbe che quella persona che sceglie sia come il tizio,l’ex tizio,neanche gli do un nome. È rimasta troppo sconvolta da quella storia,mi sembra quasi che è incastrata in un limbo. E se fosse Riccardo a farle provare emozioni?Emozioni che le pedinano il cervello?Non l’ho calcolato questo. Lui è un vestito che non le sta bene addosso. Lui non è il sole e l’erba,lui è la cenere e la città buia. Lui non è un bel profumo,è l’odore che ti impregna il naso e che ti fa venire la nausea.
 

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Capitolo 2
*** Libro aperto ***


Libro aperto
Il vento mi avvolge con spirali tiepide lungo la strada che mi porta al campetto da tennis. E penso come al solito. Penso del perché sono così attaccata a Riccardo dagli occhi blu,a quanto Ambra riesca a farmi ribollire di una crescente,nostalgica rabbia per qualcuno che vuoi. Ho paura di essermi di nuovo stretta ad una persona nella mia vita che non c’è. Riccardo … lui non c’è e suppongo neanche ci sarà. Sto portando un velo di malumore da quando sono uscita da scuola;non riesco neanche a godermi la bella giornata. Prendo il libro che mi sono portata da casa e rileggo il titolo:<<  Madame Bovary  >>. Lo rimetto nella borsa a tracolla verde che ho appesa alla spalla. Vicino al campo dove si gioca con quelle stupide racchette,c’è un salice piangente immenso. Mi piace nascondermi lì dai miei pensieri. Ed ecco l’erba che si avvicina ai miei jeans caldi,ho tolto il giubbotto e ho lasciato la felpa gigante nera. Madame Bovary mi accoglie con pagine di stampa mangiucchiate dal tempo. Primo,secondo,terzo capitolo. Sono al dodicesimo ed è passata un ora. Guardo giocare a tennis una coppia. Quanto sono così falsamente felici. <<  Oh amore una palla!  >><<  Oh amore un'altra palla ancora!  >>,continuo a imprecare che qualcuno dei due si faccia male,così la storia è diversa. Quando torneranno a casa,non racconteranno ai propri cuscini che hanno una pelle più tirata,una pelle da un vecchio che si da vent’anni ma racconteranno che si sono spappolati qualcosa e alla loro età ci vuole più calcio per le ossa. Nonostante tutto sono giovani,avranno sulla trentina. Il sole sta per tramontare,questo dannati colori crepuscolari mi ovattano la vista. Non vedo qualcuno che si avvicina. No,forse è più un’allucinazione. È un ragazzo con un libro. Decisamente un’allucinazione. Poggio ancora una volta gli occhi sulla pagina. Sento che si siede non troppo distante da me,posato con la schiena,come me,al tronco del salice. È strano non riesco più a leggere. Mi sento osservata,ho freddo e sto forzando la mia coscienza a dirmi qualcosa di brutto,di valido salvandomi così da un futura,arrogante sensazione. Ma ecco l’attimo che tutti vorrebbero e che solo io non dovrei avere,ci guardiamo nello stesso istante,collisione di corpi astratti,in un secondo risucchia tutto ciò che ho dentro,lo trattiene e poi …<<  Ciao  >>. Mi parla.<<  Ciao  >>.<<  Che leggi?  >>.Ho la voce ridotta ad un bisbiglio.<<  ”Madame Bovary”  >>.<<  Mmh … palloso?  >>.<<  è pieno di descrizioni,non le reggo molto  >>.<<  Ti capisco,ma allora perché lo leggi?  >>.<<  Ero curiosa di sapere com’era,ma penso che lo rimetterò dove l’ho trovato  >>.<<  ”La signora delle camelie”è più bello  >>.<<  E tu che leggi?  >>.<<  ”E così vorresti fare lo scrittore?”di Bukowski  >>.<<  Dovrei leggerlo  >>.<<  Comunque piacere Armando  >>.Mi stringe la mano con una delicatezza assurda.<<  Isotta  >>.<<  Bel nome  >>.<<  Grazie  >>. Mi sta prendendo in giro o lo dice veramente?Non lo so,dovrei fare più attenzione a cosa dicono questi esseri chiamati maschi. Le spalle si appoggiano automaticamente alla corteccia. Sospiro. Mi chiama con i suoi occhi verde erba.<<  Non ti ho mai vista in giro  >>.<<  Sinceramente neanche io  >>.<<  Come mai vieni qui?  >>.<<  Per stare un po’ tranquilla e per leggere,ma oggi mi è andata male  >>. Storco il naso e lui pare offeso.<<  Scusa per il disturbo allora  >>. Fa per alzarsi,ma lo tiro giù e mi correggo.<<  Mi è andata male nel senso che il libro non mi piace affatto  >>.Trattiene un sorriso,si gira dalla parte opposta. Sto continuando a guardarlo. Mi mordo il labbro. Mi tiro indietro i capelli con la mano. Finalmente si gira,mi guarda. Ride. Mi affretto a chiedergli:<<  Perché ridi?  >>.<<  Sei carina  >>. Sbianco e mi viene la mia solita ridarella isterica. <<  Ma non è vero!  >>,ribadisco. Fa la faccia stupita e mi afferra la borsa. Ma che diamine fa! <<  La rivuoi?  >>. Mi alzo di scatto.<<  Armando,ti faccio rimpiangere di essere un ragazzo!  >>.<<  Che paura! La signorina è troppo pigra per prendere la borsa fin quassù?O troppo bassa?  >>.Ora m’incazzo sul serio,non hanno mai avuto da ridire sulla mia altezza! È come quella delle altre,è lui che è troppo alto!Ovviamente alza la borsa dove io non arrivo e mi guarda con occhi di sfida. Dichiaro:<<  Okay l’hai voluto tu!  >>. Da una distanza ben calcolata faccio finta di tirargli un calcio fra le gambe,non lo sfioro neanche. Ha una faccia impagabile,sono soddisfatta e appena abbassa un po’ la borsa l’afferro e ritorno sotto l’albero. Prendo il libro che è rimasto sotto lì e anche il suo posato sul mio distrattamente. Mi giro di scatto e me lo ritrovo di fronte,vicinissimo,troppo vicino. Mi cedono per un secondo le ginocchia,faccio per aggrapparmi all’albero ma subito come se sapesse già cosa stava per accadere,mi prende alla vita con una mano,con l’altra mi tiene fra le due scapole. Respiro. Ma mi sta ancora guardando,io sono ancora piegata un po’ indietro. Decide di alzarmi,ma non di lasciarmi andare. <<  Stai bene?  >>. Annuisco e mi rimetto dritta. << Scusami … mi sto comportando da idiota >>. << Bè in effetti sì,però anche io mi sto comportando da bambina >>. Ride e mi risponde. << Pensavo mi dicessi la solita frase come “no,non è vero”! >>. << Nah … non sono così dolce >>. Si rimette seduto. Faccio lo stesso. << Dove vai a scuola? >>. << In un carcere >>,ribatto. Mi guarda perplesso. Ridacchio. << Sì,è vero distribuisco i libri nelle celle,lavoro alla mensa e pulisco i pavimenti,non è male!Mia madre è stata mandata in carcere per cannibalismo e io ho deciso di starle accanto,mio padre è fuggito con una spazzina alle Maldive >>. Sembra crederci. Scoppio in una risata fragorosa. << è così facile impressionarti? >>. Balbetta. << Ma … ma quindi non è vero?! >>. << Vado al liceo scientifico qui vicino anche se odio la matematica,mia madre lavora in uno studio legale e mio padre è un ragioniere. Sembri deluso >>. << No,cioè anche se avessi lavorato in un carcere … e avresti rischiato di morire almeno novantanove volte al giorno,insomma che fa? >>. Lo guardo di sottecchi e alzo il sopracciglio. << Mmh appunto,nulla >>. << Eh vedi?Antipatica >>. Sembra offeso. << E tu invece che scuola fai?Hai la faccia di uno che frequenta la ragioneria >>. << Come hai fatto ad indovinare?! >>. << Ho una zia veggente,dono di famiglia >>. << Ma che …? >>. << Se faremo mai una gara su quanto puoi abboccare alle mie stronzate … bé vinceresti! >>. << Antipatica!Comunque si faccio la ragioneria … ultimo anno >>. << Ma i bravi bimbi come te a quest’ora stanno a casa a studiare e ad ingozzarsi di ciambelline! >>. << Chi ti ha detto che sono bravo? >>. << Ho avuto una rivelazione dall’arcangelo! >>. << E di cosa si era fatto,prima di questa misericordiosa rivelazione? >>. << Di ambrosia o erba angelica,che ne so io che droga gira in paradiso?! >>. << Pensavo ne facessi parte come spacciatrice ufficiale! >>. << Perché ho la faccia da spacciatrice?! >>. Lo guardo accigliata. << Devo essere sincero? >>. Mi fissa con fare ironico. << Ma che bastardoo! >>. << E quindi vuoi una ciambellina adesso? >>. Risponde il mio stomaco per lui. Cazzo no. << Andiamo a prendere qualcosa >>. << No,no io sto bene così! >>. << Ma se hai fame! >>. << No,macché! >>. Mi sfida con lo sguardo. << Muoviti o se no ti trascino fino al bar >>. << Non ti permettere! >>. Mi prende per la mano,si mette in spalla la mia borsa e mi fa strusciare per tutto un tratto sul prato,quando vedo il cemento mi preoccupo. << Aspetta! >>. Si gira trionfante. << Sì? >>. << Non ho soldi e neanche ci conosciamo,non mi va di farti offrire! >>. << Preferisco offrire che farti morire di fame! >>. << Bé io no! >>. Siamo al bar oramai,dopo tutti gli insulti che gli ho tirato dietro,non si è mai fermato e io come una stupida,l’ho seguito. Siamo al bancone dove servono,mi guarda speranzoso,ma io sono voltata,non gli parlo neanche. << Un caffè e un “ventaglio” >>. Il barista glielo porge. Mi sta venendo l’acquolina,io adoro quel dolce fatto di pasta sfoglia!Armando da il primo morso solo quando ci siamo seduti al tavolino. Sorseggia il caffè e mi osserva. << Vuoi? >>. Mi sventola davanti il dolce che amo. << No >>. Dico,ingoiando la voglia di assaporarlo. Ne spezza una parte. << Lo so che ti va >>. << No,grazie! >>. E invece sì,non ne vorrei solo un pezzo. Me lo lascia lì,su un fazzoletto. Passano cinque minuti precisi,scanditi dalla mia fame. Prendo il pezzetto e inizio a mangiarlo. Armando non mi ha rivolto la parola fino ad adesso. << Ce l’hai fatta >>. << Sta zitto >>. Gli sorrido con riconoscenza e lui ridacchia.
 Vorrei dirgli tante cose,ma ne dico solo una:<< è sera  >>. <<  Sì,l’ho notato … devi andare?  >>. Dovrei ma non voglio. Forse legge le mie parole non pronunciate negli occhi. Mi sento tanto un imbecille. Odora di mare,di menta e di sigarette. Cazzo quanto vorrei rimanere. Lo conosco così poco. Mi libera dai suoi occhi e riesco a parlargli.<<  Sì devo andare  >>. La frase è talmente tanto aspra che mi servirebbe un po’ d’acqua.<<  Ti dispiace se ti chiedo il numero?  >>. <<  Perché dovrebbe?  >>.<<  Non lo so,magari non è giornata per chiedere i numeri  >>. <<  E questa da dove ti è uscita?  >>. Gli do quella cifra di dieci numeri. Mi sta guardando,se non la smette creperò d’infarto. I capelli mi stanno svolazzando davanti. <<  Grazie  >>. Mi dice. <<  Grazie a te  >>. Non so veramente quella parola a cosa è riferita,ma ci capiamo. <<  Quando posso chiamarti?  >>. <<  Quando vuoi  >>. Quasi non ci crede,ma tiene lo sguardo basso e vedo solo un sorrisetto nascosto dall’ombra. Vede che prendo la borsa. E si sbriga a prendere il suo libro a terra. <<  è tanto lontana casa tua?Forse è meglio se ti accompagno  >>. La strada è buia,anche se casa è vicina,non so che fare. Mi fido così tanto da farmi accompagnare?<<  No,casa è qui. Non ti preoccupare  >>. C’incamminiamo. Superiamo il campo da tennis,io giro a destra,la strada è sempre più buia. Lui mi segue,casa sua è in questa direzione,solo che prima di arrivare da me c’è un altro incrocio dove dovrebbe girare. Lo guardo nella penombra dei pali illuminati,non so che fare. La sua voce sembra zucchero filato. <<  Ti accompagno a casa,insisto  >>. Immagino che ha visto la mia faccia impaurita mentre lo guardavo prima. Ma se mi voleva far male già da prima aveva l’occasione. Non resta che fidarmi. <<  Grazie  >>. Così facciamo la strada buia insieme,passo dopo passo,in silenzio,ogni tanto giro la testa e mi accorgo che mi guarda,appena me ne rendo conto lui volta lo sguardo altrove. Sento freddo. Infilo la giacca e tiro fuori i capelli. Siamo avvolti da una vaga penombra di un lampione lontanissimo,siamo quasi arrivati a casa mia. Ci fa caso,perché guardo ogni abitazione. Sento il rumore delle mie converse sul marciapiede ampio. Sento una leggera mossa vicino la mano. Aspetto un po’ rallentando,lo fa anche Armando. La sua mano sfiora il dorso della mia. Per paura la ritrae. <<  Mi chiamerai vero?  >>,perché non mi sto zitta?!<<  Certo che lo farò,se no non ti chiedevo il numero  >>. <<  Scusa per la domanda stupida  >>. <<  Figurati … tra quanto è casa tua?  >>. <<  Fra altri due cancelli  >>. Rallenta di colpo. Ma casa è qui,con le luci accese,le piante nere all’oscurità ed il cancello chiuso. Sento odore di magnolia. <<  E così la madama è arrivata sana e salva  >>. Mi sorride. <<  E il signore si è fatto un casino di strada in più  >>. Sorrido anche io. <<  Almeno è stato con piacere  >>. Abbasso lo sguardo,sto sbiancando. Apro il cancello con le chiavi. Devo entrare. Appena mi volto neanche il tempo di parlare che mi tira a sé. Mi fissa e invece di baciarmi come qualsiasi altro ragazzo,mi abbraccia. Menta,salsedine e sigarette mi anestetizzano la mente. Di cosa odoro io?Mi lascia andare,mi sorride e io ricambio. <<  Notte Isotta  >>.<<  Notte Armando  >>. Se ne va,camminando tranquillamente, con le converse bianche a righe nere,pantalone nero,la felpa dello stesso colore,i capelli castano chiaro scompigliati e le mani nelle tasche. Varco la porta. Sono le otto,puntuale per la cena. Salgo in camera mia,butto la borsa sul letto e annoto sul diario la data. Continuerò a scrivere dopo mangiato. Mi guardo allo specchio c’è qualcosa d’indecifrabile,sembra che sto per morire però con felicità. Sono bianca cadaverica e ho gli occhi che tradiscono su come è andato il mio pomeriggio. Poso il cellulare sulla scrivania e scendo a cenare.Mia madre ha ragione,sono un libro aperto.

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Capitolo 3
*** Scioccata ***


Scioccata
Prendo il cellulare. Le undici e mezza. Tolgo il blocco tastiera. Un nuovo messaggio:numero sconosciuto. Oddio è lui,è lui!Ti prego fa che sia lui! <<  Che abbiamo di compiti per domani?Kiss Bea  >>. Il telefono fa un volo e cade sui panni sporchi. Brutta cretina e me lo chiedi alle undici passate?!Squilla il “galleggiante sui vestiti”. Mi butto giù dal letto,sembro un orso cieco in cerca del pesce nel fiume! Eccolo! Cerco di fare la voce più innocente che ho.  <<  Pronto?  >>. <<  Ehy!  >>. <<  Chi sei?  >>. Non è Armando …  <<  Indovina?  >>. <<  Pierluigi il pescivendolo?  >>. Ride in un modo quasi diabolico. Mi affascina la sua voce,è strana ma è così … familiare.  <<  No,non esattamente. Forse lo scoprirai. ‘Notte!  >>. <<  Aspetta!  >>. Dopo questa,stanotte la passerò insonne! Ma chi è ‘sto tizio?Ma che vuole da me!Io voglio che chiami Armando e invece chi lo fa?Un killer!Certo,la fortuna gira proprio dalla mia parte!
La sveglia del cellulare suona,è caduto a terra,è sotto il cuscino o dove? Non ce la posso fare! Ma che? Trovata quattordicenne uccisa dal proprio telefonino impiantato nelle costole! Spengo la sveglia,guardo meglio l’ora … cazzo!!! Sono le sette e venti! Ma mia madre è morta? Scendo dal letto,sento il gelo salirmi anche nel cuoio capelluto. Apro la porta della camera della mia “vecchia”,lei sta russando. La registro con il cellulare e la sveglio. <<  Mààààààà è tardi!  >>.  <<  Isi ma sono solo le sei e … oh porca vacca!  >>. Esclama esattamente queste parole quando la costringo a guardare il display con l’ora. Non faccio colazione. Mi lavo e mi vesto in dieci minuti,in cinque mi metto la solita matita nera con il fondotinta bianco. Metto il profumo per sentirmi a mio agio,sento che oggi non sarà una bella giornata. Mia madre è lì che si trucca,paziente e metodica passa il mascara,la matita per le labbra,il rossetto e poi il lucido. Mi chiedo come faccia a essere sempre più veloce di me. Metto le scarpe,afferro tutto,faccio un ultimo grattino ad Amy e corro in macchina di mia madre(ovviamente è già lì a riscaldare il motore sentendo Lucio Battisti). Prendo un gran sospiro e spero di non incontrare Riccardo oggi. Troppo tardi. È in classe,nella mia classe,o dovrei dire della sua ragazza?Che nervi!Non ho neanche mangiato … ehy ma Ambra è già qui! No è una battuta,è il contrario sono io che ho ritardato stamattina. Comunque ho fame! Entro,poso lo zaino sul banco,saluto Ambra e un po’ forzata faccio lo stesso con Riccardo.  <<  Ciao  >>.  <<  Ciao Isotta  >>. Si è ricordato il mio nome. No!Non ci credo,a questo proprio no! Guardo Ambra,troppo assente,impegnata a giocherellare con l’anello di Riccardo per notare la mia faccia. Lo so com’è. È ancora più bianca del fondotinta,rasenta il Livor Mortis. Ma ora mi soffermo su quell’anello che ad Ambra piace tanto … ma è ... <<  Isi ma è quello che cercavi tu in quel negozio strano non è vero?!  >>… esattamente quello! <<  Sì è quello!  >>. <<  Era l’ultimo rimasto,non costava neanche tanto  >>. In questa settimana mi servivano solo altri cinque euro per comprarlo,avrei speso tutta la mia paghetta di tre settimana,ma era troppo bello e lui … lui se l’è preso. Questo è troppo!Prima la MIA migliore amica,poi i MIEI pensieri e adesso?Il MIO anello!Io … io … devo fare qualcosa. La campanella suona,ora se quel fottuto ladro non se ne va lo prendo a calci in culo!Scatta,bacia Ambra e svanisce fuori dalla mia classe. Stronzo. Presa dalla mia euforia d’insulti,non mi sono accorta che Iole è assente. Sento i cori dell’Aleluja! Ma questo significa che Ambra si vorrà mettere accanto a me,quindi a quel punto io potrei ucciderla con il taglierino che porto nell’astuccio,o anche peggio parlare di quanto “sia magnifico Riccardo”! Schifo. Bene! Ambra sta venendo qui! Schiacciatemi!              <<  Ehy!  >>. <<  Ehy!!!  >>. Sembro la moglie di quello sul campo da tennis.  <<  Ti senti bene?  >>. Sinceramente?No! <<  Sì perché?Tu come stai?  >>. <<  Ti vedo un po’ … strana. Io?Benissimo!  >>. <<  Ehm … nulla,penso  >>. <<  E so già a cosa  >>. Lo sta dicendo con quella voce seria. Oddio!Mi può leggere gli occhi adesso?!  <<  Ehm … ovvero?  >>.  <<  O a Lorenzo o qualcuno che ti piace ma che non sopporti  >>. Ti è passato per la testa che potrebbe essere quel deficiente del tuo ragazzo?!  <<  Risposta errata. Sto pensando ad uno che si chiama Armando  >>. Le si illuminano gli occhi poi pare un po’ delusa.  <<  Non me l’hai detto …  >>. Perché tu mi hai detto in anticipo di Riccardo?. <<  è successo ieri sera  >>.  <<  Esiste il cellulare Isi …   >>.  <<  Era scarico e Amy mi ha rotto il caricabatterie  >>. <<  Tutte ieri,ma guarda un po’!  >>. <<  Ambra che cazzo ti prende?  >>. <<  Mi da fastidio che non mi dici le cose importanti per te!  >>. <<  Sì perché tu invece sei la santa di turno eh?Me l’hai detto di Riccardo?Naaaaah!Risposta errata!Mi hai fatto rimanere come uno stoccafisso!Oltre la grande figura di merda che ha fatto la mia faccia nel vedervi,adesso vieni anche a lamentarti?Ringraziami piuttosto che non ti ho ancora strappato i capelli!  >>. Stiamo urlando ed è entrata la professoressa d’inglese. Il casino che fanno gli altri sopperisce le nostre grida. Guardiamo la cattedra,poi ci fissiamo a vicenda e per tutta l’ora,stiamo in silenzio.
Torno a casa,è venuta mia madre a prendermi,sono stata con Ambra solo alla prima ora,a ricreazione mi sono messa a sentire l’Ipod disegnando sul mio quaderno e all’una ho trovato,mentre andavo alla fermata per il bus,mia mamma che mi aspettava appoggiata alla macchina. In tutta questa mattinata ho ritrovato il cellulare a casa,dove l’avevo dimenticato,esattamente sul letto di mia madre. Guardo il display,due nuovi messaggi. Il primo è anonimo: <<  Non mi hai ancora riconosciuto?  >>. Oddio! È il killer!Lo lascio infondo ai ricevuti,così quando riuscirà ad acchiapparmi,la polizia saprà dove ha nascosto il mio cadavere. Secondo messaggio: <<  Ho scambiato i libri per sbaglio, che stupido scusami! Quando ce li ridiamo?Tu hai il mio … ah sono Armando >>. Vado su dettagli messaggio:ricevuto alle 13 e 15. Gli invio subito la risposta.  <<  Ehy JCome vuoi non ho problemi J >>. Scendo a mangiare,sono scioccata,è proprio … wow!Mia madre si è accorta del mio buon umore,così ci ripensa invece di presentarmi pasta e lenticchie mette a fare il sugo per la “matriciana”. Non faccio altro che pensare a come può stare Ambra. A ricreazione è stata dura non andare lì,al suo banco e dirle ameno un  <<  Ehy  >>da pazza schizzata. Finito il pranzo,Nataline(mia madre)mi lascia da sparecchiare e sale in camera sua,controllo il telefono. Un nuovo messaggio: <<  Anche oggi possiamo vederci?  >>. Ma anche tutti i giorni,vorrei rispondergli!Invece …  <<  Ehm … sì sì nessun problema J >>.Mi risponde subito. <<  Okay a che ora?  >>. <<  Alle cinque e mezza,al campetto da tennis?  >>. <<  Mi sta bene J,a dopo allora  >>.Rispondo anche se non ne ho tanta voglia,sto già pensando a cosa mettermi. <<  A dopo  >>. Sparecchio senza rompere nulla. Corro in camera mia e svuoto l’armadio. Esco viva dopo due ore e mezza di ricerca. Mi ricordo che devo fare i compiti. Non li faccio,butto all’aria tutto e vado a truccarmi,sono le cinque meno dieci. Cazzo se faccio ritardo mi ammazzo. Il mascara,l’eyeliner e il lucido rosa pesca. Mi pettino,i capelli sono talmente tanto lunghi,sembra che non finiscono più!Si sono fatte le cinque e dieci. M’infilo le scarpe,la giacca a vento e volo giù dalle scale. Apro la porta. Mi fiondo fuori e ho dimenticato di prendere il suo libro. Mi sento un’idiota!Sono un’idiota!
Le cinque e un quarto:sto cercando il suo libro. Le cinque e venticinque:sto correndo al campetto. Le cinque e mezza:lui è già lì. Le cinque e mezza e un secondo:sto per svenire. Le cinque e mezza e due secondi:inciampo nei miei stessi piedi e cado a terra(o meglio nell’erba). Sta vendendo verso di me,con quei suoi occhioni verdi mi dimentico che sono stramazzata a terra. Mi da una mano ad alzarmi.  <<  Grazie  >>. <<  Figurati  >>. Mi sorride e a me non esce un sorriso raggiante,bello,insomma a trentadue denti,è più un sorriso da paresi.  <<  Ti va di fare un giro?  >>. Come mi è venuto in mente di chiederglielo? <<  Certo,ma pensavo che te lo dovessi chiedere io  >>.  <<  Non è mai troppo tardi  >>. <<  Vuole uscire con me ora Miss?  >>. Facendo la faccia sorpresa gli rispondo.  <<  Sarebbe un piacere Sir  >>. Rigirandomi verso la strada lui aggiunge: <<  Che linguaggio Miss!Così adatto alla vostra personalità!  >>. Senza voltarmi verso di lui,gli mostro il dito medio e continuo a camminare. Sta ridacchiando piano in modo che io non lo possa sentire. Le farfalle nel mio stomaco iniziano a plasmarsi in una sottospecie di liquido dolce sentendolo ridere. Ora lui è vicino a me e come ieri ha difficoltà a mostrare cosa prova . Ma cosa prova?Sto confondendo tutto? Mi sento così triste adesso per aver fatto questo ragionamento. Mi afferra la mano e mi fa voltare dalla sua parte.  <<  Ehy scusa non ti ho neanche salutato  >>. Mi bacia su una guancia e poi sull’altra. Si è fermato talmente tanto vicino alla mia bocca che sento il suo respiro. Si avvicina e mi da un altro innocente bacetto sulla guancia. Quando me ne sta per dare ancora uno sulla guancia di sinistra io faccio per spostarmi. Sussurro.  <<  Eh appunto  >>. E tutto accade in così poco tempo,non riesco a contare neanche i secondi. Mi bacia. Mi bacia,ma sono talmente tanto scioccata che non me ne accorgo quasi!Ho gli occhi aperti e … oddio lui è fantastico!Cerco di calmarmi serrando gli occhi. Sa di qualcosa di strano. Mi sento come se non potesse accadermi nulla quando c’è lui. Mi viene da svenire,davvero è così … strano!Ma dopotutto lui lo è,come negarlo?!

span>Nod�Io���`B� style='mso-spacerun:yes'> >>.<<  Notte Armando  >>. Se ne va,camminando tranquillamente, con le converse bianche a righe nere,pantalone nero,la felpa dello stesso colore,i capelli castano chiaro scompigliati e le mani nelle tasche. Varco la porta. Sono le otto,puntuale per la cena. Salgo in camera mia,butto la borsa sul letto e annoto sul diario la data. Continuerò a scrivere dopo mangiato. Mi guardo allo specchio c’è qualcosa d’indecifrabile,sembra che sto per morire però con felicità. Sono bianca cadaverica e ho gli occhi che tradiscono su come è andato il mio pomeriggio. Poso il cellulare sulla scrivania e scendo a cenare.Mia madre ha ragione,sono un libro aperto.

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Capitolo 4
*** Polvere ***


Polvere
Cosa c’è da dire su una felicità illesa? Sapete è difficile anche solo essere allegri. Vuoi proteggere il tuo stato di benessere,ne sei talmente tanto preso che pensi che tutto sia idilliaco,anche se intorno al tuo corpo accadono ovunque piccole guerre. E poi si ci dimentica di rendere felici quando si è - effettivamente prigionieri della propria gioia - gli altri. Penso questo mentre la pioggia cade affianco al mio braccio. Neanche mi sfiora,il vetro protegge anche dalle piccole innocenze concesse al cielo. Mia madre è via stamane. Sono sull’autobus e i ragazzi qui strillano,penso a tutti i modi per mutilarli uno ad uno con sadismo, scivolo fuori dal mezzo di trasporto,che con un affaticato sbuffo prosegue la sua corsa. Le gocce di pioggia arrivano,veloci,mi toccano e si espandono. Arrivo a scuola. E lui è lì. La vocina in fondo a me grida,la schiaccio sotto il peso della rabbia e proseguo. Al chioschetto vado sola. Stare soli non fa male,ma quella vocina è dentro me,non c’è modo per sfuggire alla sua voglia di ferire. Arrivo quasi trascinando i piedi,su quelle che due settimane fa erano foglie,ora sono diventate poltiglia scivolosa. E lei che ordina un cornetto con la nutella e una cioccolata calda,mi fissa dal chioschetto. Ambra odia la cioccolata calda!Continua a puntare gli occhi su di me,poggiando le sue labbra rosee sul bicchiere di plastica. Mi fissa e beve. Mi muovo a disagio ma riesco ad arrivare al bancone dove stanno servendo Ambra. << Un cappuccino e cornetto alla cioccolata. Grazie >>. Mi servono senza battere ciglio. Prendo ciò che ho chiesto e sparisco. Lui è ancora davanti a scuola e mi guarda,senza pudore,senza pietà per la mia povera mente. Premo più forte i paraorecchi per far ammutolire la vocina.
<< Esponga la lezione signorina Alasia >>. La professoressa pretende che io le dica cosa esprime la caccia nei Promessi Sposi,esattamente la lezione che avevamo interrotto io e Ambra. Che m’invento?!<< La caccia esprime … la … sopravvivenza! >>. La professoressa mi fulmina e con fare sinuoso scende dalla cattedra. Cazzo. << Alasia nonostante lei sia arrivata in ritardo due settimane fa,saltando la parte più importante della lezione,non può giustificarsi. Come tutti i suoi compagni lei doveva studiare!STUDIARE è una parola troppo difficile,signorina Alasia,da comprendere?! >>. Oggi la prof. indossa il mio tailleur preferito verde menta,perché non ho studiato?Mi sento una schifezza. << No,non lo è. >>. Rispondo debolmente mentre lei passeggia fra i banchi tranquilla. << Allora suppongo che se io la chiamerò nuovamente domani lei mi esporrà  per filo e per segno tutto ciò che ho detto riguardo “I Promessi Sposi”,non è così? >>. Si abbassa gli occhiali dal naso e cammina verso il mio banco. Come faccio a studiare tutto oggi?<< Sì certo,professoressa >>. Di solito studiavo con Ambra italiano. Sembra passata un’eternità. Bussano alla porta.<< Avanti >>,dice la prof. << Prof. buongiorno,posso chiedere alla classe un libro di chimica? >>. Ambra si agita sulla sedia mentre il ragazzo le sorride calorosamente. Indovinate chi è?<< Certo Iori,chieda pure >>. << Chi ha un libro di chimica qui? >>. Iole prende il tomo da sotto al banco,lo agita ed esclama:<< Io! >>. Il ragazzo viene verso il nostro banco. << Grazie >>,dice. Iole ribatte:<< Prego Richy >>. Sì è Riccardo!Non mi toglie gli occhi di dosso,nonostante Iole abbia la camicia più scollata che paparino le poteva comprare,Riccardo continua ad osservarmi. Prende il libro con distrazione. Lo guardo dritto negli occhi. Cosa è quel pizzico di luce che … la prof. interrompe me,i miei pensieri ,Riccardo,i nostri sguardi … << Iori ora che ha finito può andare cortesemente? >>. << Certo mi scusi prof. Grazie per il libro. Arrivederci >>. Parla mentre attraversa la classe,prima di chiudere la porta mi lancia un ultimo sguardo e poi basta. Ho la testa abbassata,Iole mi starà imprecando contro,i miei compagni di classe chiacchierano fra loro ,le ragazze evidentemente fanno fatica a credere che Riccardo mi stava osservando,così m’ignorano e s’iniziano a fare le unghie di nascosto. Ambra ha il sorriso a trentadue denti. Ma nessuno si è accorto di niente?Forse me lo sono immaginato.
 Passo il pomeriggio a studiare. Armando non mi manda neanche un messaggio. Per ripicca inizio a scrivere il nome di Riccardo su ogni foglio che mi capita davanti. Mi sento stupida. Senza neanche pensarci inizio a disegnare un occhio,delle ciglia e così  via. Appoggio la matita sul tavolo. Coloro solo gli occhi di un blu oltremare,il resto lo lascio in bianco in nero. Rigiro il foglio tra le mani. Mi arriva un messaggio di Armando. Mi sento in colpa,il ritratto che ho fatto è Riccardo.
<< Ci si vede stasera?:) >>.Mi sento sempre più stupida. Se ne esce con queste frasi snervanti alle sette di sera!Nonostante tutto ciò che mi frulla per il cervello rispondo un “sì”secco. Inizio a preparare la cena per mia madre che torna dal viaggio. Le scrivo un post-it con grafia svolazzante e mangio qualcosa prima di iniziare a vestirmi. Armando nel frattempo mi ha chiesto dove volevamo incontrarci e io gli ho detto sotto casa mia.
Armando è qui fuori. Finisco di farmi la coda. Scendo le scale e apro la porta. Non ho messo granché addosso:una maglia nera a maniche lunghe,un jeans,le converse,un filo di matita nera … in effetti sembro uno zombie. Lui mi guarda e mi sento in imbarazzo,mi sento trafitta dai raggi X. << Ciao >>. Mi dice. << Ciao … >>. Prendo il giubbotto ed esco chiudendo a chiave. << Come va? >>. È a disagio quando apre bocca … perché?<< Bene a te? >>. << Bene >>. Siamo sul marciapiede che porta al campetto,non riesco a non parlare. << Ma che hai?! >>. Sbotto. Si ferma e si volta verso di me tranquillamente,con fare indifferente mi risponde:<< Nulla >>. Faccio altri due passi. Mi fermo. Mi giro e cammino verso casa a passo svelto. Mi viene dietro. Mi afferra il polso con delicata forza. << Non ti fai sentire per tutto il giorno,fai l’indifferente … cosa vuoi ancora?! Non ho tempo da perdere con gli stronzi,ne ho già perso abbastanza di tempo. Non so neanche se stiamo insieme veramente! Non so neanche cosa provi … lasciami stare >>. La mia voce era una saetta attraverso il fuoco,ora si è affievolita e caccia solo un po’ di scintille. Mi attira a sé e tenta di baciarmi. Mi scosto. << Non risolvi niente così! >>. << Mi dispiace ho avuto da fare,se no ti avrei scritto!Mi sei mancata e ho appena avuto una notizia …  >>. Sospira con occhi afflitti. << Orribile >>. Mi sento in colpa. << Che notizia?? >>. << La mia ex,Eva,è in .. coma >>. Riesce finalmente a dire. Sono incazzata,frustrata o che altro?La ex … fantastico!<< E … sei andato a trovarla? >>. Alza finalmente lo sguardo dall’asfalto. << No >>. << Perché? >>. << Ho paura >>. Gli sto cavando le parole di bocca con le pinze,le butterei volentieri a terra e lo lascerei nel suo volontario mutismo. Ma non lo faccio,se no non sarei Isi. << Di cosa? >>. << Di … provare ancora qualcosa per lei >>. << Ma scusa non l’avevi lasciata tu? >>. << Sì ma … >>. Mi sento cadere un passato irrisolto addosso,schiacciata come una formica. In questo mondo io posso fare la differenza. Una goccia in un oceano,certo,ma se sono solo un ripiego … non sono neanche una goccia in uno stagno. << Okay ho capito … >>. Non parla,non spiega,non mi bacia,è fermo. Tremo. << Mi dispiace,anche se questo non risolve il problema >>. Si limita a fissarmi. << Torno a casa. Vai a trovare Eva domani,non ti preoccupare per me,starò bene >>. Non è vero … << Ci vediamo quando esco dall’ospedale? >>. Mi fa un sorrisetto malinconico. Vorrei vederlo tutti i giorni,basta che mi faccia vomitare il pensiero di Riccardo dalla mente,basterebbe non essere un ripiego. Ma tutti noi dobbiamo accettare la sconfitta,prima o poi. << No,non ci vedremo >>. Rispondo con una voce che non m’appartiene. << Allora quando? >>. << Non lo so >>. Passa il vento,il temporale su quelle distese d’erba che sono i suoi occhi,poi tutto si brucia,un ultimo calore. Cenere. Se ne va aiutato dal buio. Se ne va con il mio carattere ghiacciato fra le mani,con il mio orgoglio attaccato alla caviglia,con i miei arroganti sentimenti. Sento il brusio delle mie idiozie,il vento che trafigge i jeans per perforare la pelle,la gola tagliata da mille spine. Sento tutto questo nel rumore dei suoi passi,i suoi passi che mi lasciano indietro,non so più camminare,qualcosa mi cade ai piedi:la foto di noi due che avevo fatto sviluppare. Freddo. Andrò via. Ora voglio sentirlo ancora qui,adesso non penserò. No,da oggi non penserò mai più. Non c’è. Lui è via … io non sarò Penelope d’Ulisse. Non tesserò nessuna tela. Mi limiterò ad assistere agli eventi che mi capiteranno,per sbaglio,per fortuna. Sarò solo carne,niente ossa,niente anima.
Arrivo a casa. Salgo le scale. Mia madre dorme. Entro nella mia camera. Tolgo i vestiti dal letto. Mi guardo allo specchio:straccio. M’infilo il pigiama. Entro nel letto. Accendo la luce sul comodino. Guardo le pareti. Mi giro verso la finestra. Osservo le piante che dondolano al vento. Spengo la fioca lucina. M’infilo sotto le coperte. Mi arrivano fin sopra la testa. Respiro. Respiro sempre più forte presa dai ricordi che entrano irruenti. Le lacrime finalmente mi accarezzano le guance. I singhiozzi arrivano e devo soffocarli con il cuscino. Piango poco. Le onde si ritirano dentro il mio stomaco. E lì continua la guerra.
Sono le sei e mezza di mattina. Sono più stanca di quando sono andata a dormire. Tra mezz’ora devo alzarmi. Inizierò a togliere la polvere calata sulla solitudine che m’ha lasciato da sedici giorni. Troppa intensità nell’amare,in due settimane,una persona fantastica. C’è qualcosa che mi manca. Ma cosa?!Non riesco a capacitarmene …

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Capitolo 5
*** Caffè ***


Caffè
Eccomi. Carne imbrattata di mascara,fondotinta e burro cacao al miele. Stivali,leggins e cappotto lungo (il più bello che ho:verde scuro con i bottoni neri). Oggi sono estranea a ciò che sono,oggi sono più attaccata a ciò che sembro. Sento i fischi dei ragazzi del quinto dietro. Chiunque cammini per questa scuola abbia dei tacchi,respiri e sia femmina udirà i fischi di quelli del terzo,ma oggi addirittura quelli del quinto … wow!Adesso sarò odiata da tutte. Arriva Lavinia e rovina i miei cori di gloria. Cazzo quanto la odio. Se la crede solo perché è bionda(con gli occhioni verdi che sbatte immancabilmente a Flavio,uno del quarto),agita i suoi bracciali pendenti  presi ovviamente da Tiffany,e quel profumo di lavanda che le aleggia intorno,ogni volta che fluttua sulle sue cavigliette secche. Ma oggi non farò caso a lei. Guardo dove metto i piedi,piuttosto. Il cappuccino è bollente. Entro in classe e Riccardo bacia Ambra appena mi intravede sulla soglia. Non m’importa di lui. Arrivo al mio banco e vedo Iole che sta leggendo un libro. Poso il cappuccino e aggancio il cappotto sull’appendiabiti. Un po’ stordita dalla visione di Iole tutta presa dalla lettura,torno al mio banco e mi ci siedo accanto. << Che leggi? >>. Alza la copertina del libro per farmi vedere il titolo. Ripeto con voce alta. << Dracula di Bram Stoker >>. << Esattamente >>. Sconvolta. << Non sapevo ti piacesse leggere! >>. Ridacchia. << Bè neanche a me fino a che non ho iniziato a leggerlo >>. Oggi non m’ignora. Oggi siamo gentili in due. << A che capitolo sei arrivata? >>. << Il nono >>. Chiude il libro ed inizia a parlare del perché le piace tanto Dracula. Suona la campanella e la prof. entra in classe. << Ma oggi devi essere interrogata? >>. Cazzo me ne ero quasi dimenticata. << Ehm … sì >>. << Condoglianze >>.
La professoressa non mi ha interrogata. Ho aspettato per tutta l’ora,con l’angoscia che tentava di strapparmi la pelle. Sono delusa,arrabbiata e confusa. Perché non mi ha interrogato?!
E questo giorno passa,insignificante come gli altri,fra i libri e il cellulare che vibra,respirando aria umida e vedendo cadere le foglie. Mia madre è ancora a lavoro. Io sono ancora qui ad aspettare un segno della virtù umana,ma si sa:la speranza è la prima ad ingannare. Ambra è felice con Riccardo. Io sono felice per lei?è questa la domanda a cui non so rispondere. Questa domanda che ha eguali pro e contro,questa domanda che vaga nella mia testa quasi da tre settimane. Armando sarà finalmente felice?Io sono abbastanza felice di questa mia sopravvivenza?Ci si arrangia con quel che si ha,si arrangiano i sentimenti,si aspetta che ci cada qualcosa dal cielo,qualcosa che non arriva quando ce ne è bisogno,bensì ci piomberà addosso quando sarà superfluo. Pioggia. Pioggia. Pioggia. Pioggia. Pioggia. Pioggia. È mezzanotte e mia madre è placidamente addormentata nel suo letto. Pioggia. Pioggia. Pioggia. Non dormo. Pioggia. Pioggia. Pioggia. Che ore sono?Pioggia. Pioggia. Pioggia. Devo dormire. Pioggia. Pioggia. Pioggia. La sveglia suona. Pioggia terminata. Sonno scaduto. Stanchezza da seppellire sotto le macerie di un altro giorno. Uh guarda … piove.
Arrivo in classe,ci ho messo tanta buona volontà stamattina per coprire le occhiaie violacee. << Buongiorno >>. Iole mi sorride. Ricambio ma capisce che c’è qualcosa che non quadra. << Stai bene? >>. Sembra che da ieri ad oggi siamo diventate amiche. Strana la vita. << Non tanto,la notte l’ho passata in bianco. E tu? >>. All’inizio sembra essere scioccata di quanto le ho appena detto poi torna a sorridermi con gentilezza. << Non c’è male,sono preoccupata perché oggi ho l’interrogazione di spagnolo,l’ennesimo tre >>. Prima che riesco ad aprir bocca,mi fa un'altra domanda. << Perché non hai dormito? >>. << Con spagnolo se vuoi ti do una mano,per oggi non c’era niente di complicato … >>. Non rispondo al perché non ho dormito,però Iole non ne fa un problema e mi scrive il nome di un’erboristeria. << Ecco vai qui,puoi trovare,se anche a te fa schifo la camomilla,la melissa e roba varia,così dormi meglio >>. << Grazie >>. Accenno un sorriso,sono stanca anche per sorridere. È stato gentile da parte sua. Forse non è tanto male come credevo,forse ha anche lei il classico problema di venir giudicata in base a come si presenta. Siamo state indifferenti per un anno intero,solo ora la inizio a conoscere. Ribatto:è strana la vita.
Subito dopo l’interrogazione di Iole,(andata molto bene),fisso per l’ennesima volta la schiena di Ambra. Possibile che è così forte da non girarsi neanche una volta,neanche di sottecchi,a guardarmi?!Non gliene è mai fregato niente di me in nove anni?Nove anni di sfruttamento per uscite,lamentele,cazzate. Tutte stronzate,il nostro legame è stato una stronzata. Io sono una stronzata,come il suo ragazzo. Fanculo Riccardo hai rovinato tutto.
Esco dall’aula all’intervallo,mi sento messa in una scatola lì dentro. Mi porto dietro anche Iole. Uscendo di fretta dalla classe vado a sbattere contro qualcuno. Qualcuno che conosco da un sacco di tempo. L’amico di Fabio. Ma stavolta lo vedo davvero. Mi guarda quasi sorpreso. << Scusa! >>. Dico debolmente. Cambia direzione dello sguardo e vede Iole. Lei lo saluta per prima,spavalda come sempre. << Ciao Daniele! >>. << Ciao Iole >>. E poi mi rivolge di nuovo la sua attenzione. << Ciao Isi …  >>. Quel tono di voce mi fa rabbrividire,mi manda in tilt il cervello. << Ciao Daniele …  >>. Mi parla come se fossimo solo noi due e io inciampo nelle sue parole,nel colore dei suoi occhi. << Come stai?è da un sacco che non ci sentiamo >>. << Bene e tu piuttosto?Come va con Rachele? >>. La mia voce suona come un tacco su un pavimento di marmo,scandisce il tempo,fa un piccolo rimbombo e poi è la volta di un altro passo. Tac,tac,tac,tac. << … Rachele si è trasferita in un’altra città e adesso è con un altro,suppongo >>. Il senso di colpa mi assale,ma non faccio in tempo ad aprir bocca che lui mi ferma con un gesto della mano. << Non c’è bisogno che dici niente >>. Iole se ne va per il corridoio diretta verso un paio di ragazze della 5B. Io mi volto giusto in tempo per vedere che mi sorride e mi fa segno dicendo:<< Ci vediamo dopo >>. Io e Daniele per qualche mese siamo stati molto uniti,era un migliore amico fantastico,è così che ho conosciuto Fabio. Un giorno di pioggia ero uscita,non vedevo l’ora di prendere il solito cappuccino con Daniele,dovevo raccontargli della mia figura penosa che avevo fatto in un negozio. Quando sono arrivata era tutto come al solito,io,lui e il caldo accogliente del bar. Indossavo il mio maglione preferito viola e lui con i miei jeans preferiti neri,quelli con la catena a pendente. Parlavamo del più e del meno,io ero sempre felice di sentirlo,mi faceva ridere e sapeva capirmi. Io speravo di essere una buona compagna di sventure per lui. Non volevo essere nient’altro,era fidanzato,appunto con Rachele e quel fottuto giorno arrivò anche Fabio al bar. Era l’amico di Daniele,quello che mi voleva presentare da un sacco di tempo. Fabio sbriciolò i rapporti,(oltre che fra me e lui),pian piano anche fra me e Daniele. Non ne seppi mai il motivo,ancora oggi ne sono all’oscuro. La campanella sta per suonare,so che ci vedremo ancora per ogni giorno,rinchiusi nella forzata cultura di questa scuola,ma questo momento mi risulta essere l’ultimo,così gli dico:<< Oggi che fai? >>. Mi guarda con occhi pieni di luce. << Niente e tu? >>. << Niente >>. << Mi stavi per chiedere di uscire? >>. << No,era solo per curiosità >>. << Alle cinque al solito bar? >>. Mi sorprende e non ce la faccio a dirgli di no. Daniele quando c’è non ti fa venire i rimorsi di non esserci stata. Daniele quando non c’è è come quando ti mettono in punizione. Daniele oggi sarà il mio pomeriggio.
Arrivo a casa. Finalmente soddisfatta di qualcosa. Finalmente soddisfatta di me. Mangio e vado dritta in camera mia. Stranamente,faccio i compiti di matematica e mi riescono anche. << Isi? >>. È mia madre appoggiata con una mano sullo stipite della porta. Mi volto dalla scrivania. Quanto sono cresciuta?Lei per me non cambia mai. È sempre la stessa,con i capelli corti lisci,castani e gli occhi quasi color grano. Ed io?Come sono? << Dimmi mamma >>. << Che succede?Qualche cosa di bello? >>. Ridacchio. È troppo curiosa,non riesce a trattenersi mai. A volte è positivo,altre volte vorrei evaporare. << Sì mamma,oggi esco con Daniele. Te lo ricordi? >>. << Sì,ma non mi stai dicendo la cosa più importante >>. Alzo il sopracciglio. << Ovvero? >>. << Ti piace o no questo benedetto ragazzo? >>. Mi piace?<< No …  >>. O almeno penso che non mi piaccia,insomma ... perché mi deve piacere per forza?! << Sicura?Non ne sembri convinta >>. << Mamma ma io non gli piaccio!E poi sta ancora pensando a Rachele … >>. << Io ho chiesto se piace a te … e questa è la conferma:ti piace >>. Roteo gli occhi. << No mamma,siamo solo amici! >>. << Va bene >>. Prima di chiudere la porta aggiunge:<< Tanto ho ragione io >>. Ridacchia e se ne va. Mi lancio disperatamente sul letto. Mi piace?
Sono le tre,ma scelgo già cosa mettermi per uscire. Una maglioncino leggero blu,il mio jeans preferito e le converse nere. Mi stendo di nuovo sul letto con un nuovo libro in mano:Invisible Moster di Chuck Palahnuik. La lettura mi prende e si fanno le quattro e mezza. Mi metto il mascara e la matita blu. La giacca di pelle nera e la morbida sciarpa (sempre blu). Esco dalla porta. Mi sento stranamente tranquilla. Mi sento come una distesa limpida d’acqua cristallina,senza onde,senza problemi. Finalmente il rumore dei passi m’appartiene. La strada scivola facilmente sotto i miei piedi. Tengo il ritmo incalzante. Ho un po’ freddo,ma non importa. Sono quasi arrivata. Non guardo nessuno in volto,le facce passano se non sono la sua:quella di Daniele. Daniele:il ragazzo dagli occhi color caffè. Daniele oggi è la mia via di fuga. Daniele odora di gardenie. 

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Capitolo 6
*** Germogli rossi ***


Germogli rossi
 

 

Aspetto davanti al bar. Cerco di distrarmi pensando al tatuaggio che ho sulla schiena,alle sue linee e colori. A come sono riuscita a convincere mia madre per averlo.
 È sempre stato puntuale. Non capisco.
È passata mezz’ora e lui ancora non c’è …
Mi arriva un suo messaggio:<< Scusami,non posso venire >>.
Avete presente quell’ansia che vi assale prima d’un interrogazione per la quale avete studiato?Bene,quell’ansia appena ricevuto il messaggio ha continuato ad esserci,mentre e dopo aver letto quello che mi era stato appena inviato. Forse piango … forse nessuno vede le mie lacrime,è strano,me le sento nella gola che scendono verso lo stomaco. Ci volevo credere. Volevo crederci al fatto che avevo una melodia dolce in testa,che quell’angosciante ossessione per Riccardo fosse sparita all’arrivo di Daniele. Volevo credere al fatto che se voglio,posso essere una ragazza fantastica. Volevo crederci alle seconde opportunità. Volevo credere al fatto che si riesce a sentire l’odore del legno,senza dover per forza entrare in falegnameria. Volevo credere al dolce sapore dei lamponi senza averli mai assaporati. Vogliamo credere tutti a qualcosa che supponiamo,ci possa capitare nella vita. Camminando di nuovo verso casa,volto l’angolo,c’è Daniele e Fabio…?! Ma cosa?! Mi nascondo. Nessuno dei due mi ha ancora vista. Daniele non alza lo sguardo da terra. Fabio lo guarda quasi con schifo. Daniele finalmente torna a fissare Fabio,questo gli sventola davanti un po’ di soldi,Daniele li guarda e si gira dall’altro lato con la testa. << Daniele,ti servono questi soldi non è così?Bene. Gli avrai se cancellerai,per sempre dalla tua vita,Isotta >>. Quando pronuncia il mio nome fa quasi paura,lo spezza in due parti e la “T” sembra un colpo su una superficie solida:Tta,Tta,Tta. Daniele rigira la testa verso il suo ex-amico. I suoi occhi … fra quanto li potrò rivedere ancora?Perchè sta succedendo tutto questo? << Non puoi farmi questo! >>. <<  C’è qualcuno che sarebbe disposto a darti una somma simile?  >>. Daniele ci pensa un po’ su. << Nessuno …  >>. << Devi fare come ti dico io,Daniele. Potrai ripagarmi quando vorrai,ma Isotta deve sparire dalla tua vita,chiaro?Qualsiasi cosa facciate io la verrò a sapere >>. << Chiaro. Okay. Dammeli. >>. Fabio non si fida tantissimo eppure glieli da. Sono in una via di cui il nome è quasi del tutto cancellato ed è un vicoletto quasi buio,qui nessuno dovrebbe vedermi. Continuo a guardare quella scena strana che si svolge davanti a me. Daniele prende i soldi e se li mette nella giacca. Fabio va verso sinistra,evidentemente diretto verso casa,mentre Daniele viene da questa parte. Oddio e se mi ha vista?! Che gli dico adesso? Ho una faccia sconvolta? Devo mentirgli. Sfortunatamente per me non ho tempo per i giochetti,Daniele ora che è venuto più vicino ha capito che c’è una persona che lo osserva. Appena passa lo prendo per la maglia e lo sbatto delicatamente contro il muro,tappandogli leggermente la bocca con la mano. Sono io la prima a parlare:<< A cosa ti servono? >>. Pesco i soldi dalla sua giacca. Glieli sbatto quasi in faccia per quanto gli sto vicina. Sento il suo respiro caldo fondersi con la mia pelle gelida. << Perché devi lasciarmi perdere?Voglio delle risposte >>. << Non posso dartele >>. << Perché? Per Fabio o perché non mi vuoi più nella tua vita? >> . Mi guarda attonito. Nel frattempo io mi sono scostata. Lui trova quella distanza che ci divide,ne approfitta per scansarmi sul lato destro. << Ciao Isi >>. Cammina e sta per uscire dal vicolo. A testa bassa,le parole mi escono in un sussurro che il vento gli trasporta. << Ti prego … non voglio perderti ancora >>. Lui si gira e nello stesso momento io alzo gli occhi. Inizia a piovere. Lui torna indietro,io faccio due passi in avanti. Ci guardiamo per un attimo. E sento che ogni cosa che non ci siamo detti,ora non importa. Sento che tutto quello che dobbiamo ancora dirci,sarà più avanti. Ma adesso lui è qui e a me stranamente non va di parlare. Mi abbraccia. La mia tensione evapora e non sentiamo neanche più freddo. Non sento il cuore battere ed il suo,invece,è a mille. Non sono mai riuscita a fingere che lui non esistesse.
Dopo l’abbraccio lui torna a guardarmi. << Mi sei … mancata >>. << Anche tu >>.
Gli passo davanti e gli faccio cenno con la testa di seguirmi. Sbianca all’improvviso.<< Ci vedranno … >>. Mi volto.<< Chi?Fabio? >>. << Già … >>. << Andiamo a casa mia >>. Rimane interdetto poi dopo poco si rianima. << Okay >>.
Casa mia è qui vicino,passiamo per il campetto da tennis. Mi viene in mente Armando. Daniele si accorge che ho la testa altrove e mi chiede cos’ho,lo liquido con un << Niente >>ed arriviamo sulla soglia di casa. Apro la serratura. Entriamo. Premo l’interruttore della luce ma deve essere scattata la corrente. Riesco ad accendere  una lampada a pile e qualche candela. << Vuoi qualcosa da bere o mangiare? >>. << No,non preoccuparti >>. << Scusa l’unico modo per far luce è questo … >>. << Davvero stai tranquilla,non c’è problema >>. Mi tolgo la sciarpa blu e la giacca ,rimango con il maglioncino che mi scopre leggermente la spalla. << Vieni ti faccio vedere la casa,non è chissà quale giro panoramico eh! >>. Ridacchio e lui assieme a me. Gli faccio vedere ogni stanza,ma l’unica camera che manca è la mia e con imbarazzo apro la porta. Le pareti rosse sono tappezzate dei miei gruppi preferiti e i vestiti,in poche parole,fanno da letto. << Wow … la mia è peggio >>. << Mi stai sfidando? >>.Mi avvicino al “letto” di vestiti,alzo qualche maglia ed esce fuori Amy facendo le fusa. A Daniele cede la mascella,facendo un espressione da pesce lesso. Gli passo vicino e gli serro la bocca con la mano. << Attento ci entrano le mosche >>. Inizia a ridere. Vado verso la scrivania e poso la borsa cercando qualche altra candela per far luce. Ne trovo una all’aroma di mela,prendo l’accendino che è nel cassetto. La fiamma mi scotta e faccio appena in tempo a posare la candela. << Cazzo!!!! >>. Ritraggo il pollice di scatto e chiudo la mano. Daniele che stava guardando la mia pila di CD,ora è al mio fianco. << Che …? >>. << Sono un idiota!!Mi sono bruciata! >>. << Fammi vedere >>. Mi prende la mano e cerca di vedere quanto mi sono bruciata … mi sfiora il pollice. Alzo gli occhi di scatto ed i suoi s’incrociano con mi miei. Sento le guance infiammarsi … distolgo lo sguardo. << Allora ehm … che hai scoperto d’interessante fra i miei CD? >>. << Tristania,Placebo,Metallica,Evanescence … ma non capisco mi dicevi di non ascoltarli i Bullet For My Valentine >>. << Sono il mio gruppo preferito >>. << No non è vero il tuo gruppo preferito è … cazzo i Bullet sono il tuo gruppo preferito? >>. Mi guarda accigliato. << Sì lo sono >>. << E qual è il mio gruppo preferito? >>. << E io che ne so? >>. << … i Bullet >>. << Ma allora sei un … dai mi prendi in giro? >>. << Isi no che non scherzo! >>. << Dimmi la tua canzone preferita allora! >>. Mi avvicino alla pila degli album. << Hai anche l’ultimo disco? >>. << Ero la prima a fare la fila per comprarlo >>. Ride. << Okay allora Fever >>. Metto la canzone che mi dice,anche a me piace molto anche se non è la mia preferita. << Cause I feel your fever taking over … and you’re the remedy… >>. Canticchio. Daniele cammina per la stanza. << Ehy vado un attimo in bagno >>. Porto una candela con me. Mi guardo allo specchio,ma sono io?Metto il dito sotto l’acqua gelida. Fa male ancora. Esco dal bagno e torno in camera. Fuori ha fatto buio già da un bel po’ e sono quasi le sette. Trovo Daniele seduto sul letto,ha spostato tutti i vestiti sulla sedia e sta leggendo un pezzo di carta. Mio. Un mio pezzo di carta! Cazzo! Il mio diario … sono morta. Mi vede ed inizia a leggere ad alta voce una pagina di un due anni fa.
 
07-11-2010
Caro diario,
Daniele … cazzo Daniele. Lui è … non gli piacerò mai. Ma cosa dico … io ho Fabio! Fabio … Daniele… Fabio o Daniele … Daniele?Daniele e Rachele … Rachele. Alta e con gli occhi verdi … io?Che ne parliamo a fare … non serve.

 
 
Corro sul letto,cerco di strappargli il foglio di mano ma invano. Sto sulle ginocchia e lui è seduto,non riesco a farlo smettere di leggere.
 
 
Perché oggi mi ha lasciato senza il solito abbraccio? Se ne andrà? Rachele si sta pugnalando per la gelosia e così non vuole che io e Daniele ci vediamo?Che ha Daniele?Ho paura. Forse non ho mai voluto Fabio. Forse ho sempre voluto Daniele ed ora non voglio perderlo. Lui è la cosa più bella che mi sia mai capitata …
 
Si ferma finalmente. Mi riprendo il foglio. Mi metto seduta,lui non la smette di fissarmi ed io ho gli occhi incollati al suolo …
<< è stato tempo fa … non importa adesso >>. << E allora … >>. Si avvicina a me. Sto tremando. << Se non importa … perché tremi? >>. Stacco finalmente gli occhi dal pavimento per guardarlo. Con le dita mi sfiora prima la mano,il braccio e poi sale verso la spalla scoperta. << Perché fai il cretino?Smettila … >>. Ritrae la mano << Scusami. Ci sono delle cose che tu non puoi sapere … e questa situazione ne fa parte >>. Si alza e si dirige verso la porta. Scatto come una molla. << Ma la smetti di andartene? >>. Sta tornando indietro. È qui. Ho il suo viso a pochi centimetri di distanza. << Smettila … hai letto quello che provavo per te,ora voglio sapere tu cosa provi! >>. << Secondo te …? >>. Ho tante idee in testa … ma quale sarà quella giusta?Mi guarda con occhi da lupo affamato. Ho quasi paura,ma è Daniele … è lui … è qui. << Io non lo so! >>. << Mi piaci cazzo! >>. Io sussulto e lui mi afferra per la vita. In un filo di voce mi bisbiglia sulle labbra. << è da quando ci siamo conosciuti che mi piaci >>.
Mi bacia con tranquillità,senza foga. Mi stringe. Tremo. Ho le mani nei suoi capelli neri. Le sue mani salgono e scendono la mia schiena. Tremo. Mi bacia e non la smette. Mi toglie il maglioncino. Levo la sua maglietta. Tremo. Mi slaccia il jeans ed io faccio lo stesso. Mi guarda negli occhi e gli faccio segno di sì con la testa. Torna a baciarmi ma stavolta mi stringe ancora di più. << Sei sicura?Sono io … non qualcun altro >>. Mi stringe la mano. << Mai stata tanto sicura >>.
Torna a baciarmi e mi sussurra un ultimo:<< Vieni qui >>.
Non c’è nessun altra esitazione … lui … io,qui insieme. Calma apparente … e troppe emozioni per una sola persona.
 
 
Il lenzuolo e il piumone ci avvolgono … la luce delle candele non è paragonabile a quella dei suoi occhi,così calda e affascinante. Ho le braccia sotto cuscino,la testa poggiata su un lato e la schiena rivolta verso l’alto. Non riesco a dire come mi sento. Daniele è sul fianco e con le dita mi sfiora il tatuaggio che ho sulla schiena. Quel tatuaggio che sboccia sempre di più sulla mia schiena,con dei rami e dei germogli rossi appena nati.

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