Gelosia

di Lyla
(/viewuser.php?uid=1677)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Gelosia

Gelosia

Parte prima

 

Era tutto finito.

Pierrot era morto, e l’atmosfera che regnava nel luna park era stranamente irreale.

Come in un sogno, Spike, ferito, ma vivo, si allontanò silenziosamente, lasciandosi alle spalle il luogo della tragica fine dell’avversario.

Era ora di tornare al Bebop. La ferita al braccio stava sanguinando copiosamente.

Ormai era un dato di fatto: non c’era scontro da cui uscisse incolume, sia fisicamente che interiormente. Non si sarebbe mai aspettato che Pierrot in realtà fosse più qualcuno per cui provare pietà che un criminale da temere.

La vita da cacciatore di taglie era sempre così: lo faceva capitare nelle più impensabili delle situazioni, e lo costringeva a sfidare il rischio fino a quando non riusciva a tirarsi fuori dai guai per il rotto della cuffia. Ma del resto, c’era abituato. Aveva avuto a che fare con il rischio innumerevoli volte, fin da quando era entrato nel Red Dragon.

Vide una nave dall’aspetto familiare, e non fu sorpreso quando una voce femminile lo chiamò gridando, e pose fine a quell’opprimente silenzio. Faye gli venne incontro, con un’espressione incredula dipinta sul viso perfetto.

"Come diamine hai fatto a…"

"Torniamo al Bebop," tagliò corto Spike, sentendosi improvvisamente stanco, e lei lo fissò contrariata. Stava evitando il suo sguardo, e la ragazza si chiese cosa fosse successo.

"Non vuoi dirmi neanche come hai fatto a cavartela anche questa volta? Hai combattuto con quel criminale e ne sei uscito vivo!"

"Ormai dovresti saperlo. Ci vuole ben altro per abbattere uno come me," mormorò Spike, pensando improvvisamente a Julia e al fatto che erano passati tre anni da quando l’aveva vista per l’ultima volta.

***

La ferita che aveva riportato nello scontro con Pierrot si era quasi rimarginata, e Spike, disteso sul divano a bordo del Bebop, stava fumando una sigaretta con aria assorta.

Jet non era in giro, ma a giudicare dal rumore che proveniva dalla cucina, doveva essere al lavoro per preparare la cena.

Si augurava che fosse qualcosa di più commestibile delle solite patate, anche se sapeva che il cibo non sarebbe servito molto a migliorare il suo umore.

Ed si era appisolata beatamente davanti al computer in un angolo della stanza, e di tanto in tanto si agitava nel sonno, mormorando parole incomprensibili.

Spike si chiese se di solito le ragazzine dormissero così tanto. Ma Ed non era una ragazzina qualunque, in ogni caso. Notò che Ein era sveglio e che lo stava fissando con interesse, scodinzolando con allegria.

"Va’ via, Ein… essere fissato da un cane è l’ultima cosa di cui ho bisogno, in questo momento," borbottò il giovane, con espressione indolente, alzando gli occhi al soffitto. Il cane si allontanò con aria delusa e raggiunse Ed.

Spike si alzò per guardare lo spazio attraverso uno degli oblò della nave, con sguardo vuoto.

Erano passati anni da quando si era unito a Jet come cacciatore di taglie lasciandosi il passato alle spalle.

Eppure, ogni tanto, si sentiva assalire da una strana malinconia, e dalla nostalgia dei giorni felici che aveva passato con la donna che amava, quando ancora il Red Dragon era la sola casa che avesse e non immaginava minimamente che il futuro gli aveva riservato ben altro che una vita insieme a Julia.

Le stelle che aveva davanti agli occhi sembravano così lontane e incuranti di quello che aveva dentro…Aveva bisogno di stare solo per un po’. Voleva riflettere in pace, senza ragazzini, cani e donne che gli gironzolassero intorno.

Faye non si vedeva. Di sicuro stava facendo una doccia, ma niente gli impediva di pensare che forse, se fosse rimasto ancora lì a perdere tempo, lei sarebbe arrivata e avrebbe cominciato a irritarlo con domande fastidiose a cui non aveva voglia di rispondere.

"Io vado a fare un giro,d’accordo?" disse a Jet, quando, qualche minuto più tardi, salì a bordo dello Swordfish nel tentativo di allontanare quei pensieri opprimenti volteggiando nello spazio.

L’amico protestò. Ma come, proprio stasera decideva di andare a fare un giro, proprio quando lui aveva preparato una cena che finalmente non era a base di patate? Ma Jet non disse nient’altro, nè gli impedì di fare quello che voleva. Dopotutto, non era completamente estraneo ai tormenti interiori del ragazzo. E anche lui, in fondo, sapeva cosa significava essere abbandonati dalla propria donna…

***

Sotto la doccia, Faye si rilassava prima di raggiungere gli altri a tavola. L’acqua fresca che scorreva lungo il suo corpo le dava un grande sollievo. L’aiutava anche a riflettere meglio.

Nessuno poteva disturbarla, quando era sotto la doccia, anche se Spike l’aveva fatto una volta…non ricordava a che proposito. La ragazza si rese conto che stava pensando ancora a lui.

Nelle ultime settimane era diventato più cupo e irritabile del solito, o era una sua impressione? Aveva creduto che si trattasse di un malumore dovuto alla lotta con Pierrot, ma Faye aveva capito che c’era sotto qualcos’altro.

Quello di cui Spike non si rendeva conto, era il fatto che il suo stato d’animo stava tormentando Faye spingendola giorno dopo giorno a chiedersi quale fosse il suo problema. Perchè non ne parlava con nessuno?

Spike sembrava sempre assorto in chissà quali pensieri, e non parlava con nessuno. Forse, riflettè, era solo annoiato. Non c’erano taglie interessanti da un bel pezzo, ormai, quindi era comprensibile che avesse sempre quell’espressione indifferente stampata sulla faccia.

Sentiva uno strano desiderio di farsi avanti e di costringerlo a dirle cosa gli passava per la testa, ma forse non sarebbe servito a migliorare la situazione. Lui le avrebbe detto di farsi gli affari suoi e di togliersi dai piedi, ne era sicura…ma no, forse stava esagerando.

Ma da quando le interessavano così tanto i pensieri di Spike?

Ripensò improvvisamente al suo sguardo malinconico, e le venne una fitta al cuore. Non gliel’aveva mai detto, ma i suoi occhi le piacevano, e non poco. Avevano qualcosa di particolare. La colpivano nel profondo.

La giovane uscì velocemente dalla doccia. Più tardi, magari dopo cena, avrebbe scambiato qualche parola con lui. Forse si sarebbe finalmente data pace, se avesse scoperto cosa lo turbava tanto.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Parte seconda ***


Parte seconda

Parte seconda

 

"Che cosa? Se n’è andato?" esclamò Faye, quando vide che il giovane non stava mangiando con il resto del gruppo e chiese a Jet che fine avesse fatto. Lui fece un gesto noncurante con la mano meccanica.

"Cosa vuoi…è da un po’ che è piuttosto depresso. Un giretto gli farà bene, lo renderà meno irritabile. Ti confesso che non l’ho mai visto in questo stato," commentò, prendendo un’altra forchettata di insalata.

Faye crollò a sedere sul divano di fronte a Jet, con aria irritata e vagamente delusa.

"Hai una vaga idea di cosa gli è preso? Non è da lui, tenere quel muso," gli chiese spazientita. Ma Jet si limitò a scuotere la testa. La ragazza notò che stava evitando accuratamente di guardarla negli occhi.

Allora…sapeva qualcosa che a lei era totalmente ignoto. Gli si avvicinò, gli occhi verdi smeraldo stretti in due fessure.

"Senti un po’, non è che mi stai nascondendo qualcosa?"

"Non credo. Ma pensavo che sapessi di Julia," disse Jet in tono serio, con delicatezza.

Julia. Quel nome la attraversò come una scarica elettrica, e rimase impalata per un attimo. Improvvisamente, fu tutto chiaro. Non era la prima volta che lo sentiva, comunque. Allora c’era di mezzo quella donna...

Prima che potesse dire qualcosa, Ed lanciò un urlo lancinante e cadde sul pavimento. Le era andato di traverso un pezzetto di carota.

"Okay, d’accordo. La prossima volta niente insalata, va bene? Diamine, per una volta che cerco di preparare qualcosa di diverso…" commentò Jet mettendo via i piatti vuoti, ma Faye non sentì il resto della frase, mentre si allontanava senza dire una parola, il cuore in tumulto.

***

Quando Spike fece ritorno al Bebop, l’umore gli era decisamente migliorato. Era stata una buona idea fare un giro sullo Swordfish lontano da tutti e da tutto per un paio d’ore. Guidare la nave perso nell’infinità dello spazio faceva apparire i suoi problemi così insignificanti che non poteva che sentirsi meglio.

Il pensiero di Julia tornava a tormentarlo qualche volta, ma chissà perchè sentiva che in un futuro non molto lontano, le cose si sarebbero risolte. Erano giorni che era di cattivo umore, e aveva deciso di farla finita e di dare un po’ di sollievo agli altri. Era sicuro di averli trattati peggio del solito, ultimamente.

Lasciò la nave nell’hangar e, a stomaco vuoto, si diresse in cucina. Trovò dell’insalata che forse Jet aveva messo da parte proprio per lui, e dopo aver mangiato velocemente, decise di accendersi una sigaretta, prima di riposarsi un po’ sul suo divano preferito.

In giro non c’era nessuno.

Non si era ancora seduto, quando sentì un rumore alle sue spalle, e si voltò per vedere che Faye lo stava fissando con aria indispettita.

"Faye? Che ci fai qui?" le chiese senza nascondere il sincero stupore che provava vedendola apparire all’improvviso nel cuore della notte sulla soglia della stanza.

"Ti sei deciso a tornare, finalmente," gli disse la ragazza in tono di rimprovero. Spike le rivolse uno sguardo carico di perplessità.

"Ero andato a fare un giro. Perchè?"

Per un attimo, il silenzio cadde tra i due giovani. Faye non riusciva più a trattenersi. Doveva dirglielo, aveva aspettato fin troppo tempo per farlo.

"Non ti sopporto più!" gridò, dirigendosi a grandi passi verso di lui, la sua bellezza accentuata dalla rabbia e dalle forti emozioni che si agitavano dentro di lei in quel momento. Spike alzò gli occhi al cielo, sconsolato.

"Si può sapere che ti prende? Certo che hai un bel caratterino. Di questo passo, non troverai mai un uomo disposto a sopportarti," le disse con un sorrisetto allarmato, mentre lei gli si avvicinava così tanto da costringerlo a indietreggiare, la sigaretta ancora in mano.

"Vuoi sapere che mi prende?" esclamò Faye, bloccandolo alla parete. "Te lo dico chiaro e tondo, non riesco più a sopportarlo! Sono stufa di vederti fissare il vuoto! Se c’è qualcosa che ti tormenta, perchè ne parli solo con Jet e mi tieni all’oscuro di tutto?"

"Faye…se non ne parlo con te, è perchè penso sia meglio non farlo," rispose Spike freddamente.

"Mi credi una stupida? Lo so perchè non vuoi dirmelo! C’è di mezzo una donna, non è così?" ribattè lei. Spike era trasecolato. Faye Valentine, la cacciatrice di taglie più cinica che avesse mai conosciuto…gli stava facendo una scenata. Quasi non riusciva a crederci.

"La vuoi smettere? Stai esagerando," le disse in tono calmo, gettando via la sigaretta.

"Va bene, ho capito. Non ti chiederò di parlarne," sospirò Faye tristemente, allontanandosi da lui e fissando il pavimento, sconfitta. "Vorrei solo…che per una volta ti accorgessi che anche io sono una donna."

Spike rimase a guardarla per un secondo. Si rese conto di non averla mai guardata bene prima d’ora.

Gli occhi di un verde smeraldo erano fissi nei suoi, e capelli neri come l’ala di un corvo le incorniciavano delicatamente il viso. Il suo corpo mozzafiato era messo in risalto dai vestiti che indossava, e le sue labbra, rosse come il sangue, risaltavano su quel viso dalla pelle bianca e perfetta.

I due si fissarono per degli istanti interminabili. Le sue parole non erano state più di un sussurro, eppure non lo avevano lasciato indifferente. Qualcosa dentro di lui si sciolse.

Lei fece per andarsene, voltandogli le spalle. Si sentiva molto stupida, in quel momento, ma senza pensare, Spike le afferrò un braccio e la attirò velocemente a sè.

"Che stai facendo? Toglimi le mani di dosso!" ribattè Faye con scarsi risultati, cercando di liberarsi dalla sua stretta mentre un lieve rossore le colorava le guance. Smise subito di dibattersi, mentre vedeva che il volto di Spike era sempre più vicino al suo.

Le loro labbra si incontrarono in un lungo bacio appassionato, mentre entrambi davano sfogo alle emozioni che si agitavano nei loro corpi in quei lunghi istanti di passione.

Quando si staccarono, con la mente piena dalla consapevolezza di quello che avevano fatto, rimasero a fissarsi in silenzio, con un’espressione di sincera incredulità, che lasciò il posto a un terribile imbarazzo.

"Senti, Faye…facciamo finta che non sia successo, d’accordo?" mormorò Spike a un tratto, pensando nuovamente a Julia.

"Sì, sì, come vuoi," disse lei con noncuranza, quindi si allontanò di corsa, lasciando Spike solo con i suoi pensieri.

Per un attimo, era stato sul punto di cedere davanti alla bellezza di Faye. Mentre la stringeva a sè, gli era sembrato di stringere nuovamente Julia. Era da tempo che non sentiva il calore del corpo di una donna contro il suo, ma per fortuna si era reso conto dell’errore che stava per fare.

Era da tempo, ormai, che aveva notato quello che Faye provava per lui. Nonostante fosse sempre piuttosto aggressiva con Spike, la ragazza ne era irrimediabilmente attratta. Non riusciva a nasconderlo del tutto.

Lui conosceva fin troppo bene il significato delle occhiate che si sentiva lanciare addosso dalla bella cacciatrice di taglie.

Voleva ricambiarla, ma semplicemente non poteva, non ci riusciva, non con l’immagine di Julia sempre vivida nella sua mente.

Proponendosi di dimenticare quel bacio, Spike si addormentò sul divano.

***

Faye non riusciva a perdonarsi per quello che era appena successo. Si era lasciata andare, aveva avuto un attimo di debolezza così patetico che le aveva fatto rimpiangere di aver fatto quella scenata a Spike rivelandogli così i suoi sentimenti.

Si fermò davanti alla porta della sua cabina. Anche se sia lei che Spike avevano deciso di dimenticare quel breve momento che avevano condiviso insieme, era sicura che non l’avrebbero mai fatto…

Non riusciva a credere di essersi innamorata di lui. Era sicura che Spike l’avesse capito già da tempo, mentre lei se ne rendeva conto solo ora.

Era stato tutto un errore. Non poteva funzionare, lei ne era certa.

Eppure, pensò lasciandosi cadere sul letto, niente poteva impedire che prima o poi Spike avrebbe ricambiato i suoi sentimenti. Forse, con il tempo, avrebbe dimenticato Julia. Forse

***

Il giorno seguente, fu come se niente fosse successo. Anzi, non proprio. Spike era tornato quello di sempre, con grande sollievo di tutti i membri del Bebop.

"Ehi, quello era il mio piatto!" esclamò Spike quando Faye prese la sua porzione di cibo, l’indomani mattina.

"Davvero? E secondo quale legge?"

"Ridammelo immediatamente!" ribattè Spike cercando di riprenderselo. "Sei veramente insopportabile!"

"E tu sei un antipatico!"

Jet li guardò da lontano, prima di sparire in cucina per recuperare un’altra porzione di carne in scatola per sè. Litigavano proprio come dei bambini.

Il suo sguardo si soffermò su Spike per un attimo.

"Forse," osservò tra sè e sè, "le donne non sono del tutto un guaio, per noi uomini."

FINE

 

 

Grazie mille a Earine per avere commentato! In effetti l’atmosfera del primo capitolo era piuttosto malinconica, ma credo di averla vivacizzata un pochino nel secondo (e ultimo) ^^ Volevo rappresentare una scenetta romantica tra i due, e non so se ci sono riuscita, ma mi sono divertita molto a farlo. ^^

Come coppia mi ispira molto più di prima, soprattutto dopo aver guardato la serie più volte…E’ un peccato che Spike non sia riuscito a lasciarsi veramente il passato alle spalle cominciando una nuova vita con Faye…Meno male che ci si può sfogare con le fanfiction!

Grazie a tutti quelli che l’hanno letta!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=68711