Everything i do i do it for you;

di Cherry pie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capter One. ***
Capitolo 2: *** Capter Two. ***
Capitolo 3: *** Capter Three. ***



Capitolo 1
*** Capter One. ***


-Oddio, hai visto il nuovo articolo su Steve? Quell'uomo è una potenza. Se solo potessi giuro che lo stuprerei su due piedi!- esclamò Roseline dall'altra parte della cornetta.

Con un tuffo si lanciò sul letto, tenendo il giornalino stretto sul petto.
Rise di gusto, mordendosi il labbro e fissando con sguardo sognante la foto appesa sul  soffitto a spiovente di camera sua. La foto di lui.
Prese tra le dita una ciocca di capelli e cominciò a giocarci distrattamente mentre l'amica le vomitava addosso frasi e frasi riguardanti Steven Tyler.
-..ma ci pensi a quanto è grande il suo.. Chann? Chann mi stai ascoltando almeno?- chiese. La ragazza scosse la testa.
-S..si ti sento-  balbettò terrorizzata. 
-E di cosa stavo parlando?- 
-Di quanto è grande il.. ecco, di Steven Tyler-
-Chiamalo Steve! Non gli piace essere chiamato per nome intero!-
la rimproverò, riprendendo a parlare a non finire.
Sospirò e appoggiò il telefono sul cuscino, contemplando silenziosamente la foto.
Infondo quello era solo un pezzo di carta, carta colorata, ma ricordava bene l'emozione infinita che aveva provato quando il fratello maggiore, Derek, glie l'aveva regalato.
"Tieni" aveva detto "appendila dove vuoi, almeno faccio un po' di pubblicità alla mia band".
Si, certo, lei lo aveva appeso anche per quello, ma in primis lo aveva appiccicato davanti al suo letto in modo tale da vederlo sempre. Vedere chi? Ma lui, il cantante dei Bland.
Michael Jackson era il suo nome. "E che nome" pensò mentre sul suo viso nacque un sorriso quasi inespressivo tanto era sognante.
Con mano tremante, accarezzò insicura il suo viso, passando per tutti i lineamenti e facendo una piccola smorfia di piacere non appena passò sulle sue labbra.
Era così perfetto, e lei era innamorata persa di lui.
-Chanel? Sei in casa?- una voce grave rieccheggiò fra tutte le mura di casa fino a rimbombare nella sua piccola stanza. Era Derek.
Con un salto balzò giù dal letto e afferrò la cornetta.
-Mio fratello; Michael. Vado. Ti richiamo io- urlò. 
Senza nemmeno lasciare a Roseline il tempo di rispondere, le riattaccò in faccia e si fiondò a picco al piano terra.
La porta d'entrata si richiuse alle spalle del ragazzo. 
Chanel si accucciò silenziosamente sulle scale e osservò i cinque giovani guardarsi attorno spaesati.
-Io l'avevo vista entrare in casa- disse con un filo di voce Garret.
-Probabilmente sarà in camera a giocare con le bambole- scherzò Derek, provocando una risata generale. Le guance di Chanel avamparono.
Lei non giocava con le bambole, aveva quindici anni ormai.
Con stupore notò che tra i ragazzi, solo uno non rideva. Michael.
-Sei troppo cattivo con lei- disse abbassando lo sguardo. Era così bello, così.. così tutto.
Chanel si coprì la bocca con la piccola mano e sorrise. 
-Cosa vuoi tu? Ora prendi pure le difese della mia piccola sorellina?- ribattè Derek, dandogli un pugno sulla spalla.
-Sei forse innamorato?- lo prese in giro Matthew.
-Smettetela. Allora? La birra?- esclamò cercando di cambiare argomento.
-Vado prima a chiamare la piccola. O forse vuoi andare tu, Michaeluccio?- disse esplodendo in una fragorosa risata il fratello.
Michael arrossì e, con la testa bassa, si diresse verso la cucina assieme agli altri tre. Derek, invece, andò verso le scale.
Chanel, in preda al panico, salì di corsa e si rinchiuse in camera. Accese al massimo lo stereo.
Rocket queen dei Guns n'Roses esplose tra le quattro mura.
Derek bussò in modo violento ma lei non aprì.
-Chanel, noi siamo a casa. Non uscire dalla stanza. Non vogliamo ragazzine come te tra i piedi- urlò lui.
Gli occhi della ragazza si gonfiarono di lacrime. Erano anni che doveva assorbirsi le cattiverie del fratello, e ora era davvero sull'orlo della disperazione. 
Con rabbia, afferrò una scarpa e la scaraventò contro la porta. Il ragazzo rise e si dileguò al primo piano, confondendosi tra le risate degli altri.









Commento dell'autore:
*salta fuori dalla foto appesa sul muro di Chanel*
TADAN! 
Non chiedetemi perché ho scritto questo scempio. Mi stavo annoiando e mi era venuta una voglia incredibile di scrivere una FF su Michael (forse era meglio se non mi veniva |:)
Spero che questo inizio vi sia "piaciuto" e.. prometto che migliorerò (o almeno mi farò venire un minimo di voglia in più D:) nei prossimi capitoli.
*torna nella foto accanto a quel bel pezzo d'uomo di Michael :3*



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Capitolo 2
*** Capter Two. ***


Con un grosso elastico rosa si legò i lunghi e mossi capelli in un frettoloso chignon. 
Puntò le mani sui fianchi e si schiarì la voce, pensando sul da farsi. 
Ormai era arrivata all'apice di quello che un essere umano era in grado di provare. La goccia che aveva fatto traboccare il vaso? Era caduta già da tempo.
Si avvicinò con passo felpato alla scrivania e sfilò un foglio bianco dal pacco che teneva sempre a portata di mano nel caso di qualche "attacco d'arte".
Alzò il volume della radio al massimo e con cautela estrasse dal suo astuccio la sua matita preferita, o meglio, la matita che Michael aveva prestato a suo fratello e che lei, con disinvoltura, aveva preso in "prestito".
Si lasciò cadere sul pavimento in modo goffo, appoggiando davanti a se foglio e matita.
Con un movimento veloce, strappò dal muro la fotografia ritagliata di lui e la posò lentamente accanto a se.
Cosa fece poi? Beh, potete immaginarlo. 
Posò la matita sul foglio e fece quello che sapeva fare meglio. Disegnare.
I minuti passavano, e le risate dei cinque ragazzi andavano a farsi lentamente più moderate, più pacate.
Intanto la ragazza non faceva altro che tracciare righe su righe, cancellature su cancellature. Nemmeno un miracolo di Dio sarebbe riuscito a trasmettere in quel disegno, in quella foto nemmeno un quarto della perfezione e della purezza di quel ragazzo dai lunghi ricci neri.
Quella volta era sicura. Sicura di che cosa? Di cosa? Non lo sapeva nemmeno lei, era sicura e basta.
Qualcosa dentro di se le diceva che questa volta era quella buona. Gli avrebbe dato il disegno e si sarebbe dichiarata. 
Un disegno. Che cosa infantile. 
Forse non si sarebbe dichiarata, gli avrebbe dato solo il disegno. Era un ragazzo sveglio, avrebbe capito, no?
Soffiò per l'ultima volta sopra il viso bianco e nero dell'uomo della sua vita. Era semplicemente fantastico. 
I suoi lunghi capelli neri, i suoi grandi occhi color nocciola, le sue labbra. Ah, le sue labbra. Le avrebbe provate molto presto, se lo sentiva.
Le voci si placarono improvvisamente.
Sentì un vuoto dentro di se; erano forse andati?
Si fiondò sullo stereo, interrompendo bruscamente la melodiosa voce Axl Rose. Silenzio.
Il cuore le saltò in gola e gli occhi le si inumidirono.
Cavolo.
Prese in fretta il foglio e lo ripiegò in quattro, infilandolo nella tasca dei corti pantaloncini e uscì dalla camera.
Si guardò intorno stranita e prese un profondo respiro. L'idea di dichiararsi non era più così brillante come le era sembrato poco tempo prima. Ma doveva farlo.
Si appoggiò al corrimano della scala a chiocciola e scese lentamente. Le gambe le tremavano in modo vistoso, e questo le rendeva più faticoso il movimento per raggiungere la cucina.
Finalmente fece l'ultimo gradino, ma nessun rumore proveniva dalla sala da pranzo. Deglutì rumorosamente.
-HO VINTO IO, CAZZONI!- qualcuno urlò. 
Sospirò sollevata; erano ancora in casa. Ed erano ubriachi.
No, lui non si ubriaca mai. Nemmeno gli piace bere!
Una risata generale si sollevò per tutta la casa. Con passo incerto si avvicinò alla porta, socchiudendola e sbirciando all'interno.
Eccolo là, seduto a capotavola. Era seduto con le gambe aperte, braccio dietro lo schienale della sedia, bicchiere d'acqua in mano e sorriso enigmatico stampato sul viso.
Non la stava guardando, anzi, probabilmente non si era nemmeno accorto di lei.
-Ciao ciao ciao sorellina!- sbraitò Derek alzando le mani al cielo. 
Fece un salto. Non si aspettava di essere scoperta subito.
Le mani cominciarono a sudare e la sua voce a tremare.
-C..ciao D..erek- disse con un filo di voce.
-Non ti avevo detto di rimanere in camera?- 
-S..si, sono venuta solo per prendere un bicchiere di..-
entrò nella stanza accompagnata dagli sguardi di tutti i ragazzi, ma in particolare quello di Michael. 
Abbassò lo sguardo e giocò nervosamente con il lembo della sua canottiera.
-..di acqua- concluse.
-Prendilo e sparisci, pulce- ribattè il fratello, completamente sbronzo.
La ragazza raggiunse il lavandino a testa bassa e cominciò a far scorrere l'acqua, sperando che diventasse fresca il più velocemente possibile.
-Non sono un po' corti quei pantaloncini, piccola?- fece notare Matthew, indicando i suoi pantaloncini di jeans chiaro, effettivamente corti e alti fino alla vita.
Quest'ultimo si alzò dalla sedia in preda alla ridarella. Si diresse verso la ragazza che, nonostante fosse terrorizzata dalla situazione, non si era mossa dalla sua postazione al lavello.
Il ragazzo appoggiò entrambe le mani sulle sue natiche e le accarezzò avidamente. 
-Qualcuno potrebbe fare pensieri brutti e poco casti su di te- aggiunse sorridendo in modo cattivo e facendole voltare il viso.
La ragazza si dimenò in preda al panico.
-Non toccarmi!- disse in un mezzo urlo. Persino la voce l'aveva abbandonata.
Michael era seduto sulla sedia che osservava la scena in silenzio e con una smorfia di disgusto sul viso. Avrebbe fatto qualcosa, l'avrebbe difesa, ne era certa.
L'avrebbe fatto, prima o poi.
Matthew cominciò a toccarle il corpo in modo spudorato mentre gli altri ragazzi lo incitavano ridendo.
Improvvisamente mise una mano nella tasca dei pantaloni di Chanel e sfilò da quest'ultima il disegno. Lo guardò, trattenendo una risata.
-Michael, questa bimba è innamorata di te! Ti ha fatto anche un disegnino!- abbaiò sventolando il foglio davanti al naso della ragazza.
I suoi occhi si velarono di lacrime.
-Ridammelo- esclamò allungandosi verso la mano di Matthew, ma lui fu più veloce e lo lanciò verso Michael. Il foglio atterrò proprio davanti ai suoi occhi e improvvisamente cambiò espressione. 
Sorrise timidamente, lanciando uno sguardo quasi d'intesa alla ragazza. Era felice, si vedeva.
Nei suoi occhi brillava una luce strana, che lo rendeva particolarmente bello. Aspettava che lei facesse il primo passo, forse?
-Oh Michaeluccio, sei innamorato anche te? Come siete carini!- esclamò il ragazzo che aveva importunato Chanel.
-That's amore- commentò invece Garret, ridendo in modo sguainato.
-N..no ragazzi, io non..- Michael era disperato. Ecco una cosa che non poteva sopportare: essere preso in giro.
Cercò disperatamente lo sguardo di Chanel, forse spaventata allo stesso modo.
Abbassò lo sguardo sul disegno e lo osservò silenziosamente mentre gli altri ragazzi disegnavano cuori attorno al viso di Chanel.
Michael si alzò dalla sedia e si avvicinò alla ragazza, posandole una mano sulla spalla e fissando nel vuoto. Gli occhi della giovane si illuminarono assieme al suo sorriso.
Il silenzio calò nella stanza.
Finalmente il moro la guardò negli occhi. Il suo sguardo era triste, dispiaciuto e abbattuto.
Con le labbra mimò un semplice "scusa".
Si avvicinò al suo orecchio, attirando l'attenzione di tutti.
Un sospiro e poi un semplice sussurro. Forse il sussurro più devastante che Chanel avesse mai udito.
-Non mi piaci per niente-







Commento dell'autore:

so trolololoolololoollo!
Povera Chanel, mi fa anche un po' pena. ç_ç
Beh, spero che questo capitolo vi abbia catturate almeno quanto ha catturato me. 
So che probabilmente penserete che questi due capitoli sono sconnessi e senza senso. No, un secondo.. lo sono! çOç che vergogna.
Va beh, al prossimo capitolo (se avrete ancora voglia di sprecare tempo prezioso della vostra vita per una povera crista come Chanel) :3

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Capitolo 3
*** Capter Three. ***


Affondò il viso nel cuscino dell'amica.
-Chann Chann Chann, davvero credevi di piacere a Michael?- disse con tono poco rassicurante Roseline.
La ragazza si sollevò e la minacciò con lo sguardo, per poi affondare nuovamente tra le morbide piume del guanciale.
Roseline si schiarì la voce.
-Intendo dire, tu hai quindici anni, lui più di venti. Non ti sembra un po' tanta la differenza d'età?- cercò di correggersi la ragazza, facendo lunghe pause tra una frase e l'altra.
Chanel pianse ancora più forte, cominciando a singhiozzare.
Lei ci credeva, eccome.
In fondo, lei non sembrava nemmeno avere quindici anni. Se era l'età il problema, potevano benissimo discuterne.
L'amica posò la mano sulla sua schiena, accarezzandola in modo pressoché confortevole.
Scosse la testa.
Era solo un brutto incubo. Incubo, si, ma quando sarebbe finito?
Si sollevò dal letto, accasciandosi a terra e incrociando le gambe mentre altre lacrime solcavano il suo bel viso veloci.
-Cioccolato?- chiese Rose, chinandosi verso il suo comodino ed estraendo due tavolette di cioccolato al latte.
La ragazza annuì grugnendo.
Mise in bocca il cioccolato e cercò di fare mente locale su quello che, ora, era la sua vita.
Non aveva più un cuore, non aveva più un'anima e nemmeno dei sentimenti. Cosa le era rimasta? L'intelligenza? Era possibile sopravvivere solo con l'intelligenza?
-Coraggio, sei una ragazza bellissima, di tipi ne troverai a centinaia- esclamò la ragazza seduta accanto a lei, appoggiando la testa sulla sua spalla e scartando la sua tavoletta.
Bella, bella. Ma cos'era la bellezza se non un fatto più soggettivo che altro? Cosa serviva avere tante persone dietro se il tuo unico punto di arrivo è completamente irraggiungibile.
E dire che ce la stava per fare. Bastava ancora un po' di tempo e ci sarebbe riuscita.
Improvvisamente si accorse che in mano non le era rimasta altro che la carta stagnola. Sbuffò guardandosi intorno.
Si allungò verso l'amica e le sfilò dalle mani la seconda barretta mezza mangiata.
-Ci vorrebbe un idolo. Si! Un idolo! Sono un genio! Almeno ti puoi distrarre e non pensi più a Michael!- disse Rose scattando in piedi con un sorriso a trentadue denti.
Non appena Chanel sentì dire il suo nome, scoppiò nuovamente a piangere, rannicchiandosi nell'angolo tra il letto e il muro.
Rose alzò gli occhi al cielo e si fiondò tra i suoi giornalini.
-Idolo, idolo. Per una come te ci vorrebbe un cantante. Vediamo, tu cosa ascolti di solit...i Guns n'Roses! Certo! Che ne dici di..- ci fu una lunga pausa, ricca di suspance per Chanel.
L'amica, intanto, continuava a ravanare nel cassetto, lanciando in aria giornalini su giornalini.
Improvvisamente un coro di trombe suonò l'alleluja. Rose si voltò sorridente, sbattendo in faccia alla mora la pagina centrale di un giornalino, raffigurante Axl Rose.
I suoi occhi si illuminarono.
-Che ne dici? Che ne dici piccola Chann?- sbraitò la ragazza, sedendosi accanto a Chanel.
-E' bello- si limitò a dire, tra i singhiozzi.
-Di più! Di più! Lui è il tuo uomo ideale! Lo dice anche l'oroscopo. Sagitario e Acquario! E' destino- urlò lanciando le mani al cielo.
Sul viso di Chanel nacque un sorriso timido, forse un po' forzato. Non faceva altro che fissare l'immagine del cantante.
-Si, ok, ora non sbavare cara. Ti presto questo giornalino, anzi, aspetta che te ne prendo altri!- 
Così dicendo, Rose tornò al cassetto, lanciando ovunque libretti di carta. A quel punto Chanel si chiese se quello fosse forse un cassetto infinito. Il cassetto senza fondo.
-Ecco a te!- disse, trascinando nuovamente Chanel sulla terra. Peccato, stava così bene nel mondo dei sogni.
-Qui dentro c'è anche un'intervista a Steven. GUAI SE ME LO SCIUPI- la minacciò, accompagnando il tutto con un bel paio di sopracciglia aggrottate.
Chanel rise, forse per la prima volta dopo la disgrazia avvenuta. Tre giorni, erano passati, e il fratello non faceva altro che prenderla in giro, imitando ancora e ancora la fatidica scena.
Serrò le labbra, combattendo contro se stessa per non ricominciare a piangere.
Era peggio di un rubinetto difettoso. Davvero pessimo.
Afferrò una terza barretta di cioccolato, sbucata da chissà dove. Forse se si riempiva la bocca di cioccolato, avrebbe smesso di piangere.
Fu proprio in quel momento, in cui capì che perdere tutte le speranze era più che inutile.
Si alzò da terra, guardando l'amica dritta negli occhi.
Roseline si bloccò, osservando i movimenti della ragazza. Non capiva cosa volesse fare.
Chanel appoggiò le mani sulle spalle di Rose.
-Devo fargli capire che quella giusta sono io- disse, con strana convinzione.
-Ma, Chanel, lui ti ha dett..- Chanel le tappò la bocca.
-Devo farcela- ripeté.
Rose, quasi terrorizzata, annuì, sbarrando gli occhi.
"E ce la farò".

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