L'amore Dall'Alto

di Greta_2097
(/viewuser.php?uid=130679)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** il segreto ***
Capitolo 3: *** la battaglia parte 1 ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Erano le cinque e mezza di mattina ed il telefono cominciò a squillare ripetutamente “chi diavolo è a quest’ora?” pensai, accesi la luce e risposi:
“Pronto?”
“Ciao tesoro!”
Era lei, non poteva essere che lei :Angela.
“Angela! Ciao! Finalmente mi chiami ,sapessi cosa succede qui a Pruenade, come va in Italia?”
“Bene, Kate, ho bisogno di dirti una cosa. Ascolta potrei tornare più tardi del previsto…”
“In che senso? Angela di quanto tempo stai parlando?”
“Katherine sto parlando di non tornare per l’estate”
Che cosa aveva appena detto ? Angela era la mia migliore amica e si era trasferita in Italia ,ma doveva ritornare a Pruenade ,America, per l’estate e forse per l’autunno.
“Che cosa?!”
Dopo queste mie ultime due parole cadde la linea e non sentii più niente.
Mi rimisi nel letto ancora un po’ assonnata, tentai di riprendere sonno , mi voltai e mi rivoltai ma non ci riuscì. Pensai a quello che aveva detto Angela. Come poteva lasciarmi qui da sola? Lei era la mia unica amica.
Mi alzai dal letto che erano le nove e mezza. Era domenica perciò potevo dormire fino a tardi.
Appena alzata mi gettai sotto la doccia fredda, visto che ormai era estate, per poi vestirmi con i soliti abiti: jeans ,maglietta a maniche corte rosa.
Appena vestita andai da basso per fare colazione, ancora un po’ stordita per via di quello che mi aveva detto Angela, ma tentai di non farlo capire ai miei se no mi avrebbero riempito di domande: cosa c’è tesoro? Cosa è successo ? Possiamo aiutarti?. La risposta? Ancora non la so.
Scesi le gigantesche scale a chiocciola in marmo con un falso sorriso, non se ne sarebbero accorti.
Andai in cucina, si sentiva un ottimo odore “che buon profumino” pensai “chi sa cosa avrà fatto di buono Carmen”.Mi sedetti al lunghissimo tavolo di legno scuro pieno di cose squisite e dissi:
“Buon giorno!”
“Ben svegliata tesoro!”
Rispose mia mamma,Tina, con un sorriso grazioso .
“Tesoro dobbiamo dirti una cosa “
Disse mio padre, Robert, con voce preoccupata.
“Ascoltaci Kate, sai che il nostro lavoro è importante vero?”
Certo che lo sapevo se no non si sarebbero potuti permettere la villa dove abitiamo, la governante, la cuoca e il giardiniere.
“Si, certo che lo so”
“Ed è proprio per questo che, dobbiamo trasferirci”
“Cosa? Dobbiamo trasferirci?Solo per il vostro stupido lavoro? No io resto qui.”
Dissi con  fermezza,poi mi alzai furiosa dal tavolo,risali velocemente le scale e andai in camera mia.
Per tirarmi su di morale feci la cosa che mi piaceva di più al mondo:ballare.  
Misi la prima canzone che mi capito alla mano: “Kiss me true the phone” e cominciai a ballare senza mai  fermarmi con le lacrime che piano scendevano sul mio viso.
Finita la canzone rimasi immobile con il fiatone e il viso bagnato,poi sprofondai nell’enorme letto matrimoniale della mia camera e mi misi a guardarla: appena entrati dalla porta bianca si notano gli svariati poster di ballerine attaccate sul muro lilla intonato con la moquette bianco panna. Poi sulla destra c’è una scrivania bianca con una pila di libri. Al centro una lampada e,da parte, un porta matite pieno zeppo. Di fianco alla scrivania, sul muro,c’è la televisione a schermo piatto. Sotto di essa una piccola zona per ballare con stereo e cd. Davanti alla “zona danza” c’è il letto matrimoniale con il materasso ad acqua. A fianco del letto c’è il comodino bianco con tre cassetti e sopra il mio libro preferito “cime tempestose”e la bajour. Alla sinistra del comodino c’è la mia cabina armadio o meglio la porta della mia cabina armadio. Dentro di essa c’era un’intera stanza piena di vestiti,scarpe e gioielli che non mettevo mai.Dall’altro lato della stanza , dopo il letto, c’era il mini frigo e un piccolo fornelletto con vicino una sedia a puffo lilla. Da parte al mini frigo c’è la porta del bagno con dentro ovviamente il bagno. Dopo pochi secondi mia madre bussò alla porta.
“Tesoro?Posso? “
“Si,vieni mamma” Dissi con voce aspra.“Cosa c’è?”
“Lo sai benissimo di cosa voglio parlare “
“Non voglio partire mamma”
“Lo so. Hai sedici anni no? Puoi fare le tue scelte, solo che…”
“Solo che volete che venga con voi, lo so, ma dove poi? E se Angela dovesse tornare?”
“Per Angela non ti preoccupare, l’abbiamo invitata un mese nella nuova casa che tra l’altro è proprio in riva al mare a Miami e avrai tutta l’estate per ambientarti”
“Cosa? Quando glielo ai detto? Perché mi ha chiamato questa mattina e mi ha detto che non poteva venire per l’estate?”
“Ho chiamato sua  madre mezz’ora fa e  ha detto che doveva pensarci”
“Se ti dico di si, cosa avrò in cambio?” Dissi, sapendo già come sarebbe andata a finire
“Facciamo così : potrai uscire tutte le sere, fare shopping  quanto ti pare e avrai un pc nuovo di zecca!”
“Con il coso per mettere dentro i dischetti e la custodia rossa?”
“Si”
“E potrò anche scegliere come sarà la mia camera?”
“Ok”
“Affare fatto!”
Dissi con un po’ di ironia, ma anche un po’ di malinconia visto che stavo per lasciare Pruenade per  sempre, mi sarebbe mancata: mi sarebbe mancato il sole leggero sulla pelle, le colline sconfinate di Pruenade, l’aria di campagna e la gentilezza di tutti gli abitanti.
La settimana dopo dovetti preparare i bagagli,a mala voglia,così salutai tutti quelli che conoscevo. Salutai anche Angel Varrocchi che mi tormentava fin dall’asilo. C’erano certe persone che mi sarebbero mancate mentre altre proprio per niente.
Il giorno dopo partimmo e ,dopo poche ore, arrivammo a Miami verso le sette di sera. Faceva ancora caldo ed il sole non era ancora calato,ma presto si sarebbe trasformato in un bellissimo tramonto.
“Bene, siamo arrivati! Ora prendiamo un taxi che ci porti alla nuova casa, non vedo l’ora di vedere la tua faccia quando la vedrai!”Disse mia madre, che ormai si era già abituata all’aria della Florida o forse è meglio dire di Miami.
Il viaggio in taxi fu lungo abbastanza per farmi scovare un paio di posti interessanti : il chioschetto sulla spiaggia o un bellissimo negozio di musica dove avrei potuto comprare degli spartiti per il piano forte e per il violino, un meccanico in caso la mia “vespa” rossa o la mia “fiat 500”bianca si rompessero e per ultimo, ma non meno importante, una palestra di danza dove avrei potuto andare a tenere lezioni o ad allenarmi in caso non volessi stare a casa.
Arrivati alla nuova casa la prima cosa che mi colpi fu la spiaggia davanti, poi appena entrai vidi un salone immenso con il pavimento in marmo la tv a schermo piatto attaccata al muro con davanti un divano nero e da parte due librerie di legno scuro. Dall’altra parte della stanza c’era un pianoforte nero a goccia,dietro ad una vetrata che dava sulla spiaggia dove c’erano alcune sdraio ed un ombrellone.
La cucina era stupenda, grande, ma non enorme, tutta giallo ocra con i ripiani in legno chiaro, la sala da pranzo aveva un tavolo più piccolo rispetto alla vecchia casa, ma in compenso vi era un camino sulla parete.
Al piano superiore, dopo aver salito la scala a chiocciola di legno, c’è la mia stanza: la stanza più bella del mondo, rossa con la moquette bianca , appena entri, circa a 4 metri dalla porta, c’è il mio letto matrimoniale rosso con da parte il comodino color oro, sulla parete a sinistra c’è il mio armadio, che ho deciso di prendere normale. Dall’altra parte della camera c’è la scrivania bianca con sopra il mio computer nuovo di zecca, da parte c’è il bagno, ovviamente rosso.
Incominciai a riordinare le mie cose: il telefono, i libri, la sveglia,…
“Kate è pronta la cena!”
La voce serena di Carmen mi rassicurò per un nano secondo.
“Si, arrivo”
Dopo cena era ancora chiaro così decisi di andare a fare un passeggiata sulla spiaggia per leggere un po’. Appena trovato il punto perfetto mi sedetti e cominciai a leggere cime tempestose.
“Cime tempestose è? Na, non fa per me”
Mi ritrovai davanti un ragazzo non molto alto, con Ray-Bay neri, magro, per niente muscoloso, capelli castano chiaro con una faccia simpatica vestito con dei jeans e una camicia nera, con da parte una ragazza alta come me capelli rossi ricci magra con una maglietta rossa a maniche corte e dei jeans bianchi .Loro due avevano qualcosa di strano ma piacevole, non so spiegarvi cosa…
“Piacere Miles e lei è Arianne “
“Ehi mi so presentare da sola sai?”Disse la ragazza dando una piccola pacca sulla spalla al ragazzo
“Piacere io sono Katherine, ma potete chiamarmi Kate”
“Sei nuova di qui?”
“Si, mi sono appena trasferita da Pruenade”
“Bene allora benvenuta a Miami! Farai il liceo Clinton?”
“Si, anche voi fate quel liceo?”
“Si, io sono al secondo anno e Miles al terzo, tu?”
“Anche io sono al secondo”
“Ehi ragazze, stanno facendo un falò qui vicino, andiamo?”
 “Per me è ok, vuoi venire anche tu Kate?”
“Ok, però prima devo fare un salto a casa per darmi una ripulita”
Già mi ero dimenticata che ero vestita ancora con la tuta.
“Grande ti accompagno io, Miles tu vai noi arriviamo tra poco!”
“Kate dove abiti?”
Indicai villa gialla sulla spiaggia e Arianne non ne rimase sconvolta, come mi aspettavo, ma invece sorrise e disse:
“Carina! Non vedo l’ora di vedere il dentro, sai la mia è leggermente più grande ma non vivo con i miei genitori e poi non sulla spiaggia!”
Sorrise e in seguito ci incamminammo verso casa mia, parlammo mentre camminavamo così scoprì molte cose: lei e Miles erano stati insieme, ma non ho capito bene perché si erano lasciati, sembrava che non volesse parlare, perciò lasciai stare per non infierire. Scoprì anche che lei e Miles vivevano insieme.
Arrivate a casa mia i miei genitori mi misero subito in imbarazzo:
“Ciao! Chi è lei Kate? Una tua amica? In ogni caso piacere di conoscerti! Io sono Tina e lui è Robert Wilson, siamo i genitori di Kate”
“Molto piacere, Arianne Middleton, lieta di conoscervi!”
“Bene, Katy finalmente ti sei trovata un’amica, era da quand’eri piccola che non eri così contenta! Vado a prendere le foto!”
“No! Cioè noi dobbiamo andare a un falò sulla spiaggia, sono venuta per darmi una sistemata, dobbiamo proprio sbrigarci e non abbiamo tempo per le foto!”
In quel preciso istante mi senti la faccia rossa come un peperone e visto che ero arrossita mi iniziarono a fissare tutti. Incominciai a sudare.
“E’ meglio sbrigarsi non vorremmo fare tardi, è stato un vero piacere conoscervi!”
Arianne, che aveva capito tutto, mi salvò da quella situazione tremenda, così andammo di corsa in camera mia. Non sembrava affatto sorpresa come tutti quanti  dell’aspetto della mia camera e questo me la fece apprezzare ancora di più.
“Dai infilati sotto la doccia. Io intanto ti preparo i vestiti, su muoviti!”
Arianne era molto determinata e aggressiva, ma gli si leggeva negli occhi che, infondo infondo, era tenera e dolce, l’amica che faceva per me.
Appena usci dalla doccia vidi Arianne che curiosava nel mio armadio in cerca di un vestito appropriato, credo…
“Trovato niente?”
“Si, tieni questo dovrebbe andare”
Appena vestita ci incamminammo verso il falò, Arianne aveva detto che ci sarebbe stato qualche amico, ma appena arrivammo alla festa c’era gente da tutte le parti che occupava tutta la spiaggia.
“Vado a prendere da bere, tu fatti un giro ok?”
Annui. Feci un respiro profondo e mi avventurai in mezzo a tutta quella folla fino a quando raggiunsi un falò, ma non c’era molta gente solo qualche persona.
Vidi che c’erano dei tronchi per sedersi. Tentai di avvicinarmi solo che inciampai. Stavo per cadere quando un ragazzo mi prese tra le braccia. Al quel punto lo vidi : lui, non sapevo come si chiamasse, non sapevo chi era, sapevo solo che era l’essere più bello che abbia mai visto in vita mia.
Dopo esserci fissati per un istante, che sembrò durare una vita, mi uscì dalle labbra un semplice “Grazie…”
“Non c’è di che”Rispose lui sorridendomi
“Vedo che vi siete già incontrati…”
In quel momento mi chiesi perché Arianne ci stava fissando con quello sguardo divertito. Dopo pochi minuti me ne accorsi, sembrava che lui mi stesse per baciarmi. Ci guardammo imbarazzati e lentamente ritornammo in posizione eretta.
“Lui è Daniel Gregori, Daniel Kate, Kate Daniel” Disse Arianne
Daniel, Daniel Gregori. Quel nome aveva un non so che di angelico.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** il segreto ***


Bussarono alla porta.
“Kate sono io, posso entrare?”
Oh era Arianne mi aveva fatto prendere un colpo credevo fosse mia madre!
“Sì, vieni entra!Mi hai fatto prendere un colpo! Credevo fossi mia madre!”
“No tranquilla.”Disse sorridendomi e chiudendo la porta.
“Ascolta ti ricordi Daniel Gregori?” Mi chiese poco dopo.
Daniel, certo che me lo ricordavo, quel ragazzo poco più alto di me, biondo di capelli,occhi azzurri,muscoloso e abbronzato: Un angelo ai miei occhi. Quando mi ero trovata tra le sue braccia,qualche sera prima,mi ero sentita come a casa. Ma che cosa aveva detto Daniel? Gli aveva parlato di me? Gli aveva detto qualcosa ? Che cosa? Dovevo saperlo.
Solo in quel momento mi accorsi che stavo arrossendo.
“Si, mi ricordo di lui, ti ha detto qualcosa su di me? Dico così per dire…”  Dissi con la faccia rosso pomodoro.
“ No, niente su di te, ma Miles mi ha detto che chiede spesso di te dalla sera del falò”
“Davvero?”Chiesi io stupita
“Si, ma cosa c’entra adesso? Non è che ti piace Daniel, vero? “
“No, certo che no,ma mi interessa saperlo perché… Ok, si , ammetto che un po’ mi piace, solo un pochino…”Feci un segnetto con la mano per indicare il poco interesse. Ma chi riusciva a nasconderlo? Quando si ama così tanto una persona non si riesce a nasconderlo, e poi sono pessima a mentire!
“Ah così ti piace Daniel? Sono contenta per te” Disse sedendosi sul letto vicino a me.
 “Non è facile innamorarsi, perciò sei molto fortunata”
“Grazie, ma se non dovevi dirmi questo allora che cosa ti ha detto?”
“A già, quasi dimenticavo, ha invitato me, te e Miles nel suo cottage in campagna una settimana solo noi,vuoi venire?”
“Non lo so, ci devo pensare” Dissi con aria sarcastica“Umm, si!”
In quel esatto istante scoppiammo tutte e due a ridere. Ora,però,mi sorgeva una domanda:ma i miei mi avrebbero lasciato andare?
Arrivò sera e Arianne se ne andò, era il momento giusto per chiedere il permesso ai miei genitori. Scesi la scala quatta quatta, come se fossi una spia e arrivai in cucina molto lentamente.
“Ciao, ascoltate devo chiedervi una cosa, Daniel Gregori ve ne ho parlato no? Comunque dicevamo Daniel ha invitato me, Arianne e Miles nel suo cottage in campagna per una settimana, posso andare?”Chiesi tutto d’un fiato incrociando le dita delle mani dietro alla schiena
“Vediamo, potresti farti degli amici e così ti troveresti bene qui”Disse mia madre pensando ad alta voce.Cominciarono a bisbigliare tra di loro,ma non capi niente.“La risposta è… Si”Dissero infine.
“Grazie! Via adoro,  partiamo domani e stiamo via una settimana ok? “
“Si, vai a preparare la valigia”
“Grazie!”
Chiamai Arianne e gli diedi l’ok così decidemmo di trovarci domani alla stazione verso le 8.30 del mattino, non ci sarebbe stato il problema imbarazzo perché Daniel era già al cottage, fortunatamente.
Il viaggio in treno non durò molto.
Appena arrivati al cottage, c’era Daniel ad aspettarci sulla porta, bello, biondo, perfetto, come sempre del resto.
“Ciao! Finalmente siete arrivati, bene venite vi mostro le vostre camere”
Il cottage era un’enorme casa di legno con una immensa distesa di prato da parte a tutti i lati e una piscina-laghetto termale con una sorgente naturale qualche metro lontano dalla casa.
All’interno, i muri ed il pavimento erano in legno chiaro, il salotto e la cucina  erano separati, nella parte destra della stanza c’è il salotto mentre nella parte sinistra c’è la scala che porta al piano superiore e una porta con all’interno la cucina. Al piano superiore ci sono le stanze dove dormiremo: una per me e Arianne, un’ altra per Miles e Daniel e una stanza singola con un letto matrimoniale, in tutte le camere ci sono 2 bagni e 4 letti. Nell’ultimo piano c’è un bellissimo terrazzo con un tavolo e un binocolo dove si possono ammirare le stelle.
Appena sistemate le nostre cose scendemmo per la cena, io e Daniel cucinavamo mentre Arianne e Miles andavano a pendere la legna. Era estate ,ma in montagna di sera faceva ancora freddo.
“Bene, Kate vuoi fare a fettine le verdure o cuocere la carne? Per me è uguale” Mi chiese Daniel.
“Faccio a fettine le verdure, grazie. Mi puoi dare un coltello e un’ asse di legno?”
“Certo… Ecco qua”
“Grazie! Allora cosa cuciniamo di primo?”
“Un bel piatto di pasta?”
“Perfetto! Facciamo alla carbonara?”               
“Ok”
Incominciammo a cucinare, il profumo era ottimo.
“Allora… Anche tu fai il liceo Clinton?”
“Si anche io faccio quel liceo, mi passi il pepe?” Dissi.
“Si certo…”
“Ascolta Kate, ti va se domani andassimo tutti in spiaggia? Ho già chiesto agli altri e mi hanno detto di si…”
“Ok, magari ci possiamo portare il pranzo così non dovremmo tornare indietro”
“Grande idea!” Disse lui con un sorriso, che mi fece sciogliere.
“Si, ma ho una piccola domanda: esiste una spiaggia qui?”
“Ops, ho detto spiaggia? Intendevo le terme, è una “Serra” riscaldata dove c’è una spiaggia e una specie di mare”
Il giorno seguente andammo in  questa specie di spiaggia, anzi se non me l’avesse detto non me ne sarei accorta: il soffitto in vetro era coperto dalle piante e le pareti anche, in mezzo c’era la tipica spiaggia e dopo di essa una specie di mare riscaldato e anche con le onde.
“Forte! Amico dopo questo sono in debito” Disse Miles a Daniel con aria stupefatta.
“Tranquillo amico, così andiamo a pari con tutto quello che io ti ho fatto” 
Ci fu un minuto di silenzio, poi mettemmo giù gli asciugamani.
“Bene, allora chi vuole fare una passeggiata nel bosco con me?” Disse Daniel con il suo sorriso angelico.
“Vengo io” Mi proposi.
“Ok, voi restate qui?”  Disse Daniel.   
“Si, noi restiamo qui” Disse Miles guardando prima Arianne e poi Daniel come se stessero parlando telepaticamente.

“Ok… vieni Kate, andiamo” Disse Daniel facendo l’occhiolino a Miles e sussurrando qualcosa d’ incomprensibile.
“Si, arrivo”
Feci un cenno con la mano per salutarli e poi incominciai a camminare verso il boschetto in compagnia di Daniel.
“Allora, come facevi a sapere di questo posto?” Dissi togliendo un ramo dalla mia faccia
“I miei genitori vengono qui spesso e allora…”
“Dovrò dirlo ai miei così che possano vederlo anche loro”
“Senza offesa Kate, ma entrare qui costa 5.ooo.ooo di dollari”
“Tranquillo io sono miliardaria”
“Cosa?!? Cioè così è più chiaro”
“Come non lo sapevi? Credevo che Miles te l’avesse detto”
“A quanto pare no” Disse lui imbarazzato.
“Siamo arrivati” Concluse.
Davanti a noi c’era una specie di casetta indigena fatta di bambù e paglia.
“Vieni, entriamo”
Entrammo nell’abitazione e vidi un letto,un frigorifero e un ventilatore.
“Io vado a farmi una doccia”
Non avevo notato la piccola porta da parte al letto.
“Ok, io resto qui”
Vidi una pila di cd, ma decisi di ballare senza. Mi misi a fare qualche passo, poco dopo però inciampai e finì tra le braccia di Daniel, quelle muscolose forti calde braccia, incrociai i suoi occhi castano d’orati che cambiavano colore con il tempo, le nostre labbra si fusero come burro su una padella.
“Daniel perché mi costringi a farlo?”
Daniel mi adagiò sul letto e rispose all’individuo sconosciuto:
“Lasciami stare Locnud”
“Lo sai cosa devo fare e per lei non sarà piacevole”
“Lasciala stare!!” urlò Daniel.
Dalle sue spalle si aprirono due enormi ali bianche, Daniel saltò addosso a quel tipo e dopo ci fu una luce fortissima e non vidi più niente.       

   

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** la battaglia parte 1 ***


Appena apri gli occhi mi ritrovai davanti Daniel.
Eravamo ancora nella casetta solo che sul pavimento c’era un cadavere, senza sangue solo un corpo senza vita. Ah e c’era ancora un piccolo particolare: dalle spalle di Daniel spuntavano due enormi bellissime ali bianche, gli assomigliavano molto: erano fantastiche, come lui. UN momento. Perché Daniel aveva dalle ali? Insomma solo gli... No, non poteva essere vero, Daniel non poteva essere un… Angelo.
“T..u..s.. e.. i.. u… n… a… n…. g…. e…. lo?” Dissi io balbettando.
“Si, Kate, io sono un angelo” Disse con fermezza, ma con paura negli occhi,  come se qualcosa di terribile stesse per accadere.
Avevo il cuore che mi batteva in gola, il respiro che si affannava sempre di più, la mente che mi ripeteva sempre e solo una cosa: lui è un angelo.
“Anche Arianne e Miles sono angeli?”
“Si, ma Miles non è proprio un angelo… Non c’è tempo per spiegarti ora dobbiamo andare”
“Andare dove?? E poi perché li c’è un morto? Merito delle spiegazioni” Dissi con un tono arrabbiato: la paura si era trasformata in rabbia.
“Kate, sei in pericolo! Dobbiamo andare”
Annui ancora un po’ confusa, ci mettemmo a correre incontro agli altri e mentre correvamo le ali di Daniel si erano racchiuse nelle sue spalle ed il suo volto da rilassato divenne frustrato come se una parte di se si dovesse nascondere da tutto e da tutti, come se le sue ali fremessero dietro le sue spalle per spiccare il volo. Ma cerano cose più importanti: io ero in pericolo, Daniel era in pericolo, tutti eravamo in pericolo . L’adrenalina era forte, ma sapevo che vicino a Daniel non mi sarebbe accaduto niente, almeno credo. 
Arrivammo dai ragazzi con il fiato che ci mancava.
“Andiamo. Subito” Disse Daniel con aria molto seria.
“Si, abbiamo già preparato le cose, Miles è andato ad accendere l’auto.” Arianne mi prese sotto la spalla e mi disse:
“Allora, come è stato il tuo primo bacio? Il mio con Miles, è stato stupendo, sulla spiaggia sotto la luna…”
“Oh ehi, frena un secondo, uno : come fai  sapere che ho baciato Daniel, due da quando tu e Miles state insieme?” chiesi ironicamente.
“Allora, uno io Miles e Daniel ci leggiamo nel pensiero e possiamo leggere il pensiero degli altri, due da sempre, anche se in segreto perché in teoria è vietato da una fracassata di leggi angeliche che un angelo delle tenebre e un angelo stiano insieme” L’ultima parte la disse con le lacrime agli occhi.
“Oh, Arianne” la avvolsi in un caloroso abbraccio e senti alcune lacrime colarmi sulla spalla.
Ci sciogliemmo dall’abbraccio e corremmo in macchina dove ci aspettava Miles.
“Forza! Dobbiamo arrivare al cottage entro mezzora! E dobbiamo trovare una scusa con i genitori di Kate, e dobbiamo affrontare Dio e lucifero, ma questo è il meno ovviamente,dai, io voglio anche mangiare un toast prima di partire!” Disse Miles ironicamente, ma con serietà sulla parte del toast.   
Il viaggio fu abbastanza corto.
Appena avemmo  finito di fare le valigie partimmo per Miami.
 Arrivati li corremmo, letteralmente, subito a casa mia.
“Mamma??!! Papà???!!” urlai con il fiatone per la corsa.
“Si, arriviamo” Rispose mia madre con tutta calma.
“Cosa c’è Kate?” disse mio padre con aria preoccupata.
Scesero le scale e Miles si fermò a fissarli, i miei genitori sembravano ipnotizzati.
“Che stai facendo Miles?!?” Dissi esasperata urlando a squarcia gola.
“Kate sta tranquilla, non gli sta facendo del male, li sta ipnotizzando così sarai libera di venire con noi senza impicci” disse Daniel, la sua voce era molto calma e rasserenante.
Sulla fronte di Miles cominciavano a scendere delle gocce di sudore, dopo pochi minuti aveva la fronte bagnata.
“Perché non lo aiutate?” chiesi un po’ confusa.
“Perché non possiamo, solo gli angeli delle tenebre possono controllare la mente, è una delle loro qualità” disse Arianne sembrando fiera del suo ragazzo.
crash! Entrarono dalla finestra, erano angeli, erano tanti, erano forti e noi non potevamo batterli.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=711259