Sulla terra, verso il cielo

di Shichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come un fiore ***
Capitolo 2: *** Non c'era nulla ***



Capitolo 1
*** Come un fiore ***


«’sta zitto!»
«…Sì, sei in imbarazzo!»

A Kureno sembra strano, stranissimo.
Lui non si è mai innamorato finora – non da quando è cambiato, da quando è diventato umano, da quando è “solo ”.
Non capisce bene cosa sia quel sentimento; si sente ingenuo, fragile come un bambino, ma se ci pensa su non è una sensazione spiacevole. E'… bella.
Proprio come Arisa, che ora sorride allegra quando l’attimo prima sembrava così arrabbiata che Kureno era convinto di stare per essere preso a calci; non sa perché, ma lei gli sembra proprio il tipo da fare una cosa del genere.
E invece ora fa quella risata leggera, femminile in maniera un po’ goffa in verità, ma che la rende tenera. È in imbarazzo, ma non vuole assolutamente farlo notare.
Lei è bella, proprio come la sensazione che quel sentimento appena nato gli dà.
Somigliano entrambi ad un fiore, forte e delicato, che deve sbocciare lentamente.
Le sfiora la guancia, e le si fa vicino – è vero che si sente come un bambino, ma Kureno è un uomo dopotutto.
Quasi le sfiora le labbra, ma si ferma un attimo prima: non completa quel contatto, e non dice nulla. Semplicemente le dona una carezza e si allontana.
Quel suo sorriso, vuole conservarlo ad ogni costo.

 

Note autrice
E’ da tanto che conosco Furuba, ma non avevo mai davvero preso in considerazione di scriverci su.
Ma Kureno te ne tira fuori tante, e l’ho amato profondamente come personaggio; ho ricominciato a leggere il manga, ed ecco i risultati.
Oh beh <3

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Capitolo 2
*** Non c'era nulla ***


«Dentro di me, ero rimasto solo “io”.
Nessun’altra presenza mi stava più inseguendo.»

Era in una strada come tante, in un giorno come tanti.
Quella mattina non c’era stato alcun segno di quelli che ti aspetti prima che accada qualcosa d’importante; quelli che pensi vengano naturali, perché certe cose devono essere preannunciate in qualche modo, non importa quale.
Non c’era stato niente, proprio come ora non c’era nulla nelle sue mani, che guardava come se fossero le uniche colpevoli dell’accaduto.
Ma Kureno, lui non aveva fatto nulla: non aveva chiesto che accadesse, non aveva osato mai, non aveva avuto mai nemmeno l’impudenza di sperare una cosa del genere. Attanagliato dal senso di colpa, sentendosi quasi egoista, ogni qualvolta che il pensiero lo aveva sfiorato, come per punirsi lo aveva allontanato.
E all’improvviso… non c’era più niente.
Nelle sue mani non c’era niente, nel cielo che guardava non c’era niente – lui che per la sua grottesca natura vi aveva sempre scorto almeno un uccello, almeno qualcosa.
Dentro di lui… non c’era più niente. Niente di superfluo, nulla che fosse di troppo.
C’era solo lui.
Non riecheggiava più nulla, lì, nel profondo.
In quella strada come tante, in un giorno come tanti, era stato liberato; non aveva fatto altro che piangere, guardando il cielo, senza sapere bene chi ringraziare, o contro chi gridare.

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