Dannato Saidin

di nws
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Odore di libertà ***
Capitolo 2: *** Un villaggio, una locanda, una Aes Sedai ***
Capitolo 3: *** Il discorso ***
Capitolo 4: *** Amici o nemici? ***



Capitolo 1
*** Odore di libertà ***


Il portale svanì in silensio alle sue spalle, lasciando una sottile fessura nella roccia come unica prova della sua esistenza. Era la prima volta che lasciava la Torre Nera da quando vi era entrato. In quei mesi aveva dimenticato quanto un panorama potesse essere vasto e ora ne era completamente rapito. I villaggi sembravano tutti vicini visti da quella collina, collegati da un intreccio di strade e sentieri che tagliavano i campi. La giornata era limpida, osservando bene poteva distinguere alcuni carri muoversi lentamente e delle figure più piccole lavorare instancabili nelle coltivazioni. Era un panorama splendido, vivo e... silenzioso. Certo il vento muoveva l'erba e gli insetti si facevano notare, forse anche troppo ma non c'era alcun colpo, nessuna esplosione, nessun tremito sotto ai suoi piedi e nessuno stava usando quella maledettissima cosa. Era fantastico. Non si sentiva così bene da... forse da sempre.
«Muoviamoci, prima iniziamo e prima torniamo a casa»
Brucia tu e la tua stramaledettissima casa! Pensò senza guardare l'Asha'man che aveva parlato.
Juim aveva ricevuto la Spilla del Drago solo due settimane prima di lui ma non perdeva occasione di farglielo pesare. Tutto sommato però era sopportabile, sicuramente molto più della maggior parte di quelli che si erano lasciati alle spalle.
Raccolse un fiore e se lo rigirò tra le dita godendosi l'intenso profumo, era davvero una bella giornata.
«Allora non facciamoli aspettare» rispose incamminandosi, prendendo alla sprovvista Juim che si trovò costretto a seguirlo.
«Arriveremo al primo villaggio tra un paio d'ore. Prenderemo due camere nella locanda migliore e inizieremo subito a portare la notizia dell'amnistia, così domani potremo iniziare a controllare gli uomini. Se siamo fortunati magari arriverà qualcuno già stasera.»
«Sì... l'hai già detto prima di aprire il portale»
Juim lo aveva raggiunto, gli lanciò un'occhiata preoccupata.
«Per essere sicuri...» continuò poco convinto.
La contaminazione di Saidin colpiva in modi diversi, alcuni sentivano delle voci, altri vedevano delle bestie muoversi tra le ombre. A Juim capitava di dimenticare le cose. Non capitava spesso, non ancora, ma a volte si trovava a ripetere le frasi, a rifare due volte lo stesso lavoro o a tornare alla locanda pochi minuti dopo averla lasciata.
Hahaha che bastardo!
Che ci fai qui?
Hei! Sono io quello pazzo non tu, che razza di domanda è? Sono me per forza sono qui!
Era tutto così tranquillo...
Pff! Sai che noia, mi sono quasi commosso con quel fiore. Patetico! Far credere a Juim di essersi già dimenticato qualcosa invece è una vera perla! Sono fiero di me!
Ma l'ho detto io!
Ceeeerto.

Continua...

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Capitolo 2
*** Un villaggio, una locanda, una Aes Sedai ***


Si fermarono davanti alla prima casa del villaggio. Poco più avanti diversi edifici si affacciavano su una piccola piazza, erano tutti piuttosto bassi. L'unico a raggiungere i tre piani era proprio di fronte a loro, alcuni anziani stavano giocando a carte godendosi l'ombra del suo porticato. Doveva essere la taverna. Il sole era ancora alto e la maggior parte degli abitanti era impegnata nei campi. Alcune donne chiacchieravano attorno ad un banchetto colmo di provviste di ogni tipo. Poco oltre dei bambini giocavano a rincorrere un grosso cane, sollevando di tanto in tanto nuvole di polvere che attiravano occhiate minacciose dalle madri.
«Non avevo mai visto una donna lasciarsi scappare un'occasione simile per sgridare qualcuno» disse Juim a bassa voce.
«Temo che non saranno altrettanto gentili quando scopriranno cosa vogliamo fare» rispose Roil.
Si diressero verso la taverna con passo deciso e sguardo fermo. Le loro uniformi erano impeccabili e il portamento di un Asha'man non poteva essere da meno, la Torre Nera prestava un'attenzione quasi maniacale all'apparenza. Erano armi, letali ed efficienti. Doveva essere chiaro a chiunque dopo un solo sguardo.
Non avevano ancora raggiunto il centro della piazza quando le donne si ammutolirono, Roil poteva sentire diverse paia di occhi puntati su di lui ma non vi diede importanza. Solo pochi mesi prima una cosa del genere l'avrebbe quantomeno fatto sentire in pericolo, ora poteva ignorare quella sensazione così come faceva con gli insetti o con il caldo cocente. Avevano camminato per alcune ore, vestiti di nero sotto il sole estivo ma non stavano neppure sudando, un trucco davvero utile per mantenere le apparenze.
Oltrepassarono due bambini che li fissavano a bocca aperta senza degnarli di uno sguardo e raggiunsero la taverna.
«Devor, Jasmine, venite qui!» sentirono gridare una delle donne.
Se dall'esterno quell'edificio sembrava più un'abitazione che una locanda, dall'interno appariva ancora meno adatto. C'era un bancone con diverse bottiglie in mostra ma quello era l'unico dettaglio che suggeriva a Roil di non aver sbagliato destinazione. In un angolo diversi attrezzi e pacchi imballati facevano pensare ad un emporio mentre nel lato opposto dell'ampia stanza tre donne rammendavano panni. Guardandole bene Roil notò persino una culla ed era certo che non fosse vuota.
Spero almeno che ci siano delle camere di sopra...
Magari ci sono le stalle!
Non sarà facile tenere l'uniforme pulita in una stalla
Non era divertente dormire in una stalla
Potrebbe ospitarmi la biondina
Finalmente una bella idea!

«Ehm.. Benvenuti a Hosiner!» era una voce profonda. L'uomo che aveva parlato era senza dubbio un oste, era il ritratto perfetto del locandiere. Mancava solo il grembiule perennemente macchiato ma quello era un dettaglio che si poteva trascurare, considerando il resto del locale. «Come posso servirvi?» continuò incerto dopo alcuni momenti «Ho dell'ottima birra fresca e fichi secchi dolcissimi»
Per me la bionda!
«Avete anche delle camere libere per qualche giorno?» rispose Juim con un tono che lasciava poco spazio a risposte negative.
«Temo di non avere camere all'altezza dei Signori, non vogliano offendersi... però ho ancora tre stanze libere. Sono molto semplici ma è tutto quello che rimane, non era mai capitato di ospitare tanta gente così importante sapete? Comunque inizierò subito a renderle più accoglienti possibile...»
«Chi sono gli altri ospiti?» Juim era sempre stato bravo a nascondere lo stupore, al contrario di Roil che negli ultimi mesi era persino riuscito a peggiorare.
«Oh... certo, immagino abbiate un appuntamento. Perdonatemi, avrei dovuto capirlo subito...» l'oste fece una pausa per schiarirsi la voce «In questi giorni ho l'onore di ospitare Tesiha Sedai e la sua scorta, sarò lieto di annunciarvi al più presto e preparerò una sala per il vostro incontro»
A Roil venne quasi un colpo. Quando si riprese la faccia dell'oste gli confermò il sospetto di essersi lasciato sfuggire un'imprecazione.
Ma incontrala tu quella dannata strega!
Mi sono tolto le parole di bocca!
Bendetto! Le Aes Sedai mi fanno una paura dannata!
...
...
Che succede?
...
Inizia ad essere affolato qui dentro...
Affollato? No... troppa gente mi spaventa un poco
Sono confuso
Sai che novità, facciamo così, con la biondina lascia fare a me che ho le idee chiare!
...
C'è dell'altro
Già, che c'è?
Ecco... le donne mi spaventano un pochino...
Luce ma questa cosa da dove esce?
E ti stupisci? Sei la noia fatta a pensiero, fortuna che ci sono io!
Juim sta parlando...

«... nostre stanze»
Roil guardò Juim per alcuni momenti cercando di ricostruire quanto aveva appena detto, inutilmente. Spostò l'attenzione sull'oste in cerca di qualche suggerimento ma quello lo fissava a sua volta, come se si aspettasse qualcosa da lui. Provò ad annuire cercando di apparire convinto e si sentì sollevato vedendo il volto dell'oste rasserenarsi con un sorriso. Non aveva idea di cosa aveva appena fatto ma sembrava aver funzionato.
«Da questa parte allora» il locandiere indicò le scale che salivano a lato dell'angolo adibito a magazzino. Dopo alcuni gradini si bloccò «Oh.. di nuovo perdono, vado subito a chiamare qualcuno per occuparsi dei vostri cavalli e per portarvi i bagagli di sopra»
«Non è necessario» lo interruppe Juim «non abbiamo nulla di tutto ciò»
L'oste rimase a bocca aperta per alcuni istanti, indeciso se considerarla una battuta, un insulto o chissà cos'altro. «Possiamo vedere le nostre stanze?»
«Oh... certo certo, da questa parte»
Arrivati al primo piano li colpì un intenso odore di incenso profumato, l'oste parve sorpreso quanto loro ma concesse una sola occhiata ad una porta chiusa e proseguì. Dovettero salire un'altra rampa di scale prima di raggiungere uno stretto corridoio sul quale si affacciavano tre stanze vuote separate da alcune assi di diversa misura. Quel piano doveva essere stata una soffitta fino a poco tempo prima.
«Ecco.. come vi dicevo non sono di certo alla vostra altezza ma chiamerò subito le ragazze per sistemarle al meglio. Porteranno coperte, catini d'acqua... troveranno di certo anche alcune tende, magari dei fiori... se nel frattempo volete accomodarvi nel salone sarò lieto di offrirvi da bere per farmi perdonare la semplicità delle camere. O preferite che vada subito ad avvertire Tesiha Sedai del vostro arrivo?»
Juim rispose immediatamente, non voleva che Roil si intromettesse.
«Tesiha Sedai è sicuramente molto impegnata, saremo felici di accomodarci di sotto.» Prese alcune monete e le posò nelle mani dell'oste senza guardarle. Quando fu certo che l'uomo lo stesse ascoltando continuò lentamente, pronunciando bene le parole «Questa sera parleremo per conto del Drago Rinato. Fai in modo che chiunque sia in grado di raggiungere questa locanda prima di notte venga ad ascoltarci.»

Continua...

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Capitolo 3
*** Il discorso ***


Roil aveva passato il pomeriggio nella sala comune della taverna, leggendo con entusiasmo una raccolta di leggende locali. Verso sera era talmente rapito dalle avventure di un giovane alle prese con dei lupi, che non si accorse della quantità di persone radunate nell'edificio. La giornata doveva essere arrivata al tramonto, la luce era appena sufficiente alla lettura. Senza distogliere l'attenzione dal branco di lupi, in grado di scovare il ragazzo persino nel bel mezzo di un sogno, raggiunse Saidin e creò meccanicamente un piccolo globo luminoso. Alla Torre Nera riusciva a leggere solo di notte, quando non crollava spossato dall'addestramento. Era una cosa a cui era abituato, non usava le candele per paura di addormentarsi e incendiare l'intera casa, eppure questa volta c'era qualcosa di strano, si sentiva a disagio.
Dov'è finito tutto il baccano di prima? Pensò raggiungendo la fine del paragrafo.
Tenne il segno con un dito e sollevò con discrezione gli occhi dal libro. Voleva controllare la sala ma senza attirare l'attenzione, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era qualche paesano incuriosito pronto a riempirlo di domande non appena avesse avuto la sua attenzione.
La sala comune era colma di persone. Ogni tavolo era assediato da una piccola folla stretta spalla contro spalla, in molti non avevano trovato posto a sedere e se ne stavano in piedi. L'unico spazio libero dell'intero salone era quello attorno al suo tavolo. Non riusciva a farsi un'idea del numero preciso ma aveva la netta sensazione di avere alcune centinaia di occhi puntati addosso, se ne stavano tutti lì immobili a fissarlo. I più vicini sembravano addirittura volersi allontanare e guardavano terrorizzati qualcosa sopra la sua testa.
Li guardò ancora alcuni attimi mantenendo un'espressione impassibile.
Luce! C'è gente persino fuori!
Avanti signori avanti! Venite a vedere l'uomo in nero e il suo allegro spettacolo!
Nooo! Restate dove siete!! Non venite qui vicino!
Ma che hanno da guardare?
L'uomo lanterna!
State lontani da me!
L'uomo chi? Ah...

La Torre Nera lo aveva cambiato più di quanto immaginasse, solo pochi mesi prima anche lui avrebbe provato paura nel vedere qualcuno incanalare. Ora invece usava il Potere per qualsiasi cosa senza quasi rendersene conto.
Rilasciò Saidin, permettendo al globo luminoso di dissolversi. I più vicini sembrarono tirare un respiro di sollievo, un vecchio proprio di fronte a lui si asciugò la fronte sudata borbottando qualcosa che sembrava una preghiera. Aveva una gran voglia di scomparire ma non poteva fare altro che continuare a guardarli a testa alta, solo la Luce poteva immaginare quale sarebbe stata la punizione della Torre Nera se un Asha'man avesse mostrato timore davanti a dei contadini.
Una bella frase per tranquillizzarli?
Un Asha'man, una Aes Sedai ed un cane entrano in una macelleria...
La conosco!
Non era nulla di pericoloso... no sembra una giustificazione, non devo scusarmi. Non sono qui per farvi del male!
Incredibile! Tristezza conosce una storia divertente!!
Conosco un sacco di storie divertenti! Ma nessuna è vera...

«Siamo Asha'man»
Ma non era questo che volevo dire! Pensò Roil perplesso
«Guardiani» continuò Juim, in piedi al fianco del suo tavolo. Teneva le mani conserte dietro la schiena, avvolte in comodi guanti di seta rigorosamente nera come il resto della divisa. Aveva scandito quelle parole con orgoglio, in un modo che riusciva a far dimenticare la tremenda condanna che nascondevano.
«Uomini in grado di usare il Potere» prese una lunga pausa per guardare la folla in ascolto. Roil notò parecchi segni di scongiuro, alcuni mormorii poco rassicuranti e numerose occhiate cariche di paura e odio.
«Armi» un'altra pausa «Simili a spade nelle mani del Drago Rinato. Siamo qui in Suo nome. L'Ultima Battaglia è prossima e non sarà come una guerra tra uomini, non ci sarà alcun posto in cui fuggire. Nessuna salvezza se non nella vittoria. E' spaventoso.»
Non mi pare un bel modo per tranquillizzare la gente
Era meglio la storia della macelleria
Se prima avevano paura ora staranno preparando due forche nella piazza!

Questa volta si fermò solo per pochi istanti
«Ma per quelli come noi, per gli uomini che possono usare il Potere, è una buona notizia!»
Ecco, se avevano qualche dubbio sulla nostra pazzia ora dovrebbe essergli tutto chiaro. Luce Juim arriva al punto o questi ci bruciano vivi!
«Il nostro destino è sempre stato segnato. La pazzia. Preceduta e accompagnata dalla terribile speranza di una morte rapida prima di far del male a qualcuno. Oggi il Drago Rinato ci offre una possibilità. Il Drago Rinato ha proclamato un'amnistia per tutti i maschi in grado di Incanalare purché essi si presentino da Lui per essere addestrati a combattere nell'Ultima Battaglia.»

Continua...

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Capitolo 4
*** Amici o nemici? ***


Dopo alcuni attimi di silenzio, quando tutti capirono che Juim aveva finito di parlare, tra la folla iniziò a diffondersi un brusìo che ben presto salì di tono trasformandosi in un confuso baccano. Non poche persone stavano pregando, facendo gli scongiuri o entrambe le cose. La maggior parte si scambiava sguardi confusi, cercando le parole giuste per convincersi a vicenda di quanto fosse stato assurdo quel discorso. L'attenzione di Roil però era completamente assorbita da un paio di gruppetti di uomini, distanti tra loro ma molto simili nel comportamento. Occhiate cariche di paura e odio, discorsi brevi sussurrati alle orecchie, cenni decisi di capo...
Pensano a come prenderci a calci
Pff! Ho più paura di Tristezza
Sento già la corda attorno al collo... apriamo un portale e andiamocene subito...
Devo fare qualcosa prima che sia troppo tardi
Giusto, dov'è finita la biondina? Ancora non so come si chiama
… iniziano ad essere davvero arrabbiati, ANDIAMOCENE!
Zitti, ce ne andiamo quando lo dico io
Maddai?!
Ci stò, andiamocene ORA!
Luce...

Uno scoppio ammutolì la folla. Roil fissò stupito i flussi dissolversi. Aveva incanalato, quella tessitura era sua ma non era sicuro di ricordarsi come o quando aveva iniziato a crearla. Riprese subito il controllo, alla Torre Nera non era saggio farsi scoprire in situazioni simili. Era sicuro che le dicerie sull'ultimo brindisi del guardiano non fossero solo storie. Per un Asha'man la follia era inevitabile, quando qualcuno iniziava a diventare un pericolo il suo superiore aveva il dovere di ucciderlo. La somministrazione di un veleno letale in una bevanda stava diventando una specie di tradizione.
Si alzò lentamente, rimanendo in piedi a fissare la sala mentre si aggiustava i guanti sia per aspettare che tutti lo ascoltassero, sia per assicurarsi di sapere cosa dire.
«Potete vederla come un'occasione per vendicarsi di questa dannata maledizione, per rendersi utili, decisivi, per proteggere i vostri cari compiendo un ultimo atto eroico.» Si morse la lingua prima di esprimere la sua personale opinione sull'eroismo. Dopo quella pausa imprevista, anche gli ultimi gruppetti rimasero in silenzio ad ascoltarlo.
«Oppure come il modo migliore per allontanare senza danni quelli come noi. Rimarremo pochi giorni, quanto basta per controllare tutti gli uomini che si presenteranno, poi ce ne andremo. Più uomini vedremo, meno incanalatori rimarranno tra di voi. Alla Torre Nera verranno aiutati e addestrati, potranno portare anche i propri cari se lo vorranno.»
Mi sono convinto, vengo alla Torre Nera!
Noo! Proprio ora che ce ne siamo andati, meglio scappare da qualche altra parte.
Basta...
Giusto, ora non ho più paura, basta fughe
E' solo una ritirata temporanea...
Basta, tacete!
Uff, Tristezza e Agonia cosa devo fare per divertirmi un poco?
Andare il più lontano possibile da chi incanala! E anche dalle coste... e dalla macchia

«SILENZIO!» gridò Roil.
Nella sala non furono poche le persone a trattenere il fiato. Dopo la sua proposta si era scatenata una gran confusione. Per dei contadini, la possibilità di allontanare eventuali incanalatori maschi era qualcosa di molto più pratico e comprensibile rispetto a combattimenti eroici e alla fine del mondo.
Roil, impegnato a dominare i propri pensieri, non vi aveva badato più di tanto. Ora si trovava nuovamente al centro dell'attenzione, senza la minima idea di cosa quella gente stesse dicendo prima che lui si lasciasse sfuggire quel'ordine.
Sentì un forte senso di panico formarsi nel suo stomaco, sperò che Juim prendesse in mano la situazione ma con la coda dell'occhio notò solo un'espressione preoccupata sul volto dell'Asha'man.
«Inizieremo domani, ci troverete qui fuori e rimarremo per una settimana» disse infine con voce ferma, assumendo una posizione militare per aiutarsi a mantenere il controllo.
«Ci metteremo pochi minuti per ogni uomo, non sarà niente di ché, di certo nulla di doloroso. Non verrete nemmeno toccati da Saidin.» aggiunse finalmente Juim, attirandosi molte occhiate sospettose fino a che qualcuno ebbe il coraggio di chiedere qualche informazione in più.
Roil era troppo impegnato ad evitare di pensare per ascoltare quella gente, si voltò verso le scale con l'intento di raggiungere il più velocemente possibile la sua camera. Avrebbe tanto voluto correre ma doveva mantenere l'apparenza calma e letale se non voleva essere punito una volta tornato alla Torre Nera.
Aveva già un piede sul primo gradino quando si accorse di quell'uomo. Bastava uno sguardo per capire che era diverso da tutti gli altri. Era appoggiato alla parete in cima alla prima rampa di scale per non attirare l'attenzione. Tanto muscoloso da poter passare per un boscaiolo ma ben pochi taglialegna possedevano una spada, figurarsi una tanto grande da dover essere portata dietro la schiena. Il mantello poi era inconfondibile, rifletteva la luce delle lanterne in modo strano, assorbendo le ombre e mischiando i colori per confondersi con la parete. Solo pochi uomini erano tanto meritevoli, o tanto stupidi, da guadagnarsi un mantello simile. Quell'uomo doveva essere il Custode di Tesiha Sedai.

Continua...

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