¿Death or Rebirth?

di AllHailTheGlowCloud
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Nostalgia. ***
Capitolo 2: *** 2. Recitare. ***
Capitolo 3: *** 3. Messa in scena. ***
Capitolo 4: *** 4. Realtà. ***
Capitolo 5: *** 5. Famiglia. ***



Capitolo 1
*** 1. Nostalgia. ***


Chap. 1 - Nostalgia.

Note d’apertura: voglio solo ricordare che i personaggi sono sempre quelli ò_ò Morivo dalla voglia di scrivere su di loro çwç Spero che sia di vostro gradimento, e soprattutto che capiate la storia…boh, io l’ho capita! °A° *grazie a sta cippa, l’ha scritta lei!* Ci si vede in fondo v.v

 

 

 

 

 

Improvvisamente fu proiettato in un turbine di ricordi, avvolto dall'eco ovattata di tante emozioni, una fiamma tremula si riaccese per un momento.

Ormai non era più una ferita che poteva fare male, ma era comunque rimasto il rimorso per una terribile cicatrice che avrebbe potuto evitare di procurarsi, rimpiangendo ogni giorno di non averlo fatto.

Natsu non sembrava essere cambiato affatto, ma osservandolo bene, i suoi 45 anni erano impressi sul suo volto sotto forma di qualche ruga d'espressione in più. Per il resto, soliti capelli lunghi, solito abbigliamento tipo-punk, solito sguardo distaccato, che conferiva un aria autoritaria, ma nel contempo era a suo modo rassicurante.

Cosa poteva dire di sé? 44 anni, commesso in un supermercato. Aveva da tempo dato l'addio al suo ciuffo biondo, senza il quale sembrava quasi irriconoscibile, a suo proprio parere, che dopo tutto quel tempo ancora non riusciva a vedersi senza. Erano passati circa...15 anni, diavolo, ne erano davvero 15! Da quindici anni non vedeva faccia a faccia il muso del suo amico.

Si rese conto di non essersi mai realmente reso conto di quanto gli fosse mancato, Natsu.

“...qui da un mese. Alla fine sono tornato!”

“La signora?”

 “A casa”

“Fa ancora la modella?”

“A quanto pare ha qualche ruga di troppo”

“Peccato, era nata per quel lavoro...”

“Eh già... ma l'ha presa bene.” entrambi si resero conto di star solo girando intorno al centro dell'interesse di Akira. Non che non gli interessasse di Aiko, ma c'era altro che gli premeva.

“Gli altri? Come se la passano?” lo chiese, finalmente. Stava per sapere. Fremeva e all'improvviso fu preso da una specie di paura, quasi avrebbe voluto rimangiarsi la domanda. Eppure voleva, doveva sapere. Rimase impassibile.

“Bene. L'ultima volta che li ho sentiti è stato poco prima del mio trasloco, per telefono.”

“Stanno...ancora insieme?”

“...Sì...”

“...sono contento” esitò a dirlo, ma non perché mentisse. Infondo, ormai non c'era più nessuno legame, nemmeno di rancore, con di loro. Sapere che dopo tutto quel tempo stessero davvero ancora insieme lo sollevava quasi, come se si rendesse conto che alla fine fosse andata meglio così.

Anche se quando Tsuu l'aveva lasciato non era assolutamente di questo parere.

Avrebbe voluto morire, e ci provò, anche. Se non fosse stato per Rangiku in quell'occasione, probabilmente ora non sarebbero stati lì a parlare.

Rangiku era l'unica della band con cui aveva tenuto i contatti. Erano già stati molto amici prima, ma forse a legarli ulteriormente fu proprio la sua presa di posizione di fronte alla “stronzata” commessa dal fratello dai capelli rossi, e alla sua immensa “stupidità ed egocentrismo senza paragoni”.

 

E' ovvio che ora Akira lascerà la band! Come puoi pretendere che riesca a vedere ogni giorno la tua faccia e sopportarlo? Sei proprio un egoista, Tsuu...”

Lo so benissimo questo! Però senza Akira...”

Avresti dovuto saperlo benissimo fin dall'inizio! E' ovvio che qualcuno qui deve lasciare la band...o la lascia Akira o la lasciate voi!”

Senza vocalist e senza batterista?”

Hai intenzione di cacciare lui, allora?”

NON...non voglio cacciarlo, sto solo dicendo che...”

 “Se se ne va lui me ne vado anche io!”

Senza entrambi i chitarristi?! Rangiku, non puoi fare questo alla band!”

Ne troverete altri”

Ran...”

 “No, Tsuu!”

 

Apprezzò moltissimo, anche se lui stesso era contrario alla decisione della chitarrista. Infatti fu sollevato quando Natsu, parlando con calma con lei, la convinse a non lasciare la band.

“Posso...posso farti una domanda?”

Natsu annuì.

“Perché...la band, perché i Colorless Avatar non esistono più?” un tonfo al cuore nel sentir uscire dalla propria bocca quelle parole che fino ad allora aveva sempre evitato di dire, come se volesse così esorcizzare la realtà, e fare finta che non fosse vero.

“Non era Mitsuo a dire sempre 'finché ci sarà anche uno solo di noi qui a suonare, i Colorless Avatar continueranno ad esistere'? Che ne è stata della sua determinazione? Possibile che non ci fosse più nessuno a suonare?” domandò facendosi sempre più coinvolgere dall'impeto di quella curiosità mista di amarezza.

 

Erano gli inizi. Erano giovani, la band era formata da poco, ma già c'era una tale empatia che sembrava si conoscessero da una vita intera. Eppure, si stavano lasciando prendere dallo sconforto, schiacciati dall'idea di non poter mai riuscire a sfondare.

Mitsuo la considerava già la sua famiglia, e non poteva permettere che si facessero di questi discorsi, senza contare che lavorare in un ambiente così pesante e deprimente non era per niente facile. Fu per questo, che all'ennesima lamentela insofferente di Tsuu, Mitsuo sbottò:

Volete andarvene? Volete andarvene davvero? Io resterò qui! Finché ci sarà anche solo uno di noi qui a suonare, i Colorless Avatar esisteranno! Quindi vi aspetto tutti qui domani, alle otto precise. Non un minuti di ritardo, intesi?!” e così dicendo uscì dalla sala prove come una furia, sbattendo la porta, lasciando tutti quanti ammutoliti. Fu la prima volta che Mitsuo tirò fuori se stesso in quel modo, ma non c'era da sorprendersi, per l'importanza che aveva per lui, che anche un tipo pacifico e timido come Mitsuo fosse capace anche di spostare le montagne, pur di giovare ai Colorless.

 

“Non è così semplice Akira...ah, sei rimasto come allora, vero?”

“Che intendi?”

“Un bambino. Lo eravamo tutti, beato te che hai avuto la fortuna di tirartene fuori in tempo”

Akira non capì subito a cosa stesse alludendo Natsu.

“Ci sono troppi fattori in gioco per potertelo spiegare bene. In primis, non potevamo accettare di cambiare. Ci facevano troppe pressioni, volevano farci diventare una banducola commerciale. Poi fin dal tuo abbandono, i rapporti tra di noi erano rimasti tesi, non credere. Se non altro, quelli tra fratelli. Alla fine, dopo le basse vendite dell'ultimo singolo, fummo costretti a prendere la decisione di...”

“Capisco.”

Anche se non era sicuro di capire veramente. Fosse stato per lui, i Colorless avrebbero dovuto continuare ad esistere per sempre. Non sapeva perché, ma per qualche motivo, era sempre stato convinto che sarebbe morto prima lui dei Colorless. Invece i Colorless erano morti da più di cinque anni ormai. E lui? Quando era morto?

Probabilmente, nel momento stesso in cui aveva deciso di abbandonare. Chissà -non era la prima volta che si ritrovava a pensarlo- che se avesse deciso di rimanere sarebbe riuscito a superare quella brutta situazione e le cose si sarebbero sistemate?

 

Akira...dobbiamo parlare”

Parlare?”

C'è una cosa che devo dirti.”

Non sapeva ancora cosa avrebbe detto, ma si rese conto, forse inconsciamente, di ciò che stava accadendo, e il suo cuore perse più di un battito.

Dimmi”

Akira...”

Parla, mi metti ansia così!”

So che non sarà facile e che è improvviso così, ma io non posso più resistere, devo dirti tutto. Non ce la faccio a mentire, sarebbe doloroso per me, e per te ancora di più.”

Tsuu, che cosa...”

Mi sono innamorato di un altro ragazzo.”

Desiderò potersi cavare gli occhi per vedere la scena dall'esterno e capire che si trattava solo di un brutto, bruttissimo incubo. L'unica cosa che fece invece fu continuare a fissarlo e boccheggiare.

Quando? Come? Perché? Troppe cose avrebbe voluto chiedergli, ma era paralizzato e non riusciva a parlare.

Ci stiamo lasciando?” domanda stupida, ma l'unica che riuscì a formulare. Anche se probabilmente lo stava chiedendo più a se stesso.

Mi dispiace Akira...” Akira era sempre stato tutto ciò che Tsuu aveva desiderato, eppure, ormai da tempo non poteva più nemmeno chiudere gli occhi mentre lo baciava, perché rischiava di vedere un volto che non era il suo. Fu rendendosi conto di questo che decise di lasciarlo.

Chi...chi è?”

Tsuu non rispose immediatamente. Sapeva quanto Akira avrebbe sofferto sentendo pronunciare quel nome, ma il minimo che poteva fare a quel punto era dirglielo.

Mitsuo”

Il suo ragazzo e il suo migliore amico?

 

Che fantastico cliché.

Ora, a distanza di tutti quegli anni, solo ora, riusciva a dirlo con tanta facilità e quasi ridere dell'ironia del destino.

 

 

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Capitolo 2
*** 2. Recitare. ***


chap. 2 - Recitare.

Da qualche anno era iniziata la loro carriera musicale come professionisti.

Il loro manager aveva avuto la fantastica idea di proporgli quel progetto.

Avevano offerto loro dei ruoli in un telefilm, in cui avrebbero interpretato ruoli diversi ma non troppo lontani dai “personaggi” che si erano creati nel corso del tempo tramite interviste e apparizioni in tv.

Accettarono tutti, chi più chi meno, entusiasti.

Ciò che non sapevano ancora di preciso, era lo svolgimento della trama, che gli era solo stato raccontato per sommi capi per convincerli.

Akira sarebbe stato uno studente innamorato di Natsu, il suo professore, che però, essendo etero adulto e sposato, non poteva ricambiarlo, mentre Rangiku sarebbe stata la sorellina minore di Natsu, e avrebbe avuto una cotta per Akira.

Tsuu e Mitsuo sarebbero stati due compagni di classe innamorati e destinati a mettersi insieme.

Un ottima pubblicità, che avrebbe attirato soprattutto molte ragazze, buona cosa anche perché come sigle e colonna sonora sarebbero state usate loro canzoni.

 

Passando tutto quel tempo insieme, tra imparare le battute e provarle insieme, tra recitarle sul set, fare spesso i tragitti insieme, fermarsi a mangiare insieme dopo il lavoro... finì per scattare qualcosa.

Specie dopo la fatidica “scena del bacio”.

Mitsuo e Tsuu erano davvero molto preoccupati. Erano amici da tanto tempo e non avevano mai pensato che un giorno si sarebbero dovuti baciare. Non che ci dovesse essere nulla di male, ma la cosa metteva entrambi in estremo imbarazzo.

Decisero così di dover fare una prova prima di andare sul set, anche per non fare pessime figure.

Si ritrovarono a casa di Mitsuo. Recitarono le stesse battute almeno dieci volte fino ad arrivare allo stesso punto, per poi fermarsi.

Dobbiamo riuscirci! Tanto domani dovremo farlo comunque, quindi tanto vale!”

Lo so Tsuu! Ma...non è così facile!” ribatté Mitsuo arrossendo.

Mettiamola così...chiudi gli occhi e immagina che io sia un altra persona. Io farò lo stesso”

Bell'idea! Proviamo!”

Sei...sicuro?”

“Certo!”

Va bene allora...”

Seduti l'uno di fronte all'altro sul divano, chiusero gli occhi, si avvicinarono lentamente, finché le loro labbra non si sfiorarono, e poi rimasero immobili.

Il cuore di Mitsuo batteva fortissimo. Immaginarsi un altra persona era utile, ma non diminuiva veramente la tensione e anche per Tsuu era la stessa cosa.

Finalmente le loro labbra entrarono in contatto, premute le une contro le altre.

Mitsuo le dischiuse leggermente e non appena Tsuu sentì la lingua dell'altro, per un gesto istintivo, fece lo stesso, facendosi coinvolgere completamente. Il rosso prese tra le mani il viso arrossito di Mitsuo, che a sua volta appoggiò le proprie sul petto dell'altro.

Fu un bacio lungo e intenso, e solo quando si resero conto di quello che stava succedendo si staccarono di scatto, scansandosi bruscamente a vicenda.

Non è andata tanto male...” balbettò Mitsuo imbarazzatissimo,

No, no...affatto...” farfugliò Tsuu nelle medesime condizioni, e restarono a fissarsi per dei lunghi istanti.

Tsuu non capiva come avesse fatto a farsi prendere così da quel bacio. La cosa che lo spaventò fu che non aveva nemmeno avuto bisogno di pensare ad Akira per farlo.

Beh, siamo apposto, vedrai che domani andrà tutto bene! Io vado, a domani sul set!” salutò velocemente Tsuu uscendo da quella casa più in fretta che poté.

 

 

La scena del bacio fu perfetta. Terminarono le riprese e mancava solo la parte del montaggio.

Quella sera, finito tutto, si ritrovarono di nuovo a casa di Mitsuo.

Non fu loro molto chiaro il perché -forse la stanchezza, la felicità di aver terminato con successo un lavoro che non credevano di essere capaci di fare, tutto quel garbuglio di emozioni provate- ma dal trovarsi a guardarsi negli occhi così da vicino, al darsi un altro bacio, al finire per spogliarsi non ci volle molto.

Tsuu spinse Mitsuo contro la parete, facendolo indietreggiare lentamente.

Infilò le mani sotto la maglietta, sfilandogliela con calma sfinente.

Osservò, anzi, contemplò, attentamente il suo torace, prima di iniziare a cospargerlo di baci fino a risalire al collo, prendendo anche a stuzzicare i suoi capezzoli con i polpastrelli.

Mitsuo si lasciò sfuggire un lieve gemito, mentre la sua schiena veniva percorsa da un brivido.

Le mani di Tsuu, preso da un improvvisa fretta, si spostarono sulla lampo dei pantaloni.

I vestiti finirono a terra uno dopo l'altro, lasciando un segno del loro passaggio dall'ingresso alla camera da letto.

 

 

Quella volta non fu l'ultima. Da allora, anzi, accadde sempre più spesso.
Tsuu continuò a fare sempre finta di niente con Akira, ma arrivò un momento in cui doveva assolutamente parlarne con un altra persona: Natsu.

La reazione di Natsu al sapere che Tsuu stava tradendo Akira con Mitsuo?
“Io sono sia amico di Akira che tuo, perciò se hai intenzione di farlo soffrire non ti difenderò. Non ti dirò che stai sbagliando, ma sappi che Akira soffrirà moltissimo e sai che la colpa sarà la tua.”

Tsuu capì la posizione dell'amico, non si aspettava nulla di diverso in fondo, e conosceva abbastanza Natsu da poter dire che uno, non stesse scherzando, due, che avesse ragione.

Tsuu si rendeva perfettamente conto che quello che faceva avrebbe fatto del male al suo amato Akira. Mitsuo si sentiva ogni giorno più in colpa pensando alla terribile pugnalata alle spalle che stava infliggendo al suo migliore amico.

Una sera si ritrovarono tutti e quattro a casa di Natsu.

Risero, scherzarono, e bevvero.

Essendo Akira quello che aveva bevuto di meno, ed essendo ancora sobrio, a differenza degli altri, soprattutto di Mitsuo che ormai era totalmente andato, ad un certo punto fu mandato a comprare altra birra.

A malincuore si alzò dalla poltrona dov'era affondato e uscì promettendo di tornare il prima possibile coi rifornimenti.

Rimasti soli, Natsu decise che quello era il momento giusto per parlare.

Che poi fosse definibile “giusto” visto come stavano messi quei due, è piuttosto opinabile, ma probabilmente nemmeno Natsu era nelle condizioni di prendere grandi decisioni in quel momento.

Ragazzi” cominciò “così non potete andare avanti. Tsuu...”

Lo so, lo so...Akira...Io non voglio fargli del male”

E tu, Mitsuo, cosa hai intenzione di fare col tuo ragazzo?”

Mitsuo assunse un aria pensierosa, poi una più triste,

Io non voglio più vederlo”

Sia a Natsu che a Tsuu uscirono gli occhi fuori dalle orbite nel sentirlo dire. Tutto si sarebbero aspettati, ma non una frase del genere.

Sono mesi che non lo vedo, che non lo sento...da quando è partito per quel suo stupido tour! E Poi con lui non è più come prima...è diventato tutto così freddo...non mi interessa di lui, non lo voglio più!” esclamò in fine dimenandosi come un bambino.

Tsuu si riprese, almeno momentaneamente, dall'alcol e restò a fissarlo interdetto.

Non dire così, lui ti ama, forse è solo un periodo, vedrai che quando vi rivedret-” cercò di rincuorarlo Natsu, che però fu subito interrotto dal batterista.

No! Lui non mi ama più! E se mi ama non mi sa più amare! Non ci voglio stare con lui!”

Tsuu non era capace di dire nulla di intelligente, e rendendosene conto preferì tacere.

Natsu cercò nuovamente di farlo ragionare invece, ma senza risultati, così incuriosito gli fece alcune domande per cercare di capire meglio.

Tu lo ami ancora?”

Io...” iniziò, per poi fermarsi a lungo a riflettere, fissando il vuoto. “Io voglio essere felice. Voglio stare con qualcuno che mi faccia essere felice e lui non lo fa!”

Allora...con chi vorresti stare?” chiese Natsu, quasi sarcastico, esasperato.

Ci furono dei lunghi secondi di silenzio. Poi fu un attimo, e nessuno fu in grado di capirci niente.

Io voglio stare con Tsuu! Lui mi rende felice!” gridò scoppiando a piangere, per poi saltare letteralmente addosso al rosso e baciarlo.

Natsu fissava la scena sbigottito. Tsuu si ritrovò Mitsuo in braccio senza capire come o quando fosse successo, ma passò velocemente dal subire il bacio, all'esserne parte integrante e attiva.

In quel preciso istante il rumore di una serratura fece scattare Natsu, che per evitare il disastro si precipitò a separare i due e si sedette velocemente in mezzo a loro, cercando il più possibile di far sembrare tutto perfettamente normale.

Che succede?” chiese Akira avendo notato il gran movimento, ma senza aver capito -per fortuna- che cosa stesse realmente accadendo.

“Niente!” esclamò con naturalezza forzata Natsu, e Tsuu annuì.

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Capitolo 3
*** 3. Messa in scena. ***


chap. 3 - Messa in scena.

Il giorno dopo, tutti nella solita sala per le prove. Al termine di queste, i nostri tre moschettieri si incontrarono nel bagno per discutere di una soluzione strategica.

In realtà, Natsu era lì solo perché doveva veramente andare in bagno, ma aveva intenzione di approfittarne per passare l'ennesima ramanzina agli altri due.

Per quanto riguarda Tsuu e Mitsuo, lo avevano solo seguito, aspettandosi una cosa simile dal bassista.

Eravate ubriachi, lo capisco. Ma ora che siete sobri, questo non mi pare il modo di dimostrare che volete metterci una pietra sopra” affermò Natsu, riferendosi al fatto che inspiegabilmente gli altri due si erano presi per mano.

Non ricomincerò con l'interrogatorio, perché si è visto com'è finito ieri sera...”

Scusate...avevo bevuto un po' troppo...” cercò di scusarsi Mitsuo, arrossendo imbarazzato.

Birra di troppo o no, resta il fatto che parlando del tuo ragazzo sei scoppiato a piangere e poi hai baciato Tsuu.”

Mitsuo arrossì ancora di più.

Tsuu strinse la mano che teneva nella sua, intuendo il disagio che Natsu stava provocando al suo...amante? E lo tirò leggermente indietro, aggrottando le sopracciglia con l'intento di lanciare un occhiataccia al bassista.

Natsu recepì il messaggio e alzò gli occhi al cielo.

Beh, ad ogni modo, Mitsuo.”

Sì?”

Davvero le cose non vanno più con lui?”

Sì...non sono più come prima, non saprei dire se vanno veramente male, ma di certo non vanno bene...”

Tsuu, che al contrario di Mitsuo che non ricordava praticamente niente, nonostante la sbronza, ricordava per filo e per segno tutto quello che era successo, comprese le parole pronunciate da Mitsuo, che lo avevano toccato profondamente, si sentì in qualche modo tirato in causa, come se essendo lui quello che “lo fa sentire felice” dovesse assolutamente fare qualcosa per adempiere a questo suo compito.

D'impulso tirò a sé il corvino e lo baciò.

Natsu si sentì un po' come una mosca appiccicata al miele, e si chiese Akira non avesse un qualche sensore o un microchip del tempismo installato nel cervello, quando sentì la sua voce da fuori dalla porta.

Ragazzi? Siete qui?!”

Non ebbe tempo per ragionare, e se teniamo conto che Natsu non era affatto un tipo impulsivo, agire così d'istinto non era una cosa che gli riusciva bene, non essendoci abituato.

Non seppe nemmeno lui bene cosa diavolo fece, fatto sta, che dopo aver tirato per un braccio Tsuu, e averlo spinto nella cabina, finì per perdere l'equilibrio e cadere sopra a Mitsuo, finendo per schiacciarlo contro il lavandino e trovandoselo faccia a faccia, quando Akira entrò nel bagno.

Una serie di facce perplesse indescrivibili.

Tsuu, comprese la situazione al volo e decise di restare nascosto, Mitsuo dovette capirla quando sentì la voce di Akira, Natsu probabilmente non la capì mai, e Akira non poté fare altro che esclamare:

NATSU!?”.

Natsu si scostò da Mitsuo, indietreggiando di qualche passo.

Che cosa...stavate...???” chiese sempre più perplesso il chitarrista.

Niente niente! Non è come pens-” cercò di difendersi Mitsuo.

Io a Mitsuo stiamo insieme” proclamò Natsu, lasciando di stucco perfino le pareti.

Il motivo per cui aveva detto una bugia tanto grande era chiaro. Così avrebbe difeso i suoi due amici e Akira non avrebbe più sospettato di loro.

C'erano però alcune piccole incongruenze.

Natsu, da quando in qua sei GAY!??” eccone una per esempio.

Non lo so...forse...lo sono sempre stato.” -ma che cazzo sto dicendo?- se lo chiese di tutto cuore.

E da quando tu e Mitsuo...?”

Akira guardò Natsu, Natsu guardò Mitsuo. Mitsuo guardò Natsu, Natsu guardò Akira, Akira guardò Mitsuo, Mitsuo guardò Natsu, Natsu roteò gli occhi,

Da non molto.” -bella risposta!-

E Aiko?” -Quando lo saprà sarò un uomo morto-

Beh...non dirle niente, ok?”

Certo certo! Ci mancherebbe! Scusate, io stavo cercando Tsuu, non volevo disturbarvi...”
“Tsuu è andato a comprare le sigarette”

Tsuu da dentro il bagno benedì Natsu in tutte le lingue che conosceva. Ovvero in giapponese e in ingurish maccheronico.

Akira se ne tornò in sala prove a prendere la chitarra, Tsuu uscì fuori e tutti uscirono dal bagno come se niente fosse.

 

Quando Natsu tornò a casa, la prima cosa che fece fu raccontare tutto ad Aiko.

Non voleva malintesi.

Hai finito?” chiese sconsolato.

Sì, sì...scus-pffffffff!!! AHAHAHAHAHAH!!!” Aiko non la finiva più di ridere. Altro che uomo morto, invece di arrabbiarsi aveva iniziato a prenderlo in giro, era diventato il giullare di corte.

E quindi adesso sei gay e stai con Mitsuo...ma Akira non deve dirmi niente, sennò...!!!” Aveva le lacrime agli occhi e si contorceva tenendosi la pancia. Sembrava che avesse finito di ridere, ma dopo aver pronunciato questa frase a singhiozzi, ricominciò a ridere più forte di prima.

 

 

Questa messa in scena teneva perfettamente, Akira non sospettava di nulla, Mitsuo e Tsuu continuavano a vedersi, e Aiko a ridere di Natsu.

 

 

Ti prego, Mitsuo, non innamorarti di me”

queste parole erano state sussurrate all'orecchio di Mitsuo, con una dolcezza che contrastava alquanto con il significato di esse.

Mitsuo non rispose. Non ce n'era bisogno. Si lasciò semplicemente coccolare dal calore del corpo di Tsuu, dai suoi baci e dalla sua presenza confortante.

Quando Mitsuo si svegliò, il letto era vuoto. Si alzò come tutte le mattine e raggiunse gli altri nella sala prove.

Ebbe tutto il mattino per ripensarci, non perché in realtà avesse voluto, ma perché quelle parole continuavano a ripetersi in continuazione e a risuonare nella sua mente, sempre con quel loro tono caldo e avvolgente, sempre più pungenti più ci pensava.

Non si era posto il problema, perché lui non era innamorato di Tsuu, eppure c'era qualcosa di incomprensibile, di cui si rese conto solo in quel momento.

Lo aveva detto lui stesso: Tsuu lo faceva stare bene, sentire felice. Sentire le proprie orecchie riempirsi della sua voce o della sua risata gli provocava una forte emozione, come se fosse capace di colmare il vuoto che si formava spontaneamente nel cuore di Mitsuo ogni qual volta sentiva mancare la presenza di una persona amata, che lo ricambiasse.

Lo osservava mettercela tutta, dalla propria postazione dietro la batteria, mettendocela tutta a sua volta per suonare. Tsuu, normalmente, era un idiota patentato, un uomo permaloso che si infiammava per nulla, un ragazzo sveglio sempre con la risposta pronta, simpatico, di piacevole compagnia...ma quando cantava, diventava un dio della libidine,capace di ammaliare con il suo sguardo accattivante, con le sue movenze feline e sensuali e le dolci carezze all'asta del microfono, e con la sua voce profonda e coinvolgente.

Mitsuo sapeva tutto questo perfettamente dentro di sé, solo, non era ne mai stato soggetto a tal punto.

Ebbe paura. Tsuu gli aveva chiesto di non innamorarsi di lui, ma sentiva che non ce l'avrebbe fatta, era troppo chiaro ai suoi occhi.

Prese la decisione, e il pomeriggio stesso, la attuò.

 

Io penso...sia meglio smettere di vedersi in questo modo...”

lo disse all'improvviso, prendendo di sorpresa il rosso.

E' durata anche fin troppo a lungo, ci sono troppe cose in mezzo,non vale la pena rischiare...E' per Akira, capisci?” terminò fissando le proprie iridi scure in quelle dell'altro.

Tsuu fu scosso da un brivido.

Certo, certo, capisco...hai ragione, anche Natsu ha ragione...”

E poi sta sera torna...”

Sta sera? Hai ragione, è già passata una settimana!” esclamò il rosso realizzando quanto il tempo fosse passato in fretta per lui.

Mitsuo annuì.

Era finita. Qualsiasi cosa fosse quella che c'era tra loro, ora era finita.

Doveva metterci una pietra sopra e mettersi l'anima in pace.

Non avrebbe dovuto essere un grande problema farlo, ma nonostante questo, c'era qualcosa che non andava.

Improvvisamente fu preso dalla fretta e scattò in piedi, salvo poi rendersene conto e spiegarsi

Beh, è meglio che vada adesso...ci vediamo domani”

Non so se verrò domani”

E perché?”

“Beh, sono mesi che non ci vediamo...”
“Oh...capisco” si dette dello stupido per non averci pensato prima, “Allora...a presto”.

E con queste ultime parole si congedarono.

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Capitolo 4
*** 4. Realtà. ***


chap. 4 - Realtà.

Quella sera, come previsto, il ragazzo di Mitsuo tornò dal tour della propria band.

Mitsuo lo aspettò alzato, gli preparò da mangiare, continuò a sistemare e risistemare cose che aveva già sistemato dieci volte, finché finalmente la serratura non scattò.

Allora scattò in piedi dalla sedia su sui era seduto da molti minuti.

L'uomo avanzò nella stanza, a passi lenti, ma decisi, Mitsuo si avvicinò a sua volta, a passi più veloci, ma altrettanto insicuri. Tutto nel più perfetto silenzio, sembrava quasi una cerimonia.

L'uomo cessò di avanzare e lasciò la propria valigia a terra.

Ti ho preparato da mangiare, penso sarai stanco”

Alcuni secondi di silenzio.

Grazie Micchan, in effetti ho proprio fame.”

Mitsuo lo osservò mangiare, seduto di fronte a lui dall'altra parte del tavolo.

Quando ebbe finito si fece coraggio e prese un grande profondo respiro.

Sai...credevo che mi saresti mancato, che avrei sofferto, e invece...” prese un altro profondo respiro, ma fu inevitabile: le sue guance finirono per bagnarsi, sotto gli occhi apprensivi dell'uomo che era in piedi davanti a lui. Riprese: “Io ce l'ho messa tutta...per non innamorarmi di lui...” e con queste ultime parole scoppiò in singhiozzi che gli scuotevano tutte le spalle.

Si sentì improvvisamente stringere, le braccia dell'altro intorno alla schiena lo tenevano aggrappato a lui.

-Perché mi sta abbracciando? Gli ho appena confessato che amo un altro! Lasciami! Lasciami, non stringermi così, che senso ha quest'abbraccio? Non lo merito! Non...non capisco- pensò confuso.

La stretta si allentò, e Mitsuo si scostò abbastanza da poter sorprendere le lacrime sul viso dell'altro.

Comprese. Non voleva lasciarlo andare, non era arrabbiato con lui, era solo ferito.

Gli ricordava un po' un cucciolo in quella situazione e gli venne da trattenere un sorriso spontaneo, pensando che era proprio una delle cose che lo aveva fatto innamorare di lui.

Mi dispiace” sussurrò contro il suo torace “Non posso stare con una persona che non amo, sarebbe troppo doloroso, per me...per te.”

 

 

 

Tsuu era tornato subito a casa dopo aver parlato con Mitsuo.

Non credeva che sarebbe più riuscito a vederlo come prima.

Le cose non potevano tornare come prima, sarebbe stato impossibile, perché ormai non lo erano più.

Per lui Mitsuo era diventato molto più importante di quanto non avrebbe mai immaginato, lo dimostrava il fatto che ci stesse ancora pensando.

Aveva avuto tante storie simili, alcune erano state un po' complicate da chiudere, ma alla fine ne era sempre uscito indenne. Cercò di ripensare a quando si era messo con Akira, all'inizio solo per distrarsi, ma poi per cercare di ricordare.

Per anni aveva amato Akira senza essere ricambiato, e quando si erano messi insieme aveva sentito di poter toccare il cielo con un dito. Ora Akira non era più nessuno.

Com'era possibile?

In verità, non è che non provasse più niente, ma qualsiasi sentimentucolo spariva all'ombra di ciò per cui fremeva per Mitsuo.

Akira...dobbiamo parlare”

C'è una cosa che devo dirti.”

Mi sono innamorato di un altro ragazzo.”

Chi...chi è?”

Mitsuo”

 

Akira si perse di nuovo ripensando a quel momento.

Dopo quindici anni, molti ricordi stavano svanendo, ma quelli di quella sera erano ancora abbastanza intatti.

Fu distratto da un improvviso vociare allegro e chiassoso.

“Papà papà!”

Con sua grande sorpresa, da dietro le lunghe gambe del bassista fece capolino una bambina.

“Saki!” esclamò Natsu trovandosela improvvisamente addosso.

La bambina aveva gli stessi lineamenti del padre, aveva corti capelli nerissimi e un grande sorriso.
Indossava una salopette violetto con una grande tasca a forma di girasole davanti, e teneva in mano un pacchetto di marshmallows che agitava davanti al viso del padre, allungando quanto più poteva il braccio per assicurarsi che vedesse bene.

“Ho capito”

Natsu sorrise dolcemente, le accarezzò la testa e prendendole dalle manine il pacchetto lo ripose nel carrello della spesa.

La bambina emise uno spontaneo gridolino di gioia e abbracciò il padre.

Poi si voltò e notando la presenza dell'uomo vestito con pantaloni e camicia blu, con le maniche corte arancioni, che identificò come la divisa del supermercato, restò a fissarlo per alcuni secondi, studiandolo.

“Papà!” gridò sotto voce, “Papà! Chi è?” chiese indicando Akira con un cenno della testa.

Natsu e Akira si scambiarono uno sguardo. Akira sorrise, trovava che quella bambina fosse adorabile. Forse solo perché gli sembrava una versione in miniatura...una miniatura molto piccola, del suo amico, anche se in effetti, doveva aver preso più da Aiko che Natsu. Infatti mostrava una certa spigliatezza, mista però alla tipica timidezza dei bambini.

“Si chiama Akira” rispose sorridendo.

“E' un tuo amico?” chiese ancora, spostando nuovamente lo sguardo sul corvino.

“Sì”

“Perchè io non lo conosco? E perché tu come fai a conoscerlo se ci siamo trasferiti da un mese?”

“Ci conosciamo da tanto tempo, da quando io vivevo ancora qui” spiegò, Saki non sembrò soddisfatta della risposta. Si fermò un attimo a riflettere, poi guardò ancora Akira.

“Vai a recuperare tuo fratello, che tra poco andiamo!”

“Sì!” scattò la bambina entusiasta, fiera del proprio importantissimo compito che le era stato assegnato. Corse via.

“Tua figlia?”

Natsu annuì seguendola con lo sguardo mentre si allontanava tra gli scaffali.

“Ehi! Non correre!” la richiamò, ricevendo in cambio l'eco di un “va bene”.

“Quanti figli hai?” chiese Akira, più pensando ad alta voce che volendo chiederlo davvero così esplicitamente.

“Due”

Akira annuì assimilando l'informazione.

Erano passati pur sempre quindici anni, e Natsu e Aiko erano sposati da almeno sedici, non era quindi così strano che Natsu e Aiko avessero figli, solo che gli sembrava strano immaginarseli in veste di genitori.

Si chiese che tipo di padre potesse essere, e se lo immaginò circondato da una miriadi di bambini, ma poi tornò alla realtà, realizzando che ne aveva solo due e che come aveva visto, probabilmente doveva essere un padre severo, ma molto premuroso.

“L'altro...?” chiese curioso.

In quel momento la piccola Saki fece di nuovo capolino da dietro uno scaffale, tirandosi dietro a fatica una mano, un braccio, poi finalmente l'intera figura del fratello venne fuori.

Chissà perché, aveva dato per scontato che dovesse essere più piccolo, o avere la stessa età dell'altra, e rimase sorpreso di trovarsi di fronte un quasi tredicenne.

“Shichirou, vieni!” lo incitò il padre, e la figura slanciata e esile del ragazzo si avvicinò.

Era alto per la sua età, ma comunque, di fronte al metro e ottanta del padre, appariva comunque un bambino.

Diversamente da com'era avvenuto per l'età, non si stupì affatto di notare il suo abbigliamento: jeans larghi e strappati qua e là, maglia lunga e larga a larghe strisce grigie e nere, con le maniche che gli coprivano buona parte delle mani, una catenina al collo e i capelli neri, leggermente scompigliati, sparati in aria, solo dopo un po' si accorse che aveva anche un piercing al naso.

“Che c'è?” chiese a mezza bocca.

“Ti devo presentare una persona” fece Natsu indicandolo con un gesto.

Shichirou fece per sbuffare, salvo poi trattenersi per educazione e voltarsi verso Akira, che, suppose, doveva essere “la persona da conoscere”.

“Piacere, sono Akira” si presentò cortesemente, facendo un lieve inchino, sorridente.

“Piacere m-...” il ragazzo sembrò pensarci, poi all'improvviso sgranò gli occhi e si voltò di scattò verso il padre, cercando conferma. L'ex bassista annuì e Shichirou si voltò di nuovo verso Akira, studiandolo da cima a fondo estasiato, cambiando improvvisamente atteggiamento e umore.

Akira sembrò non capire subito.

“Tu sei Akira? Quell'Akira??” chiese stupefatto, marcando particolarmente il tono sulla parola “quel”.

L'ex chitarrista comprese, e, con un so che di nostalgico addosso, annuì vigorosamente.

Akira non poteva saperlo, ma Shichirou, essendo nato e cresciuto in mezzo ai Colorless Avatar, riteneva normale essere circondato da rock star, dando quindi relativamente poca importanza al talento e al successo degli altri, contandolo come un fatto scontato.

Piuttosto, aveva sempre trovato affascinante la figura di Akira, il chitarrista che non aveva mai avuto l'occasione di conoscere, dato che aveva abbandonato la band ancora prima della sua nascita.

Anzi, si poteva dire che grazie a lui si era appassionato alla chitarra e aveva iniziato a suonarla.

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Capitolo 5
*** 5. Famiglia. ***


chap. 5 - Famiglia.

“Akira, perché non vieni a cena da noi? Ovviamente, se non hai da fare sta sera” propose Natsu, proprio al momento giusto, facendo illuminare ancora di più il volto del figlio.

Se aveva da fare? Lo aspettava un appartamento vuoto e una cena precotta. Un improvviso cambio di programma era più che gradito, specie visto l'entusiasmo del suo piccolo fan.

“Certo, verrò con piacere”

“Pensi che...” si interruppe Shichirou, ritornando d'un tratto ad essere timido, “...che potresti suonare un po' con me?” completò la frase, ma subito aggiunse imbarazzato “Scusa se oso chiedere!”.

Akira si trattenne dal ridere. Shichirou assomigliava molto più al padre rispetto alla sorella, anche se il viso era in pratica quello della madre.

“Certo!” accettò senza mezzi termini, “Però ti avverto, sono un po' arrugginito...”

“Grazie!” esclamò il ragazzo.

Saki, che per tutto il tempo aveva assistito alla scena restando in silenzio si fece avanti additando il fratello e scoppiando a ridere.

“Shichi è innamorato!!! Guarda, guarda! Tutto rosso!” esclamò.

Il ragazzo le lanciò un occhiataccia stizzito.

A quel punto intervenne Natsu, ponendosi in piedi tra di due.

“State buoni” li incitò,

“Ma Shichi è innamorato!”

“Ma che diavolo dici?!” in realtà, generalmente l'avrebbe semplicemente ignorata, ma Shichirou non sopportava di essere messo così in imbarazzo di fronte all'uomo che considerava il suo mito.

“Quando finisci qui, vieni pure con comodo”

“Stacco verso le sette e mezza”

“Riesci per le otto?”

“Sì!”

“Allora ti aspetteremo, a dopo” concluse.

 

Quell'incontro lo riportò per un istante al tempo in cui saliva sul palco, suonava mettendoci tutto se stesso, e il pubblico impazziva.

Per quella sera, fu come tornare indietro nel tempo, stando con Natsu e Aiko, incontrando un fan dopo tutto quel tempo...fu come una magia e si dimenticò quasi della nostalgia e dei motivi che li avevano portati a sciogliersi.

 

 

sai Tsuu...a volte me lo chiedo ancora...”

No, Mitsuo non dirlo”

Sì lo so...lo so che non è colpa nostra, che innamorarsi è normale, ma mi chiedo come starà Akira adesso...è passato tanto di quel tempo...”

A volte me lo chiedo anche io”

Hai sentito Natsu?”

Sì, ha detto di trovarsi a casa sua alle otto”

Non è cambiato il programma? Bene! Sono proprio curioso di vedere la loro nuova casa...e poi è da così tanto che non torniamo...”

Tsuu strinse dolcemente Mitsuo a sé.

Ah...e un altra cosa.”

Cosa?”

Saki vuole sapere se ci piacciono i marshmellow” rise, Mitsuo scosse la testa sconsolato,

Le hai detto di sì, spero”

Certo! Sennò chi la sente!” risero.

Guarda che a me piacciono davvero!” fece sapere Mitsuo

E poi ha detto anche che Shichirou si è innamorato. E insisteva! Secondo te diceva sul serio?”

Che lei fosse seria non ne dubito, ma c'è da considerare la scarsa validità della fonte!”

Beh, anche questo è vero! Quando si convince di una cosa non c'è più verso!”

Che ora è?”

Le sette e mezza”

Andiamo?”

 

 

Suonarono alla porta.

“Chi sarà?”

“Vado io!” esclamò Akira, che voleva rendersi utile come ospite, visto quanto erano impegnati gli altri due tra sala da pranzo e cucina.

“Aspetta, vado io!” esclamò Ran, che nel frattempo, sotto invito di Aiko, li aveva raggiunti insieme alla sua ragazza Michiyo, sorella di Aiko, per vedere la nuova casa.

“No, lascia stare, ci penso io!” insistette Akira, ormai davanti alla porta, seguito a ruota da Shichirou che non gli si staccava un attimo.

Akira appoggiò la mano sulla maniglia.

La fece scattare e la porta si aprì.

“Siete arrivati!” esclamò qualcuno.

“Eccovi!” qualcun altro.

Akira fece un passo indietro, spaesato, senza nemmeno rendersene conto si voltò in un gesto istintivo, alla ricerca di un suo assenso. Incontrò il suo sguardo dall'altra parte della stanza:

osservando la scena a braccia conserte,

Natsu sorrise soddisfatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Notes:

Yeppa! Beh, che vi aspettavate, del resto era da un po’ che non scrivevo su di lor-

“Chissene frega, perché non continui le altre fic invece di scrivere ‘ste minchiate!!? èAé” ndLettrici

…scusate, giuro che lo farò, è in programma anche quello .__.

Ma questo è l’ultimo periodo di scuola, concentrarmi su questa che mi frullava in mente da una settimana è stato un po’ un antistress, cercate di capirmi, non ne posso più °A° *omg*

Ma tornando alla ff…i miei amati pargoli…ho fatto anche una linea del tempo mettendo tutti gli avvenimenti in ordine cronologico, sapete? °A°

“E a noi, scusa?”

COSA?? °__°

“Che ce ne frega -___-“ ndTutti

Beh, era solo per dire v.v

I flashback sarebbero ambientati nel 2013-2014, mente il presente, in realtà sarebbe un lontano 2028.

In pratica ho organizzato le loro vite come se fossero dei personaggi reali dei giorni d’oggi x°D

Ma vabbè, il punto è che…mi sento, sì, lo posso dire, più soddisfatta di quanto credevo per questa ff.

E’ dura pensare che i Colorless Avatar si possano sciogliere, ma come avrete capito, il finale aperto e il fatto che Akira non porta più rancore, lasciano tutto lo spazio ad un lieto fine, chissà…

Ah! Cosa essenziale! Se non si fosse capito, Natsu ha organizzato una “rimpatriata” invitando ciascuno singolarmente, senza dire niente a nessuno, e Akira cerca il suo sguardo perché aprendo la porta si trova davanti Tsuu e Mitsuo, e intuisce che Natsu stava tramando qualcosa…è_è

Amo Natsu çwç *improvvisi attacchi d’amore*

Vabbè, la finisco, spero sia stata una buona lettura, altrimenti, che dire?

Camminando per la strada, vi siete distratti guardando un piccione -capita, sa?- avete battuto la tesata contro un palo e avete perso conoscenza: questo è solo un allucinazione da funghi allucinogeni che avete mangiato a pranzo 8D  *ovvio*

 

♥Daruku

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