LA mia vera storia

di Sophie Corvinus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Victor ***
Capitolo 3: *** Amelia ***
Capitolo 4: *** LA PRESA DI WILLIAM anno 1202 ***
Capitolo 5: *** ADDII ***
Capitolo 6: *** LA VITA CON VICTOR: 20 ANNI DI REGNO -1 parte ***
Capitolo 7: *** LA VITA CON VICTOR: 20 ANNI DI REGNO –2 parte ***
Capitolo 8: *** La vita di Lucyan : i suoi primi 10 anni ***
Capitolo 9: *** LA VITA DI LUCYAN : LA SUA MATURITÀ ***
Capitolo 10: *** L'INIZIO DELLA FINE ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi chiamo Sophie.
Sophie Corvinus. 
Mio padre è il famoso Alexander Corvinus, primo degli immortali.
Mia madre era una strega.
I mie fratelli sono Marcus e William, capostipite il primo dei vampiri, il secondo dei lycan.
Grazie al sangue di mio padre sono una immortale.
Grazie a mia madre posso controllare il tempo:fermarlo a mio piacimento, far in modo di modificare delle situazioni tragiche senza che nessuno se ne accorga. Però è pericoloso cambiare il passato  perché la magia richiede il sacrificio di un anima pura. Magari fosse facile trovare un anima pura quando ero piccola, immaginate trovarne una adesso.
Sono nata dieci anni dopo i mie fratelli. Ero la loro “piccola streghetta”. Avevo 14 anni quando avvennero le loro trasformazioni. Marcus ancora era normale. William era odiato da tutti per il male che causava. Ma lui è mio fratello e solo con me era mansueto come un cucciolo. Con me e con Marcus.
Quando compii diciotto anni mi ammalai.
Come mio padre mi sono ammalata di peste.
Ma io non avevo la possibilità di guarire. I miei fratelli provarono a guarirmi, ma l’unico modo fu di trasformarmi in una vampira.
Non ricordo la mia mutazione.
Mi ricordo solo lo sguardo di mio padre quando mi svegliai. “Mi dispiace mia Sophie” mi disse, con le lacrime agli occhi”questo è l’unico dono che posso farti io. Almeno potrai vivere sia di giorno sia di notte. Ricordati che ti vorrò sempre bene”.
mi offri il suo braccio. Il suo sangue era dolce.
Il suo sangue aveva il poere di farmi stare al sole, la cosa che più amavo al mondo. Ecco qual'era il suo ultimo regalo.
Marcus mi portò via. Non potevo stare più al villaggio; li mi avrebbero messo al rogo.

Mi chiamo Sophie Corvinus, discendente diretta del primo Corvinus. Metà vampiro e metà immortale.

Cosi inizio la mia seconda vita. Cosi cominciò la mia storia. La mia seconda vita.


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Allora secondo voi comè?

 

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Capitolo 2
*** Victor ***


 Il vento della notte ungherese mi soffia addosso.
Il castello del re Victor è vicino. Posso già vedere le luci accese nella camere del re morente.
Mi giro verso Marcus:” Sei sicuro di quello che vuoi fare? È un re crudele, che ha fatto soffrire inutilmente troppe persone e…”
“E ha un esercito di mercenari con abbastanza fegato di affrontare William!” fini Marcus.
“Te lo ripeto Marcus non mi fido di lui. Ti ricordo che mi hai mandata in esplorazione il mese scorso? Sarebbe capace poi di soppiantarti! Di eleggersi capo di tutti i vampiri! Sei sicuro?”
“No, non sono sicuro”mi guardò Marcus “ma che altra scelta abbiamo? I lycan stanno aumentando e noi non riusciamo più a controllarli! Anche a me mi piange il cuore di questa scelta“ mi disse accarezzandomi la guancia, con una vista gonfia di affetto.
Ma in fondo riesco a leggere la paura nel suo sguardo limpido.
La paura della sua azione. La paura delle conseguenze.
Anche se posso controllare il tempo non potrò cambiare questo momento.
“Va bene andiamo. Sento i suoi ultimi respiri affannosi e se non ci muoviamo muore prima della nostra proposta.” Dissi  più per fare coraggio a me che a Marcus.
 
Puzzo di malattia.
Di carne putrefatta. Di urina. Di sangue dolciastro
Odore di chiuso.
Certo che la morte ha un odore particolare.
La stanza di Victor è la più grande del castello e anche la più sporca da quando il padrone si è ammalato.
Mi avvicino al letto.
Una figura rachitica si agita nel giaciglio.
Sento il suo respiro farsi sempre più affannoso. Il suo cuore avrà al massimo ancora cento battiti. E poi la morte. Ma non credo che arriverà.
“Marcus muoviti. Non riuscirà a vivere per altri cinque minuti. Ora o mai più” sussurro a mio fratello.
“Chi è? Che il diavolo ti porti via perché di certo non mi arrendo alla morte” disse la figura nel letto.
“Arrogante fino alla fine. A quanto pare si sente l’anima sporca per tutto quello che ha combinato. Spero solo che Marcus abbia fatto la scelta esatta” penso fra me e me.
 
“Victor.“ Sussurrò Marcus alle orecchie del morente.”Victor, lo so che mi senti. Sono Marcus il primo dei vampiri. Ora io ti offro una seconda possibilità oltre la morte. Io ti offro l’immortalità, a te e ai tuoi uomini.  In cambio dovrai offrire protezione a me e a mia sorella e aiutarci a fermare una piaga che sta infettando il mondo. Il tuo mondo…. I Lycan!”
Victor aprì di colpo gli occhi e sussurro:”Si lo voglio. È mio”
 
Fu cosi che quella notte nacque il vampiro Victor.
Colui che ho odiato fin  dall’inizio.
Fin da quando ha aperto gli occhi e ha accettato il nostro dono.
Marcus cosa abbiamo mai creato?

 
 

 grazie a Marquise che segue la mia storia=)
grazie ancora=)

 
 

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Capitolo 3
*** Amelia ***


 Dieci anni dopo la trasformazione di Victor la situazione era ancora più peggiore dell’inizio. Per  ogni licantropo ucciso ne uscivano altri tre. La situazione era insostenibile. Victor e Marcus litigavano ogni notte, per qualunque motivo logico o insensato.
La stirpe di William, come la chiamava Victor, doveva essere estirpata dalla radice, ovvero ucciderne il capostipite. Io e Marcus ci opponevamo perché in fondo era nostro fratello. Volevamo catturarlo e tenerlo in un castello, sotto controllo, cosi che noi  potessimo aiutarlo.
 
Dopo una notte di estenuanti discussioni decisi di andare via di giorno (tanto posso stare alla luce del sole) e vedere la situazione nel nostro paese con i miei stessi occhi e senza essere inseguita dagli sgherri di Victor.
“Ormai non si fida più  neanche di noi Marcus”, dissi a mio fratello,”Devo andare a vedere come stanno le cose seriamente. Ho visto che Victor controlla prima lui le missive e poi c’è le legge come vuole lui. Mi dispiace Marcus.” Lo sguardo di mio fratello era strano. C’era orgoglio nel suo sguardo. Era orgoglioso di avere una sorella cosi brava. Anchio ero orgogliosa di lui.
 
Partii con il primo cavallo che trovai nella stalle.
Il sole dell’alba era una sensazione stupenda. L’unica nota negativa di quella mia uscita diurna erano i villaggi abbandonati o distrutti dalla forza dei figli di William. “O miei nipoti” penso fra me e me “mio dio William cosa ai fatto?”
 
Venni distratta dai miei pensieri da un grido acuto di una ragazza e il ringhio di una bestia. Una bestia fin troppo familiare. “William no!!!!!!” gridai. Il cavallo nitri spaventato e mi scaraventò a terra. Mi rialzai e ricomincia a correre, guidata dalle grida e dal ringhio di William.
 
Arrivai in una radura e lo spettacolo che vidi era ripugnante. Tre cadaveri di uomini erano stati fatti a pezzi, i volti erano irriconoscibili. William teneva sotto le zampe una ragazza stupenda che urlava come un posseduta.
“William fermati. Te l’ho ordino.” Dissi con voce calma. ”William lasciami la ragazza. Se continui così Victor otterrà la tua testa. Fallo per Marcus. Fallo per me. Ti prego.”
 
William arretrò. Mi guardò con un sguardo intelligente. Si avvicino a me e lecco la mia mano. Il suo sguardo sembrava dire “Perdonami, ma è la mia natura. Ti voglio bene streghetta mia”. “Anchio ti voglio bene lupetto mio” sorrisi a mio fratello che nel frattempo si allontanò da questo scempio.
 
Mi avvicinai alla ragazza che era in fil di vita. La guardai e inorridii “ William tutti ma non lei!!!” la ragazza era Amelia di Pècs, regina di uno dei paesi alleati con noi. “Sophie aiutami!” Mi implorò la ragazza.
 
Ritrovato il cavallo la portai nel nostro castello. Le sue ferite erano inguaribili.
Victor obbligò Marcus a trasformarla in vampiro.
Fu cosi che gli anziani divennero tre: Victor il capo militare, Amelia controllava l’economia (lance, punteruoli di argento, mercanti..) e Marcus, il capostipite delle casate.
Io non venni presa neanche in considerazione. Ero troppo diversa. Potevo stare al sole.
 
Con l’avvento di Amelia, arrivò uno sviluppo nella nostra guerra con William: usare i lycan come guardie diurne.
E la presa di William.



spero che anche questo capitolo vi piaccia=)
 

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Capitolo 4
*** LA PRESA DI WILLIAM anno 1202 ***


 Amelia era un mostro.
La persona che più assomigliava a Victor.
Amelia era sadica già da umana.
Faceva catturare dalla  nostre guardie i lycan e provava ad addomesticarli e a usarli come cani da guardia. Avrei dovuto lasciarla sotto le grinfie di William! Anchio sarei infuriata come William a vedere come faceva soffrire i suoi figli (i miei nipoti!)! La tortura più dolce era far passare nella bocca dei lycan un palo di ferro bollente.
 
Io e Marcus eravamo ormai reclusi nei nostri appartamenti. Prigionieri delle nostre stesse creature. Come avevo predetto. Non ci uccidevano perché avevano il terrore che con la nostra mote potevamo portare alla tomba tutta la nostra stirpe. Pensavano cosi anche di William e dei lycan.
 
Finché una notte di dicembre Amelia, sul viso un aria da vincitore, ci chiamò.”Venite abbiamo trovato William!”. Sghignazzando come una pazza per tutto il viaggio, fino a che non arrivammo ad un villaggio. Tutti gli abitanti era stati massacrati da William. Si sentiva solo il rumore del fuoco e della carne.
“Mio dio fratello che cosa hai fatto?” si chiese Marcus.
“Ancora una volta dobbiamo assistere impotenti ai massacri di questo mostro. Non lo lascerò più fare Marcus e Sophie. Vostro fratello deve essere fermato. Questa notte stessa” esclamo Victor.
Amelia concluse” Dobbiamo agire subito prima che mutino” con il sorriso su le labbra.
“È ancora qui lui?” Victor si rivolse a me sapendo che ho il potere di avvertirlo.
“Sophie è ancora qui?!” Gridò Victor.
“Si” con voce debole risposi “ma Victor, non bisogna farli male”.
Adirato Victor si voltò verso il mio viso:”Vi ho dato la mia parola non ricordi?! Ma William deve essere fermato. Bruciate i cadaveri. Ispezionate tutte le capanne”.
Mentre le guardie si dividevano in due gruppi, Marcus cercò la mia mano e la strinse. Era un momento molto difficile per noi. La resa dei conti.
 
C’era qualcosa di strano nell’aria. Sentivo che stava succedendo qualcosa.
Mi raggiunse il grido di una guardia e urlai:”STANNO GIA MUTANDO!!”
Esplose il panico. In pochi decimi di secondo i cadaveri presero vita e incominciarono a mutare. Si sentiva il rumore delle spade, i cavalli nitrire, i soffi dei vampiri, i ringhi dei lycan, le frecce volare, cadaveri cadere e corpi mangiati….
“Sophie ATTENTA!!!” mi grido Marcus. Mi volsi di scatto e incomincia a combattere. Anche Amelia e Victor combattevano come diavoli scatenati. I lycan cadevano sotto le nostre lame.
“ANDATE NEL BOSCO” ci grido Victor.
“Ti serve una mano!” rispose Marcus.
Mi servite vivi, se morite moriamo tutti. Vai andate via”
“Marcus abbiamo la possibilità si salvare William se ti muovi” urlai a mio fratello.
Marcus non voleva andarsene. Era sconvolto. Dovetti guidare il suo cavallo nel bosco. Intanto il conflitto imperversava.
 
“Victor ,Victor” gridò un soldato :”L’abbiamo trovato! Servono altri uomini!”
“Vai a cercare Amelia!”
Raggiunta Amelia: “Amelia abbiamo trovato William!!!!!”
La conversazione non era passata inosservata. Io e Marcus avevamo sentito tutto. Inseguimmo Amelia e l’emissario fino a d una radura.
Un vociare confuso arrivò alle nostre orecchie:”È troppo forte! Non riesco a tenerlo a bada!” la limpida voce di Amelia si levò sopra le altre:”Circondatelo!Buttatelo a terra!!!”
William ululava fortissimo tanto da ferire le nostre orecchie. Cercava di opporre resistenza ma degli uncini conficcati nelle articolazioni lo stavano bloccando.
“NO LASCIATELO STARE!! FERMATEVI COSI LO UCCIDETE” gridai mente Marcus cercava di liberare William. Tutto un tratto le guardie che ci erano sempre stati fedeli si rivoltarono contro di noi. Eravamo sotto tiro.
Amelia era impazzata dalla gioia e continuava a gridare:”ANCORA, ANCORA!!!”
William era a terra. Si era arreso.
“Willi no Willi” incomincia a piangere per il dolore di mio fratello.
Arrivò Victor tutto trafelato “CORVINUS” gridò.
“Non si doveva farli del male. Affidalo a noi come era nei patti o pagherai è’per averci ingannato” esclamo Marcus a Victor, con il gelo negli occhi.
“TU E TU” ci indicò Victor “imparate a stare al vostro posto. La vostra compassione per quel mostro è pura follia ed è del tutto impossibile tenere a freno tuo fratello. Si dovrà fare a MODO mio!”
“sai quale saranno le conseguenze se ucciderai me, Marcus o… William?” le risposi io glaciale.
“Non osare mai più a pronunciare quel nome” rispose Victor “perché cosi lo consegneresti proprio quella fine per lui”
“Qual è il tuo volere mio signore?” Marcus rispose al posto mio per trattenermi nell’andare a confortare William.
“Che sia imprigionato fino alla fine dei tempi. Lontano da voi:” questa fu la sentenza di Victor.

 

  
Questo pezzo è tratto dal film Underworld Evolution =) 
è un po lunghetto..
spero che vi piaccia =)
  
 
 

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Capitolo 5
*** ADDII ***


Dopo la presa di William, Amelia e Victor incominciarono a temerci.
A temerci seriamente.
Sapevano che uniti io e Marcus potevamo distruggere la razza.
Sapevano , o almeno così credevano, che se morivamo noi moriva tutta la specie.
Sapevano che prima o poi ci saremo vendicati per il loro affronto nei nostri riguardi e nei riguardi di William.
Sapevano che avremmo cercato di liberarlo.
 
Per questo ci hanno separato. Ma senza far intendere che era un piano malvagio per mantenere il controllo.
 
Secondo la storia gli anziani decisero, di comune accordo, di stringere un patto: uno sveglio, due dormienti.
Ovvero si addormentavano due capi e ogni secolo se ne risvegliava uno e si addormentava quello che era sveglio.
L’ordine costituito era Victor per il primo secolo, Amelia per il secondo e Marcus per il terzo.
Quando Marcus si risvegliava io dovevo andare a dormire, perché avevo controllato per 200 anni le mansioni di Victor e Amelia e il mio sangue serviva per la cerimonia del risveglio. Ero l’unica abbastanza potente nel concentrare le emozioni in immagini definite in modo che Marcus potesse apprendere il cambiamento in due secoli.
Il giorno del Dormiente era il giorno in cui uno dei capi si addormentava. Il giorno della Sveglia era il giorno della “rinascita” di un capo.
 
Un piano molto astuto per non farmi mai incontrare con Marcus.
 
Il giorno del Dormiente di Amelia e Marcus, Victor ci concesse un oretta per dirci addio. Che gentile vero?
 
Io e Marcus ci guardammo negli occhi.
Le lacrime mi rigavano il viso.
Marcus si avvicino e mi abbracciò.
Non c’erano parole per esprimerci.
I suoi occhi per me erano come un libro aperto: potevo leggerci rimpianto per questa situazione, rabbia per Amelia e Victor, rassegnazione per William, amore per me.
Mi ricordo ancora le sue ultime parole: “Perdonami Sophie. È tutta colpa mia”
Avrei voluto gridargli che non doveva scusarsi, che ormai il passato è passato, che in ogni caso io l’avrei sempre amato. Ma la mia voce era bloccata in gola.
Feci l’unica cosa che potei fare: lo morsi.
Dal suo sangue capii tutti i suoi sentimenti.
Anche lui mi morse. Anche lui capii i miei sentimenti.
 
Fu cosi che ci separammo. Non riuscii più a vedere mio fratello.
Addio Marcus, sappi che io non ti ho mai odiato e mai ti odierò.
Ti amo fratello mio.

 


Ok un po’ triste però ci stava.. che ve ne pare?
 

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Capitolo 6
*** LA VITA CON VICTOR: 20 ANNI DI REGNO -1 parte ***


 Neanche il tempo di dissanguare del tutto Marcus e porlo sotto terra nel sua bara, vicino ad Amelia, Victor incominciò a dettar legge. Ma sul mio conto.
“Non dovrai uscire dai tuoi appartamenti senza una guardia” mi disse Victor “manteniamo alla tua incolumità”
“Si certo,come no”  pensai arrabbiata nel vedermi privata della mia  libertà.
“Dovrai presenziare alle riunioni del consiglio. Starai alla mia destra come prima consigliera e capostipite della casata e della specie. Hai capito tutto?” mi chiese con aria arrogante come si rivolgesse a una bambina che non vuole capire.
“Victor c’è una cosa che non ho capito: devo fare la marionetta controllata da te o la bambola ben vestita da esibire alle feste e per farti avere l’appoggio degli altri ministri?” sorrisi sarcastica.
“Hai poco da scherzare, se vuoi essere sicura che William sopravviva.” Rispose con aria fin troppo sicura Victor.
“Va bene mio signore e padrone” mi inchinai. Marcus mi aveva avvertito di avere un aria da sottomessa, cosi che Victor pensasse che ci eravamo arresi alla sua volontà. Che pensasse perché non era vero niente di tutto questo.
 
“ A Victor, questa busta cosa..”Non finii di parlare che Victor era già sparito.
Visto che la curiosità e donna aprii la busta. Dentro c’era un messaggio scritto in bella grafia:
 

A Sophie Corvinus
Siete stata invitata alle nozze di
Victor, signore indiscusso della casata vampira dell’Ungheria
Con la principessa dei territori di Deva, Alena Oradea
Il 22 dicembre nel castello di Vajdahunyad
 
Lunga vita agli sposi
 

“È cosi c’è l’ha fatta” pensai fra me “la ragazza ormai è un vampiro da un lustro e porta in dote una delle miniere più grandi di argento della zona. Bella mossa”.
Victor non fa mai niente senza un tornaconto personale. Cosi spera di avere più armi a disposizione per affrontare i lycan.
 
Il 22 dicembre era il giorno seguente.
 
Mi presentai alla cerimonia. La mia capigliatura rossiccia, i miei occhi verdi (caratteristiche sia di Marcus e di tutti i Corvinus), il mio abito azzurro lungo e impreziosito da ricami argentanti che riprendevano le mie forme, non passavano certo inosservati, tanto che ad ogni passo, ogni persona presente (sia guardia, cortigiana o semplicemente uno sguattero) si inchinava e indietreggiava.
 
Alena, la sposa, era tutta preoccupata. “lei lo ama veramente,” pensai fra me “lui la vuole solo per le miniere. Che mostro spregevole.” La sposa aveva si e no 15 anni quando è stata trasformata da Victor (il padre aveva un debito di riconoscenza verso la nostra casata);il volto aveva ancora un aria fanciullesca. Non sembrava una donna ma piuttosto una  ragazzina condotta al patibolo. I capelli biondi erano incorniciati da un velo bianco bloccato da una tiara di rubini (che rappresentano il suo stato, una succhia –sangue) e diamanti (verginità). Il  vestito bianco le stava a pennello, ed era stretto in vita da una strisca di raso azzurra (come i suoi occhi).
 
In fondo volevo molto bene ad Alena. Appena mi vide mi chiese subito una cosa che mi lasciò di stucco:”Sophie puoi accompagnarmi te all’altare?” Io, sinceramente non me l’aspettavo. Sembrava un piccolo uccellino in trappola. “Ma certo piccola mia” le sussurrai. Il suo sorriso era la cosa più dolce al mondo.
Mio dio quando mi manca quel candore. Era l’unica persona in quella casata che non meritava quella vita. Sembrava un angelo sceso dal cielo per portare conforto alle nostre anime dannate.
Forse per questo aiutai sua figlia… ma questo ve lo racconto dopo.
 
La cerimonia era di uno sfarzo assoluto. Accompagnai Alena all’altere, orgogliosa di lei come se fosse mia sorella, o mia figlia. Victor era li che l’aspettava, come un felino pronto a balzare sulla preda scelta.
Tutto si svolse come un matrimonio solito:la firma del contratto matrimoniale, la benedizione cristiana (per quello che ci poteva servire), lo scambio degli anelli e legatura dei polsi con il velluto rosso.
Non avevo mai visto Alena  cosi felice. Meglio per lei.
So solo che mentre gli sposi si ritirarono nella camera nuziale, sentii un lupo ululare.
Capii subito che quel matrimonio fu maledetto dalla natura. 
E dai lycan.
Un ombra copri la luna.
 
--------------- 1203 d.C
Alena mori esattamente un anno dopo il matrimonio. Morì di parto.
Me lo ricordo come se fosse ieri. La sua gravidanza era stata difficile già dall’inizio, per via del suo corpo non del tutto sviluppato. Era troppo giovane quando è stata trasformata.
Molti la trasformazione la considerano un miracolo. Per lei è stata una condanna a morte.
 
Il 20 dicembre ad Alena entrò in travaglio. Le sue urla disperate si sentivano in tutto il castello. Non era un parto normale. Si era già capito quando le si erano rotte la acque: perdeva sangue.
Il 21 dicembre nacque Sonja dopo 24 ore di travaglio. Dopo due ore dalla nascita della figlia Alena mori. Fu come se mi avessero strappato di nuovo i miei fratelli.
Sapevamo che era un prestito del signore ma speravo che l’avesse dimenticata qui da noi. Ma non fu cosi.
 
Victor non pianse per la morte della moglie. Si preoccupò solo della figlia. Vorrei credere che in realtà Victor amava tanto Alena ma nascondeva il dolore perché non voleva farsi vedere debole da nessuno, meno che mai da me. Ma so che non è vero. Victor si era innamorato della figlia, perché quando era umano tutti i suoi figli e figlie erano morti prima di lui.
 
Sonja assomigliava fisicamente molto al padre:fin da piccola aveva i capelli neri come lui e gli occhi azzurri. Ma il suo carattere con il tempo era uguale a quello di Alena, solo un po’ più forte.
Sonja fu allevata da me. L’avevo promesso a sua madre.
 
Il 22 dicembre di quello stesso anno avvenne un fatto particolare:uno dei primi lycan morsicati da William partorì un bambino. Maschio.
 
A quanto pare William si era accoppiato prima di essere preso.
 
Le fondamenta della casata tramarono.
 
Ma io ero felice.
 
Era nata una nuova specie.
Ero zia.



tra un po incomincia il film Underworld. la ribellione dei lycan
grazie a chi mi segue=)
scusatemi il ritardo ma ho internet che non funziona.
baci
roxane=)

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Capitolo 7
*** LA VITA CON VICTOR: 20 ANNI DI REGNO –2 parte ***


 Cercai di convincere fin dall’inizio Victor di lasciar in vita il bambino.
“È un piano che avete ideato te, Marcus e William, prima di essere separati?” mi chiese Victor, immaginando in questo miracolo il nostro zampino.
“Si certo, abbiamo deciso che William doveva morsicare una donna incinta, cosi che avremmo creato una nuova razza.” Dissi sarcastica “ Ma Victor sei idiota? Non vedo Marcus da più di un anno (sai forse l’hai seppellito) e William da ancora più tempo! Non capisci che questa mutazione è stato un atto casuale ?!?! noi non centriamo niente!!!” Gridai arrabbiata.
“ Non mentirmi!!!! TE  Sei  capace di tutto!!!” rispose urlando a sua volta Victor.
“Secondo te sono capace di tutto? Se avessi questo potere l’avrei già usato per ammazzarti. Anzi l’avrei usato per fermare William, quindi di te esisterebbero solo più le ossa!!!  Ricordati che io sono il tuo creatore!! Smettila di dire sciocchezze!!!” risposi con voce bassa ma pericolosa.
 
Ero riuscita per la prima volta a zittire Victor. È stata la sensazione più belle di tutta la mia vita.
 
“E ora ascoltami.” Ricomincia a parlare con tono calmo “Questo bambino potrebbe portare ad una nuova razza di lycan. Se è nato umano forse potrà controllare la sua trasformazione. Quindi potresti usarlo sia come guardia diurna, quando è in forma animale, sia come operaio notturno, quando è umano.”
Detta da questa prospettiva, la faccenda divenne importante per Victor, visto che i primi lycan erano intrattabili ed non si facevano domare. “Forse con questa nuova razza i suoi esperimenti andranno a buon fine.” pensai.
 
“Portatemi il bambino!” esclamò Victor “Voglio vederlo”
Un attimo dopo arrivò una guardia con il bimbo in braccio.
Sembrava un bambino normale.
Fin dal primo sguardo capii che era veramente figlio di William. Aveva gli occhi verdi come i Corvinus.
Victor mi distolse dai miei pensieri rivolgendosi a me.
“Giuri che questo bambino non è nato dai vostri piani per soppiantarmi?”Mi chiese Victor.
“Si lo giuro” risposi.
Giuri che ti prenderai cura di lui come farai con mia figlia, per farlo crescere sottomesso ai miei ordini?”  “Giuro.”
“Giuri che l’addestrerai al combattimento per proteggerci?” “Giuro”
“Giuri che lo ucciderai se si rivolta contro di noi a favore della sua razza?” esitai un attimo.
Victor non credeva ancora che fosse stata una nascita involontaria. Voleva vedere se ci tenevo. Ma io ci tenevo già a lui. Fin da quando ho visto i suoi occhi verdi, cosi simili a William quando era ancora umano.
“Lo prometto.”  
“ Il bambino è tuo” Victor me lo consegnò. “Il suo futuro dipende da come lo alleverai. Quale sarà il suo nome per essere riconosciuto da noi e dai suoi simili?”
“Lucyan” risposi. Era il nome perfetto per lui.
“Ora potete andare” ci disse Victor.
 
Mi diressi all’entrata della sala quando entro Sonja in braccio ad una nutrice.
Mi accorsi che Sonja e Lucyan si osservarono.
Non sembravano per niente due bambini appena nati da poco tempo.
Sembravano due adulti che si guardano per la prima volta.
Fu amore a prima vista.

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Capitolo 8
*** La vita di Lucyan : i suoi primi 10 anni ***


Lucyan era un bambino bellissimo.
 

Come ho già detto, mi affezionai al quel pargoletto.
Capii che non era umano.
A posto di succhiare il latte dalla nutrice preferì morsicarla.
Victor trovò questo suo modo di nutrirsi una risorsa per lui.
Riuscii a rinviare il piano di Victor per ancora qualche anno. Volevo ancora vederlo innocente.
 
Il piano di Victor consisteva nel sfruttare la fame del bambino per trasformare i suoi schiavi. Invece creò una nuova razza di immortali: i nuovi lycan, sia umani, sia licantropi. A differenza degli altri questa nuova specie  poteva essere incatenata e schiavizzata per sorvegliare i loro signori nelle ore diurne. Questo pensava Victor.
 
Fin da quando iniziò a camminare insegnai a Lucyan a combattere.
Doveva pur imparare a difendersi.
Le insegnai anche a leggere, a scrivere, la matematica, il latino e storia. Storia sia degli umani sia dei vampiri. Continuavo a ripeterli: “Se un giorno vuoi essere qualcuno devi mostrarti intelligente, per capire le mosse degli avversari e per distruggerli.”
Raccontai a Sonja e a Lucyan la vera storia della nostra specie, per far capire che loro sono la nuova generazione, la generazione che deve cambiare il mondo.
 
Sapevo che questa situazione non poteva durare per sempre. Ma volevo vivere il mio sogno. Avevo una nuova famiglia, composta da Lucyan e da Sonja.
Si lo so che Sonja era la figlia di Victor però avevo promesso a sua madre di proteggerla dell’influenza del padre. Victor era troppo occupato a governare la casata.
 
E poi avevo capito dell’amore fra Sonja e Lucyan.
Anche se sapevo di infrangere molte regole, fin da piccoli li lasciavo da soli. Meno male che non erano quella razza di bambini idiota che vanno a dire in giro tutto quello che ascoltano perché a quest’ora io sarei sottoterra con Marcus e Lucyan rinchiuso nelle prigioni.
 
Un mese prima del decimo compleanno di Lucyan e Sonja, Victor mi chiamò.
“D’ora in poi Lucyan dovrà tenere un collare” mi disse Victor “e andrà a vivere nelle fucina del castello. Non voglio più vederlo nella nostra casa. Smettile anche con le lezioni di lettura, tanto gli schiavi non devono essere letterati!”
“Perché? Perché fai questo?” chiesi a Victor.
“Perché ormai è grande e serve per riprodurre la sua razza. E poi ricordati:lui non è tuo figlio; non è neanche uno di noi! Quindi d’ora in poi vivrà nella fucina e diventerà un fabbro! E con questo la discussione è chiusa!”
Giuro che Victor non l’ho mai capito. Alcuni giorni era gentile, altri triste, altri ancora era insopportabile. Ma quel giorno era diverso il suo sguardo; aveva un’aria di come se avesse vinto su tutti i fronti.
Venni a sapere, solo molti anni dopo, che il quel periodo Victor aveva finito la costruzione della prigione di William. Maledetto vigliacco! Poteva dirmelo senza bisogno di sentirsi superiore!
 
Fu cosi che mi venne tolta anche la possibilità di strare con Lucyan. Se volevo parlare con lui dovevo essere accompagnata dalle guardie perché Victor credeva che potessimo organizzare una ribellione. Si certo come no! Di certo non eravamo così sprovveduti nel complottare quando il suo potere era ancora cosi forte!
  

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Capitolo 9
*** LA VITA DI LUCYAN : LA SUA MATURITÀ ***


LA VITA DI LUCYAN : LA SUA MATURITÀ 
 
Lucyan si adatto un po’ per volta alla sua nuova vita.
So per certo che le mancavamo, Sonja ed io.
E Sonja soffriva per questa situazione.
 
Decisi di coprire Sonja. Ovvero mentre secondo tutti Sonja era con me, in realtà la ragazza s’incontrava con Lucyan sulla torre più alta, cosi che nessuno potesse vederli. Avrei rischiato la mia vita pur per farli continuare a incontrarsi. E inoltre potevamo contare sull’aiuto di Alexia, la dama di compagnia di Sonja. Anche lei avevo premesso ad Alena di aiutare sua figlia.
 
Come è strano che un semplice giuramento può modificare la vita di molte persone. Se io non avessi giurato ora Sonja forse sarebbe ancora viva e Lucyan anche.
Scusatemi ma la malinconia alcune volte mi prende e mi porta via. È difficile convivere con il nostro passato.
Però andiamo con ordine altrimenti creo solo confusione.
 
Dopo uno di questi tanti e segreti incontri, quando più o meno i ragazzi avevano sedici anni, Alexia mi porto un messaggio di Lucyan:
“Cara zia Sophie,
spero che il mio messaggio ti sia arrivato. Ti prego devo parlarti al più presto. Riesci a farti trovare tre ore dopo l’alba sulla torre maestra? Lo so che te puoi stare al sole e poi sono più che sicuro che nessuna possa sentire la nostra conversazione. È una cosa importante.
Se la risposta è si basta che tiri fuori un fazzoletto dalla finestra.
Con affetto
Tuo nipote Lucyan.”
 
Tirai subito fuori un fazzoletto dalla finestra. Vidi Lucyan annuire con la testa. “Chissà cosa ha di urgente da dirmi Lucyan” pensai.
 
Mi presentai come mi aveva chiesto al’alba sulla torre più alta. Mentre l’aspettavo osservavo l’alba.
Mi vennero in mente molti ricordi. Io e William seduti sul tetto di casa nostra. Marcus che mi aveva fatto salire su un albero.
Persa nei miei pensieri non sentii Lucyan arrivare.
“Zia stai bene?” mi chiese il ragazzo, spaventandomi.
“Lucyan! Si sto bene.” Sorrisi. “Cosa è successo di così importate?” gli domandai.
“Zia.” Lucyan si guardò attorno. “Io e Sonja.. Abbiamo...” Lucyan si vergognava.
“Oh!” dissi sorpresa. Avevo subito capito che non si erano solo baciati questa volta.
“Si.. è stato fantastico!” disse Lucyan con il volto che irradiava felicità.
“Sono contenta per voi!” L’abbracciai. Lui ricambiò il mio abbraccio.
 
“Zia, pensi che un giorno potrò sposare Sonja?” mi chiese tutto ad un tratto il ragazzo.
Lo guardai. Ormai non era più il mio bambino. Era un uomo. Un uomo che voleva risposte.
“Lucyan.” Sospirai. “Non lo so. Non so se un giorno le cose cambieranno con il tempo. Per ora ho solo visto peggiorare tutto. L’unica cosa positiva di questa vita sei te Lucyan. Ti prometto che farò qualsiasi cosa pur per renderti felice.” Le risposi.
“Lo prometti?.” Lucyan mi guardò con quei occhi verdi, così simili a quelli del mio William.
Ci abbracciammo mentre il sole stava sorgendo.
Se veramente volevo bene a Lucyan dovevo stroncare dall’inizio questa storia. Questo è uno dei miei tanti rimpianti della mia vita immortale.
 

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Capitolo 10
*** L'INIZIO DELLA FINE ***



 
Passarono gli anni. L’amore fra Sonja e Lucyan continuava a crescere di nascosto da Victor e da tutti i vampire della casata.
La situazione stava degenerando. I seguaci di William, i lycan, si stavano moltiplicando e incominciavano ad attaccare i proprietari delle miniere di argento, per bloccare i traffici. I trafficanti di Morte, gli alleati di Victor, fornivano continui schiavi. Quelli più forti venivano trasformati in vampiri, i più deboli invece costituivano i lycan.
 
Il consiglio cercava di far fronte a questa situazione.
Dovete sapere che il consiglio è un raduno dei dodici vampiri anziani. Era presieduto da Victor,  con me e Sonja come consiglieri fidati. Fidati per modo di dire. Io cercavo sempre un compromesso, Sonja non si esprimeva a Victor sceglieva per i conti suoi.
Il segretario del raduno, non che storico della casata, si chiamava Tanis.
Era il figlio minore di uno dei nobili più importanti che cercavano protezione nei vampiri contro la progenie di William. Fin dalla prima volta avevo capito che voleva occupare un seggio del consiglio. Noi vampiri non moriamo facilmente, ma possiamo essere uccisi da congiure di palazzo.
 
Una notte, mentre si svolgeva la riunione del consiglio, una guardia entro di fretta interrompendo le nostre dispute. “La principessa Sonja è tornata! Con due ospiti di tipo animale. Lucyan le ha salvato la vita.” Esclamò in fretta il soldato.
“Meno male! È colpa tua Sophie!” esclamò Victor adirato girandosi verso di me.
“Victor, spiegami cosa ho fatto, visto che mi sono persa nelle tue idiote dichiarazioni ormai da tempo.” le risposi seccata. Era sempre la stessa storia: quando Sonja era in situazioni pericolose, come questa, era colpa mia.
“Se te non l’avessi fatta crescere come una selvaggia non rischierebbe così tanto!” mi rispose gelido Victor.
“Se te avessi fatto il padre con lei e non il padrone ora di ascolterebbe.” Finii gelida. “Ringrazia invece che Lucyan l’ha salvata.”
Victor mi fulmino con lo sguardo e usci dalla sala. Tutti i consiglieri si alzarono e abbandonarono i loro seggi. Rimasi seduta aspettando che Sonja venisse da me.
Sentii distintamente gli scambi di battute fra padre e figlia. Mi misi la testa fra le mani.
Ad un certo punto Victor chiese a Lucyan “Dimmi Lucyan,ti provoca dolore uccidere quelli della tua razza?”
Trattenni il respiro. “Direi di no. Sono solo bestie stupide mio Signore. Non sono miei simili.” Gli rispose Lucyan.
La sua voce era piena di dolore. Ma solo io la sentivo veramente. Io e Sonja.  
 
Entrò Sonja, adirata, nella sala del consiglio. Appena mi vide si fiondò su di me per un abbraccio. “Ho avuto paura zia.” Disse piangendo. “Mi hanno quasi morsa!”
Abbracciai Sonja e la tranquillizzai. “Su bambina mia.. Non fare così. Sbaglio o Lucyan ti ha salvato?” le dissi guardandola dritta negli occhi.
Sonja tirò su con il naso e alzò lo sguardo. “Si. Ma l’ho dovuto trattar male. Di nuovo!” le lacrime continuavano a scendere sulle sue guance.
L’abbracciai senza dir niente. L’accompagnai fino alle sue stanze. L’affidai ad Alexia e mi allontanai.
 
Quel giorno ero particolarmente stanca. Gli incubi mi avevano perseguitata per tutto il sonno e mi avevano resa tesa. Scossi la testa cercando una soluzione per tutti questi problemi. All’improvviso notai Lucyan nel cortile. Come al solito Victor le aveva affidato il compito di bruciare i cadaveri dei lycan.
L’osservai da lontano. Ormai era un uomo. Non era più il mio bimbo. Il mio sguardo si offusco per via delle lacrime. Non ero riuscita a prometterli la vita che mi aveva chiesto.
Ero da sola in questo mondo. Chi poteva darmi una mano?
 
Mi diressi verso la sala del risveglio, dove i corpi di Marcus e Amelia riposavano, pronti appena possibile a compiere il loro dovere. Mi sedetti proprio affianco al loculo di Marcus.
“Oh fratello mio?” pensai fra me e me. “Cosa posso fare? Ogni giorno che te passi qui dentro Victor diventa sempre più forte. Sta cercando di limitare il poco potere che mi è rimasto.” Sospirai e mi passai una mano nei capelli.
“Ho avuto una premonizione.” Fissai il loculo. “Era divisa in tre parti; nella prima una donna stava bruciando al sole. Ho solo sentito il suo nome. Sonja” Una lacrima mi scese sulla guancia. “La seconda c’era Lucyan sulla cima della roccaforte. E la terza.” Sospirai.”Ero io, abbracciata ad un uomo. Sta volta si avvereranno tutte e tre Marcus?”
Chiusi gli occhi. Il nome di Sonja, urlato in quel modo, continuava a trafiggermi la testa. Purtroppo le mie premonizioni si avveravano sempre.
“Marcus, ti vorrei qui. Tu riusciresti a calmarmi, a farmi ragionare. Cosa devo fare? Ho fatto male in tutti questi anni ad aiutare il loro amore? Sia tu che William mi avete sempre detto che non si può opporsi all’amore. Ma se l’amore porta a queste situazioni?”
“A quali situazioni ti riferisci?” sentii una voce dietro di me. Mi girai. Era Tanis.                                
“A situazioni in cui vorrei stare in pace e in solitudine senza che nessuno mi desse fastidio!” Dissi adirata alzandomi da terra. “Come mai sei qui Tanis? Credevo fosse vietato l’ingresso alla sala del risveglio a chiunque non fa parte del consiglio. Come tu.” Dissi gelida.
“Ma  mia signora cosa ci fa lei qui?” ribatté Tanis senza apparire toccato dalle mie parole.
“Qui sotto” indicai il loculo dove ero seduta pochi attimi prima. “C’è mio fratello. Avrò il diritto almeno di parlare alla sua salma, visto che non potremo vederci mai più?”
“Scusi il mio poco tatto, mia signora. Sentivo delle voci e mi sono preoccupato solo della sicurezza di queste venerabili salme. “ Tanis capì di aver tirato troppo la corda: si piegò e uscì dalla stanza.
 
Lo guardai uscire. Quanto aveva sentito della mia discussione? Un brivido mi percorse la schiena.
“E se ha sentito quello che ho detto di Sonja e Lucyan?” mi chiesi preoccupata.
“Devo tenere gli occhi aperti da ora in poi. E fare più attenzione se sono sola o no.” Mi dissi per darmi sicurezza.
Ma questa sgradevole sensazione mi seguì per tutta la giornata, fino al consiglio finale, prima della veglia.

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