I'm losing my only dream

di Afterlife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Trapped in a vile World ***
Capitolo 2: *** Doors. ***



Capitolo 1
*** Trapped in a vile World ***


Ciao!
Questa fan fic è nata così, un po’ a caso, con l’intenzione di buttar giù solo qualche nota su un
foglio di word e con Save Me degli Avenged Sevenfold nelle orecchie.
Non è niente di che, ed è la prima che scrivo… magari datele un’occhiata e poi qualche consiglio ed
opinione, pliiis!
Questo primo capitolo è un po’ malinconico e noiosetto… beh, se vi va leggetelo e fatemi
sapere!
 
DISCLAIMER: i personaggi qui descritti non mi appartengono (purtroppo) e nemmeno ricevo
compensi per quello che scrivo (sempre purtroppo).
 
Il titolo viene dalla canzone Save Me degli Avenged Sevenfold, a dir poco stupenda a mio parere, e
così pure le lyrics scritte qua e là..
 
Se siete arrivati fin qui e volete ancora andare avanti beh.…Buona fortuna xD
 
 

Trapped in a vile World.

 
13 Febbraio 2011, Los Angeles.

 
Sorry, did I wake your dreams? Some questions run to me
we only, only wake up when we sleep
met by the lunar light, trouble's all we find
lost our way tonight

I raggi del tiepido sole californiano di metà Febbraio rimbalzavano tra le ampie vetrate dello Staples Center di Los Angeles e le abbaglianti celebrità che si affollavano sul tappeto rosso pronte per la loro entrata ai Grammys Awards, tutte armate di attillati abiti all’ultimo grido a abbaglianti sorrisi freschi di dentista, tutte speranzose in una comparsa nella prima pagina di qualche rivista.
Beh..forse non proprio tutte.
C’era infatti qualcuno a cui di abiti, giornalisti e scoop non poteva importar di meno.
 
Qualcuno che solitamente elargiva radiosi sorrisi e amichevoli strette di mano a chiunque, ma che quel giorno non si spingeva più in là di un’espressione apatica e rabbiosa.
 
La testa bionda che sbucò dalla limousine bianca sbattendo la portiera sembrava infatti tutto fuorchè intenzionata a munirsi di sorrisi abbaglianti: era di un umore talmente nero che pure i raggi solari quasi si rifiutavano di posarsi sui morbidi capelli dorati.
 
Tutt’altra storia era invece era la testa mora appena uscita dalla stessa limousine: 32 denti in bella mostra e già nel bel mezzo del groviglio di abbracci, baci e macchine fotografiche, salutando a destra e a manca.
 
La testa bionda emise l’ennesimo sbuffo, sfogando la sua frustrazione su un malcapitato idrante arancione sul marciapiede.
Calcolando un po’ troppo frettolosamente l’intensità del calcio, forse.
-Ahia, cazzo!- sibilò infatti massaggiandosi un piede, per quanto possa essere possibile massaggiarsi un piede senza far finire i propri calzini sulla prima pagina di Vogue.
 
Eh già, i poteri di un’appena più che 30enne rockstar di bell’aspetto possono fare anche questo: indurre orde di ragazzine adoranti a comprare vagonate di calzini Gucci marroni, che verranno prontamente riversati sulla suddetta rockstar al successivo concerto, e portare in bancarotta tutte le altre industrie di calzettoni del Paese.
E visto che le sue ultime ambizioni in quel momento erano proprio quelle di venir sommerso da maree di calze o di ridurre al lastrico onesti lavoratori, l’infelice biondo preferì imprecare sottovoce e sperare che il suo povero alluce almeno non si gonfiasse troppo.
 
Una roca risatina alle sue spalle lo fece sobbalzare, distogliendolo dalle sue riflessioni sulle possibilità di investire in borsa sui calzini.
-Non risolverai i tuoi problemi con l’autolesionismo, Dom- sentenziò una ben nota voce.
Perle di saggezza del tuo amico bassista: chi non ne vorrebbe una?
-Oh grazie, Chris. Da solo non ci sarei mai arrivato- ribattè acido Dominic- La prossima volta, magari, cerca di avvisarmi prima, se ti riesce.-
-Hey scusa, scusa stavo solo cercando di sdrammatizzare! Non c’è bisogno di prendersela eh..- Chris alzò le mani a mò di scusa e Dom sbuffò per l’ennesima volta in quella lunga giornata.
-Sì, lo so, scusami..sono solo un po’ nervoso-
 
In fondo sapeva che il suo amico stava solo cercando di aiutarlo: probabilmente sarebbe impazzito se non ci fosse stato lui in quelle settimane.
Ma il fatto era che nessuno avrebbe potuto aiutarlo, nemmeno Dio in persona sceso dall’alto dei cieli, se la persona fonte di tutti i suoi problemi e al momento impegnata in un’avvincente conversazione con Usher e Rihanna non si fosse degnata di rivolgergli la parola.
Chris sospirò, intercettando i suoi pensieri, e si accese una sigaretta.
 
-Senti Dom, credo che tu ormai lo sappia, questo discorso te l’avrò fatto centinaia di volte.. Ma ci tengo comunque a ricordartelo: se hai bisogno di una mano, di due orecchie che ti ascoltino o di un esemplare di spalla su cui sfogarti ti basta chiedere, okay?- si premurò dolcemente il bassista.
– Magari non è impermeabile- aggiunse poi picchiettandosi una mano su uno spallone- ma è abbastanza possente per poter sbatterci la testa un po’ di volte, se ti va- concluse alla fine, riuscendo a strappare un raro sorriso al batterista.
 
Dom lo guardò riconoscente, e scacciò con le mani il fumo di sigaretta che il vento sospingeva sul suo viso.
Stava cercando di smettere di fumare e resistere alla tentazione, specialmente in quei giorni, era parecchio difficile.
Ma doveva tener duro, lo sapeva, ce la poteva fare. Era un allenamento, una prova.
Chissà se, dopo aver chiuso con le sigarette, sarebbe stato in grado di guarire anche da altre dipendenze.

Save me, trapped in a vile world
Save me, where the endings are the same as every other
 

-Vabbè Dom, io comincio ad avviarmi, il branco di lupi famelici non ha mai molta pazienza- disse Chris –se non ti va puoi comunque raggiungerci più tardi in camerino, tanto sono tutti troppo presi da Gaga dentro l’uovo per interessarsi a tre musicisti inglesi- borbottò poi.
Dominic  guardò il suo amico andarsene con un macigno sempre più pesante sullo stomaco.
Si sentiva frustrato e stupido, sì, stupido.
 
Stupido perché non si stava godendo il tanto desiderato sole californiano, ancora perso nella perenne nebbia caratteristica della sua Londra e anche della sua vita, in quel periodo.
Stupido perché stava per esibirsi e, forse, ricevere uno dei più importanti premi musicali conosciuti a livello internazionale ma non riusciva a brindare al risultato delle sue fatiche o a bearsi delle di solito amate attenzioni dei media.
 
Stupido perché la sua vita era un disastro, perché quando non passava le serate a deprimersi sul divano di casa con una vaschetta di gelato e un film malinconico si buttava nei peggiori pub per uscirne ubriaco fradicio e in compagnia di una, o anche due, tanto belle quanto poco intelligenti modelle.
 
Stupido perché stava perdendo i contatti con la realtà e con tutti, perché stava trattando male Chris, Emma, Tom, Morgan e tutti gli amici e famigliari che cercavano solo di aiutarlo.

Ever since the day you left my fate has been set unknown
How many years to walk this path alone?

 

Stupido perché non aveva avuto la forza di ricominciare, di ricostruirsi una nuova vita con tanto di bella fidanzata e bambino in arrivo.
 
Stupido perché stava vivendo nei ricordi, nei ricordi di anni e di persone che una volta gli erano appartenuti ma che ora potevano solo essere ritrovati nelle fotografie appese ai muri di casa sua o chiuse in album polverosi.

 
I can see the picture’s clear as yesterday, pictures all my own.

 
Stupido perché si stava distruggendo per qualcuno a cui di lui, evidentemente, non importava niente.. e forse niente era mai importato.
 
Stupido perché aveva combattuto per un sogno, l’aveva realizzato, l’aveva vissuto, ma poi l’aveva lasciato andare, via, lontano, trasportato da quelle parole, perso nelle bugie e nelle mezze verità, perso in quegli occhi così blu velati dalle lacrime..
 
A moment seen through those eyes, crystal blue disguise
they say that all beauty must die, I say it just moves on..

 
Stupido perché ora era solo, solo con i suoi pezzi da rimettere insieme, con una vita intera da ricostruire ma nessun motivo valido per cui farlo.

So much to see tonight, so why'd you close your eyes?
Why can't I shut mine?

Eppure gli sarebbero bastati solo un suo cenno o uno sguardo che gli dessero nuova speranza, una parola che gli desse un consiglio, una mano sulla spalla che gli desse un po’ di conforto..

If you hear me, let me know.

Ma niente, solo silenzio, labbra sigillate, solo buio da quella parte.
 

So help me find my way
I said, help me find my way
 
No pulse inside of me, stone cold lips and heresy
All lies into a degree, losing who I want to be..
 

Aveva stretto un sogno tra le sue braccia ma poi l’aveva lasciato andare via, l’aveva assaggiato e ora ne rimpiangeva il sapore dolce e amaro sulla lingua… avrebbe dovuto incatenarlo quel sogno, ma non l’aveva fatto.
E ora ne pagava le conseguenze.
Stava perdendo il suo unico sogno, o forse l’aveva già perso, ma cercava in tutti i modi di rimanergli avvinghiato, di poterne vivere ancora almeno uno stralcio…
 

Dominic si passò una mano tra i capelli e si aggiustò gli occhiali da sole scuri.
Sospirò. Semplicemente non poteva farcela, non senza di lui.
Solo lui avrebbe potuto salvarlo.

Save me, I’m losing my only dream

 
Ci sarebbe voluto tempo per farlo da solo, ci sarebbe voluta forza, e lui ora non l’aveva.
Doveva farlo, sì, ma non ora, non stasera, magari domani, sì, domani avrebbe cominciato a dimenticare, a chiudere a chiave i cassetti dei ricordi e a non farli uscire più..
Solo, domani. Ora non poteva resistere.
Affrettò il passo e raggiunse l’amico, uno dei pochi.
-Hey Chris, hai una sigaretta?-
 
 

Save me, trapped in a vile world
Save me, where the endings are the same as every other
We're only here to die
Save me, I'm losing my only dream
Save me, I can use some guiding light, some place to go
If you hear me, let me know.
 

 

***

 
Ecco qui, non mi convince affatto anche perchè è mooooolto malinconico… fatemi sapere cosa ne pensate voi, almeno una piccolo recensioncina ^^
Grazie alle coraggiose autolesioniste che lo leggeranno!
Un bacio,
G.

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Capitolo 2
*** Doors. ***


Buonasera a tutte! ^-^
Omg, ma è davvero passato così tanto da quando ho pubblicato l’altro capitolo?? O_O
Scusatemi, lo so che sono un disastro, ma ho davvero così poco tempo e così tante cose da fare ç__ç
E poi vi avviso: ritardo è il mio secondo nome, buahahah.
Beh, però per il prossimo capitolo vi assicuro che sarò molto più veloce perché ne ho già scritto un pezzo!
In verità avrei dovuto fare un capitolo tutto unito, ma poi scrivendo mi sono accorta che stava venendo troppo lungo e non volevo che diventasse troppo pesante.. perciò ho deciso di dividerlo, anche se non sono ancora del tutto convinta O.o
Aspetto perciò che mi facciate sapere voi se vi è piaciuto!! ^^


Intanto ringrazio le 4 che mi hanno recensito, gwazie mileeee avete detto cose tenewissimeee *me commossa*
Vi ringrazierò a dovere appena posto, sappiate che però vi adoro incondizionatamente *w*
Ringrazio tantissimo anche chi ha seguito e tutti quelli che hanno letto (caspita, ma quanti siete?! O.o)


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, per fortuna della loro integrità fisica non mi conoscono e nessuno mi paga per scriverci su.
P.S: Non linciatemi per questo Matt così cattivo, in verità io l'adoro anche se in questo periodo sono un po' arrabbiata con lui u.u
P.P.S.: In questo capitolo ci sono parecchie parolacce.. Magari qualcuna di voi non apprezzerà, mi spiace per il fastidio ma visto che i toni sono parecchio accesi e io non mi figuro i personaggi come piccoli angioletti attenti al bon-ton lì sono e lì rimangono, intanto io ho messo il rating giallo come piccolo avviso. Sowwy ^-^

Bah, ho cicerato abbastanza..
Buona Lettura :D
 
2. Doors.


-Bastardo, bastardo e stronzo approfittatore, ecco cos’è! Un fottuto egoista e pure menefreghista, e io l’idiota che se n’è innamorato! Oh ma ora basta, non mi farò prendere di nuovo per i fondelli...  che se ne stia con la sua “beautiful pregnant girlfriend”, probabilmente gli sto pure facendo un favore!-
Dom ringhiava furioso camminando a passo di marcia lungo il corridoio dello Staples Centre, subito dopo l’esibizione e la premiazione dei Muse ai Grammys, totalmente incurante delle occhiate curiose che gli lanciavano i numerosi giornalisti.

-Oh, ma che sia dannato se prima o poi non gliela farò pagare a quel bastardo, oh sì... forse non ha ancora capito con chi ha a che fare il signorino!-
Il batterista aprì la porta del camerino della band come una furia, si fiondò all’interno e afferrò con stizza la giacca e la sciarpa, infilandosele velocemente e calcandosi con forza il berretto sui capelli biondi ancora scarmigliati e umidi per via della recente esibizione.

-Non starò in questo maledettissimo posto un minuto di più, perché se mi capita tra le mani io..io.. Io non so cosa gli faccio, ecco!!-
Continuava a parlare gesticolando animatamente, come il movimento potesse calmare un po’ la sua rabbia, e invece finì solo per impigliare una mano nell’appendiabiti accanto alla porta.
-Dannazione- imprecò – vedi te se adesso dovrei pure raccogliergli questo stupido cappotto che sembra uscito direttamente dall’armadio di mia nonna! Pure dei gusti orrendi nell’abbigliamento ha in questo periodo, si vede proprio che non ci sono più io a consigliarlo decentemente.-

Stava per rimettere l’orrendo cappotto in questione al suo posto quando qualcosa cadde da una tasca e finì sul pavimento.
Il batterista si chinò velocemente per raccoglierlo e rinfilarlo subito nella giacca ma una piccola scritta dorata catturò la sua attenzione.
Un dorato “Bliss Jewels” era inciso sul coperchio di una piccola scatolina blu.
Pum!

E la scatolina fu di nuovo a terra, mentre Dom era preda di un attacco di Parkinson fulminante.
L’inglese rimase per una trentina di secondi in piedi, bocca e occhi spalancati, poi si inginocchiò sul pavimento e osservò quella scatoletta blu, così piccola ma così.. inconfondibile.
Allungò la mano ancora tremante e la riprese, ben sapendo che avrebbe dovuto rimetterla immediatamente al suo posto ma ormai vittima di un’incontenibile curiosità ed ansia...
Era davvero quello che credeva?
In quel caso quel semplice oggetto avrebbe anche potuto cambiare tutto.. Non avrebbe mai più avuto il cuore in pace se se ne fosse andato senza aver prima controllato il contenuto, lo sapeva.

-Su Dom, avanti, cosa vuoi che sia una sbirciatina veloce... tanto non sta arrivando nessuno-
Il batterista si convinse e fece scattare la chiusura della scatola, non senza difficoltà visto il tremore che ancora controllava le sue mani.
Tenne per qualche secondo gli occhi serrati, timoroso di essersi sbagliato e di venire deluso per l’ennesima volta.
 Alla fine però la curiosità ebbe la meglio, e quando le sue pupille riconobbero gli oggetti all’interno della scatolina le sue iridi grigio verdi risplendettero di luce propria.
Non poteva crederci, allora aveva ragione...

Due bellissimi anelli di fidanzamento erano posati su del morbido velluto rosso, e risplendevano riflettendo la chiara luce del lampadario della stanza.
Dom quasi dovette prendersi a schiaffi per rendersi conto che non era un sogno ma che davvero quei due anelli erano nelle sue mani, che davvero Matt voleva chiedergli di fidanzarsi ufficialmente..
Dopo anni.. dopo quei mesi di silenzio.. allora gli era servita quella pausa di riflessione che s’era preso, il giorno dopo sarebbe stato San Valentino e finalmente.. Tutta quell’indifferenza era quindi stata solamente un diversivo per arrivare a festeggiare quel giorno speciale nel migliore dei modi!
Prese il primo anello e se lo rigirò tra le dita, con un sorriso ebete stampato in volto.
Lesse il nome inciso sulla parte interna, passandoci ripetutamente sopra l’indice.

“Matthew”.

Poi estrasse anche il secondo anello dalla scatolina...
 

*

Un’altra porta sbattè, sempre allo Staples Centre, e qualcun altro si fiondò velocemente in un’altra stanza.
Un alquanto sovraeccitato Tom Kirk, precisamente.
-Ragazzi, ragazzi, siete stati grandi! Non ci credo, avete vinto un Grammys! Un Grammys e che cazzo, un fottutissimo Grammys, avete capito? Mi sembra ieri che stavate suonando in uno degli squallidi localini intorno a Teignmouth, e invece guarda un po’ dove siamo arrivati.. –

Un sorridente e un po’ sudaticcio Christopher Wolstenholme gli andò immediatamente incontro e lo strinse in un abbraccio fraterno.
-Hey Tom, calma! – ridacchiò- E ricordati che se siamo qui è anche grazie a te, al tuo lavoro e alla tua santa pazienza!-
Tom sorrise, passandosi una mano sul volto- Mio Dio, ancora non ci credo.. Vabbè, mi sa che è meglio se mi do una calmata. Pazienza, hai detto? Ecco, a proposito di pazienza, di là – disse indicando col pollice la stanza accanto- ci sono una decina di giornalisti che in quanto a pazienza non mi sembrano molto ferrati...
Siete già in ritardo di 10 minuti per l’intervista, mi dispiace disturbarvi ma prima finite e prima potremo festeggiare!
Perciò forza, avanti.. – Tom continuava a parlare, com’era solito fare quando era troppo emozionato, e intanto sospingeva già Chris verso la porta.

-Aspettate, ma ne manca uno! Dov’è quell’idiota di un batterista biondo?? E’ già scappato a festeggiare con qualcuna delle belle ragazze qui fuori?-
Chris sospirò, liberandosi finalmente dalle mani dell’amico.
-Non lo so..- ammise, e quella cosa stava cominciando a preoccuparlo.
Aveva visto Dom correre via immediatamente dopo l’esibizione e non era da lui venire a meno ai suoi impegni, e soprattutto fare qualcosa che avrebbe potuto danneggiare seppur minimamente la band.
Quello era la linea di comportamento che aveva adottato qualcun altro, in quel periodo.

Un qualcun altro che per tutta la durata dello sproloquio di Tom aveva continuato a bere la sua bottiglietta d’acqua con noncuranza, sdraiato su una poltrona e osservando qualcosa oltre la finestra con sguardo perso.
-Matt...?-
–Non lo so nemmeno io, Tom. – sbuffò irritato Matt, alzandosi di scatto dalla  poltrona e passando le mani sui vestiti sgualciti –Ma di certo non possiamo far aspettare i giornalisti mentre lui se la spassa con la gnoccona di turno. Perciò andiamo.- Si era già avviato verso la porta quando una mano sulla spalla lo bloccò.
-Fermo un attimo, signorino.- la voce di Chris risuonò più profonda e cupa del solito –Con me i tuoi giochetti e il tuo menefreghismo di facciata non funzionano.- sibilò nell’orecchio del cantante, cercando di non farsi sentire da Tom.

-Lo so benissimo che hai visto anche tu Dom scappare via prima, come so benissimo anche che le cose tra voi in questo periodo non stanno andando affatto bene. E che la colpa di questo  è solo e soltanto tua.-
Le parole del bassista colpirono Matt come uno schiaffo in pieno viso: non era da Chris assumere quel tono e impicciarsi negli affari altrui.
L’aveva visto Dom scappare, l’aveva visto eccome. Sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
E sapeva pure benissimo di chi fosse la colpa di quel pianto e di quella situazione.
Strinse i pugni e si girò per affrontare l’amico con la solita maschera da menefreghista che portava così spesso in quel periodo.

-Non sto di cosa tu stia parlando, Chris. –proclamò ad alta voce. –E’ ora di andare, abbiamo già perso abbastanza tempo. Dom ci raggiungerà più tardi, se ne avrà voglia.-
Chris scoppiò in una risata gelida. –Se ne avrà voglia eh? Ma smettila, ti prego. Risparmiati pure la fatica, te l’ho detto che con me le tue parole non funzionano. Almeno ammettilo dai, abbi almeno il coraggio di ammettere di chi è la colpa.- il bassista quasi ringhiò, puntando l’indice accusatore contro il petto del cantante.
Matt lo spinse via- Toglimi le mani di dosso Chris, e non t’impicciare. Questi. Non. Sono. Fatti. Tuoi. Se Dom ha qualche problema non ha bisogno della balia, può benissimo venire lui stesso a parlarmi.-

-Non sono fatti miei, dici?- Chris fece un passo avanti minaccioso- E invece io dico che lo sono, che lo sono eccome! O forse ti sei dimenticato che in questa band non ci sei solo tu ma che ne facciamo parte anche io e Dom? O magari non ti ricordi che io sono amico di Dom e che non posso vederlo soffrire per colpa di uno stronzo. E poi sono anche amico tuo Matt, e vedo che tutto questo sta facendo del male anche a te! Ti stai distruggendo da solo Matt, senza motivo!- il bassista sospirò, fissando lo sguardo negli occhi azzurri del chitarrista.
-E Dom dannazione, Dom sta cercando di parlarti da mesi. Ma tu sfuggi sempre, non mi dire che non te sei accorto.
La verità è che hai paura Matt, tu hai paura. Paura di amare e di soffrire.
Hai paura perché sei un codardo. Sì Matt, tu sei un grandissimo codardo.-

Matt alzò di colpo la testa, con uno scatto –Ma come ti perm...-
-Stop! Ferma, ferma, basta ragazzi! – Tom si mise in mezzo ai due allargando le braccia quando vide che erano sul punto di venire alle mani- Ma si può sapere che vi prende?! Stasera c’è da festeggiare, non da litigare! Dom ci raggiungerà più tardi, non c’è da farne una questione di stato, eh..- Il manager guardò i due amici che ancora si osservavano in cagnesco. –Hey, la volete smettere?! O almeno ditemi che sta succedendo, così vi posso aiut... Chris, dove accidenti stai andando anche tu?? Torna qui, c’è l’intervista!!-
-Tranquillo Tom, sto andando a prendere Dom! Tu cerca di guadagnare tempo con i giornalisti, io torno tra 10 minuti!- urlò il bassista mentre correva, ormai già in fondo al corridoio.
-No aspetta,resta qui almeno tu che così fate l’intervista in due! Vado io a cercare Dominic... Chriiiiiiis, dannazione!!- Tom si appoggiò al muro, rassegnato, reggendosi la testa tra le mani, e prese qualche respiro profondo cercando di calmarsi.

–Allora? Qualcuno ha intenzione di spiegarmi che cavolo sta succedendo?-
Silenzio. Tom alzò lo sguardo sulla stanza e vide Matt seduto sulla poltrona che sorseggiava dalla sua bottiglietta, nella stessa posizione di qualche minuto prima.
Sbuffò irritato. –Bene Mr. Mutismo, visto che proferire parola ti  costa troppo almeno vedi di non muoverti da questa stanza mentre io vado a inventarmi qualcosa con i giornalisti di là.-
Tom lanciò un’altra occhiata all’amico che fissava ancora fuori dalla finestra, impassibile.
Poi sospirò rassegnato e si chiuse la porta alle spalle.
 

*

Chris correva, correva travolgendo giornalisti e celebrities varie.
Correva a perdifiato nei lunghi corridoi, sorpassando porte colorate, telecamere e microfoni; le fotografie e le famose firme appese ai muri erano solo macchie di colore sfocate.
Finalmente arrivò davanti alla porta azzurra che cercava, l’aprì con slancio rischiando quasi di staccare la targhetta dorata con la scritta “Muse” appesa all’esterno.

Gli bastò una rapida occhiata per capire quello che gli serviva: lui non c’era.
In una manciata di secondi registrò il cappotto di Matt accasciato a terra e la mancanza di quello di Dom sull’appendiabiti, poi chiuse con forza la porta e fece giusto in tempo a cogliere un lampo biondo in fondo al corridoio, appena prima che sparisse dietro la porta di sicurezza che si stava chiudendo alle sue spalle.

Dom.

Poi riprese a correre verso la grande porta verde.
 

****

Hope you enjoyed it :3
A presto, spero!
Baci,
G.

 

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