Pregnant

di Remedios la Bella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1; Chapter 2 ***
Capitolo 2: *** Chapter 3; Chapter 4 ***
Capitolo 3: *** Chapter 5; Chapter 6 ***
Capitolo 4: *** Chapter 7; Chapter 8 ***
Capitolo 5: *** Chapter 9; Chapter 10 ***
Capitolo 6: *** Chapter 11; Chapter 12 ***
Capitolo 7: *** Chapter 13; Chapter 14 ***
Capitolo 8: *** Chapter 15; Chapter 16 ***
Capitolo 9: *** Chapter 17; Chapter 18 ***
Capitolo 10: *** Chapter 19; Chapter 20 ***
Capitolo 11: *** Chapter 21; Chapter 22 ***
Capitolo 12: *** Chapter 23; Chapter 24 ***
Capitolo 13: *** Chapter 25; Chapter 26 ***
Capitolo 14: *** Chapter 27; Chapter 28 ***
Capitolo 15: *** Chapter 29; Chapter 30 ***
Capitolo 16: *** Chapter 31; Chapter 32 ***
Capitolo 17: *** Chapter 33; Chapter 34 ***
Capitolo 18: *** Chapter 35; Chapter 36 ***
Capitolo 19: *** Chapter 37;Chapter 38 ***
Capitolo 20: *** Chapter 39; Chapter 40 ***
Capitolo 21: *** Chapter 41; Chapter 42 ***
Capitolo 22: *** Chapter 43; Chapter 44 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1; Chapter 2 ***


Ciao!! Prima di tutto grazie perchè mi state leggendo!
E ora passiamo alla storia ... non ripeterò l'introduzione, ma dirò solo che questo è tutto frutto della mia immaginazione.
Pubblicherò un capitolo al giorno, diviso in due parti.
Buona lettura!

Remedios la Bella.
PS: Vi Invito a passare a leggere le mie storie " Morirei pur di stare al passo con te" E " Future Sugar Sugar Rune, il vero finale", grazie!


Chapter 1.

" Non è possibile ..." Diana continuava a fissare quell'aggeggio in mano sua, quella specie di stecca dannata che nessuna donna vorrebbe avere in mano, a meno che non voglia una famiglia rumorosa e casinista.

Linea blu. Fregata. Rimaneva seduta sul bordo della vasca da bagno, i sensi di nausea la stavano facendo impazzire. Alle tre del mattino fissava il test di gravidanza, positivo.

Non voleva credere assolutamente che dentro di lei ci fosse un seme pronto a germogliare. Lei, una sedicenne ancora con tutta la vita davanti, dai grandi occhi neri come l'onice e i capelli di quel castano, lei la dolce Diana che si sarebbe pure fatta suora, pur di non rimanere incinta. Invece, il destino l'aveva appena fregata.

Non ebbe tempo di curarsi di piangere, che dovette immergere la faccia nella tazza del water. I suoi conati giunsero alle orecchie del fratello maggiore Robert: " Diana, stai bene?" Aveva la voce preoccupata. Diana alzò la testa in direzione della porta del bagno. Provò ad alzarsi,e a stento riuscì ad aprirla. Trovò suo fratello a petto nudo, occhiaie vistose sotto gli occhi smeraldini. Vide il pallore della sorella e sentì la puzza di vomito rancido provenire da lei.

" Ma hai vomitato?" Una domanda così stupida poteva evitarla, pensò Diana. Distolse lo sguardo dagli occhi indagatori di lui, e flebilmente liquidò la questione con un " Indigestione".

" Mmh ... lasciamo perdere, non darla a bere a me." disse lui convinto. la conosceva sin troppo bene, sapeva che lei non era capace di dire bugie. In fondo erano fratelli, si volevano bene e avevano un legame così forte da non poter essere spezzato da niente al mondo.

Diana lo guardò torvo, e improvvisamente il secondo conato si fece strada nel suo esofago martoriato. Corse subito e diede la seconda scarica. Robert la guardò preoccupata, e le si avvicinò per massaggiarle la schiena.
" Forza ..." Disse incoraggiandola. Distolse lo sguardo da lei, e vide quella stecca.

"E questo?" fece, prendendolo in mano. Lo guardò, gli occhi si fecero enormi e impallidì di colpo come la sorella. La osservò alzare la testa e guardarlo con occhi lucidi di pianto. Non era stata lei a volerlo. Ma era successo.
" Che cosa?" prima che potesse in qualche modo reagire a quello, Diana gli abbracciò le ginocchia, in lacrime: " Ti prego, non dirlo a mamma ... ti prego, mi ucciderebbe ..."

" Ma verrà comunque a saperlo ..." a Robert scappò un gemito. tentò di chinarsi su di lei, e le pose la mano in testa: " come farai?"
" Non lo so ... ma ti prego ..." La sorella sciolse la stretta dalle ginocchia di lui, e gli gettò le braccia al collo. Immerse la testa nella spalla del giovane e pianse. Pianse come non mai. Ma in silenzio, di modo che i genitori non potessero sentirla.
Lui le accarezzò la testa, delicatamente: " Sorellina ..." le sussurrò all'orecchio. E rimasero così, Un istante di incredulità per il fatto irreversibile.
Che cosa avrebbero deciso?
 
Chapter 2.

Stavano abbracciati, lei in lacrime e lui che le accarezzava la testa affettuoso. La lieve luce del bagno illuminava i loro corpi uniti, quello esile della sedicenne, e quello piuttosto muscoloso del venticinquenne che la stava coccolando.
" Sorellina ..." Robert alzò il viso di Diana, rigato di lacrime e pallido come un lenzuolo: " Chi è stato?"

Diana tratteneva i singhiozzi a stento, non rispose a quella domanda che avrebbe suscitato chissà che polemiche nei giorni seguenti.
" Diana, rispondi." insistette Robert. Vide che la sorella non rispondeva in alcun modo, anzi era più silenziosa di prima. Così pensò prima di portarla in un posto comodo: " Vieni, andiamo in camera." L'aiutò ad alzarsi, mise il braccio sotto l'ascella di Diana e la fece uscire dal bagno. Poi la coricò sul soffice letto della cameretta. Una camera piccola che dava sulla strada, strapiena di foto e disegni. Accese la bajuor sul comodino, e mentre Diana riprese a piangere soffocando i gemiti tra le coperte, lui le accarezzò la testa e si sedette accanto a lei.

" Prima di tutto ... quando è successo?"
Diana aprì gli occhi e si voltò verso il fratello: " Una settimana fa ... " disse debolmente.
" Con chi?" più che una domanda, sembrava un rimprovero. Diana si allarmò.

" Non lo so ..." disse riluttante. Il fratello smise di accarezzarla e si mise più comodo: " Come non lo sai?"
Diana scattò arrabbiata e frustata:" Non me lo ricordo! Potrebbe essere stato chiunque!"
" Diana!" il fratello si era leggermente arrabbiato. L'alzò con forza dal letto e la fissò dritta negli occhi:" Come fai ad essere così ingenua? Dimmelo! Non ti picchio, sono tuo fratello. Se non riesci a dirlo a me figurati a mamma e papà!"
" Loro non lo sapranno mai ..." Non osava guardarlo negli occhi, si ridistese, e si nascose la testa sotto il cuscino: " é tutta colpa mia!"

Robert afferrò il cuscino rosa e lo scagliò via, lasciando scoperta la sorella, spaventata da quel gesto così improvviso.
" Certo che lo sapranno, non penso che non daranno attenzione a una pancia che cresce in modo strano, non trovi?" Gli disse sarcastico, e le riaccarezzò i morbidi capelli castani: " Non è colpa tua .." le sussurrò: " Ora dimmi .. chi è stato? O chi pensi almeno che sia stato?"
Lei deglutì e guardò in direzione della bajour: " In verità .. mi hanno usata."

Scoppiò a piangere mentre lo sconcerto di Robert crebbe a dismisura. Violentare sua sorella? Chiunque fosse stato non conosceva di certo la furia di Robert "il distruttore", come veniva soprannominato dai colleghi di lavoro in ufficio.
" Oh mio dio ..." disse in un filo di voce. Riguardò sua sorella, che gli aveva voltato la schiena, e piangeva silenziosamente. la tirò a sé e l'abbraccio. Lei ricambiò continuando a mugugnare che non era colpa sua.
" Certo .. ora però andremo a scovare quei bastardi." Disse deciso Robert. Lasciò la presa, la baciò sulla fronte e le augurò la buonanotte. Spense la luce e andò in camera sua.
E mentre lei piangeva ancora, lui si sedette sul letto, meditando il da farsi per l'indomani mattina. 

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Capitolo 2
*** Chapter 3; Chapter 4 ***


Voglio ringraziare tutti quelli che hanno recensito il mio primo capitolo! Wow è stato bellissimo leggervi!!
Remedios la Bella


Chapter 3.

" Non pensarci nemmeno!" disse Diana furibonda. Aveva appena appreso che suo fratello sarebbe andato a scuola per ricavare informazioni sul fatto della gravidanza della sorella. Lui la guardò torva e non cambiò idea affatto: " Mia cara, prima che io sappia chi è stato, tu non potrai andare neanche in bagno da sola. Voglio saperlo, e lo scoprirò! E in più ... copriti!" l'ultima osservazione la diede arrossendo, puntando alla maglietta a maniche corte di Diana sinceramente troppo corta per i suoi gusti. In effetti, la scollatura era abbondante. La ragazza si sistemò imbarazzata la maglietta e fece il broncio. Odiava il modo in cui suo fratello fosse iper protettivo, ma non poteva fare a meno di pensare che lui lo facesse per il suo bene. Dopo il discorso di quella notte, si era tranquillizzata, poco ma tanto quanto bastava a farla alzare dal letto.

Sua madre, una donna sulla quarantina dalla faccia buffa ma benevola e dai vispi occhi verdi e capigliatura ricciola castana insistette perché Diana ingoiasse un boccone prima di andare. Si era accorta del pallore della pelle della giovane: " Tesoro mangia qualcosa ... sei pallida!"

" Sto bene mamma grazie." Diana liquidò la discussione, afferrò un toast imburrato e lo ficcò di malavoglia in bocca.
" Mamma, oggi l'accompagno io a scuola." Intervenne Robert, vedendo che la madre già si preparava ad uscire per accompagnarla. Lei si voltò e lo guardò dubbioso: " Come mai?"
" Così .. voglio conoscere i suoi amici." Disse, sottolineando con la voce "i suoi amici". Diana lo guardò così male da farlo sobbalzare. La madre fece spallucce e tornò a sedersi. La ragazza non attese oltre: " Vogliamo andare?" aprì la porta di casa e uscì ,senza aspettare il fratello che la raggiunse subito dopo.
Robert e Diana salirono in macchina, e velocemente attraversarono la città per arrivare all'Istituto d'Arte dove studiava Diana ( Il perché dei disegni nella camera).

" Bene .. siamo arrivati." Fece Robert con un tono odioso e convinto, Parcheggiò l'auto. e i due uscirono. Non mancarono i bisbigli degli altri studenti appena videro Robert, il fratello di Diana; Era uno tra i ragazzi più carini di tutto il paese, e di certo non passò inosservato quel giorno, sia perché era insieme alla sorella, che aveva lo sguardo rigorosamente abbassato, sia perché ... era carino.
" Robert, vattene, me la caverò!" Disse a denti stretti Diana, mentre attraversava riluttante il parcheggio con Robert, diretta all'entrata.
" Non se ne parla ... sei la mia sorellina ricordalo." Disse lui, Diana non fece a meno di arrossire per quelle parole. In fondo apprezzava le sue attenzioni.
" Beh ... grazie. Ma fai in fretta." Finirono di discutere. e infine giunsero all'entrata dell'Istituto.

Anche lì alcuni studenti guardarono lo strano duo con fare interrogatorio. Lì i due fratelli si separarono.
Diana borbottò:" Bene, io vado a lezione, la campanella suonerà tra poco. A dopo." girò i tacchi, anzi le scarpette, e entrò a scuola. Il fratello la seguì con lo sguardo tra la moltitudine di studenti riversata nel corridoio e si defilò.
Diana nel mentre venne raggiunta dalla sua amica Taylor, biondina formosa dai fantastici occhi verdi:" Ehi, come stai oggi?"
" Bene .. " mentiva, le stavano tornando le nausee e il colorito era sempre più pallido. Sentì il riflusso, si mise le mani alla bocca.
" Stai male?" Taylor si preoccupò di quel gesto improvviso. Si accorse di come in realtà stesse la povera Diana. Lei in risposta le chiese di accompagnarla in bagno.
" Ok .." Taylor alzò le spalle, e l'accompagnò alla toilette. Come previsto. Diana corse come una matta al water e vomitò tutto. Taylor le tenne la fronte preoccupatissima: " Oh mio dio! Respira ..."

Le massaggiò la schiena e l'aiutò a pulirsi. La fece sedere sul bordo della tazza e si accucciò accanto, reggendosi sui tacchi. Poi le chiese cosa avesse.
"Niente, dev'essere che ho mangiato troppo ieri sera ..." la stessa scusa che aveva inventato per suo fratello. Chissà se avrebbe retto. Taylor la guardò negli occhi, vide che anche in quel caso mentiva.

" Non è vero ... dimmi la verità." Diana alzò lo sguardo verso di lei, e lo riabbassò. Le lacrime pervasero il suo volto. Non poteva nascondere tutto a lei, la sua amica. tanto lo avrebbero scoperto tutti prima o poi.
" Sono incinta ..." Disse in un filo di voce. Si coprì il viso con le mani, mentre Taylor rimase sconvolta da quella confessione. Non disse niente, si limitò ad abbracciarla in lacrime anche lei.
Nel mentre in cortile si stava scatenando l'inferno.
 
Chapter 4.


Bisogna leggermente tornare indietro per capire l'inferno che si era scatenato in cortile. Robert aveva da subito cercato qualcuno che potesse dargli notizia dei fatti accaduti una settimana prima. Tutti gli risposero allo stesso modo: Una festa, sballo, Joe.
"Joe?" fece interrogativo appena la compagna di classe di sua sorella lo pronunciò: " Chi è?"
" Quello laggiù." Indicò con il dito un ragazzo alto, snello, capelli neri e occhi azzurrini, abbigliamento da skater e converse ai piedi: "Perché? Che è successo?" chiese la ragazza curiosa.

" niente tranquilla, voglio solo parlargli." Disse lui con fare minaccioso. Andò incontro al ragazzo che in quel momento era insieme ai suoi amici. Joe lo salutò gentilmente e gli chiese chi fosse.
" Non mi conosci? Sono Robert il fratello di Diana Smith. Ti dice qualcosa questo nome?" Disse lui, che nel mentre aveva fatto scricchiolare ferocemente le sue dita.

Joe trasalì per il gesto improvviso di quell'uomo: " Beh si, è una mia compagna di classe. Ma perché? Ho fatto qualcosa di male?"
" Se non sbaglio hai dato una festa l'altra settimana vero? E hai invitato anche Diana. Dimmi è vero?" chiese rosso in viso.
Il povero Joe rimase perplesso da quella domanda: " Si, l'ho invitata alla mia festa di compleanno. E allora?"
" Bene ... come vi divertite voi ragazzi? Non penso vi limitiate a giocare a nascondino come i bambini delle elementari!"
" Come ci divertiamo?" Joe ora più che spaventato sembrava sorpreso:" Beh .. ballando, chiacchierando, ascoltando musica ... ragazzate, in fondo. Ma perché mi fai tutte queste domande?" Chiese preoccupato di aver combinato casini. Robert lo tirò in disparte e lo guardò dritto negli occhi: " Sembra che qualcuno si sia divertito in troppo .. con mia sorella." Disse a bassa voce. la reazione di Joe fu di impallidire di colpo e deglutire.

" Ne sai qualcosa?" Continuò a chiedere Robert, viola in viso. Strinse il braccio a Joe, e il ragazzo sentì dolore.
" Che le è successo?" Chiese. I suoi occhi esprimevano angoscia viva. Robert notò però che non sembravano destare sensi di colpa, ma piuttosto angoscia vera e propria.
" Beh .. è incinta." disse il fratello maggiore della ragazza.
Quella parola sconvolse il povero Joe. cercò di liberarsi dalla stretta al braccio, e rispose sconcertato, ma a bassa voce per non farsi sentire: " Come incinta?"
" Sì ... incinta! Sai di chi è la colpa?"Chiese determinato Robert.

" Si che lo so, credo ... maledetto bastardo." Disse a denti stretti Joe. Robert vide negli occhi del ragazzo un bagliore di rabbia esplodere.
" dimmelo, devo dirgli due paroline."
"No ..." Fece Joe, abbassando gli occhi: " Ci penso io." Si allontanò da Robert, e lo lasciò senza risposte. Attraversò l'intero cortile, fino al muro di cinta dall'altro lato. Lì stava il gruppetto dei teppisti; tipi davvero poco raccomandabili, aria bruta, puzza di sudore e birra. Il gruppetto vide il ragazzo venire loro incontro, e sogghignò. Joe gridò un nome: " Michael!"
E Michael, il tipo più grosso di tutti, scese dal muretto, rise agli altri e andò incontro a Joe minaccioso: " Bene che vuoi pivello?"

" Darti questo!" Joe gli sferrò un pugno violento in viso che lo fece barcollare come una bambolina. Michael per poco non cadde a terra: " Bastardo! sei un emerito stronzo!" Sbraitò Joe. Gli saltò addosso e i due iniziarono a scagliarsi pugni come due matti. La loro rissa e le loro urla non passarono di certo inosservate da Robert e dal resto della scuola. L'uomo andò subito sul luogo della rissa, mentre gli amichetti di Michael aizzavano al combattimento.
" Smettila!" Continuava a dire Robert, cercando di strappare Joe sanguinante e col naso rotto dal combattimento. Ma fu inutile.
E nel mentre le urla arrivarono alle orecchie di Diana, che corse con Taylor per capire cosa fosse successo. In verità aveva già capito che la cosa non sarebbe andata a finire bene. 

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Capitolo 3
*** Chapter 5; Chapter 6 ***


Beh, Buona lettura!
Remedios la Bella


Chapter 5

Joe continuava a sferrare cazzotti a più non posso a Michael, che anche se era molto più grosso di lui era in serie difficoltà. Robert cercò di farli staccare, ma si beccò anche lui un sonoro pugno all'occhio. Diana corse allarmata, e non fece a meno di gridare: " Basta! Per favore!"

" Diana!" Joe si accorse di lei, e smise di prendere a botte quell'energumeno. Le si avvicinò:" Mi dispiace davvero tanto."
" Di cosa?" Rimase un pò sorpresa da quella esclamazione, ma poi capì, e si voltò verso Robert: " Tu! Come hai potuto?"
" L'ho fatto per te, sai benissimo che farei di tutto per aiutarti!" Robert sembrava deluso, e cercò di convincerla che ciò che aveva fatto fosse per lei. Ma Diana non sembrava entusiasta: " Non puoi dirlo a chiunque!"
" Diana, non prendertela con lui!" Joe intervenne: " Volevo solo farla pagare quel bastardo!"
" Bastardo? Di chi ...." Non aveva visto con chi stesse lottando prima Joe, sanguinante e con lividi sul viso. Voltò la testa e vide Michael il bulletto. Impallidì di colpo: " Oh mio dio ..."

" E questa qui?" Disse Michael notando Diana. tentò di alzarsi dolorante, ma più che altro lo aiutò Joe, che arrabbiato lo tirò per il colletto della felpa: "Ah! Ora non ti ricordi nemmeno con chi ti sei divertito!"
"Divertito?" la voce di Michael tradì in qualche modo il suo tentativo di innocenza. Lui c'entrava, loro lo avevano scoperto. " Ragazzino .." Fu Robert stavolta ad avvicinarsi:" Ora tu vieni con noi ... Diana, andiamo." prese il ragazzo per un braccio e lo portò con sè. Diana seguì senza fiatare il fratello, e disse a Taylor di non dire niente a nessuno. La guardò preoccupata e seguì il fratello. Anche Joe andò con loro. E mentre Michael si divincolava imprecando e bestemmiando tra le braccia di Robert, il gruppo giunse alla stazione di polizia lì vicino.

Un edifico grigio erto in mezzo a un quartiere commerciale, che faceva venire i brividi a chiunque lo guardasse.
I quattro entrarono, e si diressero al banco. Un uomo baffuto e dagli occhi piccoli li guardò di sottecchi: " Posso esserle utile?"
Robert parlò: " Il signorino qui presente ha violentato la ragazza qui presente, mia sorella."
Diana si coprì il volto con le mani, in lacrime. Michael rimase allibito: " Cosa? Ma non è assolutamente vero!" Si liberò dalla stretta di Robert e disse la sua: " Io non so nemmeno chi sia!"

" Oh santo cielo ..." Pensò Diana, e Joe vide negli occhi della ragazza la paura. Intervenne sbraitando contro Michael: " Ti ho visto benissimo l'altra sera! bel drink le ai offerto! E poi te la sei fatta! Sei solo un codardo!" fece per tirargli un pugno in viso. ma l'agente di polizia lo bloccò prima che potesse agire: " Calmatevi adesso! Ditemi tutto con calma!"
" Non ho da dire un bel niente! io non le ho fatto niente! E non avete prove!" Michael tentava di difendersi, ingiustamente. Allora Diana, in lacrime si avvicinò:" Non mentire Michael ..."

" Cosa? Io ..." Ormai la sua colpevolezza era stata svelata. Guardò tutti con occhi in cerca di via di fuga. ma non trovò sostegno in quegli sguardi accusatori: " E va bene ... si."
" Tu sei un uomo morto!" Robert non resistesse e gli si scagliò contro come una furia. Gli agenti si accorsero del fracasso e tentarono di separarli mentre si davano pugni e calci a più non posso.
" Ora basta!" fece l'agente dopo averli separati: " Tu .." indicò Michael: " Passerai molti guai ..."
" Gliene faccia passare di più di quelli che si merita! Diana ..!" Robert chiamò sua sorella che si era tenuta in disparte: Diglielo ..."
" Non posso ..." lei si coprì il volto con le mani: " Non ci riesco."
" Dirmi cosa?" Michael ora più che altro era spaventato.

" é incinta." Fu Joe a dire tutto, stringeva i pugni e teneva gli occhi bassi. Michael sbarrò gli occhi e guardò la ragazzina. Lei venne presa dal panico, e corse in bagno a vomitare. A Michael vennero le lacrime agli occhi.
 
Chapter 6
 
" Come sarebbe?" esclamò sorpreso Michael. La notizia lo aveva sconvolto molto più della venuta avventata di Robert e Joe. Joe rimase in silenzio, Robert lo guardò rosso dalla rabbia.
L'agente fu l'unico a rimanere calmo: " Ora voi tre mi raccontate per filo e per segno la questione."
Joe si riprese:" Bene, una settimana fa c'è stata la mia festa di compleanno ... Ho invitato tutti i miei amici e compagni di classe, compresa Diana che è venuta con la sua amica ... Poi questo qui ..." E indicò con disprezzo Michael: " Si è imbucato!"

"Non mi sembra importante al momento!" Sbraitò Michael tentando di afferrare Joe per picchiarlo. Gli agenti lo bloccarono e Joe proseguì: " Si è imbucato alla mia festa. Io l'ho visto ma non ho fatto molto caso a lui, poi l'ho visto ..."
Arrivato a questo punto iniziò a camminare su è giù per la stanza sotto gli sguardi assai perplessi del resto del gruppo: " Ha preso un bicchiere, e ci ha versato qualcosa ... e quel bicchiere l'ha offerto a Diana."

" Tu hai drogato mia sorella!" Robert che prima era seduto si alzò di scatto dalla sedia e nonostante i poliziotti cercassero di fermarlo, prese per il colletto il ragazzo, che iniziava a tremare di paura:" Non sai nemmeno in che guaio tu ti sia cacciato!"
Michael non reagì all'accusa evidente, sapeva benissimo ciò che aveva fatto, e non tentò in alcun modo di scagionarsi.
Joe continuò: " Lei ingenuamente ha accettato ..."
"Non è vero ..." Fu Diana a parlare, era tornata dalla toilette e aveva sentito tutto:" Sarò pur stata drogata, ma non ricordo di aver accettato l'offerta."

" In effetti la costrinsi ... Glielo ficcai in faccia ..." confessò Michael, incapace di potersi difendere visto che Robert lo teneva costantemente d'occhio. Appena sentì la sua confessione, si trattenne da scagliare un pugno a quel deficiente e a denti stretti sibilò un'imprecazione.
" E poi è successo ciò che è successo ..." Joe concluse la sua testimonianza, Michael chinò la testa rosso dalla vergogna, ma tentò di difendersi su un punto:" Avevo il preservativo! Come ho fatto a metterla incinta scusi?" Urlò all'agente che aveva segnato tutto.

" Sicuro il ragazzetto, ma non abbastanza ...." Gli disse Robert fulminandolo con lo sguardo. Michael guardò Diana per trovare vie d'uscita. Ma la ragazza non gli rivolse il suo sguardo preoccupato.
" Bene, ora che sappiamo tutto ... Ora chiamerete tutti i vostri genitori. Sia per questo sia perchè avete avuto una colluttazione qui."
" Come tutti?" si allarmò Diana:" Anche i nostri?" Fece indicando lei e Robert sconvolti.
" Si, signorina, dobbiamo assolutamente avvisarli, o l'accusa di abuso sessuale non potrà essere considerata se non si ha la vittima in testimonianza."

Quelle parole la turbarono non poco. Se sua madre avesse saputo che lei era incinta come avrebbe reagito? Ok, aveva pure una faccia da brava donna perdona guai, ma quello altro che guaio! Era una faccenda davvero complicata.
Robert la guardò preoccupato, e tentò di convincerla a fare quel gesto estremo: " Posso dirle una cosa?" Fece al poliziotto indicando sua sorella. L'agente acconsentì e Robert le parlò:" Ascoltami, meglio adesso che abbiamo quel furfante in pugno, che tardi. E poi lo avrebbero saputo prima o poi. fatti coraggio .. andrà tutto bene." le asciugò le lacrime che iniziarono ad uscirle dagli occhi e l'abbracciò stretta. Lei non disse niente, ma fece cenno con la testa di acconsentire a chiamare.

L'agente si fece dare i numeri di telefono e avvisò i genitori dei due fratelli e di Michael. Diana era troppo stanca per dover sopportare il peso delle grida di una madre furiosa. Si sedette per riprendere fiato. E nel mentre, accanto a lei si mise Joe. Il ragazzo la guardò con occhi comprensivi, e improvvisamente le prese la mano. Lei non protestò, anzi le sembrò carino che qualcuno oltre suo fratello la aiutasse:" Sei preoccupata?" Le chiese.
" Molto ...Chissà che succederà ..." Con la mano libera si tirò indietro i capelli dal viso, angosciata.

" Hai intenzione di abortire?" Le chiese Joe. Quella domanda Diana non l'aveva nemmeno presa in considerazione prima d'allora. Colta di sorpresa, balbettò:" I - Io non so ... Che casino!" Voltò lo sguardo e le lacrime si fecero strada di nuovo.
" Comunque vada sappilo .. io ti aiuterò." Disse infine Joe dolcemente. Diana sentì e si voltò da lui. Lo sguardo del ragazzo traspariva un senso di sicurezza molto confortante. Lui non c'entrava niente in quella storia, ma la stava aiutando lo stesso. Questo Diana lo trovò molto carino.
" Grazie ..." Gli sussurrò e gli strinse la mano più forte. Appoggiò la testa alla sua spalla e si abbandonò al pianto.
Intanto i genitori era arrivati come dei fulmini. 

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Capitolo 4
*** Chapter 7; Chapter 8 ***


Spero vi piaccia! Buona lettura!
Remedios la Bella


Chapter 7


La signora Smith corse trafelata da sua figlia, era ancora ignara del motivo che l'aveva spinta a venire fin lì.
"Piccola mia!" Fece, appena la vide appoggiata alla spalla di Joe. Diana corse da sua madre e si fece abbracciare:" Tesoro mio che è successo?"
Non si era arrabbiata, non si arrabbiava mai. Diana dubitò che sarebbe rimasta buona appena avesse scoperto la verità.
"Niente, mamma ... niente." Disse la ragazza, ancora tra le braccia della madre. Per Michael venne suo padre, Un tizio alto, muscoloso come il figlio, ma dall'aria cordiale e severa.

Appena vide suo figlio, gli si avvicinò e senza dire niente, gli tirò l'orecchio a mò di rimprovero:" Sempre nei guai, eh tu!"
Gli urlò forte e minaccioso. Gli agenti fecero terminare quella sgridata forte. Il padre andò a scusarsi e parlò a Robert:" Dimmi, ti ha fatto male per caso?"
" Non a me, a lei ..." E Robert indicò sua sorella. Michael abbassò la testa rosso di vergogna. Suo padre lo scrutò furioso e andò da Diana a parlarle:" Ciao ... dimmi, che cosa è successo?" Le fece bonario. La ragazza non parlò sembrò intimorita da tutta quella gentilezza improvvisa.
Scosse la testa e si sedette, sotto lo sguardo incredulo della madre. I due genitori si guardarono perplessi e insieme chiesero spiegazione all'agente.

" Mi dica, perchè ci ha chiamato qui?" Fece la madre di Diana. L'agente si sedette comodo sulla sedia, incrociò le dita e spiegò:" I due qui presenti" si riferiva a Robert e Michael:"litigavano come gatti per una questione che riguarda vostra figlia, signora ..."
"La mia Diana? Cosa è successo?" la madre si allarmò non poco, tenendo stretta la mano di Robert e facendo avvicinare Diana, che a malincuore obbedì. Nel mentre, il padre di Michael rivolse al figlio uno sguardo di rimprovero.
" Vede ... sarebbe più semplice se glielo dicessero loro, ma non so se ne hanno il coraggio .. vero figlioli?" E con un fare sarcastico e provocatorio si rivolse ai due litiganti.
Joe nel mentre aveva fatto chiamare sua madre. Di nascosto, senza che nessuno lo vedesse tranne Diana, che reputò quel gesto strano.

Tutti rimasero in silenzio e guardarsi l'un l'altro. Diana stretta a sua madre con gli occhi bassi, Robert sbuffava, e Michael era soggiogato dagli occhi del padre. Sembrava che niente li avrebbe incoraggiati a parlare, le loro bocche sembravano sigillate a vita.
Ma alla fine quella situazione divenne pesante. Joe nel mentre si era avvicinato a loro, restando in disparte,e sembrava teso.
Ma fu Robert a parlare, senza giri di parole:" Diana è incinta ... Violenza sessuale. Indovina chi?" Fece, con disprezzo. Le reazioni dei due arrivati furono indescrivibili; la donna guardò sua figlia che nel mentre si era messa a piangere come una fontana, e poi rivolse il suo sguardo allibito a Michael, riluttante. Il padre del ragazzo invece, gli alzò la testa, tese la mano e gli diede un ceffone tanto forte da farlo cadere dalla sedia.
" Si calmi!" la donna rimase spaventata da quel gesto. mentre l'uomo insultò il proprio figlio:" E dire che ho cercato di educarti al rispetto! Sei una vergogna! Come hai potuto?" Gli tirò anche un calcio allo stomaco che lo fece gemere di dolore più di quanto non stesse già soffrendo. Gli agenti cercarono di bloccare quell'uomo e rialzarono il ragazzo, che non spiccicò parola.

" Signore, la prego .... troveremo una soluzione insieme, ora calmatevi." fece l'agente, piuttosto agitato. Fece sedere i due genitori e parlò con loro, nel mentre i ragazzi si allontanarono e uscirono fuori a prendere una boccata d'aria.
Diana teneva la faccia nascosta tra le gambe piegate, rannicchiata lontano dal resto del gruppo, insieme a Joe che tentava di consolarla in qualche modo.
" Diana ... se hai bisogno, sappi che mi trovi disponibile." La dolcezza di Joe la fece arrossire un pò.
" Tu non c'entri, non prenderti la colpa di niente ..." Tentava di toglierlo da quella pessima situazione, ma era ostinato a poterle dare una mano.

" Non fa niente ... se avessi reagito all'imbucata di quel cretino, e lo avessi buttato fuori, tu non saresti in queste condizioni adesso ..."
" Ma non è colpa tua .... dimmi perchè lo fai!" Diana alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi. Lui ritrasse lo sguardo imbarazzato:" perchè io ...."
Non riuscì a terminare la frase che uno dei poliziotti uscì a chiamare il gruppo:" Entrate, i vostri genitori devono decidere cosa fare." Li fece riaccomodare dentro.
" Michael ..." Fece il poliziotto:" Dovrai scontare una pena grave per ciò che hai fatto. Sai che la violenza sessuale viene punita severamente vero? però ..." Disse, tenendo sulle spine gli altri:" Se non vuoi finire in carcere, dovrai fare una cosa ... è l'unica soluzione che abbiamo trovato insieme, per non farti finire in carcere ... Dovrai accudire al bambino." concluse freddamente.

Inizialmente quello sciagurato non volle sentire ragioni:" preferisco la prigione! Non mi sento pronto a tutto questo!" Sbottò battendo i pugni sul tavolo. Suo padre per poco non lo avrebbe colpito di nuovo:" Tu hai combinato questo casino, tu ora ne sei in mezzo! Vuoi marcire dentro?" Rispondi!" Gli urlò con tutte le forze che aveva in corpo. Le vene stavano per scoppiare. Ma Michael seppur spaventato dall'impeto di rabbia di suo padre, resistette:" Non posso agente, non so niente di come sia essere padre!" Disse, cercando di trovare un modo.
Tutti rimasero disgustati dalla sua codardia. Robert gli prese l'orecchio e gli disse piano:" Senti, se non vuoi fare il tuo dovere, sta sicuro che io te lo farò fare a forza di calci nel didietro ... intesi?" Continuò a stringere la presa, fino a far gridare di dolore il ragazzo in suo pugno. Diana temeva quando suo fratello era in quello stato di Terminator senza pietà. Lo pregò di smetterla.

" Me la posso cavare ..." tentò di dire, a difesa di Michael. Lui rimase sbalordito da quella frase, Robert era sconcertato.
" Come puoi dire una cosa simile, Diana? Questo qui ha abusato di te e tu non vuoi vendicarti?" Le disse. Lei indietreggiò, si avvicinò a sua madre e disse che era inutile costringere qualcuno a fare qualcosa che non voleva fare. Il fratello lesse negli occhi di Diana la tristezza. Lasciò la presa, e sospirò. La situazione era critica. Dovevano prendere una decisione al più presto. Una ragazza madre? Diana non voleva pensarci, ma farsi odiare da chi l'aveva messa incinta era peggio. Michael non aveva intenzione di fare il suo dovere.
" beh, c'è sempre l'aborto ..." disse spavaldamente Michael. Fu la madre di Diana a protestare:" Non se ne parla nemmeno! Ne soffrirebbe ancora di più!"
"Ma che dici?" Diana sembrava sbalordita dal tono deciso della madre:" Perchè non vuoi? E perchè non sei arrabbiata con me?" L'ultimo particolare l'aveva sconvolta più del normale. Sua madre la guardò dritta negli occhi, benevola:" tesoro, non è colpa tua ... e non voglio vederti soffrire per la perdita di qualcosa che nonostante tutto è tuo."
" Conta anche sul mio aiuto." Robert le poggiò una mano sulla spalla, sicuro e sorridente. Diana si commosse per la gentilezza dei suoi familiari, ma era ancora in ansia per il fatto che Michael non volesse prendersi le sue responsabilità.
" Grazie a tutti .... ma tu?" E si rivolse a Michael:" Che cosa vuoi fare?"
" Io non lo so ..." il ragazzo non la guardò nemmeno in faccia e questo la ferì profondamente.
Ma qualcuno, in quel momento, disse qualcosa che lasciò non poco perplessi gli altri:" Lo farò io." E a parlare fu Joe. Negli occhi brillava la determinazione:" Mia madre sta venendo a sistemare tutto. Se non sarà lui sarò io."
Diana, era a metà tra il sollievo e la preoccupazione:" Che intendi dire?"
"Diana, vorrei essere io il padre del bambino." Concluse il ragazzo, fiero.
Il suo coraggioso appello mise invece gli altri in una terribile situazione di indecisione e di stupore.
 
 
Chapter 8.
 
 
 " Tu sei impazzito vero?" disse in un impeto di incredulità Diana. Che c'entrava lui in tutto quello? Niente! Non aveva colpa di niente, eppure si era ostinato a mettersi in mezzo, e voleva aiutarla. Perchè? O era impazzito, o si sentiva responsabile, oppure ... l'unica ragione era che ...
" No, non sono impazzito. Mi sento in colpa per aver lasciato che quello stupido ti abbia usata, e in più ..." Non terminò la frase perchè le guance arrossirono violentemente. Diana risolse i suoi dubbi solo guardandolo, e per un attimo il suo cuore balzò in gola.

"Scusate ... Vieni, dobbiamo parlare." Fece, e afferrò per il braccio Joe, trascinandolo via con sè.
Lui rimase sorpreso di quel gesto. Si allontanarono abbastanza dagli altri per non essere sentiti da nessuno. Andarono in un angolino, e lì Diana lo guardò dritto negli occhi bloccandolo contro il muro:"Perchè lo fai?"
" Io ..." Joe non osava aprir bocca, era troppo imbarazzato. Il suo respiro si fece irregolare, e Diana potè sentire nel silenzio un battito accelerato; constatò che non era il suo cuore, ma quello di Joe. Era agitato, e appena la guardava così seria scostava gli occhi arrossendo violentemente. Diana più lo osservava più capiva la vera ragione di quelle parole. Trovava tutto un pò infantile, ma non fece a meno di trovarlo tenero.

" Dimmi la verità .. vuoi davvero solo aiutarmi? O è qualcos'altro?" Gli chiese con tono fermo. Lui sembrò ancora più agitato di prima. Non la guardava, balbettava tra sè e sè e cercava di liberarsi dalla stretta.
" Si, voglio solo aiutarti ..." Mentiva, glielo si leggeva negli occhi azzurri. Diana lo fissò a lungo. Non capiva cosa ci trovasse di bello nel nascondere la verità. Trovò il modo per cavargli il rospo dallo stomaco.
Lo bloccò alla parete e senza farsi vedere, avvicinò il suo viso a quello di Joe, e gli sfiorò le labbra con le sue. Premette più forte le labbra, per sentire se il ragazzo rispondeva all'invito. E come previsto, lui rispose al bacio, senza però forzarla in alcun modo. Diana sentì la dolcezza delle labbra di Joe che le pervadeva il corpo e quando si staccò da lui, lo fissò incantata:" Non avresti attaccato Michael in quel modo se non avessi una cotta per me .. dì la verità."
Lui rimase lì lì rosso come un pomodoro, ma si lasciò vincere dagli occhi della ragazza.

" Lo ammetto ..." Fece lui, rosso di vergogna:" Sin da quando eravamo alle elementari. Tu eri lì sempre sola, seduta su quel banco in fondo alla classe ..." e cominciò a parlare, immergendosi nei ricordi della dolce compagna :" Quando ti vidi per la prima volta, stavi lì seduta, a guardare fuori dalla finestra. Avevi due graziosi codini, eri affascinate immersa nei tuoi pensieri. E io, un bambinetto, ti guardavo da lontano e non osavo avvicinarmi a te. Eri come un angelo, un piccolo angelo caduto dal cielo. Intoccabile e ..."
E qui un bacio, stavolta più convinto, di Diana lo interruppe. Lui venne colto di sorpresa:" Perchè adesso?"
" Continuavi a parlare senza interruzione! Dovevo pur far qualcosa ..." Sorrise e gli fece l'occhiolino:" In più ... mi è piaciuto il tuo racconto."
Lui la guardò, sorridente anche se con gli occhi lucidi dal pianto. Rimase incantato da quel sorriso così vivo nonostante la sofferenza.
" Mi fai quest'effetto, ancora oggi nonostante tu sia ..."
" Incinta?" Concluse lei.
Lui annuì:" Vedi" qui il rossore divenne più acceso che mai:" Ti avevo invitato alla festa per aver occasione di parlarti, ma come vedi sono arrivato troppo tardi." Strinse i pugni frustrato. Diana per rabbonirlo gli prese dolcemente la mano.
" Non hai colpa di niente .." Lo consolò Diana, finalmente di buon'umore:" Ora che so le tue ragioni, so anche perchè vuoi caricarti sulla spalle un tale peso come essere papà ... Ma a me sembra comunque una follia da parte tua."

" lo faccio per te." Joe si liberò dalla presa di Diana e l'abbracciò stringendola a sè. Stavolta fu lei quella a essere presa di sorpresa, ma ricambiò il gesto. Diana si accorse di quanto fosse sensibile quel ragazzo, e anche se non era innamorata di lui, le sembrò carino tutto ciò. Lo faceva per amore, a quanto pareva. Non per dovere. Un motivo in più per volergli bene.
" Andiamo dagli altri, spiegherai la tua situazione ... ehi! é arrivata tua madre!" Disse sorpresa la ragazza. Era infatti arrivata la madre del ragazzo. I due uscirono dalla tana e andarono verso gli altri. La donna, appena vide il figlio gli chiese cosa gli passasse in testa di prendersi un incarico simile.
" Lo faccio per lei." Disse il ragazzo, rivolgendo lo sguardo a Diana.

Sua madre restò sbalordita dallo sguardo infiammato che il ragazzo aveva negli occhi: sembrava davvero deciso a voler compiere quel gesto estremo.
 Anche la madre di Diana ne rimase sconvolta:" Sei davvero un bravo ragazzo figliolo ..." Gli disse cordiale:" So che le vuoi bene, ma ..."
" Non ho nessun problema a farlo, signora Smith!" Continuò lui:" Se il responsabile non vuole, sarò io a prendermi cura di lei." E con quel responsabile intendeva Michael che nel mentre si era preparato ad uscire quatto quatto dalla stanza.
" Joe ..." Robert gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla:" Grazie davvero."
Joe gli sorrise. Il padre di Michael restò impassibile per tutta quella solidarietà, disse solo che anche lui avrebbe fatto in modo che suo figlio aiutasse. Ma Michael di certo non voleva starlo a sentire.
" Mio figlio ha commesso un errore ... e per pagare ... Robert ..." si rivolse al baldo giovane:" Ti va di prenderlo sotto la tua ala?"
Michael rispose con uno sguardo tra l'allibito e l'incredulo. Tutto mischiato a vera e propria paura!
Robert invece sembrava entusiasta. Il signore continuò:" Fino a che non imparerà il suo dovere, non lo lascerò tornare a casa sua. Starà con te, gli insegnerai cosa vuol dire rispetto. Per lei va bene agente?" Chiese, rivolgendosi al poliziotto. Lui acconsentì annuendo con la testa, e Michael non ebbe il tempo di parlare e di dire la sua che il bel Robert lo afferrò e gli grattò la testa:" Vedi di filare dritto, intesi?" Gli fece minaccioso. Da grande e grosso com'era, Michael divenne piccino sotto le minacce di quel ragazzo. Tutti trattennero le risate, e Diana era di umore sollevato.
In nove mesi tutto poteva cambiare certo, ma già quello sembrava un buon inizio.
Uscirono dalla centrale di polizia.
E quella soglia indicò per Diana l'inizio di una nuova vita. Non sarebbe stato facile, ma in qualche modo ce l'avrebbe fatta. 

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Capitolo 5
*** Chapter 9; Chapter 10 ***


Dopo questi capitoli, le cose si faranno molto più interessanti a mio parere. leggete!
Remedios la Bella.
PS: Voglio ringraziare
Cevio98, Kay Burns e mileyfan10 per aver recensito i miei capitoli; siete grandi!
E andate a visitare le altre due mie storie!

Chapter 9

Diana continuò ad avere nausee per il resto di quel giorno. Visto che Michael doveva restare con Robert per tutto il periodo in cui sua sorella sarebbe stata in quelle condizioni, il ragazzo decise di trasferirsi nell'appartamento vuoto della zia Cathy, morta qualche anno prima.
A Diana sembrò ridicolo tutto ciò, ma dopo aver sentito le ragioni di suo fratello, non fece a meno di sorridere.
" Vedi, sorellina, se tu lo vedessi ogni giorno, lo stress ti ucciderebbe e anche l'angoscia non ti lascerebbe stare .. e in più ... sai com'è! Voglio divertirmi un pò con lui ... vedrai, gli farò abbassare la cresta!" Aveva detto, appena erano usciti dalla caserma, tenendo stretto a sè quel povero ragazzuolo tutto tremolante accanto a lui. Diana lo guardò preoccupato, ma alla fine lo sguardo deciso di Robert la convinse. Baciò il fratello, guardò Michael riluttante, e tornò con sua madre a casa sua.

In serata, la chiamò Taylor al cell, mentre era in camera sua, distesa sul grande letto alla sola luce della bajour:" Ehi, Diana! Come stai?"
Diana era felice di poter sentire una voce amica in quel momento così difficile:" Bene, Tay, grazie mille ..."
" Di niente, mi dispiace solo di non averti potuto chiamare prima ..."
" Non fa niente, va tutto bene ..."
La voce di Diana era pacata e morbida, questo sorprese molto Taylor:" Cosa è successo?"
" Beh ... è una storia davvero lunga ..."
" Sono qui per te! Racconta!" Rispose entusiasta la sua amica. Taylor era davvero bravissima, e Diana era felice di averla come amica e consigliera. Le raccontò ogni avvenimento, per filo e per segno. Taylor non la interruppe mai, ma dava segni di consenso e di stupore con gemiti e urletti striduli che facevano ridere Diana. Alla fine, Taylor potè parlare:" Non ci credo che Michael ti abbia fatto una cosa simile! é assurdo! lo ucciderei io stessa se lo avessi adesso tra le mani!" La voce della ragazza risuonò molto arrabbiata:" sono contenta che Robert gliela possa far pagare in qualche modo!"
" Già ..." Fu la sola cosa che riuscì a dire Diana. Era ancora preoccupata per la faccenda di quel ragazzo, non se la sentiva di vederlo di nuovo a scuola:" Tay, sono preoccupata ..."
" Di che? Piccola .. ci sono io per te. E in più c'è Joe!" disse scherzosa quella biondina:" Ma ti rendi conto? Una cotta per te!"
Di certo quell'argomento fece arrossire Diana:" Già .. chi se lo aspettava ... chissà però se ..."
" Riuscirai ad amarlo? oddio, Diana! é un ragazzo adorabile! E in più è caaaaaaaaaaaaaarino!!"
Ecco di nuovo i suoi modi pettegoli, pensò la giovane, ormai completamente rossa in viso. Menomale che Taylor non riusciva a vederla!
" Si è vero è carino ..." Disse Diana, quasi balbettando:" E anche molto gentile ... ma non so ..."
" Andrà tutto bene, cara mia ... e domani ti aiuterò io ok?" la voce di Taylor era dolcissima, ispirava fiducia e sicurezza. Diana ringraziò il cielo di averla come amica e la ringraziò di cuore. Dopodiché chiuse la telefonata e si stese sul letto, stringendo il cuscino a sè, pensierosa per l'indomani. Si mise una mano sul ventre, e sentì qualcosa di caldo. Non fece a meno di sorridere.

Nel mentre, Joe discuteva con sua madre per la faccenda della custodia.
La madre in certo modo era contrariata, Lui continuava a insistere sul fatto di volerla aiutare:"Mamma ascoltami! So che ti sembrerà assurdo ... ma mi sento in qualche modo responsabile! Ti prego lascia che l'aiuti in qualche modo!"
" Joe, tu non capisci ... come fai a dire una cosa simile? Fare il genitore è davvero impegnativo, te lo dice una che ha esperienza in questo campo, in più il bimbo non è e tuo! Come pensi di compensare questo vuoto? Quando il bambino sarà grande, cosa gli dirai se ti chiederà se sei davvero suo padre?" Gli chiese visibilmente preoccupata.

" Gli dirò la verità ... tutto, per lei." Il tono di Joe non tradiva la sua intenzione di gentilezza verso quella povera ragazza. La madre ne rimase sorpresa, cercò di aggiungere proteste, ma più andava avanti, più il figlio andava all'attacco sostenendo le sue buone ma pazze intenzioni. Vide nel ragazzo lo specchio del padre, uomo gentile e sempre disponibile. Non fece a meno di commuoversi. Alla fine si vide rassegnata ad accettare le condizioni del figlio:" Joe, sei davvero un bravo ragazzo .. come tuo padre, tutti e due sempre pronti a aiutare gli altri ... Mah ... " disse al figlio:" Ok, appoggerò la tua scelta, vedo che le vuoi bene e l'ami ... e ti darò il mio aiuto."
Joe guardò sua madre commossa, e non resistette dall'abbracciarla:" Grazie di cuore .. ti prometto, non ti deluderò."
Sua madre venne colta di sorpresa da quell'abbraccio, non ne riceveva uno da quando suo figlio non aveva 10 anni. Lo strinse a sè e lo baciò:" Sei un bravo ragazzo."

" Tu sei una mamma meravigliosa."le rispose lui, dolcemente. La lasciò in cucina, prese il suo cellulare e digitò il messaggio da inviare a Diana, visto che si erano scambiati i numeri quella mattina:" Mamma acconsente, ti aiuterò come posso ... Ti voglio bene."
Esitò leggermente a inviare il messaggio, ma alla fine premette il tasto invio. Il messaggio arrivò a destinazione.
Per risposta .... arrivò uno smile sorridente, seguito da un " Ti voglio bene anch'io."
Joe sorrise, e si stese sul letto pensieroso.
Giornata pesante quella, ma il domani sarebbe stato ancora più complesso.
 

Chapter 10

La scuola non fu mai un peso per Diana come quel giorno. E se tutti avessero già saputo di lei? Che figura avrebbe fatto? Non riusciva a muoversi dal letto dalla preoccupazione. Sua madre tentò di svegliarla e di convincerla ad andare.
" Figliola, non credo che nessuno sappia della tua faccenda! Le notizie non girano così in fretta!"
" Si certo come no! A meno che tu non abbia social network o non abbia la febbre di pettegolezzi!" sbuffò Diana di malavoglia. Si alzò dal letto lentamente e andò a prepararsi nonostante le sue paure.
Ci mise un pò, ma dopo poco tempo era pronta per uscire.
Per fortuna riuscì a evitare il viaggio in macchina e ulteriori chiacchiere della madre. Arrivò Taylor tutta trafelata, per accompagnarla a scuola.

" Signora Smith!" urlò l'amica saltellando dalla fretta:" Diana?"
La madre la vide e le disse di aspettare solo pochi istanti. La figlia uscì dopo circa un minuto.
" E mi raccomando divertiti!" Augurò la madre, appena la vide uscire dal cancelletto di legno del cortile. Diana non seppe se rispondere con imprecazioni a quell'augurio del cavolo o stare zitta. Optò per la seconda cosa, e insieme a Taylor prese la metrò per scuola.
" Stai bene?" le chiese l'amica in metropolitana. Diana sorrise e annuì. Era un sorriso che nascondeva insicurezza e angoscia, ma doveva sforzarsi di non far trasparire i suoi problemi a chi le stava intorno.
Dopo neanche dieci minuti arrivarono a scuola. Lì, sul portone d'ingresso, le aspettava Joe, impacciato ma sorridente. Taylor non fece a meno di stuzzicarla per tirarle su il morale (O per farla arrabbiare ...):" Uh! Guarda un pò! C'è il tuo cavaliere che ti aspetta, donzella!"

" Sta zitta!" Diana sbottò imbarazzata, diede una gomitata a Taylor, e si avvicinò a Joe:" Ciao ... come va?" Chiese rossa in viso. Lui rispose che stava bene:" Ti .. posso accompagnare in classe?" fece lui cercando di essere gentile.
" Siamo nella stessa classe, lo sai vero?"
Joe si tirò il cappellino sopra gli occhi per non far vedere il suo livello altissimo di imbarazzo:" Me ne ero scordato ... cavoli." Fece, flebilmente. Taylor non fece a meno di sorridere:" Beh .. io devo andare, si è fatto tardi!" Girò i tacchi, rivolse un occhiolino a Diana che la guardò incredula e scappò in corridoio, lasciando i due soli.
" Accidenti a lei." pensò Diana" Poteva evitare di lasciarmi sola con lui." Era leggermente irritata. Guardò Joe per vedere la sua reazione, e neanche lui sembrava tranquillo.
" Senti Diana ... ormai sai che io ti ... si insomma mi capisci ... ma non devi sentirti obbligata a volermi bene ok? Insomma!" Cercava qualche modo per toglierle il peso di quella situazione alquanto imbarazzante. Sapeva di essersi messo lui in quella specifica situazione: "Possiamo anche solo restare amici, ma voglio comunque prendermi quella responsabilità che ti ho promesso."

Diana arrossì violentemente. Gli si avvicinò e gli baciò la guancia, suscitando alcuni mormorii in un gruppo di ragazzine lì vicino:" Grazie ... davvero. Per ora niente mano nella mano, ma in futuro penso che qualcosa ci potrà essere." Gli sorrise e poi lo esortò per andare in classe. Lui annuì senza dire niente, e insieme andarono in classe. Non mancarono bisbigli e mormorii degli studenti che vedendoli insieme si sbalordirono. Loro due non diedero segno di resa e continuarono a camminare senza rivolgere lo sguardo a nessuno. Entrati in classe, Taylor guardò Diana con occhi di intesa, che Diana ricambiò con un sguardo che sapeva più di vendetta che di ringraziamento:" Tu me la paghi stavolta!" Sembrava dire. Taylor rise, anche quando Diana si lamentò dell'imbarazzo che le aveva fatto prendere con Joe.
Diana non trovò il tempo di ucciderla per fortuna; la campanella suonò l'inizio della lezione. Il professore entrò, salutò ,fece l'appello.
Michael quel giorno mancava, Diana ci pensò tutto il giorno durante la scuola.

Forse non aveva il coraggio di mostrarsi a scuola, o suo fratello lo stava conciando per le feste, oppure non voleva vederla ... insomma, era in ansia per la sua assenza. Non che lei provasse qualcosa per lui, sia chiaro, quel bruto l'aveva pur sempre violentata in fin dei conti, ma non riusciva a stare tranquilla.
Arrivò l'ora di pranzo. Diana non volle mangiare niente, le nausee stavano cominciando a farsi sentire per l'ennesima volta.
" Non vuoi proprio niente?" Le chiese Joe apprensivo. Lei scosse la testa:" No davvero non ho fame."
" Come vuoi ... ah! Senti .. ti andrebbe di fare un salto dal consulente dopo le lezioni?" le chiese Taylor a bruciapelo. Diana alzò la testa e la guardò storta:" Intendi dire il signor Winchester?"

" Si intendo dire proprio lui .. potrebbe aiutarti, in fondo è stato utile a molti degli studenti dell'istituto sai?" Le spiegò l'amica. Diana non sembrava molto convinta:" Ma siete sicuri che sia una buona idea?"
" Certo! tentar non nuoce ..." Rispose Joe. Il suo tono convinto convinse anche Diana, che anche sbuffando accettò. Dopo le lezioni, i tre si avviarono all'ufficio del consulente scolastico, il signor Ned Winchester.
Un ufficio piccolo, colorato dai mille post- it affissi dovunque, quadri di psicologia, un archivietto ,una grande scrivania, e un poster dei Beatles messo dallo stesso consulente.
L'uomo, con i suoi occhi piccoli, arcigni e celestini, guardò i tre arrivati con aria scettica:" Ditemi, avete bisogno di una consulenza?"
" Io piuttosto ..." Intervenne Diana facendosi coraggio, e intimidita piuttosto dallo sguardo interrogatorio di quell'omino basso e sudaticcio, a giudicare dagli aloni sotto le ascelle.
" Accomodati cara." le indicò la sedia, lei si sedette. Ma volle che anche gli altri rimanessero lì. Per Ned non ci furono problemi.
E in breve Diana spiegò la sua situazione di adolescente dai mille problemi. 

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Capitolo 6
*** Chapter 11; Chapter 12 ***


Chapter 11
 
" Mi faccia capire bene signorina ... lei è incinta, e lui .." Ned andò a indicare il povero Joe, muto davanti a lui e accanto a Diana:" Che non è il padre biologico del figlio, vuole prendersi cura di lui?"
" Si, signore." Disse impassibile la ragazza. Ned la squadrò dalla testa ai piedi; Non sembrava una bugiarda, era certamente sin troppo disperata per chiedere l'aiuto di uno sconosciuto.
" Bene ..." Fece sibilando:" Signore, mi lascereste da solo con lui?" Taylor e Diana si guardarono preoccupate, e senza fiatare uscirono dall' ufficio del consulente: " Non ci voleva ..." Fece Diana rimanendo sulla soglia per origliare la conversazione:" Tay, tu e le tue stupide proposte! Mi sento male solo a pensarci ..." In effetti si sentiva davvero male, ma non di certo a causa dell'ansia causata dal discorso di Joe e Ned. Si, la nausea la stava uccidendo.
" Senti, io corro in bagno, tu resta qui ad ascoltare cosa si dicono!" E senza che Taylor potesse dire la sua, corse in bagno trafelata. Taylor poggiò l'orecchio alla porta e potè sentire ogni parola della discussione.
" Ragazzo, ti rendi conto di quello che vuoi fare? E' come gettarsi nel vuoto senza paracadute!" Gli disse Ned dopo averlo fatto accomodare:" Fare il padre non è una passeggiata, e poi non spetta a te farlo, di diritto toccherebbe a Michael."
Joe abbassò lo sguardo imbarazzato. E' vero, di diritto (Anzi di dovere) Sarebbe toccato a quel cretino di Michael a prendersi cura di suo figlio. Ma sapeva già come era andata a finire. Poteva solo contare sull'aiuto di Robert, che in qualche modo avrebbe istigato quello lì a fare da genitore al piccolo.
" Lo so signore ... ma vede io ..." tentò di mettere in campo la questione dell'amare Diana con tutto il suo cuore, ma Ned gli andò addosso: " So dove vuoi andare a parare, ma l'amore non servirà a niente senza i mezzi necessari. Anche se le vuoi bene, non puoi di certo sostenere una famiglia a suon di baci. Renditene conto."
A questo di certo Joe non ci aveva pensato, era troppo preso dal pensiero di una vita con Diana per pensare a certi dettagli.
" E' vero ... ma io non demordo. Farò il mio dovere, se sarà necessario." fece il ragazzino convinto guardando dritto negli occhi Ned. Da fuori Taylor ascoltava tutto per filo e per segno, saltellando di gioia per la decisione dell'amico.
Ned continuò a dissuaderlo da quel compito, ma alla fine vide che era tutto inutile con quel ragazzo:" Mah ..." Sbuffò:" vedo che sei alquanto cocciuto. Facciamo così, domani verrai qui con Michael, gli parlerò io e lo convinceremo ad accettare. Oppure ..." Alzò il dito come per dire che aveva avuto un'idea, Aprì il cassetto della scrivania e ne estrasse un foglio giallo, sembrava un coupon.
" leggilo, ti sarà utile. E adesso puoi andare. Ci sentiamo domani."
" eh, grazie .." fece Joe alquanto perplesso prendendo il foglietto. Si alzò dalla sedia, strinse la mano al consulente e poi si avviò verso la porta. Taylor si accorse dei passi del ragazzo e si scostò in fretta dalla porta.
Appena Joe la vide la guardò malissimo:" Stavi origliando!"
" Chi? Io? Ma quando mai!" fece lei girando gli occhi e fischiettando, poi lo esortò a leggere il foglio.
Lui lo aprì, e lesse con attenzione. Rimase alquanto sbalordito.
" Sono degli annunci per adozione!" Fece dopo averli letti tutti. Taylor gli tolse il foglio di mano e lesse pure lei.
" Diana dov'è?" Chiese Joe. Taylor le rispose che era in bagno. Lui alzò le spalle.
" Senti Taylor, io devo scappare da Robert, devo chiedere a Michael una cosa ..."
" Ok ..." Taylor lo guardò preoccupata:" Buona fortuna, io vado da Diana. Ci vediamo." E salutò il ragazzo, che uscì di filato da scuola, verso la casa di Robert, di cui aveva l'indirizzo.
Nel mentre Taylor aveva raggiunto il bagno, quando venne spinta a terra da una ragazza che uscì trafelata. Non si accorse di Taylor a terra e scappò via.
" Ma che modi!" protestò Taylor alzandosi e pulendosi. Diana uscì subito dopo, come una furia e fermò Taylor. Aveva una faccia tesa e preoccupata.
" Da che parte è andata?" Le chiese angosciata. Taylor la guardò preoccupata e le indicò in direzione del portone.
" Cosa è successo?" le chiese allarmata.
Diana la guardò dritta negli occhi:" Siamo nei guai. Quella pettegola andrà a spifferare tutto al circolo del gossip!"
" Oh mio dio!" Taylor si mise le mani alla bocca:" Non mi dirai che ..."
" Si, sa ..." Disse delusa Diana. Le due corsero via da scuola. La cercarono dappertutto, ma purtroppo era già sparita dalla vista.
Intanto Joe era a casa di Robert, e discuteva animatamente con Michael che insisteva sul fatto di non voler parlare con nessuno della faccenda. Robert non c'era, per sua fortuna, poteva fare il gradasso quanto voleva.
" Ti ho detto di no!" Continuava a ripetere. Joe cercava di persuaderlo almeno per quella volta. Ma non c'era soluzione.
Per sua fortuna, proprio in quel momento tornò Robert, che avendo sentito tutto convinse il bel Michael della questione con un pizzicotto sulla schiena.
" Dai, ti farà bene discutere!" Gli disse minaccioso:" sai bene che devi pagare per ciò che hai fatto."
" E va bene! ma lasciami!" Michael si scostò dalla stretta di Robert e accettò di andare a scuola l'indomani. Joe fu entusiasta. Salutò Robert cordialmente, e uscì dall'appartamento.
Ma appena uscito gli arrivò un messaggio, di Diana:" Joe, siamo nei guai, chiama Robert è successo una cosa terribile!"
Joe si allarmò di quel messaggio e le chiese il motivo. Lei rispose all'istante:"é successo che ..." E in quei puntini fu riassunto tutto il trambusto capitato pochi minuti fa.
Joe risuonò in appartamento, e appena Robert aprì, entrò trafelato per raccontargli tutto.
 
 
Chapter 12
 
Il giorno dopo. Gli sguardi di tutti puntati su Diana. Chissà perchè ...
" Robert ti prego, aiutami." Diana teneva stretta a sè suo fratello. Lui cercava di darle forza.
" Cercala, e convincila a smentire tutto ciò che sa ..." Le disse, dolcemente.
" Non sarà facile, Miranda è una testa dura." Miranda, il capo del gruppo del giornalino scolastico, era davvero testarda quando si trattava di dare notizie piccanti alla scuola. E quella di certo nessuno doveva perdersela.
Era stata proprio lei a vederla vomitare in bagno in crisi di pianto. E mica aveva pensato a indigestione. Aveva notato che la giovane non si era recata in mensa.
"Diana Smith aspetta un bambino! Il padre chi sarà?"Diana già si immaginava il titolo a caratteri cubitali su quel dannato giornalino.
" Vedrai, riusciremo a convincerla ..." le disse Robert per incoraggiarla. Teneva per mano Diana, senza mostrare timore al contrario di lei che cercava di nascondersi, attraverso i corridoi strapieni di gente che li fissava come fossero attori famosi. I bisbigli di certo non mancavano e le risatine idiote dei ragazzi erano presenti più che mai. A Diana sarebbe piaciuto ucciderli tutti con un mitra, ma alla fine scelse di piangere silenziosamente.
"Che vergogna." Pensava, mentre stringeva la mano di Robert, diretta verso l'ufficio del preside.
Taylor e Joe erano dietro di loro, preoccupati, e guardavano minacciosi chiunque cercasse di diffondere la notizia al compagno. Chi veniva preso di mira taceva subito soggiogato da quello sguardo minaccioso. Michael non era con loro.
" Accidenti a quel ragazzo ... Diana subisce certe cose, e lui neanche si fa vedere ... Lo strozzerei con le mie mani se l'avessi in pugno!" Esclamò Joe battendo i pugni contro il suo armadietto. Taylor lo calmò:" Sai bene che è solo un codardo, ma vedrai che prima o poi si farà vedere, non può rimanere chiuso in casa tutto il giorno."
" Lo so, purtroppo ..." lacrime di rancore rigarono il volto di Joe. Non sopportava il fatto che la povera Diana dovesse subire tutto quello, mentre il responsabile se ne stava a casa.
" sarebbe stato meglio se lo avessero rinchiuso al fresco quel bastardo!" Disse in preda a un impeto di rabbia:" Ah! Che situazione!" Era frustrato.
" Non pensarci adesso, andiamo a cercare Miranda invece ..." Disse Taylor facendo scricchiolare le dita ferocemente. Il giovane annuì, e i due andarono a cercarla.
Nel mentre Diana e Robert erano in segreteria. Il preside non c'era, come il vicepreside.
" Grazie lo stesso ..." fece riluttante Robert e uscì dall'ufficio. Diana era seduta lì fuori, quasi in lacrime. Il corridoio era vuoto per via dell'inizio delle lezioni.
Robert le si sedette accanto e le fece poggiare la testa sulla sua spalla:" Troveremo un modo, vedrai ... puoi contare su di me." Le sussurrò all'orecchio. Le baciò la fronte affettuoso, mentre lei si abbandonò ai singhiozzi e si strinse a lui.
Per sua enorme fortuna, Taylor e Joe avevano avvistato la loro preda. Lei appena li vide corse come una matta in cerca di rifugio.
" Ferma! Dove credi di scappare stupida strega!" le urlò dietro Taylor, correndo all'inseguimento. Miranda corse come una matta diretta verso l'aula dove c'era la sede del giornalino. In fondo era sin troppo stupida per andarsi a nascondere da qualche altra parte.
" Si sta dirigendo verso il suo covo! Joe vai da quella parte!" Urlò Taylor al suo compagno, indicandogli il corridoio destro. Lui annuì e girò verso l'andito, Taylor andò nella direzione opposta. Sapevano che quei due corridoi conducevano entrambi al "covo" di Miranda. Infatti, appena Taylor giunse sul posto, Joe teneva per il polso Miranda, che si divincolava come un'anguilla.
" Bel lavoro! E adesso ..." Taylor prese i piedi di Miranda, che continuava a agitarsi, e Joe la prese per le braccia. Insieme i due la trascinarono dentro la stanza.
Lì la fecero sedere:" Ora tu mia cara ti rimangerai ciò che hai scritto!" la minacciò Taylor. Miranda distolse lo sguardo da lei con fare antipatico:" non ci penso nemmeno. Sai che scoop!" Disse lei con aria convinta. Joe le afferrò il colletto della camicetta all'improvviso:" Senti, se non vuoi un occhio nero ti converrà fare quello che ti diciamo ok?"
" sai che potrei denunciarti per violenza fisica vero?" Miranda lo provocò per niente spaventata, e lui per poco non le avrebbe sferrato un pugno in faccia, se Taylor non fosse riuscita a bloccarlo in tempo.
" Calmati, la violenza non servirebbe a niente." Gli disse tranquillamente.
" Vedo che in fondo siete ragionevoli .. ma tanto io le cose le faccio e non torno indietro!"
" Aspetta che vedi come ti faccio tornare indietro carina!" Le disse Taylor minacciosa, con in mano un paio di forbici:" Hai capito che devi collaborare, stronzetta?"
" Io alle tue minacce non cedo." Era insopportabile, Miranda non cedeva davanti a nulla, neanche davanti a una Taylor armata di forbici appuntite, con aria da assassina.
I due ragazzi erano stanchi di starla a sentire. Ma qualcosa, o qualcuno, li aiutò. La porta si aprì. Una voce profonda li interruppe. Loro guardarono chi fosse spaventati. Ma il loro spavento si trasformò per un attimo in gioia.
A Diana che era ancora poggiata alla spalla di Robert vibrò il cellulare, un messaggio:" Vieni in aula 303, qualcuno si è deciso a darci una mano." Diceva così.
Diana si alzò di scatto e prese per mano suo fratello senza dare spiegazioni. I due corsero di fila verso la 303, l'aula dove si trovavano anche gli altri. Entrati, non poterono credere ai loro occhi. 

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Capitolo 7
*** Chapter 13; Chapter 14 ***


Ora si scoprirà chi è colui che è entrato nella 303 .. E alla fine ci sarà una piacevole sorpresa! buona lettura!

Chapter 13
 
Davanti a tutti, stava Michael, in posizione di minaccia, con un dito puntato contro Miranda, che tutt'a un tratto era diventata pallida in volto.
" Ragazzina! Ti converrà non fare parola di niente! Altrimenti dovrai vedertela con me! E sai bene che fine fanno quelli che si mettono contro Michael!" Le urlò arrabbiato. Lei deglutì spaventata, si alzò dalla sedia e tremante si inginocchiò per chiedere pietà:" Ok, Ok, ma non uccidermi!" Si alzò, sotto la sguardo vigile del resto della gente, e si avvicinò al computer acceso. Prese il file del giornalino dove era scritto l'articolo su Diana e sulla sua gravidanza, e schiacciò Elimina. il file venne cancellato, e per evitare che la furbona lo riscrivesse, si assicurarono che svuotasse il cestino, e che non ci fossero ulteriori file o pennette di salvataggio dove fosse custodito il tutto. La storia sarebbe stata smentita dalla stessa Miranda.
Poi pregò gli altri di lasciarla andare.
" Dite che dovremmo lasciarla così, senza poterle dare un'ulteriore lezione?" ghignò Taylor, aguzzando gli occhi minacciosa. Tutti annuirono,e Miranda divenne viola di paura:" Vi prego! Farò di tutto, ma non uccidetemi!"
" Vedo che alla fine ti arrendi!" Le fece notare Taylor sarcastica, tutti risero, Diana le si avvicinò piano:" Ti sei resa conto che stavi per rovinarmi la vita, con le tue manie da giornalista? Renditi conto che anche le altre persone hanno i loro diritti."
Miranda la guardò con le lacrime agli occhi e annuì presa dai brividi. Gli altri alla fine la lasciarono andare, e lei scappò filata in bagno a piangere come una bambina. Appena uscì, tutti tirarono un sospiro di sollievo.
" grazie, Michael." Fece Diana rivolgendosi al ragazzo. Lui la guardò e arrossì, facendo finta di calciare una pietra. Robert gli mise una mano sulla spalla.
" Vedi come mi obbedisce il cagnolino?" Fece, mettendolo in imbarazzo e scompigliandoli i capelli biondo rame. Lui mugugnò di lasciarlo stare:" Ho solo fatto in modo che la storia non diventasse pubblica .. e poi odio Miranda, sta sempre a farsi gli affari degli altri, quella pettegola."
" beh, è una giornalista, è il suo lavoro, ma questa storia non deve diventare pubblica per niente al mondo!" fece Joe, alzando le spalle. Michael annuì.
" non pensavo ti sarebbe importato tanto!" Disse Taylor sbalordita:" Pensavo fossi un menefreghista!"
" in effetti, non sono venuto di mia spontanea volontà, mi ha avvisato Robert ..." ammise lui rosso di vergogna.
" beh ... allora grazie a te fratellone." fece Diana giuliva. Il fratello le sorrise e diede il merito a Michael, che aveva fatto la maggior parte delle cose.
Joe poi si ricordò del consulente:" Michael! ora che sei qui potremmo andare dal signor Winchester!"
" Cosa? Non ci penso proprio! ho già detto che in questa storia non voglio avere a che farci!" Disse lui sbuffando scocciato. Ma poi venne convinto da un "Amichevole" pizzicotto di Robert:" Avanti, non fare il difficile."
Lui trattenne il grido di dolore, gli altri ridevano sotto i baffi. Alla fine Michael accettò di andare da quel consulente. E dopo cinque minuti, lui e Joe discutevano animatamente con Ned.
" Dimmi ragazzo, perchè non vuoi prenderti questa responsabilità?" Gli chiese Ned, guardandolo bene. Michael mugugnò che non aveva voglia di prendersi una certa responsabilità.
" E poi perchè dovrei? Non l'ho voluto io!" fece, più che scocciato. Joe avrebbe voluto volentieri prenderlo a schiaffi in quel preciso momento, ma si tratteneva.
" Ragazzo, non l'hai voluto ma è successo .. e poi è successo durante un atto impuro come la violenza ... tu non la conoscevi nemmeno Diana. Perchè lo hai fatto?"
A quella domanda Michael divenne rossissimo e si mangiò l'unghia del pollice destro con schizofrenia: " E secondo lei le dirò il motivo della mia scelta?"
" Si, perchè tu ..." Ned si alzò dalla sedia, arrivò alla porta e la chiuse a chiave, facendo scattare la serratura ben due volte:" non uscirai da qui, finché non mi dirai il motivo."
Michael si vide costretto a rivelare il motivo. Si vergognava di farlo perchè Joe sicuramente lo avrebbe pestato a morte, ma non poteva fare altrimenti, o sarebbe rimasto lì tutto il giorno. Si accasciò sulla sedia, scuro in volto:" Una scommessa."
" Tu hai scommesso con qualcuno per farti Diana??" Joe sbottò furioso e lo colpì in volto all'improvviso con un pugno ben assestato. Michael cadde a terra e venne soccorso da Ned che cercò di calmare Joe, viola di rabbia, con i pugni stretti e le vene sul collo in punto di scoppiare:" Sei un essere rivoltante, bastardo!" Urlava come un ossesso, e avrebbe colpito nuovamente Michael, se Ned non fosse riuscito a calmarlo.
" Buoni questo non è un incontro di pugilato!" fece, rimettendoli a sedere abbastanza distanti tra di loro per non riprendersi a pugni.
" Joe ..." Si rivolse al ragazzo ancora furioso:" Hai pensato a quel che ti ho dato ieri?"
" Il foglietto dice?" Fece, estraendo dalla tasca dei Jeans il foglietto giallo. Ned annuì.
Lui rispose: "Beh, vede l'impegno che ho voluto prendere non voglio rimangiarmelo così in fretta."
" Quindi sei sempre deciso ad accettare il bambino, anche se non è tuo?" Gli chiese Ned, Joe annuì convinto. Michael guardò il foglio, e si alzò dalla sedia: " Sei uno stupido! a me sembra un'ottima idea!" esclamò.
Joe lo guardò con occhi rossi di sangue e contestò la sua risposta. Ned si mise le mani nei capelli. gli faceva male la testa.
li interruppe nel bel mezzo della disputa:" Chiameremo la diretta interessata per chiarire la questione." Concluse. Senza che gli altri due potessero dire qualcosa, fece chiamare Diana nel suo ufficio.
 
 
Chapter 14
 
Ned aprì l'ufficio precedentemente chiuso a chiave, e Diana entrò timidamente:" C'è qualcosa che non va?" Chiese a voce bassa.
" Vede, i ragazzi sono in disputa tra di loro per questo." E mostrò alla ragazza il foglio con le richieste di adozione:" lei cosa ne pensa? Joe dice che è una pessima idea, mentre Michael sostiene il contrario. Lei cosa ne dice signorina Diana?"
Diana scrutò il foglietto e il suo sguardo divenne dubbioso. Si fece scura in volto:" io personalmente non saprei ... davvero."
"Diana, non accettare .. saprò fare il mio dovere." Joe tentò di convincerla. Le afferrò le spalle e la guardò dritta nei suoi occhi neri come la pece:" ti prego ..."
" Non stare ad ascoltarlo ..." le disse Michael sprezzante:" in fondo il bambino dovrebbe essere mio, perchè dovresti ascoltare lui? E poi non è una così brutta idea .. ti toglierebbe dai guai."
In effetti ciò che disse Michael parve giusto: in fondo lui aveva più ragioni per farsi ascoltare da Diana, ma di certo non poteva dimenticare ciò che era accaduto tra i due .. anzi, ciò che le era accaduto a causa sua.
Ma Joe sembrava un bravo ragazzo, e Diana era indecisa se dare ragione a chi l'aveva messa incinta o a chi l'amava.
" ragazzi ... vorrei pensarci su. Mi scusi .." E uscì dall'ufficio col foglio in mano. Incontrò Taylor che l'aveva seguita fin lì.
" Cosa succede?" le chiese l'amica. Diana le raccontò della scelta che doveva attuare. L'amica l'ascolto fino alla fine, poi rimase un attimo in silenzio.
" é difficile .. ma posso solo dirti questo; segui quello che trovi più giusto per lui." E le indicò il suo ventre, leggermente gonfio:" sei una ragazza, hai ancora la vita davanti. Se accetterai di prendertene cura, dovrai rinunciare a molte cose, come il college, ma quando tuo figlio sarà cresciuto gli narrerai la tua storia, e lui (O lei) capirà di non dover fare lo stesso errore. Se deciderai l'adozione, assicurerai a tuo figlio un futuro migliore, ma forse te ne pentirai in futuro ... secondo te qual è la scelta migliore?"
Quel discorso aveva lasciato Diana con ancora più dubbi di prima: " accidenti, non so." Guardò ancora Taylor, che ricambiava il suo sguardo con un grande sorriso d'amica. Ma alla fine : "oh ..." Sospirò, ed entrò nell'ufficio, mogia mogia. Gli altri la guardarono con sguardo di attesa.
Lei, senza indugiare ulteriormente, poggiò il foglio sul tavolino:" non mi sento pronta a questa scelta per ora .. aspetterò. E quando avrò le idee chiare, le farò sapere la mia decisione." Disse, non molto decisa ma abbastanza convinta. Ned sorrise, e congedò il gruppo.
Appena uscirono, Michael non ebbe il tempo di dire niente. Arrivò Robert che lo trascinò via con sè, dicendo che doveva ancora fare qualche lavoretto. Diana non sapeva di cosa si trattasse, ma dalla faccia di Michael suppose fosse una sottospecie di tortura medievale.
Sorrise e salutò il fratello. Disse a Taylor che non aveva deciso niente. Lei alzò le spalle:" beh, sei tu a decidere .. ora andiamo a lezione."
La prese a braccetto e la trascinò il classe, Joe le seguì, con sguardo dubbioso e preoccupato.
I ragazzi, la guardavano ancora tutti con aria divertita, ma chi osava parlare veniva fulminato da Taylor e Joe. E tutte le bocche tacquero fino alla fine della scuola.
Miranda non aveva ancora smentito niente, ma appena il giornale fu pubblicato, la notizia della smentita arrivò a tutti, e nessuno più trattò l'argomento dall'ora di pranzo in poi.
" Quella lì si è decisa a strasene buona ..." Disse sollevata Diana, mentre usciva dal portone, insieme ai suoi amici.
" già, meglio così ... io devo scappare. Ci vediamo tesoro." Taylor baciò l'amica e corse via, lasciando soli gli altri due.
La situazione era piuttosto deprimente. Joe non riusciva a spiccicare parola, e sin da prima Diana aveva notato nel ragazzo qualcosa di simile all'impazienza.
" Joe, devi dirmi qualcosa?" Gli chiese a bruciapelo, fuori dal cancello. Lui all'inizio sembrò riluttante, ma alla fine si fece coraggio: Il suo rossore sparì, e la guardò:" Ti andrebbe di uscire con me?"
Ritrasse subito lo sguardo come niente, mentre lei lo fissava impassibile.
La risposta aspettò ad arrivare, e Joe pensò che Diana volesse rifiutare con quel silenzio.
" A - allora?" Balbettò, voltandosi verso di lei timidamente.
Lei continuò a non parlare, ma sfoggiò un sorriso a trentadue denti che sciolse il giovane. E alla fine parlò:" Chi tace acconsente ... ci vediamo."
Lui rimase lì per lì frastornato:" Aspetta, vuol dire si?" Chiese stupidamente.
Lei si girò, e improvvisamente lo baciò delicatamente sulle labbra:" Ora che mi dici?" Gli chiese sorridente.
" Capito ... questa domenica?" Chiese lui, stracontento. Lei annuì.
Lui arrossì e liquidò tutto correndo felice via. Lei lo seguì con lo sguardo, pensando a quanto fosse tenero il suo nuovo spasimante. 



Nel prossimo capitolo si parlerà del loro appuntamento!!

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Capitolo 8
*** Chapter 15; Chapter 16 ***


Scusate se ho tardato di un giorno, ma non mi viene sempre volgia di scrivere ... buona lettura!
PS: ho appena avuto 19 recensioni! Wow *---*

Chapter 15

 
Arrivò la domenica tanto attesa da Joe. Dovevano incontrarsi all'incrocio del centro alle 4 in punto. Joe arrivò lì con un'ora buona di anticipo.
"Sono agitatissimo!" continuava a pensare, con le cuffie dell'I pod che gli rimbombavano nelle orecchie le canzoni dei 30 seconds to Mars. Aveva per quella occasione una camicia neutra bianca, jeans scuri e Kawasaki bianche, fantastiche. Portava i capelli leggermente spazzolati, ma era sobrio e ancora più carino del solito. Si sedette su una panchina e attese l'ora. Taylor gli aveva mandato diversi messaggi, con su scritto consigli su come fare sua l'amica: " Non mangiare a bocca aperta", "Falle i complimenti ogni tanto", "Coinvolgila nei tuoi discorsi!", roba del genere. Insomma, non doveva sembrare indifferente e distaccato, ma buono e dolce come sempre.
L'attesa non lo stancò, dopotutto era lui quello in largo anticipo all'appuntamento. Sicuramente non era riuscito a stare a casa sua dall'emozione di vederla sorridere divertita con lui, o di vederla e basta. Si, voleva solo vederla tranquilla, e farle dimenticare il suo problema grosso come una roccia. Sorrideva anche lui al suo pensiero, e l'ora passò senza che lui se ne accorgesse.
E mentre era girato verso una vetrina, una mano gli toccò la spalla.
Lui si girò, e i suoi occhi si illuminarono a quella dolce vista: Era la sua Diana. Era sobria anche lei, l'unico accessorio vistoso poteva essere il ciondolo a stella che portava al collo. Portava i capelli raccolti in un elastico fiorito, una camicetta che le copriva le spalle poiché aveva un vestito smanicato e dei pantacollant per le lunghe gambe affusolate, e ballerine ai piedi. Semplice, ma bellissima, pensava Joe estasiato da quella vista incantevole.
" Scusa il ritardo ..." Disse lei flebilmente:" Aspetti da molto?"
" Figurati! Sono io quello in largo anticipo! A proposito .. sei bellissima ..." Disse lui cordialmente. Lei arrossì violentemente e ringraziò sorridendo.
" anche tu sei carino ..." disse lei in risposta:" Bene, dove vuoi portarmi?" Chiese entusiasta.
" In un posto che adoro ..." Disse lui socchiudendo gli occhi in modo irresistibile. Diana per un pò perse la cognizione del tempo, incantata:" Vieni ..." Joe le prese la mano coraggiosamente e camminarono in direzione della piazza principale.
" Mi porti al parco?" Chiese Diana, cercando di indovinare dove la portasse. Joe si voltò: " Ancora meglio del parco."
Infatti la destinazione non era quella. Attraversato il parco, presero una stradina stretta a destra e salirono dei piccoli gradini in pietra. Il vicolo era costeggiato da vasi di fiori posti ai balconi delle antichissime case, e fili di panni stesi si muovevano col soffio del vento.
Diana guardava in su, affascinata da quel suggestivo spettacolo, rustico ma affascinante. Joe la guardava ogni tanto, e il suo cuore batteva perdendosi nei suoi occhi ridenti.
"Manca poco." le disse. Arrivarono in cima alla gradinata, e presero un altro vicolo a sinistra. Un vicolo cieco, dove alla fine c'era un piccolo cortiletto fiorito, e un'aiuola di tulipani spuntava dal muretto nell'ombra degli edifici che costeggiavano quella viuzza.
" Non aver paura, vieni!" Joe incoraggiò Diana ad avvicinarsi. Aprì una porta in legno intagliato e fece entrare Diana dentro. C'era solo una scala che arrivava fino in cima, e un profumo dolce aleggiava nell'andito.
" Saliamo, la sorpresa è di sopra." Fece Joe e fece andare avanti Diana, sempre più eccitata. La scalinata in marmo era lunga e faticosa. In cima stava una porta bianca, piccola e in ferro.
" Su, Aprila!" Le disse Joe. Diana sembrava dubbiosa, ma alla fine aprì il chiavistello della porta. E davanti a lei si aprì il paradiso.
Joe l'aveva portava in una terrazza fiorita dove i fiori crescevano rigogliosi anche in quel periodo dell'anno. Una piccola serra in cima a un palazzo abbandonato. Un tavolino e delle sedie stavano al centro, immersi nella dolce natura di quel posto. Rose, tulipani, primule. e anche delle piccole margherite e qualche orchidea qua e là. Miliardi di colori circondavano Diana, affascinata da quello spettacolo. Il loro profumo inebriava le narici della giovane ragazza.
" Joe, ma è stupendo!" Disse correndo in mezzo alla stanza. Joe chiuse la porta dietro di sè e la osservò mentre curiosava tra le varie piante di quel luogo. Il sole penetrava dai vetri della serra, e illuminava i petali dei tulipani e delle ortensie bagnati facendoli rilucere di un'estasiante bellezza.
" Ti piace? Avevo pensato sin da prima a portarti qui, perchè volevo condividere con te questo posto ..." Disse Joe mettendosi a sedere.
" Tantissimo! é così romantico ... Non è che vuoi abbordarmi vero?" Disse lui astutamente. Lui sobbalzò:" ma che ti viene in mente? Odio la banalità, come portare le ragazze al cinema o al parco divertimenti ... preferisco posti più tranquilli, tutto qui ..." Disse lui rosso in viso. Diana gli si avvicinò, si chinò su di lui e lo baciò alla guancia, sorridente:" Scherzavo, lo so che sei un bravo ragazzo ... sul serio, mi piace tantissimo." Gli disse gentile, e si sedette anche lei.
" Come mai conosci questo posto?" Gli chiese. Lui rispose che quella serra era di suo nonno, e il nipote l'aveva avuta in eredità alla morte del vecchio. Adorava il nonno e quel posto, era il suo preferito.
" sai, da grande vorrei fare il botanico ..." Disse lui un pò imbarazzato:" Mi piace la natura ..."
" Davvero bello." fece lei:" hai le idee chiare .... Io non lo so, o non so se potrò avere il lavoro dei miei sogni."
" Capisco ... è per il ..." Joe interruppe la frase, per non mettere la ragazza in una situazione imbarazzante. Alla fine fece con tono dolcissimo:" Dai, per oggi non parliamone, non voglio vederti triste ..."
" MMh .. come vuoi .. sei davvero dolce sai?" Disse lei leggermente rossa:" Comunque!" Disse poi, più vivace:" Cosa stavi ascoltando quando ci siamo incontrati prima?"
" Hurricane dei 30 seconds to Mars ..." Disse lui perplesso, pensando che la ragazza non avrebbe apprezzato i suoi gusti musicali.
A lei si illuminarono gli occhi:" 30 seconds to Mars! Oh Mio dio io gli adoro!" disse raggiante e avvicinò la sedia a Joe:" E non parliamo degli Evanescence! O dei Linkin Park!"
" Wow! Io vado matto per i Linkin!" Disse Joe, ormai preso dalla conversazione:" Sei mai stata a un loro concerto?"
" Purtroppo no, ma ci andrei volentieri!" Disse lei euforica di aver scoperto che lei e Joe avevano qualcosa in comune.
" Allora ti ci porterò! Io ci sono stato una volta, è stato indescrivibile ... vedessi che energia!!"
" Immagino!" Disse lei:" Ti piace leggere?" Chiese. Lui rispose di sì:" Anche se preferisco divorare Manga." Disse ridendo.
E per poco Diana non gli si buttò al collo:" oh santo cielo, siamo molto più compatibili di quanto pensassi! Io li adoro! Avrò uno scaffale pieno in camera mia! Taylor dice che sono inutili, ma io non posso farne a meno!" Disse.
" Accidenti! Mai vista una ragazza a cui piacciono i Manga! Di solito sono i maschi a amarli .. sei davvero fantastica!" Disse raggiante:" Davvero ..."
Lei non rispose, presa dallo sguardo di lui che continuava a fissarla. Irruppe un violento silenzio, che venne spezzato pochi attimi dopo, da un bacio repentino dei due.
Si baciarono senza troppo impeto, ma tanto a lungo che i loro cuori battevano all'unisono in una musica d'amore e d'affetto. Rimbombavano come tamburi e come mille batterie. Il sangue bollì loro nelle vene.
Si staccarono, rossi ed estasiati.
" Lo dicevo io che eri fantastica .." Disse Joe accarezzandole il viso.
Lei arrossì e gli sussurrò:" Tu sei sublime."
 
 
Chapter 16



Diana sentì dentro di sè, nell'istante in cui i loro visi erano così vicini, come una scossa. Quegli occhi azzurri che l'avevano guardata per tanti anni, ora la stavano guardando intensamente, ma con più amore rispetto a quel senso di ammirazione che provavano in precedenza.
" Joe ... è possibile innamorarsi all'istante di una persona?" Chiese Diana al suo cavaliere. Lui le sorrise e annuì lentamente.
" Si chiama Colpo di Fulmine a casa mia." Disse scherzoso. Si sorrisero: " Allora ... si." Rispose Diana, buttando le braccia al collo a Joe:" Sei grande."
Lui si limitò a sorridere e la strinse forte a sè. Avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, che quelle braccia lo avvolgessero in quell'abbraccio per sempre.
" Diana ..." Si staccarono, Joe prese le mani alla ragazza e la guardò dritta negli occhi:"Volevo chiederti una cosa ..."
Mise la mano in tasca, ne estrasse un cofanetto di stoffa rosso, piccolo e grazioso.
E in quel momento le lacrime salirono agli occhi di Diana. Lui aprì il cofanetto; dentro c'era un ciondolo, uno speciale: il simbolo del taoismo, il cerchio con le due metà bianche e nere.
" Sai cosa simboleggia questo ciondolo? Il femminile e il maschile, il freddo e il caldo, la notte e il giorno, Yin e Yang ..." Spiegò lui prendendo i ciondoli (Era due ciondoli che si univano per formare la ruota, ognuno di loro aveva una sua metà):" insomma, simboleggiano gli elementi nell'universo che si completano tra di loro ... Diana ..." Disse lui, mentre lei guardava piangendo:" Vuoi completarmi?"
Per un attimo il cuore della ragazza si fermò in un istante di pura felicità. Sapeva che quel ragazzo non era affatto banale, e quella era davvero un'idea bizzarra per dimostrale il suo amore, ma le piacevano così tanto tutte quelle cose che scoppiò a piangere.
" Si!" Disse senza che Joe insistesse oltre. Joe le mise al collo la metà nera ( Il femminile) , e poi lui si fece mettere da lei l'altra metà. Le unirono per formare il simbolo.
" sono così felice .. " Disse Joe arrossendo: " Ma per caso ti aspettavi un anello?" le chiese.
In effetti tutti avrebbero pensato a una proposta in ginocchio con una nello incastonato di migliaia di micro diamanti (Esagerando!), ma lei sapeva che lui non era quel genere classico di ragazzi.
" Forse .. ma questo è decisamente meglio ... ma quel "vuoi completarmi?" ..." fece lei felice:" era una proposta di matrimonio o di fidanzamento?"
Per poco lui non cadde dalla sedia emozionato: " Matrimonio? Ehm ... tu che hai inteso?"
" Non conta, ti sposerei comunque!" Disse lei trattenendolo dalla caduta e prendendolo a sè per baciarlo.
" Diana .." sussurrò Joe sottovoce. Era felice, felice di averla tutta per sè.
Un brontolio però si intromise in quel momento così romantico. Entrambi arrossirono:" Oh cavolo ... ho un leggero languorino." Disse Joe imbarazzato:" Tutto questo amore mi ha fatto venire fame!" Disse ridendo. Diana si mise a ridere e non disse niente.
Joe la portò in un Maid Cafè ( Cafè per Otaku, gli amanti degli anime e i manga), e la cameriera nel suo classico abito nero li servì portando loro un gelato ... con due cucchiai. E loro non avevano nemmeno ordinato!
I due rimasero un pò scioccati dalla presenza di quell'enorme coppa di gelato per coppie, ma la fame vinse sulla vergogna, e in un attimo mangiarono la coppa di gelato.
" Ottimo direi ..." Disse Diana dopo aver finito il pasto:" Prima la serra romantica, e ora questa magnifica caffetteria ..."
" Sai? In verità volevo portarti a un bar qui vicino, ma appena ho scoperto che ti piacciono le mie stesse cose ti ho portato qui ... è il posto che preferisco in assoluto, naturalmente dopo la serra del nonno!" Disse Joe. Diana ribatté che aveva avuto un'ottima idea.
Il pomeriggio passò in fretta, e i due rimasero seduti al bar a chiacchierare come due vecchi amici. Ma non introdussero mai la questione " Gravidanza" nel dialogo. Era severamente vietato parlarne.
Arrivò la sera, e Diana dovette tornare a casa. Joe decise di accompagnarla sempre in modo davvero romantico.
" Aspetta, ti do io un passaggio ..." le disse, portandola al parco.
E la sorpresa fu enorme. Una carrozza, trainata da due cavalli, li aspettava in fondo al parco.
" Oh santo cielo!" Disse Diana. Corse subito verso la carrozza, dove il cocchiere si tolse il cappello e le fece l'occhiolino.
I due salirono a bordo, e la carrozza li portò a spasso in direzione della casa di Diana. Diana trovò il tutto davvero romantico, mentre il tramonto illuminava il suo volto radioso. Joe la guardava contento.
Giunsero a destinazione, e si dovettero salutare.
" Grazie mille ..." fece Diana ai piedi di casa sua. E senza che lui potesse darle la buonanotte, lo baciò teneramente. Si salutarono così, senza aggiungere parole al saluto già di per sè sufficiente a suggellare la loro uscita.
Joe la salutò con la mano e corse verso casa sua in preda all'euforia, lei rientrò in casa sua sospirante di felicità, e salì in camera sua per dare la lieta notizia all'amica con una chiamata che durò venti minuti buoni.
Immaginate la felicità di Taylor nel sentire che l'amica si era fidanzata. Le urlò attraverso la cornetta del telefono e le fece diecimila complimenti. Aggiunse che poi non doveva lasciarselo scappare per niente al mondo, che tipi come lui si trovavano ogni mille anni, e che anche se era leggermente strano, lo adorava. Diana rimase ad ascoltarla sorridendo a trentadue denti.
Anche la mamma ne rimase entusiasta, dicendo che il ragazzo prometteva bene. Dopo cenato, Diana andò a dormire tranquilla. O almeno cercò di farlo.
Perchè, in verità, aveva omesso a Joe qualcosa che avrebbe dovuto fare il lunedì mattina. Qualcosa che tranquilla non la rendeva per niente al mondo. 

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Capitolo 9
*** Chapter 17; Chapter 18 ***


Sono corti, e di passaggio, i prossimi promettono qualcosa di più ... buona lettura!

Chapter 17


Il lunedì, Joe andò a scuola raggiante, convinto di trovare la sua "ragazza" in classe. Ma cosa lo attese? Un banco vuoto accanto a sè.
Taylor sembrava tranquilla, così Joe andò verso di lei, e le si piantò davanti:" Perchè Diana non è a scuola?" Le chiese parecchio irritato: " non sembri minimamente preoccupata!"
" perchè dovrei esserlo?" disse lei con tono menefreghista:" guarda che non le succede niente!"
" Tu sai dov'è allora?" Chiese lui sempre più impaziente.
Lei gli rispose:" Dall'avvocato. Non ti sei reso conto che anche il banco di Michael è vuoto?"
In effetti, Joe era troppo preso dall'assenza di Diana per accorgersi della mancanza del ragazzo. Sospirò e tornò pensieroso al suo banco.
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"La situazione è questa signora: Sua figlia è stata violentata da questo ragazzo, ed è rimasta incinta giusto?" Fece l'avvocato Goldwin alla signora Smith. Lei annuì, mentre sua figlia accanto a lei rimaneva con occhi bassi e si toccava il ventre massaggiandolo.
" Bene ... visto che non si tratta di semplice violenza, ma di messa incinta di una ragazza, il caso è più complicato ..." fece lui, incrociando le dita e poggiando i gomiti sul tavolo del suo ufficio, piccolo e dal forte odore di cuoio e chiuso:" nel caso in cui la ragazza non fosse rimasta incinta, tutto si sarebbe potuto risolvere con l'arresto del presunto violentatore ... non è vero, signorino Michael?" Disse l'avvocato, rivolgendosi al ragazzo, che se ne stava seduto in disparte in un angolo a pensare agli affari suoi piuttosto che preoccuparsi della sua situazione. Lui guardò l'avvocato con occhi svogliati ed emise un flebile "si."
" bene ..." fece l'uomo:" signora Smith, lei sa che suo nipote sarà illegittimo se non ..."
E qui la signora Smith lo interruppe guardandolo tristemente:" Non posso permettere che mia figlia si sposi in così tenera età!" Urlò disperata.
"Mamma! non sono così piccola! Ho sedici anni accidenti!" Sbottò Diana, rossa di vergogna per la frase della madre.
" tesoro, avrai pure sedici anni, ma sei ancora sotto la mia custodia! E io di certo non permetterò il tuo matrimonio a quest'età!"
" beh per quello bisognerebbe aspettare a diciott'anni, se la ragazza vuole .." Disse l'avvocato in tono convincente: Lei cosa ne pensa signorina Diana?"
La ragazza alzò la testa e lo guardò dritto in faccia:" Non posso sposare qualcuno che nemmeno amo. Anche se è per un'altra vita ... e non penso che Michael mi darò torto." Disse sprezzante e decisa. E di certo quella dura affermazione era appoggiata da Michael, che annuì appena Goldwin lo cercò con lo sguardo per vedere la sua reazione.
" Lei ha tutte le ragioni del mondo per non voler sposare chi l'ha messa incinta, ma deve farlo per il futuro del suo bambino." rispose pacatamente l'avvocato. Diana non disse niente, e uscì dall'ufficio impassibile, lasciando tutti attoniti. Non poteva credere a quello che le stava succedendo: come potevano dirle di dover fare quella pazzia? Cioè di dover sposare un uomo che neanche lei amava?
Chiuse la porta dietro di sè, e un lieve singhiozzo uscì dalla sua bocca. Afferrò il cellulare dalla tasca, compose il suo numero.
i soliti tu - tu - tu. Si, lei voleva proprio parlare con lui, in questo momento.
Dopo un pò rispose: " Cosa succede?" Non era scocciato, no. Era comprensivo, come sempre.
" Scusa se ti disturbo, davvero ... ma ho bisogno di qualcuno ... sono così abbattuta ..."
" Dimmi tutto ...."
E Diana gli raccontò per filo e per segno tutta la questione.
Il suo ascoltatore rimase perplesso: " se vuoi lo convinco io a fare il suo dovere, sai bene che posso farlo!"
" No, non sarebbe giusto. E poi io non lo amo!"fece lei con le lacrime agli occhi.
" lo so ..."fece lui con tono rassegnato. Tacque per un attimo, e poi disse dolcemente: " Di alla mamma che vieni da me stasera."
Quella specie di invito turbò non poco Diana:" Robert, da te dorme Michael, non posso ..."
"Per una sera lui rimarrà a casa sua dal padre .. voglio vederti, sorellina."fece lui insistendo.
Quanto amava suo fratello. Sempre pronto a sacrificarsi per lei. Sorrise egli rispose affermativamente. Chiuse la telefonata e si sedette di botto sula sedia fuori dallo studio. D'istinto si toccò il grembo.
 
Chapter 18
 
L'incontro con l'avvocato durò altri venti minuti, ma Diana restò fuori dall'ufficio, seduta sulle sedie in attesa che uscisse la madre e continuando a fissare il lampadario a neon sopra la sua testa. Il corridoio spoglio e bianco le faceva venire i brividi, non era un bel posto dove attendere tranquillamente qualcosa. E c'era oltretutto un silenzio di tomba.
Dopo quei venti minuti la madre uscì dall'ufficio insieme a Michael, perplessa:" Tesoro, stai bene?"
" Si, mamma, non preoccuparti .. è solo che non ci sono abituata a situazioni del genere .. in fondo è la prima volta che combatto per il bene di qualcosa che è dentro di me." Non sapeva nemmeno lei perchè avesse pronunciato quelle parole, ma sapeva che non le importava niente di ciò che aveva appena detto. Voleva solo andarsene al più presto.
Michael, uscito dall'ufficio, la guardò rabbuiato e se ne andò, diretto verso casa. La signora Smith lo seguì con lo sguardo, e bisbigliò stizzita:" Che tipo! é rimasto zitto tutto il tempo, e non gliene frega assolutamente di ciò che è successo! Se fossi sua madre lo prenderei a calci!" Disse arrabbiata. La figlia la guardò divertita:" Lascialo stare, tanto c'è Robert che lo tiene d'occhio, non potrà fare idiozie per un buon lasso di tempo ..."
" Hai ragione. Vieni, ti ho prenotato un appuntamento dal ginecologo." Le disse la madre facendola alzare. lei la guardò con occhi sbarrati:" Cosa? A quest'ora?"
" Figliola cara, dobbiamo pur pensare a mio nipote! O vuoi che sposti l'appuntamento?"Disse con tono comprensivo, e leggermente dispiaciuto. Stava per prendere il cellulare, ma Diana le bloccò il polso prima che potesse infilarlo nella borsetta rossa:" Non fa niente. Andiamo lo stesso, prima mi tolgo questo peso meglio è." disse rassegnata all'idea di farsi infilare una mano ... lì.
Uscirono dal tribunale, e salirono in macchina, dirette verso l'ospedale. Arrivarono, e non dovettero aspettare niente. La ginecologa era libera.
Diana si sentiva sollevata nel vedere che era una dottoressa: Non si fidava degli uomini ginecologi, non sopportava l'idea di una mano callosa che le tastava il corpo come un manichino. Meglio una mano affusolata, dolce e esperta.
La donna, un'anziana signora dall'aria gentile e dai capelli leggermente ingrigiti dall'età, la fece sedere sul lettino di controllo, attrezzato come quel sedile da dentista che Diana temette all'età di dieci anni. Stranamente, quel posto le faceva più senso." Si spogli, signorina .. e si rilassi." le disse la donna, che a quanto pareva si chiamava Jodie. Diana obbedì, chiuse gli occhi e attese che la donna facesse il suo lavoro. E nella calma della visita, si assopì leggermente. Si immerse nei suoi pensieri, pensò a mille cose; al futuro, a un viso dolcissimo che l'avrebbe fissata con due grandi occhioni, al marito senza volto che l'avrebbe amata premurosamente, o a un a vita piena di problemi ... tante cose, sia positiva che negative, le fluirono in testa.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della ginecologa:" Abbiamo finito .. attenda fuori. E faccia accomodare sua madre."
Diana si svegliò, si rivestì e chiamò la madre dentro lo studio .Le due vennero fatte sedere vicino alla dottoressa, che fece vedere loro l'ecografia.
" Ti chiami Diana giusto? Vedi questo puntino?" La dottoressa le indico un puntino bianco in mezzo al foglio nero:" Quello è il tuo bambino."
" Dice davvero?" chiese Diana esterrefatta. Volle prendere l'ecografia in mano, e fissò a lungo quel puntino, che nel giro di pochi mesi sarebbe cresciuto fino a diventare un fagiolino di tenerezza e d'amore. La madre aveva le lacrime agli occhi.
" mi sa dire di quante settimane sia?" chiese Diana.
" Circa tre settimane tesoro ... è ancora agli stadi iniziali .. quindi ..."
" Non vogliamo l'aborto, teniamo il bambino." Intervenne la madre, deducendo il discorso della dottoressa.
Lei non batté ciglio:" Buona fortuna allora. per i controlli, penso che tua madre ti potrà aiutare a ricordarti che ogni mese o tre dovrai venire per i test. Ma le assicuro sin da ora che il bambino crescerà sano e forte." disse cordiale.
" é un'ottima notizia dottoressa ..." fece la signora Smith. le strinse la mano, e si congedò insieme a Diana, che continuava a fissare l'ecografia.
" Ci pensi che questo puntino diverrà ... mio figlio?" disse ancora commossa. La madre la guardò comprensiva:" lo so .. ero emozionata quanto te quando ero incinta di Robert.... a proposito hai sue notizie?"
" mi ha invitato da lui stasera." disse Diana tranquillamente.
" ma perchè a me non ha detto niente?"
" l'ho chiamato prima io quando tu eri dall'avvocato, e mi ha invitato per stasera .. Michael tornerà a casa sua."
" come vuoi tesoro." la madre mise in moto, e invece di tornare a casa usa , portò la figlia da Robert. Michael se ne era già andato dal padre, quindi Robert attese con impazienza l'arrivo della sorella. La vide, l'abbraccio, e salutò la madre. E si fece raccontare tutto con calma dalla sorellina, davanti a una tranquilla tazza di caffè. 

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Capitolo 10
*** Chapter 19; Chapter 20 ***


Chapter 19
 
Diana bevve un sorso del suo caffè super zuccherato, e posò la tazzina sul tavolo pensierosa: " Robert, tu che mi suggerisci di fare?"
Lui la guardò dolcemente: " Beh, sbaglio o hai uno spasimante?"
" Chi? Joe?" Sembrò imbarazzata a nominare il suo ormai divenuto ufficialmente ragazzo:" Non so se posso fargli pesare una certa decisione ... e poi non mi sento pronta per il matrimonio capisci?"
" Capisco ... la mia sorellina è ancora troppo piccolina per fuggire di casa." disse ironico, cercando di metterla su di morale. Ma ottenne in cambio uno sguardo fulminatore e minaccioso: " Non prendermi per una poppante! Posso anche farlo, che credi?"
" non ne saresti capace ..." disse lui con tono apatico.
" Come? mi consideri incapace?" lei ora iniziava ad arrabbiarsi. Suo fratello notò la rabbia, e sapeva benissimo che sarebbe scoppiata come un vulcano assopito da tempo.
" Non intendevo dire questo .. hai bisogno d'aiuto ora più di quanto tu pensi cara ... non ti converrebbe scappare senza chiedere appoggio a nessuno, non ce la faresti .... capisci? é meglio se ti teniamo sempre d'occhio. Almeno per tutto il periodo della gravidanza." le spiego piano e dolcemente. A Diana si sbollì il malumore forse causato dal troppo caffè decaffeinato che le aveva propinato suo fratello al posto di una bibita decente, e abbassò lo sguardo vergognosa:" Scusa, non volevo farti arrabbiare, sai com'è quando la situazione si fa critica ... impazzisci e fai prendere la colpa a chi ti sta attorno ... non posso farci niente ..." Una lacrima le solcò il volto e se lo coprì con le braccia appoggiate sul tavolo. Suo fratello le si avvicinò e la avvolse in un abbraccio: " Dai, non fare così ... puoi contare su di me, anche per scappare di casa!"
" Non sei divertente ..." disse lei gettandogli le braccia al collo:" ma grazie ..." E affondò la testa sulla spalla del fratello.
" Sai .. conosco un modo per scaricare la frustrazione ..." le disse il fratello. Si staccò da lei, e le lanciò il cappotto addosso.
" Che intenzione hai?"
" Lo scoprirai presto. usciamo, voglio portarti in un posto." La fece uscire di casa, e chiuse la porta dietro di sè. Non presero la macchina, ma fecero l'isolato a piedi.
" Si può sapere dove mi stai portando?" continuava a chiedere Diana impaziente, ma il fratello restava muto, mentre continuavano a camminare per le piccole stradine notturne della cittadina. Le luci dei palazzi illuminavano i loro passi, mentre qualche persona passeggiava sotto le luci dei lampioni, e il traffico notturno non disturbava la nottata del paesino. I negozi erano chiusi, a parte i pub e qualche negozietto di artigianato qua e là.
La sorpresa non si fece attendere oltre: " Vieni, siamo arrivati." Fece Robert indicandole delle scale che scendevano verso un pianerottolo.
" Mi stai portando in un pub? sono minorenne!" fece Diana, esitando ad avanzare. Ma il fratello smentì la sua ipotesi:" no, tranquilla, non amo posti del genere ... questo è molto meglio." E le fece scendere quelle scale, sotto la quale c'era una porta in ferro, tinta di verde.
Robert aprì senza problemi e fece accomodare dentro Diana. Non poteva crederci: Era una ... palestra?
" Una palestra?" Fece Diana osservando i corridoi deserti e la lontana stanza di allenamento lontana dai suoi occhi.
" Abbandonata .. ma la cosa che ti aiuterà a sfogarti è ancora del tutto intera .. vieni." E le tirò il polso, diretto verso il ring di pugilato. Deserto, nessun'anima viva, pendeva solo il sacco da pugilato in mezzo al ring.
" Che ne dici di dargli qualche colpo? Sai come scaricherai la tensione? Ti sentirai davvero meglio!" Le fece, dandole una pacca sulla spalla. Lei guardò dubbiosa il sacco che ondeggiava dal soffitto, salì sul ring e diede un pugnetto al sacco.
" Così non va, devi darlo con più forza! Arrabbiati! Pensa a tutte le cose che ti hanno fatto impazzire negli ultimi anni, o negli ultimi giorni! Incavolati per la miseria!" Anche Robert salì sul palco, e tenne fermo il sacco, incitando la sorella a colpire con tutte le forze.
" Mmh ..." Lei era titubante, ma alla fine alzò le spalle rassegnata:" Certo che tu di idee strane ne hai fin troppe ... ma tentar non nuoce ..." E colpì più forte il sacco. E in effetti si sentì davvero meglio.
" Wow funziona!" fece, continuando a colpire arrabbiata il sacco, trattenuto da Robert che cercava di evitare gli scapaccioni della sorella.
" Che ti dicevo? Pensa a tutte le ingiustizie che hai dovuto subire e colpisci!" Incitava la sorella a sfogarsi contro quel sacco pieno di sabbia che subiva colpi su colpi, la ragazza colpiva con tutte le forze, con in mente mille pensieri. E colpiva, digrignando i denti.
" Immagina che questo sacco sia Michael!" fece Robert per vedere come avrebbe reagito. E reagì come volle lui; i colpi divennero più forti, e volarono addirittura calci.
" Ti odio ti odio ti odio!" diceva Diana esausta ma ancora piena di energie per colpire il finto Michael.
Alla fine, i colpi la stremarono, e cadde bocconi sul pavimento del ring:" basta! sono stanchissima!"
" Che ti dicevo?" Le fece suo fratello chino su di lei. Le tese la mano e l'aiutò a rimettersi in piedi. Grondava di sudore.
" Torniamo a casa ora, hai bisogno di dormire ... e anche di farti una doccia!" Le disse divertito. Lei gli sorrise e prese il suo cappotto.
Afferrò il cellulare per vedere che ore fossero. Trovò che qualcuno le aveva appena inviato un messaggio; Joe.
Il contenuto la lasciò tra l'euforico e lo sconvolto: " Ho parlato con tua madre sulla questione del matrimonio ... e ho deciso; vuoi sposarmi?"
Un enorme sorriso si stampò sul viso di Diana alla vista di quelle parole.
 
Chapter 20.

Per un attimo la mente di Diana venne invasa da mille dubbi: Ma quella domanda era retorica o Joe faceva sul serio?
" Robert! Vieni qui!" Diana chiamò suo fratello che aveva già varcato la soglia della palestra, lui rientrò e la sorella gli fece leggere il messaggio. Sul suo volto si dipinse un'espressione uguale a quella di...Diana, stupita ma anche sollevata.
" Ottimo lavoro sorellina!" fece lui ironico dandole qualche pacca sulla schiena:" Che cosa hai deciso?"
" Smettila di prendermi in giro ... non lo so, per ora non rispondo."
" ma penserà a un tuo rifiuto ... digli almeno qualcosa!" le disse il fratello, cercando di spingerla a rispondere a quella domanda. Lei rimase un pò sulle corde, ma alla fine sbuffò:" D'accordo ..."
Digitò il testo di risposta, e lo fece vedere a suo fratello per avere una conferma. Lui aggrottò le sopracciglia:" Audace!"
" Ma smettila ..." mise il cellulare in tasca, e uscì da quel posto. Lei e Robert tornarono a casa, si era fatto tardi e doveva mettersi subito a dormire. Ma prima ...
" Aspetta! ma tu l'hai visto tuo nipote?" chiese Diana entusiasta. Robert si fermò di botto e si voltò verso di lei:" hai l'ecografia?"
" Certo, devo averla lasciata da te!"
" E allora che aspetti? Torniamo subito!" Prese per il polso la sorella, e corsero verso casa in fretta. Aprirono subito la porta, e Diana si precipitò a prendere la cartellina contenente l'ecografia. Poi la sbatté in faccia al fratello:" Ecco!"
" Fai vedere ..." Fece lui afferrandola delicatamente. Sfilò il foglio, e per cinque minuti continuò a fissare il famoso punto bianco al centro del nero foglio.
"Sai, mi viene il nervoso solo a pensare che sarà metà te e metà quello sciagurato di Michael ... e poi sei sicuro che sia proprio lui il padre?"
" Beh ... non ricordo nessun altro che mi abbia violentato quella sera ... e poi era da solo ..." disse dubbiosa corrucciando la fronte triste. Robert sospirò e ritornò a guardare suo futuro "nipote": "Che ti aspetti che faccia domani Joe?"
" Visto la risposta che gli ho dato, spero almeno non lo faccia davanti a tutti!" disse lei divertita:" sarebbe imbarazzante .. bello ma imbarazzante."
" Mmh .. d'accordo. Ora però fila a letto!" le disse il fratello poggiando l'ecografia sul tavolo e indicandole la camera da letto:" E per la questione del vero padre ... bisognerà fare il test del DNA. Non si sa mai ... ah! E buona fortuna per domani! Fatti bella eh!"
" Come vuoi tu ... notte... E smettila di fare così! Mi dai sui nervi!" Diana filò dritta nella camera degli ospiti, mentre Robert ridacchiò divertito dietro di lei e si rimise a osservare l'ecografia. Lei si mise sotto le coperte, e si coricò sul letto:" Speriamo vada tutto bene." pensò, e chiuse gli occhi assopendosi. Nel mentre Robert stava ancora parlando all'ecografia, o perlomeno immaginava i discorsi che avrebbe fatto al figlio di sua sorella, una volta che sarebbe nato.
Il giorno dopo, Joe attendeva impaziente davanti al portone della scuola, e chi attendeva se non Diana?
Lei arrivò puntuale, leggermente truccata e un pò ansiosa per ciò che sapeva sarebbe successo nel giro di qualche minuto. E appena vide Joe si vide costretta a indietreggiare. Ma qualcuno la bloccò da dietro e la spinse in avanti per affrontare la situazione. Era Taylor:" no, carina! Ora tu vai da lui, e gli dai un bel sì o un bel no ... o un forse, anche se ti assillerà fino a farti sputare il rospo." le disse all'orecchio, beffarda.
" Hai letto il messaggio vero?" fece Diana irritata leggermente. Lei annuì, aggiungendo che in verità aveva sbirciato da dietro il momento in cui Joe riceveva la sua risposta: " Ami i tipi diretti a quanto pare!"

" Non credo nei discorsi fatti messaggiando .. voglio che uno me lo dica in faccia se mi ama o meno." Disse Diana arrossendo. Taylor sorrise, le diede una pacca sulla spalla e la spinse verso Joe, che la vide e le venne incontro. Ma invece di salutarla fece ben altro.
" Vieni ..." Le afferrò il polso, e correndo, la trascinò con sè verso l'uscita della scuola. Uscirono e Joe svoltò improvvisamente a destra, diretto verso il belvedere del paese. Diana non riusciva a spiegarsi il suo comportamento, ma lo lasciò fare fino a destinazione. Il sole era appena sorto, e il paese era immerso ancora nella tiepida aria delle 7 di mattina, mentre la rugiada brillava tra i piccoli ciuffi d'erba che spuntavano dal cemento.
" Ma che ti prende? dobbiamo subito tornare a scuola!" fece Diana respirando a malapena dalla fatica. Joe le alzò il viso e la guardò seria:"Non mi importa, voglio solo avere una risposta .. sei stata tu a dirmi che adori i tipi diretti, nel messaggio di ieri ..."
" é vero ... ma adesso tu che intenzioni hai?" disse lei preoccupata. Lui non rispose, ma le afferrò le mani, si schiarì la voce, e parlò:" Vuoi sposarmi?"
Diana sbarrò gli occhi esterrefatta; chi l'avrebbe mai detto che lui sarebbe stato così coraggioso da chiederglielo in una tale situazione? Balbettò qualcosa di incomprensibile, e Joe la guardò di traverso:" Rispondi ..."
" ecco io ..." la ragazza riuscì a pronunciare a fatica quelle parole, ma non riuscì a dire altro perchè un repentino bacio di Joe le bloccò la frase a metà. Lasciò che quella dolce sensazione di calore invadesse le sue vene. E con quel bacio aveva capito qualcosa di veramente importante ....
Si staccarono e lei ancora con gli occhi chiusi assaporava il momento in cui l'aria le accarezzava le labbra:" Oh santo cielo ..."
"Diana, non so quanto ci vorrà ... ma so che voglio averti per tutta la vita ... che cosa hai deciso?"
E lei aprì gli occhi, incontrò quelli di Joe. Erano puri, sinceri e pieni d'amore. non fece a meno di far sgorgare una lacrima dalla palpebra lucida di pianto.
Lo abbracciò e gli sibilò un "sì" all'orecchio.
Lui la strinse a sè:" Ti amo." pronunciò nel mezzo dell'abbraccio.
Lei non rispose vocalmente, ma si strinse di più a lui, singhiozzando dei flebili "Anch'io." 

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Capitolo 11
*** Chapter 21; Chapter 22 ***


Chapter 21

Si stringevano ancora, e Joe le sussurrava ancora quel ti amo all'orecchio e lei era al settimo cielo. Non si sarebbe mai immaginata di poter trovare qualcuno come Joe al mondo. Buono, comprensivo, e maledettamente dolce .. e anche carino, importante pure questo! Ma ora l'unica cosa che le importava era di aver trovato uno come lui.
" Joe ... ora torniamo a scuola ..." fece Diana, staccandosi leggermente dal ragazzo. Lui fece il broncio:" Non ti piace stare con me?"
" Si che mi piace, tantissimo, ma sai non vorrei perdere altri giorni di scuola." fece sorridente lei. Lui le sorrise a sua volta:" Ok, principessa, ma prima ..." E mise le labbra a stampo, per ricevere il bacio. Lei acconsentì ridacchiando:" Sei un buffone. Non chiamarmi principessa."
" E io ti amo, principessa." Fece lui, prendendola a sè e avvolgendola tra le sue braccia. La prese a braccetto, e insieme tornarono correndo a scuola. Per loro fortuna la campanella non era ancora suonata.
" Voi due dove eravate?" fece Taylor appena li vide arrivare trafelati:" Mi avete lasciata da sola come uno stoccafisso!"
" Scusa, ma sai com'è ... Diana adora i tipi diretti!" fece Joe guardando la fidanzata:" E io adoro lei."
" Aspetta ..." Taylor indietreggiò, e sul suo volto si dipinse lo stupore:" Gli hai detto si sì?"
" Secondo te?" fece Diana sarcastica. Taylor l'abbracciò entusiasta:" Ah! Voglio fare la testimone capito? A quando le nozze?"
Joe e Diana divennero due pomodori: " beh ... prima dobbiamo risolvere bene la questione ... poi vedremo ..."
" Ma non cambierete idea vero?" fece Tay dispettosa. Loro scossero la testa, felici. La campanella suonò e i tre corsero in classe per l'inizio delle lezioni.
Come sorpresa, trovarono Michael seduto al suo banco, attorniato dai suoi amichetti, ma non aveva una faccia tanto allegra.
" Sicuramente suo padre gli avrà fatto una bella lavata di capo!" fece Taylor mezzo pettegola, alludendo a come il ragazzo avesse abbassato lo sguardo appena era entrata Diana in classe. Lei lo guardò perplessa, in effetti Michael sembrava più tranquillo rispetto agli altri giorni. I suoi amici, alla vista di Diana, ridacchiarono come ragazzine.
" Su, sediamoci." Fece frettolosa la ragazza. Si sedettero e da quel momento in poi ascoltarono la lezione. Ogni tanto Diana mandava sguardi interrogatori a Michael, che abbassava gli occhi come se incrociasse quelli di Robert o di suo padre. E per un momento Diana pensò al pentimento del ragazzo, e un senso di pietà invase i suoi pensieri.
Dopo la prima ora, la ragazza si diresse al suo armadietto, sempre più pensierosa. Taylor le stava accanto: " pensi davvero che sia pentito? Insomma, è Michael."
" lo so, non sarebbe da lui pentirsi del male che fa alla gente .. ma non so, sembrava così frustrato ... dovrei parlargli."
" Mmh .. è una pazzia ... e se osasse ancora farti male?"
" Tranquilla! Ci penserebbe mio fratello e il suo bel paio di saracinesche che ha al posto delle mani a farlo rinsanire!" disse lei ironica, mentre riponeva i libri di Storia dell'Arte nell'armadietto.
Quando lo rinchiuse però, vide chi non si aspettava di vedere: Michael stava davanti a lei, e aveva un'aria seria.
Taylor lo guardò malissimo, e lui la fulminò con lo sguardo:" Ci lasceresti da soli, per favore?" fece con tono forzatamente gentile. Lei guardò perplessa Diana, che annuì leggermente. L'amica la guardò dubbiosa, e se ne andò borbottando qualcosa. Diana e Michael rimasero da soli.
" Senti ..." Iniziò lui, timidamente, ma non proseguì, le parole gli si bloccarono in gola.
" Michael ... Cosa devi dirmi?"
Lui la guardò intensamente e qualcosa come un "mi dispiace" sibilato pianissimo uscì dalle sue labbra:" Mi dispiace ... so che non è sufficiente a scusare ciò che ti ho fatto ..."
" Michael ..." lo interruppe Diana:" Dimmi solo questo ... perchè lo hai fatto?"
Lui arrossì tantissimo, a quella domanda così a bruciapelo. Joe lo sapeva e per poco non l'aveva ucciso. Lei che ne era stata la vittima, lo avrebbe scorticato vivo:" Non ne vado fiero sai?"
" Tu dimmelo e basta." fece lei convinta. E lui non potè indietreggiare ulteriormente:" Una scommessa ... una stupidissima scommessa a cui non avrei voluto partecipare, lo giuro."
" Una ..." la faccia di Diana si contrasse in una smorfia di rabbia pura. Lasciò cadere i libri che aveva in mano, e come una scheggia mollò un ceffone a Michael. Fece più male a lei che al ragazzo, ma sfogò così quell'odio represso che aveva nelle viscere: " E tu hai dato retta a quei cretini! Che ti è saltato in testa? " Sbraitò furiosa come non mai:" Chissà cosa ci avevi scommesso!"
" Se non l'avessi fatto, sarei dovuto girare in mutande per tutta la scuola! Ne andava della mia reputazione!" disse lui cercando di difendersi.
" Beh, hai rovinato la mia ... e la tua l'hai deturpata come non mai..." disse lei seria:" Certo, girare in mutande per la scuola sarebbe stato umiliante, ma alla fine ci avresti riso sopra .. quello che mi hai fatto è deplorevole.... dovrei ucciderti ... idiota." le lacrime sgorgarono dal suo viso, chiuse l'armadietto sbattendolo furiosa, e corse a gambe levate via da lì, da quel postaccio. Michael la guardò allontanarsi. E il suo cuore ebbe una specie di tonfo.
 
Chapter 22
 
"Quanto lo odio!" continuava a pensare la povera Diana, in lacrime accovacciata in bagno sotto il lavello. Era sola, abbandonata a se stessa e scioccata ancora per la rivelazione di Michael.
" Come ha potuto? é un mostro ..." Singhiozzava con il volto rigato di lacrime di amarezza, mentre il leggero trucco si sbavava e disegnava terribili contorni sugli occhi neri della ragazza. E dire che quel giorno Joe le aveva chiesto di sposarla ... già, ragazzi come lui sulla terra non esistevano. Ma l'abbattimento per la verità le aveva tolto il buon umore acquistato in precedenza.
Nella solitudine del bagno dalle candide piastrelle continuò a piangere, e nel mentre Michael era tornato in classe. L'insegnante gli chiese dove fosse Diana, e se lui ne sapeva qualcosa. Lui abbassò gli occhi, e tacque la risposta, e andò a sedersi senza spiccicare parola. Joe notò che in Michael c'era qualcosa di strano, come se il ragazzo fosse colpevole di qualcosa.
Gli si avvicinò furtivamente, e gli diede un pizzicotto al braccio che lo fece sussultare e girare di scatto, con occhi rossi:" E tu che vuoi?"
" Dimmi dov'è lei! Cosa le hai fatto?"
" Non l'ho sfiorata .. le ho solo detto la verità ..." sussurrò Michael riluttante. Joe lo guardò perplesso:" quale verità .... oh santo cielo." Se prima non aveva capito a cosa si riferisse Michael, ora reprimeva la voglia di farlo volare fuori dalla finestra della classe a forza di calci nel sedere:" Questa me la pagherai ..." gli sibilò, stringendo la presa delle dita sul pizzicotto. Lo lasciò di scatto e tornò a sedersi, l'insegnante gli aveva già rivolto uno sguardo fulminante. Michael non reagì alla minaccia.
Dopodiché Joe raccontò a Taylor ciò che presumeva che Michael avesse fatto, e la ragazza in preda al panico si alzò di scatto dalla sedia, attirando gli occhi su di sè:" Scusi, con permesso ..." Attraversò la fila in fretta, raggiunse la porta, e prima che il professore le potesse impedire di uscire senza permesso, la porta sbatté dietro di lei. Corse come una furia verso il bagno delle femmine, mentre il professore le minacciava dietro di metterle la nota sul registro di classe. Ma le sue orecchie erano sorde alle minacce di quell'uomo.
Spalancò la porta del bagno, e l'accolse una Diana in preda ai singhiozzi:" Taylor ..." Sussurrò la ragazza appena vide l'amica. Taylor le si inginocchiò accanto e senza parole l'abbraccio stretta a sè. Non emise fiato, e Diana avvolse le braccia intorno al suo collo, liberandosi nel pianto più sfrenato che aveva celato nel suo cuore.
" Diana ... se continui a piangere, tuo figlio avrà un carattere depresso .. asciugale adesso." le fece, tergendo con le dita le gocce di tristezza che sgorgavano dal volto della bruna. Lei sorrise forzatamente:" Oddio ..."
" é stato ..."
" Non fare il suo nome ... ti prego." La ragazza si coprì il volto con le mani e ripianse. Anche a Taylor uscì qualche lacrima a forza di vedere l'amica in quello stato. La strinse a sè, per cinque minuti buoni, e la lasciò sfogare.
" vuoi che chiami tua madre? Non penso che tu possa tornare in queste condizioni in classe ..." le fece Taylor. Diana annuì leggermente, e la bionda prese il suo cellulare e digitò il numero della casa di Diana. Avvertì la madre per venire a prendere la figlia, senza destare sospetti nei compagni, e la madre acconsentì, e chiuse la telefonata senza esitazione.
Dieci minuti dopo, Diana era tra le braccia della madre, Taylor era in classe, a spiegare al professore che aveva avuto un attacco di panico in quel momento e che era dovuta uscire tempestivamente. Lui si bevette tutto, e segnò Diana come "uscita in anticipo".
" Taylor, dov'è Diana?" Le chiese Joe, quando tornò a suo posto. Lei le rispose che sua madre era venuta a prenderla, e di non farle domande riguardo a cosa fosse successo. E nello sguardo di Joe si dipinsero la preoccupazione e la rabbia.
Michael orecchiava, e dentro di sè sentiva davvero qualcosa di pesante, qualcosa che lo opprimeva da dentro. I sensi di colpa. E furono proprio questi sensi a spingerlo a fare qualcosa che neanche lui avrebbe potuto immaginare.
Quel pomeriggio alcuni lo videro, incappucciato e ben nascosto, dirigersi verso la stazione di polizia. Entrò, si avvicinò al banco, e protese le mani in avanti, sibilando:" Mi arresti." Il poliziotto, che era quello dell'altra volta, lo riconobbe e ne rimase stupito.
Gli altri lo seppero grazie a Robert, che come un fulmine aveva fatto girare la notizia, essendo il primo ad esserne stato informato. 

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Capitolo 12
*** Chapter 23; Chapter 24 ***


Chapter 23

In men che non si dica Diana e Robert furono in stazione di polizia. Michael stava davanti al banco, viso incappucciato e sguardo abbassato a terra.
" Michael! Che vuoi fare?" gli chiese Diana alquanto perplessa. Lui alzò gli occhi e inarcò le sopracciglia:" pensavo mi odiassi .. sono stufo di questa situazione, mi costituisco."
" Eh, no Giovanotto! Tu sei in mia custodia! Sarò io il tuo carceriere!" gli fece notare Robert.
" non mi importa ... Diana, ho capito di aver sbagliato. Scusa ..."
" le tue scuse non valgono a niente, te ne sei accorto troppo tardi. E poi non preferisci restare con Robert?" gli fece Diana, indicando il fratello. A Michael balenò in testa un pensiero alquanto contorto:" preferisco la morte piuttosto che un altro giorno a casa sua!" pensò rabbrividendo.
" Sul serio, non vale la pena cercare di rimediare ... preferisco la galera."
" Rischi di diventare pazzo là dentro ..." gli fece Robert pacato:" E poi in mia compagnia hai la certezza di poter fare la cosa giusta per rimediare al tuo errore."
" Il ragazzo ha ragione." intervenne il poliziotto:" Michael, sai quante persone sono impazzite per essere finite qui dentro? hai la chance di poter fare qualcosa per rimediare. Pensi che stare mesi in una stanzetta ti servirà a qualcosa?"
" Almeno lì non nuocerei a nessuno, a quanto ne so io ..." fece lui, abbassando lo sguardo e osservando di sfuggita Diana. Lei incrociò quegli occhi da cane bastonato:" Sarà, ma è sempre meglio tenerti d'occhio .... senti ..." fece poi mettendogli una mano sulla spalla:" Mi sono lasciata prendere dalla rabbia prima ... non pensavo di arrabbiarmi così tanto ... in fondo mi hai solo detto come stavano le cose."
" Si, ma ti ho ferita lo stesso... te lo giuro, Diana, non volevo farlo quel che ho fatto, ma tutti mi hanno costretto a farlo ..."
" ma tu ci hai provato gusto?" gli chiese lei a bruciapelo, con uno sguardo di malizia.
" Diana .. non aggiungere altro!" le fece Robert arcigno. Michael arrossì e ammise che in effetti ... non era stato poi tanto male. Forse perchè lei era del tutto incosciente di ciò che stava subendo:" Ma dopo mi sono sentito male giuro ..."
" Davvero?" Diana era stupita dalla sua sincerità. Certo, aveva ammesso di aver fatto con gusto l'atto. ma alla fine aveva saputo che anche lui ci aveva rimesso, dentro.
Lui annuì alla domanda di prima, lei sorrise piano.
" Va bene ... se vuoi costituirti fai pure .. ma prima ... Faremo il test del DNA."
" Diana, ti giuro, nessuno ti ha toccato oltre me ..." fece lui arrossendo indignato. Lei scosse la testa e sospirò: " Questioni legali ... andiamo. Robert ci accompagni?"
" Ok, sorellina ..." fece lui pensieroso. Prese sottobraccio Michael che riluttante rinunciò all'idea di farsi arrestare, e lo fece salire in macchina.
Neanche mezz'ora dopo uscivano dal centro ospedaliero, gambe tremanti dall'ansia.
" Cosa vorresti ottenere da tutto ciò?" le chiese Michael appena usciti dall'ospedale, mentre si strofinava il braccio sulla zona dove l'ago era penetrato per prelevare il sangue.
" niente, ne ho solo bisogno nel caso decida che ..." e qui a Diana si bloccò il fiato. Robert e Michael la guardarono ansiosi:" Non sei sicura di volerlo tenere?"
" Non lo so ..." fece lei in preda a pensieri turbolenti. Salì in macchina senza fiatare, e si fece riaccompagnare dalla madre, Robert e Michael tornarono a casa. Videro attraverso lo sportello della macchina la sua faccia triste. E si guardarono perplessi.
" Mamma, e se accettassimo l'adozione?" fece Diana appena tornata a casa. La signora Smith si voltò verso la figlia. La guardò storta e la fece sedere per farle bere un bicchiere d'acqua. Non riusciva a capire il perchè di quella decisione così repentina.
 
Chapter 24

" Diana! ma che ti prende? perchè questa scelta improvvisa, non ti senti bene?" la madre era preoccupata per la povera Diana, che teneva il bicchiere stretto in mano, seduta sullo sgabello della cucina.
" no mamma, sto benissimo ... ma il fatto è che ... non mi sento sicura, non so se voglio davvero tenerlo."
" Ne hai parlato con Joe? sai che lui è disposto a prendersene cura ..."
" Joe non c'entra ... è una questione mia personale ... se decido di prendermi cura di mio figlio, perderò un sacco di cose che solo nell'adolescenza proverò ... il ballo di fine anno, l'università ... tutto!" E una lacrima sbucò dal suo occhio. La madre gliel'asciugò: " ma per quello ci sarò io ... terrò il bambino se vorrai uscire fuori, o dovrai andare a scuola."
" Ma mamma , non posso addossarti tale responsabilità ... e poi tu sei troppo buona con me, non capisco ..."
" Sono buona con te perchè sono tua madre, e ti voglio bene, e so che ciò che hai dentro di te non è colpa tua ..." le disse dolcemente. Si sedette anche lei, e si mise la mano nei capelli. Se li tirò indietro rassegnata:" sai, non ti ho mai detto una cosa, tesoro ..."
" Cosa?" fece Diana sorpresa.
" Sai chi è la zia Mary?" chiese la Signora Smith. Diana cercò di fare luce nella sua memoria, e il nome Mary le fece venire in mente solo una persona:" Era tua sorella se non sbaglio ... ma se non ricordo male morì prima che io nascessi... a causa di un incidente vero?"
" Esatto ... sai chi è la figlia di Mary?"
" Aveva una figlia?" Diana era leggermente stupita per quella rivelazione.
" Si, si chiama Jodie ... dovrebbe avere circa 20 anni ormai ... la stessa età in cui morì sua madre ..." una lacrima solcò il volto della signora Smith.
" Aspetta ... se la figlia adesso ha la stessa età in cui è morta sua madre ... io sono nata nello stesso anno di morte di Mary ... ed essendo passati sedici anni, Jodie aveva quattro anni ... non dirmelo ..."
" Si, anche Mary rimase incinta a sedici anni ..." Disse la signora Smith:" ma lei lo fece con la persona che amava ... e decise di tenere la piccola ... Ora Jodie abita in una cittadina qui vicino. Sai perchè ti ho raccontato ciò?"
" per farmi capire quanto non importi l'età in cui si rimane incinta?" disse Diana poco convinta.
" Volevo solo dimostrarti che non c'è niente di male ... nel tuo caso è stata un'ingiustizia inflittati da una persona che tu neanche amavi, ma sappi che se nutrirai amore verso tuo figlio, lui ti rispetterà .... e poi hai Joe."
" Si, ho lui .." Diana arrossì violentemente:" sai che ..."
" ti ha chiesto di sposarlo? Lo so, mi ha chiamato lui stesso!" disse sorridendo la signora Smith.
" E tu cosa gli hai risposto?" Fece Diana curiosa.
" Che acconsento, ma prima dovrai compiere diciotto anni ... so di potermi fidare di lui ..." fece la signora Smith sorridendo:" E ne ho parlato con la madre anche ... lei è d'accordissimo."
" Questo mi conforta ..." Diana era più tranquilla adesso:" Credo che forse, terrò il bambino ... ma potrò sempre cambiare scelta ..."
" Sei artefice del tuo destino tesoro." Concluse la madre. Le diede un bacio sulla fronte:" ora vai e riposati."
" va bene, grazie mamma ..." Diana si alzò dallo sgabello e baciò la madre sulla guancia. L'adozione per ora era un lontano discorso. Ma solo per il momento, forse.
Entrò nella sua camera, e chiuse la porta dietro di sè. Il display del cellulare era illuminato. Era un messaggio di suo fratello. Afferrò il cellulare e lesse:" Michael ha cambiato idea, ed è passato dalla tua parte." E quel messaggio la mise di buonumore più del discorso della madre.
Ora bisognava capire perchè Michael si era deciso a darle quella mano che lei avrebbe voluto sin dall'inizio.
E per ora l'argomento adozione era stato davvero archiviato tra "Scelte critiche" nel suo cervello. 

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Capitolo 13
*** Chapter 25; Chapter 26 ***


Scusate il ritardo, ma non sono più attaccata sempre al computer come prima quindi scrivo poco .. e poi sto collaborando per una storia con un' altra utente ( Naomi Kimishima99) quindi faccio aftica ad aggionare ogni giorno ... godetevi questi due :)
Remedios la Bella

Chapter 25


Quell'indomani nel cortile della scuola Michael andò incontro a Diana, con in faccia un sorriso forzatamente gentile. Joe, che era insieme alla ragazza, lo guardò storto:" Che vuoi adesso? Guarda che so tutto riguardo a ieri!"
" Non sono venuto qui per litigare ..." Fece Michael rosso in viso:" Ho deciso di darle una mano ... sono stato uno stronzo, prima d'ora ... non voglio farla soffrire, è pur sempre mio figlio quello che lei ha in grembo ... a proposito Diana, è maschio o femmina??"
" Ehm .. sono appena al primo mese, è troppo presto ... da quando ti sei interessato a me?" Fece Diana perplessa e divertita, ma comunque sollevata per il fatto che quell'omone la stesse aiutando. Lui arrossì violentemente balbettando:" N - Non fraintendere! E poi se non fosse per tuo fratello che mi sta col fiato sul collo ... anche se io non lo faccio per lui ... mi sento davvero in colpa."
" Diciamo che dunque Robert ti dà la marcia in più?" Fece Diana sempre ironica. Michael annuì abbassando lo sguardo. Lei sorrise, Joe era sempre più perplesso.
" Andiamo, o faremo tardi ...." Fece Joe, e i tre si incamminarono verso l'entrata.
Non mancarono bisbigli e mormorii, sguardi che si incrociavano e stupore negli occhi di chi si vedeva passare davanti quel trio. ma alcuni tra questi discorsi attirarono di più la loro attenzione. Un gruppo di ragazzi, vicino al portale, teneva attaccato agli occhi il giornalino scolastico. Una notizia succulenta a quanto sembrava. Ma stranamente, appena i tre furono lì vicino, quel gruppo mise via il giornale, paonazzo.
" ma cosa ..." pensò Diana, inarcando il sopracciglio. Perchè avevano reagito in quel modo? era come se a loro non volessero far vedere la notizia tanto interessante. La paura l'attanagliò; ci poteva essere solo una cosa che lei non avrebbe dovuto scoprire in quel periodo:" non dirmi che ..." Aveva dei sospetti che potevano sembrare assurdi, ma conosceva alcune persone che quei sospetti che le turbinavano in testa li faceva sembrare realizzabili.
Tese la mano in avanti, negli occhi balenava l'arroganza di chi vuole qualcosa assolutamente:" Datemi il giornale." fece Autoritaria al gruppetto. Loro si guardarono tra di loro, e quello che aveva il giornale ... non stette lì impalato. Tremava come una foglia, e il primo impulso che ebbe fu di fuggire via. E di sfuggita Diana vide quello che temeva ... Miranda non era rimasta zitta!
" Quella megera! Michael! Joe! Prendetelo! Sul giornale c'è il mio caso!"
" Cosa????" Dissero all'unisono i due ragazzi spaventati. Corsero dietro il ragazzo, che si era addentrato tra la folla stupita. Lo seguirono, qualcuno cadde per la botta, il ragazzo continuò a correre, ma inciampò in qualcosa e cadde al suolo, perdendo la presa del giornale e sbattendo la faccia sulla sabbia. Michael lo raggiunse e lo bloccò al suolo con le mani dietro la schiena, Joe prese il giornale per leggere. Il titolo era: " Diana Smith incinta! Possibili indiziati; Michael Conelly e Joe WindFly." La sua faccia impallidì di colpo.
" Vaffanculo!" Urlò indignato. Si accovacciò vicino al ragazzo, che teneva la testa abbassata e aveva Michael seduto sulla schiena.
" Dov'è Miranda???" Gli chiese minaccioso. Lui lo guardò spaventato con le lacrime agli occhi. Deglutì:" é partita. Non tornerà prima di qualche mese ..."
" Non ci voleva ..." fece rassegnato Joe:" Michael, lascialo adesso ...."
Michael si tolse e il ragazzo sgattaiolò via sotto gli occhi attoniti degli altri :" Andiamo ...."
I due corsero da Diana, che nel frattempo aveva chiesto agli altri dove fosse Miranda, e aveva avuto la stessa risposta di Michael e Joe.
" E adesso ragazzi?" Chiese lei sudando freddo.
" E adesso ci vorrà un miracolo per stroncare lo scoop. Se la prendo la strozzo!" Disse Michael rosso di rabbia.
Tutti gli sguardi erano puntati su di loro e i bisbigli erano aumentati. Questo a Diana diede fastidio.
" Fateli smettere .. mi gira la testa." disse tappandosi le orecchie.
" Fa finta di niente ... ora ci pensiamo noi ..." Joe si mise davanti alla gradinata e Michael al suo fianco. Gridò che chiunque osasse spettegolare su quel fatto avrebbe fatto i conti con il diavolo, o :" per meglio dire ... ve la vedrete con lui! Chiudete il becco o non ve la faremo passare liscia!" Disse il ragazzo indicando Michael minaccioso. I bisbigli si interruppero di colpo come se fosse stato il preside a parlare.
Nessuno avrebbe osato sfidare Michael, ma sapevano che tutto ciò non sarebbe stato sufficiente. Entrarono con la coscienza gonfia di preoccupazione. Dovevano fare qualcosa. Ormai il segreto era stato sbandierato ai quattro venti.
 
Chapter 26
 
In classe la situazione non migliorò di certo: tutti fissavano Diana, Joe e Michael con occhi ridenti e pettegoli, quasi sapessero con certezza ogni cosa. Bisbigliavano come vecchie comari che in estate fanno girare le voci più impensabili e ogni tanto alle orecchie della ragazza giungeva qualche :" Secondo me è Joe, quei due non fanno altro che stare sempre insieme ..." o " Michael, lui se la farebbe di sicuro ..." E questo le dava parecchio fastidio. Tentava di far finta di niente per non destare il suo disappunto, ma le lacrime stentavano a farsi trattenere ... tra poco sarebbe scoppiata. Taylor cercava di minacciare con lo sguardo chiunque osasse dire una parola in più, ma la voce era ormai diffusissima ...
" Diana ..." Chiamò L'amica, che teneva la testa abbassata:" non ascoltarli, sistemeremo ogni cosa ..."
" Non so Tay se funzionerà .... ormai quella strega ha detto tutto!"
" hai ragione ... se la trovo la fucilo!" disse in un sussurro di rabbia Taylor stringendo i denti. A quanto ne sapevano, Miranda era partita quella mattina presto, e approfittando del fatto che sarebbe stata assente aveva deciso di cambiare idea e di divulgare quella succosa notizia. Furba, ma non l'avrebbe passata liscia, a saputa di Taylor e dei ragazzi. Diana non era per la via della vendetta.
" Taylor ..." Diana la chiamò bisbigliando:" secondo te se dicessimo le cose al preside .. che ne pensi?"
" Cosa? Vuoi davvero che anche lui sappia la verità? Che ti salta in testa!" Taylor era a dir poco sconvolta per la scelta brusca di Diana di comunicare tutto anche all'uomo più potente lì, il signor Linton.
" beh, lui potrebbe indurre tutti a tacere ..." fece lei pensierosa:" magari potrebbe censurare il giornalino e aiutarmi a non rendere questa notizia un affare pubblico .." pensava all'estremo per rimediare al casino che aveva in grembo.
Ma se anche lo avesse detto al preside, lui come avrebbe risolto?
" Mmh ... ti consiglio di pensarci bene ..." le disse Taylor. Diana voltò la faccia e fissò la superficie del banco con attenzione, quasi se si concentrasse su quel piano tutto intagliato di nomi o pasticciato di cancellina ... e alla fine scartò la proposta che il subconscio le aveva dettato.
" Credo che farò rimanere la cosa segreta al preside, tanto verrà a saperlo comunque ..." concluse. i suoi occhi visti da Taylor erano velati di preoccupazione.
Rimase così per il resto della giornata.
Quel pomeriggio dovette andare in ospedale a prendere i risultati degli esami del DNA. lei, Michael e Robert tornarono in ambulatorio, dal genetista. Lui porse loro le cartelle confermando ciò che già sapevano:" Compatibile al 100%. Michael è il padre del bambino. Ma perchè avete chiesto qualcosa che già sapevate?" chiese lui curioso. Diana arrossì prendendo la cartellina:" Questioni legali ..."
" Capisco .. buona fortuna allora ..." fece lui dubbioso. E li congedò dall'ufficio.
" Quindi è proprio mio figlio ... non so davvero cosa .. " fece Michael imbarazzatissimo.
" Promettimi almeno che verrai a trovarlo quando sarà nato ... Joe sarà suo padre, lo vuole lui stesso, ma ti permetterò di vederlo se vorrai ..." gli fece Diana speranzosa.
" Penso di riuscire a fare questo ..." disse Michael sorridendo appena. Anche Diana sorrise, insieme a Robert.
I tre si stavano incamminando verso l'uscita, quando dal reparto di ginecologia accorse loro incontro Jodie, la dottoressa che aveva visitato Diana.
" salve signora Jodie! Come mai così di fretta?" fece Diana sorridendole. La donna non sembrava serena, anzi aveva la faccia contratta in una tensione terribile.
" proprio te cercavo! Vieni, devi vedere una cosa che non so se ti farà piacere ...." le disse tesa. Le afferrò il polso, e Michael e Robert furono costretti a seguirle mentre Diana veniva trascinata verso lo studio della donna.
" ma cosa succede?? riguarda il bambino??" chiese preoccupata la ragazza. Si toccò il ventre istintivamente.
" qualcosa del genere ...." tirò fuori l'ecografia, e gliela mise davanti:" l'altra volta mi sono sbagliata ... non era mai successo!!"
" Cosa? Mi dica!" Diana era sempre più preoccupata. La donna guardò l'ecografia:" Vedi, non è facile sin da subito stabilire qualcosa dalla prima ecografia" Si asciugò la fronte pregna di sudore:" ho ricontrollato perchè in effetti mi era venuto qualche dubbio, e alla fine ho notato che ...Non è uno, sono due."
" Due ... oh santo cielo .." Diana si mise le mani alla bocca in una smorfia di stupore e di spavento:" Vuol dire che ..."
" è una gravidanza gemellare ..." fece la donna turbata. Robert aveva gli occhi sbarrati. Michael era pallido come un lenzuolo.
" Non può essere ..." Diana si accasciò a terra in ginocchio. Si strinse il ventre dolorante ormai, la nausea le arrivò in gola. Dovette correre in bagno.
" Chiamate sua madre ..." fece la dottoressa andando ad assistere a Diana.
I due ragazzi afferrarono il cellulare e digitarono sul display il numero della signora Smith, cercando di non sbagliare i tasti per il tremore delle loro dita. 

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Capitolo 14
*** Chapter 27; Chapter 28 ***


Sto ricevendo tantissime recensioni e vedo che la storia sta piacendo un sacco! Mi fa davvero piacere!
Buona lettura e scusate l'attesa.



Chapter 27

Gemelli. Due pargoli urlanti aspettavano Diana. La ragazza già aveva difficoltà ad accudire un bambino! Due sarebbe stato il colmo.
" E adesso cosa faccio?" si chiedeva in preda alla disperazione. Robert aveva chiamato la madre, che saputa la notizia era corsa come una matta per la figlia, che in quel momento si faceva consolare dalla dottoressa.
Appena arrivò nello studio cercò la figlia:" Diana! tesoro!"
" mamma! oh, mamma ..." fino a quel momento Diana aveva trattenuto le lacrime, ora poteva anche non farlo. Scoppiò a piangere appoggiata al muro del bagno dello studio. Sua madre si accovacciò accanto a lei e le accarezzò i capelli.
" é vero quello che mi ha detto Robert?" le chiese dolcemente. La figlia annuì piano:" santo cielo ..."
" Non essere triste ..." le disse. La dottoressa sembrava ancora più dispiaciuta:" Mi dispiace di non essermene accorta prima, signora .... è tutta colpa mia!"
" lei non ha colpa Jodie ... non l'aveva previsto nessuno in fondo. Non ha colpa di niente ... troveremo una soluzione anche a questo." La signora Smith era tranquilla in apparenza. Fece alzare la figlia debole dallo shock e la fece sedere sul letto di controllo per farla riposare.
" Chiamate Joe ... dobbiamo discuterne tutti insieme." disse flebilmente la ragazza, prima di chiudere gli occhi per riposarsi. La madre fece come le chiese la figlia, e in men che non si dica Joe, il fidanzato di Diana, fu alla porta. Vide la ragazza sulla sedia, i presenti, guardò Michael con occhi astiosi e si avvicinò alla ragazza.
" Cosa è successo?" le chiese afferrandole le mani.
" Vedi ..." Diana non riusciva quasi a parlare, era troppo scioccata:" Tu mi hai detto che ti saresti occupato del bambino vero?"
" Si, sempre e comunque ... ma perchè me lo chiedi tesoro?" sembrava perplesso da quella domanda a bruciapelo.
" Ecco .. vedi ... se ti dicessi che sono due, non uno, tu cambieresti idea?"
Per un attimo gli occhi di Joe cercarono come una via di fuga, girandosi verso sinistra in un fare disperato:" Oh mio dio .. intendi dire che ..."
" Si ... avrò dei gemelli ... santo cielo." E la ragazza per poco non perse i sensi. Per fortuna Robert la schiaffeggiò lievemente per farla rinvenire.
" Non è il momento Diana ... dobbiamo pensare, rapidamente ..."
"Mamma, voglio l'aborto ..." pronunciò improvvisamente Diana. La mamma la guardò esterrefatta:" Cosa? No, stai delirando ..."
" non posso occuparmi di due bambini capisci? facciamola finita ..." si toccava il ventre graffiandolo come se avesse prurito, lacrimava di disperazione. Joe la guardava tristemente e le stringeva la mano cercando di consolarla.
" Non se ne parla .. non voglio che tu soffra di più ... venite portiamola a casa ..." la madre fece prendere Diana senza forze da Robert che la prese in braccio. La dottoressa Jodie guardava preoccupata la scena pietosa davanti ai suoi occhi. Joe e Michael seguirono l'uomo portare in braccio la sorella, esausta di pianto. La madre accanto a lei cercava di farla tranquillizzare.
La caricò in macchina e la fece tornare a casa. Robert la portò nel suo letto, la coprì e lei si addormentò, senza proteste. Il sole era ormai tramontato, l'aria era fresca e spazzò via la tristezza di quel momento.
E mentre Diana dormiva, la signora Smith e Robert discutevano in cucina, a voce abbastanza bassa per non farsi sentire dalla ragazza.
" tu cosa ne pensi?" disse Robert appoggiato al lavandino.
" Non lo so, figliolo, è un bel guaio ... non so se riusciremo a fare tutto, ma voglio tenerli ..."
" Ma mamma .. sai che ..."
" Risolveremo i problemi, ogni cosa che ci impedisce di badare a qualche vita in più ..."
" sai che devi pagare un sacco di debiti? pensi che io non abbia visto le ricevute?" gli disse arrabbiato Robert. La signora Smith aveva gli occhi lucidi di pianto. Aveva qualche debito in banca, e riusciva miseramente ad arrivare a fine mese. I figli, dalla morte del padre, avevano sempre cercato di fare del loro meglio per aiutarla, ma ormai erano sommersi da tasse arretrate. Diana ne era consapevole quanto Robert. Forse è per questo che aveva deciso per l'aborto: forse l'intervento sarebbe costato molto, ma meno di tutte le cure che avrebbe dovuto pagare per i suoi bambini.
" Lasciami sola ... ti prego ..." la donna si coprì il volto tra le mani, stropicciandosi gli occhi dal sonno:" non discutere."
" va bene, ma pensaci tanto ..." Robert uscì e accese il motore della macchina per tornare a casa sua.
La donna poi sospirò, afferrò la cornetta del telefono e digitò un numero. Aspettò che rispondesse qualcuno, e finalmente una voce femminile parlò:" Pronto?"
" pronto? Ciao ..."
" Ciao .. ma tu chi sei?"
" Non penso tu mi possa conoscere, ma io conosco te ... ho bisogno di aiuto, ti prego ..." La signora Smith si presentò alla femmina misteriosa, che sussultò dall'altro lato del telefono di sorpresa. La discussione fu animata, e venne stipulato un patto tra le due conversatrici.
 
Chapter 28
 
Diana non ebbe una notte molto tranquilla. Continuò ad avere incubi così terribili che si svegliò di soprassalto per ben cinque volte nel giro di tre ore, considerando che si era coricata alle 9 circa. Alla fine decise di non dormire, scese giù in salotto in punta di piedi e si sedette sul divano a pensare.
Ci si erano messi anche i sogni adesso a farla spaventare! Non le bastava la notizia dei gemelli? Era disperata, guardava fuori dalla finestra con il mento appoggiato alla mano e si massaggiava la pancia, ormai leggermente gonfiata rispetto a un mese prima. Le nausee erano meno frequenti, ma di certo la preoccupazione era molta.
Tutta questa ansia la stava lentamente uccidendo. Sonno non ne aveva, così prese il cellulare, si imbacuccò nella coperta in salotto, e chiamò Taylor. L'amica a quell'ora era nel suo letto, ronfava come un ghiro e gli venne un colpo appena sentì il suo cellulare vibrare:" ma che acc ... pronto?" disse con voce spaventata alla cornetta. Si sollevò, quando sentì Diana parlare dall'altro lato.
Lei non le aveva ancora detto dei gemelli, e appena glielo disse, Taylor perse il sonno. Si fece confidare tutto da Diana, la consigliò sottovoce e dolcemente e le chiese:" Ora cosa hai intenzione di fare?"
" non lo so, Tay ... non me lo sarei mai aspettato ..."
" Joe lo sa? Che ha detto lui?"
" niente, dovrò chiederglielo .... lo sa, ma non ha aperto bocca ..."
" pensi che abbia cambiato idea?"
" Non lo so ..." Anche Diana aveva i suoi dubbi.
" Mmh ... guarda il lato positivo ... avrai il seno più grosso per tua fortuna!"
"TAYLOR!" Urlò Diana rossa in viso:" ma che dici?"
" oh dai, le tue figliole saranno cresciute no?" le disse ironicamente Taylor, che sogghignava di nascosto.
Diana rimase leggermente scioccata, ma in effetti si accorse che la sua seconda naturale e abbondante si stava trasformando in una terza, piccola che fosse.
" In effetti ..." pensò, guardandosi sotto la maglietta la scollatura. Ma poi ritrasse il viso imbarazzata dal suo stesso corpo. Taylor nel mentre la chiamava:" Diana ci sei?"
" Si, si ..." fece lei frettolosa. Guardò nel vuoto della buia stanza leggermente illuminata dalla lampada da lettura celeste che la ragazza aveva acceso per non brancolare nelle tenebre, e uno sbadiglio interruppe i suoi pensieri. Guardò l'orologio; le tre del mattino.
" Torno a dormire ... speriamo di non fare di nuovo incubi! Notte Tay e scusami se ti ho disturbata."
L'amica le diede la buonanotte rassicurandola. Chiusero la chiamata. Diana tornò nel suo letto sempre silenziosamente, e chiuse gli occhi appena poggiò la testa al cuscino. Stavolta non sognò niente, solo nero. Perlomeno il subconscio la lasciò in pace per quelle poche ore.
Si svegliò appena il sole sorse all'orizzonte e un lieve raggio di sole le disturbò il sonno. Più che il sole, era stato un rumore strano, come un motore che si spegneva a svegliarla. Era diverso da quello della macchina di sua madre, e di certo non era la macchina di Robert.
" Saranno i vicini ..." pensò rimettendosi sotto le coperte, visto che erano appena le sei del mattino. Ma altro che vicini! Un attimo dopo il campanello suonò squillante. Un drin, un altro ancora seguito, e dopo una breve pausa, un altro squillo ancora. la ragazza si alzò irritata dal letto, scese le scale e chiese sulla soglia, con voce insonnolita:" Chi è?"
" C'è la signora Smith in casa?" tuonò una voce femminile dietro al porta. Diana aprì dubbiosa, e davanti a lei si presentò una ragazza sulla ventina,lunghi capelli neri che le ricadevano sulla spalle, un paio di occhi grigi che luccicavano sul volto affusolato, labbra perfette, vestita con una gonna sopra il ginocchio e una blusa rosa. Scarpe con tacco basso. Salutò Diana, che a differenza della donna aveva capelli scompigliati, pigiama rosa e ciabatte. Beh, si era appena alzata.
" Cosa posso fare per lei, signorina?" disse cercando di essere gentile Diana, e senza mostrare imbarazzo.
" Sei la figlia della signora Smith? Scusa l'ora, ma non potevo passare più tardi .."
" ma si figuri!" fece sarcastica Diana:" entri, non rimanga lì sulla porta ..." e fece accomodare dentro la donna che si guardò intorno curiosa. Dopo un pò si vide la madre di Diana scendere le scale, anche lei in pigiama e leggermente disastrata. Appena vide la donna le andò incontro gridando:" Jodie! Sei venuta!"
" Jodie? Non dirmi che è ..." Diana era sorpresa:" é la figlia della zia Mary?"
" Esatto, figliola ... lei è Jodie Cullen. La figlia di Mary." la madre presentò la donna, che si rivelò essere sua cugina.
Jodie le porse la mano cortese:" Jodie ... e tu sei ..."
Diana protese la sua mano:" D- Diana ..." fece timida stringendole la sua.
Si salutarono formalmente, ma non era timidezza ciò che bloccava Diana. Era stupore. Perchè quella donna, o per meglio dire sua cugina, era lì? 

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Capitolo 15
*** Chapter 29; Chapter 30 ***


Chapter 29
 
Jodie Cullen se ne stava lì, seduta sulla poltrona in salotto, alle sei e mezza del mattino, con una tazza di caffè in mano, la faccia rilassatissima lievemente illuminata dalla luce del sole che stava appena spuntando e un' espressione tranquilla in volto. Diana, seduta accanto a sua madre, ancora in pigiama, la guardava di sottecchi, inarcando il sopracciglio diffidente.
" Grazie di essere venuta ..." disse la signora Smith alla donna.
" Figurati, tutto per mia zia .." fece lei gentilmente. Diana intervenne nel discorso:" ok, non ci sto capendo niente ... anche se non credo ci sia molto da capire ... chi è lei? Anzi, perchè è qui?" chiese irritata più dal sonno che dalla presenza della ventenne.
" Diana, non essere scortese ... L'ho chiamata per un motivo preciso ..." rispose sua madre, abbassando lo sguardo come se provasse vergogna per quello che stava per rivelare.
La ragazza era sempre più tesa:" Eh ... allora?"
"Vedi .. sai che ho alcuni problemi ..."
"Non vorrai mica chiederle dei soldi? Mamma, non pensarci nemmeno!" disse Diana furiosa alzandosi di botto e facendo trasalire le due in salotto oltre a lei:" Se vuoi posso trovarmi un lavoro, ma non posso permettere che tu ti crei ulteriori debiti con altre persone, anche se sono nostri parenti!" le disse chiaro e tondo.
" Diana, siediti ... non è per quello, non me lo sognerei mai ... è per te che lei è qui ..." rispose la donna. Jodie continuava a stare zitta.
" per me? che intendi dire?" La ragazza incinta era confusa. Guardò Jodie con occhi sorpresi, lei ricambiò con sguardo calmo quella sorpresa.
" vedi ... non abbiamo abbastanza soldi per tenere ... oddio ..."
" So dove vuoi andare a parare ..." Diana aveva capito tutto, e strinse i denti:" mi rifiuto, li terrò entrambi ..."
" Tesoro! come farai?"la madre si voltò verso di lei e tentò di afferrarle le mani pietosamente, ma Diana respinse quel gesto.
" Ma non sei stata proprio tu a dirmi di tenerli quando avevo la testa piena di dubbi e incertezze su che futuro prospettare a mio figlio? E ora ti tiri indietro! Come posso affidare il mio stesso frutto a una sconosciuta?" indicò rivoltante Jodie, che stranamente non mostrò fastidio per quel chiaro insulto alla sua persona.
" Diana ..." fu Jodie a parlare:" ascolta tua madre prima di parlare ..."
" stai zitta! che ne puoi sapere tu?" le rispose scontrosa Diana. Ormai il suo cuore era colmo di rabbia, e le lacrime come al solito le pizzicavano le ciglia annacquandole la vista.
" Perchè mia madre aveva la tua stessa età quando mi concepì!" Jodie alzò la voce e si alzò di scatto dalla poltrona. La madre di Diana piangeva silenziosamente.
" So cosa provi perchè la mia ha provato le stesse cose .. lascia che ti aiuti!" le disse gentilmente tentando di avvicinarsi a lei. Diana si ritrasse bambinescamente, e improvvisamente corse su in camera sua. In fondo, si era sentita tradita da sua madre,che l'aveva sostenuta fino a quel momento.
Si buttò sul letto, e affondò la testa nel cuscino, e dando un'occhiata all'orologio si accorse che erano le sette meno un quarto, ora di svegliarsi. Ma di andare a scuola ormai non ne aveva più voglia.
" Al diavolo ..." era troppo giù di morale per farsi rivedere in quegli odiosi corridoi dove ormai la sua immagine era sinonimo di gossip per colpa di Miranda.
Decise invece di afferrare il cellulare, e di chiamare qualcuno. Il destinatario rispose con voce assonnata ma dolce:" Amore .. che hai? perchè mi chiami a quest'ora?"
" Joe ... ti prego vieni a casa ... stai con me... devo chiederti una cosa." le disse piangente Diana, le lacrime che bagnavano il cuscino. Il ragazzo gli rispose affermativamente e chiuse la chiamata. Lei si rimise sotto le coperte e pianse in silenzio.
Il campanello suonò dieci minuti dopo. La signora Smith e Jodie parlavano in salotto nel mentre, e appena la donna di casa vide che era Joe, trafelato, gli aprì la porta:" Diana è di sopra ... ti ha chiesto lei di venire?"
" Non ho tempo di spiegarle niente, signora ... mi scusi adesso." Oltrepassò la donna, e salì le scale di corsa, diretto verso la stanza di Diana.
Appena la ragazza sentì la porta spalancarsi e un fiatone capì che era arrivato il suo salvatore delle lacrime.
" Joe .. sei qui ..."
" Diana ..." Lui si avvicinò al letto della giovane e la strinse a sè dolcemente, baciandole la fronte:" Dimmi tutto."
" Tu ..."
" Se è per la mia decisione ...sappilo: non cambierò decisione, mai . Ora che sono addirittura due, non mi tirerò di certo indietro. Io le promesse le mantengo. Sappilo; sono l'unica persona che possa amarti in questo mondo." le sussurrò dolcemente all'orecchio. Il ragazzo sentì umido sulla spalla. Erano le lacrime di commozione, gioia e tristezza che Diana buttava fuori per quelle parole.
Un flebile grazie congedò il dialogo. E nessuna parola seguì all'abbraccio in cui si strinsero i due promessi sposi. Tranne una frase di Diana, repentina:" sposami ... subito."
 
Chapter 30
 
La frase che Diana aveva appena pronunciato sorprese Joe.
" Amore mio ... certo che ti sposerò ... ma dovremo aspettare .." le disse dolcemente.
" No, io intendevo subito ... oggi stesso." disse Diana in lacrime. Joe a quelle parole spalancò la bocca:" Tesoro ... ma che ti prende?"
" Cos'è? Ti spaventa l'idea? Pensavo mi amassi alla follia!" Diana sembrava sconcertata all'idea che Joe si stesse tirando indietro. Ma quello che ci capiva di meno era senz'altro il ragazzo.
" No! Non è quello ... é solo che ..." Si staccò da lei, e si sedette sul materasso, alzando gli occhi al soffitto:" vedi, mi hai chiamato così all'improvviso, senza neanche dirmi il perchè ... e di punto in bianco, mi chiedi di sposarti subito ... dimmi almeno come stanno le cose e perchè!" le disse un pò autoritario ma mantenendo un tono dolce. Lei lo guardò con occhi lucidi, si asciugò le lacrime, e si sedette appoggiando la schiena al muro dietro il letto, afferrando il cuscino in mano e stringendolo tra le sue braccia:" E va bene ... ma poi giurami che esaudirai questo mio desiderio ... è l'unico modo per evitare tutto ciò ..."
" Lo giuro, sul mio cuore."
" Ok .. hai presente quella donna insieme a mia madre di sotto?"
" Cioè quella ragazza?" Joe dovette fare sforzo nella sua testa per potersi ricordare di Jodie, visto che l'aveva solo vista di striscio pochi minuti prima. Tentò di focalizzarla:" Che è successo?"
" bene ... è mia cugina ... si chiama Jodie. E la mamma l'ha chiamata qui per ..." prese fiato, strinse ancora di più il soffice cuscino rosa e vi affondò il viso. La sua voce uscì attutita:" Poter darle in affidamento i miei bambini."
" Cosa? Ma ne sei sicura? Perchè?" Joe sembrava sconcertato:" Le hai spiegato come stanno le cose? Che sarò io a prendermi cura di loro visto che te l'ho promesso?"
" Si lo sa! Ma sai ... abbiamo alcuni problemi finanziari, e non penso si fidi delle nostre capacità ..." Diana sembrava scoraggiata. Joe intravide in quegli occhi neri coperti da ciuffi castani l'angoscia. Delicatamente scostò una ciocca dallo sguardo della ragazza e fece incontrare la notte degli occhi di Diana con il cielo dei suoi occhi azzurri:" Ti fidi di me?"
Diana arrossì a quel contatto così elettrizzante e annuì lievemente. Un bacio sulle labbra, leggero ma toccante sembrò toglierle ogni peso:" Aspettami qui ..." Joe si alzò, aprì la porta finora chiusa e scese le scale rapidamente. Si diresse in salotto, dove la signora Smith e Jodie stavano ancora discutendo silenziosamente.
" Signora Smith .. sappia che qualsiasi decisione lei possa prendere, io terrò conto alla mia promessa. Sono un ragazzo di fede, come mio padre, e se ho promesso a sua figlia che mi sarei presa cura di lei, così sarà. Non prenda decisioni avventate prima di poter consultare l'opinione degli altri. Diana non vuole abbandonare ciò che ha dentro di sè, me lo ha detto lei stessa, con il cuore in mano." Joe parlò tutto d'un fiato, messo davanti alla signora Smith che dopo aver sentito quel discorso pianse commossa con le labbra tremanti. Jodie guardava Joe con aria curiosa.
" Scusami ... tu sei ..." chiese al ragazzo.
" Joe, il fidanzato di Diana, e sappia che lei, signorina, non prenderà in custodia nessuno."
" Oh! Non sono così avventata! é stata mia zia a chiamarmi qui ... ma io non ho dato nessun tipo di approvazione, ma nemmeno un rifiuto. Quindi, adesso ti calmi, chiami Diana qui e ne discutiamo tutti civilmente. Ok?" disse lei, in tono assolutamente pacato. Joe rimase stupito dall'apparente freddezza di quella donna.
" E questa donna vorrebbe avere la custodia? Che tipa .." pensava Joe guardandola attentamente. Salì in camera e chiamò Diana, un pò riluttante. La ragazza all'inizio esitò, ma alla fine scese le scale e qualche minuto dopo si ritrovò seduta in poltrona con le gambe raccolte sul petto.
La signora Smith riuscì finalmente a parlare:" Prima non mi hai lasciato concludere niente ..." fece rivolta alla figlia, che non rispose, ma si aggrappò alla felpa verde di Joe che sedeva sul bracciolo della poltrona.
" Jodie, se vuoi puoi parlare tu ..." fece la donna a sua nipote. Jodie si alzò:" Volentieri .. dopo che la zia mi ha chiamato, io sono venuta sentendo quanto fosse preoccupata dal suo tono di voce. Venuta qui, lei mi ha chiesto un favore enorme; poter prendermi cura dei figli di mia cugina Diana, che a quanto pare ha solo sedici anni." Evidenziò Il numero " sedici" con quel suo tono monotono e freddo che sin da prima aveva fatto rabbrividire Joe.
" Ora .. vedo che la ragazza in questione sembra contraria a questa scelta, che potrebbe invece darle la possibilità di cambiare il suo futuro ..."
" non ho intenzione di dare qualcosa a cui tengo a una completa sconosciuta!" Fu Diana a Parlare, e sembrava rossa di rabbia:" prima di tutto, mia madre non mi ha chiesto nemmeno se fossi d'accordo o meno su questa scelta!"
" tesoro, ne avremo discusso insieme! ma tu non mi hai fatto nemmeno parlare poco fa!"sua madre intervenne cercando di trovare appoggio, ma incontrò subito lo sguardo fulminante della figlia.
" Si, ma non mi va lo stesso! Jodie è pur sempre spuntata dal nulla! io ne ho sentito parlare appena ieri! Come puoi pretendere che io possa essere d'accordo?"
" Sua figlia ha ragione." disse Joe, prendendo le parti della fidanzata:" E poi ci sono io che promesso fedeltà a sua figlia."
" Beh, vedo che la cosa non va come si era programmato ..." Fece Jodie, risedendosi di botto:"Io avrei comunque accettato, ma visto come stanno le cose ..."
" Jodie, aspetta!" la signora Smith sembrava disperata. Prese coraggio e si scagliò con le parole contro la figlia:" Signorina, hai sedici anni, abbiamo problemi finanziari e ti ostini a voler mantenerne due! Due! capisci? Non è una passeggiata!" stavolta sembrava molto più decisa di tutte le altre volte. Diana pareva terrorizzata da tuta quella foga improvvisa:" Permettile almeno di aiutarti ti prego!" e indicò Jodie, che come sempre era tranquillissima.
" No." Anche dopo quel discorso animato, Diana sembrava irremovibile.
" E sia ... ma ora ti propongo una cosa: se ne prendessi uno in custodia?" esclamò all'improvviso Jodie, di punto in bianco. Tutti gli sguardi vennero puntati su quella figura rigida sulla poltrona.
" Lei sta scherzando vero?" fu l'unica cosa che riuscì a dire Diana davanti a quella proposta così avventata data in un momento di crisi. 

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Capitolo 16
*** Chapter 31; Chapter 32 ***


Scusate se vi ho fatto attendere così tanto! E ora godetevi il capitolo!
E grazie a tutti quelli che hanno recensito! Vi ringrazio di cuore davvero!

Chapter 31

 
Quell'improvvisa proposta di Jodie, quella assoluta sconosciuta cugina che Diana conosceva solo da venti minuti lasciò perplessa la giovane.
" Stai scherzando?" le rispose, come se avesse appena sentito uscire dalla bocca della donna una notizia scandalosa. E di certo quella superava le sue aspettative di "notizia da capogiro".
" No, sono seria ... senti ..." Jodie si sedette, e appoggiò la testa allo schienale della poltrona:"tua madre è in difficoltà, tu hai appena 16 anni e aspetti non uno, ma due bambini, e nelle vostre condizioni economiche non penso riuscireste a sopravvivere ..."
" Mi stai scambiando per un esploratore nel deserto? Sopravvivere! é un parolone ... e poi potrò cavarmela benissimo anche da sola ...anzi .. noi due" Diana era fermamente convinta del fatto che lei sarebbe potuta andare avanti senza l'aiuto di nessuno. A parte .. quello di Joe.
" Dicevo così per dire ... tu li vuoi mantenere giusto? Beh! lascia che io mi prenda cura almeno di un bambino! ti alleggerirei il peso!" Ora, più che fredda e impassibile, Jodie sembrava una donna comprensiva, e stava come supplicando per avere l'affidamento di uno dei bambini. Ma Diana, anzichè ascoltarla, la guardò ancora più torva.
" Oh! ma quanto siamo magnanime!" esclamò sarcastica:" E sentiamo ... che dovrei dire a mio figlio, a quello che " dovrei" " E fece con le dita il gesto delle virgolette:" avere io? Che suo fratello è stato assegnato a un'emerita sconosciuta perchè sua madre non era capace di prendersene cura?No carina scordatelo. O tutto o niente."
Si era alzata per quel discorso, e la rabbia le ribolliva nelle vene. Avrebbe continuato ad aizzare contro la cugina, se Joe non le avesse detto di calmarsi.
" Diana, siediti, o ti stancherai troppo, e non gioverebbe a ... loro." le disse afferrandole delicatamente il pigiama. Lei si voltò verso di lui con sguardo stanco e si rimise al suo posto, portandosi le mani in fronte per tirarsi indietro i capelli in segno di stanchezza.
" tesoro ... forse è meglio se ne parliamo io e Jodie ..." disse sua madre:" Va a riposare ... per oggi puoi anche non andare a scuola." diede un colpetto a Joe e si rivolse a lui gentilmente:" Caro, portala di sopra, per favore ..."
Il giovane annuì silenzioso e spronò Diana ad alzarsi e ad andare in camera sua. Lei non oppose alcuna resistenza.
Ma prima che potesse varcare la soglia del salotto, Jodie le parlò:" Non puoi continuare a far finta di niente ... a scuola ormai tutti sapranno che tu sei in questo pasticcio non ti pare?" andò a colpire dritta in un argomento che Diana avrebbe preferito evitare con tutto il suo cuore. Sentì quelle parole che le trafiggevano il cuore come lame affilate, e si voltò di scatto con occhi odiosi. Il gesto fu così brusco che barcollò:" Ti fai gli affari tuoi?" le disse sprezzante, pronta a saltarle addosso.
Joe le teneva le spalle per cercare di calmarla, ma Jodie non sembrava voler fermarsi:" pensaci un pò .. qui tu non puoi più rimanere qui ormai ..."
" Fatti quegli emeriti cavoli tuoi! Tu non sai nemmeno chi io sia! come osi parlarmi così?" Diana aveva le lacrime agli occhi dalla rabbia.
" Se ci conoscessimo meglio, sono sicura che cambieresti idea sul mio conto ..." Jodie aveva addolcito il tono della voce, cercava in qualche modo di convincerla che la sua presenza non nuoceva a nessuno.
" Mi sono già fatta un'idea di te solo da questo incontro, e puoi star certa che tu i miei figli non li tocchi neanche morta! Cosa ti spinge a volerli così tanto?" La sedicenne era furiosa, e neanche le suppliche di Joe per calmarla funzionavano. Ma all'improvviso Jodie sembrò cambiare.
" perchè so ciò che stai provando!" sbottò:" Mia madre ha dovuto patire mille inferni per me! Io l'ho sempre ammirata tantissimo, e ora che mi si presenta l'occasione di poterle rendere onore, tu mi neghi questo!"
" Quindi io sarei una specie di ... cavia?" Ora più che furiosa, era confusa.
" No, che hai capito ... volevo solo dire che a me farebbe piacere aiutarti, anche con uno solo!" il tono di Jodie ora si era calmato molto, era tornato quello pacato di prima:" Terremo i contatti, e da grandi i due gemelli potranno tornare insieme con te ... lascia almeno che ti possa aiutare." sembrava supplicare quel permesso.
Diana la squadrò dall'alto in basso, e cercò di scrutare negli occhi della cugina. Infine restò zitta, sospirò e mugugno, voltando le spalle e salendo le scale lentamente. Joe la seguì fino in camera.
" Diana ..." tentò di aprire una conversazione con la fidanzata, ma lei si coricò sul suo letto e si mise sotto le coperte, senza parlare. Lui le si avvicinò lentamente, e si chinò per vedere il suo viso. Non piangeva, ma teneva gli occhi fissi al muro. sovrappensiero.
" Diana ..." la richiamò di nuovo, e le carezzò i capelli. Lei si voltò lentamente, lo guardò e tese le braccia in alto, contraendo il viso in una smorfia di stanchezza.
" sdraiati .. non ce la faccio più." sussurrò a Joe supplicante. Lui eseguì senza fiatare, si coricò accanto a lei nel bel letto matrimoniale e la strinse forte a sè.
" Hai ancora intenzione di sposarmi subito?" le chiese Joe mentre erano stretti. Lei non disse niente, ma Joe sentì la pressione della testa che accennava a un "sì".
" Capisco ..." sussurrò, e strinse l'abbraccio. E mentre il silenzio faceva da amico ai due giovani disperati, sotto la chiacchiera e la polemica accompagnavano i minuti tra la signora Smith e Jodie. Di che discorrevano così animatamente?
 
Chapter 32
 
Che situazione ... nel giro di poche settimane la vita monotona di Diana era cambiata radicalmente: Era rimasta incinta accidentalmente a causa di un ragazzo bullo, Joe le si era dichiarato, poi aveva scoperto che non erano uno, ma ben due bambini, e ora si era presentata Jodie, la cugina (Che casualmente si chiamava come la ginecologa, tranne per il carattere ben diverso) a "reclamare" il possesso di almeno uno dei suoi figli. Aveva l'appoggio di suo fratello, di Joe che prima o poi l'avrebbe sposata, e della madre, che stava per cedere a Jodie " la sadica" (come la sua mente l'aveva soprannominata in quegli ultimi secondi).
E come se non bastasse lei era confusa, davvero confusa. Non sapeva che strada prendere, sapeva solo che tutto quello non sarebbe dovuto succedere ... a lei, almeno. Forse ad altri avrebbe fatto un diverso effetto, non meno tragico del suo sicuramente.
E ora, in quel mattino appena iniziato, dove il sole penetrava tenue dalla finestra, e le carezzava il viso, lei stava lì abbracciata alla sua anima gemella Joe, che non osava palparla, la rispettava e amava. La consolava con dolci parole e carezze, e lei godeva del privilegio di quel calore così ricambiato.
" Sono così triste ..." disse sottovoce, stringendosi alla felpa di Joe e immergendo il viso nella sua spalla profumata.
" Ci sono io qui ..." le disse lui accarezzandola. Si distolse un pò per poterle guardare il viso:" E poi ricorda ... noi due siamo lo Yin e lo Yang, ci completiamo a vicenda ..."
Lei sorrise a quelle dolci parole, e poggiò delicatamente la sua mano sulla guancia di Joe:" hai ragione .. ma la situazione è tragica .."
" Ricordati che puoi contare su di me, e su tuo fratello, che ti ha sempre sostenuto ...Lui ti conosce come le sue tasche, sa cosa provi e saprà consigliarti al meglio ..."
" Già, Robert è il mio mito ... mi sento colpevole ..."
" perchè?"
" perchè ora deve badare a me, una sciagurata!" fece ironica. Joe aggrottò le sopracciglia.
" Non dirlo neanche per scherzo, non è colpa tua, ma di Michael." e nel pronunciare quel nome gli venne la pelle d'oca.
" Ormai lui si è pentito, e non penso che ora che Robert lo tiene d'occhio farà altre cazzate!" fece ironica e si accostò a Joe per baciarlo a stampo sulle labbra:" Tu cosa pensi di fare?"
" Troverò un lavoro solido ...così da poter mantenere tutti .. parola d'onore." fece lui deciso. Lei gli sorrise e continuò a fissarlo negli occhi, sdraiata e con una mano sotto la testa a mò di cuscino.
In quel momento, tra quel dolce silenzio, si sentì la voce della signora Smith squillare e chiamare Diana. Lei alzò la testa dubbiosa, fissò Joe che le fece spallucce, e scese giù per vedere cosa volesse la madre. Jodie non era più in casa.
" Che c'è? Di cosa avete discusso ancora tu e Jodie?" chiese Diana.
" Vedi tesoro ... lei vorrebbe davvero aiutarti, ma prima di tutto vuole conoscerti a fondo, cosi che possiate entrare in confidenza e tu possa decidere liberamente se accettare o no il suo aiuto .. così ... lei voleva proporti di andare a stare da lei per il periodo della gravidanza." spiegò sua madre, mentre le ragazza, in piedi sulle scale, per la sorpresa sarebbe caduta ruzzolando.
" Eh?!" riuscì a dire sconvolta a dir poco:" No dico ... hai bevuto!"
" non parlarmi così!" la madre la rimproverò:" E poi se vuoi Robert potrà venire con te .."
" Robert? Ma è stato lui a dire ..."
" lui ha detto di sì, Michael tornerà dal padre e andrà a lavorare. Dovrà lasciare la scuola, purtroppo .."
" Come io del resto ..." pensò Diana. Non poteva di certo andare a scuola con una pancia più grande della sua testa e girovagare per i corridoi camminando come un pinguino zoppo!
" Neanche tu del resto .. oggi stesso provvederò al tuo ritiro ..." disse la madre:" Se accetti la proposta di Jodie, dimmelo, che partirai subito. Lei abita in una casa in campagna, è un posto tranquillo dove poter passare 9 mesi di pace ... vedrai ti gioverà." tentava di convincerla, ma Diana non sembrava molto convinta lo stesso.
A quel punto anche Joe scese dalle scale. Aveva sentito tutto.
" Diana .. secondo me, dovresti perlomeno darle una chance, poi sarai libera di scegliere." disse in un filo di voce, passandole accanto. Lei lo guardò stranamente:" Come fai a dirmi questo?" fece.
" Non sto dando corda a tua cugina, ma di certo non puoi rimanere in città senza essere additata da tutti. Provaci." le disse dolcemente.
E in effetti, Joe aveva ragione. la sua immagine era rovinata, se nel giro di nove mesi fosse sparita dalla vista tutti l'avrebbero perlomeno dimenticata. In un modo o nell'altro.
" Ah ..." Sospirò, si morse il labbro e rassegnata acconsentì:" E sia! ma se non voglio rimanere lì, tu vieni a prendermi intesi?" Disse come soggiogata da quelle suppliche. La madre quasi saltò dalla gioia, e Joe l'abbracciò:" Mi mancherai .."
" anche tu .. ma qualche volta vieni a trovarmi!" gli disse un pò triste. Lui annuì silenziosamente e le baciò al fronte.
La madre andò a chiamare Robert, che saputa la conferma di Diana era corso a fare le valigie, e anche la giovane era corsa in camera sua per fare i bagagli. Jodie venne avvisata. Non nascose la gioia nel sentire che la ragazza aveva accettato. 

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Capitolo 17
*** Chapter 33; Chapter 34 ***


Chapter 33
 
Quella sera stessa i saluti per i due fratelli furono brevi, ma con tanti di quegli abbracci da bastare per un anno. Joe e Taylor furono i più tristi nel vedere la giovane, con la pancia ancora ai primi stadi della gravidanza, in giacca rosa e scarpette davanti alla porta, con ai piedi i bagagli necessari.
Joe la raccolse a sè varie volte prima di poterla lasciare andare. Anche Diana era triste di doverlo lasciare, lo abbracciava stretto di modo da portarselo con sè.
" mi mancherai tanto ... vieni a trovarmi qualche volta ..." gli disse Diana, nel pieno dell'ultimo abbraccio.
" Ci puoi contare ... è un arrivederci .. e se stai male chiamami che vengo subito a prenderti!" le disse Joe con voce triste. La guardò negli occhi e si diedero un ultimo bacio, un pò spinto ma tenero. Diana aveva le lacrime agli occhi, e pianse quando dovette abbracciare Taylor, in preda ai singhiozzi.
" amica mia!" Taylor le si buttò addosso, e le due si strinsero forte, il lacrime entrambe:" Verrò a trovarti!"
" Ci conto! A presto!" si dovettero staccare. Per la signora Smith non ci furono piagnistei ma raccomandazioni. E alla fine Diana e Robert poterono salire in macchina, alla volta della villetta di Jodie, "Lonely Valley". Michael era mancato ai saluti.
Il viaggio non durò tantissimo. La casa della cugina era poco distante dal paese lì vicino, che non distava nemmeno 20 minuti dalla città di Diana. Dopo mezz'ora erano già arrivati, e per tutto il viaggio non avevano aperto bocca. Forse erano stanchi dal viaggio, o forse non avevano voglia di discutere.
La villetta si chiamava Lonely Valley, " Valle Solitaria". Diana appena la vide pensò subito che il nome era azzeccatissimo; la villetta, situata su una piccola collina immersa tra i mandorli in fiore, era del tutto fuori dal mondo, un' immersa costruzione color panna rifinita di blu e ciano sui bordi dei cornicioni, che si stagliava più alta dei rami ricoperti di fiori bianchi e di foglioline verdi dei mandorli che la attorniavano. Una piccola terrazza al piano superiore proiettava la sua enorme ombra al di sotto dei gradini che portavano all'attico della villetta. Quella dimora dava l'impressione che lì dentro ci abitasse chissà quale marchese o duchessa. Aiuole di tulipani e rose canine attorniavano i muri della casa, e ai balconi delle numerose vetrate della casa stavano gerani o semplici e graziose pratoline. Sotto i cornicioni si potevano intravedere nidi di rondine e ogni tanto qualche storno di uccelli aleggiava lì intorno. Tra i mandorli stava una grossa quercia che si distingueva dal resto degli alberi per la grossezza del tronco sia per l'intreccio dei rami che filtravano la luce del sole prossimo a tramontare. Attaccata a uno dei rami stava una vecchia altalena, sostenuta a stento da un catena lunga arrugginita. Il legno dell'altalena era tutto consumato.
" é ... bellissimo!" disse Diana sbigottita da quel paesaggio surreale. E anche Robert era nella sua stessa situazione. Ma furono così presi nel vedere la magnificenza dell'edificio che non sentirono i latrati e l'abbaiare di un grosso pastore tedesco, che si era impennato sulle due zampe posteriori e furioso aizzava verso i due arrivati.
" Shadow! a cuccia!" tuonò una voce femminile. E i due si ridestarono dalla trance. Era Jodie, che si era accorta dell'arrivo dei due dall'abbaiare continuo del suo cane. Robert e Diana la salutarono con un cenno della mano.
" Salve ragazzi ... scusate per l'accoglienza a dir poco rumorosa!" si scusò la giovane raggiante in viso.
Si avvicinò al grosso cane, che sotto l’ influsso delle carezze scodinzolò tranquillizzato, e si posò a terra supplicante coccole, che vennero date a volontà.
" é così bello ... mia madre odia i cani, dice che ..."
" Fanno rumore! lo so, conosco mia zia, è sempre stata così!" Jodie aveva completato la frase di Diana. La giovane rimase un pò perplessa, ma poi accarezzò il manto scuro del cagnolone, che sotto le carezze mosse la coda festante.
" Shadow è davvero un bel nome ... quanto sei bello!" Diana si rivolse al cane con un tono di voce idiota, e gli accarezzava il busto coccolandolo. Lui protendeva il muso per annusarla e non mancava di sfiorarle il naso con la lingua.
" Gli stai simpatico!" disse Jodie osservando la tenera scena. nel mentre Robert aveva tolto i bagagli dal cofano e li aveva portati nell'attico di legno. C'erano una seggiola trapuntata a dondolo, e vari vasi di aloe e gerani.
" Questo posto è molto bello ..." disse il giovane, guardandosi attorno.
" Questo è solo l'inizio .. il bello deve ancora venire ... Andiamo dentro su." Jodie incitò gli ospiti ad accomodarsi dentro la villetta. E non mentiva riguardo al fatto che il fuori era solo l'inizio. L'interno era davvero bellissimo: appena entrati, i giovani vennero investiti dal torpore del fuoco scoppiettante che bruciava nel camino di marmo intarsiato di angeli che suonavano il corno. Sul camino stavano appoggiati diversi oggetti di rame; teiere, vassoi e tazze, e sopra ci stavano appesi due fucili a canne mozze, lucidati e di corno. L'arredamento era lussureggiante; Il divano era il tappezzeria rosso porpora, largo ed era fiancheggiato da due poltrone a braccioli riccioli, entrambe rosso porpora. Al centro della stanza, dove il pavimento era adornato da un pregiato tappeto persiano, stava un tavolino basso di legno di mogano su cui era appoggiata una scacchiera di cristallo. Il colore delle pareti era di un caldo bordeaux e c'erano quadri raffiguranti paesaggi e ritratti di donne appesi alle pareti. Da un passaggio senza porta si poteva giungere alla cucina, costituita da un grande banco centrale. La classica "isola da cucina". Pentole, padelle e mestoli erano appesi a ganci al soffitto di legno. E grandi vetrate illuminavano lo spazio della cucina. la sala da pranzo, costituita da un grosso tavolo per dieci persone, in legno di castagno, era a pochi passi dalla cucina, e ci si poteva accedere grazie a un altro passaggio senza porta.
Al piano di sopra, al quale si potè giungere grazie a delle scale di granito a spirale, stavano la camera da letto, le camere per gli ospiti e i bagni. C'era anche un'altra stanza, che Diana e Robert poterono vedere solo di sfuggita; Jodie disse che quella era la stanza della madre, e per lei era sacra. Nessuno vi poteva accedere, tranne lei stessa.
"E cosa ci tieni lì dentro?" chiese Diana incuriosita.
" é l'unico ricordo che mi rimane di mia madre .. quindi il suo fantasma e ogni cosa di lei, i gioielli, il letto che è sempre rimasto lì come lo ha lasciato sedici anni fa ... a volte ci entro solo per arieggiare, ma non tocco niente ... rischierei solo di contaminare il suo ricordo ..." A Jodie vennero le lacrime agli occhi, ma se le asciugò il fretta. La pendola del salotto suonò le otto in punto.
" é ora di cena! Il resto ve lo farò vedere domani" Disse frettolosa. Diana e Robert si guardarono perplessi, ma alla fine liquidarono tutto con un accenno di spalle.
Misero i bagagli in camera loro, e scesero per la cena. Era loro tre, e la serata si profilò animata. Ma più che altro, I due chiesero alla cugina, come mai abitasse lì da sola.
" Non lo so ... mi piace la solitudine .." si limitò a dire lei, tra un boccone di pollo e l'altro. E i due fratelli non poterono fare altro che guardarsi strano e continuare a mangiare.
Andarono a letto subito per la stanchezza, ognuno nella propria camera. Diana, appena vide quel grandissimo letto in camera sua, ci si buttò sopra, e si accoccolò addormentandosi all'istante. Fece sogni tranquilli, per una volta tanto. E pensò davvero, che in fondo quel soggiorno di nove mesi le avrebbe giovato.
 
Chapter 34
 
Il mattino seguente, Diana venne svegliata non dalla sua rumorosa sveglia, ma dal lontano cantare di un gallo all'alba. Si stropicciò gli occhi si stiracchiò e la luce del sole appena sorto la investì. Anche se era appena l'alba si svegliò lo stesso, scese dal letto e lievemente insonnolita, andò in bagno a sciacquarsi la faccia reduce da una nottata coi fiocchi. Si lavò per bene, e decise di scendere giù e andare a sedersi sulle seggiola nell'attico, mentre la brezza mattutina le avrebbe rinvigorito l'animo. Scese lentamente le scale, e aprì lentamente il portone d'ingresso. Il resto della casa dormiva ancora. Il portone per sua fortuna non cigolò e lei potè uscire al fresco. Venne investita da una dolce brezza fresca, che le fece venire i brividi. Il paesaggio al mattino era suggestivo: Il sole filtrava tra i rami dei mandorli proiettando sull'erba marzolina piccole ombre nere. L'altalena dondolava cigolante. Lei si sedette sulla seggiola che aveva visto la sera prima, abbandonò la testa al cuscino che la rendeva più comoda, e chiuse gli occhi rilassata. Shadow dormiva ancora , e si sentivano i suoi respiri calmi e regolari. In quella pace Diana si sentiva in paradiso.
" In fondo non è male stare qui ... e potrei anche conoscere meglio Jodie ... ma per ora ..." pensava ad occhi chiusi." la decisone di affidarle uno dei miei futuri bambini è solo mia, e per adesso niente da fare ..." In fondo, non si era dimenticata il vero motivo per cui si trovava lì; se avesse avuto fiducia nella cugina, avrebbe accettato di darle in affidamento uno dei suoi figli, tenendo sempre i contatti e assicurandogli così una vita diversa. Ma era solo agli inizi, quello era il suo secondo giorno in quella nuova casa. Per il momento non sentiva nostalgia di casa, ma ogni volta che sfiorava il ciondolo Taoista che portava al collo sentiva una lieve fitta al cuore; Joe non era lì, iniziava a mancarle.
" Chissà cosa stara facendo a quest'ora ... dormendo forse ..." pensava in preda a un lieve senso di tristezza. Lui la amava, e lei ricambiava quel dolce sentimento. Ma la lontananza avrebbe giovato o recato danno a loro due? Non era gelosa, ma c'era pur sempre il rischio!
" Mmh ... sarà una lunghiiiiiiiiiiiissima vacanza!" si disse sbuffando. Rimase ancora un pò lì, e in breve venne raggiunta da Robert, che si era svegliato a causa del cigolio della catena dell'altalena. La vide sovrappensiero dallo spiraglio della porta.
" Qualcosa non va? Come mai sveglia a quest'ora?" le chiese, e lei si riprese dal suo stato di semi veglia.
"Oh! Buongiorno ..." fece sobbalzando dalla sorpresa:" ... niente, non avevo sonno e così ... sono venuta qui fuori. Ma va tutto bene, più o meno ... tu?"
" Quella!" disse indicando l'altalena vecchia. Diana rise sotto i baffi. Poi Robert si sedette accanto a lei:" hai ancora le nausee?"
" Non molto spesso .. ora le tollero di più ... Ma in compenso ho sempre fame." E dopo quella frase, un brontolio cupo ruppe il silenzio. lei si guardò il ventre e arrossì:" Come adesso."
" Anch'io credo ... dai andiamo a mangiare. Jodie è già sveglia." Robert si alzò seguito da Diana, e i due rientrarono dentro. Dalla cucina proveniva un invitante odore di latte e caffè.
Jodie era in accappatoio e aspettava che il caffè uscisse. La teiera dell'acqua per il thè iniziò a fischiare sul fornello.
" Giorno ragazzi! Dormito bene?" fece lei, andando a spegnere il fornello. Loro annuirono e si sedettero sugli sgabelli di legno del piccolo banco della cucina. Jodie porse a Robert una tazza di caffè fumante.
" Non penso che tu ne possa bere, Diana .. farebbe male al nascituro." Disse Jodie spiegando il motivo del suo gesto. la ragazza fece spallucce:" In fondo il caffè non mi piace granché. Passami il the o il latte."
" Eccoti." E Jodie le porse una tazza grande di latte riscaldato. le porse cereali e croissant. la giovane iniziò a mangiare avidamente, sotto lo sguardo curioso di Jodie che sorseggiava la sua tazzina di caffè.
" Grazie mille ..." fece la ragazza, con il boccone ancora pieno, dopo aver vuotato il bicchierone di latte. Robert sorrise divertito, e Jodie alzò le ciglia in segno di gratitudine.
" Allora .. cosa ci farai vedere oggi?" disse Diana dopo aver inghiottito.
" Alcune stanze della casa e il retro." disse Jodie intenta a lavare i piatti.
" Oh bello." si limitò a dire la ragazza. Si alzò a aiutò Jodie ad asciugare le stoviglie. Robert sgattaiolò via a curiosare per la casa, senza che le donne se ne accorgessero.
E se ne accorsero solo quando sentirono un rumore di libri cascanti provenire da una stanza. Le due corsero a vedere cosa fosse successo, e Diana scoprì la biblioteca, una delle stanze che non aveva ancora visto; una stanza grande illuminata da finestre che davano sul retro della casa, costituita da un tavolo centrale, uno scaffale stracolmo di libri che ricopriva l'intero perimetro della stanza che non fosse occupato dalle finestre, e un tavolo al centro dove erano poggiati alcuni libri grossi come mattoni. Distanti stavano due poltrone di velluto color panna e al centro di esse una lampada da lettura. Il rumore era stato dato da Robert che aveva rovesciato un quantitativo enorme di libri per terra, sul tappeto rosso sgargiante che tappezzava il pavimento. L'aria odorava di stoffa, cuoio e tabacco, un odore intenso ma piacevole.
" Robert!" fece Diana andando ad aiutarlo a sistemare i libri.
" Non l'ho fatto apposta!" fece lui scusandosi rosso in viso. Jodie entrò e si avvicinò alla finestra. per guardare fuori.
Dopo aver sistemato i libri, Diana le si avvicinò:" Come mai odora anche di tabacco questa camera?"
Lei si volse alla ragazza con sguardo pacato e assorto:" La mamma fumava tabacco ... la stanza è ancora pregna dell'odore dell'erba ... ne fumava un pò mentre leggeva ogni sera ... Me lo ricordo ancora nonostante avessi appena tre anni." si immerse nei suoi ricordi e un velo di malinconia le velò le palpebre grigiastre.
" Come mai tua madre si era trasferita in questo luogo sperduto?" le chiese Diana.
" Mi disse che le piacevano la solitudine e la tranquillità .. e avendo preso questa casa in eredità dal padre, è venuta ad abitare qui dopo essersi accorta di essere incinta ..."
" E .. tuo padre?" Diana calcò un tasto dolente.
" Beh ... sono come i tuoi bambini... mio padre non mi volle al suo fianco, ma a differenza di Michael che ha ammesso la sua colpa, il mio non volle proprio saperne. Non ho più notizie di lui da tempo ... disgraziato." digrignò fra i denti delusa.
" Mi dispiace..." Si limitò a dire Diana. Non sapeva questo lato di sua cugina, e per un pò le fece pena. In fondo era come un cane abbandonato sull'autostrada da un padrone stufo. Era come lei. Un 'anima in cerca di aiuto.
Le sfiorò la mano stretta a pugno come per infondere a Jodie un pò del suo coraggio.
" Spero di poterti conoscere a fondo ... siamo simili dopotutto." le sussurrò lievemente socchiudendo le palpebre nerissime. Jodie rimase affascinata da quello sguardo così dolce e sorrise a sua volta. Robert guardava le due cugine intenerito, mentre riponeva l'ultimo libro sullo scaffale. 

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Capitolo 18
*** Chapter 35; Chapter 36 ***


Scusate il ritardo, ma non scrivo sempre e faccio fatica a volte a continuare la storia perchè devo trovare l'ispirazione! Buona lettura e grazie a tutti quelli che leggono o recensiscono!


Chapter 35

 
Uscirono dalla biblioteca, rientrarono in cucina e Jodie andò verso una porticina vicino al lavandino.
" venite, vi mostro il retro." fece abbassando la maniglia bianca. Aprì la porta e un immenso giardino recintato soggiunse agli occhi dei due fratelli, che uscirono cauti fuori per gustarsi lo spettacolo degli occhi. Era una specie di prato immenso recintato a steccato di legno, o qualunque cosa fosse ciò che si vedeva in lontananza attorniato da rovi di more e cespugli di rosa canina. Se si voltava il viso e destra e a sinistra, si potevano intravedere i mandorli della facciata principale sporgere con i loro rami su quel piccolo giardino. Era enorme, ricoperto di tenera erba e al centro del giardino ci stava un albero, una quercia secolare enorme, che si muoveva al soffio lieve del vento e scuoteva i suoi grandi rami ombrosi come se salutasse i due nuovi arrivati. Alberi più piccoli ma alti lo stesso attorniavano il recinto.
E ai muri della villa erano piantati in delle aiuole tulipani rosa e blu, ortensie dei due colori differenti in cui si può presentare, e un rampicante di edera cingeva una delle vetrate del pianterreno con le sue piccole foglie verdi, risalendo il muro e arrivando fino a un balcone del piano di sopra.
" Wow ..." fu l'unica cosa che riuscì a dire Diana vedendo quello spazio surreale.
" Cugina!" Esclamò Robert estasiato:" ma tu vivi in paradiso!"
" No, A Lonely Valley!" fece lei ironicamente. Uscì sul soffice prato e andò ad accarezzare i petali delle ortensie che emanvano un odore semplice ma buonissimo. Diana passeggiò su quell'erbetta fresca e volle togliersi le scarpe per potersi far accarezzare i piedi dagli steli verdolini bagnati di rugiada mattutina. Fece come aveva programmato, e un solletico piacevole le sconvolse i piedi. Saltellò come un pastorello alla volta della grande quercia. Era davvero enorme, sovrastava tutto con maestria, sembrava che quell'albero centenario fosse l'indiscusso padrone di quel posto. Diana ne accarezzò la ruvida corteccia, e immerse i suoi sensi nella fragranza selvaggia che quell'albero emanava. Robert passeggiava lì vicino, soffermandosi a guardare i fiori e i petali di mandorlo trasportati lì dentro dal vento.
E giunto che fu allo steccato di legno che cingeva la proprietà, sentì uno scrosciare, un suono intenso e continuo, come un fragoroso boato, debole ma udibile anche a lunga distanza. Sentì odore di erba bagnata, di bosco.
" Jodie! ma qui vicino c'è un ruscello?" domandò perplesso alla cugina. Lei alzò la testa:" Si, se vuoi andare a vederlo passa da quel cancelletto lì vicino." Gli indicò col dito un piccolo cancello in legno avvolto nelle radici di un cespuglio di mirtilli, ma ancora funzionante, dato che le ante si potevano aprire. Lui si avvicinò e spinse delicatamente.
" Avanza dritto davanti a te, e te lo troverai di fronte. Se seguirai la corrente troverai un piccolo laghetto molto carino." gli urlò Jodie. Lui annuì con la testa e uscì dal recinto. Come la cugina aveva detto, si trovò in men che non si dica su un sentierino spianato che portava direttamente al ruscelletto, visibile da quella distanza. Avanzò, e nel giro di un minuto vedeva riflessa la sua immagine di venticinquenne nello specchio d'acqua cristallina del piccolo ruscelletto. L'acqua scorreva veloce, senza impedimenti di ciottoli o alghette. Era limpidissima, e al tatto risultò fredda come il ghiaccio. Il fiumiciattolo era di dimensioni ristrette, e si poteva giungere all'altra sponda con un balzo ben assestato. per Robert sarebbe bastato un passo per arrivare dall'altra parte.
" Carino ..." pensò, gustandosi la freschezza di quell'acqua potabile e pura:" Ora vediamo questo 'laghetto' " Come suggerito dalla cugina, seguì la corrente che portava verso la sua destra. Fiancheggiò il fiumiciattolo senza incontrare ostacoli, solo qualche ramo sulla sponda, e delle pietre non troppo scivolose. E in breve, ai suoi occhi si presentò qualcosa di veramente bello: Un piccolo laghetto, cinto da giunchi, chiudeva il passaggio al ruscello. Era un specchio d'acqua piccolo, nel quale veniva riflesso il sole e gli alberi e arbusti che lo circondavano tutto. Un salice piangente vicinissimo a Robert toccava con i suoi lunghi rami lo specchio d'acqua, e quando si muovevano col vento, dipingevano lievemente cerchi nell'acqua, che andavano disperdendosi nel giro di pochi secondi. Robert riuscì a intravedere qualche pesce che sguazzava in quella pozza, e ebbe la fortuna di intravedere un'anatra che galleggiava placidamente. Tutto quello gli sembrò veramente spettacolare. Si appoggiò al tronco del salice, vi si sedette e appoggiò la testa al tronco per rilassarsi ,senza preoccuparsi del brulichio di formiche sotto di lui. Si scostò abbastanza per non sentirsele addosso e restò lì, fermo e sereno.
Intanto Diana stava ancora contemplando la quercia in giardino. E notò solo dopo un pò che una scaletta pendeva da uno dei rami. Si voltò verso Jodie, e la vide intenta a curare i fiori togliendo qualche ramo appassito. La tentazione di salire sopra l'albero venne: si rigirò per controllare, e con passo felino si mise sotto la scaletta, leggermente in alto rispetto a lei. Spiccò un saltò e si aggrappò al legno che fungeva da gradino. Fece un piccolo sforzo per non rischiare di cadere, ci si aggrappò per bene e spingendo come poteva risalì la scaletta ancora in buone condizioni, fino a giungere a un ramo grosso e resistente. Giunta in cima, ci si aggrappò, provò a stabilire equilibrio, e sedutasi sul tronco sicuro, si appoggiò alla corteccia, esausta.
" Speriamo di non cadere ..." pensò, notando quanto fosse arrivata in alto. In effetti, era un bel salto.
Diede uno sguardo attorno e non potè fare a meno di spalancare gli occhi esterrefatta: godeva infatti di un paesaggio bellissimo. L'albero era così ben messo, che lei poteva vedere oltre gli alberi che circondavano il lontano limite del giardino. Vide la cittadella vicino alla villa: piccola, infossata in una valle nascosta al mondo intero. Non compariva sulle carte geografiche, e i tetti rilucevano sotto la luce del sole. Dietro il paesano davvero piccino, si stendeva una grande pianura coltivata in parte, o ricoperta per la maggior parte da boschi di conifere. Si sentì avvolta da quella brezza che spirò mentre lei assaggiava con gli occhi la prelibatezza della fragranza rustica che proveniva da quel villaggio in lontananza. Vide anche un campanile, una piccola chiesetta.
" Voglio sposarmi lì." pensò, e il suo pensiero volò a Joe. Sorrise teneramente a quell'idea così romantica,e continuò a ammirare il paesaggino.
Insomma! La casa di Jodie offriva tantissime opportunità di svago e di bellezza agli occhi dei due giovani. Ma non sarebbe bastato di certo cotanta bellezza a convincere Diana della sua "promessa", che più che promessa era un condizione. Aveva stabilito che quel luogo era adatto a lei, ma la proprietaria era all'altezza delle sue prospettive? Forse, ma c'era tanta strada ancora da fare. Quindi non aveva fretta.
Decise di scendere, e con delicatezza scese gli scalini, e per fortuna atterrò incolume a terra. Jodie non si era accorta di niente, Robert era ritornato dal laghetto e la sua faccia traspariva serenità.
Corse verso di lui:" Dove sei stato?"
" In paradiso .. tu?"
" Lo stesso ... " fece lei sorridente ammiccando. Lui fece lo stesso e le cinse le spalle con il braccio sinistro.
" Che vogliamo fare?" chiese Robert indeciso. Diana si morse le labbra:" Non so ... Rientriamo in casa." rispose.
I due si incamminarono e rientrarono dentro. Jodie li guardò entrare sorridendo e piantò i fiori rientrando anche lei.
" Allora .. come vi sembra?" disse infine, chiudendosi la porta alle spalle. I due sorrisero compiaciuti. Lei fece lo stesso.
" Dovrei scendere giù in città .. volete venire?" chiese la donna di punto in bianco. I due annuirono convinti, E Jodie afferrò le chiavi di casa e della macchina. Salirono e andarono in paese. Robert in macchina guardò il display del suo cellulare, vide la data: 26 marzo.
Ammiccò un sorriso e diede un'occhiatina a Diana, ignara di quel bel sorrisetto.
" perfetto." disse tra sè e sè il giovine.
 


Chapter 36
 
La cittadina dal nome sconosciuto era in stile medievale, piccola e graziosa, racchiusa in un boschetto di conifere che la nascondeva agli occhi del mondo restante. Non superava i mille abitanti, e tutti per strada si salutavano come vecchi amici, parenti e compagni. C'erano botteghe, case altissime di pietra,una piazza lastricata di granito dove i vecchi passavano la mattinata crogiolandosi al sole di marzo, e bambini aggrappati alle gonne delle madri. Era uno di quei posti in cui tu andresti a vivere se volessi passare la tua vita in perfetta tranquillità. Diana non si stupì che Mary avesse passato la sua vita invisibilmente in quel posto. Era davvero molto carino.
Poco fuori dal paese, stava la piccola chiesa che Diana aveva intravisto dall'alto della quercia. Una modesta chiesetta di campagna, tenuta in buone condizioni, e ideale per una cerimonia intima. Forse era proprio quello che attirava Diana. Si sarebbe potuta sposare senza destare clamore.
Dovevano semplicemente fare la spesa giornaliera, dunque scesi dalla macchina si diressero alle botteghe di alimentari. Prima di andare Robert, però, bisbigliò qualcosa all'orecchio di Jodie. Lei lo guardò stranamente, e gli indicò una via davanti a sè. Diana si voltò verso di loro e chiese cosa stessero confabulando.
" Oh, niente sorellina .. visto che io sono un uomo e di spesa non me ne intendo come voi donne .. ho deciso di fare un giretto." disse lui con fare spavaldo.
" E perchè Jodie ti ha indicato quella via?" chiese la sorella guardandolo male.
" Così ..." rispose lui circostanziando la risposta. Poi veloce diede i saluti e si incamminò verso la stradina indicatagli da Jodie.
" Mah .." Diana sospirò, e visto che Jodie era già dentro la bottega, entrò anche lei per non restare sola.
La spesa non durò tantissimo, dopo neanche venti minuti le due ragazze avevano le mani piene di buste per la spesa. Robert non era ancora tornato dal giro, così le due donne decisero di caricare le buste in macchina e di andare a fare una passeggiata. Avrebbero così parlato e si sarebbero conosciute meglio.
Si assicurarono che la macchina fosse al sicuro e si diressero verso il centro.
" Che bella giornata .." Jodie tentò di aprire il dialogo. Diana aspirò l'aria a pieni polmoni, espirò e disse:" Hai ragione .. l'aria è così profumata .." fece estasiata. Non tenevano conto della loro meta, camminavano rasente i muri, mentre le poche macchine passavano e qualche mano salutava dal finestrino Jodie o qualche altro passante.
" In questa cittadina tutti conoscono tutti?" domandò Diana. Jodie disse di sì, in fondo erano poco più di mille abitanti. La città era piccola e tutti si davano una mano.
" Inoltre è un posto tranquillo ... ti piacerebbe venire ad abitare qui?"
" Oh, si ... ma forse sentirei nostalgia di casa ..." rispose pensierosa Diana:" ma anche questo è davvero un bel posto."
" Già ... hai pensato alla proposta che ti ho fatto?" le chiese a bruciapelo Jodie. Diana restò stranita non poco, ma poi sospirò:" Un pò ... per ora niente, ci siamo appena conosciute cugina ... ma non sarebbe male far crescere uno dei miei figli qui ... ma ... ne sentirei la mancanza."
" Sei libera di fare la tua scelta e anche se non dovessi affidarmene uno, sarai comunque soddisfatta di aver passato un bel periodo di tempo." fece Jodie contenta. Diana le si voltò e le sorrise. In fondo, la cugina era buona con lei, e nonostante prima l'avesse catalogata come una persona acida, ora si stava accorgendo di quanto in verità fosse una brava persona.
" Mi porti alla chiesetta?" chiese Diana curiosa. Jodie alzò le spalle e la guidò verso l'edificio. Dovettero svoltare verso un vicolo stretto, poi salirono una grande scalinata che conduceva alla piazza principale. Da lì dovettero scendere un'altra scalinata, svoltare diverse volte a sinistra, e dopo un pò di cammino, giunsero a uno spiazzo erboso, quello dove si ergeva la chiesetta. Da vicino sembrava vecchissima come all'interno. Diana e Jodie entrarono in silenzio, fecero la genuflessione. Non c'era anima viva e i loro passi rimbombavano nel riverbero dell'alto soffitto della chiesa. Diana passò tra le file dei banchi deserti, Jodie decise di inginocchiarsi in fondo e di pregare un pò per sua madre. Giunta che fu ai piedi dell'altare, Diana guardò che nessuno vedesse cosa volesse fare, e mise in scena il suo matrimonio. Sarebbe stato buffissimo vederla mentre tendeva le mani verso un immaginario Joe, bisbigliava "Lo voglio" e camminava soavemente come se avesse il vestito nuziale addosso. Si divertiva e quel gioco le faceva dimenticare ogni suo problema. Avrebbe continuato all'infinito, ma un rumore sordo di passi la fece sobbalzare.
" Benvenute." fece una voce grave ma benevola. Era in parroco, nella sua tonaca nera, un uomo sulla sessantina con un barba incolta grigiastra e due occhietti cerulei vispi. Diana arrossì di colpo vedendoselo arrivare all'improvviso durante la sua "Commedia" e si inchinò per scusarsi.
" Non preoccuparti ... hai qualche problema figliola?" fece lui accostandosi alla giovane. Lei arrossì:" Qualche sarebbe leggero .. diciamo che in questo periodo la mia vita è piena di problemi."
" Che il Signore ti possa aiutare a risolverli ... vedo che una nuova vita si cela in te ." fece l'uomo osservando la pancia di Diana.
" Si, una cosa che non ho voluto spontaneamente padre .. ma ora accetto ciò che ho dentro." fece lei sorridendo e accarezzandosi il ventre. Lui sorrise e le posò una mano sulla testa:" Brava."
" Ora dovrei andare padre ... si è fatto tardi." fece lei guardandosi l'orologio e constatando che erano già le undici. Lui sorrise e la salutò. Jodie nel mentre l'aspettava fuori.
" Come ti è sembrato il parroco?" le chiese.
" Mi piace .. si! penso proprio che mi sposerò qui!" fece la ragazza felice:" Ora torniamo .. penso che Robert ci stia aspettando."
Le due giovani tornarono in fretta alla macchina, e lì trovarono Robert appoggiato con la schiena al veicolo, in attesa e con una busta tintinnante in mano.
" che hai comprato?" gli chiese Diana intenta a sbirciare dentro il sacchetto. Lui ritrasse la roba e disse:" lo scoprirai a breve."
Lei mise il finto broncio e salì in macchina insieme agli altri due, per il ritorno a casa.
In un giorno solo aveva conosciuto un pò Jodie, visto la chiesetta dove si sarebbe sposata di sicuro e si era immersa nell'atmosfera di quel paesino così tranquillo e fuori dal mondo. Sorrise per tutto il viaggio di ritorno guardando fuori dal finestrino.
Quello era davvero un bel posto. Forse l'idea di Jodie non era poi da buttare del tutto.
Ora sapeva cosa raccontare a Taylor e Joe ... guardò la data nel display del suo cellulare, era il 26 marzo. Strabuzzò gli occhi incredula, tra una settimana sarebbe stato il suo compleanno. 

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Capitolo 19
*** Chapter 37;Chapter 38 ***


Bene! Mi scuso per il terribile ritardo! buona lettura!

Chapter 37

 
Nella settimana che precedette l'arrivo del compleanno di Diana, fu come se la ragazza avesse stabilito il ciclo di Routine da consumare quotidianamente per i restanti ... 8 mesi. Si alzava si lavava e faceva colazione, dunque aveva due scelte: passare l'intera mattinata sulla sua quercia, divenuta la sua preferita, a ammirare il paesaggio e a scarabocchiare sul suo blocco note, o andare in paese con Jodie, fare una passeggiata con lei e parlare del più e del meno, in modo da conoscerla fino in fondo. Ma sapeva che quest'azione doveva compierla ogni giorno, quindi che fosse la mattina o il pomeriggio sarebbe riuscita a parlare a Jodie sempre.
Nel pomeriggio, o dialogava con la cugina e il fratello davanti a una bella tazza di the in salotto o sull'attico, o stava rintanata in biblioteca. Adorava leggere, e dopo aver visto quella stanza immacolata impregnata dall'odore del cuoio delle copertine, e dell'inchiostro che bagnava la carta, faceva scorrere il dito sulle copertine rilegate degli scaffali, indecisa su cosa leggere e in che universo cimentarsi nella lettura che avrebbe fatto. Adorava i classici, come " Cime Tempestose" che aveva letto e amato, e trovò interessanti letture come " L'idiota" di Dostoevskij. Si stupì che la cugina avesse quel genere letterario negli scaffali, e ne fu piacevolmente colpita. Poi scelto il libro, si sedeva sulla comoda poltrona da lettura, accendeva la sua amata lampada e si immergeva nel mondo che veniva rappresentato tra le righe di quel libro, perdendosi ore e ore in quel paesaggio immaginario. Non mancò di raccontare ogni dettaglio a Taylor e Joe, che ogni sera la chiamarono per sapere come stesse, che cosa avesse fatto e come stesse andando con Jodie. La sera lei rimaneva ore attaccata al cellulare a raccontare quanto fosse meraviglioso tutto ciò. Aggiungeva inoltre che la nostalgia non era tanta, ma cosa comunissima sentiva la loro mancanza.
Robert invece, in quei sette giorni , era come indaffarato; Diana lo vide parecchie volte sparire attraverso il cancello che si trovava in cortile, quello famoso che solo lui e Jodie sapevano dove conducesse. Non fu tentata mai di chiedergli cosa facesse in tutte quelle ore, e lui non andava a cercarsele le domande. Erano ognuno per conto loro, come due sconosciuti. Se Robert non stava lontano da casa, Diana lo poteva scorgere vicino alla quercia dell'altalena, intento a fare chissache; E ogni volta lui, appena veniva sorpreso, si cacciava le mani in tasca fischiettante e andava a coccolare Shadow, che sonnecchiava sempre e adorava le carezze dei due ragazzi. Per Diana non ci volle poi molto a capire cosa stesse facendo suo fratello .. la catena dell'altalena era stranamente più nuova ... la seggiola nel giro di pochi giorni venne come fatta a nuovo e non cigolava più nelle notti ventose.
" ma che tenero!" pensava Diana tenendolo sott'occhio mentre vedeva chiaramente le intenzioni che aveva. Era felice di avere un fratellone così carino e comprensivo, e non mancò di sorridere all'idea del regalo che le stesse facendo.
Intanto i suoi rapporti con Jodie erano molto migliorati; la cugina aveva avuto un passato turbolento e ricco di difficoltà, ma nonostante tutto era tranquilla e cordiale con la cugina. All'inizio Diana pensò che facesse tutto quello per ingraziarsela a dovere ...
La sera del quinto giorno, così, Diana stava con Jodie in cucina, a preparare insieme la cena. Robert era chiuso in biblioteca.
Mentre Jodie condiva il pollo, Diana tentò, e le chiese:" Sai, cugina, ho notato che noi due ormai siamo come diventate amiche ... ma non è che ti fingi aggraziata per .. avere l'adozione?"
La cugina interruppe per un momento ciò che stava facendo. Si volse verso Diana leggermente accigliata:" Non sono così cinica ... mia madre mi ha sempre detto di fare le cose con il cuore. Se voglio conoscerti lo faccio con il cuore, senza malizia e desiderio di vittoria. Insomma ..." E fece una breve pausa:" Se volessi solo avere in custodia uno dei tuoi figli, te lo avrei chiesto con la forza!"
A questo Diana non aveva pensato. In effetti, la cugina avrebbe potuto benissimo minacciarla per avere ciò che voleva, o firmare qualcosa di nascosto per i suoi malvagi scopi. Invece ora la ragazza si trovava a conoscerla per bene come una sorella ... una persona senza scrupoli non avrebbe avuto tanta pazienza! Un pò vergognosa per averle fatto una domanda simile, si scusò con lei:" Beh .. sai com'è meglio sempre stare all'erta!"
" Come dice il proverbio; fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!"Concluse Jodie scherzando. Le due alla fine risero insieme, e Diana fu sollevata dal fatto che la cugina non fosse poi così cattiva, ma una brava persona davvero.
Cenò tranquilla e dormì tranquilla, dopo la sessione quotidiana di narrativa al cellulare con Taylor. In quei giorni però si pentì di una cosa che avrebbe voluto sapere sin dall'inizio: voleva entrare nella stanza della madre di Jodie.Non gliel'aveva ancora chiesto, e dubitava fortemente che la cugina le avrebbe dato il permesso. come ripeteva spesso quella stanza era come un santuario per lei, e a volte la si vedeva sparire dietro quella porta tanto bramata. Diana non riusciva a spiegarselo, ma accettava le condizioni
Passò un bel 1 aprile, senza scherzi idioti ... strano! Era un pesce d'aprile e lei non aveva avuto nessun colpo basso da suo fratello. Ma forse quello era troppo occupato a sparire o ad aggiustare l'altalena, pensava Diana. E passò anche quel giorno. E venne il 2 aprile, il suo tanto atteso compleanno.
Quel giorno, il sole era lievemente coperto da cirri di nuvole, e i raggi filtravano tiepidi attraverso le candide tende. Diana dormiva ancora, quando un lieve sussurro all'orecchio la svegliò:" Buon compleanno, sorellina." Era Robert, chino su di lei e con in mano un vassoio pieno di roba deliziosa. Lei si stiracchiò come un gatto e diede un'occhiata affamata al cibo su quel bel vassoio.
" ti ho portato la colazione a letto ... e questo è per te." Mentre Robert le metteva davanti il vassoio con i croissant ripieni di crema pasticcera e la tazza di latte, le porse un sacchettino blu. Lei ringraziò e slegò il fiocco di raso blu oltremare che legava il sacchettino. Ci immerse la mano dentro e ne uscì fuori un bellissimo braccialetto di perline, con una "D" laccata di blu e tempestata di brillantini. Lei lo guardò euforica:" Oh! é così carino! Grazie mille fratellone!" si mise al polso il bel braccialetto e lo scosse come per far muovere lo stupendo braccialetto. Poi si buttò sul collo di Robert, che ricambiò gioioso l'abbraccio.
" Sotto c'è una bella sorpresa per te ..." fece lui misterioso, dopo che si staccarono. Diana lo guardò di sottecchi e rispose:" Ok, un minuto e sono giù." E fece uscire suo fratello dalla stanza. Mangiò, si lavò e vestì, e scese di corsa le scale. La sorpresa che trovò fu davvero inaspettata.
 
Chapter 38
 
Appena scesa, a Diana era sembrato strano vedersi davanti Joe, Taylor e sua madre con un sorriso a trentadue denti e un pacco in mano ciascuno. Pensò che fossero lì da chissà quale ora, ma poi si accorse anche lei che era già le dieci del mattino! Aveva dormito parecchio.
Corse subito da loro ad abbracciarli e per farsi dare gli auguri di buon compleanno. Sua madre non le risparmiò le raccomandazioni tipiche di una madre in ansia:" Hai mangiato? Come stai? ti stai comportando bene?" E lei annuiva svogliata a quelle inutili domande. Taylor le tirò diciassette volte le orecchie, e l'ultima volta gliele tirò così forte da farle diventare rosse come il tappeto in salotto. Joe, invece, si limitò ad abbracciarla stretta a sè e baciarla sussurrando "Buon compleanno tesoro." E, diciamolo, Diana gradì il suo augurio più di tutti gli altri.
Poi detto ciò chiese loro:" Come mai da quest'ora?"
" beh ... abbiamo voluto passare un'intera giornata con te, ed eccoci qui! Volevamo venire solo questo pomeriggio ..." Spiegò Taylor, che mise improvvisamente il braccio attorno alle spalle dell'amica spavaldamente:" ma sai! Non mi andava di aspettare a tirarti le orecchie a dovere!"
" Eh già! Non attendi altro ogni anno!" fece Diana sarcastica premendo la sua guancia sinistra contro quella destra di Taylor come per abbracciarla. Gli altri risero, Jodie sbucò dal salotto con il grembiule da cucina legato in vita e un odore di dolce impregnato sulla sua pelle e diede anche lei gli auguri a Diana.
" Ciao Jodie ... come vanno le cose tra te e mia figlia?" Chiese la signora Smith alla nipote.
Lei sorrise:" Benissimo, ci stiamo conoscendo molto ... è davvero in gamba!" ammiccò alla cugina che ricambiò sorridendo compiaciuta.
" E Michael?" chiese Robert sospettoso. Anche Diana se lo chiese mentalmente, avrebbe almeno gradito che quel tipo fosse venuto per il suo compleanno. La madre li tranquillizzò:" Doveva lavorare stamattina .. quindi non è potuto venire, ma ha promesso per questo pomeriggio di esserci stato. Penso!" spiegò saccente.
" perlomeno verrà ..." fece Diana sollevata. Joe la guardò storto ma sorrise stringendola a sè:" Mi sei mancata."
" Anche tu." gli disse lei, baciandolo sulla guancia.
" piccioncini, le effusioni amorose lontano dagli occhi degli altri, grazie!" fece Robert arrossendo. E non riuscì a evitare il calcio nello stinco che gli sferrò Diana allungando la gamba. Lui sussultò e digrignò i denti, guardando furioso ma divertito la sorella, che sghignazzava sotto i baffi. Anche gli altri risero come matti.
Dopo questo andarono in cucina a fare colazione, e dopo il resto vide la casa e il cortiletto.
Anche loro restarono meravigliati dalla bellezza di quel posticino.
In cortile, Joe prese Diana in disparte, e la ragazza lo fece salire sulla sua quercia. Ammirarono il paesaggio seduti accanto spalla a spalla, mentre il resto era rientrato in casa. Joe aspettò un pò prima, ma poi le afferrò la mano e le chiese:" Senti, per il matrimonio .... sempre se sei disposta ancora a farlo ...!"
" Ci sposeremo laggiù." fece Diana, indicandogli la chiesetta tanto desiderata qualche giorno fa. Lui restò sbigottito, e guardò verso il punto che Diana gli stava indicando con l'indice della mano destra, e osservò:" Ma non è piccolina?"
" meglio!" sbottò lei sorpresa:" Sarà una cerimonia intima e senza guastafeste ... e poi è così romantico!" esclamò dolcemente accoccolandosi sempre di più a Joe. Lui arrossì di colpo come la prima volta e le cinse la spalla con il braccio sorridendo:" Già ... a proposito ... il mio regalo di compleanno riguarda proprio il matrimonio."
" Che intendi dire?" disse Diana curiosa.
" Non ce l'ho qui con me ... dovrai sceglierlo tu."
" eh!?" Diana era sempre più perplessa:" Spiegati meglio!"
" Scendiamo e andiamo dagli altri." fece Joe scostandosi per scendere. I due scesero dalla quercia, e Joe afferrò il polso a Diana e la trascinò dagli altri, che stavano in biblioteca.
" Signora Smith, possiamo andare a Lei Sa Dove?" chiese frettolosamente il ragazzo. La signora Smith gli lanciò uno sguardo d'intesa e disse:" Bene! Taylor, Jodie, Robert ... venite tutti con me!"
Gli altri compresa Diana ci stavano capendo pochissimo, addirittura Taylor, ma uscirono lo stesso, e salirono in macchina diretti verso la città. Diana era stata bendata per non farle vedere dove stessero andando. Sentiva solo il motore della macchina e i clacson delle auto in città.
Riuscì a percepire che erano arrivati quando non sentì più niente.
" Siamo arrivati?" chiese tentando di aprire lo sportello affidandosi al tatto. Lo aprì e Joe l'aiutò a scendere. Gli altri emisero una specie di sospiro di stupore ma non accennarono ad altro, e Diana moriva dalla curiosità. Joe le teneva le spalle per guidarla e non farla inciampare verso il luogo a cui la stavano guidando.
La ragazza sentì poi la differenza di temperatura dall'esterno all'interno dell'edificio, un rimbombo di passi come se stesse camminando su piastrelle, e voci femminili festanti e dubbiose.
" Ma dove ..." Stava per chiedere, tentando di togliersi la fascia sugli occhi. Non glielo permisero, ma sentì sulle sue spalle la pressione di due mani gentili e femminili, e venne guidata in silenzio verso un luogo a lei sconosciuto. Poteva però sentire chiaramente accanto a sè il rumore dei passi di sua madre.
Finalmente si fermò, e sentì il nodo della benda sciogliersi. Aprì gli occhi curiosa, e si vide davanti uno specchio, dentro un camerino bianco e immacolato. Accanto a lei stavano la madre e una ragazza giovane, di pelle scura, occhi marroni e con un sorriso cordiale stampato in volto.
" Ma dove sono?" Si chiese, voltandosi da tutte le parti. Vide poi attaccati al muro ganci con delle buste di plastica enormi, contenenti abiti da cerimonia bianchissimi e di tutti i tipi.
Rispose da sola alla sua domanda: era in un negozio di abiti da sposa! Ecco perchè prima Joe le aveva detto che se lo sarebbe scelta lei il regalo! Il suo era di poter pagare l'abito da sposa che lei avrebbe indossato.
Le pizzicarono gli occhi mentre restava muta sbalordita. Non riusciva a credere alla dolcezza di quel gesto.
" Su tesorino non piangere." le fece l'assistente asciugandole le lacrime:" Oggi è il tuo giorno ... scegli quello che più ti piace! Ti do una mano ok?"
La ragazza si voltò verso la madre, e le si buttò al collo ringraziandola, la madre era commossa quanto lei. poi si tolse dall'abbraccio ed esclamò:" andiamo!" E seguì l'assistente verso la stanza degli abiti da sposa. 

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Capitolo 20
*** Chapter 39; Chapter 40 ***


Chapter 39
 
Diana ebbe solo l'imbarazzo della scelta davanti alle file di abiti da sposa che gli si presentò davanti agli occhi; ce n'erano classici, con un tocco di pizzo sul corpetto, aderenti, a tubino o con la gonna ampia, con strascichi lunghi chilometri e anche di diverso colore rispetto al classico abito bianco, dal rosa shocking a un bel lilla più giovanile. Visto che non aveva ancora pensato all'eventualità di sposarsi, non aveva in testa il suo vestito ideale ancora.
L'assistente le faceva vedere vari modelli, ma lei scuoteva la testa poco convinta della scelta della donna.
" Hai già un'idea di ciò che vorresti indossare?" le chiese l'assistente.
" In verità no, ma pensandoci bene vorrei andare sul sobrio ... non amo gli eccessi. E poi sono incinta ... se l'abito fosse troppo stretto in vita mi darebbe fastidio, sono già agli inizi del secondo mese." rispose lei gentilmente.
" Congratulazioni per la dolce attesa! Comunque ... hai detto che ami la sobrietà giusto? allora ... resta un minuto qui." la donna si allontanò tra le file degli abiti da sposa lasciando Diana da sola dentro la stanza. La ragazza ne approfittò per sedersi su una comoda poltrona di velluto messa lì per i clienti, e attese l'arrivo dell'assistente. Sentiva le grucce degli abiti spostarsi, e la voce della ragazza di colore che esultava, borbottava o imprecava:" Ma dove diavolo sarà?" e non potè fare a meno di chiedersi cosa stesse cercando così assiduamente.
In fondo Diana non desiderava una di quelle cerimonie da vip, ma una intima e senza eccessi, classica e con pochissimi invitati. E poi si sarebbe sposata in quella chiesetta da lei tanto desiderata, e voleva un abito in stile semplice. Quindi non capiva perchè quella donna ci mettesse così tanto.
Ma alla fine rivide comparire la commessa con in mano due abiti, uno bianco, e l'altro con lievi accenni di rosa sulla vita e il corpetto. ma sembravano piuttosto semplici.
" Te li consiglio!" fece lei raggiante porgendoli a Diana, perplessa. Le due andarono in camerino, dove fuori li aspettava la madre di Diana. Poi l'assistente lasciò da sola la ragazza, in modo che si potesse cambiare. Venne chiamata quando Diana ebbe bisogno di qualcuno che le allacciasse la cerniera di lato del primo vestito.
"Tesoro sei pronta?" le chiese la madre in ansia.
" Si ... più o meno." Fece Diana scostando la tendina del camerino. Si tirò la gonna dell'abito bianchissimo per non inciampare e salì rossa in volto sul piedistallo fuori:" allora .. come sto?" chiese timidamente.
La madre aveva le lacrime agli occhi. Diana era semplicemente bellissima; l'abito aderiva alla sua figura snella leggermente accentuata in vita dalla gravidanza ancora apparentemente invisibile, aveva due lunghe maniche a farfalla e una scollatura sobria ma raffinata. Era in seta bianchissima, e legato in vita da una cintura di raso, anch'esso di un bianco immacolato.
" tesoro, ma è bellissimo!" fece la signora Smith ammirandola. Diana si rigirò infagottata in quel modo, e ai suoi occhi quello parve l'abito più bello che avesse mai visto. Si guardava nello specchio del camerino davanti a sè e si teneva i capelli in mano come per vedere quale acconciatura avrebbe donato alla classe acqua e sapone di quell'abito di cui sembrava letteralmente innamorata.
" Mia cara .. ti piace?" fece l'assistente osservandola.
" Se mi piace? é ... stupendo." disse in un filo di voce la ragazza, che aveva le lacrime agli occhi. Non avrebbe mai pensato che si sarebbe commossa così tanto per un abito che avrebbe indossato solo una volta nella sua vita. Era qualcosa di magico indosso a lei, e lei ne era comunque entusiasta. Però c'era una cosa che la preoccupava:" ma quanto costa?"
" Sui ... 1500 dollari. é un affare, e a quanto pare ti piace." disse l'assistente.
1500 dollari? Altro che affare! Era un'occasione da non perdere! C'erano abiti che potevano costare un occhio della testa, ma 1500 dollari era un prezzo davvero ragionevole. Diana ne restò stupita e si voltò dalla madre con occhi dolci:" é lui .. ti prego!"
La madre la guardò perplessa, e poi annuì convincente:" E sia! in fondo pensavo che costasse di più! E ora andiamo a farlo vedere agli altri!"
La ragazza annuì felice e per poco non saltò in braccio all'assistente, che sorrideva a trentadue denti. Gli altri nel mentre erano all'ingresso seduti sulle poltrone di velluto davanti a un piedistallo vuoto in attesa della sposa. Joe era con loro, impaziente, al contrario del detto che porta sfortuna se lo sposo vede la sposa prima dell'altare.
Appena la piccola principessa arrivò con il suo abito bianchissimo, un gridolino di Taylor accompagnato da un urlo di stupore di Jodie accolse il resto della congrega.
" Oh mio dio! Diana sei super!" disse Taylor guardandola commossa con le mani alla bocca e le lacrime che sgorgavano dagli occhi. Robert la guardava accigliato e divertito, Joe sembrava incantato.
" Accidenti ... sei ..." riuscì a balbettare, passandosi una mano nei capelli dall'emozione.
" E non costa nemmeno tanto! me ne sono innamorata letteralmente!" fece Diana girandosi su se stessa per far ammirare il tutto agli ospiti.
" Io avrei pagato qualsiasi prezzo, Diana,anche se fosse costato milioni te lo avrei preso." disse Joe.
"Per tua fortuna costa solo 1500 dollari." fece lei raggiante.
" davvero? Così poco?" fece Taylor stupita. Robert si accigliò ancora di più.
" Anche se costa relativamente poco per un abito da sposa ... come faremo a pagarlo?" chiese lui, rammentando a tutti il problema dei debiti della madre. La signora Smith cambio la sua espressione e scurì in volto:" Hai ragione, non ci avevo fatto caso prima ..." fece tristemente.
Intervenne Joe:" Lavorerò sodo per pagarlo io stesso ..." disse convinto:" Lei non si preoccupi di niente. E poi è il mio regalo di compleanno per Diana! Quindi è mio dovere farglielo, anche se mi costerà 1500 dollari." Disse dolcemente, e aggiunse poi ironicamente:" Dovrò rinunciare a comprare il mio amato Death Note per un pò!" fece sconsolato.
Diana rise:" Sei sempre il solito!" e corse ad abbracciarlo, rischiando quasi di inciampare tra le sue braccia:" Grazie ..." gli baciò la guancia e lo abbracciò forte.
" Di niente ..." rispose lui baciandola sulla guancia:" Buon compleanno."
" Grazie ancora." si staccò poi dall'abbraccio, si sistemò l'abito e si riguardò allo specchio:" Direi che abbiamo finito!" disse ironica.
Tutti risero e aspettarono che si ricambiasse d'abito per poter andare via.
Aveva scelto l'abito da sposa e ne era entusiasta ... ma poi si chiese: Come mai le avevano permesso di sceglierselo così presto? Ora che se l'era ricordato, sua madre le aveva vietato di sposarsi fino a che non avesse avuto 18 anni. Invece eccolo lì, il suo abito prediletto.
Sembrava quasi che la madre avesse accettato di farla sposare prima. Presa da questi dubbi glielo chiese esplicitamente quando furono in macchina:" mamma, come mai mi hai fatto scegliere l'abito così presto?"
La madre, che era al volante, non si voltò verso di lei, ma la guardo attraverso lo specchietto retrovisore, e le rispose con voce pacata:" Abbiamo anticipato il tuo matrimonio."
" Cosa? A quando?" fece lei stupita. Fu Joe a risponderle stavolta:" Il mio compleanno sarà tra meno di un mesetto .. bene! Come regalo voglio che tu mi sposi!" le rispose stringendole la mano.
 
Chapter 40
 
Joe aveva appena detto che il giorno del suo compleanno lui si sarebbe sposato con Diana, o era solo un'impressione della ragazza, fin troppo sbalordita??
Rimase un pò allibita dalla riposta di Joe, che continuava a fissarla in cerca di una risposta o di una qualsiasi reazione alla sua affermazione.
Continuava a stringerle la mano, mentre la mamma continuava a guidare e a recepire la risposta della figlia, e Robert sul sedile davanti, avrebbe voluto tanto cavare la risposta dallo stomaco della sorella.
Finalmente lei riuscì a parlare:" Stai scherzando vero??"
" Chi ti dice che sto mentendo? Io voglio davvero sposarti il giorno del mio compleanno!" fece lui sicuro.
" ma è pura follia! e poi se non sbaglio tu farai gli anni tra meno di un mese! Mamma tu non dici niente?" Diana tentò di far entrare in scena sua madre, che le rispose semplicemente:" Lui ha insistito e io ho accettato .. e poi conviene!"
" Come? Oddio .. Joe, perchè?" ora Diana sembrava che altro spaventata dalla novità. Non era neanche a conoscenza di che abito volesse indossare, figurarsi della cerimonia! Era tutto sin troppo nuovo per lei.
" Diana ...." Fece lui accomodandosi davanti a lei sul sedile e guardandola dritta negli occhi nerissimi:" Prima di tutto, eviteremo che la tua pancia sia cresciuta troppo quando mi sposerai ... secondo, ti amo sin troppo per aspettare... terzo punto, ho lavorato sodo in questi pochi giorni, insieme a Michael che si sente responsabile quanto te, e abbiamo accumulato abbastanza soldi. E poi dobbiamo assicurare un futuro stabile ai piccoli! un altro anno per me è eccessivo, voglio che le cose vengano fatte subito!"
" Oh .." Diana non riuscì a replicare alla spiegazione tanto convincente di quel ragazzo tanto impulsivo ma in fondo dolcissimo. Guardò un attimo fuori dal finestrino il paesaggio boschivo che le correva davanti agli occhi, sospirò rassegnata e si limitò alla fine a poggiare la testa sulla spalla di Joe:" E sia .. ma tu sei davvero matto!"
" Ti amo anch'io!" disse lui euforico stringendola a sè. Robert guardava dallo specchio retrovisore i due abbracciati, e sorrise. Anche le madre sorrise, continuando però a guardare la strada per non incidentarsi.
Furono a casa di Jodie in pochi minuti, e Diana doveva ancora sbirciare i regali degli altri invitati. Toccò a Robert, che la mise davanti alla quercia dell'ingresso sommersa dai petali bianchi dei mandorli in fiore e le mostrò l'altalena, rimessa a nuovo come Diana aveva sospettato.
" non so se per te è adatta, visto che peserai come un ippopotamo con la gravidanza .." fece lui scherzoso, beccandosi però una gomitata micidiale dalla sorella, che si voltò verso di lui con sguardo furente:" ma potresti farci salire i tuoi figli quando saranno nati!" disse lui riprendendosi dal colpo.
" Oh grazie fratellino ... ma non dire più scemate del genere!"
" che c'è? è vero!" disse lui con la risata sulla punta della lingua. Tutti risero, e Diana prese a inseguirlo per tutto il giardino come una matta, insultandolo da dietro, ma era comunque contenta del pensiero gentile che Robert le aveva fatto.
Taylor le regalò un nuovo MP3, visto che quello di Diana da quanto si ricordava era andato a farsi benedire dopo essere caduto una volta per sbaglio nella vasca da bagno colma d'acqua, e Il C D dei 30 seconds to Mars "This Is War". Per quest'ultimo regalo Diana saltò dalla gioia addosso a Taylor, che per poco non soffocò.
La madre le fece un dono speciale in via delle sue future nozze; si avvicinò alla figlia mentre erano in salotto a scartare i regali, e si sfilò dal dito l'anello di fidanzamento con la quale si era congiunta al padre di Diana quando erano giovani, e lo infilò al dito della figlia.
" non saprei cosa regalarti di meglio figliola, spero ti piaccia, per me è molto importante che tu lo custodisca."
" mamma .." Diana ebbe le lacrime agli occhi nel vedere quella fedina d'argento in cui era incastonato uno splendido opale che riluceva dei colori dell'arcobaleno. Buttò le braccia al collo alla signora Smith felice, e anche la madre si mise a piangere sotto lo sguardo commosso di tutti. Era un regalo bellissimo, colmo di specialità e prezioso per lei. Non che prima volesse meno bene alla madre, ma quel gesto le lasciò sul cuore un bel ricordo della madre, e da quel momento le avrebbe sempre dato fiducia, come in tutti quegli anni, in fondo!
Poi ...Jodie. Diana pensò; che cosa potrà mai regalarmi mia cugina?
Quando fu il turno della ragazza, lei si alzò e porse la mano a Diana: " ti porto di sopra, è lì il mio regalo." Diana rimase molto stupita da quel comportamento così misterioso. le prese la mano e la cugina la portò al piano di sopra. Si fermarono davanti alla porta della stanza di Mary, e Jodie ne estrasse la chiave dalla tasca dei pantaloni e la infilò nella toppa. Le serratura scattò, sotto gli occhi allibiti di Diana che non credeva proprio che sua cugina la stesse facendo entrare nella Stanza Proibita!
Prima che la cugina potesse tranquillamente poggiare la mano sulla maniglia della porta, Diana le chiese:" Perchè lo fai?"
" perchè ormai ho fiducia in te .. mi basta poco per capire il carattere di qualcuno .. e so che tu sei la più adatta a sapere i segreti della stanza di mia madre ... quindi, accomodati. Il mio regalo e il libero accesso a questa stanza, finché rimarrai qui."
" Jodie ..." Diana era commossa ma si trattenne dal saltarle addosso. Jodie abbassò la maniglia sorridendo e la porta si aprì cigolando.
Un dolce odore di cannella invase le narici di Diana e il buio invase i suoi occhi. La stanza era del tutto chiusa, la finestra era sprangata, ma non faceva affatto paura. Quella stanza sapeva .. di buono. Quel dolce odore di cannella che ora era misto anche a una punta di liquirizia le invadeva le narici e le dava un senso di sicurezza mai provato prima d'allora.
Jodie mise mano alla parete in cerca dell'interruttore e accese la luce. Fu allora che Diana vide la stanza, in tutta la sua bellezza; Mobili di mogano rilucente sotto la luce del lampadario di cristallo che illuminava la stanza con luce fioca ma elegante. Un grande letto a baldacchino coperto da tende rosso porpora e finimenti in filo d'oro, sedie laccate d'oro e tende della grande finestra che davano sul balcone, rosso porpora. La stanza di un reale di Francia, degno della reggia di Versailles. Diana rimase stupita davanti a quel lusso sfrenato.
" Wow ... ma come faceva tua madre a possedere tale lusso??2 Chiese Diana esplorando la stanza e accoccolandosi sul morbido materasso del baldacchino. Jodie aprì la finestra prima sbarrata e la luce invase tutto, illuminando ancora di più l'arredamento sfolgorante. La vista dava sul retro della casa, e da lì si poteva intravedere la quercia di Diana. in tutta la sua maestosità:" In origine questa villa era di un ricco signore a cui mia madre si affezionò sin da piccola."
" Quindi tua madre ha sempre conosciuto questa casa?"
" esatto, l'ho scoperto anch'io così per caso ..." disse Jodie, guardando fuori dalla finestra:" E anche quel ricco uomo, che non aveva moglie né figli, si affezionò a lei. Quando mia madre fu incinta di me, venne ad abitare qui, e fece compagnia all'uomo per quei quattro anni in cui io rimasi con mia madre.
" Poi ci fu l'incidente in cui lei perse la vita ... il ricco uomo, che mi sembra si chiamasse Goldwin, mi accudì fino all'età di dieci anni, poi anche lui, molto vecchio, lasciò questo mondo.
" questa stanza lui la fece arredare solo ed esclusivamente per mia madre, finché rimase viva..." fece una pausa, in cui sospirò nostalgica:" Me la sono cavata fino ad adesso da sola, ma senza di lui io e mia madre adesso non avremmo avuto un posto dove vivere."
" quindi per te lui è stato come un padre?"
" esatto, un patrigno diciamo, e io devo molto a lui .. non sai quanto mi faccia piacere condividere con te tale ricordo ... tenersi tutto dentro la tristezza mi faceva stare male .. con te adesso mi sono sfogata. Grazie." e finalmente Jodie si voltò verso Diana, e le due si guardarono a lungo, mentre i loro occhi si ringraziavano a vicenda della fiducia che avevano nei loro cuori.
Con quell'ultima confessione Diana ora sapeva come trattare la cugina, e se darle o meno fiducia. Ma sapeva già la risposta in cuor suo; Un forse, un forse piccolo come un chicco di riso, più un sì che un no.
Non sapeva ancora se avrebbe dato alla cugina davvero la custodia, ma sapeva che in qualunque caso le avrebbe voluto bene. Erano bastate poche settimane per conoscersi, incredibile! ma la sentiva come una stretta conoscente. Quello che era in fondo, e un'amica, speciale e disponibile.
Ora le sue idee erano molto più chiare di prima. 

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Capitolo 21
*** Chapter 41; Chapter 42 ***


Chapter 41
 
Il giorno del compleanno di Diana passò tranquillo e senza ulteriori ospiti. Già ... Michael non venne, ma ebbe un'ottima ragione; gli straordinari. Infatti aveva chiamato la signora Smith per avvertirla del fatto che non sarebbe potuto venire per stavolta.
Diana non l'aveva presa né bene ma neanche male. In fondo sapeva che sarebbe stato dubbio l'arrivo di quello lì, ma almeno glielo aveva detto, e questo era una buona cosa. Anche se avrebbe preferito di gran lunga poterlo vedere. Dopo quel giorno, Diana passava gran parte del suo tempo chiusa nella stanza di Mary, ma non faceva chissache ... si metteva sul letto o sul balcone che dava sul retro e leggeva un libro.
Nei giorni successivi, si organizzò tutto per l'atteso matrimonio tra Joe e Diana; venne informato il parroco locale, che accettò ben volentieri di celebrare la messa, venne organizzato il buffet, gli inviti per i parenti strettissimi e gli addobbi.
Per i festoni, Diana e Taylor ebbero un dibattito aperto; Diana li voleva bianchi, semplici e senza chissà che particolari, Taylor invece li voleva di un bel rosa shocking e con dei fiocchettini da bambina. Diana lo reputò eccessivo e senza senso, e le due quasi litigarono per dei semplici nastri da appendere ai banchi della chiesa. Ma alla fine presero in considerazione l'idea di Diana, visto che era la sposa, o più che altro fu la signora Smith a convincerle con una sonora lavata di capo ad entrambe.
Nessun rancore dunque. La pancia di Diana per fortuna non era cresciuta tantissimo a dispetto del parto gemellare, e il vestito a una settimana di distanza dalla cerimonia le entrò ancora benissimo. Quindi per quel punto non ci fu nessun problema.
Passarono i giorni, e passarono quelle tre o quattro settimane che li separavano dal grande giorno.
Venne il tanto atteso 5 maggio, giorno del matrimonio e del compleanno di Joe. per l'occasione, e per evitare viaggi inutili, la famiglia si era trasferita in casa di Jodie, compresa Taylor che dormiva nella camera degli ospiti insieme alla signora Smith. Joe, invece, condivideva la stanza con Diana. Avevano un pò di imbarazzo a dormire insieme nello stesso letto ... ma dovevano abituarsi alle evenienze future.
Quella mattina, appena Diana aprì gli occhi, sentì il consueto calore intorno alla vita, segno del braccio di Joe che la stringeva a sè. Si voltò verso di lui; dormiva beatamente, e aveva il bellissimo vizio di accoccolarsi tra i capelli di Diana prima di andare a dormire. Quindi i ciuffi illuminati dal sole dei capelli della ragazza incorniciavano il candido viso del giovane, che dormiva a occhi chiusi e mugolava un pò.
Per svegliarlo Diana gli schioccò teneramente un bacio a fior di labbra:" Buon compleanno ... dai sveglia." gli sussurrò lievemente. Lui aprì i suoi splendidi occhi celesti e guardò Diana intensamente:" Vado .. e grazie." ricambiò il bacio di prima.
" scusa ma non so cosa regalarti per il compleanno ..." fece Diana mentre erano ancora sdraiati e abbracciati.
" Mi basta averti ... non voglio nient'altro." disse lui con tono irresistibile. Diana non fece a meno di dargli un sonoro bacio sulla guancia con un sorriso meraviglioso sulla labbra, e si alzò pimpante:" Io vado ... devo ancora darmi una sistemata!"
" vai .. a dopo!" le disse Joe, che nel mentre si tolse i pantaloni del pigiama.
Diana uscì e andò in camera di Taylor, che era già sveglia e la stava aspettando.
" la doccia l'hai fatta?" le chiese l'amica andandole incontro.
" Si ieri sera ..."
" sei pronta??"
" Si, carissima!" disse Diana allegra:" attendevo questo momento da tanto tempo. Non certo in queste occasioni, ma ho sempre sognato di indossare un velo e un abito da sposa!"
" Quindi anche tu hai i tuoi sogni da principessa in fondo!" disse Taylor scherzosa.
" Già, non sono poi così maschiaccio." disse Diana ironica.
Le due alla fine risero e poi Taylor fece accomodare Diana sulla sedia.
Le due ragazze, insieme alla signora Smith e a Jodie che venne svegliata freneticamente, passarono l'intera mattinata a vestire, truccare e acconciare i capelli di Diana.
Taylor adoperò sulla chioma della mora un elegantissimo chignon da cui ricadevano numerosi ciuffi imboccolati dalla abile piastra della bionda, per il trucco si scelse una tonalità di lilla molto leggero, unito a un fucsia intenso accennato sulle palpebre, rossetto rosa pallido e fondotinta carne. Niente eccessi, solo classe.
E quando la sposa fu agghindata a dovere, con una splendida collana di diamanti donatale da Jodie per l'occasione, guardarsi allo specchio fu come tuffarsi nella gioia più assoluta per Diana.
Stava per mettersi a piangere davanti alla sua figura leggermente rotonda infagottata in quell'abito candido e principesco, ma Taylor glielo impedì con un sonoro discorso:" prova a piangere e giuro che ti pianto!"
" agli ordini signora!" fece Diana ironica ma commossa. Guardarono l'orario, e mancava appena un'ora e mezza all'inizio.
Ci fu il tempo per preparare le altre donne e il testimone, che in questo caso sarebbe stato Robert, che si preparava nella sua stanza.
Taylor e Jodie, le due damigelle d'onore, vennero vestite ugualmente con un abito lungo e celestino, gonna non ampia che arrivava fino alle ginocchia, smanicato con il pizzo sul petto, e dei nastrini celesti che vennero legati ai polsi delle due damigelle a mò di guanti. Erano semplici ma carine, e poi il colore intonava bene con la loro carnagione e i loro occhi verdi e grigi.
La signora Smith indossò il suo completo da matrimonio, tailleur elegante rosso porpora, e la parure di diamanti del suo matrimonio.
Le quattro donne erano tutte bellissime, e poterono scendere giù, dove alcuni ospiti fatti entrare da Robert, aspettavano e chiacchieravano tra di loro.
Robert, vestito con uno smoking nerissimo, capelli spazzolati elegantemente e mocassini, potè così aiutare Joe, che si preparava nella camera da letto di Diana.
I familiari Di Diana rimasero stupiti davanti alla bellezza di quella ragazza, e lei anche se timidamente parlò loro con garbo e cortesia, mostrandosi allegra.
Passò così un'ora, e mancava mezz'ora all'inizio. Dovettero iniziare tutti ad andare, e Diana uscì per prima, accompagnata da suo fratello. Joe invece, sarebbe arrivato con sua madre più tardi. UI due si sarebbero incontrati all'altare.
L'arrivo in paese dei due sposini venne accolto da tutti con occhi curiosi e urla. Era da tanto che nessuno celebrava una cerimonia del genere lì, era un'occasione da non perdere.
Infatti all'ingresso della chiesa, non stavano solo gli invitati , ma gruppi di paesani, curiosi e con facce stupite quando videro Diana scendere timidamente dalla macchina di Robert.
Arrivarono tutti in prefetto orario, ora bastava solo varcare la soglia dell'edificio, addobbato con iris bianchi e striscioni bianchi e agghindato a festa, per completare l'opera. E sulla soglia, mentre Diana teneva a braccetto Robert il testimone, il fratello le chiese:" Come ti senti?"
Lei lo guardò mentre avanzavano lentamente sui gradini:" Bene, come non sono mai stata." e gli sorrise. Dopodiché appoggiò il piede sull'ultimo scalino prima di entrare ed entrò. Il suo futuro era segnato, ed era un futuro davvero niente male.
 
Chapter 42
 
Sul piccolo altare addobbato a festa, l’aspettava Joe, che appena la vide arrivare a passo lento a braccetto con Robert arrossì emozionato. La giovane faceva fluttuare il lungo abito, mentre il lungo velo le veniva sorretto da Taylor e Jodie, sorridenti dietro di lei. Tutti i suoi parenti, dai cugini Thomas e Lucas, la zia Gertrude di origini italiane, e i prozii piansero vedendola arrivare calma ma con il cuore che le batteva fortissimo in petto, reso stretto dall’abito che le aderiva sull’esile figura.
Partì la musica dell’organo che inondò la chiesa di un suono melodico grave ma rilassante.
Dopo la marcia, Diana si posizionò accanto a Joe, in piedi. Lui le afferrò la mano delicatamente, sussurrandole che era bellissima. Lei arrossì e poi entrambi guardarono il prete, che iniziò la cerimonia.
“ Oggi siamo qui riuniti per unire in matrimonio questi due giovani, Diana Smith e Joe WindFly. Se c’è qualcuno che …” e come sospettato nessuno si oppose all’unione dei due giovani, che continuavano a guardarsi di sottecchi come due bambini che fossero stati sorpresi a rubare delle caramelle.
Non starò a raccontare per filo e per segno come andò quella cerimonia tanto curiosa e tanto semplice.
Vi dirò solo che al momento della pronuncia del “ Lo voglio”, Diana sbottò dopo aver esitato un attimo:” certo! Credi che sia arrivata sino a qui solo per  caso? Accidenti!” la sua reazione così impulsiva suscitò un boato di risate che mise in terribile imbarazzo Joe divenuto rossissimo, le risate vennero poi accompagnate da uno scroscio di applausi.
E quando Diana, visibilmente divertita, guardò Robert, tanto per volergli vedere la faccia, lui per poco non si mise a riderle in faccia e si limitò a scuotere la testa divertito.
“ bene, quindi siamo tutti felici!” fece il prete scherzoso. Era davvero molto simpatico quel vecchietto.
Il momento più emozionante fu di sicuro quello degli anelli. Mentre Joe, divenuto rilassatissimo, mise l’anello al dito di Diana, lei per poco non sbagliò mano e dito, infilando la fede nel medio della mano destra di Joe, che glielo fece notare sorridendo. Gli invitati nel mentre avevano notato quel gesto e alcuni sogghignavano divertiti
“ Oh cavolacci …” fece lei rossissima in volto, e prese subito l’altra mano e riuscì a infilare l’anello giustamente, pronunciando bene il giuramento.
“ Vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa.” Disse il prete, alzando le braccia al cielo.
Diana e Joe si voltarono faccia a faccia con occhi sognanti, sotto gli sguardi sorpresi e curiosi di tutti. Taylor era quasi tesa in avanti per poter osservare meglio, un altro po’ e sarebbe potuta addirittura cadere dal banco.
“ E finalmente siamo sposati … ora a cosa pensi?” le chiese Joe sottovoce, mentre i loro visi erano vicinissimi.
“  A niente .. sono felice e niente deve rovinare questo momento.”
“ Non succederà.” Le rispose lui afferrandola per i fianchi e sfiorandole finalmente le labbra, che lei dischiuse per rispondere al bacio. Diana gettò le braccia al collo di Joe, mentre si diedero un caldissimo bacio che suscitò le urla dell’intera chiesa, degli “ Vai così!” di Robert che guardava interessato, e le lacrime della signora Smith e della signora WindFly.
All’uscita i due novelli sposini vennero investiti da una pioggia di coriandoli bianchi e chicchi di riso, e Diana per poco non venne soffocata dall’abbraccio di Taylor, che aveva le lacrime agli occhi.
“ Congratulazioni!!” le disse baciandole le guance. Diana Ringraziò sorridendo e poi andò dalla madre, che le fece i suoi auguri più sinceri, come la signora WindFly che baciò il figlio un migliaio di volte.
“ La mia bambina è diventata una donna ..” disse la signora Smith in preda ai singhiozzi dell’emozione. La WindFly non fu da meno, e Joe fu pronto a consolarla:” Dai, non sono mica partito per il Vietnam! Mi sono solo sposato … con la donna che amo.” Disse lui guardando gentilmente Diana e portandola a sé con una stretta ai fianchi. Le baciò la guancia con trasporto e lei ricambiò.
Robert le si avvicinò:” E io che pensavo che mi sarei sposato prima di te!” fece lui ironico.
“ come vedi non è andata così!” disse lei guardandolo divertita.
“ Già .. Pazienza mi rifarò .. Congratulazioni, sei bellissima oggi.”
“ Grazie mille, fratellone.” Disse lei abbracciandolo con affetto.
Era felice, finalmente dopo tantissimo tempo e tantissime sofferenze per la sua gravidanza indesiderata, era felice e stava bene. E lo sarebbe stata per il resto della gestazione.
Subito dopo la cerimonia, tutti andarono al rinfresco e al pranzo. Si tenne in casa di Jodie, più precisamente sul giardino nel retro. Vennero messe grandi bancate per tutti gli ospiti, che dopo l’aperitivo sedettero a mangiare le squisitezze preparate dalle madri degli sposi. Diana e Joe sedettero in un tavolo a parte, e ogni tanto ricevevano gli auguri dei parenti di ognuno di loro.
Il pranzo passò tranquillamente, senza inconvenienze. Nel pomeriggio, a Taylor venne l’assurda idea di intrattenere gli ospiti con una piccola sfida di karaoke e ballo organizzata da lei in concomitanza con Jodie e Robert.
Diana volle sprofondare per terra quando sentì il microfono chiamarla a gran voce per venire e cantare, mentre tutti, che avevano apprezzato ben volentieri l’iniziativa, la incitavano urlando a gran voce il suo nome.
“ Oddio non so cantare!”
“ Per tutto c’è una prima volta!” le disse Taylor urlando nel microfono. Dovettero trascinarla come una bestia da soma cocciuta sul palco, e lì lei volle diventare piccolissima, mentre Joe la guardava divertito e la incitava pure lui.
“ Joe , io ti uccido!” disse lei nervosa nel microfono:” non posso cantare da sola!”
“ Vengo!” disse lo sposo, alzandosi dal tavolo e andandole accanto. Afferrò il microfono e le sussurrò all’orecchio di stare tranquilla.
Il tono di voce del giovane era inquietante:” che intenzioni hai?” gli chiese Diana preoccupata che lui potesse metterla in ridicolo ancora di più.
“ niente, lo faccio per te.” Fece partire la musica e con grande stupore di tutti, le cantò davanti a tutti “ With me” dei Sum 41.
Il giovane aveva una voce bellissima, che ammaliò Diana divenuta rossa per il pensiero dolcissimo che suo marito aveva avuto.
La canzone in sé la conosceva e le piaceva tantissimo, ma cantata dal ragazzo faceva un bellissimo effetto, che la commosse.
Il giovane si soffermò anche sul ritornello e glielo disse come una dichiarazione:” Voglio che tu sappia che con tutto quello che è successo non voglio lasciare niente, questa parole sono il mio cuore e la mia anima …” e le disse la parole bellissime della canzone che lei aveva sempre cantato mentalmente.
Appena il giovane finì e posò il microfono, partì un applauso bellissimo dal pubblico, e Diana non fece a meno di saltargli addosso con le lacrime agli occhi, schioccandogli un bacio appassionato sulla labbra.
“ Sei il migliore.” Le disse lei dopo tenendolo stretto a sé.
“ Tu lo sei ancora di più.” Replicò lui.
La festa continuò allegra, fino a sera. Prima di cena, alcuni ospiti vollero tornare a casa per riposarsi, e così anche gli sposi poterono prendere fiato.
Mentre erano tutti e due seduti in attico  a ammirare il tramonto spalla contro spalla, Diana venne chiamata da Robert.
“ Michael vuole farti gli auguri.” Disse lui con tono leggermente secco. Diana lo guardò stupito e constatò che dietro a Robert c’era davvero Michael, leggermente imbarazzato.
“ Michael!” disse lei alzandosi e andandogli incontro.
“ Auguri … anche a te Joe!” disse lui pacato rivolto a Joe, che gli sorrise:” questo è il mio regalo .. sono pur sempre coinvolto no?” le porse il pacchettino in mano, conteneva un  grazioso ciondolo a cuore.
“ grazie del pensiero .. rimani?” gli chiese.
“ non so … comunque devo dirvi una cosa importante!” fece alzando la voce e facendo alzare anche Joe incuriosito.
“ Ieri ho visto Miranda .. è tornata in città e così sono riuscito a parlarle. L’ho leggermente minacciata e ….”
“Non le hai fatto male vero?” disse Diana sbarrando gli occhi spaventata.
“ No! Le ho solo chiesto di sistemare ogni cosa .. cioè di  far sparire il pettegolezzo.”
“ e lei cosa ha detto?”
“ In pratica ha mugolato come un cane bastonato e poi è scappata a gambe levate … boh.” Fece Joe alzando le spalle. Gli altri si misero a ridere.
Michael rimase per cena, e passò tranquillamente la serata.
E quando tutto fu finito e tutti se ne furono andati, i due si poterono rifugiare in camera. Nella camera di Mary.
“ Sei felice?” le chiese Joe, mentre erano sdraiati uno accanto all’altro, sul gran letto.
“ si .. molto … e lo sarò ancora di più quando loro due nasceranno.” Fece mettendosi una mano sul ventre.
Poi continuò:” mi dispiace che tu non possa .. si insomma hai capito.” Disse imbarazzata.
“ Non importa, aspetterò, e poi mi basta saperti mia.” Fece lui dolcemente allungandosi per baciarla. Lei lo baciò appassionatamente e lo abbracciò forte distendendosi sopra di lui.
“ La notte è nostra.” Gli disse in un sussurro. E i due sgattaiolarono sotto le coperte. Sotto al dolce luce della luna che li osservava in tutta la loro tenerezza. 



Spero che vi sia piaciuto! La canzone che ho fatto cantare a Joe esiste davvero e ve lo assicuro io: é super bellissima! E molto romantica davvero .. quindi adatta alla dolce coppietta!
La storia sta per arrivare alla fine .. mancano pochi capitoli e tutto si concluderà! Quindi non dovrete attendere oltre!

Remedios la Bella

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Capitolo 22
*** Chapter 43; Chapter 44 ***


Chapter 43
 
Se stessimo a raccontare ogni singolo mese che Diana passò prima del giorno stabilito per la fine della gravidanza, ci metteremmo un anno intero per questo racconto. Quindi riassumerò il tutto in pochi semplici passaggi: La pancia di Diana crebbe notevolmente in quegli ultimi mesi di gravidanza, e ogni tre andava a fare i consueti controlli dalla ginecologa Jodie. Per fortuna, non si ebbero alcune complicazioni, e i bambini crebbero sani e forti nell’utero della giovane.
Joe, divenuto ormai suo marito, decise di abitare con lei per il resto di quei giorni, nell’attesa di poter trovare una casa dove i due potessero stare da soli come due veri coniugi.
Michael aumentò la frequenza delle sue visite, ma non lo faceva per intromettersi ; più che altro assisteva alle visite ginecologiche di Diana e riceveva l’ecografia dei due gemelli, che si scoprì essere due bei maschietti omozigoti.
Diana e Joe rimasero per tutto il tempo da Jodie, e anche il giovane ebbe così modo di conoscere la presunta adottatrice di uno dei suoi figli. La ritenne una persona buona e disponibile, e non fece tardi a stringere amicizia con lei.
Passò l’ottavo mese e si entrò nel nono. La pancia di Diana era cresciuta tantissimo, e il suo peso corporeo era davvero aumentato. Nonostante tutto, la faccia di Diana non sembrava minimamente ingrassata. Anzi! Le sue sottili guance rimasero tali e quali a prima, insieme alle sue dolci braccia e alla corporatura slanciata e non più esile, ma sempre in forma per essere un’ adolescente incinta.
Insomma, era riuscita a mantenersi in buono stato nonostante i vari problemi di una donna in gravidanza.
Per le questioni legali, tutto si risolse per il meglio; I bambini erano sotto la custodia Totale di Diana e provvisoria di Joe e Michael.
Poi, alla nascita, si sarebbe deciso come finire di dare i ruoli di affidamento. Se contare anche sull’aiuto di Michael e quello di Jodie.
Ma per ora era tutto tranquillo, e in capo a pochi giorni, vennero quelli stabiliti per il ricovero in ospedale.
Stranamente a ciò che i medici avevano supposto, Diana non ebbe le doglie in quei giorni. Le chiedevano ogni volta se sentisse qualche dolore, qualche spinta del genere, ma lei rispondeva che niente la turbava, a parte gli abituali dolori al basso ventre.
Joe era preoccupato che i bambini avessero problemi a nascere, a anche Michael mostrò paura. Ma la situazione clinica di Diana era stabilissima.
Quindi alla fine si decise di dimetterla e aspettare che il segnale arrivasse da sé.

 *****

Era la vigilia di Natale, e Diana era tornata pochi giorni prima dall’ospedale, dimessa nell’attesa della nascita dei due piccoli. L’albero di Natale illuminava il grande atrio della villetta con le sue lucine multicolore e gli addobbi glitterati, Il fuoco ardeva nel camino, e scendeva la neve dal cielo, volteggiando nella brezza invernale che spirava lieve sulla villa.
 Diana era a letto, e dormiva profondamente, mentre Joe stava ancora al piano di sotto a guardare la TV, quando la giovane sentì una strana sensazione. Iniziò a bruciarle lo stomaco, e si svegliò di soprassalto sentendo un forte dolore al basso ventre. Stavolta era molto più acuto degli altri che sentiva abitualmente.
Si spaventò e iniziò a mugolare dolorante.
“ Oh no, non ora ..” sospettò che fosse arrivato il momento. Il momento tanto atteso per nove mesi stava per compiersi, ma di certo non sperava che finisse così!
Provò ad alzarsi, ma le gambe le divennero come di marmo e fece fatica a reggersi in piedi. La fitta aumentava, e Diana ora poteva sentire i calci dei due neonati.
Arrancò verso la porta nella stanza chiusa, ma cadde dalla fatica. Era come in lacrime, il dolore le sembrò lancinante.
“ Jooooooooooooooe!!” urlò con tutto il fiato che aveva in gola, appoggiandosi  alla porta mentre era in ginocchio:” Joooooooodie!! Robeeeeeeeeeeeeeeert!!Vi prego aiutatemi!”
Il suo grido di aiuto non passò inosservato. Suo fratello uscì dalla stanza immediatamente e la vide accasciata a terra e reggersi a stento alla porta. Anche Jodie uscì, e Joe corse sopra a vedere.
“ Diana! Che cosa hai?” Robert le si avvicinò e l’aiutò ad alzarsi.
“ è arrivato … è arrivato il momento!” disse lei tutto d’un fiato:” Presto!”
“ Dobbiamo subito accompagnarla in ospedale! Amore mio resisti!” le disse Joe afferrandola sotto il braccio per sorreggerla insieme a Robert.
“ Ci proverò … oddio!” Diana era disperata, il dolore era sempre più lancinante.
Jodie corse fuori a accendere svelta il motore della macchina parcheggiata, mentre Joe e Robert aiutarono al ragazza a scendere per poter uscire.
Ma qualcosa accadde. Si sentì come qualcosa rompersi e a metà scalinata, qualcosa sgorgò da sotto la veste di Diana, un liquidò biancastro e gelatinoso che colò sulle sue nude gambe e bagnò il gradino dove i tre sostavano.
“ Dimmi che non è vero …” disse lei in un filo di voce. Le si erano rotte le acque, e ormai non potevano fare niente per portarla in ospedale. La ragazza sentì che le doglie si facevano sempre più forti.
“ ragazzi, non ce la faremo ad arrivare in tempo! Portatemi in salotto!” disse lei decisa e dolorante. I due ancora scioccati per il liquido che sgorgava ancora, si guardarono negli occhi e decisero di obbedire a lei. Si diressero in salotto subito, dove fecero distendere Diana.
Jodie spense il motore e corse in casa al capezzale di Diana, che respirava affannosamente e si torceva.
“ Non ci voleva .. che facciamo adesso?” chiese lei accarezzando la testa sudata della giovane.
“ Dovremmo farli nascere noi …” disse Robert.
“ Cosa?” Joe era leggermente allibito:” Come facciamo? È troppo rischioso!”
“ fammi pensare ..” Robert iniziò a camminare su e giù per la stanza, mentre diana continuava a respirare affannosamente e imprecava Dio di farle smettere quel terribile dolore.
“ Su respira … Joe! Va a chiamare un dottore presto!” disse Jodie, tenendo la mani a Diana, che iniziò a respirare lentamente.
“ subito!” Joe corse in cucina dove si trovava il telefono  e fece per chiamare il dottore. Nel mentre Robert ebbe come un’ illuminazione. Corse in fretta dalla stanza, e ne ritornò con una bacinella d’acqua calda e asciugamani a volontà. Aveva anche un libro in mano, era su come far nascere i bambini e l’aveva preso in tutta fretta dalla biblioteca.
“ L’ho visto fare nei film! Adesso al lavoro!” disse poggiando il tutto per terra, e avvicinandosi alla sorella.
Si girò verso l’orologio della parete; erano le 10:30 di sera della vigilia di Natale.
“ Diana, ora dammi ascolto, andrà tutto bene …” le disse, aprendo il libro e iniziando a leggere. Intanto Diana stava patendo le pene dell’inferno.

 *****

00:00 del 25 dicembre. Un grido stridulo riecheggiò nella stanza, e due piccoli corpicini pregni di liquido piangevano a pieni polmoni tra le braccia di Robert, sudatissimo ma felice. Diana ora potè respirare tranquillamente, e il dolore le era completamente passato adesso.
I due erano appena nati, sotto l’occhio vigile del dottore che era corso poco prima del primo travaglio di Diana.
Fu una cosa veloce, dolorosa ma svelta. E anche se quell’ora e mezza le sembrò infinita, ora era felice. Felice che tutto fosse finito.
Vennero lavati e portati ai suoi seni gonfi di latte; erano piccolissimi, due gocce d’acqua dai capelli di un castano tendente al biondo scuro e dagli occhietti grigi e grandi.
Diana li tenne in braccio portandoli a sé con la faccia piena di lacrime di gioia.
Joe le stava accanto tenendole una mano e guardando commossi  i due gemelli appena nati:” Sono bellissimi … proprio come te.”
“ Si …” disse lei in un filo di voce, osservando i due piccoli che si accoccolavano sul suo petto e cercavano la mammella per nutrirsi per la prima volta.
“ Robert .. Joe … chiamate la signora Smith, la signora WindFly  e Michael … io resto con lei.” Disse Jodie, avvicinandosi a Diana.
I due fecero come detto dalla donna e la lasciarono da sola con la ragazza e i suoi figli.
“ come ti senti?”
“ bene, sono bellissimi e hanno fatto pure in fretta …”
“ hai ragione …” disse sorridendo Jodie e accarezzando uno dei piccoli delicatamente. Poi fece una pausa, e sospirò. Parlò poi con voce calma:” Diana, ho deciso … puoi tenerli tutti tu.”
Diana la guardò sbalordita non poco:” Come mai hai cambiato idea?”
“ Ho capito che tu tieni troppo a loro, e non posso privarti di qualcosa che tu hai sempre sentito tuo sin dall’inizio. Un giorno mi auguro anch’io di avere dei figli, per adesso mi accontenterò dei miei due nipotini nuovi.” Disse lei pacatamente, accarezzando delicatamente uno dei due gemelli.
Uno di loro sbadigliò dopo una breve poppata, e si accucciò sul petto caldo di Diana che teneva poggiata la testa al cuscino, pensierosa.
“ capisco ..” disse alla fine, rispondendo a Jodie.
“ Come vorresti chiamarli?”
“ Questo vorrei lasciarlo decidere a mia madre … anche se a me è sempre piaciuto il nome … Duncan.” Disse Diana con tono molto calmo.
“ Un bel nome … se non sbaglio era lo stesso di tuo padre.”
“ Esatto, sembra così scontato ma ho sempre adorato quel nome …” disse lei in risposta a Jodie. E sorrise al pensiero del padre che la guardava da lassù.
“ Aspettiamo l’arrivo di tua madre, allora?” le chiese Jodie:” lascerai a lei l’onore di dare il nome a suo nipote?”
“ esatto … e ora aspettiamo …” disse chinando la testa verso la cugina. Poi voltò il viso verso l’albero di Natale.
“ Buon Natale, tesori miei.” Sussurrò, chiudendo gli occhi esausta. E si addormentò, sotto lo sguardo addolcito di Jodie.
 
Chapter 44
 
La signora Smith, la signora WindFly e Michael arrivarono pochi minuti dopo che Joe li aveva avvisati della nascita dei due gemelli.
Il nome Duncan venne accettato volentieri dalla signora Smith, e l’altro venne chiamato James, come il padre di Joe.
Michael li vide, e parve commosso. Prese in braccio uno dei due piccoli, che per ora erano indistinguibili:” oh santo cielo …” disse, tenendolo in braccio davanti a sé e ammirandolo.
“ Come ti sembrano?” gli chiese Diana, che si era svegliata e ora era seduta sul divano, un po’ dolorante.
“ sono … meravigliosi. Diana .. mi dispiace di tutto quanto.” Disse lui con voce quasi spezzata. Il piccolo lo guardava con occhi curiosi e lui venne colpito dalla loro innocenza.
“ non preoccuparti .. è tutto passato ormai.” Disse lei tranquilla. La signora Smith la guardò commossa:” sei cresciuta tantissimo, dall’ultima volta.”
“ Loro due mi hanno dato la speranza e un aiuto concreto. James, Duncan .. vi voglio bene.” Disse Diana tranquilla. Joe le si sedette accanto e l’abbracciò.
“ Vorrei dirvi una cosa .. Buon Natale ragazzi.”
“ Buon Natale a te Diana.” Risposero gli altri in coro. Lei appoggiò tranquillamente la testa alla spalla di Joe e si accucciò nell’incavo della sua spalla. Lui le appoggiò la mano sulla testa e le baciò la fronte. La giovane si addormentò, esausta.
Tutti sorrisero.
 
                                                                              
                                                                              7 anni dopo
 
La Land Rover parcheggiò fuori dalla villa nella placida mattinata estiva di quel giugno alle porte.
Jodie, che aveva sentito il motore della macchina, si precipitò fuori per vedere gli ospiti:” Diana! Joe! Mancavate solo voi!”
Disse vedendo i due giovani scendere dalla macchina raggianti. Il pancione di Diana era molto grande e lei era adorabile nel suo vestitino azzurro smanicato e nel suo chignon ornato di petali di ciliegio come fermaglio.
“ Scusa il ritardo cugina! Buon compleanno!” le disse Diana avvicinandosi e abbracciandola. Dalla macchina uscirono anche i due vispi Duncan e James. Ora i due gemelli si potevano distinguere per la diversa colorazione dei capelli: Duncan aveva i capelli di una tonalità più scura, James tendeva a un bel biondo scuro e brillante. I due birbanti corsero tra le braccia della zia:” Zia! Buon compleanno!”
“ Grazie tesorini!” disse lei baciandoli sulle guance. Nell’attico c’era anche Michael, che appena vide i due bambini andò loro incontro:” Ma buona sera!”
“ Ciao Michael!” dissero loro abbracciandolo. Shadow scodinzolò felice,e Joe andò a fargli le coccole.
Anche Taylor scese dall’attico e andò incontro all’amica:” Auguri per la nuova attesa!” le disse in un orecchio.
“ Grazie mille .. spero sia una femmina stavolta! Quelle sono due pesti!”
“ hanno preso da Michael per quello!”
Diana si mise a ridacchiare, mentre sentiva le risate di Duncan che veniva sollevato in aria da Michael, raggiante in volto.
“ Ho saputo che ti ha chiesto di …” continuò Diana lanciando sguardi maliziosi a Taylor.
“ incredibile vero? Dopo quell’episodio è diventato più sensibile! Se lo sposassi non mi stupirei più di tanto! Tu sei felice con Joe, perché non dovrei esserlo io con Michael?” Disse Taylor raggiante.
“ Ti auguro ogni fortuna!” le disse Diana riabbracciandola.
“ ehi! Entrate tutti!” disse Jodie invitando gli ospiti dentro. Tutti si diressero verso il giardino sul retro, che non era cambiato per niente in tutti quegli anni.
Si sedettero in dei tavolini messi apposta per il compleanno di Jodie, e i gemelli salirono subito in braccio a Joe.
“ bene, vedo che aspetti nuovamente un bambino Diana!” disse Jodie, osservando solo ora il pancione di Diana.
“ Si .. spero sia femmina … voi la volete una sorellina?” chiese Diana rivolta ai due gemelli. Duncan con fare innocente annuì con la testa, l’altro non tenne conto della domanda.
“ bene, accondiscendenti!” fece ironica. Tutti risero divertiti.
“ Auguri allora .. per te e Joe.” Disse Michael gentile.
“ Grazie Mike .. e auguri  anche a te e Taylor!” disse lei facendolo arrossire:” ho sentito un uccellino dirmi che le hai chiesto la mano!”
“ Taylor!” disse lui in un sussurro rivolto minaccioso verso la ragazza, che rideva sotto i baffi:” Quante volte ti avrò detto di non dire niente di questa storia?”
“ Eddai! Non fare il pignolo, biscottino!” disse lei scherzosa e stampandogli un bacio sulla guancia.
“ E non chiamarmi biscottino!” disse lui arrossendo.
In quel bel momento un aitante giovane, in camicia, spuntò improvvisamente da dietro alla porta della cucina, e i gemelli vedendolo urlarono felici.
“ Zio Robert!!” urlarono accorrendo ai suoi piedi. Lui ne sollevò uno in aria felice di vedere i suoi nipotini: “ Oplà! Siete davvero degli ometti ormai! Ma non chiamatemi zio! Suona così male!”
“ Robert!” disse Diana alzandosi felice di rivedere il fratello e abbracciandolo: “ mi sei mancato … e comunque sei loro zio, che hai da lamentarti? Tutti invecchiano nella loro vita!”
“ Sorellina! Vedo che sei in dolce attesa!” le disse osservandola:” anche tu sei molto più vecchia di quanto ricordassi!” le rispose ironico.
“ Tu invecchierai prima di me, e poi sarò io a ridere!”
“ Vedremo!” Robert rise felice e la strinse nuovamente a sé.
Si sedette anche lui, e James si sedette cavalcioni a lui.
Alla fine anche Duncan si sedette accanto allo zio, così Joe potè rimanere accanto alla moglie in dolce attesa e parlarle.
“ Tesoro .. vieni, ti mostro un posto.”
“ Dove mi vuoi portare?” chiese lei curiosa. Joe le fece l’occhiolino e si alzarono:” Noi due andiamo a fare una passeggiata … Robert, ti occupi tu dei piccoli?”
Robert ammiccò, capendo magicamente dove fosse diretto il ragazzo:” Certo! Andate pure voi!” E iniziò a giocherellare con Duncan.
Nel mentre gli altri sorrisero ai due coniugi e continuarono a dialogare tranquillamente.
Diana e Joe attraversarono il famoso cancello da cui Robert poi accedeva al famoso lago suo luogo di rifugio.
Diana non aveva idea di quel gesto così misterioso di suo marito, mentre Joe si: il cognato gli aveva raccontato di quel posto tanti anni fa, e Joe aveva solo atteso a portare Diana. Giunsero al famoso lago quieto dove il sole rifletteva la sua luce pacata e dolce. Un’anatra sguazzava tranquilla al centro del piccolo laghetto.
“ Joe .. ma .. questo posto è fantastico.” Diana era stupita.
“ lo so … era di tuo fratello, ma ha voluto condividerlo con noi … Vieni.” Le afferrò il polso gentilmente e la condusse su una sponda dove era attraccata una barca a due posti, abbastanza resistente.
Ci fece salire con attenzione Diana e poi salì lui, che afferrò il remo e iniziò ad addentrarsi tra le calme acque di quel calmo laghetto. Le libellule accarezzavano lo specchio d’acqua con le loro lunghe zampette,mentre il solito ramo di Salice piangente toccava l’acqua fluttuando sotto la spinta della fresca brezza che spirava.
I due giunsero al centro del lago, e lì Diana si sporse cauta per toccare con un dito al fredda acqua e disegnarci cerchi immaginari. Poi guardò Joe. Osservò i suoi lineamenti ormai mascolini, il lieve pizzetto sotto il mento, i capelli corti e ben spazzolati e i suoi occhi, divenuti più profondi e di un celeste ancora più immacolato di prima.
“ Questo posto è bellissimo .. come te.” Gli disse prendendogli la mano.
“ mai quanto te, mia cara … E anche nostra figlia sarà bellissima. La nostra Minerva.”
“ le hai già scelto il nome?” fece lei inclinando la testa curiosa.
“ Si .. perché ? Non ti piace?”
“ è meraviglioso … come te. Joe .. ti amo tanto.”
“ Anch’io principessa.” Joe afferrò il viso di Diana dolcemente e le sfiorò le labbra  con le sue. Lei le dischiuse gentilmente e rispose al bacio.
La barca dondolò leggermente, e gli uccelli iniziarono a cantare. In quel silenzio immacolato, si potevano sentire le voci in lontananza degli altri.
Tutto era perfettamente in pace. Ormai. E lo sarebbe stato per lungo tempo. 


Eccoci arrivati alla fine del cammino!
Prima di tutto voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito e messo tra le seguite e le preferite questa storia che mi è costata fatica e mi ha dato continue soddisfazioni.
A breve pubblicherò la mia nuova storia, anche se custodirò questa e le sue recensioni nel mio cuore.
Grazie di avermi sopportato fino a questo punto, siete grandi!


Besos, Remedios la Bella

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