Sekai no Yami

di AlessiaDettaAlex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Imbattibili ***
Capitolo 2: *** La notte elettrica ***
Capitolo 3: *** A Kyoto ***
Capitolo 4: *** Contro il drago ***
Capitolo 5: *** Heru ***
Capitolo 6: *** Capitano Black! ***
Capitolo 7: *** "S" for Sora ***
Capitolo 8: *** Cielo e Luce ***
Capitolo 9: *** Fidarsi ***
Capitolo 10: *** Il Primo Dragone ***
Capitolo 11: *** Sotto le nuvole ***
Capitolo 12: *** Addio a tutti. ***



Capitolo 1
*** Imbattibili ***


Sekai no Yami

 
Imbattibili
«Forza ragazze... ALL’ATTACCO!!» gridò una rapidissima Cure Black mentre si scagliava contro il quarto nemico del mese insieme ad altre nove Pretty Cure. Un coro di “sì” le ritornò come risposta mentre le eroine del pianeta Terra e dei rispettivi mondi magici facevano piazza pulita dei mostri sul campo di battaglia. Alla fine dell’azione si diedero il cinque divise per coppie. Sì, la vita era davvero facile quando si lavorava in ben dieci Pretty Cure: c’erano le leggendarie Nagisa Misumi e Honoka Yukishiro nei panni delle prime Cure Black e Cure White accompagnate dalla fedelissima Shiny Luminous alias Hikari Kujou; a seguire le atletiche Saki Hyuuga e Mai Mishou trasformate in Cure Bloom e Cure Egret e, occasionalmente, in Cure Bright e Cure Windy; infine le cinque ragazze definite le “novelline” del gruppo, Nozomi Yumehara ossia Cure Dream, Rin Natsuki nei panni di Cure Rouge, Urara Kasugano alias Cure Lemonade, Komachi Akimoto che impersona Cure Mint e infine Karen Minatsuki che combatte sotto l’identità di Cure Aqua. Al loro fianco le loro fedeli mascotte quali Mipple, Mepple, Pollun, Lulun, Flappy, Choppy, Coco, Nuts e Milk. Dal giorno esatto in cui tutte quante si erano conosciute non avevano più smesso di combattere insieme, pur dividendosi spesso i nemici tra i loro vecchi gruppi.
«Siamo state grandi, ragazze!» annunciò fiera Cure Dream sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori e facendo segno positivo alla squadra col pollice destro. Ormai combattere sembrava essere diventato un gioco da niente, tanto che Urara spesso lo faceva a ritmo di musica con le cuffie del suo nuovo mp3. Quelli furono i mesi più gloriosi dei loro combattimenti e le dieci ragazze lo sapevano benissimo. Ma quei mostri occasionali che ogni tanto facevano la loro apparizione non sembravano essere parte di nessuno dei mondi oscuri che già i tre gruppi conoscevano. Certo, a loro che ormai riuscivano a sconfiggere chiunque questo non pareva un problema rilevante. La sola cosa che interessava era che fossero praticamente imbattibili grazie anche al rispetto che si riservavano l’un l’altra; Black e White erano naturalmente quelle più ammirate, in quanto prime Pretty Cure per cronologia e esperienza in battaglia; non erano le leader ufficiali del gruppo perché pari importanza andava ad ogni paladina, però molte le consideravano già tali. Saki Hyuuga era una di queste.
«Capitano Black!!» fece infatti lei saltando addosso alla povera ragazza castana che tentava inutilmente di liberarsi.
«Smettila di chiamarmi così, Saki!»
«Ma tu sei il mio fantastico capitano!» rispose però lei strofinandosi di più al suo braccio. Mai sospirò: continuava così da mesi ormai. Maledetta quella volta in cui lei stessa l’accompagnò al Tako Cafè per farsi raccontare le passate avventure di Nagisa e Honoka! Da quel giorno le due Pretty Cure per Saki diventarono un modello da seguire, e Nagisa in particolare. Faceva di tutto per imitarla, tutto per lei, per il suo “capitano Black”. Le altre ragazze risero sotto i baffi alla scena divertente di Nagisa che gridava disperatamente aiuto con Saki addosso, mentre Mai tentava in vano di separarle. Ma dal loro volto presto sparì quel risolino quando la diligente Karen fece notare poco gentilmente che erano le 8.35 di mattina; in altre parole, erano in un consistente ritardo scolastico. Come razzi tornarono allo stato originario e salutandosi corsero ognuna verso la propria scuola.
Questo era ciò che di norma accadeva alle dieci magiche eroine, per cui ormai niente sembrava impossibile. Ma loro stesse spesso lo ammettevano: così era fin troppo facile vincere.






Note di Me.
Ecco, ho cominciato SnY, vi va bene? xD Adesso però voi, pazze masochiste siete obbligate a seguirmi fino alla fine, muhahaha! *sperando che ci sia una fine ç_ç*
Beh, questo era un incipit. Così stanno le cose, loro sono imbattibili e Saki ama all'infinito Nagisa. (oddeo)
Che ne pensate? Io penso che le Pretty Cure tutto il macello che accadrà in seguito se lo sono tirate con l'ultima frase del capitolo. Tutto perché le poverette si annoiavano. De hi hi ho ho.
Saluti!
Videl

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Capitolo 2
*** La notte elettrica ***


Sekai no Yami


La notte elettrica
Quella notte per qualche oscuro motivo Nozomi non riusciva proprio a dormire; si rigirava nel letto qua e là in continuazione cercando quella posizione adatta a conciliarle il sonno. Nel momento in cui non ne poté più afferrò con forza il cellulare dal comodino e tentò di mettere a fuoco l’orario: le 3.02. Bene, notte inoltrata. Sbuffò e si alzò a sedere sul letto, prendendo a digitare il numero di telefono della sua migliore amica. In un’altra stanza di un’altra casa Rin dormiva beata attorcigliata al suo cuscino quando la suoneria meccanica del suo cellulare la svegliò di soprassalto. Coi nervi a fior di pelle per essere stata praticamente buttata giù dal letto si tirò a sedere e rispose acidamente:
«Pronto!!» non era una domanda, ma l’affermazione irritata di chi sa già chi fosse a disturbare.
«Rin...»
«Nozomi!! Chi ti ha dato il permesso di interrompere la mia splendida dormita alle 3 di notte?!» l’altra piagnucolò:
«Ma veramente... io non riesco a dormire!» Rin si passò una mano tra i capelli al limite della sopportazione.
«Io neanche se tu mi chiami! E ora buonanotte!!» e chiuse di colpo la chiamata. Non più di tre secondi dopo il telefono si riaccese annunciando una nuova chiamata. Rin sospirò.
«Pronto Nozomi...»
«Rin!! Dai ti prego aiutami!» l’amica sospirò un’altra volta, stavolta pensando che era stata troppo severa con Nozomi.
«Che è successo?»
«Non lo so... ho delle brutte sensazioni!»
«Quindi?»
«Quindi mi accompagni fuori a prendere una boccata d’aria?» l’altra strabuzzò gli occhi da dietro il suo cellulare.
«Che?! A quest’ora? Ma proprio non poteva venirti un’idea più brillante nel bel mezzo della notte?» dall’altro capo della cornetta la fucsia si lamentò con la solita voce fanciullesca alla quale neanche la dura Rin sapeva resistere:
«Dai... ti prego!!» la rossa sospirò per la terza volta disperata.
«E va bene... tra dieci minuti fatti trovare sotto casa mia altrimenti torno a dormire. A dopo»
«Grazie Rin!! Ok a dopo!» e chiusero la chiamata insieme.
Quando Nozomi arrivò Rin la salutò con un sonoro sbadiglio, nuovo segno di disapprovazione riguardo alla levataccia appena fatta. Presero a camminare lentamente per la via.
«Allora Nozomi, spiegami tutto per bene» l’altra prese fiato prima di parlare:
«Ho avvertito una scossa»
«E per questo non riuscivi a dormire? Rilassati, siamo in Giappone ce ne sono tante di scosse!»
«No, no! Dico adesso! Ho sentito una scossa adesso!» la rossa ripeté irritata:
«Ma è comunque normale Nozomi!»
«No, questa era strana! Davvero strana!» Rin inarcò un sopracciglio:
«Che vuol dire adesso che una scossa è strana?» Nozomi le tappò improvvisamente la bocca e la trascinò dietro il muretto di una casa facendole segno di tacere. Scrutò l’oscurità di fronte a sé mentre l’atletica Rin tentava in tutti i modi di ribellarsi.
«Guarda!» fece la ragazza indicando con la mano libera un punto nel buio che si muoveva. Rin mise a fuoco finché non scorse la sagoma di una persona interamente coperta da un mantello blu. Quando finalmente si fu liberata dalla stretta di Nozomi si lamentò:
«Sarà un povero vecchio con problemi d’insonnia che fa una passeggiata notturna! Perché tanto allarmismo?» l’amica scosse la testa con convinzione:
«Quello non è un vecchio. Ha qualcosa di strano»
«La vuoi piantare con questa storia dello “strano”?» Nozomi fece segno a Rin di chiudere la bocca osservando che avevano parlato un po’ troppo forte; la sagoma le aveva scoperte e si era già voltata in cerca della fonte del rumore. Si avvicinò a passi lenti e cadenzati verso il nascondiglio delle giovani fino a quando Nozomi decise di uscire allo scoperto; saltò davanti all’uomo incappucciato puntandogli un dito contro:
«Ehi tu! Chi sei e che cosa stai facendo qui a quest’ora di notte?» Rin la seguì, stordita dal coraggio dell’amica:
«Nozomi zitta!!» l’ammonì. Ma la sagoma non sembrò far caso alle parole di nessuna delle due ragazze; si voltò e da una mano che sbucava dalla lunga manica lasciò cadere due sassolini a terra. La fucsia fece offesa:
«Potresti anche rispondermi sai?!» ma nulla. Il misterioso personaggio sparì nell’ombra trascinando con sé l’attenzione delle due. Ma presto compresero che il vero problema non era l’uomo, ormai eclissatosi, bensì i due “sassolini” che aveva fatto cadere che lanciando lievi scosse elettriche si erano improvvisamente trasformati in due mostri metà drago e metà umani proprio di fronte ai loro occhi. Rin impallidì:
«Oddio! Dobbiamo chiamare le altre!»
«No!» la interruppe Nozomi. «E’ inutile svegliarle dobbiamo pensarci noi qui!» l’altra annuì e in due secondi si trasformarono in Cure Dream e Cure Rouge. I mostri attaccarono all’istante manifestando sin da subito una forza fisica sviluppata; le Pretty Cure trovarono molto difficoltoso tenere testa a certi colpi ben piazzati. Almeno fino a quando Rouge decise che era arrivato il momento di contrattaccare; difatti la Cure rossa si scagliò con tutte le intenzioni contro lo stomaco del mostro ma non appena lo sfiorò ritrasse immediatamente la mano sbigottita:
«Ah!!» si osservò l’arto leggermente annerito: aveva appena ricevuto... una scossa elettrica? Si voltò spaventata verso la compagna:
«Questo coso è elettrico!!» l’altra, impegnata nel contempo a schivare i colpi dell’altro drago, non riuscì credere alle sue orecchie.
«Che?! Allora non possiamo assolutamente toccarlo né lasciarci toccare!» la rossa riprese a fuggire dal suo mostro, in preda a un brutto presentimento. Per quella notte si era stufata di questi continui brutti presentimenti. Nella frenetica corsa tra le vie del quartiere le due decisero infine di provare a colpirli insieme. Si presero per mano e contarono fino a tre; a quel punto si voltarono di scatto insieme e...
«Aahhhh!!» dopo un grido estraneo una luce accecante si scagliò contro uno dei due draghi elettrici facendolo dissolvere nel nulla. Rouge e Dream rimasero di sasso; un colpo lucente era sopraggiunto alle loro spalle? Si girarono, ma dietro di loro non c’era nessuno.
«Ehilà! Dream, Rouge, siamo quassù!» le due sollevarono lo sguardo sopra i palazzi e sorrisero a quella piacevole vista: Cure Bright e Cure Windy troneggiavano al di sopra dei tetti, sotto la bianca luna e il vento, mentre facevano segno di vittoria. Nozomi non poteva essere più felice di vederle:
«Saki, Mai! Che bello che siete arrivate anche voi!» alle due in alto però sparì presto il sorriso dalla bocca:
«Scansatevi! C’è ancora un ultimo nemico da disintegrare!» asserì scura in viso Saki. Nozomi e Rin si fecero da parte mentre le altre due Pretty Cure caricavano un colpo. Bright utilizzava il potere della luna per creare un raggio di luce, e Windy sfruttava il potere del vento per creare una raffica che si unisse all’attacco della compagna. In poco tempo si formò una sfera di grande energia che lanciarono sotto forma di raggio, lo stesso che aveva vinto il primo mostro. Solo quando furono sicure che anche il secondo drago elettrico fosse stato cancellato si avvicinarono a Rin e Nozomi, tornate con gli abiti usuali. Mai iniziò:
«Come state?»
«Adesso egregiamente» asserì soddisfatta Rin. «Ma come avete fatto a trovarci?» Saki allargò un sorrisone degno di nota sul volto.
«Abitiamo qui in zona... abbiamo sentito l’urlo di Nozomi contro il tipo incappucciato e quando siamo arrivate c’erano già i mostri. Abbiamo deciso di aiutarvi e siccome avete detto che era elettrico, gli unici attacchi efficaci erano quelli a distanza!» le due rimasero impalate a seguire il discorso di Saki. Attacchi a distanza... giusto. Annuirono, evitando di ammettere che forse loro non ci avevano pensato. Ma proprio per nulla.
«Forse è per la presenza di quell’uomo che io ho avvertito come un brutto presentimento» ragionò tra sé la fucsia. Le altre tre annuirono pensose.
«Strano tutto questo però...» commentò Mai. Decisero che ne avrebbero discusso con le altre il giorno dopo, e per quella sera lasciarono che la notte scendesse su di loro.






Note di Videl.
RIECCOMI!!! In questo periodo ho lasciato un po' perdere queste storie, ma l'altro ieri ho riletto tutta Bring me to Life... e mi è venuta voglia di ripensare a questa! Ho tante novità sulla trama, che credo non potranno deludervi!
Sempre se avete ancora voglia di seguirmi xD
Capitolo lungo questo. Potrei continuare con questo tipo di capitoli per molto, mi permette di andare più avanti nella storia con meno capitoli xD e cercherò di sbrigarmi!! Cooooomunque:
@KonanKohai: hai ragione, dovevano proprio accontentarsi! Ma lo sai, il cuore dell'uomo è facile alla tentazione... grazie comunque!
@whitemoon: spero che questo capitolo ti sia piaciuto! E' già molto più ricco di novità e d'azione!
@bayleef 99: Grazie mille! Anche  le nostre eroine avranno a che fare con qualcosa di molto più grande di quei soliti mostriciattoli da quattro soldi... xD

Al prossimo capitolo (sperando ci sia presto)
Videl

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Capitolo 3
*** A Kyoto ***


Sekai no Yami


A Kyoto
Karen Minatsuki non poteva credere a quello che la sua fedele amica Komachi le aveva appena detto. Ma la Pretty Cure della tranquillità sembrava proprio non scherzare.
«Un black out in tutta la città di Kyoto? Non è possibile, non è mai capitata una cosa simile lì. O perlomeno, non senza un plausibile motivo» Urara intervenne sconsolata:
«Le centrali elettriche sono saltate in aria due ore prima dello spettacolo a cui dovevo partecipare stamattina» lo squillo di un cellulare interruppe quello scambio di informazioni poco rassicuranti. Era il cellulare di Nozomi. Le quattro ragazze prestarono assoluta attenzione a quella chiamata.
«Pronto?» una voce familiare rispose dall’altra parte della cornetta:
«Nozomi sono Nagisa! Presto, accendi la tv e controlla il telegiornale» la ragazza fece quanto le era stato chiesto e si mise ad ascoltare in silenzio con le altre. Immagini oscure attraversavano lo schermo: Kyoto era nel panico dopo sei ore consecutive di black out; tra un cambio di scena e l’altro apparivano le interviste agli scienziati addetti alla ricerca del problema che ha causato l’esplosione alla centrale. Nagisa riprese a parlare:
«E’ da stamattina alle nove e mezza che sono in quello stato. So che hanno annullato anche lo spettacolo di Urara» Nozomi deglutì.
«A cosa stai pensando, Nagisa?»
«Io? No, beh, lo sta pensando Honoka... crede che c’entri con quel che è successo a te e Rin stanotte. Sempre di elettricità si parla in fondo. Venite con tutte noi a controllare?» la cure rosa strinse convulsamente il cellulare tra le mani e con uno sguardo d’intesa intimò le quattro ragazze di partire con lei alla volta di Kyoto.
«Arriviamo subito, aspettateci al parco» senza aspettare risposta chiuse la chiamata. Tra lei e le sue compagne di squadra non ci fu bisogno di alcuna spiegazione; si trasformarono e corsero in direzione di Nagisa, Honoka e Hikari. Una volta raggiunte salutarono con un cenno del capo anche Saki e Mai, giunte con la stessa foga e già trasformate.
«Siamo tutte... andiamo!» annunciò Nagisa prima di scattare in direzione di Kyoto.
Il viaggio a grandi salti non fu troppo lungo e lo passarono senza scambiarsi parola. Quando finalmente poterono vedere la sagoma della centrale di Kyoto mezza distrutta avvertirono tutte una morsa a cuore: intorno ad essa c’erano agenti di polizia, elicotteri della stampa, ed esperti di ogni genere. Non proprio un bello spettacolo. Honoka fu la prima ad avvicinarsi alla polizia, chiedendo di poterle far passare; una volta ottenuto quel permesso – non difficile da ottenere per le Pretty Cure – le dieci ragazze esplorarono la zona. Cure Egret si tappò in naso leggermente infastidita.
«C’è puzza di bruciato qui dentro...» in risposta Saki fece un gesto schifato con la mano. Cure Aqua invece si sedette sbuffando su una pietra che spuntava dal suolo.
«Non solo, fa anche tremendamente caldo» constatò facendo roteare stancamente gli occhi da una parete all’altra dell’edificio silenzioso. Tutte si guardavano intorno assorte, ma Cure White era l’unica del gruppo che saltava da un masso all’altro, afferrando cavi buttati qua e là e prendendo appunti mentalmente sulle analisi che nel frattempo un’altra parte del suo cervello stava svolgendo. Komachi le si avvicinò incuriosita:
«Trovato qualcosa di interessante?» la bianca le rispose senza staccare gli occhi da alcune pietre bruciacchiate vicino ad un certo numero di cavetti elettrici.
«Potremmo dire di sì; guarda queste pietruzze! Sono elettrizzate» Nagisa intervenne vagamente annoiata:
«E quindi? È esplosa una centrale elettrica, è normale che qualcosa sia elettrizzato...» Honoka scosse la testa, rinunciando a spiegarle con astruse formule chimiche il motivo per cui tale evento dovesse risultare strano.
«Ci sono in gioco determinati fattori ambientali, chimici e di circostanza che rendono vana la tua spiegazione scontata, Nagisa»
«Eh?» si lamentò Cure Black in risposta a quelle affermazioni che dovevano essere – almeno in teoria – esplicative. Sbuffò, rivolgendosi infine a Nozomi e Rin: «Voi ci avete capito qualcosa?» Cure Dream si affrettò a mettere le mani avanti.
«Non guardare me, io ci ho capito molto meno di te!»
«Non è una novità» commentò sarcastica Rin, beccandosi lo sguardo fulminante della migliore amica in tutta risposta. Ma Saki le interruppe:
«Scusa, capitano Black – a Nagisa saltarono due o tre nervi a quell’appellativo – sai cosa succede a Hikari e Urara?» l’attenzione di tutte si rivolse alle cure gialle che stavano abbracciate in un angolino tremanti.
«Nulla di che, hanno solo paura a restare in una centrale elettrica dove è appena avvenuta un’esplosione» snocciolò un’annoiata Karen. Tutte sospirarono. Erano lì dentro ormai da venti minuti e nessun nemico era apparso; dovevano aspettare che Honoka e Komachi smettessero di macchinare con quelle rocce, ma questo risultava davvero noioso. Rin aveva trovato un passatempo alternativo: lanciare in aria pezzetti di roccia con calci e colpirli con dei lievi attacchi d fuoco, bruciandoli. Urara si lamentò:
«Rin finiscila! Se fai esplodere tutto ancora una volta te la farò pagare cara!»
«No Rin! Invece hai avuto una brillantissima idea!» dichiarò Cure White irrompendo nella conversazione. «Vieni qui, ho bisogno del tuo fuoco» Cure Rouge inarcò un sopracciglio scettica.
«Mi hai preso per un accendino?» ma Honoka insistette. Una volta lì affianco, le chiese di incendiare il sassolino che aveva posato a terra. Rouge lo fece trattenendo la voglia di replicare.
«Trovato!!» esclamò vittoriosa la presidentessa del club di scienze.
«Cosa?» fecero tutte le Pretty Cure presenti all’unisono; Honoka prese con dei bastoncini i pezzetti di roccia e sorrise tra sé.
«Queste pietre contengono elettricità propria» Saki scrutò gli oggettini perplessa.
«Venti minuti per scoprire questo?» ma la cure bianca la rimproverò con lo sguardo:
«Ma non capite? È la prova che quello che è successo stanotte a Rin e Nozomi ha a che vedere con quello che è successo qui!» le ragazze aumentarono il loro pessimo grado di attenzione a quelle parole. Chi e che cosa aveva potere di controllare ciò che è elettrico? I loro pensieri furono però spezzati bruscamente da un forte tonfo, molto simile ad una potente esplosione. Corsero immediatamente tutte fuori: gli agenti di polizia e la stampa erano spariti mentre nell’aria aleggiava un silenzio mortale. Una spaventata Mai si accostò di più alla sua migliore amica.
«Che sta succedendo?» nella spaventosa quiete generale, Cure Bloom, che meglio di chiunque avvertiva i movimenti della crosta terrestre, poggiò una mano sul suolo, che pareva lenito da lontanissime scosse. Dopo qualche secondo di concentrazione sbiancò completamente e gridò:
«SALTATE  TUTTE  IN  ALTO  ORA!!!»





Note di me.
Bleah che schifo questo rosa! Ma ormai l'ho scelto e adesso ci scrivo. ù_ù *folleggia* EH-EHM. Ahahahaha quando ho ideato la risposta di Rin che dice "Mi hai preso per un accendino?" mi sono messa a ridere da sola come una pazza frenetica!! E poi ovviamente l'ho scritta... BBBBBBBBeh. Eh eh eh... Konan ti era mancato il mio modo di finire i capitoli in sospeso eh? SALTATE TUTTE IN ALTO ORA!!! *tutti al riparo*
@KonanKohai: visto? DUE CAPITOLI AL GIORNO. Come facevo con Bring me to Life! *non ti aspettare che sarà sempre così, anzi* -_- eeeeeeeh, bisogna aver pazienza con me ù__ù
@bayleef 99: grazie grazie!!

Al prossimo capitoluzzo,
V.V. (Vostra Videluzza)

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Capitolo 4
*** Contro il drago ***


Sekai no Yami


Contro il drago
Terra e distruzione. E dieci Pretty Cure che saltavano facendo slalom tra i giganteschi pezzi d’asfalto che volavano grazie alla forza datagli dall’impatto che aveva fatto collassare su se stessa tutta Kyoto esattamente il secondo prima. Si aggrapparono tutte a quei lembi di terra volanti cercando mi mantenere un equilibrio stabile; cosa non facile, soprattutto per Cure White che rischiò di cadere più volte se l’amica Black non l’avesse afferrata e in seguito stretta a sé per tenerla su. Il tonfo assordante che tutti i palazzi e i pezzi distrutti della città avevano fatto toccando di nuovo terra, fece comprendere alle paladine della giustizia che tutto era finito. Nel peggiore dei modi forse, ma tutto era finito. Cure Lemonade tremante si rialzò da terra e si guardò intorno spaesata: sembrava una landa desolata.
«Che... che diamine è successo qui?» Il pensiero che però la turbava di più era che tutti gli abitanti erano spariti inspiegabilmente prima dell’esplosione e, se c’erano, adesso erano sicuramente morti. Dream invece stava già facendo il conto dei presenti quando l’urlo si Saki la distrasse:
«Saki? Tutto ok?» l’altra balbettò guardandosi intorno freneticamente:
«M-Mai! Non ha fatto in tempo a saltare!» tutte posarono l’attenzione su di lei. Era vero; Mai era l’unica non presente all’appello. «Dobbiamo trovarla subito!» Saki sentiva l’ansia salirle ogni secondo di più e si mise in ricerca insieme a tutte le altre. Non fu difficile trovarla e fu Komachi a tirarla fuori da un cumulo di macerie. Non c’è bisogno di dire che era ridotta a uno straccio.
«Mai!» Cure Bloom la raccolse dolcemente tra le sue braccia, scostandole delicatamente i capelli dal viso. Cure Aqua prese ad esaminarla, con l’aria di chi la sa lunga in campo medico; in seguito con un sorriso rassicurante annunciò:
«I graffi sono lievi; è solo svenu...» ma una scossa di terremoto interruppe le analisi di Karen.
«Oh perfetto! Che altro deve accadere ora?» si disperò Nagisa, passandosi una mano sul viso e poi tra i capelli scompigliati; non fece in tempo a dire l’ultima parola che Saki le stava già puntando un dito contro, con gli occhi strabuzzati:
«C-Capitano Black!! Dietro di te!!» Cure Black si pietrificò e, deglutendo, cercò di voltare lentamente la testa finché non scorse con gli occhi grandi come due laghi una sagoma giallo-arancione che risultava grossa come una casa a un piano di medie dimensioni.
«Ma quello è come i draghi che abbiamo combattuto stanotte!!» fece Cure Dream a gran voce con una faccia a dir poco memorabile; fu però subito ripresa da Rouge.
«Sì, non c’è bisogno di strillare! Preparati a combattere piuttosto!» Black fece un salto all’indietro, sorretta dalla ben più spaventata Shiny Luminous. Il mostro aprì le fauci, facendo intravedere tra le fessure dei denti piccole scariche elettriche che si andavano a condensare in un punto preciso della bocca. Le Pretty Cure impallidirono dalla prima all’ultima.
«Sta per attaccare» constatò piano Cure Lemonade. Saki, che sorreggeva Mai sulle sue spalle, colse al volo il silenzio carico d’ansia che aleggiava tra le guerriere e ne approfittò per sussurrare:
«Ragazze... qualsiasi cosa accada... non toccatelo mai direttamente!» annuirono. Cure Dream deglutì osservando l’essere dritto negli occhi: in bocca aveva una sfera scintillante che non prometteva niente di buono. Nel momento in cui il mostro si agitò e tutte scattarono all’attacco, mentre Cure Bloom si rifugiava dietro una roccia continuando a tenere l’amica svenuta in spalla.
«Attente!!» gridò White quando il drago rilasciò il fascio elettrico che aveva fatto crescere tra i suoi denti: Rouge e Dream l’avevano schivato quasi per miracolo.
«E’... stato... rapidissimo!» fece la cure rosa con occhi ormai della grandezza di due piattini da tè. Mentre il drago riprendeva il suo attacco, Urara richiamò a sé l’attenzione delle guerriere e scandì:
«Prism Chain!» incrociò le dita e creò la lunga catena con la quale avvolse gli arti del mostro, impedendogli il movimento. «Attaccatelo ora!» le Pretty Cure non se lo fecero ripetere due volte. Con un balzo all’indietro Black e White si posizionarono a terra e caricarono il loro attacco migliore:
«Doppio Vortice!!» ma il mostro lanciò il suo raggio elettrico che divise il vortice in due e lo fece dissolvere; le due Pretty Cure sbalordite sciolsero le mani e tra loro apparve Nozomi che scattò in aria verso il drago:
«Adesso basta... Shooting Star!» fu avvolta da una luce rosata e si scagliò contro il nemico, ma Rin, scostando malamente Cure Black, le gridò:
«Fermati Nozomi! Quello è un attacco troppo diretto!!» Cure Dream stava già per colpire ad alta velocità il mostro... finché quello non cadde a terra vanificando l’attacco.
«Lemonade!» sì, Urara aveva deviato il colpo strattonando il drago e facendogli perdere l’equilibrio. Rouge prese per le orecchie l’amica d’infanzia e la apostrofò:
«Stupida! Se Urara non avesse fatto fallire il tuo attacco saresti rimasta abbrustolita!!»
«S-Scusa...» piagnucolò lei.
«Ehm ragazze...» le interruppe Cure Bloom dal suo nascondiglio «Cure Lemonade non resiste più!» effettivamente, la povera cure gialla stava facendo uno sforzo immane a trattene le catene per contrastare i movimenti della creatura. Quando ormai al limite delle forze la catena le scomparve improvvisamente dalle mani, Shiny Luminous lanciò al volo il suo attacco per bloccare nuovamente i movimenti del mostro. Stavolta era completamente inerte, anche se non lo sarebbe stato per molto.
«Adesso!!» Nagisa e Honoka si ripresero per mano e scagliarono di nuovo il Doppio Vortice sotto gli occhi di tutte. Il mostro, finalmente colpito, si dissolse nel nulla e lasciò al suo posto una pietruzza elettrizzata. Cure White la osservò.
«Mh... ma...» si perse nei riflessi giallastri della pietra «e’ la stessa della centrale!»






Note di me.
Ottimo. Vado avanti... e già è qualcosa! Primo combattimento con le PC. Bah, non credo di cavarmela così male con i combattimenti a dieci... anzi, otto xD Povera Mai ò_ò
Per informazione: in questa storia non c'è a combattere Milky Rose e le Yes sono in grado di utilizzare attacchi sia della loro prima serie che della seconda. Coooomunque.
@Konan: Ahahah allora credo di averti lasciata molto più soddisfatta con questo capitolo. O spero... xD
@Justice Gundam: Beh grazie xDD Spero continuerai a seguirla perché, sì, sarà piena di colpi di scena.
@bayleef 99: grazie mille! Comunque anche se non sembra ho ancora molto da imparare in fatto di scrittura... alla prossima!

Ragazzi grazie a tutti, al prossimo capitolo!! (Spero presto)
Salutisssssssssssimi,
Videl

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Capitolo 5
*** Heru ***


Sekai no Yami


Heru
Saki sbuffò, seguita a ruota dal piccolo Flappy. Tutto perfettamente normale. Una città era implosa e i suoi cittadini erano spariti! Mai ci aveva quasi lasciato le penne, oltretutto. Secondo sbuffo. Ma un sonoro “crash”, seguito dallo svolazzare dentro casa di una pallina di piccole dimensioni interruppe quei pensieri poco graditi.
«Ma per la miseria!! Chi diamine è che ha fatto sto casino?» si affacciò irata alla finestra ormai in pezzi. Ma il tono di voce presto mutò dall’ira all’adorazione: «Capitano Black!» l’altra sbiancò.
«Zitta Saki!! Non puoi mica urlare quel nome ai quattro venti!»
«Ha ragione -lapi!» intervenne Flappy.
«Taci tu. Scusa Nagisa!» la ragazza si passò una mano dietro la testa imbarazzata, mentre con l’altra stringeva di più una stecca da lacrosse.
«Veramente devo chiederti scusa io... ero passata per sapere come sta Mai, quando un gruppetto di ragazzini che stavano giocando a tennis in strada mi hanno lanciato per sbaglio la pallina addosso... io per autodifesa ho colpito la pallina al volo con la stecca e... beh, dì a tua madre che ripagherò!» Saki era rimasta a bocca aperta.
«Saresti brava come battitrice a softball!» constatò rilanciando la pallina ai ragazzini. «Dai, sali!».
Quando si trovarono faccia a faccia sul letto, Saki spiegò:
«Mai adesso sta bene. Nulla di irreparabile, qualche graffio ma si è già ripresa pienamente!» il capitano della squadra di lacrosse strinse a sé la stecca metallica ispirando a fondo.
«Bene, meglio così -mepo!» intervenne Mepple sbucando dalla borsa di Nagisa. Improvvisamente però la finestra della camera di Saki si spalancò ed entrò una palla di pelo gialla che si schiantò prima sulla fronte di Nagisa, poi sul letto tra le braccia di Saki, dove si trasformò in un alquanto attraente ragazzo castano. La Pretty Cure della Terra delle Sorgenti si sentì avvampare, mentre quella del Giardino della Luce si apprestò a prendere per il colletto il giovane e urlargli contro:
«Dannatissimo Kokoda!! Attento a dove atterri la prossima volta!!» Kokoda sbiancò.
«Scusami Nagisa! Mi è stato intimato di raggiungere immediatamente Saki a casa sua, non pensavo di trovarci anche te... almeno mi sono risparmiato un viaggio»
«Ma ti pentirai presto di avermi trovata qui!» sibilò la bionda stringendogli di più la felpa blu che indossava e guardandolo in cagnesco.
«Lascialo andare -mepo!» intervenne Mepple «Se lui è qui ci sarà sicuramente un motivo importante -mepo!»
«Giusto, cos’è che volevi dirmi?» chiese la giocatrice di softball. Kokoda si liberò non senza difficoltà dalle grinfie di Nagisa e annunciò scuro in viso:
«Anche Osaka è collassata su sé stessa» le due Pretty Cure rimasero di stucco. Nagisa balbettò:
«A-Anche...»
«...Osaka?» completò Saki. «Se la geografia non mi inganna, Osaka è molto vicina a Kyoto» il giovane annuì.
«E’ successo in seguito a un black out culminato in scosse elettriche provenienti dal terreno»
Nello stesso modo di Kyoto...pensò Saki portandosi una mano al mento.
«Pretty Cure!!» Kokoda si portò una mano davanti e fu avvolto da una luce biancastra, finché non prese il suo posto il piccolo Coco. «Dobbiamo andare a controllare -coco!» Saki non se lo fece ripetere due volte e prese la sua borsa scattando fuori casa; Nagisa invece afferrò con poca delicatezza Coco per la testolina pelosa e borbottò:
«Io e te facciamo i conti più tardi!» lo infilò nella sua borsa pronta a seguire la compagna, ignorando i lamenti di terrore del tanuki giallo.
 
Quando tutte le Pretty Cure poterono dirsi pronte alla battaglia, raggiunsero Osaka aspettandosi di trovare altri dragoni elettrici pronti a contrastarle. Ma sulla città distrutta aleggiava un silenzio che non era il solito.
«Non mi abituerò mai a questo panorama... è qualcosa di raccapricciante» commentò Cure Aqua mentre si spalleggiava con Cure Mint alla ricerca di qualcosa di nefasto.
«Non ti ci devi abituare. Questa sarà l’ultima volta che lo vedrai» la riprese severa Cure Dream cercando sostegno nello sguardo di una Cure Black che dall’aspetto sembrava averne abbastanza quanto lei.
«Si sta avvicinando -popo» l’avvertimento meccanico di Pollun risvegliò le Pretty Cure dai loro mille pensieri.
«Chi?» chiese Luminous spaventata.
«Il nemico -popo» le dieci ragazze si posizionarono a cerchio, in modo da ricoprire tutti i possibili campi visivi.
«Non vi muovete... se compare il drago attaccatelo con tutti gli stratagemmi magici che conoscete» mormorò Black accostando la mano a quella di White, fino a sfiorarla. Lo stesso fece Cure Bloom con Egret.
«Salve» sibilò una voce maschile esattamente in mezzo al cerchio delle ragazze. Al che sussultarono tutte colte alla sprovvista. Nozomi irritata, mentre tentava disperatamente di riprendersi i vent’anni di vita perduti a causa di quello spavento, incalzò l’uomo di fronte a sé:
«Ehi tu!!» gli puntò un dito contro «Chi sei, che cosa vuoi e come ti permetti di eluderci in questo modo?!» dal lato opposto Bloom e Black le facevano gestacci per intimarle di non provocarlo, altrettanto spaventate dalla comparsa del misterioso uomo. Ma ovviamente Dream non le calcolò minimamente. La figura losca ridacchiò divertita; la rosa lo squadrò meglio: era avvolto totalmente da un mantello giallo elettrico e ciocche di capelli argentei gli ricadevano sul viso nascosto nell’ombra del cappuccio; la Pretty Cure trovò alquanto irritante di non riuscire a scorgere i suoi occhi.
«Insomma rispondici!» fece Cure Lemonade prendendo coraggio.
«Piacere di conoscervi Pretty Cure. Il mio nome è Heru» si prese un attimo di pausa, squadrando le ragazze ad una ad una. «Sarete liete di sapere che è appena iniziata una guerra tra me e voi» Egret sussultò a quelle parole, e si accostò di più alla migliore amica per afferrarle la mano e cercare sicurezza. Bloom la strinse e parlò:
«Che stai dicendo? Noi neanche conosciamo le tue intenzioni!» Heru sogghignò e invece di rispondere alzò un braccio al cielo. Appena chiuse il pugno, esplosioni lontane raggiunsero le orecchie delle Pretty Cure.
«Avete bisogno di una motivazione per combattermi? Sto distruggendo il vostro mondo poco a poco, non credo che starete a guardare» Dream presa dall’ira gli si scagliò contro, con tutte le intenzioni di attaccarlo; ma prima che potesse riuscirci lui sparì. Frustrata, osservò:
«Quel tizio... sono sicura, è lo stesso che ci ha attaccato con i draghi quella notte» Rouge annuì evidentemente in accordo.
«Ha distrutto proprio sotto il nostro naso altre città; era davvero lui sin dall’inizio» fece Black guardando un punto lontano oltre le macerie. «Giuro che se lo prendo lo spezzo!» continuò incrociando le braccia e completando il suo intervento con uno sbuffo. La cosa poteva risultare facile per molte di loro: quattro calci, due pugni, tre attacchi speciali in gruppo... ed è fatta la festa a questo Heru. Peccato solo che non avessero capito subito che poteva trattarsi di una tragedia di dimensioni ben maggiori a quelle che fin’ora avevano affrontato. Cure White fissò pensosa il punto in cui l’uomo – se così poteva definirlo – era sparito. Draghi, esplosioni, black out, elettricità. Come si riconduceva tutto a questo Heru?







Note dell'autrice.

Mh. Non so voi ma credo che questo capitolo sia essenzialmente più bello di quelli che l'hanno preceduto. Poi ditemi voi! Stasera forse ero ispirata? Può darsi. Ma comunque se l'inizio non è appassionante è dovuto al fatto che in tanti anni di progettazione di SnY non avevo poi così ben pensato all'inizio. Ho in mente ben impresse taaaaaaaante altre scene nel corso della storia, ma queste iniziali proprio no! Mi tocca inventarmele al momento. Ringrazio comunque i lettori che hanno il coraggio ogni volta di leggere un intero capitolo e giungere alle note finali dell'autrice sclerossidata!! (sì, è una malattia grave.) In particolar modo: KonanKohai sì, è veramente difficile giostrare dieci Pretty Cure... ma sappi che nel corso della storia non sarò costretta a descriverle sempre insieme, e questo darà un'ulteriore vantaggio alla storia! E comunque rilassati... che tanto i cattivi non sai chi sono nemmeno tu!! *fa linguaccia perché si è inventata una cosa tutta nuova* xDDDD Grazie comunque! Mentre bayleef 99 è sempre un piacere sentire che questa storia ti piace! Neanche a me sta simpatica Milky Rose... e anche Shiny Luminous xD infatti tirerò presto Hikari fuori dai ruoli principali... *piano malefico*

Coooomunque! Vi stimo se siete riusciti a leggere questa lunghissima nota, e vi aspetto numerosi con recensioni positive e/o critiche ù_ù non abbiate timore, ragazzi miei, fatevi avanti *____*
Saluti,
Videl

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Capitolo 6
*** Capitano Black! ***


Sekai no Yami


Capitano Black!
«Con questo spero chiuderai definitivamente quella boccaccia!» annunciò Cure Bloom stringendo la mano alla compagna e accumulando l’energia degli Spiriti della Terra e del Cielo.
«Vortice Gemello!» declamarono le due Pretty Cure in coro. Anche questa era fatta: il decimo drago del mese era stato distrutto. Peccato solo che si  potesse dire così anche dell’ennesima città che avevano visitato. Ansimanti, le altre guerriere raggiunse Bloom e Egret per congratularsi.
«Sempre la stessa storia...» si lamentò invece Cure Rouge, maledicendo chi aveva ridotto quella città come tante altre allo sfacelo: grattacieli e case ridotte ad un cumulo di macerie, popolazione scomparsa. Ai telegiornali esteri la chiamavano “la fine del mondo” in quanto erano convinti che nessuna città si sarebbe salvata da quella catastrofe sconosciuta di un auto-implosione apparentemente senza motivo. Il tutto rigorosamente preceduto da un black out generale. Ovviamente solo le Pretty Cure potevano immaginare di chi si trattasse, e nonostante i loro sforzi quest’uomo aveva sottomesso con facilità molte delle nazioni più forti: dov’era passato lui rimaneva solo distruzione e la gente delle città ancora non colpite fuggiva nelle campagne per vivere in capanne rimediate alla bell’e meglio. Era chiaro che del mondo rimaneva solo il panico di chi lo abitava; e dieci ragazze che avevano deciso di rimanere trasformate fino a quando la minaccia di Heru non fosse sfatata. Infatti ormai neanche le guerriere avevano una casa in cui tornare: le loro città natali avevano avuto la stessa triste sorte e dei loro familiari ed amici non si sapeva più niente.
«Dannazione!» ringhiò Black calciando un sasso che giaceva di fronte a lei.
«Non abbiamo una tattica, non abbiamo punti di certezza in questa storia» appurò Aqua «a combattere in questo modo soccomberemo molto presto» al che, i due re di Palmier si liberarono della loro forma animalesca e si trasformarono in umani davanti alle ragazze. Nattsu parlò:
«Karen ha ragione. Dobbiamo organizzarci tra di noi, innanzitutto scegliendo un punto di riferimento: un leader» gli sguardi inizialmente persi delle guerriere si impiantarono addosso a due ragazze in particolare.
«Ehm... che c’è?» si chiese retorica Nagisa indecisa se nascondersi dietro l’amica oppure affrontare a viso aperto quegli occhi fissi su di lei e Honoka. Nozomi annuì convinta insieme ad Hikari e alle altre quattro amiche, mentre sul volto si Saki si accendeva una strana luce carica d’ammirazione che lasciò sfuggire a Mai un sospiro rassegnato:
«Ca... Capitano BLACK!!!» gridò la castana chiara eccitata mentre si tratteneva dal saltare addosso al suo idolo.
«Oh no...» mugolò Honoka sbattendosi una mano sul viso.
«No, no...» supplicò Nagisa appellandosi al cuore caritatevole di Hikari. Kokoda fece cenno d’assenso e diede voce alle parole covate negli sguardi di ogni Pretty Cure.
«Giustamente il ruolo delle leader va assegnato alle più esperte nel campo di battaglia. Saranno Nagisa e Honoka a guidarci verso la vittoria»
«CHE?!» fecero le due ragazze all’unisono. Persino Honoka sentì crollare la sua sicurezza di fronte a una proposta del genere:
«Ma.. non so se saremo all’altezza...»
«Non dirlo neanche per scherzo!» la interruppe Nozomi, puntandole un dito contro «Voi due sarete da oggi le nostre leader ufficiali! È deciso, sì!!» schiamazzò la rosa con la sua solita enfasi. Alla sua approvazione si unì quella di tutte le Pretty Cure e di Saki che furtivamente era andata ad abbracciare il suo “Capitano Black”. Mai osservò:
«Nagisa è esperta nel tirare su di morale una squadra e dare la carica giusta per le battaglie, mentre Honoka è la brillante stratega del gruppo. Il braccio e la mente per eccellenza a capo delle Pretty Cure! Naturalmente poi collaboreremo tutti!» sorrise davanti alla nera e alla bianca. Ormai sembrava non avessero scelta. Più rassegnata che convinta, Cure Black si lasciò sbatacchiare dalla Pretty Cure della Terra con uno sguardo da ebete che lasciava intravedere il pensiero: si fidano di me. Male. Appurò mentalmente infatti la Cure nera, ignorando bellamente la cantilena di Cure Bloom:
«Capitano Black!! Capitano Black!!»
 
Il piccolo esserino giallo scattava qua e là furtivo, seguito da uno rosa, uno giallo chiaro e uno verdino.
«Tutti a destra! -mepo» squittiva controllando ogni tanto che gli altri tre lo seguissero. Dopo un po’ si bloccò improvvisamente: «Attenzione!! -mepo» i suoi compagni sbatterono uno addosso all’altro, sorpresi dalla reazione del giovane prescelto della Luce.
«Che c’è -mipo?»
«Uno spirito sospetto! -mepo» fece il giallo indicando uno spiritello blu che fluttuava tranquillo tra i fiori. Scotendo la testa stizzito Flappy lo scostò con una gomitata:
«Non siamo mica una società segreta in missione!! -lapi. Quello spirito è innocuo e siccome siamo nella Terra delle Sorgenti d’ora in poi guido io, eroe dei miei stivali -lapi!» Mepple fece il muso ma non osò replicare. Effettivamente aveva ragione.
Due minuti dopo si ritrovarono di fronte alla Principessa Filia. Flappy sussurrò vittorioso:
«Visto? Con te ci arrivavamo domani mattina! -lapi» quando Mepple provò a replicare una voce soave lo interruppe.
«Benarrivati Spiriti delle Sorgenti. E anche a voi, eroe e principessa del Giardino della Luce» i quattro salutarono a loro volta chinando il capo. «Immaginavo che sareste venuti»
«Uh? Ha già saputo? -chopi» la Principessa fece un cenno d’assenso.
«Si tratta di Heru, non è così?» non ebbe nessuna risposta. E si sa, chi tace acconsente. «Se siete venuti per saperne di più, purtroppo non vi sarò molto d’aiuto; ma vi dirò quel che sono riuscita a scoprire. Bene, lui è un essere che non proviene da nessuno dei regni del male conosciuti. Come saprete, l’universo è diviso in due parti: i Mondi Fisici, l’universo composto da corpi planetari e leggi fisiche di cui fa parte anche la Terra delle Vegetazioni, e i Mondi Magici, l’universo sorretto dalle leggi magiche contenente mondi non in forma di astro di cui fanno parte i nostri e gli imperi del male. Ma Heru, al contrario di quel che si possa pensare, non obbedisce alle leggi dei Mondi Magici. Lui fa parte dell’universo fisico esattamente come le nostre ragazze Pretty Cure del pianeta Terra»
«Quindi è un terrestre -lapi?» Filia scosse la testa.
«Non è detto. Nessuno della Terra della Vegetazione possiede poteri soprannaturali senza prima essere mai entrato in contatto con l’universo magico. Non può essere terrestre» Flappy deglutì, non sapendo più che andare a pensare.
«Conviene che andiamo a sentire cos’ha da dirci la Regina della Luce? -mipo» chiese la rosa ai compagni, ma Filia rispose per loro.
«Lei non sa nulla di più di quel che vi ho detto io: abbiamo svolto queste ricerche insieme. Neanche i re di Palmier sanno molto come avete visto. Questo perché Heru non fa parte del nostro universo e non possiamo identificarlo» concluse la Principessa, chiara e concisa. Non sarebbero andati nel Giardino della Luce, non ne avevano motivo. Ora dovevano solo tornare dalle dieci guerriere e riferire loro che, a quanto pare, la battaglia contro Heru sarebbe andata molto più alla lunga di quanto avevano creduto fin’ora.







Note di Videluzza.

Ed eccomi qua col sesto capitolo di SnY. Finalmente sono stati rivelati i leader del nuovo gruppo di Pretty Cure! *per la giUoia di Saki Hyuuga* e finalmente si sa un decimo di più su chi sia Heru. De hi hi ho ho... aspetterete ancora molto prima di sapere chi è al cento per cento!! Ahahahah! Si prospetta una di quelle storie intermedie tipo Kaori e Yuki in Bring me to Life! Spero vi piacerà, e spero sia stato di vostro gradimento questo capitolo. Konan-chan, Nagisa prima o poi malmenerà Kokoda, vedrai. *sadica* E comunque sarà un cattivo che ti piacerà, lui e un'altro sono molto belli come personaggi. "Heru" deriva semplicemente da "Hell", "Inferno" in inglese, e dalla sua pronuncia in giapponese, Heru, per inciso! Mentre bayleef 99 condivido molto le tue insofferenze per Hikari e Milk e ti ringrazio per i complimenti al capitolo! Spero ti sia piaciuto anche questo!
Alla prossima ragazzi,
Videl

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Capitolo 7
*** "S" for Sora ***


Sekai no Yami


"S" for Sora
Coco e Nuts annuivano seriosi alle spiegazioni dettagliate di Mipple, Mepple, Flappy e Choppy di ritorno dalla visita alla Principessa Filia; viceversa, le Pretty Cure erano inondate da uno stato di depressione-sorpresa cronica con conseguente abbassamento della mandibola ad ogni loro singola parola. No, non era per niente d’aiuto.
«Non è per niente d’aiuto...» esordì infatti una disperatissima Cure Lemonade.
«Non dipende dalla Principessa! -lapi» si affrettò a correggere lo Spirito della Terra punto sul vivo.
«E come dovremmo fare adesso?» continuò imperterrita la bionda; Flappy naturalmente esitò qualche secondo, colto alla sprovvista; quel tanto di esitazione che bastò a Nozomi per prendere la parola:
«Andiamo in giro per il mondo e sfasciamo tutti i nemici che provano a fronteggiarci!»
«Sì, con conseguente sparizione dell’intero pianeta a causa di troppe guerre senza senso con armi magiche di distruzione di massa» replicò sarcastica Rin, tirandole una gomitata. Saki invece si batté un pugno sul palmo della mano, con fare di chi ha appena avuto un’idea brillante.
«Potremmo invece catturare uno dei prossimi avversari e farci dire tutto quel che sa su Heru!» venne però subito smentita da Mai:
«Ma i nostri avversari sono tutti draghi che non sanno fare altro che ruggire e sputare saette...»
«Ah, giusto» commentò delusa Bloom. Karen, che fino a quel momento era stata a riflettere con Komachi, zittì tutte quante con una lecita osservazione:
«Ehi, ragazze... non dovrebbero essere Nagisa e Honoka ad escogitare i piani migliori per questa battaglia?» un luccichio speranzoso – e un sorriso – prese posto nei volti di ogni Pretty Cure, in modo direttamente proporzionale allo sbiancare delle facce delle sopracitate leader.
«Ehm... sì?» mugolò Black, sentendosi vagamente osservata – specialmente dagli occhi di Saki. Honoka invece assunse un’espressione severa e decise di farsi avanti per prima.
«Benissimo. Allora questa è la mia idea...»
«Guardate ragazzi!! -coco» strillò il tanuki improvvisamente, indicando dietro le spalle di Nozomi. Voltandosi tutte insieme, le Pretty Cure poterono scorgere all’orizzonte la conclusione di una lontanissima esplosione: il caratteristico fungo di fumo grigio scuro. Black si irrigidì:
«Non credo che per questo ci sia bisogno di un nostro ordine ma... andiamo!»
 
Sulla scena del delitto, un possente drago osservava il suo operato: la distruzione di un’ennesima centrale elettrica di piccole dimensioni. Sembrava soddisfatto come se avesse assolto ad un suo preciso incarico: sguardo fermo, narici fumanti, le quattro potenti zampe aggrappate ad una roccia alta e con le ali spalancate, ritte verso il cielo. Ma a sorprendere di più le guerriere non era la macchina distruttrice, bensì una figura minuta che stava a pochi metri di distanza dal drago con un bastone alla mano.
«Ehi ma... chi diavolo è quella?» confabulò Rin riconoscendo la sagoma femminile di una ragazza dai capelli celesti che stava sfidando con un misero bastoncino il drago elettrico.
«Via!! Allontanati da qui brutto mostro!!» la sentirono gridare mentre scuoteva con energia l’arma. A quel grido fastidioso il drago caricò nella sua bocca una sfera elettrica. Al che Cure Black si fece largo tra le compagne e scattò in una corsa verso la giovane:
«Attenta!!» lei si voltò sorpresa, il drago scagliò l’attacco e Black le si gettò sopra appena in tempo per scostarla; il risultato è che si ritrovarono entrambe per terra sane e salve, o quasi. La nera aveva infatti una leggera lesione alla caviglia sinistra a causa del – seppur minimo – contatto con il fulmine. A quel punto era battaglia dichiarata. Tutte le Pretty Cure uscirono allo scoperto e si pararono di fronte al mostro.
«Facciamogli vedere cos’abbiamo imparato dopo mesi di battaglie coi suoi simili» dichiarò Dream con un sorrisetto compiaciuto stampato in volto.
Mentre la battaglia imperversava, White era corsa immediatamente a soccorso della sua migliore amica e dell’incauta ragazza dai capelli celesti.
«Black!! Tutto bene?»
«C-Credo di sì...» fece la compagna tentando di alzarsi mentre si tergeva la caviglia bruciata. Honoka le prese e le passò il braccio intorno alle sue spalle e l’aiutò a tirarsi su.
«A me pare di no» ironizzò la bianca con un sorriso, mentre con la mano libera afferrava il polso della celestina per aiutare anche lei a sollevarsi.
«Tu chi sei? Lo sai che è pericolosissimo quello che hai fatto? Se Cure Black non fosse intervenuta saresti anche potuta morire!» la rimproverò White. La giovane incrociò le braccia al petto e sbuffò.
«Ehi, ehi... piano con le ramanzine. E poi nessuno vi ha chiesto di venirmi a salvare» la sua voce era così dolce e incredibilmente bella da rendere difficile credere che il suo tono potesse essere tagliente fino a questo punto. Inoltre i suoi lunghi capelli azzurri e gli occhi zaffiro esaltavano ancor di più la sua bellezza.
«Innanzitutto credo che tu debba dei ringraziamenti a Black»
«Siete le Pretty Cure, vero?» la mora annuì. «Allora non ha senso ringraziarvi» le due guerriere impallidirono e chiesero all’unisono:
«Perché?!»
«Per due motivi...» iniziò l’azzurra accompagnandosi col conto delle dita «Numero uno: siccome siete paladine della giustizia per “professione” non serve ringraziarvi; l’avreste comunque fatto per obbligo. Numero due: io e la mia famiglia sosteniamo l’inutilità di voi Pretty Cure» a quella seconda affermazione Nagisa diventò rossa dalla rabbia:
«Ehi tu! Chi ti credi di essere?! Come puoi dire una cosa del genere?» al che anche la celeste si scaldò e attaccò la Cure nera:
«Non ti deve importare chi io sia, e questa cosa la dico e basta!»
«Non ti conviene sfidarmi stupida ragazzina!»
«Ah sì? Altrimenti che mi fai?» la canzonò la giovane. A quel punto Honoka ritenne giusto intervenire:
«Smettetela subito! Non siamo qui per litigare!»
«Ma lei mi ha dato dell’ “inutile”!» piagnucolò Nagisa verso l’amica.
«E lei mi ha chiamata “stupida ragazzina”!» si lamentò a sua volta l’azzurra additandola. Cure White sospirò. Aveva già perfettamente capito che tipo di persona si trovasse davanti... un’altra isterica versione di Nagisa.Oltre a Saki e Nozomi s’intende.
«Allora, adesso vi calmate e ne parliamo con calma!» ma un esplosione interruppe le trattative. Le tre ragazze si voltarono: il drago era sparito, le loro compagne avevano portato a termine l’operazione. Le altre otto Pretty Cure si accostarono alla celeste curiose. Quest’ultima però, le guardò di storto.
«Vedo che avete concluso il lavoro, qui. Io me ne vado»
«Ehi aspetta!» fece Nagisa afferrandola per un braccio. «Mi hai sbraitato contro senza neanche avermi rivelato il tuo nome!» la giovane sbuffò.
«Non mi sembra che tu da parte tua l’abbia detto, Pretty Cure»
«Nagisa! Il mio nome è Nagisa» per un attimo l’azzurra parve sorpresa; non credeva che le avrebbe rivelato il suo nome – visto che ha un’identità segreta – così facilmente. Quindi si voltò completamente e con il palmo della mano si batté il petto, indicando una “S” cucita sul suo giubbetto di jeans.
«“S”... per Sora. Questo è il nome» poi riprese da terra il pezzo di legno e si allontanò dal gruppo, sparendo all’orizzonte.
«Capitano Black... ma chi era quella?!»






Note di me.

E rieccomi! Ecco l'avvento di un nuovo personaggio non indifferente alla vicenda di SnY. Chi sarà questa misteriosa ragazza dai capelli azzurri che si fa chiamare Sora? Lo scoprirete nella prossima puntata!! Sèèè come no.

Quindi.
Carissima bayleef 99, sono contenta di averci azzeccato xD comunque non pensavo si capisse male quel pezzo della Principessa Filia, e siccome non sei l'unica ad averlo notato... lo rivedrò al più presto. Anche se a me per adesso fila >___< Vedrò di fare del mio meglio! Grazie!!
Mentre mia carissima Kohai ti ringrazio largamente della recensione. Effettivamente... la distruzione totale del mondo non è aspetto da sottovalutare xD Per la quesione della Terra delle Sorgenti, come ho detto poc'anzi tenterò di rivedere... probabilmente dovrei riuscire a renderlo più scorrevole! Comunque sappi che Heru come Yuki ha una sua storia e una sua dignità. Ma la tematica è del tutto diversa... non si tratterà certo della giovane cattivona in cerca dell'affetto della sua vecchia migliore amica! Grazie mille!!
Alla prossima!
Videl

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Capitolo 8
*** Cielo e Luce ***


Sekai no Yami


Cielo e Luce
Sora camminava imperterrita guardando fisso davanti a sé; teneva il bastone appoggiato alla sua spalla destra mentre l’altra mano era puntata sul suo fianco. All’improvviso si fermò pensosa. La giacca di jeans faceva lenti movimenti a causa del vento; attraverso la sua apertura sul petto si poteva scorgere una maglia gialla, mentre sotto portava un paio di jeans malandati e scarpe giallo scuro. Aveva uno zaino nero sulle spalle in cui teneva tutto quel che poteva esserle utile; lo posò a terra e ne tirò fuori un cappello altrettanto nero, che si mise in testa. Sospirò.
«Dove diavolo credo di andare, ora che sono da sola?»
 
«Dove diavolo crede di andare quella da sola?» si chiese Rin mettendosi a sedere su una roccia. Komachi incrociò le mani dietro la schiena, rattristata:
«Non mi è sembrata molto amichevole...»
«Infatti non lo è stata» testimoniò Honoka. «lei e Nagisa hanno avuto un piccolo battibecco, Sora si è mostrata un po’ irrispettosa nei nostri confronti»
«Diciamo pure che odia le Pretty Cure» dichiarò atona Cure Black. A quell’esclamazione ci fu silenzio. Qualche decina di secondi dopo Hikari cominciò:
«Qui prima dell’attacco del drago c’era una piccola comunità, naturalmente ora sparita. Lei perché era l’unica umana presente?» con questa frecciata aveva catturato l’attenzione di tutte. Una volta che se ne fu accertata, continuò: «Secondo me ora quella ragazza è davvero sola; nel senso che non ha più alcun posto dove andare o famiglia a cui tornare»
Nozomi deglutì, mettendosi nei panni di Sora. Non ci aveva pensato. Mai rifletté:
«Che possiamo fare per lei allora?»
«Nulla, se non vuole che le Pretty Cure facciano qualcosa per lei» asserì Nagisa. Hikari scosse la testa bruscamente e si irrigidì:
«No, dobbiamo tenerla con noi! Potrebbe anche morire là fuori, senza cibo, protezione e un posto in cui dormire mentre mostri elettrici guidati da uno psicopatico distruggono il mondo!» alla fine della frase aveva quasi urlato. Il dolore ai palmi delle mani le fece intendere che senza accorgersene aveva stretto i pugni più del dovuto. Nagisa rimase di stucco. Hikari, la silenziosa, piccola, dolce kohai di sempre non aveva mai tirato fuori gli artigli in questo modo. Per una sconosciuta che aveva in antipatia le Pretty Cure, poi! Black spostò lo sguardo su Honoka, in seguito su tutte le guerriere, una per una. Alla fine sorrise alla bionda e le disse calma:
«Hai ragione. Sono stata egoista, scusa» Luminous arrossì, resasi improvvisamente conto della troppa enfasi messa nel parteggiare per Sora. Saki fece un sorrisone a trentadue denti ed esultò:
«Allora torniamo a riprenderla!» ma White la interruppe.
«Non andiamo tutte, potrebbe innervosirsi e non seguirci. Mandiamo solo Nozomi e le altre, che sono abbastanza diplomatiche!»
Le cinque Pretty Cure del Regno di Palmier annuirono e, guidate da Dream, partirono verso il punto in cui era sparita in lontananza la giovane.
Trovarla fu la parte più semplice dell’impresa; il problema è che c’era un’altra persona con lei. Un ragazzo dai capelli blu; anzi, un ragazzino. Dall’aspetto strano per di più – se converrete anche voi sul fatto che è da considerare strano un giovane di massimo tredici anni con dei bicipiti da culturista, o poco meno. Sora stava seduta su una roccia di grandi dimensioni mentre osservata infastidita il ragazzino davanti a lei che le stava facendo chiaramente delle avances.
«Ehi voi!» gridò Nozomi, interrompendo la conversazione dei due. Quando Sora si voltò sbarrò gli occhi. Ancora quelle dannate Pretty Cure. Invece il blu scattò sul chi va là, mentre il suo sguardo si incupiva. La rosa continuò:
«Sora, tutto ok? Chi è quello?» il ragazzo si intromise sospettoso.
«Siete voi le Pretty Cure?» la sua voce era più giovane di quel che le cinque guerriere si potessero immaginare; era proprio un bambino, probabilmente aveva anche meno di tredici anni.
«Non tutte ma... sì» rispose Rin guardinga. C’era qualcosa di innaturalmente sospetto in lui.
«Finalmente vi conosco...» fece il blu parlando più a se stesso che alle sue interlocutrici. Cure Dream chiese:
«Chi sei?» lui parve riscuotersi a quella domanda. Ma invece di rispondere allargò un enorme sorriso e girando i tacchi affermò:
«Ci si rivede prossimamente, Pretty Cure!» le cinque rimasero a bocca aperta, non sapendo cosa pensare. La prima a tornare in sé fu Cure Mint, che si avvicinò a Sora con lentezza.
«E tu stai bene?» le chiese dolcemente.
«Non sono affari che vi riguardano, non sono sotto la vostra protezione» sbuffò.
«Vogliamo solo aiutarti... non pretendiamo certo di sostituirci a dei genitori, anche perché a occhio e croce siamo tutte approssimativamente tue coetanee» la ragazza perse un battito alla parola genitori.
«Sparite» sussurrò alzandosi dalla roccia. Però la mano di Cure Lemonade la bloccò per la spalla.
«Perché sei così scontrosa? Non possiamo permettere che una ragazza giri da sola in un mondo del genere!»
«Io non sono sola»
«E allora dove hai la tua famiglia?» insistette Urara. Secondo battito perso. Sora a quella frase non ci vide più.
«Lasciatemi in pace!!» gridò scrollandosi la mano della bionda dalla giacca con uno scossone. Lemonade stava per aggiungere qualcosa, ma fu bloccata dal braccio di Karen, che aveva capito che continuare sarebbe stato peggio. Mentre la guardavano allontanarsi Nozomi mormorò rattristata:
«Cosa diremo alle altre?»
«Che è andata così come doveva andare» asserì Aqua portandosi le mani ai fianchi. In fondo avevano tentato di tutto, ma Sora sembrava avvolta da un muro invisibile che non lasciava trapassare nessun tipo di sentimento. Era peggio che parlare a un muro.
 
Hikari, al sentire il resoconto delle cinque Cure, sbiancò. E adesso come se la sarebbe cavata Sora? Come sarebbe sopravvissuta? Non poteva assolutamente finire così.
«Io vado da lei»
«Come prego?» esalò Cure Black.
«La seguirò» fece ancor più decisa Shiny Luminous.
«Ma lei non vuole essere aiutata da nessuno, tanto meno da una Pretty Cure! Non ti accetterà mai» constatò rassegnata Cure Rouge, mentre giocherellava facendo prendere fuoco a una fogliolina. Si divertiva, in fondo, coi suoi poteri.
«Non mi interessa, la sua vita vale molto di più della sua ostinazione» esclamò. Honoka, che fino a quel momento si era ritirata a riflettere, disse:
«Ma non ti sembra che così facendo non stai mostrando rispetto per la sua decisione?» la bionda si strinse le spalle.
«Sono sicura che mi accetterà, non preoccuparti. Fidatevi di me. Io sono la Luce, lei è il Cielo; sento che devo andare da lei»
Senza neanche aver il tempo di abituarsi all’idea, le nove Pretty Cure decisero di lasciar andare Hikari dalla ragazza misteriosa. Pollun e Lulun uscirono dalle loro custodie.
«Io ci sto! -popo»
«Anche io! -lulu» pigolarono. Mipple cacciò fuori la testa dal portacellulare di Honoka e si raccomandò:
«Non fate disastri e ascoltate sempre Hikari! -mipo» i due annuirono e salutarono con le zampette le altre mascotte.
«Probabilmente sarà una lunga lontananza» osservò Cure Black posando una mano tra i capelli brillanti di Luminous e accarezzandola.
«Noi ti sosterremo anche da qui. Non solo io e Nagisa, ma tutte le Pretty Cure» sorrise Cure White, abbracciandola teneramente. Cure Dream e le altre le fecero pollice in su, fiduciose; Cure Bloom la salutò alzando due dita sulla fronte, mentre Cure Egret le regalava un sorriso materno.
«Ci rivedremo presto!» fece la kohai salutandole tutte. Quindi si voltò e prese a correre verso la direzione di Sora.






L'Angolo con la A maiuscola. Sèèèè come no.

Eccomi di nuovo qui! Il titolo di questo capitolo è giocato sui nomi di Hikari e Sora come avrete notato. Infatti in giapponese "Hikari" significa "luce" mentre "Sora" significa cielo. Se devo dirvi la verità quando ho scelto il nome di Sora non avevo pensato a questa implicazione fortuita xDD pensando il suo nome avevo in mente solo i suoi capelli azzurro-cielo appunto. Quindi quale nome migliore di Sora? Beh, passiamo ai commenti.

Cara kohai ringraziare è sempre buona educazione ù_ù soprattutto se magari ci stavi per lasciare le penne ò___ò per Heru vedrai... deh hi hi ho ho. Qui Sora è più scontrosetta del solito xD e.... finalmente ho cacciato Hikari!! Ecco il modo ù_ù Spero ti sia piaciuto questo capitolo!
Mentre carissima bayleef ti ringrazio ancora una volta dei complimenti! Fa piacere vedere che riesci ad immaginare le scene che descrivo xD Sono discreta *____* un vero genio.
*coffcoffeggia*

Beh, alla prossima!
Videl

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Capitolo 9
*** Fidarsi ***


Sekai no Yami


Fidarsi
Le nove Pretty Cure fissarono contemporaneamente il cielo inscurito e variamente rosseggiante sopra di loro. La notte stava per calare. Nagisa ebbe un brivido al pensiero dell’ennesima nottata all’aperto in mezzo alle rocce; fortunatamente esistevano persone come Karen che erano fonti inesauribili di idee.
«Ragazze... chi non vuole dormire coi sassi venga con me a prendere i resti di bastoni e tendaggi del vecchio villaggio distrutto» senza pensarci più di mezzo secondo tutte le nove alzarono la mano contemporaneamente esclamando un: “io ci sto”. E in meno di due minuti già erano indaffarate a tirare fuori dalle macerie lunghe aste di legno, coperte e tende di ogni tipo. Con l’assidua collaborazione di tutte assemblarono gli oggetti ripescati a formare piccole tende, tagliando i pezzi di stoffa in più e legando il tutto a bastoni e corde poi fissate a terra. C’era abbastanza materiale di scarto da formare tre tende: una grande per Nozomi, Rin, Urara, Komachi e Karen, una per Saki e Mai, e un’altra per Nagisa e Honoka. I lavori vennero ultimati a due ore di distanza dal loro inizio, quando la notte aveva preso il sopravvento sulla luce ormai infiochita del giorno; le ragazze ora si trovavano disposte a cerchio intorno a un focherello fuori dalle tende. Riserve alimentari erano loro fornite dalle dispense reali del Regno di Palmier due volte al giorno.
«Per fortuna abbiamo accesso al nostro regno per poter mangiare -nuts» fece lo scoiattolo marrone. Il compagno di governo annuì, addentando con molta enfasi un bel panino con la mortadella.
«Coco, non ti abbuffare in questo modo» lo rimproverò Rin, guardandolo disgustata. Ma il tanuki per tutta risposta si trasformò in umano, per poter mangiare in tal modo più celermente il panino. La rossa sbuffò voltandosi verso Nozomi in cerca di compassione; ma Cure Dream stava proprio in quel momento ficcandosi in bocca una coscia di pollo all’occidentale. Quando si accorse dello sguardo dell’amica si girò, facendo penzolare l’osso del pollo dalla bocca.
«Mh?» chiese.
«Ehm... niente, fa conto che non ti abbia mai guardata» si affrettò a rispondere la calciatrice sospirando. Dandosi uno sguardo intorno si accorse che la situazione non era poi tanto diversa altrove: Saki e Nagisa sembravano fare a gara a chi si ingozzasse di più di ramen, e anche Urara ci stava effettivamente dando dentro, ignorando per una volta anche lei le leggi del galateo a tavola. Le uniche anime pie che mantenessero un certo distacco dalla massa erano per l’appunto solo Komachi, Karen, Mai e Honoka. Ragazze di classe, insomma; pensò lei.
 
In un altro luogo Hikari aveva raggiunto una irritatissima Sora, che voltava le spalle ad ogni sua parola. Erano varie ore che stavano insieme, sebbene l’azzurra avesse sempre tentato di scrollarsela di dosso con puntute affermazioni. Ma Shiny Luminous non demordeva.
«Perché sei da sola? Dove abitavi prima? Chi sono i tuoi genitori e dove sono?» chiedeva infatti. La giovane non poteva più sopportarla; ma si accorse presto che scacciare lei era ben più difficile che scacciare le altre sue compagne.
«Si può sapere che cavolo vuoi da me?!» tuonò alla fine.
«Aiutarti a tornare a casa! E non lasciarti da sola» sorrise la bionda. Sora le si avvicinò e accostò pericolosamente il viso a quello della Pretty Cure; poi assottigliò gli occhi e sibilò:
«Io non ho casa. E non ho bisogno di te, come di nessuna delle tue amiche in tutine colorate!»
«Veramente Cure Black e Cure White non le hanno colorate... a meno che non si considerino il nero e il bianco come colori...» rispose candida Hikari, ignorando il tono minaccioso delle parole di Sora. Quest’ultima infatti ringhiò.
«Senti, se mi serviva la balia vi venivo a chiamare; da quando le eroine sono così insistenti con chi non vuole essere aiutato? E perché fissarsi proprio con me?!» Luminous ridacchiò.
«Credo che tu stia molto a cuore a me e alle mie amiche. Lo so che non ti conosciamo... ma è una sensazione a pelle, da ragazza a ragazza. In fondo siamo adolescenti anche noi!» l’azzurra rimase un attimo interdetta e a bocca aperta. Ci mancava anche questa. Sono simpatica alle Pretty Cure! Esultò mentalmente mentre le prendeva l’insana voglia di ucciderle dalla prima all’ultima.
«Provate simpatia improvvisa per tutti, oppure solo per quelli che vi offendono e cercano di scacciarvi apertamente?» ironizzò Sora.
«Non sottovalutare le Pretty Cure» sorrise Hikari visibilmente divertita dal nichilismo che mostrava la sua interlocutrice.
«Non sono state in grado di salvare un mondo che adesso per colpa loro sta andando a pezzi, come potrei non sottovalutarle? Cazzo, guardati intorno!!» gridò Sora allargando le braccia e indicando con lo sguardo il paesaggio circostante. Stava cominciando davvero ad arrabbiarsi: «E’ un deserto!! Deserto, capisci? Ci sono per chilometri e chilometri solo distese di macerie, rocce e terra! Non una pianta della vecchia natura, non una casa delle vecchie città, non un uomo delle vecchie società! Io i miei genitori non li rivedrò mai più perché sono scomparsi insieme a tutti gli altri!!» sbottò ormai urlando la ragazza, sotto lo sguardo spaventato e misto a comprensione di Hikari. Quando finalmente il sangue che le ribolliva nelle vene decise di placarsi un po’, Sora fece ricadere le braccia ai fianchi, stanca:
«Che credevate? Che salvando il mondo e facendo le brave eroine avreste rimediato la riconoscenza del genere umano? Qui tutti hanno perso la fiducia in voi, dagli scomparsi ai tutt’ora presenti. Io per prima» esalò lei lasciandosi crollare a terra a gambe incrociate, con lo sguardo basso e nascosto all’ombra del cappello nero.
La bionda piantò lo sguardo rattristato sulla figura della ragazza seduta a terra, inerte. Fece per dire qualcosa, ma tacque; a quel punto fece una giravolta su se stessa e si gettò a sedere su delle rocce, continuando ad osservarla; quando ebbe in mente le parole giuste da dirle, sorrise:
«Non ti deluderemo più, te lo prometto» l’azzurra scrollò le spalle.
«Non è un po’ tardi?»
«No, possiamo ancora fare molto per i sopravvissuti. Lo so che ti chiedo l’impossibile, ma fidati di Nagisa, Honoka e le altre» Sora sollevò lo sguardo verso la bionda: da quando Hikari l’aveva conosciuta, quella era la prima volta in cui non lanciava occhiatacce ostili a una Pretty Cure. Anzi, il suo sguardo era quasi supplichevole, come quello di chi anche se non si fida vorrebbe con tutto il cuore potersi fidare. Il piccolo volto non contratto nella solita smorfia di odio aveva delle fattezze angeliche, coronato da quei delicati occhi celesti e dalla distesa di lunghi capelli azzurri; Hikari ne rimase abbagliata: prima di allora non poteva certo immaginarsi quanto il viso di Sora fosse simile a quello di un angelo quando non era corrucciato.
Ma la ragazza non rispose, semplicemente nascose il viso tra le mani e cominciò a piangere silenziosamente. Shiny Luminous, capendo che non poteva far altro, le si avvicinò e l’abbracciò.







Glory's notes.

Eccomi qui dopo un po' che non pubblicavo. Vi sono mancata eh?! *palla di sterpi che rotola* quinnnnnndi dicevo. ò__ò
Chapterino dedicato a Sora-chan, *e in parte ad Hikari*. Ecco che scopriamo tristi verità sulla sofferenza della giovine azzurrina çOç e quella baka di Hikari la fa sempre più incavolare xD Comunque come avete inteso tra loro nascerà una bella amicizia, così Luminous-san si leva dalle scatole delle Pretty Cure *diabolica*. Ma noooo, povera.
Comunque! Se questo capitolo vi è piaciuto alzate una mano e dite "a me sì!" *seconda palla di sterpi che rotola* vfwdhbvfadnv dfh hf< vfbv. *commento rimosso dall'autore perché giudicato come S.C.L.E.R.O.*
Si vede che ultimamente non dormo bene la notte, eh? ç___ç

Torniamo ad avere un contegno, altrimenti le note diventano più lunghe del capitolo *e non ci vuole poi molto*.
Bayleef festeggia con me per la cacciata di Hikari! Questo momento rimarrà negli annali della storia delle Pretty Cure!! Grazie comunque xD mentre Kooooooonan carissima, sono stata clemente con la mia arci-nemica la bionda. Bah... dimmi che ne pensi di questo capitolo che a me piace particolarmente! Infine ringazio Glory97 *che... guarda caso... porta il mio stesso nome! Ti chiami Gloria, vero? xD*. Sono contenta che ti sia piaciuta anche Bring me to Life come dici *_* ti dispiacerebbe lasciarci un commentino su quella storia? Solo se vuoi eh! Mi piacerebbe sapere che ne pensi più nello specifico attraverso una recensione xD *approfittatrice* Comunque! Grazie tantissimissimo dei complimenti, sono commossa! E soprattutto... pubblica pubblica!! *adora la Honoka x Kirya*
Ragazzi/e scoprirete presto chi è il ragazzino blu. Deh hi hi ho ho. Ogni cosa a tempo debito!
Complimenti a chi è riuscito a leggere tutta la luuuuuuuuuunga nota!!
Alla prossima!

Glory-Videl-chan

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Capitolo 10
*** Il Primo Dragone ***


Sekai no Yami


Il Primo Dragone
Le nove guerriere dormivano beatamente nelle loro tende e con le rispettive compagne. La notte era talmente profonda e silenziosa che sembrava non volesse svegliare di proposito le stanche ragazze. O forse semplicemente non c’era anima viva nel raggio di miglia che potesse disturbarle; persino gli animali sembravano aver cessato la loro esistenza, a meno che non avessero deciso di condurla nelle oscure profondità del pianeta, lontano da una superficie così desolante e ostile. Le uniche compagne di viaggio delle Pretty Cure erano in quel momento solo la luna e le tante pigre stelle che si potevano scorgere senza sforzo alcuno; chissà, sotto questo punto di vista era un bene che le città non esistessero più, e con loro fosse sparito anche l’inquinamento luminoso. Ma tutto questo non toccava per nulla le giovani ragazze che in quel momento dormivano beatamente, alcune più spaparanzate, altre rannicchiate tra le coperte come gattini; tutte comunque unite da sogni tranquillizzanti di un mondo dove tutto era come un tempo.
A vederle così non sarebbero sembrate neanche guerriere, se non fosse stato per le loro inconfondibili divise.
«Guardatele! Sembrano così indifese» ridacchiò un ragazzino dai capelli blu seduto su una grossa roccia rivolto ai suoi due compagni. Il più cupo degli altri due sbuffò.
«Drake, l’aria da cattivo non ti si addice proprio; è inutile che tu faccia affermazioni da malvagio stile anime shojo e affini» lo rimbeccò infatti. Al che, il giovane si voltò stizzito e gli fece la linguaccia.
«Smettetela tutti e due» ordinò il terzo oscuro personaggio che era rimasto a braccia conserte a fissare le tende. «Tu sei chiamato a testare la loro forza, Drake; e in quanto Dragone dell’Attacco mi aspetto che tu faccia loro saggiare la potenza fisica del Trio dei Dragoni. Ma non devi ucciderle!».
Il blu, che rispondeva al nome di Drake, sorrise mostrando per bene tutti i denti e pigolò:
«Stai tranquillo Hydras-sama! Domani gli farò vedere chi sono!» l’altro sorrise alla vitalità che ostentava il membro più giovane del trio. Poi si rivolse a colui che aveva punzecchiato il blu.
«Ryu! Dai andiamo; qui ci deve pensare Drake domani mattina» Ryu acconsentì e salutando il ragazzo con un cenno del capo si affrettò a raggiungere Hydras che stava già correndo via a gran velocità. Drake, rimasto solo, si appoggiò completamente alla roccia e, chiusi gli occhi, dormì.
 
«Abbiamo fatto bene a lasciarlo da solo?» fece perplesso Ryu, il ragazzo dai capelli verdi, mentre a grandi balzi affiancava il biondo Hydras.
«Non ti preoccupare, Drake è un bambino, ma non è uno sciocco. Farà quel che deve» asserì. Ryu mugolò qualcosa tra i denti, come per auto convincersi della veridicità delle parole del compagno. Ma Hydras colse la nota scettica del giovane e lo rimproverò:
«Non c’è vittoria se non c’è fiducia nei propri compagni di squadra; non fidarsi può essere estremamente pericoloso ed espone un punto debole che il nemico può sfruttare. Tra noi ci deve essere fiducia reciproca e unità» il verde ridacchiò sarcastico:
«Hydras, parli come un paladino della giustizia!» il biondo si bloccò all’improvviso. Al che Ryu si fermò anche lui e si voltò sorpreso. Il cielo stellato brillava sopra le loro ombrate figure.
«E tu parli come un idiota, Ryu. Secondo te perché quelle che tu chiami paladine della giustizia vincono ogni missione? Perché sanno quali sono le vere virtù nella vita e nella battaglia! I loro stolti avversari persero contro di loro perché essi ragionavano come ragioni tu» a quelle parole l’altro membro del Trio dei Dragoni abbassò lo sguardo imbarazzato. Poi, con estrema obbedienza, fece:
«Scusami Hydras» si inchinò leggermente in segno di pentimento ma non ricevette risposta dal biondo. Lui gli passò affianco e gli sfiorò semplicemente la spalla per farlo rialzare; poi riprese la sua corsa, seguito poco dopo dal compagno dai capelli verdi.
 
Quando il sole sorse sulla vuota terra, le Pretty Cure si alzarono dai loro giacigli. Erano solo le otto del mattino quando tutte e nove le ragazze si ritrovarono a distruggere le loro vecchie capanne per continuare il loro viaggio alla ricerca del covo di Heru. Ma non appena ebbero concluso i preparativi per il cammino, un ragazzo dai capelli blu saltò agile su una roccia affianco a loro.
«Ehilà, ragazze!»
Nagisa sbuffò lasciando penzolare senza forze le braccia:
«E adesso chi sarebbe questo? Sembra uscito direttamente da Dragonball!»
«Quel ragazzo stava in compagnia di Sora, me lo ricordo» affermò gravemente Cure Aqua.
«E sento che non porta niente di buono -coco» aggiunse Coco che viaggiava comodamente sulla spalla di Nozomi.
«Mi presento! Io sono Drake del Trio dei Dragoni, detto Primo Dragone o anche Dragone dell’Attacco!» gridò il blu prodigandosi in un inchino fanciullesco. Le nove ragazze lo fissarono basite.
«E com’è che ti dovremmo chiamare, scusa?» si domandò Saki, confusa da tutti quegli appellativi. Karen e Komachi nel frattempo confabulavano tra loro:
«Sì, Karen, convengo con te: non può avere più di dieci anni»
«Beh, dai... se volessimo essere buoni gliene darei anche dodici... solo per i muscoli»
Urara invece si avvicinò ad Honoka e le chiese:
«Scusa... ma noi dovremo combattere con questo bambino?»
Drake, infastidito dalla generale poca attenzione che le guerriere gli riservavano, prese la parola:
«Smettetela tutte! Per voi sono solo Drake, io. E ho quattordici anni!»
Silenzio di tomba.
Improvvisamente la voce candida di Mai si alzò:
«Saki, mi devi venti yen»
«Ho detto basta!!» sbottò il ragazzino gesticolando da sopra la roccia. «Se non l’aveste capito io sono vostro nemico, fedele servitore di Heru-sama e Primo membro – nel senso di più piccolo – del Trio dei Dragoni! La mia forza è nella statistica d’attacco, e nessuna di voi ragazzine riuscirà a fermare la mia potenza!» urlò Drake al limite dell’ira tagliando l’aria con rapido movimento del braccio e provocando un potente vento freddo.
Le ragazze si portarono i pugni al volto nel tentativo di ripararsi. Beh, sì, era forte. Drake era rimasto fermo lì, su quella roccia, completamente eretto mentre squadrava le Pretty Cure dall’alto della sua posizione. I suoi capelli blu elettrico erano cinti da una fascia gialla che li manteneva nella loro caratteristica formazione a spazzola. Indossava una tuta nera aderentissima, con le maniche strappate in modo da far risaltare i muscoli dell’avambraccio; completavano il quadro un paio di polsini, una fascia sulla vita, delle scarpe da ginnastica e una sciarpa sventolante tutte del medesimo colore giallo. Il volto da bambino che prima aveva fatto sorridere le guerriere adesso era mascherato dal minaccioso gelo che emanavano i suoi occhi blu, mentre fissava severamente una per una tutte le Pretty Cure.
Cure Dream lanciò uno sguardo a Cure Black, che annuì.
«Fatti sotto Drake!»





Note di Me.

E rieccomi. Leggere la ff di Konan mi ha messo voglia di continuare questa xD chissà perché *fissa eloquentemente la sua kohai*
Beh! Ecco rivelati altri tre personaggi fondamentali della storia. Essi sono Drake (pronuncia all'inglese: Drèik), Ryu e Hydras (pronuncia: Hidràs) e sono il Trio dei Dragoni. Potete immagina il motivo della scelta dei nomi: Drake---> somiglia a drago; Ryu----> "drago" in giapponese; Hydras---> si richiama all'idra un tipo di drago a più teste.

Or bene! Glory, grazie per le miridiadi di complimenti *O*  Mentre Konan sì è vero, quel capitolo ci ho messo abbastanza a farlo. Era importante per me, volevo descrivere bene i sentimenti della povera Sora! E grazie ^_^ bayleef contieniti altrimenti rischi di dare di matto xD lo so, siamo tutti felici che Hikari abbia lasciato il gruppo! E grazie dei compliments alla scrittura! Infine White grazie infinte delle bella recensione! Mi assumerò le mie responsabilità per quanto riguarda latino (in fondo ormai ho 18 anni da quasi due mesi *____*) xDDD
Beh, grazie a tutti e alla prossima - spero presto - pubblicazione.
Saluti,
Glo.

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Capitolo 11
*** Sotto le nuvole ***


Sekai no Yami


Sotto le nuvole
Drake scattò in avanti facendo una giravolta e atterrò esattamente in mezzo a tutte e nove le Pretty Cure; caricò un pugno e lo scagliò con forza a terra provocando una gigantesca voragine. Le ragazze saltarono giusto in tempo per non finire a gambe all’aria all’interno della buca, che nel frattempo si era anche caricata di elettricità.
«Questo ci avrebbe fulminate una per una come insetti» osservò Rin incrociando lo sguardo del Primo Dragone.
«Ho l’ordine di non eliminarvi» commentò Drake, parlando più a se stesso che alle avversarie, come per ricordarsi qualcosa di cui si era evidentemente dimenticato.
«Che sfacciato!» fece Honoka stizzita.
Una dopo l’altra Dream e le sue quattro compagne gli si scagliarono contro furiosamente; ma i ripetuti colpi non smossero di un millimetro il nemico che, anzi, non aveva difficoltà a respingere gli attacchi. Drake stava balzando in aria cercando la vittima predestinata del suo prossimo attacco quando venne sopraffatto da Cure Black, che lo travolse da dietro lanciata a tutta velocità da Bloom e Egret.
«Ah...» gemette il blu tentando di liberarsi dalle grinfie della guerriera.
«Ti ho preso»
«Non per molto» sghignazzò atterrandola con una gomitata. Ma mentre si occupava della castana Cure White gli scagliò un calcio sullo stomaco che, notò, sembrava fatto d’acciaio. Infatti Drake non sentì quasi niente: le prese la gamba e la lanciò contro Cure Dream e le altre che caddero a terra come birilli.
«Dannato...!» si infervorò Cure Rouge.
La rossa si rivolse alla sua migliore amica che capì al volo il piano: la Cure della Passione saltò sulle spalle di quella del Sogno e quest’ultima scattò in direzione di Drake.
«Cavolo quanto pesi, Rin... sei ingrassata!»
«Zitta e corri, Nozomi!!»
Drake si mise in posizione d’attacco attendendo le due avversarie; il sorrisetto da psicopatico che aveva stampato in faccia lo rendeva ancor più odioso per le Pretty Cure.
Un secondo prima dell’impatto tra le due fazioni Rouge saltò in alto e Dream scivolò a terra per passargli tra le gambe; quando entrambe gli furono alle spalle si voltarono; il Primo Dragone si girò sorpreso e si ritrovò di fronte le due amiche che, insieme a Black, Bloom e Egret, gli sferrarono simultaneamente cinque pugni sul naso.
Drake stavolta cadde a terra un po’ provato. Le nove ragazze gli si avvicinarono cautamente e stettero in guardia. Il blu si levò a sedere tutto impolverato e cercando di arginare con una mano il sangue che gli usciva copiosamente dal naso rotto.
Cure Lemonade deglutì, schifata. Aveva sempre odiato certi spettacoli e, per quanto combattesse come Pretty Cure da un po’ di tempo, non era mai riuscita a superare questa sua debolezza.
Di tutt’altro avviso era Cure Black che teneva gli occhi sul nemico come se quel sangue – di cui anche le sue nocche erano sporche – non avesse niente a che fare col suo operato.
«Certo che... non siete niente male» osservò il ragazzino delle tenebre ridacchiando.
«Che c’è di tanto divertente?» ringhiò Saki serrando i pugni.
Cure Egret cercò la mano della sua migliore amica e, quando la trovò, la strinse dolcemente come per infonderle calma.
«L’esperimento è finito. Credo che Hydras e Ryu saranno finalmente fieri di me!» gongolò il Dragone alzandosi in piedi e incrociando le braccia al petto.
«E chi sarebbero?» si chiese Cure Mint.
«Oh, credo che li conoscerete presto!» ghignò Drake mostrando i denti che si stavano sporcando del sangue colato dal naso. «Arrivederci ragazze, il mio lavoro qui è finito!»
«No aspetta!!» gridò Nagisa tentando di fermarlo.
Ma ormai lui era già balzato via a gran velocità.
 
Sora stava stesa a terra con le cuffiette dell’mp3 nelle orecchie e lo sguardo fisso a rimirare le nuvole. Quei soffici batuffoli bianchi si specchiavano nelle sue iridi celesti quasi vi potessero trovare un secondo cielo.
La musica, sua fedele compagna, era l’unica cosa che le facesse scorrere via tutte le sofferenze. Fin da quando era bambina. Forse era per questo che all’età di dieci anni si era fatta comprare una chitarra elettrica, nera lucidissima, che aveva imparato a far vibrare delle note scure dei Nightwish o degli Evanescence in poco tempo. Ora che ci pensava... era sempre stata così solitaria e un po’ dark. Erano poche le cose che nella vita erano riuscite a farla sorridere: la sua famiglia era una di queste.
Improvvisamente i passi di Hikari la fecero sobbalzare.
«Sora!!»
«Ehi, Pretty Cure!! Vietato interrompermi quando sto nella fase “soprappensiero”, chiaro?»
«Chiaro» sorrise Hikari «posso sedermi qui affianco a te?»
L’azzurra curvò la testa per poterla osservare meglio coi suoi occhi indagatori; il ghiaccio delle sue iridi incontrò per un attimo il sole caldo di quelle dell’ex incarnazione della Regina della Luce.
E volse subito lo sguardo altrove per evitare di rimanervi scottata.
«Sì, puoi» disse alla fine, semplicemente.
Hikari si chinò con lentezza e si distese al suo fianco. Dopo qualche attimo di silenzio, in cui l’unico rumore era l’eco lontano di una canzone metal nelle cuffie di Sora, la bionda parlò.
«Che cosa è successo alla tua città?»
Sora si sfilò una cuffietta e voltò il capo verso la Pretty Cure.
«E’ svanita. Come tutta la mia famiglia. Inizialmente si è fatto buio, poi abbiamo sentito un terremoto; ricordo che mia madre si è lanciata verso di me e mi ha stretta tra le sue braccia spaventata. E poi è successo»
«Cosa?» la incalzò Hikari.
«Ho visto fulmini che saettavano per tutta la città, dalle fondamenta alle cime dei grattacieli; e la gente che spariva al solo sfiorarli. Mia madre è svanita mentre ancora mi stringeva e mi prometteva che non mi sarebbe accaduto niente di male»
Fece una pausa. Posò lo sguardo su una nuvoletta tonda, la più sperduta a sola. Vide se stessa.
«E poi sono uscita dalle macerie di casa mia; ho visto il drago alla centrale e ho intuito che la colpa era la sua... ho afferrato un bastone e ho cercato di combatterlo. E da qui in poi conoscete il resto. Fine della storia» annunciò, e si girò dandole le spalle.
«E tu?» insistette Hikari «Perché tu non sei sparita?»
«Cosa vuoi che ne sappia?!» sibilò l’azzurra rannicchiandosi da un lato.
La bionda sospirò.
Era proprio difficile star dietro ai suoi repentini cambi d’umore.
 
«Niente male, Drake, niente male» sghignazzò Ryu seduto su una roccia.
Il blu si portò le mani ai fianchi e si insuperbì tutto:
«Sono stato bravo, eh?»
«Mi riferivo al tuo naso rotto, piccoletto. Queste Pretty Cure sono proprio forti come dicono»
Drake gonfiò le guance a palloncino e cercò di dare una spinta al verde; l’altro rispose creando una barriera dalle sfumature verdastre davanti a sé che elettrizzò e respinse il braccio del Primo Dragone.
«Ah, dannato Ryu!»
«Smettetela immediatamente!» tuonò una voce  autoritaria alla loro destra.
Hydras saltò al loro fianco e afferrò minacciosamente Ryu per la maglia fino ad avvicinarlo al suo volto: «Quante volte ti ho detto di lasciarlo in pace?» sibilò.
L’altro giovane abbassò gli occhi, come un lupo di rango inferiore che faccia atto di sottomissione al maschio alfa. Il leader lo mollò di colpo e si rivolse subito al terzo.
«Drake, hai raccolto informazioni come ti avevamo chiesto?»
L’interpellato annuì obbediente.
«Sì, Hydras-sama!»
Il biondo sorrise e allungò una mano sulla testa di Drake per scompigliargli i capelli, come fosse un fratello maggiore.
«Che notizie ci porti di loro?»
«Sono abili. Molto veloci. All’inizio le ho messe parecchio in difficoltà ma si sono subito adattate alla mia forza. Hanno una grande capacità di trovare metodi di combattimento nuovi per avversari nuovi. E collaborano tra loro nei modi più impensabili!»
«Un identikit degno dei più nobili avversari» notò non senza compiacimento Hydras. «Ryu»
Gli occhi del biondo si posarono sulle iridi smeraldine dell’altro Dragone. Quest’ultimo si irrigidì involontariamente.
«Tocca a te sperimentare come si comporteranno con un nemico dalla difesa d’acciaio, Ryu»
Il verde annuì, concentrandosi sulla sua nuova missione.
Non ci avrebbe messo molto a far assaggiare alle Pretty Cure l’inespugnabilità del Dragone della Difesa.






L'angolo della Ritardataria.

Oh PARDON! Ci ho messo ben 5 mesi per aggiornare. Un record personale ♥ ma tanto ho promesso che questa storia l'avrei finita prima o poi e la finirò è__é Tsè.
Cooooooomunque.
Grazie kohai, effettivamente Hydras è il malefico cattivo che mi piace di più. E quello con più sorprese da svelare ò_ò deh he he! E Glory, mi ha fatto piacere che ti sia mancata così tanto! *adessotimancheràanchedipiù coff coff*. Grazie anche a whitemoon, i nuovi personaggi non saranno solo intriganti ma anche tutti importantissimi per gli sviluppi successivi ù_ù Infine grazie a bayleef: come vedi Drake non ha proprio "perso" ma ci è andato vicino; diciamo che l'unica cosa persa è stata il sangue dal naso.
In generale, ragazzi, ricordatemi che alla fine della storia devo far dare a Mai da Saki i venti yen, visto che vi sono piaciuti tanto xD le scommesse si pagano....

Al prossimo capitolo!!
Tutti voi: IL PIU' PRESTO POSSIBILE!!!
Me: ç___ç s-sì!

Glo.

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Capitolo 12
*** Addio a tutti. ***


Cari amici,
questa long non s'ha da fare. Ormai sono passati anni dalla mia ultima pubblicazione e sapevo perfettamente di essermi imbarcata in qualcosa di più grande di me con questa storia. Ho provato a resistere, a dirmi "no, ce la puoi fare!" ma in realtà le scimmie nel mio cervello già battevano i piatti a ritmo della sconfitta.
Ringrazio di cuore tutti quelli che hanno creduto in me, mi hanno seguita, amata, recensita, (e che ad oggi saranno sicuramente spariti nell'oblio) li saluto con una stretta di mano e un bacio sulla guancia, sperando di rivederci in storie dal destino più fortunato!
Non cancello questi capitoli solo perché ci sono particolarmente affezionata, mi dispiacerebbe mandare in fumo le vostre appassionate recensioni e le mie speranze adolescenziali, per cui la rivedrete sempre qui, monumento eterno alla mia incompiutezza.
Buona vita!

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