Il bello e la bestia- Un incantesimo d'amore

di DarkLightRose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1- C'era una volta... ***
Capitolo 2: *** Cap 2- Uno strano incontro ***
Capitolo 3: *** Cap 3- Segreti svelati ***
Capitolo 4: *** Cap 4- La vera identità di Yoru ***
Capitolo 5: *** Cap 5- Salvataggio ***
Capitolo 6: *** Cap 6- Lieto fine ***



Capitolo 1
*** Cap 1- C'era una volta... ***


 


 

Cap 1- C’era una volta…


Nel regno di Amory viveva un principe di nome Cedric, un ragazzo di una ventina d’anni molto bello e intelligente, doti che gli avevano portato molte ammiratrici a corte. Egli aveva lunghi capelli neri che illuminati dal sole acquistavano riflessi blu ed un paio di magnetici occhi color zaffiro che scrutavano l’anima di chi li osservava. Il principe era sempre circondato da incantevoli fanciulle, che si innamoravano di lui dopo il primo sguardo. Un giorno una di queste fanciulle tentò di baciare il principe, venendo però respinta da lui ella rivelò la sua vera natura di strega e lanciò una maledizione sul principe per fare in modo che neanche le altre fanciulle potessero averlo. La maledizione trasformava il principe in una bestia al calare delle tenebre, ma gli faceva mantenere il suo normale aspetto durante il giorno, per fare in modo che egli potesse continuare a fare innamorare di se le fanciulle, ma che non potesse mettersi con nessuna di loro e guarire da quell’ incantesimo. Solo un amore puro e sincero, infatti, poteva fare riacquistare al principe il suo vero aspetto.
 
 
La nostra storia inizia da una piccola scuderia, situata nel villaggio di Eldel, il più vicino al castello del principe. Nella scuderia lavorava un giovane ragazzo di nome Athel dai corti capelli neri e da due profondi occhi verdi, quasi sempre coperti dalla frangia. Athel era un orfano accolto al villaggio quando era ancora in fasce e cresciuto come un figlio dal proprietario della scuderia, il vecchio Mazel. Athel si trovava bene in quel villaggio, nonostante a volte sentisse di non appartenere a quel posto, per via delle proprie origini incerte. Questo suo sentimento di inadeguatezza era accresciuto dal  fatto che era un ragazzo mingherlino e timido ed era spesso isolato dagli altri ragazzi. Athel però non soffriva troppo di questo fatto, perché voleva molto bene al vecchio Mazel e perché aveva una dote speciale, riusciva a comprendere i sentimenti degli animali. Questo dono lo aveva scoperto quando un giorno uno dei cavalli della scuderia si era sentito male ed il vecchio Mazel non era riuscito a capire la causa di quella malattia. Athel avvicinandosi al cavallo aveva percepito dentro di se i suoi sentimenti e aveva capito che il malessere del cavallo era dovuto all’ingerimento di un erba urticante. Il vecchio Mazel era rimasto molto stupito da quello che era successo, ma capì subito che il ragazzo era speciale e che per il suo bene avrebbero dovuto nascondere il suo dono. Erano passati cinque anni da quel giorno e Athel aveva ormai imparato a convivere e a controllare la sua empatia. Aveva anche imparato a comprendere il linguaggio degli animali e, sfruttando questo dono e seguendo gli insegnamenti del padre, aveva imparato a preparare dei medicamenti con le erbe raccolte nella vicina foresta. Un giorno, mentre Athel stava accudendo i cavalli, fu interrotto dall’arrivo del principe che, scortato da varie guardie, entrò nella stalla in cerca del vecchio Mazel. Questi accorse subito e dopo le varie formalità chiese al principe il motivo di tale visita. – Sono venuto qui da voi, vecchio Mazel, poiché il mio fedele cavallo si è ammalato di un male sconosciuto. Da quando siamo tornati dalla battuta di caccia, infatti, fa fatica ad alzarsi e crolla a terra dopo pochi passi. Ho consultato il mio medico di corte, ma questi non è riuscito a trovare una spiegazione a questo suo comportamento. So che lei è molto esperto riguardo ai cavalli e che già in passato ha curato animali affetti da mali sconosciuti, perciò le chiedo se può visitare il mio cavallo.- disse il principe con uno sguardo deciso che celava, però, preoccupazione. - Vostra maestà, apprezzo la fiducia che riponete in me, ma ormai sono solo un povero vecchio che non sa distinguere un erba medicinale da una foglia di tè. Permettetemi di consigliarvi per questo lavoro mio figlio Athel, nonostante la sua giovane età ha ereditato tutta la mia sapienza ed ha già curato molti animali-. rispose Il vecchio Mazel. Il principe squadrò Athel incerto, dubitava, infatti, che un ragazzino di appena diciassette anni potesse essere più bravo del suo medico di corte, ma non avendo altra scelta decise di accettare. – D’accordo, seguirò il suo suggerimento, ma se il ragazzo non riuscisse a curare il mio cavallo la riterrò direttamente responsabile- rispose il principe avviandosi verso l’uscita della stalla seguito da un timido Athel, che per tutto il tempo non aveva sollevato il capo. Giunti alla scuderia reale Athel venne condotto da una guardia nella cella riservata al cavallo del principe. Lì Athel incontrò il medico di corte, un ventenne dai lunghi capelli argentati tenuti in un elegante coda e con degli occhi castani. Il medico, Leoris, dopo una breve presentazione espose i sintomi della malattia misteriosa – In questa settimana il cavallo ha perso velocemente peso, fa difficoltà a deglutire, e presenta uno scarso appetito, ho ipotizzato che fosse per un avvelenamento, ma non conosco una sostanza che porti a questi sintomi- disse serio. Il ragazzo si avvicinò al cavallo e gli accarezzò la pancia con delicatezza, quel breve contatto gli permise di percepire le sensazioni che provava il cavallo. Poi accarezzò il muso del cavallo e capì di che malattia si trattava. Essendo lui un ragazzino, però, temeva di non essere creduto perciò decise di fare finta di avere sentito parlare di quella malattia da suo padre. Presa questa decisione, stette un altro po’ di tempo ad esaminare il cavallo e si voltò verso Leoris, che non l’aveva perso di vista neanche un secondo, e disse  – Mio padre mi ha raccontato che un paio di anni fa il cavallo di uno dei suoi amici aveva mostrato sintomi di questo tipo. Il suo amico, non conoscendo la causa di quel malessere, stette vicino al cavallo tutti i giorni, gli diede delle erbe facili da digerire e ricche di nutrimento e controllò che il cavallo non sudasse molto. Alla fine della settimana il cavallo guarì e ritornò in perfetta salute. Non so se funzionerà anche in questo caso, ma secondo me si potrebbe fare un tentativo-. Leoris non era molto convinto della teoria del ragazzo, ma visto che non c’erano altre alternative decise di dare una possibilità al ragazzo- D’accordo, hai una settimana di tempo per fare guarire il cavallo, non un giorno di più o tuo padre pagherà le conseguenze del tuo errore- disse severamente Leoris. In realtà il medico non intendeva punire veramente il vecchio Mazel, ma voleva solo spronare Athel  ad impegnarsi seriamente. – D’accordo, avete delle erbe di Mizar?- chiese il ragazzo. – Stai scherzando?, le erbe di Mizar sono rarissime, anche volendo non saprei dove procurartele- rispose Leoris sprezzante. Athel si stupì delle parole del medico, possibile che a corte non sapessero che le erbe di Mizar crescessero nella foresta lì vicina?, Athel stava quasi per dirglielo, ma si ricordò che essendo lui un ragazzino era impossibile che fosse riuscito a trovare da solo delle erbe così rare, così accusò il colpo in silenzi, mantenendo la testa china. Leoris se ne andò, dicendo di dovere svolgere dei compiti importanti e Athel rimase da solo nella stalla, poiché il principe aveva ritenuto inutile sorvegliare un innocuo ragazzino. Athel si inginocchiò vicino al cavallo- Non temere, riuscirò a guarirti- gli sussurrò dolcemente all’orecchio accarezzandogli la testa. Dopo di che si alzò e prese dell’acqua per il cavallo. Stette insieme al cavallo per tutto il giorno, gli parlò, e gli fece mangiare le erbe che erano disponibili. Si ripropose però di andare quella notte stessa a cercare le erbe di Mizar, non poteva permettere che il cavallo del principe Cedric morisse. Arrivata la sera uscì dalle scuderie reali dicendo che doveva andare a prendere delle erbe più adatte nella sua scuderia e si diresse nella foresta, non si accorse, però, di essere seguito da Febos, il capo delle guardie reali, che era stato incaricato dal principe di sorvegliare Athel. Febos era un uomo di venticinque anni dai capelli castani lunghi fino alle spalle, era molto muscoloso ed aveva un paio di cicatrici procuratesi in battaglia. Con i suoi profondi occhi castani seguiva ogni movimento del ragazzo. Lo osservò dirigersi dritto verso la foresta, nonostante avesse detto di dover andare nella sua scuderia, lo seguì lungo un sentiero intricato stupendosi dell’agilità di quel ragazzino,  che gli era sembrato molto impacciato, e si fermò dietro un albero, poiché Athel era uscito dal sentiero alberato e si stava avvicinando ad un lago. Febos non capiva perché il ragazzo si fosse diretto in quel posto, che cosa stava cercando?. La risposta a questa domanda arrivò quando vide Athel si chinò vicino alle sponde del  lago e strappò con cura un fascio di erbe. Appena ebbe finito di raccogliere le erbe Athel si girò per tornare al castello, ma si accorse troppo tardi di essere stato seguito quando gli si parò davanti un uomo robusto dall’aria pericolosa. Febos, uscito dal nascondiglio, si parò di fronte al ragazzo minacciosamente con l’intenzione di scoprire che cosa fossero quelle erbe misteriose, ma quando vide l’espressione spaventata di Athel e il leggero tre more che aveva invaso il suo corpo non riuscì ad rimanere duro – Sono Febos, capo delle guardie reali, ti ho seguito fin qui per sorvegliarti. Che cosa sono quelle erbe?- chiese con più gentilezza, ma rimanendo comunque autoritario. – Sono le erbe di Mizar, il cavallo ne ha bisogno, ma il medico non sapeva dove trovarle, così sono venuto a prenderle- disse Athel un po’ meno spaventato, ma sempre sulla difensiva. – Come facevi a sapere che le erbe di Mizar si trovavano qui?- chiese Febos stupito – Vengo spesso nella foresta e ho studiato tutti i tipi di erbe mediche, così quando le ho viste ho capito subito che queste erbe erano le erbe di Mizar- rispose Athel. – Perché allora non lo hai detto al medico o ad una delle guardie?- chiese Febos, nonostante avesse immaginato il motivo di tale scelta – Perché nessuno mi avrebbe creduto, queste sono delle erbe molto rare e pensavo che non avrebbero preso sul serio- disse abbassando la testa. Febos, vedendolo, così abbattuto non poté trattenersi dal dargli una pacca sulla spalla e dirgli – Beh, se dovessi ritrovarti di nuovo in una situazione simile sappi che puoi contare su di me. Anche il principe è molto giovane, ma ciò non toglie che sappia guidare il suo popolo saggiamente-.  Athel lo guardò stupito, era la prima volta che qualcuno oltre a suo padre gli dava fiducia e non riusciva a crederci, Febos vedendo lo sguardo stupito di Athel non poté fare a meno di trovare il ragazzo molto dolce. – Sarà meglio rientrare al castello, fra poco sarà notte e non è sicuro stare nella foresta col buio- disse Febos improvvisamente serio. Così Febos riaccompagnò Athel al castello, poco prima di entrare nelle scuderie reali Febos si fermò- Non preoccuparti, non riferirò al principe che hai trovato le erbe di Mizar- gli disse Febos dandogli un'altra pacca sulla spalla prima di andarsene. Athel rientrò nelle scuderie reali e si avvicinò al cavallo- Mi dispiace di averti lasciato solo, ma sono andato a prendere delle erbe che ti aiuteranno a guarire- sussurrò Athel al cavallo. Dopodiché prese le erbe ed iniziò a farci un infuso da dare al cavallo, le lavorò con cura e alla fine ottenne un buon risultato. Si avvicinò al cavallo e gli fece bere l’infuso lentamente e quando finì premiò il cavallo accarezzandogli la pancia, per alleviare il suo dolore. Rimase tutta la notte a vegliare sul cavallo, accarezzandolo e parlandogli e continuò così fino al settimo giorno. In quella settimana Athel aveva dormito solo poche ore a notte e non era uscito dalla stalla se non per raccogliere le erbe di Mizar scortato da Febos. Per questo,quando finalmente il cavallo guarì, Athel aveva una faccia stanca ed era in condizioni pietose, ma era comunque felice per la guarigione del cavallo e non poté fare a meno di abbracciarlo sorridendo. Fu in questo stato che lo trovò il principe quando entrò nella stalla. Athel, accortosi della presenza del principe e vedendo in quale stato si era ridotto, chinò immediatamente la testa in segno di rispetto e anche per nascondere il rossore che si era diffuso nelle sue guancie – Vedo che il mio cavallo è guarito, il vecchio Mazel aveva proprio ragione, sai come prenderti cura dei cavalli. Puoi tornare nella tua stalla adesso- disse il principe Cedric evitando di fare commenti sullo stato penoso in cui era ridotto Athel, i vestiti del ragazzo erano infatti sporchi di terra e fieno e i suoi capelli erano tutti impolverati, dopodiché lo congedò. Athel uscì velocemente a capo chino ancora imbarazzato per come lo aveva trovato il principe. Fu comunque con un sorriso che rientrò nella propria scuderia e andò ad abbracciare il padre – Sono riuscito a guarire il cavallo- gli disse felice – Sapevo che ci saresti riuscito, figliolo, tu hai delle grandi capacità, devi solo crederci- gli disse il vecchio Mazel contento. – Ora però fila a lavarti e va a dormire, hai un aspetto terribile- gli disse il vecchio Mazel scherzosamente. Athel fece come gli aveva detto suo padre e diresse contento nella sua stanza. Nel frattempo il principe, seduto nella propria stanza, stava ripensando ad Athel. Non riusciva a credere che un ragazzino fosse riuscito a guarire il proprio cavallo quando neanche il suo fidato Leoris ci era riuscito. Aveva fatto seguire il ragazzo da Febos per accertarsi che svolgesse il suo compito seriamente, ma non si sarebbe mai aspettato che riuscisse a guarirlo da solo. Decisamente quel ragazzo era più bravo di quanto avesse pensato, anche lo stato in cui si era ridotto ed il fatto che avesse dormito pochissimo lo dimostrava. – Principe Cedric, è quasi ora- disse Leoris entrando nella stanza del principe. Lui e Febos, infatti, erano gli unici a sapere delle trasformazioni del principe e gli avevano giurato che lo avrebbero aiutato finché non sarebbe guarito. Leoris informava il principe un ora prima che fosse notte e Febos sorvegliava la foresta per fare in modo che nessuno potesse entrarvi finché il principe aveva le sembianze della bestia. Come ogni notte il principe entrò  nel passaggio situato nella sua stanza e lo percorse tutto fino ad una grotta che si trovava nascosta nella foresta in modo che nessuno potesse entrarci se non tramite il passaggio segreto. Lì il principe aspettava di trasformarsi per lasciare spazio alla bestia. Mentre era nelle sembianze della bestia il principe non riusciva a controllare le proprie azioni e quando riprendeva il controllo del proprio corpo non ricordava che cosa fosse accaduto. Durante la notte vagava nella foresta rincorrendo conigli e lepri, ma se un essere umano incontrava il suo cammino la bestia lo uccideva.


Note dell’autrice:
Ciao a tutti, questa è la prima fan fiction che pubblico perciò spero che siate clementi.  Visto che mi piacciono le storie Fantasy, le storie Yaoi, ma soprattutto le storie romantiche e a lieto fine ho deciso di pubblicare per prima questa mia Fan Fiction (che farà parte di una serie). Sinceramente ero indecisa se pubblicarla nella sezione “Fantasy” o in quella “Favola”, ma alla fine ho scelto quest’ultima perché per scrivere questa Fan Fiction mi sono ispirata a delle favole (nel caso non si fosse capito dal titolo). Spero che vi piaccia, buona lettura.

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Capitolo 2
*** Cap 2- Uno strano incontro ***


Cap 2- Uno strano incontro



Una settimana dopo la guarigione del cavallo, Athel venne a sapere che il principe Cedric avrebbe organizzato una festa al villaggio per festeggiare il proprio ventunesimo compleanno. La festa sarebbe iniziata di mattina e sarebbe finita a pomeriggio inoltrato per fare in modo che il popolo potesse festeggiare assieme al principe senza perdere ore di sonno, essenziali per riprendere le proprie attività il giorno dopo. Il popolo era molto felice che il principe fosse così attento ai loro bisogni e lavorò con più energia del solito in vista della festa. Anche Athel si impegnò molto per aiutare nei preparativi per la festa e quando giunse il fatidico giorno partecipò alla festa indossando il suo abito migliore, un pantalone ed una camicia bianchi di fine cotone con sopra una maglia verde lunga fino alle cosce con dei bordi dorati. Anche gli altri uomini erano vestiti in maniera simile, perciò Athel non si sentiva troppo imbarazzato, mentre le donne indossarono i vestiti delle feste. Athel si scostò la frangia che di solito usava per coprirsi gli occhi, per proteggersi dal mondo esterno, per poter ammirare il magnifico spettacolo che aveva di fronte. Nella piazza principale del villaggio era affluito tutto il popolo, c’era gente che rideva e scherzava e i bambini giocavano a rincorrersi. A quella vista ad Athel si strinse il cuore poiché pensava che in fondo lui non faceva parte di tutto questo.  All’improvviso tutti tacquero e Athel si voltò come tutti verso la strada che dal castello conduceva alla piazza per ammirare il principe in tutto il suo splendore. I suoi lunghi capelli neri erano tenuti da un elegante coda e colpiti dal sole diffondevano riflessi blu, per l’occasione il principe aveva indossato i vestiti tradizionali, come il resto del popolo, indosso a lui, però, questi vestiti acquistavano un aspetto regale .-  È per me motivo di grande gioia vedere che state partecipando in così tanti alla mia festa. Come ogni anno sarà per me un grande onore danzare con ogni dama che me lo chiederà. Che le danze inizino- disse il principe guardando tutti gli invitati. Athel sentì uno strano tuffo al cuore quando, per un istante incrociò gli occhi del principe, non sapeva spiegarsi il perché, ma gli occhi del principe gli sembravano velati dalla malinconia. Non diede peso, però, a questa sensazione e continuò a conversare con la figlia del panettiere, Liz, che quel giorno era veramente graziosa con la sua gonna colorata- Dubito che qualcuno mi inviterà a ballare oggi, ci sono un sacco di ragazze bellissime- sospirò sconsolata - Non dire così Liz, sei bellissima e sono sicuro che riceverai un sacco di inviti, a cominciare dal sottoscritto- disse Athel sorridendole per incoraggiarla. – Tu lo fai solo perché sono una tua amica, ma dubito che qualcun altro si accorgerà di me con tutta questa folla. In ogni caso visto che sei stato così gentile da proporti danzerò con te finché nessun’ altro mi chiederà di ballare- disse Liz con un sorrisino furbo. – Sarà per me un grande onore- disse Athel allegro, così, quando il principe diede inizio alle danze, i due iniziarono a ballare assieme agli altri invitati. Nonostante le apparenze, Athel non era goffo ed impacciato, anzi, anni di duro lavoro nelle stalle avevano reso il suo corpo mingherlino più muscoloso, perciò quando iniziò a danzare con Liz attirò l’attenzione di varie fanciulle, anche se non agli stessi livelli del principe. Questi, con la sua grazia acquisita dopo anni di allenamenti di scherma e di danza, faceva sembrare ogni fanciulla con cui danzava una principessa e le ragazze facevano la fila per danzare con lui. Dopo un paio d’ore, in cui si passò da danze popolari a walzer, le danze smisero per dare spazio al banchetto. Dato che il principe aveva dichiarato che l’unico regalo che voleva dal popolo era la sua partecipazione alla propria festa di compleanno, gli abitanti avevano deciso di arricchire come potevano la festa e, dopo ore di discussioni, avevano deciso di portare ognuno un piatto tradizionale per arricchire il banchetto. Il principe rimase colpito dalla gentilezza del suo popolo e, in cuor suo, si disse che non era stato poi così male rinunciare al ballo serale che fino all’anno scorso aveva tenuto nel suo palazzo. In quell’anno, in cui ogni sera era si trasformava in una bestia, aveva dovuto fare molti sacrifici ed era diventato meno superbo. Tutto questo però gli aveva fatto guadagnare il rispetto del suo popolo, che aveva apprezzato il suo impegno per migliorare le condizioni di vita nel villaggio. Perso nelle sue riflessioni, il principe non si era accorto dei bambini che correvano vicino a lui e si risvegliò bruscamente dai suoi pensieri quando uno di loro gli finì addosso. Subito i bambini si scusarono preoccupati e le loro madri corsero a scusarsi col principe, ma questi disse calmo- Non c’è bisogno di scusarsi, i bambini stavano solo giocando. L’importante è che non si siano fatti male-. Osservandolo da poco lontano Leoris pensò che il comportamento del principe era migliorato notevolmente da quando aveva iniziato a trasformarsi. Questo lo riempiva di gioia, ma non poteva fare a meno di intristirsi pensando che per il principe sarebbe stato arduo, se non impossibile, trovare una compagna in quelle condizioni. Con questi pensieri nella testa Leoris sospirò tristemente e sobbalzò dallo spavento quando Febos gli arrivò alle spalle. – Smettila di sospirare come una fanciulla sconsolata, il principe riuscirà a trovare una compagna che lo ami nonostante le sue trasformazioni- gli sussurrò questi all’orecchio con un tono rude. Nonostante il tono rude con la quale Febos aveva parlato, Leoris sapeva che in realtà anche Febos era preoccupato e apprezzò il fatto che volesse rassicurarlo. – Hai ragione Febos, è solo questione di tempo- gli rispose Leoris appoggiandosi impercettibilmente alla schiena di Febos, per comunicargli che ora era più tranquillo. Quando Leoris si appoggiò a lui, Febos venne attraversato da un brivido, erano anni, infatti, che Febos era interessato a Leoris, ma non si trattava di una semplice attrazione fisica. Ogni volta che vedeva Leoris sospirare tristemente Febos non poteva fare a meno di rassicurarlo, ogni volta che Leoris rideva felice anche Febos diventava felice. Febos era arrivato al punto che seguiva con lo sguardo ogni singolo movimento di Leoris, come attratto da una calamita. All’inizio Febos non voleva ammettere a se stesso quale fosse la vera natura di questo sentimento e giustificava a se stesso il proprio comportamento dicendosi che lo faceva solo per assicurarsi che Leoris non rivelasse a nessuno il segreto del principe. Ma dopo mesi passati ad osservarlo di nascosto, aveva dovuto ammettere a se stesso che dedicava tutte queste attenzioni a Leoris perché si era innamorato lui. Ma questo non lo avrebbe mai rivelato all’oggetto dei suoi desideri, perché riteneva che questi fosse innamorato, senza essere corrisposto, del principe Cedric e non voleva subire l’umiliazione del rifiuto. Fu per questo che, quando Leoris si appoggiò a lui, Febos si allontanò dopo poco con la scusa di dovere controllare che le guardie facessero il proprio dovere. Leoris, da canto suo, non credette alle parole di Febos, dato che era da settimane che, con una scusa o con un'altra, questi si allontanava da lui lasciando i discorsi a metà. All’inizio aveva pensato di stare antipatico a Febos, ma si era accorto che ogni volta che era triste lui sbucava dal nulla e gli dava una parola di conforto o si limitava semplicemente a stargli accanto senza dire nulla. Per Leoris lo strano comportamento di Febos era un mistero, ma era più che determinato a scoprirne la causa perché si era accorto da tempo che per lui Febos era diventato molto più di un amico e non voleva rischiare di perderlo. Nel banchetto furono serviti piatti a base di carne e pesce con contorni di verdure e accompagnati con dell’ottimo idromele e del buon sidro. Invece di servire una torta di compleanno i cuochi avevano deciso di servire un assortimento di biscotti al burro e alla frutta e tortini alla birra accompagnati dal tè nel pomeriggio per agevolarne la distribuzione. Dopo che tutti ebbero finito di mangiare il principe si alzo dalla sua sedia e parlò – Miei cari sudditi, passare questo giorno importante insieme a voi lo ha reso ancora più gradevole. L’anno scorso mi sono reso conto che una festa al palazzo reale era bella, ma non permetteva di esprimere al meglio lo spirito del nostro regno. Festeggiare in piazza tutti insieme, invece, mi ha permesso di conoscervi meglio, senza vincoli legati all’ambiente troppo sfarzoso o agli abiti troppo delicati per danzarci liberamente. Questa esperienza mi ha insegnato che condividere con voi le ricorrenze felici, come quelle tristi, può renderci più uniti, perciò da questo anno in poi festeggerò i miei natali qui in piazza insieme a voi-. Il popolo applaudì contento per quella decisione e anche Athel lo fece, doveva proprio ammettere che rispetto a quei noiosi balli la festa di quest’anno era stata molto più divertente e spontanea. Quando stava per calare la sera la festa finì con un sonoro applauso per il principe e tutti gli abitanti tornarono nelle proprie case per prepararsi per la giornata di lavoro che li attendeva. Athel salutò Liz, che alla fine aveva trovato altri tre cavalieri con cui danzare, e ritornò alla scuderia insieme al vecchio Mazel.  Mentre il vecchio Mazel si stava preparando per andare a dormire, Athel si accorse che stavano finendo le scorte di erbe mediche perciò pensò di andare a prenderne qualcuna prima di andare a dormire, dato che il giorno dopo non ne avrebbe avuto il tempo. Così informò il vecchio Mazel e, senza neanche cambiarsi, si avviò verso l’entrata più vicina per la foresta. Nel frattempo il principe era rientrato nel castello e stava per entrare nel passaggio segreto che lo avrebbe condotto alla grotta – Febos, inizia ad avviarti per fare la solita ronda notturna attorno alla foresta, non vorrei che qualche ritardatario rischi di incontrarmi- disse il principe a Febos col solito tono serio, ma velato di tristezza, che usava prima della trasformazione – Certamente principe Cedric, mi avvio immediatamente- rispose subito Febos non mancando di notare lo sguardo triste di Leoris. Dopo che il passaggio segreto si chiuse alle spalle del principe Febos fece per uscire dalla porta quando, senza preavviso, Leoris lo fermò – Aspetta Febos - disse Leoris bloccandolo per un braccio – Prendi queste con te, nel caso ti venisse sonno, oggi abbiamo mangiato più del solito- continuò sorridendogli gentilmente e consegnandogli un sacchettino contenente varie pillole contro la sonnolenza. Febos rimase immobile per un istante stupito da quel gesto premuroso e incantato dal sorriso di Leoris, poi però si riscosse,  afferrò il sacchettino ringraziando il medico con un cenno del capo ed uscì velocemente dalla porta per nascondere il rossore che si era diffuso sulle sue guancie. Questi minuti di ritardo permisero ad Athel di entrare inosservato nella foresta pochi prima che Febos iniziasse la sua solita ronda notturna. Athel camminava velocemente nella foresta, nonostante quella non fosse la prima volta che entrava da solo nella foresta era passato più di un anno dall’ultima volta che ci era entrato di notte e si sentiva addosso uno strano presentimento. Decise di ignorare momentaneamente quella sensazione, infondo sapeva meglio di tutti che la foresta non era popolata da animali pericolosi e anche se ne avesse incontrato uno lo avrebbe calmato con i propri poteri, inoltre raccogliere le erbe era un impegno troppo importante per poter essere rinviato a causa di una strana sensazione. Percorse lo stesso sentiero che faceva ogni volta ed arrivò nei pressi del lago e, nonostante avesse visto quella zona molte volte, non poté fare a meno di restare a bocca aperta per lo spettacolo che aveva di fronte. Illuminato dalla luna, il lago aveva acquistato riflessi argentati e la brezza notturna faceva  muovere le fronde degli alberi che lo circondavano , da quel punto poi sembrava che il cielo stellato abbracciasse il lago. Era passato davvero tanto tempo dall’ultima volta che aveva potuto ammirare quello spettacolo meraviglioso e non riusciva a staccare gli occhi dal cielo. All’improvviso però avvertì una presenza pericolosa che gli si stava avvicinando velocemente, ma non fece neanche in tempo a voltarsi che si ritrovò a terra sovrastato da una strana creatura. Essa aveva l’aspetto di un lupo ma era grande quanto un essere umano, aveva un folto pelo blu notte liscio come la seta, i suoi occhi erano due zaffiri lucenti che brillavano di ferocia animale, ma erano così belli che Athel si soffermò a guardarli senza neanche pensare al pericolo che stava correndo. Oltre all’apparente ferocia della creatura Athel riusciva a percepire una profonda tristezza, così profonda che gli fece scendere dagli occhi una lacrima e, senza pensarci un secondo, lo spinse ad abbracciare quella creatura e a sussurargli all’orecchio – Tranquillo, non sei più da solo, non soffrire così tanto-. Dopo avere raggiunto la grotta segreta il principe aveva assunto le sembianze della bestia e la sua coscienza aveva ceduto il posto a quella della bestia. Questa lasciò la caverna per fare un giro quando avvertì un odore che non sentiva da mesi ormai, odore di essere umano. Senza pensarci due volte iniziò a correre in direzione della sua preda, erano mesi che non sbranava umani per colpa del principe, finché giunse nei pressi del lago. Lì vide un ragazzo di spalle intento a guardare la luna, non resistette più e si lanciò contro di lui pronto a sbranarlo, sembrava, però, che in qualche modo l’umano si fosse accorto di lui, ma con la sua velocità la bestia riuscì ad atterrarlo prima che provasse a scappare. Si fermò ad osservare la sua preda prima di sbranarla per assaporare quel momento atteso da mesi ma quello che vide lo bloccò, il ragazzo, infatti, non aveva un espressione terrorizzata come tutte le altre prede ma, anzi, lo fissava negli occhi tranquillo e concentrato, come se stesse cercando di capire cosa stesse pensando. Poi all’improvviso lo sguardo del ragazzo si rattristò e dai suoi magnifici occhi verdi uscì una lacrima, la bestia rimase stupita da questo strano comportamento ma rimase ancora più stupita da quello che successe dopo. Il ragazzo lo aveva abbracciato all’improvviso e gli aveva sussurrato all’orecchio – Tranquillo, non sei più da solo, non soffrire così tanto-. Sentendo quelle parole la bestia provò una strana sensazione, era come se quel ragazzino fosse stato in grado di leggergli nel pensiero. No, era impossibile si disse, come poteva un semplice umano capire i suoi sentimenti quando neanche il principe Cedric li capiva?. Il ragazzo, percependo la confusione della bestia gli disse – Io sono in grado di percepire i sentimenti degli animali e, a volte, di leggere i loro pensieri-. La bestia non credeva a ciò che sentiva, possibile che il ragazzo stesse dicendo la verità?, lo guardò negli occhi, quei magnifici occhi verdi, e non vi lesse tracce di menzogna. A quel punto la bestia non sapeva cosa fare, da una parte il suo istinto animalesco gli diceva di sbranare il ragazzo senza pensarci ma da un’altra parte lo stesso istinto gli diceva di non fare del male a quel ragazzo che era in grado di capirlo. Il ragazzo, per calmarlo, gli accarezzò il muso vicino ai denti per dirgli che non aveva paura di lui e gli sorrise con il suo sorriso più dolce. Quando la bestia si sentì accarezzare digrignò automaticamente i denti, ma quando vide il dolce sorriso di quell’umano ebbe un tuffo al cuore e non poté  non abbandonare il proprio muso contro quella mano delicata, chiedendo altre carezze. A quel gesto il sorriso dell’umano si ampliò maggiormente e questi iniziò ad accarezzarlo sulla schiena anche con l’altra mano. Rimasero in questa posizione per un tempo imprecisato, forse pochi minuti, forse ore, ma alla fine la bestia scese dall’umano permettendogli di alzarsi e si allontanò di qualche passo, Athel ne approfittò per alzarsi, ma prima di raccogliere le erbe, scopo della sua venuta nella foresta, disse alla bestia – Ti dispiace se raccolgo delle erbe?, è per questo che ero venuto nella foresta-, vedendo che la bestia rimaneva immobile gli sorrise e si voltò per raccogliere le erbe. La bestia intanto era sempre più stupita, non solo quel ragazzo non aveva paura di lui e capiva i suoi sentimenti, ma lo trattava come se fosse un essere umano. Non riuscendo a comprendere quel ragazzo lo osservò mentre si piegava per raccogliere con cura delle strane erbe sul bordo del lago e mettersele in tasca, dopo averle avvolte in un panno bianco. Quando Athel ebbe finito di raccogliere le erbe si voltò e si diresse verso la bestia e quando fu abbastanza vicino gli si inginocchiò accanto per guardarlo negli occhi – Il mio nome è Athel, scusa se non mi sono presentato prima. Ah, le erbe che ho raccolto sono delle erbe mediche molto efficaci, sono le erbe di Mizar - gli disse sorridendo. La bestia lo fissò per un po’ ormai rassegnatasi a non capire completamente quello strano umano e si mise ad escogitare un modo per dirgli che lui non aveva un nome. Ancora una volta quel ragazzino, anzi Athel, sembrò leggergli nel pensiero perché disse – Visto che non hai un nome, che ne dici di Yoru (notte in giapponese)?-, la bestia provò uno strano calore nel cuore, era la prima volta che qualcuno si riferiva a lui senza chiamarlo bestia e quel ragazzino gli aveva addirittura dato un nome. Non sapendo come esternare la propria gratitudine, anche se aveva il sospetto che Athel avesse di nuovo capito quello che provava,  Yoru gli si avvicinò maggiormente e strofinò il proprio muso sulla guancia del ragazzo come una carezza. Athel fu felice di leggere gratitudine negli occhi di Yoru e sperò con tutto il cuore di essere riuscito a diminuire almeno di poco la tristezza che attanagliava il cuore di quell’essere così dolce, perché Athel riusciva a percepire che oltre a quell’ aspetto feroce si celava qualcosa di più, un qualcosa che non riusciva a spiegare, ma riusciva ad avvertirne la dolcezza. All’improvviso, però, la bestia si irrigidì perché si era accorta che stava per diventare giorno e avrebbe dovuto lasciare il posto al principe, non gli andava, però, di perdere l’unico umano che lo avesse veramente capito. Athel capì che c’era qualcosa che tormentava Yoru – Che succede Yoru?- gli chiese preoccupato, Yoru vedendo la preoccupazione di Athel gli indicò il cielo che si stava schiarendo per lasciare posto al giorno. In qualche modo Athel capì che la preoccupazione di Yoru era legata al sole – Non preoccuparti, verrò qui anche domani, e dopodomani e finché potrò-  gli disse accarezzandogli dolcemente il muso. Dopo quella carezza, con la certezza nel cuore che Athel sarebbe venuto la notte seguente, Yoru si diresse di corsa nella caverna perché sapeva che, se il principe si fosse svegliato all’esterno, avrebbe mandato Febos a controllare che nessuno fosse entrato nella foresta e se avesse trovato Athel non gli avrebbe più permesso di vederlo. Athel, invece, realizzò solo in quel momento quanto tempo fosse passato e si diresse di corsa nelle stalle, per sua fortuna, anche se lui non lo sapeva, Febos era tornato al castello poco prima perciò non fu visto da nessuno.

 

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Capitolo 3
*** Cap 3- Segreti svelati ***


Cap 3- Segreti svelati   

Arrivato alle stalle Athel posò le erbe che aveva raccolto nell’apposito ripiano e si diresse a letto, accorgendosi solo adesso che il suo vestito migliore si era riempito di polvere, visto che era stato sdraiato a terra con Yoru sopra tutto il tempo, così lo spolverò e si cambiò per andare a letto. Purtroppo per lui, avendo trascorso buona parte della notte sveglio e dovendosi svegliare presto, poté dormire solo poche ore, ma nonostante la stanchezza quando si svegliò era felice. Il principe, invece, quando si svegliò provò un senso di vuoto, come se fino a poco prima fosse stato con qualcuno di speciale, ma ciò non era possibile, si disse, la bestia non poteva avere amici, perfino gli animali avevano paura di lui. Improvvisamente gli balenò in mente una frase – Tranquillo, non sei più da solo, non soffrire così tanto- e gli apparve l’immagine sfocata di un volto, non riusciva a capire se di un uomo o di una donna ma la cosa che lo colpì di più furono i magnifici occhi verdi di quella persona ed il suo sorriso dolce. Chi poteva essere quella persona?, Come mai gli veniva in mente in quel momento?, possibile che fosse una persona che aveva incontrato la bestia? – Il mio nome è Yoru, non bestia, umano- gli disse la best…Yoru interrompendo il flusso dei suoi pensieri. La bestia aveva un nome? – Si, e smettila di chiamarmi bestia, ti ho detto che sono Yoru – gli disse Yoru, – Da  quanto hai un nome Yoru?- pensò il principe, – Non sono affari tuoi, Da quando ti interessi così tanto a me?, di solito quando provo a parlarti mi ignori- gli rispose Yoru, – Mi interesso di te da quando, non solo mi hai detto di avere un nome, senza rispondere comunque alla mia domanda, ma mi hai fatto vedere il volto di una persona e mi hai fatto sentire una frase, che suppongo sia stata detta da questa persona- gli disse il principe – Tu hai detto che non ho amici, ma io ne ho uno e si chiama A… - Yoru si bloccò a metà frase, possibile che stesse per rivelare l’unico nome che non avrebbe dovuto dire?, se il principe avesse scoperto chi era il ragazzo lo avrebbe allontanato per sempre da lui. – Allora Yoru, come si chiama il tuo amico- gli chiese il principe curioso – Non t’importa, non sono uno stupido, so benissimo che se tu scoprissi chi è il mio amico lo allontaneresti per sempre da me!- disse Yoru con voce triste, dopo di che smise di parlargli. Il principe rimase stupito, possibile che Yoru pensasse che voleva allontanare da lui il suo amico?, in realtà Cedric voleva scoprire chi fosse quella persona per scoprire com’era riuscita a diventare amica di Yoru e per accertarsi che gli volesse veramente bene. Il principe Cedric, infatti, non voleva che Yoru soffrisse più del dovuto, in fondo era una parte di lui. Il principe Cedric si stupì del suo stesso pensiero, da quando considerava Yoru una parte di se?, di solito pensava che fosse Yoru la causa dei suoi mali, ma dopo che Yoru gli aveva parlato con quel tono triste si era reso conto di non essere l’unico a soffrire per quella situazione. Si ripropose di scoprire chi fosse quel ragazzo, perché Yoru si era fatto sfuggire che quella persona era un ragazzo, perché forse li avrebbe potuti aiutare a ritornare ad essere felici. Dopo questo pensiero il principe ripercorse il passaggio segreto fino alla sua stanza, dove trovò Febos e Leoris preoccupati – Principe Cedric, finalmente siete arrivato, temevamo che le fosse successo qualcosa- gli disse Leoris preoccupato, per Leoris il principe era come un fratello minore, dato che erano amici da quando erano piccoli, perciò si preoccupava sempre quando il principe ritornava in ritardo. – Calmati Leoris e lascia passare il principe- disse Febos cercando di celare la sua preoccupazione, a differenza di Leoris, infatti, Febos non era un tipo molto espansivo ma sapeva essere gentile a modo suo. – Tranquilli, non mi è successo niente , o quasi- dopo quelle parole il principe Cedric raccontò velocemente agli amici la sua conversazione con Yoru, dovette spiegargli anche che la bestia aveva un nome, e alla fine del suo racconto Febos e Leoris rimasero a bocca aperta. – So che può sembrarvi strano, ma secondo me Yoru non mentiva quando ha detto di avere un amico- disse con calma il principe, – Principe Cedric, le assicuro che ho controllato scrupolosamente il perimetro della foresta e non è entrato nessuno- disse Febos infervorato, il principe stava per aprire bocca, ma Leoris lo precedette– È stata colpa mia principe Cedric, ieri dopo che ve ne siete andato ho dato delle pillole anti-sonno a Febos, probabilmente il ragazzo è entrato nella foresta perché per colpa mia Febos è arrivato in ritardo- disse Leoris dispiaciuto, non voleva che Febos venisse accusato per colpa sua. Febos dal canto suo rimase stupito dalla repentina risposta di Leoris, possibile che Leoris fosse disposto a screditarsi agli occhi del suo amato principe per difenderlo?. – Tranquilli amici miei, non è colpa di nessuno, del resto mi rendo conto anch’io che deve essere faticoso per un uomo solo sorvegliare la foresta da solo ogni giorno dopo che la mattina lavora duramente. Non è per questo motivo che vi ho parlato di questa conversazione. Voi due siete i miei uomini più fidati e so che non mi tradirete. Quello che voglio è che tu, Febos, controlli l’entrata della foresta con più attenzione del solito in questi giorni, so che comunque tu svolgi bene il tuo compito ogni notte, e che stia attento soprattutto a ragazzi con gli occhi verdi il cui nome inizi per A, se troverai il ragazzo torna subito al castello e riferiscilo a Leoris. Tu Leoris, invece,preparerai ogni giorno degli infusi che permettano a Febos di riposare bene per fare in modo che non si stanchi troppo- disse il principe Cedric, dopo di che congedò i due. Athel intanto aveva ripreso la sua solita routine, anche se più lentamente data la stanchezza, e il vecchio Mazel non gli aveva fatto domande su dove avesse passato la notte, si era accorto, infatti, che Athel non era rientrato nella sua stanza fino a poche ore prima di alzarsi. La giornata trascorse come al solito, Athel si occupò di nutrire e curare i cavalli che gli erano stati affidati, fece un pasto veloce a pranzo e riprese ad occuparsi dei cavalli. Quando giunse la sera aspettò che suo padre si addormentasse ed uscì dalla scuderia per dirigersi alla foresta. Questa volta, però, Febos era arrivato molto prima e si era nascosto fra gli alberi per controllare se entrava qualcuno. Quando vide che qualcuno si avvicinava, Athel per l’appunto, si mise in guardia e lo osservò con attenzione e quasi gli venne un colpo quando riconobbe quel ragazzo misterioso come Athel, il figlio del vecchio Mazel, possibile che quel ragazzo fosse il nuovo amico di Yoru?. Per quanto gli sembrasse impossibile doveva ammettere che gli indizi combaciavano, il ragazzo aveva gli occhi verdi, che personalmente trovava bellissimi, e il suo nome iniziava per A. Decise perciò di seguirlo per un po’, se la pista si fosse rivelata falsa si sarebbe rivelato e lo avrebbe fatto ritornare alla sua scuderia. Fu così che Febos seguì a distanza il ragazzo fino al lago in cui gli si era rivelato l’ultima volta e stava quasi per uscire allo scoperto, pensando che il ragazzo fosse venuto anche stavolta a raccogliere le erba di Mizar, quando improvvisamente una specie di lupo blu si gettò sul ragazzo. Febos pensò che Athel fosse stato attaccato e fece per lanciarsi contro l’animale con la spada sguainata, quando Athel iniziò a ridere dicendo – Smettila Yoru così mi fai il solletico-, solo allora Febos si accorse che quell’animale era in realtà Yoru e che non stava attaccando Athel, ma gli stava leccando la faccia allegramente. Athel camminò lungo il solito sentiero, senza accorgersi neanche stavolta di essere seguito, ed arrivò al lago per aspettare Yoru, era veramente felice, finalmente aveva trovato un amico. Preso da questi pensieri felici non si accorse che Yoru era arrivato finché questi non gli balzò addosso, questa volta con l’intento di giocare con lui, infatti iniziò a leccargli la faccia facendo ridere Athel, che disse – Smettila Yoru così mi fai il solletico- senza smettere di ridere. Yoru era così felice che Athel avesse mantenuto la parola che non si accorse di Febos finché questi non fece qualche passo avanti, a quel punto Yoru balzò velocemente giù da Athel e gli si mise davanti ringhiando in direzione di Febos, non avrebbe permesso a nessuno di portargli via il suo amico. Athel realizzando la situazione si alzò velocemente e abbracciò Yoru – Calmati per favore, lui non è un nemico- gli sussurrò nell’orecchio accarezzandolo dolcemente. Yoru si calmò lentamente sotto le carezze di Athel, ma rimase comunque in guardia nel caso Febos li avesse attaccati. Febos dal canto suo si era come pietrificato di fronte a quella scena, come aveva fatto Athel, un ragazzino abbastanza esile, a calmare con così poco Yoru, che non ubbidiva neanche al principe?, osservò attentamente Athel mentre accarezzava dolcemente Yoru, possibile che non avesse paura di quell’animale così grande?. Febos fu riscosso dai propri pensieri quando Athel gli chiese – Che cosa ci fa lei qui?-, il tono che aveva usato non era spaventato,ma perentorio, e Febos non poté fare a meno di rispondergli – Sono qui perché il principe Cedric mi ha ordinato di scoprire chi fosse il nuovo amico di Yoru -. Quando Athel sentì che Yoru si era calmato chiese a Febos – Che cosa ci fa lei qui?-, non riusciva infatti a spiegarsi la presenza di quell’uomo nella foresta in piena notte. Rimase pietrificato quando sentì la risposta – Sono qui perché il principe Cedric mi ha ordinato di scoprire chi fosse il nuovo amico di Yoru –, come faceva il principe Cedric a sapere di lui e di Yoru?. Yoru avvertì la tensione di Athel perché riprese a ringhiare in direzione di Febos. Sentendo Yoru ringhiare Athel si riscosse e riprese ad accarezzare Yoru per calmarlo. – Per il momento il mio compito è finito, ma ti avviso, tornerò presto a parlarti- disse Febos, sapendo perfettamente che non era saggio testare l’amicizia di Athel di fronte ad uno Yoru che non lo aveva ancora ucciso solo perché Athel lo stava calmando. Dopo di che ritornò in fretta al castello come gli aveva ordinato prima il principe Cedric, anche perché il pensiero di rivedere Leoris così presto lo spingeva a camminare più velocemente . Quando Yoru fu sicuro che Febos si era allontanato veramente si lasciò andare nell’abbraccio di Athel, aveva avvertito lo stupore del ragazzo quando Febos aveva nominato il principe Cedric e ciò non gli era piaciuto, temeva infatti che per paura del principe Cedric, Athel non sarebbe più tornato da lui. Athel continuò ad accarezzare dolcemente Yoru, anche quando Febos si fu allontanato, ma avvertendo la paura di Yoru intensificò le carezze – Prima quando ho sentito nominare il principe Cedric mi sono chiesto com’è possibile che lui sapesse di noi due, che ci siamo incontrati solo ieri. Ma il fatto che lui sappia che sono io il tuo amico non mi impedirà di venire qui da te, perché per la prima volta ho un amico e non voglio rinunciarvi- disse e senza che lo volesse gli sfuggirono delle lacrime di felicità. Yoru sentendo quelle parole e vedendo che piangeva decise che non avrebbe permesso a nessuno di portargli via il suo unico amico, così uscì dall’abbraccio di Athel e gli fece capire che doveva seguirlo. Camminarono a lungo finche non si ritrovarono di fronte ad una montagna, lì Yoru guidò Athel fino ad un apertura nascosta da dei cespugli e vi entrò dentro seguito da Athel. Il passaggio li condusse nella grotta segreta, la stessa grotta a cui si accedeva tramite il passaggio segreto nella stanza del principe. Athel si guardò intorno curioso, la grotta era abbastanza ampia ed era illuminata da delle torce appese alla parete, sul pavimento c’erano delle coperte pesanti, che Yoru usava probabilmente per proteggersi dal freddo, in un lato c’era perfino un giaciglio di paglia ed una grande tinozza piena d’acqua per lavarsi. Athel si chiese chi avesse messo lì tutta quella roba, ma poi pensò che probabilmente quella grotta era stata un rifugio d’emergenza per qualcuno e che Yoru si fosse limitato a trovarlo. Yoru intanto osservava Athel con attenzione mentre questi si guardava incontro curioso, era la prima volta che qualcuno oltre al principe entrava in quella grotta e Yoru era un po’ agitato, ma se il principe Cedric avesse in qualche modo cercato di impedire ad Athel di vederlo, almeno Athel avrebbe saputo dove trovarlo. – È un bel posto Yoru, grazie per avermi mostrato dove vivi, forse un giorno riuscirò a farti vedere la mia stanza- disse Athel con un po’ di tristezza nella voce, Athel, infatti, non aveva mai mostrato la sua stanza a nessuno, perché non aveva nessun amico a cui mostrarla. Yoru si andò a sedere sulle coperte e guardò Athel come se volesse essere raggiunto, Athel recepì il messaggio,  gli si sedette accanto ed iniziò ad accarezzargli la schiena. Athel era un po’ stanco, poiché la notte precedente e anche questa non aveva dormito molto, e senza accorgersene si addormentò appoggiato a Yoru. Yoru sentì il respiro di Athel farsi più regolare ed il suo peso su di se e capì che il ragazzo si era addormentato, probabilmente a causa del poco sonno. Yoru adagiò delicatamente il corpo di Athel sulle coperte e gli si sdraiò accanto per riscaldarlo, dopodiché si addormentò. Dopo avere scoperto chi era il nuovo amico di Yoru ed essere ritornato al castello, Febos si era diretto immediatamente da Leoris per rivelargli l’identità dell’amico di Yoru, ma quando entrò nella stanza di Leoris la trovò vuota. Si preoccupò immediatamente, Leoris non era il tipo da girare di notte nel castello da solo perché, questo gli e lo aveva rivelato Leoris stesso, aveva paura di essere aggredito dai nemici quando camminava da solo nei corridori bui. Prima di dare l’allarme però provò a cercare nella propria camera, non sapeva perché, ma sentiva che Leoris poteva essere lì, perciò percorse i pochi metri che separavano le loro stanze ed entrò. La prima cosa che vide fu Leoris che dormiva sul proprio letto, la seconda cosa che vide fu l’espressione preoccupata stampata sul volto di Leoris, i suoi lunghi capelli argentati erano sparsi sul cuscino e alcune ciocche gli ricadevano sul petto. Indossava una semplice tunica, verde scuro con decorazioni dorate ai bordi, che posandosi leggera sul suo corpo ne esaltava la forma esile. Troppo intento ad osservare quel corpo delicato, si accorse solo in quel momento che Leoris stringeva fra le sue mani una maglietta, una delle sue per precisione. No, non poteva essere, Leoris era da sempre innamorato del principe Cedric, il fatto che stesse abbracciando una delle sue magliette doveva essere un caso, probabilmente l’aveva lasciata sul letto prima di uscire e Leoris l’aveva afferrata automaticamente nel dormiveglia. All’improvviso Leoris si mosse nel sonno, come se stesse facendo un sogno agitato, strinse la maglietta e se la portò vicino al viso, respirò profondamente e si calmò, riportando la maglietta all’altezza del cuore. A Febos mancava il fiato, non era un caso che Leoris avesse preso la sua maglietta. Febos si avvicinò al volto di Leoris e gli accarezzò dolcemente la guancia, a quel tocco Leoris si svegliò lentamente e le sue guancie si tinsero di rosso. Leoris quella sera non riusciva a dormire, quella mattina aveva difeso Febos senza pensarci e questo lo aveva scosso, di solito rifletteva a lungo prima di parlare, ma questa volta aveva agito d’impulso e questo lo preoccupava molto, non doveva permettere a Febos di scoprire i suoi sentimenti, perché sapeva che non li avrebbe mai ricambiati. Febos era forte e coraggioso ed aveva protetto il principe Cedric in battaglia innumerevoli volte, lui invece era un tipo calmo e posato e non era portato per l’azione, l’unico modo che aveva trovato per aiutare il principe Cedric era stato di diventare il medico di corte. Leoris ammirava Febos perché questi sapeva sempre cosa fare ed era in grado di proteggere chi amava, a questo pensiero gli venne una fitta al cuore perché a volte aveva visto in Febos  lo sguardo di un uomo innamorato, lo stesso sguardo che non avrebbe mai rivolto a lui. Gli venne da piangere ma trattenne le lacrime e si alzò, come tutte le notti da un po’ ti tempo si diresse in camera di Febos, mettendo da parte la paura per quel buoi corridoio, e si distese sul suo letto, come al solito Febos si era cambiato di fretta ed aveva lasciato la sua maglietta sul letto. Senza pensare la prese e ne odorò il profumo, sapeva di Febos, era la maglia che usava durante i suoi allenamenti, e pensando al suo amato si addormentò. Fece uno strano sogno, Febos aveva scoperto i suoi sentimenti e lo stava guardando con un espressione disgustata, no, no poteva essere vero, il suo Febos non lo avrebbe mai guardato con quegli occhi, si disse e per calmarsi portò istintivamente la maglia di Febos vicino al viso e l’annusò, si calmò subito. Ad un tratto sentì il tocco di una dolce carezza sulla sua guancia e aprì lentamente gli occhi, davanti a lui stava Febos con uno strano sguardo negli occhi, uno sguardo pieno di tenerezza ma con un po’ di stupore. Si chiese il perché di quello stupore e subito arrossì ricordandosi che stava ancora stringendo la maglia di Febos – Scusa se ho usato il tuo letto, ero venuto qui per aspettarti nel caso fossi tornato prima, ma mi sono addormentato, me ne vado subito- mentì Leoris, troppo imbarazzato per ammettere la verità, posò velocemente la maglia sul letto e fece per alzarsi dal letto, ma la mano di Febos gli posò sul suo cuore e lo spinse delicatamente a sdraiarsi. – Non preoccuparti Leoris, c’è spazio per entrambi qua su- disse Febos – Se non ti dispiace io dormo senza la maglia- aggiunse levandosi la maglia e posandola, insieme all’altra sul comodino. Leoris rimase incantato a guardare i muscoli scolpiti sul petto di Febos, forgiati sotto le lunghe battaglie che questi aveva affrontato, e sobbalzò quando Febos gli si sdraiò accanto. Febos osservò le espressioni che passarono sul volto di Leoris, confusione, tristezza e imbarazzo – Scusa se ho usato il tuo letto, ero venuto qui per aspettarti nel caso fossi tornato prima, ma mi sono addormentato, me ne vado subito- gli aveva detto Leoris e Febos aveva capito che stava mentendo, ma non gli disse nulla e gli posò una mano sul cuore spingendolo delicatamente a sdraiarsi – Non preoccuparti Leoris, c’è spazio per entrambi qua su- gli disse furbo – Se non ti dispiace io dormo senza la maglia- disse Febos levandosi la maglia e posandola, insieme all’altra posata sul letto, sul comodino per poi sdraiarglisi accanto. Si girò su un fianco per osservare meglio il suo angelo, perché per lui Leoris era troppo bello e delicato e per essere umano, e per permettergli di stare più comodo. – Ho scoperto chi è il nuovo amico di Yoru – disse Febos all’improvviso – È Athel, il figlio del vecchio Mazel. Non ci crederai, ma Athel non ha paura di Yoru e riesce pure a calmarlo, non pensavo che qualcosa del genere fosse possibile fino a quando mi sono avvicinato per parlare ad Athel e Yoru mi è quasi balzato addosso. Fortunatamente Athel è riuscito a fermarlo- aggiunse Febos sollevato, Leoris non sapeva perché, ma si sentiva un po’ geloso di Athel perché questi, a differenza di lui, era riuscito a salvare Febos e non solo, era anche riuscito a curare il cavallo del principe Cedric da un male sconosciuto e a creare un legame con Yoru, cosa in cui perfino il principe Cedric aveva fallito. – Athel è un ragazzo in gamba, sono sicuro che se ci fosse lui al mio posto sarebbe in grado di aiutarvi meglio di me- si lasciò sfuggire Leoris tristemente abbassando gli occhi. – Non è vero Leoris!, tu sei una persona fantastica, sei molto intelligente ma non te ne vanti, sei gentile con tutti, anche con le persone che non ti stanno simpatiche, fai tutti i tentativi possibili per risolvere un problema e se fallisci ti lanci con più impegno in quello seguente. È vero, non sempre hai ragione e quando ti convinci di una cosa nessuno riesce a farti cambiare idea, ma non rinuncerei mai a te per nessun’altro perché io…-  disse Febos di getto, ma si interruppe prima di finire la frase. Quando Febos aveva sentito l’affermazione di Leoris non era più riuscito a trattenersi, era vero, Athel era riuscito dove perfino il principe Cedric aveva fallito ed era riuscito a curare una malattia che Leoris non conosceva, ma non per questo avrebbe smesso di amare il suo Leoris. Aveva parlato senza pensare e per poco non aveva detto quella fatidica frase, ma fortunatamente era riuscito a fermarsi, sebbene ci fossero dei segnali positivi Febos non era ancora certo che Leoris lo amasse e non aveva intenzione di bruciare le tappe e rovinare tutto. Leoris ascoltò le parole di Febos e si sentì invadere da uno strano calore, Febos riusciva sempre a rincuorarlo, ma quella frase lasciata a metà lo aveva lasciato con il fiato sospeso, ma non doveva illudersi, era impossibile che un uomo virile e affascinante come Febos potesse essere innamorato di lui, che non era neanche in grado di tenere in mano una spada come si deve. – Grazie Febos, riesci sempre a calmarmi, non so cosa mi è preso. Ora però è meglio che me ne vada- disse Leoris, non ce la faceva a rimanere così vicino all’oggetto dei suoi desideri e a mantenere il controllo, se non se ne fosse andato ora Febos si sarebbe accorto di quello che gli stava succedendo. Quando provò ad alzarsi, però, venne bloccato dalla stretta salda ma gentile di Febos – Te l’ho già detto Leoris, qui c’è abbastanza spazio per entrambi e poi so che se tornerai in camera tua non chiuderai occhio, è per questo che sei venuto qui. Non preoccuparti, però, questo mi fa molto piacere perche quello che non ti ho detto e che pensavo di non dirti per non perderti è che io non ti vedo più come un semplice amico, per me tu sei molto di più. Tu sei l’uomo che sogno quando dormo, sei l’unico pensiero nella mia mente, sei la persona per me più importante e non permetterò mai a nessuno di farti del male o di portarti via da me, perché io ti amo- Febos disse queste ultime parole guardando Leoris negli occhi. Leoris ascoltò le parole di Febos e vide nei suoi occhi molto amore ma anche un pizzico di tristezza e non poté fare a meno di rispondergli – Anch’io ti amo Febos, ti amo da sempre, tu sei l’unica persona che abbia mai amato, in questi ultime settimane in cui mi hai evitato ho pensato che tu mi odiassi oche avessi scoperto i miei sentimenti per te e che ti disgustassi. Ma ora so che non è così e questo mi riempie il cuore di gioia, ti amo, ti amo, ti am…- ma Leoris non riuscì a finire la frase perché la sua bocca venne coinvolta dalla bocca di Febos in un dolce bacio. Febos non credeva alle sue orecchie mentre ascoltava le parole di Leoris, non poteva essere vero, il suo Leoris lo amava, osservando il dolce viso del suo amato incorniciato dalle lacrime di gioia che scendevano dai suoi occhi Febos fu travolto dall’irresistibile voglia di baciarlo e non si trattenne. Dapprima il loro bacio fu il tenero incontro di due labbra che si stampavano a vicenda infiniti baci, poi però Febos premette con la sua lingua sull’apertura fra labbra di Leoris e v’insinuò dentro la lingua. Subito le lingue dei due amanti si cercarono e si carezzarono a vicenda, in cerca di maggiore contatto Leoris attirò maggiormente a se la testa di Febos con la propria mano e questi intensificò il bacio andando ad esplorare con la propria lingua la bocca dell’altro. Si staccarono dopo qualche minuto per prendere fiato e si guardarono intensamente negli occhi – Sei sicuro di volerlo fare proprio con me?, dopo non potremo più tornare indietro- disse Febos al suo Leoris che per risposta gli diede un altro bacio – Sono sicurissimo e sono felice che la mia prima volta sarà con te- rispose Leoris sorridendogli dolcemente. Dopo un ultimo dolce bacio i due si amarono nel letto di Febos e quando finirono si addormentarono abbracciati.

 

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Capitolo 4
*** Cap 4- La vera identità di Yoru ***


Cap 4- La vera identità di Yoru


Quando il principe si svegliò si ritrovò fra le braccia un ragazzino addormentato e si accorse che entrambi erano coperti da una delle coperte pesanti, rimase stordito per qualche istante chiedendosi cosa ci facesse un ragazzino nella sua grotta segreta e per di più abbracciato a lui, quando si ricordò che Yoru aveva trovato un amico. Osservò il ragazzino con più attenzione, gli sembrava familiare, ma i capelli neri erano comuni nel loro regno perciò poteva anche sbagliarsi, i suoi lineamenti dolci però gli fecero ricordare il volto che Yoru gli aveva fatto vedere e capì che il ragazzino che aveva fra le braccia era proprio il suo amico. Il principe Cedric era indeciso su cosa fare, una parte di se era curiosa di conoscere il ragazzino, ma un'altra gli diceva che era meglio andarsene prima che il ragazzino si svegliasse perché non voleva che qualcun altro scoprisse la sua vera identità. Alla fine la paura che il ragazzino scoprisse la sua identità prevalse sulla sua curiosità così lasciò andare il ragazzo fra le sue braccia e si alzò lentamente, gli sistemò meglio la coperta addosso e ritornò al castello tramite il passaggio segreto. Quando Athel si svegliò cercò Yoru con lo sguardo, ma quando non lo trovò si sentì triste, aveva pensato che al suo risveglio Yoru sarebbe stato li accanto a lui, si chiese comunque dove fosse finito Yoru visto che il giorno prima era corso via poco prima che sorgesse il sole. Athel si ricordò all’improvviso che era giorno e che sarebbe dovuto essere già ritornato alle scuderie, così si alzò velocemente e corse attraverso la foresta fino ad arrivare di fronte alla scuderia, fortunatamente non era così tardi come temeva. Quando entrò vi trovò dentro il vecchio Mazel che si era appena alzato ed indossava ancora gli abiti da notte – Athel – disse il vecchio sospirando – Non ti chiederò dove sei stato perché so che sei un ragazzo giudizioso e non ti sei cacciato in qualche guaio, sappi però che io mi preoccupo perciò vedi di pensare anche a questo povero vecchio quando sei fuori- gli disse il vecchio Mazel prima di andarsi a cambiare. Athel si sentiva un po’ in colpa per aver fatto preoccupare il vecchio Mazel, ma lui sentiva il bisogno di vedere Yoru, non riusciva a spiegarselo, ma sapeva che se per un giorno non fosse andato a trovarlo Yoru non gli e lo avrebbe mai perdonato. Intanto il principe Cedric era ritornato al castello aspettandosi di trovare Leoris e Febos preoccupati per il suo ritardo perciò, quando non trovò nessuno ad aspettarlo in camera sua, si sentì un po’ triste, subito si riscosse, però, e si chiese dove fossero finiti i suoi amici. Decise di guardare nelle loro stanze ed incominciò da quella di Leoris, che era la più vicina, e si sorprese nel trovarla vuota, con una preoccupazione maggiore allora entrò nella camera di Febos, ma quello che vide appena entrato lo lasciò a bocca aperta dallo stupore. Leoris e Febos erano infatti stavano dormendo nudi e abbracciati sul letto di quest’ultimo ed erano coperti solo dalla in giù. A quella visione il principe Cedric non poté trattenere un sorriso, il principe, infatti, si era accorto da molto degli strani sguardi che si lanciavano recentemente, ma non era intervenuto per aiutarli perché temeva di metterli in imbarazzo o addirittura di rovinare tutto fra loro, così aveva deciso di rimanere in disparte pronto ad intervenire solo in casi estremi. Il suo sorriso però si incrinò poiché vedere quei due così innamorati e felici gli aveva fatto ricordare che lui non avrebbe mai provato un sentimento simile perché nessuno lo avrebbe accettato finché ci sarebbe stato Yoru – Non è vero, una persona mi ha accettato, e tu sai di chi parlo, sei stato tu con la tua stupida paura di essere scoperto a rovinare tutto. Ma non preoccuparti, Athel è un ragazzo in gamba, non ti giudicherà per quello che hai fatto- gli disse Yoru – Athel, vuoi dirmi che il tuo nuovo amico è quello stesso ragazzino che ha guarito il mio cavallo?- gli chiese il principe, ma Yoru non gli rispose, lasciando il principe ai suoi pensieri. Febos intanto si svegliò, avvertendo addosso lo sguardo di qualcuno, non poté fare a meno però di osservare il suo Leoris dormire sorridente abbracciato a lui, si costrinse però a girarsi per scoprire chi li stava osservando e per poco non cacciò un urlo quando scoprì che questa misteriosa persona era il principe Cedric. Questi gli fece cenno di tacere indicando Leoris che stava ancora dormendo e gli sussurrò all’orecchio – Non preoccuparti, sono contento che vi siate finalmente chiariti e che si sia risolto tutto per il meglio. Rimanete pure a letto tutto il giorno questa sera non ci sarà bisogno che tu sorvegli la foresta, domani mattina invece lavorerai al posto di Athel nella scuderia, si so che il nuovo amico di Yoru è lui -. Febos rimase spiazzato, da quando il principe sapeva di lui e Leoris e quando aveva scoperto l’identità del nuovo amico di Yoru?, poi però pensò che per il principe non doveva essere stato difficile decifrare i loro sguardi, visto che li conosceva da anni, e riguardo ad Athel, probabilmente era stato Yoru a rivelargli il nome. Il principe fece un cenno di saluto a Febos, si allontanò da lui e uscì dalla stanza senza fare rumore, a quel punto Febos smise di concentrarsi su pensieri inutili è tornò a dormire abbracciando il suo angelo, che nel frattempo aveva continuato a dormire senza accorgersi di nulla. Quando giunse la notte Athel uscì dalla scuderia e si inoltrò nella foresta quando ad un certo puntò sentì un grido – Smettetela, lasciatemi andare- gridò Liz, Athel, riconoscendo la sua voce, si precipitò dove aveva sentito l’urlo e vide Liz circondata da cinque ragazzi e immobilizzata da un altro, che sembrava il loro capo. Athel tremò quando riconobbe quei ragazzi nei bulli che quando era piccolo lo picchiavano ed offendevano perché era stato adottato, ma si riscosse immediatamente, aveva infatti capito le loro intenzioni e non poteva permettere che quei bulli macchiassero l’onore della ragazza. Dal suo nascondiglio lanciò dei sassi contro i ragazzi e ne colpì qualcuno, il suo gesto riuscì a distrarli quel tanto che bastò a Liz per mordere il braccio del suo aggressore e fuggire. I ragazzi imprecarono e si diressero verso Athel, che cercò di scappare, ma fu raggiunto e sbattuto a terra dal loro capo – Ma guarda un po’ chi si vede, il caro vecchio Athel, lo sai, ci hai interrotto nel bel mezzo di un gioco molto divertente, ma non rattristarti continueremo a divertirci con te al posto di Liz - gli disse maligno il ragazzo leccandosi le labbra. Gli altri ragazzi risero,  guardando divertiti Athel che cercava in tutti i modi di liberarsi gridando – Smettetela, lasciatemi andare- era terrorizzato, avrebbe di gran lunga preferito essere picchiato a sangue che questo. -Non credo proprio, se tu non ci avessi interrotto ora non saremmo in questa situazione- gli rispose il capo dei bulli ed iniziò a calargli i pantaloni, quando all’improvviso si sentì un ringhio terrificante e i suoi amici iniziarono ad urlare terrorizzati. Quando il capo dei bulli si voltò nella direzione in cui guardavano i suoi compagni per poco non urlò terrorizzato anche lui, davanti a loro si stagliava un enorme bestia simile ad un lupo ma molto più letale. – Yoru – pensò Athel, per poco non lo aveva riconosciuto, il suo pelo morbido si era rizzato, dalle sue zampe erano spuntati degli artigli affilati come le lame delle spade che Athel aveva visto spesso portare dai cavalieri e i suoi occhi color zaffiro che di solito avevano un espressione dolce ora sembravano quelli si una belva assetata di sangue. Alla vista di quella bestia spaventosa tutti i bulli scapparono ed alche il loro capo li seguì, lasciando Athel al suo destino. Athel, nonostante stesse piangendo e nonostante l’aspetto spaventoso di Yoru si alzò e gli corse incontro. In meno di un secondo Yoru riacquistò il suo aspetto normale e si fece abbracciare da Athel, lasciando che il ragazzo si sfogasse appoggiato a lui. Quando Athel si fu calmato abbastanza da riuscire a parlare ringraziò Yoru – Grazie Yoru, se non fossi arrivato tu loro…- Athel non riuscì a finire la frase perché nuove lacrime solcarono il suo volto. Alla vista di un Athel piangente ed il cui corpo era scosso dai singhiozzi Yoru non poté trattenere un ringhio di frustrazione, se solo avesse sentito prima l’ odore del suo amico avrebbe potuto allontanare quegli insulsi ragazzini prima che osassero anche solo toccarlo. Ma questo non era il momento delle recriminazioni, la cosa importante era portare Athel in un luogo sicuro prima che quei bulletti venissero a cercarlo armati di forconi e fiaccole incendiate, così scostò leggermente da se Athel, anche se a malincuore, e gli fece capire che dovevano allontanarsi da li. Athel si alzò, ancora scosso da qualche singhiozzo, e annuì con capo, seguendo Yoru che lo stava guidando fino alla loro grotta, quando arrivarono Athel sembrava essersi calmato, ma Yoru, che non lo aveva perso di vista un istante, si accorse che tremava ancora, così lo portò fino alle coperte e vi si accucciò sopra, facendo sedere Athel davanti a se con la schiena di lui appoggiata contro il proprio corpo. Athel circondato dal calore di Yoru e riscaldato ulteriormente dalla coperte si addormentò lentamente, Yoru rimase a vegliarlo per un paio d’ore prima di riuscire ad addormentarsi a sua volta. Anche quel giorno al proprio risveglio il principe Cedric si ritrovò Athel fra le braccia, questa volta però il suo volto non era sereno come l’ultima volta ma triste e sul suo viso il principe riusciva ancora a vedere le scie lasciate dalle lacrime. Si chiese istintivamente che cosa avesse potuto fare piangere quel ragazzo così tranquillo e la risposta gli e la diede Yoru – Ieri notte è stato quasi violato da un gruppo di insulsi ragazzini, fortunatamente sono arrivato in tempo per salvarlo, ma ne è rimasto molto scosso. Se la premura di tranquillizzare Athel non mi avesse fermato in tempo ora nella foresta ci sarebbero cinque corpi fatti a pezzi- finì quest’ultima parte della frase con un ringhio e il principe Cedric non poté dagli torto. Anche se non conosceva quel ragazzo molto bene, sentiva un profondo affetto nei suoi confronti e un altro sentimento che non riusciva ad identificare, un sentimento che ora lo spinse a stringere con più forza Athel fra le sue braccia e a dire a Yoru – Ti prometto che proteggerò io Athel quando tu non potrai e che, se qualcuno di loro oserà avvicinarsi di nuovo ad Athel, farò in modo che sarà l’ultima cosa che farà- il tono che aveva usato era così serio che Yoru non ebbe dubbi sul fatto che il principe Cedric avrebbe mantenuto la parola, così se ne andò tranquillo. Il principe osservò Athel dormire fra le sue braccia e pensando a ciò che gli aveva raccontato Yoru si chiese come potesse esistere qualcuno capace anche solo di pensare di fare del male ad un ragazzo così dolce e delicato. Vegliò sul sonno di Athel fino a quando quest’ultimo si svegliò, lo osservò sbadigliare e grattarsi gli occhi come un bambino, poi però doveva aver realizzato di trovarsi fra le braccia di un uomo,e non di un uomo qualunque ma del principe del suo regno, e si era sciolto dall’abbraccio. Il principe a quella separazione provò un senso di vuoto, ma non se ne curò per il momento. Athel si chiese se stesse ancora sognando, anche se non aveva mai fatto un sogno così assurdo, o se il principe fosse veramente lì. Il principe Cedric si accorse dello sguardo confuso di Athel perciò decise di raccontargli tutto e sperare di avere avuto ragione su di lui- Buon giorno giovane Athel, vi sentite meglio dopo aver dormito- lo salutò il principe Cedric – Vostra Maestà, che cosa ci fate voi qui…cioè perché siamo abbracciati…volevo dire…- disse Athel chinando immediatamente la testa, non abbastanza velocemente da nascondere al principe il suo rossore, e balbettando non riuscì a dire una frase di senso compiuto. Il principe Cedric non poté fare a meno di sorridere di fronte all’impacciataggine di Athel, trovando il ragazzo ancora più tenero.  – Calmatevi giovane Athel, non avete bisogno di essere così ossequioso, anche se voi non lo sapete noi due ci conosciamo molto bene, perciò smettete di darmi del voi e datemi del tu- disse il principe Cedric con un tono rassicurante, quasi dolce, riuscendo a fare arrossire Athel ancora di più, anche se questo lui non lo poteva vedere. – Le… ti darò del tu solo se anche tu darai del tu a me, no, volevo dire…- rispose Athel ancora imbarazzato e continuando a guardarsi le mani, il principe Cedric era veramente divertito dalla timidezza e dall’imbarazzo del ragazzo, ma voleva guardarlo negli occhi mentre parlava perciò gli prese delicatamente il mento fra le dita e gli e lo alzò. Quando lo guardò negli occhi il principe Cedric rimase folgorato dal verde intenso delle sue iridi e vi lesse imbarazzo, rispetto e un po’ di timore. Osservò che le ciglia del ragazzo erano folte ma ordinate, poi passò ad osservare il suo viso, era leggermente abbronzato, segno che lavorava molto all’aria aperta, e le sue guancie erano percorse da un lieve rossore, dovuto probabilmente alla sua timidezza. Athel si era sentito afferrare delicatamente il volto dalle dita lunghe ed affusolate del principe e si era ritrovato a fissarne il volto, il suo cuore perse un battito di fronte a tanta bellezza. Il volto del principe non era di un bianco cadaverico come molte delle dame di corte, bensì di un rosa salutare, i suoi occhi erano di un blu zaffiro identico a quello degli occhi di Yoru, erano assorti, quasi in contemplazione, ma rivelavano un carattere sveglio ed intraprendente. I suoi capelli erano lunghi e neri, ma acquistavano dei riflessi blu notte, come il pelo di Yoru. Athel si fermò un istante, perché mentre osservava il principe Cedric pensava a Yoru?, era impossibile che Yoru avesse un qualche legame col principe, anche se questo avrebbe spiegato come mai si era risvegliato nella caverna di Yoru fra le braccia del principe e come mai Yoru ed il principe avevano dei tratti in comune. Il principe si accorse che lo sguardo di Athel si era fatto più attento e pensieroso e capì che era arrivato il momento di rivelargli la sua identità – Immagino che tu ti stia chiedendo come mai io sia qui, nella grotta di Yoru e come mai tu fino a qualche minuto fa fossi fra le mie braccia. Vedi, probabilmente non mi crederai, ma in realtà io e Yoru siamo le due facce di una stessa medaglia, durante il giorno io mantengo il mio normale aspetto, ma quando cala la notte il mio corpo si trasforma ed io prendo le sembianze di Yoru. Quando il giorno mi risveglio non ho nessuna memoria di cosa Yoru abbia fatto di notte, anche se da quando ti ha conosciuto ogni tanto interrompe i miei pensieri e mi parla per raccontarmi cos’è accaduto- durante il suo discorso il principe Cedric osservò le espressioni che passarono sul volto di Athel temendo di leggervi disgusto e disprezzo perciò rimase sorpreso quando vi lesse comprensione e addirittura sollievo. – Non pensi che ti abbia mentito?, quello che ti ho appena detto è assurdo e se mi credi, perché non sei disgustato dallo scoprire che il principe del tuo regno è in realtà una bestia?- gli chiese con un tono angosciato, quasi come se volesse essere rincuorato. Non era riuscito a trattenersi, non sapeva perché, ma sentiva il bisogno di sapere che Athel non era disgustato da lui. Athel sentendo le parole del principe Cedric si rassicurò, adesso finalmente capiva perché Yoru scappasse via ogni volta che veniva il giorno, si rattristì un po’, però,  sentendo il tono angosciato del principe e sentì l’impulso di abbracciarlo, ma di trattenne, in fondo quell’uomo era il suo principe. – Io ti credo perché in questi giorni ho conosciuto molto bene Yoru e posso assicurarti che quello che ho visto in lui la prima volta non era una bestia ma soltanto un essere triste perché non aveva amici ed era evitato da tutti. Conoscendolo meglio ho scoperto quanto dolce sia in realtà, mi è stato molto vicino e io gli voglio molto bene, per questo ora che ho scoperto la verità non potrei mai provare disgusto per te, ma anzi sono contento perché finalmente posso smettere di preoccuparmi. Quando ogni volta che si avvicinava il giorno lui correva via aveva uno sguardo triste e anch’io non potevo fare a meno di esserlo, e quella volta che mi sono svegliato da solo nella grotta ero preoccupato per Yoru, perché non sapevo dove fosse e temevo che gli fosse successo qualcosa- Athel parlò sorridendo rassicurante guardando il principe e riconoscendo nei suoi occhi la stessa tristezza di Yoru. Sentendo le parole di Athel e vedendo il volto sorridente del ragazzo il principe sentì uno strano calore nel proprio cuore e capì che quel ragazzo non stava mentendo e che la sua amicizia per Yoru era vera. Dopo questo discorso il principe Cedric e Athel parlarono guardandosi negli occhi e avvolti nella stessa coperta, Athel disse al principe del suo potere e gli rivelò dove trovare le erbe di Mizar (informazioni che comunque Yoru già sapeva). Il principe ascoltò Athel stupito ma, vedendo il suo volto preoccupato e ricordandosi come si era sentito prima quando aveva rivelato al ragazzo la propria identità, lo rassicurò dicendogli che gli credeva, in fondo il fatto che Athel avesse una sorta di empatia nei confronti degli animali spiegava come avesse fatto a comprendere Yoru in così poco tempo. Il principe invece gli parlò dei suoi amici Febos e Leoris e gli disse anche che da poco stavano insieme, dapprima era un po’ timoroso nel rivelare ad Athel un informazione così personale e delicata, ma quando Athel si congratulò per i suoi amici, il principe capì che quella di parlargli era stata la scelta giusta e che di Athel si poteva fidare. Giunto il pomeriggio i due si dovettero separare a malincuore poiché il principe Cedric doveva ritornare al castello, gli aveva persino parlato del passaggio segreto che portava nelle sue stanze, e perché Athel non voleva fare preoccupare il vecchio Mazel, ma si ripromisero di passare insieme anche il giorno dopo.

 

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Capitolo 5
*** Cap 5- Salvataggio ***


Cap 5- Salvataggio


Quando il vecchio Mazel si era svegliato si aspettava di essere solo nella scuderia o che Athel fosse appena ritornato dalla foresta, con il fiatone causato dalla corsa, ma non si sarebbe mai aspettato di trovare Febos appoggiato allo stipite della porta aspettando il suo arrivo. Il vecchio Mazel si chiese perplesso che cosa ci facesse il capo delle guardie nella sua scuderia a quell’ora, ma si riscosse immediatamente ricordandosi chi aveva di fronte – Se mi è concesso chiedervelo, che cosa porta voi, capo delle guardie reali, nella mia umile scuderia così presto la mattina?- gli chiese con un tono rispettoso sperando che la risposta non riguardasse qualcosa che suo figlio avesse combinato. – Il principe Cedric mi ha ordinato di riferirvi che ha affidato un altro incarico a vostro figlio Athel e che questi si trovi al castello in questo momento. Per supplire alla mancanza di due giovani braccia mi ha ordinato di darvi una mano per questa mattina- disse Febos inventandosi la storia dell’incarico, il principe Cedric infatti aveva riferito a lui e a Leoris prima di avviarsi alla grotta che aveva intenzione di trascorrere il giorno seguente a parlare con Athel e gli aveva ordinato di inventarsi una scusa plausibile per il padre del ragazzo. Il vecchio Mazel rimase perplesso dalle parole del giovane uomo di fronte a se, ma non osò controbattere pensando che forse lo strano comportamento del figlio in quegli ultimi giorni fosse legato proprio a questo incarico. Dopo quella breve discussione perciò spiegò brevemente a Febos che cosa doveva fare ed insieme si misero al lavoro. Quando Athel ritornò alla scuderia vi trovò dentro il vecchio Mazel che giocava allegramente a carte con Febos, scambiandosi aneddoti e racconti particolari. – Oh Athel, vedo che hai finito di svolgere l’incarico affidatoti dal principe Cedric – gli disse Febos con uno sguardo eloquente, Athel capì il messaggio e stette al gioco – Si, ho appena finito di aiutare Leoris a raccogliere erbe medicinali nella foresta, a proposito, mi sono dimenticato di dargli le erbe di Mizar, ti dispiacerebbe dargliele al posto mio?, tieni- gli disse Athel porgendogli le erbe medicinali, poi gli si avvicinò – Puoi anche rivelargli dove si trovano, in fondo non è un così grande segreto, ah complimenti per il lieto evento- gli sussurrò complice. Febos arrossì leggermente e prese le erbe dalle mani di Athel – Grazie- gli sussurrò di rimando, dopodiché se ne andò e Athel andò ad occuparsi dei cavalli. Poco prima che calasse la sera Athel uscì dalla stalla per recarsi nella foresta ma appena entrò nella foresta un paio di braccia lo afferrarono bruscamente e lo trascinarono fra gli alberi – Ma tu guarda chi si rivede, il caro Athel, pensavo fossi morto, ma a quanto pare neanche quella bestia ti ha voluto- gli sussurrò perfidamente una voce all’orecchio, voce che apparteneva al capo dei bulli che la sera prima avevano aggredito Athel. – Yoru non è una bestia- riuscì a dire Athel vincendo la paura. – Ah si, ora quella stupida bestia ha pure un nome? Beh, poco importa perché questa volta non verrà a salvarti- gli disse maligno il bullo all’orecchio. Per sottolineare il fatto che Athel non avesse vie di fuga lo spinse contro l’albero fermandolo col proprio corpo, gli mise una palla di stoffa in bocca, in modo che non potesse urlare, poi lo girò e gli legò le mani. Athel era terrorizzato e si mise a piangere, questa volta Yoru non sarebbe riuscito a trovarlo, era troppo lontano dalla caverna. Il bullo intanto spinse Athel a terra e gli abbassò il pantaloni assieme alle mutande, abbassò anche le proprie mutande e gli si avvicinò pronto a violarlo. Athel aveva preso a dimenarsi cercando di spingerlo via, il bullo non riuscendo ad immobilizzarlo completamente lo girò e fece per dargli un pugno allo stomaco, quando all’improvviso venne afferrato da un paio di forti braccia e venne scaraventato a terra. Yoru temeva che Athel potesse essere aggredito di nuovo, così era uscito dalla grotta e si era diretto al lago per vedere se Athel fosse lì. All’improvvisò avvertì l’odore di Athel insieme a quello di uno dei bulli del giorno prima e si diresse verso di loro correndo il più velocemente possibile. Vedendo Athel a terra mezzo nudo e quel ragazzo che stava per violarlo gli salì improvvisamente una rabbia incredibile, ma la vista delle lacrime di Athel riuscì in qualche modo a calmarlo abbastanza da sentire la voce del principe. – Fermo Yoru, se uccidi quel ragazzo di fronte ad Athel lo perderai per sempre. Lasciami riprendere il controllo del mio corpo e manterrò la parola data-, Yoru era ancora arrabbiato, ma si rendeva conto che Athel era troppo puro e innocente per reggere di fronte allo sbranamento di un essere umano perciò cedette e disse – D’accordo, ti lascio il tuo corpo, questa sarà l’ultima volta che ci vedremo, di ad Athel che gli ho voluto bene- dopo queste parole Yoru scomparve ed il principe si ritrasformò. Appena riprese possesso del proprio corpo il principe Cedric si lanciò contro il bullo e, vedendo che stava per colpire Athel, lo afferrò per le spalle e lo scaraventò a terra. Quando il bullo si alzò arrabbiato pronto a picchiare chi lo aveva fermato si trovò davanti la figura austera del principe Cedric e tremò di paura quando vide il suo sguardo, era persino più spaventoso di quello della bestia che aveva visto il giorno prima. – Sparisci dalla mia vista e lascia questa terra immediatamente perché se ti incontrerò un'altra volta sarò l’ultima cosa che vedrai- gli disse il principe Cedric con un tono mortalmente serio, che gli fece capire che il principe avrebbe tenuto fede alle sue parole, così annuendo velocemente scappò a gambe levate. Il principe Cedric si voltò verso Athel e gli venne un tuffo al cuore quando vide in che condizione si era ridotto: era seminudo e legato e sul suo corpo sporcatosi di terra erano presenti parecchi graffi, il suo corpo tremava violentemente per via della paura ed era scosso dai singhiozzi. Il principe Cedric si avvicinò velocemente ad Athel togliergli il bavaglio dalla bocca, lo slegò, lo rivestì e lo avvolse nel suo mantello prima di prenderlo in braccio. Athel nascose il viso nel petto del principe Cedric, non voleva, infatti, che questi lo vedesse in quelle condizioni perché era sicuro che il principe fosse disgustato da lui e che non avrebbe più voluto avere a che fare con lui. – Non preoccuparti, ora ti porto al sicuro- gli sussurrò il principe Cedric all’orecchio per rassicurarlo e corse fino alla grotta il più velocemente possibile. Appena furono dentro il principe depose delicatamente il ragazzo sul giaciglio e lo avvolse anche nelle coperte poi lo riprese in braccio e aprì il passaggio segreto che portava al castello. Lo percorse velocemente cercando di proteggere il più possibile Athel dal freddo e dagli spifferi ed entrò in camera, fortunatamente i meccanismi erano facili da aprire anche senza mani se ne si conosceva l’ubicazione. Trovò ad attenderlo Febos e Leoris che, vedendo Athel in quelle condizioni, si preoccuparono. Leoris stava per chiedergli che cosa fosse successo, ma fu zittito dal principe – Leoris fai preparare un bagno caldo e del cibo nella stanza qui accanto, appena i servi finiscono mandali via, mi occuperò personalmente di Athel, prepara anche qualche infuso per calmarlo e farlo dormire. Febos assicurati che il capo di quei bulletti di cui ti ho parlato sparisca per sempre dal regno- l’ultima frase del principe fu accompagnata da uno sguardo eloquente che Febos capì al volo, non era la prima volta che uccideva qualcuno per ordine del principe Cedric, ma era meglio che questo Athel non lo sapesse. Leoris e Febos uscirono velocemente dalla stanza del principe per svolgere gli incarichi affidatigli e lasciarono da soli il principe Cedric e Athel. Il principe si sedette sul proprio letto continuando a stringere a se Athel ed iniziò a cullarlo – Tranquillo, non sei più da solo, non soffrire così tanto- gli sussurrò dolcemente – Ti proteggerò da ogni pericolo, perciò calmati e guardami- gli disse accarezzandogli la schiena. Athel riconobbe nelle parole del principe le parole che aveva detto a Yoru la prima volta che l’aveva visto e si tranquillizzò, grazie anche alle carezze del principe, e decise di farsi vedere, anche se sapeva che lo avrebbe disgustato. Lentamente Athel alzò il viso e il principe sentì un nodo allo stomaco vedendo i suoi occhi stupendi occhi verdi gonfi e rossi per il pianto e il labbro spaccato, probabilmente se l’era morso per cercare di trattenere i singhiozzi. Il principe Cedric prese uno dei suoi fazzoletti e lo passò delicatamente sulle guancie di Athel per asciugarle dalle lacrime e poi gli e le baciò dolcemente, poi gli pulì il naso e potò un bacio sulla sua punta, gli fece chiudere gli occhi e gli baciò le palpebre ed infine gli diede un bacio sulla fronte. Athel gli si strinse addosso e annusò il suo profumo, sapeva di muschio, e si lasciò accarezzare i capelli anche quando Leoris rientrò nella stanza annunciando al principe che il bagno era pronto e porse al principe la tisana calmante, il principe allora congedò Leoris. – Athel, ora ti svesto, devi fare il bagno, bevi prima questa tisana però- di disse cercando di rassicurarlo, ma Athel, anche dopo avere bevuto la tisana non si era calmato molto, e oppose resistenza. – No, non voglio che tu mi veda in questo stato, sono disgustoso- disse Athel con la voce roca per il troppo pianto, – Non è vero, per me tu sei sempre bellissimo- gli disse il principe e Athel si arrese . Il principe allora iniziò a svestire Athel lentamente, per non spaventarlo, e quando ebbe finito lo prese in braccio. Lo portò nella stanza da bagno dalla propria stanza per evitare che qualche servo potesse vederli e lo adagiò lentamente nell’acqua calda. Aprì una boccetta di saponi profumati e la versò nella vasca fino a che il corpo di Athel non fu completamente coperto dalla schiuma. – Te la senti di lavarti da solo o hai bisogno che ti pulisca io?- chiese il principe Cedric ad Athel notando il suo imbarazzo – Posso farcela da solo- gli rispose Athel arrossendo. Il principe Cedric rimase comunque inginocchiato accanto alla vasca ed iniziò a lavargli i capelli, prima li bagnò con dell’acqua calda, poi aprì un'altra boccetta di saponi profumati e iniziò a massaggiargli i capelli e la cute versandoci sopra il prodotto, quando finì di massaggiare i capelli usò un’altra tinozza d’acqua calda per sciacquarglieli. Quando Athel finì di lavarsi il principe lo aiutò a sciacquarsi e prima di farlo uscire dalla vasca lo avvolse in un morbido asciugamano, con un altro asciugamano gli avvolse i capelli per evitare che sgocciolassero a terra ed infine lo prese in braccio. – Principe Cedric posso camminare anche da solo- disse Athel imbarazzato, ormai si era calmato e aveva smesso di tremare, -Lo so, ma preferisco portarti in braccio- gli disse con un sorriso malizioso, che fece arrossire Athel. Lo strinse a se e lo riportò nella propria camera, lo depose con cura in un divanetto posto di fronte al camino acceso, poi si allontanò e prese una coperta pulita da un armadio e la pose con cura su Athel aiutandolo ad avvolgervisi. Prese da un tavolino un vassoio pieno di cibo e lo pose sul tavolo di fronte al divanetto, poi si sedette accanto ad Athel e lo strinse fra le sue braccia. Lo guardò mangiare, ora che si era calmato e che era pulito era diventato ancora più bello, gli tolse l’asciugamano dai capelli e gli e li asciugò con un panno pettinandoglieli. – Ora stai molto meglio di prima- gli sussurrò dolcemente il principe Cedric all’orecchio e Athel sentì un brivido piacevole corrergli lungo la schiena – Grazie, ma perché stai facendo tutto questo per me?- chiese Athel curioso, il principe Cedric infondo avrebbe potuto limitarsi a farlo lavare dai suoi servi e a farlo mangiare da solo. – Perché Yoru tiene molto a te- gli sussurrò all’orecchio, in realtà il principe Cedric si era reso conto di amare Athel, ma voleva capire se Athel lo ricambiava. Quando Athel sentì la risposta si rattristò, ma cercò di non farlo notare al principe Cedric, Athel si era reso conto, infatti, di amare il principe Cedric, ma sapeva che era impossibile che questi potesse ricambiarlo, in fondo lui era solo uno stalliere. Quando Athel finì di mangiare posò il vassoio sul tavolo e fece per alzarsi, ma il principe lo bloccò con un braccio riattirandolo a se – No, no, tu sei ancora troppo debole per camminare, ti porterò io a letto- disse il principe Cedric prendendo in braccio Athel e portandolo a principessa fino al letto a due piazze, lo posò delicatamente e si diresse verso l’armadio per prendere ad Athel un pigiama e poi gli e lo porse. Athel si svestì imbarazzato sotto gli occhi del principe e si mise il suo pigiama, gli veniva un po’ largo e le maniche erano troppo lunghe perciò il principe Cedric scoppiò a ridere vedendolo, si ricompose subito però – Scusa se ti sta largo, ma sempre meglio che dormire in asciugamano non trovi?- gli chiese sorridendo. Athel, che si era un po’ offeso per la risata del principe Cedric, rimase incantato a fissare il suo sorriso e si riscosse soltanto quando il principe si cambiò davanti a lui mettendosi un pigiama blu e si mise a letto con lui. – Sai, quando prima ho detto che ho fatto tutto questo per te perche Yoru ti vuole bene non ti ho detto tutto, la verità è che io mi sono innamorato di te- disse il principe Cedric tutto ad un tratto guardando seriamente Athel – E tu Athel cosa provi per me?- gli chiese poi guardandolo negli occhi – Anch’io ti amo Cedric, ma non pensavo che tu potessi ricambiarmi, io sono solo uno stalliere mentre tu sei un principe, io non sono degno di stare con te- gli rispose Athel piangendo. Cedric fu felice di scoprire che il suo Athel lo amava – Non m’importa di quello che diranno mio padre e gli altri, io ti amo ed è questo quello che conta- gli disse felice e poi gli si avvicinò – Voglio farti mio, non voglio che nessun altro possa toccarti oltre a me e voglio che i tuoi sorrisi siano rivolti solo a me, ma tu sei sicuro di volerlo fare proprio con me?, dopo non potremo più tornare indietro- disse Cedric serio – Sono sicurissimo e sono felice che la mia prima volta sarà con te- gli rispose Athel e lo baciò con tutto il suo amore e finalmente i due si amarono unendo i propri cuori.

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Capitolo 6
*** Cap 6- Lieto fine ***


Cap 6- Lieto fine


Il mattino seguente il principe Cedric si svegliò nel proprio letto, ma non era da solo, con lui infatti c’era Athel che questa volta era sveglio e lo stava osservando sorridendo. Il principe non resistette a quell’invito e si fiondò sulle dolci labbra del suo amato in un lungo bacio appassionato. – Oggi stesso ti presenterò al re, amore, e gi chiederò il permesso di sposarci- gli disse Cedric contento – Sei sicuro che lui mi accetterà?, io sono un uomo e poi sono un semplice…- provò a ribattere Athel, ma venne zittito dalle labbra di Cedric. Quando i due si staccarono da quel bacio Cedric gli rispose – Sono sicuro che sarà felice di sapere che ho trovato una persona che ami e che io amo con tutto il mio cuore e se avesse qualche obiezione io gli dirò che sei stato tu a farmi ritornare normale-, Athel non credette alle proprie orecchie, Cedric era ritornato normale?, e perché diceva che era merito suo?, Cedric sembrò leggergli nella mente perché rispose dolcemente – Forse ieri non te ne sei accorto perché eri ancora scosso, ma nonostante fosse notte io avevo il mio aspetto normale-. A queste parole Athel arrossì, come aveva fatto a non accorgersene?, -La mia guarigione è stata merito tuo perché per il tuo bene Yoru ha deciso di scomparire, prima di andarsene però, Yoru mi ha chiesto di riferirti che ti ha voluto bene- gli disse Cedric con dolcezza e con un velo di tristezza, - Anch’io gli ho voluto tanto bene, ma so che non devo essere triste perché infondo Yoru era parte di te perciò non è scomparso, ma è ritornato nel tuo cuore- gli disse Athel piangendo e abbracciandolo. Quando quella mattina il re ricevette in camera propria il figlio accompagnato da un altro ragazzo che non aveva mai visto prima rimase un po’ perplesso. Il figlio infatti gli aveva detto qualche ora prima che quel giorno gli avrebbe presentato la persona che amava e che intendeva sposare. Il re sentendo quelle parole si era rallegrato, temeva infatti che a causa di quella maledizione suo figlio non si sarebbe mai sposato, anche se non era preoccupato riguardo ad un futuro erede al trono perche aveva altri figli già sposati. Ma quando vide che Cedric teneva per mano un ragazzo poco più giovane di lui che sembrava molto imbarazzato rimase molto perplesso. – Figliolo, mi avevi detto che oggi mi avresti presentato la tua futura sposa, che ci fa qui questo ragazzino?- chiese il re temendo di conoscere la risposta. – Padre, vi avevo detto che oggi vi avrei presentato la persona che amo e che avrei sposato e ho mantenuto fede alla mia parola. Questo giovane si chiama Athel, ed è il figlio adottivo del vecchio Mazel, anche se è un giovane è un ragazzo in gamba e molto intelligente e sono sicuro che quando lo avrai conosciuto meglio comprenderai perché io lo abbia scelto- disse Cedric tutto di un fiato, mantenendo però il contegno dovuto alla situazione. – Figliolo, sai che ti ho sempre detto che per via di quella cosa che sai ti avrei fatto sposare chiunque tu volessi se avessi trovato una persona che ti amasse, ma dubito fortemente che questo ragazzino possa renderti felice. Non è di sangue reale e non mi sembra così in gamba come lo descrivi. Inoltre ti devo ricordare che anche se io acconsentissi alle vostre nozze, finché rimarrà quel problema non potreste comunque stare assieme- rispose serio il re, non credeva infatti che quel ragazzino così timido che non aveva aperto bocca per tutto il tempo sarebbe potuto essere il partner ideale per suo figlio. Inoltre, finché Cedric avrebbe continuato a trasformarsi in una bestia ogni notte, quei due non potevano avere un futuro e lui non voleva che suo figlio soffrisse ulteriormente. – Padre, vi informo che da ieri notte non mi trasformerò più nella bestia e tutto questo è merito di Athel, che con il suo amore mi ha guarito- disse Cedric serio, ma non potendo trattenere un sorrisino quando vide il suo Athel arrossire ulteriormente. Il re intanto era rimasto senza parole, possibile che quel ragazzino fosse riuscito a fare ritornale normale suo figlio?, se veramente ci era riuscito, e non dubitava minimamente del fatto che suo figlio fosse stato sincero su una cosa così importante, allora poteva essere veramente il compagno adatto per suo figlio. Ma non voleva affrettare troppo le cose, era meglio essere prudenti su questioni così importanti, non dubitava della sincerità dei sentimenti di suo figlio altrimenti questi non gli avrebbe mai presentato come sposa un ragazzo, ma era preoccupato piuttosto per la sincerità dei sentimenti di quest’ultimo. Lo osservò attentamente, doveva ammettere che non era male, era perfettamente pulito e indossava i suoi vestiti migliori, che effettivamente mettevano in risalto il suo corpo magro ma forte, e i suoi occhi erano di un meraviglioso verde intenso. Il ragazzo sembrava un po’ teso, comprensibile vista la situazione, e le sue guance erano leggermente tinte di rosso, il che trasmetteva un senso di tenerezza e faceva venire voglia di abbracciarlo. Riusciva in effetti a capire perché suo figlio avesse scelto quel ragazzo, ma era ancora preoccupato perciò decise di mettere il ragazzo alla prova – Bene Athel, se quello che Cedric dice di te è vero allora non avrai problemi a superare la prova che sto per affidarti. Dovrai trovare un fascio delle rarissime erbe di Mizar, bada bene devi riuscirci da solo, se ci riuscirai acconsentirò a farvi sposare, ma se fallirai non potrai più vedere mio figlio Cedric - disse il re serio, In realtà dubitava fortemente che quel ragazzino sarebbe riuscito a trovare veramente le famose erbe di Mizar, il suo scopo era infatti quello di mettere alla prova i sentimenti del ragazzo. Se veramente questo Athel amava suo figlio allora avrebbe fatto di tutto per trovare quelle erbe, in qual caso il re avrebbe acconsentito alle nozze. Se invece il ragazzo si fosse tirato indietro allora avrebbe ostacolato la loro relazione. Fermo della sua decisione il re si stupì quando sentì Athel rispondere – Vostra maestà, vi chiedo per favore di cambiare sfida, non perché io tema di non riuscire a portarla a termine, ma perché in questo momento io l’ho già vinta- il ragazzo estrasse infatti dalla tasca dei pantaloni un mazzetto di erbe avvolte delicatamente in un fazzoletto. Il re esaminò con cura quelle erbe e rimase stupito nel vedere che quelle erbe erano proprio le rarissime erbe di Mizar, com’era possibile che il ragazzo fosse riuscito a procurarsele quando neanche i suoi migliori fornitori erano riusciti a trovarla?. Il re espresse questa sua perplessità al giovane che rispose – Vostra maestà, le erbe di Mizar si trovano più vicino a lei di quanto lei immagini. Ho raccolto queste erbe sulle sponde del lago al centro della foresta vicino al castello, se vuole posso farle vedere anche il punto preciso. In cambio però le chiedo di cambiare la sfida, perché non mi sembra giusto vincere in questo modo- disse Athel un po’ più sicuro di se ma continuando a stringere forte la mano di Cedric. – Caro Athel, sappi che lo scopo della mia sfida non era ottenere le erbe di Mizar, anche se accetto con piacere questo dono inaspettato, ma di mettere alla prova i tuoi sentimenti per mio figlio Cedric. Ora però non ho più bisogno di metterti alla prova perché la tua sincerità e la tua onestà mi hanno convinto, acconsentirò alle vostre nozze e vi auguro di essere felici insieme- disse il re sorridendo dolcemente ed andò ad abbracciare prima Cedric e poi Athel calorosamente. – Sarà meglio iniziare i preparativi per la cerimonia, dovrà essere tutto all’altezza per quella giornata- disse la regina che fino a quel momento si era tenuta in disparte in silenzio e che ora era andata ad abbracciare il figlio facendogli i complimenti per l’ottima scelta e che poi abbracciò anche Athel, che arrossì imbarazzato. Nei giorni seguenti il castello fu interamente occupato dai preparativi per il matrimonio di Cedric e Athel e di Febos e Leoris, questo Cedric era riuscito ad ottenerlo grazie al dolce sorriso di Athel che aveva subito persuaso sia il re che la regina. La cerimonia si svolse poche settimane dopo poiché gli sposi erano molto ansiosi di potersi finalmente unire ufficialmente ed il popolo fu felice di sapere che il principe aveva trovato una persona che amava, specie quando scoprì che si trattava del giovane Athel, un ragazzo gentile e simpatico. Il vecchio Mazel fu invitato a vivere a corte, ma lui rifiutò dicendo – Sono solo un povero vecchio e a corte sarei solo d’impaccio, preferisco rimanere qui, nella mia scuderia, chiedo solo che il mio Athel venga a trovarmi qualche volta e che anche Febos passi qualche volta a giocare a carte con me. E tutti vissero felici e contenti. O quasi, si dice infatti che i bulli che avevano aggredito Athel, alla notizia che quest’ultimo si era sposato col principe, scomparvero misteriosamente, ci sono testimoni che affermano di averli visti correre via dal villaggio in mutande inseguiti da una mandria di cavalli inferociti (alla fine Athel aveva convinto Cedric a non ucciderli, ma il principe aveva comunque insistito per umiliare pubblicamente i bulli e per farli scappare via terrorizzati).

Fine

Note dell'autrice:

Con questo capitolo si conclude la mia storia, ma ho già pronto il seguito perciò non disperate. Sono contenta che la mia Fan Fiction sia stata visionata già da quando l'ho pubblicata, anche se avrei preferito ricevere qualche recenzione. Un ringraziamento particolare va a chiara73 e a yayachan18  che hanno inserito la mia storia fra quelle da ricordare. Quì sotto allego le foto dei personaggi principali, ho preferito inserirle nell'ultimo capitolo così che ogniuno potesse immaginare i vari personaggi a modo suo. Spero che le immagini vi piacciano.


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