Dèi ed altri dèi-La rivolta degli Elementali

di Lord_Envy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Caribbean Blue ***
Capitolo 2: *** Dormici Sopra ***
Capitolo 3: *** Let's get Physical ***
Capitolo 4: *** If we ever meet again ***
Capitolo 5: *** Clichè ***
Capitolo 6: *** Moi, Lolita ***
Capitolo 7: *** Che peccato... Che tristezza... ***
Capitolo 8: *** Won't say I'm in love ***
Capitolo 9: *** Lei è colei che la si crede ***
Capitolo 10: *** Le Jazz Hot ***
Capitolo 11: *** E' divertente ***
Capitolo 12: *** Telekinesis ***
Capitolo 13: *** Tempo ***
Capitolo 14: *** Volupta ***
Capitolo 15: *** Complicazioni ***
Capitolo 16: *** I can't get you out of my head ***
Capitolo 17: *** V-v-v-v-vanity ***
Capitolo 18: *** Lezioni di Guida ***
Capitolo 19: *** Quello che le donne non dicono ***
Capitolo 20: *** Complementariamente opposti ***
Capitolo 21: *** Total Eclipse of heart ***
Capitolo 22: *** Stream of consciousness ***
Capitolo 23: *** Tutto torna ***
Capitolo 24: *** Peace and Love ***
Capitolo 25: *** Auguri, Wasser! ***
Capitolo 26: *** Like it or not ***
Capitolo 27: *** A volte...ritornano. ***
Capitolo 28: *** Swan ***
Capitolo 29: *** Prove generali d'armistizio ***
Capitolo 30: *** Causa ed effetto ***
Capitolo 31: *** Dancing Part I ***
Capitolo 32: *** Stasera si recita a Colpevole ***
Capitolo 33: *** Dancing Part II ***



Capitolo 1
*** Caribbean Blue ***


 sn emozionato *O*

Caribbean Blue

Era davvero tardi. Le gare si stavano avvicinando e Wasser lo sapeva (anche gli esami di stato stavano avanzando, ma il ragazzo continuava a temporeggiare) perciò aveva deciso di rincalare le ore degli allenamenti.
Alle dieci di sera ormai c'erano solo lui e il suo istruttore che lo seviziava con lunghi elenchi di vasche e stili e qualche ragazzo ancora rimasto nello spogliatoio ad asciugarsi i capelli.
''Stile, dorso, rana, stile'' oppure ''delfino, stile, dorso, stile, rana, stile, delfino, dorso'', ma Wasser riusciva a reggere bene il ritmo massacrante anche se dopo la grande lotta si stancava più facilmente.
Si stava allenando ormai da un'ora quando il suo istruttore gli concedette un pò di pausa ''Fai una vasca a rana lenta'' e andò un attimo via poichè doveva telefonare a sua moglie, fidanzata o roba del genere.
Erano passati ormai un paio di mesi dalla lotta di dicembre e ora l'aria di febbraio era già più leggera e tiepida. Aveva passato dei mesi felici in compagnia di Brand, Jord e Luft, abbandonando completamente i suoi amici di vecchia data di cui si circondava ipocritamente.
Ora stava bene, era rilassato, forse anche troppo, e felice anche se aveva completamente rinunciato all'idea di trovare una ragazza perfetta.
Stava danzando in acqua pigramente, senza respirare quando il naso era fuori dal liquido, quando qualcosa, una mano forse, l'afferò per la caviglia e lo portò in basso.

Era abbastanza sorpreso e spaventato perchè lui, re dell'acqua, non era abituato a essere trascinato giù a fondo. Senza perdere tuttavia il controllo, Wasser si girò e vide che attorno alla caviglia si era formato una specie di piccolo fortice, un bracciale che nonostante fosse di acqua era individuabile nel liquido come qualcosa di estraneo.
Il ragazzo, fece per afferrare il piccolo vortice, ma appena si avvicinò, ecco che scomparve così come era apparso.

Nuotò in verticale per tornare in superficie quando, di nuovo, fu strattonato verso il fondo. Stanco e abbastanza spaventato, Wasser allungò spalancò la mano in direzione del vortice, ma esso non accennò a sparire, anzi, divenne più pesante e gli sforzi del ragazzo per  tornare in superficie si rivelarono inutili. Nuotò, scalciò, strinse, graffiò, ma niente riusciva a smuovere quell'ammasso di acqua.
Stava perdendo la pazienza quando notò che gli mancava il fiato.
Si portò istintivamente le mani alla gola, come per trattenere tutto il fiato possibile, ora era in pieno panico. Cercò di ritornare in superficie, ma quel vortice glielo impediva, non gli faceva staccare il piede dalle piastrelle. Ormai aveva perso quasi del tutto le forze quando sentì qualcosa afferrarlo per le braccia.

La vista appannata, tipica di chi sta in acqua senza lenti ma non tipica di Wasser, non gli permise di vedere chi fosse, ma appena la figura l'afferrò per il polso, il vortice d'acqua sparì senza lasciare traccia e lasciando libero un Wasser senza forze.
La figura lo prese per il polso e trascinò il ragazzo fino a bordo piscina dove gettò il corpo di Wasser che tossiva espellendo l'acqua entratagli nei polmoni.
Il biondò aprì gli occhi in direzione del suo salvatore, e vide un ragazzo che usciva dalla vasca facendo pressione con le braccia per darsi lo slancio. Era Ygro, un ragazzo che faceva pallanuoto e che Wasser non poteva certo dire di conoscere bene.
''Ma che cazzo ti è preso?'' ruggì mentre lo raggiungeva gattonando.
''Un crampo!'' si giustificò Wasser ancora sotto shock per quello che era successo. Aveva perso i poteri? le sue capacità? doveva scoprirlo il più presto possibile.

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Capitolo 2
*** Dormici Sopra ***


Volete un consiglio spassionato? Ricordatevi questo sogno che tornaerà utile ;)

Dormici sopra

 Brand si sedette nella classica scrivania che reggerva un grande specchio ovale sostenuto a sua volta da due paletti laterali che permettevano alla superficie riflettente incorniciata di ruotare, cosa decisamente inutile poichè Brand non lo muoveva quasi mai, anzi, non sapeva come fosse l'altro lato dello specchio.
Si stava pettinando i capelli notando quanto fossero cresciuti nell'ultimo periodo: ora le arrivavano fino alle scapole e le punte erano diventate ancora più chiare rispetto alle radici diventando sul castano ramato.
''Brand, io vado a letto''. La voce della tutrice che usciva dal soggiorno per raggiungere la propria camera da letto rieccheggiò per il corridoio, risvegliando Brand da un sogno ad occhi aperti dove lei ballava con un ragazzo mascherato.
Senza rispondere, ripose la spazzola e si stese sotto le coperte (solo per formalità, visto che lei non sentiva il freddo), spense la lampada che emavana una luce soffusa e cadde in un profondo sonno.

Aprì gli occhi di colpo poiché sentì di doverlo fare e si ritrovò in una specie di camera bianchissima che si estendeva a perdita d'occhio. Trovò Wasser ai piedi del letto che si teneva la testa fra le mani, lo raggiunse appena lo riconobbe chiamandolo preoccupata.
Il ragazzo non rispose, ma assunse un'espressione preoccupata. Alzò la testa incrociando lo sguardo di Brand e fece scivolare le mani lungo il collo, fino a trovare una specie di risvolto roseo. La ragazza guardò disgustata mentre il suo amico infilava le dita con disinvoltura nella fessura e si tirava via letteralmente la faccia.
Brand urlò, cercò di fermarlo, ma non riusciva ad afferrarlo, era come acqua. La faccia staccata, ormai rigida come una maschera venne riposta a terra mentre un nuovo volto apparve sul viso del ragazzo. L'operazione si ripetè ancora, passando da emozioni a sentimenti, staccandosi almeno altre dieci facce che incarnavano ira, invidia, orgoglio, tristezza, felicità, passione, paura, serentià, apatia, pigrizia.
''Aiutami'' mimò con le labbra e si trasformò in acqua, scomparendo dal suolo e portandosi le facce staccate con lui.
''Brand!''
La ragazza sentì una voce che non conosceva, ma si girò lo stesso e vide un'altra scena agghiacciante. Jord era ricoperto da crepe, come terra che non toccava acqua da anni, e da sangue. Era completamente macchiato di plasma che evidentemente non era il suo ma continuava a chiamarla con una voce che non gli apparteneva e a guardarla con uno sguardo che gli conveniva. Decise di avvicinarsi comunque, ma non fece in tempo a raggiungerla: mosse pochi passi e sprofondò nella terra, inghiottito senza un gemito.
Brand urlò il suo nome pur sapendo che non era Jord quella persona che aveva visto, non al cento per cento almeno.
Si voltò nel punto in cui c'era Wasser per controllare se si fosse ricomposto, quando vide Luft, in piedi, come appoggiata ad una parete invisibile. Era normale, senza ferite o senza facce cadenti, il che spinse Brand a raggiungerla. Mentre iniziò a muovere qualche passo verso la sua amica, venne bloccata da qualcosa di invisibile, una specie di forza che si contrappose, che le impediva di muoversi.
''No! Non venire'' disse Luft con un braccio steso in direzione dell'amica.
''Perchè no?'' domandò Brand senza davvero parlare.
''Perchè non voglio che tu veda quello che ho dietro!'' e così dicendo si lasciò cadere esplodendo in una nuvola di vetri infranti. Soffiò un leggero vento e il pezzi di Luft si trasformarono in polvere sparendo dalla stanza bianchissima.

''Brand!''
La ragazza si svegliò di colpo. La sua tutrice le poggiava una mano sulla spalla mentre con una candela cercava di farsi luce.
Brand spostò le coperte e vide che tutto il corpo era imperlato di sudore, la gola le faceva male e respirava affannosamente.
''Che c'è?'' gracchiò.
''Stavi urlando nel sonno!" rispose.
''Cosa? No!'' commentò la ragazza mentre si spostava i capelli appiccicati sulla fronte.
''Sì invece... tutto bene?''
''Mmh... sì'' rispose mettendosi a sedere sul materasso.
''Vado a prendere un bicchiere d'acqua'' disse la donna alzandosi e uscendo dalla stanza
.

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Capitolo 3
*** Let's get Physical ***


Che fine avete fatto??? Mi mancano i vostri commenti T.T

Let's get physical

Ultimamente Jord si sentiva davvero stanco. Stanco e dolorante.
Dormiva come un sasso la maggior parte del tempo, i muscoli gli facevano male, come se fossero stati sottoposti a uno sforzo eccessivo (che evidentemente non c'era stato a livello conscio) e non accennava mai ad una ritirata.
Ormai era una settimana che andava avanti così, non riusciva studiare perchè anche il minimo sforzo di girare una pagina o sottolineare li procurava elettriche scosse di dolore.
Il dolore e la stanchezza aumentavano lo stress il quale procurava dannosi effetti collaterali in campo emotivo: aveva mandato a quel paese i suoi genitori, vari oggetti, Wasser almeno una dozzina di volte e un professore (sottovoce).
Non riusciva più a sopportare nessuno: nè le battute di Wasser, nè la solarità di Brand, nè la voce di Luft che considerava stranamente stridula. Aveva solo bisogno di stare fisicamente e psicologicamente solo, rilassato e senza problemi.

Erano le 5 di un martedì pomeriggio quando si mise a letto. Prese sonno quasi subito e non sognò nulla, era un riposo senza impegno, o almeno quella era l'intenzione.
Si svegliò che era buio, ma si sentiva decisamente meglio. Lo stomaco brontolò rumorosamente e Jord scese dal letto spostando disordinatamente le coperte. Barcollò come uno zombie e aprì il frigorifero.
Uscì tutti i salumi che riuscì a trovare, aprì la busta del pane e iniziò a mangiare panini fino a quando non finì gli affettati e decise di mangiare solo del pane tanta era la fame che aveva.
Sentendosi ancora un pò debole, si diresse verso il cestino della frutta e divorando un casco di banane intero.
Non curandosi dei compiti che avrebbe dovuto fare, decise di tornare di nuovo in camera a riposare anche se ormai era perfettamente arzillo.

Mentre si rimetteva sotto le coperte, il suo sguardo cadde sulla sveglia la quale, stranamente, segnavano le 4:45.
'Sarà indietro' pensò, ma poi lo sguardo cadde sul giorno segnato dall'orologio digitale:
Giovedì.
Si alzò di scatto.' Non era possibile' pensò. Afferrò il cellulare sul comodino e lo accese.
L'arnese segnava le 16:45 del Giovedì febbraio 2011. Lo schermo si riempì subito dopo degli sms e squilli dei suoi tre amici, preoccupati di non averlo sentito o visto in questi giorni. Brand sembrava particolarmente insistente. Decise di chiamarla.
''Ehi!'' rispose la ragazza ancora preoccupata ''tutto bene?''.
''Sì, sto benone. Senti... che giorno è oggi?'' domandò tremante.
''Scherzi, vero?'' ma Jord non osò rispondere.
''Giovedì 12'' sussurrò la ragazza.
''Merda!'' rantolò Jord battendosi una mano contro la fronte.
''Perchè? Che è successo?'' domandò la ragazza, ma Jord era troppo impegnato a fare ordine nella mente.
''Ho dormito per tre giorni!" disse più a se stesso che a Brand.
''Cosa? com'è possibile?''
''Non lo so...'' ci fu un momento di pausa, poi Jord riprese ''Comunque, mi sei sembrata preoccupata negli sms. Qualcosa non va?''
''No niente. Recentemente ho fatto un incubo sui voi tre e mi sai che mi sto facendo condizionare un pò troppo.'' ammise
''Ok tranquilla. Sto bene!'' disse con voce rassicurante e si salutarono rapidamente.

Arrabbiato con sua madre per avergli concesso così tanto riposo, Jord si alzò dal materasso quasi saltando e scese giù rumorosamente pronto a raggiungere la camera dei suoi genitori.
Stava camminando nervosamente quando passò distrattamente dallo specchio e gli venne un brivido. Scosse la testa, tornò indietro lentamente e per poco non gli venne un colpo al cuore.
Quello che era riflesso non era il solito corpo gracile di Jord, era piuttosto un fisico dove i muscoli erano abbastanza voluminosi, senza essere esagerati. Guardò le braccia e vide che erano aumentate del doppio, i bicipiti erano visibili anche se a riposo; si alzò la maglietta e vide una tartaruga ben definita e un paio di pettorali da far invidia persino a Wasser; si alzò il pantalone e vide polpacci muscolosi e cosce resisteni. Era diventato muscoloso solo dormendo per quattro giorni? no, non era possibile.

''Ehi, Aquila! Come stai?'' la voce di Wasser era solare come al solito dall'altra parte del telefono.
''Bene... ehm... ho un problema!'' disse con un fil di voce Jord.

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Capitolo 4
*** If we ever meet again ***



Per facivilitarvi la lettura seguite i colori u.u

If we ever meet again

''Ehi, Luft!'' l'amica di classe si stava sbracciando per farsì che la ragazzina la vedesse in mezzo a tutte quelle rosse sedie vuote.
Luft saltellò scendendo gli scalini del teatro due a due fino a raggiungere l'amica occhialuta che si occupava del corso teatrale fin da quando faceva il primo superiore.
''Allora? Cosa faremo quest anno?'' domandò Luft sedendosi affianco ad Opera.
''Pensavo ad un Musical... Che ne dici di Moulin Rouge?'' azzardò.
''Fantastico! Hai già assegnato qualche ruolo?'' domandò Luft pur sapendo il risultato.
''Ovviamente tu sei Satine!'' sorrise Tiatra gesticolando ''mi manca un Christian, un Duca e... Ninì''
''Tutti ruoli secondari'' sorrise Luft alzando le spalle.
''Lo so! Ma a quanto pare qui nessuno sa cantare'' rispose Opera mettendosi le mani nei capelli.
''Se vuoi ti do una mano!'' consigliò Luft.
''Sicura di voler passare il pomeriggio di San Valentino con me?'' rise Opera.
''Non posso rimanere per sempre: fra un'oretta passa il mio ragazzo.'' si giustificò.
''Allora accetto.''

Passarono tre quarti d'ora.
L'unica esibizione decente fu quella di una ragazza che cantò una canzone decisamente fuori dalla portata della sua voce.
Luft stava per uscire quando, per caso vide il nome di chi si sarebbe esibito successivamente. Su un foglio c'erano stampate in successione le lettere T, O, R, M.
Luft per poco non cadde a terra per la meraviglia. Strappò il mano dalle mani di Opera e rilesse almeno quattro volte prima di rassegnarsi.
''Da' qua!'' ringhiò Opera sbalordita mentre usciva il ragazzo da dietro le quinte.
''Salve!'' disse masticando una gomma. Non era cambiato molto. Forse era più muscoloso, ma rimaneva sempre asciutto. Il cuore di Luft fece un tonfo.
''Cosa ci canti?'' domandò Opera evidentemente affascinata dalla figura.
''C'è un problema... ho bisogno di lei!'' indicò Luft. Il suo cuore sprofondò e cominciò a battere più velocemente.
''Cosa? Perchè?'' domandò Luft indignata e lievemente arrossata.
''E' un duetto!''' sussurrò Torm sorridendo con aria di sufficienza.
''Ma non conosco la canzone!" si scusò Luft alzando le mani.
''Si che la conosci!'' rispose Torm visibilmente scocciato.
La ragazza stava per rispondere quando Opera la tirò per la manica costringendola ad avvicinare l'orecchio alle labbra.
''Senti ora tu vai lì e canti! Va bene? No, non mi rispondere che è meglio! Non so cosa ti abbia fatto quel ragazzo, ma se canta bene potrebbe essere la nostra salvezza. Ora vai e non ti lamentare'' sussurrò Opera spingendo lievemente Luft sul palcoscenico.

''Che ci fai qui? Questo teatro è esclusivamente scolastico'' sussurrò Luft mentre prendeva i fogli del testo della canzone. La conosceva.
''Mi sono trasferito circa un mese fa, tesoro'' rispose facendole l'occhiolino e azionando la base. Cominciò:

What's somebody like you, doing in a place like this?

 

La sua voce era limpida ma calda, sensuale, ed intonata. Era come se una serie di opposti di concentrassero nella sua gola per formare qualcosa di assolutamente perfetto per il cuore e le orecchie di Luft.

say, did you come alone? or did you bring all your friends.
say, whats your name, what you drinking
i think i know what you're thinking
baby whats your sign, tell me yours ill tell you mine

 

Si voltò a guardare Luft e iniziò a camminare verso la ragazzina la quale iniziò a sentirsi decisamente a disagio. Si ricordò di come un paio di mesi fa si odiavano a morte e di come si erano quasi baciati. Scacciò il tutto a foza di calci astrali e strinse il microfono fra le mani.

say, whats somebody like you doing in a place like this

 

Toccava a lei. Meglio (o peggio?) a entrambi.

I'll never be the same - if we ever meet again
Won't let you get away-ay - say, if we ever meet again

 

Lui si mosse verso lei, lei si mosse verso il pubblico che non c'era (pessima mossa).


This free fall's, got me so
Kiss me all night, don't ever let me go
I'll never be the same
if we ever meet again

 

Incenerì con lo sguardo la sua amica Opera che se la rideva sulla poltrona quando Torm le si piazzò davanti. Toccava a lei e quel sorriso la rendeva nervosa.


Do you come here much? I swear I've seen your face before
Hope you don't see me flash, but I cant help but want you more, more

Cercò di sostenere lo sguardo, ma notò che la sua voce tremava così si mise a fissare un punto nel vuoto cercando di esternare dalla sua mente il pensiero di Torm al suo fianco.
Cantò tutta la sua strofa senza accorgersi che il ragazzo si era messo pericolosamente vicino a lei: le stava dietro e appena potè ne approfittò per farle fare un casché.
Per un attimo rimase zitta, sconvolta dalla mossa fatta dal ragazzo.

I'll never be the same - if we ever meet again
Won't let you get away-ay - say, if we ever meet again
This free fall's, got me so
Kiss me all night, don't ever let me go


Per un attimo Luft ebbe paura di cadere, ma poi potè accertarsi che Torm aveva abbastanza forza da poterla mantenere con un braccio solo avvolto sul fianco mentre con l'altra mano manteneva il microfono vicino alla bocca.
Finirono di cantare tutto il ritornello quando Luft si girò e guardò una sagoma vicino ad Opera, la quale era impegnata a fare gesti disperati con le braccia come per suggerirle di interrompere quello che stava facendo.
Strinse ancora un pò gli occhi e vide Mel, il suo ragazzo con un mazzo di fiori in mano.
All'inizio era contenta di vederlo così elegante e con quel voluminoso regalo floreale, ma dopo si ricordò dell'ambigua situazione in cui era. Fece per chiamarlo ma lui uscì dal teatro sbattendo la porta della sala.
''Mi sa che l'abbiamo fatto arrabbiare!'' disse Torm visibilmente poco pentito.
''ABBIAMO! Tutto tu hai fatto!'' lo aggredì la ragazza.
''Non mi pare ti sia dispiaciuto'' si giustificò.
''Ora, lasciami andare'' disse Luft divincolandosi da quel caschè tentatore che stava minacciando il suo rapporto con Mel.

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Capitolo 5
*** Clichè ***


Cliché


''Davvero? sei nuova in questa scuola? Se vuoi posso farti da guida e mostrarti tutti i lati nascosti dell'istituto''. Wasser era alle prese al tipico corteggiamento nel corridoio della scuola. Era passato alla fase tre: 'comunicazione vocale' , solo dopo aver effettuato le prime due tappe, adocchiamento e interazione visiva.
Aveva assunto la sua posizione preferita: in bilico poggiato con il gomito e l'avambraccio sul muro, preferibilmente sopra la testa della 'prescelta'.
La ragazza, una moretta insignificante di secondo anno, dava segni di apprezzamento quando comparve Luft che picchiettò insistemente sulla spalla di Wasser.
''Luft... non vedi che sono occupato?'' disse Wasser con un sorriso tirato senza voltarsi.
''Devo chiederti un favore!'' esordì la ragazza con un tono irremovibile.
''Non puoi chiedermelo dopo?'' domandò Wasser voltandosi per guardare Luft. ''Ovviamente no!'' si rispose solo.
''Puoi scusarci?'' domandò retoricamente Luft afferrando Wasser per il braccio e tirandolo lontano da lì.
''Ci vediamo più tardi!'' urlò il ragazzo ormai lontano dalla sua nuova amichetta.

''Augurati che sia una cosa importante o te ne pentirai!'' la minacciò con l'indice puntato come una spada.
''Smettila, cretino!'' rispose Luft schiaffeggiandogli la mano come si fa con un moscerino molesto.
''Allora? Cosa ti serve?'' domandò stizzito.
''Fai il provino per il teatro?'' disse velocemente.
''Cosa? Non esiste proprio!'' rispose il ragazzo senza pensarci troppo.
''Ti prego! Sei bravo a cantare e... e... e gli attori piacciono molto alle ragazze!'' era una scusa patetica, pessima e lo sapeva bene, ma doveva fare di tutto pur di non cantare di nuovo con Torm.
''Tutto qui? Sei la maga della persuazione!'' commentò alzando un sopracciglio.
La campanella suonò.
''Ok, senti'' disse prendendolo per la manica e portandolo in un luogo meno 'affollato'.
''Torm si è trasferito in questa scuola...''
''Cosa?'' domandò con tono che lasciava trasparire rabbia e preoccupazione.
''Non è questo il punto! Ieri ha fatto il provino per il ruolo di protagonista e ha voluto cantare un duetto con me...'' disse abbassando sempre di più il tono della voce.
''Perchè stai arrossendo?'' domandò terrorizzato.
''Perchè è molto bravo e mi ha fatto litigare con Mel.'' aggiunse abbassando lo sguardo. Wasser respirò affondo maledicendosi per la sua bontà e rispose con rassegnazione.
''Va bene... ma solo perchè sei tu!''
''Graziegraziegrazie!'' urlò e gli saltò addosso abbracciandolo.

Ripresero a camminare per i corridoi quando entrambi rimasero pietrificati alla visione di un Jord molto più in forma del solito.
''Jord! Cosa sono quei... muscoli!?'' domandò Luft torcendo la testa come un cane.
''Cavolo! Non credevo fosse così evidente!'' commentò Wasser gesticolando per indicare il corpo muscoloso del ragazzo.
''Lo so! Sono costretto a indossare maglie larghissime per evitare che mia madre si accorga di qualcosa e volete sapere l'ultima? Non ho più bisogno degli occhiali! Quegli che porto hanno le lenti di plastica.'' disse irrigidendo le dita per l'isteria.
Silenzio. Luft era pervasa da un senso di shock totale poichè era abituata a vedere il piccolino Jord, Wasser provava leggera invidia perchè Jord aveva quasi raggiunto in un giorno quello che lui aveva costruito in tre anni di palestra e piscina, Jord era a disagio perchè si sentiva squadrato dai suoi amici.
''Avete finito di guardarmi?'' domandò.
''Sì scusa, ma non siamo abituati!'' rispose Luft incantandosi ancora un pò.
''Smettetela!'' sbuffò Jord. ''Ci vediamo dopo!'' disse incamminandosi verso la classe.
Dopo qualche passo si voltò.
''Basta!'' urlò ammonendo i suoi amici che si erano girato a guardarlo stupefatti.
''Scusa!'' disse Wasser prendendo Luft per il braccio e trascinandola.

''Ah però! Mr Muscle è qui!'' canzonò Brand raggiungendo l'amico saltellando.
''Potrei abituarmici... sempre meglio di Aquila è!'' sorrisero entrambi.
''Secondo te da cosa dipende?'' domandò la ragazza
''Non so proprio... Sarà una derivazione del nostro essere 'divini' '' ipotizzò Jord mentre si infastidiva per gli sguardi invidiosi, ammirevoli e lussuriosi che gli cadevano addosso.
''Non sei proprio abituato a essere guardato, vero?'' domando Brand ma Jord non rispose come prevedibile.
Passarono il resto della camminata del corridoio in un disimbarazzato silenzio quando Brand arrivò davanti alla sua classe.
''Bè, non far svenire nessuno!'' rise Brand indicando i bicipiti.
Jord aprì la bocca per risponderle quando vide che Brand aveva completamente cambiato espressione. La transizione da giocosa a apatica durò pochissimi secondi, due al massimo, ma bastarono per far prendere un colpo a Jord.
''Mesaggio!'' disse Brand scuotendo la testa e indicando la tasca di Jord.
''Cosa?'' domandò
''Messaggio! Ti è arrivato un sms!'' spiegò all'amico.
Jord prese il cellulare, illuminò lo schermo schiacciando un pulsante e vide che non c'era nessun simbolo in primo piano.
''No...'' disse alzando lo sguardo verso l'amica che ormai era entrata in classe.
Fece per mettere il cellulare in tasca quando lo sentì vibrare fra le mani. Gli era arrivato un sms

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Capitolo 6
*** Moi, Lolita ***


Moi, Lolita

''Ti vuoi calmare?'' disse Luft mentre si sedeva sul divano che troneggiava nella casa di Jord.
''No, è qualcosa di troppo strano! Prima il mio corpo, poi la 'premonizione' di Brand... qualcosa ci sta sfuggendo dalle mani!'' spiegò Jord.
''Vi rendete conto che se viene a sapere che stiamo parlando di lei ci darà fuoco?'' azzardò Luft.
''Faccia pure, tanto io non posso predere fuoco'' sorrise Wasser.
''Non ho chiesto di venire solo a voi due perchè voglio parlar male di Brand bensì perchè voglio sapere se anche a voi è successo qualcosa di strano. Luft?'' domandò voltandosi verso l'amica.
''Mi fanno male le scapole.'' e scoppiò a ridere assieme a Wasser mentre Jord si alzava e si poggiava al tavolo di fronte a loro incrociando le braccia.
''E tu?'' domandò rivolto al ragazzo.
''Bhe... Una settimana fa ho rischiato di annegare in piscina'' disse alzando le spalle.
Luft smise di ridere e guardò Wasser con evidente preoccupazione.
''Cosa? Perchè non ce l'hai detto?'' protestò Luft.
''Non volevo farvi preoccupare, ma ormai è evidente che tutti abbiamo dei problemi'' rispose.
''Ma siamo una squadra e dobbiamo aiutarci.'' Lo rimproverò Luft.
''A quanto pare l'unica che non ha sentito cambiamenti sei tu.'' disse Jord indicando Luft con un movimento della faccia in avanti '' Avvisaci se ti accade qualcosa.''
''Certo''.

Brand era in biblioteca. Il professore di francese, convinto che assegnando determinati compiti potesse attirare l'interesse dei suoi ragazzi, aveva dato come compito settimanale quello di fare una ricerca su una coppia di innamorati della letteratura.
Odiava internet perciò preferì recarsi nella stessa libreria dove Jord era solito andare.
Non c'era più il vecchio proprietario: era stato sostituito da suo nipote, un giovane affascinante sulla ventina.
Si diresse verso il reparto di letteratura straniera e iniziò a cercare un titolo che potesse attirare la sua attenzione, cosa poco probabile vista la fantasia che certi autori avevano per scegliere il titolo delle opere.
L'unico che le piacque a livello fonetico fu 'Madame Bovary' ma troneggiava sullo scaffale più alto. Allungò il braccio per afferrarlo, ma non arrivò a prenderlo. Si mise sulle punte dei piedi e iniziò ad accarezzarlo con le dita. Dopo molte frustate alle copertina effettuate dalla mano che non riusciva mai ad afferrarlo veramente, riuscì a ghermirlo con le unghie.
''Ti serve una mano?'' una voce da dietro la fece sobbalzare così tanto che mollò la presa effettuata sul libro lasciandolo cadere a terra.
Si chinarono entrambi per raccoglierlo quando incrociò lo sguardo del nipote del proprietario.
Non aveva notato i suoi occhi castani dietro quell'esagerata montatura degli occhiali, il ciuffo liscio che cadeva pigro sulla fronta, il collo lungo su cui si intravedevano i resti di una barba abbastanza resistente, le labbra sottili ma di un rosa caldo. Cavolo, ma l'aveva mai guardato in faccia? si domandò rimanendo esterrefatta da quella visione.
''Madame Bovary? Un pò pesantuccio, non credi?'' sorrise porgendole il volume.
''Devo fare una ricerca'' rispose Brand passando una mano vicino all'orecchio per sistemare una ciocca di capelli rossi.
''Se vuoi posso suggerirti qualcos'altro'' disse mentre lasciava cadere il libro nelle mani della ragazza.
Le loro mani si sfiorarono ed entrambi ebbero reazioni diverse ma ugualmente simili costringendoli ad adottare reazioni differenti ma analogamente affini.
Entrambi lasciarono cadere il libro e Brand, sconvolta, uscì dal locale senza salutare, quasi correndo.   
Il ragazzo si portò il dito indice alle labbra poichè gli faceva male, come se avesse toccato qualcosa di rovente; Brand camminò un pò per poi appoggiarsi al muro e metabolizzare la visione che aveva avuto: un lungo bacio in abito da sera con quel ragazzo.

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Capitolo 7
*** Che peccato... Che tristezza... ***



E' ufficiale, non prenderò MAI la patente.!!!

Che peccato... Che tristezza...

 Wasser uscì da casa di Jord per primo, doveva ufficialmente studiare mentre voleva ufficiosamente scappare da lì. Non sopportava l'atmosfera di preoccupazione che si era creata a casa dell'amico.
Era troppo stressato dalle gare di nuoto e dagli esami di stato, ci mancavano solo ulteriori problemi di natura divina. Si piantò le cuffie nelle orecchie e iniziò a sentire alcune canzoni che normalmente gli tiravano su di morale ma che ora non stavano funzionando.
Si diresse verso il lungo mare e scese le scale che portavano vicino alla baia. Si sedette su un molo asfaltato e altamente diroccato. Guardò il mare, l'orizzonte, gli venne voglia di piangere e si stendette sull'asfalto chiudendo gli occhi mentre qualche lacrima iniziava a rigargli il volto.
Non sapeva definirle il sentimento che lo stava pervadendo. Si sentiva stanco, solo, nervoso, debole, non si sentiva Wasser.
Si tolse l'iPod perchè la musica iniziava a disgustalo mentre si stendeva su un fianco e con il braccio sinistro a penzolone cercava di sfiorare l'acqua. Già, cercava perchè ogni volta che le sue dita tentavano di avvicinarsi alla superficie riflettente, essa di ritirava andando più giù, creando quasi un buco pur di non farsi toccare da Wasser.
Non era abituato a sentirsi rifiutato dalle persone, figuriamoci dal suo elemento, dalla sua acqua.
Stava tormentando il suo labbro inferiore prendendolo a morsi per il nervoso mentre si impegnava invano ad afferrare almeno una goccia quando improvvisamente le lacrime appiccicate sul viso di ghiacciarono così come una piccola parte del mare.

Si girò di scatto e vide la figura di Led che lo guardava severamente dall'alto in basso.
''Io e te, dobbiamo parlare!'' disse allontanandosi dal molo.
Il ragazzo si alzò bruscamente e andò a raggiungere la bionda seduta su una panchina che da verde stava diventando celestre. Staccandosi le lacrime gelide dal viso si sedette al fianco di Led che gli domandò se stesse piangendo.
''No, è l'allergia'' mentì.
''Bene... Non so se sta accadendo la stessa cosa a voi 4, ma qualcosa è cambiato in me!''
''Spiegati'' disse Wasser mentre avvicinava le ginocchia al petto per riscaldarsi di più.
''Sai che comando il ghiaccio, bene a volte la mia voce diventa così fredda che... che...'' e mimò un'esplosione epica con le dita.
''Fai esplodere le cose?'' domandò Wasser.
''No più che altro creo delle crepe sui vetri.'' disse pensierosa.
''Comunque se ti può consolare il mio amico Jord è diventato di colpo muscoloso, Brand ha le visioni e io non...'' si bloccò di colpo.
''Cosa?'' domandò Led preoccupata.
''Non riesco più a controllare l'acqua come vorrei'' concluse sorridendo e guardando altrove.

In quel momento passarono una madre e una bambina che pretendeva di imparare ad andare in bicicletta proprio su un luogo marmoreo come quello.
Provando pena per quel ragazzo così malinconico, Led tentò di rassicurarlo chiamando in causa i sentimenti.
''Forse è perchè sei stressato. Sai, l'acqua è psiche mentre il gelo è mancanza di sentimento. Forse in un certo senso ci completiamo'' abbozzò odiandosi per aver ripetuto due volte la parola 'forse'. Non è qualcosa che piace sentire. Wasser sorrise
''Sono sicuro di sì'' aggiunse ma poi portò istintivamente la mano al ginocchio.
Ebbe la sensazione che un liquido caldo stesse scendendo lungo il polpaccio mentre un dolore stupido ma fastidioso gli costrinse a controllare cosa fosse accaduto.
''Che fai?'' domandò Led vendendo il ragazzo arrotolarsi il jeans fino al ginocchio.
Wasser non rispose perchè era troppo occupato a capire da dove potesse venire quella sensazione dolorosa.
''Pianeta terra chiama Wasser'' disse Led.
''Scusa'' scosse la testa ''ma... fa male!'' spiegò passandosi una mano sul ginocchio privo di peluria.
Led gli afferrò il polso (il quale urlò di dolore a causa della relazione acqua/ghiaccio) e con il dito indice gli indicò un punto alla sua sinistra.
Wasser si voltò e vide una bicicletta all'aria e la mamma che passò prima asciugare il ginocchio della bambina sul quale scorrevano rivoli di sangue.

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Capitolo 8
*** Won't say I'm in love ***


 Won't say I'm in love

Luft era davvero felice di aver sistemato tutto con Mel. Aveva spiegato che in realtà quello a cui aveva assistito era la prova coreografica del musical che andavano ad interpretare quella primavera.
''Allora il ruolo da protagonista era stato assegnato al nuovo arrivato?'' aveva chiesto.
''Certo'' aveva risposto Luft accantonando momentaneamente la richiesta fatta a Wasser.
Ora si trovavano a far la fila per entrare in un cinema che quella sera proiettava la solita commedia insipida con grandi attori che si riducevano a interpretare copioni destinati all'inceneritore.
Luft stava gustando uno yogurt condito con scaglie di cioccolato a forma di cuore e colorate di rosso quando Mel pensò bene di farle il solletico sulla parte interna dell'avambraccio (ebbene sì, lei soffre il solletico proprio in quel punto) facendole versare un pò di yogurt sulle scarpe da ginnastica della persona che stava davanti loro.

La losca figura si girò lentamente, come la bambina dell'esorcista fatta eccezione che lei muoveva tutto il collo, lui (è un lui) invece si aiutò col busto.
Il cuore di Luft sobbalzò di colpo. C'erano sette cinema in città due dei quali proiettavano la stessa pellicola, sembra quindi impossibile che Luft avesse la probabilità di incontrare proprio chi non avrebbe voluto incontrare, fatto sta che appena lo vide, il suo cuore si sentì sulle montagne russe.
Torm indossava una giacca di pelle nera che si sposava bene con il prototipo del 'duro' che ostentava e con le sue spalle larghe.
''Spero che tu abbia abbastanza soldi per compramene un nuovo paio!'' tuonò il ragazzo.
''Sì, cinque euro posso darteli'' rispose Luft.
Torm sorrise. 'Bei denti' pensò la ragazza.
''Ho saputo che hai ottenuto il ruolo da protagonista nel musical, complimenti'' intervenne Mel allungando il braccio in una stretta da 'uomini' per complimentarsi con il ragazzo, ma Luft era troppo occupata a sudare freddo per notare il nobile gesto.
Se Torm avesse risposto che non era vero, avrebbe mandato all'aria tutto quanto perciò cercò di intercettare lo sguardo del ragazzo prima che potesse rovinare tutto.
Un secondo, forse anche meno, fu il tempo che perse Torm a guardare Luft dritta negli occhi, esattamente nelle pupille, anzi ancora più affondo, nel cervello o, perchè no, nel suo spirito.
''Sì, sono l'unico che si è mostrato all'altezza'' rispose Torm stringendo la mano al 'nemico'.
Luft riprese a respirare, non che si fosse accorta di essere entrata in apnea.   

Torm e Mel iniziarono a parlare come amici di vecchia data e Luft era troppo impegnata a sorridere come un'ebete in direzione prettamente sbagliata che non notò la ragazza al fianco di Torm.
''Io ti conosco. Tu sei l'amica di Wasser e Brand!'' disse con voce stridula.
Costretta a tornare sul piano reale, Luft appoggiò lo sguardo su dei ricci talmente biondi da sembrare bianchi e su una pelle talmente scura risultato di lampade fuori stagione.
''Gosly...Ciao'' parlò Luft tirando il sorriso così tanto che quasi non si univano le due estremità dietro la nuca.
''Tesoro, hanno finito i biglietti! Che facciamo?'' domandò Gosly senza rispondere al saluto di Luft.
''Sentite, perchè non venite con noi?'' osò, sì osò perchè verbo migliore non esiste, dire Mel.
''Avranno i loro impegni...'' bascicò Luft ma venne subito interrotta da 'bei denti'.
''Veramente no! Siamo senza film e senza impegni'' disse.
I due neo migliori amici ebbero la meglio su la povera Luft. Quando due amici decidono di far qualcosa, non ci sono donne che tengono, o forse sì?. Inutili furono i tentativi di Luft di far capire a Mel che non voleva passare una serata con Gosly nè tantomeno con Torm perchè sapeva che questo non giovava alla loro relazione.
Entrarono in una pizzeria. Dove sedersi? di fianco? di fronte? ai lati opposti? l'avrebbe visto sempre e comunque. Quello che poteva fare era semplicemente armarsi di pazienza e guardare più Mel di Torm.

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Capitolo 9
*** Lei è colei che la si crede ***


Lei è colei che la si crede

Era da quando gli erano spuntati i muscoli come funghi che Jord aveva in mente di tagliarsi i capelli. Aveva sempre avuto dei bei ricci neri ed ampi che amava portare abbastanza corti ma ora stonavano con il nuovo sè stesso.
Uscì di casa camminando a fatica fra i vestiti che prima gli andavano così bene e che ora minacciavano uno strappo ad ogni minimo movimento e iniziò a vagare alla ricerca di qualche parruchiere aperto alle 4 di un giovedì pomeriggio.
Mentre camminava, deciso di passare in mezzo ad un parco poichè l'asflato gli dava un enorme fastidio etico, intradive una donna dai lunghi capelli castani, quasi fulvi, che stava accarezzando un fiore.
Naturalmente la figura femminile non saltò all'occhio del ragazzo per una cosa così semplice ma perchè era vestita in maniera talmente trasparente che l'adolescente, sottolineo adolescente, non potè non notarla.
Rallentò il passo e iniziò ad osservarla con attenzione. Assomigliava a qualcuno che aveva già visto.
Aveva la pelle bianca come Silva e i capelli di una tonalità decisamente più scura, quasi simile alla sua ma oltre la folta chioma mossa non poteva vedere altro a causa della posizione che la donna aveva assunto.
Stava muovendo quanlche passo verso di lei quando la donna si raddrizzò subito come quando i gatti percepiscono suoni interessanti. Indeciso se muovere continuare a muoversi o meno (questa volta era senza monete a portata di mano), Jord fece un altro passo minuscolo ma bastò alla ragazza per girarsi e soffiare.
Soffiò come un gatto quando minacciato, si alzò in piedi e iniziò a correre senza il minimo rumore come un gatto in piena battuta di caccia.
Sconvolto dalla visione ma ancor di più dal verde vivido dell'iride della ragazza, così intenso da sembrare innaturale, Jord riprese a camminare più velocemente perchè, non l'avrebbe mai ammesso, aveva paura di imbattersi ancora in quella donna.
Entrò in un negozio più anonimo degli altri negozi anonimi di quella città. Si sedette direttamente sulla poltrona poichè non c'erano persone a fare la fila, il che non è mai un buon segno, e si fece allacciare la mantellina al collo taurino.
''Cosa vuoi?'' disse la parrucchiera mentre masticava rumorosamente e vistosamente una gomma color rosa.
''Accorciali, per favore'' disse senza dare ulteriori indicazioni.
Senza chiedere altro, la ragazza cominciò ad accorciare i ricci di Jord senza troppe cerimonie scordandosi che avrebbe almeno dovuto aspettare un pò prima di lavorare subito dopo aver assunto la sua tanto amata eroina.
Stava con le forbici in mano quando, scivolando con le forbici in mano su qualche capello già tagliato, conficcò le forbici nel collo del ragazzo.
Lui non si accorse di nulla, ma lei sì. Raccolse le forbici che erano cadute e si affrettò a vedere la ferita sulla nuca di Jord peccato, davvero peccato, che non ci fosse nessuna escoriazione. Controllò le forbici che aveva in mano e si accorse che aveva entrambe le lame piegate come foglie di carta.
''Qualche problema?'' domandò Jord.
''No...no'' disse la parrucchiera attribuendo quello che aveva visto alla droga.

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Capitolo 10
*** Le Jazz Hot ***


Le Jazz Hot

''Opera, devo chiederti un favore'' disse Luft raggiungendo l'amica seduta in mezzo al teatro.
''Dopo, ora sta per esibirsi Wasser'' disse sfregandosi le mani.
''Appunto...'' iniziò ma Opera la fermò ponendole la mano all'altezza del viso.
''Zitta e ascolta!'' le ordinò.
La musica iniziò ma era ancora buio sul palco.

'Bout twenty years ago way down in New Orleans,

Si accese la luce e Wasser ne fu inondato. Era di profilo rispetto al pubblico ed era vestito con pantalone e scarpe nere, camicia bianca con bretelle e cappello bianco.
Teneva il microfono con virilità e delicatezza allo stesso tempo e Luft sapeva che si sarebbe rivelato fin troppo bravo.
A group of fellers found a new kind of music

And they decided to call it...jazz,
No other sound has what this music has.

Iniziò a muoversi. Prima si voltò completamente verso Opera e Luft e alla fine camminò lungo il palco fino a raggiungere il bordo.

Before they knew it, it was whizzin' 'round the world,
The world was ready for a blue kind of music
And now they play it from Steamboat Springs to La Paz.

Appena finito l'ultimo verso Wasser iniziò a schioccare le dita in perfetta sincronia al bacino sbilanciato dal movimento ritmato della gamba sinistra.

Oh, baby, won't you play me
"Le Jazz Hot" maybe
And don't ever let it end.

Ora il ritmo di oscura voluttà fu sostituito da qualcosa di più leggero ma non meno carico di bravura e sensualità. Gli ormoni di Opera stavano prendendo il sopravvento mentre Luft continuava a sperare che qualcosa potesse andare storto.
Sia chiaro, lei voleva molto bene a Wasser, ma se lui avesse ottenuto la parte Mel si sarebbe accorto della bugia e questo avrebbe significato la fine del loro rapporto.

I tell ya, friends, it's really something to hear,
I can't sit still when there's that rhythm near me.

Wasser tornò a schioccare alternativamente dita e battere le mani in perfetta armonia con la musica della canzone. Ma da dove usciva tutto quel talento? Luft avrebbe voluto davvero saperlo.

Also, baby, "Le Jazz Hot" may be
What's holdin' my soul together.

Ora si alzò sulle punte e iniziò ad andare indietro con la schiena usando l'asta dove prima era attaccato il microfono per reggersi. Era arrivato a un livello allucinante di precarietà di equilibrio vista la posizione estrema che aveva assunto.

Don't know whether it's morning or night,
Only know it's sounding right.
Tornò dritto di scatto mentre Luft già si vedeva single entro due settimane.
So come on in an' play me
"Le Jazz Hot", baby,
'Cos I love my Jazz...

Si tenne il cappello con la mano destra mentre con la sinistra teneva l'asta con sopra il microfono, sembrava la stesse accarezzando.

Hot!

E finì lanciando il cappello sul pubblico formato da Luft e Opera la quale esplose in un fragoroso applauso.
''Sono morta'' pensò Luft mentre non si accorgeva che Wasser stava aspettando un applauso da parte dell'amica.

''Sicura di aver visto bene?'' disse Jord mentre svuotava l'armadietto.
''Sì! Fino ad ora non avevo mai avuto queste visioni. Mi limitavo a sognarle o a percepire qualcosa ma quando sono andata in biblioteca ho proprio visto un'immagine come fossi una voyuer che spia me stessa'' rispose Brand rallentando verso la fine della frase poichè si accorse dell'assurdità che stava dicendo, dote assai rara.
''Be io ieri sera ho visto una specie di donna gatto'' concluse alzando le spalle, come se quella valanga di cose senza senso che stava succedendo potesse essere spiegata.
''E' la stessa che ti ha tagliato i capelli?'' domandò Brand scoppiandosi a ridere e scusandosi subito dopo interrotta dal passaggio di un Wasser ben vestito e furioso (si vedeva lontano un miglio quando era nervoso, anche mentre camminava poichè era tutto rigido e teneva i pugni serrati) e una Luft addolorata che lo inseguiva correndo.

''Mi dispiace!'' disse la ragazzina ma Wasser non rispose.
Brand e Jord guardavano pietrificati la scena poichè non c'era stato mai nessuno screzio fra di loro, erano sempre stati così bene insieme.
''Wasser...'' mugugnò cercando di afferrargli la mano per fermalo, ma lui strattonò con violenza il proprio braccio evitando il contatto fisico con l'amica.
''Non provare a seguirmi!'' la minacciò con il dito indice puntato come un'arma per poi riprendere il cammino più furioso che mai.
''Wasser, aspetta!'' urlò facendo girare tutte le persone nel corridoio escluso il diretto interessato.

''Che è successo?'' domandò Brand appena Luft tornò indietro e li raggiunse con aria afflitta.
Non rispose e si limitò a scuotere la testa mentre due lacrimoni iniziavano a farsi strada sugli zigomi.
''Bello spettacolo. E' per il musical?'' chiese Torm andando in contro a Luft girata di spalle.
Sentendo la sua voce, Luft fu percossa da un brivido freddo ed assunse una posizione tale da 'abbracciare' se stessa con le braccia magre.
''Vai...via'' disse con un tono di voce di chi si sta trattenendo da massacrare un migliaio di persone. Proprio nel momento in cui finì di sibilare contro Torm, tutti i libri che stavano nel suo armadietto caddero a terra provocando un fracasso leggermente apocalittico.
Non curante della scena, Luft prese e si allontanò in direzione opposta a quella assunta prima da Wasser.

Brand e Jord si guardarono per un attimo ricevendo la conferma di quel pensiero che già era stato catalogato dalla loro mente come ovvio.
''Io prendo Wasser'' disse Brand andando a destra.
''Io Luft, e tu'' disse puntando un dito verso Torm ''metti a posto i libri, grazie!'' e sorrise andando a sinistra.

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Capitolo 11
*** E' divertente ***


E' Divertente

Brand trovò Wasser seduto su un tavolo di legno nel cortile deserto della scuola.
I piedi poggiavano sulla panchina attaccata alla base del tavolo mentre con i palmi delle mani si manteneva il mento come un trofeo.
''Allora, che è successo?'' domandò Brand facendo le spallucce e infilandosi le mani in tasca.
Wasser non rispose, si limitò a guardarla fugacemente.
''Senti, Wasser, so che tu hai più pressioni di noi tre ultimamente e non voglio farti l'elenco, ma mi vuoi dire perchè sei così arrabbiato?'' domandò dolcemente sedendosi al suo fianco.
''Non ce la faccio più!'' sussurrò sfregandosi le mani sul volto per poi fermarle all'altezza del naso.
''Riguardo cosa?'' domandò la ragazza temendo la risposta.
''Tutto! La piscina, la scuola, il fatto di essere una divinità!'' rispose velocemente. ''Non posso comandare l'acqua come prima, le gare di nuoto si stanno avvicinando e io posso allenarmi solo se c'è qualcuno a guardarmi perchè se no annego e , a già, devo fare gli esami di stato!"
concluse sarcasticamente.
''E la storia di Luft?'' domandò.
''Ho tutto il diritto di essere arrabbiato!'' tagliò corto.
''Forse sei solo stressato e hai bisogno di trovare un passatempo valido.'' ipotizzò Brand.
''Fino a qualche mese fa facevo nuoto proprio per questo! Ora è diventato un peso! Dopo le gare lascio tutto.'' concluse guardando in basso.
''A volte vorrei mettermi a urlare.'' aggiunse.
''Fallo!'' lo esortò scherzosamente Brand strappandogli un sorrisetto.
''E' tutto così...'' cominciò a dire, ma mentre stava per completare la frase, ecco che il ragazzo scoppia a ridere rumorosamente.
''Perchè ridi?'' domandò Brand un pò spaventata dal cambio repentino di emozioni.
''é... è divertente!'' rispose continuando a ridere inquietando ancora di più l'amica.
Wasser rideva di gusto quando Brand, giusto un momento prima di crederlo completamente pazzo, vide poco lontano da li una coppia di amici che ridevano a crepapelle: uno si stava persino reggendo ad un altro tavolo.

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Capitolo 12
*** Telekinesis ***


Telekinesis

Il vento fuori dalla scuola sembrava impazzito. Costantemente forte, variava di direzione ogni manciata di secondi granatendo una perdita di orientamento intellettivo a gran parte della gente.
''Luft, aspetta!'' disse Jord seguendola in un'aula deserta, i vantaggi di avere mezz'ora di ricerazione al giorno.
Luft, come il vento, iniziò a camminare nervosamente per l'aula disegnando segni geometrici involontari lungo il suo perimetro e mangiandosi le unghie.
''Che hai fatto?'' domandò dolcemente sedendosi sulla cattedra.
''Io... io... sono una persona orribile!'' disse scoppiando a piangere e raggiungendo Jord per farsi abbracciare come una bambina raggiunge il padre.
Pianse senza troppe cerimonie per un paio di minuti, poi tirò su col naso e iniziò a spiegare la situazione.
''Avevo chiesto a Wasser un favore: volevo che facesse il provino per diventare il protagonista del musical così Torm non avrebbe più potuto tentarmi ma alla fine ho fatto in modo che non ottenesse il ruolo perchè avevo raccontato una bugia a Mel e ora lui mi odia!'' mugugnò e scoppiò di nuovo a piangere.
''Dai, sono sicuro che non ti odia!" disse più fermamente di quanto credesse.
''Invece si e ne ha tutto il diritto!'' rispose piangendo.
Il vento fuori stava esagerando: caddero tre semafori.
''Luft, che ne dici se ti calmi?'' suggerì l'amico quando entrò Torm nella stanza.
''Ma ti vuoi dare una controllata!? Ci ucciderai tutti se non la finisci!'' tuonò senza troppe galanterie.
Già enormemente frustata, disperata e confusa, Luft non potè tollerare la presenza dell'antagonista della suo amore sicchè gli lanciò uno sguardo fulmineo e al grido delle parole 'Esci subito di qui' da parte della ragazza,  Torm, decine di banchi e sedie, due armadietti e qualche carta geografica furono strattonati e spostati garantendo uno stato di caos perfetto.
''Ma che? Come hai fatto?'' domandò Jord avvicinandosi a Torm per aiutarlo.
''No... Non lo so'' disse guardandosi le mani come se di li fosse nato tutto.
Infuriato e dolorante, Torm uscì dall'aula zoppicando e imprecando a denti stretti mentre il cielo si oscurava come riflesso delle emozioni del suo padrone.
''Ok, qui c'è veramente qualcosa che non va!" esordì Jord mentre una professoressa, vedendo il caos nell'aula li minacciava di sospenderli.

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Capitolo 13
*** Tempo ***


Tempo

I quattro ragazzi si ritrovarono nell'ufficio della professoressa Sigan in attesa della punizione (Wasser e Brand erano lì perchè il ragazzo era scoppiato a ridere in faccia ad un professore).
La Sigan era una donna giovane e bella che insegnava storia in quella scuola da qualche mese e già aveva un ruolo importante nell'istituto. La solita raccomandata pensarono tutti.
''Allora, che vi sta succedendo?'' domandò la donna ma nessuno dei quattro rispose.
''Tranquilli, so tutto di voi'' sussurrò sorridendo e i quattro si irrigidirono scambiandosi sguardi preoccupati ''Mi manda il professor Fos. Lui al momento è occupato con faccende burocratiche troppo noiose'' e gesticolò guardando in alto.
''Quindi'' disse allungando la parola ''Riassumendo: Wasser prova sensazioni altrui, Brand prevede il futuro, Jord è super forte e Luft è telecinetica... C'è qualcosa che non quadra'' disse alzandosi da dietro la scrivania.
''Scusi ma io non sono super forte!'' obiettò Jord.
''Ah no? Prova a sollevare la cattedra'' propose, ma il ragazzò rimase lì fermo.
''Bene... Volete sapere la mia teoria?'' domandò senza attendere la risposta ''Forse il fatto che avete il controllo solo su metà elemento vi ha condizionato maggiormente. E' come se il vostro vi foste concentrati sulla sensibilità dell'acqua lasciando perdere le urla del ghiaccio, sul valore divinatorio del fuoco lasciando perdere la mediatria della cenere, sulla forza della terra dimenticando il rigenerarsi delle piante e sulla telecinesi del vento non curandosi della visione dello spirito dell'etere''. disse con tale naturalezza che i ragazzi si sentirono stupidamente incapaci di cogliere il significato di quello che stava dicendo.
''Può ripetere?'' domandò Brand sorridendo.
''In parole povere è come se foste stati sovraesposti ad un particolare ambito dell'elemento procurando delle 'controindicazioni' '' concluse e i ragazzi capirono, o almeno fecero finta.
''E lei? E' una dea o cosa?'' domandò Wasser.
''Ovvio, tesoro.'' rispose alzando le spalle.
''E cosa comanda?'' chiese Luft.
Sapendo che una risposta teorica non sarebbe servita a nulla, la Sigan prese un bicchiere di vetro e lo scagliò contro il muro.
'Oddio questa è pazza' pensarono giustamente i ragazzi coprendosi il viso con le mani ma dopo furono costretti dalla curiosità a vedere cosa fosse accaduto poichè sentirono lo schianto del vetro contro il muro ma non i cocci cadere a terra.
Lo spettacolo che si presentava davanti a loro era semplicemente unico e magnifico: I pezzi del bicchiere erano fermi, immobili davanti al muro. Increduli da quel che videro, i quattro ragazzi si voltarono verso la Sigan con aria interrogativa.
''Tempo!'' esclamò facendoli l'occhiolino anticipando ogni tipo di domanda.

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Capitolo 14
*** Volupta ***


Aaaaaaaaaaaaaaaaaaauguri di Buona Pasqua a tutti i miei affiatati lettori ma anche a chi è passato di qui per caso *O*

Volupta

Un pò meno sconvolta di prima ma sempre più sconvolta del dovuto, Luft decise comunque di rimanere il pomeriggio a scuola per l'incontro settimanale con il teatro.
Era dietro le quinte diretta al suo camerino quando il suo marciare fu fermato da un lamento soffocato. Pur conoscendo quella voce si preoccupò e iniziò a cambiare direzione seguendo le onde sonore fino a raggiungere il luogo dei sibili.
La porta non era chiusa bene quindi basto spingerla un poco per vedere cosa stesse accadendo. Torm, senza maglia, cercava di tamponare una ferita su un punto della schiena inarrivabile mettendo a repentaglio l'elasticità dei suoi arti superiori.
Il rumore della porta non più nuova fece roteare lo sguardo di Torm dalla sua spalla riflessa sullo specchio alla figura di Luft un pò più a destra.
Non felice di vederla dopo il volo che gli aveva fatto fare, il ragazzo si limitò a squadrarla di  traverso stringendo i denti dalla rabbia.
''Posso?'' disse Luft timidamente.
''Che c'è? Vuoi terminare il lavoro?'' tuonò Torm seguito dal cielo mentre si girava incrociando le braccia.
''No, voglio aiutarti!'' rispose poggiando la cartella per terra e prendendo un batuffolo di cotone e il contenitore del disinfettante.
Avrebbe voluto rispondere 'faccio da solo' ma le braccia di Torm, come quelle di qualsiasi essere umano, non erano abbastanza lunghe per raggiungere quel punto quindi si limitò a girarsi mentre il suo viso si deformava in un broncio.
''Brucia un pò.'' sussurrò Luft mentre appoggiava il cotone imbevuto di disinfettante sull'escoriazione.
''Ma per favore! Ho usato così tante volta questa roba alla scuola vecchia che ormai sono immune.'' rispose a metà fra una battuta e una triste verità.
Mentre tamponava il cotone sulla ferita, le dita di Luft sfiorarono per dubbia casualità la pelle della schiena di Torm che confuse quella sensazione tattile con le carezze del cotone.
Ammaliata dalla sua pelle, che sinceramente non aveva niente in più rispetto ad altre pelli ma quando la chimica si mette in moto bisogna prepararsi a perdere, Luft abbondò la superficie di contatto tattile fino ad appoggiare completamente la sua mano sula sua schiena cosa che Torm notò.
Spostando il suo sguardo dalla propria mano, Luft finì col guardare il busto del ragazzo riflesso nello specchio e notò qualche cicatrice sottile e poco evidente.
''Questi?'' domandò Luft facendo strisciare le sue mani sul corpo di Torm per accarezzare meglio quei sottili graffi che tanto l'affascinavano.
Sorpreso da quel movimento da parte di Luft, Torm si schiarì la voce e guardandola le fece intuire la risposta.
''Ah!'' commentò appoggiando la sua testa alla spalla del ragazzo. ''Scusa'' aggiunse.
''Non devi scusarti, io ho cercato di fulminarti!'' le sorrise appoggiando le proprie mani su quelle di Luft e stringendole leggermente sorprendendosi di quanto fossero piccole e sottili.
Era così, in quella posizione, lei dietro di lui, sapendo bene che se qualcuno dei due si fosse mosso avrebbe rotto quell'armonia ma Torm decise comunque di provarci.
Si girò mettendosi di fronte alla ragazzina ancora immobile, le sue mani fredde su suo petto e le sue mani rassicuranti sui suoi fianchi mentre i due volti si avvicinavano.
''Non posso'' mormorò Luft distogliendo lo sguardo.
''Non puoi o non vuoi?'' domandò il ragazzo avvicinandola ancora di più alla sua faccia.
''Non posso'' rispose e cedette alla tentazione facendosi baciare prima e baciandolo dopo. Ripetutamente.

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Capitolo 15
*** Complicazioni ***


Avviso importante: dopo questo capitolo, seguirà una breve pausa in cui pubblicherò un'altra cosa (che non c'entra niente con questo racconto) dal titolo 'Crocache di 5 ragazzi dai nomi orribili' di genere thriller/comico.

Complicazioni

''Ehi, Principe dell'acqua!'' esordì Ygro.
''Cosa?'' domandò Wasser evidentemente preoccupato.
''Calmati... stavo scherzando!'' spiega sorridendo e sedendosi a bordo vasca accanto a lui. ''Come va?'' gli domanda.
''Mh? Bene, bene.'' rispose distratto mentre sentiva qualcosa che non riusciva ancora a catalogare.
''Sicuro? Non posso dirti di conoscerti bene ma non t ho mai visto pensieroso!'' spiegò Ygro sperando che il ragazzo non fraintendesse la frase con un 'non ti vedo mai pensare'.
''Non mi conosci abbastanza.'' rispose sorridendo mentre si portava una mano allo stomaco perchè ora iniziava a sospettare qualcosa.
In piscina c'erano solo loro due più un altro istruttore che stava allenando un altro ragazzo che avrebbe dovuto gareggiare insieme, ma in realtà contro, Wasser.
''Che ci fai qui?'' domandò Ygro perdendo il suo sguardo nel suo riflesso dell'acqua.
''Sto aspettando il mio istruttore.'' rispose mentre sentiva il battito accelerare. 'Merda!' pensò subito.
''Ti senti pronto per le gare?'' chiese Ygro rendendo evidente il suo sforzo di mantenere in piedi una conversazione che tendeva a crollare.
''Sì, credo!'' tagliò corto mentre altri segnali si mostravano: le mani iniziarono a sudare e gli occhi cadevano sempre sullo stesso punto (indovinate quale?). Sapeva che non poteva reggere a lungo: le emozioni vincevano sulla ragione la quale stava minacciando una drastica ritirata.
'Concentrati, concentrati, concentrati!!!'' si ripeteva mentre valutava il da farsi però, notando che il suo concentrarsi corrispondeva a peggiorare la situazione optò per un altro flusso di ordini.
'Distraiti, distraiti, distraiti!!!'' pensò mentre il cuore iniziò a battere più velocemente, mentre il respiro si faceva affannato e mentre lo stomaco si riduceva ad un punto insignificante.
Ygro notò il rossore sparso sul viso del ragazzo e, toccandogli la spalla nuda, gli domandò se stesse bene, cosa che non avrebbe dovuto mai fare.
Toccato in quel modo e sentendo emozioni che non appartenevano a lui ma che subiva senza speranze, Wasser afferrò la nuca di Ygro e con uno strattone violento portò il suo viso a contatto labiale con quello dell'amico dando inizio ad un bacio serpentino.
Dopo qualche secondo di cecità mentale, Ragione ritornò padrona della mente di Wasser avvisandogli che il bacio che stava dando ad un ragazzo, sottolineando il genere maschile, era nato a causa del suo potere di sentire sentimenti altrui, quindi non era voluto da ambo le parti.
Approfittando di questi secondi di lucidità allontanò Ygro delicatamente e fece di no con la testa chiedendogli scusa. Profondamente confuso e a metà fra il paradiso e l'inferno, Ygro disse che non faceva niente (bugiardo!) e si alzò barcollando come un ubriaco tornando negli spogliatoi.
Wasser chiuse gli occhi, si toccò le labbra e si tuffò rimanendo immerso nel liquido per una decina di minuti maledicendo il fatto di essere una divinità.

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Capitolo 16
*** I can't get you out of my head ***


I'm Baaaaaaaaaaaaaaaaack!

I can't get you out of my head


''Avanti, Brand, hai fatto di peggio!'' disse fra sè e sè la ragazza mentre meditava se entrare in libreria o meno. Dalla vetrina non si vedeva nessuno seduto al bancone ma questo non la illudeva abbastanza e lo sapeva bene.
Alla fine decise di entrare comunque poichè la ricerca si avvicinava e lei aveva bisogno di prendere un libro qualsiasi anche se la sua 'qualsiasità' non sarebbe rientrata nel tema 'coppie dell'anno della letteratura francese'.
Spinse la porta e il campanellino suonò spinto dall'anta in legno tarsiato. Vedendo che non c'era nessuno, fece qualche passo felpato e si diresse spedita verso l'ala 'Letteratura straniera'.
Si nascose dietro una liberia intera cercando quel libro che stava per comprare ma che quel ragazzo glielo impedì, (dannato sistema dell'oblio).
'Com'è che si chiamava? Madame Covary? Botary? Bo...Bo...' pensava mentre faceva scorrere lo sguardo su quel domino di libri che si estendeva dalla 'A' di Tanto rumore per nulla alla 'Z' de Il gobbo di Notredame de Paris.
''Interessante'' sussurrò Brand mentre, scoraggiata da tutto quel disordine iniziava a pensare di scaricare qualcosa da internet.
''Serve aiuto?'' domandò una voce da dietro che Brand riconobbe subito.
''No! Grazie!'' rispose in un acuto isterico mentre si voltava a vedere il ragazzo.
''Ma tu sei Emma Bovary.'' esclamò il ragazzo riconoscendola.
''No, mi chiamo Brand!'' rispose la ragazza un pò stizzita da quel paragone molto poco desiderato. Il ragazzo scoppiò a ridere.
''Intendevo tu sei quella che la volta scorsa sei fuggita senza comprare Madame Bovary!'' disse mentre si inumidiva le labbra.
''Sì, era molto tardi...'' inventò la ragazza senza veramente concludere la frase.
''Allora, cosa ti serve? Comunque piacere, sono Fuel, ma puoi chiamarmi Crowley!'' disse sorridendo.
''Aleister Crowley?'' domandò Brand un pò (tanto) allarmata ma il ragazzo rise in modo rassicurante.
''No, come Crowley il personaggio di un libro apocalitticamente fantastico. Ti serve ancora Madame Bovary?'' domandò dopo essersi spiegato meglio.
''No, cioè non lo so! Devo fare una ricerca riguardo una coppia di innamorati nella letteratura francese.'' disse sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio.
''Allora Madame Bovary non fa per te! Veramente non fa per nessuno o per lo meno non per quelli che sono convinti di vivere aspettando qualcosa di meglio. Mai provato Cyrano de bergerac? E' pur sempre triste, ma cosa ti aspetti dai francesi?'' disse facendo nascere un sorriso sul viso di Brand.
Contento di aver fatto ridere una ragazza, Fuel individuò subito il libro prescelto fra la moltitudine di altri che forse non verranno mai comprati un pò perchè nessuno legge più (tranne voi), un pò perchè in quel disordine ti passava veramente la voglia di cercare qualcosa e lo porse alla ragazza.
''Peut-on être  innocent, lorsqu'on aime un coupable?'' lesse Brand ad alta voce mentre prendeva il portafogli.
''Non ti permettere, oggi offro io!'' rispose Fuel mentre imbustava il libro.
''Grazie.'' rispose Brand mentre abbassava lo sguardo e usciva dal negozio.

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Capitolo 17
*** V-v-v-v-vanity ***



Carissimi lettori... ho una domanda che mi attanaglia da tempo. Qual è il vostro personaggio preferito? Mi piacerebbe tanto saperlo!!! *_*

V-v-v-v-vanity

Eccolo lì. Regnante su ogni altro tipo di volantino attaccato sulla bacehca. Arancione di pessima qualità con al centro due tizi che ballavano un tango.
In alto le parole BALLO DI FINE ANNO tuonarono nella mente di Jord come una sentenza oscura. Aveva sempre odiato i balli di fine anno per mero pregiudizio: non aveva mai avuto il coraggio di invitare nessuna ragazza perchè sapeva che sarebbe stato rifiutato sul colpo.
''Jord, hai provato a sollevare qualche SUV?'' esordì la professoressa Sigan con una voce troppo squillante.
''No.'' rispose sovrappensiero mentre strappava l'orrendo volantino dal suo armadietto, lo accartocciava e lo buttava nel cestino facendo canestro.
''Non vai al ballo quest anno?'' domandò la professoressa aprendo il registro di classe e mormorando qualcosa su un'interrogazione di massa.
''Manca la materia prima.'' rispose il ragazzo sorridendo e mettendosi le mani in tasca.
''Non voglio fare l'esteta raccapricciante ma tanto è l'unica cosa che a voi adolescenti importa a quanto pare! Potrei odiarmi per quello che ti sto per dire ma te lo dico lo stesso.'' Disse la professoressa mentre cercava qualcosa nella borsa.
''Ecco.'' disse mettendogli uno specchietto in mano ''Guardati! Sei cambiato! Sei uno dei ragazzi più belli di questa scuola e sei anche uno dei più sensibili ed intelligenti che io conosca, con questo duetto di bellezza e intelligenza puoi avere chiunque! Giovani, vecchi, maschi, femmine, findanzati o single. Datti da fare!'' lo incoraggiò mentre tornava in classe.
''Ha dimenticato lo specchietto!'' disse Jord ad alta voce per farsi sentire.
''Tienilo, ne ho tanti altri!'' rispose l'altra urlando.
Con quell'emblema della vanità fra le mani, Jord si guardò attentamente. Prima di sfuggita, poi più lentamente. Non si era mai visto nel suo nuovo aspetto, non così a lungo almeno. La sua mente rigettava ancora l'idea di esser cambiato così velocemente impedendogli di accettarsi al 100% e senza obiezioni ma ora, mentre si guardava così attentamente si vide come non mai. Si vide per chi era e non per chi era stato.
Sorrise a lungo mentre si rimetteva lo specchio in tasca e si guardava attorno. Poteva avere chiunque per il ballo ma chi? Era solo al terzo anni quindi doveva automaticamente scartare le ragazze di quinto e di quarto poichè troppo mature e quelle di secondo e di primo perchè troppo immature. Rimanevano quelle di terzo, sue coetanee ma conosceva solo Luft e di certo non sarebbe voluto andare al ballo accompagnato dalla sua migliore amica.
Era tempo di aprire la stagione della caccia!

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Capitolo 18
*** Lezioni di Guida ***


Lezioni di guida
 
''Allora per partire devi prima girare le chiavi, accendere la macchina, schiacciare la frizione, mettera la prima, appoggiare il piede sull'acceleratore e toglierlo piano piano dalla frizione. Capito?'' domandò Wasser ma ottenne solo un sopracciglio alzato da parte del suo amico come risposta.
''Cosa?'' rispose in modo secco Jord.
''Dai, non è poi così difficile! A te che piace tanto la teoria poi...'' commentò mettendosi la cintura di sicurezza.
Jord accese la macchina abbastanza facilmente, poi in modo poco convinto si girò verso Wasser ''E ora?'' domandò.
''Schiacci la frizione.'' rispose con tono saccente.
''Quale pedale sarebbe?'' domandò leggermente stizzito Jord.
''Se quello di centro è il freno e quello di sinistra l'acceleratore... ne rimane solo uno!'' commentò.
''Si può sapere che ti prende? Sei corrosivo! Se non volevi darmi lezioni di guida potevi dirmelo, avrei chiesto a mio padre!'' si lamentò Jord percuotendo il volante.
Ma Wasser non rispose subito. Con calma spostò lo sguardo dal volante al paesaggio di campagna fuori dal finestrino al volto del suo amico.
''Scusa è che stanotte non ho dormito bene! La mia vicina ha litigato col marito.'' spiegò alzando le spalle.
''Hanno urlato tanto?'' domandò tornando a guardare la strada deserta.
''No, ma ho sentito la sua rabbia e con tutta quell'adrenalina non ho chiuso occhio!'' rispose passandosi una mano sul viso.
''Capisco. Questa empatia è davvero una palla al piede, uh?'' 
''Non sai quanto. Bene ora schiaccia la frizione che io ti metto la prima marcia.'' e così iniziarono ad camminare lungo la strada deserta costeggiata da un campo di grano illuminato da un sole troppo forte.
''Senti, già che ci sei, puoi darmi una mano riguardo un'altra questione?- aspettò il consenso dell'amico e poi continuò- mi puoi aiutare a trovare una ragazza per il ballo di primavera?''.
All'inizio Wasser sbuffò sorridendo, poi commentò dicendo che al momento non era la persona più adatta.
''Perchè no? Insomma sei il belloccio della scuola! Tutte le ragazze ti vogliono!'' protestò blandamente Jord.
''Non solo le ragazze...'' commentò a bassissima voce ma non abbastanza da non esser sentito dal suo amico il quale fermò di colpo la macchina all'inizio di una discesa e cominciò a guardarlo spaventato.
''Che?'' domandò Wasser girandosi per guardarlo convinto che non avesse sentito nulla.
''No, ora le domande le faccio io!'' annunciò Jord ''Che hai fatto?'' domandò con troppa enfasi mentre Wasser digrignava i denti e guardava da un'altra parte.
''Hai fatto sesso con un ragazzo?'' domandò sconvolto, quasi pallido.
''Cosa? NO!'' rispose Wasser a metà fra l'indignato e lo spaventato.
''Allora ti sei fermato ai preliminari?'' 
''Smettila!'' protestò il biondo.
''No. Allora un bacio? Sì, un bacio. Che sarà mai un bacio?'' domandò retoricamente ''sulla guancia, vero?'' indagò ma vedendo che l'amico non rispondeva andò oltre.
''Sulle labbra?'' attese ma l'unica risposta erano gli occhi di Wasser che cercavano qualcosa da guardare e le labbra che cambiavano posizione ogni cinque secondi.
''Con la lingua? O mio dio... Almeno era uno solo?'' domandò ma il biondo rispose scuotendo la mano verso il cielo.
''Ok, ok... ma sei stato baciato, vero? Non è che ti ha baciato.'' chiese appoggiando la schiena al sedile.
''Senti non è che io volevo! E' questo cazzo di potere che mi ha fatto sentire quello che voleva lui e così mi sono adattato!!!" si giusficò mentre si slacciava la cintura di sicurezza e scendeva.
''Dai, non ti arrabbiare, capita!'' disse raggiungendolo ben sapendo che poteva impegnarsi un pò di più per consolarlo.
''No! Sono stanco! Prima di scoprire questa cosa della divinità ero felice! Al settimo cielo! La mia vita era perfetta! Le uniche cose che mi stressavano erano i ciuffi ribelli che non si mettevano al loro posto! Guardami ora, invece! Delirante in mezzo ad una strada di campagna dopo aver baciato un ragazzo non perchè veramente lo volessi ma perchè sentivo che lui era attratto da me, dopo aver rischiato di annegare e dopo aver accumulato una ingente quantità di stress sicuramente non mio ed altre sensazioni estranee che prendo solo il prestito giusto il tempo di rovinarmi la giornata!'' urlò camminando all'indietro per guardare in faccia Jord mentre l'asfalto in cima alla salita tremava un pò.
Jord lo raggiunse e tentò di consolarlo cercando di richiamare all'attenzione Wasser che proprio in quel momento aveva avvistato qualcosa di insolito scendere per la strada. 
''Wasser, mi stai sentend... ma che cavolo!?'' esclamò sentendo i piedi bagnati. Abbassò lo sguardo e vide una modesta quantità d'acqua scendere per la salita fino a raggiungerli facendo diventare l'asfalto più scuro.
''Jord, hai messo il freno a mano?'' domandò il biondo mentre alternava il suo sguardo dall'amico alla macchina su in cima.
''Perchè?'' domandò Jord ma non ottenne nessuna risposta poichè l'amico lo prese per il braccio e iniziò a trascinarlo correndo. Non sapendo il motivo della corsa, Jord si lasciò trascinare non appena vide il SUV di Wasser scendere per la discesa ad una velocità abbastanza elevata.
Corsero un pò quando Jord si fermò frenando anche Wasser.
''Senti tu usa l'acqua sull'asfalto per frenare la macchina, io innalzerò una salita.'' propose Jord mentre la macchina si avvicinava.
''Non conosci l'acquaplaning, vero? Vabbè, lascia perdere: corriamo!'' rispose scuotendo la testa.
''No! Sono il dio della terra, posso riuscirci!''commentò e allungò le braccia lungo l'asfalto.
Passò qualche secondo e non accadde nulla. 
''Ti prego, dimmi che vuoi fare tutto all'ultimo secondo!'' pronto per scattare di lato ed evitare la macchina.
''Non ci riesco!'' commentò sottovoce quando la macchina era troppo vicina, così vicina che lo prese in pieno.
In realtà fu Jord che prese in pieno la macchina. Qualche secondo prima dell'impatto, il ragazzo aveva istintivamente portato le mani in avanti usando così per la prima volta la sua superforza che gli impedì di finire fotocopiato sull'asfalto.
''Ma come?'' domandò Wasser nel vedere Jord fermare un SUV con solo due mani.
''Non lo so, ma sali e alza il freno! Sta cosa pesa!!!'' commentò. 

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Capitolo 19
*** Quello che le donne non dicono ***


Chiedo scusa a Flaubert XD
Quello che le donne non dicono
 
 ''Da quand è che ti piace leggere letteratura francese?'' domandò Luft sfilandosi le pantofole e buttandosi sul letto.
''Infatti lo trovo estremamente noioso.'' spiegò Brand gettando il libro sul letto.
''Tuttavia è un regalo!'' aggiunse allungandosi per prenderlo.
''E di chi è?'' domandò Luft sottraendolo di colpo dalle grinfie dell'amica.
''Di nessuno!'' protestò Brand fendendo l'aria con le mani cercando di prendere il libro fuori dalla sua portata.
''Allora non ti importerà se strappo qualche pagina...'' minacciò maliziosamente la ragazzina mentre lo sfogliava lentamente.
''Cosa? NO!'' strillò Brand portando i pugni a contatto con le labbra.
''Allora spiegati!'' ordinò la ragazzina e subito Brand arrossì sedendosi meglio sul soffice materasso.
''Si chiama Fuel. Credo abbia vent'anni e lavora alla vecchia libreria che mi consigliò Jord tanto tempo fa. Sembra un universitario ma non so quanti anni ha...'' disse intrecciandosi le mani.
''La mia piccola Brand è innamorata!'' strillò Luft sbattendo le braccia come fosse un uccello.
''AHI!'' strillò poco dopo sentendo un osso schioccare a causa del movimento.
''Mi piace tanto! Mi piace come non mi è mai piaciuto nessuno!'' disse Brand mentre si buttava all'indietro e si metteva un cuscino sul viso subito seguita dall'amica tutta felice per la notizia.
''Ci hai mai parlato?'' domandò Luft mentre giocava con una ciocca di suoi capelli.
''La prima volta ho fatto una figuraccia pessima! Gli ho ustionato un dito e sono corsa via senza proferir parola, chissà cosa pensa di me! Ah, quasi dimenticavo, ho avuto una visione dove ci baciavamo in abito da sera!'' spiegò Brand mentre si toglieva il cuscino dal viso.
''Cosa? Questo implica un lieto fine!'' azzardò Luft saltellando sul materasso.
''Non per forza! Può anche essere una cosa simbolica come il primo sogno strano che ho fatto.''
''Non fare la scettica! Cosa vuoi che ci sia di simbolico in un bacio??'' protestò dolcemente Luft mentre sbatteva le palpebre velocemente.
''Tu piuttosto? Come mai sei così felice?'' domandò Brand squadrando l'amica da capo a piedi.
Lì per lì Luft stava per inventarsi una scusa ma sapeva che di Brand poteva fidarsi così rispose velocemente sperando invano che l'amica potesse capire qualcosa.
''Ho baciato Torm!'' sputò via.
''Tu cosa?'' domandò Brand con gli occhi sgranati.
''Lo so, ho sbagliato, ma lui è così affascinante!'' si giustificò Luft lanciandosi disperata sul materasso.
''Ma stai insieme a Mel!'' bascicò Brand sotto shock.
''Buongiorno!'' ironizzò l'altra.
''E avete tentato di uccidervi l'un l'altro... due volte!'' aggiunse ricordando la lotta e il volo che Luft aveva fatto fare a Torm qualche giorno prima.
''Lo so, ma questo è perchè non so ancora controllare la mia telecinesi! Fatto sta che è un ottimo baciatore!'' disse chiudendo gli occhi.
''Ma tu ami Mel!'' le ricordò Brand.
''Non credo di amarlo più. Ci sto bene assieme ma non mi sento più tanto stimolata da lui come in passato. La nostra relazione è caduta nella più monotona inerzia.'' concluse saggiamente.
''Ragazze, volete andare a letto? Sono le undici passate!'' la voce della madre di Luft riecheggiò per i corridoi fino ad arrivare alla camera delle dirette interessate.
''Sì, mamma!'' rispose Luft mentre si alzava ed andava a spegnere la luce.
''Buonanotte!'' sussurrò Brand e subito l'altra le rispose con il suo tipico tono gioioso.
 Brand Si svegliò in un inferno. Il letto non c'era più e si trovava distesa sopra una specie di zatterra fatta di terriccio la quale galleggiava sopra un mare di lava bollente e rossastro.
Si girò attorno cercando una via d'uscita ma le fiamme glielo impedivano, non le permettevano di saltare oltre con un tono di dispotismo decisamente poco illuminato. Non era il solito fuoco che Brand era abituata a controllare, era diverso, era più energico, aveva quasi acquisito un'identità propria. Stava indietreggiando quando si voltò e vide qualche movimento strano da parte della lava: gran parte del magma si concentrò in un punto alzandosi fino a diventare una specie di piccola montagna sulla quale una figura talmente scomposta da sembrare tutto meno che umana. 
''Chi sei?'' domandò Brand.
''La tua fine!'' rispose la figura sibilando come un serpente prima di avvolgere Brand in un manto di fiamme e magma.

La ragazza si svegliò di colpo alzandosi di scatto dal letto. Luft dormiva profondamente e non si accorse dei movimenti dell'amica.
Cosa fare? Avvisarla? Decise di lasciarla dormire di un lungo e tranquillo sonno: per i problemi c'era tempo. Si sbagliava.

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Capitolo 20
*** Complementariamente opposti ***


Complementariamente opposti

''Buongiorno!'' strillò la professoressa Sigan facendo trasalire Wasser che per poco non rovesciava il caffè preso alla macchinetta della scuola.
''Salve...'' rispose il ragazzo mentre si sistemava gli occhiali da sole sul naso.
''Come mai quegli occhiali in una giornata talmente livida?'' domandò la professoressa cercando di guardare oltre le lenti scure senza riuscirci. Era poco più bassa di Wasser ma sembrava sua sorella maggiore tanto era giovane.
''La mia vicina ha pianto tutta la notte.'' spiegò il biondo abbassando gli occhiali così che la sua insegnate potesse vedere gli occhi arrossati contornati da due occhiaie da palcoscenico.
''Quindi tu hai pianto di conseguenza. Che potere palloso!'' disse annuendo sovrappensiero .
''Perchè non cerchi una soluzione?'' domandò dementemente.
Come primo impulso Wasser ebbe quello di tirarle un bel ceffone e, perchè no, buttarle il caffè addosso (non lo ametterebbe mai ma lo avrebbe voluto fare).
''Le pare che sia stato fermo, con le mani in mano ad aspettare che una musa illumini e mi indichi la via per imparare ad usarlo meglio? Be, si sbaglia!'' tuonò nervosamente il ragazzo mentre sorseggiava il caffè.
''Allora non hai cercato come si deve. Ti può aiutare solo chi ti è complementariamente opposto.'' disse la professoressa togliendo il caffè dalle mani del ragazzo per berlo ed andarsene lasciandolo a bocca asciutta.
Camminando per i corridoi alla ricerca della risposta, Wasser pensò bene di capire cosa gli altri provassero nei suoi confronti, tanto per smascherare gli ipocriti o eventuali ammiratrici. Doveva imparare ad usare il proprio potere iniziando a concepirlo non come un peso ma come un dono che lo distigueva maggiormente dagli altri, questo lo aveva capito fin dal primo istante ma aveva rimandato nella speranza che tutto si risolvesse da solo. Si concentrò lievemente ed iniziò a captare qualcosa. 
''Invidia... Ammirazione... Lussuria... Amore... Ancora invidia... Disprezzo... Stima... Ancora Lussuria... ancora invidia... Disprezzo... Amicizia... Rancore... Antipatia... Simpatia... Divertimento... Gioia... Tristezza... Senso di smarrimento...'' In preda ad un lieve panico, Wasser intuì che non stava più captando solo le emozioni che gli altri provavano verso di lui ma altri sentimenti random provenienti da studenti chiusi in aula o da professori che maledivano quel lavoro. Infine, per evitare una crisi di nervi, si chiuse nel bagno ed aspettò la fine delle lezioni. 

Finì la giornata quando aveva ormai capito cosa doveva fare per aiutarsi. Prese il cellulare e scambiò qualche sms con la sua complementariamente opposta medicina. Le propose di vedersi sul lungo mare e lei accettò.
 
Si incontrarono nel luogo prestabilito all'orario prestabilito con le intenzioni prestabilite.
Led lo salutò con un gesto veloce mentre trasformava involontariamente la sua bibita in una granita rimanendo delusa e un pò scocciata.
Wasser la raggiunse e le porse un cucchiaino di plastica che lei accettò sorridendo iniziando a grattare la superficie dura del ghiaccio.
''Allora, come mai quest'appuntamento?'' domandò Led mentre si ficcava il cucchiaino in bocca.
''Ho bisogno di un favore e solo tu puoi aiutarmi.'' disse concentrandosi sulle labbra della ragazza. 
''Sarebbe?'' domandò sorridendo perchè aveva notato che il ragazzo la stava osservando manco fosse un'opera d'arte.
''Praticamente ho scoperto che sono empatico, riesco a percepire i sentimenti altrui e a viverli come fossero miei...'' 
''So cos'è l'empatia!'' esclamò sorridendo Led interrompendolo.
''Bene'' tossì Wasser imbarazzato ''Comunque ho una teoria... siccome questa cosa mi sta facendo impazzire ho bisogno estremo di qualcuno che con i sentimenti non abbia niente a che fare.''
''E quel qualcuno sarei io?'' domandò Led con il cucchiaino in bocca.
''Sì'' rispose lentamente il ragazzo temendo di averla offesa ma per fortuna non era così.
''Cosa dovrei fare?'' domandò Led mentre alcune immagini si accavallavano nella sua mente.
''Non lo so proprio...'' rispose Wasser poggiando il gomito sul palmo della mano.
''Posso?'' domandò la ragazza avvicinandosi e prendendolo per mano invitandolo ad alzarsi e seguirla.
Andarono in un luogo decisamente più affollato e non appena Wasser vide in lontananza il centro commerciale subito iniziò a comportarsi come una quattordicenne tutta felice perchè la mammina le aveva dato quindici euro per comprarsi qualche cavolata.
''Cavolo, è proprio grave!'' commentò Led mentre si metteva di fronte al ragazzo e quasi istintivamente gli passò una mano sulla fronte.
Subito la psiche di Wasser fu percossa da un'ondata di gelo refrigerante che assiderò in pochi istanti quella parte del suo cervello che generava l'empatia garantendogli un momento di pace assoluta.
Con le lacrime agli occhi per la gioia di poter sentire solo i suoi pensieri, Wasser abbracciò Led sollevandola leggermente a volteggiando dalla gioia.
''Grazie!'' disse il ragazzo staccandosi poiché le braccia iniziavano a perdere sensibilità a causa del freddo.
''Prego, ma credo sia temporanea come cosa.'' commentò Led mettendosi le mani in tasca.
''Questo vuol dire che ci dovremmo incontrare più spesso!'' concluse il ragazzo rispondendo al sorriso della ragazza con uno proprio.

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Capitolo 21
*** Total Eclipse of heart ***


Total eclipse of heart
''Aaah!'' Luft lasciò uscire un gemito di piacere dalle labbra quando Torm si concentrò sul suo collo.
''Zitta, se no ci scoprono!'' l'ammonì Torm divertito mentre le baciava la base della gola.
''Mmm si!'' rispose la ragazza mentre avvolgeva le braccia intorno a Torm per facilitare il trasporto dalla sedia alla scrivania del camerino dietro al teatro.
''Dovremmo farlo!'' propose Torm allarmando la ragazza.
''Cosa? No!'' disse posandogli una mano sul petto ed allontanandolo di poco giusto per dimostrare di avere ancora un pò di controllo ''Sono fidanzata!'' concluse.
''Mi dispiace deluderti ma non ti stai comportando come tale.'' rispose Torm scocciato alzando il sopracciglio dove stava il piercing.
Profondamente offesa da quell'ovvietà sbattuta in faccia, Luft prese più controllo della situazione e ne approfittò per allontanarlo di più con il braccio.
''Hai ragione. Sono una persona orribile! Mi dispiace ma dobbiamo finirla qui!'' esclamò Luft mentre si guardava le mani che le pizzicavano più del dovuto.
''No!'' rispose Torm con troppa enfasi, ''Perchè non lo lasci?'' propose tossendo e evidenziando un certo livello di insicurezza nei movimenti.
''Scherzi, vero?'' domandò Luft ridendo alla riposta ma tornando seria nel vedere l'impassibilità sul viso di Torm ''Non posso lasciarlo, lo amo!'' mentì Luft mentre guardava in basso per non vedere Torm.
''Non è vero!'' rispose prontamente Torm con un tono gelido ma Luft non aggiunse altro ''Dì la verità, non ti fidi di me.'' disse Torm riabbottonandosi li primi bottoni della camicia.
''In che senso?'' domandò Luft solo per prendere tempo visto che sapeva bene cosa intendesse l'altro.
''Nel senso che se tu ti saresti fidata di me a quest'ora saremmo felicemente fidanzati.'' spiegò incrociando le braccia.
''Non credevo tu volessi fidanzarti.'' concluse Luft mentre gli oggetti sulla scrivania iniziavano ad allontanarsi dalla ragazza verso il bordo per poi cadere come spinti da una forza invisibile.
''Credi mi piaccia essere solo il tuo secondo uomo? Essere un trastullo, qualcuno che chiami per passare delle serate divertenti fini a loro stesse?'' domandò retoricamente Torm mentre prendeva la giacca e usciva dalla stanza.
''Aspetta!'' urlò Luft scendendo dalla scrivania (movimento che le costò uno schiocco delle scapole) iniziò a rincorrerlo chiamandolo mentre un paio di porte inizarono ad aprirsi e sbattere mosse dalla telecinesi della ragazza.
''Aspetta!'' ripetè abbracciandolo da dietro sperando così di impedirgli di continuare a muoversi.
Rimasero immobili, come quella prima volta nel camerino ma questa volta fu Luft a girarsi mettendosi di fronte a lui e baciandolo prendendogli il volto fra le mani.
''Scegli, o me o lui!'' concluse freddamente Torm mentre si passava la lingua sulle proprie labbra per assaporare il burro cacao che la ragazza gli aveva trasmesso.
Lei non rispose, lui se ne andò. 

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Capitolo 22
*** Stream of consciousness ***


A Joyce!
Stream of Consciousness
 
''Ok, calmati, quello che è successo domenica con Wasser non è niente di strano, anzi direi che è normale per i miei standard. La Sigan mi aveva avvisato che sarei diventato super forte quindi di cosa mi preoccupo? Ah già, mi preoccupo di sfracellare persone con un solo tocco della mano. Ma non siamo ridicoli non potrei mai e poi quanto sono forte? Devo saperlo subito. Se provo a sollevare l'armadio scommetto che non ci riesco...... Ok, ci sono appena riuscito e sembrava anche abbastanza leggero ma questo non vuol dire niente.
Se provassi a fare un buco nel muro? Non voglio ritrovarmi però nella casa della vicina e poi chi pagherebbe i danni? E come lo spiego ai miei che ho fatto un buco nel muro? Cos'è questo rumore? Merda! Cos'è questa? Una crepa? Ho fatto una crepa sul pavimento solo camminandoci? Ma che... cosa... non è possibile! Quanto posso pesare per graffiare del marmo? Chissà la mamma dove ha messo la bilancia. L'ultima volta era in camera da letto sotto al fasciatoio, speriamo che non abbia cambiato posto... favolosa prevedibilità.
Allora? Quanto possono pesare? Si accettano scommesse signore e signori, 1 a 10 che peso più di 90 kili e 1 a 30 che non riesco a sciogliere questo nodo delle scarpe prima di un minuto. Fatto, scommessa persa.
Ora, salgo, chiudo gli occhi. Ti prego, fa che non sia tropp... Le ultime parole famose. Ora come lo spiego a mia madre che ho rotto la bilancia semplicemente salendoci sopra? Non  ha senso... e poi guarda, tutto questo vetro per terra e non sanguino nemmeno. Già, perché non sanguino? Non tengo nemmeno le calze e...ovviamente i pezzi di metallo preferiscono deformarsi piuttosto che entrare nella mia pelle. Che cazzo. Ora provo per davvero a farmi male; basta andare in cucina, prendere un coltello e... non aver paura, basta un piccolo colpo in una parte del corpo che ritengo inutile. Escludiamo collo, mani, testa, torace, fianchi, ginocchia, piedi... dai ho deciso provo a trafiggermi il polpaccio.
Dannato jeans, arrotolati! Sei troppo stretto e... dalla trafila troppo fragile. Vabbè dai tanto non si contano più i danni in questa casa. Pronto? al mio tre ti colpisci. Uno, due... TRE! Apri gli occhi: hai sbagliato mira. Cazzo, no! La lama... si è... piegata? Ho piegato una lama di metallo? Sono invicibile. Clark Kent dei poveri... E se spezzo la schiena ad una ragazza durante un lento? Ma che vado dicendo, non so ancora chi invitare. Sarà come ha detto la Sigan? Sarà che ora tutte mi vogliono? Il problema è che io non voglio tutte. Chi conosco di terzo oltre Luft? Quella sua amica carina... con gli occhiali e la coda perenne... come si chiama!? Oprah? No... Odri? Figurati... O... O... OPERA! Speriamo sia libera, tanto con la fortuna che mi ritrovo sarà già fidanzata se non addirittura sposata. Ora devo mettere a posto tutto questo casino. Che palle!''

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Capitolo 23
*** Tutto torna ***


Scusate la brevità del capitolo ma gli esami di stato richiedono concentrazione. Se facessi una tesina su Dèi ed altri dèI? Ahahahaha XD
 
Tutto torna

''Vedo... Vedo un cane!'' Madama Manfredonia ce la stava mettendo davvero tutta a leggere la mano di Brand ma non riusciva a vedere nulla, anzi non riusciva ad inventare cose che potessero vagamente avvicinarsi alla realtà.
''Sono allergica al pelo dei cani.'' concluse Brand falsamente affranta ma interiormente divertita.
''Allora è un... un ragazzo.'' concluse Madama Manfredonia con tono saccente.
''Come può confondere un cane con un ragazzo?'' domandò Brand ridendo di gusto ed offendendo la sensitiva.
''Senti se sei venuta qui per insultarmi sei pregata di sloggiare, ragazzina!'' rispose acidamente la donna interrompendo il contatto tattile con la cliente.
''In realtà vorrei provare io a leggerle la mano.'' concluse Brand tornando seria ed asciugandosi una lacrima appena nata dall'occhio a causa del tanto ridere.
''Prova, principiante!'' concluse in modo snob Madama Manfredonia mentre le offriva la propria mano.
''Allora...'' disse Brand quando i solchi sulla mano della donna iniziavano ad allargarsi ed unirsi convergendo in un unico vortice presente al centro della mano dove iniziava a essere proiettata una scena in bianco e nero.
 
Era buio, un orologio segnava le 02:34 di venerdì 21 marzo. Riconobbe l'interno del negozio dove ora stava. Un uomo ruppe il vetro della porta infilando una mano coperta da un guanto nero e facendo scattare la sicura potendo così entrare nel locale. Poi la scena cambiò di colpo: Titoli secondari di un giornale che non conosceva commentavano il furto avvenuto ai danni della povera Madama Manfredonia che ''perdette tutto in una sola notte''.
 
''E' inutile che fingi, tesoro!'' disse la donna ritraendo la mano svegliando Brand da quel sogno catatonico in cui era caduta involontariamente.
''Ma... ma io...!'' balbettò Brand cercando di parlare mentre la donna la spingeva fuori dal locale con poca grazia.
''Ecco, ti rimborso la seduta ma non tornare più!'' tuonò la donna mettendole i soldi in mano e sbattendole la porta in faccia.
''Gentile!'' le urlò contro Brand segnandosi su un foglio quello che aveva visto.

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Capitolo 24
*** Peace and Love ***


Peace and Love

''Ti prego, non lasciarmi!'' disse Jord tutto rigido mentre camminava per i corridoi al fianco di Wasser.
"Tranquillo, ho raccolto tutte le informazioni principali e ho scoperto dov'è il suo armadietto quindi basta che vai lì e le chiedi di venire al ballo con te.'' disse il ragazzo stringendogli un braccio attorno alle spalle.
''E se non le piaccio?'' domandò impaurito.
''Ne scegli un'altra!'' rispose prontamente Wasser. ''Il mare è pieno di pesci.'' aggiunse ridendo leggermente ma bloccandosi vedendo il viso serio dell'amico.
''Dai, è anche amica di Luft e tu sei pure diventato uno strafigo... anche se un cambio di look non t farebbe male!'' aggiunse Wasser guarando la felpa dove era avvolto l'amico.
''Hai ragione... domani torno con altri indumenti e le faccio la proposta!''
''Non se ne parla proprio!'' disse Wasser afferrando l'amico e portandolo di nuovo al suo fianco impedendogli di completare quell'inversione a U ''Eccola! Vai, chiedile come sta e poi spara subito la proposta. La voce deve essere calma e profonda ma non rauca... Pronto? Via!'' e lo incitò a muoversi.
''Tu non vieni?'' domandò Jord spaesato mettendosi le mani in tasca.
''No, rimarrò qui e leva le mani dalla tasca.'' e gli fece cenno di andare.

* * * * * *

''Piccoli marpioni crescono?'' domandò Brand succhiando una bustina di miele alle spalle di Wasser.
''Gli ho inegnato tutto quello che c'era da sapere... il resto gli verrà naturale.'' disse Wasser alzando le spalle e appogiandosi alla parete.
''Tu come stai? Passata la malinconica empatia?'' domandò la ragazza.
''Va meglio.'' tagliò corto il biondo cercando subito di cambiar discorso. ''Corre voce che hai conosciuto un tizio!'' aggiunse facendo il vago.
''Cosa? Io? Nono... Scherzi?'' rispose istericamente ma cedette non appena l'amico sollevò il sopracciglio.
''Va bene, sono perdutamente innamorata di un universitario che lavora in una libreria.'' sbuffò tornando a succhiare il miele.
''Lo inviterai al ballo?'' domandò tornando a guardare Jord che sembrava non cavarsela troppo male.
''No, non ci vengo al ballo quest anno.'' rispose la ragazza.
''Perché no?'' domandò voltandosi ancora verso l'amica.
''Non ne ho voglia.'' spiegò.
''Non è vero, ne hai una voglia matta... lo sento!'' sorrise il ragazzo.
''Odioso... Ora torno in classe, fammi sapere come va a finire.'' disse Brand avviandosi per i corridoi.

* * * * * *

''Ciao, Opera.'' disse Jord uscendo le mani dalla tasca.
''Ehi, Jord, come va?'' rispose girandosi in modo solare.
''Benissimo, te?'' rispose guardando altrove.
''Un pò stressata per il teatro, ma per il resto tutto bene... Te?'' domandò chiudendo l'armadietto ed accennando una passeggiata per i corridoi.
''Bene... Senti... Michiedevoseavrestivogliadiveniraalballodipreimaveraconme!'' sputò fuori Jord così velocemente da temer di dover ripetere tutto.
''Certo!'' rispose Opera facendo spallucce.
''Cosa?'' domandò incredulo.
''Sì, va bene! Verrò.'' gli sorrise amabilmente entrando in classe.
''Ok, va bene!'' e tornò barcollando da Wasser che attendeva distrattamente al luogo d'origine.

* * * * * *

''Facciamo pace?'' domandò una voce dietro Wasser.
Il biondo non rispose, si limitò a guardare Jord allontanarsi al fianco di Opera.
''Dai, mi manchi.'' disse la ragazza poggiando il mento sulla spalla del ragazzo.
''Devo raccontarti tante cose e ho bisogno del tuo aiuto, del tuo giudizio e di qualche consiglio e nessuno come te può aiutarmi.''
Ancora silenzio.
''Sto in un casino pazzesco.'' Nulla.
''Mi dispiace tanto per quella storia del teatro ma ero entrata in panico e quel che peggio è che ti ho sacrificato nel cercare di salvare qualcosa che sta cadendo a pezzi comunque. Mi dipiace'' Silenzio.
''Allora?'' domandò la ragazzina.
''Ti avevo già perdonato prima.'' rispose Wasser sorridendole.

* * * * * *

''Allora? com'è andata?'' domandò Luft raggiungendo Jord nel corridoio.
''Ho un accompagnatrice al ballo...'' canticchiò contento. ''Voi chi porterete?'' domandò ai suoi due amici ma essi tossirono evitando la risposta.
''Prima voglio sapere com'è andata!'' disse istericamente Luft prendendo Jord sottobraccio mentre Wasser tornava in classe salutandogli.
''Quindi?'' domandò Luft lentamente.
''Niente è stato abbastanza veloce ed indolore...'' rifletté Jord con il cuore ancora affannato da quell'impresa titanica.

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Capitolo 25
*** Auguri, Wasser! ***


Auguri, Wasser!
 
Il biondo fu svegliato dalla madre con dolcezza alle sette del mattino. Wasser abitava vicino la scuola ma quel giorno il risveglio venne anticipato di una buona mezz'ora.
''Wasser? Auguri, tesoro!'' gli sussurrò mentre gli toglieva le coperte di dosso incitandolo ad alzarsi.
''Mmmmmmmmmmmmmmmh'' rispose il ragazzo ancora troppo stanco per aprire gli occhi ed attivare il centro del cervello dedito alla buona educazione.
''Forza, torta e regalo ti aspettano.'' sentenziò la madre uscendo dalla stanza.
Come uno zombie, Wasser si alzò lentamente grattandosi la nuca e scompigliandosi i capelli già abbastanza disordinati. Poggiò i piedi nudi per terra e si avviò in cucina dove una torta al cioccolato e una scatola con un fiocco blu regnavano allegramente.
'Buon 14 Marzo' recitava il biglietto e dopo essersi tagliato una generosa fetta di torta scartò il regalo senza troppe cerimonie. La madre si stava truccando nell'altra stanza quando il ragazzo vide il contenuto e sorrise di gioia: un paio di occhialini con la montatura bianca su cui regnava la scritta WASSER stilizzata e di un forte blu che richiamava il colore delle lenti.
''Grazie!'' urlò finendo di mangiare la torta sicchè la madre potesse sentirlo.
Dopo che si preparò vestendosi obbligatoriamente in blu (lo faceva ad ogni compleanno) aprì la porta di casa pronto per uscire ma un'altra sorpresa lo bloccò.
''AUGURIIIII!" urlarono i suoi amici facendo prendere un infarto all'amico che dopo sorrise leggermente e portandosi una mano fra i capelli.
''Possiamo entrare? Siamo stiati fermi qui fuori da venti minuti nell'attesa della tua regale apparizione.'' spiegò Brand entrando senza che il permesso le fosse veramente concesso.
''Come siete venuti a conoscenza del mio compleanno?'' domandò Wasser facendo entrare gli altri due.
''Abbiamo curiosato in segreteria a scuola...'' rispose vagamente Luft appoggiadosi allo schienale del divano.
''Allora, come ci si sente a essere un vecchio diciannovenne?'' domandò Jord sapendo di toccare un tasto dolente.
''Una favola!'' commentò Wasser con un sorriso finto stampato in volto che nascondeva un certo fastidio tipico dei suoi compleanni.
Andarono tutti e quattro a scuola e poi ognuno prese la propria via. Molti fecero gli auguri al ragazzo ma Wasser li deviava tutti con un sorrisetto o ringraziamenti di circostanza. Odiava i compleanni, soprattutto i suoi.
Quel giorno andò in piscina ed evitò Ygro con tutte le sue forze poiché non voleva ricadere nello stesso sbaglio labiale di qualche tempo fa ma ovviamente non ci riuscì.
''Ho saputo che è il tuo compleanno!'' esordì Ygro vedendolo arrivare.
''Già... Grazie per gli auguri...'' rispose distrattamente mentre entrava nello spogliatoio.
''Veramente non te li ho ancora fatti.'' commentò Ygro un pò stranito dalla risposta ''Ma arguisco che tu non ne voglia affatto... Vero?'' domandò aspettando una risposta che arrivò dallo sguardo di Wasser e non dalla sua bocca.
''Vero!'' si rispose ''Ci si vede in acqua.'' aggiunse il ragazzino.
Gli allenamenti lo aiutarono a scaricarsi e quando uscì dalla piscina si godette per un istante quell'aroma di cloro impregnato nel suo naso e nella sua pelle.
Mentre si gustava quella delizia olfattiva vide Led seduta su una panchina poco distante dall'entrata della costruzione.
''Ehi!'' urlò la ragazza salutandolo con la mano.
''Ehi!'' urlò in risposta Wasser che con un sorriso spontaneo andava a raggiungere la ragazza.
Sarà per gli allenamenti, sarà per l'odore di cloro datogli alla testa ma appena vide Led, Wasser si sentì già meglio. 

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Capitolo 26
*** Like it or not ***


Like it or not
 
''Non credevo avresti accettato l'invito.'' commentò Fuel aprendo la porta del locale facendo entrare Brand per prima.
E io non credevo m'avessi mai invitato. pensò Brand limitandosi a sorridere ed entrando.
''Va bene come locale? Forse è esageratamente elegante... proviamo da un'altra parte?'' domandò il ragazzo rimanendo sulla soglia.
''Tranquillo, è perfetto.'' disse Brand sforzandosi di intuire se quella sera si fosse rivelata la stessa della visione avuta tempo fa.  
La ragazza si tolse la giacca rivelando un abbigliamento elegante ma allo stesso tempo ordinario per i suoi standard. Fu strano per Brand passare dai jeans, dalle camicette a scacchi nere e rosse e dalle converse a vestiti a tubino accompagnate da distruttive scarpe tacco 10.
Doveva soffrire in silenzio.
''Allora, parlami di te...'' disse gentilmente Fuel dopo essersi seduti ed aver ordinato ad un cameriere antipatico.
''Ho fatto 18 anni questo dicembre, mi piacciono la fisica e la biologia e adoro le candele accese.'' disse Brand facendo cadere lo sguardo sulle tre candele che bruciavano al centro del tavolo. ''Tu?'' domandò la ragazza senza distogliere lo sguardo dalle fiamme.
''Io? Mi chiamo Fuel, ho 21 anni e lavoro in una libreria. Studio ingegneria meccanica e sono al secondo anno. Mi piacciono le canzoni al pianoforte e le stelle.'' disse guardando affascinato gli occhi di Brand illuminati dalle fiamme delle candele.
''Davvero?'' Chiese la ragazza sentendosi stranamente sensuale e accaldata. ''Sta' a guardare...''.
Dopo aver fissato troppo intensamente il fuoco, i freni inibitori di Brand avevano perso quella solita elasticità e la stessa ragazza si comportava come non si sarebbe mai comportata la vera Brand. Non era posseduta, era solo ipnotizzata.
Sussurrò qualcosa all'orecchio del pianista, prese il microfono anni 50 in mano e si sciolse i capelli.
''Questa canzone la dedico al mio cavaliere.'' disse la ragazza sensualmente.
 
You can call me a sinner
But you can't call me a saint 
 
Le luci della stanza furono spente immediatamente per lasciare spazio ad un'atomosfera più consona alla canzone che Brand stava cantando.
 
Celebrate me for who I am
Dislike me for what I ain't 
 
Brand si muoveva lentamente mentre faceva scorrere il suo corpo vicino all'asta del microfono senza sembrare tuttavia volgare.
 
Put me up on a pedestal
Or drag me down in the dirt
Sticks and stones will break my bones
But your names will never hurt .
 
Tutta la sala era ipnotizzata dalla ragazza, camerieri, clienti e cuochi facevano a gara per poterla vedere meglio mentre Fuel era ormai partito per un'altra dimensione.
Poichè quest'assenza totale dei neuroni si era anche verificata nel sesso femminile, nessuno si accorse che le fiamme delle candele iniziavano a crescere.
 
I'll be the garden, you'll be the snake
All of my fruit is yours to take
 
Le fiamme sfioravano i 20 centimentri mentre la cera chiara colava sulle tovaglie senza che nessuno si preoccupasse di toglierla poiché tutti erano occupati a sentire una certa cantante.
 
Better the devil that you know
Your love for me will grow
Because 
 
Ora le candele erano completamente consumate, la cera colava sulle gambe dei clienti e sulla moquette sintentica.
 
This is who I am 

Una tenda prese fuoco seguita da qualche poltrona e parte della moquette. Sia Brand che tutto il resto del ristorante si risvegliarono da quello stato catatonico in cui erano caduti e ora correvano in preda al panico fuori dal locale.

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Capitolo 27
*** A volte...ritornano. ***


A volte... ritornano.
 
Jord amava il calcio, lo considerava come uno dei più nobili sport di questo mondo anche se molto spesso era contornato da molto meno nobili abitudini, azioni o attitudini.
Odiava vedere gente sbraitare come assassini unni in cerca di città da assiedare, odiava vedere i calciatori essere scorretti fra di loro tradento il vero spirito del gioco poiché 'vincere era più importante', odiava la marea di soldi che si sprecava (e sottolineava questo verbo) per comprare ed elogiare persone brave ma culturalmente poco attraenti.
Tutto il resto però lo amava: la squadra che esultava quando uno di loro faceva goal, il rincorrere quella palla rendendola l'oggetto più bramato di questo mondo e andare allo stadio (lo preferiva alla meccanica televisione) per esultare per la propria squadra e complimentarsi con l'avversaria.
Tutto questo enorme preambolo serve per far capire a te (posso darti del tu?) , caro lettore, le ragioni che spinsero Jord a partecipare ad una partita scolastica di calcetto.
Non che avesse mai provato a giocare ma dopo tutto quel tempo passato a studiare le tecniche usate dai vari calciatori Jord si dimostrò uno dei migliori in campo.
Era abile a muovere i piedi intorno alla palla e ancora più abile a schivare le manate o le gomitate altrui anche perchè avrebbe rischiato di fratturare tante ossa non sue, vista la sua super-forza e resistenza.
L'avvenimento che l'avrebbe reso famoso in tutta la scuola accadde quando, dovendo sostituire il calcio di punizione che avrebbe dovuto effettuare un amico che non se la sentiva, Jord notò che fra gli spettatori c'era Opera.
Perdendo un po' del controllo a cui era costantemente abituato, Jord colpì furiosamente la palla poiché voleva fare assolutamente goal per farsi bello agli occhi della ragazza. L'obiettivo riuscì, solo che a causa della forza impressa nell'azione, la palla sfondò completamente la rete di stoffa della porta e quella di metallo della 'gabbia' che circoscriveva l'area del campo.
Ci fu un silenzio assordante in cui Jord meditò se fuggire o no ma, grazie al cielo, subito dopo un onda di urla d'ammirazione si alzarò e il ragazzo fu trasportato come un trofeo verso gli spogliatoi mentre Opera sorrideva raggiante.
Mezz'ora dopo camminava per il lungomare della città con i capelli ancora umidicci godendosi il calore del sole sulla sua pelle e l'immagine impressa di Opera che sorrideva per lui. Stava bene, si stava rilassando, era felice, ma qualcosa lo colpì maggiormente.
Su un albero una pianta iniziò a nascere in maniera veloce come un parassita in bisogno di linfa su cui arbusto faceva capolino un fiore rosso a strisce viola.
Jord riconobbe subito quella tecnica, si voltò e saluto Silva.
''Come va?'' domandò la rossa stringendolo in un abbraccio eccessivamente affettuoso.
''B-bene!'' balbettò il ragazzo sorpreso da quel gesto che era abituato a riservare solo ai veri amici ''Dove sei stata?'' domandò sistemandosi gli occhiali.
''Ho fatto un viaggetto con mio padre... E tu? Tutti questi muscoli da dove escono?'' domandò Silva tirando un pugno sul petto del ragazzo pentendosene poco dopo.
''Lunga storia... abbiamo 'problemi' con ipoteri!'' sentenziò Jord alzando le spalle.
''Tipo? Non riuscite più a controllare l'elemento al cento per cento?'' domandò la ragazza tornando seria.
''Anche tu? Bene... Ah, abbiamo anche ricevuto dei poteri 'extra' " spiegò il ragazzo indicando il bicipite del braccio destro.
''Anche io. Sta a vedere!'' e dicendo questo la ragazza prese una lima dalla borsetta e si provocò volutamente una ferita sul palmo della mano.
''Sei matta?'' domandò Jord prendendole la mana per vedere quanto fosse profonda e se era il caso di fasciarla.
Apparte il sangue verdognolo e semitrasparente che aveva già notato nella battaglia di tanto tempo fa, Jord si stupì nel guardare che la ferita si richiuse e guarì in pochi secondi senza lasciare traccia.
''Posso anche farlo su altre persone!'' aggiunse la ragazza.

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Capitolo 28
*** Swan ***


-8 agli esami e io trovo il tempo e la voglia di scrivere questo racconto... Maturità, sto arrivaaaaaaaaaaaaaaaando!!!
 
Swan
 
''Grand-Plies, Fouttès, Arabesque...'' L'insegnante di ballo stava elencando i passi a distanza di 10 secondi l'un dall'altro sottolineando ogni cambiamento con un rumoroso colpo di bastone (che in realtà era un scopa ma nessuno dei suoi alunni osava farglielo notare) sul pavimento.
Come al solito Luft si stava mostrando la migliore ma anche la più rumorosa. Ogni volta che muoveva le braccia, le scapole le schioccavano rumorosamente facendo sembrare quei movimenti una tortura quando, invece, non sentiva alcun dolore.
''In quinta... Echappè...'' ma questa volta Luft si lasciò sfuggire un gridolino di dolore poiché questa volta le scapole le avevano fatto male.
''Se non riesci a danzare perchè sei venuta?'' domandò acidamente l'insegnante.
''Perché prima non mi faceva male... ahi!'' rispose Luft facendo qualche movimento con il braccio.
''Ma ora sì... per oggi può bastare. Domani vi ricordo che non c'è lezione, riprenderemo Lunedì.'' sentenziò la donna.
Luft aspettò che tutti uscissero, insegnate compresa, e si sedette al centro della sala. Era un rituale che applicava ormai da qualche settimana perchè la aiutava a rilassarsi e a meditare.
Con la mano destra iniziò a tirare un filo dello scaldamuscolo rosa che pendeva sulla caviglia sinistra mentre il dolore alle scapole aumentava.
''Questa è una posizione di danza che non conosco.'' disse Torm entrando dalla porta.
''Che ci fai qui?'' domandò Luft ansimando a causa del dolore.
''Stai bene?'' chiese Torm inclinando leggermente la testa verso sinistra.
''No! Esci che fra un po' arriverà Mel.'' ringhiò Luft contorcendosi dal dolore.
''Che hai?'' domandò Torm inginocchiandosi al suo fianco e sfiorandole per sbaglio la schiena con le mani.
''NON MI TOCCARE!'' urlò Luft dopo che una fitta di dolore la attraversò come un brivido gelido.
''Luft, ma...'' cerco di dire Torm a metà fra lo stranito e l'offeso ma la porta della sala iniziò ad aprirsi lentamente.
Grazie agli specchi che riempivano un'intera parete della sala da ballo, Luft potè riconoscere Mel che stava per entrare ma qualcosa in lei l'obbligò a pensare prima a come avrebbe reagito il ragazzo a vederla con Torm piuttosto che a pensare a sè stessa.
Con una mano spostò Torm con non troppa delicatezza mentre con l'altra, usando la telecinesi che si manifestava solo in momenti di crisi, sbattè la porta in faccia a Mel il quale non riuscì ad entrare e si fece male al naso.
Sempre utilizzando la telecinesi, Luft posizionò il bastone della sua insegnante fra le maniglie della porta sicchè nessuno sarebbe potuto entrare nella sala, tornando così a concentrarsi sul proprio dolore.
''Luft, vieni, andiamo all'ospedale!'' disse Torm con fermezza uscendo le chiavi della macchina dalla tasca della sua giacca di pelle.
''No... sto... bene!'' ma appena finì un grido le usci dalla bocca e tirò su col naso mentre sulle labbra scivolavano lascrime che non ricordava di aver versato.
Purtroppo però il 'problema Mel' non era risolto poiché le ante della porta che dava alla sala avevano una parte in vetro trasparente ma, grazie al cielo, fu Torm che risolse la situazione.
Si alzò in piedi, mise le braccia a croce sul petto e poi le spinse in avanti con grande sforzo come se stesse cercando di cacciare qualcosa.
Subito la sala si riempì di una fitta nebbia mentre Luft afferrò il polpaccio di Torm poichè il dolore rimaneva costante ma potente.
Torm tornò ad inginocchiarsi affianco a lei, le prese la mano, gliela baciò e le chiese per l'ennesima volta cosa avesse. 
Senza curarsi di quello che Torm stava dicendo Luft strinse la mano del ragazzo mentre fuori qualcuno stava iniziando a dare colpi alla porta per entrare.
Istintivamente e contro ad ogni logica, Luft arcuò la schiena e spinse con tutta la sua forza fino a quando dalle scapole uscì qualcosa.
La maglia ed il reggiseno si strapparono mentre due ali enormi ma tuttavia proporzionate al corpo di Luft riempirono la sala.  Erano grandi, piumate e regolari. Sembravano quelle che si attribuiscono agli angeli, solo più belle e curate.
Torm strabuzzò gli occhi mentre Luft rimase impietrita dal vedere quelle due ali spuntare proprio dalla sua schiena che ormai non le faceva più male.
Poco dopo le appendici piumate si ripiegarono su loro stesse sparendo nella schiena di Luft che, inorridita e stanca come non mai, svenne.
''Andiamo, stanno per entrare e la nebbia si sta diradando.'' Disse Torm alzandosi. Prese la ragazza in braccio mentre una piccola parte di sè godeva di quella scena tanto eroica e romantica.
Uscirono dal retro (sempre diffondendo nebbia per l'intera scuola di ballo) e posizionò il corpo di Luft che gli sembrava tanto leggero e fragile sul sedile della propria macchina. Le tolse i capelli dalla fronte e dopo aver fatto il giro si sedette al suo fianco partendo in quarta.
Passarono un paio di minuti prima che Luft si svegliò tutta intontita. Per pochissimi secondi pensò di aver sognato tutto, di essere stata vittime di un brutto scherzo giocatole dalla psiche ma la dura realtà la costrinse a prender coscienza quasi subito che quello che era accaduto apparteneva alla realtà.
Aveva la spalla indolenzita, si sentiva la pelle della faccia tirare per le tante lacrime che aveva versato e le faceva male la gola a causa delle urla che aveva lanciato. Si spostò un po' sul sedile e notò Torm al volante. 
''Dove stiamo andando?'' sussurrò senza forze.
''All'ospedale, ecco dove!'' tuonò Torm mentre il cielo notturno si riempiva di nuvole.
''Cosa, no... non ce n'è bisogno.'' bisbigliò poggiandogli una mano sul braccio con troppa naturalezza.
''Stavi urlando di dolore e... e ti sono spuntate delle ali...'' disse con difficoltà anche perché ancora non ci credeva.
''No, ti prego!'' sussurrò portando i suoi occhi in linea con quelli di Torm.
Il ragazzo accostò perchè per esperienza sapeva bene che non era conveniente discutere mentre si guidava. Si guardarono per un po' ma nessuno dei due dava cenni di cedimento, erano entrambi testardi e determinati. La mano di Luft scivolò dal braccio sulla mano del ragazzo la quale, sotto le dita, sembrava stranamente ruvida. 
Luft la guardò attentamente e vide delle ferite quasi guarite e non troppo profonde mentre sulle unghie della sua mano vi era del sangue rappreso. La ragazza rimase sconvolta poiché non riusciva a collegare le due cose.
''Hai stretto molto forte...'' disse Torm accenando un sorriso.
''Mi dispiace!'' sussurrò senza forze.
''Fa niente, non è niente in confronto a quello che hai passato tu!'' spiegò Torm facendo spallucce.
Colpita dalla frase, Luft trovò la forza per afferrare il ragazzo dal collo e portare le sue labbra a contatto con le proprie. Aveva deciso, avrebbe scelto lui.

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Capitolo 29
*** Prove generali d'armistizio ***


Prove generali d'armistizio
 
''Perchè siamo qui?'' domandò Wasser mentre si controllava le dita della mano sperando di non trovare nulla fuori posto.
''Ho una bella ed una brutta notizia.'' commentò la Sigan in modo poco esuberante.
''Chissà perchè credo che la bella notizia sia niente in confonto alla brutta.'' sospirò Luft gettando la testa all'indietro.
Silenzio. Con la Sigan era difficile rimanere in silenzio soprattutto nel suo ufficio.
''Allora?'' domandò Brand che odiava i silenzi imbarazzanti.
''La bella notizia è che...'' cominciò a dire prima di essere interrotta da Jord.
''Alt! Vogliamo prima la brutta notizia.'' sostenne solennemente il ragazzo.
''Va bene. Gli elementali si sono ribellati.'' disse velocemente sorridendo istericamente ai ragazzi.
''Chi?'' domandarono tutti e quattro inclinando la testa come cani curiosi.
''Gli elementi, quelli che comandate... Hanno preso coscienza e si sono ribellati al vostro comando.'' spiegò pesando ogni parola come fosse un macigno.
''Non credo di capire...'' concluse Wasser anche se il pensiero era perfettamente condiviso dagli altri tre.
''Allora Acqua, Fuoco, Terra e Aria hanno preso vita diventando creature vogliose di libertà. Ecco perché non riuscivate più a controllare bene la vostra parte di elemento.'' parlò la Sigan con fare luttuoso.
''E come sono nati?'' domandò Brand preoccupata.
''Pensiamo che ci sia stato un sovraccarico di energia.'' concluse la professoressa facendo le spallucce.
''Pensiamo?'' domandò Jord calcando la desinenza della prima persona plurale.
''Sì, io, Fos e i vostri 'Genitori' '' concluse la Sigan indicando con il dito indice il cielo.
''Ecco perchè ultimamente non riusciamo a controllare bene i nostri poteri. E ora?'' domandò Luft mordendosi il labbro inferiore.
''Ora... ecco la buona notizia. Dovete riconciliarvi con i Led, Ash, Silva e Torm, unire le forze e combattere contro loro! Tranquilli grazie ai vostri 'nuovi' poteri sarete imbattibili!'' commentò la Sigan sorridendo amabilmente.
''Questa sarebbe la buona notizia?" domandò Jord alzando un sopracciglio
''Io e Fos faremo in modo di contattare Ash... Silva è tornata mentre gli altri due so che li state frequentando ampliamente.'' 
Wasser e Luft tossirono sonoramente non appena la professoressa finì la frase attirando così l'attenzione su di loro.
''Tranquilli, c'è ancora tempo. Stiamo cercando di trovare un compromesso per evitare la battaglia. Per adesso... Sbizzarritevi!'' disse gesticolando allegramente.

''Non mi va di combattere ancora!'' si lamentò Luft appena Jord chiuse la porta dell'ufficio.
''Non abbiamo scelta. Se perdiamo quei pazzi si prenderanno i nostri poteri e addio divinità e benvenuta apocalisse.'' commentò Jord.
''Apocalisse? Suona bene questa parola...'' disse Wasser sorridendo ed uscendo dalla scuola con aria trionfale.

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Capitolo 30
*** Causa ed effetto ***


 

Causa ed effetto

La settimana prima delle gare. Wasser non era nervoso di suo ma a causa del suo potere stava pian piano assorbendo l'ansia degli altri.
Si trovava nel bagno degli spogliatoi maschili poichè anni ed anni di nuoto non erano riusciti ad abituarlo a mettere la cuffia (una volta di cinque ci metteva più di tre minuti).
Stava bagnando l'affare in silicone con l'acqua del rubinetto quando entrò Ygro per fare la stessa operazione.
''Bonjour!'' squillò Ygro.
''E' pomeriggio inoltrato.'' rispose puntualizzando Wasser ora intento ad allargare la cuffia con le mani.
''Excusez-moi.'' disse sedendosi sul bancone in marmo che sorreggeva i quattro lavandini in fila indiana. ''Come mai così nervoso? Preso l'ennesimo brutto voto?'' aggiunse provocandolo.
''Pensa ai tuoi voti, genio della fisica.'' sorrise mentre il suo nervosismo azionò il dispenser del sapone che ormai colava lungo la struttura in marmo.
''Mmm... vedo che le notizie viaggiano veloci quanto i tuoi favolosi 6 in pagella.'' disse vedendo che la mascella e la mandibola di Wasser si contraevano creando quel movimento che a lui tanto piaceva.
Il sapone aumentò ma nessuno dei due se ne accorse poichè troppo impegnati a provocarsi, Wasser per empatia, Ygro per difesa.
''Senti che hai? Ti sei svegliato storto o preferisci aggredire me così, senza motivo come accade da un po' di tempo a questa parte?'' domandò Ygro dopo un po' di silenzio ma Wasser non rispose, si limitava a stare appoggiato contro la parete con una mano che reggeva la fronte.
''Non mi toccare!'' si lasciò sfuggire il biondo mentre Ygro stava per sfiorargli la spalla. Memore di quello che era successo l'ultima volta che era stato toccato, Wasser spostò la spalla bruscamente come per evitare un mostro tentacolare (nonchè stupratore). Evidentemente offeso ed incavolato per quel gesto, Ygro fece per scendere ma poggiò la mano sul sapone e scivolò per terra portandosi Wasser appresso.
Ygro sbattè la schiena e il gomito mentre Wasser evitò di cadergli completamente addosso poiché fermò la caduta stendendo le braccia in avanti.
''Stai bene?'' domandò Wasser mentre lo guardava dritto neglio occhi.
''Sì!'' rispose ancora a metà fra l'offeso e l'estasiato. ''Ti muovi?'' domandò allontanandosi dal suo viso, operazione che richiese la prensilità della mano sul (guarda caso) pettorale di Wasser.
Appena la connessione tattile fu instaurata, Wasser si dimenticò di essere sè stesso e diede il benvenuto al Wasser che provava quello che sentiva il ragazzino.
Lo prese per la nuca e senza troppe cerimonie lo baciò quasi con rabbia visto che Ygro era ancora arrabbiato con lui, emozione che sparì non appena le loro labbra si incrociarono.
Questa volta i baci ed i morsi furono molto più lunghi e passionali e se nessuno avesse bussato per interromperli si sa come sarebbe andata a finire.
Dopo esser stato purificato dalla nuotava e dopo aver preso coscienza di sè, odiandosi per l'appunto, Wasser uscì furioso dalla piscina pregando che un fulmine potesse colpirlo in pieno ponendo fine alle sue sofferenze.
Ma le vie del Signore sono infinite così Wasser, appena vide Led, gettò il borsone a terra, si avvicinò a passo pesante e senza neanche salutarla le prese il volto fra le mani e la baciò.
Un bacio non troppo lungo ma molto morbido, privo quasi di sensualità che sciolse il sangue di Led e rinfrescò la bocca di Wasser.
''Ti amo!'' disse il ragazzo mentre le loro fronti si toccavano. 
 
 
Brand non aveva avuto più notizie di Fuel da quando aveva dato fuoco involontariamente al locale. 
Non che si fosse dannata la vita a cercare di ricontattarlo ma le avrebbe fatto piacere sentirlo e, magari, uscirci un'altra volta scegliendo un locale ignifugo e sicuro.
'Ma che dici, Brand? Non esistono locali ignifughi!' si rimproverò guardando il cellulare che non squillava nè si illuminava.
'Squilla! Squilla! SQUILLA!' lo pregò inutilmente, ma l'attrezzo era decisamente troppo sadico per obbedire alla sua padrona.
Aspettò altri dieci minuti, poi si fece una doccia veloce, lego i capelli fulvi in una coda alta senza neanche asciugarli (non ne aveva bisogno, deformazione divina) e si vestì sportivamente.
Scese le scale di getto e con passo a metà fra l'infuriato e il supplicatore si recò direttamente alla libreria. Esitò un momento prima di spingere la maniglia della vecchia porta in legno ma poi entrò scuotendo la testa.
Fece cadere lo sguardo con discrezione sul bancone ma non lo vide. Vide il vecchietto che c'era prima ma non il suo adorato Fuel.
Percorse quei pochi metri che separavano la soglia dal bancone come una vedova che seguiva il feretro del marito un giorno non troppo gioioso.
''Salve, sono Brand, un'amica-si morse le labbra- di Fuel. Sa per caso dove è andato?'' domandò educatamente.
 ''Brand? Ah sì sì... mio nipote mi ha parlato di te ma ha omesso di dire che sei solo un'amica.'' sorrise il vecchio mentre metteva un libro al suo posto.
''Ti consiglio di affrettarti a raggiungerlo alla stazione.'' sospirò più tardi.
''Stazione? Perché?'' domandò mentre il cuore le si bloccava.
''Sta per partire e tornare all'università.'' spiegò l'anziano signore ma prima che potesse finire la frase, Brand era già proiettata sulla strada a correre. 
La stazione era molto lontana da lì e non avrebbe fatto in tempo correndo e basta. Le serviva un mezzo di trasporto più veloce.
Prese il cellulare e compose un numero che ormai sapeva a memoria.
''Pronto, Wasser? Dove sei? Perfetto, vieni a prendermi in via Allages con l'auto, per favore. Poi ti spiego. Sii veloce!'' lo supplicò mentre correva verso la via.
Stava correndo quando notò la locandina di un giornale datata 21 marzo. Si fermò a controllare la data sull'orologio e ricevette la conferma.
Prese il cellulare ma ebbe una visione. Il treno se ne andava e lei che arrivava alla stazione correndo troppo tardi. Che fare? Non avvisare la polizia e lasciare che la zingara venisse derubata o risparmiare tempo.
'Dannazione, Brand! Sei una dea, comportati da tale!' pensò e si bloccò, prese il cellulare e chiamò la polizia.
''Stasera qualcuno rapinerà il negozio di Madama Manfredonia, mandate una pattuglia la sera tardi e controllate la porta d'ingresso.'' e sbattè il telefono in faccia alla povera operatrice che rimase interdetta ma che annotò comunque luogo e orario.
Maledicendo successivamente Madama Manfredonia, Brand riprese a correre più veloce, arrivò nel luogo prestabilito e sentì un clacson squillare. 
''Serve un passaggio?'' domandò Wasser sporgendosi dal finestrino.
''Ti adoro!'' squillò Brand entrando in macchina freneticamente. ''Andiamo alla stazione...IN FRETTA!'' puntualizzò mentre si allacciava la cintura.
''Cosa fareste senza di me, unico patentato del gruppo?'' domandò il biondo facendo retromarcia e partendo in terza.
Impiegarono poco meno di cinque minuti per arrivare alla stazione. Brand scese senza aspettare che Wasser parcheggiasse ed iniziò a correre come non mai in vita sua. Sentiva che qualcosa di importante le stava sfuggendo, qualcosa che contava da tempo e che la faceva stare bene.
In preda al panico poiché non sapeva da che binario partiva il treno, Brand rimase immobile come quando si è scoperti durante un atto di cleptomania. 
'Concentrati, Brand!' si impose e subito si ricordò quel fondamentale particolare della visione avuta recentemente: binario 6.
Corse, salì le scale, uscì dalla porta, percose un altro corridoio, scese altre scale (sì, alcune stazioni sono davvero babiloniche!) fino ad arrivare al binario 6 ed assistere da spettatrice alla sua partenza.
Il cuore fece un tonfo sordo mentre un nodo alla gola iniziava a farsi insopportabile.
''Brand?'' disse una voce che lei conosceva bene.
Senza esitazioni, Brand si buttò fra le braccia di Fuel che, ancora incredulo la guardava intensamente.
''Che ci fai qui?'' domandò il ragazzo.
''Tuo nonno mi ha detto che stavi per tornare all'università!'' spiegò affannosamente.
''Sì infatti, devo recuperare le lezioni perse.'' spiegò sorridendo.
''Non andare...'' supplicò mentre si scambiarono uno sguardo.
''Non posso mancare oltre.'' aggiunse stringendole la mano.
''Ma... il ballo? Volevo te come cavaliere.'' confessò Brand senza staccare gli occhi da lui.
''Tornerò per essere il tuo cavaliere, lo prometto.'' disse sfiorandole la guancia.
''Ah, devi ridarmi il tuo numero poiché ho perso il cellulare nell'incendio di un paio di settimane fa...'' spiegò Fuel prendendo un pezzo di carta.
Brand glielo scrisse con una grafia un po' tremante e poi si salutarono. Nessun bacio sensuale o romantico, Fuel avvicinò le sue labbra alla fronte della ragazza e la strinse in un abbraccio al quale Brand non aveva forza di ricambiare.
''Ci si vede fra due settimane'' le sorrise e salì sul treno del binario 7 che partì poco dopo.
Brand rimase lì, ferma a guardare il treno scomparire all'orizzonte e restando anche successivamente. Il vento le accarezzava i capelli mentre sentiva che il fuoco del suo cuore andava spegnendosi.
 
 
Era la seconda volta che Jord usciva con Opera. Tecnicamente era la prima ma Jord amava pensare che ci fosse già stata una prima volta quando, un paio di giorni fa, la accompagnò fino  a casa che, ingiustamente, era fin troppo vicina all'istituto.
Invece quella 'seconda' uscita era stata programmata fin nei dettagli più insignificanti. Sarebbero usciti alle 17 poiché Jord era convinto che ad Opera piacessero i tramonti e poi sarebbero andati in qualche locale tranquillo dove avrebbero potuto mangiare e parlarsi senza sbraitare.
Il piano divenne reale quando, alle 16:58 Jord si fece trovare sotto casa di Opera. Aveva indossato una camicia (suggerimento di Brand) rigorosamente inserita nei jeans (consiglio di Luft) e capelli leggermente alzati e imperdibilmente senza gelatina (consiglio di Wasser).
Opera scese con pochi minuti di ritardo che secondo l'ottica Jord sembrarono intere ere.
Passarono il loro tempo a parlare di cose assolutamente poco rilevanti tra cui la scuola, il teatro, i loro interessi, fino a quando non arrivarono sul lungo mare.
Si sedettero su una panchina senza schienale e parlarono, parlarono senza controllo fino a quando i loro volti non vennero arritati l'un l'altro come due calamite.
Stavano per baciarsi quando Jord sentì un suono che aveva già sentito tempo fa ma che non riusciva ancora a collegare. Aprì gli occhi e notò che Opera era bloccata in una posizione plastica.
''Opera?'' chiamò Jord per vedere se reagiva, ma era bloccata.
Si guardò attorno e vide che gli uccelli erano fermi in volo, le macchine congelate in strada e persone ferme. 
''Professoressa Sigan?'' domandò il ragazzo e la donna uscì da dietro un albero.
''Mi stava spiando?'' domandò Jord alzandosi dalla panchina.
''Cosa? No... può darsi. Dobbiamo fare un discorsetto.'' disse avvicinandosi ''Hai presente le api e i fiori...'' continuò la donna mimando le ali delle api.
''Si fermi! So cosa intende!'' si lamentò Jord volgendo lo sguardo da tutt'altra parte.
''Bene... in quanto divinità della terra devi sapere una certa cosuccia...'' 
''Sarebbe a dire?'' domandò preparandosi al peggio.
''Sei troppo fecondo!'' sputò velocemente la donna siedendosi al suo fianco.
''Prego???'' benchè avesse capito perfettamente, la parte razionale di Jord si rifiutava ancora di poter accettare quella limitazione. Non gli pareva giusto.
''Ogni parte del tuo corpo è capace di fecondare una donna... potresti persino metterla incinta con un bacio.'' disse la Sigan alzando le mani come per dire che non era colpa sua.
''Bene... Perfetto!!!!'' urlò Jord tirando un calcio ad un mattone che trapassò due palazzi di fila.
''Calmati!'' sussurrò la donna con fare materno benché fosse spaventata a morte.
''No! Non mi calmo! Le sembra giusto? A me no!'' ringhiò e la terra iniziò a tremare di rabbia con lui.
''Senti, troveremo un modo per aiutarti ma ora smettila prima che tutta la città venga distrutta!'' lo intimò puntandogli contro l'indice mentre svariate crepe si facevano strada per l'asfalto.
Jord chiuse gli occhi, inspirò vistosamente e la terra, dopo un ultimo ruggito, si placò con lui.
Aprì gli occhi e si rimise nella stessa posizione in cui stava prima sicché Opera non potesse trovare alcuna differenza. 
L'unica differenza era l'inclinazione del viso: era pronto a schivare quel bacio, era pronto a schivare ogni tipo di bacio se necessario.
 
 
Luft non si era sentita con Mel per due giorni di seguito prima di mandargli un sms in cui lo invitava ad uscire perché ''Dovevano parlare'.
L'appuntamento era davanti alla scuola di Luft alle 18:00 in punto. La ragazza si era preparata tutto un discorso da fargli poiché riteneva eticamente corretto, dopo quasi un mese di tradimenti continui e senza sosta, che il ragazzo potesse godere di libertà e di rispetto che lei ha puntualmente macchiato.
Era uscita con mezz'ora di anticipo senza saperne veramente il motivo e decise di fare un giro lungo e rilassante prima di affrontare le 12 fatiche di Eracle in un colpo solo.
Arrivata troppo lontano dal punto designato, Luft iniziò ad alzare il passo e si mise quasi a correre se qualcosa non fosse stato catturato dal suo sguardo con tanta insisntenza.
Stava camminando sulla via parallela del lungo mare quando vide una coppia amoreggiare sulla ringhiera. Non che fossa una voyeur ma la colpì il fatto che il ragazzo che le dava le spalle aveva una giacca che lei conosceva. 
La ragazza era seduta sulla ringhiera mentre cingeva il collo del ragazzo con le sue braccia esili mentre la sua chioma bionda veniva spettinata dal vento.
Luft si avvicinò fino a quando non riconobbe quel disegno dei Doors stampato (o cucito, non l'aveva mai capito) sul retro di quella giaccia di pelle logora.
Le si gelò il sangue. Si avvicinò ancora e riconobbe quei capelli leggermente lunghi e rossicci. 
Iniziò a scendere qualche lacrima mentre iniziò a stringere i pugni in preda alla più ferita delle collere. Era Mel.
Il primo istinto fu quello di avvicinirarsi e tirarlo per i capelli ma qualcosa chiamato buon senso constrinse Luft a rimanere dov'era e a calmarsi poiché lei gli aveva riservato lo stesso trattamento anche se lei non era stata così incauta da amoreggiare con Torm in pubblico.
Si portò una mano al petto e iniziò a respirare profondamente per calmare i nervi.
Ispirò ed espirò, alcune carte iniziarono a volteggiare.
Ispirò ed espirò, i segnali e qualche cartellone iniziò a dondolare. 
Poi accadde quello che non doveva accadere, Mel scostò i capelli biondi alla ragazzina e le sussurrò qualcosa all'orecchio, deve essere stato qualcosa di malizioso vista la reazione della ragazza.
Ispirò ancora ed espirò più forte mentre le macchine strisciavano una contro l'altra ed un cassonetto venne scaraventato contro un palazzo.
Il rumore ed il vento forte fecero svegliare i ragazzi dal loro amore catatonico e qualche altro cittadino che iniziava ad avere difficoltà a camminare.
Ispirò ed espirò sentendo tutta la rabbia trasportata via dal vento. L'ultima ondata di vento fu talmente forte da rompere vetri, da far volare un paio di macchine e da scoperchiare un palazzo ma, peggio (questo è opinabile), il vento forte arrivò fin dove i ragazzi stavano amoreggiando e fu talmente violento che la ragazza cadde all'indietro, verso il mare.
Sarebbe stato tutto molto drammatico che non ci fosse stato un comodo e tenero praticello verde a parare la caduta e a rallentare il bolide umano sicché poté aggrapparsi a qualche radice prima di cadere e bagnarsi tutta (che tragedia).

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Capitolo 31
*** Dancing Part I ***


Dancing part I
 
Wasser stava davanti allo speccio mentre si abbottonava la camicia bianca sulla quale avrebbe dovuto appoggiare in seguito la giacca nera. Entrò la madre con un certo livello di frenetica emozione e avvolse attorno al collo del figlio un cravattino celeste pallido.
''E' davvero necessaria?'' domandò il ragazzo lamentandosi di quel pezzo di stoffa che non riusciva a paragonare a qualcosa di diverso da una sciarpa.
''Sì. Vuoi essere il più bello ed elegante di tutti?'' domandò retoricamente la madre mentre gli faceva il nodo.
''Certo.'' rispose guardandosi allo specchio e sorridendo compiaciuto del risultato.
''Ah, è arrivata Led.'' disse la madre nascondendo un sorrisetto divertito.
''Cosa? Sarei dovuto andare a prenderla io fra mezz'ora!'' si lamentò uscendo dalla camera e prendendo le chiavi della macchina.
''Attento mentre guidi e divertiti al ballo.''  commentò la madre salutando il figlio e chiudendo la porta.
Scese le scale di fretta con un umore misto fra la preoccupazione e la rabbia poiché voleva fare lui il cavaliere tradizionale ma naturalmente essere fidanzati con Led era qualcosa di assolutamente non convenzionale.
Apri di scatto il cancello e se la ritrovò davanti vestita con un leggero abito di seta celeste come la sua cravatta (la madre aveva calcolato tutto, ovviamente), si guardarono e si baciarono come una coppia di astinenza da anni.
''Sei bellissima'' sussurrò il ragazzo dopo che fu costretto a staccarsi dalle labbra della ragazza a causa della bassa temperatura della sua bocca.
Sorrise ed insieme si diressero verso la macchina.
* * * * * 
''Ho detto che verrò e così sto facendo!'' la voce leggermente nervosa di Fuel riecheggiava contro le pareti del telefono di Brand.
''C'è cosi tanto traffico?'' domandò la ragazza mentre si passava una striscia di eyeliner sulla palpebra.
''Ce ne sarebbe dimeno se quest'idiota si decidesse a muoversi!'' disse ad alta voce mentre suonava il clacson. ''Muoviti!'' aggiunse in modo assai deciso.
''Bene, io inizio a preprararmi. Avvisami se farai tardi.'' e così dicendo chiuse il telefono dopo un cordiale saluto.
Brand non era abituata a sentirsi sexy e l'ultima volta che ci aveva provato è finita molto male per un certo locale del centro ma questa volta doveva impegnarsi perché al ballo doveva dare il meglio di sé. Era il suo penultimo ballo al quale avrebbe partecipato ma non per questo poteva permettersi di impegnarsi di meno.
Usò la piastra per lisciarsi i capelli ma, vedendo il risultato, decise di rilavarseli e riasciugarli alla meglio con il phon poiché i capelli mossi le stavano molto meglio.
Decise di lasciarli lisci mentre si cimentava a truccarsi per bene, evitando qualsiasi tipo di errore o sbavatura. 
Prese il vestito dall'armadio, tutto nero ed elegante, non troppo scollato ma neanche casto, e lo guardò con indecisione. L'aveva comprato con Luft qualche sera prima in un negozio che faceva prezzi stracciati e le era piaciuto subito, ma ora lo osservava poco convinta.
''Troppo nero...'' pensò mentre lo appoggiava sul letto e usciva dal suo portagioie (sì, è difficile pensare che Brand abbia dei gioielli ma è così) e si mise degli orecchini argentati abbinati a un bracciale argentato abbinato ad una collana nera ed argentata.
''Ora va bene.'' disse mentre alzava la cerniera del vestito.
Il cellulare squillò.
''Scendi, sono arrivato'' disse Fuel
* * * * * *
Jord non aveva lo smoking perché era fortemente contrario a quegli abiti che fanno sembrare tutti uguale a tutti, ciò nonostante indossava un pantalone nero, una camicia bianca a maniche corte ed una giacca nera che gli andava abbastanza stretta.
Era decisamente molto nervoso poiché doveva cercare di non schiacciare Opera o metterla incinta con i suoi 'fantastici ormoni fecondatori' (invenzione di Luft) perciò gli sudavano le mani e non riusciva a smetterla di camminare ansiosamente per la stanza.
Decise di non mettersi gli occhiali quella sera ma optò per un po' di profumo ma appena lo prese in mano spaccò la bottiglia in mille pezzi.
''Calmati!'' disse a sé stesso mentre andava a lavarsi le mani per evitare che la fragranza potesse rimanere sulla sua pelle (che produce i 'fantastici ormoni fecondatori')
Mentre con il sapone si massaggiava il palmo della mano, si guardò allo specchio e si sorrise, compiaciuto di quello che era diventato fuori rimanendo sempre lo stesso dentro.
Per andare al ballo si sarebbe fatto dare un passaggio da Wasser poiché era troppo giovane per la patente e troppo grande per farsi accompagnare dal padre anche se troppo disperato da elemosinare un favore dal suo amico.
* * * * * *
''Devo venirci per forza?'' domandò Torm mentre giaceva inerme sul letto di Luft.
''Risponditi da solo.'' rispose la ragazza mentre si pettinava i capelli. ''Siamo pure in ritardo. Vestiti!'' lo intimò guardando l'orologio.
''Non posso venire così?'' domandò il ragazzo mentre si rigirava nelle coperte.
''Non credo che un paio di boxer siano l'abbigliamento più adatto anche se rimarresti comunque il più carino.'' rise Luft andando in bagno per lavarsi il viso.
''Hai chiarito con Mel? Non è che alla fine me lo ritrovo al ballo con una mazza di baseball?'' domandò alzandosi e infilandosi un paio di jeans.
''Sì anche se ho dovuto aspettare che si riprendesse dallo shock  di vedere la sua ragazza quasi cadere in acqua...'' disse in modo molto vago mentre si passava il rossetto sulle labbra.
''Hai visto la mia camicia?'' domandò alzando le coperto smosse ed annodate.
''Prova a vedere sotto al letto.'' rispose Luft mentre si passava una mano fra i capelli per chiedersi da quand è che si erano trasformati in una coppia di sposi.
''Trovata!'' esultò Torm mentre se la infilava nei jeans con molta voga.
Luft si stava infilando il suo vestito grigio perlato quando le balenò in mente un'odiosa incertezza, un pessimo dubbio.
''Ti amo!'' disse troppo fortemente tanto da bloccare Torm e quello che stava facendo.
Rimase in silenzio e uscì la testa vuori dal separé che li divideva come un animaletto in cerca di una risposta ma quello che ottenne fu solo un sorriso forzato da parte del ragazzo.
* * * * * *
Le quattro coppie arrivarono quasi contemporaneamente. 
Si incontrarono davanti al cancello prima di percorrere insieme il grande giardino ed arrivare finalmente al locale.

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Capitolo 32
*** Stasera si recita a Colpevole ***


Stasera si recita a Colpevole
 
''I tuoi amici mi guardano male.'' commentò Led mentre ballava il lento con Wasser.
''Lasciali perdere, per loro è stata una sorpresa trovarti qui... Non avevo detto nulla di te'' spiegò il ragazzo mentre cercava di non pensare al dolore che il contatto con il corpo di Led gli produceva.
''A ecco... devo fare un provino?'' disse sarcasticamente la ragazza stringendosi ancora di più.
''Led...'' ansimò il ragazzo ''...Per favore...'' aggiunse a bassa voce.
''Scusa!'' disse allentando la presa attorno al collo del ragazzo.
''Non ti preoccupare'' rispose al volo per non farla sentire in colpa mentre la guardava dritta neglio occhi così freddi ma pieni di sentimenti.
* * * * *
''Quanto mi manca il liceo!'' disse Fuel appoggiando le mani sui fianchi della sua dama per ballare meglio.
''Io lo detesto.'' commentò Brand sorridendo con la consapevolezza di dire una mezza bugia.
''Vedrai quando sarai un'universitaria rimbambita come me, sentirai la mancanza di tutti questi dettagli che ora lo rendono tanto odioso.'' commentò mentre si guardava attorno come Alice nel paese delle meraviglie.
Brand aveva solo una cosa in mente , però, quel bacio che aveva visto nei suoi pensieri e che non arrivava e che si faceva desiderare.
''Tutto bene? ti vedo pensierosa.'' commentò tornando a guardare lei.
''Sì, tranquillo. Sono semplicemente felice.'' e sorrise stringendosi di più a lei.
* * * * *
''Hei, Stallone!'' gridò Silva tirando una pacca al sedere di Jord mentre era intendo a versare un liquido dentro un bicchiere (di plastica, per fortuna).
''Silva, che ci fai qui?'' domandò Jord ancora frastornato da quella pacca e da quella visione.
''Ho accompagnato un tizio di cui non ricordo neanche il nome... te?'' chiese mentre prendeva il bicchiere dalle mani di Jord per bere.
''Vedi quella ragazza lì, col vestito nero? Bene, lei è colei che ho invitato stasera ed era anche la destinataria di quel bicchiere pieno di acqua che mi aveva chiesto gentilmente di prenderle.'' disse ironicamente prendendo un altro bicchiere.
''Ah, però... carina! Be io vado però promettimi che ballerai con me almeno una volta, stasera.'' e così dicendo se ne andò senza neanche aspettare la risposta.
* * * * * *
''Andiamo fuori?'' domandò Luft prendendo Torm per il polso.
Il ragazzo acconsentì mentre si faceva trascinare e portare fuori, sulla panchina.
''Posso farti una domanda?'' chiese Luft cercando di sembrare calma e tranquilla.
''Certo...'' rispose il ragazzo che aveva già capito di cosa si trattava.
''Perché prima mi hai risposto con un sorriso e basta?'' domandò schiettamente.
Torm si alzò e iniziò a camminare lungo un perimetro assai ristretto prima di prendere la decisione di andare un po' più lontani dal locale.
''Perché non so cosa provo per te.'' rispose mentre erano abbastanza lontani dal locale.
Luft non la prese come un complimento nè come qualcosa di positivo. Il cuore le si fermò per un attimo prima di battere gelidamente.
 
 
Wasser stava conversando amorevolmente con Brand e Fuel quando percepì qualcosa che avrebbe stravolto la serata.
''No, non credo che studiare fisica sia inutile ma dico solo...'' e si bloccò portandosi una mano sul cuore e piegandosi leggermente.
''Tutto bene?'' domandò Fuel mettendosi una mano sulla spalla del ragazzo.
''E' Luft... ha il cuore a pezzi!'' disse rivolgendosi a Brand mentre usciva dal locale.
''Tesoro, vai a cercare Led e Jord e li dici di raggiungerci fuori?'' chiese a Fuel mentre usciva fuori accompagnando Wasser.
I due amici videro la coppia ferma leggermente lontana dall'ingresso.
Brand stava meditando sul dafarsi, sicuramente Luft avrebbe voluto rimanere sola ma Wasser non accennava a rallentare, anzi, alzava il passo sempre di più.
''Ehi, aspetta!'' sussurrò Brand cercando di rallentarlo ma il ragazzo sembrava estraniato e decisamente molto arrabbiato.
Gli ultimi metri furono conclusi con delle furibonde falcate da parte del ragazzo che, alla fine, si lanciò contro Torm e lo fece cadere di proposito.
''Brutto... bastardo...'' urlò Wasser sottolineando ogni parola con un pugno sul volto di Torm.
''Wasser!'' strillò Brand incredula cercando di capire il motivo di quella lotta.
''E così... non... sai... quello... che... provi... per... me???'' domandò furiosamente continuando a tirare pugni contro Torm il quale, capendo la situazione decise di non difendersi nè di contraccambiare il trattamento.
Brand si volse verso Luft che sembrava completamente assente. Qualche lacrima le rigava il volto ma i suoi occhi fissavano il vuoto mentre la pelle iniziava ad impallidire. Si sentiva morire, una morsa gelida le afferrava il cuore quasi costringendolo a pompare meno sangue nelle artierie. Non stava capendo niente, vedeva solo il suo miglior amico prendere a pugni il suo... il suo cosa? fidanzato? 
''Luft, tesoro, riprenditi se no va a finire che Wasser lo massacra!'' disse Brand cingendole le braccia da dietro.
''Meglio!'' rispose il biondo fermandosi un momento per poi riprendere a far sanguinare il labbro di Torm.
Wasser stava per tirare un altro gancio destro al volto del ragazzo quando il braccio gli fu bloccato da qualcuno decisamente più forte.
Jord lo prese per il polso e lo alzò abbracciandolo da dietro più per bloccargli le braccia che per affetto.
''Jord, lasciami andare o ti distruggo!'' si sgolò Wasser mentre cercava di ribellarsi tirando calci al vento.
''No, fermati tu!'' ordinò Jord allontanando sè stesso e Wasser da Torm il quale si stava appoggiando sul gomito mentre con la manica della camicia nera si puliva il labbro dal sangue.
''Come osi dire che non sai quello che provi per me? Ho tradito Mel per te, l'ho lasciato perché credevo che era quello che volevi e ora come mi ricambi? Dicendo che non sai quello che provi per me? Cazzo, io ti amo!'' urlò Wasser sbracciandosi e sgolandosi. 
''Sta pensando come Luft!'' aggiunse Jord scambiandosi uno sguardo preoccupato con Brand.
La ragazza prese a chiamarlo, ma Wasser non si girava a degnarla di uno sguardo, piangeva e 
sbraitava contro Torm mentre Jord lo teneva saldamente stretto e bloccato.
Brand fu colpita di un dubbio atroce. Ingoio rumorosamente e poi parlò scandendo bene ogni lettera.
''Luft!?'' domandò rivolta verso Wasser il quale si girò e con tono scontroso chiedendo cosa volesse.
Brand sbiancò e condivise uno sguardo preoccupato con Jord.
''Crede di essere Luft!'' disse mentre vide arrivare Led tutta preoccupata.
''Che succede?'' domandò vedendo quello scenario apocalittico.
''A dopo le spiegazioni, sappi solo che Wasser si crede Luft!'' concluse Jord stringendo ancora di più la presa attorno al busto di Wasser poiché aveva approfittato di quel momento di distrazione.
Led prese il volto del biondo fra le mani congelando le lacrime all'istante e poi lo baciò, ma non era un bacio tenero o passionevole bensì uno quasi clinico.
Wasser tornò a sentire quello che sentiva il suo corpo (vale a dire stanchezza) e si lasciò quasi cadere poiché sapeva che Jord lo teneva.
Torm si alzò e andò via mentre Luft, all'inizio camminando e poi correndo, andò a chiudersi in bagno dove pianse ferita come mai nella sua vita.

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Capitolo 33
*** Dancing Part II ***


Domani ho gli orali :@ scusate il ritardo ma la maturità è impegnativa XD
 
Dancing part II
 
Wasser fu aiutato da Jord a sedersi su una panchina poco lontana da lì per poi andare a prendergli un po' d'acqua.
''Come stai?'' domandò Led sedendosi accanto.
''Stanco...'' disse portandosi una mano sulla fronte per staccarsi le gocce di sudore e le lacrime congelate dalla ragazza.
''Ti aiuto?'' domandò con fare materno mentre appoggiava la testa sulla sua spalla.
''No... faccio da solo.'' sorrise debolmente poco prima di inarcare la schiena dal dolore.
''Stai bene?'' domandò Led sollevandosi di scatto vedendo il ragazzo contorcersi. Wasser aveva le labbra serrate mentre con il solo braccio destro tentava di togliersi la giacca e successivamente la camicia.
''Che fai? Vuoi una mano?'' domandò Led preoccupata ma Wasser rispose con un secco 'no' mentre si sbottonò solo i primi tre bottoni della camicia.
Mantenendo costante quell'espressione di dolore trattenuto, il ragazzo si scoprì la spalla sinistra la quale era completamente ricoperta da cristalli azzurrini e gelidi.
Led si portò una mano sulla bocca mentre un senso di colpa la riempì fino al midollo.
''Scusa...'' sussurrò mentre si alzò dalla panchina ed entrò nel locale ignorando le frasi che Wasser le urlava per rassicurarla che non la riteneva responsabile.
* * * * *
''Stai bene? Ti vedo sotto shock...'' comentò Fuel vedendo Brand evidentemente turbata.
''Cosa? Sì, sto bene... hai visto Luft?'' domandò sondando la sala da ballo per trovarla (perché una persona che ha voglia di piangere ha voglia di mettersi al centro pista... perdonatela.).
''No. Vieni, sediamoci.'' la invitò ma nel corpo di Brand circolava ancora troppa adrenalina per calmarsi.
''Sei bollente...'' commentò Fuel toccandole il polso e abbracciandola successivamente.
Appena in contatto con il petto del ragazzo, Brand esplose in pianto. Aveva accumulato tante tensioni in quei pochi minuti e ora quello di cui aveva bisogno e che non avrebbe mai potuto prevedere era un semplice abbraccio dalla persona che lei amava.
''Va meglio?'' domandò Fuel dopo qualche minuto e Brand si limitò ad annuire affondando ancora di più la testa nella sua camicia e stringendolo di più.
* * * * *
''Jord... Perché hai la camicia stropicciata?'' domandò Opera con un tono a metà fra il sospettoso e il preoccupato.
''Niente, ho dovuto trattenere Wasser dall'ammazzare Torm.'' spiegò il ragazzo stravaccandosi sul divanetto in pelle bianca che per poco con cedette al suo peso.
''Oddio! Perché? Che è successo?'' chiese Opera raggiungendo il suo cavaliere sul divanetto.
''No, una sciocchezza. Sai come sono fatti entrambi!'' disse, incapace di inventare una balla colossale in così poco tempo.
Impigrito dall'avvenimento che sarebbe rimasto comunque nella sua mente per tanto tempo, Jord scivolò sul divano fino a stendersi completamente e prima che potesse accorgersene si ritrovò Opera stesa su di lui che gli accarezzava i capelli.
''Sai cosa ci vorrebbe per migliorare la serata?'' domandò la ragazza poggiando la sua testa al petto di Jord.
''Cosa?'' mormorò Jord stropicciandosi un occhio.
''Un bacio!'' disse Opera avvicinandosi alle labbra del ragazzo.
* * * * * 
Ironia volle che l'unica persona a vedere che fine avesse fatto Luft fu, niente poco di meno che (rullo di tamburi) Silva.
Si stava facendo baciare dal suo cavaliere quando notò la ragazzina entrare in bagno.
Con una scusa si allontanò da quella piovra (che trallaltro era non sapeva neanche baciare bene) e si avvicinò alla porta del bagno aprendola con la stessa cautela di un artificiere all'opera.
Aprì la porta sulla quale troneggiava la scritta Signore ed entrò nella stanza tutta bianca con lavandini, specchio babilonico e una decina di cabine.
Silva iniziò a scandagliare acusticamente il territorio perché non riusciva a capire dove si fosse rintanata la ragazzina ma alla fine riuscì a percepire un tenue singhiozzo.
Silva bussò timidamente.
''Occupato!'' annunciò Luft con voce spezzata.
''Sono Silva... Tutto bene? Ti ho vista piangere.'' spiegò la ragazza appoggiando l'orecchio contro la porta.
''S-sì.'' singhiozzò asciugandosi le lacrime dal volto.
''Va bene. Prendi - e passò un fazzoletto di stoffa sotto la soglia della porta- é pieno di lavanda: ti farà sentire meglio.'' 
''Grazie.'' sussurrò Luft prendendo il pezzo di stoffa da sotto la porta.
* * * * *
''Non mi dire che hai pianto anche tu!'' si lamentò Wasser mentre vide arrivare Brand.
''Taci!'' disse sbattendo la borsetta sulla panchina e appoggiando le mani sulla sua spalla.
''Cavolo... si è data da fare!'' commentò Brand vedendo tutto il braccio sinistro del ragazzo.
''Non l'ha fatto apposta: é stato un incidente!'' ruggì cercando di non far trasparire il dolore che provava.
''Luft come sta?'' domandò mentre sentiva già un formicolio al braccio.
''Non lo so. Tu come stai?'' sorrise Brand mentre si dava da fare a scongerargli il braccio.
''Sto benissimo... sto 'da Wasser' '' commentò annuendo ''Ehi, Aquila, pronto a tornare a casa?'' aggiunse il biondo non appena vide Jord uscire dal locale.
''Mmm? Sì... sì...'' rispose il ragazzino sedendosi affianco al ragazzo. ''Come mai sei così felice?'' domandò distrattamente.
''Perché Led gli ha congelato il braccio in segno d'amore.'' ironizzò Brand mentre finiva di sciogliere l'ultima brina rimasta.
''Divertente!'' ironizzò ''Veramente non so perché... deve per forza esserci un motivo per cui io debba essere felice?'' domandò il biondo mentre vedeva arrivare Fuel, Luft e Led.
 
 
''Come sarebbe a dire che torni con Fuel e Brand?'' protestò Wasser tentando di moderare il volume della voce.
''Perché non voglio rischiare di congelarti mentre stai alla guida... é un'esperienza che non voglio ripetere.'' disse Led ricordando il suo passato.
''Ma non accadrà...'' obiettò Wasser che non finì la frase poiché fulminato dallo sguardo della ragazza che diceva 'Mai stai zitto che lo sai che può accadere'.
''Bene... ma appena arrivi a casa chiamami!''  ordinò il ragazzo mentre si allontanava con Luft e Jord.
Luft si sedette davanti mentre Jord si stese sul sedile posteriore.
''Pronti?'' domandò Wasser mentre accedenva l'auto con troppa determinazione e, senza neanche aspettare le risposte, sgommò via.
''Grazie per aver accettato di darmi il passaggio.'' disse educatamente Led salendo nella macchina di Fuel.
''Non voglio che tu faccia del male a Wasser!'' rispose prontamente Brand senza degnarla di uno sguardo.
 * * * * *
Il silenzio nella macchina di Wasser era insopportabile. Nessuno accese la radio e nessuno osava proferir parola chi per tristezza, chi per rabbia e chi per shock.
''Mi aspettavo qualcosa di diverso.'' commentò Jord mentre appoggiava il mento sul sedile di Luft.
''Cosa?'' domandò Wasser mentre guardava pensieroso la strada.
''Tutta questa serata... Io ed Opera... Tu con Led poi...'' commentò Jord lasciando la frase in sospeso più per incapacità di completarla che per altro.
''Io e Led cosa?'' domandò mentre stringeva le mani attorno al volante.
''Niente... Ti fa male stare vicino a lei, ma questo lo sai.'' commentò Jord tornando ad appoggiare la schiena sul sedile posteriore e a guardare il panorama notturno.
Calò di nuovo il silenzio e nessuno parlò fino a quando Wasser non riaccompagnò il suo amico a casa.
Il biondo si accorse che l'amica si era addormentata così decise di guidare in silenzio, senza disturbarla e lasciandola in pace almeno nella dimensione onirica, fino a quando non parcheggiò sotto la sua casa.
''Luft, sveglia...'' disse il ragazzo scuotendola leggermente. La ragazzina aprì gli occhi e per un millesimo di secondo pensò di aver sognato tutto, che era stato un assurdo gioco della mente da subito dopo, vedendo le nocche ferite di Wasser, realizzò che era tutto accaduto per davvero e si ritrovò a piangere fra le braccia dell'amico.
''Tranquilla non mi mettero a piangere anche io, questa volta!'' sorrise Wasser accarezzandole i capelli.
''Lo odio!'' singhiozzò la ragazzina abbracciando ancora di più l'amico.
* * * * *
''Aspetta, ti accompagno sotto al portone.'' disse Brand sganciando la cintura e uscendo dall'autovettura giusto per approfittare di quel momento senza Fuel in cui avrebbero potuto parlar chiaro lei e Led.
''Come sei gentile!'' commentò acidamente la bionda mentre iniziava ad alzare il passo.
''Ferma, aspetta. Lo so che io e te non potremo mai andare d'accordo ma so anche che tu tieni a Wasser quindi, ti prego, lascialo! Non capisci che con la tua sola presenza lo fai soffrire? L'acqua si indebolisce a stare vicino al ghiaccio.'' spiegò la ragazza senza mezzi termini.
''Io lo aiuto con la sua empatia... io lo amo!'' rispose Led mentre una lacrima accennò ad una discesa subito bloccata dal cambiamento dello stato liquido a solido.
''Vuoi sapere quello che prova a stare vicino a te? Dammi la mano!'' e appena Led accettò, poggiò la sua mano sul palmo delicato di Brand.
Ghiaccio e fuoco non vanno d'accordo, si sa, quindi non fu solo Led quella che percepì dolore ma anche Brand si sentì più debole tanto da iniziare a barcollare.
''Ecco, ora che sai quel che prova spero che tu sappia quello che devi fare.'' disse e senza neanche aspettare che la bionda si riprendesse dalla fitta di dolore o che per lo meno la smettesse di ansimare affannosamente, Brand tornò alla macchina.
''Cosa vi siete dette?'' domandò Fuel girando l'angolo.
''Cose da donne.'' spiegò Brand aprendo la borsetta per prendere il cellulare.
''Sai, la prossima settimana potrei anche saltare qualche lezione all'università...'' disse il ragazzo sorridendo in modo innocente ma anche ambiguo.
''Evviva l'ignoranza.'' commentò la rossa che quasi si pentì di abitare così vicino alla casa di Led.
''Quindi... alla prossima settimana.'' e così dicendo Brand scese dalla macchina senza neanche aspettare o tentare o sperare di ricevere un bacio dal ragazzo. Non capiva perché avesse avuto quella premonizione fasulla ma poco dopo dovette girarsi perché Fuel la stava inseguendo.
''Hai dimenticato il cellulare in macchina.'' spiegò porgendo il cellulare alla ragazza e, senza logica o previsione, la prese per i fianchi e la baciò proprio come nella sua premonizione. 

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