Encuentros y Desencuentros

di ily95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il ragazzo si fermò davanti al grande cancello dell'Ambasciata.
Sollevò lo sguardo e ammirò l'edificio.
-Wow.- fece.
Poi guardò se stesso: la maglietta tutta sporca, i jeans strappati e le scarpe ridotte male. Sospirò.
In quel momento Chiqui gli si avvicinò minaccioso e lo fissò.
-E' qui che abita la famiglia...- guardò il foglietto che teneva in mano. -Parker?- chiese il ragazzo.
Chiqui annuì senza cambiare espressione.
-Bene...io...tornerò un altro giorno.- disse e si allontanò, sotto lo sguardo severo di Chiqui.


Nini stava attraversando il salone e non riuscì a trattenersi dal dare un'occhiata fugace nell'ufficio dell'ambasciatore, la cui porta era socchiusa.
Sbirciò dentro ma ciò che vide non le piacque affatto: il suo Pelato era abbracciato alla Cornacchiona.
Nini si sentì morire. Aveva bisogno di stare un po' da sola. Corse fuori, mentre le lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Ma all'improvviso andò a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno. Alzò gli occhi.
-Mi scusi.- implorò, asciugandosi una lacrima dalla guancia.
-Non si preoccupi.- rispose l'uomo.
La nipote del giardiniere lo guardò: era un uomo sui ventisei-ventisette anni, più basso di Tomas, vestito in giacca e cravatta, moro, con gli occhi azzurri come il cielo e un sorrisetto accattivante stampato in faccia.
-Scusi, lei chi è?- chiese la ragazza. Non lo aveva mai visto all'Ambasciata prima d'ora.
-Mi chiamo Massimo Augusto Calderon de la Hoya. Sto cercando l'ambasciatore Parker.- rispose l'uomo.
-Ah. Il Pelato è nel suo ufficio se vuole mando qualcuno a chiamarlo.- si offrì Nini.
-Molto gentile.- disse l'uomo e fece cenno a un altro uomo di avvicinarsi. -Lui è il mio maggiordomo Evaristo.- disse.
-Molto piacere, signorina.- disse quello.
-E potrei sapere il nome di questa bellissima fanciulla?- chiese Massimo.
Lei arrossì.
-Mi chiamo Nini.- rispose lei. -Se volete seguirmi...- disse, conducendoli verso l'ingresso dell'Ambasciata.
-Alt!- fece Adelfa, bloccando i due uomini.
-Adelfa, il signore ha appuntamento con Tomas.- spiegò Nini.
In quel momento l'ambasciatore fece capolino nella stanza.
-Conte!- esclamò.
-Buongiorno, signor Parker.- rispose Massimo.
-Quando è arrivato? Mi scusi di averla fatta aspettare.- disse Tomas, stringendogli la mano.
-Non si preoccupi. Ho avuto la fortuna e il privilegio si scontrarmi con questa stupenda ragazza...- disse, guardando verso Nini.
Il sorriso di Tomas scomparve. Com'era possibile che ogni volta si ripetesse la stessa storia? Nini riusciva a fare colpo su chiunque.
Nini sorrise di rimando al conte, senza sapere bene perchè.
-Chi è il signore?- chiese Celina, entrando nella stanza.
-Celina, lui è il signor Calderon de la Hoya, conte di Krikoragan.- glielo presentò Tomas.
Celina gli lanciò un'occhiata ammirata ma il conte ormai aveva occhi solo per Nini.



Premetto con il dire che non so se continuare questa storia. Avevo iniziato molte long su Nini ma nessuna mi convinceva fino in fondo...per questa ho alcune idee per la testa ma non so come verrà fuori...quindi prendete questo prologo come una specie di test. Se l'idea vi piace vedrò di spremermi le meningi e farne venire fuori una storia decente xD In questa fanfic scorreranno in parallelo le avventure tra Nini-Tomas-Massimo nell'Ambasciata e quelle di Martin e gli altri al ritrovo. Naturalmente qui Massimo non ha ancora conosciuto Flor e non si è ancora sposato con lei. Quindi è come se questo succedesse prima che il nostro Condorito sia entrato in Floricienta. Mentre l'ambasciatore qui è fidanzato con Celina.
Vabbè, fatemi sapere cosa ne pensate, se la devo continuare o è meglio che ci pensi ancora un po' su...Aspetto i vostri commenti e consigli!
Un bacio, ily


 

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Capitolo 2
*** 2 ***


Tomas e Massimo uscirono dall'ufficio dell'ambasciatore, stringendosi la mano.
-Allora, domani mi farò portare i documenti dal mio avvocato, Sebastian Gallardo.- disse Tomas.
-Perfetto.- rispose il conte.
-Orazio!- chiamò l'ambasciatore. -Prepara una stanza per il conte e una per il suo maggiordomo.
Il maggiordomo dell'Ambasciata fece un cenno e si diresse ai piani superiori.
-Signor Parker, potrebbe firmare questi documenti?- chiese Carmen.
-Sì, certo. Signor Calderon de la Hoya...
-Chiamami pure Massimo.- lo interruppe lui.
-Va bene...Massimo, finisco delle faccende e poi definiamo gli ultimi particolari del contratto, d'accordo?
-Perfetto.
-Se avessi bisogno chiedi pure, tutto il personale è a tua completa disposizione.
-Grazie, Tomas.- rispose il conte. Tomas si ritirò nel suo ufficio.
Nini passò di lì proprio in quell'istante.
-Ehi, principessa.- esclamò il conte.
-Dici a me?- domandò la ragazza.
-A chi sennò?- rispose lui, avvicinandosi e piantando i suoi occhi azzurri in quelli verdi di lei. -Ti dispiacerebbe mostrarmi il parco dell'Ambasciata? Dicono che sia pieno di specie di piante e fiori esotici!
Nini aprì la bocca per rispondere che non poteva. Non perchè non le andasse ma per abitudine: aveva sempre rifiutato tutti, poichè il suo cuore apparteneva al Pelato.
Ma poi le venne in mente la scena di poco prima: Tomas avvinghiato a quella Cornacchia di Celina.
-Perchè no?- rispose allora, sfoderando uno dei suoi sorrisi.
Nini non era vendicativa per natura, anzi tutto il contrario. Non si voleva vendicare di Tomas ma semplicemente cogliere quell'occasione che la vita le stava offrendo. Forse era la sua uscita di sicurezza da quell'abisso di tristezza che era ormai il suo amore per Tomas.
Camminò per il parco con il conte. Lei gli mostrava tutti i tipi di piante presenti nel giardino. Lui la ascoltava interessato senza staccarle mai gli occhi di dosso.

Martin arrivò al ritrovo.
Tony, Chow, Juan, Sofia e Abel erano già lì.
-Ciao ragazzi!- salutò Martin.
-Ciao, Martin!
Poco dopo arrivò anche Lola.
-Hey, chi è quel tipo? Non l'ho mai visto!- chiese la bionda, indicando un ragazzo seduto su una delle panchine con uno zainone appoggiato ai piedi e la testa bassa.
-Non lo sappiamo. Era già qui quando siamo arrivati.- disse Tony.
Martin e Lola si scambiarono un'occhiata. Poi Martin andò verso di lui.
-Hey, amico. Tutto a posto?- chiese.
Quello sollevò lo sguardo e gli piantò due occhi azzurrissimi addosso.
Martin provò una strana sensazione.
Tu...sei Martin Parker?- chiese quello.
Martin lo osservò: aveva i capelli castano chiaro spettinati un po' lunghi e con qualche dred e i vestiti piuttosto malandati.
Come faceva quel tipo a conoscerlo?
-Chi sei?- chiese.
-Mi chiamo Gaston.- si presentò lui.
-Come sai il mio nome?
-Ehm...ho sentito parlare di te...- rispose un po' confusamente. -sei il figlio dell'ambasciatore di Santa Juliana, giusto?
-Sì, sono io. Conosci Tomas?
-Oh, no.- fece Gaston. -Solo che sono stato anch'io a Santa Juliana.
-Davvero?
-Sì. Però sono nato qui in Argentina.- spiegò quello.
Martin annuì. Quel ragazzo gli sembrava davvero strano eppure...c'era qualcosa nei suoi occhi...
-Vieni, ti presento i miei amici.- disse Martin e lo condusse dagli altri.

Intanto all'Ambasciata Orazio stava litigando con Evaristo.
-Ehi, che succede?- chiese l'ambasciatore, uscendo dal suo ufficio.
-Succede che questo...signore...insinua che le lenzuola della camera per il conte non siano stirate a dovere.- rispose il Corvo, adirato.
-Il mio compito è assicurare il meglio al il mio signore.- rispose Evaristo.
-Perchè non le stira lei se è così bravo?- chiese Orazio in tono di sfida.
-Un po' di contegno, signori.- disse il signor Parker. -Provvederemo a trattare il suo signore con tutto il riguardo necessario, non si preoccupi.- disse, rivolto a Evaristo.
Quello, soddisfatto, sembrò calmarsi.
-A proposito, dov'è il conte?- chiese Tomas.
-Il mio signore è andato a passeggiare nel giardino insieme a quella deliziosa signorina...Nini, mi pare si chiami!- rispose il maggiordomo.
I bei lineamenti dell'ambasciatore si contrassero in una smorfia di gelosia. Quel fatto lo seccava e non poco.
In quel momento Massimo e Nini rientrarono nel salone.
Lei gli stava raccontando i dettagli della crescita di un raro fiore tropicale e lui la stava ad ascoltare estasiato.
-Massimo!- lo chiamò l'ambasciatore di Santa Juliana.
-Oh, Tomas! Scusa, mi ero intrattenuto con Nini.- disse, rivolgendole uno dei suoi sorrisetti. Lei ricambiò il sorriso ma, vedendo lo sguardo severo con cui Tomas la guardava, subito abbassò lo sguardo.
-Conte, tra poco sarà pronta la cena! Perchè non va a sistemarsi nella sua camera?- chiese Tomas.
-Sì, certo. Nini ci farà l'onore di presenziare alla cena di stasera?- chiese Massimo.
-Veramente...
-Ne sarebbe onorata.- lo interruppe Celina, entrando nella stanza e appoggiandosi a Tomas. -Dobbiamo accontentare un ospite così importante.- sussurrò al suo orecchio.
Tomas scrutò Nini con il suo sguardo penetrante. La desiderava. La amava. Anche il solo guardarla provocava in lui un turbinio di emozioni. Per questo la odiava. Perchè ciò che provava per lei era qualcosa di irrazionale, qualcosa di intenso e di consumante, qualcosa che non poteva controllare.
-Fantastico. Allora ci vediamo stasera, dolcezza.- le disse Massimo e Nini arrossì.
-Con permesso.- sussurrò per poi ritirarsi nella casetta del nonno.
-E' incredibile!- esclamò il conte, riferendosi a lei, verso Tomas.
Tomas rispose con un mezzo sorriso e un cenno del capo. Come si permetteva quel conte da quattro soldi di parlarle così, di guardarla in quel modo?


come avrete notato ho deciso di continuarla...non so cosa ne verrà fuori però, vi avverto! Fatemi sapere cosa ne pensate!
ily

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Capitolo 3
*** 3 ***


-Ecco: loro sono Lola, Chow, Tony, Juan, Sofia e Abel.- li presentò Martin.
-Ciao.- disse Gaston.
-Di dove sei?- chiese Juan.
-Oh, io...sono nato alla periferia di Buenos Aires però ho girato un po' tutto il mondo.
-Davvero?- chiese Abel. -E cosa fai per mantenerti?
-Un po' quello che capita.- rispose il ragazzo, facendo spallucce. -Lavoro anche in strada, tanto mi accontento di poco.
-Artista di strada, eh?- fece Tony. -Vediamo!- esclamò lanciandogli la sfera che usa nei suoi giochi di equilibrio.
Gaston la sorresse con il dorso della mano e la fece volteggiare in modo che sembrasse non toccarla mai.
-Wow. Sei bravo.- commentò Tony.
-Grazie.- rispose il ragazzo, ripassandogli la sfera.
-Come mai sei tornato in Argentina?- chiese Lola.
-Beh...ehm...ogni tanto è bello tornare a vedere i posti che ti fanno rivivere ricordi...
-Venivi qui al ritrovo?
-Oh sì. Quando ero molto piccolo io e la mia famiglia abitavamo qui vicino. I miei portavano qui me e mio fratello a giocare.
-E poi?- domandò Sofia, che era rimasta in disparte.
-E poi i miei genitori morirono. Avevo tre anni. Ci portarono via, a me e a mio fratello e poi...io sono cresciuto e sono scappato in giro per il mondo.- concluse Gaston.
-E tuo fratello?- chiese Chow.
-Oh, mio fratello...mio fratello sta bene.- disse, abbozzando un sorriso e guardando tutti quei visi amichevoli che lo circondavano. -Ora parlatemi un po' di voi.

-Mettiti questo!- disse Vicky, lanciandole un vestitino azzurro che aveva trovato nell'armadio dell'amica.
Nini alzò la testa dai cassetti in cui stava frugando.
-Non lo so, Vicky...devo andare a cena con un conte!
-Sì, però devi fare anche schiattare Tomas di gelosia! Vedrai, non riuscirà a resisterti!
-No, Vicky...ho deciso che devo smettere di soffrire per lui. Che faccia quello che vuole!
-Quindi non ti importa più di lui?
Nini scosse la testa ma poi si fermò.
-Sì che mi importa! Lui è l'amore della mia vita!- cedette, accasciandosi sul suo letto.
Vicky alzò gli occhi al cielo.
-Su, Nini. Adesso concentriamoci su stasera, ok?- disse la sua migliore amica, porgendole il vestito.
Lei annuì.
Poco dopo Nini si presentò alla cena. Tomas e Celina erano già arrivati.
-Buonasera.- sussurrò timidamente lei, fasciata in un delizioso tubino azzurro acceso.
Tomas la fissò per qualche minuto in silenzio.
-Nini, quel vestito non mi sembra adatto...- disse poi lui, serio.
-Che c'è che non va?- s'intromise Celina, che invece indossava un abito nero scollato e lungo fino alle ginocchia.
-Mi sembra un po' troppo corto per una cena con un conte.- si giutificò l'ambasciatore.
-Oh. Mi scusi. Me l'ha consigliato Vicky, io non...E' meglio se vada a cambiarmi.- farfugliò Nini.
Ma in quel momento Massimo entrò nella sala da pranzo.
-Ormai non fa niente.- disse scocciato Tomas.
Nini abbassò gli occhi. Ecco aveva di nuovo fatto brutta figura davanti a lui. Non sapeva che il vero motivo di quella discussione era la gelosia di Tomas.
-Buonasera a tutti.- esclamò il conte. -Nini, sei davvero incantevole!- si complimentò, guardandola incantato.
-La ringrazio, signor conte.
-Ti prego, dammi del tu! Non mi piacciono tutte queste formalità.- le disse, sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso, senza accorgersi della fulminata di sguardo che l'ambasciatore stava rivolgendo loro.
Iniziarono a cenare e l'ambasciatore cercava di tenere occupato il conte chiacchierando di affari e della bellezza di Santa Juliana.
In realtà nè uno nè l'altro riuscivano a pensare a nient'altro che non fosse quel bellissimo fiore che stava seduto al tavolo con loro.
-Nini, perchè non racconti qualcosa di te?- chiese ad un certo punto il conte.
Nini guardò d'istinto Tomas, come per ottenere un suo consenso.
L'ambasciatore non disse niente ma se quello fosse stato un cartone animato, si sarebbero viste uscire le nuvolette di fumo dalle sue orecchie.
-In realtà non c'è molto da dire, signor con...ehm, Massimo. La mia vita non è certo più emozionante della tua.- disse lei, anche se non pensava che lui dovesse correre qua e là tutto il giorno indossando una parrucca e i vestiti d'autista per poi togliersi e riniziare tutto daccapo.
-Sì, ci racconti qualcosa dei suoi viaggi.- disse Celina.
Tomas la ringraziò mentalmente di aver distolto l'attenzione dell'ospite da Nini.
Il conte iniziò a raccontare ma dopo poco squillò il suo cellulare.
-Vogliate scusarmi.- disse, alzandosi.
-Prego.- gli fece cenno l'ambasciatore.
Il conte lasciò la sala da pranzo.
I tre continuarono a mangiare in silenzio.
-Nini, sii un po' più disponibile verso il conte!- esclamò ad'un tratto Celina. -Ne va del bene di Santa Juliana.
-D'accordo.- rispose timidamente lei.
-A proposito, perchè non vai a vedere che fine ha fatto?- propose la Cornacchia.
Nini fece per alzarsi.
-No, resta pure. Non ce n'è bisogno, vado io.- disse Tomas. Come veniva in mente a Celina di lasciare andare Nini da quel donnaiolo del conte, per giunta da sola?
-Ma no, caro, lasci che se ne occupi lei. Tu finisci di mangiare.- disse Celina, trattenendolo per un braccio.
Per la prima volta in vita sua, Tomas provò l'impulso di picchiare una donna.
Si limitò a fulminarla con lo sguardo ma poi cedette.
-Va bene. Nini, vai pure ma torna subito!- ordinò alla ragazza.
-Sì. Con permesso.- rispose lei, uscendo dalla stanza.

cosa succederà adesso tra Ninì e Max? Cosa nasconde Gaston? Presto avrete le risposte a queste domande! Continuate a seguirmi. Grazie a tutti quelli che leggono in particolare a flori186! Fatemi sapere tutti cosa ne pensate o se avete pareri e consigli da darmi sono ben accetti!
A presto, ily


 

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Capitolo 4
*** 4 ***


Intanto al ritrovo il nuovo arrivato si era già ambientato e stava ballando con Tony e altri ragazzi.
-C'è qualcosa di strano in quel tipo.- disse Martin alla sorella.
-Martin, sei sempre sospettoso di tutti! Solo perchè piace a Lola!
-Come piace a Lola?- chiese.
-Beh, ho notato che lo guarda con un certo interesse...- rispose Chow.
-Questo no, eh! Se solo prova ad avvicinarsi a lei, io giuro che...
-Calmati un po', Martin! Lui sembra più interessato ad altro.
-Ehi, Martin!- fece il ragazzo avvicinandosi, dopo che la musica era finita.
-Sì, Gaston?- chiese lui, con falsa gentilezza.
-Senti, non è che potresti trovarmi un posto dove stare per stanotte? Ormai si è fatto tardi.
-Veramente...
-Certo, Gaston!- lo interruppe Chow, fulminando il fratello con lo sguardo. -Puoi stare all'Ambasciata. Tanto sei un po' Sanjulianense anche tu in fondo!
-Ti ringrazio, Chow!- rispose il ragazzo sorridendo, per poi tornare a ballare con gli altri.
-Che fai, sei per caso impazzita?- chiese Martin. -Non l'hai neanche chiesto a Tomas!
-Vedrai che per lui non ci saranno problemi. C'è qualcosa in quel ragazzo...qualcosa che lo fa risultare simpatico, familiare...non trovi?- domandò Chow.
Per quanto riguardava la familiarità Martin era d'accordo, ma riguardo alla simpatia non proprio. Soprattutto guardando Lola suonare le percussioni e poi rivolgere un sorriso verso il nuovo arrivato.

Il conte chiuse la telefonata.
Nini lo raggiunse lì alla fontana.
-Massimo!- gli disse. Lui si voltò.
-Oh, scusate. Stavo giusto tornando.
-Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto.- rispose la ragazza.
-Sì, tutto bene. Era una chiamata di lavoro.
-Oh, bene. Allora ti aspetto dentro...
-No.- disse lui, bloccandola per il polso. -Resta.
Lei rimase stupita da questo gesto.
-C'è qualcosa nei tuoi occhi...che mi attrae...sei diversa da tutte le altre.
-Non sai quanto.- rispose la ragazza.
-Mi piacerebbe conoscerti meglio, Nini. Perchè potresti essere quella che sto cercando da una vita.
Il conte ci sapeva decisamente fare con le donne e l'esperienza non gli mancava di certo. Però era vero: in quella ragazza c'era qualcosa di unico. Splendeva come un raggio di sole anche in quella sera senza stelle.
Massimo le si avvicinò e lei non si ritrasse come era solita fare.
Rimase immobile fino a sentire il respiro dell'uomo sulla sua pelle. Ormai le loro labbra erano a pochi centimetri.
-Che stai facendo?- esclamò Tomas, da dietro di loro.
Nini si voltò immediatamente verso di lui, pronta a scusarsi. Ma quella domanda non era rivolta a lei, bensì al conte.
-Si può sapere cosa pensavi di fare con una mia impiegata?- chiese minaccioso l'ambasciatore.
-Ehi, stia calmo, Parker. Io e Nini ci stavamo solo conoscendo meglio.- disse lui con aria di scherno.
Tomas andò su tutte le furie.
-Non avvicinarti mai più a lei, capito?
-Chi sei tu per impedirmelo?- ribattè Massimo.
E subito si ritrovò scaraventato a terra da un pugno in pieno volto.
Nini era pietrificata, incapace di dire una singola parola.
Tomas si massaggiò la mano, indolenzita dal colpo dato.
Massimo era ancora a terra che si teneva la mano sul viso, per accertarsi dei danni subiti. Gli usciva sangue dal labbro inferiore e gli faceva un gran male la mandibola.
L'ambasciatore lo guardò, pentito e mortificato. Non riusciva a capire che cosa gli fosse preso. Poi guardò Nini dietro di sè.
La ragazza teneva la mano sulla bocca, inorridita da quella scena. Lei odiava la violenza.
-Stai bene?- le chiese Tomas in tono dolce.
Era ritornato in sè.
Lei annuì.
Poi l'ambasciatore si rivoltò verso Massimo.
-Scusa.- gli disse, porgendogli la mano e aiutandolo a rialzarsi.
Il conte bofonchiò qualcosa, rialzandosi.
-Tomas, che...? Oh mio Dio.- esclamò Celina, sopraggiungendo in quel luogo e vedendo la ferita del conte. -Che è successo?- chiese. Nessuno rispose.
Nini era ancora troppo schokkata per dare spiegazioni. Perchè Tomas aveva perso il controllo in quel modo?
Sebbene l'atmosfera si fosse un po' distesa, la ragazza non riusciva a sopportarla. Corse via e si rifugiò nella sua casetta.
-Nini!- la chiamarono all'unisono di due uomini, per poi scambiarsi un'occhiata incenetrice.
-Mio signore! Che le è capitato?- domandò Evaristo, irrompendo nel giardino.
-Niente, Evaristo, lascia stare...per stasera è meglio finirla qui, che dite? Buonanotte.- fece il conte per poi ritirarsi insieme al maggiordomo nelle loro stanze.
-Si può sapere che hai fatto?- chiese Celina al suo fidanzato.
-Lasciami in pace, Celina.- rispose scocciato lui, sorpassandola per poi rientrare all'Ambasciata.
Celina rimase amareggiata e poi rientrò anche lei.
-Orazio, mandami Chiqui nel mio ufficio immediatamente.- disse l'ambasciatore.
-Subito.- rispose il maggiordomo.
Tomas andò nel suo ufficio e guardò dalla porta-finestra: la casetta di Nini era ancora illuminata.
Si girò e si trovò davanti Chiqui. Sobbalzò.
-Chiqui. So che non parli, ma potresti almeno bussare?
L'uomo non rispose e non mutò espressione.
-Ok.- sospirò Tomas. -Senti, voglio che tieni d'occhio la casa del giardiniere. Il conte non si deve avvicinare, capito?
Chiqui, come al solito, non diede cenni.
-Puoi andare.- disse Tomas, per niente rassicurato.


Ecco qui il 4° capitolo...spero vi stia piacendo...sono un po' a corto di idee ma vedrò di spremermi le meningi! Ho anche iniziato una ff (che non so se è one-shot o long) su Nicolas e Tomas ma non so se pubbliciarla...vabbè comunque continuate a segurimi! Grazie davvero a tutte le persone che leggono e in particolare a quelle che recensiscono o aggiungono la storia tra i preferiti o le seguite! A presto col prossimo chappy!
Ily

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Capitolo 5
*** 5 ***


Chow entrò di soppiatto all'Ambasciata. Non c'era nessuno nei paraggi.
-Via libera!- disse e Gaston entrò dietro di lei. -Vieni.- lo accompagnò nella stanza dove prima stava Martin. -Ecco, puoi stare qui per stanotte.
-Perfetto. Grazie mille, Chow!- la ringraziò Gaston.
-Di niente.- rispose lei. -Chama!- sussurrò, svegliando il fratello.
-Mhm?- mugugnò il bambino.
-Stanotte starà qui con te un amico mio e di Martin, ok?
-Ok.- rispose Chama, per poi risprofondare nel cuscino.
Chow sorrise.
Gaston si sistemò nel letto accanto a quello di Chama.
-Domani mattino ti verrò a chiamare io, d'accordo?- disse la ragazza.
-D'accordo. Buonanotte.- rispose Gaston.
-Ciao.- salutò Chow, uscendo dalla stanza.

Tomas continuava a camminare su e giù per l'ufficio.
Guardava fuori: la luce nella casetta era ancora accesa.
Lui non era tranquillo, nonostante le predisposizioni date a Chiqui.
Il conte era stato sul punto di baciare Nini, la sua Nini.
E lei...lei non aveva fatto niente per impedirglielo. Lei voleva baciarlo.
No, Tomas non poteva sopportare quell'idea.
Ma perchè l'immagine di Massimo e Nini così vicini lo tormentava senza tregua?
Non sarebbe riuscito a dormire quella notte, lo sentiva.
Diede un'altra occhiata fuori. Si decise. Uscì dalla porta-finestra e si diresse verso la casetta.
Bussò, sperando che non ci fossero Nicolas o il nonno.
Nessuna risposta.
-Nini.- la chiamò.
Lei aprì uno spiraglio della porta. Indossava solo una maglietta lunga fino a metà coscia come camicia da notte e teneva i lunghi capelli sciolti.
Lui la fissò per qualche istante. Seppure così semplice, era di una bellezza sconcertante.
-Cosa le serve a quest'ora, ambasciatore?- chiese lei.
-Nini, ho bisogno di sapere una cosa.
Lo guardò incuriosita.
-Sei...attratta dal conte de la Hoya?- chiese lui.
Lei si stupì di questa domanda.
-Non vedo come possa interessarti questo, Tomas.- rispose.
-Invece mi interessa...e molto.
-Perchè?- domandò lei. Che diritto aveva di chiederle questo? Lei mica si intrometteva tra lui e Celina, no?
-Perchè non è una brava persona. Ti farebbe del male.
Ah, certo, perchè lui invece non le faceva del male...no, lei non si sentiva morire ogni volta che lui baciava Celina...
-Tomas, non hai nessun diritto di venirmi a dire queste cose!- fece lei, cercando di non urlare per non svegliare il nonno.
-E invece sì, perchè non voglio che tu soffra!
-Io soffro lo stesso, Tomas! Davvero non lo capisci?- si sfogò Nini.
L'uomo la guardò, senza sapere cosa dire.
Nini scosse la testa, guardandolo. No, lui non aveva la minima idea di quanto la ferisse vederlo tutti i giorni e sapere che non avrebbe mai potuto stare con lui.
-Buonanotte, ambasciatore.- tagliò corto la ragazza, chiudendogli la porta in faccia.
Tomas rimase a fissare quella porta per qualche secondo.
-Mi dispiace di farti soffrire, Nini.- sussurrò.

La mattina dopo Chow andò a svegliare Gaston e insieme uscirono per andare al ritrovo.
-Ehi, Martin. Non ti sembra che a tua sorella piaccia il nuovo ragazzo?- chiese Tony all'amico.
-Non lo so.- rispose lui, facendo spallucce. -Lei dice che Lola è interessata a lui.
-A me non sembra...Ehi Sofia! Anche a te piace Gaston?- domandò Tony.
-Ma per favore! Non rientra certo nei miei standard!- rispose acida lei.
In quel momento passò di lì Juan che fece una smorfia, al sentire questo.
-Sarà...ma io non riesco a togliermi dalla testa che Chow provi qualcosa per lui.
-E io sono convinto che sia Lola quella a cui piace.- lo smentì Martin.
-Comunque sia...non prevedo niente di buono per noi due, amico.- disse Tony, mettendogli un braccio intorno alle spalle.

Nini uscì dalla casetta, pronta per una nuova giornata.
Appoggiato di schiena contro il muro, di fianco alla porta, c'era  seduto Tomas che dormiva.
La ragazza lo guardò sospirando. Era stato lì tutta la notte?
Lui percepì la sua presenza e si svegliò. Rivolse lo sguardo verso di lei.
-Che ci fai qui?- chiese lei. Cercava di fare la dura ma in realtà il suo cuore si scioglieva come neve al sole.
Lui si alzò in piedi.
-Volevo assicurarmi che stessi bene e dirti che mi dispiace per stanotte. Avevi ragione, io non ho diritto di dirti cosa devi fare.
Nini annuì anche se in cuor suo sperava che lui non rinunciasse così facilmente a difenderla.
-Però almeno accetta un consiglio: non fidarti troppo del conte. E' un dongiovanni, un presuntuoso...
"Da che pulpito" pensò la ragazza. Come se non conoscesse la fama di seduttore dell'ambasciatore...
-Tomas, per favore.- lo bloccò lei. Non aveva voglia di starlo a sentire.
Lui faceva così non perchè tenesse davvero a lei ma perchè voleva tutte le donne ai suoi piedi, ora questo a Nini era chiaro.
L'uomo capì di aver perso quella battaglia. Krikoragan 1, Santa Juliana 0. Come se fosse una partita di calcio...
-Ok.- disse e, dato un ultimo sguardo a Nini, si girò per tornare nell'Ambasciata. -Ah.- fece poi, voltandosi. -Dì a tuo cugino di venire da me quando può.
-D'accordo.- rispose la ragazza. Cosa voleva da Nicolas, adesso?


Eccomi qui! Spero vi stia piacendo...Come sempre ringrazio tutti quelli che mi seguono e li invito a farmi sapere i loro pareri! A presto con il 6° capitolo!
ily

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Capitolo 6
*** 6 ***


-Mi stava cercando, capo?- chiese l'autista dell'Ambasciata, entrando nell'ufficio di Tomas.
-Sì, Nicolas, siediti.
Prese posto davanti all'uomo.
-Che succede, capo?
-Se solo lo sapessi cosa mi succede...è tua cugina.
-Mia cugina?- chiese sorpreso Nico.
-Sì...ieri ho preso a pugni uno degli ospiti più importanti che siano mai venuti a farci visita...e il problema è che non ne sono pentito. Il problema è che non mi interessa neanche che il cancelliere potrebbe lincenziarmi...mi importa solo che quel farabutto del conte non abbia toccato Nini, capisci?
-Ehm...veramente non molto.- rispose confuso.
-Già, come potresti? Nemmeno io capisco ciò che ho dentro di me, figurati come potrebbe capirlo qualcun'altro...comunque, non ti ho chiamato per questo, Nicolas...Ti ho chiamato perchè devi farmi un favore.
-Dica pure.
-Devi far fare un giro al conte Massimo in modo da tenerlo lontano dall'Ambasciata, d'accordo? Non voglio che ronzi ancora intorno a Nini.
Nini sentì la rabbia montarle dentro eppure era anche felice nello stesso tempo. Perchè Tomas non dava l'opportunità di essere felice anche a lei? Forse perchè l'amava?
Decise però di non fare domande anche perchè Tomas sembrava non conoscere nemmeno lui le risposte.
-Va bene, capo. Con permesso.
Nicolas uscì dall'ufficio e incrociò proprio il conte, accompagnato da Evaristo.
-Signor conte!- lo chiamò l'autista.
Massimo lo guardò stupito. La somiglianza con Nini era impressionante!
-Sono Nicolas Zampanò, l'autista dell'Ambasciata! Sono stato incaricato di portarla a fare un giro turistico per la città oggi!
-Ah, tu sei il cugino di Nini, giusto?
Nicolas annuì.
-Va bene, andiamo.- rispose il conte.
I due salirono sull'auto dell'Ambasciata.
"E ora dove lo porto?" pensò l'autista.

-Voglio sapere di più su quel Gaston.- disse Tony.
-Anch'io.- fece Martin e si avvicinarono al nuovo arrivato.
-Ehi amico! Quanti anni hai detto di avere?- gli chiese Martin.
-Diciotto. Proprio come te, Martin.- rispose quello, aprendosi in un sorriso.
Sia Tony che Martin dovevano riconoscere che era proprio un bel ragazzo. Sfortunato ma sempre solare e con il sorriso sulle labbra.
Ma Martin lo sentiva...nascondeva qualcosa.
I tre iniziarono a chiacchierare un po' del più e del meno.
Poi Martin si sedette di fianco a Gaston e lo scrutò con i suoi occhi azzurri.
Sofia e Lola li raggiunsero.
Sui visi di Martin e di Gaston comparve la stessa espressione. Tony ebbe un sussulto. Sebbene fossero abbastanza diversi avevano la stessa luce negli occhi, lo stesso scintillio nel sorriso.
Martin aveva i capelli corti, Gaston piuttosto lunghi.
Martin indossava vestiti firmati, Gaston degli indumenti alla buona.
Martin era il figlio dell'ambasciatore di Santa Juliana, Gaston un vagabondo.
Eppure in quel momento a Tony sembrò di vedere la stessa persona in quell'espressione del viso.
Gli occhi azzurri, i denti bianchi, i lineamenti delicati...
C'era qualcosa che faceva sembrare quei due...uguali.
-Ciao ragazzi!- salutarono Lola e Sofia.
I due le salutarono. Ma Tony rimase in silenzio ad osservare ogni minimo tratto del viso, ogni minimo movimento, che potesse accomunare quei due.

-Oh no!- esclamò Nicolas.
-Che succede?- chiese il conte dal sedile posteriore dell'auto.
-Si è fermata.- rispose l'autista. Aveva portato il conte nella zona più antica di Buenos Aires per mostrargli qualche vecchio monumento ma la macchina ora aveva deciso di non proseguire.
-Come si è fermata?- domandò incredulo Massimo.
Nicolas scese per dare un'occhiata al motore. Aprì il cofano e ne uscì una nuvola di fumo.
L'autista tossì. Guardò dentro. Non ci capiva niente, mica era un meccanico lei!
-Niente da fare.- rispose Nicolas.
-Si sposti, lasci fare a me!- rispose il conte, arrotolandosi le maniche della camicia.
-Non la credevo esperto di motori...
-Infatti non lo sono! Insomma...io sono il conte di Krikoragan! Però penso di capirci sicuramente più di te...
Massimo toccò qualcosa e dal cofano uscì ancora più fumo.
-Ben fatto.- commentò sarcastico Nicolas.
Il conte lo guardò male.
-Quindi? Che facciamo?
L'autista alzò le spalle.
-Ci conviene metterci in cammino se vogliamo tornare all'Ambasciata prima di sera.- rispose.
-Dobbiamo camminare?- chiese l'uomo.
-Pare di sì. Andiamo.
I due allora si misero in marcia.
-Senti, Nicolas...ma tra Parker e Nini c'è qualcosa?- domandò ad un certo punto il conte.
-Perchè mi fai questa domanda?
-No, così...l'ho visto molto protettivo nei suoi confronti...
-Diciamo che al mio capo piace avere tutte le donne ai propri piedi.
-Quindi non gli interessa davvero Nini, giusto? Insomma, non vorrei creare un conflitto diplomatico!- fece Max ridendo.
-No, non si preoccupi. Tra Tomas e Nini non c'è niente. Assolutamente niente.- commentò amaramente Nicolas.
Il conte sorrise.

-Bene.


Ecco qui anche il 6° capitolo! E così il segreto di Gaston sta per essere svelato! E Ninì si troverà a dover fare una scelta: l'ambasciatore o il conte? A presto con il prossimo capitolo! Grazie a tutti coloro che mi seguono.
ily

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Capitolo 7
*** 7 ***


Tony prese Gaston da parte, approfittando del fatto che Martin stesse chiacchierando con gli altri.
-Chi sei in realtà?- gli chiese.
-Che vuoi dire?- domandò il ragazzo, mascherando il nervosismo con un sorriso.
-Non m'incanti con i tuoi sorrisetti. Ho capito chi sei.
Gaston si fece cupo.
-Cosa sai?- chiese serio, badando che nessuno sentisse.
-So che sei il fratello biologico di Martin.- azzardò Tony. In realtà non aveva prove a sostegno di questa sua tesi.
-Come l'hai scoperto?
-Spirito d'osservazione.- rispose il moro, scrollando le spalle.
-Ok, sì: sono il fratello gemello di Martin. Ti prego, però, non dirglielo!- supplicò.
-Ma devi dirglielo! Lo deve sapere!
-Questo lo so ma...non voglio sconvolgere la sua vita! E poi penserebbe che voglio solo approfittare di lui e del suo denaro! Ti prego, voglio solo passare del tempo con lui e vedere che sta bene...poi me ne andrò...voglio solo recuperare un po' di tempo...- disse, con gli occhi lucidi.
Che fare? Tony non poteva non dire niente al suo migliore amico! Però comprendeva quel ragazzo.
-Va bene.- cedette. -Non glielo dirò.

-Manca molto?- chiese il conte. Ormai il caldo iniziava a farsi sentire e lui non era abituato a camminare.
-No, siamo quasi arrivati.- lo informò Nicolas.
-Tua cugina sarà in casa?- domandò.
-Perchè ti importa così tanto di lei?
-Non lo so...io non ho mai provato qualcosa del genere per una donna, sai? Mi piace molto. Però allo stesso tempo c'è qualcosa che mi blocca, non saprei...
-E' innamorato di lei?- chiese l'autista.
-Credo di sì. Credo che potrei renderla felice.
-Mia cugina ha un gran bisogno di felicità...- sospirò Nicolas.
-Secondo te lei potrebbe darmi un'opportunità?- chiese Massimo.
Nicolas annuì.
-Sì. Sono convinto che anche lei abbia bisogno di un'occasione per essere felice.
Arrivarono all'Ambasciata. Il conte salì nella sua stanza mentre Nicolas raggiunse l'ambasciatore.
-Come mai già di ritorno?- domandò quest'ultimo.
-Si è fermata la macchina.
-Ah. Non ci voleva. Ninì è all'Ambasciata?
-No, credo sia al corso di cucina...- mentì Nicolas.
Parker annuì pensieroso.
-Perchè non la lascia in pace? Perchè non le vuole permettere di essere felice?- domandò l'autista.
-Perchè conosco quel conte e con lui non potrà essere felice, Nicolas!
-Le persone possono cambiare per amore, capo.- ribattè lui.
Tomas sospirò.
-Io la amo, Nicolas.- ammise.
Ninì sentì il suo cuore accelerare i battiti. "Anch'io ti amo" avrebbe voluto dire ma non poteva per svariati motivi. Uno, era nei panni di Nicolas e non le sembrava il momento adatto per svelare il suo segreto. Due, aveva deciso che doveva dimenticarsi del pelato. Tre, c'era quel conte così affascinante deciso a farle la corte. Quattro, Tomas stava con Celina...e così via, altri duecento motivi per cui la ragione prese il sopravvento sul cuore e la costrinse a non dire niente.
Si limitò a guardare Tomas con aria di rimprovero. "Sono solo un suo capriccio" pensò lasciando l'ufficio dell'ambasciatore.

-Chow, devi aiutarmi!- la chiamò Tony, prendendola in disparte. -Devo dirti una cosa ma devi giurare che non la dirai a nessuno, tantomeno a Martin!
-Tony, mi stai spaventando...è qualcosa di grave?- chiese.
-Insomma...beh, hai presente il ragazzo nuovo, Gaston? Lui dice di essere convinto che Martin è il suo gemello perduto!
-Cosa!? Bisogna assolutamente parlare con papà!
-No, Gaston non vuole che si sappia!
-Però dobbiamo accertarci che sia vero, Tony!
-Appunto per questo ne ho parlato con te, Chow. Dobbiamo raccogliere informazioni su Martin ma in segreto. E poi confrontarle con i racconti di Gaston. Ci stai?
La ragazza annuì.
-D'accordo.- disse.
-Senti, senti...e così Martin ha un gemello segreto, eh?- mormorò Sofia che, nascosta, aveva sentito tutto il discorso.
Sorrise mentre la sua mente stava già elaborando qualche piano per sfruttare quell'informazione a proprio vantaggio.

Nicolas entrò nella casetta del nonno.
Sospirò.
Perchè era tutto così difficile?
Sentì bussare.
-Chi è?- chiese.
-Sono il conte de la Hoya. C'è Nini?
Nicolas sbarrò gli occhi.
-Ehm...al momento è in bagno. Vuole che le dica qualcosa?- chiese senza aprire la porta al povero conte.
-Ah...no va bene...passo io più tardi a salutarla.- disse. Girò lo sguardo e notò Chiqui lì vicino che lo guardava malissimo o meglio lo controllava. Massimo fece una smorfia e girò i tacchi, rientrando all'Ambasciata.
Nicolas fece un sospiro di sollievo ma subito si rabbuiò.
Che fare ora? Affrontare Massimo o Tomas?
Qual era la cosa giusta da fare?
Ninì sospirò togliendosi la parrucca.
Basta soffrire. Voleva essere felice...doveva essere felice.
"Lui ti fa solo del male" pensò. Sì, la sua testa non si sbagliava. Peccato che il cuore continuasse a urlare imperterrito il suo nome: Tomas.
Chiuse gli occhi e nella sua testa riecheggiarono le parole pronunciate poco prima dall'ambasciatore "Io la amo, Nicolas".
Si convinse che quelle parole erano solo una grande messinscena.
Ma Nini Gomez ce la avrebbe fatta a raggiungere la felicità, anche senza quel bugiardo dell'ambasciatore Parker!


Ninì ha preso la sua decisione...riuscirà ad essere felice senza il suo Pelato? A presto con il prossimo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio
ily

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Capitolo 8
*** 8 ***


Tomas stava camminando pensieroso lungo il salone. L'aveva persa, se lo sentiva.
-Tomas!- lo chiamò Celina.
"Ci mancava solo lei." pensò, alzando gli occhi al cielo.
-Hai visto il conte de la Hoya?- gli chiese.
-No. Credo sia nella sua stanza.- rispose l'ambasciatore. -Perchè lo cerchi?
-Ha chiamato Sebastian, devo farmi dare dal conte alcuni documenti.
Tomas annuì.
-A dopo, amore.- disse lei, stampandogli un bacio sulle labbra.
E l'ambasciatore si trovò inconsciamente a immaginare il sapore delle labbra di Nini.

-Mi stava cercando, conte?- chiese Nini, entrando nella stanza dell'ospite.
-Nini!- esclamò lui illuminandosi in volto.
-Signor de la Hoya!- disse Celina, entrando anche lei nella camera, senza badare a Nini.
-Cosa posso fare per lei, signorina?- chiese Massimo.
-Potrebbe fornirmi i documenti relativi al progetto?
-Oh certo.- fece il conte. -Dovrebbe averli Evaristo, li chieda pure a lui.
Celina annuì e poi squadrò Nini.
-Vedo che non perdi tempo.- mormorò acida verso la ragazza.
Nini stette zitta e aspettò che la Cornacchia fosse uscita dalla stanza. Perchè ce l'aveva sempre con lei? Ora aveva Tomas, che altro voleva?
-Bene, Nini.- fece Massimo, interrompendo i suoi pensieri. -Volevo parlare con te.
-Mhm. Mi dica.
-Oggi ho conosciuto tuo cugino e mi è parso un tipo alquanto bizzarro però è stato molto gentile. Mi ha incoraggiato a farmi avanti con te perchè vedi...mi piaci. Molto. Provo qualcosa di forte per te, Nini.- disse avvicinandosi a lei.
La ragazza si sentiva lusingata da quella dichiarazione ma al contempo un po' spiazzata e inadeguata. E poi c'era quell'orribile peso sullo stomaco...
E nella mente affiorava quel viso, quegli occhi, quel sorriso, quel nome: Tomas.
Scacciò quell'immagine dalla testa.
-Sarei onorata di approfondire la sua conoscenza, Massimo.- rispose lei.
Il conte sorrise contento e la strinse a sè.

-Dai, Lola, ammetti che sei pazza di me!- disse Martin cercando di convincere la ragazza a fare pace dopo l'ennesimo litigio.
-Lasciami in pace, Martin.- lo respinse lei senza troppa convinzione.
Sofia si avvicinò ai due.
-Martin, potrei parlare con te?- chiese.
-Che vuoi ora, Sofia?- rispose lui, scocciato, guardando Lola allontanarsi.
-Perchè mi tratti sempre così?- domandò la mora. -Sai che ti dico? Va' da lei! Però dovresti stare ben attento a chi sono i tuoi veri amici...e a quelli che ti nascondono qualcosa.
Martin la guardò senza capire e se ne andò nella direzione in cui era andata Lola, senza fare troppo caso alle parole della ragazza. In fondo Sofia cercava sempre di piantare zizzania nel gruppo...
Sofia lo guardò allontanarsi.
-Presto tornerai da me strisciando, caro Martin Parker...- sussurrò per poi girarsi nella direzione opposta, facendo ondeggiare i capelli al vento.

-Senti che ne dici se stasera usciamo solo io e te?- chiese il conte.
-Va bene, come vuoi tu.- rispose annuendo timidamente.
-Perfetto, allora dico a Tomas di lasciarmi auto e autista per questa sera.
Nini annuì. Aspetta...aveva detto autista??
-No!- disse.
Il conte la guardò senza capire.
-Non va bene?
-No è che...lasciamo stare mio cugino... e poi l'auto è rotta, no? Potrebbe fermarsi di nuovo...Perchè invece non facciamo una passeggiata?
-Come vuoi tu, principessa.- rispose Max sorridendo e accarezzandole il viso.

-Così hai deciso di lasciar perdere Tomas?- le domandò Vicky.
-Esatto.- fece Nini, mettendosi un abito davanti per vedere come le stava per poi buttarlo sul letto insieme ad altri.
-Bene!
-E sai cosa? Gli dirò la verità su Nicolas!- esclamò Nini tranquillamente buttando l'ennesimo vestito sul letto e prendendone un altro.
-COME?
-Sì...che ne dici di questo?- chiese mostrandole un vestito bianco.
Vicky non le diede retta.
-Tu vuoi dire a Tomas che sei Nico? Sei per caso impazzita?
-Qual è il problema?
-Il problema è che ti caccerà dall'Ambasciata! E quando lo saprà il mio Pepu di sicuro mi lascerà!
-Ma no, stai tranquilla, sono sicura che andrà tutto bene... in fondo ora non ho più motivi per non dirglielo.
-E invece sì che ne hai! Tu lo ami, Nini! Per quanto tu possa negarlo è lui quello che vuoi!- tentò di farla ragionare l'amica.
-Ormai l'ho perso, Vicky...anzi, lui non è mai stato veramente mio.
-Anche lui ti ama, Nini...sarebbe così semplice se solo voi due apriste gli occhi!
Nini sospirò.
-No, Vicky, non è semplice...

-Ah sei qui, Tomas!- disse Celina, avvinghiandosi a lui.
L'ambasciatore si scostò.
Era nervoso. Forse c'entrava con il fatto che Massimo girasse liberamente per l'Ambasciata senza che lui potesse controllarlo.
-Che hai?- chiese seria la donna.
-Niente, Celina, sono stanco.- mentì Tomas.
La donna intuì che qualcosa non andava.
-Che ti prende, Tomas? Non ti riconosco più!- sbottò lei. Era sicura che c'entrasse quell'arrampicatrice sociale della giardiniera!
-Non mi riconosci perchè non mi hai conosciuto, non hai nemmeno fatto uno sforzo per provare a conoscermi!- le gridò contro lui.
Celina rimase scioccata da quelle parole.
-Celina, tu sei...
-Io non sono lei, no?- lo interruppe lei, mentre sentiva le lacrime raggiungere i suoi occhi.
Tomas sospirò e si calmò.
-Mi dispiace.- si scusò lui.
-Anche a me.- rispose Celina, trattendo le lacrime.
Non sarebbe riuscita a trattenerle per molto, anche lei aveva un cuore per quanto si sforzasse di nasconderlo!
Si voltò e uscì dalla stanza, lasciando Tomas da solo.
Lui si sedette e si prese la testa tra le mani.
Stava mandando tutto all'aria...e tutto per lei.



Non so per quanto andrà ancora avanti questa ff anzi scusatemi se sta diventando un po' noiosa...non so ancora come finirla e non so se ci metterò anche la confessione di Nini sul suo segreto o lascerò in sospeso questa parte perchè altrimenti mi si intreccerebbe con la storia originale...quindi non so ancora bene...In questo capitolo mi è piaciuto molto descrivere la scena tra Tomas e Celina perchè penso che alla fine anche la Cornacchia abbia un cuore ùù...comunque grazie come sempre di seguirmi e grazie soprattutto alle persone che recensiscono perchè senza i loro pareri non saprei davvero come fare! :)
A presto con il 9° capitolo!
ily

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Capitolo 9
*** 9 ***


Nini aveva deciso: quella sera sarebbe andata a cena con Massimo e l'indomani avrebbe raccontato la verità a Tomas.
Il conte arrivò puntuale a bussare alla sua porta.
Lei uscì con il suo sorriso radioso e un vestito bianco leggero piuttosto lungo.
-Sei davvero incantevole.- si complimentò lui.
-Grazie.
-Tieni.- disse, porgendole un mazzo di fiori.
-Oh. Che belli.- disse e sospirò...Tomas non le avrebbe mai portato dei fiori...lui sapeva che a lei non piacevano i fiori recisi. Ma non era il momento di pensare a lui.
-Ho prenotato un tavolo in un ristorantino all'aperto...molto carino...poi possiamo fare un giro lì intorno, c'è molto verde.- disse lui sorridendo.
-Perfetto, hai proprio programmato tutto...
Lui sorrise e le mise una mano sulla schiena conducendola davanti a lui.
Camminarono fino al ristorante.
Nini stava bene con lui. Sebbene il conte fosse piuttosto pieno di sè e snob con lei si comportava bene. Chiacchierarono, risero e cenarono.

-E così Nini è uscita a cena da sola con il conte?- chiese Lupe.
-Proprio così. Pare che lui ne sia rimasto folgorato...- riferì Orazio che era sempre informatissimo sui pettegolezzi dell'Ambasciata.
-Chi l'avrebbe mai detto! Nini a cena con un conte!- esclamò Carmen.
-Cosa?- chiese esterefatto Tomas, entrato in cucina per prendere un bicchiere d'acqua.
-Non lo sapeva? Nini aveva un appuntamento con il conte questa sera!- lo informò il maggiordomo.
La faccia di Tomas perse ogni traccia di colore.
Ci mancava solo questa notizia...

Al ritrovo era in corso l'ennesimo litigio tra Lola e Sofia.
Quelle due non si sopportavano proprio, indipendentemente dai loro sentimenti verso il giovane Parker.
Tony e Chow si erano schierati dalla parte della bionda mentre Juan da quella della rivale.
Martin, Gaston, Abel e Jotacé se ne stavano in disparte e cercavano di calmare gli animi, anche se poco dopo Martin si trovò a discutere con Juan, come al solito.
-Sofia, tu sei solo una falsa!- le gridò contro Chow.
-Ah certo, la cattiva sono sempre io, no?
-Sofia, tu cerchi sempre di metterci l'uno contro l'altro con le tue bugie!- le inveì contro Martin.
-Dite tanto di me, mentre i peggiori siete proprio voi! Martin, non ti rendi conto che i tuoi cosidetti amici ti nascondono un mucchio di cose?
-Che vuoi dire?- chiese Martin, facendosi serio e guardando verso Tony, Chow e Lola.
Tony e Chow abbassarono lo sguardo, colpevoli.
-Di cosa sta parlando?- chiese lui, desideroso di spiegazioni.
I due si scambiarono un'occhiata. L'espressione di Gaston era carica di panico.
Sofia riprese a parlare: -Oh, beh, allora lo dirò io! Martin, Gaston non è altro che...
-Innamorato di Sofia!- la interruppe il ragazzo nuovo.
-CHE?- esclamarono tutti quanti.
Tony e Chow si guardarono stupiti.
-No, no...lui...- balbettò Sofia ma nessuno la ascoltava più.
L'attenzione di tutti era concentrata su Gaston.
-Perdonami, Martin. So che tra te e lei c'è stato qualcosa e io non ho avuto il coraggio di dirtelo...Tony e Chow lo sapevano ma li ho pregati di non dirti niente.
-Oh, ma...non c'è problema, amico.- disse l'altro, battendogli la mano sulla schiena. Era sollevato che a Gaston non piacesse Lola.
-Allora non c'è problema se mi faccio avanti?
-No, nessun problema!- rispose lui sorridendo.
-Ehm, scusate! Un problema ci sarebbe...cosa vi dice che io sia d'accordo?- chiese la mora.
Gaston le si avvicinò.
-Tu adesso vieni con me.- le sussurrò minaccioso, trascinandola per il polso in un angolo del ritrovo, lontano dagli altri.

Intanto Nini e Massimo avevano finito di cenare e stavano passeggiando illuminati da un pallida luna, chiacchierando del più e del meno.
Ad un certo punto il conte si fece serio.
-Nini...- disse guardandola negli occhi. -Sono perdutamente innamorato di te. Grazie per avermi dato un'occasione.
Mentre vedeva gli occhi azzurri dell'uomo avvicinarsi sempre di più, lei non potè far a meno di pensare a quelli di Tomas e a come adorasse vedere riflessa la sua immagine dentro di essi.
Ma Massimo, appoggiando le labbra alle sue, la distolse da questi pensieri. Dopo aver camminato ancora un po' giunsero all'Ambasciata.
-Grazie della bella serata.- la ringraziò lui, arrivati alla casetta.
-Grazie a te, Massimo. Sono stata davvero bene.
Lui le diede un altro bacio sulle labbra.
-A domani, principessa.- la salutò.
Lei annuì e lo guardò rientrare nell'edificio.
Nini girò la maniglia della porta ed entrò nella sua casetta. Diede una rapida occhiata al letto: il nonno stava dormendo.
Così accese la luce e...
Si trovò davanti Tomas, sprofondato in una poltrona.
La ragazza sobbalzò. Lui la guardò con un'espressione indecifrabile.
-Buonasera.- le disse.
-Tomas! Che ci fai tu qui?- chiese lei, portandosi una mano al cuore dallo spavento.
L'ambasciatore si alzò dalla poltrona e le si avvicinò.
-Ho saputo che sei uscita col conte.
Lei annuì, cercando di assumere l'espressione più neutra possibile.
-Esatto.- rispose.
-Ti sei divertita? Lui...lui si è comportato bene?- chiese Tomas.
La ragazza annuì. Doveva rimanere fredda e distaccata e non cedere a quello sguardo così dolce...
L'ambasciatore avrebbe voluto dirle quello che sentiva però capì che lui non aveva diritto di immischiarsi tra lei e Massimo. Se Nini aveva deciso di essere felice senza di lui...beh, le augurava di riuscirci davvero.
-Va bene. Buonanotte.- le disse per poi superarla e uscire dalla porta.
Nini rimase ferma per qualche istante e poi si portò le mani alla faccia.
Che pasticcio!



Scusate ma oggi vado di fretta! Grazie a tutti coloro che mi seguono! recensite!
ily

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Capitolo 10
*** 10 ***


-Si può sapere cos'hai in mente?- chiese arrabbiato Gaston, tenendo Sofia per il braccio.
-Di cosa ti impicci, tu?- rispose spavalda la ragazza.
-Qual è il tuo obiettivo?
-Il mio obiettivo?- ripetè lei, liberando il braccio dalla sua stretta. -Semplice: Martin.
Gaston roteò gli occhi.
-Non vedi che lui è innamorato di Lola e che lei lo ricambia? Solo uno stupido non se ne accorgerebbe!- le urlò indicando i due interessati che si stavano abbracciando poco lontano.
Sofia incrociò le braccia e girò lo sguardo da un'altra parte.
-Dovresti aprire gli occhi...e non comportarti come una bambina viziata!
-Mi stai dando della viziata? Cosa ne vuoi sapere tu! Sei solo un vagabondo!
-Io sarò un vagabondo ma tu sei una vipera! E comunque io so molte cose della vita, quando vivi in strada impari a conoscere il mondo. Non come te che credi che tutto ti sia dovuto, che il mondo ruoti intorno a te!
Entrambi non avevano più fiato. Si guardarono.
E poi improvvisamente si avvicinarono fino ad unire le loro bocche in un bacio.

-Allora, Nini? Come va con il conte?- chiese la mattina dopo Vicky, entrando nella casetta.
-Bene. Mi piace molto...è gentile, è educato, è affascinante, è dolce...
-Però non è Tomas.- concluse l'amica leggendo negli occhi di Nini.
La mora sospirò.
-Tomas è solo un presuntuoso! Un egoista! Però...è l'amore della mia vita...Non posso dirgli di Nicolas...
Vicky annuì ed abbracciò l'amica.

Intanto Tomas, Massimo e Sebastian erano nello studio e stavano concludendo le trattative.
-Tomas, ti dispiacerebbe ospitarmi ancora qualche giorno anche dopo che il contratto sarà terminato?- chiese poi il conte.
Tomas capì che era per Nini.
-Va bene, non c'è problema.- rispose con una punta di tristezza.
-Sicuro? Nessun problema?
L'ambasciatore annuì. Se avesse detto di no avrebbe avuto ragione Nini a dire che lui era solo un egoista.
-Evaristo!- chiamò allora il conte.
-Mi dica.- fece quello.
-Rimanda l'incontro con Fritzenwalden a data da definire.- ordinò Massimo.
-Ai suoi ordini.- rispose il maggiordomo, ritirandosi.

Intanto Celina camminava su e giù per la sua stanza. No, non l'avrebbe data vinta alla giardiniera. E aveva già in mente come fare per riprendersi Tomas...
Prese il cellulare e mise in moto un giro di telefonate per ottenere ciò che voleva.
-Celina Martinez Paz non si arrende così facilmente, Nini.- sussurrò sogghignando.

-Allora, con Sofia?- chiese preoccupato Tony a Gaston.
-Tranquillo, a lei ci penso io.- rispose il ragazzo.
-Dì un po', è vera sta storia che ti piace?- chiese Chow.
-Non sarai mica gelosa, no?- fece Tony fulminandola.
-Non dire sciocchezze! Era solo per sapere...- rispose la coreana.
-Beh, a dire il vero sì, mi piace...però lei è così snob...non starà mai con uno come me.- osservò Gaston, facendo spallucce.
In quel momento videro Sofia arrivare e mettersi a parlare con alcune ragazze.
-Scusate.- fece Gaston e si diresse verso la ragazza.
-Allora, hai scoperto qualcosa?- chiese allora Tony a Chow.
La ragazza annuì.
-Ho trovato alcuni documenti. Prima di finire in istituto Martin aveva una famiglia. Quello che so è che i suoi genitori morirono quando lui era piccolo e che lui è effettivamente nato in periferia, come sostiene Gaston. Adesso sto facendo il possibile per risalire al nome dei genitori e all'indirizzo.
-Bene. Avvertimi se ci sono novità.
-Mh mh.- annuì la ragazza.

-Buongiorno.- salutò Gaston, piantandosi davanti a Sofia con un immancabile sorrisetto dipinto in faccia.
-Che vuoi?- rispose acida lei.
-Che significava quel bacio di ieri?
-Assolutamente niente.
Lui continuò a guardarla dritta negli occhi. Sofia non poteva negare che quel ragazzo fosse davvero bello...in effetti le ricordava Martin...però insomma! Aveva la sua dignità, non poteva mettersi con un barbone!
-Gaston...tra noi due non c'è niente di niente e mai potrà esserci. Ora fammi passare.- disse lei, spostandosi.
-No.- rispose lui, ripiazzandosele di fronte. -Io sono innamorato di te però...ti capisco. So che tu non puoi stare con uno come me!- esclamò, guardandosi i vestiti malconci. -Però per favore, se almeno un po' ti piaccio...ti scongiuro, non dire niente a Martin!
Sofia lo fissò negli occhi azzurri. Sembrava davvero sincero... Di solito non ascoltava nessuno, lei faceva solo quello che voleva, per raggiungere i suoi scopi.
Ma quel ragazzo aveva qualcosa di diverso...aveva qualcosa di davvero speciale...
Si trovò ad annuire, senza neanche rendersene conto. L'espressione preoccupata e seria del ragazzo si trasformò in un'espressione sollevata.
-Grazie.- le disse, spostandosi per lasciarla passare.
Lei lo superò guardandolo senza quell'aria di superiorità che aveva sempre negli occhi e anche con un mezzo sorriso.

-Che è successo?- chiese preoccupato Tomas, entrando correndo nella stanza di Celina.
La donna era distesa sul letto e al suo fianco stava il medico che l'aveva appena visitata.
-Oh, non ti preoccupare, Tomas.- rispose falsamente lei con un fil di voce. -Sto bene.
L'ambasciatore guardò il medico. Aveva appena finito la riunione con il conte che Orazio gli aveva comunicato che Celina aveva avuto un mancamento...Giusto questo mancava.
-Lasciamola riposare.- disse il medico ed accompagnò Tomas fuori dalla stanza, chiudendo poi la porta.
-Mi dica, dottore.
-La signorina Martinez Paz non sta bene...il suo cuore è piuttosto debole.- rispose il medico. -Per caso ha subito qualche shock emotivo recentemente?
Tomas stava per dire di no ma poi ripensò alla discussione del giorno prima.
Allora annuì.
-Beh, questo potrebbe averle causato un accelerazione dell'attività cardiaca.- spiegò il dottore.
Tomas si sentì terribilmente in colpa.
Non sapeva che faceva tutto parte del piano della strega...
-E' abbastanza grave, ambasciatore. Se avrà altri attacchi potrebbe dover subire un trapianto.- continuò il dottore corrotto. -Le consiglio di evitarle altri stress, di farla riposare e di starle vicino.
Detto questo il medico se ne andò. Tomas rientrò nella stanza.
-Tomas...- sussurrò lei.
Lui le accarezzò il viso. Gli faceva pena che stesse così male, lei che era una donna così forte...e per giunta per colpa sua.
Celina gli prese la mano tra le sue.
-Resta qui, per favore...- lo pregò.
Lui avvicinò la sedia al letto e si sedette lì accanto a lei, con le mani nelle sue.



Vi chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto dei problemi con la connessione .__. Però ora ci sono! Spero vi piaccia questo capitolo...cosa pensate di questa strana coppia Sofia-Gaston? E poi ho sfoderato un classico delle telenovele: la finta malattia xD A presto con il prossimo capitolo!
ily

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Capitolo 11
*** 11 ***


-Nini!- la chiamò il conte vedendola nel giardino. -Che stai facendo?
-Sto mettendo le mani nella terra...è un rimedio...
-Sì, va bene, indovina?- la interruppe lui. -Parker mi ha dato il permesso di restare all'Ambasciata quanto voglio! Possiamo vederci ancora, Nini.
-E'...fantastico.- rispose senza troppo entusiasmo lei, scrollandosi la terra dalle mani.
Massimo si avvicinò per baciarla ma gli squillò il cellulare. Diede un'occhiata al display.
-Scusami.- disse a Nini e si allontanò.
-Pronto?- rispose il conte. -Ah ciao, Serena. Come stai? Come? No, non ho nessun'altra, tranquilla! Miranda? E' acqua passata, lo sai!- controllò che Nini non lo stesse sentendo. -Stasera? Stasera non posso, mi dispiace. Sì, ti amo, a presto, ciao!- chiuse la telefonata.
Nini gli piaceva davvero molto ma non esisteva donna al mondo che potesse fargli rinunciare a tutte le sue "amiche". O almeno, non una donna che già conosceva.
Sfortunatamente per lui però Tomas in quel momento era uscito a prendere una boccata d'aria e lo aveva sentito.
Però restò nascosto dietro ad un albero e continuò ad osservare il conte.
Massimo ritornò da Nini e la baciò con trasporto.
Tomas dovette distogliere lo sguardo. Non riusciva a sopportare quella visione...
E comunque aveva ragione lui: quel dongiovanni del conte avrebbe fatto soffrire Nini. La sua Nini. No, non poteva permetterglielo.

Chow uscì dall'ufficio di Tomas con in mano alcuni documenti relativi all'adozione di Martin.
Sentì delle voci e si nascose dietro al divano.
-Torna a letto, Celina.- sentì Victor dire.
-Ascolta, Victor. La giardiniera ora sta con il conte ma non posso permetterle di avvicinarsi a Tomas, chiaro?
-Nini sta con il conte?- le chiese deluso il fratello.
-Sì, mi dispiace, hai perso, vai e fatti una vita!- tagliò corto la Cornacchia. -Ascolta, ho pagato il dottore perchè dicesse a Tomas che sono stata male a causa della perdita affettiva o qualche altra sciocchezza del genere! Comunque lui non mi lascerà sola proprio ora! Oggi devi passare in clinica e ritirare le analisi falsificate. Tieni.- gli ordinò, progendogli un biglietto con su scritto il nome del dottore.
-Sei sicura di quello che fai, sorellina?- chiese quello, abbassandosi gli occhiali da sole per guardarla negli occhi.
-Sicurissima.- rispose lei.
-Signorina Celina, che fa in piedi?- chiese allarmato Orazio entrando nel salone.
La donna si scambiò uno sguardo carico di panico con il fratello e poi si lasciò cadere tra le sua braccia gemendo.
-Terrificante.- esclamò il maggiordomo.
-Mia sorella voleva a tutti i costi sgranchirsi le gambe però... credo non sia il caso, no? Ora la riporto di sopra, vieni Celi.- spiegò Victor, reggendola e aiutandola a salire le scale.
Chow uscì dal suo nascondiglio.
-Strega.- mormorò. Poi si ricordò dei documenti e così corse fuori verso il ritrovo: doveva parlare con Tony e con Gaston. E più tardi, anche con suo padre.

-Nini, vieni via con me.- le propose Massimo.
-Cosa?- chiese stupita lei.
-Parti con me. Viaggeremo, staremo insieme...
-Ma io non posso lasciare l'Ambasciata! Qui c'è mio nonno e Nicolas e tutti i miei amici!
-E' ora che tu viva la tua vita, al di fuori di questa Ambasciata, non credi? Nini, io posso farti felice. Comunque pensaci pure con calma, non c'è fretta.
Nini annuì.
-Ora vado. A dopo.- la salutò, stampandole un bacio sulla testa.

-Si può sapere che gioco stai facendo con Nini?- chiese Tomas, intercettando il conte mentre rientrava all'Ambasciata.
-Che vuoi dire?
-Ti ho sentito prima che parlavi al telefono, è inutile fingere.
-Tomas...andiamo, tu sei come me, mi puoi capire! A me le donne piacciono molto, lo sai! Quelli come noi sono spiriti liberi! Però Nini mi affascina davvero, ha qualcosa di speciale...
L'ambasciatore fece una smorfia.
-Stai attento con lei, se la farai soffrire...
-Non ti preoccupare! Tengo davvero a lei! Infatti le ho chiesto di venire via con me!- lo informò lui.
-Come?? E lei cosa ti ha risposto?
-Non mi ha ancora risposto...ma vedrai che la convincerò.- rispose quello con un sorrisetto.
-Ma è una mia impiegata tu non puoi...
-Lasciamo che sia lei a decidere, no? Una volta per tutte...
Tomas gli lanciò un'occhiata inceneritrice per poi andare a vedere come stava Celina.

-Tony, Gaston è il gemello di Martin!- disse Chow, correndo verso il ragazzo sventolando i documenti.
Martin spuntò da dietro l'angolo.
-Che hai detto, Chow??- domandò, guardandola allibito.
Lei portò i documenti dietro la schiena e si scambiò un'occhiata con Tony mentre quest'ultimo si portò una mano alla fronte, scuotendo la testa.

-Come sta la signorina Celina?- chiese Orazio, vedendo l'ambasciatore scendere dalla scalinata.
-Insomma...stiamo aspettando i risultati delle analisi. Orazio, potresti occuparti di lei?
-Certo...Nini con il conte, Celina che sta male...questa situazione è davvero...terrificante.
-Non dirlo a me, Orazio.- sussurrò Tomas. -Non dirlo a me.

-Ah che faccio? Il conte mi ha chiesto di andare con lui...in giro per il mondo...ma non posso andarmene! Insomma qui c'è il nonno e Vicky...e Angelo e Lupe e tutti gli altri...e i bambini...e il mio Pelato. Non potrei stare senza di voi capisci, Otto?
Nini era nel pieno di un discorso con il Golden Retriever che la guardava stranito mentre lei camminava per la stanza gesticolando e parlando.
All'improvviso bussarono alla porta.
Nini aprì.
-Tomas, che ci fai qui?- chiese, trovandoselo davanti.
-Nini, non partire con Massimo.
-Un'altra delle tue scenate, Tomas?- chiese lei infastidita.
-No, non questa volta. Ascolta.- disse, premendosi le punte della dita contro le tempie. -Non puoi andare con lui.
-Perchè non potrei, scusa?
-Davvero vuoi sapere perchè?- domandò lui.
-Sì!- esclamò lei.
-Perchè ti amo, Nini!- rispose lui. Quelle parole gli arrivarono dal cuore e uscirono dalla sua bocca ancora prima di passare per il cervello. -Ti amo.- ripetè. Tanto valeva ormai confessarglielo.
-Anch'io ti amo, Pelato.- confessò lei, con un filo di voce, guardandolo negli occhi.
Lui annullò la distanza che li separava facendo unire le loro bocche e tenendola per i fianchi.
Continuarono a baciarsi.
Niente era paragonabile a quella emozione. Si chiesero come avessero potuto vivere senza. Erano solo loro due, tutto il resto non contava più.



La storia è agli sgoccioli! Come finirà tra Nini e Tomas? Mah! xD Continuate a seguirmi!
ily

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Capitolo 12
*** 12 ***


-Che significa gemello? E cosa nascondi lì? Rispondete!- urlò Martin.
-Significa questo, Martin: io sono il tuo gemello perduto.- gli spiegò Gaston, avvicinandosi.
-Non può essere! Io non ho una famiglia!
-E invece hai me...non volevo che tu lo scoprissi e neanche crearti problemi, volevo solo assicurarmi che stessi bene. Sono tanti anni che cerco informazioni su di te...e alla fine le ho trovate. Sono venuto qui e ti ho riconosciuto subito. Però adesso è ora che io me ne vada.
-Cosa? No! Tu ed io dobbiamo parlare.- fece Martin. -E poi anche con voi!- disse severo verso Tony e Chow.
Gaston raccontò al fratello le lunghe ricerche fatte per raccogliere informazioni su di lui, il viaggio a Santa Juliana e la successiva scoperta della famiglia Parker. E poi gli raccontò ciò che sapeva sulla loro infanzia.
-Quindi poi ci hanno messi in due istituti diversi e non ci hanno mai detto niente l'uno dell'altro.
-Esatto.- fece Gaston.
Martin lo abbracciò.
-Resta con noi, fratello.- disse sorridendo.

Nini aprì gli occhi e si staccò da Tomas. Quello che stava facendo era completamente, totalmente sbagliato!
-Che succede?- chiese lui, accarezzandole il viso.
-Tomas...è stato un errore. Celina sta male ed io sto con il conte e...
Lui la zittì con un bacio a fior di labbra.
-Ma noi ci amiamo, Nini.
-Sì però...non è giusto, Tomas.- disse lei scuotendo la testa.
Lui sospirò. Non poteva far soffrire di nuovo Celina anche perchè questo avrebbe voluto dire compromettere la sua salute...però non poteva permettere neanche che quel conte si portasse via la sua Nini.
Quel bacio sarebbe stato per tutti e due solo un ricordo del loro amore.
Tomas uscì dalla casetta senza dire una parola.
Nini sospirò.
Amava Tomas ma il loro amore non aveva futuro. Troppi problemi, troppe gelosie, troppi inganni.
Doveva toglierselo dalla mente e dal cuore, una volta per tutte.
E avrebbe scelto la maniera più dolorosa per farlo.

-Come avete potuto nascondermelo?- chiese Martin al suo migliore amico e a sua sorella.
-Volevamo prima accertarci che fosse vero!- rispose la coreana.
-Che farai adesso?- chiese Lola. Tutto il gruppo si era riunito a quella notizia.
Martin guardò il suo gemello. Non gli sembrava possibile...Del periodo prima che Tomas lo adottasse ricordava solo i vari istituti in cui era stato e non erano ricordi piacevoli.
Non sapeva molto del suo passato e trovarsi davanti ora quel ragazzo...il suo gemello...era una cosa davvero sconcertante.
Però era suo fratello, aveva il suo stesso sangue...voleva conoscerlo, voleva passare del tempo con lui. Non poteva lasciarlo andare come se non fosse successo niente.
-Io vorrei che Gaston rimanesse con noi.- rispose Martin. -E poi ti devo presentare alla mia famiglia: Cecilia, Chama, Tomas...
-Tomas!- esclamò Chow, ricordandosi della conversazione tra Celina e Victor. -Devo dirlo a Tomas!- disse, correndo via.
-Chow!- la chiamò Martin.

-Massimo.- lo chiamò con voce seria Nini.
-Ciao, principessa!- fece lui sorridendole. -Che succede?
Nini annuì. Il conte la guardò senza capire.
-Vengo con te. Voglio che tu mi porti via da qui.
Massimo sorrise più felice che mai.
-Fantastico! Quando vuoi partire?
-Anche oggi stesso!- rispose risoluta lei.

-Papà! Ti devo dire una cosa importantissima!
-Aspetta tesoro, devo andare a vedere come sta Celina!
-Si tratta proprio di questo! Senti...
-Tomas!- lo chiamò Martin, entrando nella stanza insieme a Gaston. -Ti presento Gaston, il mio gemello biologico!
-Che?- domandò l'ambasciatore.
-Sì, lui è mio fratello!
-Ma sei sicuro, Martin?
-Papà, io ti devo dire...- Chow cercò di parlare ma la conversazione in quel momento era concentrata su Martin e il suo gemello.
La coreana sbuffò e si ritirò in camera sua. "Glielo dirò più tardi." pensò.
Intanto Martin e Gaston raccontarono l'accaduto a Tomas.
-E adesso che intenzioni hai?- chiese a Gaston.
-Beh, potrei fare qualche lavoretto e guadagnare i soldi per un appartamento qui vicino...
-Potresti stare da me e Tony!- propose Martin.
Mentre discutevano su questo Orazio fece capolino nel salone e chiamò l'ambasciatore.
-Che succede?- chiese Tomas.
-Sono arrivate le analisi della signorina Celina. Dovrebbe venire a vedere.- disse il maggiordomo.
Tomas lasciò i due giovani e salì al piano di sopra.


Nini ha deciso quindi di sacrificare il suo amore per Tomas...avrà fatto bene? E finalmente ora Martin ha scoperto del suo gemello! Mentre Celina non ha intenzione di darsi pervinta...cosa succederà ora? Continuate a seguirmi :)
ily

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Capitolo 13
*** 13 ***


Celina stava distesa sul letto, apparentemente pallida e stanca.
Nella stanza c'erano già Orazio e Victor.
-Che dicono le analisi?- chiese Tomas.
Victor scosse la testa.
-E' grave.- sentenziò. -Guarda tu stesso.- disse passandogli i documenti falsificati.
Tomas li lesse attentamente: la situazione era effettivamente piuttosto grave.
Guardò la donna sofferente e si pentì di aver baciato Nini, anche se era lei l'unica che amava.

Massimo chiuse la telefonata.
-Ho prenotato tutto, Nini.- disse sorridente, prendendole le mani. -Partiamo tra due ore, contenta?
Nini annuì anche se sentiva le lacrime salirle agli occhi. Avrebbe lasciato tutto.
-Bene. Vai a fare la valigia allora!- le consigliò lui.
Nini deglutì scacciando la tristezza che le offuscava la mente e poi andò verso la sua casetta.

-Allora hai deciso cosa fare, Gaston?- chiese Tony quando i due gemelli arrivarono al ritrovo.
-Penso che rimarrò.- rispose raggiante lui. -E' ora di fermarsi un po' e poi qui ho trovato una famiglia e degli amici veri.
-E non solo.- intervenne Martin, indicandogli con lo sguardo Sofia che stava guardando in quella direzione.

Tomas entrò nella camera delle figlie.
-Tutto bene, ragazze?- chiese a Chow e a Cecilia.
La piccola annuì contenta mentre la maggiore guardò preoccupata il padre.
-Papà io devo parlare con te.
-Di Gaston? Non ti preoccupare, presto ne parleremo tutti insieme e...
-Non si tratta di questo.- lo interruppe. Poi abbassò la voce. -Si tratta di Celina.
Tomas la guardò incuriosito. Si spostarono nell'altra stanza e Chow gli riferì la conversazione che aveva udito.
-Non è possibile, Chow...io ho visto gli esami...ho parlato con il medico...Celina non potrebbe mai...
-Questo è quello che ho sentito io...- si giustificò la coreana.
L'ambasciatore era incredulo: stava sacrificando tutto per una menzogna?

Nini stava finendo di fare la valigia.
Le capitò in mano la parrucca di Nicolas. La guardò sospirando.
-Dovrò dire addio anche a te, cugino.- sussurrò, buttandola in un angolo.
-Nini!- Vicky entrò chiamandola. Poi notò la valigia. -Che stai facendo?
-Me ne vado con il conte.
-Cosa? Ma tu non...tu...e Tomas...e...
-Ormai ho deciso, Vicky. Questa Ambasciata non mi appartiene più ormai. Devo trovare il mio posto.
L'amica soffrì al sentire queste parole ma comprese le intenzioni di Nini.
-Ti voglio bene.- disse la mora abbracciandola.
-Anch'io, Nini.- rispose l'altra con le lacrime agli occhi.
-Ora devo andare.- fece Nini, staccandosi dall'amica e afferrando la valigia.
-Sei sicura che non sia una decisione affrettata?
-Vicky è meglio per tutti che io me ne vada.- rispose lei.
-A presto, amica.- la salutò allora.
Nini le fece un cenno ed uscì dalla porta.

-Allora adesso si sa la verità, no? E' tutto a posto quindi?- chiese Sofia avvicinandosi agli altri.
-No, non è ancora tutto a posto.- rispose Gaston. -Tu ed io dobbiamo parlare.
-Non abbiamo niente da dirci.- ribattè la ragazza.
-Sofia, non è che non ci vuoi parlare perchè provi davvero qualcosa per lui?- le chiese Lola, prendendola in disparte.
-Perchè ti dovrei raccontare i fatti miei?- ribattè acida lei.
-Perchè potremmo essere cognate se solo tu ti decidessi a sciogliere quel cuore di ghiaccio che hai!- rispose la bionda.
Sofia sospirò guardando verso il ragazzo.
-E' strano...da quando Gaston mi ha dato quel bacio non penso più a Martin. Però...di certo non posso mettermi con uno come Gaston! Insomma i miei mi criticavano già quando uscivo con Juan!
-Gaston è un bravo ragazzo, è davvero speciale e se fossi in te non me lo lascerei scappare!- le suggerì Lola.
Sofia accennò un mezzo sorriso, pensierosa.

L'ambasciatore entrò correndo nella stanza di Celina, spalancando la porta.
-Amore, sei tu?- chiese lei in un sussurro, aprendo gli occhi.
-A che gioco stai giocando, Celina?- chiese Tomas.
-Eh?
-Lo so che è tutta una farsa!
-Cosa? Tomas, tu mi stai accusando di...- si portò una mano al cuore. -Oh! Mi sento male!
L'uomo restò un attimo a guardarla...possibile che si trattasse solo di un subdolo piano?
Chi sarebbe così meschino da fare ciò?
-Celina, Tomas c'è cascato in pieno...- esclamò Victor entrando nella stanza. Poi alzò gli occhi e si trovò davanti l'ambasciatore.
-Oh oh.
-Idiota!- gli urlò contro la sorella.
Tomas spostò lo sguardo dall'una all'altro. Non ci poteva credere. Girò sui tacchi e fece per andarsene.
-Tomas, aspetta!- gridò la donna, scattando in piedi. -Non è come sembra...io ti amo!
L'ambasciatore si girò verso di lei e la guardò negli occhi.
-Come hai potuto farmi questo?- chiese disgustato.
Gli occhi della donna si riempirono di lacrime.
-Io ti amo, Tomas.- gemette.
Lui scosse la testa ed uscì dalla stanza.

-Sei pronta?- chiese Massimo, vedendo arrivare Nini con la sua valigia.
Lei attaccò una lettera al cancello dell'Ambasciata e poi annuì verso il conte.
Evaristo le aprì la portiera dell'auto e lei vi salì.
Diede un'ultima occhiata verso l'Ambasciata, la sua casa, il suo mondo. Le sarebbe mancato. Le sarebbe mancata ogni cosa.
L'auto partì, lasciandosi dietro una scia di rimpianti.



ecco anche il penultimo capitolo!! Grazie a tutti coloro che mi seguono! A presto con il 14 e ultimo capitolo!
ily

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Capitolo 14
*** 14 ***


-Nini!- chiamò Tomas, bussando alla porta della casetta.
Gli aprì il nonno.
-Nini non c'è, signor ambasciatore.- rispose Hector.
-Ah.
-Sarà qui in giro da qualche parte.
-Va bene, la cercherò.- rispose Tomas. Ora che aveva scoperto che quella di Celina era una bugia doveva confessarle davvero il suo amore, doveva dirle tutto ciò che provava per lei, che era l'unica donna che voleva al suo fianco, per tutta la vita. Prima che lei decidesse di partire con quel donnaiolo egoista qual era il conte di Krikoragan.
L'ambasciatore rientrò all'Ambasciata e incrociò Sebastian.
-Seba, hai visto Nini?
-No però ti devo avvisare che Massimo è partito.
-Come?- chiese incredulo lui. Possibile che...?
In quel momento entrò nel salone Vicky, in lacrime.
-Mimina, che ti succede?- chiese l'avvocato.
La sua fidanzata lo abbracciò.
-Nini se n'è andata.- rispose lei in un singhiozzo.
La faccia dell'ambasciatore perse ogni traccia di colore.
-Da quanto sono partiti?- domandò con un filo di voce.
-Saranno dieci minuti.
-Dov'è Nicolas??
-Non c'è.- rispose Vicky.
Allora Tomas si precipitò fuori correndo.
Non poteva perderla!

-Sei un idiota! Un buono a nulla!- urlò Celina lanciando una abajour addosso al fratello.
Lui la schivò.
-Dai, sorellina io non potevo sapere...
-Cretino! Come ho potuto fidarmi di te?- continuò quella, scaraventadogli addosso ogni cosa che le capitasse a tiro.
-Dai, calmati, così ti farai venire davvero un attacco di cuore!
-Calmati? Io non mi calmo, pezzo d'incapace!
Un cuscino lo colpì dritto nello stomaco. Capì che era inutile discutere con la sorella, soprattutto in quello stato, e così uscì dalla stanza appena in tempo per sentire un rumore di vetri infranti contro la porta che aveva appena chiuso.

-Che succede tra quei due?- domandò Martin a Lola, accennando a Gaston e Sofia.
-Più o meno quello che succede a noi.- rispose lei sorridendo per poi baciarlo.
-Tu mi piaci, Gaston!- confessò intanto Sofia al ragazzo. -E ho capito che non mi importa di quello che pensa la gente...voglio cambiare e voglio che tu mi aiuti a farlo.
Il ragazzo sorrise. -Sarò felice di aiutarti.- rispose stringendola a sè.

Tomas corse fuori in strada e si guardò intorno spaesato.
Che poteva fare?
Vide la lettera appesa al cancello, la staccò bruscamente e la aprì:
"Il mio cuore rimarrà sempre in questa casa. Vi voglio bene, a tutti quanti.
Nini"

Al leggere queste parole gli occhi dell'ambasciatore si riempirono di lacrime.
Se n'era andata. L'aveva persa per sempre.

Intanto Nini proseguiva il suo viaggio insieme al conte.
Era triste e pensierosa: aveva fatto bene ad andarsene senza lottare?
-Oh no!- esclamò ad un certo punto il conte.
-Che succede, signore?- chiese Evaristo.
Massimo frugò nelle tasche invano.
-Ho lasciato dei documenti importantissimi all'Ambasciata! Dobbiamo tornare indietro!
-Ma non possiamo tornare indietro!- obbiettò il maggiordomo.
-E invece dobbiamo farlo, Evaristo! Quei documenti sono indispensabili!
-Quindi torniamo all'Ambasciata?- chiese Nini con un filo di voce.
-Sì ma non ti preoccupare, riusciremo a partire lo stesso.- rispose il conte.
Lei annuì e si stupì del sussulto che ebbe il suo cuore nel sapere che ritornava a casa.
Le cose potevano ancora cambiare.

Tomas si sedette sull'asfalto, stringendo nella mano quella lettera.
Chinò la testa e sentì le lacrime rigargli le guance.
Perchè gli succedeva questo? Lui non aveva mai pianto così, o perlomeno non per una donna.
Perchè con Nini era tutto diverso?
Ad un tratto sentì una goccia e alzò la testa, guardando il cielo. Ben presto le lacrime sul suo viso si mischiarono con la pioggia.
Fu in quel momento che capì che non avrebbe mai e poi mai potuto vivere senza di lei.

-Sta piovendo.- disse Nini, guardando fuori dal finestrino. -Stavo pensando...forse potremmo restare ancora qualche giorno all'Ambasciata...
-Hai già cambiato idea, principessa?- le chiese il conte.
La ragazza sospirò e scosse la testa.
-No, io voglio partire solo che...
-Non ti preoccupare, andrà tutto bene.- la rassicurò Massimo, stringendola a sè.
E a quel contatto Nini capì che non avrebbe mai potuto essere felice con lui. Perchè il suo cuore apparteneva solo a Tomas.
Si staccò da lui e lo guardò negli occhi.
-Io non voglio partire con te, Massimo.- disse risoluta.
-Cosa?- domandò stupito lui.
-Io non sono innamorata di te.- realizzò. -Mi dispiace.
Il conte rimase un po' sconcertato a queste parole.
-Ehm...signori.- li interruppe l'autista dal sedile anteriore. -Siamo arrivati.
Nini si accorse solo in quel momento che l'auto si era fermata: era a casa.

Tomas era ancora in ginocchio in mezzo alla strada. Ad un certo punto alzò gli occhi e tra la pioggia potè distinguere la sagoma di un'auto. Si alzò in piedi.
Possibile che fosse tornata?

Nini scese dall'auto e corse verso di lui.

-Nini!

-Tomas!

Si precipitarono l'uno verso l'altro. Si abbracciarono.
-Ti amo, Nini! Muoio se tu te ne vai!- disse lui, prendendole il viso tra le mani.
-Non potevo partire...io amo te, pelato!
Tomas avvicinò il suo viso e la baciò.
Erano solo loro due, sotto la pioggia.
Ci sarebbe stato tempo per chiarire con Massimo, per chiedere spiegazioni a Celina, per svelare di Nicolas e per tutto il resto.
Ma in quel momento erano solo loro due e niente importava più. Sarebbero rimasti insieme, per sempre.


FINE



Ho deciso di finirla in questo modo perchè altrimenti con tutta la faccenda di Nicolas eccetera avrei creato una specie di serie parallela! xD Quindi diciamo che da qui potrebbe continuare nella serie originale e quindi che dopo Tomas scopre di Celina e si sposa con lei e poi alla fine si sposa con Ninì mentre allo stesso tempo Federico entra nel corpo di Max e lo fa incontrare con Flor! In questo capitolo non ho dato molto spazio a Gaston & co. però come forse si sarà capito decide di restare e si mette con Sofia (povero lui!). Spero che questa fic vi sia piaciuta! Grazie di cuore a tutte le fantastiche persone che mi hanno seguito, spero davvero di non avervi deluso!
A presto e buone vacanze!
ily

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