Il Mio 4° Anno ad Hogwarts

di Argento
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Ragazza, solo una Ragazza. ***
Capitolo 2: *** 2. Una Soluzione ***
Capitolo 3: *** 3. Sono Una Serpe! ***
Capitolo 4: *** 4. Alastor Moody o Barty Crouch Junior? ***
Capitolo 5: *** 5. La Sala Comune di Serpeverde ***
Capitolo 6: *** Purosangue o Mezzosangue? Questo è il Dilemma ***



Capitolo 1
*** Una Ragazza, solo una Ragazza. ***


 

 

1. Una ragazza. Solo una ragazza.


Chiara Valente era una ragazza. Solo una ragazza.

Non era particolarmente bella e non le piaceva il suo fisico.

Non si piaceva e non si amava, magra, piccola e bassa, con una pianura sul petto da far invidia a una specchio.

Occhi e capelli castano chiaro.

Banale.

Dannatamente banale.

Non era un genio a scuola, non lo era mai stata. Ma la scuola non le interessava.

A lei importava solo leggere i suoi libri e stare al computer quando poteva.

Viveva in una casa molto piccola con i suoi genitori e sua sorella.

Non aveva un buon rapporto con nessuno di loro, anzi: per ognuno di loro sentiva ogni fibra del suo corpo produrre veleno.

Se avesse potuto, sarebbe scappata da casa sua.

Ma sfortunatamente non ne aveva la facoltà: aveva ancora quattordici anni.

Aveva sempre creduto di essere fortunata, o almeno, aveva creduto questo fino a quando si era resa conto di non essere felice.

Non era felice a casa, con la sua famiglia.

Non era felice con gli amici perché, anche se con loro si divertiva, non le importava poi cosi tanto; soltanto poche persone erano da lei considerate amici. Veri amici.

Aveva sempre creduto che da qualche parte ci fosse qualcosa di bello anche per lei.

Lei che aveva tutto e non aveva niente.

Aveva creduto di avere dei nemici da affrontare, a scuola o in palestra.

Ma i suoi veri nemici l’avevano vista nascere e crescere.

E lei aveva dovuto condividere con loro ogni sua minima cosa. I suoi genitori. E sua sorella.

Si era resa conto di non essere particolarmente amata in famiglia quando aveva otto anni.

Quando sua madre dimostrò palesemente che le interessava di più donare il suo interesse alla figlia minore di tre anni, che a lei.

Aveva creduto che fosse solo gelosia. Insomma, la gelosia è un sentimento comune in questi casi. Ma aveva capito che non era gelosia.

Era qualcosa di più.

Era odio.

E da li era nata una nuova forma di pensiero in lei: la consapevolezza.

La consapevolezza di essere sempre quella che poteva uscire con gli amici molte meno volte rispetto a sua sorella, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva prestare tutto e subito a una minima richiesta senza avere nulla in cambio, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva provvedere a sua sorella, la consapevolezza di essere sempre quella che aveva un coprifuoco da rispettare che nessuno aveva in famiglia, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva essere pronta e servile, a qualunque ordine, la consapevolezza di essere sempre quella a cui venivano date tutte le colpe, sua sorella era una santa - parole di suo padre - in confronto a lei, anche i litigi dei suoi stessi genitori nascevano sempre - parole di sua madre - a causa sua, la consapevolezza di essere sempre quella che veniva picchiata dal padre e dalla madre se non si comportava come richiesto, la consapevolezza di essere sempre quella che doveva curare ferite esteriori e interiori in se stessa, sempre, la consapevolezza di essere sempre quella che non riusciva a trattenere le lacrime ma che non voleva piangere davanti a nessuno.

Era nata forte. Ma l’avevano indebolita.

L’unica cosa che la confortava davvero era leggere. Lei amava leggere i suoi libri.

Sfogava in essi tutta la sua tristezza, sognando di essere rispettata un giorno.

Magari desiderava soltanto una cosa, dai suoi genitori.

Desiderava rispetto. E amore. Ma sapeva che dalla sua famiglia non ne avrebbe mai ricevuto.

Cosi un giorno prese una decisione.

Aveva deciso che sarebbe morta, lasciando una lettera. Aveva desiderato suicidarsi, per punire i suoi genitori, per restargli sulla coscienza, per tormentarli col suo ricordo fino alla loro morte.

Ma poi si era fermata. Qualcosa l’aveva fermata.

Due cose.

Il forte desiderio di vivere e la paura.

Paura non della morte in se, ma paura di quello che avrebbe perso, le emozioni, le avventure, una vita, l’amore… tutte queste cose le avevano fatto pensare che sarebbe stata una perdita.

Una forte perdita.

Ma la paura non era solo questa.

Aveva anche paura che una volta morta, se ne sarebbe pentita. Dopo la morte non si torna indietro.

Ma ne sarebbe valsa la pena?

Se i suoi genitori non la meritavano in vita, non l’avrebbero meritata neanche in morte.

Ma poi una soluzione arrivò.

Talmente complessa, talmente impossibile, talmente geniale, talmente meravigliosa.

*

*

*
Ok, lo so che penserete che sarà una palla e che non centra niente con Harry Potter ma le ‘sorprese’ vengono dopo..

Fatemi sapere che ne pensate, anche solo per dirmi che fa schifo.

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Capitolo 2
*** 2. Una Soluzione ***


2. Una soluzione.



Chiara amava leggere. Aveva letto tanti libri. La sua storia preferita era quella di Harry Potter. L’amava. Si era vista tante volte nei panni dei protagonisti, e aveva dentro di se un pizzico del carattere di ognuno di loro. Erano diventati una parte di se.

C’era anche una trilogia che le era piaciuta molto e che l’aveva appassionata, anche se non al livello di Harry Potter.

Questa trilogia era Cuore d’Inchiostro.

Da questo libro aveva trovato la soluzione ai suoi problemi.

La protagonista di questa storia aveva un dono: era in grado di entrare in un libro o di evocarne i personaggi leggendo a voce alta. Nel libro chi possedeva questa capacità veniva chiamato Lingua di Fata.

Chiara aveva scoperto che era anche lei una Lingua di Fata.

Non era stato semplice, si era dovuta allenare per tanto tempo, ma alla fine ci era riuscita.

Aveva programmato tutto alla perfezione.

Quel giorno i suoi genitori non sarebbero stati a casa. E neanche sua sorella.

Era estate, e il padre di Chiara le aveva anche proibito di uscire.

Che occasione migliore di questa?

Quella mattina aveva aspettato pazientemente che tutti uscissero.

Prima sua madre alle 8.00 del mattino. Poi suo padre alle 9.00. Poi sua sorella alle 10.00.

Bene, aveva campo libero.

Per prima cosa, andò a prendere le valigie. Avrebbe dovuto portarsi molte cose.

Cominciò a riempirle con i suoi vestiti. Mise dentro di tutto: dagli abiti estivi a quelli invernali.

Poi passò agli accessori.

Per quanto potesse sembrare assurdo, Chiara non voleva lasciare in quella casa niente di suo.

Dopo che ebbe finito, passò alla cosa più importante: i suoi libri. Li avrebbe portati TUTTI.

Purtroppo le valigie non bastavano per tutte le sue cose, perciò dovette arrangiarsi con zaini e borse varie. Poi corse a prendere tutti i suoi film preferiti.

Non sarebbe rimasta per poter vedere Harry Potter e i Doni della Morte Parte 2 al cinema, ma aveva una soluzione anche per quello.

Dopo che ebbe finito di sistemare il tutto, si occupò di qualcosa che le sarebbe stato molto utile o non lo sarebbe stato.

Sapeva dove i suoi genitori tenevano i soldi che non depositavano in banca, quindi andò a prenderli. Non ne prese molti, in fondo l’Euro non valeva nel mondo dei maghi, ma pensò che forse alla Gringott glieli avrebbero scambiato in Galeoni. Prese anche le sterline che erano avanzate quando era andata in Inghilterra con i suoi genitori.

Dopo che ebbe sistemato tutto, ma veramente tutto, fece colazione e poi corse a fare una doccia prima di partire. Si vestì e si preparò al punto cruciale di tutto quello che aveva fatto.

Per sicurezza, aveva preso una vecchia cima che aveva trovato da qualche parte nel ripostiglio, e l’aveva fatta passare attraverso tutti i manici e cinghie delle borse e valigie che si stava portando, e teneva in una mano le due estremità.

Poi prese tra le mani Harry Potter e il Calice di Fuoco e cominciò a leggere.

Presto la sensazione che le parole aleggiassero come vento attorno a lei l’avvolse, e vide con i suoi occhi che le forme e le ombre della sua stanza svanivano, lasciando posto alle mura di Hogwarts.

Era il 1° Settembre, mezzogiorno, e gli studenti dovevano ancora arrivare con l’Espresso di Hogwarts.

Quand’era sola, a casa, aveva provato a esercitarsi con tutti gli incantesimi di Harry Potter che aveva trovato su Wikipedia e quelli sparsi appuntati nei vari libri, e ne aveva fatto una lunga lista. Ovviamente a casa sua non succedeva niente, ma quando era sola, quando nessuno la vedeva, si esercitava, sperando che un giorno le riuscissero sul serio.

Ma ancora non aveva una bacchetta. Cosi, provò a pensare intensamente ‘Wingardium Leviosa’ .

All’inizio non successe niente, ma al terzo tentativo le valigie si sollevarono di poco più di dieci centimetri da terra.

Era euforica. Era riuscita a fare un incantesimo senza bacchetta!

Era contenta ma si riscosse subito. Voleva andare subito da Silente, ma prima di recarvisi voleva pensare a un modo per presentarsi.

Il suo vero nome era Chiara Valente ma l’aveva sempre odiato. Era da molto tempo invece, che sognava di chiamarsi Lyra Elizabeth Evans.

Lyra perché cosi si chiamava la protagonista di un altro suo libro preferito, Elizabeth perché era la protagonista di un film che adorava, e Evans in onore di Lily Evans Potter.

Si, aveva deciso, si sarebbe presentata con questo nome nel mondo di Harry Potter.

Si avvicinò adagio al grande Gargoyle che rappresentava l’ingresso allo studio di Silente.

Sapeva per certo la parola d’ordine, avendo letto il libro, cosi disse con voce sicura:

<< Scarafaggi a Grappolo >>

Il gargoyle balzò di lato e lei poté passare.

Quante volte aveva desiderato parlare con Silente! Finalmente poteva.

<< Salve professor Silente, professor Piton >>

Con suo sommo dispiacere, notò che Silente non era solo.

<< Salve, signorina.. >>

Disse Silente con voce profonda mentre Piton la guardava con curiosità mista a fastidio.

<< Evans >>

Le palpebre di Piton si alzarono e abbassarono freneticamente.

Lyra sapeva benissimo che ricordo stava suscitando in Piton e ne fu compiaciuta.

Per quanto Piton potesse essere coraggioso, non gli avrebbe mai perdonato il suo comportamento verso i Grifondoro e in particolare verso Harry, Neville, Ron e Hermione.

<< Potrebbe spiegarmi come mai non si trova sull’Espresso, e come mai io non l’abbia mai vista prima? >>

<< Professor Silente, ho tante cose da dirle e vorrei farlo in privato, aspetterò fuori finché non avrete finito. Mi scuso per l’interruzione. >>

Fece per andarsene ma Silente la richiamò.

<< Non è necessario che lei se ne vada. Io e il professor Piton avevamo appena terminato la nostra discussione. Prego, si accomodi. >>

Piton le rivolse uno sguardo sprezzante, poi se ne andò senza salutare. Dopo che ebbe sbattuto la porta dell’ufficio violentemente, Silente parlò.

<< Bene, signorina Evans. L’ascolto. >>

Lyra tirò un lungo respiro prima di parlare.

<< Professore, io vengo da un altro mondo, un po’ diverso. Innanzitutto, per lei, è come se venissi da un prossimo futuro. Sono partita dal mio mondo oggi stesso, ed ero nel 2011, ora sono qui, e se non sbaglio, sono nel 1993.

Nel mio mondo, lei, Hogwarts, Diagon Alley e tutto il mondo dei maghi non esiste. Eppure siete famosissimi, vi conoscono tutti nel mio mondo, pur essendo un mondo di Babbani. Vi conoscono perché voi non siete in carne e ossa ma in carta e inchiostro. Guardi. >>

Lyra tirò fuori da una borsa Harry Potter e il Calice di Fuoco e lo mostrò a Silente.

<< Esistono 7 libri che parlano della storia di Harry Potter, e quindi anche di lei, dei suoi amici, dei suoi nemici eccetera. Avendo letto tutti i libri, e come se conoscessi il futuro.

Potrei dirle tante cose, cose che sa e cose che non sa, ma dovrei farlo con giudizio. Vorrei chiederle se per me è possibile frequentare Hogwarts iniziando dal quarto anno. Mi rendo conto che le mie conoscenze magiche sono piuttosto scarse, ma conosco diversi incantesimi più o meno difficili. Mi metta alla prova, se desidera. C’è un problema però, io non posseggo una bacchetta. Sono riuscita ad eseguire un Incantesimo di Levitazione pur non avendola, ma non penso che potrei resistere senza. >>

<< Dovrei metterla alla prova signorina Evans, ma credo che si possa fare ciò che mi ha chiesto. Ma quindi lei sa già cosa accadrà quest’anno. >>

<< Si, signore. Infatti vorrei fare tutto il possibile per evitare problemi. So che quest’anno a Hogwarts si terrà il Torneo Tremaghi, so che prove verranno sottoposte a i partecipanti. Non posso dirle tutto però, non perché non voglia, ma perché certe cose, seppur sbagliate o pericolose, devono accadere, o non si risolveranno altri problemi. Ho bisogno del suo aiuto, professore. E forse anche lei potrebbe avere bisogno del mio, un giorno. >>

<< Qual è il tuo nome? >>

<< Lyra Elizabeth Evans. Nel mondo da cui provengo ne avevo un altro, ma non voglio ripeterlo ne ricordarlo. >>

<< Va bene signorina Evans, la sottoporrò a un breve esame. Le accorderò questa richiesta. Ma immagino che lei già sappia in che casa desidera essere smistata. >>

Silente le sorrideva e ammiccava.

<< Avrei un’idea, in effetti. Professore, io vorrei poter diventare amica di alcune persone in particolare in questa scuola. Sicuramente Harry Potter, Hermione Granger, e tutti e quattro i Weasley che frequentano Hogwarts, ma vorrei anche riuscire ad ottenere un dialogo con Draco Malfoy. Servirà in futuro, infatti avrò anche bisogno di discutere con lei del ragazzo, ma non ora. Come Casa, io ho sempre sognato Grifondoro, ma se voglio riuscire a poter essere anche guardata con rispetto da un Serpeverde, dovrei scegliere quella casa, ma ho comunque il terrore che la scelta di una delle due case mi neghi l’opportunità di entrare in contatto con l’altra. Secondo lei cosa dovrei fare, professore? >>

<< Se le sue paure sono queste, le consiglierei signorina, di scegliere la Casa di Serpeverde. I signori Potter, Wesley e Granger non si fermano alla superficialità della Casa di appartenenza. >>

<< Ha ragione professore, grazie. >>

<< Prego, desidero che lei esegua degli incantesimi per me. >>

E così Lyra passò il pomeriggio a mostrare a Silente le sue conoscenze.

Arrivò molto presto il treno quell’anno, secondo Lyra, e quindi quasi all’ultimo minuto si trovò in una saletta dietro il tavolo dei professori. Quando sarebbe giunto il momento, Silente l’avrebbe chiamata. Aveva già fatto conoscenza con tutti i professori, tutti meno Alastor Moody, o meglio, Barty Crouch Jr, che avrebbe avuto il suo ingresso teatrale più tardi.

Nel frattempo, Lyra sentiva la Sala Grande che si riempiva, e, emozionata, ascoltò il Cappello Parlante che cantava la canzone d’inizio anno. Non appena ebbe finito, la professoressa McGranitt, Lyra non poteva vederla ma seppe che era lei, cominciò a chiamare a gran voce gli studenti del primo anno affinché venissero smistati.

Non appena ebbero terminato, Silente si alzò.

<< Buonasera a tutti. Prima di dare il via all’abbuffata di questa sera, devo fare un annuncio. Da quest’anno, una nuova studentessa sarà con noi. Inizierà il quarto anno ma verrà smistata dal Cappello Parlante come se fosse una di primo. Vi presento Lyra Elizabeth Evans. >>

Lyra aveva seguito tutto il discorso col fiato sospeso. Era arrivato il suo momento.

Con tutto il coraggio che riuscì a trovare, usci dalla saletta e raggiunse Silente davanti a tutti.

<< Prego >>

Le disse Silente mentre le faceva segno di sedersi.

Lyra prese tremante il Cappello Parlante e lo posizionò in testa.

Si aprì uno strappo che doveva essere la bocca e parlò.

<< Bene, bene, bene. Vedo animo Grifondoro qui. >>

Dal tavolo di Grifondoro si levarono tutte le teste con lo scopo di vedere meglio la scena, speranzosi.

Eppure Lyra sussurrò qualcosa al Cappello Parlante.

<< No, devo andare a Serpeverde, per favore! >>

<< Si, vedo che il carattere freddo e tagliente da Serpeverde non ti manca >>

Questa volta toccò al tavolo di Serpeverde voltare molte teste.

<< Ma anche il coraggio Grifondoro. Ne hai in gran quantità, vedo. >>

Lyra si ritrovò a bisbigliare nuovamente.

<< Assolutamente no! Io sono una fifona. Devo andare a Serpeverde, devo andare a Serpeverde. Per favore >>

<< Mmm. Non saprei, tu non vorresti Serpeverde. Ma senti di dovere. Ma se questa è la tua scelta, allora, SERPEVERDE! >>

E dal tavolo di Serpeverde si levò un ruggito di trionfo.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** 3. Sono Una Serpe! ***


3. Sono una Serpe!

 


Lyra si sfilò il Cappello Parlante e lo appoggiò allo sgabello, e andò a sedersi al tavolo di Serpeverde. La prima cosa che notò, mentre andava a sedersi, fu che ancora alcuni Grifondoro, tra cui Harry e Hermione, la guardavano delusi.

La ragazza era un po’ scossa, non ricordava che il Cappello Parlante facesse simili discorsi a voce alta.

Infatti, il Cappello aveva parlato ad alta voce durante lo smistamento, salvo che per l’ultima frase.

Lyra si accomodò all’ultimo posto, accanto una ragazza dai capelli castano scuro di cui non conosceva il nome.

<< Ciao, Evans. Benvenuta. >>

La ragazza dai capelli castani le sorrise.

<< Chiamami Lyra. Tu sei? >>

<< Mi chiamo Daphne. >>

<< Piacere di conoscerti, Daphne. >>

Questa volta fu Lyra a sorridere.

<< Lei è Pansy Parkinson, e lei è Millicent Bulstrode. >>

Daphe Greengrass le presentò le due ragazze più vicine che risposero lanciando un’occhiata curiosa a Lyra e si rigirarono, intente ad ascoltare qualcuno che Lyra non riusciva a scorgere.

<< Lasciale perdere. >>

Disse Daphne sospirando.

<< Non fanno altro che ascoltare quello che dice Malfoy, gli stanno dietro come cagnolini.>>

<< Capisco. >>
E quindi quello era Malfoy.

Poi fece un’altra domanda, per tentare di alleggerire il silenzio che si era creato.

<< Con chi dividi il dormitorio? >>

<< Sono con quelle due che hai appena visto. >>

Storse il naso.

<< Non dico che non mi trovo bene, ma non è sempre facile andare d’accordo. Piuttosto, penso che tu starai con noi, in dormitorio. Sai, nella Sala Comune di Serpeverde, la nostra è l’unica stanza in cui ci sono solo tre ragazze. Molto probabilmente starai con noi.>>

Lyra si sentì sollevata, almeno Daphne sembrava simpatica.

Nel frattempo avevano cominciato a mangiare.

Il banchetto di inizio anno era davvero fantastico, esattamente come veniva sempre descritto.

Quando tutti ebbero terminato, Silente si alzò.

<< Dunque! Ora che siamo tutti sazi e dissetati, >>

Lyra pensò a Hermione.*

<< Devo richiamare ancora una volta la vostra attenzione su alcuni avvisi. Mastro Gazza, il custode, mi ha chiesto di dirvi che la lista di oggetti proibiti dentro le mura del castello quest’anno è stata estesa agli Yo-yo Ululanti, ai Frisbee Zannuti e ai Boomerang Rimbalzatutto. La lista completa comprende qualcosa come quattrocentotrentasette oggetti, credo, e può essere consultata nell’ufficio di Mastro Gazza, se qualcuno volesse controllare.>>

<< Sicuro! >>

Disse Pansy, rivolta alle ragazze sedute vicino.

<< Come sempre, vorrei ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno.>>

<< Certo, come se andassimo a farci una passeggiatina nella Foresta Proibita! Neanche fossimo Potter e Weasley! >>

Ancora Pansy Parkinson.

Lyra si mosse impercettibilmente, cercando di modulare la rabbia.

Purtroppo si era scordata di una cosa importante: il permesso per Hogsmeade.

Le era tornato in mente quando Silente l’aveva nominato, ma ora era nel panico, non voleva perdersi le uscite ad Hogsmeade.

Ma come avrebbe potuto fare lei ad avere un permesso?

<< È altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa di Quidditch quest’anno non avrà luogo.>>

Lyra immaginò chiaramente la faccia stupita di Harry, Fred e George.

Silente riprese.

<< Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. >>

La tensione al tavolo di Serpeverde, come quello di Grifondoro e delle altre Case era palpabile.

Lyra udì la sua voce, finalmente dal vivo.

<< Io so già tutto, mio padre ha contatti di alto livello al Ministero e ha appreso la notizia da Cornelius Caramell stesso >>

<< Anch’io so cos’è. >>

Lyra aveva parlato senza pensare, le parole le erano sfuggite di bocca.

Per la prima volta, Draco Malfoy concentrò su di lei la sua attenzione.

Il suo tono di voce era sprezzante.

<< Tu saresti? >>

<< Nel caso non avessi ascoltato, sono stata smistata anch’io prima del banchetto. Inizierò a frequentare dal quarto anno. >>

<< Si, ho sentito, Evans. Discorso interessante quello col Cappello Parlante, no? >>

<< Si, decisamente molto più interessante del tuo. Ops, dimenticavo, con te il Cappello Parlante non si è trattenuto a discutere.>>

<< E tu che ne sai se sei arrivata ora? >>

<< Me l’ha detto Silente. >>

<>**

<< Già. Ma continua pure, che stavi dicendo prima? >>

<< No, dimmi cosa sai tu. Sicuramente io sono più informato.>>

<< Questo proprio non lo credo. Ma sanno quasi tutti che quest’anno Hogwarts ospiterà il Torneo Tremaghi. >>

Lo stava sfidando.

<< Mmm. Si vedo che qualcosa la sai. >>

<< Bene, tu che altro puoi dirmi? >>
<< Be’, che altro c’è da sapere? >>

Malfoy cominciava a temere che potesse metterlo in ridicolo davanti a tutti.

<< Ma come, tu che sai tutto, con tuo padre che ha contatti con Cornelius Caramell in persona, non sai in cosa consisteranno le prove? >>

<< Ma quelle non le conosce nessuno! >>

<< Questo è quello che ti hanno detto. >>

Ora Lyra lo guardava trionfante.

Nel frattempo Silente continuava a parlare, ma lei era concentrata solo sulla risposta di Draco.

<< Ti stai inventando tutto! >>

<< Assolutamente no. Vuoi scommettere? >>

Ora lo guardava con un misto di malignità.

Ma Draco ritornò il solito pomposo e arrogante di sempre.

<< No. Vuoi cercare di attirare l’attenzione, vero? Vuoi sentirti importante. Ma io so benissimo che succederà quest’anno, tu invece stai farneticando. Passi per l’informazione del Torneo, quella circola, ma per il resto ti stai inventando tutto. >>

<< Vedremo. Al momento però sembra solo che tu stia cercando di scappare. Se fossi tanto sicuro di te come dici, rischieresti. Evidentemente non lo sei. >>

Nello stesso istante in cui Lyra finì la frase, le porte della Sala Grande si spalancarono.

Sulla soglia c’era un uomo appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio.


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* al banchetto di inizio anno del quarto anno, Hermione scopre che i pasti sono preparati dgli Elfi, perciò si rifiuta di mangiare.

** Lyra ha involontariamente compiuto un passo falso, quindi ha inventato la prima cosa che le è venuta in mente.

Salve a tutti voi che avete compiuto l'ardua scelta di seguire la mia FF (e poi magari non recensisce nessuno xD) volevo dirvi che per almeno dieci giorni dovrete far finta che io non esista, perchè parto perciò non posso aggiornare :P
Fatemi sapere che ve ne pare di questo capitolo :)
Quando aggiornerò ve lo farò sapere con un messaggio personale.
Baciooo :)

P.s: Il personaggio di Daphne Greengrass viene citato forse una o due volte nel corso dell'intera saga, perciò ho pensato di "spaziare" nel personaggio, modellandolo a modo mio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** 4. Alastor Moody o Barty Crouch Junior? ***


4. Alastor Moody o Barty Crouch Junior?



Luomo abbassò il cappuccio, scosse la folta chioma di lunghi capelli brizzolati, poi prese ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti.

Un sordo clunk echeggiò nella Sala un passo si e uno no.

<< E quelluomo chi sarebbe? >>

La voce stizzita di Millicent Bulstrode, probabilmente la sentirono anche al tavolo di Grifondoro, che era dalla parte opposta della Sala, ma luomo non vi badò.

Lyra lo fissava con sommo disgusto. Lei sapeva chi era quelluomo. Un brivido le corse lungo la schiena; avrebbe voluto urlare ora, davanti a tutti che un Mangiamorte era nel castello, e che quel Mangiamorte era proprio colui che era appena entrato.

<< Quelluomo sarà il nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure. >>
La suo voce suonava fredda e gelida, nonostante avesse soltanto bisbigliato.

Draco Malfoy si voltò a scrutarla.

<< E tu che ne sai?>>

<< Ci ho provato a farti capire che so più cose di te, se non ci credi, aspetta e vedrai. >>

<< Come se tu potessi dare degli ordini a un Malfoy! >>

Lyra scoppiò a ridere.

<< Coshai da ridere? Piccola, sudicia.. >>

<< Malfoy, sei ridicolo. >>

Poi lo lasciò perdere e si riconcentrò sulluomo.

Era come se fosse stato scolpito nel legno stagionato, tanto era rovinata e deformata la sua pelle. Ogni centimetro sembrava ricoperto da cicatrici. La bocca pareva un taglio diagonale, e mancava un grosso pezzo di naso. Ma nonostante questo, erano i suoi occhi che spaventavano di più. Uno era piccolo, scuro e lucente. Laltro era grande, tondo come una moneta e di un vivace blu elettrico.

Luomo raggiunse Silente. Tese una mano coperta di cicatrici quanto il volto, e Silente la strinse, mormorando parole impossibili da cogliere a quella distanza. Gli fece segno di sedersi al tavolo dei professori, in un posto vuoto alla sua destra. Poi Silente parlò.

<< Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, il professor Moody. >>

<< Moody?>>

<< Malocchio Moody?>>

<< LAuror?>>

La Sala Grande risuonava di commenti increduli.

Generalmente, quando veniva presentato un nuovo insegnate, era tradizione accoglierlo con degli applausi, ma nessuno a parte Silente ed Hagrid, applaudì. Erano tutti ancora scombussolati dalla notizia.

Draco Malfoy e Pansy Parkinson lanciarono uno sguardo a Lyra, increduli.

Lyra li notò.

<< Te lavevo detto, Malfoy.>>

<< Dunque >>

Esordì la voce di Silente tra la folla.

<< Come dicevo prima, nei prossimi mesi avremo lonore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che il Torneo Tremaghi questanno si terrà a Hogwarts. Fu indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione amichevole tra le maggiori scuole europee di magia: Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Venne scelto un campione per ogni scuola, e i tre campioni si trovarono a gareggiare i tre prove. I presidi di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in Ottobre con la loro squadra scelta di campioni, e la selezione dei tre sfidanti avverrà a Halloween. Un giudice imparziale deciderà quali studenti sono più degni di gareggiare per la Coppa Tremaghi, la gloria della loro scuola, e un premio personale in denaro di mille galeoni. >>

<< Mio padre aveva seriamente preso in considerazione lidea di mandarmi a Durmstrang, e.. >>

Ma Lyra non stette ad ascoltarlo, aveva una vaga idea del numero di idiozie che avrebbe raccontato a tutti, quellanno, e non aveva intenzione di sottoporsi subito a quella tortura.

Nonostante questa sua ferrea decisione, però, non poté trattenersi dal reagire quando Malfoy disse che per lonore della sua famiglia si sarebbe proposto per il Torneo Tremaghi.

<< Non puoi gareggiare, scordatelo. Può partecipare solo chi ha già compiuto diciassette anni! >>

Malfoy non la degnò di uno sguardo, ma rispose senza guardarla, qualcosa che doveva significare un: << Ma fammi il piacere! >>

O qualcosa di simile.

<< È stato convenuto di imporre un limite di età, esattamente, di diciassette anni. Qualunque ragazzo o ragazza di età inferiore ai diciassette anni, non ha speranza di partecipare al Torneo.

Le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno in ottobre e resteranno con noi per il resto dellanno. Sono certo che tutti voi contribuirete per far sentire i nostri ospiti a loro agio.

Bene, ora è arrivato il momento di andare a letto. Forza, veloci! >>

E cosi i ragazzi cominciarono ad alzarsi.

<< Che ti avevo detto, Malfoy? >>

Disse Lyra con un sorrisetto maligno, mentre lo superava.

Lo sentì nuovamente borbottare qualcosa ma non ci badò particolare attenzione.

Al momento pensava a Fred e George. Immaginava i loro complotti per poter ingannare il Calice di Fuoco, desiderando essere con loro.

Arrivarono velocemente alla loro Sala Comune, lunica sotterranea sotto il Lago Nero.

<< Serpensortia! >>

Dissero, ed entrarono in gruppo.

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Capitolo 5
*** 5. La Sala Comune di Serpeverde ***


5. La Sala Comune dei Serpeverde


La ragazza si infilò insieme alla massa nella Sala Comune e.. rimase a bocca aperta.

Aveva sempre e solo immaginato la Sala Comune di Serpeverde, eccetto la scena del secondo film. Lyra pensò che lavevano azzeccata a metà.

La Sala Comune di Serpeverde era un sotterraneo lungo e basso, con le pareti e il soffitto di pietra, da cui, appese a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre. In uno degli angoli si trovava un camino dalle sculture elaborate, dove scoppietava un fuoco contro cui si stagliava il profilo di molti ragazzi, seduti tuttintorno su sedie scolpite e enormi sofà e poltrone di pelle nera.

Per quanto avesse pensato di adorare la Sala Comune di Grifondoro, doveva ammettere che quella che sarebbe stata, dora in poi, la sua Sala Comune, le piaceva.

<< Bella la nostra Sala comune, vero? >>

Il tono orgoglioso di Millicent Bulstrode sembrava più quello di un uomo, pensava Lyra.

<< Si, molto. >>

E in effetti, pur non essendo particolarmente calda e accogliente, era molto elegante.

Poi una voce la riscosse dai suoi pensieri.

<< Dunque, tu dovresti essere la nuova Serpeverde del quarto anno, giusto? Il tuo dormitorio sarà quello in fondo a sinistra, dividerai la camera con Bulstrode, Greengrass e Parkinson. >>

<< Si, grazie, ma tu sei? >>

<< Marcus Flitt, capitano della squadra di Serpeverde e Prefetto.>>

Le porse la mano. Lyra sentì un moto di nausea ma gliela strinse. Successivamente il ragazzo le fece un cenno con la testa e si allontanò. Lyra raggiunse Millicent Bulstrode su uno dei divani vicini al camino, dove la ragazza rideva sguaiatamente alla battuta di un ragazzo seduto accanto a lei. La vicino riconobbe Daphne Greengrass mentre rimproverava animatamente una ragazzina che le assomigliava incredibilmente. Il suo sguardo - di Lyra - si mosse in cerca di Malfoy. Non sembrava rendersi conto che la sua futura moglie era a meno di due metri di distanza.*

<< Dai vieni, io sto andando al dormitorio, cosi ti faccio vedere la nostra stanza. >>

Pansy Parkinson laveva quasi agguantata per un braccio mentre sincamminavano verso una porta in legno antico sulla sinistra.

Parkinson laprì. Ora si trovavano in lungo corridoio disseminato di porte - come i corridoi degli alberghi - si ritrovò a pensare Lyra.

<< Flitt mi ha detto di dirti dove dormire. Ci sono tre piani, questo, uno sopra e uno sotto. Il nostro è lultimo. Vieni. >>

- Marcus Flitt le aveva detto di spiegarle dove dormire. Ecco perché Parkinson non sembrava affatto contenta -

Questo fu tutto quello cui riuscì a pensare Lyra mentre seguiva Pansy Parkinson giù per delle scale a chiocciola. Si ritrovarono nuovamente in un corridoio simile al primo e Pansy Parkinson aprì la seconda porta della fila di destra.

La stanza in cui avrebbe dormito Lyra era bellissima. Nonostante fossero sotto il Lago Nero, vi erano delle finestre incantate per magia, e in fondo alla camera cera una parete dietro la quale si vedeva il fondo del Lago Nero. Il tutto contornato da delle tende verde-argento molto eleganti. I letti a baldacchino erano debano, e nel suo insieme, la stanza sembrava emanare una luce argentata.

Cerano anche quattro bauli enormi, uno per ogni ragazza, alla destra di ogni letto, e vi era anche una grande scrivania con tre sedie, che probabilmente, sarebbe dovuta stare al centro del dormitorio, ma che le altre ragazze avevano spostato da una parte, lasciando molto spazio libero. Cera anche una porta più piccola che Lyra intuì fosse il bagno, e, con sua grande gioia, uno specchio enorme per ogni ragazza.

<< Lo so. È bellissimo il nostro dormitorio. Il tuo letto è quello. >>

Disse Parkinson indicando il baldacchino tutto a sinistra.

<< Io dormo al centro, Millicent alla mai destra e Daphne alla mia sinistra. >>
<< I dormitori sono tutti cosi? >>

<< Si, quasi tutti. Ma da alcuni non si può vedere il Lago Nero. >>
Sembrava tutto bellissimo, finché a Lyra non venne in mente un piccolo dettaglio.

<< Pansy, ma i ragazzi non possono entrare nel nostro dormitorio, vero? >>

Lei la guardò stranita.

<< Vorresti che entrassero?!>>

<< Assolutamente no! Per questo te lo sto chiedendo. Ho sentito dire che nelle altre Sale Comuni lingresso al dormitorio delle ragazze è vietato ai maschi, per questo te lho chiesto. >>

<< Cè un incantesimo posto alla porta che conduce ai nostri dormitori, quella grande. >>

Lyra annuì.

<< Se una ragazzo prova a passarla rimane con i piedi incollati al tappeto, e può scollarsi solo se chiede scusa alle ragazze e giura di non riprovarci. Ma le scuse devono essere sincere altrimenti non si scolla. E se non si scolla dobbiamo chiamare il direttore della Casa, cioè Piton. >>**

Lyra annuì nuovamente.

<< Io torno in Sala Comune. Ci vediamo più tardi. >>

Pansy Parkinson uscì e si richiuse la porta alle spalle.

Ora Lyra era sola nel suo nuovo dormitorio.

Per prima cosa, si avvicinò al suo letto, e, con sua sorpresa, trovò tutte le sue cose, valigie e borse, sotto il letto. Ma le sorprese non erano finite. Infatti, il baule che aveva visto alla destra del letto, non era un baule qualsiasi: era il baule di Hogwarts. Felicissima, cominciò a riporre le sue cose allinterno del baule, che, essendo stregato, non era mai pieno, perciò rimaneva sempre spazio per tutto. Dopo che ebbe sistemato tutto, afferrò il pigiama e il beauty case e si fiondò in bagno. Era bellissimo anche quello: con mattonelle dello stesso colore degli occhi di Harry Potter.

Si preparò per andare a dormire, e una volta sotto le coperte sorrise, perché, finalmente, si sentiva davvero a casa.

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* Nel libro non è specificato se il matrimonio di Draco e Astoria, cosi come quello di Narcissa e Lucius, è un matrimonio d’amore o per salvaguardare il sangue puro, ma di certo non credo che i due ragazzi fossero promessi fin dalla nascita, perciò non è detto che lo sappiano già, e comunque, non è ancora detto che in questa FF si debbano per forza…

** Non mi veniva in mente niente di meglio, come anche la descrizione del dormitorio di Serpeverde, non essendo descritto, esclusa la Sala Comune. Io l’ho sempre immaginato cosi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Purosangue o Mezzosangue? Questo è il Dilemma ***



Chiedo scusa per l'increscioso ritardo, ma tra scuola, computer mal funzionanti e genitori fastidiosi, mi sono ritrovata a postare solo ora.




6. Purosangue o Mezzosangue? Questo è il dilemma.

Svegliarsi la mattina successiva fu come ritrovarsi in un sogno. Era spettacolare, aprire gli occhi e vedere la luce che passava dalle finestre incantate.
Essendo andata a letto presto, la sera precedente, Lyra fu una delle prime ad alzarsi.
Dopo essersi preparata andò in Sala Comune, che trovò mediamente piena. Salutò con un cenno alcuni compagni di Casa che aveva conosciuto il giorno prima e poi andò in Sala Grande per fare colazione. Notò al tavolo di Grifondoro Hermione, Harry e Ron.
Cominciò a mangiare, e dopo poco arrivarono altri Serpeverde del suo anno, compresi Draco Malfoy, Tiger, Goyle e Pansy Parkinson, che si sedette accanto a Malfoy facendogli i complimenti per qualche battuta di spirito che Lyra non aveva ascoltato. Sopra di loro si udì un fruscio, e un centinaio gufi planarono dalle finestre aperte, carichi della posta del mattino.
La ragazza non si aspettava posta da nessuno, e si stupì alquanto quando un enorme gufo grigio e nero le si posò sul polso. Staccò la lettera a lei indirizzata e, curiosa, iniziò a leggerla.

Signorina Evans,
con gran piacere le comunico che questo fine settimana l’accompagnerò personalmente a Diagon Alley per l’acquisto del materiale scolastico. Ho informato i professori che lei non possiede ancora una bacchetta, perciò in questa settimana si limiterà a osservare e studiare la teoria.
Albus Silente

Cercò con lo sguardo quello del preside al tavolo dei professori, che sorrise e ricambiò lo sguardo dagli occhiali a mezzaluna.
Allegato alla lettera, trovò anche il suo orario delle lezioni. Le aveva scelte il giorno prima, e oltre a quelle obbligatorie, ovvero Trasfigurazione, Pozioni, Incantesimi, Difesa Contro le Arti Oscure, Erbologia, Storia della Magia e Astronomia, avrebbe seguito i corsi di Cura delle Creature Magiche e Antiche Rune. Voleva essere in grado di riuscire a leggere da sola le Fiabe di Bedo il Bardo, invece di farsele tradurre da Hermione, quando sarebbe arrivato il momento.
Con un sospiro abbandonò quel pensiero, e concentrò la sua attenzione su un barbagianni posatosi sulla spalla di Malfoy, portando da casa una scorta di caramelle e dolci. Notò anche l’assenza di Edvige, e, durante il tragitto per andare a Pozioni, rimuginò su come avrebbe dovuto fare per far capire a Harry che di lei ci si poteva fidare. Una voce unticcia la riscosse dai suoi pensieri.
Davanti a lei un uomo alto ed esile, con capelli neri lunghi e sempre unti, il naso adunco e la carnagione pallida.
  << Piacere di conoscerla, signorina Evans. >>
Lyra non rispose, ma si accorse del tono di voce che aveva assunto, quando aveva pronunciato il suo cognome. Immaginava che questo lo facesse soffrire, e ne fu stranamente compiaciuta.
Prese posto in uno dei primi banchi, accanto ad un ragazzo di cui non conosceva il nome.
Piton la fissò negli occhi ancora a lungo, ma Lyra, sospettando le sue intenzioni, lo fissò altrettanto intensamente pensando - conosco il tuo segreto -  e poi distolse gli occhi. Non aveva idea di come fare per occultare i suoi pensieri, ma decise che un giorno ci sarebbe riuscita.
  << Dunque, come prima lezione, oggi preparerete una semplice Soluzione Colloborante. Pagina 50 del vostro libro. >>
  << Io non ho il libro professore. E neanche gli ingredienti. Il professor Silente mi ha comunicato che lei era già stato avvertito. >>
Piton la guardò con odio, ma non volendo togliere punti alla sua Casa, si limitò a rispondere.
  << Per questo esiste l’armadio delle scorte. Non voglio altre interruzioni. >>
Lyra si equipaggiò del necessario e cominciò a preparare la sua prima pozione. Era partita tranquilla, e in fondo le piaceva.
Lei, che veniva dallo studio di matematica, greco e latino, non riusciva a capire come mai agli studenti di Hogwarts studiare non andava giù. Per questo ammirava Hermione, capiva perfettamente perché studiasse cosi tanto.
Nel frattempo stava quasi per terminare la sua pozione. Sorrise soddisfatta mentre la pozione assumeva il colore descritto nel libro.
Pozioni non era una materia difficile, bastava seguire le indicazioni, ma Lyra si rese conto che per i Grifondoro non era affatto cosi: Piton li richiamava continuamente e senza motivo.
Dopo pozioni, s’incamminò insieme al gruppo dei serpeverde per andare a Cura delle Creature Magiche.
  << Sono appena usciti dall’uovo, cosi potete tirarli su voi! Ho pensato che poteva essere una bella ricerca! >>
  << E perché dovremmo desiderare di allevarli? >>
  << Malfoy! >>
Lui le lanciò un’occhiata malevola mentre Lyra lo fulminava con lo sguardo.
  << Voglio dire, cosa fanno? A che servono? >>
  << Quella sarà la prossima lezione, Malfoy. Oggi dovete solo darci da mangiare. >>
  << Ma come ti è saltato in mente di rispondere così a un professore? >>
  << Tu stanne fuori, stupida. >>
  << Se tu ti fai rimproverare dai professori ci tolgono punti, idiota! >>
Lui sbuffò ma non la degnò della minima attenzione.
A Lyra non importava proprio niente dei punti, ma non voleva che Hagrid e gli altri Grifondoro pensassero che lei era degna della sua Casa. Se voleva diventare loro amica doveva guadagnarsi la loro fiducia, dopotutto.
Passarono il resto dell’ora a provare a tentare gli Schiopodi in vari modi, ma sembrava fossero sprovvisti di bocca. Dopo Cura delle Creature Magiche andarono a pranzo, e dopo a Incantesimi.
  << Dunque signorina Evans, essendo lei sprovvista di bacchetta >>
Molti Serpeverde e Tassorosso, con i quali faceva lezione, si voltarono a guardarla stupefatti.
  << Le consiglio di assistere alle dimostrazioni pratiche e per la prossima volta mi porterà un tema sull’incantesimo di Appello. >>
  << Professore, posso provarci comunque? >>
  << Anche senza bacchetta? >>
  << Si >>
  << Certo, ovviamente, mia cara. >>
Molti ragazzi la fissavano ancora.
  << Disponetevi in fila e provate ad appellare, uno alla volta, i cuscini che si trovano in questa cesta. La formula è Accio. >>
Lyra era una delle ultime. Da quello che riuscì a vedere, la maggior parte dei suoi compagni di Casa erano riusciti ad appellare i cuscini. Lei era abbastanza tranquilla, l’incantesimo di Appello era tra quelli che aveva mostrato a Silente, perciò non temeva di sbagliare. Infatti, quando si trovò a cinque metri dallo scatolone che conteneva i cuscini, uno di essi schizzò verso di lei non appena ebbe pronunciato ‘Accio’.
  << Complimenti, signorina Evans, è riuscita ad appellare pur senza bacchetta, cinque punti a Serpeverde. >>
Lyra rimise il cuscino al suo posto e si avvicinò ai suoi compagni.
  << Ma come fai? >>
Questa era la voce stridula di Pansy Parkinson.
  << Non lo so. Mi riesce e basta. >>
  << Sei una Purosangue, vero? >>
Quasi tutti i serpeverde del suo anno la osservavano.
 << Perché? >>
 << Ma dai, solo un Purosangue riesce a fare queste cose! >>
 << No, affatto. >>
 << Quindi sei una Mezzosangue? >>
La voce stridula della Parkinson era passata da un’intonazione ovvia ad un ringhio.
  << Non ho detto di esserlo, ma non dirò se sono una Purosangue o una Mezzosangue. Perlomeno, non a te. >>
  << Ah, davvero? E perché? >>
  << Chissenefrega* del mio sangue! >>
Pansy Parkinson le rivolse uno sguardo omicida, poi si affrettò a raggiungere Malfoy più avanti. Coloro che erano rimasti ad ascoltare la conversazione seguirono il suo esempio, lasciando Lyra indietro, mentre quest’ultima cominciava a domandarsi se avesse fatto meglio a fingere di essere una Purosangue.

*’Chissenefrega’ non è un termine grammaticalmente corretto (o almeno, non credo che lo sia) ma l’ho trovato in uno dei libri di Harry Potter, quindi mi sono presa la libertà di usarlo.

 


 

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