Senza calpestare il cuore

di Valeriaep
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I S R A E L E 2011 ***
Capitolo 2: *** Auguri a me ***
Capitolo 3: *** Ricordando lui ***
Capitolo 4: *** Auguri Mr Hugh ***
Capitolo 5: *** Devi sapere che.. ***
Capitolo 6: *** Strade parallele ***
Capitolo 7: *** Maledetto Passato ***
Capitolo 8: *** Una dolce tentazione ***
Capitolo 9: *** La cosa giusta? ***



Capitolo 1
*** I S R A E L E 2011 ***


Il mio agente mi avverte di un viaggio con il cast di House, in Isdraele, un viaggio lavorativo, il pensiero mi eletrizza
amo viaggiare, non sono mai stata in Israele, e la compagnia sarà ottima.. Iniziano i preparativi, sto preparando la valigia da due settimane,
ho il terrore di dimenticarmi qualcosa di utile, e mi ritrovo a poche ore dal viaggio ancora a controllare che tutto ci sia.. Ho chiesto a Robert se aveva
voglia di accompagnarmi, di trascorrere un paio di giorni nel mio mondo, e soprattutto con me, è stato carinissimo, ha accettato, 
ed io sono ancora più euforica. Non so bene quanti saremo e chi saremo, ho sentito solo Jesse, che sarà presente, e trascorrere
questi giorni anche con lui, mi elettrizza, è un uomo fantastico, un amico strepitoso, mi ha aiutata, incoraggiata, ci siamo
sempre divertiti insieme..
Io, lui e..
Hugh!! Un pensiero triste nella mia mente, un capitolo mai chiuso, un distacco improvviso, tutto lasciato in sospeso.
Io e Hugh abbiamo trascorso anni tra sguardi complici, chimica a volontà, litigate improvvise per quel suo carattere burbero
e quelle sue manie di perfezione, ma ci bastava quello sguardo complice, per ritornare a ridere insieme e a scherzare come se niente fosse
accaduto. Abbiamo trascorso estati estive a ridere come i pazzi sull'immensa terrazza di casa sua, tra una sigaretta e un bicchiere di buon vino.
Abbiamo trascorso le migliori pause tra una ripresa e l'altra, a scherzare su Jesse e di quando fosse smielato ogni volta che parlasse a telefono con la fidanzata.
E adesso ogni volta che ci penso, mi sento morire dentro, vorrei renderlo partecipe della mia gioia, vorrei parlargli di Robert, dei figli di Robert, vorrei raccontargli
aneddoti divertenti, come è sempre accaduto, vorrei ascoltarlo parlare, ma questa volta lui non c'è!
E poi riguardo la mia valigia, riguardo l'orologio, ed è terribilmente tardi, ci rinuncio, sicuramente avrò dimenticato qualcosa, ma il volo non aspetta me, e neanche 
Robert, che poverino mi attende da almeno un'oretta al piano di sotto.
 
Siamo in volo, probabilmente quasi arrivati, Robert accanto a me, è nel bel mezzo di un sonno profondo, ci sono state delle turbolenze,che hanno completamente
scosso il mio stomaco. Ho scelto di sedermi vicino al finestrino, sento Jesse raccontare cose divertenti e disturbare i passeggeri, poi dietro di me ci sono Omar e la moglie
che anche loro dormono beatamente. Da qualche parte ci dovrebbero essere anche David e Amber con i rispettivi compagni, Hugh non c'è. Jesse mi ha detto che 
era impegnato con le date del suo tour, mi hanno anche detto che sono andati a vederlo cantare a New Orleans, e che è stato fantastico. Di questo non c'erano dubbi.
Hugh ha una voce particolare, riesce ad emozionarti anche con una semplice ninna nanna. In realtà ero tentata anche io di andarlo a vedere, ma per questioni di tempo, e anche per insicurezze personali ho deciso di evitare.
Chiedo a Jesse l'mp3 il mio è stato sequestrato da Robert, e non mi va di distubarlo..
Ed improvvisamente la voce di Hugh rimbomba nelle mie orecchie, chiudo gli occhi, mi sembra di immaginarlo suonare, con passione il pianoforte, mi sembra di vedere le sue mani affusolate sfiorare con delicatezza
i tasti alternando quelli neri a quelli bianchi, immagino i suoi occhi profondi, fissare un punto, come persi nel vuoto e cantare, immagino le sue labbra schiudersi a tempo.. La sua voce mi inebria, mi convolge, mi emoziona, mi incanta.
Mi lascio coccolare da quella dolce sinfonia, mi lascio coccolare dalla sua voce, fantasticando su di lui..
Riapro gli occhi, e vedo Robert che in modo goffo tenta di allacciarmi la cintura di sicurezza, siamo pronti per atterrare..
Sorrido, mi tolgo l'mp3 oramai scarico, e bacio l'uomo che ho affianco,  e lui ricambia, mi accarezza dolcemente il volto, e come un sussurro dice di amarmi..

Alloggiamo in un Hotel strepitoso, siamo stati affidati a Yoel, che ci accompagnerà in questi giorni nei vari impegni e nelle varie visite..
E' un ragazzino, ma è terribilmente acculturato. E completamente diverso dal classico isdraeliano che siamo abituati a immaginare, parla perfettamente Inglese, ci ha rivelato che non è l'unica lingua che conosce, ha tre lauree, come fa ad avere tre lauree se ha appena 26 anni.. I misteri della vita. Siamo arrivati da poche ore e ci ha appena informati dell'intero itinerario che seguiremo nella breve permanenza. Yoel è fantastico, e anche se il suo senso dell'umorismo è pessimo, ci siamo affezionati subito a lui.
 
 
Questa vacanza mi è servita moltissimo, abbiamo visitato luoghi strepitosi, abbiamo conosciuto gente fantastica, abbiamo assaggiato cibi tipici, partecipato 
alla cerimonia del sabato  nelle sinagoghe, abbiamo vissuto e sentito questa Terra come se fosse nostra. Ci siamo divertiti moltissimo, porterò quest'esperienza con me per tutta la vita.
Mi ha fatto chiarezza su molte cose. Ho preso delle decisioni importanti , per la mia vita personale, e per
quella lavorativa. E sono sicura che che sono le scelte giuste..
 
Yoel ci ha salutati con una frase:
"Chi salva una vita, salva il mondo intero"
Sono nell'aereo di ritorno , e ripensando a quella frase, Yoel ha voluto  rendere omaggio a tutti coloro che credono nel valore e nel rispetto di ogni singola vita umana, in questa breve vacanza ci ha mostrato che la diversità è la vera ricchezza del mondo, che ogni giorno possiamo combattere una battaglia contro l'indifferenza, l'intolleranza e la superficialità che sono i mali del nostro tempo, capaci di produrre emarginazione, guerre e discriminazioni. Una sana riflessione laica su tutte le piccole cose che quotidianamente possiamo fare per
 rendere il mondo migliore partendo dal nostro piccolo, che poi cosi piccolo non è..
 Grazie Yoel..
 
 

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Capitolo 2
*** Auguri a me ***


E' appena trascorso il giorno del mio compleanno, Robert insieme ad altri amici hanno organizzato una festa a sorpresa per pochi(erano una sessantina di persone) intimi. C'erano proprio tutti, a parte Hugh, ha provato a telefonarmi, ma tra la confusione non ho sentito il telefono squillare, solo durante una breve pausa nella toilet, mi sono accorta di avere un messaggio in segreteria.
Tanti auguri, purtroppo per vari impegni non potrò essere a festeggiare con te, spero mi perdonerai. Buon divertimento
Era lui, la sua voce calda, ma così fredda,  e quel silenzio intorno a lui estremamente inquietante. Mi ha scossa, per il resto della serata non ho fatto altro che pensare a lui.
Si erano ormai fatte le quattro, Robert mi ha dato un passaggio a casa,  la solita strada che percorriamo con la macchina era bloccata, c'era stato un incidente, abbiamo cambiato percorso. Siamo dovuti passare fuori casa di Hugh, istintivamente ho guardato in quella direzione, ho sentito i brividi percorrermi lungo la schiena, quante serate in quella casa, quanti scherzi, quante chiacchierate e soprattutto quanti segreti quella casa conosce di me, e  quanti ne conosce Hugh. Tutto avvenne in meno di un secondo, lui usciva dalla sua macchina, con una custodia per chiatarre tra le mani, era bellissimo, si voltò d'istinto verso la macchina, i nostri sguardi si incrociarono, quasi mi sembrò di vedere sul suo volto un sorriso accennato, probabilmente la mia espressione facciale non accennò nessun tipo di sorriso, ma dopo averlo visto ero terribilmente felice.
Appena ritornata a casa, gli scrissi un messaggio.
Grazie mille..
Avrei voluto scrivergli altro, avrei voluto dirgli che è un coglione, che avevo voglia di vederlo, avevo voglia di sentirmi i suoi occhi scrutare ogni centimetro del mio volto, avrei voluto dirgli un miliardo di cose..
Ero nel pieno dei miei pensieri quando il telefono incomincia a squillare, mi stava chiamando..
Pronto, avevo la voce che mi tremava,
Hey, mi sciolsi a quel suono, allora come è andata la serata?
Bene. La tua?
Stancante!!!

Risi, ancora non mi sono spiegata il motivo di quella serata, probabilmente imbarazzo.
Domani parto, mi disse senza pensarci su due volte. Vado in Nuova Zelanda, tra due settimane iniziamo le riprese di un nuovo film, vado a sondare il territorio.
Ah... ero spiazzata. Buon viaggio Hugh!

Sono qui, tra le mie mura a coccolarmi con i miei cani, gli stessi che appena vedevono Hugh impazzivano, sono qui  a mangiare cioccolata fondente sul letto, sono qui, a pensare a tutte le cose non dette, a tutti i baci non dati.  A tutto ciò che non ho mai vissuto per mia scelta, l'attimo in cui tutto stava per accadere invece è finito nel nulla. Cosa si può fare se non si è riusciti a dare un bacio al momento giusto? Quando ti capita quell'occasione in cui siete soli, tu e lui, il tuo lui, quello che sai che è quello giusto per te, che sai che ti amerà incondizionatamente e per come sei, quello che probabilmente ti conosce meglio di qualsiasi altra persona. E sarà per te sempre e solo l'unico.
Io e Hugh abbiamo vissuto attimi intensi, momenti imbarazzanti, più di una vlta ci siamo ritrovati così vicini da sentire quasi il bisogno di baciarci, e soprattutto la voglia di volerlo fare ma ho sempre portato rispetto a quell'anello sull'anulare sinistro. E lui ha sempre portato rispetto a sua moglie..
In un secondo indosso qualcosa di decente. In un secondo prendo le chiavi della mia macchina e mi ritrovo a guidare verso quella maledetta direzione. 
Sono le sei del mattino, e busso fuori casa sua. Mi  apre la porta sconvolto, mi lascia entrare..
Sono state le ore post compleanno che ho trascorso meglio in tutta la mia vita..
Ci siamo seduti sulla terrazza, abbiamo parlato, mi ha raccontato delle esperienze che ha vissuto durante il tour, vedevo la sua emozione nel raccontarmi tutti gli aneddoti più assurdi, mi ha raccontato che sua moglie lo ha accompagnato ovunque, e ammetto che questa notizia mi ha lasciato dell'amaro in bocca.
Mi ha rimproverata per la mia decisione di lasciare House, poi io gli ho raccontato del viaggio in Francia con Robert, poi in Israele, abbiamo parlato, abbiamo riso, abbiamo scherzato, abbiamo affrontato argomenti seri. Poi l'ho accompagnato all'areoporto..

Durante il viaggio dall'areoporto a casa mia, avevo in mente le sue ultime parole prima di lasciare Los Angeles
"Sei stata l'unica donna a farmi sentire bene con me stesso. Grazie Lisa"
Quel sorriso, il suo sguardo vispo, sereno, amozionato..
Ha emozionata anche me, Hugh è l'uomo della mia vita.. della mia seconda vita, perchè in questa probabilmente non riusciremo mai a incrociare le nostre strade sentimentali! Al mio polso c'è un nuovo braccialetto, quelli portafortuna stile brasiliano, che aveva lui al polso e che mi ha dato come regalo di compleanno, è stato carino..Terribilmente carino!

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Capitolo 3
*** Ricordando lui ***


Avevo voglia di riordinare lo stanzino dei ricordi, si.. ho lo stanzino dei ricordi! In realtà inizialmente era lo stanzino dei rottami, poi una sera Hugh e Jesse decisero di nominarlo diversamente..
Ho iniziato a riaprire vecchi scatoloni. Ho iniziato da quegli scatoloni che contengono mille pupazzi di quando ero una bambina, poi sono passata alle fotografie di famiglia, di tutte le feste di compleanno e di tutti i parenti. Poi mi è apparsa davanti una scatola rossa, non la ricordavo, c'era la polvere a coprire la scritta, con la mano cerco di spolverare.
Regali stratosfericamente fighi
Era la scrittura di Hugh, improvvisamente ricordai tutto.
Eravamo a casa di David, a festeggiare le vacanze Natalizie, la mattina precedente ne approfittai della pausa per fare shopping, in una vetrina notai dei copriorecchie terribilmente Inglesi, e decisi di prenderli per Hugh, quando ci fu la festa a casa di David diedi il regalo ad Hugh, inconsapevole di riceverne uno anche io da parte sua. Scartammo i regali e iniziammo a ridere come i pazzi. Ci eravamo fatti lo stesso regalo.
Da quella sera ci fu una sorta di rituale. Ogni NATALE, ci siamo scambiati il regalo, poi iniziammo a farci regali anche quando non era Natale, regali di ogni genere. Poi io, iniziai a conservare qualsiasi cosa mi ricordasse Hugh.Qualsiasi cosa fosse di Hugh.
Tra le mani mentre frugavo nella scatola, ho preso una carta di caramellastropicciata, all'interno c'era scritto "Sei bellissima", annusandola riuscivo a sentire anche il profumo di menta. Un sorriso leggero. La sua dolcezza, i suoi atteggiamenti, il suo profumo, mi ritornava costantemente in mente..tra le tante cose in quella scatola c'era anche una sciarpa che Hugh distrattamente aveva dimenticato a casa. Poi  l'ultimo regalo, il bracciale portafortuna, un bracciale semplice, di quelli che non costano nulla, di quelli che però hanno maggiore importanza. Quel bracciale rispecchiava Hugh, all'apparenza così semplice, ma che nascondeva dei colori sgarcianti, dei colori che insieme si intonavano bene, che si equilibravano a meraviglia.
Hugh era perfetto, la sua aurea di malinconia, di tristezza lo rendeva intrigante, la sua intelligenza lo rendeva affascinante, la sua umiltà lo rendeva sexy, il suo sorriso dolce ti faceva sentire protetta, il suo sguardo intenso, riusciva a metterti in soggezione.
Solo l'entrata di Robert, mi fece distrarre da tutto quel pensare ad Hugh.
Feci l'amore con Robert, pensando a Hugh, baciavo Robert, pensando di baciare Hugh. Venivo accarezza da Robert, immaginando di essere accarezzata da Hugh.
Era notte inoltrata, mi alzai, presi il computer, lo accesi entrai su skype, Hugh era in linea. Gli scrissi:
-Come va la vita in Nuova Zelanda??
-Noiosa e stancante, e dalle tue parti che si dice?
Mi sentivo una tredicenne alla prima cotta, sorridevo come una demente da sola davanti allo schermo
-Stancante e noiosa!!! Quando ritorni bel britannico?
-Spero il prima possibile! Così mi offri una grande cena Tailandese! Bella Newyorkese!!
Decisi di spostarmi dalla stanza in cui dormiva Robert, staccai il computer e mi trascinai silenziosamente  al piano di sotto!
-Come stai trascorrendo queste giornate? Gli scrissi
-Tutto lavoro e casa, casa e lavoro. Non ho molte distrazioni, tu cosa mi racconti?
-Oggi ho rovistato nello stanzino dei ricordi..Ho trovato un miliardo di cose, appena ritorni ti devo far vedere certe cose!
-Non vedo l'ora!!!!
Passarono dei minuti di silenzio, scrivevo e poi cancellavo..
-Lisa, io scappo! Ti chiamo appena torno
Volevo morire, avrei voluto dirgli altre mille cose, ma non fui capace di dire nulla!
-Ciao Hugh

Spensi il computer, ritornai a letto. Robert mi abbracciò, ed io mi addormentai.

 Un ricordo sbagliato, un sorriso simile,  una situazione già vissuta bastano per cadere di nuovo nella voglia di rivivere anche solo per un' istante quello sguardo perso nel tempo!
Avevo voglia di stare con Hugh, e non vedevo lora di rivederlo! Il restom chi mi circondava non aveva senso, non aveva importanza.


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Capitolo 4
*** Auguri Mr Hugh ***



Ogni petalo si finge di essere una rosa


Gli avevamo organizzato una festa a sorpresa, eravamo proprio tutti, c'erano i suoi amici intimi, c'eravamo noi, c'era la sua famiglia. Lui ancora non c'era...

Se fosse tutto facile,
se fosse innamorato di me..


Arriva, era bello, bellissimo, imbarazzato, entusiasmato e stanco. Il primo sguardo che incrocia è stato il mio. Ci siamo guardati, mi ha sorriso, ho ricambiato sorridendo anche io, e con la mano l'ho salutato da lontano, lasciando la priorità alla sua famiglia. Lo ammiravo da lontano, sembrava sereno, lo guardavo da lontano e sentivo il mio cuore scoppiare. Avevo quell'incredibile voglia di andargli incontro, di abbracciarlo, di stringerlo forte a me,  e di baciarlo.
Si avvicina a me, senza che me ne accorgersi, in un attimo mi ritrovo tra le sue braccia...

Il tempo ha cambiato le persone, 
ma tu, ma io..
ma noi non cambiamo mai.

Ci stacchiamo, ci guardiamo, ci sorridiamo. Mi accarezza il ciuffo che copre il mio occhio sinistro, e con eleganza me lo sposta. Mi prende il volto tra le mani, avvicinandolo sempre di più al suo, sento la sua bocca sulla mia guancia, la sua barba mi pizzica. Ritorna a guardarmi, stava per dire qualcosa, ma sopraggiunge la moglie, ci distacchiamo, Jo lo trascina via da me con una scusa, riguardo Hugh, riesco a leggere il suo labbiale "A dopo", gli sorrido e con il volto faccio cenno di si. Il mio sguardo si ferma sullo sguardo di sua moglia. Lei è fredda, distaccata, severa, quasi mi spaventa.E si allontano, insieme...

c'è qualcosa dentro che,
 mi brucia l'anima..

 

Per tutta la serata Hugh mi ha osservato da lontano, guardava ogni mio gesto, ogni movimento, ed io guardavo ogni suo gesto, ogni suo movimento.
Ci siamo scrutati da lontano, senza dire una parola.
Fin quando a fine serata mi sono avvicinata lui, per salutarlo, era troppo tardi per me, dovevo ritornare a casa.
Era di spalle, lo abbraccio da dietro. Sento il suo profumo, il suo respiro.
Lui dolcemente si gira verso di me, rimaniamo abbracciati. Continua a sorridere, e quel sorriso mi inebria il cuore, l'anima, il corpo. 
Sei bellissima, mi dice tra una nota di un pianoforte e l'altra.
Anche tu gli rispondo, tra uno sguardo indiscreto e l'altro.
Lui si distacca, mi allontana leggermente, mi attraversa il corpo con lo sguardo, partendo dalle labbra, passando per il mio seno, soffermandosi sui fianchi per poi terminare sulle gambe, ritornando a guardarmi negli occhi, si avvicina nuovamente a me, mi afferra sui fianchi con virilità e aggiunge
Ti va di vederci domani?
Vedo il suo sguardo diverso, mi sembra quasi di vedere uno spiraglio di eccitamento nei suoi occhi, mi sembra di sentirmi desiderata..
Le mie mani sono sulle sue spalle, con delicatezza gli accarezza i bicipiti, gli sorrido maliiziosamente e gli sussurro
Aggiornami sull'orario, mi avvicino al suo volto, e lo bacio a pochi centimetri dalla bocca.Lo sento sobbalzare, non se l'aspettava.



Più tardi mi arriva un messaggio sul cellulare
Sono fuori casa tua!
Era Hugh.
 

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Capitolo 5
*** Devi sapere che.. ***


Capelli spettinati, trucco sciolto, ancora non tolto per la pigrizia, abbigliamento veramente inguardabile e forse spaventso,e lui, fuori la mia porta. Avrei voluto cambiarmi, ma non avevo idea di cosa indossare. Quindi gli ho aperto la porta nel mio stato pietoso.
Apro la porta di casa lentamente, e con leggera timidezza, nascondo l'intero corpo, facendo fuoriuscire solo la testa.
Lui è davanti a me, che sfoggiava uno di quei suoi sorrisi fantastici. Tra le mani una busta.
"Mi lasci entrare? Ho una cosa per te"
Sono senza parole, ancora incredula per averlo davanti a me
"Non spaventarti per il mio abbigliamento"
Gli apro, sento i suoi occhi percorrere ogni centimetro del mio corpo. Vedo il suo sorriso sul volto.
"Non ridere" gli dico, lasciandolo entrare.
"Diciamo che la sexy Lisa di qualche ora fa dorme, e sono stato accolto dalla Lisa"
"Dalla Lisa??"continuo io, stampando sul mio volto una smorfia di disappunto
"Ti ho portato una cosa"Cambia abilmente discorso, porgendomi una busta.
"Oh, ma sono ciambelle???"Io amo le ciambelle..
Probabilmente devo aver assunto uno sguardo da bambina emozionata, ma lui non smetteva di riderla.
"Hugh, sei venuto per ridere di me?"
"Sono venuto per mangiare le ciambelle con te! Stavo ritornando a casa, poi le ho viste.."
"E Jo?"
"perchè tenti sempre di mettermi in difficolta?"

Rimango perplessa da quella risposta, e intanto mi reco in cucina per sistemarle da qualche parte.
"Abbiamo litigato"
Il mio cuore probabilmente smette di battere per pochi secondi.
"Mi dispiace"gli dico, ma in verità anche se è brutto dirlo, ero terribilmente felice.
"Quindi sono uscito a fare un giro, ho visto le ciambelle, ho pensato a te.. ed eccomi."
Quel "ho pensato a te"mi fa sorridere, e lui se ne accorge
"Cos è quel sorriso?" Mi domanda avvicinandosi spaventosamente a me.
Eravamo occhi negli occhi, il suo naso sfiorava leggermente la mia fronte, il suo respiro riuscivo quasi a sentirlo.
"Le mangiamo?" Stavolta sono io a cambiare discorso, prendo una ciambella e vedo lui afferrarne una. Lui si siede su uno sgabbello, io invece mi appoggio al tavolo, c'è silenzio.
"Posso chiederti perchè avete litigato?" gli dico.
Lui smette di fissare il quadro in cucina, guarda me negli occhi, "è troppo gelosa", poi rifissa il quadro," lo hai fatto tu?" indicandolo.
In realtà si, ma non amo vantarmi, quindi in genere tendo a dire che è stato un regalo di un artista di strada. Arrossisco
"No, è stato un regalo"
Lui si alza, mi supera, si avvicina al quadro, "è bellissimo"
Poi ritorna vicino a me, è ancora una volta troppo vicino. "Complimenti Miss Edelstein, ha delle qualità nascoste"
Sorrido, mi aveva scoperta, con lui non posso mentire.
"Se lo dici a qualcuno, ti ammazzo!" Il mio indice  picchiettava sul suo petto. E lui era sempre troppo vicino.
Mi afferra i fianchi, sento le sue mani su di me. Mi sembra quasi di leggere un filo di desiderio in quella presa. E' ancora troppo vicino, e la mia voglia di baciarlo è troppo insistente. Il suo sguardo è terribilmente intenso, e non dice una parola. Abasso la testa, respiro profondamente, e quando la rialzo, vedo il suo volto avvicinarsi pericolosamente al mio. Voleva baciarmi, chiudo gli occhi, sento il calore delle sue labbra sulle mie, le sento toccarmi leggermente, quasi sfiorarmi, iniziamo la nostra danza di lingue. Altre volte ci eravamo baciati, ma sempre sotto mille riflettori, e con mille persone pronti a fissarci.
Adesso eravamo soli.
Sono ancora immobile e scioccata, con il cuore che batte a mille. Sento la sua presa più forte, le sue mani accarezzarmi la schiena, mentre le mie viaggiavano dal suo petto ai suoi capelli. Non ho il coraggio di fermarmi, di aprire gli occhi, per paura che sia tutto un sogno.
Il suo profumo delizioso mi inebria, e mi lascio baciare, e continuo a baciarlo. 
Probabilmente non ho mai desiderato un bacio così tanto in vita mia. Sento la presa delle sue mani allentarsi, si distacca dolcemente, mi guarda negli occhi, la sua mano raggiunge il mio volto, con le dita, ripercorre i miei lineamenti.
"Stiamo commettendo degli errori" gli dico, in un attimo di lucidità
"probabilmente è il miogliore errore della nostra vita" risponde lui
Gli sorrido, la sua bocca ritorna sulla mia, le nostre lingue ricominciano la loro danza.
Mi distacco, gli afferro la mano, e mi lascio seguire, lo porto in camera da letto, mi volto verso di lui. Leggo sul suo volto il desiderio. Quello che ci accomuna.
Si avvicina a me, entrambi all'unisono ci lasciamo andare sul letto. Le sue mani percorrono ogni centimetro della mia pelle, la sua bocca assaggia ogni angolo del mio corpo.
Le mie mani toccano ogni centimetro della sua pelle, la mia bocca assaggia ogni angolo del suo corpo.
Con delicatezza, con passione, con eleganza facciamo l'amore, muovendoci a ritmi di una musica che in quel momento sentivamo solo noi, i suoi sguardi mi fissano più volte con amore, i nostri corpi si intrecciano meravigliosamente tra di loro, anche le nostre anime danzavano allegramente intorno a noi.
Cambiamo posizione, adesso sono io a stare sopra di lui, vedo il suo sguardo posarsi sul mio seno, mi desidera, e questo mi fa impazzire, le sue mani sono intorno ai miei fianchi, mi accarezza, mi sta amando, ci stiamo amando.
Adesso sono tra le sue braccia, lui è dormiente, ed è terribilmente bello, ho paura di sfiorarlo, di rovinare tutto. 
Improvvisamente i suoi occhi si spalancano,  quegli occhi che raccontano emozioni..
Mi sorride, mi bacia, Ritorna a guardarmi, ritorna a sorridermi, ritorna a baciarmi.
Il suo telefono squilla, guarda l'orologio sul suo polso. Erano le sei di mattina.
Mi riguarda
"Dovrei andare." Gli faccio un cenno con la testa simile ad un si.
Mi accarezza il braccio, poi si avvicina pericolosamente al mio corpo nudo.
"Anche se ho voglia di rifare l'amore con te, anche se ho voglia di baciarti per ore, anche se ho voglia di sentire il tuo profumo ed inebriarmi con esso.."
Questa volta sono io a sorridere, lo bacio.
"Anche se voglio che tu rimanga qui, ancora, ancora e ancora. Devi andare!"
Si alza, mentre lui si prepara, mi alzo anche io, indosso la camicia da notte e vado in cucina. Lui mi raggiunge poco dopo, prende una ciambella.
Mi bacia con dolcezza, ricambio.
Lo accompagno sulla porta, poi lui si volta.
"Devi sapere che .." Poi il suo telefono risquilla, lui lo fissa. Mi bacia ancora e.."Ti chiamo dopo" E si allontana, rispondendo al telefono.
Cosa dovevo sapere? Cosa voleva dirmi? Lo guardai allontanarsi, e poi mi richiusi la porta dietro le spalle.
Rientrai in casa, e quella casa profumava di Hugh, io avevo il suo sapore addoso, le mie lenzuola profumavano di lui.
Mi rigettai sognante nel letto, appoggia la mano sul cuscino dove poche ore prima  si era appoggiato, mi avvicinai e mi riaddomentai,
tra quel profumo, tra quei sogni...


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Mi scuso per il ritardo, ricordo di aver precisato che non volevo inventarmi cose assurde, ma rispettare in qualche modo la realta. E mi accorgo di non esserci riuscita, ho ceduto alla tentazione e ho provato ad inventare qualcosa... Spero sia di vostro gradimento!!!!!!!!!!

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Capitolo 6
*** Strade parallele ***


Sono a cena fuori con Robert, e degli amici, ci stiamo divertendo da pazzi, ma il mio pensiero fisso, va all'uomo con cui ho trascorso la più bella notte d'amore.
Sono trascorsi due giorni, non ci siamo ancora sentiti. Aveva detto che mi avrebbe telefonato, ma non l'ha fatto. E neanche io, per principio, per orgoglio, non l'ho chiamato. Contro anche il mio istinto di prendere il telefono e raggiungerlo, ovunque esso sia.
Il mio telefono squilla, lo prendo dalla borsa, attenta a non farlo sbirciare a Robert.
Dottoressa, come va? Io sono ripartito per la Nuova Zelanda, per l'ultimo mese di riprese. Non vedo l'ora di ritornare a casa. Mi manchi.
Sento mille emozioni invadermi, istintivamente sorrido.
La mia amica, Alyssa, si accorge di quel buffo sorriso da ebete sul volto, e fa notare la cosa all'intero mondo.
"Lisa, questo messaggino deve aver spopolato nel tuo cuore."
RIalzo lo sguardo, accorgendomi che forse avevo esagerato troppo.
"Era Hugh Laurie", dico, senza pensarci, pronunciando il suo nome con estrema attenzione, noto una smorfia sul viso di Robert," è in Nuoca Zelanda, per le riprese di un film, e mi ha scritto che ha appena saputo che lascerò il cast di House, e mi ha augurato tanto fortuna per il mio futuro."
"Che carinooo", dice Robert, con tono ironico, facendo sorride gli altri ragazzi seduti al tevolo. Sorrido anche io, forzatamente. Quella sera Robert, mi accompagnò a casa, ero tentata dal dirgli, vai via. Ma non ci riuscì, feci l'amore con Robert, nello stesso letto in cui feci l'amore con Hugh, sentivo il profumo di quelle lenzuola, il profumo di Hugh, il profumo di me e di Hugh, svanire lentamente. Guardai Robert al mio fianco, era così diverso da Hugh, non aveva quegli occhi color cielo, e la sua pelle non profumava di mare, il suo sorriso non mi faceva  sognare. Eppure qualcosa mi legava ancora a lui.. ma cosa?

Un mese dopo..
I messaggini tra me e Hugh continuarono per qualche settimana, poi il vuoto. Io sono stata impegnata, ho accettato un nuovo ruolo in un telefilm, lui probabilmente ha avuto da fare sul set, o chissà ... Ma sono cambiate alcune cose. Inconsapevolmente il non sentire Hugh, mi ha portato a fare una decisione importante..
Sono nella mia cucina, a prepararmi la colazione, io e Robert abbiamo deciso che forse potevamo iniziare una sorte di convivenza. Stiamo scegliendo l'appartamento adatto, ne abbiamo visti un paio, lui è stato colpito da un attico, a me non piace molto, ho bisogno di spazi, vorrei un appartamento dove i miei cani possono anche viverci liberamente. Lui è invece attratto da quelli piccoli, incasinati. Nel frattempo però ho deciso di non vendere la mia abitazione, troppi ricordi, troppe emozioni..
Sto per uscire, sono sul ciglio della porta, quando il mio telefono squilla, lo prendo distrattamente, c'è un nuovo messaggio. Robert mi aspettava, ed eravamo in ritardo, decido di non leggerlo. Riposo il cellulare in borsa e mi dirigo verso il mio uomo.
La casa era bellissima. Era un'appartamento perfetto, abbastanza spazioso per me e Rob, e aveva un giardino, adatto a far divertire anche i miei cagnolini. Appena lo vidi, me ne innamorai, Robert se ne accorse, ci bastò uno sguardo per capire che quella era l'appartamento perfetto per noi! Andammo a festeggiare la chiusura del contratto in un ristorante. Pranzammo, e poi decidemmo di andare a casa dei miei, per dare loro, la bellissima notizia.
Ritornai a casa, che era sera inoltrata. Mi lanciai sotto la doccia,  avevo ancora i capelli bagnati, mi ricordai di quel messaggio non letto. Presi il telefono.
Sono ritornato ieri a Los Angeles, ti aspetto oggi a pranzo verso le 12,30 al solito ristorante.
Hugh ;)

"Cazzo", mi uscì improvviso, mille pensieri, mille sensazioni, mille angoscie e troppe paura, nella mia mente. Istintivamente lo chiamai, ma il telefono era spento.
"merda", mi avrà aspettato da solo in quel ristorante, già lo immaginavo seduto al nostro tavolo, deluso e amareggiato, perchè non mi ero presentata.
Riprovai a telefonarlo, ma il telefono era ancora spento.
Era bastato un suo messaggio, per farmi sentire una merda, per farmi ritornare con il pensiero a lui, a quella notte, era bastato un solo messaggio per farmi riscoprire emozioni che mi ero illusa di aver in qualche modo seppellito.
Riprovai ancora a telefonarlo, ma inutilmente, il telefono risultava ancora spento.
Poi fu il mio telefono a squillare, il mio cuore iniziò a battere a mille, purtroppo però era solo Robert...
Dopo aver staccato il telefono, riprovai nuovamente a telefonare a Hugh, mi ero promessa che quello sarebbe stato l'ultimo tentativo.
Pochi minuti di attesa, poi il primo squillo, il mio cuore tremava, il secondo squilla, il mio cuore tremava più forte, il terzo squillo,  il quarto squillo, il quinto squillo e poi la sua voce.
"Si?" calda, profonda, quanto mi era mancato sentirlo.
"Hey, sono Lisa" gli dissi "Scusami, ma ho visto il messaggio solo ora. Mi dispiace da morire." Gli dissi, senza lasciarlo parlare, sentivo il suo respiro, lui rimase in silenzio per qualche momento.
"Non preoccuparti."si limitò a dire, il suo tono ora era diverso, era freddo, distaccato. Ed io sentivo quell'incredibile dolore allo stomaco.
"mi dispiace sul serio, è stata una giornara assurda, e proprio non ho notato il messaggio." continuavo a giustificarmi.
"non fa nulla, volevo solo sapere come andava, poi ti ho visto con Robert per strada, ed ho immaginato che le cose fossero perfette." Il suo tono ora era terribilmente ironico, e terribilmente distaccato. Non sapevo cosa dire, provavo solo la voglia di prendermi a schiaffi, e quei maledetti sensi di colpa.
Una mia non risposta, fece sospirare lui e poi mi disse.
"scusami, ma devo staccare, ho ancora delle cose da fare. Buona fortuna per i nuovi impegni" Non mi lasciò rispondere,  aveva già staccato.
Lasciandomi come una stupida, a fissare quel messaggio, quel telefono, lasciandomi come una stupida legata a dei ricordi. Era arrabbiato, era deluso, era amareggiato, ma non poteva pretendere che io lo aspettassi, aspettare poi chi? Un uomo sposato? Che vuole solo divertirsi con i miei sentimenti? Divertirsi con una donna, che lo ama troppo, ma che pur di averlo accanto sarebbe disposta ad accettare di essere l'amante della situazione? No, non sono mai stata la seconda donna di nessuno, non sono mai stata ferma a subire..
Non potevo aspettarlo. Non volevo aspettarlo.
Ero anche io delusa, dal suo non farsi sentire, ero anche amareggiata dal suo silenzio. E forse doveva aspettarselo, doveva immaginare la mia scelta nell'andare avanti.
Le lacrime invaserole mie guance, fermandosi su un cuscino troppo bianco. E la consapevolezza che tutto era realmente finito, che non ci sarebbero stati più sguardi complici tra noi, gesti impulsivi, baci rubati, carezze improvvise, e parole dolci in una notte insonne. Tra me e Hugh non ci sarebbe stato più un noi. Ma un semplice ricordo, il ricordo di due colleghi, che sul set e fuori dal set, erano troppo complici, ma che oramai avevano deciso di seguire due strade parallele..

 

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Capitolo 7
*** Maledetto Passato ***


Sono terribilimente distrutta, sono due giorni che mi dedico alla mia nuova casa, DA SOLA!  Robert, è impegnato per una nuova mostra, e sono felie per lui, ma è stancante dover fare tutto da sola. Inoltre siamo anche a Luglio,  e fa un caldo pazzesco, e mi rendo conto che questa casa, non è proprio fresca. Ma ne sono ancora terribilmente innamorata, come quando l'ho vista la prima volta. Sono qui, a risistemare delle vecchie cose, a decidere gli spazi giusti per gli oggetti, a cercare di personalizzarla.
Poi tra gli scatoloni, spuntano diversi giornali, li avrà comprati Robert, o magari qualche operaio. Sono distrutta, sono sola, e inizio ad avere fame, perchè è quasi cena, e soprattutto, stasera dormirò per la prima volta, nel mio letto nuovo, ma in un  letto che letto non è. Perchè non c'è. Robert è stato così gentile da portarmi un sacco a pelo. Si, è romantico il ragazzo.
Inizio a sfogliare un giornale, il primo che mi capita davanti, poi lo richiudo, e inizio a sventolarmi con lo stesso giornale. Poi inquieta, inizio ad aprire le enormi finestre di quella casa, fa troppo caldo. Mi ributto per terra, riprendo il giornale, lo riapro, una pagina a caso. Ed è quel maledetto "caso" a  distruggermi. Appare lui, bello come il sole, con quel leggero sorriso ad illuminargli il volto, con la sua mano  perfetta, che si poggia leggermente al viso. Era una pubblicità, di un noto prodotto, e lui era diventato il testimonial. Il pensiero di Hugh, per quella rivista e per quella pubblicità era terribilmente divertente. Lui che non ci tiene all'apparenza, che pubblicizza prodotti  utili per apparire..
Quel suo volto così sereno, mi provoca terribili emozioni, che odio.. Il suo volto, mi ricorda terribilmente tutte le serate insieme, tutte le emozioni provate, tutte le parole di incoraggiamento, e soprattutto mi ricorda il nostro addio, mai detto. Il nostro ultimo bacio, mai dato, e la terribile voglia di rivederlo. E l'incredibile consapevolezza che ciò non avverrà, almeno per il momento.
E nello stesso momento in cui chiudo quel giornale, mi arriva la telefonata del mio manager. Devo partecipare alla presentazione del nuovo testimonial del mio prodotto preferito, ovvero lo stesso che Hugh, ha deciso di pubblicizzare..
"perfetto" penso, "sono nella merda", dico, rivolgendomi ai miei cani...

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Capitolo 8
*** Una dolce tentazione ***


Più la macchina si avvicina al locale, più la mia ansia aumenta, più immagino lui, più il mio cuore accelera i suoi battiti. Robert, stasera è fuori paese, per impegni lavorativi, non è riuscito a tornare per accompagnarmi anche a questo evento, e da una parte sono contenta. Il mio agente, si accorge del mio stato troppo teso, e cerca in una carezza sul braccio di rassicurarmi. Gli sorrido, ed è mentre sorrido che sento una voce gridarmi un "Prego".
La macchina si era fermata, un ragazzo alto, di bella presenza, mi invita ad uscire, mille flash, troppi scatti, mille voci, il tappeto rosso, tanti volti sconosciuti davanti a me, alcuni invece noti. E' la prima mia uscita pubblica, dopo aver dichiarato la decisione di voler lasciare House, e dopo il nuovo accordo per un altro telefilm. Dovrò fermarmi vicino ai giornalisti, e sicuramente le domande che non vorrei sentire, arriveranno.
Primo blocco, primi scatti, sorrido, ma giuro che la mia testa era altrove altrove. Qualcuno mi urla un "sei stupenda", lo ringrazio sorridendogli. Qualcun altro mi chiede di mettermi di profilo, lo accontento. Poi guardo il mio agente, gli faccio un cenno, lui si avvicina e ci allontaniamo.
Arriva il secondo blocco, quello delle domande irriverenti, imbarazzanti, interessanti. E' arrivato il momento di dare qualche spiegazione ai giornalisti.
Arrivo davanti ad una bellissima donna di colore, le sorrido, lei sorride me.
"Ciao Lisa, sei fantastica stasera.."
La ringrazio con gentilezza, sorrido a lei, sorrido alla telecamera, imbarazzata, ma in realtà sono terribilmente stanca di questi complimenti, che il più delle volte sono anche fasulli.
E poi arriva la domanda su House
e poi arriva l'imbarazzo
"Lisa, da poco abbiamo saputo che non ci sarai nella prossima stagione di House, perchè questa decisione?"
Le rispondo, guardandola negli occhi, e forse anche con un po' di sfida "anche se questo non è il luogo adatto per parlare di House a malincuore ho deciso di lasciare un personaggio, che porterò con me, per sempre. Cuddy mi ha cambiata molto, ha fatto parte della mia vita, e non potrò mai dimenticarla. Ma poi arriva quel momento che.."
Mi perdo, sento il suo profumo, mi giro di scatto, lo guardo. Lui è bellissimo, aveva una giacca scura, sotto una camicia chiara, sul bianco, e un jeans, che gli calzava perfettamente. I capelli gli erano cresciuti leggermente,ma rano perfettamente ordinati, la barba però era corta al punto giusto. Sento il mio cuore battere sempre più forte.
Poi mi ricordo di dover terminare un discorso, riguardo la telecamera e la giornalista,"e poi ti accorgi, che è arrivato il momento di andare avanti, e allora vai avanti.. Scusate." Concludo, mi allontano, accorgendomi di aver detto una grande, grandissima stupidagine. Supero il resto dei giornalisti, che tentavano di fermarmi, ma non li ascolto, non li guardo, il mio sguardo è concentrato sulla porta d'ingresso di quel locale. Voglio solo entrare nel locale, sedermi ad un tavolo e non vedere, nè parlare con nessuno.

Sono seduta ad un tavolo,che lentamente si riempie. Inizio a chiacchierare con qualcuno, iniziano le foto all'interno del locale. Poi sento la tua risata, non mi volto, aspetto che in qualche modo, tu possa ricordarti della mia esistenza. Poi il tuo sguardo incrocia il mio, vedo la tua mano sinistra alzarsi e salutarmi, vedo sull'anulare di quella maledetta mano, la tua fede, quella che per tanto tempo avevi smesso di indossare. Per un certo momento, ho il terrore di veder spuntare dietro di te, tua moglie. Poi ti vedo muovere, verso di me, ma qualcuno ti ferma, e ti allontana, mi guardi ancora una volta, come per scusarti, per non essere riuscito ad avvicinarti, e io continuo a sorrideri.. Il problema è che c'è voluto troppo tempo per cercare di stare bene senza te. Ma mi rendo conto, che tutti gli sforzi che ho fatto fino ad ora non sono serviti a nulla. Sei e resterai sempre il mio punto debole. Ricordo ancora la prima volta che i nostri sguardi si incrociarono, non riuscivo a guardare altro che i tuoi occhi. I tuoi meravigliosi occhi, quelli che stasera mi hanno fatto provare mille emozioni.
Mi accomodo, continuo a parlare con le altre persone sedute al mio tavolo. Poi ritorni tu, con il tuo portamento perfetto, con i tuoi gesti lenti. Ti siedi al mio stesso tavolo. Ma questa volta, sei preso da una donna bionda, bella, sensuale, che ti parla con enfasi, e che tu ascolti con attenzione che neanche mi degni di uno sguardo. Ritorno a guardare la tua mano, svariate volte, quella fede spicca su quel dito perfetto. Quella fede mi fa male. Il pensiero che tu, possa stare con tua moglie mi attanaglia, l'idea che tu possa baciare un'altra donna mi uccide.
Poi scompare, inizio a girovagare nel locale, sperando di vederlo, da qualche parte, ma non c'è. Improvvisamente mi arriva un fazzolettino di carta portatomi da un cameriere. Sopra c'era scritto: L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri. 
Cosa significava? La scrittura era quella di Hugh, anche se non c'era la firma. Ma quel messaggio, adesso, cosa voleva significare? Mille dubbi, mille paure, troppa tristezza.
Qualcuno mi disse che era impossibile fare due volte lo stesso sbaglio. Perchè la seconda volta che lo si fa, non è più un errore.. ma una scelta. 
La mia scelta quella sera fu di seguirti..

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Capitolo 9
*** La cosa giusta? ***


Entrai in quella macchina nera, dai vetri oscurati, consapevole del fatto che tu eri lì dentro. Aspettavi la tua agente, che era ferma a parlare con delle persone, probabilmente di qualche tuo futuro impegno. Aprì lo sportello, mi sedetti accanto a te, mi guardasti incredulo.
"Che diavolo fai?"
 Ti guardai intesamente, e poi ti sorrisi.
"Puo' andare" dissi vicino l'autista, che non se lo fece ripetere due volte, e sfrecciò via.
Eravamo vicini,  troppo vicini, riuscivo a sentire il tuo profumo, il tuo respiro, il tuo battito. Aspettavi ancora una risposta da me.
"Volevo parlarti, stare un po' con te!"
"Non puoi entrare nella mia auto, con miliardi di paparazzi in giro, pronti a cogliere l'attimo. Che diavolo ti sa.."
Fu un attimo, mi catapultai sulla sua bocca, ero inebriata da lui, dal suo essere, dal suo odore. 
Quel bacio iniziò nel modo più innocente possibile, solo quando lui afferrò la mia testa fra le mani, decisi di osare. Mi voleva quanto lo volevo io, questo mi fece impazzire.
Ci fu un gioco di lingue, un gioco di labbra, di piccoli morsi..
L'autista interruppe la nostra danza, ci portò fuori casa di Hugh, lasciandoci lì. Eravamo fermi, davanti quel cancello. Io continuavo a mordicchiarmi le labbra, mentre lui fissava ogni centimetro del mio viso.
"Entriamo" mi disse, afferrando la mia mano e tirandomi a se.
Quel contatto, quel calore mi fece impazzire.
Volevo stare con lui, lui voleva stare con me, i nostri corpi volevano riunirsi. I nostri cuori battere all'unisono, le nestre mani cercarsi i nostri occhi guardarsi. 
Facemmo l'amore, nel modo più romantico e passionale possibile. Facemmo l'amore, immergendoci in mille emozioni..

"Sei sveglio?" Avevo la testa appoggiata sul suo petto, e con le dite disegnavo dei cerchi sui suoi addomaniali. Non riuscivo a vedere il volto, ma sentivo il suo respiro accarezzarmi i capelli.
"Si."mi rispose lui
"mi sei mancato." Fu solo dopo quelle mie parole, che alzai la testa per guardarlo negli occhi.
Lui sorrise, con delicatezza. Portò le sue mani intorno al mio volto, trascinandomi dolcemente a lui, e mi baciò.
"perchè dobbiamo sempre complicarci la vita noi due?"Gli chiesi.
"non lo so, io provo a starti lontano, provo a non pensarti, ma appena tu ti avvicini, anche se solo mi sfiori, mi fai crollare tutte le certezze."
Ritornai con la mia testa sul suo petto.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Poi mi alzai. Mi avvolsi in un lenzuolo bianco, sedendomi sul letto.
"perchè porti la fede?"
"perchè.."si fermò, sospirò, "è una lunga storia Lisa."
"ho tutto il tempo che vuoi."
"io no!" Si alzò di scatto dal letto, scappando in bagno "vado a farmi una doccia" bisbigliò
Volevo delle spiegazioni, volevo qualche minimo spiraglio che potesse in qualche modo farmi credere che avevo fatto la cosa giusta e che per noi ci sarebbe stata una possibilità.
L'acqua scorreva, d'impulso andai in bagno con lui. Lo vidi sotto la doccia, con quel suo fisico scultoreo, con la sua carnagione bianca, con i suoi lineamenti perfetti. Abbandonai il lenzuolo, ed entrai con lui, abbracciandolo da dietro, le sue spalle mi facevano da scudo, proteggendomi dall'acqua. Appena lo toccai, sobbalzò. Si voltò subito dopo, mi baciò, ci baciammo. Rifacemmo l'amore, guidati da quelle gocce calde, e da un irrefrenabile voglia di amarci...

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