I passi dell'amore di KikiWhiteFly (/viewuser.php?uid=33036)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Moments Diego/Stella (1-2) ***
Capitolo 2: *** Moments Diego/Stella (3-4) ***
Capitolo 3: *** Diego/Stella moments (5-6) ***
Capitolo 1 *** Moments Diego/Stella (1-2) ***
I
passi
dell'amore
#
1
Stella
gli era comparsa davanti come una visione, un angelo
si
potrebbe dire, a primo acchito gli parve addirittura di sognare ad
occhi aperti. Invece lei era lì, reale, a qualche metro di
distanza,
un incanto per chiunque volesse riposare lo sguardo per un momento.
Un
angelo, pensò nuovamente, osservando il suo
sorriso spontaneo,
gli occhi scuri e vispi, i capelli che scendevano fin sotto le spalle
ed il vestito immacolato – come ignorare una
bellezza così
naturale?
«
Mi scusi...», disse, puntandolo con l'indice, «...
La discrezione è
una virtù a lei sconosciuta, signore? »
L'ideale
che inconsciamente si era costruito nella sua mente d'un tratto
sfumò
nel nulla: la figura angelica della donna si stava dirigendo proprio
in sua direzione ed il Commissario ebbe l'impressione di dover
affrontare un kamikaze.
«
Veramente, io... io bevevo il mio... - cosa ho preso?
- ah,
sì, il mio cappuccino. »
E
ridacchiò sagacemente, cercando un alibi di ferro con il
quale
difendersi. Tuttavia l'espressione della donna conservava
un'imperiosità più unica che rara, Diego
capì che non gli sarebbe
stato possibile liquidare la questione facilmente.
«
'Sto scimunito », borbottò lei
tra sé e sé, vivamente
piccata, « A voi uomini basta una gonna corta ed una
scollatura e
perdete la ragione! »
Diego
non riuscì a controbattere in tempo poiché una
voce esterna gridò
un nome che gli fece perdere definitivamente il senno: Stella,
si
chiamava, sei lettere che lo avevano mandato in paradiso.
«
Arrivo – rispose a sua volta, voltando agilmente la chioma
bionda
–, un momento! A mai più, villano. »
La
ragazza – Stella, ripeté a
bassa voce tra sé e sé –
fece dietrofront, al Commissario sembrò di veder svanire una
visione. Poi, osservando un documento d'identità lasciato
cadere ai
suoi piedi, si convinse che la sua giornata non fosse del tutto
sfortunata.
Stella
Morini.
La
sera stessa era riuscito ad invitarla a cena, trattando per la prima
volta con il suo caratterino pimpante, spiritoso e, forse,
un tantino difficile.
#
2
Un
paio di mesi dopo Diego poteva considerarsi pazzamente innamorato:
Stella illuminava le sue giornate, lo faceva ridere in continuazione,
quando si fermava da lui metteva in subbuglio qualsiasi cosa
–
aveva imparato ad amare anche il suo disordine, a lungo andare
– ma
condiva la sua vita in maniera diversa ogni giorno.
Una
sera Diego aveva deciso di prepararle una cena a lume di candela
–
o, almeno, ci aveva provato –, desiderava stupirla. Ma,
ancora una
volta, a coglierlo di sorpresa fu proprio lei: Stella si era
presentata sulla soglia della porta con un abitino nero, scollato e
corto.
Straordinariamente
bella.
E
Diego la fissò per un buon minuto, un guanto da forno in una
mano ed
il vassoio bollente nell'altra – cose che stava bellamente
ignorando, in quel momento, un'ustione di terzo grado poteva valere
la visione di Stella –, lei gli sorrise con aria sbarazzina.
«
Ti piace? », gli chiese, avvicinandosi un po' e stampandogli
un
bacio sulle labbra.
«
Eh. Diciamo che fuori dalla porta potrebbe esserci la fila. In quanti
ti hanno seguita per strada? »
Stella
ridacchiò vivacemente, poi annusò il profumo
della pasta al forno
nel vassoio.
«
Ho una gran fame. »
Poi
gli cinse il collo con le braccia, giocando ad allentargli il
colletto della camicia e stampandogli baci lascivi sulla curva del
collo. Diego si disse che, per quella sera, la sua “operazione
lume di candela” poteva considerarsi fallita
– anche perché
a salvarsi era stata solo la pasta al forno, poco cotta tra l'altro,
il resto si era bruciato –, ma, in cambio, avevano un gustoso
dessert da poter godere a pieno.
«
A chi lo dici... », Diego si lasciò allentare la
cravatta; in quel
momento pensò che Stella era l'unica in grado di
assicurargli
emozioni così forti giorno dopo giorno, «...
Stella,
Stella...»
«
Che c'è? », bisbigliò lei, guidandolo
verso il materasso, senza
lasciargli un attimo di tregua.
«
Tu, sai, noi,
cioè... Vuoi
sposarmi? »
Il
tempo si fermò per un attimo: Diego non credeva di aver
detto
veramente quelle parole e Stella si fermò per un istante.
Poi, sulle
labbra di entrambi, indugiò un sorriso.
«
Lo voglio,
Commissa'. »
~
Mh,
sì, grossomodo sono pazza u_u.
Questi
giorni sto vedendo nuovamente gli episodi della prima stagione
– e,
di domenica, seguo quelli della seconda stagione – e mi sto
fissando un'altra volta. Diego e Stella mi
piacciono
tantissimo, non c'è niente da fare :3.
Comunque,
i “moments” che narrerò sono sei: per
ora ho postato i primi due ma ho già pronti altri due.
Grossomodo, ripercorrono i momenti
della prima stagione... I primi due, invece, sono le mie ipotesi,
frutto della mia fantasia. Ho in mente di fare la stessa cosa con i
“moments” della seconda stagione, vedremo.
Spero
vi piaccia l'idea :).
Una
precisazione: ogni tanto leggerete frasi del genere “'sto
scimunito” o “commissa'”, che sono
inserite di proposito
così... Stella, ogni tanto, conia termini romaneschi e
napoletani,
se ci fate caso, anche questo secondo me fa parte della sua
personalità ed ho voluto inserirli :).
A
presto!
Kiki.
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Capitolo 2 *** Moments Diego/Stella (3-4) ***
#
3
Qualche
mese dopo avevano pronunciato il fatidico “sì”,
stupendo
tutti i presenti.
Stella
era raggiante quel giorno, riluceva rispetto alla massa dei presenti,
una perla davvero rara sua moglie.
Diego
le strinse forte la mano, sentendo per la prima volta qualcosa che si
contrapponeva e, al contempo, combaciava con le sue dita: un anello,
un legame vincolante. E Diego fu quasi sul punto di emozionarsi per
quell'insignificante gesto – apparentemente
insignificante
–, lui, che aveva sempre vissuto da solo, ora doveva curarsi
anche
di un'altra persona.
Vista
da occhi esterni la loro relazione poteva sembrare assolutamente
folle: all'inizio era scattato il classico “colpo
di fulmine”,
in breve tempo avevano pensato di poter convivere insieme, qualche
tempo dopo Diego aveva fatto il grande passo. In sei mesi potevano
affermare di aver costruito la loro storia su solide basi, sentivano
di poter dire quel “sì” ogni
giorno.
«
Quanto si è pentito, commissario? »
Stella
gli bisbigliò quelle parole scherzosamente, allegando ad
esse una
leggera e tintinnante risata di gusto.
«
Conto della tintoria e del ristorante a parte, affatto.»
Poi
Stella lo baciò, con più foga di quanto avesse
previsto – improvvisamente tutti i conti svanirono nel nulla,
la loro storia
li valeva tutti.
#
4
«
Ascoltami, Stella: tu mi manchi. Perché... perché
tu mi riempi,
hai capito? Anche se non riesci a pensare senza agire – che
poi,
voglio dire, chi l'ha detto che dev'essere per forza un difetto? Non
è un pregio, eh, ma nemmeno un difetto –, io... io
invece penso
sempre, agisco solo quando è necessario. È sempre
stato così sul
lavoro, Stella. È solo che con te... con te non riesco a far
altro
che agire ed arrabbiarmi e darti ogni giorno un motivo per restare
con me. E ci sarebbero centinaia di motivi per non stare insieme, a
detta degli altri, ma io sono convinto che noi ne valiamo
la
pena. Capito? Ne valiamo la pena. E... niente, il cellulare si sta
scaricando – 'ste maledette segreterie,
poi, non le sopporto
–, è solo il quinto messaggio che ti lascio. Niente,
ti amo. E
torna a casa, riesco a trovare tutto adesso – ho
bisogno proprio
di te. »
Quello
era il quinto messaggio che le lasciava, forse iniziava ad essere un
po' tartassante; ciononostante, le parole con le quali chiedeva
perdono non gli sembravano mai abbastanza. Perché Stella
quella
volta aveva perfettamente ragione – non aveva equivocato
nulla e,
men che meno, esagerato la realtà dei fatti –, tra
lui e Lorenza
c'era stato un bacio, che lui aveva corrisposto.
Seppur
per brevissimi secondi, seppur di poca intensità, quel bacio
c'era
stato e nulla avrebbe mai potuto cambiare quell'attimo di
assoluta debolezza. Stella, però, avrebbe dovuto sapere che
per lui
quel bacio aveva significato davvero poco: Lorenza l'aveva
ringraziato, sfruttando un'opportunità, Diego aveva sentito
le dita
della donna per qualche secondo sul suo viso, dopodiché
aveva
ritrovato il senno. Amava Stella, era inutile che Lorenza provasse ad
eguagliarsi ad essa.
Perché
con Stella, lui riusciva ad essere davvero “tutto”,
pur
senza essere niente.
E
quelle parole, a ben pensarci, avrebbe dovuto dirgliele di persona;
Diego, in quel momento, nella solitudine della sua macchina,
capì
quanto necessitasse di sua moglie – Stella, ti
prego, torna a
casa.
Sesto
messaggio.
~
Ci
ho messo un po' ad aggiornare – chiedo scusa per questo
– perché
il quarto missing moment non mi piaceva mai. E spero non sia
risultato troppo banale e scontato per voi lettori, ho voluto rendere
Diego il più IC possibile: infatti, il messaggio che lascia
a Stella
– sesta puntata, ovvero l'ultima della prima serie
– è molto
“balbettante”, per così dire, ho cercato
di riportare i pensieri
di un uomo insicuro (non dell'amore che prova per sua moglie, eh,
è
semplicemente un po' goffo ed imbranato XD), spero che il messaggio
sia arrivato.
Per
quanto riguarda il terzo missing moment, riguarda ovviamente la prima
puntata... con un mio tocco personale, invero C:
Ho
già scritto gli ultimi due, li posterò tra un
paio di giorni *_*.
A
presto!
Kì.
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Capitolo 3 *** Diego/Stella moments (5-6) ***
#
5
«
Cos'è che ho sbagliato? »
Chiese
Lorenza, poggiandosi allo stipite della porta con aria colpevole.
«
Niente. Non possiamo parlare di questa cosa, è passato tanto
tempo... È
che io amo Stella. La
amo.
»
Ecco,
lo aveva detto: nella sua vita Lorenza era stata importante –
indubbiamente insieme a lei aveva passato otto anni indimenticabili
–, Stella, però, lo aveva conquistato proprio nel
momento in cui
pensava che ogni cosa fosse perduta.
Era
inutile rivangare il passato – Lorenza, a quanto pareva, non
riusciva proprio a farsene una ragione –, il suo futuro era
con
Stella, solamente con lei.
Era
il caffè bollente e, il più delle volte, amaro
che lei faceva ogni
mattina a mancargli – lo zucchero, ovviamente, non c'era mai
in
casa –, erano le sue cose sparse ovunque e le chiavi della
macchina
lasciate dentro il tostapane, le cose di cui sentiva davvero la
mancanza.
Era
lei, era lui che doveva arrabbiarsi per finta con lei,
erano
loro a mancargli davvero: era quel che avevano
imparato ad
essere insieme, a discapito di ogni diceria.
Voleva
una vita insieme a lei, lo capì nel momento in cui
guardò Lorenza
dopo averle detto quelle cose: apparteneva ad un'altra donna, ormai,
ad un altro destino.
Improvvisamente
tutto quadrò alla perfezione: non doveva riconquistare
Stella con
appassionati gesti d'amore, improbabili piante da giardino o lunghe
notti insonni passate nella sua auto. Doveva semplicemente parlarle,
farle capire che lui la amava davvero – la amava ogni
giorno, di
ogni minuto, di ogni secondo.
#
6
Stella
riluceva fulgente in mezzo a tutte quelle persone: l'abito rosso,
probabilmente comprato di proposito per fargli
perdere il lume
della ragione, leggermente scollato, le stava davvero d'incanto.
Stella era, per l'appunto, una stella quella sera;
a suo
modesto parere, quel nome non era stato scelto a caso, non era una
coincidenza che fosse destinato proprio a lei.
Diego
boccheggiò ripetutamente per qualche minuto, indeciso sul da
farsi,
finché non incontrò gli occhi di sua moglie. E,
in quel momento,
vide per la prima volta quanto l'amava – sì, oltre
ogni
supposizione logica, Diego riusciva a vedere
l'amore –,
quanto avesse bisogno di lei ogni giorno.
Non
voglio più restare solo – sembrava
che dicessero i suoi occhi.
In
sala, poi, era partita una strana ed insospettabile musica di
sottofondo, la loro musica, Diego sentiva che
Lojacono non
era del tutto innocente – ma, il più delle volte,
agiva a fin di
bene.
Stella
gli prese la mano, la strinse alla sua, si avvicinò un po':
quell'odore, quel profumo, quella vita che tanto
gli era
mancata lnelle lunghe notti insonni senza di lei. Tutto ciò
a cui
non voleva più rinunciare, tutto ciò che aveva
semplicemente
bisogno di respirare.
Poi
la musica terminò, l'incantesimo sembrò
spezzarsi, le dita di
Stella si liberarono dalle sue.
E
fu un gioco di sguardi – di noi e non
noi –, una
corsa veloce, una lacrima fuggitiva, un velo rosso che volava via,
sembrava quasi fosse spazzato via dal vento, le mani di Diego che la
rincorrevano e le sue labbra che chiamavano ripetutamente il suo
nome.
«
Che c'è?! »
Borbottò
infine lei, irata.
Diego
pensò che avrebbe potuto recitarle a memoria il sesto
messaggio
lasciato in segreteria la sera prima, oppure gli altri cinque, ma
l'ultima cosa che Stella avrebbe dovuto sentire erano le sue sentite
scuse – nuovamente.
Così
la baciò, agì d'impulso per una volta, prese il
viso di Stella tra
le sue mani e la baciò.
Poiché,
alla fine, ciò che gli mancava veramente di sua moglie erano
le sue
labbra – prima lo rifiutarono, quasi inorridite, poi
risposero
passionalmente e lo incantarono. Catturarono, sarebbe
più
consono dire.
~
E
questi erano gli ultimi due moments : D.
Sì,
non ho concluso con la “rivelazione” di Stella
– il fatto che è
incinta, nonché l'incidente... – semplicemente
perché credo che
questo rappresenti il momento in cui ambedue capiscono di non poter
stare l'uno senza l'altro :).
E
vabeh, sono un'inguaribile romantica XD.
Il
quinto momento, comunque, si riferisce ad un discorso tra Diego e
Lorenza – ho citato testuali parole –, il sesto,
invece, alla
meravigliosa scena dell'ultima puntata <3.
Prossimamente,
vi anticipo, mi rivedrete in questo fandom con i moments della
seconda stagione. Intanto, ringrazio Jessica per
aver
commentato... perché dividersi il fandom –
fifty/fifty XD – con
lei è un onore *_*.
A
presto!
Kì.
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