Niemand hört dich

di echo kiriky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Warum? ***
Capitolo 3: *** Grazie. ***
Capitolo 4: *** Noia, ragni e messaggi. ***
Capitolo 5: *** Adesso... svengo! ***
Capitolo 6: *** Festa a sorpresa ***
Capitolo 7: *** Festa a sorpresa ad Amburgo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.


Prologo.

Sono al ritornello di "Revolution", nel mentre che suona la chitarra, non può fare a meno di lanciare occhiate e sorrisi in direzione dei fan, oltre la transenna poco lontana. Solo nel momento in cui deve affrontare un accordo particolarmente difficile, concentra tutta la propria attenzione sul proprio strumento.

E' quando, nuovamente, rialza gli occhi verso il pubblico che la nota. In effetti sarebbe stato alquanto strano non notarla. Come le altre si sbraccia e canta le loro canzoni, ma è il look alquanto ricercato a non passare inosservato. I capelli, lunghi fino alle spalle almeno da quanto può vedere, hanno le punte colorate di arancione e viola alternato. Un momento e poi è come sparita.

A canzone terminata Timo comincia a parlare con le fan, David è più concentrato a ricercare con lo sguardo la ragazza c'è un qualcosa di familiare in lei, nel suo volto e nei suoi piccoli atteggiamenti, come se la conoscesse.

Quasi non si accorge che il suo migliore amico ha finito di rivolgersi al pubblico, ed ora si è voltato facendo un gesto col capo al resto della band per attaccare un'altra canzone.

Le fan cominciano a gridare ancora di più, quando i primi accordi di "Neustart" si diffondono nell'aria attorno. Qualcuno comincia a gridare i nomi dei vari componenti e, ogni tanto, tra i tanti dubbi si distinguono frasi come Ich Liebe Dich. Chi non urla, tenta di seguire il rapper di Timo e la voce di Frank, cantando con loro e, perché no, svociandosi per tentare di farsi sentire.

A metà del brano luce comincia ad abbassarsi, creando un bellissimo contrasto ed efficace effetto scenico, prima di spegnersi del tutto alla fine della canzone.

Aiutato dal buoi, riesce a passare inosservato, mentre si posiziona accanto alla tastiera. Mentre sta appoggiando le mani sopra la superficie dello strumento, una piccola luce azzurra illumina da dietro la sua figura mentre le fan, forse intuendo quanto sta per accadere, finiscono per stare in silenzio.

Posizionate le mani, è un attimo, ed una dolce melodia comincia a diffondersi , mentre lentamente la luce riprende ad illuminare il palco, una piccola introduzione e poi ha inizio la vera e propria melodia di "Ein Neuer Tag".

E' mentre si sta spostando tra pianoforte e ritornello con la chitarra, che rivede l'appariscente ragazzina. Rimase nuovamente colpito nel vederla con gli occhi lucidi ed intenta a cantare la canzone lentamente, l'aveva capito da come muoveva le labbra, e sorridere. Non riusciva a capire cosa fosse quello che sentiva, non era certo il look stravagante ad attirare la sua attenzione e, allora, che cos'era?

Anche questa canzone arrivò alla fine, portando dietro di sé anche la fine del concerto. Un grande saluto ai fan, ringraziandoli per il loro sostegno,  poi fanno tutti e sei ritorno nel backstage.

Come di tradizione alla fine di un concerto, si riuniscono in un solo camerino per ridere e scherzare, nonostante la stanchezza cominci a farsi sentire su ognuno di loro da subito, sopratutto guardandoli attentamente in volto.

L'ultimo ad entrare nel piccolo salottino, chiudendo la porta alle sue spalle è Linke, il quale si butta sfinito su una delle tre poltrone, l'unica ancora non occupata da nessuno.

«E anche questa è andata... » a parlare è Jan, seduto scompostamente su un bracciolo della poltrona alla destra della porta d'ingresso, « Stavo per soffocare! » Continua poco dopo, facendo riferimento al passamontagna portato fino a quel momento sulla scena.

« In effetti, ci sarebbe una domanda che mi pongo da tanto... come fai a non morire asfissiato? Le luci sono talmente forti che fanno sudare appena due secondi che si sale sul placo. » Una bella domanda, quella posta da Juri, a cui però non si avrà mai una risposta in quanto un leggero bussare alla porta, li distrae dalle loro chiacchiere facendoli voltare verso la porta mentre un Frank, alquanto stravolto mormora un « Avanti... » con le ultime forse rimaste.

La porta si apre lentamente, facendo apparire appena una figura femminile, una t-shirt nera a maniche corte nonostante la temperatura sotto lo zero all'aperto, una gonna viola anch'essa nera ed un paio di stivali viola da cui partono delle calze a righe nere e viola. Per non parlare dei capelli, un castano chiaro con le punte arancioni alternate al viola. David la riconosce subito, è la stessa ragazza che aveva attirato la sua attenzione durante la loro esibizione.

Timidamente si fa avanti, a piccoli passettini, e solo dopo aver lanciato uno sguardo alquanto impaurito verso tutti e sei i ragazzi, si morde insicura il labbro inferiore prima di correre ed abbracciare Timo.

Il ragazzo in questione sembra sorpreso e rimane fermo, immobile, cercando di capire cosa dovrebbe fare.

La ragazzina, staccandosi lentamente, guarda il ragazzo alzando un sopracciglio, poi volge l'attenzione verso gli altri cinque ragazzi.

«Sapevo che mio fratello era un macaco, ma David, pensavo che almeno tu mi avresti riconosciuta. » E' solo dopo che ha parlato che sembra che tutti riconoscano la voce. Strabuzzano gli occhi.

« Kira? » Domanda Timo, fissando quella che dovrebbe essere una versione alquanto ricercata di sua sorella, mentre David riesce finalmente a capire che cosa gli era familiare, quegli occhi così simili a quelli del suo migliore amico ed il suo indimenticabile sorriso.



Nota autrice:

Riprovo a postare questa FanFiction. Essendo cambiato il mio stile ed il modo in cui scrivo, mi è sembrato opportuno rivederla dall'inizio. Nel mentre che apportavo notevoli modifiche ci sono stati anche lievi cambiamenti per far risultare la storia un tantino differente.

Spero di ricevere qualche commento, soprattutto costruttivo.

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Capitolo 2
*** Warum? ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.


Warum?


Perché non gridi?

Perché scappi
Quando la solitudine ti strappa
Perché ti tormentii
Ogni giorno solo, quando piangi?
Quando cade la pioggia tu lo sai
{Warum-Nevada Tan}




«Che fai qui?» Le chiede Timo, solo una volta che la sorella ha finito di abbracciare tutti e sei e si è comodamente seduta vicino a David.
Kira lo guarda incrociandone lo sguardo ed alzando il sopracciglio, «secondo te?» Certa che la risposta è ovvia, o almeno pensa così fino a quando vede che suo fratello attende ancora una risposta. Sbuffa, possibile che sia così cocciuto? «Sono venuta al vostro concerto!»

Ora è il momento di David, di mostrare perplessità. «Ed i tuoi ti hanno fatto venire senza fare tante storie?» Le chiede, lanciando uno sguardo accigliato in direzione del suo migliore amico.

Kira si guarda le mani distrattamente «ehm... non esattemente. Loro sanno che sono andata a casa di Lisanne...» Ammette la ragazza, senza minimamente degnare alcuno sguardo agli altri, sembra che le sue scarpe le interassano di più.
«Ah, ecco!» E' il commento di Linke, espresso senza riuscire a trattenere una risata. David invece si sposta al fianco di Timo, mettendogli una mano sulla spalla. «Sai, tua sorella è più furba di quanto immaginassi. Nemmeno noi avevamo pensato ad un piano di questo genere, quando eravamo nei suoi stessi panni », sorridendo prima all'amico e poi alla ragazza.
«Parli come se foste ultracentenari... Alla fin fine non mi stupisco che non abbiate trovato questa soluzione. Siete David Bonk e Timo Sonnenschein, questo spiega già di per sé molte cose», è la secca risposta della ragazza, alla fine della quale sorride appena.
«Oh, oh. » E' il commento ironico di Juri mentre gira le bacchette della batteria tra le mani ed osserva la scena, nello stesso momento.
«E dimmi, visto che hai pensato a tutto, avrai anche pensato a cosa potrebbe accadere se i nostri genitori ti scoprissero?» Dopo molto silenzio, finalmente Timo si decide a prendere parola ed utilizza un tono della voce che non nasconde affatto un po' di rabbia.
«Impossibile! Lisanne è comunque con me e mamma chiamerà solo sul mio cellulare..» Risponde Kira, incrociando le braccia al petto.
«Wow, dico che tra poco assisteremo ad una vera lite tra fratelli! Scommettiamo?» Dice Jan, puntando cinque euro sulla vittoria di Kira e coinvolgendo anche Linke e Juri che puntano uno sul ragazzo e l'altro sulla ragazza.
«ZITTI VOI TRE!» Gridano nello stesso momento i due fratelli, voltandosi insieme verso i tre poveri musicisti che finiscono per guardarsi tra loro, leggermente preoccupari dalla pieda che la situazione sta prendendo.
«Non è di certo colpa mia se sono stata più furba di te, solamente per andare ad un concerto!» Urla Kira, le braccia lasciate lungo i fianchi. La risposta di Timo non si fa di certo aspettare, «Poteva succederti qualcosa, ci hai mai pensato? Sei da sola! Potrebbe accaderti qualsiasi cosa, qualsiasi!»
Quasi sicuramente le parole del ragazzo sono esagerate ma bisogna capirlo, è pur sempre un fratello maggiore che si preoccupa per la sorellina.
«Sono con Lisanne ed i suoi genitori, cosa vuoi che mi succeda? E poi, cosa ti interessa?»
«Sei mia sorella, è normale che mi interessi. Mi preoccupo per te.»
Si fronteggiano ancora un po', in silenzio ma sempre guardandosi in cagnesco. La prima a stancarsi di questo è la stessa Kira.
« Bene. Lisanne mi sta aspettando!» E si avvicina alla porta per uscire, la apre e prima di varcarla si volta nuovamente verso suo fratello. «Pensavo che ti avrebbe fatto piacere vedermi... a te, come agli altri. Invece sembra che non ti importi. Ci vediamo!» Così, dopo un sorriso amaro appena accennato sulle lavvra, esce dalla porta e se la chiude alle spalle.
«Sapete, sono contento di essere figlio unico!» Dice a bassa voce Juri a Jan e a Linke, mentre David lancia al trio un'occhiatacca prima di rimettere una mano sulla spalla di Timo e dirgli, «Daii, tutti facciamo qualche pazzia, quante ne abbiamo fatte noi alla sua età?» Questo, prima di seguire Kira fuori dalla stanza.

***

Una volta varcata la porta Kira ha preso a correre, senza sapere la sua meta né il perché. Non ha nemmeno sentito la sua amica Lisanne chiamarla quando le è passata accanto.
Arrivata fuori allo stadio, ignora completamente la pioggia che ha cominicato a cadere a dirotto e continua a correre.
Ignora alcune fans che la guardano, mentre passa loro accanto nel momento in cui sono intente ad aspettare i loro idoli all'uscita per avere da loro un autografo o una foto.
Corre, corre... e si allontana almeno fino a quando non scivola sull'asfalto. Cade in ginocchio e le calze a righe viola e nere si rompono e del sangue comincia ad uscire dalla ferita causata dalla caduta.
Comincia a piangere. Piange per sfogarsi e non perché si è fatta male. Piange perché ha litigato con il fratello dopo tanto tempo che non lo vede.
Continua a piovere ed aumentano le gocce che cadono al secondo e che comincia ad essere sempre più fitta.
E' oramai completamente bagnata ma, non le interessa. Non le importa se, essendo ancora i primi di giugno, rischia di prendersi un raffreddore o un malanno se continua a stare sotto la pioggia, al freddo di notte fonda.
Finisce per non sentire nemmeno dei passi che si avvicinano.
«Kira!» E' una voce che la chiama, qualcuno che ha corso a lungo ed ora cerca di riprendere fiato.
La ragazza alza lo sguardo per riabbassarlo poco dopo, non perché non vuole farsi vedere mentre piange, intanto le lacrime si sono oramai mescolate con la pioggia ma, perché non vuole vedere chi ha davanti.
Non desidera vedere nessuno in questo momento.

Spazio Autrice:
eliza93 : Purtroppo non ho postato presto, mi dispiace! Sono molto contenta che il prologo ti sia piaciuto e spero che anche questo primo capitolo catturi  la tua attenzione.

Spero di riceve commenti più numerosi questa volta, ne ho bisogno anche per migliore e...

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Capitolo 3
*** Grazie. ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.


Grazie.


Non so cosa sta succedendo

anche se tuttavia ci provo
Sei la mia rete e mi afferrerai?
Poiché ho realmente bisogno di te io mi allontano da te.
Ma non voglio essere da qui io vogliono essere molto vicino a te
[Wie Es Ist- Nevada Tan]


«Kira, daii... alzati!» David cerca di convincerla mentre, per tutta risposta, la ragazza si limita a rimanere seduta a terra e a scuotere il capo con vigore.  «Kira...» Non demorde, riprova ancora e lo farà fino a quando sarà necessario. Non si arrenderà mai così  facilmente e, sebbene Kira lo sappia perfettamente, ci vuole provare... è testarda.
«No, non voglio! Lasciami in piace, voglio stare da sola!» Allontanando il braccio che David ha allungato verso il suo per alzarla, anche con la forza.  «Non fare così... ti stai comportando proprio da bambina. Ti rendi conto che sta piovendo e rischi di prenderti un malanno? » Cercando di farla ragionare anche in questo senso.
Peccato che serva poco o niente, visto che la ragazza, continua a rimanere a terra e a viso bassa gli dice solamente: «Lasciami sola... non mi importa un accidente se mi ammalo! »
Peccato che David non sia un tipo poco testardo, quindi eccolo sedersi davanti a lei, a terra, vicino ad una pozzanghera, mentre l'ombrello oramai serve a poco niente. «Bene. Io rimango qui con te!» Incrocia le gambe e fissa con intensità la ragazza seduta davanti a lui.
«Non fare lo stupido, così ti ammali!» Solamente ora Kira si azzarda ad alzare lo sguardo, spotandosi poi una ciocca di capelli -violetti- da davanti agli occhi.
«Se tu rimani qui, io farò lo stesso. Pensi che ti lascerei mai sotto la pioggia, in un posto che non conosci ... ed in particolare di notte? » Risponde il ragazzo, senza riuscire a nascondere un sorriso che gli si dipinge sulle labbra.
Per tutta risposta Kira non può fare a meno di alzare un sopracciglio, poco convinta. Questo prima di notare lo sguardo del ragazzo davanti a lei, puntato sul ginocchio e notare un po' di sangue.
«Ma che cosa hai fatto?»  Una domanda a cui non riesce a scampare, nemmeno dopo che ha cercato di coprire il ginocchio ferito con un lembo della gonna. «Nulla!»
David non è decisamente convinto, ha visto bene. «Per me questo non è nulla... » Si alza, e con il tono della voce anora più dolce e porgendole la mano, «Ora alzati e torniamo dentro. Saranno tutti in pensiero nel non trovarci da nessuna parte e poi, sei tutta bagnata!
La ragazza sembra pensarci un po' su prima di prendere la mano del ragazzo ed alzarsi con il suo aiuto.
A questo punto, in silenzio, fanno ritorno nel luogo in cui si è svolto il concerto.
Lei lo guarda alzando un sopracciglio. E' solamente poco vicino all'ingresso che Kira si ferma, costringendo a fare lo stesso al ragazzo, non trovandola più accanto a lui.
«Per curiosità: come hai fatto ad evitare le fans? Ma soprattutto, come mi hai trovato? » Con chiede con sincera curiosità, senza staccare un solo momento lo sguardo da quello di David.
«Oh, evitare le fans non è stato molto difficile. Prima di essere un componente di un gruppo con una discreta fama, sono stato un fan- se vogliamo dirla così-. Conosco diverse uscite ed entrate nascoste, che permettono l'uscita o l'ingresso a tuo piacimento, senza essere notati.»
«Davvero? Allora devi indicarmene qualcuno... » dice Kira, prima di aggiungere scherzosamente «Così mi evito del tempo sprecato ad aspettarvi fuori e posso farvi un attento!»
«Uhm... meglio evitare! Sai, vorrei campare almeno altri cinquant'anni, magari anche più. Mi sento troppo giovane per troncare qui la mia vita e la mia carriera... » Ricevendo subito dopo una gomitata in pieno stomaco dalla ragazza al suo fianco.
«Ouch... All'altra tua domanda posso rispondere che, conoscendoti fin da quando eri uno scricciolo so esattamente come ti comporti. Quando ti arrabbi- soprattutto se con tuo fratello Timo- tendi a scappare via. Fuggi via da tutto e tutti e tanti saluti. Non sapevo con esattezza dove potevi essere finita, ho tirato decisamente a caso ed ho avuto un po' di fortuna!» Sorridendo in direzione di Kira, aprendole poi una porta seconda e facendola entrare per prima.

***
Timo è decisamente preoccupato, sta cercando sua sorella senza peraltro trovarlo, con l'aiuto del resto del gruppo, eccetto David che è uscito subito dopo Kira e sembra essersi volatilizzato nel nulla.
Nel corridoio che sta percorrendo in questo momento, vede Lisanne - la migliore amica di sua sorella- intenta a parlare con i suoi genitori. Non la saluta, limitandosi a chiederle, nemmeno tanto gentilmente, «Dov'è mia sorella? » E' la preoccupazione a farlo agire in questo modo.
«Veramente non lo so, pensavo che... » Si ferma lanciando un'occhiata fugace agli altri ragazzi. «L'ho vista uscire dal vostro camerino e correre via... » Osservando meglio la faccia preoccupata davanti a lei. «E' successo qualcosa? » Iniziando seriamente a preoccuparsi anche lei.
A questo punto Timo si volta anche verso Frank, Linke, Juri e Jan, chiedendo anche il loro aiuto.  «Quando è arrabbiata tende a scappare. L'unico problema è che ora, non so dove potrebbe essere finita, e non conosce nemmeno il posto. »
Frank ora guarda oltre le spalle dell'amico davanti a lui, prima di indicare un punto nel corridoio, dove Kira- alzatasi sulle punte- sta abbracciando David. «Non credo che dobbiamo cercarla. E' proprio laggiù.»
Timo non aspetta un secondo di più, per correre in direzione della sorella ed abbracciarla, scusandosi con lei per il modo poco gentile in cui l'ha trattato.

Lei e Timo hanno sistemato tutto, ora Kira si è distanziata dal resto del gruppo, avvicinandosi a David.
«Grazie!» Non può fare a meno di dire al ragzzo, sorridendogli.
«E di che? E' sempre un piacere aiutare la mia Little!» E' la risposta del ragazzo, sorridendo mentre la vede alzare un sopracciglio.
«Gira ancora questo soprannome? Mi sbaglio o ero stata chiara che volevo fosse eliminato? » Incrociando le braccia al petto e guardandolo seriamente contrariata.
«Uhm.. mi avevi accennato qualcosa... mi sembra. E' comunque troppo carino ed adatto a te.»
Kira scuote la testa, prima di abbracciarlo nuovamente.
«Ora vai da Timo!» Dandole una leggera spinta sulla schiana, in direzione del fratello che nel frattempo si è avvicinato a loro.

Angolo autrice:

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Capitolo 4
*** Noia, ragni e messaggi. ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.

Noia, ragni e messaggi.

Sono passati dei mesi da quel concerto, ora sono i primi di settembre.
David si è svegliato particolarmente presto quest'oggi e si annoia profondamente. Gira per l'appartamento di Amburgo, sopra lo studio di registrazione, come un'anima in pena alla ricerca di una qualunque cosa da fare che riesca a distrarlo da questa monotonia.
Gurada l' orologio al polso, forse per la ventesimo volta in meno di mezz'ora. Sono ancora le nove del mattino. Sbuffa e lui stesso comincia a notare una certa somiglianza tra se stesso ed una locomotiva a vapore.
Che cosa fare? Potrebbe scendere di sotto e mettersi a suonare qualche cosa al pianoforte ma... non sarebbe lo stesso senza gli altri cinque componenti della band.
Sbuffa, nuovamente!
E... se li svegliasse? No, decisamente non sarebbe un' idea grandiosa. Lo sarebbe solo se avesse uno spirito masochista, per cercare di buttare giù dal letto quei poltroni degli amici.
Oppure... potrebbe chiamare a qualcuno?
Il ragazzo prende il cellulare, lasciato qualche istante prima sul tavolo della cucina. Inizia a scorrere i numeri contenuti nella rubrica, analizzando ogni nome che gli capita sotto gli occhi.

Aaron... Uhm... no!

Scorre ancor più in giù.

Julia... No, non ci parlo da secoli. Chi sa perché ho ancora il suo numero, mi era nemmeno simpatica... bhà!

Scorre ancora.

Little... Magari potessi chiamarla... è sicuramente a scuola. Uffi, sarebbe la mia unica fonte di salvezza!

E scorre ancora.

Mutti ... non è il caso. Poi finisce che comincia a preoccuparsi. No, decisamente!

Scorre ancora.

Patrick ... a scuola anche lui!

Possibile che nessuno sia in grado di liberarlo da questa noia incredibile? A quanto pare, è così!
Pazienza... Pensa, dopo aver sbuffato per l'ennesima volta, ancora. Ora me ne vado a svegliare gli altri.
Con questi pensieri il ragazzo si dirige al piano superiore, dove sono situate le camere da letto, con un leggero spirito masochista nel sangue.

***

Nemmeno una mezz'ora dopo, e tutti e sei i ragazzi sono nella cucina, seduti intorno al tavolo. Sono tutti assonnati, chi più e chi meno, qualcuno decisamente ancora nel mondo dei sogni e chi con la testa comodamente spalmata sul tavolo. Solo uno è particolarmente attivo e vispo.
«Su ragazzi... vitalità!» Ed è proprio lui, David, ad esclmare queste parole attirando su di sé cinque sguardi a dir poco furiosi che la fanno tremare un po'. « Ehm... no?» Domanda questa volta con un tono di voce quasi timido, spostando lo sguardo da uno all'altro componento della band alla ricerca di qualcuno che lo sostenga... senza trovarlo.
«Taci!» E' una secca risposta che gli viene rivolta, la voce soffocata dal tavolo, da parte di Linke.
«La prossima volta che osi buttarci giù dal letto, sarà la volta buona che i Panik rimarranno senza chitarrista, sappilo!» E' invece l'esclamazione che parte da Juri.
David li guarda uno per uno, indugiando appena qualche istante di più su Timo, sperando nella solidarietà dell' amico.
«Ma... ma... ma io mi annoiavo!» Ammette poi, abbassando appena il capo, con un tono di voce un po' più basso e l'aria da cucciolo bastonato che finisce per attirare gli sguardi furiosi dei cinque ragazzi che si limitano a rispondere con un « Noi no!» .
David a questo punto si alza dal posto che ha occupato fino a quel momento, e prima di lasciare la stanza si premura di rivolgersi un'ultima volta agli amici con un «Ok, come non detto. Però, sappiatelo, siete crudeli con me!»
***
Quattro sono già le ore scolastiche volate e Kia non riesce più ad essere concentrata sulla lezione ancora in corso. Osserva con sguardo vietro prima l'orologio al polso, poi il suo libro ed infine la professoressa che è ancora presa dalla spiegazione, per poi riprendere il giro.
Appoggia la testa sopra la mano sinistra, il cui gomito è già posizionato sul banco, mentre cerca di prestare nuovamente attenzione alla lezione e prendere appunti.
Una gomitata contro il fianco sinistro la fa voltare di scatto verso Veronika, la sua compagnia di banco, che subito dopo le fa scivolare un bigliettino sul banco e le sorride subito dopo.
Kia un primo momento ricambia il sorriso, poi si decide ad aprire il foglietto ed iniziare a leggere i deliri della sua compagna di banco, scriti con cura in una calligrafia curata e l'inchiostro rosa.
Non pensi al poverino? E' ciò che è scritto sul fogliettino a quadretti, strappato da una facciata di un quaderno.
Kia sorride, scorrendo ogni singola lettera e, presa la sua penna viola, comincia a scrivere la propria risposta.
Ancora con questa storia?! No, non ci penso e non voglio farlo... e basta a farmi sempre questa domanda, intanto non cambio idea!
Una gomitata alla compagna di banco e le fa scivolare il fogliettino sul banco al fianco.
La risposta non tarda ad arrivare e ben presto Kia fa scorrere le sue iridi castane sullo scritto.
... Non pensi a quanto abbia sofferto?
Trattiene ancora le risate, quando riprende a scrivere,
Sinceramente? No!
Lo piega nuovamente e lo passa all'amica.
Ma poverino. E se quel povero ragnetto -che per sua disgrazia si è trovato sulla tua strada, aveva tanti piccoli ragnetti che lo attendevano a casa? .. Non lo hanno visto ritornare. Povero. Poverini.
Ebbene sì, il discorso tra le due compagne di classe è sulla fine di un povero ragno. Il tutto è iniziato la sera prima quando Kia aveva scritto sul proprio sottonick di messenger di non avere più la voce a forza di urlare contro un ragno e, Veronika, le aveva aperto una chat iniziando a prendere le difese del povero ragnetto, come lo definiva e a prendere il giro la povera Kia e la sua paura per i ragni.
Non mi interessa. Doveva stare più attento e tenersi lontano dalla sottoscritta se aveva intenzione di tornare dai suoi "piccoli ragnetti"!
Così le passa il messaggio.
Nello stesso tempo la professoressa continua a spiegare e Kia tenta comunque di prendere qualche appunto, soffermandosi ad osservare le altre sue compagne di classe, notando che molte fissano la professoressa con sguardo vuoto. Non può fare a meno di sorridere, almeno fino a quando non le arriva un'altra gomitata che le annuncia la risposta.
Perfetto... sei crudele! Ma ora cambiamo argomento e pace all'anima del povero ragnetto... Tu hai capito qualcosa di ciò che sta blaterando la prof.?
E subito la penna viola comincia a tracciare le lettere sul foglietto, rispondendo.
Niente di che. La prossima settimana comincerà ad interrogare... che disastro! Ah, ricordati: oggi pomeriggio a casa mia con Lise, Nadja e Thyra. Se rimani a cena, proviamo a vedere di tirare fuori qualcosa per Pedagogia, anche se ci credo poco.
Le passa il messaggio proprio nel momento in cui suona la campanello, segno che è finita anche questa lezione.
La professoressa esce dall'aula e tutti cominciano a parlare tra loro e a tirare un sospiro di solievo, a questo punto manca solamente un'ora per l'uscita.
Kia inizia a parlare cone alcune sue compagne, soprattutto con Veronika e le altre che sono sedute ai posti vicino a lei.
Il cellulare poi le inizia a vibrare, iniziando a richiederle attenzione. Le è arrivato un messaggio.
Si guarda velocemente intorno, accertandosi che il docente dell'ora successiva non si ancora entrato e legge velocemente il messaggio.
Se uccido tuo fratello... quanti anni dici che mi daranno?! Dave |
Ride, attirando l'attenzione di Veronika che le lancia un'occhiata con un sopracciglio alzato.
Personalmente... ti faccio un monumento. Però non so quanti ann ti darebbero. Kia |

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Capitolo 5
*** Adesso... svengo! ***


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Adesso... svengo!
Una più he agitata Kia, gira senza meta per la sua stanza in pantaloncini neri e maglietta bianca a maniche corte, aprendo e chiudendo le ante dell'armadio mentre con l'altra mano tiene il telefono.
-Allora, calma e sangue freddo!... Prova i jeans chiari con la maglia nera e la camicetta bianca. Uhm... ai piedi metti le ballerine nere!- le dice la voce di Lisanne.
E così prende ed indossa quanto le è stato consigliato, per poi specchiarsi.
-Perfekt!- è l'assenso al look.
-Lo so, lo so di essere un genio. Per il trucco io dire qualcosa di molto semplice. Scordati la matita di qualsiasi colore essa sia! Prova con un filo di ombretto viola; metti un po' di mascara, del lucida labbra e, veramente molto poca terra per colorare il viso.- dopo il suo giro di modestia, continua i suoi consigli, questa volta con il trucco.
-Ok , ed ora con i capelli? Li piastro?- chiede dopo una decina di minuti, guardandosi allo specchio.
-Ma sei matta? Lo sai che odio quando utilizzi la piastra sui tuoi capelli. Lasciali mossi e nel caso metti metti due forcine ai lati della testa.-
-Va bene. Altro da consigliarmi?- chiede Kia, mentre si mette l'ultima forcina.
-Sì! Non svenire quando sarai con Francis Schwarz e comportati normalmente-
-Ok, ok. Mi avete dato lo stesso consigliato tu, Veronika, Tjria, Nadja e anche Ann- risponde Kia.
-Questo perché ti conosciamo ; ed ora va, altrimenti fai tardi. poi fammi sapere- e dopo un ultimo saluto ed incoraggiamento, la telefonata termina.
Presa una borsa con le chiavi di casa, portafoglio e qualche altra cosa, esce lasciando solo un messaggio sul tavolo della cucina ricordando ai genitori della sua uscita, nel caso fossero di ritorno prima di lei.
Dopo di che, prende il suo motorino dal garage e parte alla volta di Neumunster, dirigendosi verso la stazione ferroviaria della città. Lungo il tragitto non può fare a meno di ripensare a qualche giorno prima, lo stesso in cui era arrivato il messaggio di David in cui le chiedeva cosa gli sarebbe accaduto se avesse ucciso Timo. Le lezioni erano terminate e, come di consueto, Veronika e Kia erano tra le ultime ad uscire dalla loro classe e camminavano parlando tra loro del pomeriggio di shopping che avevano in mente per quello stesso pomeriggio quando, l'arrivo di Francis Schwarz, aveva fermato la chiacchierata in quanto si era rivolto ad una più che stralunata Kia per chiederle di uscire quel week-end. Solamente con l'aiuto dell'amica era riuscita a mettere in fila almeno due parole per accettare, mettersi d'accordo e salutare. Una volta che se ne era andato Veronika aveva cominciato a ridere mentre Kia lentamente si riprendeva da quello che fino a quel momento era stato il suo più grande sogno.
Arrivata a destinazione e, trovato un parcheggio, lascia il suo motorino proseguendo a piedi per un breve tratto, fino ad arrivare ai giardini lì vicino e camminando fino ai pressi di una panchina vicino alla fontana, dove si trova seduto il ragazzo che, vedendola, le va incontro sorridendole.
-Ciao!- la saluta lui.
-Ciao!- un saluto fievole, ma più che allegro, da parte di Kia.
E da lì i due cominciano a camminare e a parlare del più e del meno, facendo su e giù per il perimetro dei giardini.
Francis le offre un gelato.
Ma, alla fine, anche questo pomeriggio giunge al termine; il sole sta cominciando a lasciare il suo posto alla notte ed è giunto il tempo per Kia di tornare a casa.
-Scusa Francis, ma ora devo proprio andare!- si scusa lei.
-Tranquilla. Vuoi che ti accompagni a casa?- chiede il ragazzo.
-No, grazie! Sono venuta con il mio motorino.- gli sorride.
-Ok, allora ci vediamo a scuola domani.-
-Sì... s...- il ragazzo si avvicina e la bacia per pochissimi secondi, il tempo per assimilare quanto le accade, che Francis ha già interrotto il bacio e le sorride, mentre Kia accenna un sorriso imbarazzato, arrossendo lievemente.
-Allora, a domani!- un cenno della mano e poi il ragazzo si allontana, mentre Kia lo osserva ancora con lo sguardo vitreo.
Le occorre del tempo per assimilare il tutto e poi anche lei prende la strada per il parcheggio e, avviato il motore del suo mezzo, si dirige verso casa fermandosi però più di una volta evitando di causare degli incidenti a causa della sua mancanza di concentrazione. Ed è per questo motivo che impiega più dei suoi solito dieci minuti per arrivare a destinazione ed una volta varcato il portone di casa corre verso la sua stanza e si stende di peso sul suo letto osservando il soffitto, mentre sulle labbra le si dipinge un sorriso.

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Capitolo 6
*** Festa a sorpresa ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.


Festa a sorpresa?
Kia è seduta davanti al computer della sua stanza, con diverse finestre internet aperte comprese le due query di msn: una con Lyse e l'altra con Ann, sue amiche. Viene distratta nel momento in cui il cellulare comincia a suonare e sullo schermo la lucetta ad intermittenza fa apparire il ben visibile sul display il nome Davii~ .
Dopo aver recuperato il cellulare, nascosto tra una pila di libri e di fogli sui quali capeggiano scritte di schemi per lo studio ed appunti, la ragazza spinge il pulsante verde per accettare la chiamata.
-Spero per te che siate in Germania, altrimenti chiudo qui!- risponde.
-Ciao anche a te e, sì, anche io sto bene- risponde con voce allegra e divertita il ragazzo.
-Se, se... ok!- scherzosa anche lei.
-Bell'amica, tsk comunque siamo in Germania, contenta?-
-Bene!Uhm... a che devo l'onore di questa chiamata?- chiede Kia
-Devo per forza avere qualche cosa, non è possibile che voglia semplicemente parlare con una mia amica?- chiede David.
Accigliandosi- No!- è la risposta secca.
-Ok, ok... in effetti mi serve sapere se i tuoi avevano in mente qualche cosa per il 22 ed il 23 di questo mese.
-Da quanto mi hanno detto, avrebbero voglia di fare un salto ad Amburgo, lì da voi, per il compleanno di Timo-
-Bene, è questo il punto. Avevamo intenzione di fargli una festa a sorpresa, io e gli altri, domenica 23, nell'appartamento sopra lo studio di registrazione ad Amburgo. Pensate di poter venire il giorno prima e sistemare qualche cosa?- chiede David.
-Penso che non ci siano problemi. Ora però i miei non ci sono; ti mando un messaggio di conferma quando tornano, va bene?-
-Sì, sì. Anche domani viene in tempo. Ok, allora ti lascio. Ci sentiamo presto e stammi bene!-
-Tranquillo! A presto e stammi bene anche tu!- e dopo questo saluto clicca il tasto rosso per chiudere lì la chiamata.
Dopo di che riporta la propria attenzione sulle due discussioni aperte su msn: ha bisogno assoluto di un consiglio... non ha la più pallida idea di che cosa comprare al fratello. Per fortuna che Lisanne è online, quindi ha modo di chiederle di fare shopping il giorno dopo, lei sì che ha occhio per cose di questo genere!
E' quasi sul punto di rispondere ad Ann e poi disconnettersi quando gli occhi si spostano sulla finestrella apertasi in basso a destra, che segnala che FяANCI$ è ora online, nemmeno il tempo di rendersene conto che le ha aperto una query per parlare velocemente. Un saluto ed una semplice richiesta per uscire il pomeriggio seguente e Kia non può fare a meno di rispondere negativamente, mortificata. Quando poi Francis si disconnette a finalmente l'opportunità di rispondere ad Ann, ignorata quasi completamente fino a quel momento. Le deve ancora raccontare dell'appuntamento avuto con Schwarz appena il giorno prima, ora deve rispondere alla curiosità dell'amica. La loro conversazione continua così a lungo tra Ann che cerca di farla parlare e Kia evasiva sull'argomento e che tenta più di una volta di cambiare discorso.

E' già passata una settimana dalla chiamata di David ed ora Kia si trova in macchina con i suoi genitori a percorrere il tratto di autostrada che divide Neumunster da Amburgo.
Sono partiti nel pomeriggio, giusto il tempo per permettere a Kia di riprendersi a scuola e poi, subito in auto.
Con David erano rimasti d'accordo che Kia ed i suoi sarebbero arrivati quel venerdì pomeriggio e sabato sarebbe arrivato da Berlino Kevin e tutti insieme avrebbero sistemato e preparato. Poi, domenica mattina avrebbero fatto il loro arrivo i Nevada Tan al completo e la festa sarebbe cominciata.
Ed ora Kia fissa il pacchetto avvolto in una carta da regalo azzurra, accanto a lei.
Il suo regalo, più quello di Lyse, per il fratello.
Spera che possa piacere a Timo e con questi pensieri appoggia la testa contro il finestrino, addormentandosi poco dopo. Al risveglio sente sua madre avvisarla che sono quasi arrivati a destinazione.
E' ancora assonnata quando arrivano davanti all'appartamento occupato dai Nevada Tan e scende dall'auto con la sua valigia rischiando più di una volta di cadere rovinosamente a terra, inciampando nelle stesse ruote del suo trolley viola. Per fortuna, una volta dentro, prendono l'ascensore altrimenti Kia non avrebbe giurato di arrivare integra con tutti gli arti al loro posto.
Aperta la porta dell'appartamento le ci vogliono due secondi per svegliarsi completamente, osservando il disordine che regna sovrano. Pentole ed altri utensili da cucina impilati dentro il lavandino, per non parlare dei piatti. I vestiti sparsi ovunque.
Inghiotte a fatidica osservando quel disastro.
-Vado... vado a comprare qualche cosa per la cena. E comincio il rifornimento per la festa...- cerca di squagliarsela il padre, avvicinandosi cautamente e all'indietro come un gambero, alla porta d' uscita.
-Ehm... papà, vengo con te...- cerca di dire Kia, mettendo in atto gli stessi movimenti. Ma la madre si volta di scatto verso di lei.
-Non credo propio, signorina. Tuo padre andrà a fare la spesa e tu, mi aiuterai a sistemare questo appartamento da cima a fondo.- e con queste parole la ragazza ha capito che la sua fine è molto vicina, più di quanto avrebbe mai immaginato.
Abbassa il capo sconfitta mentre il padre esce di corsa dall'appartamento, prima che la moglie abbia un qualsiasi tipo di ripensamento. Poco dopo, sentendo i passi della madre avvicinarsi, alza lentamente la testa mentre appare sullo stipite del corridoio con in mano un secchio ed una scopa. Quest'ultima la da a Kia, mentre lei comincia a mettere i vestiti dentro il secchio.
Kia sbuffa e comincia il suo lavoro, costringendosi a memorizzare un promemoria: "Uccidere David e Timo. Se c'è tempo, anche gli altri." Per poi sbuffare nuovamente.
Solamente una piccola sosta per la cena a base di pizza e poi, di nuovo al lavoro fino a tardi. E' mezzanotte passata quando Kia si fa cadere esausta sul divano-letto del salotto preparato appositamente per poterci dormire.

Nel pomeriggio del giorno seguente Kia esce per andare in un negozio di alimentari ed acquistare salatini ed altre cose per la festa del giorno dopo. E' in una pasticceria intenta ad aspettare il suo turno per ordinare la famosa torta che quella mattina sua madre aveva provato a cucinare senza successo, quando il suo cellulare comincia a suonare. Lo recupera con una certa difficoltà, a causa dei sacchetti che porta tra le mani.
-Pronto, Banda bassotti?- dice la voce dalla parte opposta della cornetta.
Kia si acciglia visibilmente.- Dovrei pensare che sei già ubriaco alle...-guarda l'orologio dietro al bancone-... alle 18.00 del pomeriggio? Oppure hai fatto uso di stupefacenti? No, Davii, da te non me lo sarei mai aspettato...- l'ultima frase la pronuncia con un tono di voce misto tra il deluso ed il triste.
-Spiritosa, come sempre. Era per non dare nell'occhio e poter parlare senza che Timo si insospettisca.- risponde il ragazzo, abbassando il tono della voce.
-Ceeerto, allora fingi una conversazione con la Banda Bassotti...ma certo, perchè non ci ho pensato prima?- nel frattempo si fa avanti nella fila ed è il suo momento di ordinare la torta.
-Si, ok, forse hai ragione tu. Ma, non mi è venuto in mente niente di meglio.- risponde sinceramente il ragazzo.
-Quella torta lì, grazie.- dice alla commessa. -Non mi sorprende. Non sai dire bugie, ti ricordo che quando vi mettevate nei guai, tu e Timo, toccava sempre a mio fratello inventarsi qualche bella storia.- sorride al ricordo.
-Ok, va bene. Ma ti ho chiamato per un altro motivo. Come stanno andando i preparativi?-
-Bien, bien. Prima che uscissi è arrivato Kevin. Però, ecco, un po' di ordine nell'appartamento... no, vero?- domanda prendendo la torta e mettendosi il cellulare tra la spalla e l'orecchio per poi uscire dal negozio e cominciare a camminare per le strade di Amburgo.
-Ehm, si, non siamo molto ordinati. Lo ammetto.-risponde lui.
-Va bene, ora lascio perdere, anche perchè devo staccare e correre a casa. Ci sentiamo domani!- e così dicendo, dopo un ultimo saluto veloce, chiude la chiamata e si avvia verso la strada di casa.

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Capitolo 7
*** Festa a sorpresa ad Amburgo ***


Disclaimer: Ci tengo a precisare che i Panik non mi appartengono, e con questo mio scritto privo di alcuno scopo di lucro, non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere o delle vite dei componenti della band, né desidero offenderli in alcun modo.

Festa a sorpresa ad Amburgo.

Sono le sette e mezza del mattino quando il ronzare sommesso della vibrazione del cellulare, fa tornare dal mondo dei sogni l'ignara Kia che lo recupera allungandosi con la mano sul tavolino posto accanto al divano, andando un po' alla cieca con le mani.

-Pronto?- risponde assonnata, ributtando la testa sopra al cuscino, mentre colui o colei che l'ha chiamata comincia a parlare.
-Banda Bassotti, al rapporto?- domanda allegra la voce di David.
Kia risponde con un farfugliamento reso ancora più incomprensibile dal fatto che abbia il viso coperto dal cuscino.
-Eh?- chiede come risposta.
-Ma io dico, sono le sette e mezza e già devi scocciare con questa "Banda Bassotti"?- risponde alzandosi e mettendosi seduta sul divano, provando a non richiudere gli occhi che, al contrario, non vogliono collaborare.
-Sì- risponde pimpante.
-Stammi alla larga oggi o sarà peggio per te! Ed io, ti ho avvisato.- risponde in modo brusco.
-Ok, ok. Comunque, è tutto pronto?- cambia così, su due piedi, il discorso.
-Sì, sì. Voi per quando avete intenzione di arrivare?- domanda alzandosi dal divano e cominciando, con l'aiuto di una sola mano, a sistemare le coperte per rimettere allo stato originario il divano nel quale ha dormito per due nottate.
-Da quanto ho capito, verso l'ora di pranzo dovremo essere lì. Ti faccio uno squillo quando arriviamo nei pressi di Amburgo. Ora ti devo lasciare perchè mi sa che tuo fratello si sta svegliando. A dopo.- lei risponde con un semplice e, ancora assonnato, A dopo, per poi chiudere e lanciare il cellulare con poca grazia, sul divano e riprendere a sistemare per la festa.
***
Sono le undici passate quando il trillare per qualche secondo del suo cellulare le comunica l'imminente arrivo del fratello e così, gli ultimi preparativi dell'ultimo momento e poi all'attesa.
Quando i sei ragazzi fanno il loro ingresso nella casa sembra tutto normale e con tutta calma David accende la luce per illuminare il loro appartamento. Non fa a tempo a compiere questa azione che vede uscire di soppiatto, dallo stanzino delle scope lì accanto, due persone che riconosce come Kia e Kevin che con molta nonchalance, si muovono di soppiatto alle spalle di Timo, sotto lo sguardo ilare di Linke e di Jan, per poi saltare alle spalle del ragazzo il quale si trattiene a stento dall'urlare dalla paura.
-Oddio!- esclama osservando contemporaneamente il fratello e la sorella che gli sorridono, mentre il resto del gruppo se la ride alla grande. -Volevate uccidermi?- aggiunge poco dopo.
Kia fa per pensarci e poi voltarsi verso Kevin. -Te lo avevo detto che un coltello faceva sempre comodo. Ora sarà più doloroso per lui.- con tutta calma, sorridendo.
Timo gli lancia un'occhiataccia a cui la sorella risponde con una linguaccia.
-Non chiedo neanche chi, tra di voi- guardando i suoi amici- abbia fatto questa sorpresa...-e nel frattempo anche i genitori di Timo fanno il suo ingresso nella stanza.
-Ed ora, che abbia inizio la festa!- sono le parole di Frank, prima di accendere lo stereo ed andare a recuperare un contenitori con i Pop-corn ed uno con delle patatine.

***
Kia è seduta in un angolo un po' in disparte del salone, intenta a guardare fuori dalla finestra, quando David le si avvicina con in mano due bicchieri di coca-cola.
-Hey, tutto bene?- le domanda mentre le si siede accanto e le porge uno dei due bicchieri. Lei si limita ad annuire e a sorseggiare la bevanda senza parlare.-Sicura, perchè non sembra?- chiede ancora.
Lei annuisce sorridendogli. -Daii, raccontami com'è andato questo tour...- le domanda lei.
-Tutto bene. E' bello potersi spostare per la Germania, la Francia e anche l'Austria, anche se non ci è possibile vistare molto delle città in cui passiamo, perchè spesso siamo di sfuggita. Le fans, poi, sono incredibili... non pensavo esistessero persone pazze quasi quanto te...- ride.
-Hey, che vorresti dire?- risponde punta sul vivo.
-Ti ricordo quando eravamo ancora agli inizi, prima che uscisse il cd? Quando Timo è tornato a casa e mi ha trascinato dietro?- lei annuisce con il capo sorridendo mentre il ricordo torna vivido.
Era davanti al computer quando alle sue spalle aveva sentito la voce di Timo. -Cosa fai?- e per tutta risposta lei era saltata sulla sedia e, con un'aria terrorizzata, cercava di nascondere lo schermo del computer dalla visuale del fratello e del suo migliore amico. Senza riuscirci un granché e causando la curiosità dei due ragazzi che, non avevano impiegato molto per spostare la ragazza da una parte e cominciare a leggere la pagina di un sito internet aperto.
-La nostra più accanita fans.- ride mentre lei si finge offesa. -Ma...-continua- Sicuramente la cosa più bella è potersi esibire e far conoscere a più gente possibile la nostra musica. E trasmettere alle persone che ci ascoltano.-
Lei gli sorride. -Fidati, che ci riuscite benissimo. Il vostro concerto è stato stupendo.-
-A proposito. Tu non avevi i capelli con colori differenti?- domanda, notando solo in quel momento il color castano mogano naturale dei capelli della ragazza.
-Sì, ma solo per il giorno del vostro concerto. Era una tinta che andava via con un lavaggio.- alza le spalle- Un modo come un altro per farmi notare.-
-Tu sei tutta pazza!- ride assieme a Kia.
-Già.- silenzio per qualche secondo. -Ah, poi ho una notizia da darti...- risponde ravvivandosi in volto.
-Dimmi...-
Ma Kia non fa in tempo a finire di parlare che la madre le comunica che devono partire subito, per poter essere a casa, per la cena.
A malincuore si alza, imitata da David. -Tranquilla, me la racconterai un'altra volta.- le dice sorridendo. Lei annuisce prendendo la giacca ed indossandola.
-Timo.- si avvicina al fratello. -Se il regalo non ti piace, dimmelo che lo cambio.- gli dice mentre lo abbraccia.
-Secondo te una nuova telecamera, non mi piace? Tu non sei mia sorella, no, pensavo fosse più intelligente.- le sorride e lei ricambia. -Ringrazia anche Lyse.- annuisce e poi, dopo aver salutato il resto dei ragazzi, esce con i suoi genitori per fare ritorno a Neumunster.

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