Gives you Hell

di topolinodelburro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I wake up every evening ***
Capitolo 2: *** And you're still probably working ***
Capitolo 3: *** When you see my face ***
Capitolo 4: *** Now where's your picket fence love? ***
Capitolo 5: *** And where's that shiny car? ***



Capitolo 1
*** I wake up every evening ***


Sì, sono i soliti sketches-famiglia con le solite canzoni di sottofondo, e a più capitoli stavolta -in realtà questa è una vita alternativa che non potevo inserire in Life against Life, ma l'idea arriva da lì-. Buona lettura a tutti,
laurielori



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Song: Gives you Hell



I wake up every evening


I wake up every evening, with a big smile on my face
and it never feels out of place


Ogni sera mi sveglio con un grande sorriso sulla faccia
che non è mai fuori posto

Naruto mormorò confuso.

-Posso morire, posso morire-

Vaneggiava aquiescente e fermo sul letto, così, seminascosto dalle lenzuola bianche -una mano infilata nei suoi capelli umidi e biondi, l'altra al suo cuore- e si lasciava fuggire un sospiro aereo e idilliaco dalla bocca ancora gonfia. Itachi non riusciva a vedere i suoi occhi ma sospettava ripercorressero immagini che non erano di questa terra -Naruto era appena intorpidito, in circolo in corpo ancora l'annebbiamento dell'orgasmo- biascicò languido.

-'Tachi posso morire domani, adesso-

E gli sorrise schiudendo fanciullesco le ciglia, con quel suo sorriso celestiale e trasognato.

-Nnh-

Sperava di no in realtà, semplicemente per il fatto che ancora non avevano festeggiato i sei mesi insieme -ma mancava poco- e poi niente ecco. Non voleva privarsene punto.
Sentì frusciare le sue gambe nude contro la stoffa mentre Naruto si stiracchiava soddisfatto e dolorante.

-'Tachi...?-

Piantò gli occhi nei suoi intanto che ricercava e accostava le loro mani; le sue pupille acquose coltivavano fiori cristallini che schiudevano le loro corolle in mille sfumature azzurre all'interno dell'iride. Itachi li raccolse con un bacio.
O almeno l'avrebbe fatto se un altro 'Tachi non fosse rimbombato funereo per le mura della stanza, 'Tachi che ebbe il potere di risvegliare l'anima tempestosa della metà della sua mela abbandonata al suo fianco.
Quello che se ne stava incombentemente stravaccato sulle ante della sua porta era un tipo sulla ventina, cinereo, ma che nonostante il suo aspetto pallido portò con sè una patina tetra che oscurò i già anonimi muri delle pareti -nessun angelo della morte- era suo fratello.
E l'idillio fu infranto.

-Sas'ke vattene via!-

Fu con un rantolare di coperte che Naruto balzò in piedi -il suo cervello si dimenticò di informarlo che era ancora nudo- prese a saltellare schiamazzando come un tacchino.

-Che diavolo ci fai qui -ttebayo?-

E quello ancorato agli stipiti della porta lo guardava intontito come una scimmia. Itachi corse ai ripari e si rituffò sotto le coperte, lasciando la questione alle due bestie già scatenate.
Il ragazzetto biondo gonfiò le guance aggressivo.

-Accidenti-ii. Si può saper...?-
-Se hai finito di berciare-

Pausa d'effetto -Sasuke inarcò un curatissimo sopracciglio-

-Vorrei parlare con mio fratello-

E la stoccata finale -che sapeva tanto di io valgo più di te, deficente-

-In privato-

Intanto cercava di ignorare la sua nudità come poteva, sebbene l'etichetta Uchiha implicasse di fissare il soggetto dritto negli occhi sempre. Ah, ed il suo piede aveva iniziato a ticchettare impaziente contro il pavimento.
Naruto ricadde a peso morto sul letto e scosse energico il compagno.

-Mandalo via!-

Ruggì e Sasuke sbuffò lontano da lui solo un paio di metri.
Itachi riemerse dal suo groviglio, inespressivo. Si vestì piano e seguì il fratello in cucina mentre questo lanciava uno sguardo vittorioso a Naruto.
Uzumaki aspettò offeso e iviperito nel loro letto finchè la sagoma trasparente del maggiore Uchiha non fece la sua ricomparsa sulla soglia della loro camera. Saltò in posizione eretta portandosi al limitare della sponda.

-Allora?-

Latrò uggioloso.

-Allora cosa?-

Naruto sbattè gli occhi alcune volte, ma Itachi c'era o ci faceva?

-Come cosa? Tuo fratello?-

Itachi -nella sua tranquillità- parve capire.

-Starà da noi-

Ammise quieto scrollando le spalle.
E ogni sorriso parve infrangersi sul viso di Naruto.

-Ma, Itachi...-

E poi biascicò.

-Io lo odio-

E pestolava sulle lenzuola, aggrappandosi alle spalle del compagno.

-Lo odio, lo odio, lo odio-
-Adesso non credi di star esagerando un po'?-
-No, io non lo sopporto. 'Tachi, non ce lo voglio vedere tuo fratello in casa nostra-

Ringhiò.
E intanto Sasuke se la rideva ancora addossato alla loro porta.

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Capitolo 2
*** And you're still probably working ***


P.S. Ho modificato questo capitolo, buona lettura!



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And you're still probably working


And you're still probably working at nine to five pace
I wonder how bad that tastes


E tu probabilmente stai ancora lavorando a pieno ritmo dalle nove alle cinque
Mi chiedo quanto brutto possa essere

Naruto aveva smontato da mezz'ora e adesso scendeva stanco ma confortato dalla sua auto fiammante. Si avviò al pianerottolo -il fiato gli usciva pesante dalle labbra ma questo non impedì l'incresparsi di un sorriso- aveva le spalle intorpidite e mugolò nell'infilare la chiave nella serratura.
Il sole pomeridiano gli batteva sulla nuca ricreando la sua ombra lungo il corridoio, entrando esalò con un prolungato sospiro quieto.

-Sono a casa-

Dentro c'era della penombra, non si stupì del fatto di non udire alcun suono -i suoi Uchiha erano in casa entrambi, ma di norma non producevano più rumore dei muri- Itachi aveva giorno libero e l'altro Uchiha doveva preparare un esame alla sua facoltà -se avevano mangiato, l'avevano fatto sulle loro scartoffie da leggere- sul tavolo in cucina trovò una scatoletta vuota di cibo per cani.
Era provato Naruto, ed aveva una lunga giornata di lavoro alle spalle, non era un cuoco, ma sarebbe bastata una parola da parte del suo ragazzo per convincerlo a preparare tutte le mattine il pranzo da mettere in caldo. Tra le poche cose che Itachi poteva tollerare nella sua alimentazione il riso era incluso, e se i suoi Uchiha non erano in grado di mettere una pentola a bollire sul fuoco, bhè, lui era ancora in grado di farlo.

-'Tachi, Sas'ke?-

Chiamò, nessuno rispose. Posò la sua sacca sul tavolo, squadrando infastidito il cibo per cani, arricciando il naso sentendone l'odore pungente -non sarebbe stato lui a ripulire-. Poco più in là di quella roba ci stava anche un sacchetto di crocchette al pollo e verdure: no, 'Tachi non avrebbe mai mangiato croccantini di carne, al massimo Sasuke -immaginarsi la sua bocca piena e unta di cibo per cani gli illuminò la giornata- o forse avrebbe potuto selezionare le crocchette alle verdure -quelle verdi e arancioni- e lasciare le altre al fratello. Tutti-i-Kami, era quasi plausibile, poteva già sentirlo mentre diceva è ecologico e l'ambiente non viene inquinato dal cibo-spazzatura degli esseri umani.
Stava per mettersi a sedere quando un latrare uggioloso raschiò contro la porta d'ingresso e delle unghie stridettero sulla superficie liscia del legno, poi un abbaiare profondo, ed i capelli gli si rizzarono sulla nuca. Era un cane. Fece appena in tempo a formularne il concetto, a sentire alcune voci a lui familiari che quel segugio gli era addosso ringhiando e mostrandogli i canini -al che Naruto fece lo stesso e gli fece vedere i suoi- gli occhi cioccolato del cane si assottigliarono rabbiosi.
Sasuke lo teneva a guinzaglio cercando -non troppo convinto- di allontanarlo da Naruto, Itachi dietro di lui si precipitò a trattenerlo per il collare. Il cane aveva afferrato i pantaloni di Namikaze e tirava sbatacchiando forsennatamente la testa, il ragazzo biondo cadde a terra e pose le mani avanti sbraitando insulti.
Il mostro lo seguì e sbilanciò anche Itachi in avanti -cadde su di lui, la colata dei suoi capelli neri gli invase la faccia- Naruto soffocò un grido a sentirne tutto il peso sulle sue costole scricchiolanti -intanto quel demonio di cane lacerava le sue scarpe e tirava i suoi calzini-.
Sasuke era riuscito ad allontanare quell'abominio, Naruto sputacchiò qualche capello di Itachi mentre questo gli posava un bacio leggero sulla fronte e si metteva in ginocchio su di lui.

-Ben tornato a casa, amore-

Eh, la faceva facile così.
Sondò i suoi occhi tenebramente neri e ci vide una luce sul fondo.

-No, 'Tachi-

Ruggì lamentoso.

-Sasuke ed io abbiamo deciso di fare della villa padronale un canile, ma questo ci si è affezionato. Starà con noi-

Sembrava felice -e troppo convinto- e sbirciando Sasuke potè vedere che anche lui aveva in faccia una specie di sorriso.
Kami, quando era stato così cattivo da meritare tutto quello?
Sbattè sconfitto la testa all'indietro sul pavimento ed il cane abbaiò.

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Capitolo 3
*** When you see my face ***


When you see my face

When you see my face hope it gives you hell
Hope it gives you hell
When you walk my way hope it gives you hell
Hope it gives you hell


Quando vedi la mia faccia spero che ti faccia passare un inferno
che ti faccia soffrire
Quando mi incontri spero che ti faccia passare un inferno
che ti faccia soffrire

Non era un tipo sdolcinato -non sapeva nemmeno come poter essere semplicemente dolce in realtà- e a dirla tutta nemmeno Itachi lo era mai stato, perciò non si aspettava quel gran che di sorpresa per il loro anniversario.
Era sera tardi, Naruto stava avvilito in soggiorno, sul divano rattoppato -ricordi umidi e appiccicosi lo toccavo per ritrovarlo- la luce era spenta e ad illuminare opacamente la stanza era il cerino di una candela un po' consumata, fatta aderire su di un piattino da caffè alla bell'e meglio -era del servizio di caffetteria della madre di 'Tachi-.
Il tempo passeggiava inquieto mentre Naruto lo osservava ticchettare rimanendo affondato sconsolatamente sui cuscini, un abbaiare surreale spaventava il silenzio insieme al cicalio degli insetti estivi. La porta-finestra che dava sul giardino era socchiusa a metà e la luna entrava con lunghe ombre lattiginose sul pavimento.
Le sue ginocchia poggiavano su di un tavolinetto basso apparecchiato con poche cose, c'erano delle birre, un pacchetto di Marlboro rosse, una costosa bottiglia di Lacombe da brindisi, una porzione di insalata preconfezionata ed un piatto di ramen precotto. Una rosa rossa spigliava nella cieca atmosfera.
C'era tutto: Naruto, l'ambiente, lo champagne, il fiore, i sei tondi mesi passati insieme e mancava Itachi.
La lancetta dell'orologio in cucina cantò le due quando la serratura scattò e gli ululati del cane crebbero frenetici. Sasuke si fece strada in casa silenzioso come un'ombra, brancolando alcuni passi al buio. Namikaze lo sentì appoggiare rumorosamente le chiavi sul centro-tavola dell'ingresso, poi lo vide apparire sull'arcata del soggiorno -una delle sue mani azionò distratta l'interruttore della luce e un'impressione li accecò-.

-Perchè sei così serio?-

Chiese a Naruto e intanto sghignazzava. Era un po' traballante, aveva le gote arrossate e la voce gli strascicava lungo la gola.
Quell'altro rispose incolore.

-Hai bevuto-

Sasuke rise, allargò le braccia.

-Ho festeggiato-

I suoi capelli ondeggiavano spumosi mentre si voltava per spegnere la luce ed entrambi ripiombarono nel buio. Gli si avvicinò strisciando, si buttò sul divano accanto a lui e pose una mano sul suo ginocchio. Mugolò guardandolo negli occhi. Deglutì.

-Ci sono...cose...-

Biascicò insofferente e poi un lungo sospiro.

-Che non ti ho mai detto...-

Ma Naruto non gli diede retta.
Calò lugubre il silenzio, qualcosa dentro Sasuke lo avvertì che si stava lasciando scappare troppe cose, aveva la testa pensante e tutto ondeggiava un po' attorno a lui, perfino Naruto che aspettava Itachi, con i suoi capelli che alla luna sembravano il riverbero dell'aurora. Farfugliò.

-Itachi non viene-
-Te l'ha detto lui?-

La laconica domanda.
Voltò la testa verso Namikaze ed afferrò la sua chioma con una mano, tirandolo giù, contro lo schienale -vicino a lui-

-No. Apriamo la bottiglia, ce ne dimentichiamo e poi...-

Ma non finì la frase, rubò una sigaretta dal pacchetto del fratello sopra al tavolino.
Accese e spirò.

-Dai, apri lo champagne-

Disse solo e Naruto lo fece, bevettero al chiarore della candela -Sasuke cercava di non inghiottire ancora alchool e guardava Naruto tracannare un bicchiere dopo l'altro -il cerino era quasi consumato quando arrivò mattino e nessuno s'era fatto vivo, su quel divano c'erano Sasuke e Naruto che ridevano con più d'una bottiglia vuota di fronte a loro-.
Namikaze sospirò ancora, poi voltò la testa ad incontrare quella dell'Uchiha, sembravano tubare come bambini.

-Kami, guarda come mi fai stare. Ti odio da morire. E poi...-

Balbettò.

-E poi odio quel cane. E poi-

E qui non ce la fece ancora, il rosicare del pianto salì lungo la sua gola mentre Sasuke chinava la fronte e l'appoggiava sui suoi capelli chiari.

-Poi odio Itachi-

Il campanello li svegliò appena dall'intorpidimento, sufficientemente perché Naruto si mettesse in piedi e si dirigesse traballante alla porta d'ingresso per aprirla lentamente.
L'alba entrò in casa, Itachi gli sorrideva dalla soglia porgendogli un girasole e Naruto si gettò pallido e intenerito contro di lui.

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Capitolo 4
*** Now where's your picket fence love? ***


Now where's your picket fence love?

Now where's your picket fence, love?

Adesso dov'è la tua staccionata, amore?

Sasuke sbadigliò sfogliando distrattamente qualche pagina di uno dei suoi libri di studio. Era in veranda, accartocciato sul dondolo a tre posti e guardava il vialetto d'ingresso intanto che quell'idiota biondo trascinava lungo tutto il giardino un barattolo di tintura fluorescente raccattato dal polveroso scantinato.
Lo vide imprecare e poi inciampare sulla pennellessa e qualche goccia di colore macchiò i suoi jeans. Consultò annoiato ancora qualche paragrafo, poi lanciò un'occhiata veloce ad Itachi, seduto accanto a lui, che stava soppesando Naruto come in procinto di dirgli qualcosa -avrebbe avuto molte cose da dirgli- il cane sonnecchiava inconsolabile tra di loro -gli occhi fissi del segugio seguivano la preda che si aggirava accanita e motivata sulla terra del padrone, proprio sotto il suo naso-.
Itachi accarezzò il pelo ispido del foxhound e la coda dell'animale si animò.
Di tanto in tanto, indaffarato nella sua missione di ristrutturazione, Naruto squadrava il suo ragazzo da lontano, assottigliando gli occhi rabbiosi, arricciando il naso contrito, ma mai osando avvicinarsi alla veranda -almeno non finché quella congettura canina teneva di guardia le scalette di raccordo alla porta principale-.
Sasuke alzò gli occhi al cielo, poi riportandoli in terra osservò Namikaze intingere il grande pennello nella tintura pastosa dal colore innominabile; Naruto mescolò nella vernice -quanto bastava per renderla più fluida- ne raccattò una buona dose e fischiettando qualcosa prese a tinteggiare la staccionata scrostata che delimitava la loro villetta inglese dalla strada.
Il cane mostrò il muso alle nuvole annusando l'aria pregna d'umidità. Era piena estate, il sole correva a nascondersi e quelle che sembravano le nubi d'un temporale passeggero oscurarono di qualche tono il giorno.
Itachi aggrottò le sopracciglia non distogliendo lo sguardo perplesso da Naruto e Sasuke intuì -dal suo silenzio rumoroso- la sua perplessità e senza alzare lo sguardo dal suo libro lo capì al volo. Quella che c'era tra lui e 'Tachi era empatia. Si inumidì l'indice prima di voltare pagina.

-Vuoi risparmiargli l'umiliazione che glielo dica io?-

Chiese.
Itachi inspirò una profonda bocconata di ossigeno alzando cinico le spalle.

-Naruto-

Chiamò, e la testa bionda in fondo al vialetto si tese nella sua direzione, la sua faccia esplose in un sorriso felice -persino i suoi occhi azzurri sparirono nascosti dai suoi denti curati- e ad Itachi mancò il coraggio di parlare -infrangere in quel modo speranze vellutate-.
Sasuke mulinò gli occhi e si schiaffeggiò una mano in viso.

-Sei un rammollito-

Decretò -chi fa da sé fa per tre- quindi prese fiato e urlò.

-Namikaze, cosa ti dice la testa?-

Alla faccia perplessa e piccata di Naruto si giustificò saccente.

-Sta per piovere, usuratonkachi-

Il fratello gli tirò una gomitata balzando in piedi.

-Amore, ti va del thé con i biscotti?-

Sbottò frettosolo e Sasuke rivoltò ancora gli occhi, Naruto dipinse sulla sua bocca un nuovo sorriso e Itachi si sciolse per l'ennesima volta a quella sua espressione. Il ragazzo biondo urlò affermativamente di rimando.
L'uomo sparì oltre la porta d'entrata e il cane lo seguì. Un rombo scoppiò nel cielo e Sasuke internamente sorrise. Stiracchiò piano le braccia intorpidite e scricchiolò le dita. Poi si preoccupò di osservare il lavoro di tinteggiatura del coinquilino, che concentrato nell'operazione non si curava di nulla che non fosse passare quel colore sovrannaturale sulle assi di legno.

-Namikaze, tu sai che non concluderai un bel niente, vero?-

Profetizzò candido e ciò che ricevette fu un'arricciata di naso e un'esclamazione acida.
Un nuovo rombo squarciò il cielo e le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere. Sasuke chiuse il tomo di giurisprudenza che teneva sulle ginocchia e si alzò in piedi. Prima di entrare in casa diede un'ultima occhiata curiosa a quel disperato pittore, senza riuscire a trattenere un ghigno sulla sua bocca.

-La tua staccionata è davvero un capolavoro, amore-

Mimò. Ed intanto che la vernice colava a terra lavata dalla pioggia Uchiha varcò soddisfatto la porta d'ingresso.

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Capitolo 5
*** And where's that shiny car? ***


And where's that shiny car?

And where's that shiny car, and did it ever get you far?

E dov'è la tua auto scintillante, e ti ha mai portato lontano?

Primi di settembre; passando per i lunghi viali del centro la quercia nell'enorme aiuola decorativa iniziava ad imbrunire e perdere qualche foglia giallastra -il caldo torrido d'agosto aveva rinsecchito buona parte delle conifere- e ad alzare lo sguardo al nocciolo in fondo al giardino anche lui -nonostante le premurose cure di Namikaze- sembrava aver patito l'estate.
Naruto spostò irrequieto per l'ultima volta l'attenzione alla sua creatura arborea, ma al riposare la visuale sull'annoiato e scolorito volto di Sasuke il cuore gli fece qualche capriola d'angoscia in petto.
Accalappiò per un gomito Itachi, che stava sistemando le ultime cose sulla sua macchina. Lo scosse energicamente sbattendo un piede a terra per attirare la sua attenzione.

-'Tachi, non ne sono convinto-

Mugugnò a denti stretti.
L'Uchiha alzò un sopracciglio mentre lo fissava dalla sua posizione chinata sul bagagliaio.

-Ti senti male?-

Namikaze sbuffò appoggiandosi con un lamento alla fiancata dell'auto, incrociò le braccia.

-Tuo fratello, da solo. In casa nostra-

Protestò e Sasuke poco lontano sbottò qualcosa simile a una risata.

-Accidenti, io voglio le nocciole quest'anno-

Si imbronciò.
Itachi chiuse con uno schiocco il bagagliaio della celica borbottando scocciato.

-Sasuke, tieni d'occhio le nocciole-

Si strofinò le mani tra loro.

-Allora Naruto? Partiamo?-

Naruto si sentì convinto che in un momento tutto il mondo fosse stato risucchiato nel serbatoio di quell'automobile, automobile che per altro amava perché era stata un regalo di suo padre.
Ma, lasciare da solo Sasuke?
Uchiha colse bene la sua perplessità, ed indossò sul suo viso una perfetta espressione saccente.

-Non preoccuparti Namikaze, non sentirò la tua mancanza-

Sputò divertito.
E Naruto rispose per le rime.

-Non uccidere il mio nocciolo, cretino-

Quella sarebbe stata l'ultima vacanza dell'estate, Namikaze squadrò la sua auto rossa fiammante, non era mai stato così riluttante a metterla in moto. Il mare gli sembrava troppo lontano, quasi sei ore di viaggio. Sei ore che lo separavano da qualsiasi oggetto o creatura di quella casa che non avrebbe potuto preservare da Sasuke.

-Quindi? Che fate ancora qui?-

Si sentì incalzare, Itachi era già montato al posto accanto alla guida e Naruto aprì lo sportello della toyota con uno schiocco.

-Spero ti mangino le zanzare, Uchiha-

Sasuke ridacchiò.

-Ricambio-

Poi lo vide mettere in moto, uscire dal vialetto e sgommare via.
E qualcosa di amaro gli risalì lungo la gola a vedere quell'auto sparire.
Ricordava quell'automobile, e ricordava il giorno in cui Minato l'aveva ragalata a Naruto, li aveva portati in concessionaria insieme e aveva detto scegliete un'auto, avevano diciasette anni e Namikaze aveva preso la patente appena pochi mesi dopo di lui.
Il primo posto in cui li aveva portati quell'auto era stato a fine città, sul parcheggio confinante la strada, dove c'era quell'indicazione che sbarrava il loro Stato per annunciarne un altro. Dove Konoha finiva di essere Konoha ed iniziava il mondo. Ed era convinto che Naruto allora sapesse quanto lui avrebbe voluto andarsene, anche se si era infuriato a morte perché aveva scelto di frequentare un college americano.
E quando era tornato a casa, Naruto era con Itachi.
Squadrò ancora qualche volta quel nocciolo, prima di rientrare.
Quando Naruto e Itachi fecero ritorno, una tra le prime cose che Namikaze si premurò di fare -oltre parcheggiare e spegnere il motore, s'intende- fu controllare le condizioni di salute della sua creatura, perciò inorridì quando tra le sue foglie non vide nulla, nemmeno l'ombra della più piccola nocciola. Però vide invece Sasuke che li aspettava vispo e compiaciuto sulla soglia di casa -dietro di lui sentì l'uggiolare del cane-.

-Uchiha. Le mie nocciole-

Sillabò e Sasuke gli sorrise, pure.

-Sono stati gli scoiattoli-

Ma Naruto continuò a tenere gli occhi conficcati dentro ai suoi, serio, incisivo, finché non fu Sasuke per una volta a capitolare.

-Che palle. In casa, la vicina ci ha fatto la tua torta, contento?-

Chiese.
Sì, era contento adesso.

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