Final Fantasy Crash!
Scritta da Eternal Fantasy
Capitolo 1: Chi me l’ha fatto fare
di alzarmi dal letto, stamattina?
Ore 8.30 di mattina al Garden di Balamb, nel locale preferito dagli
studenti a quell’ora (e da Zell Dintch a tutte le ore): la mensa.
Squall Leonhart, eroico
Comandante dei SeeD, varcò la porta d’ingresso con passo deciso da
far invidia a Terminator e la folla dei presenti gli fece strada aprendosi come
le acque del Mar Rosso; infatti il volto solitamente imperscrutabile rivelava
un umore ‘particolarmente cupo’ (per non dire più omicida
del solito O.o;).
Il temerario cecchino Irvine
Kinneas, in un impeto suicida, gli si avvicinò con un sorriso radioso e
battendogli una mano sulla spalla (pace all’anima sua =.=) gli
consigliò: “Suvvia Squall, sorridi! Non dovresti tenerti tutto
dentro, devi esprimere le tue emozioni!”
A quelle parole Squall
sfoderò il Gunblade e glielo puntò alla gola: “Va bene. Da
che pezzo comincio?”
Irvine sentì i ruscelli di
sudore freddo inzuppargli il gilè: “…mi pare d’aver
sentito Selphie che mi cerca… scusa, devo andare!” La strizza a
quanto pare fece scoprire al cowboy il segreto del teletrasporto, dato che un
istante dopo non era più lì.
Zell, intrepido campione di arti
marziali, che aveva assistito alla scena mentre degustava la sua terza
colazione della mattinata, deglutì faticosamente il boccone e ad un
tratto il quindicesimo panino (il suo preferito: prosciutto, nutella e
mostarda) non gli sembrò più così appetibile…
La scena però aveva avuto
un altro attento testimone. Seifer Almasy, esibendo la sua camminata più
strafottente, si avvicinò a Squall con un sorriso malefico da far
rabbrividire.
La mensa ammutolì. La
storica rivalità dei due Gunbladers (altrimenti detta ‘odio
atavico’) lasciava presagire un copioso spargimento di sangue entro i
prossimi minuti.
“Che succede, *Comandante*?
Stamattina guardandoti allo specchio la tua stessa immagine ha cercato di
sputarti in faccia?”
GELO TOTALE.
Zell dimenticò
completamente il panino: davanti ai suoi occhi lampeggiava la scritta cubitale
al neon: STRAGE.
Squall fissò il suo
sguardo gelido sul nemico di sempre; tre sole parole fuoriuscirono dalle sue
labbra:
“Tu. Io. Sfida.”
Seifer ghignò diabolico e
i due uscirono affiancati.
Squall vagava in percorso random
per il Centro D’Addestramento, sterminando distrattamente i mostri Grat
in cui s’imbatteva, più per scaricare i nervi che per altro: dopo
tre ore che girava a vuoto era così incazzato (anche se la sua faccia di
marmo non rivela mai niente) che riuscì ad accoppare un Archeosaurus
solo guardandolo male.
- Porco Hyne, ma perché ho accettato l’idea demente di
Seifer?- pensò per l’ennesima volta ricordando la proposta del
rivale. Sentì ancora nelle orecchie la voce arrogante del biondo che
stabiliva: “Tu entri dall’entrata nord, io dalla sud, attraversiamo
il bosco e chi becca prima l’avversario può attaccarlo di
sorpresa!”
Peccato solo che di
quell’idiota non aveva più trovato traccia; capacissimo
l’infame di averlo piantato in asso a girare in tondo come un babbeo mentre
lui se la rideva alle sue spalle chissà dove!
Una voce acuta e vagamente
isterica interruppe i suoi pensieri: “Squalluccio!!!”
La vaga speranza che si era
affacciata nell’arido cuoricino di Squall s’accartocciò e
morì. Seifer non griderebbe certo il suo nome (o meglio,
quell’osceno nomignolo!) con quel piglio da gallina spennata!
L’unica persona (oddio, persona; creatura vagamente umanoide è una
definizione più calzante) in grado di irritarlo oltre il limite
biologicamente accettabile senza neppure farsi vedere in faccia (anzi, meno la
vede meglio è) poteva essere solo…
“Rinoa! Quante volte ti ho
detto di non chiamarmi così! Anzi, non chiamarmi affatto!”
La ragazza (argh! >.< che
sofferenza atroce chiamarla così) si fermò davanti a lui
cominciando a frignare in modo indecente: “Ma Squallino, perché mi
tratti così, in fondo stiamo insieme…”
“Ma quando mai!! Questo
l’hai deciso DA SOLA, solo perché la sera del party per la fine
della guerra della strega ero così ubriaco da baciarti credendoti una
bottiglia di birra!!”
Sbattuta di fronte alla cruda
verità la strega (e non per modo di dire) alzò ancor di
più il volume dei piagnistei; pur di farla smettere, Squall decise di
appellarsi alle miserrime facoltà cerebrali del mezzo neurone superstite
della mocciosa (che nella scatola cranica deserta urla sconsolato
“c’è nessuno?!”) chiedendole:
“Hai visto Seifer?”
sperando che non fosse una domanda troppo difficile da capire, per lei.
La fontana umana però
aprì ancor di più i rubinetti: “Seifer! Ogni volta che mi
vede mi evita! Proprio come durante quell’estate in cui siamo stati
insieme…” Squall si prese la testa tra le mani disperato
dall’idiozia inenarrabile di quella cretina “Stavolta è
arrivato persino a fingere di essere svenuto e portato via da quei tizi in
completo blu…”
Sentendo quelle parole, Squall si
chiese brevemente se Rinoa aveva sufficienti capacità intellettive per
inventarsi una bufala del genere o come al solito aveva interpretato a modo suo
l’accaduto, fraintendendo clamorosamente i fatti. Alla fine optò
per la seconda possibilità.
Uomini in blu; soldati di
Galbadia? Ma perché *sequestrare* il loro ex comandante? Se Seifer
avesse voluto organizzare un altro colpo di Stato, non c’era bisogno di
metterlo KO. Rappresaglia? Più facile accopparlo direttamente,
evitandosi i cazzi amari che il peggior teppista del Garden poteva piantare (il
che rappresenta la sua attività preferita) da sveglio.
Oppure… quegli incoscienti
(o masochisti) potevano venire ancora da più lontano…
Sbuffando scocciato, Squall
sbottò:
“Vuoi vedere che quel
coglione si è fatto rapire dai Turks di FFVII???”
Cambio di scena (e capitolo di FF): Midgar, HeadQuartier della ShinRa
Inc.
Seifer aveva (sfortunatamente)
ripreso i sensi e nonostante fosse legato come una porchetta, piantava non
poche grane ai Turks; a parte il turpiloquio che avrebbe fatto arrossire degli
scaricatori di porto ubriachi, il ragazzo scalciava come un mulo selvatico,
mirando strategicamente alle parti basse…
Alla fine Tseng,
l’illuminato leader dei Turks (ha pure il chakra sulla fronte ^^) decise
di portarlo immediatamente al cospetto del Presidente Rufus.
Al 60° piano, dietro una
scrivania da fare invidia a una portaerei, troneggiava l’affascinante
quanto spietato Rufus, che squadrò freddamente Seifer come si farebbe
con una mela bacata con tanto di verme e dichiarò senza mezzi termini:
“Ti ho fatto portare qui
perché secondo le indagini che ho commissionato risulti essere figlio di
una relazione clandestina del mio defunto e non compianto padre. Se ciò
corrisponde a verità, è mio interesse avere sotto controllo
chiunque possieda il sangue della famiglia ShinRa e possa assicurare la
prosecuzione della nostra dinastia, oltre alla prosperità della
Compagnia.”
Seifer gli rivolse il suo ghigno
più sarcastico: “E da dove ti arriva quest’idea? In ogni
caso, ficcatela da dove ti è uscita! Solo perché siamo entrambi
alti, biondi e con lo stesso colore degli occhi non significa che io sia
imparentato con un ghiacciolo come te!”
“Obiezione notevole, da
parte di uno che probabilmente aveva difficoltà anche a scrivere i
pensierini alle elementari.”
“HEI, FINDUS! Come ti
permetti!”
Seifer cercò di saltare
sulla scrivania per prendere a testate Rufus (era ancora legato) ma il
Presidente senza battere ciglio gli spianò un fucile in fronte.
Seifer basito non fece in tempo a
dire ‘porco Hyne’ che Elena da dietro gli fece un punturone nel
culo con una siringa extralarge e gli prelevò un campione di DNA, poi
Rude lo stese di nuovo con una mazzata sul coppino.
Seifer si spalmò steso
stile piadina e i Turks lo portarono via trascinandolo per le caviglie.
Intanto al Garden…
Squall si trovava in presidenza
per riferire l’accaduto al preside Cid Kramer e alla di lui consorte, la
ex-strega Edea, colei che aveva cresciuto nel suo orfanotrofio tutti
loro… e che forse in nostalgia dei vecchi tempi, ora si stava esibendo
nel pieno della sua fase ‘mammina iperprotettiva e isterica’. Per
mettere fine alla ripetuta tortura delle sue povere orecchie (che sia una
caratteristica delle Streghe avere una voce acuta ed insopportabile?) Squall
aveva spedito dappertutto richieste d’informazioni su incursioni tra
diversi FF. Ora, in attesa e con nulla da fare se non assistere alla crisi di
nervi di Edea (ora capiva perché suo marito nel corso degli anni avesse
assunto l’aspetto di un bulldog depresso =_=), sentì di poter
essere in grado persino di abbracciare la sua ex-professoressa Quistis Trepe
quando varcò con passo marziale la porta annunciando
“È richiesta la
presenza del Comandante alla piattaforma d’atterraggio.”
Un millisecondo dopo, Squall era
già in ascensore. Quistis rischiò di restare incastrata nella
chiusura delle porte per evitare che il suo cavalleresco ex-allievo gliele
sbattesse in faccia; ma infine la tenace insegnante riuscì a raggiungere
il ragazzo all’entrata del giardino (dove avevano approntato uno scalo
d’attracco) con il fiatone.
“Chi è lo
scocciat… il visitatore?” chiese disinteressato il freddo
gunblader.
“Beh, ecco, si tratta
di…”
“FIGLIOLO!!!!”
Dire che Squall rimase
pietrificato non rende l’idea. Il SeeD provò l’impellente,
irresistibile desiderio di andare a fare compagnia a Seifer nelle mani dei
Turks. Beh, in quel momento anche le prigioni del castello della Strega
Artemisia sembravano un’alternativa attraente.
Il Presidente di Esthar, Laguna
Loire, presunto padre di Squall Leonhart, fece capolino dalla gigantesca
astronave a forma di dragone rosso nota come Lagunarock:
“Scusate il ritardo!!
Abbiamo avuto un piccolo contrattempo!!!” si scusò l’uomo
che a quarant’anni si comporta come uno di cinque e mezzo.
“Come sempre ha avuto
problemi con i comandi...” spiegò l’immancabile braccio
destro del Presidente, nonché uno dei suoi due fraterni amici, Kiros.
“Stai insinuando che non
sono un bravo pilota?!”
“No, affermo semplicemente
che hai la testa tanto dura che non ti ricordi nemmeno che cosa vuol dire
quella bella lucina rossa lampeggiante sul pannello di controllo.”
Laguna ridacchiò
portandosi una mano a grattarsi la nuca, e come al solito nei momenti
cruciali… gli venne un crampo alla gamba.
Squall disperato si portò
una mano alla fronte e si chiese per l’ennesima volta se quel cretino che
saltellava su una gamba sola fosse *davvero* suo padre, e dato che la cosa era
sostanzialmente certa, quale sadica divinità fosse stata tanto crudele
da farglielo incontrare alla veneranda età di diciassette anni…
La situazione precipitò
quando fecero il loro ingresso in scena anche il resto dei compagni di Squall:
la piccola Selphie Tilmitt fece uno strillo da un milione di decibel e corse a
salutare il suo idolo nonché maestro di vita, Laguna, sotto gli occhi di
un invidioso Irvine: l’unica occasione in cui toccasse al cowboy
dongiovanni essere geloso! Zell invece batté il cinque a Ward, altra
inestimabile ombra dell’amico presidente, che vedendo la confusione che
stavano facendo quest’ultimo e la più giovane dei SeeD scosse la
testa ed esibì un’espressione eloquente.
Squall s’avvicinò e
tradusse per il biondo:
“Ward si sta chiedendo: ma
Laguna si è fumato un intero Chocobosco venendo qui?!?”
Zell, con un gocciolone sulla
nuca, ridacchiò: “Voi due vi capite bene…”
“Perché no, Ward
è muto e Squall non parla quasi mai!” mugugnò Irvine,
ancora di cattivo umore, guardando Laguna e Selphie… che cominciarono un
assurdo balletto della felicità per l’incontro!
Squall scosse la testa più
sconsolato che mai:
“Secondo me si è
fumato anche i Chocobo assieme al bosco…”
Lo afferrò per un braccio
e col suo tono più glaciale gli domandò cosa ci facesse
lì.
“Etchì!”
starnutì il presidente dai lunghi capelli neri, mostrando poi uno
smagliante sorriso “oggi sei un po’ freddino, figliolo!”
Il gunblader fece violenza su se
stesso per non massacrare il suo *presunto* padre.
Laguna intuì (alla
buon’ora) che il suo unico erede NON era di buonumore, e per evitare di
essere ridotto in cotolette entro il prossimo minuto, rivelò:
“Le apparecchiature del
dottor Odine hanno rivelato la traccia di un passaggio tra mondi situato vicino
a Balamb, che conduce a Midgar. Avevi proprio ragione, qualcuno è venuto
qui da FFVII.”
Squall lo fissò con una
venuzza pulsante sulla fronte: “Va bene. Ora dimmi qualcosa che ancora
non so.” Laguna gli rivolse uno sguardo di totale incomprensione. Squall
sentì la sua venuzza pulsare più forte. “Non dirmi che sei
venuto fino a qui solo per dirmi questo. Non farlo.”
Kiros intervenne
all’istante per evitare l’estinzione del suo migliore amico (cosa
che da sempre rappresentava la sua più importante e impegnativa
mansione): “Il dottor Odine ha installato sulla Lagunarock un dispositivo
che vi permetterà di riaprire il passaggio, così da poter andare
a salvare il vostro amico.”
*Salvare* Seifer? Squall
pensò che nel suo caso poteva considerarlo un sinonimo di
‘pestarlo a sangue’, quindi lasciò correre.
“SeeD! Tutti a bordo
dell’astronave! Partiamo immediatamente!” ordinò imperioso.
Mentre lo squinternato gruppo di
giovani eroi si precipitava nella nave che avevano più volte usato per
le loro missioni, Laguna perplesso s’avvicinò al figlio (ARGH!!
Non dire quella parola!! è___é### NdSquall):
“Ma… noi come
torniamo ad Esthar?”
Squall gli rivolse
un’occhiata congelante da sopra la spalla, poi dichiarò: “Da
Balamb alla costa di Esthar ci sono solo un centinaio di miglia. Buona
nuotata.”
Salito a bordo piantando in asso
Laguna (non dimenticando di sbattergli il portellone in faccia) Squall
ordinò: “Zell, Selphie, mettetevi ai comandi! Partenza!”
In quel momento avvertì
che *qualcosa* gli stava tirando l’orlo dei pantaloni; lentamente, molto
lentamente, abbassò lo sguardo e vide il sacco di pulci di Rinoa, un
essere peloso bianco e marrone vagamente simile a un cane a cui la sua padrona
aveva dato l’ingiustificato nome di ‘Angelo’, impegnato a
mordergli lo stivale destro. Cercò con tutte le sue forze di sopprimere
l’impulso di tirargli un calcio: primo, perché Quistis e Selphie
gli avrebbero fatto un predicozzo sulla sua presunta crudeltà verso gli
animali (ma quando mai); secondo, avrebbe preferito calciare il posteriore
adiposo della proprietaria del suddetto bastardo.
“Rinoa! Quante volte ti ho
detto di non portare la tua bestiaccia rognosa a bordo? Fa sempre pipì
sui tappetini della Lagunarock!”
A questo punto la strega
cominciò una delle sue piagnucolose geremiadi sul fatto che non era
vero, che Angelo era adorabile e che lui lo odiava…
-Mai tanto quanto odio te.- pensò Squall, voltandole
immediatamente le spalle e ignorandola del tutto. –Tanto l’astronave è di Laguna!- e nascondendo
un ghigno tanto stronzo da far invidia al suo rivale, se ne andò in
plancia di comando.
Intanto il suddetto rivale
riprese i sensi per l’ennesima volta, e con un mal di testa micidiale, in
un laboratorio dall’aria poco
raccomandabile (aveva visto sale di tortura più rassicuranti). Ancor
meno raccomandabile gli parve il responsabile di quel luogo, il dottor Hojo:
“Ben svegliato! Ho delle
ottime notizie per te!”
“Ieri sera mi sono preso
una sbronza micidiale e tutto questo è solo un incubo?”
“No ^^”
“E allora dove ce lo vedi
il buono?”
Lo scienziato (evidentemente)
pazzo rise come una iena al sarcasmo pungente del ragazzo legato al suo lettino
per esperimenti (O.o;; Seifer, non vorrei mai essere al tuo posto NdA):
“La buona notizia è
che l’analisi del DNA ha confermato che sei un autentico ShinRa!”
“Ah, chissà che
credevo.”
“Bene, se sei pronto (e
anche se non lo sei) cominciamo!”
“Cosa?”
“Ma naturalmente
l’esposizione alle radiazioni Mako!”
“COSA!?!”
“Si tratta di una
disposizione del vecchio presidente, quando il signorino Rufus era ancora
piccolo mi ordinò di sottoporlo a un trattamento con l’energia
Mako: voleva che il suo erede fosse molto forte! Chiamala una… tradizione
degli ShinRa!”
Seifer strinse gli occhi in due
fessure d’azzurro letale e con un sopracciglio che guizzava
incontrollabilmente, sibilò in tono molto minaccioso:
“Ti faccio vedere io quanto
posso essere forte! Shimatsuken!!!”
La tecnica speciale fu solo
l’inizio: il gunblader, incazzato come un RubRumDragon a cui abbiano
pestato la coda, saccagnò di botte lo scienziato, le cui
‘modifiche’ genetiche si rivelarono completamente inefficaci contro
la sacrosanta ira del biondo.
Dopo aver ridotto Hojo ad un
fumante mucchietto verdognolo-violaceo radioattivo bruciacchiato, Seifer si
diresse a passo di carica alla scalata dell’HeadQuartier ShinRa fino a
giungere al 60° piano. Sbaragliate le guardie e i dispositivi di sicurezza,
fece irruzione nell’ufficio di Rufus…
…sorprendendolo mentre
limonava alla grande con Reno.
La mascella di Seifer
crollò a terra: ecco perché
gli serviva qualcuno che continuasse la dinastia!, pensò con una
miriade di goccioloni in testa. Infatti il suo presunto fratello maggiore aveva
spinto il Turk dai lunghi capelli rossi seduto sulla propria scrivania, e se ne
stava in piedi tra le gambe dell’altro esplorandogli le tonsille con la
lingua.
Prima che i due decidessero di
andare oltre, tanto presi da essere ancora beatamente ignari della sua
presenza, Seifer attirò la loro attenzione con un poco discreto colpetto
di tosse e un ghigno che fu classificato tra i cinque più sadici e
bastardi mai registrati.
Seifer sostenne lo sguardo di
Rufus, tanto caldo da rasentare lo zero assoluto, senza scomporsi:
“Ciao,
‘fratello’, disturbo per caso?”
“Che cosa vuoi?”
sibilò l’altro, scostandosi dal proprio amante quanto bastava per
farlo scendere dal tavolo e ricomporre i propri abiti (quelli di Reno sono
perennemente un caso disperato).
“Oh, potrei volere
*parecchio*, e quel che ho visto mi garantirà senz’altro di essere
accontentato, dico bene? In caso contrario potrei lasciarmi sfuggire con i mass
media dei particolari gusti dell’inattaccabile Presidente ShinRa…”
Rufus, sempre perfettamente
padrone di sé, mantenendo la solita espressione algida e indecifrabile,
decretò con voce piana e controllata: “Vicepresidente della ShinRa
Inc., con tutti gli onori e gli oneri che ne derivano; sarai subordinato
unicamente al sottoscritto. In cambio pretendo massimo impegno e lealtà
assoluta, come da qualunque dipendente della mia azienda. Questa è la
mia ultima offerta.”
Seifer finse di rifletterci,
senza perdere il suo ghigno arrogante: “E se mettiamo dicessi di
no?”
Per tutta risposta Rufus estrasse
la pistola e Reno sfoderò il suo teaser elettrico.
Il ghigno di Seifer
s’allargò: “Mi piace il vostro modo di concludere gli
affari.” Scrollò le spalle e rise: “Ok. Ci sto.”
Allungò una mano verso Rufus.
Il Presidente la osservò
un attimo, poi il suo sguardo affrontò in singolar tenzone quello di
Seifer per l’ennesima volta. Alla fine, ritenendosi soddisfatto,
spostò la pistola nell’altra mano e strinse la destra del
fratello.
Reno fece oscillare la sua arma e
sorrise beffardo: ci sarebbe stato da divertirsi.
Continua…