Give me my Romeo di winnie343 (/viewuser.php?uid=83114)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I - A New Beginnig ***
Capitolo 2: *** II - Brothers & Sisters ***
Capitolo 3: *** III - Dinner with Friends? ***
Capitolo 4: *** IV - Separete Lives ***
Capitolo 5: *** V - Good Morining ***
Capitolo 6: *** VI - Sensuality? ***
Capitolo 7: *** VII - Confusion ***
Capitolo 8: *** VIII - A Thanksgiving with Friends ***
Capitolo 9: *** IX - Friends will be Friends? ***
Capitolo 10: *** X - Merry Christmas, baby? ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI - Memories ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - Heartache ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - The Road not Taken ***
Capitolo 14: *** XIV - A New Beginning? ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - Complicated ***
Capitolo 16: *** XVI - Conspiracy ***
Capitolo 17: *** XVII - Gone ***
Capitolo 18: *** XVIII - Little Talks ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX - Run ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - Confession ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - My Romeo ***
Capitolo 1 *** I - A New Beginnig ***
I – A New Beginnig
Rachel stava facendo la fila per
avere una copia del programma, in modo da poter scegliere i corsi che
avrebbe frequentato al suo primo anno alla Juliard; si guardava
intorno per cercare di capire se tra quelle persone ce ne fosse stata
qualcuna che avrebbe potuto impensierire il suo smisurato talento.
Sorrise nel vedere le loro facce smarrite e la totale mancanza di
appeal e sicurezza che richiedeva diventare una star e che lei
possedeva, invece, dalla tenera età di quattro anni. Il suo
sogno finalmente si stava realizzando: dopo aver ricevuto le lettere
di accettazione sia dalla Juliard che dalla Tisch University, alla
fine aveva optato per iscriversi alla prima, ritenendola più
adatta alle sue esigenze. Kurt, invece, nella sua stessa situazione,
aveva preferito la seconda, rifiutando di confrontarsi con lei per
tutti gli anni che avrebbero dovuto frequentare; in ogni caso, lei e
il suo amico avevano stretto un patto di mutuo soccorso e insieme si
erano organizzati per traslocare a New York, dove li attendeva un
futuro ricco di possibilità. Ed ora, continuando a guardarsi
intorno, non riusciva a credere di essere finalmente lì.
I suoi padri non avevano avuto nulla
in contrario al suo trasferimento a New York; in fondo, l’avevano
sempre incoraggiata e appoggiata nella sua voglia di diventare
famosa. Avrebbero sostenuto per intero tutte le spese che la ragazza
avrebbe avuto in quegli anni, facendo promettere loro che nulla
l’avrebbe distratta dal conseguire i suoi obiettivi. Infine
erano stati ben contenti di acconsentire a che lei dividesse
l’appartamento che le avevano trovato a Manhattan con il suo
caro amico Kurt: chi meglio di un ragazzo gay avrebbe potuto
vegliare sulla loro amata figlia?
Rachel si voltò di scatto,
sentendo alle sue spalle una voce aggressiva. Si ritrovò a
fissare la ragazza più bella che mai avesse visto in vita sua:
Quinn Fabray, al confronto, sembrava una sciacquetta di periferia.
Era più alta di lei (non che ci volesse molto), aveva dei
lunghissimi capelli lisci, color miele, una frangetta sbarazzina che
le copriva una parte degli occhi, di un colore verde smeraldo
brillante, lineamenti perfetti e fisico asciutto e longilineo.
Di un
po’ – la biondina puntò i suoi occhi su di lei –
ma che hai una paresi facciale?
Come
scusa? – Rachel la guardò, interdetta
E’
da prima che ridi come un ebete, guardandoti intorno
Cosa? –
la moretta la guardò confusa
Ah ..
lascia perdere – La ragazza bionda alzò le braccia in
maniera scocciata – guarda che la fila è andata avanti
da un pezzo e se tu, bella addormentata, non hai altro da fare e
puoi tranquillamente rimanere imbambolata a guardarti il panorama,
io e i ragazzi dietro di me avremmo una certa fretta
Rachel alzò lo sguardo alle
spalle della ragazza e notò una fila lunghissima, poi,
voltandosi davanti a lei, notò che la ragazza del banco
informazioni la stava fissando con disappunto. La moretta mormorò
un po’ di scuse, prese il programma e poi corse via. A distanza
di sicurezza, si fermò per riprendere fiato. Si era distratta,
causando dei problemi agli altri, ma non c’era bisogno che
quella ragazza fosse così aggressiva nei suoi confronti. Le
montò la rabbia e un forte disappunto, avrebbe avuto modo di
incontrarla nuovamente e le avrebbe dimostrato, nel solo modo che
conosceva, cioè esibendo la sua splendida voce, che Rachel
Berry non era persona da bistrattare.
Dopo una mezz’ora, passata a
studiare il programma, Rachel aveva già organizzato tutto il
suo programma di frequenza per il suo primo anno. Si recò,
così, soddisfatta, alla sua prima lezione: Danza Classica.
Aveva vinto il suo primo trofeo a tre anni, sapeva che non era la
disciplina nella quale eccelleva, ma sapeva anche di essere
abbastanza brava da poter sostenere qualsiasi ruolo da prima
ballerina le avessero offerto. Prima di entrare nella sala prove,
prese fiato, poi aprì la porta, andando a sbattere contro una
ragazza. Non fece in tempo a chiederle scusa
Rachel alzò lo sguardo,
ritrovandosi a guardare la ragazza bionda che al banco informazioni
l’aveva fatta vergognare. Tirò su le spalle, decisa
questa volta a non farsi trattare male
Scusami,
non ti avevo visto
Già,
mi sembra evidente, considerato che con il tuo passo da pachiderma
mi hai quasi rotto un piede
Non
sapevo che i tuoi piedi fossero così delicati – Rachel
sorrise, sicura
Piedi da
ballerina, cara – entrambe guardarono i piedi filiformi della
biondina e poi quelli di Rachel – certo, non come i tuoi che
sembrano quelli di una contadinozza che ha appena finito di zappare
la terra. Del resto anche il tuo abbigliamento collabora al quadro
che ho appena descritto. Ma da dove vieni?
Tutte le ragazze presenti nella sala
cominciarono a ridere, facendo arrossire la moretta. Decisamente
quella biondina le stava sulle scatole, ma non le avrebbe permesso di
avere l’ultima parola
I miei
piedi non saranno magrissimi, ma sanno fare il loro dovere.
Si? Beh,
credo che ti permettano sicuramente di coltivare patate
Che ne
dici di una sfida? – Rachel ignorò la sua battuta e
tornò a sorridere – io e te in una gara di ballo
Mmmh.
Interessante. Accetto
Se vinco
io, mi chiederai scusa e la smetterai di essere arrogante con me
D’accordo
– la ragazza sorrise sarcasticamente – ma se vinco io tu
la smetterai di andare in giro con quel sorriso ebete in faccia e mi
offrirai una cena
Vuoi che
esca con te? – Rachel la guardò, sbigottita
Ho detto
che mi offrirai una cena, non che mangerai con me!
Va bene,
accetto. Le altre ragazze saranno le giudici
Sarò
io il giudice unico – nella sala entrò quella che
doveva essere l’insegnante – sempre se siete d’accordo
Le due ragazze
annuirono e l’insegnante, dopo essersi presentata le invitò
a ballare un passo tratto dal Lago dei Cigni. Rachel, prima di
iniziare, sorrise soddisfatta: aveva avuto la parte della
protagonista nel saggio di fine anno di tre anni prima, alla scuola
di ballo di Lima. Sapeva che sarebbe stata magnifica. Cominciò
a ballare sulle note del balletto, senza mai perdere un passo e senza
distrarsi. Sapeva cosa significava essere concentrati e quanto questo
fosse importante nel balletto più di ogni altra cosa. Alla
fine della sua prestazione sfoggiò il suo sorriso più
brillante, ma gli morì in gola, notando che l’insegnante
e le altre ballerine la guardavano serie in volto. Corse al suo
posto, lasciando spazio alla sua avversaria. La sua esibizione fu
semplicemente favolosa. Vederla ballare era vedere un cigno muoversi
leggiadramente sull’acqua. Rachel spalancò la bocca,
sorpresa da tanta bravura e la tenne aperta per tutta la durata della
prova. Alla conclusione, si voltò verso l’insegnate che
sorrideva soddisfatta. Aveva perso, senza ombra di dubbio. Il suo
sorriso si spense definitivamente quando la biondina, sedendosi
accanto a lei, con tono sarcastico le ricordò la sua promessa.
Alla fine della
lezione, durante la quale tenne lo sguardo basso evitando di
incontrare lo sguardo dell’insegnante, corse via, verso la
lezione di canto. Nel suo territorio si sarebbe rinfrancata. Fu la
prima ad arrivare e così riuscì a scegliersi uno dei
posti in prima fila. Con suo grande disappunto, dopo poco, vide
entrare la biondina, che stava intrattenendo una fitta conversazione
con altre ragazze. Rachel sospirò notando che invece lei,
continuava ad essere sola. Aveva immaginato un primo giorno di scuola
completamente differente rispetto a quello che stava vivendo. La
biondina, notando la sua presenza, sorrise divertita. Tutti si
accomodarono nei posti liberi, mentre l’insegnante entrò
in sala. Non si aspettava certo di trovarsi di fronte il professor
Schuester o sua madre, ma non pensava certo che l’ambiente
sarebbe stato così rigido e formale. L’uomo invitò
tutti i suoi studenti a salire sul palco a pronunciare il proprio
nome e ad intonare una canzone di proprio gradimento. Tutti quelli
che si esibirono furono interrotti bruscamente dall’insegnate
che, non solo gli urlò contro la loro incapacità, ma li
apostrofò con epiteti poco piacevoli. Quando fu il turno di
Rachel, la ragazza prese fiato e dopo aver pronunciato il suo nome,
attaccò le prime note di Down on my Parade, uno dei suoi pezzi
preferiti. L’uomo la lasciò cantare fino alla fine, ma
quando Rachel concluse e sfoggiò uno dei suoi sorrisi,
l’insegnante, con sguardo freddo le disse:
Pensi di
essere al Festival delle celebrità, ragazzina?
No –
il sorriso di Rachel si spense nuovamente
E allora
smettila di ridere come un ebete. Torna al tuo posto
Nessun
complimento e niente elogi, Rachel si sarebbe aspettata almeno un
brava, ma l’uomo non aggiunse altro. Fu poi il turno della
biondina, che salendo sul palco pronunciò il suo nome. Si
chiamava Elisabeth, come la protagonista di Orgoglio e Pregiudizio,
pensò Rachel; poi cominciò a cantare la stessa canzone
della moretta. Rachel era incredula, mai nessuno le aveva portato un
affronto simile. Anche in questo caso, però, dovette ammettere
che la ragazza ci sapeva fare. L’insegnante non interruppe
neanche lei, lasciandola esibire fino alla fine. Poi, permettendole
di tornare al proprio posto, non aggiunse altro. Si alzò e se
ne andò. Rachel rimase sgomenta a fissare la porta, non
riuscendo a capire cosa avessero fatto di sbagliato per far fuggire
l’insegnante mezz’ora prima della conclusione della
lezione.
Il resto della
giornata, continuò stancamente sugli stessi ritmi. In quasi
tutti i corsi che aveva deciso di frequentare, anche Elisabeth aveva
palesato la sua presenza, dimostrando delle doti veramente fuori dal
comune. Inoltre, Rachel si era resa conto che in tutte quelle ore
passate lì, non era riuscita a farsi neanche un’amica/o.
Tornò al suo appartamento sconfortata e delusa: sembrava che
per lei non fosse cambiato nulla rispetto al McKnley, salvo che ora
si ritrovava a dover combattere con una ragazza che sembrava avere
perfino più talento di lei. Sospirò prima di aprire la
porta, magari Kurt l’avrebbe confortata e le avrebbe fatto
tornare il sorriso con una delle sue battute al vetriolo. Quando
entrò però notò con disappunto che il suo
coinquilino l’aveva completamente ignorata, intento come era a
baciare il suo fidanzato Blaine. Rachel si schiarì un paio di
volte la voce, prima che i due si accorgessero della sua presenza. Fu
Blaine il primo a correrle incontro per salutarla, mentre Kurt rimase
dove era, sorridendo soddisfatto.
Rachel,
che bello rivederti – Blaine l’abbracciò
energicamente
Si,
bello, anche se sono passati solo un paio di giorni – la
brunetta si liberò del suo abbraccio – come mai da
queste parti?
Sai la
grande novità? – Kurt li raggiunse, con il sorriso
stampato in volto – Blaine ha deciso di trasferirsi a New York
Ma è
favoloso! – Rachel ne fu entusiasta, un altro amico a
proteggerla – e dove andrai a vivere?
Qui! –
fu il commento di Kurt
Cosa? –
Rachel lo guardò, sorpresa – ma qui non c’e’
posto! Ci sono solo due stanze
Ci
adatteremo. Blaine tanto dormirà con me
E tuo
padre lo sa?
Non ho
bisogno del permesso di mio padre. Sono maggiorenne
C’e’
un solo bagno
Faremo i
turni
Io ho
bisogno dei miei spazi
Hai la
tua stanza
Blaine li
guardava discutere, girandosi prima verso uno e poi verso l’altro,
come se stesse guardando una partita a tennis. La cosa andò
avanti per un’altra mezz’ora, fino a quando il ragazzo,
notando che i toni si stavano decisamente alzando, decise di
intervenire
Ora
basta. Tutti e due, basta! – Sia Rachel che Kurt si voltarono
a guardarlo – sentite, se è un problema che io rimanga
qui, non fa nulla. Mi troverò una stanza da qualche parte, ce
ne saranno libere a New York.
Verrò
con te – Kurt si voltò sdegnosamente verso il
fidanzato, ignorando Rachel – voglio stare con te
Cosa?! E
vuoi lasciarmi qui da sola?
Non
siamo fidanzati, Rachel
Ma lo
hai promesso ai miei
E’
colpa tua, non mia. Io rimango se Blaine rimane
Non è
possibile vivere in tre in questo appartamento
Cerchiamone
uno più grande, allora
Sai
quanto costano gli affitti? Non posso chiedere ai miei di
sobbarcarsi altre spese
Trovati
un lavoro
In modo
da distrarmi dal mio sogno? Scordatelo
Senti,
Rachel, non è che puoi avere tutto
Io non
voglio tutto! Voglio solo che tu mantenga la promessa fatta ai miei
Chiedi
al tuo fidanzato di venirti a fare compagnia
Idiota!
Rachel
interruppe la discussione e corse in camera, sbattendo la porta.
Blaine cercò di convincere Kurt ad avere un atteggiamento meno
aggressivo nei confronti della ragazza, in fondo lei aveva ragione,
visto che non era prevista la sua presenza in quella casa, ma il suo
ragazzo non volle sentire ragioni, non aveva voglia di assecondare
uno dei soliti capricci della moretta. I due furono interrotti dalla
ragazza che, aprendo la porta della sua stanza teatralmente, ne uscì
trascinando un trolley. Blaine la guardò sgomento
Rachel
ma dove vai?
Visto
che la mia presenza non è gradita, tolgo il disturbo
No, ma
aspetta … resta … Kurt … dille di restare
La brunetta si
voltò, in attesa che il suo amico dicesse qualcosa, ma non
vedendo da lui nessun tipo di reazione, aprì la porta di casa
ed uscì. Era talmente furiosa che non si avvide del ragazzo
che stava uscendo dalla porta di fronte e così finì per
sbattere addosso a lui. Quando alzò lo sguardo per scusarsi
per l’incidente, rimase pietrificata
Rachel rimase
senza parole. Tutto avrebbe pensato, fuorchè che un giorno
sarebbe andata a vivere nello stesso edificio in cui abitava il suo
ex. Dopo le Nazionali dell’anno prima, la ragazza aveva perso
completamente di vista Jesse. Aveva provato un paio di volte a
contattarlo, per sapere se stesse bene, senza ricevere però
risposta alle sue telefonate. E ora se lo ritrovava davanti, bello
come al solito, forse anche di più (gli anni in lui sembravano
portare solo dei benefici), ma più maturo e meno sbruffone di
come se lo ricordava
Rachel, se
possibile, rimase ancora più shockata nel vedere uscire dalla
porta dell’appartamento in cui doveva abitare il suo ex
ragazzo, la biondina che l’aveva tormentata e perseguitata per
tutto il suo primo giorno alla Juliard. Elisabeth si bloccò
nel momento in cui si avvide della sua presenza e cominciò ad
osservarla con più attenzione. Nel farlo, si avvicinò a
Jesse, afferrandoli il braccio senza rendersene conto
Ciao
Rachel .. ti chiami così, giusto?
Ciao
Elisabeth
Voi due
vi conoscete? – Jesse guardò prima l’una e poi
l’altra, stupito, mentre le due ragazze annuirono
Ehi
Rachel … - Kurt comparve sulla soglia dell’appartamento,
bloccandosi alla vista delle tre persone – Jesse St. James? E
tu cosa diavolo ci fai qui?
Ci vive!
– fu la risposta secca di Elisabeth
Beth! –
Blaine, seguendo a ruota il suo ragazzo, si ritrovò ad
incontrare la sua vecchia amica
Oh mio
Dio! Blaine – Elisabeth lasciò il braccio di Jesse e
corse ad abbracciare il ragazzo di Kurt
Voi due
vi conoscete? – Kurt osservò i due, con scetticismo
Certo! –
Elisabeth si scostò leggermente da Blaine per rispondere –
lui è stato il primo ragazzo a cui ho dato un bacio
Interessante
– sul volto di Jesse comparve un sorriso sarcastico, mentre su
quello di Kurt e Rachel si formò un’espressione stupita
Questo
prima di scoprire la mia omosessualità – Blaine sorrise
imbarazzato – e comunque è successo quando avevamo 14
anni
Ma lo
sai che il primo bacio non si scorda mai – Elisabeth si
strinse di più a lui
Questo è
vero – Blaine ricambiò il gesto
Tu vivi
qui? – Elisabeth lanciò uno sguardo dentro
l’appartamento
No –
fu quella di Rachel
Si –
fu la risposta di Kurt
Beh ..
.è un po’ complicato – Blaine si grattò la
testa
Come
tutto quello che ti riguarda – la biondina cominciò a
ridere
Senti da
che pulpito – il ragazzo la guardò, sorridendo a sua
volta
Ora devi
scusarci, però. Stavamo andando al cinema e se continuiamo a
parlare con voi rischiamo di perdere l’inizio, non è
vero, tesoro?
Jesse annuì,
mentre la biondina tornò al suo fianco, ma questa volta,
invece, di accontentarsi del braccio, si strinse a lui con fare
possessivo. La biondina lanciò teatralmente un bacio in
direzione di Blaine, mentre Jesse salutò Kurt e Rachel, poi se
ne andarono senza dire altro, lasciando i due amici del McKinley due
visibilmente sconvolti.
Ciao a
tutti, l’idea di Rachel a New York, anche se vecchia, mi è
servita per introdurre il nuovo personaggio di Elisabeth: ho sempre
pensato che sarebbe stato divertente creare un personaggio femminile
che fosse talentuoso, forse anche di più, di Rachel. E se
questo nuovo personaggio avesse un legame con Jesse? Naturalmente
questa storia sarà una Rachel/Jesse, anche se Finn sarà
presente con il ruolo di fidanzato a distanza. Ancora non so come
finirà, in ogni caso, ci saranno anche Kurt e Blaine che io
trovo favolosi e altri personaggi di Glee che compariranno, forse,
nei capitoli successivi (a cominciare da Puck). Spero che vi piaccia.
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Capitolo 2 *** II - Brothers & Sisters ***
II
– Brothers and Sisters
Rachel
e Kurt rimasero seduti sul divano in silenzio per circa mezz’ora.
Blaine non aveva osato disturbarli, ma al tempo stesso aveva cercato
di attirare la loro attenzione con rumori di ogni genere.
All’ennesima caduta di un barattolo, il suo fidanzato sbottò
Ora
basta! Perché non mi hai mai parlato di questa Beth!?! La tua
prima fidanzata, il tuo primo bacio. Come diavolo hai fatto a non
dirmelo??
Ma
… - Blaine sorrise – lei non è stata una storia
seria .. .voglio dire … avanti … sono gay
E
cosa significa!?! – Kurt si alzò – lo hai detto
anche tu che allora non lo sapevi! Il primo bacio! Mi avevi detto
che il tuo primo bacio era stato con un tuo compagno di parrocchia!
Il
mio primo bacio gay …
Ridicolo
– Kurt cominciò a muoversi nervosamente
nell’appartamento – nascondermi un fatto così
importante! Hai avuto una ragazza e non mi hai detto nulla!
Ma
non è che fossimo fidanzati – Blaine rispose, mentre
Kurt si voltò, fulminandolo con lo sguardo – abbiamo
fatto il campo scuola insieme. Sai quelle gite in montagna, nei
boschi ad imparare la vita vera?
Ah
si, tu l’hai proprio imparata! – Kurt rispose
sarcasticamente – che facevate vi nascondevate dietro gli
alberi a limonare?
Su,
Kurt, non esagerare. Era l’età della scoperta sessuale
e così abbiamo voluto provare. Non è che tra noi ci
fossero dei veri sentimenti … voglio dire ci volevamo bene,
ma …
Vuoi
dire che l’amavi? E cosa altro vi siete scambiati oltre al
bacio?
Non
ho detto che l’amavo, Kurt – Blaine gli rispose offeso –
ho detto solo che le volevo bene, le voglio bene
La
ami ancora!??!
Ah,
basta! Quando vorrai parlare con me, chiamami – Blaine prese
il cappotto per uscire, ma fu congelato dalle parole di Rachel
Ma
come diavolo fai ad essere amico di quella stronza! – la
moretta si affiancò a Kurt che la guardò soddisfatto
Beth
non è una … insomma è una brava ragazza
Davvero?
– Rachel gli puntò il dito – quella mi ha
trattato male per tutto il giorno, sculettando per i corridoi della
Juliard e sfoggiando tutte le sue doti .. e non mi riferisco solo a
quelle artistiche
Beh,
di talento artistico posso assicurarti che – la voce di
Blaine si stava alterando – ne ha da vendere, questo è
fuori dubbio
Non
ha mostrato solo quello, in verità – Rachel rispose
sdegnata – e poi? Tutta quella sceneggiata con Jesse? Jesse di
qui, Jesse di lì, tesoro, amore! E’ merito mio se lei
sta con lui
Veramente?
– Kurt si voltò ad osservarla incuriosito – e
perché, se posso chiedere?
Beh,
è ovvio che dopo il mio rifiuto di tornare con lui, preso
dalla disperazione sia rimasto a New York per dimenticarmi e così,
fragile ed emotivamente provato, si sarà lasciato abbindolare
da quella sgualdrina
Beth
non è una sgualdrina – Blaine sospirò, la
conversazione stava diventando surreale
Ah
si che lo è – Kurt diede manforte alla sua amica –
prima ha sedotto te, approfittando della tua confusione sessuale …
dimmi la verità … ha tentato di rubare le tue virtù,
vero? Poi magari, non contenta, si è avvinghiata a Jesse,
approfittando della sua debolezza emotiva
Adesso
basta! – Blaine cominciava ad essere stufo dei drammi di quei
due – punto primo, io ero consenziente
Perché
eri ingenuo
Affatto!
– Blaine si avvicinò a Kurt – sapevo bene quello
che facevo e ti dirò di più … non ci siamo
limitati ad un bacio .. ce ne siamo dati molti altri, in realtà
ed inoltre abbiamo esplorato anche altri aspetti del sesso
Che
vuoi dire? – Kurt spalancò gli occhi
Punto
secondo – Blaine lo ignorò, voltandosi verso Rachel –
non può aver sedotto Jesse
Come
fai a dirlo? – Rachel lo guardò indignata
Semplicemente
perché Jesse St. James è suo fratello – Blaine
sospirò
Fra
… tello? – Rachel rimase sorpresa
Si,
fratello – Blaine indossò il soprabito – mi
aspettavo di meglio da voi due, comunque. Ora me ne vado. Ne
riparliamo domani
Senza
permettere a nessuno dei due di fermarlo, il ragazzo guadagnò
la porta, dileguandosi velocemente. Kurt rimase con il dubbio che il
suo fidanzato potesse aver avuto la sua prima esperienza sessuale con
una donna, cosa che lui non avrebbe mai potuto digerire fino in
fondo, mentre Rachel rimase allibita nello scoprire che quella strega
fosse la sorella del suo ex; presa da un vortice di sensazioni ed
emozioni, la ragazza crollò sul divano, incapace di dare un
senso ai suoi sentimenti: provava stupore nell’aver rivisto
Jesse, fastidio nello scoprire che proprio la ragazza che le aveva
fatto passare una giornata d’inferno fosse la sorella del suo
ex fidanzato, disagio nel sapere che lui era il loro vicino. Lo
squillo del telefono interruppe i suoi pensieri.
Ehi
Rachel
Finn
– la ragazza rimase sorpresa – perché mi hai
telefonato?
Come
perché?! – la voce del ragazzo manifestò
confusione – non è quello che fanno di solito i
fidanzati con le proprie ragazze?
Si,
si – Rachel tentò di riprendersi dal vortice di
emozioni – hai ragione, scusami è che ho appena avuto
una discussione con Blaine
Blaine?
Che strano. Avrei pensato che tu e Kurt sareste venuti alle mani
presto o tardi, ma mai avrei creduto che potessi litigare con il suo
dolce fidanzato
Già.
Diciamo che è stato uno scontro a tre. Anche Kurt ha litigato
con lui
Come
mai?
Per
via di una ragazza
Kurt
e Blaine hanno litigato .. per una ragazza? Scherzi?
No.
Sembra che il nostro fringuello abbia avuto una storia con questa
ragazza prima che scoprisse di essere omosessuale
E
voi come avete fatto a saperlo?
Beh,
la ragazza in questione abita alla porta accanto
Figo
Mi
stai prendendo in giro?
Beh,
insomma voglio dire, quante probabilità uno può avere
di essere dirimpettaio di una sua ex?
Più
di quante immagini – Rachel sussurrò tra se e se
Che
vuoi dire?
Ahm
….
Ma
poi tu perché hai litigato con Blaine? Non dirmi che ti sei
messa in mezzo come al tuo solito
Il
fatto è che – Rachel contò fino a dieci per non
rispondere al commento del fidanzato – la ragazza in questione
frequenta la Juliard e per tutto il giorno è stata dispettosa
e fastidiosa con me.
E
per questo ti sei arrabbiata con Blaine? Perché una sua ex è
stata antipatica con te?
Più
o meno
Santo
cielo, Rachel, quando la smetterai di far girare tutto il mondo
intorno a te?
Cosa?
– la brunetta alzò la voce
Non
gridare, per favore, non volevo offenderti
Beh,
lo hai fatto!
Mi
farò perdonare, te lo prometto
Quando
vieni a New York?
Appena
avrò i soldi per comprare i biglietti e per portarti fuori a
cena
Non
mi importa nulla della cena. – Rachel sospirò - mi
manchi, Finn
Anche
tu Rachel, ma non voglio venire da te senza poterti portare fuori
Va
bene – la ragazza sorrise – come va il lavoro?
Bene
– la voce del ragazzo suonò entusiasta – il padre
di Kurt mi tratta bene. Sai poi la novità? Ha assunto
Brittany come segretaria
Brittany?
– Rachel rispose perplessa – la nostra Brittany?
So
quello che pensi, tesoro, ma posso assicurarti che con i conti è
un vero asso. Non ne sbaglia uno
Se
me lo dici ci credo. E gli altri come stanno?
Uhm
… bene
Perché
sei così titubante?
No,
niente
Finn
Niente,
Rachel, niente. Ora devo andare. Mi manchi
Anche
tu
Ci
sentiamo presto
Si
Quando
Rachel attaccò, si sentì un po’ in colpa per non
aver detto nulla al suo fidanzato di Jesse. Finn aveva manifestato
sempre un certo astio nei confronti del suo ex, pertanto la ragazza
aveva valutato poco opportuno comunicargli per telefono che ora era
diventato il suo vicino di casa, pensando che avrebbe potuto
dirglielo quando si fossero incontrati, con calma, permettendogli,
così di accusare il colpo. Ma era solo quello il motivo?
Vedere Jesse, abbracciato a quella biondina, le aveva dato un certo
fastidio, ma probabilmente il tutto dipendeva dal fatto che la
biondina in questione fosse proprio quella odiosa ragazza. In fin dei
conti erano ormai due anni che aveva smesso di pensare a Jesse St.
James. Rachel sorrise: quella doveva essere la spiegazione e non
potevano essercene altre.
Nei
giorni successivi Kurt fece molta fatica a convincere Blaine del
fatto che il suo comportamento fosse dettato solo da una stupida e
insana gelosia. Il fidanzato accettò, infine, di perdonarlo
solo in cambio dell’organizzazione di una splendida cena in
onore della sua amica Beth. E cosi’ Kurt si vide costretto ad
organizzare una serata per la biondina e costrinse Rachel a portarle
l’invito, in virtù della sua conoscenza passata con il
fratello. La moretta in tutti i giorni passati dal momento in cui
aveva scoperto che Jesse viveva nell’appartamento accanto al
suo, uscendo dalla porta, aveva costantemente volto il suo sguardo
verso quella del ragazzo, senza, però, riuscirlo ad
incontrare. Sembrava che fosse diventato un fantasma; anche sua
sorella non l’aveva mai incontrata nell’edificio, ma
l’aveva vista, purtroppo, nella scuola che frequentavano
insieme. Invero tutti i corsi che Rachel aveva scelto, erano stati
scelti anche da Elisabeth. Le due ragazze non si erano più
rivolte la parola da quella sera, non che le cose prima fossero
andate bene, ma sembrava che dal momento in cui la biondina aveva
scoperto che Rachel conosceva suo fratello, l’avesse cancellata
dalla faccia della terra. Fu così che un giorno, la moretta,
asfissiata dalle continue richieste di Kurt di presentare il suo
invito, presa dalla rabbia, uscì dall’appartamento e
bussò alla porta di quella accanto al loro. Fu Jesse ad
aprirla. Il ragazzo rimase sorpreso nel vedere la sua ex –ragazza
sorridergli:
Rachel?
Ciao
Jesse, avrei bisogno di parlare con … Elisabeth
Sta
facendo la doccia – il ragazzo la guardò sorpreso
Non
voglio disturbare
Entra,
avanti, non vorrai aspettare qui fuori che finisca. Sai, potrebbe
impiegarci molto tempo
Ok
Rachel
entrò e rimase stupita dalla casa. L’appartamento era
all’incirca grande come il loro, ma il modo in cui era stato
arredato era più sofisticato e funzionale rispetto al loro ed
era più bello ed accogliente. Jesse la invitò a
sedersi sul divano, domandandole se gradiva qualcosa da bere. Rachel
accettò un caffè e rimase in silenzio ad osservarlo
mentre glielo preparava. In quei due anni, Jesse sembrava essere
diventato più uomo. La sua bellezza era rimasta inalterata, ma
il suo volto era diventato più maturo, e la sua postura ancora
più sicura, ma nonostante tutto, la sua espressione ribelle
era rimasta inalterata. Il ragazzo le porse la tazza e si sedette
nella poltrona accanto al divano.
Non
voglio disturbarti o distrarti da quello che stavi facendo
Oh,
non preoccuparti, non stavo facendo nulla di particolare – i
due rimasero in silenzio a fissarsi per un po’, poi, il
ragazzo gli domandò a bruciapelo – e così ora
vivi a New York?
Già
– Rachel sorrise – lo avevo detto che alla fine della
scuola sarei venuta
Si,
lo avevi detto – Jesse sorrise e la ragazza si sentì
nuovamente come una sedicenne
E
tu? Come mai qui?
Il
ragazzo non ebbe il tempo di rispondere, perché nella stanza
entrò Elisabeth con indosso il solo asciugamano che le
ricopriva la parte centrale del corpo, lasciandole scoperte le gambe
che la moretta dovette constatare essere perfette. La biondina rimase
stupita di trovarsi in casa Rachel, mentre lei si morse nervosamente
il labbro pensando a quanto fosse bella la sorella di Jesse, anche
senza trucco.
Che
cosa vuoi Berry da mio fratello? – il suo tono si fece
aggressivo
Veramente,
Lizie – Jesse si alzò e le sorrise – è
venuta per te
Per
me? - Elisabeht rimase sorpresa
Ecco,
in realtà – anche Rachel si alzò – sono
qui per conto di Kurt che, in virtù della tua amicizia con
Blaine, avrebbe il piacere di invitarti a cena, in modo da poter
fare la tua conoscenza
Davvero?
– la ragazza sorrise – magari è stato Blaine ad
obbligarlo?
No
– Rachel fece la faccia sdegnata e Jesse sorrise
sarcasticamente – perché ridi?
Per
quanto tu sia una brava attrice – il ragazzo la fissò,
facendole venire un brivido – per me resterai sempre un libro
aperto
Che
vuoi dire?
Devi
sapere che – Jesse, dopo essersi avvicinato, le sussurrò
in un orecchio - quando menti ti mordicchi il labbro inferiore
Cosa?
– Rachel rimase stupita, nessuno le aveva mai svelato questo
dettaglio del suo modo inconscio di agire
In
ogni caso, Lizie, qualsiasi sia il motivo del suo invito, credo che
dovresti accettare – Jesse si avvicinò alla sorella,
dandole un bacio sulla guancia – primo perché è
sempre scortese rifiutare un invito e secondo perché faresti
contento il tuo caro amico Blaine
Jesse
si allontanò, dirigendosi verso quella che Rachel intuì
essere la sua stanza, lasciando le ragazze da sole a fronteggiarsi.
Le due si fissarono per un po’, poi la biondina interruppe il
silenzio
Tu
non mi piaci, Berry e non mi piacerai mai
Perché
– Rachel si stupì di quell’affermazione diretta
Me
lo chiedi anche?
Ha
qualcosa a che fare con il fatto che posseggo una voce più
bella della tua?
La
voce? – la bionda sorrise – la voce non ti porta ad
essere una performer migliore di me, ricordatelo. In ogni caso non è
per quello
E
allora che cosa è? – Rachel non si sentiva a suo agio
in quella conversazione
Tu
hai spezzato il cuore a mio fratello. Per questo non ti perdonerò
mai
Veramente
– Rachel sorrise tristemente – è lui che lo ha
spezzato a me, ma forse la sua versione dei fatti non combacia con
la realtà
Conosco
la storia – Elisabeth la interruppe bruscamente – non mi
ha mia nascosto nulla e mi spiace doverti correggere, mia cara. O
vuoi forse dirmi che quella stupida esibizione con i tuoi ex in
quello stupido video avrebbe dovuto riempirlo di gioia?
Io
… - la moretta la guardò confusa – era solo un
video … non immaginavo di offenderlo
Raccontala
ad un’altra – Elisabeth si era avvicinata a lei
velocemente – puoi sfoggiare quei tuoi occhioni da cerbiatta e
quella tua finta area ingenua con gli altri, io non ci casco. Ho
capito chi sei e sappi che renderò la tua vita un inferno.
Alla fine mi implorerai di pagarti il biglietto aereo per tornare a
casa.
Cosa?
– Rachel si impressionò, lo sguardo della bionda non le
dava la minima tranquillità
In
ogni caso dì al tuo amico che accetto l’invito e digli
che porterò qualcuno, cioè mio fratello. Ora vattene
da questa casa.
Elisabeth
si voltò e si diresse verso la sua stanza, lasciando Rachel
sola e confusa. Nella sua adolescenza aveva dovuto confrontarsi
spesso con ragazza così: Santana, Quinn e altre le avevano
reso la vita un inferno: aveva sperato di essersi lasciate queste
cose alle spalle, sbagliando. Guardandosi intorno, si soffermò
ad osservare i libri e gli oggetti disseminati nella casa. Quelle
mura parlavo di Jesse, ogni angolo sapeva di lui. Elisabeth le aveva
rinfacciato il fatto di aver spezzato il cuore di suo fratello,
eppure la moretta non lo aveva fatto con intenzione, se quello che
aveva detto era vero; semmai era lui che aveva giocato con i suoi
sentimenti, calpestando il suo cuore: Jesse, infatti, aveva sempre
mentito sulla loro relazione. La loro non era una storia vera e tutto
era accaduto per volontà di Shelby; non che non avesse creduto
alle sue scuse e alla sua volontà di rimediare; inoltre sapeva
che, anche se involontariamente, alla fine il ragazzo si era
veramente innamorato di lei: ma questo non cambiava i fatti. Sospirò
e decise di uscire dall’appartamento e di rifugiarsi nel suo.
Una volta entrata, corse ad abbracciare Kurt che, visibilmente
sconvolto, la lasciò fare. Poi, prima di rifugiarsi nella sua
stanza gli disse sorridendo che le avrebbe fatto veramente molto
piacere se Blaine fosse andato a vivere con loro.
Ciao
a tutti, dopo ferragosto eccovi un aggiornamento. E così ecco
svelato il motivo per cui Elisabeth convive con Jesse …
semplicemente perché sono fratelli … sorpresi? E
Blaine? Che tipo di relazione ha avuto con la ragazza? Come avete
visto, anche Finn sarà presente in questa storia, però
più come fidanzato a distanza. E ora?
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Capitolo 3 *** III - Dinner with Friends? ***
III
– Dinner
with Friends?
Kurt
stava girando per casa, nervosamente, da circa un’ora. Quella
sera si sarebbe svolta la cena che, per volontà del suo
fidanzato, aveva dovuto organizzare per Elisabeth St. Berry. In lui
fremeva il desiderio di voler dimostrare a Blaine e soprattutto alla
sciacquetta in questione, che era lui il fidanzato più adatto
per il moretto dagli occhi azzurri. Rachel lo aveva preso in giro per
ore, facendogli notare che il suo atteggiamento isterico non poteva
dipendere da una ragazza: era vero, Elisabeth era stata la prima
ragazza di Blaine, ma lui era gay, perciò, secondo la sua
amica, non avrebbe dovuto minimamente calcolarla. Eppure in Kurt, da
quando aveva scoperto la cosa, si era formato un magone alla bocca
dello stomaco: perché il suo amato Blaine non gli aveva mai
parlato di lei? Forse non era rilevante quell’episodio nella
sua vita gay? Oppure lei era stata talmente importante da non voler
condividere quell’evento con lui? In ogni caso, Blaine, nei
giorni precedenti si era rifiutato categoricamente di raccontargli
l’intera storia, adducendo come scusa il fatto che lui ne fosse
ossessionato. Quella serata sarebbe stata perfetta, Kurt se lo era
ripromesso e avrebbe fatto in modo che tutto sarebbe andato come
stabilito.
Quella
mattina si era svegliato presto ed era corso fuori casa, in giro per
le strade di New York, a cercare il cibo più pregiato. Voleva
realizzare la cena più squisita della sua vita. Certo, lui non
era mai stato un grande cuoco, ma in fondo, tutti i programmi di
cucina che aveva visto nella sua adolescenza, a qualcosa dovevano pur
essere serviti. Voleva organizzare una cena in stile Il Pranzo di
Babette e come nel libro di Karen Blixen, avrebbe portato i
commensali a provare un piacere immenso e destabilizzante per tutto
ciò che avrebbe preparato. E cosa meglio della cucina italiana
permetteva il raggiungimento del suo obiettivo? Aveva deciso ed
organizzato il suo menù alla perfezione. Come antipasto
avrebbe offerto una selezione di salumi italiani e l’immancabile
mozzarella di bufala. Poi sarebbe passato alla Pasta alla Carbonara,
come primo e al pollo al forno con patate, come secondo. Certo,
quest’ultimo sapeva poco di italiano, ma ragionandoci sopra,
aveva concluso che il palato dei suoi ospiti americani non avrebbe
potuto comprendere a pieno le delizie dei veri secondi italiani.
Infine avrebbe servito una macedonia di frutta e un dolce comprato
nella pasticceria “Lisa e Lisa”: lo avrebbe preparato
volentieri con le sue mani, ma era negato per le torte. Con le buste
colme, tornò nel suo appartamento e cominciò i
preparativi. Era riuscito a buttare fuori di casa sia Blaine che
Rachel, nonostante i due si fossero offerti di aiutarlo; voleva poter
arrivare a dire di aver fatto tutto da solo. Posò la torta sul
tavolo e tirò fuori dalle buste gli affettati, mettendoli poi,
dentro il frigo, mentre la mozzarella la lasciò sul bancone.
Infine, dopo aver poggiato la pasta e gli ingredienti per fare la
carbonara, si dedicò alla preparazione del pollo, che avrebbe
cotto in seguito con le patate. Una volta effettuati i primi
preparativi, si dedicò alla scelta delle vettovaglie. Voleva
che la tavola fosse elegante, ma che avesse anche un tocco di
glamour. Si era fatto realizzare dal suo fioraio di fiducia un
bellissimo centro tavola che gli avrebbero consegnato di li ad un’ora
e si era fatto stirare la tovaglia, che sua madre gli aveva
confezionato anni prima, dalla tintoria sotto casa. Dopo aver
apparecchiato perfettamente, mettendo le posate e i bicchieri nel
punto giusto, sentì suonare alla porta. Infastidito per il
contrattempo, andò ad aprire, per ritrovarsi un Noah Puckerman
sorridente sull’uscio
Ciao
Kurt, sono così felice di vederti
Cosa
diavolo ci fai qui?
Come
cosa ci faccio? – Puck lo guardò smarrito – Finn
non ti ha detto che venivo?
Si,
ma non mi ha specificato quando
Beh
– Noah si guardò intorno – vista la situazione,
diciamo che avevo una certa urgenza di andarmene da Lima
Ah
già – Kurt sospirò – si Finn mi ha
raccontato cosa hai combinato
Shhhh!
– Puck si acquattò guardingo – non urlare .. lei
potrebbe scoprirmi?
Hai
voglia di scherzare? – Kurt alzò un sopraciglio –
è a Lima, lontana anni luce da qui, come potrebbe sentirti?
Lei
ha orecchie ovunque – Puck tentò di ricomporsi, sotto
lo sguardo perplesso di Kurt – comunque che dici? Mi fai
entrare?
Il
ragazzo, controvoglia, fece entrare l’amico, che, trascinandosi
dietro una sorta di baule, fece il suo ingresso trionfante
nell’appartamento. Si guardò intorno e poi si voltò
sconvolto verso Kurt
Ehi,
ma questo è un buco!
Vedi
di non offendere – Kurt lo guardò sdegnato – per
gli standard di New York è fin troppo grande
Va
bene, va bene. Dimmi solo dove posso sistemare le mie cose
Fuori
dalla finestra? – Puck lo guardò smarrito –
senti, Noah. Il fatto è che qui ci sono solo due stanze, una
per Rachel e una per me e Blaine
Anche
Blaine vive qui?
Si
Ma
Finn non me lo ha detto
Finn
ancora non lo sa e ti prego di non dirglielo
Pensi
che sia geloso? – Puck ammiccò
Non
dire stupidaggini. Devo trovare il modo di dirlo a mio padre e non
voglio che sia lui a farlo
Ah,
ok .. ok .. allora dormirò nella stanza di Berry – sul
suo volto si formò un sorriso strano
Così
domani Finn prenderà il primo volo da Lima solo per ucciderti
– Kurt sorrise maleficamente – o meglio ancora .. dirà
a lei che sei qui
E
allora dove dormo? – Puck lo guardò arrabbiato
Ci
sto ancora lavorando
Senti
.. ma come mai la tavola è apparecchiata in quel modo?
Aspetti William e Kate a cena?
Spiritoso
… no .. però aspetto ospiti …
Chi
sono?
Una
tua vecchia conoscenza – Kurt sorrise furbescamente
Una
mia vecchia conoscenza? – Puck si fece pensoso – ma di
chi diavolo stai parlando?
In
realtà è l’accompagnatore dell’ospite che
ho invitato ed è un puro caso che venga anche lui
Quindi
è un uomo, ma chi è? – Puck lo guardò
confuso – e chi è l’ospite?
Sua
sorella
La
sorella di chi? E perché hai invitato la sorella di questa
mia conoscenza ?
Perché,
fatalità, è stata la prima ragazza del mio fidanzato
Co
… - Puck spalancò la bocca e cominciò a
boccheggiare – ma .. ma Bl-Blaine non era g-g-gay?
Si
– Kurt sospirò – senti, ora non ho tempo. Devo
preparare. Fammi il favore di far sparire questo baule …
mettilo dentro lo sgabuzzino lì dietro e poi sparisci anche
tu … vatti a fare un giro
Puck
seppur perplesso, fece quanto richiesto da Kurt, in fondo lui era un
ospite e non voleva rovinare la sua serata. Purtroppo, però,
mentre stava tentando di far entrare il baule nel poco spazio rimasto
all’interno dello sgabuzzino, Kurt ebbe l’infelice idea
di spostare la torta dalla tavola in cuicna, passando vicino a Puck.
In quel preciso momento al ragazzo scivolò il baule che centrò
in pieno il povero Kurt, mettendolo Ko.
Il
ragazzo riaprì gli occhi in stato confusionale, ritrovandosi
sul suo letto con una pezza bagnata in testa e con accanto il suo
adorato Blaine. Tentò di tirarsi su, nonostante il forte mal
di testa
Cosa
è successo?
Finalmente
hai ripreso conoscenza – Blaine gli sorrise
Si,
ma cosa è successo?
Beh,
da quello che ho capito, Noah involontariamente ti ha steso con il
suo baule
Siii
.. ora ricordo – Kurt rimase sgomento – ma quanto sono
rimasto svenuto?
Tre
ore
COSA??!!
– Kurt cominciò ad agitarsi – o mio Dio, la cena
.. la cena .. devo andare .. non farò mai in tempo
Kurt,
calmati – Blaine tentò di bloccarlo
Ehi,
amico, tranquillo – Puck, entrato in quel momento, aiutò
il ragazzo a calmare il fidanzato – ho pensato a tutto io
COSA???
Si,
ho visto quello che volevi preparare, avevi lasciato le ricette sul
tavolo e così ho pensato di farlo io per te
Tu
sai cucinare? – Kurt lo guardò sempre più
sconvolto
Certo,
amico … in un certo senso
Che
vuol dire “in un certo senso”?
Ti
ho detto di stare tranquillo. Mia nonna era italiana
Ma
la tua famiglia non è ebrea? – Blaine lo guardò
perplesso
Appunto
.. italiana ebrea .. non è che le due cose si escludano,
puffetta – Puck gli fece l’occhiolino e Blaine decise di
ignorare il nomignolo affibbiatogli dal ragazzo, non aveva nessuna
voglia di innervosire ancora di più il suo ragazzo
Io
…. devo vedere quello che hai combinato
Troppo
tardi, sono arrivati gli ospiti
Il
campanello suonò, rendendo Kurt, se possibile, ancora più
agitato. Blaine andò ad aprire la porta e Puck si recò
in cucina per finire i preparativi. Il ragazzo, rimasto solo, valutò
l’idea di avere una crisi isterica, ma poi considerò che
non sarebbe cambiato nulla e così decise di alzarsi e
vestirsi. Avrebbe cercato di rendersi il più presentabile
possibile, in modo da rimediare al sicuro pasticcio in cucina. Nel
frattempo Blaine, diede un benvenuto caloroso alla sua amica
Elisabeth: erano anni che non si vedevano; dopo averne passati due
della loro vita sempre insieme, con la consapevolezza della sua
omosessualità e le conseguenze che Elisabeth aveva dovuto
affrontare dopo quell’orribile notte, le loro strade si erano
lentamente, ma inesorabilmente, divise. Era contento di averla
rincontrata ed ora era intenzionato a non perderla più di
vista: averla intorno l’aveva sempre reso felice.
La
ragazza si discostò da lui e sorrise amabilmente:
Grazie
per l’invito, Blaine. Mi ha fatto veramente molto felice
E’
stato Kurt a …
D’accordo,
se vuoi che io pensi che sia stato il tuo boyfriend ad invitarmi, va
bene, allora dirò grazie a Kurt .. .a proposito dove si
trova?
Si
sta preparando – Blaine sorrise – ora arriva
Volevo
dirti che Jesse vi ringrazia per l’invito
Ma
non verrà … è per via di Rachel?
Come
al solito non mi fai mai finire di parlare – Elisabeth alzò
un sopracciglio - … veramente stavo per dirti che purtroppo
ha un altro impegno per cui non potrà essere qui per cena, ma
ha promesso che verrà più tardi e porterà il
dolce
Non
ce ne era bisogno … Kurt ha pensato anche a quello
Ma
che carino … è proprio un ragazzo da sposare allora! –
Il sopracciglio di Elisabeth era rimasto alzato e il suo sorriso era
diventato sarcastico
Smettila
di prenderlo in giro
Ma
io dico sul serio!!
Si
va bene va bene
Blaine
scoppiò a ridere e l’abbracciò nuovamente. In
quel momento, nella stanza entrò Puck che, alla vista della
ragazza, rimase folgorato: in vita sua non aveva mai visto nulla di
così meraviglioso. Perfino Quinn Fabray al suo confronto
sembrava la strega Grimilde. Cercò di darsi un contegno e di
mettere sul viso il suo sguardo più seducente e poi, con passo
deciso, si avvicinò ai due.
Ehi
… – pronunciò quel monosillabo alla stessa
maniera di Fonzie, il figo di Happy Days, ma né Blaine, né
tantomeno la biondina si accorsero di lui – Ehi!
Puck
pronunciò il secondo Ehi con tono più deciso , nessuno
poteva ignorare Noah Puckerman, Blaine si voltò meravigliato,
mentre Elisabeth dopo essersi accorta di lui, lo guardò
intensamente: in quello sguardo erano racchiuse le operazione di
valutazione che la biondina stava effettuando sul ragazzo dagli occhi
azzurri. Alla conclusione, decise che quel tipo non avrebbe mai
potuto reggere il confronto con suo fratello Jesse, suo personale
metro di paragone per giudicare i ragazzi. Decise così di
rendersi indifferente e se quel ragazzo le avesse rotto le scatole si
sarebbe resa addirittura antipatica.
Insomma
Blaine, non vuoi presentarmi alla tua amica?
Certo
– il ragazzo di Kurt sorrise – lei è la mia
carissima amica Elisabeth.
Elisabeth?
– Puck rimase colpito da quel nome che gli riportava alla
mente una parte importante della sua vita
Si
– il ragazzo annuì – e Beth … lui è
Noah Puckerman, un amico di Kurt e Rachel
Noah?
– la biondina realizzò di aver già sentito quel
nome – Puckman?
No
– Puck sorrise affabilmente – il mio cognome è
Puckerman … ma tu puoi chiamarmi Puck
Che
ne dici invece se ti chiamo Nip?
Nip?
– Puck rimase sorpreso
Già
– la ragazza sorrise amabilmente – come Nip&Tuck
Noah
non ne fu contento. Dal modo di comportarsi sembrava che non gli
fosse simpatico; non era tanto nel tono di voce che usava, gentile e
affabile, ma i gesti erano scostanti e poi quel sopranome, legato ad
un telefilm assurdo, proprio non gli andava giù. Elisabeth dal
canto suo, finalmente, si era ricordata chi fosse quel tizio. Suo
fratello aveva pronunciato quel nome quando le aveva raccontato la
storia assurda del video Run Joey Run di Rachel: lui era uno dei suo
ex ragazzi. In quanto ex di Rachel, la bionda non poteva che trovarlo
antipatico. Per fortuna a smorzare la tensione che si era creata tra
i due, arrivò Kurt che, vestito in maniera sofisticata e
glamour, entrò come una diva nella stanza.
Ciao
Elisabeth – si accostò alla ragazza, porgendole
distrattamente la mano – grazie per aver accettato il mio
invito. Sei uno splendore
Grazie
Kurt – la ragazza sorrise falsamente – anche tu sei
favoloso
Grazie,
cara – si diedero un bacio sulla guancia – e Jesse? Come
mai non è qui?
Jesse?
– Puck rimase stupito – chi è Jesse? Non mi dire
che è … quel Jesse!
Si,
Puck – Kurt lo guardò distrattamente – è
quel Jesse
Jesse
St. James? L’ex di Rachel? – Noah si voltò a
guardare la biondina con gli occhi spalancati Perchè lei lo
conosce?
Jesse
è mio fratello – la ragazza rispose senza guardarlo
negli occhi, continuando a sorridere a Kurt – ho già
detto a Blaine che si scusa ma arriverà in ritardo per via di
un impegno pregresso. Per farsi perdonare, comunque, mi ha detto di
dirvi che porterà un dolce favoloso
Kurt
si voltò versò Puck e lo fulminò con lo sguardo.
Se non fosse stato per il suo amico, anche lui avrebbe potuto
sfoggiare un dolce fantastico ed invece gli sarebbe toccato mangiare
quello di Jesse. Si ricompose prontamente e senza dare modo a Noah di
dire nulla, invitò tutti a sedersi per la cena. La ragazza si
complimentò con lui per il modo in cui aveva sistemato la
tavola. Nell’appartamento entrò come una furia Rachel
che, pronunciando delle generiche parole di scusa, senza, però,
porre attenzione agli ospiti, scappò in camera. Kurt, in quel
momento, si stava lamentando del fatto che sulla sua tavola era
assente lo splendido centro tavola che aveva fatto preparare
personalmente al fioraio della Quinta avenue e che probabilmente, per
un contrattempo, non gli era stato ancora consegnato
Strano
– Elisabeth lo guardò sorridendo – io so che quel
fioraio è molto puntuale nelle consegne
Non
so che dirti – Kurt la guardò di sottecchi, mentre
Blaine sospirò – io l’ho ordinato
Che
cos’è un centrotavola? – Kurt ed Elisabeth si
voltarono verso Puck e lo guardarono come se venisse da martedì
E’
una decorazione che va al centro della tavola, come dice il nome
stesso e serve per arricchirla esteticamente – rispose Blaine
Si,
ma come è fatto?
Può
essere di tipi differenti, quello mio era composto da rose gialle,
simbolo di eleganza e margherite bianche, che dovevano rappresentare
la semplicità – Kurt lo guardò con sospetto –
ma perché me lo domandi?
Puck
non fece in tempo rispondere, perché dalla camera uscì
Rachel, radiosa e sorridente, con in mano un mazzo di rose gialle e
margherite
Che
meraviglia questi fiori! Finn, però non doveva spendere tutti
questi soldi
Ehm
… non è stato Finn a mandarteli – Puck rispose
imbarazzato
Cosa?
– Rachel si voltò e rimase shockata nel trovarsi
davanti quel ragazzo – Noah? Ma cosa ci fai qui? E come fai a
sapere che non è stato Finn
Perché
te li ha regalati lui – Elisabeth sorrise sarcasticamente –
non è vero Nip?
Cosa?
– Rachel guardò prima lei e poi lui, sempre più
stupita, mentre Puck fece una smorfia sentendosi chiamare così
– e perché lo chiami Nip?
Quelle
non sono le rose che ti ha regalato Puck … quelle sono le
rose del mio centro tavola – Kurt stava assumendo un colorito
violaceo, mentre cominciava a domandarsi perché diavolo
avesse aperto quella maledetta porta quel pomeriggio
Il
tuo centrotavola? Ma cosa …
Forse
è il caso di cominciare a mangiare - Blaine si alzò
velocemente, nel tentativo di recuperare la situazione, che stava
prendendo una brutta piega – che ne dici Kurt, mi accompagni?
Kurt,
di malavoglia, si alzò e seguì il suo ragazzo in
cucina, mentre Rachel, ancora confusa si sedette a tavola, sotto lo
sguardo di Elisabeth e Puck, che si stavano guardando in modo
curioso. La prima si domandava se quello di fronte a lui fosse
veramente così stupido o se stesse semplicemente interpretando
una parte, mentre il ragazzo stava considerando che tutto sommato
quella ragazza, pur essendo una Dea della Bellezza, doveva essere una
della peggiore specie ed inoltre, avere come fratello Jesse St.
James, non l’aiutava a rendersi più simpatica ai suoi
occhi. Blaine e Kurt rientrarono in sala con gli antipasti. Kurt
sorrise, mente posò i piatti coperti che Puck aveva preparato,
seguendo le sue indicazioni scritte: non aveva voluto guardare,
convinto che, in fondo, non doveva essere stato difficile preparare
un piatto di prosciutto, mozzarella e fichi. Con suo grande orrore,
però, quando tolse i coperti, si rese conto che Noah non era
in grado neanche di preparare le cose basilari della buona cucina. Il
prosciutto era stato sminuzzato e privato di tutto il grasso che
invece lo caratterizzava nel sapore, la mozzarella era stata frullata
e i fichi erano stati spappolati. Si mise le mani sulla testa per
impedirsi di avere una crisi isterica. Mentre Elisabeth e Blaine
rimasero interdetti a guardare il piatto e Rachel guardò
inorridita Kurt, Puck cominciò a mangiare. Poi, quando si
accorse che tutti lo stavano fissando, esclamò
Beh!
Perché non mangiate? Siete tutti a dieta?
Perché
hai sbriciolato il prosciutto? – Kurt non gli permise di
rispondere – perché hai frullato la mozzarella? E’
un delitto frullare una mozzarella di Bufala! E poi i Fichi!!!
Vieni
Kurt
Blaine
afferrò il fidanzato e lo trascinò in cucina. I tre
ragazzi, rimasti a tavola, si guardarono imbarazzati. Alla fine
Elisabeth domandò distrattamente
Quindi
sei tu ad aver preparato gli antipasti?
Si
– rispose Puck
E
come mai?
Beh
.. .Kurt ha avuto un malore e così gli ho dato una mano
Un
malore? – Rachel domandò preoccupata, mentre la bionda
la guardò incuriosita
Si,
ma nulla di grave, Rachel, tranquilla
Sei
sicuro? – la moretta lo guardò con apprensione, mentre
Elisabeth sorrise sarcasticamente – perché sorridi?
A
guardarti sembri veramente preoccupata. Come attrice non sei
malaccio
Io
sono veramente preoccupata per Kurt, non sto recitando –
Rachel rispose sorpresa
Ma
non mi far ridere! – Elisabeth si alzò – a te non
frega niente di nessuno se non di Rachel Berry
Non
è vero!
Sei
senza cuore!
Tu
non mi conosci
E
non intendo conoscerti! Mi basta vedere come ti comporti con i tuoi
amici!
D’accordo,
ora basta – Puck tentò di sedare la discussione –
Rachel non è male come amica
Veramente?
– Elisabeth sorrise – immagino allora che lei sapesse
del tuo arrivo. Gli amici non si tengono mai all’oscuro,
giusto?
Io
… - Puck guardò Rachel che ansiosamente rispose al suo
sguardo – non è così semplice
E
cosa c’e’ di complicato nel fare una telefonata ad
un’amica di cui ci si fida per dirle che presto verrai a New
York?
Beh
… la mia venuta è stata improvvisa
Allora
nessuno sapeva del tuo arrivo? – Elisabeth si avvicinò
a lui – vuoi dire che ti sei presentato senza dire niente a
nessuno? Ecco perché il povero Kurt è così
sconvolto
Kurt
lo sapeva – Puck si alzò
L’hai
detto a Kurt ma non a Rachel?
Finn
lo ha detto a Kurt. Io l’ho detto a Finn
Finn?
– Elisabeth e Rachel domandarono all’unisono, poi fu
Rachel a proseguire – Finn lo sapeva del tuo arrivo e lo ha
detto a Kurt e non a me?
Chi
è Finn? – Elisabeth domandò, ma poi, come se
fosse stata folgorata, si ricordò di quel nome – certo,
Finn il ragazzo che Rachel ha preferito a mio fratello. Ah ah ah …
e così neanche il tuo ragazzo si fida di te?
Rachel
guardò sgomenta prima Puck, che borbottò qualche parola
confusa e poi Elisabeth,la quale sorrise angelicamente. Poi,
sopraffatta dalle emozioni, scappò. Non riusciva a credere che
i suoi amici l’avessero tradita in quel modo e soprattutto il
loro comportamento sembrava confermare le parole di Elisabeth:
evidentemente anche loro pensavo di lei brutte cose. Scese le scale
velocemente e senza rendersi conto che qualcuno le stava salendo più
lentamente, arrivata al quarto piano, andò a sbattere addosso
al torace di un ragazzo che riuscì a non cadere appoggiandosi
alla ringhiera. Rachel alzò lo sguardo ed incontrò
nuovamente quello di Jesse.
Ciao
a tutti, eccomi con un nuovo aggiornamento. So che in questo capitolo
Kurt è un po’ troppo isterico, ma vorrei vedere voi a
trovarvi con la cena completamente rovinata. In ogni caso nei
prossimi capitoli gli renderò giustizia, è una promessa
|
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Capitolo 4 *** IV - Separete Lives ***
IV
– Separete Lives
Rachel,
accorgendosi di essere andata a sbattere addosso a Jesse,
istintivamente lo abbracciò: non aveva mai dimenticato come i
suoi abbracci fossero protettivi e in quel momento sentiva il bisogno
di calore e conforto. Il ragazzo rimase immobile, stupito da quel
gesto, le braccia alzate ed in mano la torta che aveva comprato in
una pasticceria italiana, Lisa e Lisa. Ci mise un po’ per
tornare in sè. Abbassò lo sguardo, sussurrando il nome
della moretta dolcemente. Rachel, alzando lo sguardo, incontrò
il suo sorriso; poi, rendendosi conto della situazione assurda in cui
erano finiti, si discostò velocemente da lui.
Scusami
– la ragazza abbassò lo sguardo, ma ciò non
impedì a Jesse di vedere i suoi occhi rossi, colmi di lacrime
Perché
stai piangendo? E perché correvi così?
Non
è niente. E’ meglio che vada, scusami – Rachel lo
superò e riprese a scendere
Aspetta
– Jesse la bloccò con la mano libera
Lasciami
andare – Rachel lo strattonò per liberarsi, mentre le
lacrime ripresero ad uscire
Rach,
fermati – quel nomignolo, che Jesse solitamente usava quando
erano insieme, la fece rabbrividire – altrimenti mi cadrà
la torta. Non vorrai che i tuoi amici rinuncino a qualcosa di così
buono, vero?
Il
sorriso di Jesse la tranquillizzò e così,
assecondandolo, si sedette accanto a lui sulle scale. I due ragazzi,
benché vicini, non si guardarono negli occhi. Jesse gli
chiese, nuovamente, cosa le fosse successo e Rachel gli raccontò,
tra un singhiozzo e l’altro, quello che era accaduto
nell’appartamento e ciò che la sorella le aveva detto.
Alla fine, il ragazzo sospirò, porgendole un fazzoletto.
Rachel lo prese singhiozzando, si asciugò gli occhi e poi gli
chiese
Anche
tu pensi quello che ha detto Elisabeth?
No
– Jesse scandì bene la parola – però
comprendo il motivo che l’ha spinta a parlarti in quel modo
E
quale è? – Rachel puntò i suoi occhi neri su
quelli verdi di Jesse
Io
– il ragazzo sospirò – ovviamente. Il fatto è
che è mia sorella e tu sei un’estranea. Per lei è
inconcepibile che qualcuna abbia potuto trattare così male il
suo adorato fratello
Ma
io non ti ho trattato male! – la moretta rispose indignata,
mentre il ragazzo scoppiò a ridere
Ah
ah ah. Dipende dai punti di vista, Berry
Già,
forse è così – Rachel sospirò –
questo significa che lei ce l’avrà sempre con me?
Magari
no … magari un giorno ti conoscerà meglio e cambierà
idea – il ragazzo sorrise – però al momento non
credo che riusciresti a fargliela cambiare
Anche
tu ce l’hai con me? – la moretta domandò, dopo un
periodo di silenzio
No
– Jesse la guardò intensamente e la ragazza deglutì
E
… provi ancora qualcosa per me? - Rachel abbassò lo
sguardo
Il
ragazzo non rispose immediatamente, continuò a fissarla con
uno sguardo penetrante che rese la moretta molto nervosa. Perché
gli aveva fatto quella domanda? Jesse alla fine, rispose
tranquillamente
Se
vuoi sapere se sono ancora innamorato di te … la risposta è
no – Rachel provò un po’ di dispiacere; essere
desiderata da un bel ragazzo come lui, l’aveva sempre riempita
di orgoglio. Jesse sorrise – delusa?
No,
no … assolutamente no. Anzi sono contenta. Non volevo che tu
soffrissi e visto che sto ancora con Finn e che lo amo … beh
… mi sarebbe dispiaciuto doverti respingere
Non
correrai il rischio – il ragazzo continuò a sorridere
Bene
– anche Rachel sorrise
Già
I
due ragazzi rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Dopo un po’, sul volto di Jesse comparve il sorriso arrogante
che Rachel tanto aveva adorato e odiato
Eh
così stai ancora con Finn
Già,
lo avresti mai creduto?
Assolutamente
no, considerato quanto rozzo e inappropriato sia lui per te –
il tono della voce di Jesse si fece aspro
Ehi!
Stai parlando del mio ragazzo!
Ciò
non toglie che, secondo la mia opinione, lui sia del tutto
inadeguato a te e quando ti sveglierai dal tuo sogno di principessa,
lo capirai anche tu
E
tu saresti più adatto? – Rachel lo guardò
sorridendo
Sai
che è così – il ragazzo socchiuse gli occhi -
ma ormai, dolcezza, questo treno è partito dalla stazione e
non prevede ne fermate intermedie, ne dietrofront
Comunque
io e lui stiamo ancora insieme e siamo molto felici – Rachel
sfoggiò il suo sorriso migliore
E
ora lui dove è? – fu la domanda casuale di Jesse
A
Lima – la ragazza mormorò la risposta
Lui
a Lima e tu a New York – il ragazzo sorrise nuovamente –
non durerete
Si
No
Si
– Rachel sbuffò – e ora basta
Ok
– Jesse ricominciò a guardare davanti a se,
distrattamente
E
tu invece? – dopo un altro silenzio, fu Rachel ad
interromperlo – cosa ci fai qui a New York? E come ci sei
arrivato?
Beh,
l’ultima volta che ci siamo visti è stato qui, non
ricordi?
Sei
rimasto qui da allora? – Rachel lo guardò sconvolta
Non
avevo i mezzi per tornare. Avevo speso tutti i miei soldi per
mostrarti il mio amore e tu invece mi hai trattato come una pezza da
piedi – la ragazza lo guardò sconvolta e lui cominciò
a ridere
Mi
stai prendendo in giro! – Rachel sbottò indignata, ma
Jesse continuò a ridere
Lo
ammetto. In ogni caso, dopo il nostro ultimo incontro ho capito che
avevo perso di vista quello che volevo essere e il modo per
arrivarci e così ho ripreso in mano la mia vita e i mie
studi.
Sei
riuscito a tornare alla UCLA? – Jesse annuì –
come hai fatto?
Mi
sono cosparso il capo di cenere, ho chiesto aiuto a qualche
conoscenza per farmi riammettere, ho studiato come un matto giorno e
notte per recuperare: è stata dura, perché dovevo
rimettermi in pari anche con ciò che avevo tralasciato nei
miei anni alla Carmel, ma alla fine sono riuscito a riprendere la
strada giusta.
Ma
come sei finito a New York? Sei solo in visita a tua sorella?
No,
dopo il secondo anno alla UCLA ho fatto i documenti per trasferirmi
alla Tisch: ho dovuto fare degli esami aggiuntivi, ma alla fine
hanno accettato
Perché?
– Rachel lo guardò con un misto di ammirazione e di
sgomento – perché ti sei trasferito? Non ti trovavi
bene alla UCLA?
Mi
trovavo molto bene - lo sguardo di Jesse si fece indecifrabile - in
realtà mi sono trasferito quando mia sorella ha espresso il
desiderio di frequentare la Juliard. Non mi andava che vivesse da
sola a New York: in questa città rischi di perderti
facilmente, non pensi?
Si
– Rachel ripensò a come i suoi si fossero
tranquillizzati all’idea che con lei ci sarebbe stato Kurt –
quindi hai rinunciato ai tuoi sogni per tua sorella?
No.
Ho solo scelto una strada diversa per raggiungerli
E
così Jesse St. James ha un cuore – Rachel sorrise –
incredibile! Non lo avrei mai detto
Mpfs.
Diciamo che non ti sei mai soffermata abbastanza per scoprirlo
Jesse,
sei tu che non mi hai mai permesso di conoscerlo – la voce di
Rachel divenne un sussurro che sapeva di rimprovero
In
ogni caso, ora sono qui, di fronte alla porta del tuo appartamento.
Come è piccolo il mondo, non trovi?
Già
– la ragazza rispose sovrappensiero
Ora
è meglio che andiamo – il ragazzo si alzò e
riprese la torta
Cosa?
– Rachel lo guardò perplessa
Avanti,
devi offrire ai tuoi amici una possibilità per spiegarsi e
poi non vorrai perderti questa fantastica torta?!
Rachel
avrebbe voluto rispondergli che lei per quella sera aveva già
dato, era stata insultata abbastanza, ma il sorriso del ragazzo la
convinse a seguirlo senza dire nulla. Dopo essersi alzata, lo segui
per le scale fino alla porta del suo appartamento e rimase a
guardarlo, mentre lui, continuando a sorriderle, bussò alla
porta. Non riuscì a non pensare che Jesse aveva sempre avuto
un bel sorriso, capace di conquistare chiunque avesse voluto. Venne
ad aprire Blaine che, vedendoli insieme, sfoggiò uno sorriso
pieno di gratitudine. Senza chiedere niente, li fece accomodare,
liberando Jesse dalla torta. L’atmosfera nella casa non era
delle migliori. Rachel notò che Kurt, seduto sul divano, aveva
assunto un colore paonazzo in volto e stava incenerendo con lo
sguardo Noah che intento ad osservare Elisabeth, non si era reso
conto, o aveva volontariamente evitato di comprendere lo sguardo di
Kurt. La sorella di Jesse, nel vederli entrare insieme rimase
stupita. Abbracciando il fratello, gli chiese all’orecchio che
cosa ci facesse con Rachel e lui, alzando le spalle, le sorrise
semplicemente. Rachel andò in cucina, ufficialmente per
aiutare Blaine, ma, una volta vicina al ragazzo, gli chiese che cosa
fosse successo dopo la sua assenza. Blaine sospirò
Vorrai
dire, cosa non è successo! – Rachel lo guardò
incuriosita – Il primo che Kurt aveva progettato di servire,
Spaghetti alla Carbonara, è diventato nelle mani di Noah, un
intruglio immangiabile, fatto di pasta decisamente scotta, uovo
decisamente crudo e pancetta decisamente assente. Purtroppo siamo
stati costretti a mangiarlo ugualmente, perché il secondo,
pollo e patate al forno, sono stati dimenticati per ore nel forno,
ovviamente accesso, e sono stati serviti carbonizzati. Puoi
immaginare le reazioni di Elisabeth e Kurt. Lei ha cominciato a
ridere come una matta e a prendere in giro, scherzosamente, il mio
ragazzo per la pessima riuscita della serata e lui, invece, per poco
non strangolava Noah. Un incubo, credimi
Rachel
non sapeva se ridere o compatire il povero ragazzo che immaginava
essere stato colui che aveva dovuto sedare gli animi; decise alla
fine per la seconda strada e dopo aver abbracciato Blaine, lo
incoraggiò a servire la torta, commentando che quello
splendido dolce avrebbe sicuramente cancellato il ricordo
dell’orribile serata. Purtroppo anche quello, invece, indispose
ancora di più Kurt, che con tono polemico, nel momento in cui
Blaine gli porse la sua fetta commentò che quella era proprio
la torta che anche lui aveva comprato e che Puckerman aveva
completamente distrutto con quell’enorme valigia che si era
portato dietro. Quest’affermazione catalizzò
l’attenzione dei presenti di nuovo su Noah e la domanda diretta
di Jesse fece il resto:
Insomma
Puckerman, cosa ci fai da queste parti? – lo sguardo
inquisitore del ragazzo e di Rachel non lasciavano scampo
Ehm
… beh – il ragazzo abbassò lo sguardo –
diciamo che ho commesso una bravata
Interessante
– Elisabeth sorrise – maggiorenne, ancora perdi tempo
con queste stupidaggini? Ma non hai da pensare al tuo futuro?
Futuro?
– Kurt, che quella sera era particolarmente astioso nei
confronti di Noah, trovò qualcosa in comune da condividere
con la biondina, oltre a Blaine – quale futuro? Puckerman non
ha previsto di avere un futuro
Lasciatelo
continuare – Blaine cominciava ad essere stanco di tutta
quella tensione
Quale
bravata? – Jesse rimase concentrato
Beh,
hopresoitsshhhhsh – il tono della sua voce si abbassò
drasticamente, non permettendo a nessuno di capire di cosa stesse
parlando
Cosa?
– fu Rachel a domandare
Ho
preso in prestito i trofei della Sylvester
In
prestito? – Kurt alzò un sopraciglio
Si,
avevo intenzione di restituirglieli dopo un paio di giorni
Ma
per l’amore del cielo, perché diavolo li hai presi?
Lei,
come al solito si era comportata male con Mr. Shue e lui si era
depresso e io ho pensato di fargliela pagare
E
così hai trafugato i suoi trofei – Jesse continuò
a guardare Noah
Si
Da
casa sua
Si
Nonostante
tu non frequenti più la McKinley
Si
Sai
che questo equivale a compiere un furto, vero?
Certo
che lo so!
Va
bene. Ma poi cosa è successo? – Rachel cominciava ad
agitarsi – gliel’hai restituiti e lei ti ha perdonato?
La
Sylvester? – Kurt si voltò verso di lei, con il
sopracciglio ancora alzato – è come dire che La Regina
fu dolce con Alice
Il
fatto è che lei ha sporto subito denuncia ed è partito
tutto il meccanismo … sapete .. la polizia ha cominciato a
fare i suoi rilievi e io ho lasciato impronte ovunque e così
mi sono lasciato prendere dal panico, ma non potevo andare dal
professor Schuester, l’avrebbero incriminato per complicità
E
sei andato da Finn? – Rachel lo guardò, sconvolta –
perché pensi che lui non sarà incriminato?
Beh,
ma potrà dire che non sapeva nulla – Noah rispose sulla
difensiva – e comunque mi ha detto di fuggire e di venire qui
Un’idea
geniale – Jesse sorrise – ma non ci si poteva aspettare
nulla di diverso da lui
Non
è il momento di scherzare – Rachel lo fulminò
con lo sguardo, poi tornò a rivolgersi a Puck – e così
sei scappato?
Si
Ma
cosa c’entra tutto questo con quella valigia che ti porti
dietro? O mio Dio – Kurt alzò la voce – hai
portato la refurtiva con te?
E
dove volevi che la lasciavo? – Puckerman si alzò
Ma
che ne so io! Ovunque ma non qui! Potevi buttarli sull’Hudson,
darli ai poveri … farci tutto quello che volevi, ma non
portarli qui, ora saremo accusati di complicità anche noi!
Mi
sembra che stiate un po’ esagerando – Elisabeth li
guardò, perplessa – in fondo si tratta di stupidi
trofei senza alcun valore economico
Senza
nessun valore? – Rachel alzò la voce di un tono –
ma stai scherzando? Stiamo parlando di Sue Sylvester
Quella
donna mi inseguirà fino alla fine del mondo – Puckerman
rispose sovrappensiero
E
allora Corri, Joey Corri – Elisabeth sfoggiò il suo
sorriso più candido, mentre Jesse, Rachel e Puck la
incenerirono con lo sguardo
E
ora cosa hai intenzione di fare? – Blaine gli domandò,
ignorando gli altri
Non
lo so, per il momento resterò qua
Qua?
– Rachel lo guardò sconvolta – intendi dire qua
nel nostro appartamento?
Beh,
quella era l’idea, visto che non ho molti soldi e non mi posso
permettere altro
Ma
qui non c’e’ posto? Già siamo al limite con
Blaine, dove pensi che ti possiamo mettere?
Sul
divano? Oppure in camera con te?– Puckerman sorrise
innocentemente
Se
no puoi sempre andare sotto il ponte di Brooklyn – Elisabeth
lo guardò – qualche cartone lo trovi sicuramente
Senti
Puck – Jesse cercò di riportare la conversazione sul
giusto binario – secondo me ti conviene chiamare il professor
Schuester, spiegargli l’accaduto e aspettare che lui risolva
le cose
Jesse
ha ragione – Blaine si intromise – non puoi scappare in
eterno
Si,
ci avevo pensato anche io – Noah sospirò – è
solo che non vorrei mettere in mezzo Mr. Shue
Perché?
– Rachel lo guardò con comprensione – lui capirà
Non
è per quello
E
allora perché? – Kurt lo guardò perplesso
Mi
vergogno
Questo
lo capisco – Jesse sospirò – ma in ogni caso non
hai altre soluzioni
Hai
ragione – Anche Puck sospirò – ma nel frattempo
posso rimanere sul divano?
Alla
fine, nonostante le rimostranze di Rachel, Kurt e Blaine
acconsentirono alla richiesta di Noah e così la ragazza si
ritrovò a dover dividere la casa con tre ragazzi. La serata,
fino a quel momento disastrosa, proseguì tranquillamente. Gli
incidenti culinari furono dimenticati, ma l’antipatia di Kurt
nei confronti della biondina non si placò: Elisabeth e Blaine,
infatti, non fecero altro che scherzare, ridere e ricordare i vecchi
tempi. Rachel, invece, rimase un po’ sulle sue a pensare al
fatto che Finn le avesse tenuto nascosta tutta questa storia. Si
sentiva tradita perché il suo ragazzo non l’aveva fatta
partecipe della disavventura del loro amico Puckerman. Pensò
di chiamarlo e di arrabbiarsi con lui, ma poi, voltando lo sguardo si
trovò ad osservare Jesse che stava parlando con Noah e si
ricordò che, in fondo, anche lei gli aveva omesso qualcosa. Si
era nascosta dietro la considerazione che sarebbe stato meglio
dirglielo di persona, ma in cuor suo sapeva che era solo una scusa
per rimandare la discussione. Sospirò, ripromettendosi di non
dire nulla a Finn della storia di Puck. Si ritrovò poi a
pensare alla conversazione avuta con Jesse poche ore prima. Con lui
era sempre stato facile conversare ed ora ancora di più: il
sentimento che li aveva uniti era passato, lasciando comunque
l’affetto che aveva sempre provato per lui intatto. I suoi
pensieri furono interrotti dal movimento degli altri: Jesse aveva
invitato sua sorella ad alzarsi per andare via e i due, dopo aver
salutato genericamente gli altri, stavano tornando nel loro
appartamento. Rachel rimase immobile ad osservarli, ma quando Jesse
si voltò verso di lei e le sorrise, sentì un tuffo al
cuore. Ci mise un po’ a decidere cosa fare, ma poi, lo seguì
all’uscita dell’appartamento. Lo fermò sulla porta
del suo. Elisabeth rimase un po’ sulla soglia ad osservarli, ma
poi, seguendo il suggerimento nascosto nello sguardo del fratello, li
lasciò soli. I due ragazzi rimasero ad osservarsi in silenzio.
Jesse stava aspettando pazientemente di sentire cosa la ragazza le
volesse dire. Alla fine Rachel si decise:
Io
volevo dirti che – la ragazza abbassò lo sguardo –
mi piacerebbe che tu fossi mio amico
Tuo
amico? – Jesse la guardò sorpreso
Si
– Rachel lo guardò sorridendo – in fondo, fino ad
ora noi non siamo mai stati … amici
Già
– Jesse sorrise – in fondo hai ragione
Allora?
Cosa mi rispondi?
Il
ragazzo osservò gli occhi espressivi di Rachel; in lei era
sempre riuscito a leggere un fiume di emozioni ed anche ora vi
leggeva speranza e paura. Considerò per un momento la
situazione: in fondo, per sua stessa ammissione, non provava più
quell’amore che gli aveva stretto il cuore per tanto tempo.
Poteva dire, in tutta tranquillità, di non essere più
innamorato di Rachel Berry, quel capitolo della sua vita era stato
chiuso. Sospirò
Non
penso sia possibile
Perché?
– Rachel sgranò gli occhi – in fondo hai detto
che non provi più nulla per me e questa sera hai visto anche
tu come stiamo bene insieme e che possiamo essere amici
E’
vero – Jesse sorrise – potremmo essere amici senza alcun
problema. Abbiamo interessi comuni e una storia passata alle spalle,
ma io non ho intenzione di guardarmi indietro. Non l’ho mai
fatto, Berry e non intendo farlo ora.
Che
vorresti dire? – Rachel sembrò smarrita – io non
capisco che cosa intenda tu con il dire che non hai intenzione di
guardarti indietro. Lo hai detto tu che non provi più nulla
per me
E’
vero ed è per questo che non voglio essere tuo amico. A me
non interessa avere degli amici che mi ricordino i miei anni di
liceo, Rach – altro colpo al cuore per la moretta –
anche se sono stati speciali, come lo sei stata tu
Ma
… Jesse – Rachel ne fu delusa – e allora cosa
saremo?
Dei
vicini che si salutano quando si incontrano
Jesse
tornò a sorridere e prima di sparire dietro la porta del suo
appartamento si chinò per darle un bacio sulla guancia.
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Capitolo 5 *** V - Good Morining ***
V
– Good Morning
Rachel
ebbe non poche difficoltà a far andare le cose nel verso
giusto. Innanzitutto c’era la faticosa convivenza con tre
ragazzi. Benchè Kurt e Blaine fossero molto attenti a non far
pesare la loro condizione di amanti, le pareti della loro stanza non
erano insonorizzate e molte notti la moretta era giunta ad
addormentarsi con l’ipod sulle orecchie pur di non sentire i
rumori provenienti dalla camera accanto. Inoltre, ogni volta che
doveva andare in bagno, si ritrovava tra i piedi Puck che, noncurante
della situazione, girava per casa in boxer o in mutande. Per fortuna
la ragazza non provava nessun attrazione per lui, ma ciò non
toglieva che la situazione era decisamente imbarazzante. Infine,
condividere un bagno con due ragazzi gay comportava avere i ripiani
occupati da creme di ogni genere.
A
scuola le cose non andavano di certo meglio; la ragazza faticava a
farsi delle amiche e il suo rapporto conflittuale con Elisabeth non
aiutava la situazione. Tanto lei risultava antipatica agli altri
studenti e tanto Elisabeth otteneva successo e popolarità. In
quella posizione privilegiata, quest’ultima aveva fatto in modo
che tutti denigrassero ed evitassero la moretta. Rachel si sentiva
sola ed incompresa ovunque. Anche con Finn le cose erano diventate
strane. Se da una parte gli aveva taciuto la sua rabbia e il suo
disappunto per la mancata confessione da parte del suo ragazzo della
situazione di Puck, dall’altra si sentiva in colpa per avergli
omesso la verità sulla presenza di Jesse nella sua vita. E
così le loro telefonate erano diventate spesso burrascose.
Sapeva di non poter continuare così; avrebbe voluto sfogarsi
molte volte con il suo amico Kurt, ma aveva capito che anche lui
aveva il suo bel da fare, tra l’Università, l’ex
ragazza di Blaine e la presenza di Puck e così alla fine aveva
rinunciato a parlarne con chiunque. Alcune volte aveva pensato di
bussare alla porta di Jesse, supplicandolo di rimanere suo amico, ma
con la ragione era riuscita a domare la sua indole drammatica.
In
questo clima difficile, il burbero professore di canto le giocò
un tiro che avrebbe reso i suoi giorni ancora più faticosi da
gestire. Un giorno, entrando in classe, dopo aver insultato la metà
degli studenti, aveva sfidato tutti a svolgere un compito da portare
a termine entro la fine dell’anno. L’obiettivo era quello
di scrivere una canzone decente, che in teoria sarebbe potuta
diventare una hit mondiale. Rachel sorrise a quelle parole,
ricordando i suoi momenti d’oro nelle Nuove Direzioni, dove il
suo talento nello scrivere aveva permesso al Glee di vincere diverse
manifestazioni. Si sentì tranquilla e felice di poter
finalmente dimostrare, senza alcun dubbio, il suo immenso talento. Il
sorriso, però, le morì sul volto quando sentì il
professore parlare di coppie. Con suo grande orrore, poi, il suo
incubo peggiore si realizzò nel momento in cui l’uomo
pronunciò il nome di Elisabeth St. James accanto al suo.
Avrebbe dovuto scrivere il futuro successo planetario con la ragazza
che più sentiva di odiare sulla faccia della Terra? Mai. Si
voltò a guardare la biondina e con suo grande disappunto la
vide sorridere.
Per
fortuna la sua situazione sembrò migliorare quando Blaine,
riuscito a completare le pratiche burocratiche per l’ammissione,
si ritrovò un bel giorno a dividere i corsi in aula con le due
ragazze. Certo, Rachel sapeva che Elisabeth era stata la sua miglior
amica, ma, confidando nel fatto che il suo miglior amico fosse il
fidanzato di Blaine, si convinse che quel dolce ragazzo, dagli occhi
blu, sarebbe diventato per lei un prezioso alleato per sopravvivere
al college.
Anche
Kurt in quell’inizio di nuova vita a New York aveva avuto il
suo gran bel da fare. Quando aveva pensato alla sua convivenza con
Rachel non si era certo immaginato una situazione idilliaca alla
Friends, dove i sei amici vivevano felicemente insieme, ma al tempo
stesso non avrebbe mai pensato di trovarsi costretto a dividere
quell’appartamento con il suo fidanzato, la sua migliore amica
e Puck: quattro persone, così diverse tra loro, erano
decisamente troppo per i suoi gusti. Aveva già vissuto nello
stesso tetto con persone con esigenze diverse, ma quando suo padre e
la madre di Finn si erano sposati, erano andati tutti a vivere in una
casa enorme, mentre quell’appartamento si e no sarebbe bastato
per due persone. Inoltre l’inizio dell’anno accademico
non era cominciato come lui si sarebbe aspettato. Aveva immaginato di
trovarsi di fronte, in una città grande come New York,
un’atmosfera più favorevole rispetto alla sua condizione
di gay dichiarato; questo anche in virtù del fatto che
l’Università che aveva deciso di frequentare, era
incentrata sullo studio di discipline artistiche. Invece, già
dal primo giorno di scuola si era dovuto scontrare con una dura
realtà: anche in quell’ambiente variegato, i gay non
venivano visti di buon occhio. Blaine, un giorno, sentendo le sue
lamentele, gli aveva detto che forse era lui che era un po’
prevenuto e che avrebbe dovuto concedersi un po’ più di
tempo per fare una valutazione definitiva. Avrebbe voluto credere al
suo fidanzato, ma anche in quel giorno, frequentando la lezione di
canto, ebbe l’ennesima conferma che anche alla Tisch
University, non ci sarebbe stato molto spazio per un gay dichiarato
come lui. Il professore, un uomo apparentemente molto capace, aveva
chiesto ad ognuno dei corsisti di esibirsi in una canzone a scelta.
Quando era arrivato il momento di Kurt, il ragazzo aveva cominciato
ad intonare Down on My Parade, dal musical Funny Girl, ma il
professore lo aveva interrotto immediatamente ed abbassando gli
occhiali, che portava sempre sulla punta del naso, gli aveva
domandato
Mi
scusi, signor Hummel, ma sa che canzone ha scelto di cantare?
Certo,
professore – Kurt aveva sfoggiato il suo sorriso
condiscendente
E
sa anche che questa splendida canzone fu cantata da Barbra, vero?
Si,
certo – il ragazzo annuì
E
dunque sa che è una canzone che generalmente cantano le
donne?
Certo,
signore, ma sa io ho già affrontato questo discorso al liceo
e …
Qui
non siamo al liceo, signor Hummel – il professore lo aveva
interrotto bruscamente
Questo
lo so, ma
E
nel mio corso non accetto che un uomo canti una canzone scritta per
una donna o viceversa
Questa
si chiama discriminazione - Kurt non era riuscito a trattenersi
La
chiami come vuole, signor Hummel – il professore aveva
tagliato corto – io sono un purista dei musical. Come del
resto la maggior parte delle persone che pagano i biglietti per
andare a Broadway e posso assicurarle che nessuno verrebbe a vedere
Funny Girl interpretato da un uomo. Prima si renderà conto di
questo e più velocemente potrà migliorare.
Kurt
aveva abbandonato l’aula e trattenendo a stento le lacrime,
aveva corso per tutto il corridoio, rifugiandosi, infine, sulla rampa
di scale. Dopo poco, sentì la presenza di qualcuno alle sue
spalle e voltandosi, incontrò lo sguardo di Jesse St. James.
Che
ti è successo, Hummel?
Nulla
che debba interessarti, St. James – Kurt gli rispose
sgarbatamente
Come
vuoi – Jesse si alzò – volevo essere solo gentile
con te. In fondo, in questo posto, sono l’unico che conosci
Io
… - Kurt, alla fine, indignato per quanto accaduto e
impaziente di parlarne con qualcuno, decise di confessarsi con lui –
è colpa del professor Hopkin.
L’insegnate
di canto? – Jesse si sedette sugli scalini sopra Kurt
Si.
Ho appena scoperto che è razzista
Strano
– il ragazzo dagli occhi verdi lo guardò stupito –
io ho sempre sentito dire che fosse una persona di ampie vedute
Beh.
Non so chi ti ha detto questa stupidaggine, ma posso assicurarti che
non è così
Kurt
raccontò velocemente quanto accaduto, mentre Jesse rimase in
silenzio ad ascoltarlo e alla fine sorrise
Perché
sorridi?
Perché,
in fondo, il professor Hopkin ti ha detto quello che ti dissi io un
paio di anni fa. Ricordi?
E
anche allora pensai le stesse cose – Kurt alzò un
sopracciglio
Avanti,
Hummel, pensi che anche io sia razzista?
Si
Beh,
ti sbagli – Jesse continuò a sorridere – il fatto
è, Kurt, che a mia memoria non ci sono molti musical in cui
abbiano scritto canzoni per gay. Inoltre, come ha detto giustamente
il professore, nessuno verrebbe a vedere un gay cantare le canzoni
scritte per una donna
Questo
lo dici tu!
A
meno che, certo, tu non ti esibisca in qualche teatro per drag queen
– Kurt lo incenerì con lo sguardo, mentre il sorriso di
Jesse divenne malinconico – mi spiace, Hummel, veramente. Tu
hai talento, è indubbio, ma a meno che non nasconda meglio la
tua omosessualità e ti decida ad interpretare le canzoni
scritte per i protagonisti dei musical e non per le protagoniste,
non vedo un grande futuro per te
Questo
è tutto da vedere – Kurt rispose sdegnosamente
A
meno che – Jesse si alzò – qualcuno non decida di
scrivere un musical il cui protagonista è un ragazzo gay, se
non cambi modo di cantare, non andrai da nessuna parte
Jesse
si allontanò, lasciando Kurt visibilmente sconvolto. Se un
tempo aveva pensato di avere vita dura al liceo McKingley, ora si
rendeva conto che quello, in confronto a ciò che stava vivendo
ora, era stata una passeggiata. Tornando a casa, ancora troppo
depresso e sconvolto per quanto accaduto, aveva evitato di parlare
con i suoi coinquilini, anche con il suo fidanzato, e si era
rinchiuso in stanza, comunicando a tutti di avere un terribile mal di
testa.
Rachel
ed Elisabeth, dovendo fare buon viso a cattivo gioco, alla fine della
lezione, si erano accordate per incontrarsi la mattina successiva,
giorno in cui nessuna delle due aveva lezione, per cominciare a
lavorare sul compito assegnato loro. Avevano concordato che la
brunetta sarebbe andata nell’appartamento della biondina, visto
che il suo era decisamente troppo affollato e così Rachel si
era ritrovata alle sette di mattina a bussare alla porta di
Elisabeth. La bionda le aveva aperto, ancora in pigiama e l’aveva
fatta accomodare nel tavolo vicino all’angolo cottura. Le due,
dopo i soliti convenevoli, aveva cominciato a confrontarsi sul tipo
di canzone che avrebbero voluto scrivere. Dopo un’ora di lavoro
avevano scoperto di non essere praticamente d’accordo su nulla.
Mentre Rachel voleva scrivere una ballata, Elisabeth aveva in mente
una canzone dai suoni più forti, con un testo incentrato su
avvenimenti estranei alla loro vita. Rachel aveva obiettato che,
generalmente i cantautori scrivevano di quello che conoscevano e così
suggerì di rendere il testo più intimista. Elisabeth
l’aveva presa in giro, facendole notare che la canzone
avrebbero dovuta scriverla a quattro mani e che loro due non
condividevano nulla di così intimo. Alla fine, entrambe si
sentirono frustrate per non essere riuscite a giungere al minimo
accordo. Fu in quel momento che la porta della camera di Jesse si
aprì, ma dalla stanza non uscì lui, ma una ragazza alta
e magra, con tutte le curve al posto giusto, dai capelli rossi, con
indosso solo un paio di slip. Quando si accorse della presenza delle
due, la rossa sorrise, chiedendo dove fosse il bagno. Elisabeth,
sorridendole, le indicò la porta alla sua destra, mentre
Rachel sconvolta non riuscì neanche a rispondere al saluto che
la ragazza le fece. Dopo cinque minuti, quando ancora la moretta non
si era ripresa del tutto, dalla stessa stanza uscì Jesse, con
indosso i pantaloni del pigiama e una canottiera che mostrava i suoi
muscoli, perfettamente delineati, derivanti da anni di prove di
ballo: il ragazzo aveva l’aria assonnata e i capelli
sconvolti. Solo quando si sedette al tavolo, si avvide della presenza
della sorella e di Rachel. Sorrise stancamente ad entrambe,
domandando loro cosa ci facessero lì di mattina presto.
Elisabeth, sorridendo a sua volta, si alzò, gli diede un bacio
sulla guancia e mentre gli preparò la colazione, gli raccontò
della prova che il professore aveva assegnato loro. Sul volto del
ragazzo il sorriso si trasformò in ghigno divertito
Quell’uomo
non sapeva cosa faceva
Già
– Elisabeth sospirò
E
cosa avete combinato fino ad ora?
Nulla
– la biondina alzò le spalle, dopo aver posato davanti
al fratello un piatto contenente dei muffins e una tazza di caffè
e latte – naturalmente
Invece
tu qualcosa hai combinato – Rachel lo guardò di
sguincio, cercando di mantenere un tono allegro
Di
cosa stai parlando? – Jesse, alzando il sopraciglio, le regalò
uno sguardo perplesso
Sta
parlando della rossa che è uscita dalla tua stanza
praticamente nuda
Ah,
si … Beverly … o Britney – lo sguardo del
ragazzo si fece dubbioso
Non
ti ricordi neanche come si chiama? – Rachel lo guardò,
sconvolta
Perché
dovrei?
Ma
come perché? – la moretta rispose indignata – ci
sei andato ..ehm … insieme e non ti ricordi come si chiama?
Se
mio fratello dovesse ricordarsi tutte quelle con cui fa sesso, mia
cara, non avrebbe più posto nel suo cervello per ricordarsi
le battute per i ruoli che deve interpretare – Elisabeth
rispose divertita
Cosa
… come … - Rachel guardò smarrita entrambi
Senti
Rach – il modo in cui Jesse la chiamò fece rabbrividire
la moretta – alla nostra età non si fa sesso solo
perché si è innamorati
Se
è per questo a nessuna età – Elisabeth si
intromise
Si,
ma … non ricordarsi neanche il nome … come puoi? –
Rachel lo guardò ancora più indignata – è
svilire la donna con cui sei stato … è renderla un
mero oggetto …
Non
l’ho costretta a venire a letto con me – lo sguardo di
Jesse si fece duro – ed in ogni caso il nome delle donne che
mi interessano veramente me lo ricordo benissimo
Veramente?
– Rachel reagì aggressivamente a quel suo sguardo di
ghiaccio
Il
tuo me lo ricordavo perfettamente
Rachel
rimase immobile, colpita da quelle parole, mentre Elisabeth la
incenerì con lo sguardo; Jesse riprese a mangiare il muffin
senza aggiungere altro. La rossa, dopo aver fatto la doccia, uscì
dal bagno con indosso un accappatoio e si avvicinò ai tre
commensali, ignorando le due ragazze e sedendosi di fronte a Jesse.
Non togliendogli mai gli occhi di dosso, prese dalla sue mani il
dolce cominciato e gli diede un morso, mettendoci tutta la sensualità
che possedeva. Per Rachel fu troppo e così, alzandosi
sdegnosamente, prese la via della porta con gesto teatrale e senza
salutare nessuno se ne tornò nel suo appartamento. Era furiosa
e indignata per il comportamento che Jesse aveva avuto e per il modo
in cui considerava le donne con cui intraprendeva una relazione. Come
aveva potuto un tempo innamorarsi di un essere così
spregevole? Puckerman la vide entrare come una furia; l’avrebbe
ignorata perché sapeva quanto Rachel fosse intrattabile,
soprattutto con quell’umore, ma fu la ragazza a non ignorarlo:
Voi
uomini siete dei maiali!!
Voi
chi, scusa? – Noah rispose con tono calmo
Tu
e Jesse, ad esempio!
Io
e … - Puck alzò un sopracciglio – perché
associ il mio nome a quel tipo?
Perché
entrambi pensate che noi donne siamo dei meri oggetti con cui
divertirsi e basta
Perché
non è così? – Puck evitò con eleganza
l’oggetto che la moretta gli tirò addosso
Porco!
Avanti,
Rachel smettila – Noah la obbligò a sedersi sul divano,
ancora sfatto – innanzitutto dimmi che cosa è successo
Ero
nel suo appartamento
Di
Jesse? – Puck alzò nuovamente il sopracciglio –
cosa diavolo ci facevi lì?
Ero
lì per svolgere un compito con Elisabeth … assegnatoci
dal professore di canto e ad un certo punto è uscita dalla
stanza di Jesse una rossa nuda e lui neanche si ricorda il nome e mi
ha detto che mica si deve ricordare di tutti i nomi delle donne con
cui va e sembra che ne abbia molte e .. non che a me interessi …
sono affari suoi .. io ho Finn e sono felice … ma non
ricordarsi neanche il nome della donna con cui sei appena stato…
Berry
calmati – Puckerman le bloccò le braccia che la ragazza
stava agitando senza controllo
Calmarmi?
Io sono calma .. te l’ho detto non mi importa nulla …ma
…
Si
ho capito – Noah sospirò – in ogni caso non
capisco quale sia il problema. Il fatto è che noi ragazzi
abbiamo esigenze diverse e …
Non
tirarmi fuori la storia delle esigenze differenti e degli stimoli
diversi – la moretta rispose offesa
Ma
è così … a noi il sesso piace anche senza
sentimento, a voi donne no o almeno non in generale. Ci sono sempre
le eccezioni.
Vuoi
dire che anche tu ti comporteresti così?
Certo!
– Puck sorrise – se avessi un posto mio farei come
Jesse, del resto nessuno di noi due è legato a qualcuna …
o sbaglio?
Gli
occhi del ragazzo si soffermarono a scrutare l’espressione di
Rachel: voleva capire quanto la ragazza fosse indignata dal fatto che
Jesse andasse con altre donne e perché; in fondo, si sentiva
ancora legato a Finn da amicizia
Senti
Rachel, non è che ti urta il fatto che Jesse abbia altre
donne?
Che
vuoi dire? – la ragazza lo guardò perplessa
Voglio
dire che magari sei indignata non perché non si ricordi il
nome della rossa, ma perché è stato con la rossa
E
perché dovrebbe urtarmi? Come hai detto tu lui è
libero di fare quello che vuole. – Rachel sospirò –
è solo che non riesco a capacitarmi di aver provato qualcosa
per un essere così. Finn non si dimenticherebbe mai il nome
della donna con cui va a letto
Se
non gli interessasse nulla di lei, lo dimenticherebbe. Anche lui è
un uomo – Puck sorrise – del resto non credo che Jesse
abbia mai avuto problemi a ricordarsi il tuo di nome
Rachel
rimase in silenzio, ripensando alle parole di Puck: in fondo il suo
ex ragazzo aveva tutto il diritto di vivere la vita come meglio
credeva, quello non doveva essere un suo affare. Mentre il suo amico
andò in bagno per prepararsi, la ragazza andò ad aprire
la porta a cui avevano appena bussato. Si trovò di fronte
Jesse, vestito con i jeans e una maglietta. Benchè si era
ripromessa di non interessarsi più alla vita privata del suo
ex, non riuscì a trattenere la battuta:
E
la tua amica senza nome? Dove l’hai lasciata?
Senti
Rach – Jesse ignorò la sua domanda sarcastica ed entrò
nell’appartamento, anche se non invitato - in merito a questa
mattina volevo dirti che …
Non
devi dirmi nulla – la ragazza sospirò – sei
libero di condurre la tua vita come meglio credi ed io non ho alcun
diritto di dirti come devi comportarti.
Questo
è vero – le parole di Jesse spiazzarono la ragazza,
aveva pensato che fosse venuto per farle le sue scuse, ma quella
risposta dimostrava il contrario – sei rimasta male?
Di
cosa?
Immagino
che questa non fosse la frase che ti aspettavi da me – il
ragazzo sorrise sornione
Io
– Rachel sospirò – in effetti no
Io
non ti farò le mie scuse per il modo in cui gestisco le mie
relazioni – il tono della voce di Jesse divenne meno aspro –
però mi scuserò per il modo in cui ti ho trattato. Non
dovevo essere così aggressivo con te
Jesse
– Rachel sospirò
Ora
devo andare – il ragazzo aprì la porta
Sei
venuto solo per dirmi questo?
Ho
immaginato che fossi arrabbiata – il ragazzo sorrise – e
che avresti potuto rendere la vita un inferno ai tuoi coinquilini
Così
mi offendi! – Rachel sorrise
Ciao
Quando
Jesse uscì dall’appartamento, Rachel non potè
fare a meno di pensare che forse avrebbe potuto ritrovare una sorta
di equilibrio con il suo ex ragazzo che desse ad entrambi la
possibilità di reimpostare la loro amicizia.
Ciao
a tutti, mamma mia quanto tempo è passato dall’ultimo
aggiornamento. Mi scuso, ma purtroppo ho avuto molto da fare; però
visto che odio lasciare le storie incompiute, farò di tutto
per proseguirla al meglio .
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Capitolo 6 *** VI - Sensuality? ***
VI
– Sensuality?
L’arrivo
di Blaine alla Juliard modificò gli equilibri fra Elisabeth e
Rachel. Il ragazzo, amico di entrambe, riuscì a fare in modo
che le due ragazza arrivassero ad una tregua e così la moretta
non si ritrovò più ad essere isolata dal resto del
gruppo formatosi nel frattempo. Osservando Elisabeth e Blaine ed il
modo in cui interagivano, Rachel rimase sorpresa nel constatare
quanto i due fossero intimi. La loro amicizia era, se possibile,
ancora più profonda e spontanea rispetto a quella che lei
aveva con Kurt. Nel vederli insieme, la moretta non poteva fare a
meno di immaginarli come i due protagonisti della serie TV Will &
Grace. Elisabeth, vicino a lui, era diventata più allegra,
spensierata e rilassata e anche nei confronti di Rachel sembrava aver
cambiato atteggiamento. L’equilibrio raggiunto, però,
rischiò presto di sparire quando gli insegnanti di ballo e
canto del I anno diedero il via alle audizioni per uno musical
ispirato al film Romeo + Giulietta. Entrambe le ragazze si iscrissero
per il ruolo della protagonista e cercarono di dare il meglio, sia
nel canto che nel ballo. Alla fine la parte di Giulietta fu
assegnata, però, ad Elisabeth, mentre quello di protagonista
maschile fu dato a Blaine, obbligato dalla biondina a sostenere il
provino. La notizia rese Rachel insofferente e arrabbiata. Non
riteneva, infatti, di essere inferiore ad Elisabeth in nulla. Dopo
aver letto la lista, in preda alla rabbia, si recò, quindi,
dal suo insegnante di canto, piombando nel suo ufficio come una furia
Professore!
Miss
Berry, non avevo alcun dubbio che avrei ricevuto una sua visita –
il professore continuò impassibile a leggere il libro che
aveva sulla scrivania
Perché
avete preferito la signorina St. James?
Se
le dicessi che ha più talento di lei mi lascerebbe in pace?
Non
è vero! E lei lo sa. La mia voce è insuperabile
E
il modo di ballare della signorina St. James è
irraggiungibile
Anche
io ballo abbastanza bene
E
anche lei canta in maniera adeguata
E
allora? Perché avete scelto lei e non me?
Perché
non si possono avere due protagoniste, miss Berry – l’uomo
alzò finalmente gli occhi, degnandola di uno sguardo
Si,
ma perché lei e non me?
Vuole
la verità? – il professore si appoggiò allo
schienale della sua sedia – perché lei manca di
sensualità e di naturalezza
Sens
… - Rachel rimase stupita
Si
– l’uomo sospirò – certo, potrebbe
ribattere che Giulietta è una ragazzina e quindi come tale
non dovrebbe sapere che cosa è la sensualità, ma così
non è. Giulietta deve avere quel certo non so che attira gli
uomini e così deve averlo anche l’attrice che la
interpreta, in modo da rendere il pubblico partecipe del suo
dramma.
E
secondo lei io non posseggo quel non so che? – Rachel si
sedette nella sedia accanto alla scrivania
Non
secondo me Miss Berry, secondo tutti i giudici presenti
all’audizione – l’uomo si rimise a leggere il
libro – buongiorno
Aspetti
– la moretta poggiò le mani sulla scrivania –
che cosa mi consiglia di fare, allora, per avere … più
sensualità
Esca
con i ragazzi miss Berry, si faccia una vita sentimentale e sessuale
Cosa?
– Rachel lo guardò indignata – ma io ho già
un ragazzo!!
Allora
lo cambi. E’ evidente che questo tizio non le sa dare nessun
tipo di insegnamento in questo campo
Rachel
uscì dall’ufficio indignata e offesa. Come si permetteva
quel tizio di insinuare che lei non avesse il minimo sex-appeal e che
Finn non fosse in grado di renderla più sensuale? Ed inoltre,
come faceva a stabilire che Elisabeth fosse più capace di lei
ad attirare l’attenzione del pubblico? Per essere bella era
bella, non c’era alcun dubbio, ma anche lei era carina e sapeva
che la sua voce avrebbe smosso il cuore di chiunque. Persa nei suoi
pensieri, correndo nel corridoio, andò a sbattere addosso a
Blaine. Il ragazzo, come al solito, era in compagnia di Elisabeth e
Rachel non riuscì a trattenersi
Sono
andata dal professore
Non
riesci proprio a rassegnarti, Rachel? – la biondina sorrise
Ha
detto che io ho più talento di te
Veramente?
E allora perché avrebbero scelto me?
Perché
sei una mangia uomini e secondo lui anche Giulietta lo è o
dovrebbe sembrare tale e poi dice che con la tua aria provocante
attirerai più pubblico – rispose Rachel sdegnata
Insomma
ha detto che sono più puttana di te? – Elisabeth
sembrava divertirsi in quella situazione
Beh,
non l’ha messa in questi termini – la moretta sembrò
confusa, ma poi si riprese – però, si, è quello
che ha detto
Mmmh
… interessante. Devo essere allora veramente brava come
attrice
Che
vuoi dire? – Rachel la guardò perplessa
Visto
che a differenza di te, che ti diverti a sedurre i ragazzi e poi a
mollarli….
Io
non ….
Io
– la biondina la ignorò – non ho mai avuto
nessun ragazzo ..
Non
avere un ragazzo non significa essere una santerellina – il
pensiero di Rachel corse subito a Santana
Vero,
ma io non sono una mangia uomini come te e non ho tutte queste
esperienze … l’unico che mi ha visto nuda è
stato Blaine – il sorriso di Elisabeth e le sue parole
spiazzarono Rachel, che si voltò a guardare Blaine sempre più
perplessa
Io
non ti credo!
A
me non interessa che tu mi creda o meno – Elisabeth sorrise in
maniera sarcastica – in ogni caso sei tu che hai un problema,
non io!
Io
non ho nessun problema – Rachel assunse un aria trionfale –
io ho Finn!
Forse
è quello il tuo problema – la biondina fece per
andarsene, ma poi ci ripensò – in ogni caso, vuoi
sapere come faccio ad essere così sicura di me? L’ho
imparato da mio fratello. Tu e Finn, magari, potreste chiedergli di
insegnarvi qualcosa.
Elisabeth
non le permise di replicare e, trascinandosi dietro Blaine, si
allontanò ridendo. Il ragazzo, usciti dalla Juliard, la fermò
E’
vero quello che hai detto a Rachel?
Del
fatto che ho imparato tutto quello che so da Jesse?
No,
del fatto che io sono l’unico ad averti vista nuda? –
Blaine arrossì, pronunciando quelle parole
Si
– Elisabeth sorrise – con gli altri l’ho fatto
vestita
Avanti
non scherzare – il ragazzo si fece serio, mentre la biondina
smise di sorridere – c’entra qualcosa la notte in cui
avremmo dovuto fare … beh tu sai cosa
Sesso
per la prima volta? – lo sguardo di Elisabeth si fece serio –
forse … non lo so … forse non ho mai trovato nessuno
all’altezza dei mie standard … tu e Jesse
Beth
– Blaine sospirò – hai mai pensato di andare da
un’analista?
E
tu?
Che
vuoi dire? – Blaine la guardò stupito
Beh,
non è dopo quella notte che hai scoperto improvvisamente di
essere gay?
Non
c’entra nulla quello che è successo allora
Come
fai a saperlo?
Io
sono gay, non ho bisogno dello psicologo per sapere che è
così
Questo
lo dici tu
Smettila,
Beth.
La
biondina si allontanò con passo deciso ed il ragazzo la
lasciò andare; in fondo, nessuno dei due aveva voglia di
continuare quella discussione
Rachel
era tornata nel suo appartamento infuriata e depressa. Era arrabbiata
con il suo professore per l’umiliazione subita: non solo non le
era stata assegnata la parte di Giulietta, ma era stata scelta per
interpretare la balia e tutto perché non l’avevano
ritenuta sensuale e naturale. Entrando, trovò seduto al
tavolo, Noah che stava giocherellando con un piatto colmo di
biscotti: decise di dimostrare a se stessa le sue capacità. Si
avvicinò con passo elegante verso il ragazzo e , dopo avergli
passato la mano sulle spalle si appoggiò sul tavolo, di fronte
a lui. Puckerman la guardò perplesso:
Che
diavolo ti succede Rachel?
Come
è andata la tua giornata? – la moretta sfoggiò
la sua voce più dolce
Hai
per caso battuto la testa? – il ragazzo alzò un
sopracciglio – o hai bevuto della vodka di prima mattina?
No
– Rachel si sedette accanto a lui – è solo che
non avevo mai notato quanto tu fossi … carino di mattina
Ah
ah ah ah! – Noah si alzò ridendo – avanti Rachel
smettila di fare la gatta morta! Mi stai quasi spaventando
Rachel,
arrabbiata e offesa, uscì dall’appartamento. Se avesse
potuto avrebbe urlato. Possibile che fosse incapace di farsi prendere
seriamente dai ragazzi?
Voltandosi,
trovò Jesse alle sue spalle; fece un salto indietro, sorpresa
di trovarselo così vicino. Sul volto del ragazzo si formò
quel suo sorriso canzonatorio; evitando di sfiorarla, la superò
per dirigersi verso la sua porta, ma Rachel lo fermò
prendendogli il braccio, dopo di che, cercando di rendere la sua voce
sensuale, si accostò a lui, riducendo lo spazio che li
divideva
Perché
dici che sono arrabbiata?
Ogni
volta che ti arrabbi – Jesse guardò prima la mano
della ragazza che continuava a stringere il suo braccio e poi lei in
maniera perplessa – ti si forma una rughetta sulla fronte
Veramente?
– Rachel lo guardò sorpresa per un momento, ma decise
poi di tornare nella parte – comunque sono arrabbiata perché
il professore non mi ha voluto dare la parte di Giulietta
Ah
no?
No
– Rachel spinse Jesse addosso al muro, poggiando il suo corpo
su quello del ragazzo; voleva dimostrare a se stessa di essere
ancora in grado di farlo vibrare a suo piacimento – pensa, mi
ha dato quello della balia
Della
balia? – Jesse sorrise – ottima scelta
Cosa?
– il tono della voce di Rachel si alzò
Beh
… la tua pedanteria e il tuo perfezionismo ti aiuteranno ad
interpretarla al meglio – Jesse sorrise
Questo
vuol dire che, secondo te, io non potrei mai interpretare Giulietta?
– Rachel si discostò velocemente da lei
Non
ho detto questo. Ho detto solo che tu sarai bravissima
nell’interpretare la balia – con un rapido movimento,
Jesse afferrò Rachel e girando su se stesso, dopo averla
spinta sul muro, appoggiò il suo corpo a quello della ragazza
Che
co…sa stai facendo? – Rachel cominciò a tremare;
sentire il corpo del suo ex sul suo la stava rendendo nervosa
Sto
semplicemente – il volto di Jesse si avvicinò a quello
della ragazza, mentre le sue labbra le sfiorarono il lobo
dell’orecchio sinistro – dandoti una lezione di
sensualità
Co…
- Rachel trattenne un sospiro al contatto delle labbra del ragazzo
sulla sua pelle - …sa?
Non
ti hanno scartato per il ruolo di Giulietta per scarsa sensualità?
– Jesse si allontanò rapidamente da lei, sorridendo
Come
fai a saperlo? – Rachel rimase visibilmente confusa – ma
certo! Elisabeth
Già
– Jesse sfoggiò il suo sorriso più divertito
Che
bastardo che sei! – Rachel tentò di colpirlo con le
mani, ma Jesse le imprigionò i polsi e la trasse a se,
abbracciandola
Perdonami
Rach – il ragazzo la strinse forte, continuando a sorridere –
ma quando ho visto il tuo goffo tentativo di seduzione non ho
resistito nel prenderti un po’ in giro
Goffo
tentativo? – Rachel si liberò dal contatto, ma poi
appoggiandosi al muro, sembrò abbattersi – vuoi dire
che non ho la minima capacità seduttiva?
Non
ho detto questo – Jesse si appoggiò al muro, accanto a
lei – ma tu non sei portata per una seduzione diretta e
aggressiva
Che
vuoi dire? – la moretta lo guardò incuriosita
Tu
non potrai mai essere come Quinn o Santana – il ragazzo le
sorrise dolcemente – non riuscirai mai a sedurre un uomo
direttamente. Non riuscirai mai a renderti sensuale e sexy, almeno
non consciamente
Non
capisco – Rachel arrossì, sotto lo sguardo indagatore
che Jesse le stava regalando
La
tua sensualità – il ragazzo le accarezzò la
guancia – sta nella tua ingenuità e nella tua
spontaneità. Perfino nella tua pedanteria
Così
mi offendo!
Non
devi – Jesse le scompigliò i capelli – nessuna è
come te Berry e credimi, io me ne intendo di donne. Il tuo modo di
sedurre gli uomini è unico.
Già,
ma questo non mi farà mai ottenere una parte come quella di
Giulietta.
Non
è vero – Jesse si scostò dal muro –
semplicemente, il tuo professore ha nella sua mente l’immagine
di una Giluietta ammaliatrice di uomini. Se avesse avuto l’immagine
di una Giulietta romantica, la parte sarebbe stata tua
Ma
intanto Elisabeth interpreterà Giulietta e a me toccherà
la balia
E
allora? Fai in modo di rendere la tua balia indimenticabile! –
Jesse si accostò alla ragazza, regalandole un bacio sulla
guancia, poi si allontanò
Jesse
– Rachel richiamò il ragazzo che si voltò –
grazie
E
comunque, Rach, Blaine come tuo Romeo sarebbe decisamente pessimo
Già
– Rachel sorrise
Ciao
a tutti, eccomi con un nuovo capitolo … mammamia quanto tempo
…uff … ma giusto in tempo per festeggiare una piacevole
notizia. Che ve ne pare del fatto che Elisabeth ottenga le parti
migliori? Povera Rachel, accusata di non possedere la minima
sensualità …. Ci credereste?
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Capitolo 7 *** VII - Confusion ***
VII
– Confusion
Tutto
sembrò procedere secondo un binario percorso da un treno che
portava la parola Normalità scritto su di esso. Le lezioni
universitarie stavano impegnando i ragazzi più del previsto.
Nessuno di loro avrebbe mai immaginato che andare al college
significasse studiare così tanto. Inoltre, Blaine, Elisabeth
e Rachel erano occupati nelle prove del Romeo e Giulietta che sarebbe
stato rappresentato, secondo il volere del corpo insegnate, prima
della chiusura natalizia. Infine, le due ragazze dovevano completare
il compito assegnato loro dal professor Corkosy. In tutto questo,
seppur delusa, Rachel non si era disperata più di tanto
nell’apprendere dal suo fidanzato l’impossibilità
da parte sua di venirla a trovare a New York prima di novembre: era
troppo impegnata per rattristarsene a dovere. Tra lei e Jesse,
invece, nulla era cambiato: il suo ex, benché si incontrassero
spesso nell’appartamento che il ragazzo condivideva con sua
sorella, regnava un’apparente indifferenza che, però,
indisponeva la ragazza. Sembrava quasi che Jesse l’avesse
cancellata dalla sua vita e il vedere costantemente andare e venire
ragazze di ogni genere dalla sua camera, non aiutavano certo l’umore
di Rachel. Il problema non erano i sentimenti che provava: la ragazza
era sicura di amare Finn; ciò che la infastidiva era in realtà
il fatto che il suo ex avesse smesso di adorarla: tutto questo
rappresentava un duro colpo al suo grande ego.
Kurt,
dal canto suo, stava avendo il suo bel da fare a cercare di
sopravvivere alle lezioni nella Tisch University; non era tanto lo
studio, ma il fatto che alcuni ragazzi lo avevano preso di mira per
il suo look eccentrico e il suo modo di manifestare apertamente la
sua omosessualità. Se inizialmente si era illuso che New York
e gli abitanti della città fossero diversi rispetto a Lima,
purtroppo aveva dovuto ricredersi: nessuno all’interno
dell’università sembrava interessarsi della sua
situazione e l’indifferenza regnava sovrana tra il corpo
insegnante e i suoi compagni di corso. A farlo sentire più
depresso c’era inoltre l’assenza sempre più
evidente del suo Blaine; non solo assenza fisica, dovuta alle prove
estenuanti del musical di cui era protagonista, ma anche mentale. In
quel clima di quasi indifferenza del suo ragazzo, Kurt aveva
rinunciato a confidarsi con lui, rispondendo alle sue domande su come
andavano le cose alla Tisch con termini entusiastici e allegri.
Infine, a completare il malumore del ragazzo vi era anche la presenza
fastidiosa di Puckerman nel loro appartamento. Il ragazzo, noncurante
della situazione precaria in cui aveva spinto tutti gli abitanti
dell’appartamento, continuava a poltrire sul divano, senza la
minima intenzione di trovarsi un lavoro ne di uscire e dare uno scopo
alla sua vita. Kurt si era ripromesso, favore o non favore a Finn,
che se la situazione non fosse cambiata entro Natale, avrebbe buttato
fuori di casa Puckerman senza sentire ragioni.
In
quel giorno di novembre che precedeva di poco quello del
ringraziamento, per Rachel ed Elisabeth si stava per delineare la
prova suprema alla quale erano state sottoposte: presentare la loro
canzone alla classe di canto. Non era stato facile per nessuna delle
due arrivare a quel risultato. Lavorare in coppia era stato arduo e
faticoso, ma alla fine erano giunte a scrivere una canzone che
rappresentava il perfetto equilibrio delle loro personalità, o
almeno così avevano creduto. Ma quando si esibirono di fronte
al professor Corkosky, nonostante l’applauso del resto della
classe, si beccarono un brutto voto e un ammonimento dell’insegnate:
non solo aveva denigrato la loro canzone, ma dopo averle
rimproverate, le aveva obbligate a lavorare nuovamente insieme e a
ripresentare la canzone per le vacanze primaverili. Rachel avrebbe
preferito scalare l’Everest a piedi nudi piuttosto che lavorare
nuovamente con la biondina, ma era dannatamente importante per lei
riuscire ad ottenere dei voti belli in quella materia e così
accettò suo malgrado, il compito assegnatole. Elisabeth,
delusa ed amareggiata, all’uscita della lezione, aveva accusato
la moretta di negligenza e incapacità. Le due ragazze avevano
rischiato perfino lo scontro fisico se non fosse intervenuto a
separarle il solito Blaine. Il ragazzo cercò di farsi spiegare
la situazione e dopo aver sentito le due versioni della storia,
chiese loro di fargli ascoltare la canzone. Rimase in silenzio
durante tutta l’esibizione e alla fine espresse il suo
giudizio:
La
canzone è molto musicale, ben ritmata e piacevole da
ascoltare
Ma
… - Elisabeth sorrise tristemente
Ma
è totalmente impersonale
Impersonale?
– Rachel spalancò gli occhi stupita
Si
… fredda e vuota … non trasmette niente …. è
banale e anonima.
Le
due ragazze si guardarono sorprese. Nessuna delle due aveva mai
considerato la possibilità di poter scrivere una canzone
vuota, perché entrambe sapevano cosa fossero le emozioni. Ma
Blaine aveva ragione. Avevano dovuto accettare innumerevoli
compromessi in quanto non si erano trovate in accordo su nessun
punto; inoltre nessuna delle due, trovandosi a disagio con l’altra,
aveva voluto aprire il proprio cuore alle emozioni e così la
canzone scritta era un perfetto equilibrio tra tante cose, ma proprio
in virtù di questo, era diventata totalmente impersonale.
Purtroppo, nessuna delle due sapeva come cambiare le cose. La loro
antipatia reciproca era forte e sempre presente e questo non avrebbe
permesso a nessuna delle due di dare il massimo. Non ebbero tempo di
discutere oltre. Le prove per il musical li attendevano. Rachel aveva
raccolto i complimenti del regista e della coreografa, nonché
insegnante di ballo, per la sua interpretazione spigliata e comica
della balia; aveva seguito il consiglio di Jesse, cercando di rendere
il suo personaggio indimenticabile, però, anche se
piacevolmente soddisfatta dei commenti positivi, le era rimasta la
delusione per non essere stata scelta come Giulietta. Non era tanto
il fatto di non poter essere la protagonista, certo anche quello le
provocava rabbia, ma era la motivazione che la rendeva furiosa. La
verità è che la sua rabbia era dettata dalla sicurezza
che i suoi professori avevano ragione sulla sua assoluta mancanza di
sex appeal. Non era Quinn, non era Santana ne tantomeno Elisabeth,
eppure sapeva di possedere qualcosa di speciale. Almeno stando alle
parole che Jesse le aveva detto. Ma lei voleva essere sexy e avrebbe
fatto del suo meglio per rendersi tale. Gli applausi di tutta la
troupe attirarono la sua attenzione sul palco. Elisabeth e Blaine si
erano appena esibiti in un duetto trascinante e coinvolgente e fu in
quel momento che comprese come stavano realmente le cose. La
biondina, sorella di Jesse era innamorata di Blaine! Non c’era
alcun dubbio su questo. Rachel sorrise. Ecco come aveva fatto ad
ottenere la parte: le era bastato pensare a Blaine come Romeo. Non
c’era alcun dubbio. Il sorriso della moretta, però, non
era dovuto solo a quel pensiero. L’idea che la sua rivale fosse
innamorata di un ragazzo dichiaratamente gay, per di più
fidanzato con il suo migliore amico, la rendeva felice. Eppure,
osservando il volto di Blaine, un po’ di quella felicità
scomparve. Negli occhi del ragazzo, infatti, Rachel notò un
fuoco vivo, dedicato solo ed esclusivamente alla sua partner di
palcoscenico: possibile che il ragazzo gay di Kurt si fosse preso una
sbandata per la sorella antipatica del suo ex? La ragazza sentì
istintivamente che quella situazione non avrebbe portato nulla di
buono.
Dal
canto loro Elisabeth e Blaine, presi dalla recitazione, si erano
quasi dimenticati di essere su un palco, di fronte ad un’intera
compagnia. Elisabeth aveva sempre adorato stare vicino a Blaine. Quel
ragazzo aveva il dono di farla sentire normale, cosa che nella sua
vita solo suo fratello Jesse le aveva fatto provare. Per i suoi
genitori, era sempre stata una specie di Barbie da sfoggiare nelle
occasioni mondane, mentre per i suoi compagni di classe era stata la
reginetta del ballo, bella e irraggiungibile. Solo con Blaine si era
sentita a suo agio, in quanto lui, a differenza degli altri, l’aveva
sempre guardata oltre la sola apparenza. Adorava il suo modo di
scherzare e di prendere in giro l’intera situazione. Un tempo
lontano erano stati anche sul punto di diventare più che
amici, ma poi quella infelice notte aveva spazzato via tutti i
sentimenti che fino a quel momento Beth aveva provato. Aveva voluto
azzerare tutta la sua vita, se avesse potuto sarebbe scappata lontano
senza più guardarsi indietro. Aveva allontanato Blaine e i
suoi pochi amici e aveva eretto un muro ancora più alto nei
confronti della sua pessima famiglia. Avrebbe tenuto lontano anche
suo fratello, se quel maledetto adorabile zuccone pieno di ego non
glielo avesse impedito: Jesse era stato la sua salvezza e ora che era
riuscita a ricostruire i pezzi di se stessa, l’incontro con
Blaine le era sembrato un segno del destino; era tempo di ripartire,
dal punto esatto in cui la sua vita si era interrotta. Benchè
la loro esibizione era stata quasi perfetta, Blaine, perfezionista
fino all’esaurimento, le aveva chiesto di fermarsi ancora
un’ora dopo le prove. Tutti gli altri se ne erano andati alla
spicciolata, perfino quell’odiosa di Berry: anche se aveva
indugiato fino all’ultimo con scuse ed osservazioni banali,
alla fine se ne era andata, scura in volto. Ora, sul palco
dell’Auditorium della Juliard c’erano solo lei e Blaine,
il ragazzo di cui si era innamorata a 14 anni. Provarono e
riprovarono le coreografie e le canzoni di alcune scene, ogni volta
migliorando se stessi e la loro performance. Ad un certo punto,
Blaine esausto, franò a terra e cominciò a ridere. La
sua risata, calda e confortevole, aveva sempre illuminato il volto di
Elisabeth. La ragazza si sedette accanto a lui, fingendosi offesa
Beh,
ora perché ridi ?
Constatavo
che alla fine, dopo averti obbligata a provare e riprovare, sono io
che ho ceduto
E’
normale. Sono tante ore ormai che stiamo provando
Già
… ma tu sei fresca e riposata come se avessi solo fatto una
semplice passeggiata, mentre io sembro un tizio che è stato
appena travolto da un treno
Questa
è la compostezza della famiglia St. James – Elisabeth
sorrise – anche se sei distrutto devi sempre apparire fresco e
riposato e soprattutto sorridente
Direi
che il sorriso è quello che ti viene meglio
Grazie
– la biondina arrossì – anche il tuo non è
male
Ah
ah ah ah – Blaine rise – sai che dopo averti conosciuta
e aver ammirato il tuo splendido sorriso, considerando il mio
orribile, mi sono esercitato anni e anni per diventare alla tua
altezza?
Hai
ottenuto un ottimo risultato – Elisabeth strizzò gli
occhi – anche se non raggiungerai mai i miei livelli
Nessuno
può farlo – Blaine sospirò – la tua
bellezza è irraggiungibile. Perfino Barbie a guardarti
morirebbe di invidia
Sei
sempre stato così dolce – Elisabeth arrossì
Chiaro
indizio della mia omosessualità – il ragazzo con una
mano le scompigliò i capelli
Vorresti
dire che i ragazzi etero sono tutti dei cafoni? – la biondina
lo guardò indignata, ma poi sorrise
Dimmi
un ragazzo etero che sia dolce
Mio
fratello Jesse
I
fratelli non valgono
Io
… - Elisabeth abbassò lo sguardo – non ho grandi
esperienze per poter giudicare … da quella notte .. beh …
non è che sia uscita con molti ragazzi
Io
– Blaine arrossì – mi dispiace. Riesco sempre a
fare queste figure
Non
è colpa tua
Si
che lo è, invece – gli occhi del ragazzo divennero duri
– se io non fossi arrivato tardi all’appuntamento …
beh .. non sarebbe successo nulla
Non
è colpa tua Blaine – la voce di Elisabeth divenne un
sussurro, carico, però, di rabbia – è colpa di
quegli animali privi di …
Beth
… - la voce del ragazzo si fece bassa e dolente
Ad
ogni modo – la ragazza tornò a sorridere – mio
fratello ha evitato che soffrissi
Beth
…
O
per lo meno ha evitato il peggio – lo sguardo della ragazza si
fece vuoto – mi dispiace di averti allontanato
Già
– Blaine sorrise – hai avuto una reazione normale
Dici?
– la ragazza lo guardò perplessa
Si,
certo.
Tu,
invece, no
Che
vuoi dire? – Blaine la guardò sorpeso
Guardati!
– Elisabeth si alzò e cominciò a volteggiare per
il palco – ti ho lasciato interessato al mondo femminile e ti
ritrovo gay dichiarato, con fidanzato al seguito … e che
fidanzato!!
Cosa
c’e’ che non va in Kurt? – Blaine si alzò,
osservandola volteggiare
Nulla!
– la ragazza si fermò di fronte a lui, invitandolo con
la mano a ballare – lui è adorabile. Sei tu che non vai
Io
non vado? – Blaine prese la sua mano e cominciarono a ballare
seguendo le note immaginarie di un valzer viennese – che vuoi
dire?
Che
io ti salverò
Elisabeth
si fermò nuovamente e, dopo aver messo le sue braccia intorno
al collo del ragazzo, appoggiò le sue labbra sulla sua bocca.
Blaine, seppur confuso, la lasciò fare. Adorava la sua dolce
amica bionda e doveva ammettere, suo malgrado, che la sua assenza era
stata per lui, in tutti quegli anni, un vuoto incolmabile. Senza
dirsi nulla, i due ragazzi, dopo essersi separati, sorrisero e
lasciarono il teatro. Per la strada verso casa, nessuno parlò,
ma camminarono tenendosi per me, ognuno perso nei propri pensieri.
Quando giunsero di fronte alle loro porte, sorridendo imbarazzato,
Blaine la invitò a prendere una cioccolata calda. Elisabeth
non avrebbe voluto vedere nuovamente il volto arcigno di Rachel, ma
non voleva rinunciare ancora alla compagnia del suo amico e così
accettò. Per fortuna, la moretta non era ancora tornata, ma
gli altri due coinquilini erano in casa e sembravano aver avuto da
poco una discussione. Blaine, sentendo la tensione nell’aria,
sospirò e invitando la ragazza ad accomodarsi, dopo aver
salutato Kurt con un lieve bacio, andò in cucina a preparare
le bevande, seguito dal suo fidanzato. Elisabeth, dopo essersi
guardata un po’ intorno, in cerca di un posto dove sedersi,
optò per il divano: benché fosse sfatto e coperto da
lenzuoli stropicciati, era l’unico posto che le permetteva di
accomodarsi, considerato che tutte le sedie della stanza erano colme
dei vestiti di Puckerman. Quest’ultimo sedeva sul divano e
aveva l’aria di uno che non si lavava ormai da giorni. Il
ragazzo, appena la biondina si fu seduta, si avvicinò a lei
con un’espressione sensuale in volto. Elisabeth si allontanò
con espressione disgustata e il ragazzo sorpreso le domandò
Beh,
che c’è? Perché ti allontani? – Puck
sfoggiò il suo sorriso migliore – guarda che non mordo,
piccola
Piccola?
Tzsè … certi termini non si usano più dai tempi
di Jimmy Dean ed Elvis …e comunque, tesoro – la
biondina accentuò la parola – puzzi! Per questo mi sono
allontanata
Non
tutti posso profumare di lavanda come il tuo Blaine
Sicuramente!
Ciò non significa però che debbano puzzare di fogna
come te
Ehi!
– Noah la guardò indignato – vacci piano! Non
sarò certo come il tuo principino gay, ma di certo non sono
un barbone
Ma
lo diventerai presto se continuerai a poltrire su questo divano –
la ragazza si alzò – guardati. Da quanto non ti lavi?
Da
ieri
Strano
.. sembrerebbe di più … allora non c’e’
proprio rimedio
Ehi!
E
comunque basta guardare come hai ridotto questa stanza. Sembra una
discarica
Mi
sembra di sentire Kurt! – Noah sorrise sarcastico – ora,
oltre al ragazzo, condividete anche le opinioni?
Almeno
noi facciamo qualcosa – Elisabeth fu infastidita dalla battuta
di Puck – tu ormai vegeti su questo divano. Mi sorprende che
ancora non ti siano cresciute le radici e le fogli in testa
Senti
principessina, io sono una persona piena di interessi e di voglia di
vivere. Mi serve solo un po’ di tempo per ripartire
Secondo
me, piccolo – Elisabeth lo sfidò con lo sguardo –
ti serve soprattutto un lavoro, visto che il talento dalle tue parti
scarseggia
Tu
non sai nulla su di me e sul mio talento
Beh!
– lo sguardo della biondina divenne freddo e indisponente –
non credo di avere di fronte ai miei occhi un nuovo Nureiev o un
Domingo
Chi?
Ignorante
… ignorante come una capra … non troverai mai un
lavoro
Lo
vedremo!
Puckerman,
furioso per l’atteggiamento arrogante di quella ragazzina ed
infastidito dai suoi commenti, afferrò la giacca ed uscì
rapidamente dall’appartamento. Rientrò dopo un minuto,
poggiando sul divano la giacca della ragazza e prendendo la sua,
mentre Elisabeth cominciò a ridere come una matta. Noah fece
le scale di corsa, travolgendo quasi Rachel, senza rendersene neanche
conto. Era colmo di rabbia e di frustrazione. Anche lui sapeva che la
sua vita non aveva preso la direzione sperata, ma non aveva bisogno
di quella mocciosa per sentirsi dire di essere un fallito. Era ancora
giovane e poteva ancora cambiare il corso delle cose. Le avrebbe
dimostrato in poco tempo che Noah Puckerman era capace di trovare un
lavoro e che anche lui aveva una cultura da sfoggiare.
Blaine,
intanto, stava cercando di preparare una cioccolata calda, evitando
di incontrare lo sguardo del suo ragazzo. Sentiva, dal modo in cui
Kurt stava respirando, che il suo compagno era infastidito e
sospettava che lo fosse con lui. Sospirò, non poteva evitarlo
per sempre; così, voltandosi a guardarlo, gli offrì il
suo sorriso migliore. Sorriso che gli morì in faccia
Perché
lei è qui? – Kurt lo guardò di sguincio
Per
bere una cioccolata calda? – Blaine tentò di
sdrammatizzare
Non
fare lo spiritoso! – Kurt si avvicinò, trattenendo la
voce – sono giorni che non torni ad un orario decente. Passi
tutto il tempo con la tua amichetta del cuore e non contento me la
porti anche in casa
Ti
ricordo che questa casa è anche mia … o almeno così
mi hai detto
Certo
che è anche casa tua! – Kurt lo guardò
scandalizzato – ma non sua. Che bisogno c’era di farla
venire?
E’
una mia amica, Kurt, e apprezzo la sua compagnia. Ci deve essere un
altro motivo?
Sei
ancora innamorato di lei?
Sono
innamorato di te, lo sai – Blaine sospirò
Ma
ami anche lei?
Certo
che la amo – Blaine sorrise – come tu puoi amare Rachel
Io
odio Rachel – Kurt fece una smorfia
Non
è vero. Comunque la amo, è vero – Blaine si
avvicinò al suo ragazzo – come si può amare la
propria migliore amica … sono pur sempre gay, ricordi?
Forse
è lei che non se lo ricorda
Kurt
lo guardò male, ma Blaine, non curandosene, si avvicinò
a lui e senza dargli alcuna possibilità di fuga, lo baciò.
Uff
…. Sempre in ritardo … sempre più in ritardo ….
Intanto scusatemi … diventa sempre più difficile
aggiornare .. però ci sto provando e spero che il risultato vi
piaccia. Un capitolo interamente dedicato a Blaine, Elisabeth e Kurt
.. con qualcosa di Puck e Rachel … piaciuto???
|
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Capitolo 8 *** VIII - A Thanksgiving with Friends ***
Capitolo
VIII
A
Thanksgiving
with Friends
Rachel
corse ad abbracciare Finn; il suo aereo era atterrato da circa
mezz’ora e, dopo aver espletato tutte le pratiche legate
all’arrivo a New York, il suo ragazzo finalmente era uscito
dall’area bagagli. Avrebbero passato il Giorno del
Ringraziamento e il fine settimana insieme; dopo tanti mesi passati
lontano, quella era la cosa a cui più la ragazza teneva. Dopo
averlo accolto con un bacio caloroso e passionale, la ragazza lo
condusse verso l’area taxi, dove presero il primo disponibile.
Finn le raccontò del viaggio e di come sua madre e il padre di
Kurt lo avessero accompagnato all’aeroporto; le raccontò
di quanto avesse sentito la sua mancanza in tutti quei mesi e di
quanto fosse dispiaciuto per non averle potuto raccontare di Puck e
dei suoi guai. Rachel gli chiese come stessero procedendo le cose per
il loro amico e lui, con aria sconsolata le rispose che la Sylvester
non voleva sentire ragioni e che tutti i tentativi di Schuester fino
a quel momento erano falliti miseramente. Inoltre, le disse che anche
il professore, ora, rischiava di essere accusato di favoreggiamento,
perché a dispetto della sua solita onestà, si era
rifiutato di dire alla Sylvester il luogo in cui Puckerman si era
rifugiato. Rachel a quel punto prese un lungo respiro; sapeva di
dover parlare e sapeva di doverlo fare in quel momento perché
non avrebbe avuto un’altra occasione. Gli prese le mani tra le
sue e si voltò a guardarlo intensamente:
Finn,
devo dirti una cosa
Vuoi
lasciarmi?
Cosa?
– Rachel lo guardò perplessa – No! Ma come ti è
venuto in mente?
La
tua espressione non annuncia niente di buono – il ragazzo
rispose
Ho
incontrato Jesse
Che?
– Finn ci mise un po’ di tempo per comprendere le sue
parole – Chi? Cosa? Dove?
Beh
…. Ti ricordi che ti ho parlato più volte di
quell’orrenda ragazza, orrenda non di aspetto, ovviamente,
perché sai che ti ho detto che è bellissima, ma di
carattere …. Beh .. insomma … lei si chiama Elisabeth
… te lo avevo detto – Finn annuì, confuso –
quello che non ti ho detto è il suo cognome … lei si
chiama Elisaebth St. James
St.
Jmaes?
Si
… è la sorella di Jesse …
La
vostra vicina? Quella che è stata il primo amore di Blaine?
La
prima e unica ragazza che ha baciato .. non amore … non ti
consiglio di usare quel termine di fronte a Kurt … - Rachel
lo guardò comprensiva – ad ogni modo ... si …lei
E
Jesse è suo fratello? – Rachel annuì –
quindi lo hai visto quando è venuto a trovare sua sorella?
Non
esattamente – Rachel abbassò lo sguardo
Che
vuoi dire non esattamente? – Finn alzò il sopracciglio,
sempre più confuso
Ecco
… lui vive con lei
Cosa?
– Finn ci mise ancora un po’ per assorbire la notizia –
Jesse è il tuo vicino di appartamento? E in tutto questo
tempo hai pensato bene di tenerti questa informazione per te? Perché
diavolo lo hai fatto?!!
Perché
avevo paura che questa notizia venisse presa male da te, come sta
succedendo
Rachel!
Quel bastardo è stato quello che ti ha preso in giro,
facendoti credere di essere innamorato di te ..
Beh
.. in realtà lo era – Rachel abbassò lo sguardo
Avanti
Rachel, chi mai ti tirerebbe un uovo in testa se fosse veramente
innamorato di te? – la moretta non rispose – ma come
pretendevi che prendevo questa notizia? Festeggiando?
No,
certo che no
Perché
me lo hai nascosto?! – Finn la guardò con sguardo
accusatorio
Te
l’ho detto
Voglio
sapere il vero motivo
E’
questo il vero motivo
Che
cosa è successo tra di voi?
Nulla
Avanti,
non mentirmi, sei arrossita
Ti
ho detto nulla … lui, comunque, non vuole avere nulla a che
fare con me e c’e’ da credergli, visto il via vai
continuo di donne dal suo appartamento – Rachel incrociò
le braccia appoggiandosi al sedile del taxi
E
da parte tua? – Finn la guardò, allarmato
Nulla!
– Rachel si protese nuovamente verso di lui – lo sai che
sono innamorata di te.
Finn
la guardò in silenzio per un po’ senza dire nulla. Non
voleva passare il resto del week end a litigare per un altro, anche
se quell’altro si chiamava Jesse St. James ed era stato il suo
peggior incubo per un periodo delle scuole superiori. Abbracciò
Rachel, dicendole che non gli era piaciuto che lei le tenesse
nascosto qualcosa, ma non aggiunse altro. I due ragazzi, dopo essere
arrivati nell’appartamento e dopo aver posato la borsa di Finn,
uscirono nuovamente. Rachel aveva organizzato un tour che prevedeva
una passeggiata a Broadway, un giro veloce intorno alla Statua della
Libertà e una visita all’Empire State Building. I due
ragazzi cenarono in uno dei tanti locali newyorkesi. I due ragazzi
risero e scherzarono per tutto il tempo, raccontandosi le loro
vicende. Solo in alcuni momenti la malinconia prese il sopravvento.
Era dura mantenere una relazione a distanza, soprattutto quando si
era giovani ed innamorati come loro. Particolarmente divertente fu il
racconto di Finn delle avventure di Brittany all’officina del
padre di Kurt. La ragazza, benché avesse delle capacità
innate nel tenere la contabilità, aveva collezionato con molti
dei clienti delle figuracce colossali. Eppure, almeno a detta del
ragazzo, il suo modo di fare aveva permesso l’incremento delle
visite dei clienti abituali e l’arrivo di nuovi. Rachel, con
tono critico, fece notare a Finn che probabilmente l’aumento
delle attività non era dovuto alla presenza di Brittany,
quanto alla sua.
Avanti,
Rachel! – Finn sorrise dolcemente – sono tutti maschi i
nuovi clienti e appena entrano, corrono a parlare con Brittany.
Qualcosa vorrà pur dire
Sono
inibiti da te. – Rachel rispose convinta – sono
soggiogati dalla tua presenza e non hanno il coraggio di parlare con
te
Ah
ah ah ah!
Non
ridere dico sul serio. – Rachel incrociò le braccia –
Brittany è molto carina, è vero, ma non ha tutto
questo fascino
Posso
assicurarti che invece è così – Finn sospirò
– non hai idea di quanto sia diventata bella
Cosa?
– Rachel sgranò gli occhi
Voglio
dire … - Finn mise le mani avanti – non bella come te …
ovviamente … non è che io la guardi da quel punto di
vista … dicevo solo che oggettivamente è diventata più
matura … più .. o insomma hai capito no?
Veramente
no – Rachel lo guardò male
Avanti
– Finn sorrise imbarazzato – non puoi essere gelosa di
Brittany!
Io
non sono gelosa – la moretta mise il broncio – è
solo che il modo in cui parli di lei … e di quello che fa ….
Io vorrei che tu parlassi di me così … significherebbe
che passiamo molto tempo insieme … ed invece tu lo passi con
lei il tempo e io sento tanto la tua mancanza
Non
sono io che me ne sono andato – Finn rispose in maniera
indisponente
E’
vero – Rachel abbassò lo sguardo – questo però
non significa che non senta la tua mancanza
Anche
tu mi manchi, Rachel. Da morire
La
ragazza, sporgendosi dal tavolo, si protese verso di lui e gli regalò
un bacio appassionato. Questo accese la voglia ad entrambi. Non
avevano avuto molte occasioni di stare insieme ed ogni volta, vista
la loro scarsa esperienza, non era stato semplice, ma entrambi
sapevano che con il tempo tutto sarebbe migliorato. Sentivano di
amarsi e sapevano che il buon sesso sarebbe arrivato presto. Pagarono
il conto e senza aspettare il taxi, tornarono verso l’appartamento
a piedi. Una volta entrati, salutarono velocemente Puck, accampato
sul divano, e corsero nella camera di Rachel. Dopo essersi chiusi la
porta alle spalle, la moretta fece sedere il suo ragazzo sul letto e
cominciò a spogliarsi lentamente. Voleva fare in modo che lui
osservasse ogni centimetro del suo corpo, tonico e modellato dai duri
allenamenti a cui si stava sottoponendo. Finn sembrò
apprezzare lo spettacolo, perché, senza permetterle di andare
oltre, ad un certo punto, tra la privazione della camicetta e del
reggiseno, l’afferrò, trascinandola nel letto.
Sfilandosi velocemente la maglietta, il ragazzo si posizionò
sopra di lei, in modo da farle sentire quanto la desiderasse. Rachel
sorrise, gratificata, aiutandolo a privarsi del resto dei vestiti.
Fecero l’amore, cercando di assaporare ogni istante, anche se
non duraturo e poi, entrambi stanchi per la lunga giornata, si
addormentarono profondamente.
La
mattina successiva, giorno del ringraziamento, fu carico di sorprese
per entrambi. Durante la colazione, divisa con gli altri coinquilini,
vennero a conoscenza del fatto che il pranzo del ringraziamento
sarebbe stato organizzato da Kurt. Rachel trattenne un sorriso, che
però non sfuggì al ragazzo
So
a cosa stai pensando, ma posso assicurarti che questa volta sarò
veramente insuperabile, soprattutto perché impedirò a
Puck di entrare in cucina
Ehi,
amico – Noah alzò un sopracciglio, mentre Finn lo
guardò perplesso – io volevo solo aiutarti
E
per dimostrare a tutti che IO so cucinare – Kurt lanciò
un’occhiata a tutti – ho invitato anche l’amica di
Blaine e suo fratello
Cosa?
– Blaine e Rachel rispose insieme sorpresi
Dovrò
dividere il pranzo del ringraziamento con quel bastardo?? –
Finn alzò la voce
Vedo
che Rachel finalmente si è degnata di dirti di Jesse –
Kurt gli lanciò un’occhiata di sbieco
Vedo
che tu non ti sei sperticato per dirmelo prima – Finn lo
guardò di traverso
Non
volevo creare un caso nel vostro mondo incantato
Perché
hai invitato Elisabeth? – Blaine ignorò la discussione
tra i due fratelli
Perché
è una tua amica, perché l’altra volta è
stata una cena orribile e …
Perché
vuoi farle vedere quanto ci amiamo – Blaine concluse la frase
indispettito
La
cosa ti dispiace? – Kurt lo scrutò
Mi
dispiace che tu senta il bisogno di dirlo a qualcun altro che non
sia io – Blaine si alzò senza aggiungere altro ed andò
in bagno
Ma
perché hai invitato anche suo fratello?
Perché
senza di lui la biondina non va da nessuna parte – rispose
Puck – anzi no … con Blaine va anche senza Jesse. Ad
ogni modo dovrai aggiungere un altro posto a tavola
Perché?
– Kurt alzò il sopracciglio
Perché
anche Quinn sarà dei nostri
Quinn
Fabray? – Kurt lo guardò sorpreso – perché?
Perché
è venuta a New York, mi ha chiamato e io le ho detto di
venire. Qualcuno ha problemi?
Era
evidente che tutti avessero dei problemi, Kurt non avrebbe voluto
passare il giorno del ringraziamento con quella che riteneva essere
al momento la sua peggior rivale, ma d’altra parte non poteva
permetterle di avanzare oltre sulla linea di confine rappresentata da
Blaine stesso. Pochi giorni prima, volendo fare una sorpresa al
fidanzato, si era recato alle prove dello spettacolo, rimanendo
esterrefatto nel trovarlo abbracciato e preso in un vero bacio con la
sua partner. Se ne era andato senza farsi vedere da Blaine, ma in
quel preciso istante aveva deciso che avrebbe fatto capire alla
biondina che quello era un campo vietato. Rachel non era affatto
contenta di dover dividere quel pranzo con Elisabeth e con Jesse,
sapeva che non ci sarebbero stati altro che guai e la presenza di
Quinn avrebbe amplificato il tutto, mentre Finn semplicemente non
sopportava l’idea di dover dividere il pranzo con St. James,
aveva già diviso troppe cose con quel ragazzo. Puck,
all’apparenza l’unica persona senza alcun problema, in
realtà aveva inviato Quinn solo per mostrare a quella
arrogante di Elisabeth che lui era un ragazzo degno di aver avuto
una ragazza all’altezza di Fabray.
La
mattinata procedette abbastanza tranquillamente, ad eccezione delle
urla di Kurt in direzione di Puck che indugiava sul divano, non
permettendo al ragazzo di sistemare a dovere l’appartamento e
le litigate per chi dovesse utilizzare prima il bagno. Poco prima di
pranzo arrivò Quinn. Rachel non potè fare a meno di
notare, osservandola, che i mesi passati le avevano regalato un
aspetto più adulto e più sensuale di quello che
ricordava. Le due ragazze, pur non essendo mai diventate grandi
amiche, avevano ormai raggiunto una sorta di equilibrio e così
si salutarono affettuosamente ed indugiarono per un sul po’
balconcino dell’appartamento a parlare di quello che era
accaduto ad entrambe nel tempo trascorso. Finn, pur rimanendo
all’interno a parlare con Puck, non mosse il suo sguardo da
Rachel. Le era mancata terribilmente e vederla, ora, di nuovo vicino
a lui gli sembrava quasi un sogno. Il suo sguardo seguì quello
di Noah verso la nuova entrata, rimanendo folgorato dalla bellezza
della ragazza che immaginò essere la sorella di Jesse St.
James.
Ammaliante,
vero? – Noah sorrise guardando la sua espressione ebete –
peccato che abbia un carattere che annulli tanta bellezza
Tu
dovresti essere Finn, giusto? – Elisabeth, dopo aver salutato
affettuosamente Blaine, si era avvicinata ai due ragazzi
Si,
sono io, come … - il ragazzo rimase sorpreso
La
descrizione di mio fratello calza a pennello, anzi, forse è
stato anche troppo generoso con te
Il
sorriso della ragazza fece comprendere a Finn che non sarebbero mai
stati amici. L’attenzione di Elisabeth venne attirata dalle due
ragazze sul balconcino. Anche Rachel e Quinn cominciarono ad
osservare la biondina.
E
così quella è la sorella di Jesse?
Come
fai a conoscerla? – Rachel la guardò sorpresa
Me
ne ha parlato Puck – Quinn sorrise – non ho capito,
però, se è perché ne è innamorato o se è
perché la odia profondamente
Io
direi la seconda – Rachel rispose sicura
E’
così terribile come persona?
Peggio!
E
di suo fratello cosa mi dici?
Jesse?!
– Rachel guardò la sua ex compagna sorpresa – lui
lo conosci, cosa dovrei dirti?
Che
effetto ti ha fatto rivederlo?
Nessuno
in particolare – Rachel alzò le spalle – ho
scelto Finn e lui se ne è andato e mi ha dimenticato
E’
quello che ti ha detto lui? – Rachel annuì –
allora oggi non ci sarà nulla di cui preoccuparsi, immagino
Quinn
rientrò nell’istante in cui Jesse arrivò. I due
si guardarono, sorridendosi a vicenda. Senza indugiare, il ragazzo
andò verso di lei, salutandola e dandole un bacio sulla
guancia
E’
sempre un piacere incontrarti Quinn; diventi più bella ogni
volta che ci vediamo
Grazie
– la ragazza sorrise – e tu sai sempre come fare
sorridere una ragazza.
Se
sapevo che saresti venuta anche tu, avrei messo più
attenzione nel prepararmi
Vuoi
dire che le tue due ore a pettinare quei capelli assurdi non ti
rendono presentabile? – Finn sorrise sarcasticamente – e
comunque, tranquillo, non saresti riuscito a migliorarti
Forse
Hudson è meglio che fai giudicare a qualcuno più
capace di te. Non mi sembri un campione di estetica – Jesse lo
guardò sarcasticamente
Sarà
come dici tu, eppure a dispetto del tuo bel aspetto, Rachel ha
scelto me
Evidentemente
anche lei non è una campionessa di estetica
Jesse
sfoggiò il suo sorriso più malandrino, la sua battuta
fece sorridere allo stesso modo Quinn ed Elisabeth, mentre Rachel ne
rimase offesa. Evitando di guardare Jesse negli occhi, si diresse a
passo spedito in cucina, seguita da un Finn perplesso e confuso.
Sotto lo sguardo sconcertato di Kurt, Rachel cominciò ad
ispezionare nervosamente tutte le pentole sui fornelli. Solo la mano
di Finn fermò i suoi gesti sconclusionati
Ma
che ti prende?
Niente
… è solo che …. Insomma … va bene non
essere più amici, ma offendermi …
Ti
disturba tanto? – Finn la guardò perplesso
No
– Rachel mentì, ma poi sotto lo sguardo del suo
ragazzo, ammise – si … ma non per quello che pensi tu.
Non mi interessa più Jesse … io amo te e basta …
però … speravo che potessimo mantenere una dignità
… e invece …
Ehm
… scusatemi – Kurt si schiarì la voce –
per quanto possa essere interessato a tutti i tuoi drammi …
vi chiederei di uscire dalla mia cucina
Questa
è anche la mia cucina – Rachel alzò il
sopracciglio
Cucina
che non ti ha mai visto lavorare su un fornello … per cui …
fuori Berry
Rachel
e Finn, uscirono dalla cucina e tornarono nella sala; mentre Jesse e
Quinn stavano conversando amabilmente, Elisabeth e Blaine erano
usciti sul balconcino e Puck, solitario sul divano, stava
sorseggiando un aperitivo: i due si diressero verso di lui. Blaine
entrò in casa per prendere una coperta che potesse proteggere
Elisabeth dal freddo. La ragazza, una volta ricevuto l’indumento
sulle spalle, sorrise
Sei
sempre stato attento a queste cose
Non
vorrei che la mia coprotagonista prendesse freddo – Blaine
sorrise – soprattutto in prospettiva della prima
E’
solo quello che ti interessa? – Elisabeth alzò un
sopracciglio sorridendo – e il bacio? Anche quello era per
sincerarti che le mie corde vocali stessero bene?
Beth
… io … mi sono lasciato un po’ trasportare dalla
parte … scusami …
Non
ti devi scusare … con me non lo devi mai fare
Ok
– Blaine sorrise – è solo che non vorrei che
fraintendessi il mio gesto …
Non
è che sei tu che stai fraintendendo tutta la tua situazione?
Blaine
la guardò perplesso
Che
vuoi dire?
Questo
tuo essere così gay … così innamorato di Kurt …
- Elisabeth si avvicinò a lui, mentre il ragazzo fece un
passo indietro, ma si ritrovò addosso al davanzale –
non è che è tutta una situazione costruita dalla tua
mente, per sfuggire alla realtà?
E
quale sarebbe la realtà? – Blaine si guardò
intorno
Che
provi dei sentimenti per me – Elisabeth accostò il suo
corpo a quello del ragazzo e gli cinse il collo con le sue braccia –
che li hai sempre provati, ma i tuoi sensi di colpa ti hanno
impedito di andare avanti e così ti sei costruito una vita
parallela, più facile da gestire
Pensi
che essere gay sia … facile? – Blaine la guardò
perplesso
Tutto
è più facile che ammettere i propri sentimenti –
Elisabeth si protese verso di lui – non concordi?
Blaine
non rispose, ma rimase pensieroso ad osservare il sorriso della
ragazza. Solo quando Elisabeth si avvicinò per baciarlo, il
ragazzo, ricordandosi del luogo dove si trovavano e delle persone
presenti, si discostò, allontanandola. Senza dirle nulla,
rientrò nell’appartamento, trovandosi di fronte Kurt. Il
suo ragazzo, dopo averlo guardato intensamente, sorrise offrendogli
una tartina. Elisabeth rientrò nella sala, andandosi a sedere
vicino al fratello. Jesse, pur conversando amabilmente con Quinn, non
perse neanche un movimento della sorella e quando le si avvicinò,
la strinse in un abbraccio affettuoso. Anche Rachel non aveva perso
di vista un solo istante ne Jesse ne sua sorella. Era preoccupata per
Kurt e Blaine e al tempo stesso era perplessa dal comportamento del
suo ex. Sapeva che l’amore poteva cessare, lei aveva smesso di
provare dei sentimenti per lui molto tempo prima, ma non poteva
credere che quel ragazzo fosse tornato a trattarla così
freddamente. Inoltre, da quando era entrato, Jesse era sembrato
stanco e affaticato e questo, per un ragazzo dinamico come lui,
sembrava molto sospetto. Rachel non lo perse di vista per tutto il
pranzo, che procedette, nonostante tutto, tranquillamente, almeno
fino a quando Noah non disse ad un incredulo Kurt di aver trovato un
lavoro. Le domande che quest’ultimo ed Elisabeth fecero al
ragazzo permisero di far scoprire alla compagnia che il lavoro era da
cameriere-spogliarellista in un locale nella parte bassa di
Manhattan. Puck, sostenendo lo sguardo di entrambi, ammise che, viste
le sue scarse referenze non era facile trovare un lavoro all’altezza
delle sue aspettative e che, rispetto ad un normale lavoro da
cameriere, quello avrebbe reso molto di più. Non rispose alle
provocazioni della biondina, neanche quando Elisabeth gli fece notare
che la linea di demarcazione tra spogliarello e prostituzione, in
quel locale era veramente sottile
E
tu come fai a saperlo? – Quinn sorrise amabilmente – per
caso hai frequentato l’ambiente?
E’
una cosa risaputa – Elisabeth sorrise a sua volta – non
c’e’ bisogno di averlo frequentato. Ma comunque, non
penso che il tuo amico Puck possa aspirare a qualcosa di diverso
Se
pensi questo – Quinn la guardò con condiscendenza –
non hai capito nulla della vera essenza di Noah
Concordo
– Rachel rispose soddisfatta, ignorando lo sguardo perplesso
del suo ragazzo – Noah è un ragazzo che vale molto più
di quello che sembra
Wow!
– Elisabeth si voltò divertita verso il ragazzo –
hai già due clienti assicurate
Kurt
troncò la discussione, portando a tavola il dolce ed ottenendo
i commenti positivi di tutti i presenti. Alla fine, dopo aver
sparecchiato, i ragazzi rimasero a chiacchierare a tavola, mentre
Kurt uscì sul balconcino. Dopo poco fu raggiunto da Rachel,
che sorridendogli lo abbracciò.
A
cosa devo questo gesto? – Kurt la guardò perplesso –
forse per la splendida cena che vi ho preparato?
La
cena era davvero splendida, ma non è per quello - Rachel
sospirò – ultimamente non abbiamo avuto molto modo di
parlare
Ci
credo, con tutta la gente che entra ed esce dal nostro appartamento
– rispose Kurt – non capisco, però, cosa centri
questo con il tuo abbraccio
E’
che … stasera sembravi così triste …
E’
una tua impressione – Kurt guardò altrove –
perché dovrei esserlo?
Forse
perché Blaine sembra molto preso da Elisabeth?
Blaine
è gay – Kurt rispose con sufficienza
E
se non lo fosse?
Mi
sembra che abbiamo già affrontato questa discussione
Si
– Rachel abbassò lo sguardo – ma se non lo fosse?
Blaine
mi ama – Kurt la guardò negli occhi
Questo
lo so! Però …
Però
niente, Rachel, io so quello che prova il mio ragazzo per me …
nonostante tutto
E
allora che cosa hai?
E’
… - Kurt si schiarì la voce – per via
dell’Università
Che
vuoi dire?
Io
pensavo che in una città grande come New York, in un college
come la Tisch non avrei mai avuto problemi per via della mia …
condizione, ma mi sbagliavo
E
così Kurt gli raccontò quello che era accaduto alla
lezione di recitazione e la discussione avuta in seguito con Jesse.
Non
ci posso credere! – Rachel sgranò gli occhi –
tutto avrei pensato di Jesse, tranne che fosse razzista
Io
non penso che lui intendesse offendermi e non credo che sia razzista
– Kurt alzò il sopracciglio
Ah
no? Io invece credo il contrario
Ad
ogni modo non è questo il punto – Kurt la guardò
con severità – il punto è che mi sembra di
essere di nuovo alla partenza. Come se tutto quello che avessi fatto
alla McKinley non avesse alcun valore
Oh
Kurt! Ma questo non è vero – Rachel abbracciò
nuovamente il suo amico - non sei allo stesso punto di partenza.
Ora sei consapevole delle tue capacità, sai fino a che punto
puoi spingerti e hai Blaine e sei a New York. Avresti mai pensato,
un tempo, di poter essere qui?
No
E
tutto questo è dovuto al tuo grande impegno e al tuo non
arrenderti mai. Non sei più allo stesso punto e magari non
avevi previsto questo … ulteriore ostacolo … ma so che
riuscirai a superarlo.
Hai
ragione – Kurt sorrise – non è un dettaglio
insignificante a potermi fermare. Giusto? Noi conquisteremo Broadway
Kurt
ricambiò l’abbraccio con Rachel.
Jesse
ebbe un comportamento assente e distratto per tutta la durata della
cena Si sentiva stanco ed affaticato, ma non aveva molta voglia di
tornare nel suo appartamento, pertanto, decise di sdraiarsi un po’
in una delle stanze dell’appartamento. Senza accorgersene si
ritrovò nella stanza di Rachel. Ne fu consapevole appena
entrò. Tutto in quel luogo parlava della sua ex, i cuscini, le
coperte sul letto e tutti i ridicoli soprammobili collocati un po’
ovunque. E poi il profumo che lo stava avvolgendo era
indiscutibilmente il suo, sorrise al pensiero che dopo tutto quel
tempo, quell’odore misto tra sandalo e vaniglia smuovesse
ancora i suoi sensi, nonostante non fosse più innamorato di
lei. Si sdraiò sul fondo del letto, appisolandosi. Doveva
essere veramente stanco se si accorse solo nel momento in cui sentì
le dita sul suo corpo, che qualcuno era entrato nella stanza. Si alzò
di scatto, provando una forte fitta all’addome, sorprendendosi
nel trovarsi davanti Quinn Fabray. La ragazza gli sorrise
maliziosamente
Che
ti succede, Jesse? Ti ricordavo più dinamico
E’
stata una settimana … impegnativa – il ragazzo si
stropicciò gli occhi
Capisco
I
due ragazzi si guardarono intensamente in quel modo particolare che
mostra all’altro quanto uno possa essere attratto dalla persona
che si trova di fronte. Non si poteva dire certo che Quinn non fosse
bella, Jesse questo l’aveva sempre saputo, ma il tempo passato
l’aveva resa più sensuale e sicura delle sue
opportunità. Il ragazzo aveva avuto le sue esperienze e sapeva
distinguere quali fossero le ragazze da alte aspettative da quelle di
una notte senza impegno. Rachel e Quinn appartenevano sicuramente
alla prima categoria, ma al tempo stesso, sentiva nella biondina che
aveva di fronte, il desiderio crescere. Le si avvicinò, non
perdendo mai il contatto visivo.
Non
credo che sia una mossa intelligente – Quinn rimase immobile,
sorridendo
Perché?
– Jesse le sussurrò
Rachel
non te lo perdonerebbe mai
Rachel?
– Jesse la guardò stupito – cosa c’entra
Rachel in tutto questo?
Beh,
è evidente che ti interessa ancora
Ah
si? – Jesse sorrise – e da cosa è evidente?
Dal
fatto che sei seduto sul suo letto – Quinn continuò a
sorridere
Volevi
che scegliessi la stanza in cui Kurt e Blaine faranno sesso per
riposarmi?
Hai
ragione – Quinn annuì divertita – meglio quella
in cui Rachel e Finn lo fanno
Jesse
non le permise di aggiungere altro, afferrandola per le braccia e
catturandole le labbra con foga. La ragazza partecipò al
bacio, in fondo era a New York, la città delle opportunità
e Jesse era sempre stato dannatamente sexy. Quinn lo spinse con il
corpo sul letto, provocandogli un dolore intenso. Il ragazzo la
scostò velocemente, trattenendo una smorfia di dolore e
toccandosi istintivamente l’addome. Quinn, preoccupata, tentò
di alzargli la maglietta per vedere che cosa avesse, ma il ragazzo
glielo impedì
Avanti,
fammi vedere, sono un medico
Frequentare
il primo anno della facoltà di medicina non fa di te un
medico – Jesse alzò il sopracciglio contrariato
Però
mi permette di dare un’occhiata
Quinn,
senza indugiare, gli alzò la maglietta: sull’addome di
Jesse vi era un esteso ematoma.
Ma
cosa diamine ti è successo?
Nulla
Avanti!
– Quinn lo guardò con sguardo serio – è
evidente che qualcuno ci è andato giù pesante
Già
– Jesse sorrise – sono cose che capitano
Se
non vuoi dirlo a me, magari lo dirai a Rachel o a tua sorella –
Quinn si alzò dal letto
No!
– Jesse la bloccò – lascia fuori da questa storia
mia sorella e Rachel … non mi va di sentirmi le loro domande
per le prossime tre ore
Allora?
– Quinn incrociò le braccia rimanendo in piedi
Diciamo
che questo è il risultato dell’aver voluto difendere
per una volta il vostro amico di porcellana
Kurt?
– Quinn spalancò gli occhi – cosa c’entra
Kurt in questa storia?
Beh,
diciamo che alcuni studenti della Tisch non lo trovano
particolarmente simpatico
E’
per il fatto che è gay?
Mmmh
… forse .. non so – Jesse alzò le spalle –
diciamo che il suo atteggiamento da diva non lo aiuta a conquistare
simpatie
E
del tuo atteggiamento da diva? – Quinn lo guardò
scettica – che cosa dicono?
Ah
ah ah … - Jesse rise – in verità, mia cara
Quinn, da allora sono un po’ cambiato
Se
lo dici tu – la ragazza lo guardò poco convinta –
ma ancora non ho capito
Mettiamola
così, ho evitato che alcuni tizi lo prendessero a pugni
Facendoti
prendere a pugni tu
Esatto
Jesse,
è da matti – Quinn lo guardò perplessa
Lo
avrebbero massacrato .. io almeno me la sono cavata con poco
Poco?
– la bionda lo guardò incredula – tu me lo chiami
poco? Devi andare in ospedale
Figurati
Permettimi
almeno di metterti una pomata per gli ematomi – Quinn entrò
in bagno – ci sarà qualcosa di utile fra tutte queste
stupide creme che Rachel porta con se
Jesse
rise, ma non si oppose alle cure di Quinn. La ragazza lo obbligò
a togliersi la maglietta e cominciò a spalmargli un unguento
sull’addome. Nel momento in cui il ragazzo si stava rinfilando
la maglietta, entrò improvvisamente Rachel che li guardò
indignata, poi dirigendosi verso Jesse lo aggredì
Io
non posso crederci!
Credere
a cosa? – Jesse coprendosi velocemente l’ematoma,
rispose con calma
Mi
distraggo un attimo e tu provi a portarti a letto la mia amica in
camera mia; come se non ti bastassero tutte quelle sgualdrine
Guarda
Rachel che hai frainteso – Quinn tentò di frapporsi fra
i due, mentre nella stanza entrò anche Finn
Lascia
stare Quinn – Jesse allontanò la biondina con un gesto
della mano e si pose di fronte a Rachel – cosa è che ti
disturba, Berry? Il fatto che stia con Quinn? Che abbia altre
ragazze? Che siamo nella tua stanza? E perché dovrebbero
disturbarti queste cose? Io e te non stiamo insieme, non siamo
neanche più amici
Quinn
però è una mia amica
Quinn
è adulta e non ha bisogno del tuo aiuto
Si,
invece, quando si tratta di te. Tu le donne le tratti come oggetti.
Te le porti a letto, fai credere loro chi sa che cosa, e poi le
scarichi come nulla
Io
non illudo nessuna, Berry, non prendo impegni che non posso
mantenere e non prometto amore quando non ne ho da dare. Non sono
te! – lo sguardo di Jesse si fece duro
Cosa?
– Rachel lo guardò sconvolta – che cosa vorresti
dire?
Quello
che ho detto – Jesse sorrise crudelmente – o non è
forse vero che per tutto il tempo che sei stata con me, non hai
fatto altro che pensare al tuo adorato Finn?
Sei
tu che mi hai tradito, scegliendo il tuo team. Sei tu che mi hai
ingannato non dicendomi apertamente che eri lì solo per via
di mia madre
Ma
quello che ti dicevo … a proposito dei miei sentimenti era
vero … non ti ho mai mentito …. mentre tu, di te non
si può dire lo stesso
Questo
non ha nulla a che fare con Quinn e con il fatto che voi due stavate
per fare sesso nella mia camera – Rachel mantenne lo sguardo
fermo – sei un bastardo e sono contenta di aver scelto Finn …
mi avresti tradito dopo neanche un giorno
Chi
ti dice che non lo abbia fatto quando stavamo insieme!
Lo
schiaffo che Rachel gli diede fu forte e immediato. Jesse non ebbe il
tempo di evitarlo, ma rimase fermo a guardarla con sguardo ostile,
anche dopo averlo ricevuto. La ragazza si guardò la mano,
sconvolta e poi guardò lui. Non riusciva a credere di averlo
fatto, non che Jesse non se lo meritasse, ma ciò che la
sconvolgeva era la rabbia che aveva messo in quel gesto, come se a
lei dovesse interessare qualcosa del fatto che quel ragazzo stesse
per fare sesso con la sua amica. Jesse aveva ragione, Quinn era
adulta e poteva decidere cosa fare della sua vita. Certo, avrebbe
potuto ribattere che quella era la sua stanza, ma quante volte il
luogo non aveva fermato lei e Finn da avere atteggiamenti del genere?
La rabbia era dovuta alle parole di Jesse sul fatto che durante la
loro breve relazione lui l’avesse tradita. Si, quelle l’avevano
ferita. Tutto avrebbe pensato, ma non che per quel ragazzo la loro
storia non avesse significato proprio nulla. Finn e Quinn si
guardarono increduli,sentendosi degli estranei in quella discussione
che sembrava appartenere solo a Jesse e Rachel.
Ma
come ho fatto a stare con te? Come ho fatto a perdonarti per quello
che hai fatto? – Rachel cominciò a scuotere la testa -
sei … cinico, freddo, maschilista, razzista
Razzista?
– Jesse la guardò perplesso
Si,
Kurt mi ha raccontato del modo in cui lo hai trattato – Rachel
puntò i suoi occhi su di lui – il modo in cui gli hai
detto che lui non potrà mai avere successo a Broadway per via
di quello che è
Te
lo ha detto lui?
Non
con queste parole, ma si me lo ha detto lui
Il
ragazzo dai capelli ribelli, sorrise malinconicamente
Beh,
questo conferma l’idea che hai sempre avuto di me …
cinico, freddo, maschilista e razzista, giusto? Non c’e’
che dire, Berry. Le tue parole, invece, confermano l’idea che
io ho di te
Che
cosa vuoi dire? – Rachel lo guardò sinceramente confusa
E’
meglio che me ne vada. Non abbia più nulla da dirci Rachel
Immagino
di no – Rachel lo guardò con astio
Grazie
Quinn, di tutto
Senza
aggiungere altro, Jesse uscì dalla camera e dall’appartamento
e si diresse verso il suo, pensando che in fondo lui e Rachel Berry
non aveva mai condiviso nulla di se stessi: nessuno dei due, infatti,
aveva la minima idea di chi fosse l’altro.
Quinn,
dopo l’uscita di Jesse, guardò Rachel in maniera
condiscendente. Aveva promesso al ragazzo di non rivelare quello che
gli era accaduto e lei non era tipo da infrangere una promessa. Del
resto, se Jesse avesse voluto dirlo a Rachel, lo avrebbe fatto lui
stesso. Sorrise malinconicamente, pensando a quanto fosse difficile
riuscire a comprendere veramente le persone
Perché
stai sorridendo? – Rachel la guardò confusa – sei
contenta del fatto che io e Jesse abbiamo litigato?
Affatto
– Quinn sospirò – mi domandavo come mai tu fossi
così stupida
Cosa?
Pensi
veramente quello che hai detto di Jesse? – Rachel annuì
vigorosamente – allora mi confermi che tu non sai comprendere
le persone
Ora
basta Quinn – Finn, fino a quel momento in silenzio,
intervenne – è meglio che te ne vada. Rachel non ha
bisogno di altre persone che si comportino male con lei
Già
Quinn,
senza dire altro, se ne andò, mentre Finn strinse la sua
ragazza in un caldo abbraccio
Lascia
perdere, Rachel.
E’
solo che – una lacrima uscì dagli occhi della ragazza
Non
puoi essere amata da tutti – Finn la strinse ancora di più
a se – e comunque ci sono io
Si
– Rachel sorrise – per fortuna ci sei tu
Finn
fece in modo di farle dimenticare la spiacevole serata e la sua
prossima partenza con tutto il romanticismo di cui era capace.
Salve
a tutti, intanto scusate per l’enorme ritardo con cui pubblico
… sempre più impegni e sempre meno tempo ….
Comincio a domandarmi se mai riuscirò a finire questa storia …
in ogni caso, per farmi perdonare ho cercato di scrivere un capitolo
più lungo.
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Capitolo 9 *** IX - Friends will be Friends? ***
Capitolo
IX
Friends
will be Friends?
Le
giornate corsero veloci dopo il giorno del ringraziamento. Nessun
chiarimento fra Jesse e Rachel, nessuna parola, nessun confronto che
risolvesse le cose; i due ragazzi si comportarono come se non fossero
mai stati amici. Rachel aveva i suoi corsi, la rappresentazione
teatrale e le telefonate con Finn, ma ogni volta che si recava
nell’appartamento di Elisabeth per cercare di scrivere una
canzone decente per il compito del professore ed incontrava Jesse,
vederlo così freddo nei suoi confronti la faceva sentire
triste; perché, in fondo, lui aveva rappresentato, comunque,
una parte importante della sua adolescenza e anche se ora erano così
lontani, un tempo si era sentita vicino a quel ragazzo.
Jesse
dal canto suo aveva deciso di cancellare definitivamente dalla sua
vita Rachel Berry. In fondo era sempre stato bravo a recidere i
legami con le persone che avrebbero dovuto rappresentare qualcosa per
lui, lo aveva fatto con i suoi genitori il giorno in cui lo avevano
accusato di aver rovinato la vita di sua sorella, con i suoi compagni
di scuola e di coro, quando gli avevano chiesto di scegliere fra loro
e Rachel e ora non aveva difficoltà a rimuovere
definitivamente ogni piccolo ricordo dalla sua mente di quella
ragazza che un tempo aveva fatto sussultare il suo cuore. Alcuni lo
avrebbe definito crudele, ma la realtà delle cose era che
Jesse sapeva sopravvivere ad ogni cosa, o almeno questo era quello di
cui era convinto. Sua sorella, che lo conosceva meglio di chiunque
altro, aveva invece compreso che Jesse, all’apparenza
indifferente ai sentimenti, stava soffrendo per quanto successo con
Rachel, o almeno questo era quello che pensava. Dal canto suo
Elisabeth aveva, però, i suoi drammi da affrontare. Dalla sera
del bacio, Blaine non aveva mostrato un cambiamento evidente, eppure
lei sentiva che qualcosa non andava: fisicamente le era ancora vicino
e la sua presenza si faceva sentire durante tutta la giornata
scolastica e nelle prove dello spettacolo, ma era la testa che non
c’era. Il pensiero della ragazza era corso prima alla
possibilità che il suo amore non fosse corrisposto, ma poi,
ragionandoci un’intera notte, aveva concluso che il problema di
Blaine non erano i sentimenti che provava per lei, ma quelli che
provava per Kurt; Elisabeth si era convinta che non poteva essere
diversamente; in fondo, il percorso di redenzione che avrebbe dovuto
affrontare il suo Blaine doveva essere doloroso: ritornare ad essere
etero, dopo anni passati a convincersi di essere omo, non doveva
essere facile.
In
questo altalenare di sensazioni ed emozioni, arrivarono alla serata
della prima dello spettacolo di Natale.
Il
ritmo delle prove era stato serrato e tutti i protagonisti, in
particolare Elisabeth e Rachel, avevano tentato di dare il massimo
per raggiungere la perfezione nella recitazione. Erano arrivate alla
serata decisiva cariche di aspettative e di adrenalina, ma entrambe
con il cuore velato dalla delusione. Mentre Rachel, nonostante le
suppliche, si era sentita dire da Finn che non sarebbe potuto venire
a vederla perché impegnato a concludere i lavori all’officina
prima delle festività natalizie, Elisabeth aveva dovuto
ingoiare l’idea che il fidanzato ufficiale di Blaine, Kurt,
avrebbe assistito alla rappresentazione. La sua presenza la
disturbava, ma sentiva anche che quella sera avrebbe potuto
finalmente dimostrare al suo rivale, quanto il suo Blaine l’amasse.
Certo, vedere il suo amore abbracciare sorridente Kurt non la metteva
di buon umore, ma sentiva e sapeva che era solo una questione di
tempo.
Benchè
i preparativi fervessero dietro le quinte e il pubblico arrivasse
numeroso, Elisabeth sentiva l’agitazione scomparire con
l’avvicinarsi dell’inizio dello spettacolo. Sarebbe
entrata in scena e, nei panni di Giulietta, avrebbe potuto dichiarare
a tutto il mondo, in senso figurato naturalmente, il suo amore per il
suo Romeo. Sospirò.
Elisabeth
voltandosi, si trovò di fronte la figura longilinea di suo
fratello, il quale, sorridendo le diede un bacio sulla guancia.
Si,
si … sono sveglia. Stavo semplicemente raccogliendo le ultime
energie per la recita.
Mmmh
– suo fratello si fece pensieroso – e lo fai fissando
insistentemente il tuo partner e il suo fidanzato?
Ancora
per poco – Elisabeth sorrise
Lizie
– Jesse sospirò – abbiamo già affrontato
l’argomento e …
Non
trattarmi come una povera demente – la biondina rispose
stizzita – lo sai che non lo tollero
E’
solo che so quanto sarà doloroso scoprire che tutti i tuoi
sogni si infrangeranno contro la realtà dell’omosessualità
di Blaine e mi spiace sapere quanto soffrirai …
Ehi
fratello! – Elisabeth sentì forte il desiderio di
ferirlo – non è che tutti si divertano a prendere in
giro il prossimo come la “tua” Rachel
Jesse
non rispose, ma il sorriso scomparve immediatamente dal suo volto,
lasciando il posto ad uno sguardo freddo e severo. Elisabeth si sentì
morire dentro; adorava suo fratello e nulla avrebbe potuto
giustificare una tale cattiveria, neanche l’amore che provava
per Blaine.
Scusami
… .io ….
Lascia
perdere – la dolcezza tornò sul volto del fratello –
mi auguro che tu abbia ragione
Ce
l’ho. Credimi – Elisabeth prese fra le sue le mani del
fratello – so che fai fatica a crederlo, ma Blaine è
sempre stato premuroso e affettuoso e prima che tu possa aggiungere
altro, non lo ha fatto per semplice affetto. Ci siamo baciati, Jesse
e so che cosa significava quel bacio.
Ti
credo Lizie
Jesse
strinse a se la biondina; la strinse forte, voleva allontanare tutti
i cattivi pensieri che stavano affiorando nella sua mente. In cuor
suo avrebbe voluto crederle, ma sapeva che Blaine era omosessuale; lo
aveva sempre saputo. In questo aveva sempre avuto uno speciale sesto
senso, una sorta di capacità di inquadrare immediatamente le
persone nel contesto giusto. Certo, a volte si era sbagliato, era
sufficiente pensare all’incredibile errore di valutazione che
aveva fatto su Rachel, ma su Blaine non aveva mai avuto alcun dubbio:
il ragazzo era gay, fine della storia. Ma sapeva anche che era
inutile insistere con sua sorella, niente e nessuno l’avrebbe
fatta desistere, pertanto decise di rinunciare nell’impresa e
di attendere il momento in cui avrebbe dovuto inevitabilmente
raccogliere i cocci.
Voltandosi,
per uscire dal retro palco e prendere posizione tra gli altri
spettatori, andò a sbattere addosso ad una donna grassa.
Rimase immobile ad osservarla, mentre la donna con fare stizzoso gli
rivolse un saluto veloce. Quando si fu allontanata di circa 10 passi
da lui, abbassando lo sguardo e sorridendo, mormorò:
poi
si allontanò, senza attendere risposta. Rachel, nascosta
sotto uno scafandro che le permetteva di calarsi meglio nel
personaggio della balia di Giulietta e che la rendeva goffa e poco
attraente, sorrise: Jesse aveva sempre avuto il dono di sapere
gratificare il suo ego. La recita stava per cominciare e lei, dopo
una breve corsa, si trovò vicino alla bionda Giulietta.
Osservando di sottecchi Elisabeth, non potè fare a meno di
pensare a quanto la ragazza fosse bella, ma ad uno sguardo più
attento, si rese anche conto che, sotto la spessa coltre di sicurezza
che la ragazza solitamente ostentava, quella sera la paura e la
sofferenza la stavano attanagliando. Sentì forte l’istinto
di avvicinarsi a lei, ma lo sguardo freddo che la ragazza le rimandò
la fece desistere:in fondo lei non aveva mai fatto nulla di male nei
confronti di Elisabeth e di Jesse e tutto quell’astio che la
bionda le aveva sempre dimostrato giustificava un atteggiamento
altezzoso da parte sua,per cui tirò dritto senza degnarla di
ulteriori sguardi o gesti gentili.
Lo
spettacolo, un misto di dramma shakespeariano e di musical retrò,
ispirato più al film di Baz Lurhmann che al poeta inglese,
lasciò il pubblico contento, ma non pienamente soddisfatto; o
almeno questa fu l’impressione che ne ricavò Rachel. A
sentire gli altri membri del cast, invece, lo spettacolo era stato un
grande successo e i due protagonisti avevano dimostrato, non solo di
avere talento da vendere, ma anche un notevole affiatamento e una
forte affinità. Eppure Rachel ebbe l’impressione che
qualcosa fra i due si fosse rotto: durante le prove erano stati più
complici, più “innamorati”, mentre quella sera
Baline era stato sfuggente ed Elisabeth malinconica. La moretta,
però, era decisa a tenersi i commenti per se, in fondo era
stufa di passare per quella ipercritica che non sembrava essere
soddisfatta di nulla. Si complimentò con tutti i suoi
colleghi, evitando, però, di farlo con Elisabeth e corse verso
i camerini per togliersi le pesanti bardature da nutrice cinquantenne
che avrebbe dovuto indossare per il resto delle rappresentazioni.
Qualcosa lungo il cammino, però, la bloccò. La vista di
Kurt che confabulava con Jesse la insospettì. Si nascose
velocemente dietro delle tende di broccato, scarti di una scenografia
considerata dal regista troppo sfarzosa per una rappresentazione
universitaria e si apprestò ad origliare la conversazione tra
i due ragazzi.
Entrambi
i giovani non si accorsero della presenza di Rachel e così
continuarono il confronto che Kurt aveva fortemente cercato e voluto.
Il ragazzo, alla fine della rappresentazione, infatti, era andato in
cerca di Jesse e, una volta trovato, lo aveva obbligato a seguirlo
dietro le quinte, nella speranza di evitare che il suo fidanzato
potesse essere distratto da una loro eventuale discussione. Kurt
aveva deciso, dopo aver visto l’atteggiamento che Elisabeth
continuava a tenere, anche in scena, con il suo fidanzato, di
chiarire una volta per tutte le cose; non voleva offendere Blaine, ma
era stanco di sentirsi dire dal ragazzo che amava che prima o poi
avrebbe chiarito le cose con la sua spasimante, anche perché
quel poi sembrava non arrivare mai. Blaine gli aveva giurato mille
volte il suo amore e gli aveva confermato in più occasione il
suo essere gay, ma su questo Kurt non aveva mai avuto alcun dubbio.
Eppure, sentendo i commenti degli altri spettatori, su quanto fossero
affiatati e belli i due protagonisti, qualcosa lo aveva indisposto.
Blaine aveva già condiviso il palco con altre ragazze, fra cui
Rachel e mai Kurt aveva provato una qualche forma di gelosia, ma gli
occhi innamorati di Elisabeth lo avevano disturbato ed ora, vista
l’incapacità del suo fidanzato di ferire una ragazza a
cui comunque teneva, Kurt aveva deciso di fare il lavoro sporco per
lui. Con Jesse, il fratello della spasimante, era andato subito al
sodo:
Voglio
che tu dica a tua sorella di tenere le unghie laccate lontane dal
mio Blaine
Perché?
– Jesse aveva sorriso, di quel sorriso malandrino che tante
ragazze aveva fatto innamorare
Come
perché? – Kurt lo guardò indignato – ma
perché Blaine è decisamente omosessuale ed oltre tutto
è anche il mio fidanzato!
E
allora? – Il sorriso di Jesse si fece più divertito
E
allora cosa? – Kurt lo guardò confuso
Quello
che voglio dire è – Jesse si accostò al suo
interlocutore – se Blaine è gay, non capisco tu di cosa
possa preoccuparti se Lizie gli fa … la corte
Che
termine arcaico – Kurt si voltò di spalle – la
corte … neanche io, romantico inguaribile userei questo
termine
Già
– il sorriso di Jesse non accennò a diminuire –
ma sai com’e’ …Shakespeare mi inspira. … e
comunque non hai risposto alla mia domanda
La
verità è che mi dispiace per tua sorella
Balle!
Il
sorriso di Jesse sparì in un istante. Non erano le parole di
Kurt ad urtarlo, quanto piuttosto il suo atteggiamento: troppo
zelante per i suoi gusti. Fu in quel momento che Rachel si trovò
a passare di lì e la reazione di Jesse la incuriosì a
tal punto da spingerla in un angolo ad origliare. Kurt, dal canto
suo, rimase spiazzato da quella reazione. Il ragazzo dai capelli
ribelli se ne rese conto
Senti,
Kurt – Jesse si passò la mano nei capelli, sospirando –
io … non volevo alzare la voce con te. So che Blaine non
potrà mai ricambiare i sentimenti di mia sorella, ma so anche
che in questi mesi l’ha illusa del contrario con il suo
comportamento ambiguo …
Blaine
è veramente affezionato a lei e non riesce ad esserle
indifferente … è lei che dovrebbe comprendere che lui
non potrà mai ricambiare i sentimenti di amore che …
Credi
che una persona innamorata possa essere talmente razionale da
comprendere che i baci, gli abbracci e le carezze che l’oggetto
dei suoi desideri le regala siano solo un messaggio di affetto e non
di amore?
Kurt
rimase in silenzio, mortificato e allo stesso tempo consapevole che
le affermazioni di Jesse avevano il loro fondo di verità.
Blaine era stato ambiguo perfino con lui negli ultimi mesi, tanto da
indurlo a pensare che potesse realmente provare amore anche per
Elisabeth. Forse era realmente così; magari nell’animo
del suo ragazzo una parte di lui avrebbe voluto disperatamente amare
quella ragazza; certo, Kurt non avrebbe mai potuto scoprire la
verità. Eppure sapeva, soprattutto perché glielo aveva
giurato il suo amore la notte precedente, che Blaine amava lui.
Questo doveva bastargli e questo doveva essere sufficiente anche ad
Elisabeth come spiegazione per interrompere tutti i sogni di vita
futura con il suo Blaine. Jesse rimase ad osservare distrattamente in
ragazzo fino a quando lo scintillio degli occhi di Rachel, nascosta
dietro alcune tende, non attirò la sua attenzione. La ragazza
era stata veramente brava durante lo spettacolo, riuscendo a rendere
al meglio il personaggio della nutrice, senza sbavature e senza
gigionerie. Un sentimento di malinconia lo avvolse al pensiero che
non avrebbe più potuto dirle quanto la ammirasse. Tutto quello
che era successo fra di loro il giorno del ringraziamento aveva
cancellato anche quel minimo affetto che aveva continuato a provare
per lei, nonostante il rifiuto ricevuto negli anni precedenti. Eppure
era ancora lì ad osservarla, sapendo di essere a sua volta
osservato, pensando alla sua bravura e alla sua splendida voce.
Sospirò, interrompendo i suoi pensieri. Si voltò
nuovamente verso Kurt, era stanco anche di quella storia, di tutto:
Non
posso …
Come?
– Kurt si destò dai suoi pensieri
Non
posso dire ad Elisabeth quello che mi chiedi – con il gesto
della mano fermò le lamentele di Kurt – perché
non mi darebbe ascolto. Credimi, ci ho già provato con esiti
ridicoli .. come puoi vedere
Divertente
– al ragazzo dal volto di porcellana scappò un sorriso
– il grande Jesse St. James che fallisce in qualcosa …
non credevo che avrei mai assistito al momento in cui ciò
sarebbe accaduto … il giorno in cui tu mi avresti detto di
non riuscire ad ottenere quello che volevi
Mi
sembra invece, di fronte ai tuoi occhi, di aver fallito molte volte
Entrambi
sapevano che il commento di Jesse era riferito al suo fallimento con
Rachel ed entrambi rimasero in silenzio senza dire altro, fino a
quando Kurt non gli pose una domanda:
E
allora cosa suggerisci di fare?
Deve
essere Blaine a dirle che tra di loro non potrà esserci mai
nulla
Lo
ha già fatto
Beh,
allora dovrà essere più convincente. Fagli comprendere
che questo suo tergiversare le farà solo del male …
non l’aiuterà! – La durezza dal volto di Jesse
scomparve, lasciando il posto alla malinconia – poi penserò
io a raccogliere i cocci …
Va
bene
I
due ragazzi si guardarono senza aggiungere altro. Sapevano che non
avevano altro da dirsi. O così almeno pensò Jesse che,
voltandogli le spalle cominciò ad allontanarsi, ma le parole
di Kurt lo costrinsero a girarsi
E
comunque ti ringrazio …
Non
lo faccio per te ….
Non
mi riferisco a questo. Per questa storia non devo dire grazie a
nessuno. Io merito l’amore di Blaine – Kurt sorrise –
ti ringrazio per avermi difeso …
Difeso?
– Jesse fece finta di non capire. Sapeva che Rachel era in
ascolto e non voleva che sapesse quello che aveva fatto per
difendere l’onore di Kurt
Ho
saputo che ti sei preso un po’ di botte a mio nome
Non
l’ho fatto per te – tagliò corto Jesse –
quel giorno mi andava di litigare
Senza
permettergli di aggiungere altro, poi, si voltò e si
allontanò. Rachel, la cui curiosità era sempre stata
difficile da gestire, fece un passo avanti per mostrarsi a Kurt. Il
ragazzo per nulla sorpreso, la guardò con sufficienza:
Tipico
di te. Quanto hai origliato della conversazione?
Abbastanza
…. Scusami
Non
c’e’ nulla di cui devi scusarti – Kurt sospirò
– al tuo posto lo avrei fatto anche io. Sei stata bravissima
.. come al solito!
Grazie
– Rachel distolse lo sguardo – pensi che alla fine
Elisabeth lascerà in pace Blaine?
Se
Blaine lo vorrà … si
Cosa
vuoi dire? – la moretta lo guardò perplessa –
pensi che anche lui sia innamorato?
Assolutamente
no – Kurt fu categorico – ma è come se avesse
paura di ferirla troppo
Beh
… Blaine è sempre molto sensibile e …
Si,
ma con lei lo ancora di più – il ragazzo si avvicinò
a Rachel e abbassò il tono della sua voce – è
come se sapesse qualcosa che noi ignoriamo … ed è come
se si sentisse … in colpa
In
colpa? Ma di cosa?
Se
lo sapessi, Rachel, avrei risolto da molto tempo i miei problemi.
Pensi
che Jesse sappia qualcosa?
Sicuramente
si, ma non mi dirà nulla. Non è tipo da farlo
Già.
Lo so – la moretta sospirò a sua volta – senti,
Kurt, ma a cosa ti riferivi quando lo hai ringraziato per le botte
che ha preso al posto tuo?
Che
mi ha difeso contro quelli che all’Università mi
deridono continuamente
Ma
tu mi avevi detto che anche lui ti aveva discriminato
Evidentemente
mi sono sbagliato, Rachel.
Sbagliato?
– la moretta diventò rossa in volto – Kurt! Io ho
litigato con lui per colpa di quello che mi hai detto
Tu
hai litigato con lui, mia cara Rachel, perché lo hai trovato
nella tua camera con Quinn
Si
… no …. Anche per quello … ma anche perché
tu mi avevi detto che si era comportato con te in maniera orribile …
Kurt! Gli ho dato del razzista … e ora mi vieni a dire che ti
ha pure difeso?
E
comunque, Rachel, se ricordo bene, io fin dall’inizio ti avevo
detto che non pensavo che Jesse mi avesse detto quelle cose perché
voleva discriminarmi … forse dovresti chiedergli scusa
Scusa?
– il volto di Rachel si fece ancora più paonazzo –
Perché dovrei fargli le mie scuse?
Se
non altro perché gli hai dato del razzista …
La
ragazza avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro, ma lo squillo
del suo cellulare interruppe la conversazione. Rispose al telefono,
dopo aver visto sul display che chi la stava chiamando era il suo
Finn. Il ragazzo la assalì con mille domande sulla recita e
sulla sua interpretazione e Rachel si dimenticò velocemente
dell’imbarazzo che stava provando nei confronti di Jesse e del
modo in cui lo aveva trattato.
Conclusa
la telefonata, Rachel fu assalita da una profonda malinconia. Stava
seguendo il suo sogno, per questo si era trasferita a New York, ma la
mancanza di Finn si faceva sentire; soprattutto nei momenti in cui,
come quella sera, sentiva di fare un passo in più verso il
raggiungimento del suo sogno. Decise di rinunciare alla cena dopo
teatro con i suoi colleghi e si incamminò verso casa. Uscendo
dal teatro scorse, appoggiati alle scale antincendio dell’edificio
accanto, Elisabeth e Blaine ed ebbe la netta impressione che quella
sera il ragazzo avrebbe definitivamente chiuso la porta al suo
passato. Provò un po’ di dispiacere per la sua rivale:
sapeva quanto fosse brutto essere respinta dal ragazzo amato (quante
volte le era toccata quella sorte con Finn?) ed in fondo, anche se la
biondina era sempre stata orribile con lei, non poteva negare il
fatto che il suo atteggiamento era derivato solo dal profondo amore
che la legava a suo fratello e all’idea che lei non fosse mai
stata carina con lui. Rachel provò un senso di disagio e
ripensò alla conversazione avuta con Kurt: in tutta onestà,
ora come ora, non poteva dire di essersi sempre comportata bene con
Jesse. Arrivata di fronte alla porta del suo appartamento si rese
conto di essersi dimenticata le chiavi nel camerino del teatro. Si
appoggiò alla porta e si lasciò scivolare a terra: la
serata sarebbe stata molto lunga; non aveva voglia di tornare in
teatro, sentiva freddo e la sera non le piaceva girare da sola per le
strade di New York; sapeva che Kurt e Blaine sarebbero andati a
festeggiare e Puck aveva cominciato il suo lavoro serale, per cui
avrebbe dovuto aspettare fino a tarda notte l’arrivo di uno dei
suoi coinquilini. Mentre stava ancora decidendo il da farsi, senza
rendersene conto si appisolò. Si svegliò dopo un po’,
non sapeva quantificare quanto tempo fosse passato, ma quando aprì
gli occhi si trovò il volto di Jesse davanti agli occhi. Il
ragazzo, accovacciato di fronte a lei, la stava fissando con sguardo
ironico. Rachel cercò di ricomporsi:
Perché
mi stai fissando?
Ti
ho visto accasciata sul pavimento e mi sono domandato se stessi male
o se fossi morta
Nessuna
delle due – la moretta impostò la sua voce su un tono
indifferente, era vero che aveva sbagliato a definirlo razzista, ma
questo non cambiava le cose fra di loro – stavo semplicemente
dormendo
Si,
questo lo avevo capito dal modo in cui stavi russando
Cosa?!
– Il tono di Rachel si fece indignato – io non russo!
Sarà
forse per il fatto che sembri raffreddata, oppure la deviazione del
tuo naso – Jesse sorrise – ma posso assicurarti che
stavi russando e mi domandavo come fa Finchestein a dormire accanto
a te, ma del resto non penso che lui sia così attento da
accorgersene
Jesse
St. James – Rachel si alzò di scatto, rischiando di
colpire il ragazzo con le sue ginocchia – sono stanca del
fatto che non perdi occasione di prendere in giro me e il mio
fidanzato! Mi sembrava che fossimo giunti alla conclusione che non
ci saremmo più rivolti la parola
Hai
ragione – Jesse si alzò e voltandosi fece per aprire la
porta del suo appartamento – è solo che la tentazione
di prenderti in giro a volte prevale su tutto il resto … ti
trovo talmente buffa e divertente che non riesco a trattenermi …
ti chiedo scusa per la mia indelicatezza e ti prometto che d’ora
in poi ti ignorerò!
Jesse
aspetta – la moretta lo bloccò, prima che potesse
entrare nell’appartamento
Cosa
vuoi ancora, Berry?
Volevo
farti le mie scuse – Rachel lasciò il suo braccio che
aveva afferrato per impedirgli di entrare – Kurt mi ha detto
che lo hai difeso … io ti ho dato del razzista a torto …
ho sbagliato … perdonami
Accetto
le tue scuse, Rachel
Ma
sei ancora arrabbiato con me – la moretta non riuscì a
non esprimere quelle parole. Sentiva dal tono di voce con cui Jesse
aveva accettato le sue scuse, l’assenza di quella dolcezza che
aveva sempre caratterizzato il suo modo di rivolgersi a lei
Non
sono arrabbiato con te
Il
tono della tua voce è … diverso … c’e’
asprezza nella tua voce
Che
cosa pretendi da me, Rachel? Che cosa vuoi?
Io
non voglio nulla … è solo che mi dispiace che la
nostra amicizia …
Te
l’ho già detto una volta, Berry, noi non siamo mai
stati amici – lo sguardo di Jesse si fece duro – ti sei
scusata per avermi dato del razzista .. ok .. perfetto … ma
per te rimango sempre un cinico freddo maschilista
Cosa?
– Rachel lo guardò sorpresa
E’
così che mi hai definito il Giorno del Ringraziamento …
“freddo cinico maschilista e razzista”
Io
ero arrabbiata!
Vuol
dire che non pensi quello che hai detto?
Io
…
Rachel
si guardò intorno smarrita, poi abbassò lo sguardo: la
verità era che era sempre stata confusa sull’opinione
che avrebbe dovuto avere di Jesse. Quel ragazzo, in fondo, non le
aveva mai permesso di comprendere nulla di lui; erano stati insieme
per un po’ di mesi, eppure non era mai stata sicura del fatto
che quello con cui aveva passato quel tempo fosse il vero Jesse St.
James. La dolcezza che le aveva trasmesso, la sicurezza, erano
spariti nel momento in cui lui l’aveva tradita per il suo team.
L’aveva sempre visto come il ragazzo di più grande
talento che avesse mai incontrato, ma anche ora, dopo tutti gli anni
di frequentazione, a volte casuale, non poteva certo dire di
conoscere Jesse St. James.
Lasciamo
perdere, Berry. – Jesse si voltò nuovamente,
visibilmente deluso dall’atteggiamento della ragazza
Aspetta!
– il ragazzo si voltò alla chiamata di Rachel –
la verità è che non lo so cosa penso di te
Wow!
– fu tutto quello che Jesse riuscì ad esclamare,
stupito dalle parole della ragazza
La
verità è che è passato talmente tanto tempo dal
periodo in cui io e te ci siamo frequentati che non posso proprio
dire chi tu sia ora … certo, quello che ho visto fino ad ora
mi ha lasciato molto perplessa …
Il
fatto che io frequenti più di una ragazza non vuol dire che
io sia un maschilista freddo e cinico
Hai
ragione – Rachel sospirò – non può
significarlo … del resto la dolcezza con cui tratti tua
sorella a volte mi ricorda il modo in cui trattavi me …. È
che tu continui a confondermi, Jesse
E
questo è un problema – le parole di Jesse non erano una
domanda, ma un’affermazione, che stupì Rachel
Cosa
vuoi dire?
Che
nel perfetto mondo in bianco e nero di Rachel Berry una persona come
me crea scompiglio
Non
so a cosa tu ti riferisca ….
Che
tu hai una certa difficoltà a comprendere ed accettare le
persone “complicate”
Non
è vero! – Rachel si infervorò, stanca di
sentirsi giudicata da quel ragazzo
Avanti,
Rach, non è forse vero che tendi ad inquadrare le persone
secondo schemi preconcetti? Finn è il cavaliere senza paura,
Puck il bullo con un cuore, Quinn la ragazza bisognosa di aiuto
perché incapace di affrontare da sola la propria vita,
Mercedes quella bruttina di talento, Kurt l’amico gay,
Brittany la stupida simpatica, Santana la ragazza aggressiva …
e potrei continuare all’infinito
Ti
sbagli …. Non è così … e questo dimostra
quanto poco tu mi conosca
E’
vero – il tono di Jesse si fece smorzato e stanco – su
questo hai perfettamente ragione … ormai non ti conosco più
… è passato così tanto tempo, Rachel, che non
posso più dire chi tu sia veramente. Riconosco il tuo
talento, ma della ragazzina egocentrica ma sempre pronta ad offrire
una possibilità a chiunque non vedo più traccia
Sei
ingiusto – anche il tono di Rachel si fece stanco
Forse
– Jesse all’improvviso sorrise – forse è
arrivato il momento di lasciarci il passato alle spalle
Abbiamo
già deciso che non saremo mai amici, per cui non so proprio
cosa altro dovremmo lasciarci alle spalle – fu la risposta
stizzita di Rachel
Non
intendevo dire quello - il sorriso di Jesse si fece più
ampio
E
allora cosa volevi dire?
Mi
presento – Jesse allungò la mano destra verso Rachel –
il mio nome è Jesse St. James
So
chi sei – fu la risposta immediata di Rachel e quella risposta
fece affiorare ad entrambi vecchi ricordi, quasi dimenticati
Io
ti sto presentando non il Jesse St. James che conoscevi tu, ma
quello che oggi è di fronte a te – Jesse prese fra le
sue la mano di Rachel – ti va di ricominciare tutto da capo,
Rachel Berry?
Io
– la ragazza non esitò – si, certo. E’ un
vero piacere fare la tua conoscenza
I
due ragazzi si strinsero la mano e sorrisero.
Salve
a tutti, purtroppo continuo a pubblicare con molto ritardo i capitoli
di questa storia. Sempre meno tempo e sempre più cose da fare,
ma la finirò .
In questo capitolo siamo tornati al punto di partenza … come
un cerchio che mai si chiude: Jesse e Rachel continuano ad inseguirsi
ed a scontrarsi.
Spero
che la storia continui a piacervi …
|
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Capitolo 10 *** X - Merry Christmas, baby? ***
Capitolo
X
Merry
Christmas, baby?
Rachel
sapeva cosa voleva dalla vita e avrebbe fatto di tutto per ottenerlo,
ma in fondo al cuore era sempre stata, nonostante i sogni di gloria,
una ragazza semplice e come tutte le ragazze semplici adorava passare
le giornate con la sua famiglia; per questo motivo, nonostante,
qualsiasi cosa fosse successa negli anni a venire, nulla e nessuno le
avrebbe impedito di passare il Natale a casa con i suoi padri.
Il
viaggio da New York a Lima
era stato lungo e poco piacevole, ma vedere Finn all’aeroporto
le aveva migliorato immediatamente l’umore. Il ragazzo l’aveva
accolta con un bellissimo mazzo di fiori ed anche se, visibilmente
stanco, era rimasto a sua disposizione per tutta la giornata: l’aveva
portata a casa dai suoi padri, permettendole di passare molte ore
con loro; la sera l’aveva condotta nel posto più
elegante della città, offrendole una cena perfetta ed infine
l’aveva portata a casa sua, dove, dopo essersi accoccolati ai
piedi del divano, si erano messi ad osservare il fuoco in silenzio.
Nessuno dei due aveva parlato molto durante la cena; o meglio, Rachel
aveva provato in tutti i modi a farsi raccontare da Finn come si era
svolto l’ultimo mese in cui erano stati lontano l’uno
dall’altra, ma con scarso successo; il ragazzo a tutte le sue
domande aveva glissato con un sorriso imbarazzato, oppure aveva detto
che non c’era molto da raccontare nella vita di un meccanico di
provincia. Invece Finn si era fatto raccontare dalla sua ragazza
tutto quello che le era accaduto a New York: aveva sentito i suoi
racconti sul successo della recita e sulla sua bravura almeno un
milione di volte al telefono, ma nonostante questo, continuava a
mostrare interesse. Ora, di fronte al fuoco, i due ragazzi sembravano
assorti ognuno nei propri pensieri. Finn, durante la cena aveva
chiesto a Rachel notizie sull’arrivo di Kurt a Lima: il ragazzo
avrebbe dovuto prendere l’aereo con la moretta, ma all’ultimo
minuto aveva rimandato la partenza. Rachel aveva scherzato sul fatto
che probabilmente Kurt fosse tornato indietro per prendere le creme
per il viso, evitando così di rispondere alla domanda di Finn.
La moretta, però, sapeva che Kurt aveva rimandato il volo
semplicemente perché Blaine aveva rimandato il suo, e sapeva
anche che Il motivo che aveva spinto Blaine a rimanere a New York era
Elisabeth. La sera della prima, infatti, il ragazzo aveva
definitivamente chiarito con la biondina che la loro storia non
avrebbe potuto avere nessun tipo di evoluzione, almeno non quella da
lei sperata. La settimana successiva, quella della partenza, era
stata dura per Elisabeth. La bionda, finalmente aveva compreso che
non avrebbe più avuto alcuna chance con Blaine: il ragazzo per
la prima volta in vita sua era stato chiaro e deciso e questo non
aveva dato modo ad Elisabeth di illudersi oltre. Il colpo era stato
duro da assorbire; la ragazza si era chiusa in camera per giorni,
rifiutandosi di mangiare e solo dopo le insistenze di Jesse, alla
fine del terzo giorno, era uscita dalla stanza per mangiarsi
un’intera coppa di gelato. Dopo di che si era richiusa
nuovamente in camera: almeno queste erano le ultime informazioni che
Rachel aveva avuto. Blaine, sentendosi terribilmente in colpa,
all’ultimo momento aveva deciso di rinviare la partenza e Kurt,
benché arrabbiato con il suo ragazzo, aveva fatto buon viso a
cattivo gioco: in fondo lui era il vincitore. Rachel non voleva
raccontare tutte quelle cose a Finn, non tanto perché provava
dispiacere per Elisabeth, in fondo lei avrebbe dovuto capire fin
dall’inizio che Blaine non l’avrebbe mai potuta amare
come lei sperava, ne si era rifiutata di parlare per evitare che il
suo ragazzo prendesse in giro Kurt per la scarsa capacità di
incidere sulle decisioni del suo amante. La verità era che
Rachel aveva evitato di rispondere alla domanda di Finn, perché
questo avrebbe portato alla successiva domanda: come aveva fatto ad
avere tutte quelle informazioni? Certo, avrebbe potuto dirgli che
Blaine e Kurt si erano confidati con lei, ma nel momento in cui il
suo ragazzo avesse avuto un confronto con il fratello avrebbe
compreso che Rachel gli aveva mentito. Il fatto era che tutte quelle
informazioni di prima mano le aveva avute da Jesse; infatti,
nell’ultima settimana, molte delle sue giornate le aveva
passate nell’appartamento del suo ex ad aiutarlo, almeno
moralmente, a reggere la tensione per la situazione di Elisabeth. Non
vedeva nulla di male in questo: lei e Jesse non avevano fatto nulla
di sconveniente; anzi, a mala pena si erano rivolti la parola. Eppure
Rachel sentiva che il suo fidanzato avrebbe mal digerito queste
notizie, soprattutto perché avrebbero comportato il dovergli
dire che lei e il suo ex fidanzato erano diventati nuovamente amici …
o qualcosa del genere. Dopo la sfuriata del Giorno del
Ringraziamento, Rachel sapeva che Finn non l’avrebbe accettato
serenamente. Il suo ragazzo, invece, sembrava assorto in pensieri che
lo avevano reso assente e distratto per tutta la serata. Rachel più
volte aveva provato a domandare spiegazioni in merito, senza però
ottenere alcun risultato ed alla fine vi aveva rinunciato. Fra di
loro, però, la ragazza sentì che qualcosa stava
cambiando. Erano soli in casa, eppure Finn che in altre occasioni non
avrebbe perso tempo, ora rimaneva sulle sue, quasi imbarazzato
dell’assenza di altre persone intorno a loro. La ragazza si
ripromise che entro la fine della vacanza si sarebbe fatta dire cosa
distraeva e preoccupava il suo ragazzo.
I
giorni successivi passarono velocemente e serenamente, anche se lo
strano comportamento di Finn aumentò; eppure Rachel non ci
fece caso, distratta come era dal vivere un continuo dejavù
con le sue amiche di liceo. Si divertì a girare per negozi con
Mercedes e Tina, anche se alla fine comprarono ben poco e passò
delle serate gradevoli perfino con Quinn, Santana e Brittany: in
fondo rivederle dopo un periodo di lontananza era sempre piacevole.
Alla fine decisero di organizzare la sera di Natale una reunion di
tutti i membri storici del Glee Club e si accordarono per farla a
casa di Finn e Kurt.
Tutto
filò liscio quella sera di festa; prima vi fu la cena con il
padre di Kurt e la madre di Finn. Anche Kurt e Blaine, finalmente,
erano arrivati a Lima; entrambi sembravano stanchi e provati, ma ne
Finn, ne tantomeno Rachel, anche se stava morendo di curiosità,
domandarono loro qualcosa. Alla cena avevano partecipato anche i
genitori di Blaine e i padri di Rachel, ma a metà serata sia
gli uni che gli altri si erano congedati, mentre, alla spicciolata,
tutti gli ex membri del Glee Club erano arrivati. Sam, iscritto
all’ultimo anno di scuola, arrivò con Mercedes,
raggiante e bellissima nel suo abito elegante, ma sobrio. Dopo 10
minuti arrivarono anche Tina e Mike, sempre più felici e
uniti: al termini dell’anno scolastico, infatti, la ragazza
asiatica avrebbe raggiunto il suo fidanzato all’università,
dove entrambi avrebbero cercato di realizzare i loro sogni di gloria.
Santana e Brittany arrivarono insieme, dopo poco; le due ragazze,
dopo aver interrotto la loro relazione, erano comunque rimaste molto
amiche e non perdevano occasione di passare un po’ di tempo
insieme. Arrivarono dopo poco anche Artie e Quinn che, nonostante la
semplicità dell’abito indossato, mostrava una bellezza
sorprendente. L’unico che mancava all’appello era Puck,
ma il ragazzo, non essendo ancora risolti i suoi problemi con la
Silvester era stato costretto a rimanere a New York.
Cantaro
e ballarono, brindarono e si scambiarono i regali. Tutto in un clima
sereno di festa. Almeno così pensò Rachel. Poi, uscendo
sul portico, trovò Finn e Santana, che stavano discutendo
animatamente. Istintivamente sentì il bisogno di voltarsi e
rientrare, ma le parole pronunciate da Santana, la gelarono:
Devi
dire la verità a quell’esaltata della tua ragazza
Non
c’e’ nulla che io devo dirle e questi non sono affari
tuoi – il tono di Finn era allo stesso tempo ansioso e
arrabbiato.
Si
che sono affari miei. Brittany è una mia amica e tutto ciò
che la riguarda sono affari miei
Sul
volto di Rachel, il sorriso sparì e due lacrime velarono i
suoi occhi. Si voltò e con passo deciso raggiunse i due
litiganti. Sia Finn che Santana rimasero sorpresi dalla sua
apparizione. Rachel non si curò della mora latina,
rivolgendosi direttamente al suo fidanzato:
Sei
stato a letto con Brittany, vero?
Rachel
… ma cosa dici! – Finn rispose in tono deciso, ma la
sua voce si incrinò – come ti vengono queste idee?
E’
da quando sono tornata che sei strano. Ti comporti come se dovessi
nascondermi qualcosa. Poi, ogni volta che ti vedo con lei, sei
nervoso … agitato. Non mi vuoi parlare del lavoro …
perché c’è lei … vero? Al lavoro intendo
…
Se
è per questo anche tu hai i tuoi bei segreti! – Finn le
rispose contrariato – so di te e Jesse
Tra
me e Jesse non c’e’ nulla – Rachel non rimase
troppo stupita dalle parole del suo ragazzo, sapeva che prima o poi
Kurt si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa – e tra te e
Brittany?
E’
la tua parola …
Rispondi!
– lo sguardo di Rachel si fece fermo
Io
… - Finn abbassò lo sguardo e cominciò a
guardarsi i piedi
Sono
andati a letto insieme un paio di volte
Finn si
voltò velocemente verso Santana con sguardo minaccioso,
Rachel, invece, dopo aver ringraziato la ragazza, se ne andò
via. Lasciò la festa senza salutare nessuno e si diresse a
piedi verso casa. A nulla valsero le suppliche e i richiami di Finn.
Benchè il ragazzo la seguì per tutto il tragitto verso
casa, raccontandole i motivi che l’avevano spinto al tradimento
e chiedendole mille volte perdono, Rachel non si voltò neanche
una volta, non disse nulla e non chiese niente; non ascoltò
nessuna delle sue parole persa nel suo dramma. Una volta giunta alla
porta di casa, prima di entrare si voltò verso Finn e
pronunciò la frase “tra di noi è finita”
senza nessuna enfasi. Poi entrò e dopo essere salita nella sua
stanza, evitando di incontrare i suoi, si buttò sul letto e
pianse per tutta la notte.
Il
mattino successivo, dopo una notte insonne,
senza perdersi in giri di parole, a colazione disse ai suoi padri che
sarebbe partita in giornata per New York. A nulla valsero le
richieste dei suoi genitori di fornirle delle spiegazioni, Rachel
rimase ferma nel suo mutismo.
Una
volta salita in camera, cercando di non pensare a nulla, cominciò
a preparare le sue valige. Si era portata una miriade di vestiti,
convinta che avrebbe passato delle lunghe vacanze di Natale insieme
al suo amore e mai avrebbe pensato che invece quasi nessuno di quegli
abiti le sarebbe servito. Improvvisamente si adagiò sul letto
e ricominciò a piangere. Ad un certo punto si fermò,
sorpresa nello scoprire che tante lacrime potessero uscire dai suoi
occhi. Fu in quel momento che uno dei suoi padri bussò alla
porta, informandola che era venuta a trovarla la sua amica Santana.
Rachel non fece in tempo a dire al padre che non voleva vedere
nessuno; la porta si aprì e la sua vecchia compagna di scuola
entrò. Rachel si alzò in piedi, asciugandosi
velocemente le lacrime, non voleva che la ragazza approfittasse della
sua debolezza.
Che
cosa vuoi?
Parlarti
– Santana la guardò con sguardo serio
Non
abbiamo nulla da dirci
E’
vero.
E
allora cosa vuoi?
Spiegarti
perché Brittany è andata a letto con Finn
Cosa
c’e’? – Rachel sorrise sarcasticamente –
Brittany si vergogna troppo per venire da me?
No
– Santana sorrise – è dispiaciuta del fatto che
tu possa stare male, ma vergognarsi no
Cosa?
Perché non si vergogna?
Perché
non pensa di aver fatto nulla di male
Cosa?
E
anche io lo penso – Santana la guardò con sufficienza
Esci
immediatamente dalla mia casa! – Rachel cominciò ad
arrossire dalla rabbia
Avanti
Berry. Qui l’unico che deve vergognarsi è Finn.
Brittany
sapeva che lui era il mio fidanzato. Anche lei ha sbagliato. E poi
perché lo ha fatto? Ha sempre detto che Finn non le
interessava … perché???!
Senti
Berry – Santana sospirò, poi in un gesto per lei
inconsueto, prese le mani di Rachel e la obbligò a sedersi
accanto a lei sul letto – non è che sia tenuta a
fornirti un qualche tipo di spiegazione, ma in fondo siamo state
insieme a scuola per tanti anni
Non
ho bisogno delle tue spiegazioni – Rachel fece per alzarsi, ma
Santana la trattenne
Ascoltami
– lo sguardo fermo della latina spinse Rachel a sedersi –
tu sei a New York, nella grande metropoli, con i tuoi sogni ed il
tuo talento da far fruttare …
E
questo cosa c’entra?
Finn
è qui a fare il meccanico … in una città
dimenticata non solo da Dio, ma da chiunque. Le macchine che
aggiusta hanno almeno cento anni. Non sarà mai ricco e non
avrà mai successo .. .al massimo vivrà di luce
riflessa
Non
capisco cosa c’entri tutto questo … io e Finn abbiamo
già affrontato questo discorso ed eravamo d’accordo che
non fosse un problema …
Le
cose cambiano Berry …
Non
per me
Ma
per Finn evidentemente si
Te
lo ha detto lui? – Rachel cominciava ad arrabbiarsi
No
E
allora che ne sai di quello che lui vuole o non vuole?
Lo
ha detto a Brittany
Cosa?
– Rachel rimase sorpresa – e Brittany lo ha detto a te?
Di la verità .. voi due state ancora insieme e vi state
prendendo gioco di noi
No
Io
voglio che te ne vai da casa mia. – Rachel si alzò e
strattonò Santana bruscamente – esci dalla mia vita …
vattene
Ehi
calmati, io voglio solo aiutarti a capire
Io
voglio che te ne vai! Subito!
E
va bene – Santana si alzò e si avviò verso la
porta,ma prima di uscire disse quello per cui era venuta – so
che ti faranno male queste mie parole, ma te le dirò lo
stesso. Finn ti ha tradito perché si è sentito
mediocre ed inutile. Tu sei talmente concentrata nel tuo mondo che
non vedi le sofferenze e le mediocrità che devono vivere gli
altri. Finn ti ha tradito con Brittany perché in lei ha
trovato una ragazza con cui sentirsi a suo agio
Beh,
immagino i discorsi profondi che hanno affrontato insieme –
Rachel rispose stizzita
Puoi
prendere in giro quanto vuoi, ma nessuno ha il grande cuore di
Brittany
Grande
cuore? Andare a letto con il ragazzo di un’altra significa
avere un grande cuore?
Andare
a letto con qualcuno che si ama e che sta soffrendo significa avere
un grande cuore!
Che
si am…. – Rachel non riuscì a finire la frase
Si
– Santana si girò a guardarla e per un momento una
lacrima le solcò il viso – Brittany si è
innamorata di Finn
E
Finn? – la voce di Rachel tremò
Finn
non è mai stato un campione nel comprendere e approfondire i
propri sentimenti, ma questo tu lo sai benissimo – Santana
sorrise
E
tu? – Rachel non riuscì a capire il perché ma in
quel momento il sentimento di Santana le interessava
Io
e Brittany non stiamo più insieme da un po’
Non
è quello che ti ho chiesto
Devo
andare Berry – Santana evitò di incrociare il suo
sguardo – non avercela troppo con Brittany. Lo ha fatto per
amore.
Santana
se ne andò senza aggiungere altro, lasciando Rachel più
confusa ed amareggiata che mai. Finn l’aveva tradita perché
si sentiva inferiore a lei? Oppure
l’aveva tradita perché innamorato di Brittany? Brittany
aveva accettato di andare a letto con Finn per amore? E Santana?
Anche lei aveva accettato la situazione per amore? Mercedes un giorno
le aveva raccontato che le due ragazze si erano lasciate di comune
accordo, ma ora si convinse che forse la ragazza latina non era poi
così d’accordo nel dover rinunciare ai sentimenti per
Brittany. Ma questo non era quello che le interessava, non era la sua
vita. Tutto quello che fino a quel momento l’aveva spinta ad
andare avanti era crollato. Il suo amore per Finn, in cui tanto aveva
investito, si era sciolto come la neve al sole e in un attimo si era
ritrovata priva di tutte le sue certezze. Si voltò verso la
sua valigia mezza sfatta e ricominciò a piangere
sommessamente, cercando di raccogliere gli abiti sparsi per casa.
Voleva tornare a New York. Sentiva l’esigenza di ritrovare
qualcosa in cui credere e sognare. La sua mente andò
velocemente al pensiero di Elisabeth, lasciata alla vigilia delle
feste di Natale da Blaine. Certo, Blaine era il ragazzo di Kurt non
quello della sorella di Jesse, ma quale era la differenza tra lui e
Finn? Tutti e due non le avevano illuse? In fondo, la moretta pensò,
che l’amore a volte sapeva essere veramente crudele. Tutto il
resto erano solo leggere sfumature.
Wow …
quanto tempo è passato dall’ultimo aggiornamento …
sinceramente non so se qualcuno sia ancora interessato a questa
storia o se la stia leggendo … ma io, seppur lentamente,
continuo ad aggiornarla .. .non mi piace lasciare le cose in sospeso.
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Capitolo 11 *** Capitolo XI - Memories ***
Capitolo
XI
Memories
Rachel
si svegliò con la confusione tipica che può dare un mal
di testa post sbronza. Guardandosi intorno non riconobbe nulla di ciò
che la circondava. Osservando più attentamente la stanza, si
accorse che quella era una stanza tipica da ragazzo, di certo non la
sua. Cercò di concentrarsi il più possibile per
ricostruire gli eventi che l’avevano portata a risvegliarsi,
senza uno straccio di vestito addosso, in una stanza non sua.
Ricordava
chiaramente che quella mattina era l’inizio del nuovo anno e
ricordava, anche, che la sera prima era stata trascinata dai suoi
amici Kurt e Blaine, alla festa organizzata nel locale dove lavorava
il loro coinquilino Noah; per il resto la nebbia più assoluta.
Si
alzò stancamente e raggiunse, barcollando, quelli che
sembravano essere i suoi vestiti. Nell’infilarseli, si guardò
velocemente allo specchio e rimase inorridita dall’immagine
riflessa: i capelli, solitamente molto curati, erano selvaggiamente
sparsi sopra la sua testa e il trucco, forse un po’ eccessivo,
era quasi sfatto. Infine le due occhiaie che la facevano assomigliare
terribilmente ad un panda, erano l’evidente risultato della sua
mancanza di controllo nel bere, o almeno questo era quello che
sembrava ricordare. Dopo essersi vestita, cercò di trovare
qualche elemento in più nella stanza che le indicasse a chi
appartenesse il letto nel quale si era risvegliata, ma con scarso
successo. Decise a quel punto di estendere la sua perlustrazione
fuori da quelle pareti. Aprì la porta e quasi svenne nel
trovarsi di fronte una sorridente Elisabeth che la osservava, seduta
tranquillamente sul divano:
Dormito
bene?
Cosa?
Ti
ho chiesto se hai dormito bene?
Io
… - Rachel si guardò intorno smarrita – dove
sono?
Secondo
te? – sul volto di Elisabeth il sorriso si allargò
Io
… cosa è successo?
Sei
tu che devi dirmelo – la bionda versò in una tazza del
caffè e la offrì alla moretta
Io
… non lo so, non ricordo nulla
Beh.
Da quello che ho sentito io, la tua notte è stata favolosa
Come?
– Rachel si sedette accanto alla bionda e la guardò
smarrita
Sai,
le pareti qui sono di cartone e tu non è che sei
particolarmente silenziosa
Ma
di cosa stai parlando? – Rachel la guardava sempre più
confusa
Della
notte che hai passato con mio fratello e del sesso che hai fatto con
lui e che evidentemente ti è particolarmente piaciuto
COSA?
– Rachel si alzò, facendo cadere la tazza di caffè
Ma
veramente non ricordi nulla? – Elisabeth la guardò
sorpresa e al tempo stesso divertita
Io
– Rachel si sedette sconfortata – no … non
ricordo nulla
Mmh
– la biondina si fece pensierosa – e va bene, vediamo se
riesco a farti ricordare qualcosa. Raccontami quello che ti è
rimasto in mente …
Ma
se non ricordo nulla! – Rachel le rispose sempre più
confusa
Comincia
dal giorno che sei ritornata a New York .. qualcosa dovrai pur
ricordarti
Io
– Rachel si concentrò – non c’e’
molto da raccontare. Sono tornata il giorno dopo Natale
Perché?
– gli occhi di Elisabeth assunsero un’espressione
indagatrice
Ero
rimasta indietro con lo studio e volevo recuperare
Potevi
farlo anche a Lima. Almeno lì potevi stare vicino al tuo
fidanzato
Finn
non è più il mio fidanzato – Rachel fino a quel
momento aveva taciuto quella storia, ma ora, dopo aver scoperto di
aver fatto sesso con Jesse, pur non ricordandosi nulla, le sembrava
ridicolo non dire nulla e poi la profonda confusione nella quale la
sua mente al momento navigava non le permetteva di rispondere
adeguatamente alle domande incalzanti della biondina
Come
mai?
Mi
ha tradito
Vai
avanti – Elisabeth non aggiunse altro
In
che senso?
Rachel
rimase sorpresa sia dal fatto che la biondina non avesse commentato
la notizia di lei e Finn e sia della sua richiesta di continuare. In
fondo, Elisabeth non aveva mai manifestato profonda simpatia per il
suo ormai ex ragazzo e, una volta saputo cosa lui le avesse fatto,
aveva sempre pensato che la biondina non avrebbe perso occasione per
rinfacciarle la pessima scelta fatta. Elisabeth continuava a fissarla
senza aggiungere altro, ma Rachel non voleva andare avanti senza
comprendere cosa spingesse quella ragazza ad essere così
accomodante in quel momento. L’idea che si era fatta è
che alla fine, probabilmente, avrebbe approfittato di tutte le
notizie che le avesse carpito, per prenderla in giro.
La
storia … avanti … continua … sei tornata a New
York perché l’uomo delle caverne che chiamavi fidanzato
ti ha cornificato
Mi
sembrava strano che non avessi da dire nulla – Rachel si
tranquillizzò a quelle parole e quasi le venne da sorridere
Si
si …. Il tuo fidanzato …ops Ex - la biondina sorrise
sorniona – è un vero cretino e io l’ho sempre
detto, ma ora è altro che mi interessa … continua …
Io
– Rachel si concentrò per cercare di raggiungere i suoi
ricordi, ma sembrava che non volessero riaffiorare tanto facilmente,
poi qualcosa si mosse nella sua testa – si …. dicevo …
New York.
Sono
tornata in città e mi sono chiusa in stanza con una collezione
di barattoli di gelato alla fragola, pronta ad affondare tutta la mia
frustrazione, il mio dolore …
Avanti
Berry, meno melodramma e vai al sodo …
Guarda
che io sto soffrendo veramente!!! – Rachel si arrabbiò
– io e Finn siamo stati uniti per così tanto tempo,
credevo che ci saremmo sposati e che …
Certo
.. certo … eri così disperata che sei andata dopo
pochi giorni a letto con mio fratello
Come
ti permetti? – Rachel inorridì – per chi mi hai
presa? Sono sicura che c’e’ una spiegazione … e
poi io non ricordo di averlo fatto! Se fosse vero, come potrei
essermi dimenticata di una cosa del genere? Non l’ho fatto …
ne sono sicura!
Sicura?
E chi lo dice? Tu che probabilmente eri completamente ubriaca?
Questo
non vuol dire che non mi ricordi quello che ho fatto!
E
allora continua con il racconto!!! – Elisabeth le rispose
frustrata – e lascia perdere i gelati, la tua incredulità
e la tua disperazione
E
va bene – Rachel si rassegnò a proseguire il racconto,
tralasciando un po’ del suo melodramma e della sua sofferenza.
In fondo anche lei voleva arrivare a comprendere cosa fosse successo
veramente la sera precedente, perché in fondo non era sicura
di nulla in quel momento. – Durante i giorni in cui mi sono
chiusa in stanza, Puck è stato molto solerte nel tentativo di
non farmi mancare nulla. Ho il sospetto che qualcuno a Lima gli
abbia riferito quanto successo, altrimenti dubito che si sarebbe
accorto della mia presenza. Comunque, dopo un paio di giorni sono
tornati anche Kurt e Blaine. Non ho voluto sapere nulla da loro: di
Finn, Brittany, nulla di nulla.
Il
cavernicolo ti ha tradita con la scema del villaggio? –
Elisabeth spalancò gli occhi
Finn
non è un cavernicolo e Brittany – Rachel sospirò
– evidentemente non è poi così scema!
Va
bene … va bene … vai avanti – la bionda si
appoggiò allo schienale del divano
Dicevo
… Kurt e Blaine hanno cercato in tutti i modi di consolarmi,
soprattutto Kurt e alla fine, anche contro la mia volontà mi
hanno trascinato a quella stupida festa di Capodanno, nel locale in
cui Puck lavora. Mi hanno fatto indossare questo stupido abito
rosso, decisamente fuori dai miei standard
Decisamente
meglio dei tuoi standard – rispose, sovrappensiero, Elisabeth
Cosa?
– Rachel la guardò stupita e un po’ indignata –
mi hanno vestita come una ragazza di strada!
Ti
hanno vestita come una ragazza della tua età che si vuole
divertire! – la biondina rispose con sufficienza – e
comunque potevi opporti
Tu
non hai idea di quanto Kurt possa essere petulante ed arrogante in
fatto di abbigliamento
Non
capisco comunque quale sia il problema dell’aver indossato un
abito rosso
Ma
tu lo hai visto quest’abito rosso? – Rachel si accalorò
– e il trucco?!? Dico .. il trucco che mi hanno messo …
non hai idea
Me
lo posso immaginare
Rachel
guardò la ragazza un po’ confusa, c’era qualcosa
in quella conversazione che le sembrava stonare, ma ancora non
riusciva a comprendere cosa. Elisabeth si alzò dal divano,
stiracchiandosi e andò a rispondere al telefono che nel
frattempo aveva cominciato a suonare insistentemente. La sentì
parlare, prima in maniera calma e poi sempre più agitata. Dopo
aver attaccato il telefono la biondina, raccolse la giacca che aveva
appoggiato su una delle sedie; fu in quel momento che Rachel ebbe una
visione. Si alzò di scatto e puntò il dito verso
Elisabeth:
Tu
eri lì!
Lì
dove? – Elisabeth rimase sospesa con la giacchetta in mano
Lì
.. nel locale in cui c’ero anche io. Mi ricordo di te che
ballavi sul bancone con Puck – Rachel sgranò gli occhi
– avevi un vestito viola … più scollato e
succinto del mio e ballavi avvinghiata a Puck!
Avvinghiata?
– Elisabeth sorrise imbarazzata – non esagerare ….
Ero ubriaca .. tutto qui!
Ubriaca?
Eri oscena!!
Oscena??
Da che pulpito! Tu che sei andata a letto con mio fratello dopo
pochi giorni che ti sei lasciata con il tuo “grande amore”!!
Io
…
Rachel,
confusa, rimase in silenzio non sapendo bene cosa dire. In effetti,
se fosse stata vera la storia di Jesse e di lei, come avrebbe potuto
giudicare Elisabeth sulla base di un semplice ballo sensuale con
Puck? In fin dei conti entrambi erano liberi di fare quello che più
preferivano. Eppure l’atteggiamento della bionda la indisponeva
e lei non era tipo da arrendersi alla prima difficoltà. Così
reagì. Puntando il dito su Elisabeth, sfoggiò il suo
tono più saccente
Innanzitutto
non abbiamo ancora appurato veramente quello che è successo
tra me e Jesse. Inoltre io non mi sono esibita in un ballo lascivo
con un tizio che fino a pochi giorni fa detestavo! Non è vero
forse che non ti è mai piaciuto Puck? E allora perché
tutte quelle scene sexy fra di voi?
Devo
andare!
Cosa?
– Rachel sgranò gli occhi – che significa devo
andare? E la mia storia? I miei ricordi? … E la tua di
storia?
Io
non ho nessuna storia da raccontare – Elisabeth prese la borsa
ed indossò la giacca – e per quanto riguarda la tua di
storia … sei sulla buona strada …. Sforzati e
arriverai a concludere che sei stata a letto con Jesse!
Aspetta!
Troppo
tardi. La sorella di Jesse aveva già guadagnato la porta senza
darle la minima spiegazione su dove potesse correre così di
gran carriera e senza darle la possibilità di replicare alle
sue affermazioni. Rachel si sedette nuovamente e cominciò a
guardarsi intorno nella speranza che un qualche tipo di ricordo le
affiorasse alla mente.
L’idea
era quella di accompagnarmi a casa. Questo lo ricordo chiaramente.
Quasi chiaramente. Ero ubriaca? Si ero ubriaca. Ma quanto lo ero?
Tanto a giudicare dal modo in cui ridevo. E Jesse? Era ubriaco? Non
riesco a ricordamelo. L’unica cosa che riesco a ricordare è
che lo trovavo terribilmente sexy con quei suoi capelli scompigliati.
Ero decisamente ubriaca! Mi ha appoggiato al muro di fianco alla
porta del mio appartamento. Questo lo ricordo. Ha aperto la porta con
le mie chiavi e mi ha accompagnato fino alla porta della mia camera e
poi mi ha salutato con un bacio sulla guancia, augurandomi la buona
notte. Ma allora come sono finita nel suo letto?
Già.
Come era finita nel suo appartamento? Rachel si alzò e
cominciò a muoversi avanti e indietro. Doveva continuare ad
andare avanti con i suoi ricordi … o forse doveva tornare
indietro? Perché era finita per tornare a casa con Jesse? Era
andata al locale con Blaine e Kurt, di questo ne era sicura, ma poi?
Cosa le era successo?
Nonostante
i complimenti dei miei amici, mi sento ridicola con il vestito rosso.
Troppo rosso. Troppo scollato. Troppo attillato. Decido che voglio
tornare a casa. Non mi va di fare finta di divertirmi, mentre il mio
cuore è in frantumi. Mi alzo in un momento in cui Blaine e
Kurt sono impegnati in un ballo scalmanato. Saluterò Puck e me
ne andrò. Mi giro per cercarlo e lo trovo sopra il bancone,
mezzo spogliato con dei soldi che gli esco fuori dai boxer. So che
questo è il suo lavoro, fare gli spogliarelli, ma ammetto che
l’immagine di lui avvinghiato ad una ragazza, con gli indumenti
pieni di sold,i mi fa accapponare la pelle. Non riesco a crederci! La
ragazza con cui sta ballando è Elisabeth. Elisabeth! La
sorella di Jesse è incollata al fondo schiena di Puck. Basta!
Me ne devo andare. Esco di corsa, senza guardare contro chi vado a
sbattere. Chiedo a tutti scusa, senza curarmi della loro risposta. Mi
rendo conto di aver sbagliato strada solo quando arrivo in un
corridoio scarsamente illuminato e quasi deserto. Mentre mi guardo
intorno per capire quale direzione è meglio prendere per
tornare verso la festa, un tizio mi afferra per il braccio. E’
un uomo di mezza età in cui i capelli se ne sono andati da un
bel po’, lasciando il posto ad una pancia prominente e ad un
sudore che ha reso il suo costoso smoking uno straccio per pulire.
L’uomo sorride, o almeno così sembra, nascosto sotto il
suo enorme sigaro. Odio l’odore di quei cosi. Cerco di
liberarmi dalla sua presa, ma non riesco. Il tizio si avvicina
pericolosamente al mio volto. Tento di allontanarlo, con scarso
successo. Gli dico di lasciarmi, informandolo che probabilmente ha
sbagliato persona. Il suo sorriso si allarga. Mi risponde “che
bello! Non sapevo che sarebbe venuta una che fa la difficile. Per
questo riceverai una lauta mancia”. Gli dico che ha capito
male, lo scongiuro di lasciarmi e lui, per tutta risposta, dopo
essersi tolto il sigaro, mi obbliga a baciarlo sulla bocca. Vorrei
urlare, ma sono troppo atterrita per farlo. Mi volto ma non vedo
nessuno intorno a me. Cerco di mordergli la mano che mi tiene
bloccata, lo scongiuro di lasciarmi, ma lui continua a ridere. Quando
penso che verrò trascinata in uno degli sgabuzzini per essere
violentata, lo vedo afflosciarsi davanti ai miei occhi. L’enorme
mole del suo corpo, cadendo, offre alla mia visuale lo sguardo
arrabbiato di Jesse. Osservandolo, noto un bastone sulla sua mano.
Intuisco che quello è il mezzo che ha steso il mio quasi
violentatore.
Fu
tutto quello che Rachel riuscì a dire. Corse sul lavandino a
prendere un bicchiere d’acqua con il quale, dopo aver bevuto,
si sciacquò a lungo la bocca. Sapeva che quel gesto era del
tutto inutile, ormai il sudiciume di quelle labbra se ne era andato
da un pezzo, ma allo stesso tempo quel ricordo le era quasi
insopportabile.
Le
labbra di Jesse. Così soffici e morbide. Le sue labbra stanno
cancellando il sudiciume di quel porco dalla mia bocca
A
quell’immagine, Rachel ebbe un brivido. Aveva baciato Jesse. Lo
ricordava. Lo aveva fatto, convinta che le labbra del suo ex ragazzo
l’avrebbero liberata dalla sensazione orribile che quelle del
grassone le avevano lasciato. E poi cosa era successo? Non riusciva a
ricordarlo. La testa le doleva e lei non riusciva a far chiarezza nei
suoi ricordi
Non
poteva continuare a saltare avanti e indietro tra i suoi ricordi.
Cercò di ritornare con la mente al ciccione e a quello che
successe subito dopo
Ancora
sotto shock, osservo Jesse piegarsi sul grassone per accertarsi che
sia ancora vivo. Nel frattempo veniamo raggiunti da una ragazza che
indossa un abito rosso, molto simile al mio. Mettendosi le mani sulla
bocca, ci chiede se il tizio è morto. Jesse, ancora curvo su
di lui, scuote la testa in segno negativo. La ragazza esclama
La
guardo sconvolta. Le chiedo se conosce quel porco. E’ Jesse a
rispondere per lei, informandomi che probabilmente lei è la
persona che il tizio stava aspettando. Senza aggiungere altro, mi
afferra per il braccio e mi trascina via. Sul suo volto noto ancora i
segni della rabbia, che però riesce a controllare abbastanza
bene. Mentre seguo docilmente il mio salvatore continuo a domandargli
come fa una ragazza ad uscire con un maiale del genere.
Ti
rendi conto?? Neanche mi conosceva e mi è saltato addosso
E’
colpa del vestito
Il
vestito?
Avanti
Rachel! Possibile che vivi nel paese dei campanelli? Quella è
una escort e lui ti ha scambiato per lei per colpa del tuo vestito.
Probabilmente quella era l’unica indicazione che aveva per
riconoscere la sua accompagnatrice. Ho quasi ucciso un tizio per
colpa di questo vestito!
Mi
volto a guardare Jesse, pensando a quanto possa essere arrabbiato
con me per tutta quell’assurda storia. Invece il suo volto è
sorridente e divertito. La cosa mi fa infuriare. Gli dico che non
c’e’ nulla da ridere e che ho rischiato quasi di essere
violentata per colpa di quello stupido vestito. Dandomi un buffetto
sul volto mi dice che non sarebbe mai potuto accadere. Alla mia
richiesta di spiegazione, l’unica cosa che ottengo è
l’occhiolino. Gli dico che devo bere e lo precedo nella sala
dove la festa sta proseguendo. Mi apparto in un angolo, in modo che i
miei amici non mi possano vedere e dopo essermi fatta portare una
bottiglia di champagne, cominciò a bere un bicchiere dopo
l’altro. Ho bisogno di togliermi il sapore della lingua di quel
porco dalla mia bocca. Ignoro tutti gli inviti di Jesse a smettere di
bere e lo invito ad aggregarsi ai miei brindisi. Non riesco a
ricordare quanti bicchieri bevo, ne se Jesse beva con me. L’unica
cosa che ricordo è la sua presa ad un certo punto della serata
e il suo ordine perentorio di smetterla di bere. Ricordo il calore
della sua stretta sul mio braccio. Come il porco anche lui stringe
forte, ma a differenza del porco la cosa non mi da per nulla
fastidio. Mi lascio condurre fuori dalla festa, dal palazzo, su un
taxi. Lo lascio condurmi fino a casa, fino alla porta della mia
camera. Lo lascio sfiorare con le sue labbra la mia guancia. Lo
lascio voltarsi e andarsene, richiudendosi la porta del mio
appartamento dietro le sue spalle. Sto per entrare nella mia stanza,
ma sento ancora sulle mie labbra il sapore di quel ciccione e del
suo orribile sigaro. Non ho alcolici in casa. Colpa di Puck che se li
beve tutti se li compriamo. Ho bisogno di togliermi quel saporaccio.
Ripenso alle labbra di Jesse. Esco di corsa dall’appartamento.
E’ ancora sulla soglia del suo. Sta aprendo la porta. Lo
chiamo. Sorpreso si gira a guardarmi. Senza dargli alcuna spiegazione
lo bacio sulle labbra. Basterà un momento per togliermi
quell’orrendo sapore e poi non farà nulla se mi
allontanerà. Questo penso mentre lo bacio. Ma lui non mi
allontana. La porta del suo appartamento si apre sul peso dei nostri
corpi. Senza renderci ben conto di quello che stiamo facendo,
camminiamo continuando a baciarci. Mi sposto sul suo collo. Gli sfilo
la giacca. Mi slaccia il vestito. Continuiamo a camminare. Butto la
sua giacca per terra, continuando a baciarlo con sempre più
trasporto.
Rachel
si guardò in giro ed inorridì nel trovare la giacca nel
punto in cui la sua mente ricordava di averla buttata. In ordine
sparso, trovò anche la cravatta e la camicia. Le afferrò
annusandole, come se il profumo dei vestiti di Jesse potesse aiutarla
a ricordare meglio. Poi? Cosa era successo? Per quanto si sforzasse
non riusciva a ricordarlo. Solo delle immagini sfocate e confuse
affioravano dalla sua mente
Sdraiati.
I nostri corpi, nudi, avvolti in un abbraccio, mentre le nostre
labbra continuano a cercarsi reciprocamente. Avvolti tra le lenzuola
del suo letto. Il vestito buttato sulla sedia. I miei sospiri ed il
suo sguardo …
Sussultò
nel sentire la porta aprirsi. In piedi, con la sua giacca e la sua
cravatta tra le mani, Rachel incontrò lo sguardo di Jesse
che in quel momento entrò in casa.
Eccomi
con un nuovo capitolo … questa volta ho impiegato meno tempo
per scriverlo … meno male! Piaciuto? Fatemi sapere…..
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Capitolo 12 *** Capitolo XII - Heartache ***
Capitolo
XII
Heartache
Era
letteralmente fuggito. Scappato. Insomma, se l’era data a
gambe. Ma cosa altro avrebbe potuto fare in quella situazione? Aveva
aperto gli occhi, confuso e assonnato e si era ritrovato il corpo
nudo di una ragazza attaccato morbidamente al suo. Non aveva avuto
bisogno di guardarla in volto, il suo profumo inconfondibile gli
aveva ricordato all’instante quello che era accaduto nella
notte precedente. Quell’inizio di anno aveva riportato
prepotentemente nella sua vita Rachel Berry. La Rachel per cui aveva
perso la testa anni prima. La Rachel che aveva conquistato,
raggirato, allontanato, tentato di riconquistare. Lasciato andare. La
stessa Rachel che gli aveva preferito quell’ebete di Finn
Hudson ora si ritrovata sdraiata, senza vestiti, accanto a lui. I
ricordi lo avevano assalito come un orda di pellegrini in visita a
Gerusalemme. Si era dovuto alzare velocemente, ma non così
velocemente da svegliarla, per correre in bagno e vomitare. Quei
ricordi lo avevano talmente sconvolto da obbligarlo ad uscire dalla
sua stanza, dopo essersi vestito velocemente. Non contenti, gli
stessi ricordi lo avevano spinto ad uscire dall’appartamento e
dall’edificio, correndo come se fosse inseguito da un incendio.
Non
sono i ricordi, bugiardo, è semplicemente la paura di
incontrare lo sguardo di Rachel.
Aveva
combinato un vero casino. Non solo non era riuscito in quei mesi a
liberarsi del ricordo del suo mortificante amore per la moretta di
Lima, ma era riuscito a riaprire le porte al caos ed al tumulto che
Rachel aveva sempre portato con se nel suo cuore.
Jesse
percorse distrattamente le strade, in balia dei suoi pensieri. La sua
mente era frastornata, immersa nella confusione di un turbinio di
sensazioni e pensieri contrastanti.
Era
quello che doveva fare. Lo aveva dovuto dire ad alta voce per
riuscire a convincere i suoi pensieri a fermarsi e permettere alla
sua mente di ripartire da dove tutto era iniziato. Già. Bella
domanda. Da dove era cominciato? Ricordava di essere stato trascinato
da sua sorella Elisabeth ad una festa nel locale dove lavorava
Puckerman. Generalmente non avrebbe mai accettato di fare il damo di
compagnia di sua sorella, ma quella sera la sua Lizzie gli era
sembrata particolarmente scossa e giù di tono, pertanto anche
se poco convinto, aveva accettato il suo invito, ritrovandosi così
in mezzo ad una marea di gente sconosciuta. Dopo un’ora di
chiacchiere inutili con ragazze di cui non avrebbe mai ricordato il
nome anche se ci fosse finito a letto, era quasi giunto alla
conclusione che poteva tranquillamente lasciare sua sorella in balia
di se stessa. Tutta la prospettiva della serata era, però,
cambiata nel momento in cui Rachel era entrata nella sala.
Ho
bevuto troppo. No, non è l’alcool. E’ Rachel. Con
quel vestito rosso è spettacolare. Ma cosa diavolo …?
Quei
brividi su tutto il corpo, quella sensazione di terra che frana sotto
i piedi. Quel pensiero. Tutto gli aveva fatto venire la nausea.
Possibile che lui, Jesse St. James, futura star di tutto quello che
può portare alla fama, era stato abbattuto da un semplice
vestito rosso? Non era il vestito, lo sapeva, ma in ogni caso non era
tollerabile. Rachel era fuori dalla sua vita. Se lo era imposto ed un
semplice vestito non lo avrebbe portato a cedere tutto il terreno
conquistato. Guadagnò velocemente la porta, prima che la
moretta potesse vederlo. Fuggì, letteralmente se la diede a
gambe
Sussurrò
fra sé e sé. In effetti, in meno di 24 ore era fuggito
da lei non una, ma due volte. Onestamente, non poteva proprio
definirsi un cuore impavido. Il destino, però, la sera prima,
gli aveva tirato un brutto scherzo, perché invece di
guadagnare la porta si era ritrovato, spaesato e distratto, a vagare
per i corridoi intorno alla sala principale. Non poteva quantificare
quanto tempo avesse perso a girovagare. L’unica cosa di cui
era sicuro, però, era che ad un certo punto l’aveva
vista passargli accanto senza che notasse la sua presenza. Da quel
momento tutto era precipitato. L’aggressione da parte di quel
porco ed il bacio che era stato costretto a vedere lo avevano spinto
a cercare il primo oggetto contundente a portata di mano. Non era mai
stato un tipo particolarmente manesco, ma in quel caso la rabbia lo
aveva spinto a reagire senza pensare. Aveva steso il porco e aveva
trascinato via Rachel. Sapeva che la cosa migliore sarebbe stata
portarla a casa, ma si rendeva conto che la ragazza doveva trovare
una valvola di sfogo alle emozioni provate per l’aggressione
subita. L’aveva osservata, mentre si scolava una bottiglia
intera di champagne senza riuscire a fare nulla, inebetito dalla
visione di lei con indosso quel vestito rosso. Ma quando aveva visto
il suo corpo comincia a perdere il controllo sotto la spinta
dell’alcool assorbito, l’aveva accompagnata fuori e
l’aveva riportata a casa. Per tutto il tempo passato in sua
compagnia si era ripetuto costantemente che quella era Rachel, la
ragazza che l’aveva bidonato ed umiliato di fronte ad un’intera
platea. Si era ripetuto costantemente che quella era la ragazza che
le aveva preferito Finkstein. L’aveva squadrata, evidenziando
mentalmente tutti i suoi difetti: il nasone, la bocca enorme, gli
occhi …. E lì sui suoi bellissimi occhi da cerbiatta si
era arenato. Era impossibile per lui trovare dei difetti su Rachel;
ma questo non significava nulla, non doveva e non poteva significare
nulla! Con questo spirito l’aveva riaccompagnata, completamente
ubriaca a casa, fino alla soglia della sua stanza. L’istinto lo
aveva spinto a salutarla con un bacio sulla guancia. Era stato un
semplice, innocente bacio. Ma poteva esserci veramente qualcosa di
innocente in tutto quello che lui faceva e che riguardava Rachel? Non
aveva una risposta a questa domanda. In ogni caso, questo era tutto
quello che aveva fatto. Poi si era girato e se ne era andato a casa
sua. O almeno quella era stata la sua intenzione. Aveva aperto la
porta e si era sentito chiamare. Voltandosi si era ritrovato Rachel
attaccata al suo collo e tutto era precipitato.
Il
borbottio proveniente dal suo stomaco gli fece realizzare di non aver
fatto ancora colazione. Considerato che aveva saltato anche la cena,
convenne con il suo stomaco che forse era giunto il momento di
addentare qualcosa. Svoltò alla sua destra e dopo aver
percorso un isolato, si ritrovò di fronte alla sua caffetteria
preferita.
Entrò,
sorprendendosi nel trovare in fila per la cassa Puckerman. Si
rassegnò a dover sostenere un qualche tipo di conversazione
con lui. Stranamente, però, Noah fece finta di non vederlo.
Jesse, di natura estremamente curioso, accantonò per un po’
i suoi rachel-pensieri e si avvicinò a Puck, salutandolo
giovialmente: aveva deciso di scoprire perché quel tipo
facesse di tutto per evitarlo.
Dopo
aver ordinato, si sedettero ad uno dei tavoli che dava verso
l’esterno, a consumare il loro caffè. Rimasero in
silenzio, ad osservarsi reciprocamente. Entrambi sentivano che
l’altro stava nascondendo qualcosa. Jesse dal canto suo non
voleva che Puckerman scoprisse che aveva appena trascorso la notte in
compagnia della sua coinquilina, nonché fidanzata ufficiale
del suo migliore amico. Ma Noah? Cosa aveva combinato di così
grave da non volere che lui, un quasi estraneo, lo venisse a
scoprire?
Piaciuta
la festa di ieri? – la domanda di Puck lo fece trasalire
Niente
di eccezionale – rispose, mentre assaporava la sua brioche
In
effetti – Noah sospirò – una noia mortale.
L’unica cosa degna di nota è stata vedere Rachel,
completamente ubriaca, ballare al centro della pista con quella
scopa … ma poi chissà dove l’ha trovata!
Già.
Rachel completamente ubriaca, che ballava al centro della pista.
Quello era stato il momento in cui Jesse aveva deciso che era
arrivato il tempo di portarla via. Anzi … non esattamente
quello, ma l’attimo successivo, in cui l’aveva vista
togliersi una scarpa e tentare di slacciare il suo abito. Quello era
stato il momento esatto in cui si era convinto a trascinarla fuori di
li
La
domanda di Noah lo fece trasalire. Dunque il ragazzo aveva visto
Rachel ballare, ma non si era accorto che lui l’aveva condotta
fuori. Strano.
Jesse
seguiva un pensiero, un intuizione. Non sapeva bene a che cosa lo
avrebbe portato, ma c’era qualcosa che gli martellava la mente.
Prima che il ragazzo potesse, però, approfondire l’argomento,
i due vennero interrotti da un evento ancora più sospetto agli
occhi di Jesse: l’entrata di Elisabeth nella caffetteria.
Generalmente il fratello non si sarebbe insospettito; in fin dei
conti quella era anche la caffetteria preferita di Lizzie. Ma
qualcosa nel suo comportamento e nel mondo in cui aveva sgranato gli
occhi nel vederlo seduto al tavolo con Noah, lo aveva portato a
sentire un brivido su tutta la schiena ed a visualizzare nella sua
mente un cartello illuminato e lampeggiante con su scritto
“Attenzione! Pericolo!”.
Ancora
più strano fu il modo in cui sua sorella si precipitò,
letteralmente, su di loro, gettandosi nelle sue braccia
Ehi
fratellino! Buon anno! Che bello vederti questa mattina
Sei
per caso ubriaca? – Jesse alzò il sopracciglio e
sorrise sornione. Qualcosa in tutta quella storia non lo convinceva
Assolutamente
no. E tu? Ieri ti sei ubriacato?
Il
sorriso sghembo sulle labbra della sorella, più della domanda,
colpirono Jesse. Si rese conto che tra di loro era in corso un
duello, ma onestamente, gli stava sfuggendo quale fosse il premio in
palio. Poi un’altra intuizione gli illuminò la mente. Fu
grazie all’espressione terrorizzata, ben celata, in fondo allo
sguardo della sorella ed al nervoso tamburellare delle dita di
Puckerman sul tavolo ad accendergli la lampadina sulla sua testa.
Voltandosi,
vide lo sguardo di sua sorella fermo e deciso. Sapeva di Rachel. Era
evidente dal modo in cui lo stava fissando. Jesse decise di sostenere
il suo sguardo. Una cosa che Elisabeth non era mai riuscita a
contrastare era lo sguardo fermo di suo fratello. Ma con suo grande
stupore, sua sorella non solo non abbassò la testa, ma
sorrise. Era stato sconfitto. In quel gioco, per la prima volta in
vita sua, era stato sconfitto. Si alzò, sorrise mestamente ad
entrambi. Era sicuro che tra di loro qualcosa fosse successo. Erano i
loro sguardi a dirglielo, insieme al fatto che evidentemente quello
che avevano fatto pesava su di loro come macigni. Eppure sapeva di
doversi ritirare, pena una scazzottata con Puck, che sapendo da
Elisabeth con chi lui, Jesse St. James, aveva passato la sera prima
il suo tempo, lo avrebbe sicuramente preso a pugni in vece del suo
migliore amico. Salutò la sorella e Puckerman e dopo aver
preso al bancone un cappuccino ed un’altra brioche, uscì
dal locale. La curiosità per il destino di sua sorella, a cui
aveva sempre posto molta attenzione, fu accantonata lungo la strada
verso caso, dal pensiero costante di cosa avrebbe potuto trovare al
ritorno nel suo appartamento. Senza la protezione della presenza di
Elisabeth, tutto ciò che avrebbe trovato sarebbe stato un
problema da gestire. E se Rachel, invece, se ne fosse andata via nel
frattempo?
Sarebbe
un problema in meno da dover affrontare e risolvere
Decisamente
un vero cuor di leone. Non c’era che dire. Più i suoi
passi lo avvicinavano verso il suo appartamento e più la sua
andatura rallentava. I ricordi della notte passata cominciarono ad
avvolgere la sua mente. I suoi baci, i gesti compiuti nel togliergli
la giacca e la camicia. Le difficoltà che aveva incontrato nel
togliergli la cravatta, mentre lui in un attimo l’aveva privata
di quell’abito rosso sfolgorante. La mancanza di aria ed i
giramenti di testa che quella visione gli aveva arrecato.
Credo
che morirò. Senza aria si può morire, vero?
Naturalmente
non era morto e non si era fermato. Da “vittima” era
diventato “aguzzino”, prendendola per mano e
accompagnandola nella sua stanza. Aveva approfittato di lei e della
condizione in cui si trovava.
E’
lei che mi è venuta a cercare. E’ lei che mi ha baciato.
E’ lei che ha cominciato a spogliarmi … E’ lei che
lo vuole
Si era
ripetuto quelle parole all’infinito, per giustificare le sue
azioni e per nascondere il suo rimorso. Sapeva che il giorno dopo
Rachel se ne sarebbe pentita. Sapeva che non lo avrebbe mai perdonato
per il tradimento a cui l’aveva costretta.
Le
dirò che è lei che mi ha cercato … non io ….
Era
un’altra scusa per giustificare la situazione in cui si era
cacciato. Tutte scuse, belle e buone. Sapeva quanto Rachel amasse
Finn, eppure si era permesso di lasciarla fare. Anzi. Alla fine era
lui che aveva condotto i giochi e nessuna scusante sarebbe valsa a
giustificare il suo comportamento.
Aveva
dovuto pronunciare quelle parole ad alta voce, per rafforzarne il
significato. Orami giunto davanti alla porta del suo appartamento,
guardò il sacchetto della caffetteria e sospirò
Fece un
respiro profondo e tirò su le spalle. Nonostante non fosse un
cuor di leone, doveva entrare ed affrontare la situazione, lo doveva
alla ragazza dietro quella porta, semmai fosse stata ancora lì.
Con gesto rapido entrò nell’appartamento. Il suo
precario coraggio venne spazzato via dalla vista di Rachel con
indosso quel maledetto abito rosso. Era ancora lì e dallo
sguardo che aveva era evidente che attendeva da lui una spiegazione.
Sono
fregato!
Finalmente
un nuovo capitolo …. Mi spiace lasciarvi ancora in sospeso, ma
ci tenevo a raccontare la notte incriminata anche dal punto di vista
di Jesse …. Ed ora? E tra Noah e Lizzie che cosa è
successo? …
|
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Capitolo 13 *** Capitolo XIII - The Road not Taken ***
Capitolo
XIII
The
Road not Taken
Jesse
posò il cappuccino e la brioche sul tavolo ed invitò
Rachel a sedersi. Si giustificò per la sua assenza, affermando
che non avrebbe mai voluto farle iniziare il nuovo anno senza una
colazione degna di New York. Le raccontò della sua corsa alla
caffetteria. Le disse della paura di non riuscire a trovare quelle
che lui considerava essere le brioche più buone di tutta
Manhattan. Continuò a parlare per almeno dieci minuti,
decantando tutti i prodotti squisiti che quel caffè poteva
regalare ai clienti che avevano il coraggio di svegliarsi presto la
mattina del primo giorno dell’anno. Continuò a parlare,
pensando nella sua mente che le bugie erano la sua migliore merce.
Continuò a parlare senza mai guardarla negli occhi, andando
avanti e indietro tra il tavolo e il suo angolo cottura: un percorso
veramente breve, ma fatto con la massima concentrazione da chi non
vuole sbagliare neanche un passo
O
non vuole essere costretto a guardare la ragazza che hai di fronte
Avrebbe
potuto continuare all’infinito, un passo dopo l’altro, il
sorriso stampato sul suo volto che mascherava un’indifferenza
ed una giovialità probabilmente fuori luogo. Le parole che
pronunciò Rachel all’improvviso, lo costrinsero, però,
ad interrompere la sua camminata ed a voltarsi ad osservarla: lei era
ancora nella stessa posizione in cui l’aveva accolto al suo
rientro:
Che
diavolo volevano dire quelle parole?
Tutto
quello che riuscì a fare Jesse fu sorridere. Cosa diavolo
volevano dire quelle parole? Sapeva il significato letterale della
frase appena pronunciata da Rachel. Ma quale fosse il senso nascosto
in esse, al momento gli sfuggiva. In quella situazione, tutto quello
che era riuscito a pronunciare era stata una domanda talmente
ridicola da farlo inorridire. La moretta rimase spiazzata alla sua
domanda
Cosa
vuol dire “che cosa ne pensi”?
Beh
… - Jesse sorrise nervosamente – avrai una tua teoria …
Jesse
– Rachel cominciò ad agitarsi – io sono qui che
ti chiedo spiegazioni su quello che è successo questa notte e
tu chiedi a me cosa ne penso? Se avessi la minima idea di cosa
pensarne, non te lo chiederei!
Ma
un opinione ce l’avrai! – sapeva di rendersi ridicolo,
ma non riusciva a trovare un altro modo di gestire la situazione,
almeno non al momento
Come
faccio ad avere un’opinione se non ricordo nulla?
Nulla?
Gli
occhi di Jesse si sgranarono, increduli di fronte a quella parola.
Rachel Berry non ricordava nulla della notte appena trascorsa. Nulla
dei loro baci e nulla della loro passione, consumata tra le sue
lenzuola? Magari la passione era stata solo sua, visto che lei era
innamorata di Finklestein, certo, ma almeno qualcosa le sarebbe pur
dovuto rimanere nella testa. In quel momento non avrebbe saputo se
ridere o piangere dell’espressione tra lo sconvolto e
l’arrabbiato di Rachel e dello spettacolo patetico che si stava
rappresentando in quell’appartamento. Fece un grande respiro e
decise di ripartire da zero. Invitò nuovamente Rachel a
sedersi e questa volta, la obbligò a farlo. Una volta che la
ragazza, contro la usa volontà, accettò di mangiare la
brioche, Jesse le chiese di raccontargli cosa ricordasse della sera
precedente. Terminato il racconto, si rese conto che tutto ciò
che Rachel aveva rimosso era stata la loro notte. Cosa doveva fare?
Jesse
continuava a guardare fuori dalla finestra. Cosa avrebbe dovuto dire
o fare? Se le avesse mentito, dicendole che non era successo nulla
fra di loro, avrebbe potuto convincersene anche lui e magari sarebbe
riuscito a riprendere la sua vita senza ulteriori contraccolpi. Dio
solo sapeva quanto quelle poche ore in compagnia di Miss Berry
avessero nuovamente sconvolto la sua esistenza. Ma così
facendo avrebbe rinunciato ad una nuova possibilità con lei.
Come
se a lei importasse qualcosa di te. Lei ama Finn. Lo sai.
E
allora perché era andata a letto con lui?
Per
colpa del grassone che l’ha molestata
Ridicolo
Per
colpa dell’alcool che ha bevuto
Possibile.
Certo. Ma anche se si fosse scolata una cassa intera di Champagne,
al dunque sarebbe dovuta rinsavire e ricordarsi del bietolone. C’era
qualcosa altro.
Ti
stai illudendo
Ridicolo.
E poi perché parlare di illusione? Lui non voleva tornare con
lei. Aveva abbandonato le montagne russe per dedicarsi al Moulin
Rouge. Chi vorrebbe ritornare a Rachel Berry quando si hanno tutte le
donne che si desiderano? Non lui. Di certo non era così
stupido.
Eppure
qualcosa le è successo.
Rachel
perché sei tornata a New York? – la domanda gli uscì
spontaneamente, senza premeditazione
Perché
mi fai questa domanda? – la ragazza lo guardò in modo
sospettoso – e cosa c’entra questo con il fatto che io
sono qui?
Sai
che ti conosco, vero? – Jesse abbozzò un sorriso
Non
capisco ancora cosa …
Rach,
sei diversa …. Ed io voglio capire perché
La
ragazza lo osservò, senza dire nulla. Non riusciva a
comprendere perché Jesse non rispondesse alla sua domanda. La
curiosità la stava uccidendo. Nella sua mente delle immagini,
molto sfocate, stavano prendendo sempre più corpo, ma aveva il
terrore di dover ammettere quale fosse il vero significato di ciò
che la nebbia stava diradando. Se non fossero state solo il risultato
di un qualche strano sogno, avrebbero definitivamente messo una
pietra tombale alla sua storia d’amore con Finn.
Non
lo ha già fatto il suo tradimento?
No,
non lo aveva fatto. Avrebbe voluto essere più forte e
coraggiosa. Avrebbe voluto poter affermare che il tradimento del suo
Finn era un motivo sufficiente per rendere la sua autostima l’arma
vincente per andare avanti. Ma così non era; se per il
successo essa era fondamentale, così non lo era per le sue
storie d’amore; la sua Storia d’Amore, al singolare.
Perché nella sua vita c’era stato solo Finn.
Non
stai dicendo tutta la verità, ragazza
Nel
profondo della sua anima, una voce si stava ribellando e sapeva che
quella ribellione un fondo di verità ce l’aveva. Un
tempo, ormai lontano, aveva provato dei sentimenti anche per Jesse,
ma non potevano certo essere paragonati a quelli che provava per
Finn.
E’
solo una questione di prospettive.
Non
lo era. Non poteva esserlo, perché ciò avrebbe
significato far crollare uno dei quattro pilastri su cui basava la
sua vita. La sua voce era il pilastro principale, la sua splendida
voce. Un altro era il successo, che avrebbe sicuramente raggiunto
presto o tardi. Poi c’erano i suoi padri, che l’avrebbero
supportata per il resto dei suoi giorni ed il quarto era l’amore
per lo studente più brillante del McKinley: avrebbe amato Finn
per il resto della sua vita, come nelle migliori tradizioni di ogni
dramma scritto con dovere. Ma ora, se lui avesse scoperto di essere
andata a letto con Jesse, tutto questo sarebbe andato perso. Non il
tradimento di Finn, ma il suo avrebbe decretato il crollo di uno dei
suoi pilastri. Comprese che Jesse non avrebbe chiarito i suoi dubbi
finchè lei non avesse fatto altrettanto, perciò decise
di parlare.
Io
e Finn ci siamo lasciati
Cosa?
– Jesse rimase esterrefatto a quelle parole – lasciati?
Quando?
A
Natale
Perché?
Non
sono affari ….
Miei?
Rachel sono un tuo amico, o così almeno era l’ultima
cosa che avevamo deciso di essere – il ragazzo sorrise in un
modo che Rachel non riuscì a comprendere
Mi
ha tradito
Faceva
male pronunciare quelle parole e altrettanto male faceva ascoltarle.
Se Rachel ancora non si era abituata a ciò che quelle tre
parole implicava, Jesse era stato travolto da esse. E così la
piccola Berry si era ubriaca ed aveva fatto sesso con lui per ripicca
nei confronti di Finn.
No,
non per ripicca … per disperazione
La
disperazione aveva spinto quella ragazza fra le sue braccia. Nulla di
più e nulla di meno.
Sei
libero e salvo
Libero
di poter dire a Rachel tutto ciò che lei voleva sentirsi dire
e salvo di poter mentire spudoratamente ed andare avanti con la sua
vita. Anzi, aveva guadagnato una notte con Rachel Berry ed aveva
messo fine alla frustrazione di non averla mai potuta avere.
Non
sarà mai tua
Quelle
parole, pronunciate da un io profondo, nascosto chissà dove in
fondo al suo corpo, fecero terra bruciata dei suoi sentimenti. Ancora
lei, sempre lei a sconvolgere tutti i suoi piani e ad infrangere
tutti i suoi sforzi. La rabbia per un momento prese il sopravvento.
Le avrebbe detto la verità, infrangendo anche le speranze di
Rachel di riprendersi Finn. Era assurdo! Inconcepibile. A lui non
aveva perdonato di averle mentito, mentre a quel maledetto ragazzotto
di provincia continuava a perdonargli tutto, anche i suoi tradimenti.
A
cosa stai pensando? – la voce di Rachel si infranse sui suoi
pensieri
Io
– Jesse sospirò – penso a quanto devi amare Finn.
L’hai già perdonato, vero?
No
– Rachel rispose indignata, ma l’indignazione era per la
semplice verità uscita dalle parole di Jesse
Si,
invece – il suo sorriso era disarmante
Si,
invece – Rachel cominciò a piangere – è
vero, me ne vergogno, ma è così. Non posso vivere
senza di lui … io lo amo .. .ma se io … e te abbiamo
fatto qualcosa questa notte .. lui non me lo perdonerà e
perderò tutto. Ti prego, dimmi che non è accaduto
nulla. Ti prego, Jesse.
Lui
non te lo perdonerà …
Quelle
parole furono pronunciate da Jesse in sussurro. Certo che Finn non
l’avrebbe perdonata. Tutto poteva essere accettato, ma non che
la donna che ami ti tradisca con un altro. Eppure lui aveva
continuato ad accettarlo per tanto tempo. Quando aveva capito che
Rachel non avrebbe mai smesso di amare Finn, si era vendicato. La
storia della gara e di Shelby, tutte scuse per nascondere il fatto
che tutto ciò che aveva fatto di orribile a quella ragazza era
solo dettato dalla rabbia per aver compreso, in un preciso istante,
che lui non sarebbe mai stato al centro dei suoi pensieri. Ora
avrebbe potuto vendicarsi nuovamente. Ancora una volta avrebbe potuto
umiliare quella ragazza e in una certa misura era ciò che
desiderava: vendicarsi per l’umiliazione subita. Rachel
continuò a guardarlo con ansia, speranza e agitazione.
Puoi
continuare tranquillamente a farti pugnalare dal tuo fidanzato
Vuoi
dire che? – Rachel si alzò in piedi
Che
tra di noi non è successo nulla
Oh
Jesse!
Rachel
si buttò fra le braccia del ragazzo, rischiando di farlo
cadere dalla sedia e lui l’accolse, sorridendo e per un momento
assaporò ancora il suo profumo ed il suo corpo. C’e’
sempre un momento della vita in cui si deve prendere una decisione
del genere. Fare la scelta migliore, seppur dolora. Negli anni della
scuola, aveva dovuto imparare a memoria, cosa per lui non
particolarmente difficile, una poesia di Frost su un duplice sentiero
ed un bivio. Allora aveva bollato quella poesia come stupida ed
inutile, considerando che lui, Jesse St. Jmaes non avrebbe mai avuto
dubbi sulla strada da intraprendere: quella del successo, sempre. Ma
ora comprendeva il senso recondito nascosto in quei versi:
… Lo
racconterò con un sospirto
Da
qualche parte tra anni e anni:
due
strade divergevano in un bosco , e io –
io
presi la meno percorsa,
e
quello ha fatto tutta la differenza.
Aveva
preso la sua decisione. Certo che avrebbe potuto vendicarsi
nuovamente ed infrangere le speranza di un ritorno di Rachel dal
suo Finn, ma non era più quel ragazzo di due anni prima e
voleva disperatamente liberarsi di lei, perché tutto ciò
che portava quella ragazza nella sua vita era dolore e disperazione.
Lui era destinato al successo e non doveva esserci posto per altro.
Ma
allora? .. Perché sono qui!
Perché
avevi paura di dormire da sola, dopo tutto quello che ti è
successo
Già
– Rachel lo guardò dubbiosa – ma perché
ero senza vestiti?
Jesse
sorrise nel vederla arrossire. La piccola moretta di Lima non sarebbe
mai cambiata e certe cose l’avrebbero sempre messa in
difficoltà. Tanto era spregiudicata nel raggiungere il
successo, quanto era imbarazzata da ciò che riguardava
l’intimità. Aveva deciso di mentire e lo avrebbe fatto
fino in fondo, senza ripensamenti o tentennamenti.
Sono
io che te l’ho tolto, dopo che ti sei addormentata fra le mie
braccia. Non potevo farti dormire con quel vestito scomodo
Dopo
che mi sono addormentata tra le tue braccia? – Rachel lo
guardò dubbiosa
Beh,
si – Jesse sfoggiò il suo sorriso più innocente
– eri ubriaca e sconvolta. Non facevi altro che piangere e io
ti ho abbracciato e tu dopo poco ti sei addormentata …
Allora
tra di noi non è successo nulla
Nulla
Rachel,
dopo un profondo respiro, sorrise pensando alla possibilità
che tra lei e Finn non fosse tutto perduto. Era stata lei a
lasciarlo, questo era vero, ma l’idea che dovesse rinunciare
per sempre a lui l’atterriva. Rendendosi conto di essere ancora
seduta su Jesse,con un movimento improvviso si alzò. I due
rimasero a fissarsi per un po’, poi la ragazza ringraziandolo
per la colazione, si voltò per andarsene. Prima che potesse
uscire, però, Jesse le rivolse la parola:
Spero
che in questo anno, tu possa ottenere tutto quello che desideri,
Berry.
Anche
Finn? – Rachel sorrise
Se
è quello che vuoi … si … anche se lui non ti
merita.
Rachel
rimase ferma ad osservarlo per un momento, poi senza aggiungere
nulla, uscì dall’appartamento, lasciando Jesse da solo,
perso nei suoi pensieri.
Eccomi,
in maniera imprevista con un nuovo capitolo. Non mi andava di
lasciarvi troppo in sospeso e così mi sono sforzata un po’
di più. Delusi del risultato?
|
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Capitolo 14 *** XIV - A New Beginning? ***
Capitolo
XIV
A
New Beginning?
Elisabeth
si era persa nel guardare la gente che entrava in quel caffè.
La prima cosa che faceva ogni nuovo cliente era osservare il locale e
la disposizione dei tavoli. Sarebbe stato normale per tutti quelli
che mettevano piede in quel posto per la prima volta, ma gli altri?
Nella mezz’ora successiva all’uscita di Jessie, la
ragazza ne aveva contati almeno un ventina di sua conoscenza. Gente
che frequentava abitualmente il locale. Eppure, nessuno escluso,
tutti coloro che entravano, la prima cosa che facevano era quella di
guardarsi intorno. Non andare al bancone, o vedere i menu; guardarsi
intorno ed osservare le persone sedute ai tavoli. Anche lei lo aveva
fatto? Sicuramente si. Era entrata con l’idea di cercare
Puckrman, che pochi minuti prima l’aveva contattata sul
cellulare. Avrebbe voluto rimanere con Rachel per scoprire cosa
avesse combinato con suo fratello. Non che non lo sapesse: i rumori
provenienti dalla stanza di Jessie, che aveva sentito nella notte di
capodanno, erano inequivocabili. Certo, però, le mancavano
tutte le informazioni legate al come erano giunti fino a quel punto.
Eppure aveva abbandonato tutto per correre da quel tizio. Era entrata
e come tutti coloro che entravano li, si era guardata intorno e lo
aveva scorto, seduto ad un tavolo, con suo fratello Jesse. Il sangue
le si era congelato all’istante. Non voleva per nulla al mondo
che il suo adorato fratello venisse a sapere della cosa stupida che
aveva compiuto la notte prima, e quella prima e quella prima ancora.
Divenne rossa in volto, ma senza indugiare, si avventò
letteralmente sul tavolo. Dallo sguardo di Jesse, intuì
immediatamente che ancora non aveva scoperto il suo segreto, ma non
ci avrebbe messo molto: suo fratello sapeva fare due più due
rapidamente. Perciò, odiandosi, decise di sfruttare l’unica
freccia disponibile sul suo arco: Rachel. Così, con pochi
semplici sottintesi, riuscì a farlo andare via. A quel punto
rimase sola con Puckerman e fu in quel momento che cominciò ad
osservare i clienti. Il ragazzo al suo fianco, dopo un po’ si
stufò di aspettare da lei una qualche forma di risposta alle
sue domande. La strattonò per un braccio, obbligandola a
voltarsi. Elisabeth ne fu indispettita.
Per
quanto ancora pensi di evitare le mie domande?
Domande?
Si,
domande – Puck sospirò – ti ho appena chiesto, ad
esempio, come mai tuo fratello è scappato di gran carriera
E
io cosa vuoi che ne sappia? – Il tono con cui rispose la
ragazza fu stizzoso, infastidito
Wow
– Noah sorrise – certo che se la gente sentisse il modo
in cui mi stai rispondendo, faticherebbe a credere che io e te
andiamo a letto insieme.
Per
fare sesso con una persona non è che ci devi andare per forza
d’amore e d’accordo – Elisabeth, dopo aver
risposto con sufficienza, prese in mano la tazza di suo fratello e
cominciò a sorseggiare il caffè
Capisco
– il sorriso che il ragazzo si fece sfuggire sul volto fu un
mix di divertimento e malinconia – quindi per te sono
semplicemente …
Uno
con cui andare a letto … non lo avevi capito?
Certo
che lo avevo capito – Noah trasformò il suo sorriso in
un ghigno arrogante – anche io lo faccio per lo stesso motivo
Non
ne dubitavo
Ci
stiamo divertendo, vero?
Da
matti!
Le
parole di Elisabeth, però, sembravano stridere con il suo
sguardo. Eppure Puckerman non lo notò, o forse fece
semplicemente finta di non notarlo. Dopo aver finito il suo caffè,
si alzò dalla sedia, si chinò sulla ragazza, dandole un
bacio sulla guancia e si allontanò. Poi ci ripensò.
Tornò sui suoi passi e prima di accomiatarsi nuovamente le
disse:
Ammettilo.
Con il tuo damerino non ti sei mai divertita come ti diverti con me
Di
chi stai parlando? – Elisabeth sapeva perfettamente di chi
stava parlando, ma non volle mostrare il fianco
Parlo
di occhi da cerbiatto Blaine. Il sesso che fai con me, con lui te lo
sogneresti di notte.
Non
puoi paragonarti a lui
Certo
che non posso – Noah sorrise nuovamente – lui è
gay!
Lui
è anche sensibile, dolce, ha talento ed è spiritoso …
tu – Elisabeth gli regalò uno sguardo sufficiente –
tu sei tu!
Noah
avrebbe voluto domandarle che diavolo volesse dire “tu sei tu”.
Non era la frase in se che lo disturbava, ma il modo in cui lo aveva
detto. Mieloso il tono usato per Blaine, disgustato il tono usato con
lui. Le avrebbe voluto chiedere perché allora si fosse
infilata nei suoi pantaloni non una, ma ben tre volte. Le avrebbe
voluto dire che da quel momento poteva scordarsi di lui, che doveva
trovarsi un altro pupazzo con cui giocare. Ma non lo fece. L’unica
cosa che riuscì a dirle fu “già!”.Poi,
salutandola di nuovo, uscì dal locale. Non era così
stupido da rinunciare a del sesso gratuito. O forse si?
Una
volta rimasta sola, Elisabeth si perse nei suoi pensieri. Come aveva
fatto a passare dall’amore della sua vita a quella specie di
uomo delle caverne? Come aveva potuto andare a letto con Noah
Puckerman, dopo aver amato Blaine? C’era solo un’unica
parola da usare: solitudine. Anzi no, le parole erano due. Solitudine
e Stupidità. Per solitudine (o disperazione?), una mattina
della settimana prima, in cui Jesse era uscito di casa per fare delle
commissioni, lei era uscita dal suo appartamento ed era corsa a
bussare alla porta di Blaine.Voleva vederlo e parlare con lui. Sapeva
che non aveva nessuna speranza, lo aveva compreso molto bene, dopo il
loro ultimo confronto, ma nonostante ciò le mancava
terribilmente la sua compagnia e in quel momento, in cui la
protezione che la presenza di Jesse le aveva dato era lontana, il suo
cuore spezzata aveva prevalso sul suo orgoglio e l’aveva
costretta a correre dal suo amore negato. Lui non lo aveva trovato,
fuggito con il suo fidanzato ufficiale a Lima a festeggiare il
Natale; in compenso aveva trovato quell’idiota di Puckerman e
così, senza pensarci troppo, gli si era buttata addosso ed
erano finiti a fare l’amore su quell’orrendo tappeto
vicino al divano. In quel caso la solitudine ed un attacco di paura
erano state le molle per il suo gesto insano. Ma il secondo e il
terzo gesto insano? La stupidità era la parola giusta per
spiegare quei due. E ora? Non lo sapeva. Prima o poi, immaginava che
avrebbe dovuto prendere in mano se stessa e costringersi ad andare a
pezzi per ricreare una versione migliore e meno sofferente di
Elisabeth St. James, ma ora? Che avrebbe fatto?
****
Tornando
nel suo appartamento, Rachel tutto si sarebbe aspettato tranne che ad
attenderla ci fosse Finn. Era seduto sul divano, con le coperte che
utilizzava Puck per dormire, appallottolate sulle sue ginocchia e si
guardava i piedi, sconsolato. Kurt era seduto sulla poltrona accanto
e lo stava fissando con sguardo severo, mentre Blaine era rintanato
in cucina. Alla vista della moretta, Finn saltò in piedi come
un giocattolo a molla appena caricato. Rachel lo guardò
sorpresa e l'unica cosa che riuscì a pensare fu che la sua
mente, già provata per tutta la storia di Jesse, non avrebbe
sopportato lo stress causato da una discussione con il suo ex
ragazzo. Ma il comportamento di Finn escluse la possibile
discussione. Infatti, il ragazzo, senza attendere alcun segno da
Rachel, si inginocchiò ai suoi piedi. Tutto si sarebbe
aspettata da lui, ma non quello. L'unica cosa che pensò è
che voleva che si alzasse immediatamente
-
Finn, per favore alzati
-
No Rachel. Almeno finchè non avrai ascoltato cosa ho da dirti.
-
Finn, per favore ... io non …
-
So di aver combinato un casino. La storia con Brit, il fatto che non
ti ho detto nulla e tutto il resto
-
Il tradimento ... non tutto il resto Finn .... la parola giusta è
tradimento - la rabbia assalì Rachel - o vogliamo parlare di
pugnalata alle spalle? Hai ucciso il mio cuore e poi lo hai
calpestato, me lo hai strappato dal petto e lo hai ucciso di nuovo
-
Non stai esagerando?
Fu
l'unico commento che fu permesso a Kurt che, dopo lo sguardo truce
della moretta, si alzò e senza aggiungere altro raggiunse
Blaine in cucina, chiudendosi la porta alle spalle.
-
Rachel tu hai ragione su tutto e sono qui per chiedere ... anzi no! -
Finn si avvicinò a lei in sempre rimanendo in ginocchio - ti
supplico di lasciarmi parlare ... poi deciderai cosa fare ed io lo
accetterò
La
ragazza rimase ad osservarlo per un pò. Da una parte,
guardarlo le ricordava quanto accaduto a Natale. L'idea di lui e
Brittany che si rotolavano nel letto l'aveva perseguitata per tutti
quei giorni passati ed ora vederselo lì in ginocchio di fronte
a lui la portava ad immaginare quella scena all'infinito.
Due
esseri abbracciati, sdraiati su un letto, due corpi che si cercano
… le labbra che si trovano. La ragazza ha i capelli biondi.
Biondi? No, non sono biondi. La ragazza ha i capelli bruni.
Incredibili che la mente umana posso modificare così le
immagini. Lei pensa a Finn e Brittany nel momento in cui la
tradiscono e quello che vede è lei con Finn. No! il ragazzo a
cui è abbracciata non è Finn. Cerca di comprendere
meglio la sua visione, ma l'immagine sfuma via.
Rachel
si voltò verso Finn con lo sguardo smarrito. Avrebbe voluto
domandargli se lui avesse visto la stessa scena che era apparsa di
fronte a lei. Ovvio che non l'aveva vista. Glielo diceva
l'espressione del suo viso. Era la sua mente che proiettava nella sua
testa le immagini. Ma perchè lei e non Brittany? Il suo
pensiero fisso, nell'ultimo periodo era stato quello di Brittany e
Finn. Cercò di concentrarsi su quello che Finn le stava
dicendo.
-
Rachel io non ho giustificazioni al mio comportamento e dubito che tu
possa mai perdonarmelo, mi rendo conto di aver fatto un grande
errore. Buttare al vento il nostro amore. Il nostro grande amore.
Credimi, io non provo nulla per Brittany ...
-
Pensi che dicendomi che sei andato a letto con una di cui non ti
frega nulla possa essermi di qualche sollievo?
Sapeva
già, in cuor suo che lo avrebbe perdonato. Finn era il suo
amore e non si può rinunciare al proprio amore. Eppure voleva
ripagarlo del dolore provato in quei giorni. Non del tradimento, ma
del dolore e così la cattiveria le usciva naturalmente, senza
dover fare alcuno sforzo. Ma era stanca, la storia con Jesse ...
"Il
ragazzo delle immagini è Jesse"
Certo
che era lui, come aveva fatto a non riconoscerlo prima? Ma perchè
continuava a vedersi insieme a lui? Probabilmente era dovuto alla
stanchezza e allo stress. Jesse le aveva detto che tra di loro non
c'era stato nulla e non aveva motivo di dubitarne. Era impossibile
che Jesse St. James si facesse sfuggire l'occasione per vantarsi di
una conquista femminile. Doveva essere la stanchezza. Intanto Finn si
stava perdendo in una miriade di scuse di cui lei aveva completamente
perso il filo del discorso. Però, osservandolo in ginocchio,
scusarsi con lei, fece venire in mente a Rachel quanto fosse dolce e
carino in quel momento. il primo istinto fu quello di abbracciarlo,
ma sapeva di non potersi arrendere così facilmente. Doveva
fargli vedere quanto fosse offesa e ferita e lo era stata, per tanti
giorni e tanti notti (chiedete a Kurt se non ci credete!), ma era
anche terribilmente stanca e voleva dormire e voleva non dover
pensare più a nulla ed infine sentiva in quel momento che non
gliene fregava nulla del fatto che Finn fosse andato a letto con
Brittany. L'amore gioca veramente dei brutti tiri.
-
Perchè lo hai fatto? - fu l'unica cosa che si sentì di
dovergli chiedere
-
Perchè mi sentivo solo
-
Solo? - Rachel sgranò gli occhi - tu avevi me Finn! Me!
-
New York aveva te, Rachel - il ragazzo sussurrò quelle parole
- io avevo le tue telefonate e qualche tuo video
-
E naturalmente invece di parlarmene, hai pensato bene di parlarne con
Brittany - Rachel sorrise sarcastica - solo che lei non è
riuscita bene a comprendere quello che le dicevi e invece di parlare
con te, ha infilato la sua lingua sulla tua bocca e poi da cosa nasce
cosa
La
mano di Finn si posò sulle labbra di Rachel. La ragazza fu
talmente sorpresa dalla velocità con cui il ragazzo si alzò
e dalla sicurezza di quel gesto, che non disse nulla.
-
Non è questo, Rachel. Io sentivo la tua mancanza. Era
terribile per me saperti qui con il tuo canto, la tua recitazione, la
scuola e tutto il resto - Finn tolse la mano dalla bocca di Rachel e
tirò un pugno nell'aria - e poi ci si è messo pure St.
James e quella vostra assurda litigata
-
Jesse? - Rachel si sorprese - cosa c'entra lui e quale litigata?
-
Quella del giorno del Ringraziamento. Eri così furiosa che ho
pensato che magari ...
-
Magari cosa?
-
Magari potevi provare ancora qualcosa per lui - Finn abbassò
lo sguardo
-
Mi stai dicendo che tu mi hai tradito perchè io il Giorno del
Ringraziamento ho litigato con Jesse? E se ci fossi andata a letto
cosa avresti fatto?
Un
flash, un'immagine rapida e fulminea assalì la mente di
Rachel, ma non potè catturarla. Intanto Finn si voltò a
guardarla
-
Ti ho tradito perchè mi sentivo solo e sentivo la tua mancanza
e mi ero convinto che presto o tardi ti avrei perso, perchè tu
hai il tuo mondo e anche se non avessi me troveresti il modo di
essere felice. Io ho solo te - Finn abbassò nuovamente lo
sguardo - avevo solo te
Rachel
non gli permise di aggiungere altro. Era stanca e sentiva nella voce
di Finn talmente tanta malinconia che desiderò immediatamente
che tutto ciò cessasse. Lo abbracciò e gli baciò
lievemente le labbra. Sentì salirle una repulsione e dovette
allontanarsi da lui. Al tempo stesso, però, gli sorrise
dolcemente.
-
Finn, ti amo troppo per rinunciare a te. Sento la sincerità
nelle tue parole. Non so se riuscirò a perdonarti, ma penso
che la nostra storia meriti un'altra chance
Il
ragazzo, quasi incredulo, si guardò intorno smarrito. Quando
realizzò che Rachel gli aveva accordato una specie di perdono,
la strinse forte a se. Rachel lo lasciò fare, ma poi,
scostandolo, gli sussurrò il suo pensiero:
-
Ho sofferto tanto in questi giorni. Spero che tu sappia meritarti
questa chance
-
Farò di tutto per avere nuovamente il tuo perdono - Finn la
strinse nuovamente a se - e mi trasferirò a New York per
dimostratelo
Cosa?
- Rachel sgranò nuovamente gli occhi . dici sul serio? E il
tuo lavoro in officina? e la tua famiglia?
-
Senza di te non esiste nulla
Rachel
sorrise e Finn l'abbracciò nuovamente
-
Ma dove andrai a stare?
-
Qui. Staremo un pò stretti, lo so, ma ti prometto che renderò
la tua vita un paradiso. Ti porterò la colazione tutte le
mattine. Andrò a fare le commissioni che tu non riuscirai a
compiere. Ti preparerò la cena. Laverò, stirerò.
Farò tutto quello di cui hai bisogno
Rachel
sorrise, pensando a quanto il suo ragazzo (ora poteva togliere
quell'orribile suffisso) fosse negato per le faccende domestiche, ma
non aveva voglia di smorzare i suoi entusiasmi. Come non aveva voglia
di esprimere apertamente i suoi dubbi su una loro possibile
convivenza, soprattutto reduci dalla situazione che avevano dovuto
vivere fino a pochi momenti prima. Ritenne di non farlo per non
smorzare l'entusiasmo di Finn. Avrebbero vissuto insieme, infondo
quello non era stato sempre il suo desiderio?
Ciao
a tutti … di ritorno con un nuovo capitolo … un po’
sofferto … scrivere di Rachel e Finn non mi viene molto
naturale, anche se, dopo tutto, Finn non mi è neanche
antipatico .
Comunque, ora che anche lui vivrà a New York le cose si
complicheranno e forse Rachel lo ha perdonato troppo facilmente .. ma
lo ha perdonato veramente? Che ne dite invece di Elisabeth e Puck?
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Capitolo 15 *** Capitolo XV - Complicated ***
Capitolo
XV
Complicated
I
mesi invernali volsero al termine, lasciando il posto alle primavera
e ad una nuova iniziativa delle Università per lo spettacolo
di New York: Shakespeare, in mille nuove declinazioni. Era difficile
poter realizzare uno spettacolo innovativo; il drammaturgo inglese
era stato rappresentato in tutti i modi possibili ed immaginabili. O
almeno questo era quello che pensava Rachel Berry. Ma tanto, la sua
opinione non era ancora così importante da essere tenuta in
considerazione. Alle sue osservazioni, il professore gli aveva fatto
notare che per poter partecipare alle manifestazioni shakespeariana
che si sarebbero tenuto in estate nella città, dovevano per
forza scegliere un’opera scritta dal bardo e certo che no, non
avrebbero potuto portare Funny Girl. In ogni caso, concluse il
professore, ci sarebbero stati i provini e ognuno degli studenti
avrebbe potuto interpretare un monologo shakespeariano come meglio
credeva. La ragazza, però, troppo presa dall’essere
arrabbiata per l’impossibilità di esibirsi per
l’ennesima volta nel suo cavallo di battaglia – Down on
my Parade – non riuscì a cogliere la sfumatura con cui
la voce del suo insegnate sottolineò le parole “come
meglio credete”. Ad ogni modo, da quel giorno e dalla notizia
dell’apertura dei provini per formare il cast che avrebbe
partecipato alla manifestazione internazionale, in tutte le scuole
d’arte di New York, gli studenti andarono in fibrillazione,
come tre dei cinque ragazzi conviventi nell’appartamento troppo
piccolo per ospitarne un numero così alto. Rachel, come del
resto Kurt e Blaine, voleva a tutti i costi la parte della
protagonista. Lei era la star e se voleva dimostrarlo al mondo
intero, doveva avere quella parte. Ora che Finn viveva con lei, aveva
realizzato uno dei suoi sogni e così non le rimaneva che
concentrarsi solo sull’altro. O almeno questo era quello che
aveva sempre pensato. Fin da piccola il suo primo obiettivo era stato
diventare una stella di Broadway; poi, conosciuto Finn, aveva
affiancato ad esso, il sogno di sposare il quarterback della scuola
superiore, che un giorno sarebbe diventato a sua volta il suo
fidanzato famoso. Certo, ora ed oggi, dubitava che il suo fidanzato
potesse diventare celebre. A meno che, qualche talent scout non
entrasse nelle cucine del ristorante in cui Finn aveva trovato
lavoro, la strada verso il successo gli era preclusa. Ma non aveva
importanza, il successo che lei avrebbe raggiunto sarebbe bastato ad
entrambi. L’amore li avrebbe aiutati a superare ogni avversità.
Questo era quello che si ripeteva tutte le sere in cui Finn doveva
fermarsi per lavorare al ristorante. E questo era quello che ripeteva
al suo ragazzo tutte le volte che al mattino tentava di ottenere da
lei qualcosa in più di un semplice bacio, mentre lei si
preparava per correre all’università e alle sue prove.
Ormai l’incompatibilità dei loro orari, li aveva resi
quasi degli sconosciuti e nel vortice delle loro entrate ed uscite
dall’appartamento, avevano ormai perso il conto dei giorni in
cui erano riusciti a stare insieme. Eppure il loro amore era forte e
avrebbe superato ogni avversità. Questo era quello che pensava
Rachel nella maggior parte del tempo. Poi, certo, c’erano i
momenti di buio. Quelli in cui, scavando in fondo alla sua anima,
vicino alla voce Finn Hudson, sentiva solo di riuscire ad affiancare
le parole traditore e fallito. Ma quello non era il suo pensiero
vero. Era la stanchezza, solo la stanchezza!
Nella
confusione mentale e nel tempo speso tra le prove e le lezioni, alla
fine arrivò anche per lei il giorno dei provini. Aveva scelto
la scena del terrazzo del Romeo è Giulietta e aveva chiesto a
Blaine di farle da spalla. L’ultima volta che aveva affrontato
un provino era stata sconfitta. Incapacità di mostrare del
sentimento. Questo era stato il giudizio impietoso del suo professore
e questa era stata la motivazione per la quale le era stata preferita
quell’arrogante di Elisabeth. Sempre lei. Era diventata il suo
incubo peggiore, soprattutto negli ultimi mesi. Per un motivo o per
un altro se la ritrovava sempre tra i piedi. Andava a lezione e lei
era lì. Tornava a casa ed era anche lì. Da quel poco
che era riuscita ad estrapolare ad un recalcitrante Finn, il loro
amico Puck aveva deciso di intrecciare una relazione con quella
bionda arrogante e a nulla erano valse le proteste e gli avvertimenti
di Rachel e Kurt. Il risultato era stato che se l’era ritrovata
tutti i giorni in casa a sbaciucchiarsi sul divano con Puckerman. Ed
ora anche lì, al provino! Ma questa volta Rachel non si
sarebbe lasciata sconfiggere. Aveva la sua recitazione, che negli
ultimi mesi molto era migliorata, aveva la scena migliore ed aveva un
Romeo adatto all’occasione: lei e Blaine avrebbero fatto
scintille. Certo i costumi non aiutavano: entrambi bardati come
personaggi shakespeariani erano decisamente ridicoli – più
Blaine che lei, ovviamente – ma quello era il ruolo che
dovevano interpretare e sulla base di quello sarebbero stati
giudicati. Elisabeth si voltò sorridendo e Rachel fu presa da
un attacco di rabbia e frustrazione. Tutto sembrava sorridere a
quella ragazza. Aveva la bellezza, il talento ed un ragazzo
affascinante. E lei? Rachel sospirò. Anche lei aveva talento e
un ragazzo affascinante, ma certo non poteva credere di essere bella
come la sorella di Jesse. Osservandola meglio, Rachel si rese conto
che la bionda non indossava nessun costume di scena di epoca
shakespeariana, ma una semplice canottiera bianca e un paio di jeans
che la rendevano ancora più seducente del solito. Si voltò
ad osservarsi allo specchio e si sentì ancora più
ridicola. Ma che diavolo andava a pensare? Era Elisabeth ad essere
fuori ruolo, non lei! Il tema era Shakespeare, non Tennesee Williams.
La moretta si domandò dove fosse andata a finire la sicurezza
di un tempo. Il professore la chiamò sul palco, interrompendo
le sue elucubrazioni.
Rachel,
con passo sicuro andò a posizionarsi sul finto balcone, mentre
Blaine si collocò in un punto del palco in cui potesse essere
visto dai selezionatori e dalla sua partner. Nel silenzio più
assoluto, la ragazza cominciò a recitare le sue battute con
tono professionale e con trasporto. Durante tutta la scena entrambi i
ragazzi rimasero concentrati e ben affiatati: erano ormai un paio
d’anni che si conoscevano e non avevano mai avuto problemi
nell’interagire sul palco. Una volta terminato, entrambi furono
convinti di aver fatto un ottimo lavoro, ma quando la ragazza volse
il suo sguardo verso il suo professore (capo valutatore del
collegio), l’espressione che l’uomo le rimandò la
sconcertò. Quello che vide nei suoi occhi fu delusione,
null’altro che quello. Rachel avrebbe voluto chiedere conto di
quell’orribile sguardo, ma fu trascinata via, insieme a Blaine,
dal’assistente di palco. Non ebbe neanche il tempo di chiedere
al suo partner che impressione avesse avuto, perché sul palco
fu chiamata Elisabeth. La ragazza, passandole davanti, le mostrò
un sorriso radioso. Aveva indosso ancora la tshirt bianca e i jeans e
Rachel fu sopraffatta dalla paura di aver gestito male tutta la
storia del suo provino. Ne ebbe la certezza nel momento esatto in cui
la biondina cominciò la scena del balcone. Sulla carta era la
stessa sua scena, solo modernizzata e liberata dai vincoli che
l’epoca in cui aveva vissuto Shakespeare le aveva imposto.
Elisabeth era fresca, spigliata, a volte buffa, ma sempre sensuale e
radiosa e Rachel ebbe l’immediata impressione di aver perso la
partita per la seconda volta nello stesso anno. Ne ebbe la certezza
nel momento in cui sul palco comparve Jesse ad interpretare Romeo.
Probabilmente il fratello aveva acconsentito ad aiutare la biondina
ed il fatto che avessero un vincolo di sangue non limitò la
loro espressività. Nel momento esatto in cui i due terminarono
la loro interpretazione, moderna e solare, Rachel spostò il
suo sguardo verso il professore e non ebbe alcun dubbio che anche
questa volta quell’uomo avrebbe scelto la biondina. Blaine,
compresa la situazione, le pose una mano sulla spalle e le sorrise,
ma non disse nulla. Dal suo volto traspariva la stessa identica
delusione. Non c’era alcun dubbio che il loro provino fosse
andato male e anche se non ci fosse stato nessun Romeo migliore di
lui in quella scuola, sicuramente ci sarebbe stato nelle altre, o
quanto meno Jesse sarebbe stato migliore di lui. Una trionfante
Elisabeth, dopo aver incassato i complimenti dall’intero
collegio, uscì dal palco e si diresse direttamente verso
Rachel. Il suo sorriso innervosì la moretta, ma non quanto le
sue parole:
Ehi
Rach, volevo farti i complimenti per la tua … anzi no …
per la vostra splendida interpretazione. Devo dire poi che la
modernità e la freschezza che avete dato al tutto era
ammirevole.
Non
capisco dove tu voglia arrivare! – Rachel rispose piccata al
commento
Nulla
di che … semplicemente vorrei sottolineare il fatto che tu,
troppo presa da te stessa, non abbia compreso le parole del
professore. Perché non le hai comprese vero? –
Elisabeth sbattè teatralmente le ciglia - oppure pensavi
veramente che bastasse il “tuo” immenso talento e poca
fantasia per essere scelta?
Di
cosa stai parlando? – Rachel la guardò sinceramente
sorpresa
Del
fatto che l’obiettivo di questa rappresentazione
shakespeariana è quello di portare qualcosa di innovativo e
di moderno al festival che si terrà quest’estate –
Jesse sorrise sarcasticamente – insomma qualcosa che ci
distingua dalle rappresentazioni del resto del mondo
Ma
quando lo ha detto il professore? – Rachel guardò
Jesse, confusa
In
una delle sue lezioni – Elisabeth rispose sempre più
divertita –ma probabilmente eri troppo impegnata a
glorificarti per porre attenzione alle sue parole. Magari trovi le
sue lezioni troppo noiose per il tuo immenso talento?
Mentre
le parole di Elisabeth scorrevano velocemente sulla sua testa, Rachel
tentò di ricordarsi se e quando il suo professore avesse mai
espresso i concetti descritti da Jesse, rendendosi conto con orrore
che nell’ultimo mese, aveva passato più tempo a pensare
ai suoi problemi con Finn che ad altro. E questo, se possibile, la
sconcertò ancora di più dell’aver probabilmente
perso il suo provino. A conti fatti, nonostante avesse passato la
maggior parte del suo tempo a concentrarsi per raggiungere dei
risultati concreti per la sua carriera, tutto quello che aveva
ottenuto era stato rimuginare su quello che stava succedendo con il
suo fidanzato. E la cosa buffa era che i suoi problemi con Finn
dipendevano in massima parte dal fatto che lei non riuscisse a
passare del tempo con lui. Oppure c’era qualcosa che le
sfuggiva? Lo sguardo di Jesse catturò, nonostante tutto, la
sua attenzione. Da quando Finn era venuto a vivere a New York, le
cose tra di loro erano cambiate e non in meglio. Nonostante il tempo,
ancora non era riuscita a comprendere il vero Jesse, ne a dare una
collocazione precisa ai suoi sentimenti per lui. Non era un suo
amico, ma non era certo un estraneo; non ne era innamorato, ma non le
era neanche indifferente. Quel ragazzo era una spina nel fianco ed un
elemento di sofferenza. Istintivamente si fece più rigida
nell’espressione del volto.
Probabilmente
non avrò compreso tutto quello che veniva richiesto, ma la
mia interpretazione non ha uguali, per cui alla fine il professore
sceglierà me e se non lo farà vorrà dire che
non capisce nulla!
Wow!
La nostra Rachel si é preparata pensando di dover mostrare il
suo talento ad un simil Lawrence Olivier. Peccato che ci fosse,
invece, solo il vostro professore. - lo sguardo di Jesse si volse
verso lei - pero' potresti provare con la London Accademy.So che
stanno provando qui vicino ... Certo il tuo accento yankee non
aiuta, ma forse ti sara' sufficiente sbattere un po' i tuoi occhioni
per ...
Perché
di colpo sei diventato cosi' astioso nei miei confronti?
Astioso
nei tuoi confronti? - Jesse sembro' sinceramente stupito - ti sbagli
Berry ... io sono sarcastico e basta ... e comunque non con te in
particolare, ma con tutti. Ma come al solito, la piccola diva
vorrebbe stare al centro dell'attenzione! Mia sorella sta per caso
offuscando la tua stella?
Perché
ce l'hai con me, Jesse? Mi sembrava che le cose fra di noi stessero
migliorando ... perché ora invece ti comporti cosi'?
Ti
ho gia' detto, mia cara Rachel, che questo é il mio modo di
comportarmi con tutti ...
Non
con me. Mai. Almeno fino ad ora. La tua voce non é mai stata
fredda e scostante con me e il tuo sguardo non é mai sfuggito
al mio, ma ora ... é per Finn?
Mmh.
Come vi dicevo prima, la piccola diva sempre al centro del palco!
Miss Berry, mi preme farle sapere che lei non é in alcun modo
al centro della mia attenzione ed ancora meno lo é del suo
bel principe azzurro! - lo sguardo di Jesse si fece freddo - se
volete scusarmi ...
Il
ragazzo si allontano' senza aggiungere altro. Rachel non disse nulla,
abbasso' lo sguardo e si perse nei suoi pensieri. Non credeva alle
parole di Jesse; qualcosa era cambiato. Innanzitutto non era riuscita
piu' a parlare con lui dal giorno in cui si era risvegliata nel suo
appartamento. Era stata tutta colpa sua, doveva ammetterlo. Tra la
volonta' e l'impegno speso per recuperare il rapporto con Finn e le
fatiche per preparare il provino, non era riuscita a ritagliare del
tempo per nessuno. A mala pena aveva scambiato poche parole con il
suo caro amico Kurt, figuriamoci se avesse potuto farlo con Jesse.
Era lui che doveva comprendere che lei era una giovane donna
impegnata a raggiungere il successo. E nonostante cio', aveva
miseramente fallito. Ma forse, quello era solo il suo giudizio, la
sua impressione. Magari il professore e gli altri selezionatori la
pensavano diversamente. Ma se anche loro fossero convinti che
bisognava rinnovare? Questo non significava, pero', che lei fosse
andata male. Sapeva le battute e le aveva recitate al suo meglio.
Inoltre aveva saputo dare un'ottima interpretazione di Giulietta. In
fondo, non era anche lei una donna innamorata? Che andassero a quel
paese i valutatori, il suo professore e soprattutto quel bastardo di
Jesse St. James. Lei aveva Finn e questo le bastava. Rachel, senza
dire nulla, si allontano' con passo sdegnoso, lasciando Elisabeth e
Blaine da soli.
I
due ormai ex amici rimasero ad osservarsi in silenzio. Blaine sentiva
la mancanza della sua amica del cuore. Aveva sempre invidiato a Kurt
il rapporto confidenziale con Rachel ed ora, dopo aver assaporato la
bella sensazione di complicita' che si puo' avere solo con una
ragazza, sentiva il vuoto di quella mancanza nel cuore. Tento' di
dire qualcosa, anche banale: una frase banale era meglio di
quell'assordante silenzio. Elisabeth, pero', prima che lui potesse
dire una qualunque cosa, si allontano' senza salutarlo, lasciandogli
solo uno sguardo freddo.
La
ragazza era ancora arrabbiata con il suo amico di un tempo. Non era
tanto il fatto di essere stata respinta ad averla offesa, ma
l'umiliazione di essere stata in qualche modo illusa dal suo
comportamento le era insopportabile. Sapeva che le mancanze di Blaine
erano dovute ad un'assenza di coraggio piu' che ad una cattiveria, ma
per lei non aveva importanza: aveva sofferto e lui ne era il
responsabile. Uscendo dallo stabile, trovo' ad attenderla Jesse, il
cui sguardo non tradiva nessuna particolare emozione. Elisabeth,
pero', non si lasciò ingannare. Conosceva suo fratello e la
convivenza degli ultimi tempi, aveva reso le sue valutazioni sempre
piu' sicure e precise'. Suo fratello stava soffrendo e lei non aveva
alcun dubbio in proposito.
-
Perché te ne sei andato? - la biondina si sedette accanto a
lui
-
Perché ero stanco dei comportamenti divistici di miss Berry
-
I suoi comportamenti sono sempre quelli .... prima non mi pare che ti
urtassero
-
Ora pero' mi sono venuti a noia
Elisabeth
noto' nella voce del fratello un'inflessione stanca ed inoltre, si
accorse che fino il suo sguardo era diventato sfuggente. Indago'
nella sua memoria, per cercare di scovare il momento esatto in cui
suo fratello era cambiato. Non fu difficile ricondurre quel
cambiamento al giorno di Capodanno. Quando era rincasata dalla sua
passeggiata con Puck, aveva trovato Jesse sprofondato sul divano e
non aveva trovato alcuna traccia di Rachel Berry. In quell'istante
aveva provato sollievo e un pizzico di allegria: era pensabile che
suo fratello, dopo essersi divertito con la moretta, le aveva dato il
ben servito. Ma quelle emozioni le morirono addosso nel momento in
cui osservo' con piu' attenzione il ragazzo. La sofferenza e la
tristezza del suo sguardo le fecero comprendere che il suo Jesse
aveva nuovamente compiuto il passo falso di farsi coinvolgere da
quella assurda ragazza e l'odio che un tempo aveva provato per lei,
riaffioro' in un istante. Nei giorni successivi aveva mantenuto un
certo riserbo. Aveva visto tubare quella stupida con il suo cicisbeo
e aveva compreso che la nana aveva perdonato il suo ganzo per il
tradimento perpetrato. Quella scoperta alimento' ancora piu'
velocemente la rabbia che provava. Quella ragazza, priva di cuore,
non aveva perso un attimo nel perdonare ogni malefatta compiuta
dall'uomo di latta, pero' quella stessa condiscendenza l'qveva sempre
negata al suo fratellino adorato. Inizialmente aveva deciso di
raccontare tutto a Jesse, ma un po' non trovando mai l'occasione
giusta, un po' perché suo fratello si rifiuto' di parlare di
Rachel e dei suoi sentimenti, desistette. In fondo non aveva alcuna
importanza che quella fosse una scema priva di autostima, per qualche
ragione a lei sconosciuta, suo fratello continuava a provare qual
cosa per lei e raccontargli di Finn, del tradimento e del perdono,
non avrebbe aiutato la situazione. Da quel giorno Elisabeth aveva
rinunciato a fare parlare suo fratello e aveva lasciato cadere ogni
argomento riguardante Rachel. La sua nascosta speranza era stata
quella che un giorno lui avesse trovato nuovamente la forza di
liberarsi di quell'assurdo vincolo psicologico. Oggi, pero', dopo
averlo visto reagire in quel modo, aveva compreso che suo fratello
aveva ancora tanta strada davanti. Vederlo in quelle condizioni la
faceva soffrire e le faceva sentire ancora piu' rabbia verso Rachel.
Non sapeva cosa fare per aiutarlo e allora decise di affrontare la
questione una volta per tutte
Sei
ancora innamorato di Rachel?
Scherzi?
- Jesse si stupi' per la domanda diretta
No,
non scherzo. Avanti Jesse ... é evidente ... Almeno per me lo
é.
E
da cosa evidenzi questa cosa?
Innanzitutto
dal tuo comportamento di oggi ...
Ti
ho gia' detto che ...
Si
si, ho capito. Ultimamente sei sempre malinconico
Stanco
... Non malinconico - il ragazzo abbozzo' un sorriso
Non
esci piu' con nessuna
Sono
uscito gia' con tutte ...
Non
scherzare! Non ho voglia di scherzare ...
Lascia
stare Lizie .. Sto bene ...
Non
é vero .... Ti vedo sempre ...
Tu
non mi vedi sempre! - il tono di Jesse si fece piu' aspro - passi
gran parte del tuo tempo con il tuo cicisbeo ... Come fai a vedermi,
visto che non ci sei mai!
Vuoi
farmi arrabbiare, ma non ci riuscirai - lo sguardo di Elisabeth
rimase fermo - sei cambiato, sei dimagrito, non mangi piu', non
passi piu' le ore di fronte allo specchio ad aggiustarti i capelli,
sorridi poco e sei sempre scontroso, distratto ... E tutto questo
dal giorno in cui sei andato a letto con lei.
Ah
ah ah - Jesse rise per un po' - ti sei dimenticata che miss Berry ha
occhi solo per il suo Finn. Come pensi che possa venire a letto con
me. Va bene che ho successo con le donne, pero' dicendo cosi'
dimostri di avere troppa fiducia nelle mie doti ....
Vi
ho sentito ... - la ragazza sorrise di fronte allo sguardo sorpreso
del fratello - cavoli, Jes, non é che foste cosi' silenziosi
... e direi che dal modo in cui lei urlava il tuo nome, non ho mal
riposto la fiducia nelle tue doti ...
Ora
basta! - Jesse si arrabbio' - lei é innamorata di Finn e tu
stai vaneggiando su un mio coinvolgimento nei suoi confronti
Elisabeth
si morse il labbro inferiore. Avrebbe voluto dirgli che non era poi
così tanto sicura dell’amore tra quei due; avrebbe
voluto raccontargli del tradimento di Finn, ma poi cambiò
idea. Non conosceva i sentimenti di Rachel e non poteva parlare a suo
fratello senza avere qualcosa di certo. Strinse forte i pugni, quasi
da farsi male
La
odio! Quella maledetta ipocrita, opportunista …
Ehi
.. ehi – Jesse mise sul suo volto il suo sorriso più
dolce – non mi piace quando diventi così crudele, per
cui smettila
Lei
ti ha fatto soffrire ed io la odio per questo!
Non
lei – il ragazzo, vedendo sua sorella preoccupata ed
arrabbiata, per un attimo abbassò le sue difese – io ….
Che
vuoi dire? – Elisabeth sgranò gli occhi
Sono
io l’ipocrita e il codardo. Sono io che non ho avuto il
coraggio di dire a Rachel come stavano le cose. Ancora una volta le
ho mentito nel momento in cui voleva sapere la verità, ma
sinceramente non avevo alcuna voglia di vivere nuovamente
quest’esperienza … io tra lei e Finn … è
una cosa che non posso e non voglio più dover gestire
Jesse
io non capisco …
Non
c’e’ bisogno che tu lo faccia – il ragazzo le
scompigliò affettuosamente i capelli – ne uscirò,
di questo non ho dubbi. Quello che ti chiedo è di non odiare
Rachel
Ma
…
Io
da parte mia farò in modo di far sparire la rabbia e
l’aggressività nei suoi confronti … o almeno ci
proverò
Io
non ti assicuro nulla invece
Jesse
sorrise alle parole di sua sorella. Tutto sommato doveva ritenersi
fortunato ad avere qualcuno che fosse preoccupato per lui. Avrebbe
dimenticato Rachel, o almeno questo è quello che pensava di
poter fare. Non aveva idea che il destino stava per giocargli un tiro
che avrebbe avuto difficoltà a gestire.
Mamma
mia quanto sono in ritardo con questo aggiornamento ….
Scusate, scusate, scusate …. Spero che nei prossimi capitoli
sarò più veloce …. E spero che la storia
continui a piacervi!
|
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Capitolo 16 *** XVI - Conspiracy ***
Capitolo
XVI
Conspiracy
E
fu così che alla fine Rachel dovette accontentarsi, per la
seconda volta, di interpretare la balia di Giulietta, mentre la sua
“rivale” Elisabeth St. James si accaparrò il ruolo
principale. Ma la cosa che più la urtava era il sorrisino con
cui ora quella maledetta biondina la stava osservando, appoggiata su
un tavolo fuori dalla scenografia. Era ormai un mese che provavano
in ogni momento libero e trovarsi di fronte lei e il suo sorrisetto
le indisponeva ogni attimo della giornata: anche quelli passati non a
provare, in compagnia dei suoi amici o del suo Finn. In verità
quegli attimi erano stati poco più che inesistenti, tra le
lezioni, le prove e il lavoro del suo ragazzo, se erano riusciti a
scambiarsi un paio di baci era stato anche troppo. Ma non era quello
ad urtarla; avrebbe rimediato. Concluso il festival e ottenuta la sua
standing ovation (sapeva di poterla ottenere, anche solo
interpretando un ruolo secondario … doveva ottenerla .. per
non sentirsi mediocre, per non convincersi di essere una fallita),
sarebbe tornata trionfalmente tra le braccia del suo Finn. Ma non era
solo Elisabeth ad urtarla in tutta quella situazione. Era il suo
professore, che le aveva preferito la bionda, era il suo amico Kurt
che, ottenendo la parte di Mercuzio, le aveva voltato le spalle ed
erano tutti gli altri attori che si sentivano migliori di lei. Era
paranoica come l’accusava Kurt? Oppure tutto tramava contro di
lei? E poi era sicura che solo quello le desse fastidio? No che non
lo era! Osservando Romeo in scena la rabbia l’assalì.
No! Quello che più le urtava era che Jesse avesse ottenuto la
parte del protagonista. Perché lui si? Non era ridicolo che
fratello e sorella interpretassero due amanti? Evidentemente no!
Questo era quello che le era stato detto dal suo insegnante, nonchè
regista dello spettacolo. No, non era ridicolo, perché un
attore deve essere in grado di saper recitare qualsiasi ruolo con
qualsiasi partner …. Anche con sua madre? Questa era stata la
battuta di Rachel a quella risposta, ma nonostante ciò, non
era riuscita a far cambiare idea a nessuno. Era il fatto che Jesse
avesse ottenuto la parte da protagonista e lei no? Oppure era lui che
la urtava? Perché? In fondo sarebbe dovuta essere contenta per
il suo ex fidanzato. In fondo, tutto sommato, rimaneva una persona a
cui aveva voluto bene. E lui, onestamente non si era comportato male
con lei da quando avevano cominciato le prove insieme. Era stato
freddo, certo, ma mai scostante o antipatico. Sempre gentile e
disponibile. Ma lo era stato con tutti, in fondo. E allora cosa le
urtava? Era insofferente e insoddisfatta. Semplice e ovvio. Questo le
aveva detto Kurt una sera. Insofferente e insoddisfatta. Semplice no?
Forse semplice per lui. Rachel sbuffò. Il suo
professore-regista le chiese se fosse tutto a posto nel mondo di
Rachelandia … così le diceva sempre … che lei
viveva nel suo mondo .. Rachelandia … dove il bianco è
grigio, il nero rosso e il rosso chissà? Al diavolo anche lui.
Avrebbe fatto il suo figurone e tutti in sala si sarebbero domandati
perché non avessero dato più spazio a quella ragazza
piena di talento.
Mentre
Rachel girovagava per il palco, Elisabeth non riusciva a toglierle
gli occhi di dosso. Qualcuno un po’ maligno avrebbe potuto
pensare che si fosse innamorata della grande puffa. Amore. Che parola
inflazionata. L’aveva resa ridicola lei per prima, credendo di
essere innamorata di Blaine, ma era stato solo un abbaglio. Ma tutto
intorno a lei le diceva che l’amore era ridicolizzato e
chiamato a sproposito da tutti. La costumista amava alla “follia”
il regista, la seconda dama il primo signore, Kurt il suo Blaine, la
nana puffa il suo bietolone .. ridicoli .. tutti ridicoli. Loro e il
loro amore di cartapesta. Almeno in questo lei e Puck erano più
sinceri. Sesso e solo sesso. Nessun coinvolgimento. Anche perché
chi diavolo si sarebbe voluto far coinvolgere da un amore con un
tizio che si faceva chiamare Puck! Il suo sguardo si soffermò
sul fratello e una fitta al cuore incrinò tutti i suoi
vaneggiamenti. L’amore non era mai ridicolo. Anche se non
corrisposto o frainteso o perfino vaneggiato. Jesse amava Rachel, che
lui lo negasse o ne ridesse. Lo vedeva dal suo sguardo. Ridicolo era
l’amore, certo. Ridicolo perché doloroso e stupido, ma
Jesse stava soffrendo e lei non poteva permetterlo. Erano giorni che
rimuginava sul da farsi. Aveva atteso invano che passasse tutto, come
quei tizi che sperano non facendo nulla di guarire da soli, anche da
malattie incurabili. Suo fratello stava cercando di andare avanti,
questo era innegabile. Aveva mantenuto la promessa di trattare Rachel
come le altre, ma era evidente, almeno per lei, che la cosa
richiedesse un’enorme sforzo. Jesse era sempre stanco,
annoiato, affaticato, come se lo sforzo di mostrare indifferenza lo
prosciugasse. Alla fine, Elisabeth aveva deciso che doveva fare
qualcosa. Ma non era facile comprendere cosa. Per questo aveva
cominciato a pensarci, lasciando che passasse ancora altro tempo. Ma
alla fine l’idea le era venuta cenando la sera prima a casa di
Puck. Le era bastato osservare l’interazione tra Kurt, Finn e
Rachel per comprendere che l’amico gay della moretta, aveva dei
forti dubbi sulla tenuta del loro amore. Era stato in quel momento
che aveva deciso. Odiava Rachel Berry. Amava, però, suo
fratello Jesse e la cosa che più desiderava al mondo era
saperlo felice. Se questo significava accoppiarlo con quella nana
odiosa, beh! Avrebbe fatto di tutto per realizzare la cosa. Anche
allearsi con il suo ex rivale in amore. Elisabeth scese dal tavolo e
si avvicinò a Kurt. Il ragazzo, troppo preso dalle sue prove,
non si rese conto della presenza della ragazza fino al momento in cui
se la ritrovò davanti agli occhi. Era sorpreso, in fondo non
si erano rivolti la parola per mesi, ma cercò di nasconderlo.
Che
cosa vuoi, St. James?
Provare
con te
Provare
con me? – Kurt fu sorpreso – ma io e te non abbiamo
nessuna scena insieme
E
allora? – Elisabeth sorrise – ho bisogno del tuo aiuto.
Vuoi negarmelo?
Benchè
Kurt non si fidasse della bionda, decise che la sua curiosità,
se non avesse seguito il suo istinto l’avrebbe ucciso, per cui
assecondò la biondina e dopo aver annuito, la seguì
dietro le quinte. Una volta raggiunto un punto al di fuori di
orecchie estranee, Kurt le chiese cosa diavolo volesse da lui.
Te
l’ho detto … provare
Avanti,
biondina! Con i tuoi occhioni blu e i tuoi boccoli non puoi
ingannarmi. Il tuo fascino non attacca
Già
.. è vero! – Elisabeth sorrise – a te piacciono
solo gli occhioni blu di Blaine
Mi
sembra che non dispiacciano neanche a te – fu la risposta
piccata di Kurt
Acqua
passata – la biondina fece spallucce
Avanti
Puck! - Kurt sorrise – giusto?
Non
siamo qui per parlare di me o di te – fu la volta di Elisabeth
a rispondere in maniera piccata
E
allora perché siamo qui?
Per
Rachel e Jesse
Rachel
e …? Kurt la guardò sinceramente stupito - .. Jesse? …
Si
Non
capisco cosa vuoi dire – Kurt continuava ad essere sorpreso –
qui esiste solo un Rachel e Finn
Rachel
e Finn è finito da un pezzo e lo sai anche tu.
Non
so proprio di cosa tu stia parlando
Jesse
e Rachel sono andati a letto insieme
Che?
…co … quan …
Kurt
cominciò a balbettare parole sconnesse, l’incredulità
era nei suoi occhi. Come era potuto accadere senza che lui se ne
accorgesse o ne venisse informato da quella che riteneva essere la
sua migliore amica? Non poteva essere. Si ricompose pensando che in
fondo non poteva fidarsi di Elisabeth, sicuramente gli stava
mentendo. Eppure qualcosa nello sguardo della ragazza gli diceva che
non era così. Ma allora perché lui ne era all’oscuro?
E come poteva Rachel fingere così con Finn? Certo negli ultimi
tempi non è che fosse così brava a fingere, visto come
andavano le cose con il suo ragazzo, eppure Finn aveva lasciato tutto
e si stava spaccando la schiena in un lavoro orribile per lei.
Rachel
non lo sa – Elisabeth sospirò – smettila di fare
andare a mille quei due criceti che hai nella tua testa vuota
Rachel
non lo sa? – Kurt sgranò gli occhi – mi stai
prendendo in giro? Come fa a non saperlo? E’ stata per caso
drogata da tuo fratello? Non può essere altrimenti!
Non
dire idiozie! – Elisabeth lo interruppe bruscamente – è
solo che era talmente ubriaca da non ricordarselo
Ubriaca?
Quando?
La
notte di Capodanno
Già
– Kurt si fece pensieroso – plausibile. Non l’abbiamo
vista per tutta la notte. Ma allora non conta
Non
conta? – Fu la volta di Elisabeth di stupirsi – che vuol
dire che non conta
Se
Rachel non sa di aver tradito Finn, non conta
Conta
invece il fatto che Finn ha tradito Rachel
E
tu come fai a saperlo? – Kurt sgranò nuovamente gli
occhi, questa conversazione sembrava meglio di Dallas .. o peggio ..
dipendeva ovviamente dai punti di vista
Me
lo ha detto Rachel la nana
Rachel?
Perché?
Senti
Kurt – Elisabeth era stanca di quella conversazione così
surreale – non ha nessuna importanza. Quello che conta è
che sia tu che io sappiamo che l’amore fra il bietolone e la
nana è finito
Ti
sbagli
Non
mi sbaglio
E
allora – Kurt sospirò – se anche fosse, cosa di
cui dubito, che cosa c’entra Jesse in tutto questo?
Io
penso che sia meglio lui per Rachel
Ma
se tu Rachel non la puoi vedere! Che te ne frega con chi sta?
Nulla!
E
allora? Oddio sto diventando matto. Tra poco avrò bisogno di
un analgesico. Mi sta venendo un forte mal di testa
Fattelo
passare, perché ho bisogno del tuo aiuto
Per
cosa?
Rachel
e Jesse! … Ma che sei scemo?
Senti
…. Io non capisco perché Jesse e Rachel dovrebbero
stare insieme e soprattutto perché io dovrei aiutarti a farli
stare insieme .. .oltretutto loro sono storia passata … se di
storia si può parlare …
Oh!
Basta!
Elisabeth
si allontanò, senza permettere a Kurt di aggiungere altro. Ma
come le era venuto in mente di chiedere aiuto a quell’idiota?
La necessità le aveva annebbiato la mente. Tornata sulla
scena, vide Rachel al centro del palco e Jesse leggermente spostato
sulla destra: le venne un’idea. Avrebbe fatto qualcosa al posto
del destino, sperando che le cose andassero per il verso giusto. Lo
doveva a suo fratello. Creare una possibilità. Certo. Era la
soluzione migliore. Lei avrebbe giocato il ruolo del destino e se il
destino fosse stato per suo fratello una vita insieme a Rachel,
allora ok. Cominciò a dirigersi verso il centro del palco, ma
prima di raggiungere la moretta, inciampò su uno dei
listelloni che formavano il pavimento e cadde rovinosamente a terra.
Il grido che emise convinse tutti all’istante della gravità
dell’incidente subito. Jesse buttò a terra il copione e
raggiunse la sorella, ormai sdraiata e in lacrime. Tutti
l’accerchiarono, preoccupati, forse, più delle sorti
dello spettacolo che delle condizioni di salute di Elisabeth. Anche
Kurt e Rachel le si avvicinarono, ma furono scansati bruscamente dal
professore-regista.
Abbiamo
chiamato un’ambulanza, Elisabeth – il professore le
prese la mano – stai tranquilla, andrà tutto bene
Lo
spettacolo! – Elisabeth singhiozzò, stringendo le mani
di Jesse – come faremo con lo spettacolo
Non
preoccuparti ora dello spettacolo – il fratello le accarezzò
la testa, premuroso
No
… no … non potete fermarvi per una mia stupida
distrazione
Ma
vedrai che non è nulla – il professore cercò di
rincuorarla
La
sostituta
Cosa?
– il professore guardò la biondina perplesso
Mi
faccia rimpiazzare … almeno per le prove … così
gli altri potranno andare avanti
Certo
… certo …
Ma
non c’e’ nessuna sostituta – Kurt si intromise
nella discussione
Beh
… - Elisabeth sorrise sorniona – Rachel conosce tutte
le battute … certo .. le reciterà da cani … ma
almeno voi potrete andare avanti
Cooooooosa!?!
– la moretta si sentì offesa e indignata – senti
… anche se stai soffrendo questo non ti da il diritto di …
Io
non penso che miss Berry possa sostituirti e credo che ci stiamo
fasciando la testa prima del tempo – il professore riprese le
redini della situazione
No,
no …. Voglio che sia Rachel a portare avanti le prove come
Giulietta – Elisabeth strinse le mani di Jesse nuovamente e
voltò il suo sguardo su di lui – ti prego, Jess …
non voglio sentirmi in colpa … voglio che tu continui a
provare … ti prego
Fu
in quel momento che Kurt comprese l’inganno di Elisabeth e ne
rimase sconvolto. Possibile che quella strega stesse fingendo un
dolore inesistente solo per portare avanti il suo strambo piano di
far mettere Jesse e Rachel insieme? Rinunciando poi alla parte di
Giulietta? Non era possibile. Eppure il sorrisetto della ragazza e
l’accorato appello a Jesse ne sembravano la prova evidente.
Sia
Jesse che il professore si voltarono verso Kurt, il primo perplesso e
il secondo sconcertato. L’arrivo dell’ambulanza
interruppe la diatriba. Elisabeth fu portata via, ma non fu permesso
a Jesse di seguirla. Il ragazzo, dopo essersi informato sull’ospedale
in cui avrebbero portato la sorella, prese la sua giacca, ma prima
di uscire dalla sala, riuscì a sentire le parole del
professore
Un
sorriso malinconico attraversò il volto di Jesse. I prossimi
mesi per lui si sarebbero trasformati in un vero inferno.
O
mamma mia … non faccio altro che scusarmi per i ritardi con
cui sto pubblicando questa storia. Purtroppo la vita ha preso il
sopravvento sulla mia buona volontà … ma ci tengo a
finire la storia, per cui eccomi con un nuovo capitolo e con la
speranza che continuiate, nonostante tutto a leggere la storia.
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Capitolo 17 *** XVII - Gone ***
Capitolo
XVII
Gone
Elisabeth
era sdraiata sul divano del suo appartamento con la gamba ingessata.
Erano ormai tre settimane che fingeva di essere infortunata. Una
volta giunta in ospedale con il suo fascino e una buona dose di
faccia tosta era riuscita a convincere un medico a mentire sulla sua
condizione. Gli aveva spiegato che era per una buona causa e lui era
stato molto comprensivo. Ovviamente poi gli aveva anche dovuto
promettere di uscire con lui, ma per realizzare i sogni di suo
fratello Jesse, questo le era sembrato il minimo. Le sue grandi doti
recitative avevano fatto il resto. Tutti le avevano creduto, perfino
Puckerman che da quando si era piazzata sul divano, con la finta
ingessatura, si era prodigato per non farle mancare nulla. Come
previsto, la sua parte, quella di Giulietta, era andata a Rachel. Le
si accapponò la pelle al pensiero di quanto quella ragazza
avrebbe rovinato la splendida rappresentazione shakespeariana e
dovette metterci tutta se stessa nel considerare che il motivo per
cui faceva tutto ciò era la felicità di Jesse. L’unico
problema era, però, che da quando era murata in casa, non era
riuscita ad avere grandi informazioni su come si stavano evolvendo le
cose. Jesse era sempre fuori casa e quando tornava, spesso e
volentieri, era talmente stanco da buttarsi sul letto e dormire. Suo
fratello aveva delegato ogni incombenza che la riguardasse a Puck.
Non che la cosa le dispiacesse, quel ragazzo in fondo la faceva
ridere come nessun altro. Però a volte al pensiero che stava
facendo tutto per suo fratello e lui non le prestava quasi la minima
cortesia, un certa rabbia l’assaliva; ma poi Jesse arrivava con
il suo dolce preferito e tutto le passava. Alla fine, per sapere come
andavano le cose, era stata costretta a contattare Kurt che benché
contrariato, aveva accettato di tenerla informata. Il ragazzo,
l’unico a sapere tutto della sua messa in scena, all’inizio
era stato molto parco di informazioni, ma con il passare del tempo e
corrotto da un po’ dei dolcetti che Jesse le portava, si era
lasciato andare. Ma purtroppo da quello che le aveva detto le cose
non stavano andando come lei aveva sperato. A detta di Kurt, Jesse e
Rachel, invece di sembrare due giovani innamorati, arsi dalla
passione, davano più l’idea di due vecchi coniugi
sposati da almeno 50 anni, giunti alla battaglia finale. Il regista
aveva provato in ogni modo a far migliorare le cose tra i due,
imponendo loro anche di passare più tempo insieme, ma invece
di migliorare, la situazione era degenerata velocemente, fino ad
arrivare al punto che i due non si parlavano più da giorni.
Elisabeth sospirò al pensiero degli ultimi racconti di Kurt,
già l’idea di aver rinunciato alla parte della
protagonista e quel maledetto gesso la tormentavano, ma sapere
addirittura che tutti i suoi sforzi non erano serviti a nulla, la
facevano sentire inutile e stupida.
Kurt
entrò come una furia in casa, facendola sobbalzare e
rischiando di farla cadere dal divano. Elisabeth, però, non
ebbe il tempo di redarguirlo per la poca gentilezza, perché il
ragazzo le si sedette accanto, prendendole la mano. Il suo sguardo
era strano e la ragazza non riusciva a comprendere se fosse un buon
segno o l’inizio della tragedia. Esasperata urlò:
Insomma
Kurt, parlami!
Finn
e Rachel si sono lasciati e lui è tornato a Lima – Kurt
si fece uscire quelle parole tutte d’un fiato
Cosa?
Finn
e Rachel si sono …
Ho
capito! – Elisabeth tagliò corto – perché?
Perché
cosa? – Kurt la guardò perplesso
Perché
si sono lasciati?
In
realtà non ho capito molto. Credo perché lui è
stanco di lavorare tanto e di non vederla mai, perché lei è
sempre distratta dalle prove e non gli dedica la minima attenzione
E
questo cosa c’entra con Jesse?
Nulla!
E
allora perché sei entrato come se dovessi darmi la notizia
più esplosiva del mondo?
Beh,
ma perché ora magari Rachel potrebbe farsi consolare da Jesse
e …
E
poi tornare da Finn? – Elisabeth gli lanciò uno sguardo
severo
Beh
… - Kurt rimase confuso – non .. ma .. o insomma! Io
neanche lo volevo questo ruolo
Quale
ruolo? – Elisabeth alzò un sopracciglio
Quello
di cospiratore – Kurt si alzò dal divano – tra
l’altro io sono amico di Finn e Rachel e si presume che dovrei
fare il tifo per loro, non per quell’idiota di tuo fratello?
E
allora perché non lo fai? – Elisabeth si alzò di
scatto, rischiando di franare su Kurt
Perché
… - Kurt si alzò velocemente, sostenendo Elisabeth e
il suo gesso - … immagino … perché sento che
tra Rachel e Finn non c’è più un futuro!
Che
vuoi dire? – la voce di Elisabeth si fece più dolce
Io
ho visto Finn e Rachel a scuola … così carini e pieni
d’amore l’uno per l’altra e sinceramente –
Kurt abbassò lo sguardo – quelli che vedo qui a New
York mi sembrano una coppia sbiadita e mal assortita
Tempo
di andare avanti! – Elisabeth sospirò
E
tu per andare avanti, per Rachel hai pensato di affibbiarle un altro
ragazzo che ha avuto a scuola? – fu il momento di Kurt per
alzare il sopracciglio
Io
penso che Rachel e Jesse debbano avere la loro occasione. Non so se
andrà bene, ma se non provano non lo sapranno mai
Un’occasione
come quella che tu ti sei presa con Blaine? – lo sguardo di
Kurt si fece duro
Senti
Kurt – Elisabeth sospirò – so di averti creato
dei problemi e mi dispiace. Anche io ho voluto la mia occasione con
Blaine, è vero, è ho fallito
Certo
che hai fallito – Kurt rispose stizzito – Blaine è
gay!
Blaine
è innamorato di te! – Elisabeth sorrise – per
questo ho fallito, Kurt. Ma io non penso che Rachel sia ancora
innamorata di Finn
Ne
sei sicura? – Kurt addolcì il tono della sua voce
Sicura
– Elisabeth si fece pensierosa – diciamo che lo spero …
perché se non Jesse andrà incontro ad ulteriore dolore
Il
volto triste e preoccupato di Elisabeth addolcì Kurt, che
preso dal momento si spinse ad abbracciare la sua ex nemica, ora
complice.
Rachel
stava osservando le costumiste realizzare gli abiti di scena. Se da
una parte i suoi occhi erano fermi nell’osservare le sapienti
mani delle due donne fare e disfare dei vestiti bellissimi, la sua
mente era persa nel ricordo della sera prima.
Il
mio ragazzo sta facendo le valige ed io non riesco a trattenerlo.
Sono così stanca da non riuscire neanche ad afferrare il senso
delle sue parole. Ho passato tutto il giorno a tentare di non
litigare o discutere con Jesse che alla fine le mie energie si sono
volatilizzate, ed ora tutto quello che riesco a dire al mio ragazzo è
“non te ne puoi andare!”? Che banalità. Finn,
chiusa la valigia si volta per guardarmi. Odio quel suo sguardo da
uomo maturo. Si avvicina e mi mette le sue mani sulle spalle.
Senti
Rachel, ci abbiamo provato. E’ evidente però che non
funziona
Perché
dici così?
Avanti
Rach, per tutto il tempo che sono rimasto qui a New York, quanto
tempo ci siamo visti?
E’
per lo spettacolo. Quando sarà finito ..
Ce
ne sarà un altro
Lo
sai che questa è la mia carriera .. vuoi che faccia una
scelta?
No,
Rachel – Finn mi sta sorridendo – sono io che scelgo per
noi. E’ evidente che io non ho il tuo talento ed ora ho capito
che non voglio rimanere qui ad aspettare che tu torni la sera.
Finn,
per favore … io ti …. – Finn mi mette una mano
sulla bocca
Non
dirlo Rachel
Perché
non vuoi che lo dica?
Perché
non voglio lasciarti sentendo una bugia
Cosa?
– sgrano gli occhi – non è una bugia
Rachel,
tu non mi ami più … o almeno non come prima. Lo sento
da quando sono tornato
Che
cosa pretendi da me? – rispondo arrabbiata – dopo aver
saputo che mi hai tradito con Brittany pretendi anche ti perdoni con
un colpo di spugna?
Io
non pretendo niente, Rach. So che non abbiamo futuro. L’ho
capito e non c’e’ altro da aggiungere
Finn!
Il
mio ragazzo prende la valigia ed esce dalla stanza senza neanche
voltarsi ed io comincio il mio melodramma.
E
così era stato. Rachel ripensò al comportamento che
aveva avuto dal momento in cui Finn aveva varcato la porta
dell’appartamento e se ne era andato. Era stata orribile con
tutti, con Blaine, con Puck, con il ragazzo delle pizze in particolar
modo con Kurt. Lo aveva trattato male e lo aveva quasi fatto
piangere. E per tutta la notte si era sentita così male che
aveva pianto per ore, crogiolandosi fra il dolore per la perdita di
Finn e la vergogna per il modo in cui aveva trattato i suoi amici.
Sapeva di dover risolvere le cose con Finn, ma doveva aspettare la
fine dello spettacolo. Non le sarebbe capitata un’altra
occasione come questa e per il momento sentiva di dover accantonare
la sua storia d’amore. D’altra parte non poteva
continuare però a trattare i suoi amici come zerbini. Aveva
bisogno di trovare una soluzione, una valvola di sfogo che le
permettesse di non impazzire. Quando vide entrare Jesse, non potè
fare a meno di pensare che aveva trovato la soluzione ai suoi
problemi. E fu così che durante tutte le prove si comportò
in maniera orribile con il suo partner, lasciando nello sgomento sia
il regista che gli altri attori. Lo sguardo che Kurt le lanciò
durante una delle sue sfuriate sull’incapacità di Jesse
di stare al passo con la sua recitazione, fu quasi grottesco, ma
nulla valse. Rachel continuò a comportarsi da matta per tutta
la durata delle prove. Sentiva che stava superando il segno, ma non
riusciva a fermare se stessa. Ad un certo punto, stanco delle
continue lamentele di Rachel, Jesse fece cadere il copione e se ne
andò senza dire nulla. Fu a quel punto che il regista dichiarò
concluse le prove, ma obbligò Rachel a trattenersi. I due
attesero che il palco fosse vuoto. Poi il regista prese una sedia e
la invitò a sedersi, mentre lui si accovacciò sul
palco.
Miss
Berry, chi è lei?
Cosa?
– Rachel sgranò gli occhi
La
domanda è semplice – il regista sorrise bonariamente –
chi è lei?
Io
… sono una ragazza che ama cantare e recitare e che un giorno
sarà famosa! – Rachel cercò di sfoggiare il suo
sorriso migliore
No,
signorina Berry – il regista scosse la testa – lei è
una ragazza che se continua così verrò rinchiusa in
qualche manicomio, oppure che finirà morta sul fondo del
fiume, uccisa probabilmente da uno dei suoi colleghi!
Io
… – Rachel lo guardò sconvolta
E
chi si crede di essere? – il regista proseguì,
ignorando lo sguardo contrariato della ragazza
Io
… chi mi credo di essere? Nessuno. Io sono Rachel Berry
No!
– il regista alzò il tono della sua voce , schizzando
in piedi come un grillo– lei si crede di essere Meryl Streep,
la grande attrice, o Barbra Streisand, la grande interprete! Ma LEI
NON E’ NESSUNO!!! Ha capito! NESSUNO! E le posso assicurare
signorina Berry che se continuerà ad avere questo
atteggiamento, farò in modo che rimanga tale! Ha capito?
S…si
– Rachel annuì spaventata più dalle urla del
regista che dalle minacce
E
ora, miss Berry – il registra riprese la sua posa – lei
andrà dal suo partner e gli chiederà scusa e farà
di tutto per fare in modo che il pubblico creda al vostro amore. Non
mi interessa come, ma lei dovrà fare credere al pubblico che
verrà a vederla che Jesse St. James sia il suo Romeo. Questo
è quello che voglio da lei e non mi frega se deve pagarlo,
andarci a letto o qualunque altra cosa lui voglia. Ha capito?
Rachel
annuì ed il regista senza aggiungere altro, dopo aver sorriso,
si alzò ed uscì dal palco. La ragazza si guardò
intorno spaesata e confusa. Solo per aver provato a sfogarsi e a
liberare un po’ della frustrazione provata, ora si ritrovava a
dover supplicare Jesse di perdonarla. La ragazza si soffermò
ad osservare un punto nascosto del retropalco ed è lì
che incrociò il suo sguardo con quello di Jesse. Il ragazzo,
tornato sui suoi passi per scusarsi del suo comportamento poco
professionale con il regista, aveva assistito a tutta la scena e
nonostante il fatto che fosse arrabbiato con Rachel per il modo in
cui lo aveva trattato negli ultimi tempi e a dispetto del fatto che
si era ripromesso di non concedere più a quella ragazza di
insinuarsi nei suoi sentimenti, vedendola così smarrita ed in
difficoltà, aveva provato la voglia di correre dal regista e
chiedergli di smetterla. Sapeva che Rachel aveva sbagliato e che un
comportamento del genere, se permesso, avrebbe rovinato lo spettacolo
e la compagnia, ma al tempo stesso conosceva quella ragazza e faceva
fatica ad inquadrare la dolce Rachel Berry con quell’arpia che
fino a poco prima gli aveva urlato contro tutta quella rabbia
Rabbia.
Perché sei così arrabbiata, piccola Berry?
Jesse
non riuscì ad evitare che il suo cuore si stringesse un po’.
Quando si accorse che Rachel lo aveva visto, il ragazzo le andò
incontro, cercando di mantenere la sua espressione più neutra.
Rachel, dal canto suo, furiosa per essere stata vista, si rivolse a
lui con tono aggressivo
Contento?
Ora sarai contento, vero? Mi hai visto umiliata!
Ma
non dovresti essere più gentile con me? – Jesse sfoggiò
il suo sorriso migliore
Vai
al diavolo!
Rachel
mise da parte le sue buone maniere e dopo averlo mandato a quel
paese, si girò sui suoi tacchi e corse via, non avrebbe mai
chiesto scusa a Jesse e non le importava dello spettacolo, se non
altro avrebbe avuto il suo motivo per correre da Finn. Ma quando il
braccio del ragazzo afferrò il suo e un brivido le corse sulla
schiena, Rachel si spaventò per quell’emozione
improvvisa. Jesse la obbligò a voltarsi.
Ti
chiedo scusa per aver usato il sarcasmo. Non era mia intenzione
farti arrabbiare. Pensavo solo che avrei potuto stemperare la
situazione – Jesse ammorbidì il suo sguardo
Io
– Rachel rimase confusa nel sentire le sue scuse – ok
Ti
va di ricominciare?
Ricominciare?
– Rachel si stupì
Si.
Ripartire da zero. Mi sembra che ultimamente lo stiamo facendo
spesso, per cui, magari ricominciare ancora una volta ci porterà
ad un risultato migliore
Io
– Rachel scosse la testa – non voglio ricominciare.
Voglio andare avanti, uscire da questo incubo
Io
sono un incubo? – la voce di Jesse si fece più dura
Non
tu, tutto. – Rachel cercò di scacciare le lacrime
Che
vuoi dire? – Jesse era sorpreso
Finn
mi ha lasciato – Rachel non permise al ragazzo di dire nulla,
aveva bisogno di sfogarsi e quello era il momento in cui sentiva di
doverlo fare, pazienza se ad ascoltare vi era Jesse e non uno dei
suoi più cari amici – se ne è andato dicendo che
non ci vediamo più e che io sono diversa dal giorno di
Capodanno …
Ed
è così? – il cuore di Jesse accelerò.
Possibile che Rachel avesse dei ricordi della loro notte insieme?
Certo
che è così! Voglio dire lui è andato a letto
con Brittany
Come
scusa? – Jese rimase interdetto
Io
– Rachel si mise le mani sulla bocca, rendendosi conto di aver
parlato troppo – senti Jesse non fa nulla … è
meglio che vada
Altro
tentativo di fuga e altra stretta di mano sul braccio. Rachel sentì
nuovamente quel brivido sulla schiena. Voltandosi ed osservando lo
sguardo di Jesse rimase confusa da ciò che vide, perché
gli occhi del ragazzo erano misteriosi
Finn
ti ha tradito? Quando?
Non
so di preciso, io l’ho scoperto durante le feste di Natale
E
nonostante questo lo hai perdonato? – lo sguardo di Jesse si
fece duro
Si
– Rachel abbassò lo sguardo
Capisco
– Jesse tentò di riprendere il controllo – e lui
ora ti ha lasciato?
Si
– Rachel guardò Jesse ancora più confusa
Perché?
– Jesse stava combattendo una battaglia per tentare di
mantenersi distaccato
Perché
dice che il nostro tempo è finito
Ed
è vero?
Io
– Rachel si perse negli occhi di Jesse e senza rendersi conto
disse ad alta voce quello che non era riuscita a dire a se stessa
nelle precedenti ore
Forse
si
|
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Capitolo 18 *** XVIII - Little Talks ***
Capitolo
XVIII
Little
Talks
I
giorni successivi non diedero molto tempo a Rachel di pensare. Le
prove si fecero più intense e faticose. Tra il ballo, il
canto e la recitazione, non aveva un momento di respiro. Inoltre il
rientro nella compagnia di Elisabeth aveva portato alla creazione di
una fazione che caldeggiava il ritorno della bionda alla parte di
protagonista. Stranamente Elisabeth aveva, invece, optato per
prendere il ruolo che era stato di Rachel, cioè quello di
balia, giustificandolo con il fatto di non voler scombinare tutte le
prove fatte fino a quel momento. Il regista le aveva accordato la
richiesta. Rachel, però, non si fidava. Quella ragazza ne
sapeva una più del diavolo e aveva una gran voglia di
diventare famosa, grande almeno quanto la sua. Eppure Elisabeth si
comportò in maniera impeccabile con tutti, anche con lei. La
verità era che Rachel aveva cominciato a provare invidia per
la bionda. Non solo non doveva sudare e sputare sangue tutto il
giorno, come stava facendo lei, ma inoltre aveva conquistato
l’amicizia di Kurt. A volte, osservandoli ridere e scherzare
sul palco, aveva pensato che il suo amico aveva deciso di sostituirla
nel suo cuore con Elisabeth. E dulcis in fundo, la bionda riusciva ad
avere la giusta confidenza anche con Jesse, quella che lei stava
cercando di recuperare disperatamente. C’era stato un periodo
in cui, lei ed il ragazzo si erano mossi come un’unica entità.
Al tempo del liceo, seppure per un breve istante, avevano passato
tanto tempo insieme, ridendo e scherzando ed ora, invece, le sembrava
di essere lontana da lui anni luce. I loro rapporti, dopo il diktat
del il regista, erano migliorati, ma erano rimasti quasi sempre
formali. Solo in poche occasioni, Jesse si era mostrato ben disposto
nei suoi confronti. In alcune erano perfino riusciti a ridere e a
scherzare come ai vecchi tempi. La situazione precipitò il
giorno in cui il regista introdusse una nuova scena nello spettacolo.
A conclusione delle prove, invitò Rachel e Jesse a seguirlo,
mentre congedò il resto della compagnia. Sul retropalco era
stato allestito un letto e l’uomo invitò i due ragazzi a
sedersi lì. I due, benché perplessi, eseguirono quanto
richiesto. Il regista spiegò loro che avrebbe inserito una
scena in cui Romeo e Giulietta, giovani sposi, avrebbero consumato il
loro matrimonio. Niente di particolarmente sconcio: si sarebbe visto
i due giovani amanti fare l’amore, le luci sarebbero state
basse e avrebbero permesso di vederli solo a torso nudo, scambiarsi
tenere effusioni. Rachel scattò in piedi, come se il letto
avesse preso improvvisamente fuoco e Jesse scoppiò a ridere.
State
scherzando, vero? – Rachel lo guardò indignata –
non vorrete veramente che io …
Signorina
Berry – il regista rispose rassegnato – deve decidere
una volta per tutte se vuole fare l’attrice o la suora
Ma
che significa? Io voglio fare l’attrice, ma non di opere
pornografiche
Signorina
Berry, se le opere pornografiche consistessero nel mostrare un paio
di tette, nessuno le andrebbe mai a vedere, mi creda. E comunque
questa è la mia decisione. Se non le sta bene può
sempre andarsene.
Rachel
accusò il colpo, Benchè mortificata, si sedette
nuovamente sul letto. Aveva dato tanto e rinunciato a troppo per
quell’opera e non avrebbe mollato per nulla al mondo
Bene
– proseguì il regista – ora vorrei che voi due vi
esercitasse in questo
Questo?
– Rachel alzò il sopracciglio, perplessa – che
vuole dire? Ci sono battute da pronunciare?
No
– il regista sorrise – però visto che la vostra
affinità mi sembra ancora molto scarsa, vorrei che passasse
almeno un’ora al giorno su questo letto
A
fare cosa? – Rachel lo guardò terrorizzata e poi si
voltò verso Jesse, arrabbiata per il fatto che il ragazzo non
avesse detto nulla fino a quel momento
A
socializzare, miss Berry
Non
è che gli attori debbano essere per forza amici –
Rachel rispose stizzita – l’importante è che
sappiano fingere
E
allora, miss Berry, impari a fingere!
Il
regista se ne andò, senza aggiungere altro. Rachel si voltò
verso Jesse
Perché
tu non hai detto nulla?
E
cosa avrei dovuto dire? – Jesse stava sorridendo
Che
l’idea è pessima
In
verità penso che l’idea sia ottima
Cosa?
– Rachel spalancò la bocca, sopraffatta dalla sorpresa
Senti
Berry – Jesse si alzò dal letto – la verità
è che fino ad ora siamo stati terribili come amanti ..
ovviamente intendo scenicamente
Che
cosa vuoi dire?
Che
tra di noi non c’è affinità in palcoscenico –
Jesse sospirò – e per una storia d’amore il fatto
che i due attori protagonisti non abbiano la minima affinità
è terribile! Come può il pubblico sognare con questa
storia se i due attori che interpretano i due amanti non stanno bene
insieme?
Che
cosa c’è successo? – Rachel franò
stancamente sul letto, poi si rivolse a lui stizzita – e
perché hai cambiato idea?
Che
vuoi dire? – Jesse la guardò stupito
Da
quando pensi che il tuo talento o il mio non sia sufficiente a far
andare bene lo spettacolo?
Da
quando Elisabeth mi ha detto che preferirebbe veder recitare Kurt
nella parte di Giulietta
Cosa?
– Rachel lo guardò offesa
Ehi,
non ti scaldare – Jesse allargò il suo sorriso –
ha anche aggiunto che al momento il tuo ex sarebbe più
credibile di me come Romeo … e credimi lei odia Finn
Già
– Rachel sospirò – come mai non lo chiami più
Finkestein?
Perché
ho deciso che bisogna andare avanti. Voglio che lo spettacolo
funzioni e se per farlo funzionare devo migliorare i rapporti con
te. E sia, lo farò!
Cosa
suggerisci di fare, allora?
Nulla.
Semplicemente quello che stiamo facendo ora: parlare.
Io
sono brava a parlare – Rachel sorrise
E
allora raccontami di te e di quello che hai combinato negli ultimi
tempi.
E
fu così che Jesse e Rachel ricominciarono a parlarsi in
maniera civile. Con naturalezza ripresero il filo della loro strana
amicizia. Rachel accantonò la frustrazione per essere stata
lasciata da Finn e il malessere psicologico che da Capodanno la
tormentava e Jesse decise di abbassare nuovamente la guardia,
confidente nel fatto che il tempo gli aveva permesso di tenere a bada
la sua attrazione per quella assurda ragazza. Ma la verità era
che dal momento in cui aveva saputo del tradimento di Finn, il suo
cuore aveva ripreso a correre come una locomotiva impazzita. Senza
accorgersene, aveva ricominciato a studiare Rachel durante le prove e
a sorridere per ogni suo gesto da diva o per ogni sua insicurezza.
Gli erano mancate le sue smorfie e i suoi isterismi. Nessuno nella
compagnia si era accorto di quel cambio di atteggiamento. Solo
Elisabeth che conosceva il vero Jesse, si ne era resa conto dopo poco
che suo fratello aveva tolto il velo di indifferenza che si era
costruito davanti i suoi occhi e aveva ripreso ad osservare Rachel
con gli occhi dell’amore. Da una parte gioì per questo;
in fondo era lei, con il suo finto incidente, che lo aveva spinto
verso quella direzione; ma provò anche paura, perché se
le cose fossero andate male, sapeva che Jesse sarebbe caduto
nuovamente in una profonda confusione e depressione e che gli ci
sarebbe voluto ancora del tempo per uscirne. Ad ogni modo, il treno
ormai era partito e l’unico ostacolo che Elisabeth vedeva era
la cocciutaggine di suo fratello nel rinnegare i suoi stessi
sentimenti. C’era voluto l’intervento del regista per
aprire le sue difese e così ora Jesse e Rachel erano l’uno
di fronte a l’altro, a parlare del più e del meno,
divertendosi. A quella prima sera, seduti su quel letto di scena, ne
seguirono altre. Ed ogni ora che dedicavano a quell’esercizio,
permetteva ad entrambi di ottenere dei miglioramenti nella loro
recitazione, con un grande guadagno per lo spettacolo e per il resto
della compagnia. Niente più discussioni, situazioni
imbarazzanti o drammi. Tutto sembrava aver preso la giusta direzione.
Un pomeriggio, dopo la ripetizione della scena del balcone, in cui i
due giovani amanti confessano i loro sentimenti, il regista si alzò
in piedi e cominciò a battere le mani sorridendo.
Rachel
sfoggiò il suo sorriso splendente, radiosa per aver ottenuto
finalmente dei complimenti da quel burbero. Si voltò verso
Jesse e lo sguardo che catturò per un istante dai suoi occhi
le scaldarono il cuore. Jesse la stava guardando come ai tempi del
liceo, senza rancori e senza recriminazioni. Gli offrì la mano
e dopo che lui la raccolse, fece una piroetta intorno a lui,
simulando un passo di danza antico. Alla fine delle prove, la
compagnia si sciolse e i due giovani rimasero per ottemperare al loro
compito giornaliero: l’ora di conversazione. Erano entrati
ormai in confidenza, da mantenere un comportamento naturale durante
tutto l’incontro. Jesse si sdraiò sul letto, mentre
Rachel rimanendo seduta, si accomodò dalla parte opposta
rispetto a dove si trovava il giovane. Fu lui il primo a parlare
Hai
gradito i complimenti del regista?
Certo
– Rachel sorrise – sento, finalmente di aver preso la
strada giusta e poi, ora che io e te andiamo più d’accordo
tutto mi sembra più leggero e sereno
Già
Il
telefono di Rachel suonò, ma la ragazza rimase ad osservare il
display senza rispondere. Jesse si sollevò, in modo da poter
vedere il nome sul display. Era Finn.
Rachel
si alzò dal letto e rispose al telefono. Per quanto Jesse si
sforzasse, non riuscì a comprendere nulla della telefonata.
Avrebbe voluto alzarsi e seguire la ragazza per origliare meglio, ma
prima che potesse attuare i suoi proposti, Rachel tornò per
sedersi nuovamente sul letto. Il suo volto era scuro e le lacrime
stavano lottando per affiorare suoi occhi. Il cuore di Jesse si
strinse in una morsa. Odiava vedere piangere Rachel. Considerò
la possibilità di andarsene, ma poi decise di restare. In
fondo, come amico, doveva offrire alla ragazza una spalla su cui
piangere. Rimasero in silenzio per un bel po’: Jesse in attesa
che Rachel dicesse qualcosa e Rachel completamente persa nei suoi
pensieri. Alla fine, dopo che l’ora era passata da un pezzo, la
moretta si voltò improvvisamente verso lui:
E’
tardissimo. Perché sei ancora qui?
Sto
aspettando
Che
cosa?
Che
ti vada di parlare
Perché?
Perché
sono un tuo amico, o almeno questo è quello che ci siamo
prefissati di essere – Jesse abbozzò un sorriso –
e gli amici fanno questo .. aspettano di poter aiutare
Ti
ringrazio – Rachel cercò di scacciare la lacrima che
stava affiorando – ma credo che aspetterò di tornare a
casa e di parlare con Kurt
Se
avessi voluto parlare con lui, te ne saresti andata da un pezzo-
Jesse si avvicinò a lei e le pose la mano sulla spalla –
avanti, Berry, stiamo faticando entrambi e tu non puoi, dopo tutti
questi sforzi, ricominciare e creare un nuovo muro fra di noi
E’
solo che …. Fa male ….
Che
cosa? – lo sguardo di Jesse si fece sofferente
Sapere
che Finn è andato … avanti
Che
vuoi dire?
Mi
ha chiamato per dirmi che lui e Brittany stanno insieme
Voleva
gioire della sua conquista? – il tono di Jesse si fece
sprezzante
No!
– Rachel abbassò la voce – voleva semplicemente
farmelo sapere prima che me lo dicesse qualcun altro.
Ah
– Jesse abbassò lo sguardo – e tu cosa provi?
Io
… non lo so ….
Rachel
…
Jesse
strinse la mano sulla sua spalla, costringendola ad alzare lo
sguardo. Erano così vicini che la ragazza riusciva a sentire
sul viso il suo respiro. Lo sguardo di Rachel si posò
magneticamente sulla bocca di Jesse e per quanto si sforzasse non
riuscì a distogliere gli occhi da quelle labbra. Un pensiero o
forse un ricordo riaffiorò nella sua mente. Aveva baciato
quelle labbra, molto tempo prima, eppure il suo ricordo o quello che
era, non arrivava ad un tempo così lontano. Cercò di
mettere a fuoco l’immagine, senza successo. Aveva bisogno di
altri indizi per riuscire a ricostruire i suoi ricordi, pertanto,
senza riflettere, si protrasse verso di lui e tentò di
baciarlo. Jesse all’ultimo momento si scostò e la
moretta, arrossendo cominciò a scusarsi
Jesse
strinse nuovamente le mani sulle sue braccia. Nel momento in cui
l’aveva vista avvicinarsi, il panico lo aveva assalito. Non
voleva tornare ad essere il cicisbeo che la consolava nei momenti di
difficoltà con quell’idiota di Hudson. Finn aveva scelto
Brittany? Peggio per lui! Però l’idea che Rachel potesse
usarlo nuovamente per dimenticare quel cretino, lo aveva spinto a
spostarsi, ma ora sentendo la sua voce e perdendosi in quei grandi
occhi, pensò fra sé
Maledizione.
Al diavolo
Velocemente,
senza indugiare, afferrò il volto di Rachel e con la bocca
catturò le sue labbra. La ragazza spalancò gli occhi
per la sorpresa, ma non lo spinse via. Sarebbe stata la cosa più
sensata da fare, ma il contatto con le labbra di Jesse le avevano
accesso qualcosa dentro che non riusciva a comprendere. Il ragazzo,
aveva reso il bacio più profondo e con il peso del suo corpo
l’aveva spinta a sdraiarsi sul letto. La mente di Rachel
cominciò a vorticare all’impazzata. Sapeva che Jesse
aveva avuto mille donne e lei che cosa era? La milleunesima? Pensava
forse che il fatto di essere sconvolta per Finn, gli avrebbe permesso
di approfittare di lei? E se anche fosse stato così, non era
stata lei a provocarlo? Perché aveva provato a baciarlo? Che
cosa provava per lui? Un tempo lo aveva amato, o almeno così
aveva pensato, ma ora? Tentò di concentrarsi sui baci che
Jesse le stava dando. Non le dispiacevano, anzi li trovava
terribilmente eccitanti, ma questo non voleva dire nulla. Era
evidente che Jesse potesse essere un amante perfetto: lo dimostravano
tutte le ragazze che aveva avuto. Lei invece era stata solo con Finn.
Un’ìmmagine affiorò prepotentemente alla sua
mente
Due
corpi avvinghiati, ansimanti che stanno facendo l’amore. La
nebbia non le permette di vedere oltre. Però può
concentrarsi sulle sensazioni che sta provando. Una forte eccitazione
sta pervadendo tutto il suo corpo. E’ a lei che appartiene il
corpo della ragazza, ma lui? Non è Finn, lo riconoscerebbe e
allora chi è? Si concentra ancora di più sui baci che
gli sta dando e alla fine la nebbia si dirada …
Rachel
sgranò gli occhi
Ho
fatto l’amore con Jesse!
Rachel
si alzò e rabbiosamente allontanò Jesse. Il ragazzo,
inizialmente sorpreso da quel gesto, tentò di riordinare le
idee, ma lo sguardo che vide negli occhi di Rachel lo gelò. Lo
schiaffo che la ragazza gli diede, invece, lo lasciò
interdetto.
Jesse
rimase immobile, annichilito dal peso delle parole pronunciate dalla
ragazza.
Uff
uff … che fatica … mai un momento per scrivere con
calma e pensare che ho tutta la storia in mente
…. Continuo a scusarmi per la lentezza nell’aggiornare
questa storia … ma ce la farò … so che la
porterò a termine ))
…. Piaciuto questo capitolo? Fatemi sapere …..
|
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Capitolo 19 *** Capitolo XIX - Run ***
Capitolo
XIX
Run
Rachel,
sconvolta dai ricordi, tentò di fuggire, ma Jesse la bloccò.
La reazione della ragazza fu immediata. Lo schiaffeggiò con
tutta la forza che aveva. Il ragazzo lasciò immediatamente la
presa.
Non
toccarmi, maniaco!
Rachel,
ti sbagli! – Jesse alzò le mani in segno di resa
Su
cosa mi sbaglio? – la ragazza fece due passi indietro –
Sul fatto che mi hai violentato? Sul fatto che hai approfittato di
me? Su cosa mi sbaglio?!?
Io
… non ti ho violentato – Jesse abbassò lo
sguardo – sei tu che … ti sei offerta
Offerta?
– Rachel sbattè le palpebre due volte, incredula e
confusa – io .. mi sono offerta? Ero ubriaca Jesse St.
James!!! Ubriaca!!!!
Si
.. beh … questo è vero … ma ciò non
cambia la situazione … sei tu che mi hai sedotto
Sedotto!
– la rabbia montò – Io ti avrei sedotto???? …
Fino a prova contraria signor St. James, quando uno è ubriaco
non è ritenuto adatto ad intendere e volere … pertanto
si può dire che io non sapevo quello che facevo! Tu, invece,
eri sobrio …. Mi ricordo chiaramente che tu lo eri!
Sei
tu che sei venuta a cercarmi – Jesse abbassò nuovamente
lo sguardo
E
tu avresti dovuto fermarmi. E invece ne hai approfittato! Sei un
porco! Uno che non ha la minima considerazione delle donne, che si
porta a letto chiunque, basta che respiri o che assomigli vagamente
al genere femminile. Sei privo di sentimenti e di rispetto. Ti sei
divertito alle mie spalle? In tutti questi mesi, intendo. La povera
stupida, piccola Rachel. Quella scema che non si ricorda neanche di
aver fatto sesso. Quella scema che dopo pochi bicchieri di vodka è
caduta nelle tue braccia …. Bastardo!
Rachel
io ….
Un
misto di rabbia e di vergogna avvolsero Jesse. Rachel aveva ragione,
era lui quello sobrio e spettava dunque a lui fermarla prima di
precipitare nel baratro con lei. Non lo aveva fatto, certo, ma non
per godere della sua ennesima conquista. La verità era che al
contatto con le sue labbra e dopo averla vista con quel vestito
rosso, aveva perso la testa. Si era innamorato ancora una volta di
lei. O forse non aveva mai smesso. Questo era il problema. Ma perché
lei dava, invece, per scontato che il suo unico intento fosse quello
di approfittarne? Possibile che dopo tutti quegli anni, Rachel
continuasse a non conoscerlo? La rabbia prevalse sulla vergogna e
così Jesse fece la cosa più stupida che potesse
immaginare di fare. Reagì
E’
facile dare le colpe agli altri, vero Berry? In questo modo si evita
di assumersi le proprie
Ma
di cosa stai parlando? Che colpe avrei secondo te?
Se
non volevi essere “molestata” perché hai
indossato un vestito rosso così provocante?
Perché
mi sentivo depressa!
E
così hai pensato di indossare un abito che di solito portano
le escort?
Ma
come ti permetti? – Rachel tentò di schiaffeggiarlo, ma
Jesse la fermò
Ti
darò una lezione sugli uomini, Berry – i due ragazzi
erano molto vicini – qualsiasi uomo, vedendoti con quel abito
e con quegli atteggiamenti avrebbe accettato le tue avance
Io
non …
Cosa?
Non avevi intenzione di provocarmi? Non volevi venire a letto con
me? – Jesse lasciò il suo braccio e la spinse via –
io invece penso di si. Avevi bisogno di vendicarti di Finn, del suo
tradimento e allora hai pensato bene di tradirlo con me.
Non
è vero!
E’
dura sapere che il mostro sei tu? – Jesse sorrise – è
più facile dare la colpa a me? E va bene …. Allora ti
accontento … ho approfittato di te. Mi sono divertito, ma ti
dirò … non è stato tutta questa grande cosa
Questa
volta Rachel riuscì a schiaffeggiarlo e Jesse non la fermò.
Si rese conto all’istante di aver superato il limite. Era vero
che Rachel l’aveva provocato, ma sapeva che l’avrebbe
potuta fermare in ogni momento. Semplicemente non aveva voluto farlo.
Ed era stato fantastico. Le emozioni provate quella notte lo avevano
devastato, ma scoprire che per Rachel non era stato lo stesso e
sentirsi accusare di averla violentata erano state parole troppo
pesanti da sopportare
Questa
è la giustificazione che ti dai per averla ferita?
Jesse
si vergognò. Tentò di rimediare, prendendole la mano,
ma Rachel lo scansò. Era rimasta immobile, in lacrime, ferita
ed umiliata. Possibile che tutti gli uomini della sua vita la
respingessero? Prima Finn le aveva preferito Brittany e ora Jesse le
aveva detto chiaramente che come amante faceva schifo. Perfino Kurt,
negli ultimi tempi, aveva scelto di divertirsi con Elisabeth invece
di passare il suo tempo che lei. Ma Jesse non era il suo fidanzato,
era semplicemente un ragazzo arrogante e maleducato. Ma allora perché
faceva così male? Singhiozzò e Jesse tentò
nuovamente di prenderle la mano. La ragazza lo scansò ancora
una volta.
Inutile.
La ragazza si allontanò velocemente, mentre lui rimase
immobile ad osservare la platea vuota. Si sentì un vero
mostro. Raccolse le sue cose dal pavimento e tornò a piedi a
casa. Aveva bisogno di aria fresca. Ma quanto era stato stupido?
Perché le aveva detto quelle parole orribili?
Perché
sei un idiota St. James
Un
arrogante, stupido idiota. Aveva avuto paura di essere ferito
un'altra volta. Sentirsi accusato in quel modo da Rachel gli aveva
fatto male
E
questo ti giustifica agli occhi del mondo per averla ferita
nuovamente?
No
che non lo giustificava. Era finito il tempo dei giochi
adolescenziali e degli atteggiamenti divistici. Un uomo che si
rispetti deve sapersi assumere le sue responsabilità e deve
essere in grado di affrontare i rischi che le scelte difficili
comportano. Era pazzo di Rachel, lo era sempre stato e per quanto si
sforzasse, in tutti quegli anni non era riuscito a scrollarsela di
dosso. Per quanto si fosse sforzato di andare avanti, quella ragazza
continuava a martellarlo nel cuore e nella mente.
Una
volta per tutte
La
prima volta che le loro strade si erano incrociate, per non esporsi e
non ammettere la sua debolezza, si era nascosto dietro una maschera e
la seconda non aveva avuto neanche il tempo di comprendere cosa
stesse succedendo. Rachel aveva scelto Finn e lui ne era rimasto
talmente ferito e deluso che si era nascosto dietro ad una maschera
ancora più grande. Era diventato tutto ciò che non
voleva essere. Ed ora, dopo averla tenuta fra le sue braccia per una
notte intera e dopo averla persa di nuovo, sentiva che se lei lo
avesse respinto ancora una volta, avrebbe assassinato il suo cuore.
Ma un uomo deve sapere affrontare dei rischi e lui era stanco di
comportarsi come un ragazzo.
E
allora comportati da uomo
Cominciò
a correre. Doveva raggiungerla il prima possibile. Per dirle che
l’amava e che quella notte non era stata orribile, ma stupenda.
Doveva dirle che non aveva approfittato di lei e della situazione ma
che semplicemente non aveva avuto la forza di allontanarla perché
l’unica cosa che desiderava era stare con lei e come si può
respingere la donna che si ama più della propria carriera?
Corse a per di fiato, senza mai fermarsi, per quasi due isolati.
Corse fino a farsi scoppiare il cuore e mai durante tutto il tragitto
dal teatro all’appartamento di Rachel gli venne in mente per un
solo istante che la ragazza potesse rifiutarlo.
Certo
che lo farà. Ti rifiuterà e tu soffrirai
Giunto
di fronte al portone del loro stabile, Jesse si bloccò. Doveva
mettere in conto la possibilità. Le gambe cominciarono a
tremargli. E’ facile dire “comportati da uomo”, ma
se poi lo fai e le cose non vanno come dici tu? Jesse si domandò
se sarebbe stato in grado di sopportare tutto il dolore che ne
sarebbe conseguito. Il suo corpo cominciò a tremare. Si diede
una scrollata. In fondo gli sarebbe rimasto il teatro, la
recitazione. E poi aveva la sua splendida sorella.
Ma
non Rachel
Ma
Rachel non gli era mai appartenuta. Pertanto non avrebbe perso nulla.
Perderai
la speranza
Certo.
La speranza di avere un futuro con lei l’avrebbe persa, ma
forse, finalmente sarebbe andato avanti. Cominciò a salire le
scale, un passo dietro l’altro, cercando di respirare più
aria possibile. Una volta giunto al piano, però, lo spettacolo
che si trovò di fronte lo disarmò. La porta del suo
appartamento e di quello di Rachel erano spalancati e Kurt,
Elisabeth, Puck e Blaine continuavano a fare avanti e indietro tra
l’uno e l’altro. Il terrore comparve negli occhi di
Jesse. Che il suo comportamento orribile con Rachel l’avesse
potuta sconvolgere a tal punto da farle compiere qualcosa di
esagerato?
Elisabeth
vedendo suo fratello, gli corse incontro e lo abbracciò. Quel
gesto fece crescere in Jesse l’ansia.
Che
cosa è successo? Dove è Rachel?
E’
successa una cosa orribile, fratello – Elisabeth lo strinse
nuovamente a se
Cosa?
– Jesse riuscì solo a sussurrare quelle parole
Se
penso a quanto sia tutto così fragile in questo mondo –
la bionda continuava ad abbracciare il fratello – non ci
diciamo mai abbastanza quanto ci vogliamo bene
Lizzie!
– Jesse la strattonò – mi dici cosa diavolo è
successo?
Il
padre di Rachel ha avuto un incidente. Lei è corsa
all’aeroporto per tornare a casa.
La
borsa con i suoi indumenti di scena gli scivolò dalla spalla e
il mondo andò in frantumi. L’aveva trattata in maniera
orribile, facendola soffrire ed ora la sua dolce Rachel doveva
affrontare un dolore più grande senza che lui potesse fare
nulla per alleviare la sua pena. Le lacrime uscirono senza che se ne
rendesse conto. Si lasciò abbracciare nuovamente da Elisabeth.
Nuovo
capitolo. Questa volta con meno ritardo. E’ un po’ corto,
ma non volevo farvi attendere ancora a lungo … mancano due o
al massimo tre capitoli alla fine di questa storia … resiste
;-)
|
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Capitolo 20 *** Capitolo XX - Confession ***
Capitolo
XX
Confession
Rachel
sedeva sul primo banco della chiesa. Indossava un vestitino nero e
stringeva un fazzoletto nero, imbevuto delle sue lacrime. La funzione
era terminata ormai da mezz’ora e tutti se ne erano andati da
un pezzo. Un fiume di facce e parole a cui lei non aveva posto la
minima attenzione. Suo padre, fuori dalla chiesa, stava salutando gli
ultimi partecipanti. Accanto a lei si sedette Finn. Il ragazzo rimase
in silenzio, finchè Rachel non si voltò stancamente a
guardarlo.
Mi
dispiace Rachel per la tua perdita. So quanto lo amavi
Grazie
– la ragazza abbassò lo sguardo. Non aveva più
lacrime e non sapeva cosa altro dire
Io
… mi dispiace veramente Rachel. Vorrei fare di più per
te. Sai che ti voglio bene e che non vorrei mai che tu soffrissi
Se
fosse così non mi avresti mai tradito – Rachel stava
soffrendo ed il suo cuore chiedeva vendetta contro il mondo intero –
se veramente tenevi a me come dici, non saresti mai andato a letto
con Brittany
Io
… ho sbagliato a tradirti, ma credimi quando ti dico che ero
veramente convinto che tra di noi sarebbe durato in eterno …
Nulla
dura in eterno … neanche la vita … almeno questo è
evidente, visto il posto in cui ci troviamo, non trovi?
Scusami
– Finn abbassò gli occhi – oggi non ne azzecco
una
Almeno
sei felice? – Rachel lo guardò
Io
… con te lo ero di più – Rachel sorrise –
ma io non credo di essere adatto a te … hai bisogno di
volare Rachel ed io so a mala pena camminare
Oh
Finn ….
Shhh
– il ragazzo le mise la mano davanti alla bocca per impedirle
di parlare – non dire altro. So che sei arrabbiata e so che
vuoi ferire qualcuno … ma non dire nulla … anche se
capirei … non dire nulla. Un giorno, magari non troppo
lontano, comprenderai che benché sia stato vigliacco, ti ho
amato con tutto me stesso.
Rachel
non disse nulla. Se fosse stata più lucida forse avrebbe
reagito o forse avrebbe semplicemente abbracciato quello che sarebbe
stato per tutta la vita il suo primo grande amore. Ora, l’unica
cosa che voleva era far sparire tutto quel dolore e tutto le sembrava
così inutilmente stupido. Il dolore provato per il tradimento
e poi per la separazione le sembravano ben poca cosa rispetto al buco
che ora sentiva nel suo cuore. Anche Jesse ed il suo tradimento le
sembravano talmente insignificanti da non essere neanche degni di
nota. Finn se ne andò e lasciò il posto a Kurt,
giunto da New York apposta per starle accanto.
Dove
hai messo la tua nuova amica?
A
chi ti riferisci?
Alla
bella Elisabeth – Rachel quasi ringhiò – avete
già cominciato a scambiarvi i vestiti?
Pensi
veramente che qualcuna possa prendere il tuo posto? – Kurt la
guardò con sufficienza – so che stai soffrendo e soffro
del tuo dolore, ma non ti permetterò di distruggere tutto
quello che hai intorno … compresa la nostra amicizia. Puoi
dire quello che vuoi. Io ti vorrò sempre bene
Kurt
– Rachel singhiozzò, ma nessuna lacrima le uscì
dagli occhi – perdonami. E’ solo che …. fa così
tanto male
Lo
so … so cosa vuoi dire … è per questo che sono
qui .. per te … per aiutarti.
Grazie
– Rachel lo abbracciò – e sono ancora la tua
migliore amica?
Sempre
– Kurt sorrise – come potrei vivere senza la mia diva?
Oh
– Kurt – Rachel lo abbracciò nuovamente –
dormi da me questa notte?
Certo
– le diede un bacio sulla guancia
Mi
lasceresti ancora un po’ sola? Ho bisogno di ancora un po’
di tempo per lasciarlo andare
Ti
aspetto qua fuori
La
morte di suo padre era stata così improvvisa che ancora non
era sicura di non stare sognando. L’incidente, il volo aereo e
la corsa in ospedale. Tutti quegli avvenimenti le stavano frullando
in testa da giorni. Non era riuscita a vederlo ne a salutarlo.
L’altro suo padre le aveva detto che forse era stato meglio
così, che le persone vanno ricordate da vive. Fine della
storia. Ma lei avrebbe voluto avere più tempo per assorbire il
colpo, per accettare il fatto che non lo avrebbe più rivisto.
Non sapeva per quanto tempo avrebbe resistito a quello strazio. Stava
recitando una parte, la ragazza forte, solo per il genitore che le
era rimasto. Non voleva dargli altre preoccupazioni, ma la verità
era che come attrice faceva schifo. Forse il suo professore aveva
ragione sul fatto che non fosse capace di rendere credibili i suoi
personaggi. Sentì dei passi all’interno della chiesa.
Convinta che fossero entrati per cacciarla, si alzò per
trovarsi davanti Jesse.
Il
ragazzo, vestito anche lui di nero, rimase fermo in attesa che le
dicesse qualcosa. Rachel si incamminò verso l’uscita
senza parlare. Jesse le corse dietro e la fermò, afferrandole
il braccio.
Aspetta!
Che
cosa vuoi?
Sapere
come stai
E
hai fatto tutti questi kilometri solo per sapere come sto?
No
– Jesse rimase silenzioso, indeciso se proseguire
Quindi?
Mi
dispiace per tuo padre
Grazie
– Rachel si liberò dalla sua presa e ricominciò
a camminare
Aspetta
… - – Jesse le riafferrò il braccio
Cos’altro
vuoi? – il tono di Rachel era stanco, quasi rassegnato
Non
hai risposto alla mia domanda
Non
ho risposte
Non
sai come stai? – Jesse la guardò incuriosito
Sto
male, ovviamente – il tono della ragazza divenne stizzito
Ovviamente
… hai appena perso tuo padre
E
allora cos’altro vuoi sapere?
Quello
che senti – Jesse strinse involontariamente la presa –
che cosa stai provando e cosa stai pensando. Insomma vorrei
condividere il tuo dolore con te
Mi
sembra che io e te abbiamo già condiviso abbastanza
Rach
…
Senti
Jesse – la ragazza sospirò – sono distrutta dal
dolore e stanca per le notti insonni e non ho ne la forza e ne la
voglia di tornare a discutere con te di quanto accaduto. Non ha più
importanza
Cosa
vuoi dire?
Che
non ha più importanza quello che è successo …
hai approfittato di me, ma forse anche io ho le mie colpe …
quella notte ho bevuto troppo … certo, tu non ti sei
dimostrato un gentiluomo …. Invece di aiutarmi a superare la
cosa, hai approfittato della mia debolezza e hai fatto i tuoi comodi
… non ti perdonerò mai per questo … tu lo sai …
però non è un problema …
Dici
che non è un problema? – Jesse si sentiva frustrato,
sapeva che le parole di Rachel erano influenzate dal suo dolore, ma
le trovò inquietanti – e come farai a recitare con me?
Non
reciterò … semplice …
Cosa?
– Jesse spalancò gli occhi sorpreso
Che
importanza vuoi che abbia per me quella stupida recita …. Ora
che mio padre non c’e’ più e ho questo profonda
voragine nel mio cuore tutto mi sembra stupido, superfluo, inutile …
il canto, la recitazione … tu
Rachel
ma cosa stai dicendo …. Tu sei il canto e la recitazione …
è tutto quello che hai sempre desiderato …. E che sai
fare al meglio … – Jesse si forzò ad ignorare le
ultime parole pronunciate dalla ragazza
Ora
non più – Rachel si liberò della sua presa
Ma
Rach …
ORA
BASTA! – come una pentola a pressione, la moretta esplose -
Sono stanca di tutti voi che pensate di conoscermi e di poter
decidere quello che è meglio o no per me! Non me ne frega più
nulla di Broadway e di tutti quei sogni stupidi e infantili …
mio padre è morto ed io non sono neanche riuscita ad arrivare
in tempo per dirgli addio. Se fossi stata qui, invece di seguire i
miei stupidi sogni di gloria questo non sarebbe successo!
Non
puoi ragionare così .. le cose accadono e noi non possiamo
impedirle
E
magari ora – un sorriso strano comparve sul volto di Rachel –
mi dirai che anche il fatto che tu sia venuto a letto con me è
accaduto per colpa del destino e che tu non potevi impedirlo
Non
è questo che volevo dire
Tu,
di tutte le persone che ho conosciuto, sei il peggiore. Con quella
faccia d’angelo e con il tuo talento hai sempre approfittato
di tutto e tutti. Non ti sei mai soffermato a pensare alle
conseguenze dei tuoi gesti. Mi hai manipolato e ti sei preso gioco
di me …
Rachel
… appartiene al passato … ero un idiota è vero
… ma tu sai che in fondo i miei sentimenti per te …
Che
cosa? – Rachel si stava arrabbiando sempre di più –
erano sinceri? Non dire stupidaggini … niente è
sincero se riguarda te … almeno Finn ha avuto la decenza di
ammettere i suoi sbagli e invece tu continui a negare ….
Perché
giustifichi sempre Finn? – non era quello che voleva dire, ma
Jesse si stava innervosendo, perché sentiva nelle parole
della ragazza solo odio nei suoi confronti
Perché
lui, a differenza di te, non è un manipolatore
Perché
ce l’hai tanto con me? – Jesse cominciava ad essere
stanco
Perché
hai approfittato della mia fiducia … per l’ennesima
volta ho riposto in te la mia fiducia e tu l’hai tradita,
approfittando di me e della situazione. Te l’ho già
detto, Jesse St. James, non voglio più vederti e non voglio
avere più nulla a che fare con te. Ora più che mai!
Rachel
se ne andò, lasciando Jesse affranto e disarmato. Da quando
Elisabeth le aveva raccontato cosa era successo a suo padre, non
aveva pensato a nient’altro che a raggiungerla per consolarla e
supportarla nel momento di difficoltà.
Quanto
sei ridicolo! Veramente pensavi che al solo vederti sarebbe corsa tra
le tue braccia?
In
effetti era stato un vero ingenuo. Avrebbe dovuto prepararsi un
discorso e non partire all’arrembaggio. Purtroppo la sua indole
arrogante e la troppa sicurezza sulle proprie capacità non lo
avevano aiutato.
Jesse
si voltò, alla ricerca della persona che aveva parlato. Aveva
riconosciuto la sua voce e non si sorprese nel vedere uscire da una
delle entrate laterali Finn:
Di
cosa stai parlando?
Del
tuo amore per Rachel
Mpfm
– Jesse sorrise – il mio amore per Rachel?
Non
ti scomodare a negare. So quello che è successo tra di voi …
intendo la notte di Capodanno ..
Co
…- Jesse sgranò gli occhi, ma vedendo la decisione di
Finn non negò – come fai a saperlo?
Rachel
parla nel sonno – Finn sorrise
Non
ti credo – Jesse alzò le spalle – anche perché
lei non ricordava nulla di quella notte …
A
volte nei sogni i ricordi sono molto più vividi. Ho letto in
una rivista che dovrebbe dipendere dal fatto che i limiti che
vengono messi alla nostra mente cadono..
Come
sei erudito! – Jesse reagì nell’unico modo
conosciuto – non ti facevo così …
Smettila
St. James! – Finn si innervosì – come pensi che
mi sia sentito quando ho scoperto che tu eri andato a letto con la
mia ragazza?
Allo
stesso modo in cui ti si è sentita lei quando ha scoperto il
tuo tradimento? – Finn accusò il colpo – ad ogni
modo … lei non era la tua ragazza
Ma
tu non lo sapevi … o sbaglio?
Non
sbagliava affatto. Jesse sospirò, quel viaggio si stava
trasformando in una vera tortura. Prima l’ennesimo rifiuto di
Rachel ed ora quella conversazione insulsa con Mr. Hudson
Ad
ogni modo … - Finn si guardò le punte delle scarpe –
se tieni veramente a stare con lei devi dirglielo
Di
cosa stai parlando? – Jesse rispose con sufficienza
Del
fatto che la ami
Io
non …. – Jesse provò a negare, in fondo quelli
non erano affari suoi, ma Finn lo interruppe
Lascia
perdere … so che mentre facevate l’amore le hai detto
che l’amavi
Anche
questo ha detto nel sonno? – Jesse sgranò per
l’ennesima volta gli occhi, non poteva credere che Rachel
avesse detto anche quello
Già
– Finn sorrise – probabilmente soffre di incontinenza
verbale anche quando dorme
Già
– Jesse sorrise a sua volta
Ad
ogni modo … se non ti metti in gioco con lei e non sei del
tutto onesto non otterrai quello che vuoi
E
se non lo ottenessi comunque? – lo sguardo di Jesse si fece
triste – io credo che ormai mi odi
Se
non provi non lo potrai mai sapere … e almeno se lo sai non
avrai rimpianti …
Finn
si voltò per andarsene. Quello che aveva da dire l’aveva
detto e non aveva altro da aggiungere, in fondo Jesse non era un suo
amico, ma voleva ancora bene a Rachel e nella notte che l’aveva
sentita parlare nel sonno, la voce che aveva sentito era quella di
una ragazza innamorata. Sentiva ora di essere in debito con lei e di
doverle un po’ di felicità. Quella che lui non era
riuscito più ad offrirle dopo la sua partenza per New York.
Jesse lo fermò
Perché
hai mollato?
Vuoi
dire con lei? – Finn si voltò e vide il ragazzo annuire
– perché il nostro amore per quanto grande non sarebbe
mai riuscito a sopravvivere al suo successo ed alla mia mancanza di
talento. Ma per te è diverso …. Addio St. James
Arrivederci
Hudson – Jesse sorrise – ho paura che ci rivedremo
ancora
Già
Finn
rimase ad osservarlo ancora per un istante e poi si allontanò
senza aggiungere altro.
Sdraiata
sul suo letto, sentendo il respiro regolare del suo amico Kurt,
addormentato accanto a lei, sospirò serena. Era contenta che
in tutto quel mare di tristezza e disperazione il salvagente
offertole dal suo amico le permettesse di rimanere a galla senza
sprofondare nel blu dell’agonia che l avvolgeva. Era
arrabbiata. Arrabbiata con suo padre che era morto senza permetterle
di dirgli addio. Era arrabbiata con l’altro suo padre perché
non le permetteva di aiutarlo. Era arrabbiata con il suo talento e
con i suoi sogni di gloria che l’avevano allontanata da loro e
dalla sua vita tranquilla. Magari, se fosse rimasta, tutto questo non
sarebbe successo. Era arrabbiata con Finn per averla tradita, dopo
averle promesso la luna. Era arrabbiata perfino con Kurt che, anche
se per un breve periodo, le aveva preferito Elisabeth e che comunque
se avesse dovuto scegliere tra lei ed il suo amore per Blaine,
avrebbe scelto quest’ultimo. Si alzò di scatto
rendendosi conto del fatto che forse stava esagerando. Si girò
ad osservare il suo amico. In fondo lui era lì, vicino a lei e
Finn aveva provato in tutti i modi a far funzionare le cose. Certo,
l’aveva tradita, ma poi aveva tentato di rimediare …
evidentemente il loro amore non era così forte come quello di
Romeo e Giulietta, pronto a superare ogni difficoltà per
bruciare all’infinito. Quel pensiero riportò la sua
mente alla discussione avuta con Jesse. Ecco! Con lui era decisamente
arrabbiata. Quel ragazzo aveva attraversato ripetutamente la sua vita
ed ogni volta l’aveva lasciata ferita ed umiliata. Non
ricordava tutto della notte trascorsa insieme. Aveva immagini e
sensazioni, ma le mancava il contesto nel quale collocare il tutto.
Sentiva di aver provato piacere nell’averlo accanto e nel
sentirlo in lei. Si era sentita protetta e amata fra le sue braccia,
ma quello non significava nulla. Da quello che ne sapeva Jesse aveva
avuto talmente tante donne che ormai doveva essere un esperto nel
farle sentire amate. La realtà era ben diversa. Per lui era
stata una delle tante e dopo non si era curato neanche del fatto che
lei non si ricordasse nulla. Anzi probabilmente era stato meglio
così, almeno non avrebbe dovuto inventare tristi scuse per
giustificare il suo comportamento. La cosa che più le bruciava
era il fatto che ancora una volta gli aveva permesso di giocare con
il suo cuore. Improvvisamente sentì un rumore sordo sul vetro
della sua finestra. Possibile ch ei ladri avessero deciso di venire a
rubare in quella casa proprio il giorno in cui avevano commemorato
suo padre? Non lo avrebbe permesso. Si alzò per scoprire chi
stava tentando di entrare in casa. Quando vide Jesse entrare per poco
non svenne per lo spavento.
Si
voltarono entrambi a guardare Kurt, profondamente addormentato.
Rachel si lasciò trascinare nel bagno senza dire nulla, ma una
volta chiusa la porta gli diede uno schiaffo.
Come
ti permetti di entrare nella mia camera, dopo che ti ho detto
chiaramente che non voglio più vederti per giunta?
Dovevo
dirti una cosa importante
E
non potevi aspettare domani? – Rachel si sorprese
No
Io
però non voglio sentire quello che hai da dirmi –
Rachel stava per riaprire la porta del bagno, ma Jesse glielo impedì
Ma
lo farai comunque – il ragazzo la costrinse a guardarlo –
Rachel Berry devo confessarti che sono innamorato di te.
Rachel
si mise le mani sulla bocca per impedirsi di urlare. Alle parole del
ragazzo il suo cuore si fermò. Tutto si sarebbe aspettata, ma
non che Jesse St. James le confessasse il suo amore.
Wow
…. In anticipo rispetto ai miei soliti tempi pubblico il nuovo
capitolo …. Ecco ci siamo quasi …. Stiamo per finire
questa avventura … che ne dite .. piaciuto il nuovo capitolo?
Eh lo so .. vi lascio ancora in sospeso … che cattiva che sono
….:-).
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Capitolo 21 *** Capitolo XXI - My Romeo ***
Ecco.
Lo aveva fatto. Aveva confessato il suo amore a Rachel. Nell’istante
in cui aveva aperto il suo cuore, lo aveva sentito più
leggero, ma ora che Rachel aveva lo sguardo perso nel vuoto ed
evitava di guardarlo, un peso si posò su di esso.
Se
non altro non ti ha buttato subito fuori dalla sua casa
Doveva
considerarlo un buon segno? Non sapeva onestamente cosa pensare.
Aveva già provato quella sensazione. L’angoscia di
subire una delusione: per un provino mancato, per una parte non
ottenuta, con Rachel. Sempre Rachel e solo Rachel. Solo lei era
riuscita a far battere il suo cuore, a farlo sanguinare. Ed ora,
nonostante le delusioni accumulate, per l’ennesima volta aveva
provato ad ottenere qualcosa da lei. Era diverso, questa volta. Aveva
deciso di essere sincero. Sentì nuovamente il suo cuore più
leggero. Anche se avesse ricevuto un rifiuto, aveva la consapevolezza
di essere stato, finalmente, onesto.
Certo
che riceverai un rifiuto. Guarda la sua espressione. Quella ruga
sulla fronte non promette nulla di buono
Rachel,
finalmente, si voltò a guardarlo. Non riusciva ad interpretare
lo sguardo negli occhi da cerbiatta. Un fremito percorse i suoi
muscoli. Era il principio o il principio della fine?
Jesse,
io sono lusingata dei tuoi sentimenti, ma …
Non
dire altro – Jesse sorrise
Devo
dirti altro, altrimenti penserai che ti respingo perché sono
arrabbiata con te
Jesse
non disse nulla. Rimase in silenzio in attesa della spiegazione della
ragazza, anche se il suo cuore alla parole “respingo”
aveva rallentato il suo corso
Io
non mi aspettavo questa tua confessione. In fondo, anche se in
questo ultimo anno sei quasi sempre stato carino con me, non mi hai
mai dato modo di pensare che provassi dei sentimenti nei miei
confronti. Certo, io ho passato quasi tutto il tempo a cercare di
far funzionare le cose con Finn. Ma non è per questo. E’
solo che ora, dopo la morte di mio padre, mi sembra tutto così
stupido e vuoto e non credo che potrò ancora provare dei
sentimenti di amore per qualcuno. Non voglio più soffrire e
non voglio più dover dire addio a qualcuno
E
per questo ti nascondi dietro l’angolo? – il ragazzo
sorrise all’espressione stupita di Rachel – o andiamo!
Posso accettare il fatto che tu mi dica che non provi nulla per me o
che mi detesti, ma questo no. E’ doloroso perdere qualcuno che
si ama, ma per questo mi vuoi dire che per il resto della tua vita
non amerai più nessuno? O che rinuncerai a tutti i tuoi sogni
perché tuo padre non potrà più averne? Così
fai un torto a te e a lui e dimostri un egoismo e una mancanza di
sensibilità.
Vattene!
– Rachel lo guardò furiosa – come ti permetti di
arrogarti il diritto di pensare cosa io debba fare o non fare?
Se
non mi ami Rachel abbi il coraggio di dirmelo in faccia, altrimenti
trova una scusa migliore per non stare con me
Jesse
l’afferrò e la baciò senza darle modo di
evitarlo. Inizialmente la ragazza si lasciò coinvolgere. La
tristezza, però, le invase il cuore senza il minimo preavviso.
Lo spinse via e gli intimò un’ultima volta di andarsene.
Tutto quel trambusto svegliò Kurt che, sentendo le urla di
Rachel, si precipitò in bagno, convinto che un ladro fosse
entrato nella stanza. Quando si trovò davanti Jesse, si
sedette sul bordo della vasca da bagno e tirò un sospiro di
sollievo:
Per
fortuna che sei tu. Pensavo di dover salvare Rachel da un maniaco e
già mi immaginavo preso a bastonate e svenuto con il sangue
che sporcava il mio splendido pigiama
Vattene!
– Rachel ignorò Kurt ed intimò ancora una volta
al ragazzo di andarsene.
Prima
devi rispondere alla mia domanda
Quale
domanda? – Kurt chiese incuriosito
Non
sono affari tuoi, Kurt – Rachel si voltò adirata verso
il suo amico e poi tornò a fissare Jesse – non avrai
risposta da me
E
allora non me ne andrò – Jesse si voltò verso
Kurt che lo stava guardando con sguardo curioso – ho detto
alla tua amica che la amo e mi aspetto da lei una risposta seria e
non un insieme di scuse che non stanno in piedi
Wow!
– l’amico non mostrò la minima sorpresa, ma
Rachel non pose attenzione alla cosa
E
va bene. Vuoi una risposta? – gli occhi della moretta si
fecero duri – te la darò. Io non ti amo e ora vattene!
Jesse
accusò il colpo. Sorrise a Kurt e poi avvicinandosi a Rachel
le diede un bacio sulla guancia, poi si diresse verso la finestra
dalla quale era entrato. Prima di uscire, però si voltò
un’ultima volta a guardarla.
La
verità è che semplicemente tra di noi il tempo è
sempre stato sbagliato. Non ne abbiamo azzeccata una – sorrise
– abbiamo passato le giornate a rincorrerci, più io che
te e a cercare di ricucire gli strappi del nostro tempo.
Evidentemente senza successo. Io so di amarti, Rachel e credo,
almeno dal modo in cui mi hai baciato ora, di non esserti
indifferente. Accetto, però le tue parole, Non posso fare
altrimenti, ma una cosa sento di dovertela dire. Non rinunciare al
tuo talento. E’ così immenso che sarebbe sprecato per
una stanza come questa. Fai in modo che tuo padre possa essere
orgoglioso di te.
Jesse
se ne andò senza attendere alcuna replica, lasciando Kurt e
Rachel ad osservare la notte che si stava dileguando dietro a quella
finestra. Le prime luci di un nuovo giorno stavano entrando nella
stanza, ma Rachel ancora non aveva chiuso i ponti con quella
trascorsa. Fu Kurt a darle una scrollata.
Veramente
vorresti abbandonare il tuo sogno? Vuoi veramente smettere di
cercare il successo?
Non
voglio più perdere tempo – Rachel sorrise al suo amico
– ho capito che il tempo è prezioso e che va vissuto
fino in fondo
E
rinunciando a quello che più ami pensi di guadagnare tempo? –
Kurt alzò il sopracciglio perplesso
Io
… è una perdita di tempo correre da un’audizione
all’altra, fare corsi, studiare per ottenere una parte,
cantare …
Ma
cosa stai dicendo, Rach? – Kurt la guardò scandalizzato
– capisco che sei addolorata, ma questo non giustifica i tuoi
deliri. E come vorresti passare il tuo tempo, scusa?
Non
lo so. Forse rimarrò a Lima e starò con mio padre e
con le persone che amo.
Beh,
certo … rimanere a Lima potrebbe fermare il tempo –
Kurt sorrise – è questo che vuoi? Fermare il tempo?
Io
… non voglio più soffrire
Kurt
non disse nulla. La strinse a se, mentre la ragazza scoppiò a
piangere. Avrebbe voluto far sparire tutto quel dolore dal cuore di
Rachel, ma sapeva che le serviva tempo. Solo il tempo avrebbe
aggiustato le cose.
###
Erano
passati due mesi dalla tragedia che aveva colpito Rachel ed il
festival al quale le università newyorkesi con la loro
rappresentazione moderna del Romeo e Giulietta partecipavano era
iniziato. La moretta non aveva più fatto ritorno da Lima ed il
regista si era visto costretto a sostituirla, restituendo la parte ad
Elisabeth. La sorella di Jesse aveva dato il meglio di se, ottenendo
grandi apprezzamenti da tutta la compagnia. Nessuno dubitava del
fatto che avrebbe dato una performance eccezionale. In tutti i mesi
delle prove, Puck si era dimostrato un compagno attento e paziente;
non l’aveva mai messa sotto pressione ed aveva evitato di
stressarla, nonostante sentisse costantemente la sua mancanza. Per
Puck quel rapporto era una vera novità. Non aveva mai sentito
un trasporto così forte per nessuna delle sue donne, neanche
per Quinn. Considerava Elisabeth l’obiettivo più alto al
quale avrebbe potuto aspirare. La ragazza non solo era bella da far
paura, ma era divertente, intelligente e spiritosa al punto giusto. E
cosa ancora più incredibile, non aveva mia provato vergogna o
disgusto per il suo senso dell’umorismo a volte pesante e
volgare. L’unica cosa che Puck ancora non riusciva a
comprendere era perché mai quello splendore rimanesse con lui.
All’inizio aveva pensato al sesso e poi al fatto che lui fosse
una sorta di schiaccia chiodo. In fondo, Elisabeth era stata
innamorata di Blaine per tanto tempo; questo almeno era quello che
aveva sentito dire da Kurt. Ma dopo tutti i mesi passati insieme
cominciava a domandarsi se la ragazza potesse provare qualcosa per
lui. Aveva pensato più volte di affrontare questo argomento,
ma tra le prove dello spettacolo e la preoccupazione per il fratello,
la ragazza era sempre stata molto distratta e assente e così
aveva deciso di chiarire le cose dopo il festival. Ed ora la stava
osservando da lontano, mentre la biondina si stava preparando per la
prima rappresentazione dello spettacolo. Era una splendida Giulietta,
non c’era che dire. Il suo cuore palpitò all’idea
che quella sarebbe potuta essere la sua Giulietta.
Elisabeth
non notò il luccichio negli occhi di Puck. Mentre le
costumiste erano impegnate a vestirla per lo spettacolo stava
osservando suo fratello, ignorando il suo ragazzo. Sapeva che stava
trascurando il suo rapporto con Puck e si era ripromessa di porvi
presto rimedio, ma ora doveva pensare a Jesse e a raccogliere i cocci
del suo cuore infranto. Ancora una volta suo fratello aveva scommesso
su Rachel e aveva perso e in questo pasticcio buona parte delle
responsabilità erano le sue. Era lei che lo aveva spinto
ancora una volta verso le braccia di quella ragazza. Ogni giorno
osservava suo fratello e ogni notte si era maledetta per il casino
combinato. Non c’erano stati pianti o isterismi ne momenti in
cui il suo adorato Jesse si fosse fermato un istante a lamentarsi per
il suo dolore. Il ragazzo era andato avanti ogni giorno comportandosi
come al solito. Aveva partecipato a tutte le prove, dando una
versione più che convincente del suo Romeo ed aveva ripreso ad
uscire con le ragazze, con molte ragazze. Eppure Elisabeth aveva
scorso nel suo sguardo una profonda malinconia e un vuoto
incolmabile. I suoi occhi si erano improvvisamente spenti e nessuno
dei suoi sforzi aveva portato a riaccendere un piccolo barlume di
luce in essi. Kurt tornato la settimana successiva al funerale, aveva
risposto alle domande di Blaine e di Puck, tranquillizzando tutti sul
buono stato di salute di Rachel, ma aveva confessato in privato ad
Elisabeth che dubitava che la moretta si sarebbe ripresa tanto
facilmente. “E’ partita per la tangente!”, questa
era stata l’esatta frase utilizzata dal ragazzo. Rachel aveva
cominciato a frequentare una specie di setta che predicava la
rinuncia a tutto per liberarsi dei peccati e dei mali del mondo. Kurt
sarebbe voluto rimanere al fianco della sua amica, ma era stato
cacciato in malo modo dai suoi compagni di setta, senza che lei
facesse nulla per impedirlo. Elisabeth aveva ascoltato in silenzio il
racconto del suo nuovo amico, ma la verità era che le
interessava veramente poco che fine potesse fare Rachel Berry. A lei
interessava il dolore di Jesse e non quello della moretta. Solo
quando Kurt le raccontò della sera in cui suo fratello si era
dichiarato, mostrò più interesse. A quanto le aveva
detto il ragazzo, Rachel era stata cortese ma fredda. Eppure alle sue
rimostranze, Kurt aveva sorriso rispondendole “ha semplicemente
bisogno di tempo! Fidati!”. Elisabeth avrebbe voluto fidarsi,
soprattutto perché era stanca di vedere suo fratello così
spento, ma non riusciva a credere che Rachel Berry potesse tornare
sui suoi passi. Aveva ammesso con il suo nuovo amico e con Blaine che
forse aveva dei pregiudizi, ma tutto dipendeva dall’amore che
provava per Jesse. Quando le costumiste terminarono la loro opera,
invece di guardarsi allo specchio raggiunse suo fratello e lo
abbracciò. Jesse sorrise:
A
cosa devo questo segno di affetto?
E’
il mio in bocca al lupo per lo spettacolo
Saremo
bravissimi … io sarò bravissimo … tu sarai
splendida
Si
… sarò splendida
I
due si guardarono, senza dire altro. Elisabeth sospettava che Jesse
avrebbe preferito mille volte baciare Rachel piuttosto che sua
sorella, ma non c’era bisogno di esprimere il suo pensiero.
Avrebbe fatto in modo che tutto fosse perfetto. Il resto non doveva
interessarle. Lo spettacolo iniziò e con l’entrata in
scena dei due protagonisti, la rappresentazione cominciò ad
appassionare il pubblico. Anche Kurt, nella sua interpretazione
innovativa di Mercuzio, ottenne il favore degli spettatori. Elisabeth
brillò come una grande stella, mentre Jesse, nonostante il
senso di vuoto che il suo cuore sentiva, riuscì a non
sfigurare accanto alla sorella. Vedendoli in scena, nessuno avrebbe
mai creduto al fatto che non fossero amanti. Lo spettacolo ebbe un
grande riscontro di pubblico e tutti gli attori furono acclamati a
lungo.
L’intera
compagnia, per suggellare il successo, concordò di andare a
festeggiare in un locale vicino al luogo in cui si svolgeva il
festival. Jesse, però, declinò l’invito,
adducendo come scusa un forte mal di testa. Nonostante le molte
insistenze della sorella, di Puck e perfino di Kurt, evitò i
festeggiamenti e con l’uscita di tutti, rimase solo in mezzo al
palco. Immerso nei suoi pensieri, non si avvide della presenza di
un’altra persona. Solo quando sentì la voce alle sue
spalle se ne accorse:
Un
Romeo perfetto
Rachel!
– si voltò, sorpreso di vedere la ragazza lì,
vicino a lui
Giulietta
anche era perfetta – la moretta sorrise – ma io sarei
stata eccezionale
Dici?
– Jesse, combattuto tra la gioia di rivederla e la rabbia per
il modo in cui l’aveva respinto, mantenne un tono neutro
Dico
– la ragazza sorrise – in fondo, come tutti continuate a
ripetermelo, ho un grande talento
Anche
Elisabeth ha molto talento
E’
vero – Rachel allargò il sorriso – ma io avrei
avuto qualcosa in più
Si?
– Jesse sorrise suo malgrado della sicurezza mostrata –
e cosa?
L’amore
per il mio Romeo
Rachel,
senza il minimo preavviso, invase lo spazio personale di Jesse e dopo
essersi stretta a lui, lo baciò. Il ragazzo, spiazzato e
confuso, rimase immobile, senza però evitare il contatto con
le sue labbra. Rachel si discostò leggermente e sorrise
nuovamente, mentre lui la guardò confuso:
Che
cosa significa?
Che
ho capito di amarti
Veramente?
– Jesse sorrise in modo sarcastico – e come hai fatto a
comprenderlo? L’ultima volta che ci siamo visti mi hai
respinto
Ero
addolorata per la morte di mio padre e confusa.
E
la tua setta?
Vedo
che Kurt ti ha tenuto aggiornato – Rachel sospirò
Non
Kurt … Elisabeth
Ah
– Rachel sembrò sorpresa – ad ogni modo ho smesso
di frequentarla
Come
mai? – Jesse non sapeva cosa pensare della sua confessione,
perciò stava tergiversando
Perché
volevano convincermi del fatto che i miei sentimenti per te non
erano reali
Cosa?
– Jesse apparve ancora più confuso
Ah
ah ah – Rachel rise – dovresti vedere la tua faccia
Vorrei
vedere te! – Jesse rispose offeso – onestamente, Rachel,
non riesco a capire cosa c’entri la tua setta con me e come
fai a dire di amarmi
E
io che pensavo che saresti stato contento di vedermi – la
ragazza si finse offesa, ma il sorriso tornò immediatamente
sulle sue labbra
Io
– Jesse abbassò lo sguardo – sono contento di
vederti … ma è tutto così .. inaspettato che …
non mi sembra reale
Capisco.
Allora ti spiegherò – Rachel sospirò – i
miei giorni a Lima sono stati orribili. All’inizio pensavo che
allontanarmi da tutto ciò che avevo sempre desiderato, mi
avrebbe preservato dal dolore. Invece mi sono persa. Non ho saputo
dare il conforto che meritava a mio padre e ho evitato che tutti i
miei amici mi aiutassero. Ormai alla deriva, mi sono rifugiata in
una di queste sette che predicano l’allontanamento da tutti i
propri cari e da tutte le cose che possono contare nella vita di
ognuno per riscoprire il vero senso della vita. Per convincere i
propri adepti non disdegnano l’uso dell’ipnosi.
E
tu ti sei sottoposta all’ipnosi?
Si
– Rachel sorrise – e non guardarmi in questo modo.
Poteva succedere a chiunque
Vai
avanti – Jesse evitò di dire che a lui non sarebbe mai
capitato. Non voleva fare il solito arrogante
Ad
ogni modo, l’ipnosi invece di cancellare i miei desideri, ha
risvegliato i miei ricordi … fra i quali quelli della notte
di Capodanno – Rachel arrossì – ho ricordato
tutto … nei minimi dettagli
E
… questo cosa significa?
Ho
sentito il calore, la passione, i sentimenti di appartenenza che
abbiamo provato durante la nostra notte d’amore – il
colore nel volto della ragazza si fece ancora più acceso –
mi sono ricordata che all’inizio della serata tutto quello che
ho fatto era dettato dalla mia voglia di farla pagare a Finn. Ho
ricordato quell’orribile uomo che mi ha scambiato per una
escort ed il fatto che mi hai salvato e mi hai portato sana e salva
a casa .. e si .. mi sono ricordata che non mi hai violentato
Meno
male. Pensavo ad un certo punto che mi avresti denunciato –
Jesse sorrise per dissimulare la sua agitazione
… e
mi sono ricordata che sono stata io a provocarti e che ti ho spinto
a fare l’amore con me. Mi sono ricordata delle parole che mi
hai detto … del fatto che mi amavi e che non avresti mai
potuto resistermi e mi sono ricordata di come mi hai implorato di
smetterla e di lasciarti andare …
Già
– Jesse si voltò verso la platea. Aveva rivissuto il
ricordo di quella notte mille volte ed ora nel sentirlo raccontare
dalla voce di Rachel un dolore sordo si era fatto sentire più
forte nel suo cuore
Deve
essere stato un vero tormento per te …
No
… è stata una notte bellissima … è solo
che – Jesse sospirò – è stato troppo …
Certo
… tu non sapevi che mi ero lasciata con Finn e credevi che io
… non provassi nulla per te e che lo avessi fatto solo perché
ubriaca
Non
era così? – Jesse la guardò perplesso, incredulo
sulla possibilità che le cose potesse essere state diverse
No.
Non era così … voglio dire .. all’inizio forse
.. .ma il sentimento di appartenenza che ho provato in quelle ore
con te non l’ho mai provato con nessuno … voglio dire …
non l’ho mai provato con Finn, visto che in realtà sono
stata solo con lui – Rachel arrossì
Dal
modo in cui ti sei comportata con me, non lo avrei mai detto -
Jesse mise sul volto un sorriso canzonatorio
Era
perché con te mi sentivo a mio agio – Rachel sorrise,
per niente offesa dalle parole del ragazzo. E’ incredibile
come un’unica notte possa farti comprendere tante cose. I
gesti fra di noi, la condivisione e l’affiatamento … è
stato tutto così naturale …
E
tutto questo lo hai capito grazie all’ipnosi? – Jesse la
guardò perplesso – Rachel ti rendi conto che non è
sufficiente come giustificazione al fatto che ora mi dichiari il tuo
amore?
Quello
è stato solo l’inizio
Che
vuoi dire?
Che
i miei maestri di setta hanno cercato di convincermi di quanto i
sentimenti che avevo provato quella notte fossero effimeri e
sbagliati … più loro cercavano di farmi cambiare idea
e più mi convincevo del contrario. Ad un certo punto la tua
assenza mi è sembrata insopportabile … sono scappata
da Lima per venire da te! – Rachel pronunciò quelle
parole tutte d’un fiato – sono arrivata l’altro
ieri
L’altro
ieri? – Jesse la guardò sorpreso – e perché
non ti sei fatta vedere prima?
Ho
avuto paura
Paura?
Che
tu mi respingessi. In fondo sono stata orribile con te
E
cosa ti ha fatto cambiare idea?
Tu
– Rachel sorrise – e la tua interpretazione. Questa sera
ho pensato che non avrei mai potuto rinunciare ad un Romeo così
affascinante e convincente
Rachel
…
Ora
basta.
Si.
Basta!
Jesse
la strinse a se e la baciò. Rachel si lasciò andare
alle effusioni e i due si separarono solo dopo un lungo scambio di
baci, sempre più intensi e trascinanti.
L’unica
cosa che un po’ mi scoccia è stata quella di non
interpretare Giulietta insieme a te
E
così hai cambiato idea anche sul rinunciare al tuo sogno?
Decisamente.
Voglio Broadway. Voglio il successo e lo voglio dividere con te. Il
mio Romeo.
Jesse
la baciò nuovamente, poi sorrise
Perché
sorridi? Trovi divertenti le mie affermazioni?
Più
che altro pensavo che è stato un bene che tu non abbia
interpretato Giulietta
Perché?
– Rachel lo guardò stupita
Non
avrei resistito. Ti avrei costretto a fare l’amore con me su
quello – Jesse indicò il letto di scena voluto dal
regista
Beh!
– Rachel alzò un sopracciglio, ridendo – potremmo
comunque fare delle prove. Magari riesco a convincere il regista a
ridarmi la parte
Magari
….
Eccomi
con un nuovo capitolo .. in cui … tadà …
finalmente i due protagonisti si trovano ))…Che
ve ne pare? Piaciuta?? …. Manca solo l’epilogo …
in fondo vogliamo sapere che fine faranno Elisabeth e Pucke e come
andrà tra Kurt e Blaine che ho un po’ trascurato? ….
E poi almeno un capitolo in cui Rachel e Jesse stiano insieme ci
vuole no??
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