Inseparable

di LadyMaya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Spazio Autrice.


Hola!! :) Eccomi con la fic su Nick *_* che mi balenava in testa da un po'... spero vi piaccia, spero di riuscire in qualche modo a catturare la vostra attenzione! ^_^ Fatemi sapere che ne pensate, magari lasciando un commentino. Ringrazio in anticipo chiunque spenderà un po' del suo tempo a leggere questa mia assurdità! XD Beh, che altro dire... Buona Lettura!
A prestissimo! (:
Maya
Ps: La maggior parte delle foto che vedrete pubblicate prossimamente NON mi appartengono e NON vengono utilizzate a scopo di lucro. Le ho trovate in giro per il web e mi è sembrata un'idea carina postarle insieme al capitolo! ^_^
Con questo ho detto proprio tutto. Mi dileguo :)



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Capitolo 1.






“Di nuovo quell’odore di disinfettante e di medicinali nell’aria. Non capisco da dove provenga, visto che sono dentro un bar e piuttosto, dovrei avvertire solo il profumo di pancakes appena sfornati o del caffè caldo. Un momento… che diavolo succede?!
Improvvisamente è buio, la testa mi gira vorticosamente, mi sento tutta intorpidita, non riesco a muovermi, mi sento come bloccata, come se fossi...se fossi distesa. Ho il cuore a mille, il respiro affannato, spalanco gli occhi e…”

-Signorina Gomez! Finalmente è tornata tra noi-
Di fronte a me c’è il dottor Hibert, scruta attentamente la mia cartella clinica, mentre l’infermiera, al suo fianco, mi sistema la flebo. Ancora una volta, mi sono ritrovata spalmata su un letto dell’UCLA Medical Center, uno dei più importanti ospedali di tutta Los Angeles.
“Accidenti a me!!”
Maledirmi non servirebbe a molto, ma è l’unica cosa sensata che mi viene in mente da fare. Poso lo sguardo , nuovamente, verso il medico e, nel frattempo, cerco di mettere in moto i pochi neuroni che mi sono rimasti.
-Perché…che cosa è su-successo? Che giorno è?- sussurro appena.
Il professore alza gli occhi verso di me e mi fissa con aria di rimprovero.
-E' il 10 giugno 2011 e il motivo per cui si trova qui è sempre lo stesso. E’ la terza volta in meno di due settimane. Quanto ancora devo ripeterle che nelle sue condizioni non può andare a far baldoria, non può sforzarsi e tantomeno può lavorare in un bar? Perché vuole tentare la sorte continuamente?-
Abbasso lo sguardo, vergognandomi un po’: ha pienamente ragione ed io sono una stupida. Ma ho un bisogno disperato di soldi, altrimenti sarò nei guai fino al collo.
-Da oggi in poi, sarò più responsabile-
Lui continua a guardarmi amareggiato e lascia correre un lungo sospiro.
-Lo spero per lei. Tra poco verrà la dottoressa Smith a controllare che sia tutto apposto, intanto faccio chiamare i suoi genitori- mi dice il dottore, con voce ferma, mentre si avvia verso la porta, seguito dall’infermiera.
-NO!-
Quell’uomo non capisce cosa significhi chiamare di nuovo i miei. Capirebbero ed io non posso permetterlo… o perlomeno non così presto. Si volta lentamente verso di me, aspettando una spiegazione più che valida.
-N-non… telefoni ai miei genitori. Il primo giorno che mi ha visitato le avevo dato un altro numero, quello della mia amica…De-demetria Dev-devonne Lovato. La supplico, rintracci lei-
Sorride un po’.
-Ringrazi il cielo che è maggiorenne e che il mio mestiere garantisce il segreto professionale-
Un largo sorriso spunta anche sul mio volto e lui mi congeda con un cenno del capo.
-Selena?! Quella Selena Gomez?!-
La mia attenzione è richiamata dalla voce flebile di una ragazzina sui sedici anni, di cui non ho percepito la presenza, fino a quel momento. E’ allungata al letto affianco al mio, con la flebo e il catetere attaccati.
-Sì… tu saresti?-
Lei mi osserva entusiasta, con gli occhi che le brillano per la felicità. Si solleva un po’ con le braccia per guardarmi meglio e si sistema i capelli dietro le orecchie.
-Sono Maddeleine, ma tu puoi chiamarmi Maddie. Dio come sono emozionata! Oh beh, io sono una grandissima fan di Nick e… -
Il cuore mi sussulta e fa le capriole non appena lei pronuncia il suo nome, ho la sensazione di aver perso un battito. Continua a farfugliare qualcosa, ma ad un tratto perdo il filo del discorso, tuffandomi nei ricordi. Torno poi alla realtà, concentrandomi su Maddeleine.
-Non posso crederci, sono ricoverata in camera con la fidanzata di Nick Jonas!-
A quelle parole, mi sento morire e, a stento, riesco a mandar giù il groppone che, in un attimo, è salito su fino alla mia gola.
-…Ex… fidanzata- affermo, correggendola.
Lei sgrana gli occhi, per poi subito dopo, abbassarli.
-Oh… non volevo essere inopportuna, io non lo sapevo. Sono mesi che sto qui dentro, sono rimasta un po’indietro su certe cose- dice, giustificandosi. E’ sinceramente dispiaciuta ed io le sorrido un po’.
-Non preoccuparti, non ci faccio più tanto caso, ormai-
Certo come no… ma come sono diventata brava a mentire! Mi meraviglio ogni giorno di più.
Lei annuisce con la testa e resta in silenzio, aspettando che questa volta sia io a dirle qualcosa.
-Come mai sei qui?- le chiedo, cercando di attaccare bottone e di sorvolare sul momento imbarazzante di prima.
-Soffro di amenorrea. Sono ricoverata da un paio di mesi, perché i miei vogliono che mi siano fatti tutti gli accertamenti possibili, affinché trovino una soluzione. Pare che abbiano riscontrato delle anomalie al mio utero, ma staremo a vedere- mi dice lei, con aria malinconica.
-Caspita, mi dispiace! Vedrai che ti rimetterai presto, ne sono certa- rispondo io.
-E tu invece?-
Sto per spiegargli i motivi ma la porta della nostra stanza si spalanca e la dottoressa Smith entra come una furia, dirigendosi a grandi passi verso di me.
-Ben ritrovata Selena! Non ti sei stufata di stare sempre qua dentro?-
-Sì dottoressa, la predica già me l’hanno fatta, per favore non cominci anche lei!- dico esasperata.
La donna ridacchia sotto i baffi mentre si sfila lo stetoscopio dal petto.
-Dunque, sentiamo un po’ che abbiamo qui-
Scosta, con vigore, le lenzuola dal mio letto e mi solleva delicatamente la canottiera.
Poggia lo strumento gelido sulla mia pancia, provocandomi un forte brivido e comincia ad ascoltare i rumori che provengono da lì.
-Respira profondamente- mi ordina, impassibile. Eseguo ciò che mi chiede e sorrido, osservando il mio piccolo ventre che cresce, giorno per giorno, a vista d’occhio.
-Molto bene, sembra tutto regolare, ma non per questo sei autorizzata a fare come vuoi- afferma lei, decisa.
-Lo so-
-Bene. Vado a chiamare l’infermiera Sachar e torno. Ti porto a fare l’ecografia al piano di sotto-
Detto questo, esce dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé. Non appena va via, sospiro fortemente.
"Perché è successo a me? Perché proprio io?! Dannazione!"
Porto la mano alla fronte, ma in un attimo sbarro gli occhi e mi volto di scatto verso Maddie, che ho completamente dimenticato.
"Adesso sì che è un bel casino."
Lei sta ancora lì, a fissarmi incredula, per quanto ha visto… e capito. Se mettesse in giro le voci su questo fatto, sarei spacciata, ma non posso negare l'evidenza.
-Ma tu… tu… sei…- balbetta qualcosa, ma io la blocco in tempo, impedendogli di finire la frase.
-…Incinta. Sì, sono incinta-

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Capitolo 2
*** 2. ***


Spazio autrice.


Buongiorno a tutti!! ^_^
Oggi è una splendida giornata ed io sono decisamente di buon umore! :) Ehehehe! Eccoci con il secondo capitolo che adoro in modo particolare... sarà che mi sono infilata talmente tanto nella testa di Selena che ho fatto mie le sue emozioni XD XD Vabbè, comunque a parte tutto, GRAZIE DI CUORE ALLE RAGAZZE CHE HANNO RECENSITO! *_*
Non mi aspettavo di ricevere ben 4 commenti con un solo capitolo!! *_*
Significa davvero molto per me, perché il vostro sostegno è la mia forza!
Grazie di cuore! <3
Ringrazio vivamente anche tutti i lettori silenziosi e chi ha messo la mia fic tra le seguite e/o preferite! Sapere che qualcuno dedica un po' del suo tempo alla mia storia, mi rende felice!
Sono davvero contenta! Beh penso di aver detto tutto...
Vi lascio alla lettura, spero che vi piaccia anche questo capitolo, fatemi sapere che ne pensate! :) Buon Ferragosto a tutti! ^_^
Un bacio grandissimo! Vi voglio bene <3 Ps: Questa foto l'ho presa dal web e l'ho modificata io *_*
Maya.


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Capitolo 2.


Finalmente i vari accertamenti a cui la dottoressa Smith mi ha sottoposto sono finiti. Ho un bisogno tremendo di rilassarmi e di svuotare la mente. Mi sento stanca e affaticata, per questo ho deciso di rimanere un altro paio di giorni in ospedale: devo rimettermi in sesto. Grazie al cielo i miei sono in crociera e non devo inventarmi scuse assurde, per giustificare la mia assenza.
L’infermiera Sachar mi accompagna in camera e mi aiuta ad allungarmi sul letto.
-Per qualsiasi cosa, chiamami d’accordo?-
-Va bene- le rispondo, socchiudendo gli occhi.
I medici mi vedono gironzolare talmente tante volte qui dentro che ormai hanno preso a cuore la mia situazione. Dopotutto sono pur sempre una ventenne che nasconde al mondo intero di essere stramaledettamente incinta. Quando la donna va via, mi giro verso Maddie. Sta sfogliando una rivista, ma non appena avverte il mio sguardo su di lei, mi guarda con l’aria di chi ti vuol riempire di domande. La mia preoccupazione è una sola, però: deve assolutamente tapparsi la bocca.
-Maddeleine, ascoltami, tu…-
-Non lo dirò a nessuno, promesso-
Rimango immobile, meravigliata da quelle parole. Meno male, un pensiero di meno, non credo che ce l’avrei fatta a sopportare ancora.
-Grazie- dico, con un filo di voce. Lei annuisce e torna a farsi i fatti suoi. Ricomincio a guardare avanti a me, sperando che non mi tartassi più del dovuto. Mi sento uno schifo, in tutti i sensi: ho il morale a terra, mi sento completamente sola, l’unica ancora di salvezza è Demi, la mia migliore amica e per di più sono in stato interessante. Che altro può capitarmi? Un anno fa non avrei mai detto di che sarei finita in questa situazione, un anno fa non avrei mai pensato di dover diventare mamma, un anno fa non ero quella che sono ora…
Se non lo avessi conosciuto, tutto questo non sarebbe successo, se non lo avessi conosciuto non sarei stata in mezzo a questi guai… per come è andata a finire, penso che sarebbe stato meglio se non ci fossimo mai incontrati. Eppure non riesco realmente a rimpiangere di essermi imbattuta in lui: è stato lo sbaglio più bello che io abbia mai fatto in vita mia e il dono che ha lasciato dentro di me, nonostante tutto, è straordinario. Nemmeno a farlo apposta, nostro figlio nascerà a Dicembre… Non mi avrebbe potuto regalare niente di meglio che mi tenesse legata a lui, per sempre. Perché, in fondo, ci ho sempre sperato che tra noi non finisse mai. Solo dopo aver sofferto, ho capito di avere una fervida immaginazione e di esser volata troppo in alto con la fantasia: lui è una rockstar, io invece una delle tante. Ecco, questo piccolo dettaglio mi è sfuggito. D’improvviso, sento la gola seccarsi e gli occhi gonfiarsi come due palloni. Ho la vista appannata, sbatto leggermente le palpebre e sento le lacrime correre lungo le mie guance lievemente arrossate. Perché Demi sta tardando? Ho bisogno di lei, come l’ossigeno.
-Va tutto bene?-
La voce di Maddie mi riempie la testa che sento pesante. Tiro su con il naso e mi nascondo tra le coperte, per non farmi vedere.
-Sì, sì… tutto bene-
Lei si solleva con le braccia e mi guarda ancora.
-Ti andrebbe di sfogarti un po’?- mi domanda, timorosa. Io la fisso, indecisa sul da farsi. Da una parte, credo che mi faccia bene parlare con qualcuno.
-Facciamo così, tu mi chiedi ed io rispondo- affermo, con la voce tremolante. Lei sorride appena, per poi girarsi su un fianco verso di me.
-D’accordo… posso cominciare?-
Faccio un cenno con il capo e lei prende fiato.
-Il bambino che aspetti è davvero di Nick Jonas?-
Sospiro fortemente.
-Sì, c’è un piccolo Jonas in arrivo-
-Uau… da quando hai scoperto di essere incinta? E’ maschio o femmina? Ma Nick lo sa?-
Sgrano gli occhi e ridacchio divertita.
-Ehiehiehi! Vacci piano con le domande! Una alla volta!-
-Scusami, mi sono fatta prendere dalla mano- dice a voce bassa, imbarazzata. Le sorrido ancora e poi riprendo a parlare.
-E’ da Marzo che sono incinta e due settimane dopo averlo saputo, mi sono lasciata con Nicholas, perciò lui non sa nulla, anzi se è per questo adesso sta con Miley Cyrus. Il sesso del bambino non lo so, o meglio non voglio saperlo. Voglio scoprirlo quando nascerà- continuo io, accarezzandomi la pancia.
-Mio Dio. Ne hai passate di cotte e di crude- mi dice un po’ sconvolta.
-Già- rispondo abbassando lo sguardo.
-E i tuoi genitori?-
-Non lo sanno. Gli unici che sono a conoscenza di tutto questo, siamo io, te, la mia migliore amica Demi e i medici di questo ospedale- concludo amareggiata. Sono giù di corda anche per questo: di solito una gravidanza è un momento di gioia, finché non si tratta di una ragazza così giovane come me. D’accordo, so perfettamente di non essere matura al punto di diventare mamma, ma caspita ho vent’anni, non sono di certo una bambina. Purtroppo però, le ragazze-madri fanno sempre scalpore e destano sempre scandalo... con quale faccia avrei detto ai miei che aspettavo un bambino da Nick?
-Ma dovrai dirglielo!- esclama lei.
-Glielo dirò quando lo riterrò opportuno- concludo io, senza troppi giri di parole. Stiamo in silenzio, con lo sguardo rivolto altrove, cercando qualcosa di sensato da dire. Poi ricomincia.
- Selena…-
- Si Maddie?-
- Mi racconteresti com’è stare con Nick Jonas? Voglio dire… come diavolo avete fatto ad incontrarvi? Cioè, lui è un cantante di successo, come si è innamorato di te?-
Io le scoppio a ridere, in faccia, ma in un attimo i ricordi mi assalgono e ripenso alla prima volta in assoluto che l’ho visto.
-E’ una lunga storia-
-Ho tutto il tempo per ascoltarla- mi rispose prontamente lei. La guardo un po’ incerta e mi chiedo se sia giusto che una sconosciuta sappia di quello che c’è stato tra me e Nick, ma peggio di così non potrebbe andare, la mia vita è andata a rotoli già da tre mesi, perciò non sto troppo a pensarci.
-Beh, diciamo che se volessimo partire proprio dall’inizio, cominciò tutto così…-


20 Febbraio 2010

-Dai Sel! Ti prego!-
Demi mi veniva dietro per tutta casa, mentre girovagavo in mutande e con l’asciugamano tra i capelli. Sghignazzai un po’ sotto i baffi, vedendo la mia amica supplicarmi in tutte le maniere possibili ed immaginabili.
-Demi, non mi piacciono, perché dovrei venire a sentirli?- chiesi, indispettita.
-Perché mio fratello mi ha comprato due biglietti ed io non voglio andarci con nessun altro, che non sia tu- rispose lei accigliata. Io sorrisi ancora, divertita da quella situazione. Demi, alle volte, sapeva essere una vera piattola e imbrogliava tutti con quell’aria da bambina imbronciata che si ritrovava.
Mi diressi in bagno, seguita a ruota da lei e frizionai i capelli. Lei si sedette sul water con le braccia conserte e un muso lungo fin sotto alle ginocchia.
-Dov’è che starebbero ‘sti tre, stasera?- chiesi, per attaccare bottone.
-Allo stadio, qui a Los Angeles- mi rispose lei, con aria speranzosa. I suoi occhi cominciarono a brillare, sentendomi chiedere quelle cose ed io tornai a guardare lo specchio di fronte a me. Volevo farla penare ancora un po’, ma non gli avrei detto di no: quella musica non mi piaceva, ma era la mia migliore amica e per lei mi sarei sorbita qualsiasi lagna.
-Mmh, capisco-
Il suo entusiasmo si spense in un attimo.
-Ti prego Sel, se verrai con me, la prossima settimana faremo tutto ciò che vuoi!-
-Tutto tutto?- chiesi, maliziosamente, pur sapendo che non l’avrei mai costretta a fare quel che mi piaceva.
-Sì!-
Restammo un attimo in silenzio, a fissarci.
-D’accordo, per stavolta credo di poter fare uno strappo alla regola- sentenziai, con aria di finta superiorità.
Lei saltò in piedi come un pazza e si catapultò addosso a me.
-Grazie Sel!! Grazie, grazie, grazie! Sei la migliore amica che si possa avere!- gridò abbracciandomi. Io risi insieme a lei e le cinsi le braccia attorno ai fianchi. Per Demi avrei scalato anche le montagne, se me l’avesse chiesto. Così, quella sera, sarei andata al concerto dei Jonas Brothers con lei, dove per la prima volta lo vidi a pochi metri da me.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Spazio autrice.


Salve a tutteee!! :) :) Dunqueee... finalmente il terzo capitolo! Era quasi ora! ehehehe :) Sono felicissima che vi siano piaciuti i primi due e soprattutto sono felicissima di aver ricevuto anche stavolta 4 RECENSIONI!
Grazie grazie grazie grazie! Avrei voluto rispondervi una per una, ma ora non ho proprio tempo purtroppo T_T quindi perdonatemi, vi manderò un messaggio privato quando rientro prima di cena! Oggi sono proprio indaffarata, anzi fortuna che sono riuscita a postare! ^_^ Beh che altro dirvi, spero che questo capitolo vi piaccia e da questo momento in poi, si entra nel vivo della storia! Uahahuahuahau :) Quindi seguitemi eh! ;) Un ringraziamento speciale va anche a tutte coloro che hanno inserito la storia nelle preferite e/o seguite! *_* è un onore per me! E di nuovo grazie a chi ha recensito! *SI INCHINA*
Fatemi sapere che ne pensate di questo chap che è ancora diciamo di "transizione"... ne devono succedere ancora taaantee!
Ci tengo eh! ;)
Un bacio e buona lettura!
LadyMaya

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Capitolo 3.


-E’ tardi, è tardi, è tardi!-
Demi strepitava come un’ossessa, fissando istericamente l’orologio. Erano le nove e un quarto, il concerto sarebbe iniziato intorno alle dieci ma, tra le macchine, il parcheggio e la scazzottata con quell’ammasso di pazze che avremmo di sicuro trovato, avremmo rischiato di perderci l’entrata dei Jonas sul palco, nonché uno dei momenti epici per una fan sfegatata come la mia amica.
Sfrecciavo per il traffico come una matta, avevo il viso arrossato per l’agitazione e una piccola gocciolina di sudore corse lungo la mia tempia. In effetti, eravamo abbastanza in ritardo e di sicuro i posti in prima fila erano già belli che andati, ma continuare a gridare non sarebbe servito a nulla. Mi voltai di scatto verso Demi che mi guardava disperata.
-Dems basta! Non è che se strilli arriveremo prima, dannazione!- gridai esasperata.
Lei sgranò gli occhi per poi rimpicciolirsi nel sedile. Aveva capito che stava esagerando, perciò si azzittì e puntò lo sguardo fuori dal finestrino.
Io sbuffai per il nervoso e con foga premetti l’acceleratore. Tornai ad osservarla un po’ e le presi la mano.
-Ce la faremo! Vedrai non perderai nemmeno un minuto dei tuoi amati fratelli canterini!- dissi ironizzando.
Lei rimase un attimo in silenzio, incerta sul da farsi, poi però mi sorrise come solo lei sapeva fare e mi strinse forte la mano. Giungemmo, finalmente, a destinazione e ci fiondammo fuori dalla macchina come due furie. Corremmo verso l’entrata principale, dove le nostre speranze svanirono in un attimo: la fila era lunghissima e ci avremmo impiegato una vita. Demi era disperata.
-Ehi sta’ tranquilla, sono solo le nove e mezzo ci riusciremo- le dissi, cercando di sollevarle il morale.
Ci mettemmo in coda, in attesa del nostro turno. Nel frattempo mi guardai un attimo attorno e rimasi esterrefatta. C’erano tantissime altre ragazze, che a dirla tutta, sembravano assatanate quasi quanto Demi: una si era scarabocchiata tutta la faccia con i nomi dei tre fratelli, un’altra cantava già a squarciagola e, tra un ritornello e l’altro, non faceva altro che gridare “Joseph ti amo. Sposami”, un’altra ancora era pronta a mostrare l’enorme striscione che aveva preparato per l’occasione. Avevo la netta sensazione di essere stata rinchiusa in una gabbia di scimmie impazzite.
“Ma come diavolo le hanno trasformate? Saranno forse dei manipolatori di cervelli questi Jonas?!” pensai, vedendo quelle scene, che per me, erano sconvolgenti.
Demi, intanto, non faceva altro che mangiucchiarsi le mani, con fare nervoso ed io, d’altro canto, sghignazzai divertita. La coda sembrava non sbloccarsi, fino a quando, avanzammo un po’, ma nel fare quei due passi per poco non persi l’equilibrio: guardai in basso e notai che le mie converse erano slacciate così mi inginocchiai per sistemarle, ma mentre ero accucciata accadde un miracolo. Accanto a me c’erano due biglietti, li afferrai e li rigirai.
“Backstage Pass – MaryKate Lewis” recitava uno, invece sull’altro vi era scritto “Backstage Pass – Jane Rogers”.
Gli occhi mi si illuminarono di colpo.
-Sel che stai facendo?-
La voce di Demi mi piombò nelle orecchie, riportandomi alla realtà e con un rapido scatto, mi sollevai e mi afferrai alle sue braccia.
-Dems, questo sarà il giorno più bello della tua vita!- le dissi, raggiante. Lei mi osservò con aria interrogativa e poi guardò le mie mani.
-Che stai dicendo?! Che hai lì?-
-Shhh!!- sussurrai, portando l’indice davanti alla bocca – non ci crederai, ma ho trovato due biglietti per il backstage qui per terra!-
Lei non riuscì ad emettere alcun suono, se non un gridolino isterico, che soffocai con la mano, nel tentativo di non dare nell’occhio.
-Dio Sel!! Oh my Jonas sto per svenire! Ma in fondo non è giusto, insomma… non siamo le vere proprietarie, come faremo…- affermò lei, dubbiosa.
-Dems, perché devo insegnarti proprio tutto?! Ci fingeremo “MaryKate” e “Jane”. Non dirmi che non vorresti incontrare di persona i Jonas!- sentenziai ridendo.
-Sarebbe un sogno!-
-Bene, ricordati che i sogni sono fatti per diventare realtà! Vieni con me!- le dissi felice. Dopodiché, l’afferrai per un braccio e cercammo di farci largo tra la folla. Giunsi all’inizio della fila, sotto gli occhi inviperiti di tutte le presenti e mi piazzai di fronte all’enorme bodyguards che controllava l’entrata. Mi piantai prepotentemente davanti a lui e gli sventolai i pass in faccia. Lui mi fece un cenno con il capo e ci lasciò passare. Demi rimase a bocca aperta, incredula di fronte a quella situazione. Io, invece, me la stavo spassando come non mai. Non appena, ci trovammo dentro, restammo immobili: lo stadio era quasi pieno, gremito di gente ed era uno spettacolo.
-Dove siamo posizionate noi?- chiesi io
-In piedi, in mezzo al prato-
Riprendemmo a camminare, fino a quando non arrivammo alla nostra destinazione. Eravamo in ritardo, perciò dovevamo accontentarci di un po’ di posti dietro, ma in fondo non eravamo poi così lontane dal palco, la visuale era buona e poi avevamo i pass per il backstage, a fine concerto avremmo comunque incontrato i Jonas, per la gioia di Demi. Lei continuava a guardarsi intorno meravigliata, era il suo primo concerto e non riusciva ancora a credere a ciò che aveva di fronte.
-Grazie Sel, grazie di cuore. Questo è il giorno più bello di tutti!- gridò fissando lo stadio, mentre io le sorrisi. Aspettammo ancora un po’, quando ad un certo punto le luci si spensero e tutte cominciarono a gridare, fino a che un faro illuminò una figura, subito dopo un’altra e poi un’altra ancora. I tre fratelli avevano fatto la loro entrata. Demi portò una mano alla bocca e sgranò gli occhi.
-Joe! C’è Joseph, Sel! Guardalo, guardalo! Ho il cuore a mille… è meraviglioso! VAI JOE!!! YUHUUU!!- urlò lei. Aprirono il loro concerto con una canzone, a me, ovviamente, sconosciuta, intitolata “Paranoid” e il pubblicò si scatenò. Conclusero la prima esibizione della serata e il mezzano, il famoso Joseph Adam Jonas prese il microfono in mano per salutare le sue fans.
-Buonasera L.A.! Caspita quante ne siete! Come avrete notato, stasera non è molto caldo qui, ma se devo essere sincero, non sto morendo dal freddo… perché ci siete voi, con il vostro immenso calore, a riscaldarci!-
Detto questo, lo stadio impazzì, Demi in primis. Stava per avere un cedimento, tanto che la ressi per i fianchi per sicurezza. Poi si avvicinò al microfono un altro dei tre fratelli, precisamente il più piccolo.
-Beh, credo che Joe abbia già detto tutto ma non posso non ricordarvi, anche da parte di Kev, che siete le migliori fans al mondo che si possano desiderare!-
Ed anche dopo le parole di Nick si scatenò il putiferio. Io, però, rimasi immobile, stregata da quel ragazzo ricciolino, così dolce e… e dannatamente bello. Il concerto riprese e proseguì con “Poison Ivy”, “Live to Party” e altre canzoni di cui ignoravo l’esistenza, ma a me poco importava. Restai per tutto il tempo con gli occhi incollati su quel ragazzo, fissando ogni suo movimento, soffermandomi su ogni sua mossa, su ogni piccolo sorriso complice che, di tanto in tanto, lanciava ai fratelli. Demi, nel frattempo, si stava dando alla pazza gioia. L’ultima canzone fu “Fly with me” durante la quale il pubblico andò in delirio, mentre io rimasi impalata, invasa da una tremenda scarica di brividi, per tutti e quattro i minuti. La sua voce mi risuonava nella testa come una dolce melodia e pensai che al mondo non esistesse una creatura più meravigliosa di lui. Per un attimo, ebbi l’impressione che mi stesse guardando, perché il suo sguardo era rivolto dalla nostra parte e mi sentii osservata.
“Stupida. Con lo stadio pieno zeppo di ragazze, proprio te dovrebbe guardare?!”
Con quei pensieri in testa, lui urlò per l’ultima volta “Fly with me” , stabilendo la fine dell’esibizione e con quella, del concerto stesso.
-Che serata!! Sel è stato favoloso! Ma l’hai visto Joe? E’ fantastico, è… è… non so nemmeno io come definirlo!-
Demi era su di giri ed io attivai il cervello che per quelle due ore era stato in stand by.
-Vieni! Non è ancora finita! E’ l’ora del backstage!-
Demi saltellò felice e sgattaiolammo tra la folla, che si apprestava ad uscire dallo stadio. Noi ci dirigemmo dietro le quinte, dove mostrammo nuovamente i pass ai vari uomini della security e ci intrufolammo nel backstage.
Lì, c’erano altre ragazze, che avevano quei biglietti e che attendevano impazientemente i Jonas. I tre fratelli uscirono dai loro camerini e si avviarono verso il primo gruppo di ragazze. Demi stava per avere un mancamento.
-Senta, dev’esserci un errore io avevo quei maledetti pass cavolo!-
-Non posso far nulla signorina mi dispiace-
Io e Demi ridemmo sotto i baffi della sfortuna di quella ragazza che stava litigando con il bodyguard, fino a che non ci si presentarono i tre Jonas davanti. Restammo immobili, mentre loro sorrisero vistosamente.
-Ciao io sono Joe e loro sono Nick e Kevin, ma penso che questo tu già lo sappia!- cominciò il mezzano, rivolgendosi a Demi. Lei non rispose, tanto era presa dall’emozione, così a quel punto intervenni io.
-Ehm ciao Joe, Nick, Kevin… è un onore potervi stringere la mano! Scusate la mia amica, è talmente agitata che non riesce a spiccicare parola, di solito è molto più vivace! Eheh!- dissi io, cercando di salvare il salvabile. Loro ridacchiarono un po', mentre Dems mi diede una gomitata.
-Comunque, io sono MaryKate Lewis e lei invece è Jane Rogers- sentenziai.
-EHI!! Io sono MaryKate!- La ragazza che stava discutendo prima con l’omone si avventò su me e Demi, afferrando i nostri pass, sotto gli occhi increduli delle rockstar.
-Mi avete rubato i pass!-
I tre fratelli cominciarono a sogghignare divertiti, mentre io cercai di inventarmi qualcosa sul momento.
-E’ stato un piacere conoscervi!- gridai ai Jonas.
Acchiappai per un braccio Demi e, ridendo a crepapelle, scappammo velocemente da lì.
-Tornate qui!-
Fuggimmo fuori dallo stadio, con il mal di pancia per le risate e saltammo svelte in macchina.
-Oh beh, questa sarà una serata che non scorderò mai!- esclamò Demi.
-Nemmeno io- conclusi, con il sorriso sulle labbra.
Misi in moto e sgommai lontano da lì, prima che la “vera” MaryKate ci raggiungesse.

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Capitolo 4
*** 4. ***


Spazio autrice.


Salve a tuttee!! *_* Ragazze... sto per piangere! 6 RECENSIONI!
T_T Siete fantastiche, siete adorabili!! Vi amo tantissimooo!!! XD XD
Ok, lasciamo stare il momento del delirio!! Grazie di cuore! Sono così felice che la mia storia non sia un fiasco totale! *_* Scusare se vi ho fatto aspettare ma questo chap è abbastanza importante (anche se non sembra) perché è la vera e proprio introduzione alla storia!
Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate, lasciando un commentino! ^_^
Ringrazio in anticipo chi leggerà e/o commenterà! E' un onore per me! *Si inchina più volte*
Grazie a tutti coloro che seguono la mia fic, che l'hanno inserita nelle preferite ecc..
VI AMO!! <3
Ed ora rispondo alle recensioni di ItsFeds, flywithme, Gaga_97 e MissDudy95 (A Sel4ever e JustLele ho già risposto ^_^ *Di nuovo grazie anche a voi*):
ItsFeds: Cara hai visto?! Dovevi tentare la sorte e allacciarti anche tu le scarpe il giorno del concerto! XDXD Adesso i tuoi dubbi verranno risolti!! Muahahah! Grazie mille per la recensione!! A presto! Fammi sapere!
flywithme: Ehi!! :) sono felice che ti sia piaciuto il capitolo scorso e devo essere sincera, anch'io mi sono immedesimata in Selena mentre guardava Nick incantata *_* Nick è da sbav u.u cavolo!! Comunque, bando alle ciance, spero che ti piaccia anche questo capitolo e che continuerai a seguirmi! :) Un bacio!
Gaga_97: Grazie per la "bravissima" *_* così mi fai arrossire!! :) Sono felice che la mia storia ti piaccia e anch'io amo Nelena! *_* Fammi sapere che ne pensi! un bacio!
MissDudy95: grazie di cuore per essere passata a leggere :) Sono felice che ti piaccia e spero che continuerai a seguirmi! Un bacio!
Beh che dire... Vi auguro una buona lettura e spero che questo capitolo sia di vostro gradimento!
Alla prossima!!
LadyMaya


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Capitolo 4.


Trascorse una settimana da quel giorno ed io e Demi non facevamo altro che ridere a crepapelle ogni volta che cominciassimo a raccontare di quell’episodio. Le nostre compagne di scuola ci ascoltavano curiose ed anche con un po’ di invidia: quel periodo era scoppiata l’impazzata per i Jonas, solo io ero rimasta immune a quel contagio.
-No è stato troppo divertente, credo che non avessi potuto vivere il mio primo concerto dei JoBros meglio di così!- concluse Demi, sistemando i libri nell’armadietto, dopo aver ricordato di nuovo gli eventi di quella serata.
-Già, lo penso anch’io!- esclamai, tirando indietro i miei lunghi capelli corvini. Avevamo appena terminato l’ora di ginnastica e, nonostante mi fossi cambiata, sciacquata e asciugata avevo ancora le guance arrossate.
-Senti Sel, oggi pomeriggio ti va di venire a fare shopping con me? Tra due settimane c’è la festa di primavera ed io non so che cosa indossare- mi disse Demi, implorandomi con il suo solito musetto ingannatore. In effetti, avrei anche potuto accettare l’invito, i soldi mi sarebbero bastati, visto che al bar l’ultima avevo ricevuto un sacco di mance. Poi però, mi tornarono in mente le parole di mia madre.

“Sele, oggi appena sarai tornata da scuola, passa a casa vecchia e prendi gli ultimi scatoloni rimasti, così entro stasera avremo terminato”

Avevo completamente dimenticato che avremo concluso il trasloco quella sera. Stavamo per trasferirci in un’immensa villetta nel quartiere di Toluca Lake: i miei erano eccitati all’idea di andare a vivere nella nuova casa, ma quel fatto non mi esaltò mai così tanto. Ero molto legata alla zona di Los Angeles in cui ero vissuta fino a quel momento, soprattutto perché lì vi ero cresciuta, lì avevo conosciuto Demi e adoravo i miei vicini, erano tutti così gentili e disponibili. Senza contare che da lì a scuola ci impiegavo dieci minuti scarsi, mentre dalla nuova casa ci avrei messo venti minuti per giungere a destinazione. Poi era troppo grande per i miei gusti, insomma fino ad allora io, mamma e papà avevamo abitato in una struttura di modeste dimensioni e passare di punto in bianco, da un eccesso all’altro era un po’ sconvolgente per me ma avrei dovuto rispettare le loro decisioni: i miei genitori avevano investito su quella casa i risparmi di una vita e non avrei di certo rovinato il loro sogno per un mio stupido capriccio, non era giusto.
-Mi spiace Dems, devo aiutare mamma questo pomeriggio. Mancano le ultime cose da portare dillà, stasera è prevista la prima cena nella nuova casa- annunciai con falso entusiasmo. Lei sorrise appena, capendo il mio dispiacere e si spostò una ciocca di capelli dal viso.
-Oh non c’è problema! Ci andremo domani d’accordo?-
Annuii con un cenno del capo e ci abbracciammo. In fondo non saremo state così distanti, anzi avrei dovuto ringraziare la buona sorte che si fosse trattato solo di un cambio di quartiere, se fossimo andati in un’altra città non ce l’avrei fatta.
La campanella ci riportò alla realtà e ci annunciò la fine della giornata scolastica. Demi mi salutò, dicendomi di voler andare a trovare sua cugina che abitava a pochi isolati dalla scuola ed io mi avviai verso casa da sola. Giunsi, finalmente, a destinazione, sfilai le chiavi dalla tasca e le infilai nella toppa.
-Mamma! Papà!-
Gridai forte ma non rispose nessuno. La casa era completamente vuota, non c’era rimasto più niente. Mi diressi in camera mia per prendere le ultime cose e trovai un post-it sulla porta.

“Tesoro, io e papà siamo già di là, ti ho lasciato le chiavi della macchina qui sul primo scatolone che trovi. Fai presto mi raccomando che questa sera ci attende un bella cenetta! Mamma.
Ps: Non preoccuparti per Shiro, l’abbiamo già portato noi a casa nuova, anche la cesta con il cuscino”

“Meno male, non hanno dimenticato il gatto!”
Tirai un sospiro di sollievo e osservai i cinque cartoni in cui avevo imballato le mie cose. Sbuffai osservandoli.
-Forza! Diamoci da fare!-
Uno per uno li portai in macchina, dopodiché partii alla volta di Toluca Lake.
Arrivai nella mia nuova casa tutta trapelata e stanca morta. L’osservai ancora una volta da fuori e rimasi incantata per quanto fosse bella e imponente.
-Selena eccoti qui! Da a me, ci penso io!-
Mio padre mi raggiunse velocemente e afferrò la prima scatola che si trovò sotto il naso.
-Grazie papà-
-Tesoro vieni dentro, altrimenti prenderai un bel raffreddore!- gridò mia madre sull’uscio di casa.
-Arrivo!-
Erano felici, glielo si leggeva sul volto, io forse un po’ meno, ma che importava, la mia famiglia era serena ed io non potevo desiderare di meglio.

Il giorno dopo restai a casa, mamma non mi venne a disturbare per andare a scuola. Dopotutto, la sera prima ero rimasta fino a tardi a sistemare la mia cameretta e lei decise, gentilmente, di farmi riposare per una volta. Quando mi svegliai, ero sola, i miei erano a lavoro e l’unica compagnia che avevo era quella di Shiro, il mio enorme gattone bianco e peloso, che non appena mi alzai si preoccupò di venirsi a strusciare attorno alle mie caviglie. La mattinata la trascorsi ad aggiustare le cose un po’ per tutta la casa e mi dedicai anche al pranzo. Mio padre solitamente non tornava per quell’ora ma la mamma sì, così decisi di farle una bella sorpresa per ringraziarla di avermi concesso un giorno di vacanza.
-Selena sono a casa!- urlò lei dall’ingresso.
-Vieni in cucina mamma!-
Sentii i suoi passi avvicinarsi a me e la vidi entrare allegramente.
-Sel che tesoro che sei! Hai pensato al pranzo!-
-Se è per questo ho dato una bella sistemata dappertutto qui dentro-
Lei sorrise felice e si accomodò a capotavola. Le avevo preparato un po’ di pollo fritto con l’insalata.
-Come è andata a lavoro oggi?-
-Bene, le solite cose. Pieno di clienti come sempre, ho letto tante di quelle ricette stamattina che ora ho la testa come un pallone e leggo i nomi delle medicine ovunque!- disse lei, esasperata.
Mia madre era una farmacista e, fin da quando ero bambina, lavorava in una farmacia vicino al centro di Los Angeles.
-Domani ho il turno di notte perciò dovrai pensare a fare la cena a tuo padre-
-D’accordo-
Alla fine del pranzo si offrì di lavare i piatti, mentre io stavo per stendermi sul divano quando il campanello suonò.
-Sel vai tu!-
Mi alzai sbuffando ed andai ad aprire la porta. Di fronte a me, trovai una bella donna sui quarantacinque anni che teneva tra le mani un portavivande e un bambino imbronciato affianco a lei.
-Ciao! Tu devi essere Selena vero? Io sono Denise, la vostra vicina di casa- sentenziò lei, sorridente.
Non ebbi il tempo di risponderle che mamma si avventò sulla porta, scansandomi.
-Denise!! Che piacere e questo è il piccolo Frankie! Entrate, entrate! Sel non lasciare gli ospiti all’ingresso, è maleducazione!-
Denise rise appena e varcò la soglia di casa mia, seguita, controvoglia, dal bambino.
-Mandy! Che bella casa davvero e che meravigliosa ragazza che hai!- esclamò Denise.
-Grazie esageri Denise cara, prego accomodatevi qui in sala-
-Tieni, ti ho portato una torta di mele appena sfornata, per darti il benvenuto da queste parti-
-Oh ma non dovevi! Che gentile!- squittì mia madre che era su di giri.
Mi madre li fece sedere lì ed io mi diressi immediatamente a preparare un caffè.
-Vi siete sistemati per bene tu e Ricardo, complimenti!-
Cominciarono a parlare del più e del meno fin quando non tornai da loro, con il vassoio in mano.
-Ti ringrazio Selena-
Mi sedetti accanto a mia madre e rivolsi un sorriso d'approvazione a Denise.
-Mamma hai fatto già conoscenza insomma!- dissi, ridacchiando.
-Oh beh, sì. Io e Denise ci siamo conosciute qualche settimana fa quando abbiamo cominciato il trasloco. Lei e suo marito Paul Jonas vivono nella villetta qui accanto alla nostra da un annetto ormai, anche se non “tutti” lo sanno- rispose mamma, ammiccando verso Denise.
All'inizio, non capii a cosa alludessero poi però, quando sentii quel cognome sgranai per un attimo gli occhi, ma subito mi tranquillizzai.
“Dai Sel, stai diventando ossessiva peggio di quelle fans assatanate! E’ solo una stupida coincidenza! Figuriamoci se…” pensai tra me e me.
-E tu sei il piccolo Frankie, che amore di bambino!- disse mia madre
-Ho undici anni e mezzo io!- sentenziò lui, indispettito.
Denise e mia madre scoppiarono in una fragorosa risata, mentre io gli sorrisi dolcemente.
-E gli altri ragazzi dove sono?-
-I miei giovanotti sono in giro con il padre, sono molto impegnati in questi giorni-
“Altri figli? Tutti maschi?” pensai, scrutando quella donna.
-Certo, certo. Immagino quanto abbiano da fare!- rispose mia madre.
-Conosci i miei figli, Selena?- mi domandò lei.
Scossi la testa.
-Abito qui da un giorno, non ho avuto modo di vederli-
Lei rise un po’ e tornò ad osservare mia madre.
-Ti avevo detto che non li aveva mai nominati, Denise!-
“Ma cosa vanno blaterando?!”
Non riuscivo a seguire il filo del discorso, c'era qualcosa che quelle due mi stavano tenendo nascosto.
-In fondo è meglio così, in tutte gli altri posti in cui abbiamo vissuto, come le figlie dei vicini venivano a conoscenza dell’identità dei miei tre ragazzi, facevano le pazze per incontrarli- raccontò Denise, divertita. Sfoderai un sorriso di cortesia, ma poi tutto mi fu chiaro e in un attimo, l’espressione del mio volto cambiò… non potevo crederci, stavo per avere un mancamento.
“Non sta succedendo, non a me… Saranno davvero loro? Oddio e se mi dovessero riconoscere?! Mi denunceranno per aver imbrogliato quella volta?!”
Ero disperata.
-Posso… posso sapere come si chiamano i suoi figli Denise?- chiesi flebilmente. Il cuore mi batteva forte nel petto, aspettando con impazienza la risposta che già sapevo, ma che dovevo sentir uscire dalla bocca della donna che avevo di fronte.
-Kevin, Joseph e Nicholas Jonas-
-I Jonas Brothers- balbettai sconvolta.
-Allora li conosci?- domandò lei, sorridente.
-Sì, cioè no… o meglio, li ho… li ho sentiti menzionare da… da qualche parte-
Rimanemmo un attimo in silenzio a fissarci ed io ancora non riuscivo a metabolizzare ciò a cui ero venuta a sapere.
-Chi vuole un pezzo di torta?- mamma interruppe quel momento ed io immediatamente ripresi spirito.
-Mamma io vado da Demi, devo farmi dare i compiti per domani-
Inventai una scusa per andarmene da quel posto.
-Allora scappo, è stato un piacere fare la vostra conoscenza Denise. Arrivederci!-
-Arrivederci cara! Il piacere è stato mio-
Detto questo, mi fiondai fuori di casa e incredula, salii in macchina e sfrecciai verso casa di Demi. Quando glielo avrei detto, le sarebbe preso un infarto, come minimo.
“Non posso crederci… I Jonas Brothers sono i miei nuovi vicini di casa”.
Fu proprio da quel giorno che la mia vita cambiò totalmente.

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Capitolo 5
*** 5. ***


Spazio autrice.


HOLAAA A TUTTE VOI!! :) Ma dico, quanto siete belle e meravigliose?? *_* 8 RECENSIONI!
Graziegraziegrazie!! *_* Mi fate commuovere!
Scusate per il ritardo madornale, ma ho dovuto studiare per i test di ammissione e non ho avuto proprio tempo per postare il capitolo! *Dannati test!!*
Comunque, che dire... sono felicissima che la mia fic vi stia piacendo e ringrazio tutte coloro che mi seguono, leggono e/o commentano! *_* Siete la mia forza e la mia soddisfazione! *Si inchina più volte*
Che altro aggiungere... beh questo è un altro capitolo di transizione, diciamo che purtroppo è necessario per introdurre il prossimo! dovrete pazientare ancora per un paio di capitoli! :)
Comunque, spero che vi piaccia! :) Fatemi sapere che ne pensate, magari lasciando un commentino! :)
Vi voglio bene!<3
Grazie di cuore! ^_^
Maya
Ps: Il collage qui sotto l'ho fatto io, scegliendo qualche immagine in giro per il web!


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Capitolo 5.


-CHE COSA HAI DETTO?!-
Come previsto, stava per avere un mancamento.
La voce di Demi riecheggiò in tutta la stanza, tanto che ebbi quasi la sensazione che le mura, per un istante, tremarono. Io sobbalzai un po’ , per poi tornare ad attorcigliare intorno al dito, una lunga ciocca dei miei capelli corvini.
-Hai sentito bene-
In quel momento, gli occhi di Demi si illuminarono e rimase impalata a guardarmi per attimi, che sembrarono non finire mai.
-Stai scherzando?- avvertii nella sua voce, un lieve tremore e alzai lo sguardo verso di lei.
-Demi sì, sì e ancora sì!-
Le sue labbra si spalancarono in un largo sorriso a 32 denti: la vidi prendere fiato e portare le mani attorno alla bocca, come se volesse tentare, inutilmente, di trattenere il respiro.
-AAAAAH!! MA E’ MERAVIGLIOSOO!- gridò come un’ossessa e cominciò a saltellare per la camera, come una stupida. Io, intanto, per poco non caddi indietro con la sedia a sentire quelle urla perforanti.
-Quando posso venire da te? Ma dici che tua madre sospetterà qualcosa se monterò una tenda nel tuo giardino? O potrei direttamente dormire da te per tutta la vita?-
La fissai un po’ sconcertata, finché non le scoppiai a ridere in faccia.
-Dico ma ti sei bevuta il cervello?! E poi ti ripeto che non potrai avvicinarti a loro fino a quando non ti dirò che è tutto ok. Non possiamo sapere come reagiranno quei tipi quando mi vedranno, non voglio che coinvolgano anche te!- dissi, con aria saccente e di superiorità. Demi sbuffò sonoramente e, lanciando le scarpe in aria, cadde a peso morto sul letto.
-Dio Sele, quanto la fai lunga! Nella loro breve esistenza avranno avuto modo di vedere 3 milioni di ragazze, perché mai dovrebbero riconoscere proprio te?!-
In effetti, non aveva tutti i torti, ma io sentivo che quei tre mi avrebbero dato filo da torcere e poi mi vergognavo tremendamente. Se avessero spifferato tutto alla loro adorata mammina, lei si sarebbe fatta una risata e sarebbe venuta a spettegolare con mia madre e di sicuro, mi sarei sentita una perfetta imbecille tanto da restare segregata in casa, finché tutti non avessero dimenticato l’accaduto.
Dopotutto, mi ero presa gioco di loro e non era di certo un buon biglietto da visita, come “nuova vicina”. Magari, avrebbero deciso di vendicarsi su di me, architettando orribili dispetti e scherzi di cattivo gusto. Cosa avrei dovuto fare?!
“Rilassati Sel, rilassati”
-Che ne puoi sapere?! Potrebbero essere capaci di tutto!- esclamai, esasperata. Più che altro, era un tentativo inutile di giustificare il mio stato di agitazione per quell’evento. Non so perché, ma l’idea di avere i Jonas affianco alla mia abitazione, mi metteva ansia e soggezione.
-Senti fai come ti pare, ti stai scaldando per nulla! Il resto del mondo pagherebbe oro per trovarsi nei tuoi panni e tu ti stai preoccupando senza motivo!- affermò Demi. Sorrisi e tirai un sospiro di sollievo: per una volta, fu lei a farmi ragionare.
-Va bene, d’accordo, starò calma-
-Brava così ti voglio-
-Allora vado, a quanto pare per domani abbiamo un mucchio di compiti da fare-
-Sì, domani sarà una giornata stressante-
Mi alzai dalla sedia e mi incamminai al piano di sotto, scortata da Demi. Eravamo arrivate all’ingresso, afferrai il mio cappotto e girai la maniglia del portone.
-Sel, solo una cosa…- cominciò lei.
-Uhm?-
Mi fissò, per un momento, con l’aria incerta, poi alzò lo sguardo su di me e sul suo volto spuntò uno dei suoi soliti, enormi sorrisi.
-Allora quando potrò venire a casa tua?!- domandò entusiasta.
Rimasi immobile, fino a quando, con aria di sufficienza, mi voltai e le mie labbra si incresparono in un ghigno divertito.
-Ci vediamo Dems!-
-Dai, me l’hai promesso!-
Chiusi la porta di casa Lovato dietro di me, mentre la mia amica stava ancora blaterando qualcosa e, scuotendo la testa, mi avviai verso la macchina.
“E’ sempre la solita, non cambierà mai!”
Con quei pensieri in testa, montai sull’auto, girai la chiave e filai verso casa.

I giorni seguenti passarono in fretta ed ogni volta che rientravo da scuola, mi guardavo furtiva le spalle, sperando sempre di non incontrare nessun Jonas sul mio cammino. Non appena sgattaiolavo dentro casa, tiravo un sospiro di sollievo, felice di non aver visto i tre fratelli. Quella tiritera continuò per almeno un paio di settimane, tanto che a un certo punto, cominciai a chiedermi se veramente esistessero e se veramente abitassero lì, dato che da quando stavo a Toluca Lake non avevo mai avuto modo di vederli. Da una parte ero contenta, dall’altra morivo dalla voglia di sapere dove si fossero eclissati. Cominciai addirittura a pensare che fossero invisibili!
Solo dopo e per pura “casualità”, scoprii che erano fuori città per il loro tour primaverile.

-Allora, non hai più visto né sentito Denise?- chiesi a mia madre, cercando di rimanere sul vago, mentre asciugavo i piatti che lei mi passava.
-Mmh, l’ho incontrata ieri. Io stavo rientrando, lei stava uscendo, ma ci siamo scambiate solo un saluto veloce-
-Capisco-
Tornammo a stare mute e l’unico rumore che spezzava quel silenzio era lo sciabordare dell’acqua nel lavandino.
-Ma… i figli? Che fine hanno fatto?-
-Mi aveva detto Denise che erano partiti per il Messico, avevano un paio di concerti da fare. Ma perché tutte queste domande?- mi chiese lei, quasi con sospetto.
-No niente, era così per sapere. Sono passate due settimane da quando siamo qui e non li ho ancora mai visti, né sentiti, mi chiedevo dove fossero- cercai di chiuderla lì e soprattutto, cercai di mostrare indifferenza per quella faccenda, anche se la curiosità che avevo era più forte.

Insomma, molto “casualmente”, ho avuto modo di venire a conoscenza di che fine avessero fatto quei tre. In effetti, mi stavo preoccupando per la loro assenza e proprio quando mi ero tranquillizzata, giunse il tanto temuto momento.
Era una sera come un’altra di metà Marzo, ero stanca da morire, per via della scuola e dello studio e come sempre, mia madre mi aveva chiesto di uscire a buttare la pattumiera. Non era molto freddo, anzi stavano per cominciare le belle serate più calde, in fondo era pur sempre Los Angeles e l’aria non sarebbe mai rinfrescata più di tanto. Mi avviai verso il cassonetto dell’immondizia quando mi spaventai, sentendo un bambino strillare.
-Lascialo Elvis! L-A-S-C-I-A-I-L-P-A-L-L-O-N-E!-
Le urla provenivano da casa Jonas… doveva essere il piccolo Frankie, a giudicare dal tono di voce.
Gettai in fretta la busta e tornai, con passo felpato, verso casa mia. Mi diressi rapidamente in giardino e mi avvicinai al muretto che divideva le nostre ville. La mia altezza mi impedì di osservare oltre e cominciai a maledire le mie gambe corte. Tentai inutilmente di saltare, così notai che papà aveva piazzato un bidone della spazzatura e genialmente, mi arrampicai lì sopra dove finalmente riuscii a sbirciare il cortile di casa Jonas.
C’era Frankie che cercava di sfilare la sua palla, ormai bucata, dalle fauci di un enorme Labrador color panna.
Sogghignai divertita, vedendo quella scena. Stavo per andarmene quando qualcuno attirò la mia attenzione.
-Frankie che succede?!-
Riconobbi quella voce… allora erano tornati! Il cuore mi palpitava più forte che mai.
Di scatto, mi rannicchiai ancor di più sul bidone, nel tentativo di non essere scoperta.
-N-non vuole mo-mollarlo!- esclamò il ragazzino, esasperato.
-Elvis! Elvis lascia! Basta! Elvis ho detto di mollarlo!- ordinò lui. Non ebbi modo di vedere cosa successe, ma intuii che il cane aveva eseguito ciò che gli era stato detto.
-Tieni- annunciò lui.
-Ormai è bucato! Stupido cane!- gridò Frankie, inviperito.
Mi sollevai un poco, per poterlo guardare con i miei occhi. Era assolutamente affascinante, come quando lo notai sul palco quella volta con Demi. I riccioli castani erano folti e ribelli, indossava una t-shirt bianca con lo scollo a V e un paio di pantaloncini grigi. La collana con un ciondolo piatto, gli pendeva sul petto scolpito e dondolava in armonia con i suoi movimenti.
Decisi che per quella sera poteva bastare e optai per scendere da lì, prima che si accorgessero della mia presenza. Così saltai giù, ma nel farlo, feci oscillare il bidone, che era posizionato tra un cespuglio e un paio di rastrelli e pale da giardinaggio. Sgranai gli occhi, non appena compresi cosa stava per accadere, ma ormai era troppo tardi. Le pale e i rastrelli caddero a terra, emettendo un rumore sordo.
“Chefacciochefacciochefaccio!”
-Che è stato?- ascoltai Frankie, rivolgersi a Nick.
-Non lo so-
Sentii i passi di Nick avvicinarsi sempre di più e in un attimo mi spiaccicai contro il muretto, nascondendomi dietro al cespuglio, sperando che anche il buio mi aiutasse a non essere vista.
Trattenni il respiro e alzai la testa, vedendo Nick che si era affacciato sul mio giardino e che guardava avanti a sé.
-Chi va là?- domandò lui. Scrutò a lungo la mia casa e quando capì che non c’era nulla, si allontanò.
-Sarà stato un gatto, torniamo dentro dai- sentenziò.
Restai in silenzio, fino a quando non mi accertai che fossero realmente rientrati in casa.
-Fiuuu- sospirai sonoramente e con uno scatto felino, corsi dentro, tutta trapelata.
-Ma dove sei stata?- domandò mia madre, furiosa.
-Mi sono fermata a parlare con una compagna di scuola che abita qui nei dintorni. Vado sopra- dissi velocemente.
-Una compagna di scuola?! A quest’ora della sera in giro?! Selena!-
Ma io ero già fuggita in camera mia. Avevo ancora il fiatone e mi lasciai cadere ai piedi della porta.
“C’è mancato un pelo!” pensai tra me e me.
Restai in quella posizione per un po’, passandomi una mano tra i capelli, con il viso arrossato.
Avevo avuto finalmente la conferma: Nick Jonas, o meglio i Jonas Brothers erano i miei vicini di casa ed io avrei dovuto imparare a convivere con quella situazione, ma soprattutto ero consapevole del fatto che non li avrei potuti evitare per sempre.

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Capitolo 6
*** 6. ***


Spazio autrice.

HOLA GENTEEE!!
Sono mortificata per l'immenso ritardo, ma ho avuto seri problemi prima con il pc (con la mia solita grazia, sono inciampata al filo del carica batteria e ho fatto cadere il portatile, distruggendo tutti i cristalli liquidi dello schermo T_T) e poi quando ho ricomprato il notebook, mi sono trasferita da 4/5 mesi nella mia nuova casetta e sono stata senza telefono fisso né ADSL fino a tre giorni fa! T_T CHIEDO PERDONO! Mi capirete spero! XD
Comunque bando alle ciance! Spero che ci sia ancora qualcuno che abbia voglia di leggere questa long su Nelena! Francamente non so ancora se la devo inserire nella sezione dei Jonas o nella sezione degli attori Disney.
Ditemi voi! Vabbeh, questo capitolo è particolarmente interessante e mi auguro vivamente che vi divertiate nel leggerlo! Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo molto! *_*
Sempre che qualcuno abbia ancora voglia di seguirmi! Ringrazio in anticipo, chi commenterà e chi solo leggerà! Un bacione e a presto!!
Maya

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Capitolo 6.





Fortunatamente anche quel weekend, dopo il quasi “scontro”, riuscii ad evitare quei maledetti fratelli canterini da strapazzo. Erano partiti per un breve tour e sarebbero tornati solo dopo una settimana. Mia madre e Denise ormai erano diventate grandi amiche, se la spassavano alla grande insieme, tra thé, pasticcini, frivole chiacchiere e chi più ne ha più ne metta. Ammetto però, che la questione mi faceva comodo: ero costantemente informata sui continui spostamenti di quei tre. Mi dileguavo sempre ogni qual volta venivo a conoscenza del loro ritorno a Toluca Lake e quella storia durò per qualche altro giorno finché un bel pomeriggio di inizio Aprile, i miei piani andarono letteralmente in fumo.
Ero certa della partenza dei Jonas, perciò convinsi Demi a venire a correre con me al parco del mio elegante quartiere.
-Non sarebbe meglio andare a fare shopping? E’ pur sempre movimento! Sai quante calorie si consumano a camminare lungo le strade del centro, a provare e riprovare vestiti e scarpe!- protestò lei, dall’altra parte della cornetta.
-Certo se però la smettessi di ingozzarti di schifezze tra un negozio e l’altro! Sarebbe meglio non trovi?!- risposi io scocciata.
-Ehi! Sei tu che volevi i Marshmallows l’ultima volta, io ti ho solo accompagnato!- ribeccò lei.
-Dems il punto è un altro: a fine mese c’è il ballo di primavera e non voglio andare a fare la figura del dirigibile, chiaro?! Dai sarà divertente, niente di troppo impegnativo! Io però andrò con i pattini- annunciai tutta contenta.
-Tu sei fuori, non oserai costringermi a mettere quei cosi ai piedi! Te li sbatto in testa!-
Mi scappò una grossa risata ad immaginarla sui pattini mentre lei dall’altra parte del telefono li malediva con tutto il cuore.
Demi era sempre stata un disastro in ginnastica, a stento riusciva a non inciampare nei suoi stessi piedi, figuriamoci se avrebbe dovuto indossare i rollerblade o camminare sulle punte! Il suo già precario equilibrio sarebbe stato messo a dura prova.
-Ti aspetto alle quattro ok? Puntuale!- dissi, sogghignando ancora un po’.
Riagganciammo e saltellai verso l’armadio in cerca della mia tenuta sportiva. In venti minuti circa mi preparai e fui pronta proprio quando Demi suonò alla porta. Mi affrettai ad aprirle, trovandomela davanti con un broncio che arrivava fin sotto ai piedi.
-Che c’è, ti è morto il gatto?- esordii ironicamente.
-No mi stavo solo chiedendo per quale assurdo motivo ho acconsentito alla tua voglia di fare jogging!-
-Quante lagne! A fine corsa ti pago un frullato al chiosco- le dissi, facendole l’occhiolino.
Lei sorrise un po’ ed io la incoraggiai ad andare.
Io avevo già sistemato i pattini ai piedi perciò ci avviamo. Il tragitto fino al parco passò in fretta, tra una chiacchiera, una risata e ogni tanto qualche piccola pausa per Demi che aveva già il fiato corto.
-Odio odio odio profondo! Non avrei dovuto darti ascolto e non siamo neanche arrivate al parco! E poi non è giusto, tu vai più veloce- boccheggiò lei, poggiando le mani sulle ginocchia.
-Eccoci stupida!- le dissi indicandole l’ingresso del parco –tre giri e il frullato sarà tutto per te!-
Lei sbuffò sonoramente e mi seguì a ruota.
Senza neanche rendercene conto avevamo già percorso il primo intero giro, fino a quando Demi non richiamò la mia attenzione.
-Ehi! A quanto pare questo posto è frequentato anche da qualche bel fusto!- mi disse maliziosamente, facendomi segno di girare gli occhi. Pochi metri avanti a noi, c’erano due ragazzi che correvano allo stesso ritmo, ignari della nostra presenza. Uno era moretto, con un evidente cresta che probabilmente era più folta sulla fronte. Il taglio terminava esattamente all’altezza della nuca, lasciando scoperto il collo leggermente abbronzato. Portava un pantaloncino corto grigio ed una semplice t-shirt bianca, che metteva in risalto i muscoli scolpiti delle sue spalle prorompenti, lasciando grande spazio all’immaginazione. Seguii con lo sguardo la linea dei suoi fianchi, poco più esili rispetto al resto della schiena, i quali terminavano in uno stretto bacino che faceva da cornice a due natiche ben definite. Sgranai gli occhi a quella visione, incredula al fatto che potesse esistere un corpo tanto sexy. Passai ad ispezionare l’altro, leggermente più alto del suo compagno. Saltò subito all’occhio la folta chioma castano chiaro cosparsa di riccioli ribelli. Indossava un pantaloncino blu notte ed una t-shirt grigia. Questa gli aderiva perfettamente, tanto che la spina dorsale, spartiacque delle larghe spalle, era chiaramente visibile e fui in grado addirittura di distinguere le fossette di Venere, poste al di sopra di quel fondoschiena perfetto. Rimasi a bocca aperta, pensando che fossero angeli caduti dal cielo o addirittura alieni. Non potevano esistere creature più meravigliose di quelle.
-OH MIO DIO- bisbigliai, stropicciandomi gli occhi, con entrambe le mani, quasi temessi di stare a sognare.
-Lo penso anch’io- rispose Demi, impegnata come me a bearsi di quello spettacolo.
Restai imbambolata ancora per un po’ e quel momento di distrazione mi costò caro.
-SEL ATTENTA!-
-Cosa?!-
Non ebbi il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, sentii solo di aver urtato non so che con le ruote dei miei pattini e di rimando mi sbilanciai in avanti, urlando come una matta. Stranamente però mi ritrovai stesa su qualcosa di caldo, per giunta anche profumato.
-Oh cavolo!-
Il suono di una melodiosa voce maschile rimbombò nelle mie orecchie e, ancora un po’ stordita dall’accaduto, riaprii gli occhi.
-Stai bene?- mi chiese quella voce. Cercai di mettere a fuoco, sforzandomi di capire chi avessi di fronte.
-Credo di sì- affermai, debolmente.
-Ehi gente, quello messo a terra sono io!-
Mi sollevai un po’ per capire dove fossi finita, accorgendomi di stare sdraiata con il ventre sulla schiena del bel moretto di prima, steso a pancia in giù anche lui, sul marciapiede. Di colpo avvampai, vergognandomi da morire, non tanto per la caduta epica, degna di un guinness record, quanto per la posizione in cui mi trovavo. Scattai in piedi, come un’anguilla, mentre il ragazzo riccioluto aiutava il moro a rialzarsi. Realizzai di essere inciampata su una mattonella un po' rialzata del marciapiede, che maledissi con tutta me stessa.
Demi corse verso di me, tutta trapelata.
-Sel grazie al cielo! Io l’ho sempre detto che sono pericolosi questi accrocchi, rischi di romperti l’osso del collo e poi…e poi… - le ultime parole di Demi assomigliarono ad un sibilo incomprensibile.
All’inizio la ignorai del tutto, tanto ero occupata a risistemarmi i capelli, che avevano assunto le sembianze di un nido d’uccelli e mi spolverai la maglia ma quando alzai la testa per capire cosa l’avesse messa a tacere, sbiancai.
“Nonstasuccendendoamenonèreale”ripetei due o tre volte nella mia testa.
Joseph e Nicholas Jonas, in tutta la loro bellezza mozza-fiato, mi fissavano di sbieco, come se stessero aspettando che dicessi qualcosa. Non erano partiti? Non dovevano essere fuori città quei giorni?
Restai immobile, incapace di elaborare un qualsiasi pensiero sensato, il cervello era andato in tilt, non c’era via di scampo. Demi nel frattempo era stata colpita da una paralisi facciale o meglio da una paralisi totale.
Joe ci guardò ancora, spostando lo sguardo prima su di me poi su Demi, di nuovo su Demi e dopo su me. Aveva capito, o perlomeno le nostre facce (di bronzo) non gli erano nuove, mentre Nick continuò a scrutarci torvo.
Non so in che modo riuscii a sganciarmi da quell’imbarazzo, fatto sta che acchiappai Demi, letteralmente in trance, per un braccio, trascinandola di peso e feci per andarmene.
-Un momento! Aspettate!- gridò il mezzano.
-Ora ho capito!- esordì Nick all’improvviso.
Io mi bloccai, con il cuore alla gola, consapevole di essere stata scoperta. Game over.
-Non siete le ballerine di quel programma di musica in cui abbiamo fatto l’intervista l’altro ieri?!- domandò Joe.
Riordinai velocemente le sue parole e quando presi coscienza che ci avesse di nuovo scambiato per altre, scoppiai a ridere in silenzio.
“Che imbecille patentato” pensai, sghignazzando tra me e me. Nel frattempo Demi l’avevo persa, era in un altro mondo, i pochi neuroni che le erano rimasti avevano deciso di prendersi le ferie.
-Ehm… sì, siamo proprio noi!- affermai, titubante.
-Ma quali ballerine, che cavolo dici Joe! Che tonto che sei! Non ricordi? Sono le ragazze che hanno rubato il pass, per venire dietro le quinte allo scorso concerto qui a L.A.-
In un attimo, Nick spezzò quel briciolo di speranza di farla franca. Ennesima figuraccia. Nick si avvicinò, con il sorriso stampato sul volto e non so perché mi spaventai, tanto che ad ogni suo passo verso di noi, io indietreggiavo, attenta a non cadere di nuovo finché non me lo ritrovai ad un palmo dal mio naso. Da vicino era ancora più affascinante, toglieva il respiro, tanto che temei di sembrare un'idiota con la faccia da pesce lesso. Deglutii fortemente.
-Toglimi una curiosità… come diavolo ci siete riuscite?- mi domandò divertito. Joe, che intanto aveva fatto mente locale, raggiunse il fratello con la stessa spavalderia e sghignazzò.
-Non siamo ladre!- dissi, urlandogli in faccia.
-E allora come avete fatto ad avere quei pass, per giunta con il nominativo?!- continuò il più piccolo.
Ero con le spalle al muro, sola contro quei due, pronti a farmi l’interrogatorio.
-D’accordo, per sbaglio li abbiamo trovati per terra, mentre aspettavamo in coda fuori l’entrata dello stadio- sbuffai io.
-Non ci credo neanche un po’- sentenziò Joe. Davvero pensava che avessimo scippato qualcuno?
-In effetti ti sei appena spacciata per una ballerina, hai di nuovo mentito. Sbaglio?!- intervenne Nick. Stavo per sbottare.
-Ma chi vi credete di essere?! Se proprio volete la verità io neanche volevo venirci al vostro stupido concerto, sono stata costretta! Anzi a dirla tutta voi Jonas non mi piacete per niente, siete solo dei palloni gonfiati e le vostre canzoni fanno schifo… SCHIFO!- gridai con tutto il fiato che avevo in corpo. Demi, che ancora non riusciva a proferire parola, sgranò gli occhi e mi guardò sconvolta. Avevo appena detto ai Jonas Brothers che la loro musica era abominevole. Loro non si scomposero, mi fissarono ancora un po’ per poi scoppiare a ridere all’unisono.
-Che caratterino!- mi disse Joe.
Io aggrottai ancor di più le sopracciglia, inviperita come non mai, per poi voltarmi in direzione di Demi.
-Andiamo!-
Tirai Demi verso di me e ci allontanammo, quella volta davvero. Sentivo i loro risolini e i loro sguardi addosso ma me ne infischiai, continuando a pattinare. Demi rimase scioccata e una volta svoltato l’angolo mi strattonò per la maglia con violenza.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?!- sbraitò lei, incredula.
-Mi hanno infastidita! Ci hanno accusato di essere ladre, avresti potuto aiutarmi invece di rimanere come una tonta!-
-D’accordo, ma serviva dirgli che fanno schifo come artisti?! Cioè ti sei bevuta il cervello?!- continuò lei, agitando le braccia al cielo e con il viso arrossato per la collera.
-Dio Dems, vorresti dire che sono davvero talentuosi?! Per favore! E comunque, che ti frega, sono stata io a dirglielo, mi assumo la responsabilità delle mie azioni- sentenziai soddisfatta.
-Certo, questo è scontato ma non sono io la loro nuova vicina di casa!-
“Porca vacca.”
Avevo dimenticato quel piccolissimo ed insignificante dettaglio.
“Ciao sono Selena Gomez, la nuova vicina che vi ha appena insultato a morte.”
-Vabbé li eviterò finché mi sarà possibile- balbettai
-Non durerà all'infinito-
In quel momento sembrò che la mia coscienza avesse preso le fattezze di Demi e mi sentii terribilmente stupida.
-AAAH AL DIAVOLO! Chi se ne importa!-
Lei fece spallucce e ci avviammo verso casa.
Rientrai intorno alle sei e trenta del pomeriggio, sfinita, un po’ per la stanchezza fisica un po’ per quello che era successo. Non sapevo come rimediare e Demi aveva ragione: non avrei potuto ignorarli in eterno. Erano pur sempre i miei vicini. Dannazione.
-Sono tornata!- gridai dalla porta.
-Sel! Tesoro!- cinguettò mia madre. Io mi diressi in cucina e la trovai, stranamente, indaffarata a preparare un invitante arrosto di carne con patate. Girai intorno alla penisola, afferrando la bottiglia d’acqua e ne scolai quasi la metà tutta con un sorso.
-Che succede? Come mai cucini per un esercito?- chiesi, pulendomi il viso.
-Abbiamo ospiti stasera! Piuttosto sbrigati a sistemarti che ho bisogno di una mano ad apparecchiare!- disse raggiante, sistemando i contorni nella teglia.
-D’accordo, ma si può sapere chi viene a cena?- domandai, spazientita.
-I Jonas!-

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Capitolo 7
*** 7. ***


Spazio autrice.

HOLA GENTEEE!!
*_* Come sono feliceee!! Sapere che qualcuno ha ancora voglia di seguirmi mi rende un sacco contenta! e grazie per le 3 recensioni! Insomma, dopo tutto questo tempo, sono anche troppe XD E un GRAZIE INFINITO va anche a chi solo ha letto!! *_* Grazie di cuore!!
Passiamo a questo capitolo! :D Sarà molto divertente, ve lo preannuncio! Almeno spero! >.<
Ci sarà qualcosina in più, dovrete avere ancora un po' di pazienza e poi entreremo nel vivo della storia :D
Spero che vi piaccia! Fatemi sapere che ne pensate! Un bacio!
A presto, Magnolia**



Inseparable







Capitolo 7.



Era incredibile, quello che stava per accadere era incredibile, sfiorava l’assurdo, l’impossibile, la follia.
“Respira Selena, respira a pieni polmoni”
Magari avevo capito male, forse avevo scambiato “Jonas” per “Jones” che so.
-Puoi ripetere?- sibilai a mia madre a denti stretti, sperando con tutto il cuore di non aver sentito bene.
-Per una volta che i ragazzi sono a casa, ne ho approfittato! Ho invitato Denise e la sua splendida famiglia- continuò lei, tutta contenta.
Io stavo per avere un mancamento, sarebbe stata di sicuro la serata più brutta della mia vita. Non era bastato il casino del pomeriggio, adesso avrei dovuto anche sopportarli a cena. Erano un incubo quelli là, non li reggevo, mi urtavano il sistema nervoso e soprattutto quando si trattava di loro, il mio cervello era sempre ko.
-Sai Demi mi aveva detto di non andare al cinema e…-
Non ebbi neanche il tempo di inventare una balla sul momento che mamma mi interruppe.
-Non ti muoverai da qui, signorinella! Rimanda l’appuntamento, per una volta resti a casa-
Non poteva farmi questo, non era giusto.
-Ma mamma!-
-Non replicare! Corri a sistemarti perché ho bisogno di una mano!- rispose lei. Maledissi con tutta me stessa lei, quella casa del cavolo, che mi aveva portato solo guai e il giorno in cui andai a quello stupido concerto.
Me ne andai sbuffando, per dirigermi in camera mia. Mi gettai a peso morto sul letto, immaginando cosa sarebbe successo da lì a due ore circa. Pensai a Demi, ma decisi di non dirle niente, per il momento, non avrei tollerato le sue grida strepitanti e le sue ansie che non avrebbero fatto altro che incalzare le mie. Avrei dovuto cavarmela da sola. Mi passai una mano sul viso rassegnata. Era inutile piangersi addosso, perciò mi alzai e mi avviai in bagno per una doccia scacciapensieri.

***



Mi sentivo una perfetta idiota. Stavo per fare la figuraccia più grande della mia vita e non potevo far nulla per rimediare. Mi diedi un’ultima occhiata allo specchio, aggiustando la gonna e i capelli. Mi guardai ancora, con aria sconsolata finché il campanello suonò. Era giunta la mia ora.
Mi avvicinai alla ringhiera delle scale, mi accucciai, nel tentativo di nascondermi ed aspettai lì.
Sentii mia madre cinguettare un “avanti” mentre accoglieva gli odiosi ospiti all’entrata, seguita da mio padre.
-Buonasera signora Gomez-
La voce di Joe mi piombò nelle orecchie, procurandomi un fastidio enorme. Non so quale fra Joseph e Nick mi irritava di più. Kevin sarebbe entrato nella lista nera a breve, di sicuro avrebbe dato prova di essere antipatico come i fratelli più piccoli.
-Mandy cara! Non dovevi! Tutto questo ben di dio!- sentii Denise complimentarsi con mia madre e lei emise un risolino isterico, felice di aver fatto colpo con la famiglia Vip.
-Dov’è la tua meravigliosa ragazza, Ricardo?-
Allora fu il signor Jonas a parlare. Il cuore mi tamburellò nel petto e ingoiai il nodo che si era, improvvisamente, formato alla gola.
-Oh sta arrivando, oggi è uscita a fare un giro con un’amica e si stava aggiustando, ma prego accomodatevi, Selena verrà subito- intervenne mia madre.
Sospirai profondamente e socchiusi gli occhi. Che situazione orribile, volevo sparire, rendermi invisibile. Non esisteva un modo per cambiare i connotati in dieci minuti?!
Mi sollevai a fatica dal pavimento e mi trascinai, amareggiata, verso il primo scalino. Scesi lentamente, con una strana calma, guardandomi i piedi e facendo attenzione a non far troppo rumore o ad inciampare.
Ma non appena sollevai lo sguardo, un formicolio alla schiena mi impedì di proferire parola. Per la prima volta, i miei occhi incontrarono direttamente i suoi ed ebbi la sensazione di aver perso un battito. Era fantastico ma lo detestavo comunque. Nick, dal canto suo, mi osservava incredulo, con la bocca semi aperta e le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Ecco lo sapevo, ero di nuovo nei guai fino al collo. Cercai di mantenere il controllo, per quanto mi fosse possibile.
-Tu… tu… - balbettò lui.
Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto, con un’espressione di disappunto stampata sul volto.
-Sono Selena Gomez, la ragazza della porta accanto-annunciai, scocciata.
Terminai di scendere le scale e gli passai davanti, ignorandolo del tutto. Lui mi seguì spaesato verso la sala da pranzo.
-Buonasera Denise! Signor Jonas- esclamai, salutando i due coniugi.
Non appena mi vide, Joe per poco non si strozzò con l’acqua che stava bevendo. Kevin mi osservò con aria interrogativa, mentre Frankie mi fece un saluto con la manina.
-Ricardo, che meravigliosa ragazza, i miei complimenti- annunciò Paul Jonas, squadrandomi da capo a piedi. Io gli rifilai un sorriso di cortesia, per poi sedermi di fronte ai ragazzi che mi fissavano increduli, neanche fossi un’assassina.
-Non ci posso credere!- gridò Joseph. Gli occhi di tutti i presenti furono puntati su di me e, di colpo, avvampai. Quanto avrei voluto tappare la fogna a quell’idiota.
-Vi conoscete?- chiese la signora Jonas, rivolgendosi a noi. Era troppo.
-No no no no no! Sono famosi, è chiaro che io li conosca no?!- dissi, istericamente.
-Certo, prima ruba i pass a due ragazze per intrufolarsi nel backstage del concerto e poi ci conosce talmente bene da potersi permettere di dire che la nostra musica fa schifo!- continuò Joe. Mia madre sbiancò, così come mio padre che restò sbalordito.
-Selena! Dove… quando… come …?- farfugliò qualcosa di incomprensibile, sperando che ciò che aveva appena ascoltato fosse uno scherzo.
Nel frattempo, mi erano passate per la mente le immagini dei miei che mi avrebbero sbraitato, dopo quella cena che si preannunciava disastrosa.
Restammo tutti a fissarci in cagnesco, finché Paul Kevin Jonas scoppiò in una fragorosa risata, spezzando quel silenzio imbarazzante. Denise si accodò a lui e i miei, a quella scena, si tranquillizzarono e cercarono di sorridere insieme a loro, fingendo disinvoltura. Io non ci stavo capendo nulla, credevo solo di essere finita in una gabbia rincitrulliti impazziti. I ragazzi fissarono i genitori, sconvolti, fino a che Nick cominciò a ridere come un cretino, seguito da Frankie e poi da Kevin. Solo Joe sembrava asserire al mio disappunto. Che cavolo aveva preso a tutti?! Cioè, sul serio, quella era veramente una famiglia di rockstar?! Forse avrei dovuto approfittare del momento di ilarità generale per chiamare il CIM?! Sì, forse sì…
-Finalmente una ragazza sincera! Negli ultimi quattro anni ho sentito solo complimenti e belle parole per i miei ragazzi, il che mi fa molto contento, ma non si può piacere a tutti no?!- esordì il signor Jonas dopo essersi ripreso da quelle risate.
Restai zitta, cercando qualcosa di sensato da dire.
-Ragazzi guardate il lato positivo: non sarà stressante come tutte le altre vicine di casa che abbiamo avuto!- continuò Denise, sogghignando sotto i baffi. Avrei dovuto ridere?!
-Allora chi vuole il pollo?!-
Per la prima volta in vita sua, mia madre fece qualcosa di buono: interrompere quella conversazione snervante. Tutti furono distratti dall’arrivo del cibo ed io tornai a farmi i fatti miei. In fondo, l’avevo scampata in grande stile, per l’ennesima volta. Era andata meglio del previsto.
-Sei una persecuzione- cominciò Joe, bisbigliando.
-Mai quanto voi tre- risposi con rabbia.
-Ricordavo che ti chiamassi MaryKate o no?- chiese Kevin, intromettendosi nella conversazione.
-Sì, MaryKate, la nostra più grande fan- sghignazzò Nick, con tono canzonatorio. Io li fulminai, infilzando il coscio con la forchetta, immaginando che fossero i loro occhi e cercai di mantenere la calma, pensando che poche ore e sarebbe tutto finito.
La serata se ne andò per le lunghe, con tranquillità e i Jonas non mi tartassarono più del dovuto. Mi alzai a fine cena, cominciando a dare una sparecchiata. A quel punto, i miei genitori e i signori Jonas si erano spostati in salotto, Kevin era uscito a parlare al telefono, Joe invece giocherellava con Frankie. Finalmente andai in cucina e mi rilassai un po’, lasciando correre un lungo sospiro.
Era stata un terribile giornata e non vedevo l’ora che avrebbero sloggiato da casa mia.
-Lavi i piatti?-
Mi voltai con grazia e notai Nick, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate al petto. Di nuovo quel rompiscatole. Lo guardai ancora finché, d’un tratto, mi ritornò in mente quando lo vidi al concerto ed ebbi un brivido. Tornai al lavandino, scattando come una molla, tanto che temei che lui avesse notato il mio nervosismo.
-Che ragazzo perspicace- risposi con aria di sufficienza. Lo sentii ridere sotto voce.
-Senti abbiamo iniziato con il piede sbagliato- ricominciò lui.
-Cosa? Oh no, non c’è nulla di sbagliato perché non abbiamo iniziato un bel niente- affermai, irritata.
Lui non si arrese e si avvicinò ancora un po’ a me.
-D’accordo non ti siamo simpatici, l’ho capito. Facciamo un bel gioco: tu mi dici cosa non ti piace di noi ed io dico cosa non mi piace di te- disse lui, divertito.
Mi prendeva in giro o cosa?! Mi sfilai i guanti di plastica e mi girai verso di lui, poggiando le mani sui fianchi.
-Dici sul serio?-
Lui annuì. Mi stava invitando a nozze.
-Sì ok, ma come fai a parlare di me?! Neanche mi conosci, non sai niente di me!- esclamai
-Perché tu pensi di conoscermi, solo per “sentito dire”, solo perché sono famoso?! Diciamo che parliamo delle impressioni che abbiamo avuto l’uno sull’altra-
Mi ero fatta imbrogliare come una scema.
-Va bene. Allora innanzitutto credo che voi siate solo degli sciocchi, viziati e vanitosi ragazzi. Ah dimenticavo quanto siete presuntuosi, specialmente quel galletto di Joseph, credete di essere chissà chi. E poi siate più sinceri con quelle povere stupide che vi sbavano dietro come cagnolini: “vi adoriamo! Ci riscaldate con il vostro calore!” … patetici! Che vi importa?! L’importante è stare sempre sulla cresta dell’onda vero?! Fa parte del gioco “adorare le fans”- gli sputai in faccia tutto quello che pensavo. Nick cominciò a ridere a crepapelle ed io mi sentii stupida. Che c’era di divertente?!
-E perché eri al nostro concerto?- domandò, ancora tra le risate. A quel punto sbottai.
-Perché la mia amica è caduta nella vostra trappola! E’ lei che vi venera come degli dei, non di certo io! Voleva me a farle compagnia! Punto! Non ho mai neanche ascoltato una vostra canzone prima di allora! Piuttosto voglio proprio sapere che hai da dire riguardo me!-
Non mi accorsi, nel frattempo, di essermi avvicinata un po’ troppo al suo viso.
Nick mi guardò ancora un po’, con lo sguardo vispo e divertito. Io mi persi nei suoi occhi nocciola, scordando il resto del mondo. Lo fissai, quasi ammaliata, nonostante mi avesse fatto arrabbiare. Mi sentivo come rapita da lui, era una sensazione strana. Mi spostai ad osservare la sua bocca carnosa. Quelle labbra color pesca sembravano morbide. Lui prese fiato come per dire qualcosa, ma fu interrotto.
-NICHOLAS! ANDIAMO!-
La voce di Denise tuonò nelle nostre orecchie ed io sussultai.
-Sarà per la prossima volta- pigolò lui. Si allontanò da me, uscì dalla cucina e salutò i miei. Mi lasciò impalata lì, con la curiosità di sapere cosa avrebbe risposto alla mia domanda. Non sarebbe finita così, il gioco non era concluso.

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