Lucky Bonds di Calimero19999 (/viewuser.php?uid=108231)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Solo Mia ***
Capitolo 2: *** Sexy Yandere ***
Capitolo 3: *** Angelo Tentatore ***
Capitolo 4: *** Se Mi Ignori Ti Sposo ***
Capitolo 5: *** Mani Di Fata ***
Capitolo 6: *** Ti Aspetterò ***
Capitolo 7: *** Un Drink Di Troppo ***
Capitolo 8: *** Dove Sei? ***
Capitolo 9: *** Lo Specchio Delle Brame ***
Capitolo 1 *** Solo Mia ***
Salve a chiunque stia leggendo. Comincerò dicendo che essendo questa una raccolta conterrà varie storyline, alcune delle quali rimarrano al livello di oneshot, mentre altre potrebbero essere svilupate in seguito, anche in base ai commenti, motivo per cui specificherò il rating all'inizio di ogni capitolo insieme agli avvertimenti che reputerò necessari. In fine non so quanto spesso aggiornerò tuttavia che sia necessario un giorno o un mese continuerò a farlo, e se dovessi decidere di smettere avviserò prima. Per il resto Qualunque tipo di critica (costruttiva) non è solo gradita, ma incoraggiata! Ok ora basta con la mia logorrea ecco il primo capitolo.
Edit: con il traguardo delle 500 visite al primo capitolo vorrei rigraziare tutti/e coloro che mi hanno letto e commentato, grazie di cuore ^_^.
Desclaimer: Non possiedo, in nessun modo, qualunque cosa che abbia a che fare con il copyright di Lucky Star. E questo vale anche per i capitoli a venire.
Rating: giallo
Avvertimento: Lime
Solo Mia
Era l'ora di pranzo alla Ryoo High, e come al solito Konata Tsukasa e Miyuki sedevano insieme, i banchi uniti a formare un tavolo comune, aspettando che il quarto elemento del loro gruppo arrivasse. Non dovettero attendere molto, infatti Kagami varcò la soglia della classe 3°B poco dopo il suono della campana che significava l'inizio della pausa pranzo, sedette tra sua sorella e Miyuki, fronteggiando Konata. Le tre ragazze adattarono la discussione affinché la nuova arrivata potesse inserirsi facilmente, poi tutte e quattro continuarono la solita routine fatta di chiacchiere pressoché inutili, ma piacevoli da scambiare durante un pasto. Tuttavia Tsukasa sembrò notare qualcosa di strano nell'altrimenti normalità della situazione. Ad un'occhio esterno sarebbe apparso come se qualcosa mancasse. Inizialmente sembrò confusa, come se non capisse l'origine di quella strana sensazione, ma poi il suo viso si illuminò, probabilmente segno che finalmente la risposta le si fosse presentata. - Onee-chan, ora che ci penso è da un po' che non litigate più, tu e Kona-chan... come mai? cioè mi fa piacere ma...- Iniziò, per poi interrompersi, probabilmente incapace di trovare un modo per finire la frase senza sembrare invadente. In effetti chiunque le conoscesse avrebbe potuto dire che sua sorella e Konata non litigavano come al solito. Si battibeccavano ma nulla a che vedere con i soliti litigi, in più, Kagami non sembrava minimamente infastidita e Konata non cercava in alcun modo di supplire a tale mancanza, cosa per la quale normalmente non avrebbe perso tempo.
Kagami sembrò presa alla sprovvista dall'improvvisa domanda della sorella, ma non ebbe il tempo di rispondere perchè Miyuki decise di aggiungersi alla converzasione. - In effetti se penso agli ultimi giorni mi sento di dire che mi sembri molto più rilassata ed allegra, non che tu non lo sia normalmente, ma ora sembri decisamente più serena, Kagami-san. E, con rispetto parlando, Konata-san anche tu sembri aver modificato il tuo solito modo di fare, avitando i metterci appositamente in imbarazzo e di far arrabbiare Kagami-san di proposito... Oh cielo! non volevo che suonasse in questo modo, spero di non averti offesa.- Concluse Miyuki guardando Konata con sguardo colpevole. La giovane otaku dal canto suo, dopo aver indirizzato un'occhiata divertita a Kagami, che sembrava piuttosto nervosa, si rivolse alla sua amica dai capelli rosa. - Nah, non ti preoccupare non mi offendo, in fondo hai ragione- Disse Konata sorridendo, per poi rivolgersi a Tsukasa dicendo - E anche tu stai tranquilla, lo sappiamo che sei solo curiosa. Probabilmente sono solo io che sto crescendo, e il ritorno di fiamma è che infastidendo meno Kagami lei è più rilassata, vero Kagamin?- Concluse la piccola otaku voltandosi verso Kagami, la quale si limitò ad annuire.
-Sono sollevata, mi sarebbe dispiaciuto offenderti, Konata-san, e mi fa piacere che tu stessa possa riconoscere di stare maturando.- Rispose Miyuki con uno dei suoi soliti dolci sorrisi.
A quel punto Kagami decise di ambiare discorso, - A proposito Miyuki-chan, non credi che sia ora di essere meno formale con noi? Voglio dire, ci conosciamo da tre anni ormai no?- Konata colse subito la palla al balzo e continuò da dove si era fermata sa sua amica. -Già Miyuki, dovresti almeno iniziare ad usare il -chan, voglio dire io ormai ti chiamo solo per nome, sembra strano- Affermò Konata ridacchiando, tuttavia le parole delle due ragazze portarono un leggero rossore sulle guance della loro amica con gli occhiali, che rispose imbarazzata - E-ecco è solo che non sono abituata a prendere tanta confidenza, ma se reputate tanto importante che lo faccia vedrò di impegnarmi d'ora in avanti, uh- Kagami...chan?- Disse Miyuki voltandosi verso Kagami sorridendo, la quale rispose con un'altro sorriso . - Brava Miyuki, non era così difficile no? ora prova con me!- Esclamò allegramente L'otaku del gruppo indicando il proprio petto con l'incide della mano destra.
-U-Uh... Ko-nata...?- Disse piano Miyuki, nervosa all'idea di non usare nessuna onorificenza nel rivolgersi a qualcuno, le era sempre stato insegnato che fosse maleducazione, se non si conoscesse abbastanza la persona. Tuttavia le sue preoccupazioni sparirono nell'istante in cui Konata, con gli occhi accesi di una luce poco rassicurante, abbracciò stretta, la "meganekko" come spesso la chiamava, squittendo - MOE!!- almeno cinque volte in un secondo, facendo arrossire profondamente la ragazza che teneva correntemente tra le braccia.
Durò solo un secondo ma Kagami, cercando di non farsi vedere da nessun'altro scoccò un'occhiataccia alla piccola ragazza dai capelli blù che avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Chiunque tranne lei, che tranquillamente lasciò andare Miyuki dicendo - Scusa scusa non sono riuscita a trattenermi.- - Ora però devo andare in bagno, a dopo- Continuò uscendo dalla classe. L'espressione sul viso di Konata aveva qualcosa di strano ma nessuno avrebbe saputo dire cosa in quel momento, ma Tsukasa e Miyuki, non se ne accorsero, o finsero di non accorgersene.
Meno di un minuto dopo l'uscita di scena di Konata, Kagami si alzò di scatto dalla sedia, sorprendendo leggermente le altre due ragazze, disse di aver bisogno anche lei del bagno e poi uscì dalla classe con passo leggermente troppo svelto, gli altri studenti le indirizzarono sguardi interrogativi, e così fecero le due ragazze rimaste sole.
Kagami prese le scale per il terzo piano. Non essendoci classi principali, su quel piano non si trovava mai nessuno.
Arrivata davanti alla porta del bagno delle ragazze l'aprì con una certa forza, e vi trovò, come sapeva, Konata ad attenderla.
Non disse nulla, si limitò ad avvicinarsi velocemente a lei, afferrarle le spalle, premerla contro il muro e baciarla con trasporto e passione.
Konata dal canto suo, per quanto sorpresa dal silenzio e dall'essere forzata nel bacio dalla ragazza, che la stava ora premendo con forza, sul muro, ma stando attenta a non farle del male, non era assolutamente contrariata, si stava, anzi, godendo la sensazione della lingua di Kagami, che lottava contro la sua con movimenti leggeri ma decisi che le davano la netta impressione di essere in sottomissione. Non che le importasse. Non era la prima volta che dividevano un momento del genere, che fosse a casa dell'una o dell'altra o da qualche parte da sole. Da qualche tempo avevano iniziato anche a scuola, ed avevano scelto quel bagno, perchè, essendo il più pulito, era possibile per loro dimenticare persino dove si trovassero. Non era nemmeno la prima volta che una delle due cercava di prendere il sopravvento sull'altra, anche se mai tanto ferocemente. Seriamente quel giorno c'era qualcosa che non andava in quella ragazza, ma stava mettendo tanta passione nel bacio che Konata si ritrovò a pensare che al momento non le interessava minimamente e si concentrò compeltamente sulle sue azioni e su quelle di Kagami.
La ragazza dai capelli color lavanda aveva, nel frattempo, afferrato una delle cosce di Konata e fatto scivolare la mano al ginocchio per sollevarla e premerla contro il proprio bacino, cercando di adempiere al suo disperato bisogno di incrementare il contatto fisico tra lei e la piccoletta dai lunghi capelli che stava baciando con tanta passione, la quale trascinata dalla stessa, strinse con veemenza la propria piccola gamba contro il bacino e la coscia di Kagami, che incoraggiata dal movimento iniziò a fal scorrere la sua mano sul ginocchio di Konata, prima e sulla sua coscia dopo, accarezzandola lascivamente. Continuarono la catena di baci alla francese fino a quando la più giovane delle due non fece passare la propria mano sotto la blusa dell'altra, accarezzando con desiderio al schiena dell'altra mentre attaccava il suo collo indifeso, baciando succhiando e mordendo delicatamente ogni centimetro di quella pelle chiara che mandava piccole onde di eccitazione e calore per tutto il corpo della piccola, quasi inerme, ragazza pressata contro il muro.
Konata aveva iniziato ad ansimare leggermente, ed a perdersi sempre più sotto il tocco dell'altra ragazza, che lasciava una formicolante sensazione di piacere su ogni lembo di pelle su cui posava le dita o le labbra. Senza più il controllo delle proprie azioni iniziò ad accarezzare ogni parte del corpo di Kagami che capitava sotto le sue piccole mani, riuscendo ad evitare di andare oltre solo con un'enorme sforzo di volontà. Passò poi a ricambiare le attenzioni che venivano riservate al suo collo, anche se, mentre nel suo caso invece di concentrarsi sulla parte centrale ed alta, ripiegò sulla parte bassa arrivando spesso alla spalla o alla clavicola per poi tornare indietro, tuttavia dove i movimenti di Kagami erano mirati alle zone più sensibili del collo di Konata, quest'ultima, non riusciva a pensare lucidamente , baciando e leccando a caso la pelle morbida del collo dell'altra. Andarono avanti per qualche minuto alternando i bersagli delle proprie labbra, i loro corpi sempre più premuti uno contro l'altro, nel tentativo di sentire l'altra più forte, tentando di inspirare il più possibile la fragranza naturale della pelle dell'altra. Continuarono fino a che la mano sinista di Kagami non toccò l'interno coscia di Konata, sfiorando poi la stoffa delle sua mutandine con la punta delle dita. La piccola otaku rispose sussultando sorpresa, al tocco della mano estranea. L'afferrò con la sua e la allontanò immediatamente dalla sua parte più privata, guardando direttamente negli occhi la ragazza più giovane.
Kagami sapeva di aver oltrepassato un limite che si erano silentemente imposte, ma sostenne comunque lo sguardo dell'altra, che decise quindi di dar voce alle proprie domande - Kagami?- iniziò come aspettandosi già una risposta, per poi aggiungere la domanda che poco prima aveva dimeticato nell'impeto della passione. - Perchè oggi sei così aggressiva?- La risposta fu una piccola serie di azioni fatte abbastanza velocemente perchè Konata non potesse opporvisi. Kagami lasciò immediatamente la piccola gamba che teneva ancora con una mano, poi afferrò entrambi i polsi della ragazza dai capelli blu che aveva davanti, e li premette con forza contro la parete, poi mosse velocemente il proprio viso fino a trovarsi ad un soffio da quello dell'altra, guardandola dritto negli occhi, il suo sguardo pieno di lussuria, passione e, Konata si accorse per la prima volta, gelosia.
Lo sguardo di Kagami la stava tenendo inchiodata sul posto impossibilitandola al minimo movimento. Quando la ragazza dai capelli di lavanda parlò aveva un tono basso e risentito, tuttavia quel risentimento sembrava diretto più che altro a se stessa, per aver perso il controllo.
- Davanti a me... - Disse lasciando una Konata perplessa, che tuttavia non ebbe il tempo di replicare, poichè l'altra continuò come se non si aspettasse nessuna interruzione. - L'hai presa e stretta davanti a me! Non azzardarti mai più a toccare qualcuno che non sia io in quel modo!- Disse, la sua voce bassa, a metà tra un sussurro e un sibilo, la gelosia sempre più evidente nei suoi occhi. Poi decidendo di non aver ancora detto abbastanza riprese - Tu sei solo mia, puoi toccare solo me e solo io posso toccare te!- Concluse. Questa volta soddisfatta dalle proprie parole dicise di sigillarle con un'altro bacio, ancor più profondo, nel quale mise ancora più trasporto, stringendola possessivamente nel frattempo.
Non appena liberò le sue labbra tuttavia, Konata sentì di doverle una risposta, una risposta che sorprese Kagami in più di un modo.
Guardandola con uno sguardo stranamente simile al suo, Konata disse - Sempre -.
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Capitolo 2 *** Sexy Yandere ***
Sexy Yandere
Tutto questo è piuttosto
fastidioso, voglio dire lo script del capitolo era pronto almeno una
settimana fa ma per un motivo o l'altro non sono riuscito a postarlo
prima di oggi -.- . Vabè almeno ora è quì.
Ne approfitto per dire che mi farebbe molto piacere sapere l'opinione
di chi legge questa storia, infatti ringrazio Missredlights e Skullrose
per avermi fatto sapere la loro opinione ^_^. Ok adesso basta vado col
capitolo.
Rating: Rosso
Avvertimento: Lemon
Sexy Yandere
Tsukasa, sua sorella Kagami, Miyuki
e Konata, stavano come sempre parlando della prima cosa che venisse
loro in mente, dirigendosi verso la stazione da cui avrebbero preso
ognuna il treno che l'avrebbe riportata alla propria casa.
Una volta arrivate però,
Kagami, dopo aver annuito in direzione di Konata si rivolse a Tsukasa
- Uhm... Tsukasa, ti dispiace se oggi torni da sola? Konata mi
ha
chiesto si accompagnarla in un negozio, e visto che mi serve una cosa
dallo stesso posto le ho detto di si. Ti direi di venire con noi ma
già lo so che ti annoieresti, però se vuoi puoi venire lo
stesso - Disse Kagami con tono colpevole ma sincero -
Tranquilla Onee-chan, mica mi posso perdere su un treno - le
rispose Tsukasa ridacchiando - E comunque hai ragione, le uniche
cose
che mi piacciono in quei posti sono i peluche, e sinceramente tutti
quei tizi strani mi fanno un po' paura - Conluse Tsukasa,
portando dei
ricordi piuttosto sgradevoli alla mente della sorella e suscitando una
grassa risata nella sua amica dai lughi capelli blù.
Dopo essersi salutate si
separarono, e non appena le altre furono fuori dal suo raggio visivo
Tsukasa tirò fuori il proprio telefonino, per scrivere un breve
messaggio. "Oggi lei non c'è quindi sono libera, tu ci sei?". Il Quale ricevette quasi immediatamente una risposta altrettanto breve "Si, e da me non c'è nessuno, vieni quando vuoi "
Dopo aver letto la risposta Tsukasa non potè evitare che
un sorrisetto malizioso si formasse sul suo viso, un sorriso che solo
una persona le aveva mai visto.
Una volta a casa spiegò che Kagami si torvava a casa di Konata,
e che probabilmente vi sarebbe rimasta fino a sera. Ovviamente sua
sorella non aveva detto questo, ma Tsukasa sapeva che sarebbe finita
così, in fondo quella della testa vuota era solo la sua
reputazione, non la verità.
Dopo il pasto con la famiglia Tsukasa andò a prepararsi, dicendo
che, dato che Kagami, che normalmente l'aiutava con i compiti, non
c'era, sarebbe andata da un'amica per farli.
Dopo essere scesa dal treno, lo stesso sorriso che aveva prima di tornare a
casa le increspò le labbra, fino a che non si trovò
davanti ad una porta, che si aprì immediatamente.
La stava
aspettando.
Sulla porta si trovava Misao, amica di Kagami e poco più che
conoscente per Tsukasa, o almeno così lasciavano credere.
Una volta chiusa la porta Misao si voltò verso la sua ospite,
che la stava fissando con lo stesso sorriso malizioso di poco prima,
arrossendo leggermente e senza dire una parola.
Tsukasa si mosse lentamente verso di lei, per poi baciarla teneramente
sulle labbra. La bruna si irrigidì , ma si
rilassò dopo appena secondo, sollevando le braccia per cingerle
il collo.
Quando la gemella dai capelli corti interruppe il bacio, dopo
pochi secondi, Misao ne trovò la mano, la prese nella sua e la
portò fin alla propria stanza. Pur essendo da sole Misao voleva
evitare qualunque rischio, per qualche motivo con Tsukasa diventava
immediatamente timida e cauta, un netto contrasto con la sua solita
personalità, a dimostrarlo era il rosso che ancora tingeva le
sue guance mentre l'accompagnava lungo il corridoio e su per le scale.
Ancora una volta Tsukasa entrò per prima, lasciando Misao a
chiudere la porta, ed ancora una volta Misao sentì il
calore salire alle sue guance vedendo la ragazza dai corti capelli
viola mezzodistesa sul suo letto facendole segno di avvicinarsi. - Vieni Misa-chan -
disse Tsukasa innescando il Movimento della bruna, che era rimasta
ferma ad osservarla. Si avvicinò al letto senza staccarle gli
occhi di dosso e senza smettere di arrossire.
Quando fu alla sua portata, Tsukasa le afferrò un polso,
saldamente ma delicatamente, e la tirò giù sul letto,
insieme a lei.
Le si posizionò sopra, e la baciò con
passione, usando però meno lingua del solito, quel giorno Misao
sembrava più nervosa del normale e non voleva metterla sotto
pressione.
Dopo appena qualche secondo, la gemella dai capelli corti decise
di aver aspettato abbastanza, e cercò con le mani i bottoni della
camicetta verde che la bruna indossava, iniziando a disfarli solo per
essere immediatamente bloccata, anche se con poca convinzione, dalla
stessa. Tsukasa, tuttavia, non si lasciò fermare da una
resistenza tanto debole ed afferrò le mani che la stavano
bloccando per portarle sopra la testa di Misao, tenendole poi entrambe
con una sola, lasciando l'altra libera di disfare i bottoni e di
passare una mano sotto il reggiseno spotivo semi-nascosto dalla stoffa,
ed iniziare a massaggiare dolcemente uno dei, piccoli ma sodi, seni
dell'ormai, quasi completamente, sottomessa ragazza sotto di lei.
Quest'ultima tentò una patetica resistenza, nella quale non
impresse alcuna forza, portando un'altro sorriso sornione sulle labbra
della sua amante, che sapeva perfettamente che se solo lo avesse
voluto, Misao avrebbe potuto benissimo liberarsi e sollevarla di
peso per togliersela di dosso. Anche se all'occhio estrano potesse
sembrare che la più giovane delle sorelle Hiragii stesse
forzando l'altra ragazza, etrambe sapevano quanto lei in realtà
lo volesse.
A quel punto Tsukasa decise di aver giocato abbastanza, baciò
Misao con tutta se stessa, lasciandole prendere fiato solo quando lo
riteneva necessario, ed intensificò il lavoro sul seno della
ragazza iniziando anche a stuzziacarne il capezzolo, che divenne subito
turgido ed eretto, costringendola ad emettere piccoli gemiti di
piecere, e mettendo definitivamente fine alla sua futile resistenza.
Tsukasa approfittò immediatamente della possibilità di
utilizzare la sua mano sinistra, che abbassò prontamente per
sbottonare i pantaloni di Misao, la quale invece di opporre resistenza
come aveva fatto sino a poco prima, spostò un braccio per
coprire i propri occhi, non realizzando che la lunga serie di baci
fosse stata interrotta per permettere all'altra ragazza di dedicare la
propria bocca all'altro seno della bruna. Non si era accorta che
dopo aver disfatto il bottone dei suoi pantaloni, l'altra mano di
Tsukasa si era unita alla prima per aprire completamente la sua
camicetta, e spostare il reggiseno spotivo che nascondeva, lasciando il
suo petto completamente esposto, permettendole di abbassare la testa
sul seno che era stato trascurato sino a quel momento. Iniziò
con un lento movimento circolare della sua lingua intorno all'areola,
succhiando poi leggermente il capezzolo, lasciando che i suoi
denti vi strusciassero delicatamente, mandando un brivido lungo la
schiena della bruna.
Ancora una volta le azioni della gemella dai corti capelli viola,
portarono Misao a perdere la posizione dell'atra mano, che si era
ancora una volta fatta strada verso i suoi pantaloni, e dopo averli
abbassati di qualche centimetro per avere spazio sufficiente per
muoversi, iniziò ad accarezzare il suo sesso eccitato attraverso
le sue bianche mutandine, che avevano già una piccola chiazza
scura in corrispondenza della sua entrata, poco sotto il piccolo
fiocchetto al centro dell'elastico.
Solo dopo aver sentito sulle proprie dita, quanto fosse bagnata Misao,
Tsukasa sollevò lo sguardo notando il bracio della bruna che le
copriva gli occhi, così fermò il lento movimento delle
sue mani per rimuoverlo, voleva guardarla dritto negli occhi mentre il
rossore sulle sue guance stava rapidamente espandendosi a tutto il
corpo. La baciò ancora con passione, dandole quasi l'impressione
che, la lingua della ragazza su di lei, stesse tentando di violentare
la sua, azione che successe nel non farle notare che i pantaloni e le sue
mutandine si strovassero ormai all'altezza delle caviglie.
Terminato il bacio e resasi conto della sua improvvisa nudità,
Misao tentò di coprirsi. Come facesse Tsukasa a renderla tanto
pudica sarebbe rimasto per sempre un mistero per lei, tuttavia il
movimento delle sue braccia fu sufficiente per permettere all'altra di
sfilarle la camicetta già aperta, lasciandola con solo il suo
reggiseno sportivo e i suoi pantaloni e mutandine alle caviglie. La sua
amante dai corti capelli color lavanda la fissò con sguardo
divertito mentre Misao capiva che le stava chiedendo di finire da sola
di spogliarsi. Leggermente contrariata dall'improvviso arresto delle
sensazioni che il suo corpo stava provando, la bruna si sfilò il
reggiseno e calciò via pantaloni e mutandine, dirigendo poi uno
sguardo risentito da bambina, completato da due piccolissime lacrime
agli angoli degli occhi, a Tsukasa.
A quell'adorabile visione qualcosa di innescò in lei, le sue
mani iniziarono ad accarezzare lascivamente ogni centimetro della pelle
abbronzata di Misao mentre la sua bocca si tuffò sul suo collo,
leccandolo su e giù, scendendo a baciarle la clavicola, per poi
risalire e mordicchiarle il lobo dell'orecchio, inspirando nel
contemporaneamente, l'intossicante e straordinariamente eccitante,
profumo naturale della pella della bruna. Nel frattempo le sue mani si
occcupavano di accarezzare il busto di Misao, per stringere, con
delicatezza ma fermamente, i suoi seni ogni qual volta
si trovassero sotto le sue dita.
Misao stava già ansimando lentamente lasciandosi sfuggire
qualche gemito e squittio quà e là, quando una delle mani di
Tsukasa scese velocemente verso il suo pube ed iniziò ad
accarezzare dolcemente le grandi labbra del sesso arrossato
dall'ecitazione della bruna, le cui mani andarono immediatamente ad
afferrare i corti capelli lilla della sua amante, e facendole
lanciare un'adorabile squittio decisamente estraneo al suo normale
carattere, tirandola contemporaneamente a se, come ad invitarla a fare
di più. Tuttavia Tsukasa si fermò in quell'istante e le
scoccò un'occhiata tanto lasciva che non le si addiceva, e un
sorriso impaziente. Misao capì immediatamente quale fosse il
problema - Insieme? - disse, più come un dato di
fatto che non
una domanda. Poi si mise a lavoro spostando le proprie mani dalle
ciocche color lavanda della sua amante alle sue cosce, accarezzandole
dolcemente. Questo fu tutto ciò che servì per far
ripartire Tsukasa, la cui crescente eccitazione, evidente dal grosso
alone scuro sulla parte anteriore delle sue mutandine ricamate, la
portò a chiudere gli occhi dimenticandosi del tutto della sua
previa volontà di trattenersi, inserendo una delle sue lunghe e
sottili dita dentro l'ormai grondante apertura di Misao, che rispose
inarcando la schiena ed iniziando ad ansimare con forza quando questo
iniziò a muoversi lentamente avanti ed indietro con un
leggero
movimento circolare. Tuttavia i suoi gemiti vennero immediatamente
seguiti da quelli della sua partner, che iniziò ad ansimare non
appena le dita di Misao iniziarono a muoversi sulla superficie bagnata
delle sue grandi labbra, la sua mano dentro le sue mutandine, ormai
fradice. I gemiti si fecero più radi quando entrambe iniziarono
ad ansimare più forte e velocemente, in risposta all'iniziativa,
quasi contemporanea, di inserire un secondo dito, delle due.
Normalmente avrebbero chiesto prima di passare oltre, ma questa
volta erano entrambe talmente eccitate e bagnate che non lo avevano
reputato necessario.
Tsukasa decise che voleva dare ancora di più ed iniziò
ancora una volta a succhiare e mordere delicatamente i capezzoli di
Misao, prima l'uno poi l'altro, causando la conseguente incostanza
del ritmo delle bruna, rendendo il movimento stranamente più
eccitante per lei, costringendola a muove il bacino contro e sue
dita, completamente sature della sua eccitazione, mentre la loro
proprietaria si faceva sfuggire un gridolino indistinto comprendente il
suo nome.
Con l'avvicinarsi del proprio orgasmo Tsukasa non fu più in
grado di tenersi in equilibrio con una sola mano e si appoggiò al
petto della bruna, causando improvviso contatto dei loro
capezzoli, che lanciarono altre onde di piecere per tutto il corpo
delle due amanti. La baciò con foga mentre Misao restava
passiva ma non immobile, esplorando ogni anfratto del suo sesso, con le
dita, e della sua bocca, con la lingua, mentre l'altra faceva lo
stesso, anche se con più foga, e con il chiaro intento di dominarla.
I loro corpi, fortemente premuti l'uno contro l'altro, si muovevano in
sincronia con i movimenti delle dita dell'altra, mentre con la mano
libera Misao, faceva scorrere ciocche di capelli lilla tra le sue
dita, Tsukasa le accarezzava lussuriosamente le lunghe, bellissime,
gambe, rese ancora più attraenti dagli allenamenti per il club di
corsa.
A quel punto, anche se non intenzionalmente, anche i loro sessi avevano
iniziato a strusciare l'uno contro l'altro, generando una frizione tra
i due clitoridi, rossi ed eretti, tanto piacevole da far loro quasi
male.
Con quest'ultima fonte di stimoli, Tsukasa non riuscì
più a trattenersi, venne, stringendo con forza le dita di Misao
dentro di lei, lanciò il proprio capo all'indietro emettendo
un'urlo trozzato, durante quello che, poteva essere, l'orgasmo
più violento degli ultimi tempi.
Durante il suo momento di estasi Tsukasa aveva, intanto, spinto le sue
dita più affondo che mai dentro Misao, la quale, a causa
dell'eccessiva stimolazione e della visione che era il viso della sua
amante durante il proprio orgasmo, venne immediatamente, tutti i
muscoli del suo corpo si tesero, mentre fortissime ondate di puro,
accecante, piacere la colpivano senza pietà, lasciandola senza
fiato dopo aver urlato il nome della sua partner.
Dopo aver rallentato fino a tirar fuori ogni residuo dei due orgasmi
più forti della loro vita, Tsukasa rotolò giù
dalla stremata Misao, che utilizzò quel poco di energia che le
era rimasta per voltarsi ed avvolgere in un caldo abbraccio la sua
amante, appoggiando il proprio capo sul suo piccolo ma soffice seno, la
cui proprietaria semplicemente rispose al dolce
abbraccio della bruna.
Dopo qualche minuto in quella posizione, durante i quali nessuna
delle due aveva avuto intenzione di muoversi, Misao parlò - Me
lo sto immaginando o da un po' capita più spesso che tua sorella
ti lascia sola? - Tsukasa si voltò per sorriderle dolcemente -
Già, ultimamente Onee-chan va sempre da Konata e Yuki-chan
ha sempre qualche appuntamento...- le rispose senza smettere di
fissarla - Secondo te perchè? - Continuò Misao pensierosa
- Sinceramente non mi interessa - Rispose ancora Tsukasa - Mi basta che
stiamo assieme, e siccome così abbiamo più tempo per noi,
mi sta bene.- Concluse poi La ragazza dai capelli di lavanda dando un
piccolo bacio sulla fronte della sua amante, portando un adorabile sfumatura di rosa sulle sue guance.
Dopo qualche altro minuto di riposo, dedicato solo al godere l'una
della presenza dell'altra, Misao parlò ancora - Secondo
te
dobbiamo dirlo alle altre? - Tsukasa rispose quasi subito con un
sorriso sornione - Per ora no, voglio che rimanga il nostro segreto
ancora un po' - Misao non disse nulla ma le sorrise timidamente
con un
leggero colorito roseo ancora sulle guance, poi fu Tsukasa ad iniziare
la
conversazione seguente - Quando hai detto che tornano i tuoi
genitori?
- Disse semplicemente - Hanno detto che andavano a cena
fuori subito
dopo il lavoro, quindi non tornano prima di stanotte - Rispose
la bruna
- Allora mando un messaggio a casa - Disse subito
- Uh? perchè?
- chiese Misao guardando con sguardo interrogativo la sua amante
che le
sorrideva maliziosamente - Io ho ancora vogia di te, tu no? -
Ancora
una volta la bruna non rispose, ma annuì lentamente arrossendo
di un profondo carminio, e pensando a cosa avrebbero detto i suoi
genitori quando
l'avrebbero trovara addormentata al loro ritorno. Di solito stava
alzata fino a tardi, ma quella sera aveva la chiara sensazione che
sarebbe stata completamente distrutta per l'ora di cena.
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Capitolo 3 *** Angelo Tentatore ***
Volere e non potere
Mi scuso per la lunga attesa,
questo capitolo doveva essere fuori già da un paio di giorni, ma
tra vita, esami d'ammissione, e KHBBSFM-ITA, non sono riuscito a
concentrarmi abbastanza. Riguardo il capitolo, questa volta si tratta
di una coppia un po' particolare, che non ho mai visto utilizzare,
quindi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Infine ringrazio
GiadaWoosh e skullrose per i loro commenti sul mio secondo capitolo,
spero di vedere altri vostri commenti ^_^. Ok basta nonsense via col
capitolo.
Rating: Giallo
Avvertimento: Angst, fluff (se si può chiamare così °_°), lime (solo nel finale).
Angelo Tentatore
Yutaka si trovava davanti alla porta della stanza di Konata,
preparandosi a, quella che sapeva sarebbe stata, una delle
conversazioni più imbarazzanti della sua vita.
Bussò piano alla porta per poi entrare solo dopo un paio di
secondi, non aspettandosi una risposta, che infatti non arrivò.
Sua cugina era sempre così concentrata su qualunque cosa stesse
facendo, che non era quasi mai collegato alla scuola se non come
ambientazione, che non l'avrebbe sentita neanche se avesse urlato,
quindi l'aver bussato era solo uno scrupolo per Yutaka, ma che a sua
insaputa le aveva impedito di trovarsi in una o due situazioni che
sarebbero state incredibilmente imbarazzanti sia per lei che per
Konata, oltre che per un'altra persona.
Sua cugina, era distesa sul letto con in mano un manga che Yutaka non
conosceva. Dopo essersi avvicinata al letto venne finalmente
notata dalla ragazza dai lunghi capelli blù. - Hey
Yu-chan che ci fai nella mia stanza? Ti serve qualcosa?-
Disse gioviale. -Volevo chiederti una cosa Onee-chan,
ma personale ok?- Rispose Yutaka sedendosi sul bordo del letto
con uno sguardo triste ma serio che la cugina non le aveva mai visto.
- Uh, certo tranquilla, ma che hai è successo qualcosa?-
Rispose Konata mettendo da parte il manga che aveva in mano per
dare alla sua piccola cugina la sua massima attenzione.
-No no, è solo che mi è venuto un dubbio e dopo averci
pensato ho deciso che posso chiedere solo a te- Disse la
ragazza dai capelli color salmone mentre la sua interlocutrice
rispondeva con un semplice cenno, incoraggiandola ad andare avanti
- Ecco... stavo pensando... come si fa ad essere attraenti?-
Chiese Yutaka arrossendo lievemente cogliendo Konata di sorpresa.
- C-cosa? che vuoi dire?- rispose la più alta tra
le due, tentando di prendere tempo. - E' che... nessuno mi ha
mai chiesto di uscire, o anche solo fatto un complimento, quindi
forse... - Mentì la più giovane delle due,
lasciando la frase a metà. Non le piaceva mentire e non
era brava, ma era necessario.
L'altra ragazza si mise a sedere di fianco alla propria cugina per
osservarne il viso, capendo immediatamente che ciò che le era
appena stato detto non era la verità, non tutta per lo meno, ma
decise di stare al gioco e rassicurarla. - Avanti non dirmi che
stai pensando di essere brutta? Andiamo sei la ragazza più dolce
e carina del mondo! Sono sicura che piaci a un sacco di gente ma che
non si sentono all'altezza! - Esclamò Konata con enfasi.
- Si certo all'altezza... ma se sembro una delle elementari, forse
è per questo che non piaccio, e anche se gli piacessi
sicuramente si vergognerebbero di farsi vedere con una che sembra una
bambina...- Disse immediatamente la quindicenne.
La cugina più gande non perse un colpo e rispose altrettando
celermente - Fidati di me quando piaci veramente, ste cose
diventano dettagli che non interessano a nessuno, a meno che non
è qualcuno a cui piacciono "quel tipo di cose", in quel caso
è anche meglio.-
Konata sembrava sicura delle proprie parole ma Yutaka non era convinta,
e continuò a guardarla con sguardo indeciso per qualche
secondo, finchè non fu lei a farle una domanda - Mmm...
non è che c'è qualcosa che non mi hai detto? se non mi
dici tutto non ti posso aiutare- Disse la cugina dai
lunghi capelli blù sapendo già dall'espressione
dell'altra, di aver scelto alla perfezione il momento in cui parlare.
La piccola ragazza dai capelli color salmone guardò la cugina per
un'altro istante, poi arrossendo lievemente disse - Un'altra
cosa c'è... ma non lo devi dire a nessuno, me lo devi
promettere.- Konata si congratulò con se stessa per la
buona riuscita della sua strategia, per poi rassicurare la cugina
che, no, non ne avrebbe parlato con nessuno.
-E-ecco... c'è questa persona, e siamo... uh, insieme da un po'
ed era tutto a posto però... - Disse Yutaka combattendo col
proprio imbarazzo. Gli occhi verdi della cugina si dilatarono per
un'istante, lasciando sul viso di Konata un'espressione tra la
sorpresa e la preoccupazione. -Aspetta non è che questa
persona ti ha toccata in modo strano, o ti ha fatto fare qualcosa che
non volevi vero?- Disse rapidamente e con un
misto di rabbia e preoccupazione nella voce. Tuttavia la risposta
si sua cugina era destinata a sorprenderla più della notizia
della sua relazione.
-No, è proprio questo il problema- Disse Yutaka
leggermente risentita - Non importa cosa faccio e dico,
non mi tocca più nemmeno con un dito, letteralmente! A un certo
punto ha smesso di toccarmi e da allora non mi ha quasi più
preso la mano o abbracciata o baciata! All'inizio non me ne ero
accorta, ma ieri si è anche rifiutata di avvicinarsi a me!
Così mi è venuto tutto in mente e mi sono accorta che sta
evitando qualsiasi contatto fisico. Siamo anche rimasti fermi ai baci a
stampo, è successo solo una volta che mi ha baciata, uh, profondamente,
così ho pensato che forse non le piaccio fisicamente. Ci ho
pensato tutto il giorno e poi ho pensato di chiedere a qualcuno, e
l'unica che mi è venuta in mente sei tu, Onee-chan.-
Concluse Yutaka, che sembrava quasi sul punto di piangere.
Konata si sentì sollevata dal sapere che questa persona, non
solo non aveva cercato di approfitare della sua cuginetta, ma che
evidentemente si stava trattenendo, per qualche motivo, anche dal fare
quello che voleva Yutaka. "Eh, sicuramente non si è neanche accorta di avermi praticamente detto che è una ragazza." Pensò
mentre l'altra ricominciava a parlare, costringendola a spostare la
propria attenzione dai propri pensieri alla piccola ragazza dai capelli
color salmone che le sedeva accanto. - Ieri e oggi ho provato in
tutti i modi a farle capire che voglio andare avanti, anche solo un
po', che voglio un po' più di intimità tra noi, ma ignora
tutto quello che faccio, si è messa anche a evitarmi oggi. Non
so più che fare... - Concluse tristemente Yutaka, rivolgendo il
proprio sguardo al pavimento. Konata, che aveva sorriso al
secondo "passo falso" della cugina, che le aveva confermato che l'altra
persona fosse una ragazza, si sentiva ora molto combattuta. Da una
parte voleva aiutare sua cugina, ma dall'altra non voleva lanciala tra
le braccia di una sconosciuta qualunque. Dopo averci pensato per
qualche secondo decise che se Yutaka l'aveva scelta doveva essere una
brava persona, e che il semplice fatto che tentasse di trattenersi
significava che non voleva solo sfruttare Yutaka.
Dopo aver fatto promettere a Yutaka di dare comunque tempo al tempo e
di non cercare di far evolvere le cose troppo rapidamente,
iniziò una lunga conversazione con la cugina, in cui le diede
alcuni consigli e idee su cosa fare, non solo per "smuore", ma anche
infiammare il cuore di questa persona.
Una volta terminata la lunga ed "istruttiva" discussione con la
cugina, ringraziando quest'ultima, Yutaka si rimise in piedi per poi
uscire dalla stanza, scusandosi per averle fatto perdere tanto tempo.
Konata le rispose immediatamente che le aveva fatto piacere passare del
tempo con lei e che era contenta che avesse subito pensato a lei per
chiedere aiuto, Yutaka ovviamente non aveva mesionato che
l'aver pensato di chiedere alla cugina dipendeva pesantemente dalla sua
fama di pervertita.
Il giorno dopo, durante tutta la durata della prima parte delle
lezioni, sul volto di Hiyori rimase uno sguardo cupo e malinconico,
tuttavia nessuno sembrò dare particolare attenzione al suo
comportamento. La giovane artista aveva la fama di essere molto
lunatica, perchè a causa del suo hobby/lavoro spesso era
costretta a perdere il sonno per notti intere, inoltre quando pensava
una delle sue storie tendeva a prendere il cipiglio per personaggio che
aveva in mente.
La giornata passò lentamente per lei, e i pensieri che le
affollavano la mente non le diedero tregua per tutta la mattina,
così alla fine decise di chiedere aiuto, e come ogni volta da
quando la conosceva, la prima persona che le venne in mente fu
la sua sempai dagli occhi verdi. Se qualcuno poteva aiutarla era lei,
in base a ciò che aveva capito, secondo la mora Konata aveva, o
aveva avuto, lo stesso tipo di problema, anche se non avrebbe saputo
dire quanto grave.
Al suono della campana che segnalava l'inizio dell'ora di pranzo Hiyori
uscì immediatamente dalla classe, dicendo di avere qualcosa da
fare.
Arrivata davanti alla porta della classe 3-B esitò un momento,
ma poi entrò guardandosi intorno all ricerca dell'inconfondibile
ahoge blù.
Konata, Tsukasa, Kagami e Miyuki is trovavano come al solito insieme,
intente a gustare ognuna il proprio pranzo, passando il tempo in
placide chiacchere senza importanza.
Quando Konata vide entrare dalla porta la sua kohai, non fu granchè sorpresa dalla sua espressione afflitta.
Tuttavia, quando salutò il gruppetto di ragazze e le chiese di
poterle parlare in privato, notò che c'era qualcosa di strano
nel suo tono di voce e nella sua espressione, non erano quelli che
aveva di solito quando le capitava una stupidaggine, forse, si disse,
si trattava di qualcosa di serio.
Hiyori rimase in silenzio finchè non raggiunsero l'aula vuota di un club scolastico.
Konata chiuse la porta e si sedette sul banco accanto alla sua amica
mora - Allora Hiyorin cos'è che non va? dalla tua faccia mi sa
che è qualcosa di importante, non è che ti vuoi dichiarare? -
scherzò la ragazza dagli occhi verdi cercando di
allentare la tensione dell'amica. - Eh, no niente confessione,
anche se in in certo senso centra. Ma se anche fosse non mi metterei
mai tra te e... urk- Hiyori si interruppe improvvisamente, aveva
quasi detto alla sua sempai che non aveva solo fantasticato sulla
cugina ma anche su di lei! "devo essere proprio partita se stavo per farmi sgamare così" pensò,
poi continuò cambiando discorso e tornando al
problema principale, quello per il quale l'aveva portata dov'era
- Lascia perdere.- Disse rispondendo all'espressione
interrogativa della sua sempai - Ho bisogno di aiuto -
Konata avrebbe voluto chiederle cosa stava per dire ma decise che
fosse più importante aiutare la sua amica prima. - Che
tipo di aiuto? - Chiese la ragazza seduta sul banco. -
Comincio dall'inizio, secondo te una relazione può funzionare
senza, uh... contatto fisico?- Disse la mora -In che
senso? se è per il tuo prossimo doujinshi, sarebbe un peccato,
sei molto brava con lemon e lime- Rispose la ragazza dagli occhi
verdi, andando appositamente fuori strada, se voleva aiutarla doveva
sapere tutta la storia e senza una spintarella Hiyori non avrebbe
parlato chiaramente.
La ragazza con gli occhiali sospirò, sperava di poter evitare di
raccontare tutta la situazione alla sempai che più rispettava,
era qualcosa di cui si vergognava, ma evidentemente non sarebbe stata
tanto fortunata. - No per una volta nella mia vita non centrano
i manga, il fatto è che sto con qualcuno e... sai come sono...
ho veramente paura che una volta scoperto che sono una fujoshi, nel vero senso della parola, mi
lascerà... e non lo sopporterei, non è solo una
cottarella, mi sono innamorata, profondamente, e non voglio che si
allontani da me.
Konata si sorprese dalla serietà delle parole dell'amica, ed in
qualche modo riusciva anche a capire le sue preoccupazioni, tuttavia
aveva idea che non fosse il modo giusto di di vedere il problema.
-Mmm... capisco che vuoi dire, però se sei davvero
innamorata come dici, prima o poi avrai bisogno di più
intimità tra voi, e vale per tutt'eddue. Però non
è questo che mi volevi chiedere no? è tutta roba che hai
già deciso quindi per cosa ti servo io? se vuoi supporto lo sai
ci sono sempre per gli amici.- Disse con l'espressione
più seria che la mora le avesse mai visto. - Si infatti
lo so, e ti ringrazio, ma hai ragione, c'è un motivo se ti ho
raccontato tutta questa storia. Il fatto è che da un paio di
giorni mi sta facendo impazzire, nel senso che fa delle cose che mi
fanno faticare per trattenermi, sai tipo sfiorare toccare, ora non lo
so se lo ha fatto apposta, probabilmente no, ma oggi è stato
diverso... non so cosa le è preso,oggi lo faceva apposta, forse è come hai detto tu
vuole qualcos'altro ma non lo so quanto posso durare così.-
Concluse Hiyori con una nota di disperazione.
A questo punto Konata la guardò confusa, la scoperta che si
trattasse di una ragazza non l'aveva sorpresa più di tanto, ma
si chiedeva come mai fosse ancora spaventata se proprio quella persona
fosse la prima ad esternare certe richieste, anche se sottintese -
Scusami ma se te lo dice lei non è tutto apposto? voglio dire
dovresti poter andare tranquilla così no?- Hiyori
sospirò mentalmente di sollievo, la sua sempai aveva colto il
piccolo indizio che le aveva dato, e continuato tranquillamente come se nulla fosse. Dopo un veloce sguardo
grato, la garazza con gli occhiali rispose dicendo -No,
sono sicura che perderei il controllo, e non voglio immaginare
cosa le potrei fare, quindi ho bisogno che mi aiuti a trovare un modo
per controllarmi meglio, e in caso per rifiutare senza ferirla-.
Konata rimase in silenzio per qualche secondo, poi parlò - Guarda
secondo me ti stai preoccupando troppo - Dopo aver chiesto
qualche altro dettaglio sul rapporto che avevano, le disse che non
vedeva modo per cui una delle due potesse allontanare l'altra, ma
Hiyori rimase ferma sul suo punto, era terrorizzata all'idea di essere
abbandonata, così la sempai acconsentì, e le diede
qualche consiglio per migliorare il suo autocontrollo, consigliandole
comunque di avanzare poco alla volta invece di bloccarsi,
cosicchè non avrebbe spaventato l'altra, cosa che reputava
comunque improbabile, e lei avrebbe potuto abituarsi al nuovo livello
senza perdere il controllo.
La mora le assicurò che avrebbe pensato a ciò che aveva
detto, la gingraziò di cuore, ed uscì dall'aula per
dirigersi verso la propria classe.
- Mmm... spero che non si impunti troppo, altrimenti la sua relazione
potrebbe venire fuori tutta sbagliata, e sarebbe un peccato. Le
riparlerò domani, cercherò una scusa e
vedrò di convincerla- Si disse Konata mentre tornava
dalle sue amiche.
Quella stessa sera, Hiyori, Yutaka, Patty e Minami, avrebbero dovuto
incontrarsi tutte a casa dell'artista del gruppo per un pigiama party,
tuttavia dopo l'arrivo della piccoletta dai capelli color salmone, la
ragazza con gli occhiali ricevette una telefonata da Patty, che si
scusava per non poter essere presente, apparentemente era stata
costretta a fare gli straordinari a lavoro, le spiegò anche il
motivo ma Hiyori aveva già smesso di ascoltare.
Appena pochi minuti dopo Minami chiamò Yutaka anche lei
scusandosi, dicendo che i suoi genitori avevano dimenticato di dirle
che quella sera sarebbe dovuta andare a una cena a casa di alcuni
parenti che sarebbero venuti dal continente.
Nel frattempo fuori era già buio, i genitori della mora non
erano in casa, e faceva freddo, quindi la mora non ebbe cuore di
rimandare la piccola ragazza dagli occhi verdi a casa da sola.
Quando Hiyori le disse che sarebbe stato meglio se fosse rimasta
comunque, Yutaka vide presentarsi la migliore delle occasioni. Era il
momento di mettere in pratica i consigli di sua cugina.
Cenarono, un pasto frugale ma piacevole, e guardarono un film insieme.
Per tutta la serata la piccola quindicenne non fece altro che mandare
segnali alla mora, inizialmente molto leggeri e sempre sottintesi, seguendo il consiglio di non affrettare le cose.
Ma con l'andare avanti della serata la frustrazione cominciò ad
avere la meglio sulla timidezza e sull'imbarazzo, portandola a fare
avances sempre più evidenti alla ragazza dai lunghi capelli
corvini.
Hiyori dal canto suo, anche lei seguendo le istruzioni di Konata,
riuscì sempre ad evitare o ad uscire da situazioni e discorsi
che avrebbero potuto metterla in difficoltà.
Quando finalmente fu ora di andare a dormire, la bruna sentì di
essere quasi alla fine delle sue pene, almeno per la serata.
Andò a cercare il futon che tenevano da parte per gli ospiti ma
non riuscì a trovarlo, poi ricordò di aver visto di sfuggita sua madre metterlo in lavatrice.
Quando si allontanò per controllare che i suoi sospetti fossero
fondati, Yutaka la seguì e guardò trionfante il futon
dentro la lavatrice. Quella sera aveva fallito su tutti i fronti ma non
si era ancora arresa, quella era la sua ultima occasione. -Uh,
Hiyori-chan se vuoi posso dormire per terra, mi basta una coperta-
Disse, conoscendo già la risposta. -Che
dici? ti ammaleresti, no ci dormo io per terra tu prendi il mio letto-
Disse la ragazza dai capelli corvini. La sua piccola ospite
colse la palla al balzo e rispose immediatamente -Ma non posso
così ti ammali tu... forse ci possiamo venire incontro... posso
dormine nel letto con te, sono piccola e occupo poco spazio...- "Perfetto adesso non puoi tirarti indietro" Pensò credendo
di avere ormai la vittoria in pugno. -Cosa? no non possiamo...
ecco...- Hiyori iniziò ad elencare tutte le scuse che le
si presentavano alla mente, ma Yutaka riusciva sempre a trovare il modo
di renderle inutili, finchè, esaurite le scuse plausibili la
ragazza dagli occhi magenta iniziò a dare motivazioni sempre
meno sensate, portando la frustrazione della piccola quindicenne che le
stava davanti ad un livello completamente nuovo.
Ad un certo punto Yutaka disperata cercò di sorridere alla mora,
anche se avrebbe voluto piangere, le disse di smettere di preoccuparsi,
e poi le si avvicinò per abbracciarla, ma non appena la
sfiorò con una mano, Hiyori si ritrasse di scatto, come se fosse
stata colpita da una scossa elettrica.
Quella fu l'ultima goccia, Yutaka non era più solo triste, era
arrabbiata, scoccò alla ragazza dai capelli corvini uno sguardo
che la paralizzò, iniziò ad urlarle contro, le chiese
perchè si stesse comportando in quel modo, perchè si
rifiutasse di avvicinarsi a lei, ma la mora finse ignoranza, buttando
solo benzina sul fuoco. La ragazza dai capelli color salmone
ricacciò indietro le lacrime, mentre elencava tutte le volte in
cui la ragazza dagli occhi mangenta si era rifiutata di toccarla od
anche solo di avvicinarla, mentre il suo tono si abbassava ad ogni
episodio che ricordava. La mora era senza parole, non si era resa conto
di aver ferito in quel modo quella stupenda ragazza che ora sembrava
ancor più piccola ed indifesa, improvvisamente si rese conto di
quanto si fosse sforzata di rendere quella serata perfetta, facendo e
dicendo cose romantiche, scegliendo dei vestiti che mettevano in
risalto i suoi tratti migliori, mentre lei non aveva fatto altro che
rovinare tutto. Si ritrovò catapultata fuori dai suoi pensieri
quando la piccola rossa confessò le incertezze e le paure che le
aveva dato, e poi sentì il suo viso arrossire violentemente di
vergogna quando le disse che aveva notato i suoi sguardi, come la
studiasse, il desiderio nei suoi occhi, le mani che tremavano
leggermente nello sforzo di non toccarla, ed ora era anche confusa,
perchè non capiva, se il problema non era l'assenza di
attrazione, allora cosa non andava? -Hiyori-chan
qual'è il problema? dimmelo... non puoi lasciarmi fuori
così... se hai qualcosa che ti fa stare male ti posso aiutare-
Concluse Yutaka, mentre due lascrime riuscivano a sorpassare la
soglia dei suoi occhi.
In preda al rimorso per aver fatto soffrire una persona che tanto amava,
e schiacciata dalla vergona, Hiyori non potè fare altro che
raccontare tutta la verità, che sapeva le avrebbe portato via
per sempre quel piccolo angelo con gli occhi verdi.
E così parlò, le disse di come la vedesse come la
più pura e delicata delle creature, e come reputasse se stessa
una persona corrotta, le disse che una come lei e avrebbe potuto solo
farle del male, che se non si fosse trattenuta avrebbe perso il
controllo - E non voglio fare qualcosa di cui ti pentiresti-
Aggiunse la mora, con tono affranto. Yutaka era combattuta
tra il solliavo, perchè finalmente Hiyori l'aveva resa partecipe
dei suoi pensieri, ma contemporaneamente non riusciva a capire.
-Perchè non me lo hai detto? e poi perchè hai cominciato
ad evitarmi all'imporvviso?- E la ragazza con gli occhiali
glielo spiegò, le spiegò che quell'unica volta in cui
avevano condiviso un bacio adulto, non aveva sentito solo la
felicità che quell'intimità le dava, aveva sentito un
desiderio, un fortissimo impulso di prenderla, e forzarla se non avesse
voluto, era un desiderio talmente potente che dovette dal fondo a tutta
la sua forza di volontà per resistervi.
Quando il bacio si era interrotto, si era ritrovata terrorizzata, da
quello che poteva fare, da quello che poteva farle. Poi si era accorta
che quella sensazione non l'aveva abbandonata, anche se più
debole, sperò che sarebbe passata ma il giorno dopo solo uno
sguardo alla piccola adorabile ragazza dai capelli color salmone,
quella pulsione tornò prepotente. Le raccontò di come si
fosse sentita un mostro, di quanto si vergognasse di se stessa, e di
aver deciso alla fine che per il suo bene avrebbe dovuto cercare
di evitare il contatto il più possibile, perchè era
l'unico modo che le fosse venuto in mente per tenersi sotto controllo.
Poi mostrando tutta la vergogna che provava nei propri confronti, le
raccontò che, anche se riusciva a controllarsi, non era servito
ad allontanare quella sensazione, quel desiderio pressante di farla sua
indipendentemente dalla sua volontà, e che infine, al momento
attuale persino il solo sfiorarle il viso le accendeva un fuoco dentro
che riusciva a stento a contenere. Infine le raccontò di come
avesse chiesto aiuto alla persona di cui si fidava di più, e che
se quella sera era riuscita a mantenere il controllo era solo grazie a
lei.
Dopo aver detto tutto, Hiyori disse alla piccola rossa che non
l'avrebbe biasimata se in quel momento la stesse odiando, che se avesse
voluto lasciarla non si sarebbe opposta, meglio questo che corrompere
la cosa più bella del mondo.
Yutaka aveva ascoltato con le guance arrossate per tutto il tempo,
rossore che si espanse per tutto il viso e divenne persino più
forte al complimento finale.
A quel punto non era più triste o arrabbiata, ma contrariata.
Chiese alla mora perchè non le avesse parlato prima,
perchè l'avesse fatta dubitare tanto di sé, per poi dirle
qualcosa di tanto dolce. La ragazza dagli occhi magenta tentò di
rispondere, ma la piccola rossa non aveva ancora finito, era il suo
momento di parlare. Disse che per quanto potesse sembrare infantile,
non era necessariamente una bambina, ed il non capire le battute
di Konata non significava automaticamente essere casti ed innocenti.
Mentre la mora teneva ancora gli occhi fissi sul pavimento, la ragazza
dagli occhi verdi le prese le mani facendola sobbalzare, tuttavia non
si sottrasse al gesto, e le permise di guidala fino al letto sul quase
si sedettero una accanto all'altra.
Poi Yutaka ricominciò a parlare, le disse che anche lei aveva
avuto quel tipo di pensieri nei suoi confronti, e che se davvero
provava tanto desiderio, allora sarebbe stata felice di fare qualcosa
per aiutarla. Concluse dicendo che probabilmente si sentiva
sempre più ossessionata perchè avrebbe dovuto sfogarsi,
non trattenersi. "Se è per questo mi sfogo anche troppo"
Pensò Hiyori, e fu questo momento di distrazione a permettere a
Yutaka di cingerle la vita con le sue corte braccia. La mora, colta di
sorpresa non ebbe la forza di ribellarsi, rimase immobile mentre
l'altra le si sedette sulle gambe, le accostò le labbra
all'orecchio e poi cominciò a sussurrarle parole dal suono dolce
e calmante, tuttavia la mora non riuscì a distinguerne nemmeno
una, poiché nella sua mente stava combattendo una battaglia
già persa, tentò di implorare la piccola ragazza sulle
sue gambe di smettere, ma tutto ciò che uscì dalle sue
labbra fu un mugolio indistinto.
Vedendo che Hiyori stava finalmente cedendo, Yutaka, rossa sino alle
orecchie iniziò a fare tutto quello che le aveva detto sua
cugina, timidamente le lasciò una piccola scia i baci leggeri
come piume sul collo,sino a tornare all'orecchio, che massaggiò
lievemente con le labbra e la lingua, sorprendendo persino se stessa
con la propria audacia, notando poi il rosso vivo sulle guance della
ragazza dai lunghi capelli corvini, che aveva chiuso gli occhi metre si
perdeva nel calore che le stava montando dentro, le mani sui fianchi
tremanti, nel disperato tentativo di non muoversi, iniziò ad
accarezzarle viso e capelli, per poi baciarla con trasporto, la
sua passione trattenuta a stento dalla timidezza e dall'inesperienza.
Quando cominciò a massaggiare
delicatamente la sua lingua con la propria, sentì le braccia di
Hiyori afferrarla di scatto e stringerla forte, e rispondere poi con
foga, quasi con prepotenza, al bacio, per poi gettarsi all'indietro,
distesa sul letto con la piccola ragazza dagli occhi verdi sul petto,
rotolando subito dopo per trovarsi sopra di lei, gli occhi infuocati
dal desiderio e dalla passione. - Fermami, perchè
io non ci riesco, non voglio farti male.- Le disse con
voce profonda. -Non ce n'è bisogno, non mi farai niente,
lo so- Rispose l'altra sorridendole dolcemente.
Quando Hiyori affondò il viso nel collo sensibile di Yutaka, lei
seppe di aver fatto la cosa giusta, non le interessava fin dove si
sarebbero spinte, e pensò che le andava bene così mentre
cercava la sua bocca per baciarla ancora.
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Capitolo 4 *** Se Mi Ignori Ti Sposo ***
Mai ignorare gli ospiti
Mi è stato fatto notare che sono piuttosto lento ad
updatare. Lo ammetto è verissimo, ma preferisco fare meno update
quantomeno decenti che tanti decisamente indecenti, perchè
sò già di non essere ingrado senza aspettare il momento
opportuno per scrivere, quindi per favore cercate di sopportare la mia
lentezza, tenendo a mente questo e che sono piuttosto impegnato anche a
fare altro, primo fra tutti riuscire ad iscrivermi
all'università, cosa che risulta fin troppo complicata, per lo
meno dove abito io. Ne approfitto nel frattempo per ringraziare
skullrose, Rachel_lullaby_L, e GiadaWoosh per i loro commenti
sull'ultimo capito ed i complimenti che non mi sento di meritare, siete
troppo buoni/e ç_ç. Per ultimo ci tengo a precisare che
non indendo fare PWP quindi darò un background a questa coppia,
od almeno un seguito, anche se non so quando XD. Ok basta roba noiosa,
via col capitolo.
Rate: Arancione
Avvertimento: Lemon
Se Mi Ignori Ti Sposo
-Allo__zumi__lle sei__k?-
A quel punto la connessione venne meno. - Hiyorin, mi senti? Hiyorin!
Uff caduta la linea... Vabbè bene o male l'ho sentita. Poi gli
richiamo dopo Haruhi, per sicurezza-. Disse la bionda tra sé e
sé, ovviamente tutta la faccenda fu dimenticata alla prima
nota della sigla dell'anime che era appena iniziato.
Il campanello suonò a casa Wakase.
Ad aprire la porta per Patty fu la sua compagna di classe dai
lunghi capelli castani. - Oh, Patty_san, buon pomeriggio -
La accolse Izumi sorpresa, tuttavia Patty non se ne rese
conto ed entrò con la massima tranquillità, aspettando
che la bruna le indicasse quale fosse la sua stanza.
L'americana si accomodò sul letto, coperto da una trapunta rosa
dall'aria vagamente familiare, dell'amica, mentre quest'utima la
osservava con sguardo interrogativo.
Dopo un minuto di attesa da parte di entrambe decisero di parlare
- Dì quando arrivano le altre? - -Um, come
mai sei venuta?- Chiesero in contemporanea l'una all'altra.
Leggermente confuse dalla risposta ricevuta parlarono ancora una volta
contemporaneamente - Che vuol dire come mai sono
quì? - - Le altre chi? -.
Allora Patty le spiegò che avrebbero dovuto incontrarsi a casa
sua quella sera per stare un po' insieme, ma quando Izumi le disse che
non ne sapeva nulla Patty, la quale aveva ormai una mezza idea di cosa
fosse successo, le chiese se fosse possibile usare il suo telefono di
casa, perchè avendo dimenticato il proprio non le era possibile
provvedere. Izumi non aveva ancora capito quale fosse il problema, ma
acconsentì, portò su il cordless e lo passò alla
bionda, la quale digitò il numero di casa Izumi, al cui telefono
rispose Yutaka. -Ah, Patty_chan, dove sei? Hiyori-chan è
già arrivata, ti stiamo aspettando- disse la sua
piccola compagna di classe confermando i suoi sospetti. - Uh,
c'è un piccolo problema Yutaka, io sono da Izumi, quando mi ha
chiamata Hiyori non si capiva niente e io mi sono dimenticata di
richiamarla...-. In quel momento Hiyori strappò dalle
mani la cornetta, iniziando subito a rimproverare l'americana, tuttavia
la piccola padrona di casa riprese la cornetta per tranquillizzare la
sua amica che non fosse un problema. Dopo aver guardato fuori dalla
finestra però si accorse che un forte acquazzone era appena
cominciato, e che stava peggiorando velocemente, ormai si trattava
quasi di una tempesta, così Izumi la invitò a rimanere,
almeno fino a che non fosse migliorata la situazione, prendendo poi in
mano il cordless per avvertire le sue amiche all'altro capo della
linea.
In qualche modo durante la breve conversazione le due padrone di casa
finirono per parlare di un anime che entrambe avevano visto la sera
prima, effettivamente Izumi lo aveva seguito sin dal primo episodio, ma non aveva
alcuna intenzione di ammetterlo.
La conversazione telefonica andava avanti e Patty si sentì
presto molto annoiata, chiese ad Izumi se avesse qualcosa con cui
potesse passare il tempo, ma la bruna, completamente assorbita dalla
discussione, si limitò ad indicare distrattamente la PS2 sotto
il televisore. L'americana, quindi, iniziò a spulciare la,
stranamente fornita, collezione di giochi della sua amica, senza
però trovare nessuno dei suoi giochi preferiti. In fine si
limitò a prendere quello che reputava meno noioso e
giocò, ma solo per poco. Il gioco la annoiò velocemente
così spense la console e si voltò per controllare se la
discussione tra le sue due amiche si fosse conlusa. Purtroppo per lei
però le due non sembravano avere alcuna intenzione
di interromperla a breve. Con disappunto guardò fuori dalla
finestra, la tempesta si era intensificata, e vedere il maltempo fuori
la portò a rendersi conto di essere molto infreddolita. Quando
le chiese del riscaldamento Izumi le rispose che si era rotto
il giorno prima, e ridendo le disse che in frigo avrebbe dovuto
esserci
una bottiglia di sakè, e che avrebbe potuto riscaldarsi con
quello. La bionda le rispose ironicamente dicendole che non era
affatto capace di reggere l'alcol, tuttavia la sua amica dai lunghi
capelli castani aveva già redirezionato la sua attenzione al
cordless. Le chiese ancora se potesse avere qualcosa da bere, ma la
padrona di casa le rispose semplicemente di scendere in cucina e
prendere dal frigo ciò che voleva, perchè lei non poteva
abbandonare la conversazione. Patty stava per protestare, facendole
notare che trattandosi di un cordless avrebbe potuto benissimo parlare
e scendere contemporaneamente, ma già non la ascoltava
più, quindi ubbidì e si diresse verso la cucina della
casa. Una volta davanti al frigorifero, si rese conto che il resto
della casa poteva essere anche più freddo della stanza di Izumi,
con un brivido lo aprì, ed estrasse una bottiglia di aranciata,
ma il suo occhio cadde su una piccola bottiglia bianca la cui forma
aveva visto solo nei suoi manga. Ripose l'aranciata, e con un'altro
brivido prese la bottiglia. "Alla fine ha detto prendi quello che vuoi quindi..."
pensò mentre riempiva per metà un bicchiere con il
contenuto della bottiglia, poi lo bevve tutto d'un fiato. Non essendo
per niente abituata a bere, non avrebbe saputo descriverne il sapore,
tuttavia non le dispiacque, più che altro per la sensazione di
tepore che dal suo stomaco si stava irradiando per tutto il corpo.
Decise di prendere un'altro mezzo bicchiere, tanto per essere sicura di
riscaldarsi per bene.
Appoggiando il bicchiere sul tavolo sentì
già la testa leggera, ma non ci pensò più di tanto.
Rientrando in camera dell'amica, si infastidì parecchio alla
vista della stessa ancora impegnata nella conversazione. Un sorriso
tanto perfido quanto malizioso le si formò sulle labbra, sapeva
cosa fare per staccarla dal telefono.
Le si avvicinò di soppiatto, per poi abbracciarla da dietro
sorprendendola - Wa! Ma che fai? - chiese la
bruna divertita, conoscendo il carattere affettuoso di Patty non si
sentì particolarmente sorpresa anche se non l'aveva mai vista
comportarsi come la sempai di cui le parlavano sempre, non notando
però la piccola differenza rispetto al suo solito modo di fare.
La bionda avvicinò il proprio viso a quello di Izumi sin quasi a
sfiorarle l'orecchio con le labbra e disse con tono malizioso
-Non va bene ignorare gli ospiti lo sai? -
La ragazza nelle sue braccia rabbrividì leggermente, dandole
tutto il tempo per stringerla per bene impedendole ogni movimento,
spostare il proprio viso, e dopo averla guardata negli occhi per un
secondo, premere lentamente le labbra contro le sue.
Yutaka non era mai stata tanto confusa in vita sua,un attimo prima
chiaccherava amabilmente con la sua compagna di classe, e quello dopo
aveva sentito la voce di Patty dire qualcosa con tono suggestivo e poi
strani suoni e rumori iniziarono a venire dall'altro lato della linea.
Non dovette passare molto tempo prima che iniziasse a farsi un'idea
piuttosto precisa di cosa stesse accadendo a casa Wakase,
differentemente da quanto tutti gli altri potessero credere, anche lei
era capace di formulare pensieri di un certo tipo, per quanto raramente
ciò accadesse.
- Uh, Yu_chan? che c'è? perchè quella faccia? -
Chiese confusa la ragazza dai lunghi capelli corvini,
appena tornata da un viaggio in cucina. - Penso che
Patty_chan stia violentando Izumi_san - Rispose la piccola
padrona di casa con sguardo vuoto, ma senza mai lasciare la cornetta.
- Y-Yu_chan mi sa che ho capito male puoi ripetere? -
Rispose Hiyori.
La ragazza dai capelli color salmone non disse nulla, le passò semplicemente la cornetta invece.
Ciò che la ragazza con gli occhiali sentì, tuttavia, fu
nient'altro che bassi gemiti, la voce di Patty che sussurrava in tono
molto suggestivo, ed Izumi che le chiedeva debolmente di fermarsi.
Rimase immobile per un momento, gli occhi persi nel vuoto e la cornetta
stretta in mano, ma all'esclamazione della sua compagna dai capelli
castani - N-no ferma! non mi toccare là se no,
AHN!- Il suo naso esplose in un'ondata rossa. Nemmeno la
mano che si portò al viso servì a fermare il flusso,
così passò velocemente il telefono a Yutaka per uscire in
fretta dalla stanza. Rientrò dopo poco meno di dieci secondi con
due grossi pezzi di carta dentro le narici, che erano riusciti, almeno
per il momento, a fermare il sangue. -Yu_chan! Ti prego fammi
sentire!- Esclamò. Ancora una volta la sua
"interlocutrice" non le rispose, schiacciò invece il tasto
"altoparlante" sul telefono, e le voci delle due amiche e il rumore
delle loro attività riempirono la stanza.
La mente di Izumi era completamente vuota, non riusciva a formulare un
pensiero coerente. Patty, evidentemente completamente ubriaca, dopo
averla afferrata per bene impedendole ogni movimento, aveva iniziato a
spogliarla, accarezzarla, e stuzzicarla nel modo più ammaliante
possibile.
Prima che potesse rendersi conto di cosa stesse succedendo, e riuscisse
finalmente a recuperare un minimo di lucidità, si trovava
già con indosso solo le calze, le sue mutandine rosa intorno ad
una sola caviglia, e la maglietta sollevata sopra il seno esposto, il
viso talmente rosso da rendere complicato decifrarne l'espressione,
rossore che aveva finito per distribuirsi su tutto il suo corpo.
Si trovava seduta sul pavimento, tra le gambe incrociate di una Patty
che indossava solo un paio di mutandine giallo canarino, e la stava
tenendo tra le sue braccia, la lingua che faceva lentamente su e
giù per il suo collo, fermandosi ogni tanto per un bacio
leggero, un piccolo succhiotto od un morso delicato. La mano destra
dell'americana, aveva passato gli ultimi minuti accarezzando la coscia
della aragzza che teneva tra le braccia, passando all'internocoscia,
avvicinandosi sin quasi a sfiorare la sua eccitazione, per poi
tornare indietro al ginocchio, la mano sinistra invece scivolava
lentamente dall'addome piatto al seno della bruna, stringendo
delicatamente una volta raggiuntolo, spostando le dita per farle
credere che stesse per toccare i due piccoli centri nervosi, che
mostravano quanto Izumi si fosse persa in quelle sensazioni, per poi
tirarsi indietro e ricominciare. Quest'ultima si era ormai abbandonata
alle cure di Patty, smettendo di resistere e di tentare di liberarsi,
limitandosi a chiederle in un sussurro di fermarsi di tanto in tanto,
ma l'americana reputò che quello fosse il momento migliore per
passare a qualcosa di serio, spostò la sua mano destra,
sfiorando il centro dell'eccitazione della padrona di casa,
atrappandole un gemito. Quest'ultima la implorò di liberarla per
poter chiudere la chiamata, il cordless a terra lontano dalle sue mani,
facendole notare che probabilmente le stavano ascoltando dall'altra
parte della linea - Falle sentire, così forse
imparano qualcosa- le rispose la bionda -
A-aspetta, davvero fammi chiudere... ti prometto che poi faccio quello
che vuoi...- tentò di convincerla Izumi, sentendo
il proprio imbarazzo crescere ad ogni secondo, ma Patty le rispose che
sapere di poter essere scoperti poteva rendere tutto più
eccitante, quindi la consapevolezza di qualcuno che che ascolta sarebbe
stato sicuramente un'aggiunta. poi la zittì iniziando ad
accarezzare in mezzo alle sue gambe la sua
eccitazione, mentre le stuzzicava i seni. Pensò poi
di bloccare i suoi gemiti unendo ancora le loro labbra, e fu sorpresa
dal sentire Izumi che rispondeva al bacio. La povera ragazza dai lunghi
capelli castani era arrivata al limite, e quando Patty lasciò
andare le sue braccia, lei prese a dare manforte
all'americana, provvedendo a tutte le parti sensibili del suo
stesso corpo che stava strascurando, ed ansando forte pensò che
non avesse più alcuna imporanza che la stessero ascoltando,
tutto ciò di cui aveva bisogno era quella sensazione di
liberazione che tanto anelava. Quest'ultima non tardò ad
arrivare, dopo meno di un minuto, superò il suo limite, e con un
lungo grido smorzato provò l'orgasmo più forte della sua
vita, mentre Patty la guardava ansimare cercando di riprendere fiato e
si leccava le dita bagnate.
I due tamponi di carta dentro le narici di Hiyori, ormai
completamente zuppi di sangue, iniziarono a gocciolare dopo l'urlo di
Izumi, Yutaka accanto a lei era arrossita tanto da superare il colore
dei suoi capelli, ma prima che una delle due potesse dire una parola
dall'apparecchio venne la voce di Izumi - Questa non te la
faccio passare! E' il mio turno, ora lo vedi che ti faccio! -
disse risentita, la voce carica di lussuria - Non
vedo l'ora - Rispose la bionda maliziosamente. Dopo di che
la chiamata si interruppe, per la disperazione di Hiyori, che tuttavia
si consolò immediatamente pensando al materiale incredibile che
aveva a disposizione, iniziando immediatamente a scrivere e disegnare,
senza far caso a Yutaka che corse immediatamente in bagno. Non ne
sarebbe uscita prima di mezz'ora.
Gli occhi affamati di Izumi fissavano Patty, la quale sembrava
divertita dalla parte del carattere della sua, normalmente mite, amica
che aveva risvegliato.
La bruna non disse nulla, le saltò semplicemente
addosso,baciandola con ferocia a toccando tutto quello che le sue mani
potessero raggiungere. Quando lasciò la bocca della bionda fu
solo per andare ad un seno mentre una mano andò rapidamente alle
mutandine della stessa, un'enorme chiazza umida sulla parte anteriore
che arrivava sino al retro, facendola gemere forte, ma proprio quando
si trovò sul punto di rilascio, Izumi si fermò, si
andò a sistemare sul letto ed attese che Patty la raggiungesse
facendole contemporaneamente segno di avvicinarsi. La bionda si
alzò insoddisfatta ed irritata ma quando si avvicinò
all'altra ragazza sul letto, questa, con suo sommo piacere, la
tirò a sé facendo strusciare tra loro per un secondo i
seni di entrambe -Questo l'ho visto solo negli hentai, ora
voglio vedere com'è- Dichiarò la bruna
aprendo le gambe e facendo lo stesso non quelle di Patty, la quale non
si sognava nemmeno di fermarla, qualunque cosa volesse fare si trovava
perfettamente a suo agio, e la strinse a sé perchè lo
capisse. Izumi non perse tempo ed avvicinò il proprio bacino a
quello dell'americana, gemettero all'unisono quando si toccarono ed in
un singhiozzo la bruna disse -T-Tribadismo-. Quasi subito la
bionda cominciò a muoversi convulsamente, completamente
assorbita dal piacere, mentre l'altra seguiva il suo esempio, troppo
eccitata per trattenersi. Non durò molto data l'eccitazione
accumulata da Patty ed al fatto che i loro seni strusciavano ogni
tanto, quelli di Izumi per quanto più piccoli erano
particolarmente sensibili, forzando entrambe ad aumentare la
velocità per incrementare la frizione, mentre si baciavano con
passione, esplorando l'una la bocca dell'altra. Fu proprio questo a
trascinare la bionda oltre il suo limite, ogni suono bloccato dalla
bocca dell'altra mentre continuava a baciarla, l'orgasmo talmente forte
da costringerla a continuare a muoversi. La bruna dal canto suo
raggiunse il picco immediatamente dopo, forzando un secondo orgasmo per
l'americana con i suoi caldi fluidi che le scorrevano contro.
A quel punto, senza forze rallentarono sino a fermarsi, distendendosi
una ai piedi e l'altra alla testa del letto, le gambe ancora incrociate
tra loro.Era la prima volta che Patty
venisse due volte di seguito, e si trovò in difficoltà
nel tentare di riprendere fiato, invece Izumi, sfumata finalmente la
nebbia che le aveva offuscato la mente a causa della situazione, si
rese conto di ciò che aveva appena fatto, sollevandosi di scatto
per guardare l'altra, che però era già addormentata,
alcol e stanchezza reclamandola finalmente, lasciandola ad interrogarsi sul da farsi.
Quando patty si svegliò, la testa le faceva un male terribile, e
non riusciva a ricordare cosa avesse fatto. Guardò l'orologio
contemporaneamente ad Izumi, che si rese conto del passaggio di due
ore. La bruna dopo essere andata nel panico, aveva pulito tutto fatto
una doccia e rivestito Patty e sé stessa, non senza sentire il
suo corpo reagire mentre toccava il corpo dell'americana per farlo.
- Uh? Che è successo perchè mi fa male la testa?-
Chiese confusa ed a bassa voce quest'ultima. L'altra senza sapere
cosa dire le consigliò semplicemente di farsi una doccia,
postponendo il discorso imbarazzante. Non avrebbe mai detto che Patty
potesse essere interessata alle altre ragazze, ed ancora meno credeva
di poterlo essere lei stessa, anche se gli eventi di qualche ora prima
rendevano completamente inutile qualunque auting in quel senso.
Patty accettò l'offerta ed anche se la tempesta si era ormai
placata, sentendosi incredibilmente stanca le chiese se potesse restare
per la notte. La padrona di casa acconsentì timidamente, ma
l'altra non vi prestò attenzione, mandò invece un
messaggio ad Hiyori per avvertirla, ma non si curò neanche della
mancata risposta.
Una volta nella vasca La bionda iniziò a ricordare quello che
aveva fatto, arrossendo ed andando nel panico inizialmente, per poi
calmarsi per lasciare spazio all'eccitazione che sentiva dentro, non
poteva credere di aver fatto qualcosa del genere, ma Izumi non l'aveva
rifiutata, anzi, quindi forse...
Quando uscì dal bagno tentò di evitare di incrociare lo
sguardo dell'altra ragazza mentre preparava il suo futon, quando i suoi
genitori rientrarono mangiarono tutti insieme, accogliendo gentilemente
Patty per la serata.
Quella sera, Izumi nel suo letto, l'altra sul futon sul pavimento, non
riuscivano a prendere sonno, infine la ragazza dai corti capelli biondi
decise di parlare - Pomeriggio ho fatto un sogno strano -
Disse vagamente - Ti è piaciuto? I-il sogno
dico- Chiese nervosamente l'altra
-Tantissimo, vorrei rifarlo- Rispose imbarazzata
l'americana. A quel punto la bruna si voltò e guardandola dritto
negli occhi domandò -Ti posso aiutare a rifarlo, se
non fai rumore- Disse sorprendendo persino sé
stessa con la propria audacia. - Fossi in te mi
preoccuperei di più del rumore che potresi fare tu-
Rispose maliziosamente Patty mentre si alzava e dirigeva verso il
letto.
Per il malinteso all'inizio sappiate
che il cognome di Konata si legge accentando la I => I'zumi,
finendo con l'ultima I leggermente aperta, mentre per il nome di Wakase
l'accento va sulla U => Izùmi e l'ultima è una I
chiusa, dando un tono diverso alle due parole, sospetto centri qualche differenza di sillabe e/o kanji ma non ne sono sicuro,
tuttavia togliendo la I iniziale non si riesce a distinguere bene i due
toni, figuratevi tramite un telefonino con poco campo da cui il
fraintendimento. Lo so sono troppo pignolo, che ci posso fare XD.
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Capitolo 5 *** Mani Di Fata ***
Ancora Mia
Finamente l'ho finito! E' praticamente da una settimana che
cerco di lavorare su questo capitolo, ma ogni volta qualcuno o qualcosa
mi distrae o me lo impedisce, lavori a casa, aiutare amici/he,
interruzioni di corrente, palestra, la mia esasperazione, le scarpe che
mi lasciano a piedi (LOL però è vero -.-) e lo avrei
pubblicato due ore e mezzo fa se non ci fosse stato un temporale
pazzesco che avrebbe fritto il mio pc se non lo avessi spento, e la
corrente non fosse arrivata ad intermittenza dopo... Vabbè
adesso è quì, e mi scuso dell'enorme ammontare di tempo
che vi ho fatto aspettare, quindi dopo il solito ringraziamento a
skullrose, Rachel_lullaby_R, GiadaWoosh e missredlights per i
loro commenti ed i complimenti, sempre troppo buoni ^_^ (tranne miss
XP, scherzo), vi lascio al capitolo, con la consapevolezza che ci sono
buone probabilità che il prossimo sia on prima del solito. Ok ok
basta ecco il cap.
Avvertiemnti: Lemon, Fluff (non sono granchè con questo abbiate pazienza)
Rate: arancione
Mani Di Fata
Mentre si preparava per andare a scuola Kagami non riusciva a non pensare alla sua piccola otaku.
La Golden Week era appena terminata, ed a causa di una piccola epidemia di influenza a casa Hiragii,
alla quale scamparono solo
lei e suo padre, la mole del suo lavoro al tempio venne notevolmente
intensificata, impedendogli di stare con Konata, od anche solo di
parlarle per tutta la settimana ed i due giorni che la
precedettero. Da quando stavano insieme non erano mai state separate
tanto a lungo, ed in quel momento la ragazza dagli occi blù non vedeva
l'ora di abbracciarla. Ovviamente avrebbe dovuto aspettare l'ora di
pranzo, oppure inventare una scusa e trascinarla lontano dalle altre
per qualche minuto...
La piccola ragazza dai lunghi capelli blu era combattuta, da una parte
non riusciva a pensare ad altro che a rivedere la sua Kagami,
dall'altro era leggermente preoccupata, non voleva sembrare troppo
affettuosa o dar via quanto le fosse mancata, facendosi quindi
scoprire.
Quando raggiunse la stazione alla quale avrebbe preso il treno con le
gemelle, subito dopo averle viste da lontano sentì il fortissimo
impulso di correre incontro alla sorella dai lunghi capelli. Non
riuscendo a trattenersi iniziò a correre, gli sguardi delle due
Hiragii, uno sorpreso l'altro atterrito, le diedero un'idea.
Saltò al collo di entrambe, stringendole, ma voltandosi verso
Kagami, il viso nell'incavo tra spalla e collo , prendendosi un secondo per riempirsi il più
possibile le narici della fragranza naturale della sua pelle.
La gemella dai lunghi capelli, non disse nulla troppo sorpresa per
farlo, mentre Tsukasa si limitò a rispondere affetuosamente
all'abbraccio dell'amica con una piccola risata divertita.
Prima di perdersi nell'ammaliante profumo della sua ragazza, Konata
lasciò le sorelle, con un'enorme sorriso stampato in
faccia - Le mie gemelle preferite... uh, le uniche che conosco
effettivamente... ma le mie preferite lo stesso! - Esclamò
l'otaku del gruppo, abbassando il tono a metà frase, per poi
riprendesi con l'ultima parte.
- Hehe, grazie Kona_chan, come va? - Chiese la gemella col fiocco
sorridendo. - Tutto OK, tu invece ti sei ripresa ? E tu ? Ti sarai ammazzata di lavoro vero? -
Rispose Konata allegramente, ma mostrando la sua preoccupazione
solo nello sguardo. Kagami, che nel frattempo aveva recuperato il suo contegno, la
rassicurò con un sorriso - Si mi hanno messo
sotto, però ho perso due chili! - Concluse con un sorriso
raggiante mentre le altre due ridevano.
Il viaggio in treno fu più silenzioso del solito, Tukasa si
addormentò quasi subito, sorprendentemente seguita dalla
sorella, lasciando la piccola ragazza dagli occhi verdi a guardarla
dormire, grata del fatto che non potesse vederla, a causa dello sguardo
affamato che sapeva di avere.
Appena scese dal treno incontrarono Miyuki e Minami. Quest'ultima
interrogò immediatamente Konata sull'assenza della sua cugina
tascabile, la quale, come la famiglia Hiragii era stata costretta a
casa
dall'influenza.
Kagami, in seguito, mandò avanti le amiche con la scusa di aver
visto qualcosa, e di aver bisogno dell'aiuto dell'amica dagli occhi
verdi, trascinandola dietro un muro dentro la stazione.
Una volta lontane dalle amiche, la sacerdotessa strinse tra le sue
braccia la piccola ragazza cui stava tenendo la mano. - Mi sei
mancata... tanto...- Disse piano guardandola negli occhi.
- Anche tu... - Rispose l'altra cingendole la vita, e
sorprendendola per la mancanza di battute e frecciatine.
Passarono qualche secondo l'una tra le braccia dell'altra, poi
lentamente Konata si sollevò sulle punte per avvicinare il suo
viso a quello della sua "Tsundere" e baciarla dolcemente, le mani
ancora intorno alla sua vita. Kagami rispose immediatamente, le braccia
sulle sue delicate spalle.
Ogniuna di loro tentò di dimostrare all'altra quanto le fosse mancata mettendo tutta se stessa in quel bacio.
Quando finalmente si separarono si sorrisero, presero per mano, e senza
una parola raggiunsero le altre, lasciandosi all'ultimo momento
non volendo essere scoperte, almeno per il momento.
In qualche modo, il momento che avevano avuto durante la mattina fu
sufficente alle due ragazze, per comportarsi normalmente per tutta
la durata delle lezioni.
Quando finalmente l'ultima campana della giornata suonò, Kagami
corse alla classe 3-B. Aveva pensato per tutto il giorno a come stare
il più possibile in pace e da sola con la sua ragazza, ed era
giunta alla conclusione che casa Izumi fosse il posto adatto, dato che
il padre di Konata avendo un gioco nuovo sarebbe stato troppo impegnato
per infastidirle, e Yutaka, oltre a non essere invadente per
natura, era anche malata, rendendosi automaticamente innoqua, e
limitando ulteriormente le probabilità di essere spiate da
Soijiro.
Dopo aver convinto Konata, lavoro non particolarmente difficile, ed
aver salutato Miyuki ed avvisato Tsukasa che sarebbe dovuta tornare a
casa da sola, almeno per un tratto, le tre si diressero alla stazione
per prendere il treno che le avrebbe riportate a casa.
Dopo essersi separate dalla gemella dai capelli corti, le due
ragazze percorsero tutta la distanza rimasta mano nella mano, con due
grandi sorrisi ad illuminarne i volti.
Una volta entrate, Kagami salutò educatamente il
padrone di casa, lei notò con somma felicità, quanto fosse preso
dal suo gioco, passarono qualche minuto con Yutaka, lasciandola poi
riposare e si diressero verso la stanza di Konata, con ben poca
intenzione di lasciarla a breve.
Sorprendendo anche se stessa, la piccola ragazza dagli occhi verdi
declinò la richiesta della sua ragazza di una partita ad un
qualsivoglia gioco, preferendo passare semplicemente il tempo tra le
sue braccia, beandosi della sua ritrovata presenza.
La sacerdotessa era
sorpresa, piacevolmente sorpresa, stingendo delicatamente a se la
piccola padrona di casa da dietro, baciando dolcemente e lentamente
ogni lembo di pelle che riuscisse a raggiungere, sentendo le labbra
dell'altra che le davano che stesse sensazioni che stava ricevendo.
Tuttavia Konata si rese conto di una certa rigidità da parte
della sua ragazza - Uh è tutto apposto Kagamin?
Perchè sei così tesa? - Chiese - Aw,
scusa è che sono un po' stressata, e poi mi sei mancata
tantissimo... è stata una brutta settimana - Rispose la
sacerdotessa arrossendo lievemente. - Allora che dici se ti faccio un massaggio
così ti rilassi? sono brava... - Propose la ragazza
dai capelli blu con tono seducente e una strana scintilla negli occhi,
che fortunatamente passò inosservata.
Come Kagami coprì nei minuti successivi, Konata non mentiva
dicendo di essere brava, si era effettivamente sminuita. In pochi
secondi la piccola padrona di casa era riuscita a farsi un'idea
piuttosto precisa di quali zone stimolare affinchè l'altra si
rilassasse, dove avesse accumulato maggiore stress ed anche quali
movimenti preferisse. In poco tempo la stanza fu invasa dagli
indistinti
mugolii della ragazza dai capelli lavanda, la quale era talmente fuori
di sé da non sollevare nessuna protesa alla richiesta dell'altra
di
slacciare il reggiseno, per permetterle più libertà di
movimento, era stata abbastanza furba da iniziare dalle spalle,
così che una volta arrivata lì sarebbe stata certa di
avere carta bianca. Tuttavia la mente della piccola massaggiatrice
aveva cominciato a riempirsi di pensieri ben poco casti, portandola a
cambiare il tipo di massaggio, da rilassante a sensuale, abbassandosi
per sussurrare all'orecchio di Kagami.
Quest'ultima tuttavia, subendo a piena forza gli effetti dei movimenti
delle piccole mani sul suo corpo, e sentendolo rispondere con una
sensazione di calore che conosceva bene, afferrò delicatamente
le dita che la stavano viziando per voltarsi e rivolgersi a Konata -Che mi stai facendo? - Chiese,
la testa leggera e le guance rosse. La ragazza dagli occhi verdi
tentò di fuggire il suo sguardo, ma dopo qualche mormorio
incomprensibile disse - Mi dispiace, è solo che...
non lo so non mi sono riuscita a trattenere, tu quà nelle mie mani,
volevo... - s'interruppe senza completare la frase, ma non ebbe
il tempo di pensare al silenzio quando udì ancora la voce della
sacerdotessa - Che vuoi dire? che volevi fare?-
disse piano, ma anche se non sembrava arrabbiata la padrona di
casa conoscendo la sua ragazza sapeva che sarebbe potuta esplodere in
qualunque momento. Per qualche motivo però decise, contro ogni
logica di dire la verità - Sedurre...-
Disse in un sussurro, evitando il contatto visivo -
Ti volevo sedurre- Mormorò incalzata dal silenzio
- Ma ti giuro che non ci provo più, lo sai che non
ti voglio forzare, ho solo perso un'attimo il controllo, perdonami -
Continuò velocemente alzando di scatto gli occhi
incontrando quelli blu di lei.
Dalle scale arrivò la voce di Yutaka che chiamava la cugina e
la sua ospite per la cena, e mentre Kagami risistemava i suoi
vestiti e si dirigeva verso la porta disse - Perchè
devi sempre decidere tutto da sola? - Sorprendendo Konata
col tono, più malinconico che risentito, della sua voce.
Durante la cena la sacerdotessa si comportò normalmente, come se
nulla fosse successo, e mentre la sua ragazza pesava ogni parola ed
ogni azione, lei sembrava perfettamente a suo agio.
Finito di mangiare Kagami ricevette una telefonata che la avvisò
di dover restare a casa Izumi per la notte, apparentemente Inori aveva
trovato un topo, ed obbligato Tadao a chiamare immediatamente un
disinfestatore. La casa sarebbe però rimasta inagibile per tutto
il resto della serata ed il giorno seguente. Fortunatamente Il padrone
di casa Izumi era conosciuto per la sua ospitalità, anche se la
sacerdotessa sospettava avesse un secondo fine, ma non fece domande.
Seguì una breve conversazione con Yutaka, che aveva sentito
degli strani rumori provenire dalla stanza della cugina, la cui
imbarazzata ospite si affrettò a precisare che si era trattato
di un massaggio. Al che la più giovane di casa rispose con un
sorriso innocente - Sei fortunata allora, ogni tanto
Onee_chan ne fa uno anche a me quando sto male, e ha le mani di una
fata -.
Dopo di che Soijiro aiutò Yutaka a tornare nella sua stanza per
riposare, e poi salutò le ragazze riprendendo il suo gioco,
promettendo ad un'esasperata Konata che sarebbe andato a letto ad
un'ora decente.
Le due ragazze rimaste sole, tornarono nel paradiso degli otaku che era
la stanza della maggiore delle due. Quest'ultima, indecisa sul da
farsi, rimase immobile, in piedi accanto al letto. Fu Kagami a
rompere il silenzio dicendo di essere ancora un po' rigida, e
chiedendole di continuare col massaggio di poco prima. Tuttavia la
padrona
di casa non si mosse, e mordendosi il labbro le spiegò che in
quel momento non avrebbe potuto assicurare che la scena di della
volta precedente non si ripetesse e che quindi avrebbero dovuto
rimandare ad
un'altra volta, voltando le spalle all'altra. Non appena terminò
di parlare Konata sentì due braccia cingerle lentamente le
spalle, e dopo un leggerissimo bacio sul collo la voce della ragazza
dai capelli lilla le arrivò sotto forma di un sussurro.
- Te l'ho detto prima, smettila di decidere tutto da sola -
Disse in tono suggestivo, riprendendo subito dopo,
soddisfatta del brivido che aveva sentito percorrere tutto il corpo
della ragazza che teneva tra le bracia - Non ero
arrabbiata perchè lo hai fatto, ero arrabbiata perchè non
hai ripreso -.
L'altra si voltò di scatto nell'abbraccio
per guardarla negli occhi, vedendovi riflessa la sua serietà,
portò le proprie corte braccia intorno al suo bacino -
Vuoi continuare davvero? - Disse piano temendo uno scatto
d'ira che non arrivò. Al suo posto sentì soltanto le
labbra della ragazza più giovane incontrare dolcemente le sue in
un bacio passionale ma tenero allo stesso tempo, e prima di potersi
rendere conto di cosa fosse successo si ritrovò distesa sul
letto, I grandi occhi blù di Kagami la scutavano, in attesa di
assenso.
Konata troppo persa in quel mare di cobato che stava fissando
non riuscì a rispondere quindi semplicemente tirò ancora
a se le morbide labbra che adorava.
La ragazza dai capelli color lavanda annuì quando le loro
si separarono e poi iniziò lentamente a muovere le mani verso il
bordo della maglia che indossava la padrona di casa, l'afferrò
e, sempre con la massima flemma, la sollevò, liberando alla
vista prima il ventre piatto e l'obelico, e poi i due minuscoli seni.
- A-aspetta, la porta, e se ci sentono? -
Disse la ragazza dai lunghi capelli blù, correntemente
abbndonati sul cuscino come un lenzuolo. - L'ho chiusa
mentre eri girata, e con tuo padre che gioca e Yutaka malata basta che
non gridiamo e non ci sente nessuno - rispose l'altra con un sorriso
imbarazzato ma determinato, il viso tinto di scarlatto.
Konata non si aspettava tanta intraprendenza, ma sorrise anche lei
quando notò che la sacerdotessa stava dando fondo al suo
coraggio per fare e dire quel tipo di cose. Quando la sua maglia
raggiunse il pavimento un'altro bacio, ancora più doce del
precedente, la trovò. - Lo sai che se continuamo
così ci stiamo un sacco di tempo vero? - disse col suo solito
sorriso felino sulle labbra. - E allora? per una volta
abbiamo tutto il tempo che vogliamo, e poi... è la mia prima
volta voglio ricordarmi tutto, a te non interessa? -
Disse, la sacerdotessa, il cui viso avrebbe potuto essere scambiato
con una maschera di metallo incandescente. - No mi basta
che sono con te, il resto è un'optional - Rispose
l'altra sorridendo, ricevendo solo un divertito "scema" in
risposta.
Restando fedeli alle proprie parole, le due ragazze presero il loro
tempo per eliminare uno ad uno tutti i capi d'abbigliamento che
indossavano, spezzando con un bacio quà e là.
Quando si trovarono con indosso solo un paio di mutandine,
azzurre la più giovane, viola chiaro l'altra, si guardarono
negli occhi, nervose ed impazienti. - Mi sa che ci
dobbiamo calmare un'attimo prima... Ah lo so - Disse
Konata con una versione impacciata del suo sorriso felino, ma
terminando con espressione determinata. Si portò dietro le
spalle di Kagami, e ricominciò a far scorrere le proprie piccole
dita sulla sua schiena, sentendo col passare del secondi i muscoli di
entrambe rilassarsi, la pelle scaldarsi sotto le sue mani, un lento
mormorio scappare dalle labbra della sacerdotessa quando una parte
particolarmente sensibile veniva toccata. Poi le piccole mani che
la stavano facendo sognare iniziarono lentamente e con naturalezza a
spostarsi verso zone a cui in precedenza non avrebbero osato
avvicinarsi.
Entrambe, ormai a propio agio, poterono finalmente esprimersi liberamente.
Mentre le piccole ma abili mani di Konata si prendevano cura delle sue
gambe e del suo seno, Kagami dedicava tutta la sua attenzione alla
bocca ed al collo della piccola padrona di casa, mentre senza pensare
le sue mani andavano ad esplorare un corpo sconosciuto.
Spostando poi la sua attenzione verso il resto del corpo della ragazza
dagli occhi verdi, la sacerdotessa, iniziò ad accarezarne
lentamente il piccolo seno e le corte ma forti gambe, continuando a
baciare ogni centimetro del suo collo.
Continuarono ad accarezzarsi e stuzzicarsi per diversi minuti,
lasciandosi sfuggire solo qualche basso gemito o lento sospiro,
avvicinandosi il più lentamente possibile al momento culminante.
Quando finalmente le mani di Konata sfiorarono il piccolo ciuffo di
peli viola in corripondenza del bassoventre di Kagami, quest'ultima
emise uno squittio quasi impercettibile, che minacciò seriamente
di distruggere il suo autocontrollo, ma poi anche lei si
avvicinò al centro dell'eccitazione dell'altra, notando con
divertita sorpresa la mancanza di peli pubici. la padrona di casa
sospirò a lungo quando per la prima volta una mano estranea
toccò la sua parte più privata, dandole sensazioni mai
provate prima con movimenti lenti e leggeri. Non volendo lasciar fare
tutto alla sua amante, iniziò ad eseguire dei particolari
disegni che aveva visto su un manga molto interessante, che costrinsero
la sacerdotessa ed iniziare ad ansimare piano.
Sempre più perse in quel bailamme di sensazioni ed emozioni, le
due diciottenni avevano perso ogni percezione di qualunque cosa che non
fosse la ragazza che stavano baciando.
Nel momento in cui anche Konata cominciò ad ansimare lentamente,
la ragazza dagli occhi blù decise di andare oltre, e dopo
un'ultima carezza, intrufolò un dito dentro di lei. Fu sorpresa
dal sentire quanto stretta fosse l'interno della sua amante, scartando
l'idea di un secondo dito prima del tempo, muovendo invece quello che
aveva già inserito il più lentamente possibile,
permettendole di abituarvisi.
Mentre teneva il volume dei suoi gemiti al minimo, la padrona di casa
seguì l'esempio della sacerdotessa, penetrandola delicatamente
con due delle sue sottili dita, ed ascoltando il conterto che ricevette
in cambio.
Per quanto controllati, tutti gli stimoli forniti e ricevuti, stavano
lentamente portando le due ragazze al limite. Le bocche, ormai
sigillate tra loro, quasi non si staccavano neanche per respirare,
permettendogli di attutire ogni suono involontariamente prodotto.
Conscie dell'ormai imminente picco di piacere sia da parte
propria che dell'altra, le due amanti allungarono leggermente il ritmo,
ma sempre senza fretta, iniziando nel contempo a stimolare il piccolo
centro nervoso che, sapevano, le avrebbe portate al limite.
Konata aggiunse un terzo dito e Kagami fece lo stesso con un
secondo. Dopo appena pochi secondi entrambe si irriggidirono ed
avvinghiarono l'una sull'altra, tremando leggermente e mugolando il
nome di chi le aveva portate in quell'istante di paradiso.
I minuti seguenti passarono senza una parola o un movimento, dedicati
completamente a riprendere fiato e godere della presenza dell'altra, le
braccia strette ad unirne i corpi.
Quando ebbero ripreso fiato - Dobbiamo andare al karaoke domani...- disse Konata
scherzando, ma col tono più affettuoso che Kagami avesse mai
sentito, la quale, intenerita da quella voce rispose
-Come mai?- con tono sognante. - Perchè hai
una voce bellissima e la voglio risentire -
Terminò l'altra ridacchiando ma affondando il viso nel petto
della sacerdotessa come avrebbe fatto una bambina. - Scema- Sorrise lei mentre la stringeva a se, "Ma hai davvero le mani di una fata", pensò mentre entrambe si abbandonavano ad un sonno pacifico e sereno, l'una tra le braccia dell'altra.
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Capitolo 6 *** Ti Aspetterò ***
Prima di andar via
Avevo dichiarato che se avessi smesso avrei avvisato... Ed
infatti non l'ho fatto! Mi dispiace molto di aver impiegato, quanto, un
mese?, per tirare fuori questo capitolo, ma ho avuto talmente tante
cose da fare che proprio non trovavo il tempo di concentrarmi come si
deve, come se non bastasse per qualche motivo questo particolare
capitolo mi ha dato un'enorme quantità di problemi, e credo
proprio di non essere per niente riuscito a renderlo come avrei voluto.
Vorrei inoltre ringraziare, anche se in ritardo, skullrose,
missredlights e GiadaWoosh per aver impiegato il loro tempo a leggere e
commentare il capitolo precedente.
In fine vorrei dire che non mi prenderò più così
tanto tempo per un capitolo, ma non posso saperlo, anche se non credo
si arriverà facilmente a questo estremo. Ah un'altra cosa, con chi potrei mettere Ayano? Misao è fuori questione però... cel'ho già in store in troppe altre situazioni XD. Ok ho chiacchierato
abbastanza, vai col capitolo.
Rating: verde
Avvertimento: Fluff
Ti Aspetterò
La fine del primo anno di scuola di Minami , Yutaka, Hiyori e Patty si
avvicinava, con la conseguenza che non erano più riuscite a
passare molto tempo con le loro senpai, sempre più impegnate a
causa degli imminenti esami, per i quali persino Konata aveva iniziato
a studiare seriamente, anche se sospettavano ci fosse sotto un'altra
corruzione da parte del padre.
Tuttavia tra le quattro ragazze, una in particolare sembrava essere
sempre più nervosa col passare dei giorni, e pur essendo famosa
per la sua apparente mancanza di emozioni, che normalmente venivano
notate solo dalla più minuta del gruppo, anche le altre
iniziavano ad accorgersi del suo strano comportamento.
Tentarono di parlarle non riuscirono in alcun modo a scoprire cosa la
turbasse tanto, alle loro domande rispondeva vagamente, se e quando rispondeva
ovviamente, mentre chiedere alla madre servì persino meno.
L'interrogativo fu risolto alla fine l'ultimo pigiama-party dell'anno, prima del ritorno per l'esate di Patty in america.
Hiyori e Patty erano già andate via, ma dato che casa sua
sarebbe rimasta vuota ancora per un po', Yutaka era rimasta. Fu
allora che Minami, guidata dalla disperazione decise di confidarsi con
quella che in poco tempo era diventata la sua migliore amica, l'unica
cui avrebbe potuto parlare del suo problema.
Stava cercando di calmarsi mentre pensava al modo migliore per tirar
fuori l'argomento, e per rivelarle ciò che non aveva mai detto a
nessuno. Si trovanano in camera di Minami, e Yutaka stava guardando una
rivista di foto di cuccioli che aveva trovato sulla scrivania
dell'amica, quest'ultima invece stava semplicemente seduta sul suo
letto completamente assorta nei suoi pensieri. Era talmente distratta
che non si accorse nemmeno del telefonino della sua piccola ospite che
squillava. Fortunatamente fu la propietaria ad accorgersene, ed anche
l'attenzione dell'altra venne attirata verso la conversazione quando la
ragazza dagli occhi verdi arrossì ed iniziò a
rispondere arrabbiata, se si potesse definire tale, a quella che Minami aveva capito essere la cugina.
Terminata la conversazione, finita con una risata abbastanza potente da
arrivare alle orecchie della padrona di casa, la sua ospite in miniatura le
si rivolse con un adorabile broncio - Qualcosa non
va?- Chiese conoscendo già la risposta - Ci
credi che Konata_Onee_chan mi prende sempre in giro? -
Disse Yutaka senza sorprenderla minimamente.
-Stavolta perchè?- Chiese immaginando già
l'argomento, ma non l'esatta affermazione. - Mi ha detto
di non fantasticare troppo sui ragazzi e di non mettermi a chiederti
tutto quello che non so... Ma io le cose le so! Non ho 10 anni anche se
sembro piccola!- Terminò con un'espressione
arrabbiata ancor più adorabile.
Minami vide la sua occasione
nelle parole dell'amica, e decise di cogliere la palla al balzo
- Allora sorprendiamola, ti posso chiedere una cosa io?-
Disse cominciando ad avere voglia di lasciar perdere.
- In che senso? - Chiese la rossa sorpresa. -
Che ti voglio chiedere un consiglio... sentimentale -
Rispose piano ma con determinazione la ragazza dai capelli verdi.
- Ma-Ma io non ne capisco di coppie! Non puoi chiedere a
qualcun'altro?- Disse intimidita l'altra. -
Non penso che riuscirei a parlarne con qualcun'altro... e poi di te mi
posso fidare no? - Continuò la padrona di casa con
un piccolo sorriso nervoso. - Certo che ti puoi fidare! Mi
puoi dire tutto! - Rispose immediatamente Yutaka prendendo
coraggio. -Lo so, ti chiedo solo di non pensare male...-
Disse Minami abbassando lo sguardo.
- Uh? perchè devo pensare male? Quando ti piace qualcuno
è una bella cosa no?- Chiese la rossa confusa.
- Il fatto che è non è un ragazzo...-
Rivelò la padrona di casa mentre l'altra sgranava gli
occhi. - Che vuol dire? E' più grande? non
sarà già sposato!- Cominciò la
piccola ospite iniziando a perdendosi nel suo piccolo mondo.
- Ehm... no... Hai visto un'altro di quei film con
Tsukasa_senpai vero?- Disse la Ragazza dagli occhi
blù leggermente perplessa. - Ehe, si... Sono
appassionanti... forse troppo, eh.- Rispose l'altra
imbarazzata sia per essere stata scoperta che per aver accusato la sua
amica di quel genere di cose. Poi però tornò la
confusione così le chiese - Ma allora che vuol
dire che non è un ragazzo? Aspetta... non è che
è come quei manga di Konata_Onee_chan?-
Terminò
aspettando la riposta di Minami. - Non sono sicura ma se
è quello che penso si... E' una ragazza...- Disse
con tono basso aspettando la reazione della ragazza dagli occhi verdi,
la quale non tardò ad arrivare, manifestandosi sotto forma di
una
profonda sfumatura di rosso a coprire l'intero viso di Yutaka
che si era portata una mano alla bocca per soffocare una specie di
squittio che avrebbe fatto svenire le due delle otaku del gruppo, ed un'emorragia quasi pericolosa all'altra.
La padrona
di casa non riusciva a decidere se fosse il caso di parlare o di
aspettare che fosse la sua ospite portatile a farlo. Decise di parlare
visto che non riusciva a sopportare quel silenzo -
Yutaka...- Iniziò, ma fu interrotta da quest'ultima
che afferrò immediatamente il tono affranto dell'amica e la
rassicurò immediatamente - Ah! Scusa, è che
non pensavo... Cioé proprio tu... No aspetta, ehm... non credevo
che una mia amica fosse uh... cioè no sinceramente penso che
Hiyori... - Si interruppe, ma vedendo lo sguardo perso
dell'altra riprese subito -Uh, m-mi dai un minuto
per riprendermi? Poi mi dici chi è ok?-
Biascicò aggiungendo un piccolo sorriso imbarazzato alla
fine.
Minami aveva avuto paura che la sua migliore amica avrebbe potuto odiarla, ma
quando la sentì chiedere l'indentità della ragazza,
sentì come un macigno rotolarle via dal petto. Aspettò
pazientemente finchè il rossore sul viso di Yutaka non si
attenuò abbastanza da distinguere l'attaccatura dei capelli,
quando quest'ultima parlò - O-ok ci sono, non so se
ti riesco ad aiutare, ma almeno ti posso ascoltare.-
Disse sorridendole sinceramente, anche se con due grandi zone
rosse sulle guance. Poi però le sorse un dubbio, al quale diede
immediatamente voce - Però perchè lo hai
detto a me? Non era meglio Miyuki_chan? Lei sa sempre tutto e la
conosci da una vita no?-.
Al nominare la sua amica d'infanzia La ragazza dai capelli verdi si
irrigidì immediatamente, per poi rispondere -
Non posso dirglielo... E' questo il problema... E' lei! E proprio
perchè ci conosciamo da sempre è ancora più
difficile!- Confessò Minami chiudendo con forza gli
occhi e portando le mani, chiuse a pugno, sul proprio torace.
- M-Minami_chan no, tu ce la fai, ti aiuto io se vuoi, ma
non fare così. - Disse immediatamente la
rossa, non potendo sopportare la vista della sua amica tanto turbata,
cingendo contemporaneamente il suo bacino con le proprie corte braccia
per darle conforto. - Yutaka... grazie.-
Disse la ragazza dai capelli verdi tranquillizzandosi.
- Ti serve solo un po' di tempo per prenderti di coraggio-
Continuò l'altra sorridendo incoraggiante.
- Nonn e ho più di tempo, Miyuki andrà a
studiare in un'altra città dopo gli esami...-
Rispose mestamente la padrona di casa. - Allora
devi organizzare una confessione in modo che non ti potrà
dimenticare neanche se ci prova!- Concluse la sua piccola
interlocutrice con sicurezza lanciando il piccolo pugno in aria.
I minuti seguenti furono riempiti da una conversazione durante la quale
Yutaka disse tutto ciò che sapeva sulle confessioni, che non era
molto, a Minami, la quale più che dalle parole si sentiva aiutata dal supporto dell'amica.
Ad un certo punto la rossa ricordò che la cugina parlava spesso
di tattiche di confessione così cercò di richiamare tutto
il possibile alla memoria, riuscendo finalmente a dare qualche buon
consiglio all'amica.
In fine la ragazza dagli occhi blù decise di non perdere più tempo e di invitarla la sera dopo a casa sua.
Il campanello di casa Iwasaki suonò facendo trasalire Minami.
Pur trattandosi di una visita attesa, non riusciva ad allontanare
l'agitazione che l'aveva accompagnata sin dal suo ritorno da scuola
quel pomeriggio. Dopo aver proposto alla sua amica di andarla a trovare
dopo la scuola per passare la sera insieme, come avevano fatto spesso
anni prima, questa si dimostrò più che d'accordo.
La nervosa ragazza dai capelli verdi, che al momento era sola in casa
dato che i suoi genitori si trovavano fuori a cena, aprì la
porta per permettere alla sua ospite di entrare.
- Buona sera Miyuki_c-chan- disse nervosamente
- Buona sera Minami_chan- Rispose La
ragazza sull'uscio.
Dopo aver fatto entrare l'ospite, la serata ebbe inizio per le due
amiche, passarono dei piacevoli minuti discutendo degli ultimi libri
che avevano letto, la padrona di casa fu molto attenta alle parole che
ausava ed al tipo di conversazioni che iniziava, rispettando il
primo dei consigli che le aveva dato la sua amica rossa "Konata_Onee_chan
dice sempre che l'atmosfera è importante, però devi
sapere che tipo gli piace, ma non l'ho capito di preciso che vuol
dire...".
Atmosfera continuava a
ripetersi mentre cercava di non risultare appiccicosa o fastidiosa, ma
solo affettuosa. La cosa non sembrò infastidire l'oggetto delle
sue attenzioni, dandole una piccola dose di sicurezza in più.
Tuttavia non si rese conto degli sguardi, d'apprima confusi, e poi
leggermente preoccupati che quest'ultima le scoccava.
- Minami_chan? Stasera sei molto più emotiva del solito, non che mi
dia fastidio, ma non è da te, è successo qualcosa?-
Disse Miyuki durante i titoli di cosa del film che
avevano deciso di guardare. - Come? no!
Cioè, si... E' che l'anno prossimo tu ti trasferisci per il
college, e poi non ci vedremo quasi più, e so
che mi mancherai tantissimo...- Rispose La ragazza abbassanso i suoi occhi
blù, ricordando il secondo consiglio "Devi essere sincera, se è una cosa importante non vuoi qualche grossa bugia che spunta fuori quando non vuoi", la situazione non era quella di cui parlava la sua senpai, ma per Minami non faceva differenza.
- Oh Minami_chan anche tu mi mancherai -
Disse la ragazza dai capelli rosa sorridendo
- E poi se seguirai il tuo sogno finiremo allo stesso college fra
due anni no? E' solo per poco tempo, quindi pensa a quello ok? -
Continuò.
- Si, si è vero, hai ragione- Disse la padrona di
casa sorridendo, un sorriso che solo la sua attuale ospite aveva mai
visto. - Sai dovresi farlo più spesso,
hai un sorriso stupendo-
notò l'altra. - Anche volendo non
potrei....- rispose la più giovane
continuando a sorridere, il momento poteva essere migliore ma doveva farlo, prima di spaventarsi e rinunciare.
- Solo con te riesco a sorridere in questo modo -
Si interruppe fissando la sua ospite cercando di capire se
fosse saggio continuare o meno. - Non
capisco, che vuoi dire?- disse incerta Miyuki.
Minami tacque per un secondo, poi ritrovando la sua determinazione
ricominciò a parlare. - Ok allora parto
dall'inizio, ti chiedo solo di ascoltarmi fino alla fine, solo
questo- L'altra sempre più confusa si
limitò ad annuire, lasciando la parola alla padrona di
casa, che con sguardo lontano, il quale si faceva sempre più
sognante man mano che parlava, rivelò tutti i suoi segreti alla sua ospite.
Le disse di come l'avesse sempre ammirata, bella, intelligente, sempre
gentile e disponibile con tutti, sempre circindata da amici,
capace di confortare chiunque con un sorriso, e che aveva sempre
una buona parola per ogni persona su cui posasse lo sguardo. Le
raccontò di come, anni addietro, avesse ardentemene desiderato
essere come lei, senza mai riuscirci. Infine, le rivelò che una
volta maturata a sufficienza, aveva capito una cosa, in tutti quegli
anni, non aveva voluto veramente essere come lei, voleva lei, la voleva
per se. Ricordò il periodo in cui aveva tentato di
razionalizzare quei pensieri, di convincersi che fosse solo una sua
fantasia, e di come alla fine avesse ceduto all'evidenza. Il fatto era
ormai inoppugnabile ed innegabile.
- Mi sono innamorata di te....- Disse con una tenerezza nella
propria voce, che non avrebbe mai creduto di essere capace esprimere. - All'inizio volevo tenerlo per
me, avevo paura, ma quando mi hai detto che saresti partita mi sono
sentita persa, ed ora che manca così poco ho capito che mi sarei
pentita se non te lo avessi detta prima di vederti andare via.-
Concluse sentendosi immediatamente esausta dopo
aver finalmente eliminato quel peso che da mesi le opprimeva il petto.
Rimase in silenzio in attesa di una risposta, perchè ormai tutto ciò che restava da fare era aspettare.
Miyuki, la quale inizialmente non capiva dove volesse arrivare l'amica,
era arrossita quasi istantaneamente a tuttii complimenti che le aveva
rivolto, ma alla dichiarazione i suoi occhi si spalancarono mentre si
portava una mano alla bocca per reprimere un'indecifrabile suono di
sorpresa. Tuttavia come promesso non disse nulla finchè Minami
non smise di parlare.
Non sapeva cosa dire, vero, non aveva mai avuto niente contro quel
genere di relazioni, ma scoprire che una sua amica tanto cara fosse
innamorata
di lei era tutt'altra situazione.
Sentiva una strana emozione nel petto che non riusciva a
comprendere, certo era che non si trattasse di qualcosa di negativo.
Era lo stesso sentimento che la sua amica le aveva appena confessato?
Probabilmente no, ma non aveva modo di saperlo, non si era mai
innamorata quindi non poteva esserne certa. Non aveva mai pensato alla
possibilità di stare con un'altra ragazza, e per la
verità nemmeno con un ragazzo. Minami la stava osservando,
sempre più disperata per avere una risposta, e lei stava
cercando in tutti i modi di mettere ordine nei suoi pensieri.
Rispondere positivamente senza prima essere certa di cosa sentisse
avrebbe potuto portare ad una situazione che avrebbe evitato ad ogni
costo, e questo valeva anche per il caso opposto.
Passò un minuto, e la ragazza dai capelli rosa non aveva ancora
parlato, persa nei suoi pensieri, e l'altra iniziava a perdere le
speranze, a credere che il peggiore degli scenari stesse per
realizzarsi.
Fu in quel momento che Miyuki, vedendo l'espressione sempre più
devastata di Minami capì qualcosa. Indipendentemente dal resto
in quel momento si sentiva felice, imbarazzata e confusa, certo, ma
felice. Una volta messo al proprio posto quel tassello tutto divenne
più chiaro, quella sensazione che non conosceva, ma che era
tanto familiare, sapeva cos'era. Si sentiva amata, non come dalle altre
sue amiche o dai suoi genitori, ma in modo
diverso, nuovo, nessuno si era mai interessato tanto a lei, ed era questo a renderla felice. Non sapeva ancora cosa
rispondere, ma sapeva cosa fare, almeno in quel momento.
Miyuki spostò il suo sguardo per trovare i tristi occhi blù dell'altra ragazza, e poi sorrise.
Quel sorriso bastò a riaccendere la speranza in Minami, tutto
quello che voleva era non perdere la persona più importante
della sua vita.
- Mi dispiace tanto Minami_chan, ma non so come risponderti, tutto
quello che so è che in qualche modo mi sento molto filice in
questo momento.- La padrona di casa si sentiva sollevata
e delusa allo stesso tempo, sapeva che non sarebbe successo, ma sperava
comunque di essere ricambiata.
- C'è un'altra cosa che so, in questo momento voglio fare
questo- Continuò l'ospite sorprendendo la ragazza
più giovane. Si avvicinò a lei e, sempre con lo stesso
sorriso, la baciò lentamente.
Durò solo un'istante, ma era tutto quello che la ragazza dai capelli verdi, che non
riuscì a trattenere due piccole lascrime che le rigarono il
volto, potesse desiderare.
L'altra fece un passo indietro e poi disse - Anche
se non so cosa risponderti, ho tempo sino alla mia partenza per
capirlo, quindi fino ad allora, Godiamoci il tempo che resta.-
Adesso anche un'altra speranza era tornata in Minami, la quale
sorridendo rispose - Fino alla partenza, stai con
me- .
L'unica risposta che ricevette fu in caldo abbraccio da parte del soggetto del suo affetto.
Quella notte dormirono nello stesso letto, Miyuki aveva dichiarato di
fidarsi ciecamente, ed il comportamento dell'altra le diede ragione.
Nel cuore della notte quando i coniugi Iwasaki aprirono la porta della
stanza della figlia, le videro dormire come quando erano bambine, la
più grande cingeva l'altra con le proprie braccia, mentre quella
riposava il capo sul suo petto.
Chiusero la porta ed andarono a dormire in silenzio per non disturbare
le due ragazze addormentate, i cui visi erano adornati da un sorriso
sereno.
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Capitolo 7 *** Un Drink Di Troppo ***
un drink di troppo
Finalmente università e vita mi stanno dando un attimo
di tregua, questo capitolo era già pronto più di tre mesi
fa, ma non ho potuto postarlo. Lo avrei fatto due settimana fa ma non
avevo finito con l'update, poi ho perso alcuni file, e ho dovuto
ricominciare da capo, ed in fine settimana scorsa mia cugina si
è rotta una gamba e sono stato all'ospedale quasi tutti i
gionri, non era una fattura semplice.
Ok basta con le mie stupidaggini che non interessanoa nessuno. Ecco il primo capitolo dell'update
Rating: Arancione (non lo chiamerei rosso)
Avvertimenti: Fluff (molto poco), Lemon
Un Drink Di Troppo
Nanako ed Ayano sedevano una difronte all'altra, a separarle
il tavolino di un bar, lo stesso in cui spesso si ritrovavano insieme a
Yui.
Dopo il diploma la maggior parte delle amiche di Ayano avevano finito
col trasferirsi, tuttavia il college che aveva scelto era più
vicino rispetto a quelli delle altre, evitandole quindi l'obbligo di
trasferirsi. Ma per quanto comoda, la sistemazione l'vaveva
lasciata relativamente sola, riusciva ancora a vedere le sue amiche un
paio di volte al mese, ma non era abbastanza.
Così prese l'abitudine di andare in giro da sola quando sentiva il bisogno di staccare la spina.
Fu durante uno di questi episodi che entrando in un bar a caso vide Yui
e Nanako ridere e bere sedute ad un tavolo. L'intenzione era di
salutare una ex insegnante ed andare via, ma quest'ultima finì
con l'invitarla a restare con loro, mentre l'altra annuiva
energicamente, e dato che era mancata alla festa che era stata
organizzata poco dopo il diploma, alla quale erano stati invitati
persino docenti e parenti delle ragazze, fu praticamente costretta
dalla semi-ubriaca professoressa ad accettare. La serata passò
in semplici chiacchere, sempre meno coerenti, mano a mano che la
poliziotta e l'insegnate continuavano a bere, ciò non di meno,
si rivelò una delle serate più piacevoli degli ultimi
mesi per Ayano, la quale fu estremamente felice quando le due adulte,
ormai ubriache, la invitarono ad unirsi a loro ogni qual volta lo
desiderasse. In fondo era ormai maggiorenne, quindi sarebbero state a
tutti gli effetti tre adulte intente a passare il tempo bevendo
responsabilmente. Dopo aver riso all'ultima frase, terminata in un
singhiozzo, ed aver salutato, si avviò sulla stada di casa,
ritrovandosi a fare parte del tragitto in compagnia di una Nanako in
preda a feroci sbalzi d'umore, per poi scoprire di non abitare
molto distante da lei.
La seconda volta Yui non era presente, e data la sobrietà della
bionda, Ayano riuscì ad iniziare veri discorsi. Iniziarono col
parlare degli avvenimenti dell'ultimo anno. La professoressa trovava il
suo lavoro molto meno stressante senza Konata, anche se, ammise, la
tranquillità spesso diventava noia. Parlarono delle ragazze,
apparentemente alcune di loro non erano più parte del club delle
single, anche se non avevano ancora rivelato chi fosse la misteriosa
seconda metà della coppia, anche se, con un ghigno malizioso,
Nanako dichiarò di avere già le sue idee. Un po' confusa
Ayano finì col rossidere nervosamente, per sentirsi subito dopo
chiedere quale fosse invece la sua situazione sentimentale.
Quest'ultima
rispose raccontando del suo ragazzo, lo stesso dell'ultimo anno delle
superiori. Scoprire che fosse impegnata rattristò leggermente la
bionda, ciò non di meno dichiarò quanto non fosse per
niente difficile da imamginare che un'ottimo partito come lei fosse
già presa. Scoprirono di trovarsi su molti
argomenti, e di trovare piacevole la compagnia dell'altra. Alla fine
della serata si separarono, una un po' brilla, l'altra mezza ubriaca,
per tornare alle rispettive case.
Si incontrarono spesso per farsi compagnia, ogni tanto si univa a
loro
anche yui ma dato che in quel periodo suo marito non veniva costretto a
viaggiare, restava spesso a casa per passare del tempo con lui, e
le
volte in cui si univa a loro finiva col bere molto meno del solito.
Alla scopera del matrimonio di Yui, Nanako non aveva reagito bene,
finirono col litigare, ma la mediazione di Ayano
aiutò a rimettere tutto a posto, si sarebbe risolto tutto
comunque eventualmente, ma grazie a lei fu necessario molto meno tempo.
In poco tempo diventarono grandi amiche, iniziando anche a contare
sull'altra per consigni e confidenze. La studentessa confessò la
sua nostalgia per i tempi in cui aveva ancora tutte le sue amiche
sempre a disposizione, mentre l'insegnate dichiarò la sua
frustrazione nel non riuscire a trovare qualcuno che volesse stare con
lei, le sarebbe andato bene chiunque, disse, purchè fosse una brava
persona e le stesse veramente a cuore, precisò. Si consolarono a vicenda,
l'una con la sola presenza, l'altra con un sorriso e la dichiarazione
della sua assoluta certazza che, si, avrebbe trovato qualcuno adatto a
lei.
Quella sera, dopo aver salutato Ayano, la quale era dovuta andare
via prima, Yui chiese a Nanako se le avesse messo gli occhi addosso. La
bionda rispose dicendo che non c'era differenza, tanto lei
era già impegnata. Quando aveva detto chiunque, non intendeva ciò che la rossa aveva capito.
Una sera però, Ayano arrivò in ritardo all'appuntamento,
ma prima che la sua ex insegnante potesse lamentarsi, notò
qualcosa di diverso in lei.
Per questo sedevano una difronte all'altra in silenzio.
Dopo aver notato gli occhi arrossati e le guance rigate per Nanako fu
evidente che la sua nuova amica avesse passato gli ultimi minuti
a piangere. Le chiese immediatamente cosa fosse successo e se stesse
bene, ma l'altra non rispose, così preferì aspettare che
fosse lei a decidere di parlare.
Dopo qualche minuto l'insegnante decise di averle dato tempo più
che sufficiente, così chiese ancora una volta cosa fosse
successo, adottando un tono più gentile ed incoraggiante, al che
Ayano sollevò i propri occhi blu pieni di lacrime e con sguardo
triste e tono ferito iniziò a raccontare di come il suo, ormai
ex, ragazzo l'avesse lasciata pochi minuti prima del suo arrivo.
Apparentemente dopo essere stati assieme per più di un anno era
stato sufficiente conoscere una nuova ragazza. Aveva confessato di
essere stato con lei per un mese prima di dirglielo.
All'inizio della spiegazione aveva ordinato un preparato più
forte di qualunque cosa avesse mai bevuto fino a quel momento, a
metà lo aveva già finito, aveva messo giù il
bicchiere e ne aveva ordinato un'altro.
Nanako tentò di consolarla, le si sedette accanto e le mise una
mano sulla spalla, ma lei continuava a bere e singhiozzare, dicendo di non voler
ridordare niente della giornata.
Quando la rossa chiese il terzo, l'insegnante prese in mano la
situazione, le
impedì di continuare a bere, e la costrinse ad ascoltarla mente
le spiegava quanto non valesse la pena per una ragazza bellissima
e
dolce come lei, di bere come una matta a causa di uno stupido ragazzo,
concludendo che chiunque non la volesse con se non non poteva che
essere
un povero idiota.
Ayano, che durante il racconto aveva iniziato a piangere sommessamente
si ritrovò a spalancare gli occhi, e toccata dalla parole di
Nanako le sorrise debolmente, smettendo di piangere, arrossendo ed
iniziando a sentire il calore dell'alcol l'abbracciò e la
ringraziò.
Quando i drink iniziarono a fare davvero effetto, la bionda si
offrì di accompagnarla a casa, e non aspettando una risposta,
che effettivamente non arrivò, aiutò la rossa ad alzarsi
e la portò alla propria auto.
Quando arrivarono a destinazione, la
donna prese in braccio l'altra, credendola addormentata, tuttavia una
volta piazzata sul letto e coperta, avrebbe notato il rosso vivo sulle
sue guance accompagnato da un gran sorriso, non fosse stato per
il buio della camera.
A partire da quell'episodio, Ayano inizò a presentarsi al bar
ogni sera, purchè Nanako fosse presente ovviamente.
Notò un'istintivo cambiamento nel suo stesso modo di fare.
Innanzi tutto tendeva a prestare più attenzione al tipo di
argomenti ed alle parole che utilizzava in presenza della bionda,
come anche agli ateggiamenti ed alle risposte che suscitava. In
fine si accorse dei non molto rari guardi furivi lanciati verso di lei
dalla sua ex insegnante, notando anche che in qualche modo la
cosa non sembrava turbarla, ma anzi lusingarla.
Non dovettero passare più di un paio di giorni per rendersi
conto del motivo del suo strano comportamento, per qualche motivo la sua
nuova amica stava iniziando ad interessala ad un livello diverso.
Normalmente sarebbe stata molto preoccupata, ma l'esperienza di alcune
delle sue amcihe, che avevano finito per confessare di avere una
relazione l'una con l'altra, finì col tranquillizzarla
notevolmente, convincendola che se potevano star bene loro,
nulla lo vietava a lei.
Decise tuttavia di aspettare, se non altro per assicurarsi di non
essere in errore, anche se il fatto che ad ogni sguardo di traverso
lanciatole da Nanako quando credeva di non essere osservata la facesse
arrossire avrebbe dovuto dirle qualcosa.
Non ebbe molto tempo in realtà. Una delle sere seguenti,
l'insegnante, festeggiando il giorno di paga finì con
l'esagerare, così Ayano decise di portala a casa con la propria
auto, dato che non era riuscita a bere niente, probabilmente a
causa della presenza di Yui, che essendo una poliziotta rendeva
difficile per la ragazza bere in sua presenza, particolare per
cui si sintiva spesso presa in giro dell due donne.
Quando la bionda fu a casa sana e salva, la rossa si rese conto di un
problema, la sua auto non partiva. La padrona di casa, non molto lucida
le offì asilo per la notte, dichiarando di avere spazio
più che a sufficienza. Con un piccolo sorriso imbarazzato, ed
iniziando a sentirsi nervosa, Ayano accettò.
Scoprì, con leggera sorpresa, che Nanako possedeva solo una
semplice doccia, che utilizzò dopo la padrona di casa, la quale
andò a letto immediatamente dopo, per poi mettersi a
leggere. Per qualche motivo non aveva alcuna voglia di dormire.
Ovviamente uno stipendio da insegnante non permette di comprare un
appartamento con stanza per gli ospiti, quindi la rossa si trovò
seduta alla scrivania della donna che dormiva a poca distanza da
lei, ad ascoltare il suo pacifico respiro, e quando non potè
più tratenersi andò a sederle accanto.
Passò molti minuti intenta ad osservarla, inizialmente solo come
ultimo espediente per convincersi una volta per tutte delle proprie
intenzioni nei confronti della donna, così iniziò a
pensare a come l'avesse sempre trattata con rispetto, nonostante la
differenza d'età, di come sembrava sempre avere un attimo per
lei ogni qual volta sentisse il bisogno di parlare con qualcuno, a
quanto fosse gentile con lei, alla sincerità che si rifletteva
nei suoi occhi ogni ad ogni complimento nei suoi confronti, ed in
fine a come sembrava sapesse sempre cosa dire per risollevarle il
morale. Il tutto mentre osservava ed analizzava ogni millimetro del suo
viso, dall'espressione serena, ai magnifici capelli biondi, al
prominente canino che amche in quel momento faceva capolino da sotto
il labbro superiore, e che per qualche motivo le sembrava
straordinariamente attraente, poi si rese conto che era diventato
più grande, e che le sue labbra sembravano incredibilmente
invitanti nella bassa luce che veniva dalla lampada posta sulla scrivania.
Improvvisamente capì che era lei ad avvicinarsi, si
fermò un'attimo ad un soffio dalla sua bocca, per poi decidere
di voler richiare, e posare un velocissimo bacio sulle labbra della
donna. Durò meno di un secondo, si ritrasse quasi
immediatamente, tuttavia una mano l'aveva afferrata e non fu ingrado di
tornare alla posizione iniziale. Fu allora che notò gli occhi di
Nanako, aperti e vigili, che la fissavano insistentemente,
l'espressione per lei illeggibile. Prima che potesse pensare a cosa
dire, fu la donna che la teneva con forza il polso a parlare
- Che stai facendo ragazzina?! -. Disse con tono grave,
serietà, malinconia e, forse, una punta di desiderio, nei suoi
occhi.
Dopo esere rimasta in silenzio per un secondo per riprendersi dalla
sorpresa, Ayano prese un respiro e poi confessò tutti i
suoi pensieri. Le disse che dopo essere stata lasciata non era
più riuscita a vederla allo stesso modo, non riusciva a guardala
senza soprimere il rossore che minacciava di salirle alle guance, che
starle lontana la faceva star male e che, avveva realizzato, siera
innamorata di lei.
Nanako senza cambiare espressione, lasciò andare il polso della rossa, per rispondere a sua volta.
le fece notare che come studentessa ed insegnante rispettivamente non poteva illudersi di passare insieme tanto
tempo quanto avrebbe voluto, le fece poi notare che pur essendo
un'insegnate seria, quando si trovava lontana dalla cattedra era
tutto fuorchè responsabile. - Sono egoista, gelosa e
strafottente. E poi sono un'adulta, da una relazione mi aspetto altre
cose oltre a quelle che ti aspetti tu - Concluse quasi
con tono di sfida, o era una provocazione? Ma Ayano per nulla intimidita, le rispose per le rime.
Prese le mani
della bionda, la quale ora si trovava seduta, tra le sue, e poi le
disse che non era daccordo, che era gentile e premurosa, dolce ed imprevedibile e che era state
proprio quelle cose a farla innamorare.
Poi le si avvicinò e concluse
con sensualità - E poi, anche se sono più giovane
non sono così innocente -, dopo di che unì ancora una
volta le proprie labbra alle sue, stavolta in un bacio appassionato
che ebbe un forte effetto sul corpo di Nanako, la quale, infiammata
dall'utlima frase e dall'audacia della rossa, l'afferrò e
tirò con foza sul letto, ed in meno di un secondo si
trovò sopra di lei, le avvicinò le labbra
all'orecchio e sussurrò con tono da ammaliatrice
- Adesso sei in un bel casino ragazzina, ma se vuoi essere
trattata da adulta per me va bene, ma non penso che ci andrò
piano - Concluse con un ghigno, ma la risposta eccitata
dell'altra riuscì a sorprenderla ancora,
- Mi
puoi fatre quello che vuoi, solo, sii gentile, è la prima volta
per me, e non solo con una donna.- Concluse con un
sorriso. Nanako la osservò perplessa per un secondo, poi sorrise
malevolmente, era sicura che dopo essere stati insieme tanto tempo
Ayano ed il suo ex avessero già approfondito la loro relazione,
invece questa piacevole sorpresa la portò quasi a ridere, dato che probabilmente era stata lasciata proprio per quello.
Tuttavia l'aspettativa che poteva già leggere negli occhi blù
della ragazza sotto di lei fece passare in scondo piano qualunque altro
pensiero.
Baciandola dinuovo con trasporto, la bionda inizò a far
scorrere le sue mani su tutto il suo corpo, accarezzando la pelle
scoperta e cominciando a preparare i vestiti per la prossima
rimozione.
La rossa respirava a fondo e sentiva il sangue pulsare con forza
per l'anticipazione, ma Nanako non aveva in programma farsi mettere
fretta, così continuò a stuzzicarla finchè non fu lei
stessa ad iniziare ad eliminare i propri vestiti, ed a muoversi per
sviare le sue mani alla ricerca di un contatto più profondo.
Divertita la più esperta decise di procedere, anche se per la
ragazza continuava ad essere troppo lenta.
Ad un certo punto Ayano era
riuscita a sfilarsi la camicetta, così la lingua della donna
incontrò la pelle del suo addome,in un movimento sinuoso che
dava l'impressione di voler muoversi verso le zone che tanto desiderava
eplorasse, ma senza mai arrivarci.
Adesso la rossa ansimava lentamente,
la pelle leggermente arrossata dall'enorme quantità di sangue
pompata dal suo cuore che batteva all'impazzata e non riuscì
più a tenere a freno le mani, che iniziarono a vagare per
il magnifico corpo della bionda che la sovrastava e che le stava
infliggendo una tanto dolce tortura. Quando iniziò a massaggiarne
il prosperoso seno non ebbe tempo di sentirsi invidiosa,
perchè la sua attenzione fu immediatamente catturata dalle mani
della stessa che finalmente si stavano muovendo sul suo, più
modesto ma sodo e piacevole al tatto. Si lasciò sfuggire uno
squittio che fece sorridere l'altra, la cui bocca si era spostata per
iniziare a succhiare delicatamente il lato del suo collo, fermandosi
per sporadici e brevissimi baci sulle labbra che lasciavano sempre una
sensazione bruciante sulle sue. Capì che Nanako stava giocando
con lei, e che sarebbe andata avanti solo se spinta da lei, voleva
essere implorata.
Così mentre la ragazza impegnava la bocca della
donna, una mano ancora intenta ad accarezzarne l'abbondante seno,
ormai libero dalla restrizione della camicia, che pendeva dalle spalle
della bionda, e del reggiseno, la cui posizione era al momento ignota,
l'altra lentamente scendeva sul ventre piatto fino alla cintura dei
pantaloni attillati che nascondevano l'obbiettivo della ragazza.
Sentendo Ayano che cercava di slacciarle la cintura, Nanako
capì che era il momento di smettere di giocare, liberò
entrambe dai vestiti che ancora pendevano dalle loro spalle, e mentre
prendeva in bocca uno dei sendi della ragazza, procedeva a liberarla
dalla gonna. Nello stesso momento in cui le dita della rossa passarono
sotto la banda delle elaborate mutandine viola scuro della sua ex insegnate,
potè sentire le proprie semplici e color lavanda, scivolare lentamente,
accompagnate dalla mano della bionda, sino alle ginocchia, così
attese per un istante sapendo cosa sarebbe venuto dopo. La sensazione
per la prima volta di una mano estranea la colse impreparta,
strappandole un profondo sospiro.
Nanako le sorrise, un sorriso a
metà tra il divertito ed il malizioso. Superata la sorpresa
iniziale riprese ciò che aveva interrotto, facendo scivolare le sue
dita sottili sotto la stoffa viola, e facendole muovere, con incertezza
ma delicatamente sulla parte più sensibile della donna, che stava
facendo lo stesso con lei, ma con scioltezza, leggerezza e decisione. Entrambe
iniziarono ad ansimare leggermente, la più giovane, non
abituata a tante stimolazioni tutte insieme, tremava impercettibilmente, ciò non di
meno aveva un gran sorriso sulle labbra, le quali incontrarono molte volte
quelle dell'altra, mentre si accarezzavano a vicenda.
Quando
Nanako intuì che Ayano si avvicinava al proprio limite, mosse il
dito medio sull'apertuta, inizando delicatamente a penetrala
col dito, ottenendo in risposta un mezzo grido estatico. La
ragazza non volendo essere da
meno, e sapendo che la donna fosse eccitata almeno quanto lei, sapeva
di poter fare lo stesso. La stanza era piena
delle voci della coppia, il respiro sempre più corto della
rossa, ed i lunghi sospiri di piacere della bionda. Quando quest'ultima
inserì anche l'anulare dentro la ragazza, questa inarcò
la schiena e mentre le sue dita si fermavano del tutto, a causa della
potente onda di piacere che l'aveva pervasa, lanciò un grido
venendo con tutte le sue forze.
Rimase per qualche secondo immobile, tranne che per il lievissimo
tremore che la
pervadeva dopo una sensazione tanto intensa, e l'aritmico movimento del
petto causato dal bisogno d'aria, che sembrava non bastarle più.
Guardò con
intensità Nanako, la quale non sembrò contrariata dal
fatto che fosse venuta da sola, le disse invece che come prima volta
era andata davvero molto bene, e che avrebbero continuato la prossima
volta, al che Ayano stremata rispose con un debole occhiolino ed un
- Allora a domattina - per
addormentarsi un'attimo dopo.
Qualche giorno dopo, una domenica, erano riuscite nella rarissima
circostanza di ritrovarsi tutte insieme. Quel giorno non mancava
nessuno, nemmeno Yui e Nanako, anche se sembravano soffrire leggermente
dei postuti di una sbornia nonostante fosse praticamente primo
pomeriggio.
Improvvisamente Misao, che aveva dichiarato di voler stare tutta la
giornata accanto ad Ayano, come ai vecchi tempi, iniziò ad
annusarla con espressione seria - kun kun, kun kun
kun. -
al che la rossa confusa chiese - Uh...
Misa_chan? Perchè mi stai annusando?- non dovette
aspettare a lungo per una risposta. -Hai l'odore di
qualcun'altro addosso- Disse semplicemente la
bruna, suscitando
un'esclamazione di sorpresa dall'imbarazzatissima diretta interessata e
causando l'attenzione di tutte le altre a spostarsi sulla stessa.
Avevano immediatamente bloccato qualcunque
cosa stessero facendo per fissarla intensamente, Hiyori aveva anche
un taqquino in mano. Tuttavia Ayano si riprese molto velocemente e le
rispose con un sorriso, facendo scattare la domanda che tutte volevano
fare e che Misao non attese per porre
- E chi
è? Da quando quel cretino di mio fratello ti ha lasciata non ho
saputo più niente di te con qualcuno-
concluse con aria pensosa, tuttavia la rossa dopo un'altro
sorriso ripose con un semplice - Non te lo dico !-
completato da una linguaccia che più che
irritante avrebbe potuto essere definita adorabile.
Fu allora che Konata fece nota mentale di parlare con una sua certa
vice_capo_gilda più tardi in-game. Per qualche motivo Vederla
ridere come una matta dopo l'utima frase le aveva messo in testa una
strana idea, e fino a quel momento le sue sensazioni si erano sempre
rivelate esatte.
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Capitolo 8 *** Dove Sei? ***
Brusca
Questo è quello che succede
quando sono sull'autobus con le cuffie e mentre sto pensando a cosa far
fare alle ragazza, parte la canzone sbagliata... o quella giusta,
giudicate voi.
Rating: verde
Disclaimer: come ho dichiarato nel primo capitolo per la serie ed i
personaggi di Lucky Star, non possiedo neanche la canzone, "Ti penso
sempre".
Dove sei?
Kagami si stava rilassando sulla sdraio, accanto a lei le sue due amiche dei giorni delle superiori, Ayano e Misao.
Normalmente sarebbe stata con Konata, la sua coinquilina/amante, ma
aveva litigato, proprio a causa di quelle vacanze, e dopo una lunga ed
accesa discussione si era voltata, era uscita di casa senza una parola,
ed il giorno dopo eccola lì, ma non riusciva a non pensare
sempre a lei, era nella sua mente e non poteva fare niente per
impedirlo. Ti vorrei con me.
Kagami era uscita senza dire dove stesse andando, ed ora dopo un giorno
Konata iniziava a preoccuparsi. Credeva sarebbe tornata una volta
sbollita ma evidentemente si era sbagliata.
Stava meditando di tornare a casa, independentemente da cosa facesse e
da chi avesse intorno non riusciva a godersi appieno la vacanza per cui
erano partite insieme e che ora doveva passare senza di lei. Senza te non c'è fantasia.
A metà mattinata aveva deciso che le sarebbe corsa dietro, aveva
perso ogni interesse per la discussione che le aveva separate, e che lo
pensasse o meno era disposta a scusarsi e chiedere perdono.
Purtroppo l'altra non rispondeva alle sue chiamate ed iniziava
anche a preoccuparsi che l'avesse lasciata per sempre o che stesse
facendo qualcosa di stupido. Cosa fai? Ti chiamo e non rispondi mai.
Dopo un gran giro di chiamate infruttuose, riuscì finalmente a
rintracciare qualcuno che Kagami aveva contattato il giorno prima.
Grazie a quel punto di partenza riuscì a trovare qualcuno che
sapeva dove si trovasse. Si prodigò per raggiungere il
più velocemente possibile quella località balneare
semi-sconosciuta che aveva scelto per fuggire, quando riuscì a
partire era ormai sera, sarebbe arrivata in mattinata col treno.
Il sole estava per sorgere quando Konata partì veloce come un
razzo dalla stazione, per iniziare a cercare la sua metà.
La gente per strada reagiva alla sua vista ed alla foto che teneva tra
le mani, credendo fosse una bambina che aveva perso la sorella
maggiore, ma non ri concesse nemmeno il tempo di arrabbiarsi, doveva
trovarla.
Scoprì in quale albergo avrebbe dovuto alloggiare, chiese a
chiunque le capitasse a tiro, solo per scoprire che non era più
lì e che nessuno aveva idea di dove fosse andata. Non ci posso credere che ho fatto sta fatica, inutilmente, per niente. guarda te che sfiga!
Kagami stava pensando ancora a Konata, immaginandola lì insieme a lei. Voglio solamente stare un po' con te.
Sconfitta, la sfinita donna dai capelli blù decise di tornare a
casa, tanto non aveva abbastanza soldi per cercarla in un'altro posto
comunque.
Non parlò con nessuno durante il viaggio di ritorno, riprese l'auto che avevano lasciato quando erano partite insieme. Neanche lo stereo mi fa compagnia.
Lasciò l'auto il più vicino possibile al proprio
appartamento, e si diresse a piadi fino a casa, testa bassa umore sotto
i piedi.
Aprendo la porta di casa trovò la migliore sorpresa al mondo,
Kagami in piedi al centro della stanza, si voltò e le
corse in contro prendendola tra le proprie braccia.
Superata la sorpresa, Konata iniziò a palare alla
velocità della luce, ma l'altra non capì una parola
perchè anche lei aveva iniziato il discorso più lungo che
avesse mai fatto. Quando entrambe si furono calmate, spiagarono l'una
all'altra le conclusioni alle quali erano arrivate turante quei due
gionri di separazione. La fuggiasca fu sorpresa di scoprire che la sua
minuta amante fosse andata a cercarla fin lì, ma lei le disse
immediatamente. Ti seguirò dovunque andrai.
La rassicurò tuttavia che non l'avrebbe mai più lasciata, spiegandole quanto tenesse alla loro vita insieme.
Così mentre le due stavano l'una tra le braccia dell'altra , rifuitando di lasciarsi si sussurrarono un'ultima cosa.
Vieni con me.
Resta con me
Adesso avrebbero dovuto seguire i capitoli 9 e 10 ma uno
è inaspettatamente diventato materiale per qualcos'altro, che
spero di farvi vedere presto, e l'altro non sono riuscito a recuperarlo.
Per adesso metto completa, dato che anche recuperando il 9 non ho più materiale completo, cioè ho molte idee ma devo ancora metterle insieme.
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Capitolo 9 *** Lo Specchio Delle Brame ***
10 Lo Specchio Delle Brame
Ok prima di tutto vi prego di NON fare battute sul titolo,
l'ho scelto per il contenuto, non per riferirmi ad un certo film uscito
di recente, una vera stronzata tra parentesi.
Come secondo avviso sappiate che l'ispirazione mi è venuta
qualche giorno fa e l'altro ieri (oggi è 21/07/2012) era
già finita, quindi non aspettatevi troppo. Oggi dopo aver tolto
finalmente qualche minuto ai miei impegni sono riucito a rivederla e a
pubblicarla. Con questo chiudo, ma prima un ringraziamento
SkullRose e Yas per il loro supporto ^_^.
Rating: arancione
Avvertimenti: Solo, Shoujo-ai (implicato), Body-Swap
Lo Specchio Delle Brame
Konata aprì gli occhi molto lentamente, si sentiva
disorientata e la sua mente era molto annebbiata, ma la cosa non
avrebbe dovuto serprenderla, dopo tutto si era appena svegliata nel
cuore della notte senza la minima idea del motivo.
Si mise a sedere con la vaga impressione che qualcosa non fosse al
proprio posto, ma, per il momento, preferì lasciar perdere.
Meditò per un'attimo sulla possibilità di tornare a
dormire, ma per qualche motivo sapeva che avrebbe perso una grande
occasione facendolo. Quando la sua mente si fu schiarita a sufficienza
da
permetterle di stare in piedi senza rischiare di cadere, si
voltò verso il suo grande specchio, certa di avere un aspetto
orribile. Tuttavia, scoprì con somma sorpresa che lo specchio
non era al suo posto, così decise di controllare. Una volta in
piedi ebbe una curiosa sensazione, come se non fosse mai stata tanto
lontana da terra sulle gambe. Guardò in basso e si accorse che
mancava anche il consueto disordine ed assortimento vario di manga
custodie di dvd e consoles sul pavimento, che a quanto pare aveva
deciso di cambiare colore. La sua confusione crebbe quando scorse la
porta incavata nella parete sbagliata, o meglio, sbagliata se si fosse
trovata nella sua stanza. Con una rapida occhiata in giro
capì perchè, anche se estranea, quella camera le
sembrasse tanto familiare. Vi aveva passato molti pomeriggi a studiare
con la sua migliore amica, e proprietaria della stanza in cui si
trovava. Era qualla di Kagami. Non ricordava di essere andata a
casa della sua amica, e allora come aveva potuto trovarsi nel suo
letto? Allungò una mano verso il basso per sistemare i lunghi
capelli, più per abitudine che per necessità. Si
voltò verso l'armadio con le ante a specchio di Kagami per
cercare di capire cosa non andasse.
Nello specchio si rifletteva Kagami con uno sguardo sorpreso e
vagamente allarmato, vestita del suo adorabile pigiama rosa decorato con sagome di
gattini bianchi.
Konata si guardò alle spalle ma non c'era traccia della sua amica.
Quando guardò ancora lo specchio una strana idea iniziò a
formarsi nella sua testa, ma non osava crederci, era troppo assurdo.
Si alzò per poi avvicinarsi all'armadio a specchio, nel frattempo l'immagine di Kagami faceva lo stesso.
Adesso Konata la stava fissando con intensità, avvertiva molto
vagamente che qualcosa in quel riflesso non andava, Si muoveva in modo
leggermente diverso da come ci si aspetterebbe. Quando fu di fronte
alla specchiera, allungò una mano per toccarla, e vide che il
riflesso faceva lo stesso.
La folle idea di poco prima si ripresentò prepotente, "sono Kagami!", pensò.
Questo rendeva tutto molto più semplice, non aveva viaggiato
chissà come fino a casa della sua migliore amica per poi
ritrovarsi nel suo letto, era diventata la sua migliore amica.
A quel punto una moltitudine di pensieri diversi iniziarono ad
affollare la sua mente, alcuni felici, alcuni preoccupati, alcuni
relativamente irrilevanti, alcuni lusinghieri, ed altri decisamente
poco appropriati.
Decise di fermarsi, non poteva lasciarsi andare od avrebbe fatto
qualcosa di cui Kagami si sarebbe pentita, e non poteva permetterselo.
Non riuscì tuttavia a resistere alla curiosità, non si
era mai trovata da sola in quella stanza, ed aveva una voglia matta di
scoprire se e cosa Kagami vi nascondesse.
Trovò una rivista, nascosta tra le copertine di due libri, ma vide
con delusione che si trattava di una semplice rivista sul vivere
sano, specializzata in diete.
Decise di controllare il cassetto della biancheria di Kagami, nella
speranza di trovare qualcosa di interessante, così aprì
l'armadio per dare un'occhiata dentro prima del, come lo aveva chiamato,
"panty raid". Tuttavia, prima di mettere le mani sul cassetto interno
dell'armadio, dove sperava di trovare qualcosa di interessante, la sua
attenzione fu catturata da una piccola foto attaccata alla parte
interna dell'anta.
Era una foto che non ricordava, probabilmente scattata per sbaglio o di
nascosto, raffigurava lei e la sua migliore amica sedute una accanto
all'altra mentre mangiavano un gelato. Ricordava quel pomeriggio, non
era stato più di un paio di mesi prima, in quel preciso momento
stava leccando una goccia del proprio gelato, colato mentre ne offriva
un morso all'altra, dalla guancia color porpora di un'imbarazzatissima
Kagami. Ancora ricordava quanto velocemente il suo cuore battè
per i pochi secondi di silenzio che seguirono, aveva ceduto alla
tentazione per un attimo ed eccola lì con la lingua sul viso
della gemella dai lunghi capelli. Una volta ripresasi dallo shock, quella
le aveva semplicememnte balbettato un rimprovero mentre si allontanava
velocemente da lei, che seppur contrariata dalla distanza che stava
mettendo tra loro, non potè non sentirsi sollevata quando non
le urlò contro.
Dopo aver ricordato quell'imbarazzante evento, al quale in seguito
pensò molte volte, si accorse di un particolare, intorno ai loro
volti era stato disegnato, con tratto sottilissimo e leggerissimo, un cuore rosso.
Sentendo il calore salire alle guance, richiuse l'armadio, del tutto
dimentica del motivo che l'aveva spinta ad aprirlo.
Cosa significava
quel cuore? Stava immaginando tutto? Guardò lo specchio, e
vide riflesso, il viso di Kagami adornata da una calda sfumatura di carminio, e da
un'espressione che tradiva emozione e sorpresa.
Fece un passo indietro, per osservare quell'immagine straordinaria,
rendendosi finalmente conto che solo la leggera camicetta leggermente
aperta, e di sottili pantaloni, che erano il pigiama di Kagami,
separavano i suoi occhi dal corpo dell'amica. Deglutì a vuoto.
Non doveva pensare ciò che stava pensando, ma lo voleva
così tanto, forse se avesse soddisfatto la propria
curiosità solo un po', sarebbe riuscita a controllarsi a tornare
in se. Lei non lo avrebbe mai saputo...
Si allontanò di un'altro passo dallo specchio, ottenendo una visuale ottimale.
Abbassò appena l'elastico dei pantaloni, aprì alcuni
bottoni della camicetta, quelli più in basso e quello più
in alto, scoprendo il ventre piatto ma morbido e lasciando scendere il
colletto da una sola spalla, si mosse in modo da trovarsi in una posa
che per qualche motivo l'aveva sempre colpita, gli occhi incollati
all'immagine davanti a se, ad osservare i frutti del proprio lavoro,
una Kagami leggermente svestita, la testa lievemente piegata e girata
come ad osservale la spalla e la clavicola esposte, il braccio tirato
all'indietro ed il volto striato di rosso. Ad ogni secondo che passava
poteva sentire il proprio sangue pulsarle nelle vene con forza, il
calore sempre più insopportabile. Era bellissima, era
incredibilmente sexy, ed in quel preciso momento, era completamente sua.
Si mosse, un movimento lento e sinuoso che non le aveva mai visto fare,
ma era venuto così naturale che, non aveva dubbi, non poteva
essere la prima volta. Si mosse ancora, osservando ogni centimetro di
quella figura flessuosa ma sottile che la stava lentamente portando
alla follia.
Sentiva la propria eccitazione salire sempre di più, non sarebbe
riuscita a controllarsi ancora a lungo, sentiva già le mani
lavorare per aprire altri bottoni della camicetta, che improvvisamente
le sembrava così stretta, doveva toglierla.
Con mani tremanti per l'eccitazione aprì finalmente l'ultimo
bottone, e lasciò cadere lentamente la stoffa rosa, esponendo,
non altra stoffa, ma solo pelle, calda e morbida.
Il sangue scorreva sempre più velocemente nelle sue vene,si
aspettava di vedere l'intimo della ragazza dai lughi capelli lilla, ma
prima di poter processare la visione, una mano andò a posarsi su
un bianco seno esposto, mandando scariche di adrenalina in tutto il corpo. La
stava toccando! Stava toccando Kagami! E che magnifica esperienza
era, più volte lo aveva sognato, ma mai aveva provato una
sensazione tanto forte. Il fatto di sentire anche la reazione di quel
corpo che tanto la estasiava, servì solo a farle perdere il poco
auto controllo rimasto.
Come in trance le mani, che ora erano entrambe al petto,
scesero sino a toccare l'elastico dei pantaloni, e li tirarono
giù molto lentamente, come se un movimento brusco potesse
infrangere quel momento come vetro.
Ancora una volta fu colta di sorpresa, quando un rado ciuffetto di
corti peli color lavanda emersero da sotto la stoffa, e tuttavia, nel
suo stato di ammaliato stupore, non si fermò, rivelando, in
tutta la sua gloria, la parte più intima di colei che, se avesse
saputo cosa stava facendo, non avrebbe sicuramente voluto vederla mai
più.
Con una calma che non le apparteneva ed il fiato corto, sfilò la
barriera di stoffa che ora impediva solo alle gambe di mostrarsi.
Le labbra dischiuse appena e una luce negli occhi, adesso poteva vedere
la ragazza che tante volte aveva sognato, senza nulla ad
ostacolarne la vista.
Aveva la vaga impressione che in un'altro momento avrebbe pianto a
quella visione, ma in quel momento tutto quello che voleva era
marchiarla a fuoco nella propria memoria, le lunghe gambe toniche, le
bianche braccia, le spalle attraenti, il viso che poteva scioglierla
con un sorriso, il ventre piatto, i seni piccoli ma sodi, ed il centro
del calore che l'aveva posseduta e che l'aveva portata dov'era.
Sentiva il cuore battere all'impazzata mentre, incapace di fermarsi,
cominciava ad accarezzare con la massima delicatezza il corpo che non
le apparteneva.
Il tocco leggero delle sue stesse mani fece esplodere il piacere, non
avrebbe saputo dire se fosse perchè stava osservando la ragazza
che tanto aveva desiderato, fare ciò che faceva a se stessa
quando la pensava o perchè era il tocco delle
sue mani.
Senza riuscire a trattenersi iniziò a far scorrere con
leggerezza le dita, che non le appartenevano, su quei seni bianchi e
perfetti, i capezzoli eretti per l'eccitazione, e sulle grandi labbra
già gonfie. Non osò fare nulla oltre accarezzare
delicatamente il corpo dell'amica, ma non sembrò essere un
problema.
Prima di quanto avesse portuto prevedere, sentì il
piacere montare prepotente in lei, ad anche al tocco leggero che stava
usando, tutti i muscoli si tesero nello stesso istante mentre la sua
mente era piena solo del nome della proprietaria di quel corpo e della sua immagine.
Mentre la sua mente si schiariva, ed il piacere residuo evaporava, si
rese conto della propria posizione. Non avrebbe saputo dire quando, ma
ad un certo punto doveva essere scivolata a terra, perchè si
ritrovò seduta sul pavimento. Guardò ancora lo
specchio, e si rese conto di cosa avesse fatto. Aveva abusato del corpo
della sua migliore amica, le mani immobili, la sinistra abbandonata di
lato, ovviamente scivolata dal petto durante il suo momento di estasi,
la destra ancora in mezzo alle gambe, le dita bagnate della sua
eccitazione, a meno di un centimetro dal sesso ancora pulsante.
Non riusciva a capacitarsi delle proprie azioni, era come se avesse
tradito la fiducia di Kagami, tuttavia non poteva neanche negare che fosse stata l'esperienza più incredibile della sua vita.
Ed in quel momento si rese conto che la situazione poteva essere vista
in un'altro modo, non come le mani della prima gemella che la
toccavano, ma come le sue mani che tocavano lei! Non si stava
semplicemtne toccando mentre la guardava, stava toccando lei, il suo
corpo, quello che desiderava tanto ardentemente!
Solo
l'idea di averla tra sue mani le faceva andare il sangue alla
testa. Dimenticò ogni altra cosa, e si concentrò solo
sulla sensazione di toccare Kagami, di darle piacere, immaginando che
fosse con lei, e di renderla felice. Immediatamente sentì una
goccia scendere per la coscia, quando si era messa in ginocchio?
Sentendo l'eccitazione montare persino più
propotente rispetto a qualche minuto prima, iniziò ad
accarezzare, non solo le zone
erogene, ma ogni lembo di pelle che riuscisse a raggiungere, voleva
imprimersi nella memoria la sensazione della pelle di Kagami sotto le
sue dita.
Senza pensarci iniziò a toccarsi ancora,
continuando l'esplorazione di quel corpo estraneo nel frattempo. Non
avrebbe saputo descriverlo a parole, ma se poco prima aveva provato
qualcosa di straordinario, ciò che sentiva in quel momento era il Nirvana.
Mentre ascoltava la voce dell'amica che ansimava e
mugolava, la sua immaginazione proiettò se stessa dietro Kagami,
iimaginando che le mani che la toccavano accarezzavano e sfioravano
fossero le
sue, come se lo stesse facendo davvero a lei.
Iniziò a
penetrarla dolecemente con le sue dita, stando bene attenta a non
andare troppo in fondo, ma copiando tutti i movimenti che aveva visto
negli hentai che aveva letto, scoprendo quasi con sorpresa quanti ne
funzionavano, e presto fu travolta da ondate di piacere.
Via via che
perdeva ancor a il controllo, la sua mente le faceva vedere una
Kagami in estasi tra le sue braccia, e proprio metre nella sua
immaginazione la sua amante lanciava un alto grido, lei si mordeva le
labbra nel tentativo di non emettere un suono.
Ancora tremante ed ansante, invece di fermarsi, i suoi movimenti
divennero più frenetici, più febbrili, la sua
immaginazione andata fuori cotnrollo le faceva vedere adesso due, tre
Kagami che le davano piacere contemporaneamente, e quando il terzo
orgasmo colpì con la forza di un maremoto, la bocca aperta in un
urlo muto, la schiena inarcata sin quasi a dare l'impressione di
rompersi, ancora una volta la sua mente era piena solo del nome della
ragazza che poteva farle perdere la testa senza nemmeno essere realmente presente.
Quando riuscì a calmarsi, gli occhi semichiusi,
voltata su un fianco ad esaminare l'immagine nello specchio,
pensò quanto sarebbe stato fantastico poter provare quelle
sensazioni con la vera Kagami.
Quando si svegliò nel suo letto, quella mattina, Konata non
potè non rendersi conto di avere un bisogno disperato di
cambiare le lenzuola il più in fretta possibile, e ripensando al
sogno, almeno credeva fosse stato un sogno, della notte prima, non era una sorpresa. Aveva la vaga
impressione che qualcosa non fosse al proprio posto, ma liquidò
immediatamente l'argomento pensando che avrebbe
anche potuto fare una doccia già che c'era. Il fatto di essersi
svegliata nuda, e la posizione dello specchio fullbody, che da
un'angolo era comparso giusto di fronte al suo letto, finirono in
secondo piano e dimenticati.
Dopo aver fatto sparire tutte le prove della sua "notte brava" ed
essersi ripulita, sentiva ancora una leggera sensazione formicolante al
basso ventre ogni volta che ripensava al sogno che aveva fatto, sembrava così reale, si
accorse di essere in ritardo e di dover fare in fretta od avrebbe perso
il treno.
Solo dopo essere arrivata alla stazione, la colpì la
realizzazione che la protagonista di quel sogno selvaggio sarebbe stata
lì.
Percorse la breve distanza correndo, nel disperato tentativo di smettere di pensare alle forti emozioni che aveva provato.
Fin troppo presto arrivò alla piattaforma del treno che ogni
mattina la portava a scuola. Le gemelle erano già lì ad
aspettarla, Tsukasa, come al solito, intenta a giocare col cellulate,
ma non ebbe il coraggio di guardare Kagami, ma dopo solo due secondi
non riuscì a non arrischiare un'occhiata.
Dopo solo uno sguardo alla ragazza dai penetranti occhi blù,
arrossì così violentemente da attirare persino l'attenzione della distratta
tsukasa, ma si voltò così
velocemente che nessuna delle due gemelle potè essere sicura di
cosa avesse visto, ma sulle guance della diretta interessata in quell'esatto momento si
stava facendo strada una sfumatura di rosso molto simile. Senza
guardarsi le due si diressero verso il treno, che era eppena arrivato,
lasciando una confusa Tsukasa a speculare sul possibile motivo di un
comportamentò così strano.
Durante tutto il tragitto nessuna delle tre disse una sola parola,
mentre le due ragazze dalle guance arrossate evitavano di guardarsi, la
terza cominciava a chiedersi se finalmente non avessero capito
ciò che era ovvio già da tempo per lei. "Magari è la volta buona", pensò.
Subito dopo essere arrivate a scuola, si divisero velocemente, se non
altro per evitare di svenire a causa del troppo sangue alla testa. Una
volta al sicuro ogniuna nella propria classe, non passò molto
più di un minuto prima che le due sensibili amiche si preoccupassero per loro.
Le due discussioni furono quasi identiche, una
tra Kagami ed una preoccupata Ayano, non era normale che
non si arrabbiasse con Misao per esserle saltata al collo fosse
invece fuggita tremando al suo posto, e una sorpresa Miyuki, che
non aveva mai visto Konata arrossire prima, ed era molto curiosa di
sapere cosa fosse riuscito a mettela in imbarazzo, e magari nel
frattempo avrebbe anche potuto confortarla se si fosse trattato di qualcosa di negativo.
Avendo un gran bisogno di parlarne , raccontarono alla rispettiva amica
di aver fatto uno strano sogno, ma mentre Kagami avitava accuratamente
di dare dettagli che ne rigurdassero gli avvenimenti, Konata
riferì che si trattava di un sogno particolarmente vivido in cui
faceva qualcosa che non avrebbe mai potuto, ne dovuto, fare, ma all'espressione interrogativa
dell'amica dai capelli rosa decise di non riverlarle la natura del
sogno, persino lei aveva dei limiti.
Sentendo di stare un po' meglio le due decisero si cercare di
passare una normale giornata di scuola, e di non pensare ai rispettivi
sconvolgenti ricordi.
A pranzo, Kagami decise che non andare nella classe della sorella
avrebbe suscitato sospetti, quindi, sperando che almeno quel giorno
Konata
si comportasse civilmente, andò a trovare le due amiche e la
sorella.
Fortunatamente il suo desiderio venne esaudito, e la piccola ragazza
dai lunghi capelli rimase al proprio posto senza toccare ne molestare
nessuno, tuttavia non potè non preoccuparsi quando si accorse che
non era nemmeno piena di energia ed allegra come al solito, ma non
riuscì a pensarci molto a lungo perchè fu distratta da
una particolare domanda fatta da Tsukasa.
Voleva sapere che cosa avesse
sognato l'amica sottomisura per essere tanto imbarazzata quella
mattina, aveva sentito mentre ne parlava con Miyuki, e voleva
accertarsi
che stesse bene. La diretta interessata sussultò alla domanda, a
non rispose immediatamente, dirigendo invece il proprio sgurdo
dalla parte opposta, cosicchè non potessero vedere il suo
viso rigato di rosso. Tuttavia la sua manovra evasiva le impedì
di vedere Kagami che
la fissava insistentemente fin dalla menzione del sogno. Arrossendo
disse solo, in tono molto sommesso, che la ragazza dai lunghi capelli
lilla, ne era parte integrante, innescando la reazione scioccata
di
quest'ultima che senza riuscire a trattenersi emise un sommesso "Anche lei...".
Si voltò di scatto e si guardarono negli occhi per un secondo,
prendendo immediatamente il colore delle ciliege mature. Le due
innocienti ragazze che le osservavano confuse tentarono di cambiare
argomento o di allentare la tensione che sentivano nell'aria, ma per
tutto il resto della pausa, nessuna delle due ragazze dal viso tinto di
rosso disse una sola parola.
Per tutto il resto delle lezioni Kagami non potè non pensare
alle parole dell'amica, sempre più sicura che il suo sospetto
fosse fondato, mentre Konata passò la giornata troppo distratta persino per addormentarsi in classe.
Durante la breve passeggiata fino alla stazione, Tsukasa finì, per la prima volta, col
lasciare indietro le altre due, che da pranzo non avevano più
detto una sola parolaa nessuno, salutando con solo un cenno del capo.
Quando la gemella dai capelli corti fu fuori portata d'orecchio,
l'altra ragazza dai capelli lilla, fece un profondo respiro, e usando
tutto il coraggio che aveva, usando un'espressione indecifrabile per
nascondere il proprio nervosismo, si voltò verso Konata.
Dopo
essersi avvicinata a lei perchè nessun'altro potesse sentire
le sue parole le disse "Raccontami il tuo sogno",
aveva usato un tono che la sua piccola amica non aveva mai sentito, era estremamente
sensuale, ma prima che potesse rispondere quella parlò ancora "Anche io ho fatto un sogno su di te, e sono sicura fosse so stesso... Mi è piaciuto un sacco." disse mentre il suo fiato caldo faceva scendere un brivido lungo la schiena dell'altra.
Konata deglutì a vuoto, ed abbandonando ogni precauzione e contro ogni
logica annuì debolmente, ma lei l'aveva vista, così le
sussurrò una parola molto simile a stasera e poi si voltò
per raggiungere la sorella, che si era appena accorta della loro
assenza, con uno strano sorriso sul viso.
Non risuciva a capire se
fosse più felice o preoccupato.
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