La stella dei desideri

di SailorDisney
(/viewuser.php?uid=133239)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'invito ***
Capitolo 2: *** Sorpresa! ***
Capitolo 3: *** Che..strane cose che.. ***
Capitolo 4: *** Due giocattoli in città! ***
Capitolo 5: *** Visita al parco.. ***
Capitolo 6: *** Ritorno al passato ***
Capitolo 7: *** E tu? ***



Capitolo 1
*** L'invito ***


1.

“Fermo! Sei matto? Ci sono i fantasmi in pasticceria! Sveglierai tutti i fantasmi!” disse Bonnie mentre Woody a cavallo di Bullseye volteggiava su una casa di cartone. “Boom! Oh no! La pasticceria è esplosa! Tutto va a fuoco! Buzz Lightyear devi salvare la situazione!” continuò Bonnie prendendo con l’altra mano Buzz che sorvolava la zona.

“BONNIE! E’ ora di andare all’asilo! Scendi subito!” gridò la mamma di Bonnie.

“Uff…” sbuffò la bambina. Lasciò tutti i giocattoli a terra e prima di uscire dalla porta disse: “A più tardi!” Ma non ottenne nessuna risposta.

Quando la macchina si mise in moto e si allontanò dal vialetto, i suoi giocattoli avevano già preso vita.

Buzz diede una forte pacca sulla spalla a Woody.

“Hey! Sceriffo! Non vorrai svegliare tutti i fantasmi?!” e rise.

“Ouch! Buzz! Fa piano! Non sono più aitante come un tempo, anzi, ogni giorno ho paura di perdere qualche pezzo!” rispose Woody sorridendo.

“Pensa a noi, che i pezzi li perdiamo ogni giorno da sempre e li dobbiamo riassemblare per non risultare incompleti!” disse cinico Mr.Potato, mentre porgeva un orecchio  a sua moglie.

“Eheh..in effetti. Sempre meglio che al Sunnyside.. credo di aver passato i momenti più brutti della mia vita in quell’aula bruco!” disse Buzz.

“Non dirlo a me! Ho temuto che quella vernice dai capelli non se ne andasse più!” aggiunse Jessie.

Buzz si voltò di scatto. “Jess! Ehm…ciao!” disse Buzz tossendo nervosamente.

“Ciao Buzz! Ciao a tutti!” Jessie si sgranchì le braccia sbadigliando.

Buzz la guardava ammaliato, da sempre provava un sentimento speciale per lei, da quando era arrivata con il suo fido Bullseye, e con gli anni questo sentimento era andato solo fortificandosi. Ma più cresceva, più rimaneva celato, Buzz infatti non era mai riuscito a dichiararle il suo amore e si limitava a contemplarla in silenzio, sperando che un giorno lei si sarebbe accorta di lui.

“Ehm..dormito bene? Stanotte Bonnie ti ha tenuta stretta tutta il tempo!” chiese Buzz premuroso.

“Oh si! Bonnie è davvero una bambina dolcissim… ma aspetta, tu come fai a sapere che mi ha abbracciata tutta la notte?! Non eri a dormire nella cesta?!” domandò Jessie guardandolo con sguardo interrogativo.

Buzz diventò di tutti i colori diventando ancora più impacciato. “Coff..Ehm.. Io, cioè, ma è ovvio, l’ho immaginato dato che ti è così affezionata!” disse mentendo Buzz.

“Hmm… beh si! Le voglio proprio bene anche io!” Jessie diede una pacca sulla spalla a Buzz. “Beh, a dopo space ranger!” e si allontanò.

Buzz la guardò mentre andava via e tirò un respiro di sollievo, quando improvvisamente sentì una voce alle spalle.

“L’ha bevuta…eh? Quella cowgirl non è poi così sveglia…” disse Dolly pensierosa.

“Eh?! Ma di che parli, Dolly?!” chiese Buzz tornando nuovamente impacciato.

“Lo so benissimo che passi tutte le notti a guardarla dormire.. compresa quest’ultima.” Rispose lei con un mezzo sorrisetto.

“Eheh.. non so davvero di cosa tu stia parlando, ehm. Adesso io devo andare…” Buzz fece per andarsene quando fu tirato da Dolly.

“Perché non le confessi quello che provi?! E’ giusto che lei ne sia a conoscenza… e poi sono certa che anche lei prova qualcosa per te.” Disse Dolly.

“E’..è complicato.” Rispose Buzz imbarazzato. “Io.. passerei con lei ogni istante della mia vita ma.. a volte mi domando se anche per noi giocattoli esista l’amore..forse è una cosa da persone..umane. E non da ammassi di plastica colorata..”

“Ma di cosa vai blaterando? Il tuo cuore che batte per Jessie si sente lontano un miglio.. e pensi davvero che non ci siano dei sentimenti sotto quella divisa da uomo spaziale?!”

“Io..so benissimo quello che provo. Ma.. se fossimo due persone.. sarebbe tutto diverso. Sarebbe tutto molto più semplice.” Disse Buzz pensieroso. “..Ma.. è una cosa assurda! Meglio che pensi alle faccende  serie e soprattutto a cercare di tenere lontani i miei affari dalle bambole impiccione!” disse guardandola storto.

“Lightyear, lei ti accetterebbe in ogni modo. Non cercare di essere quello che non sei. E’ il consiglio di un’amica.” Disse Dolly e poi si allontanò.

Buzz meditò sulle parole di Dolly, poi cominciò a vagare per la casa vuota. Fino ad arrivare al piano di sotto, dove in bella vista su un tavolino c’erano una serie di cornici: i genitori di Bonnie in vacanza a Parigi, il loro matrimonio, l’estate al mare, una foto con la piccola Bonnie appena nata, e un’altra ancora dove tutti e tre sorridevano felici.

“Perché non posso avere niente del genere?” chiese Buzz a se stesso. “Io..vorrei solo capire per una volta cosa si prova. A sentire quel calore.. vorrei percepire l’amore vero. Vorrei poterla abbracciare e sentire i nostri cuori battere insieme..”.

Mentre stava per tornare in camera, vide vicino alla porta a terra il giornale del mattino, in prima pagina a grandi caratteri vi era la notizia del giorno:

-STANOTTE, SPETTACOLO DI STELLE CADENTI, NEL CIELO! Dopo 10 anni…blablabla… masse di aria calda.. blabla.. evento rarissimo..blabla-

Buzz lesse tutto l’articolo con interesse, volevo proprio assistere alla pioggia di stelle cadenti, era da sempre un appassionato degli astri. “Sarebbe l’occasione giusta..potrei invitare Jessie a vederla con me in giardino.. si! Ce la posso fare!” Disse a se stesso.

Cominciò a salire le scale cercando di trovare le parole giuste per l’invito galante. “Jessie ti piacciono le stelle?!” No..troppo stupido. “Hey Jessie! Stasera hai impegni?” No..troppo diretto. “Jessie..”

“Mi stavi chiamando, Buzz?” chiese ad un certo punto una voce.

Buzz si colorò di rosso in viso. “Eee…e tu cosa ci fai qui? Non eri in camera con gli altri?!” domandò a Jessie, l’imbarazzato ranger dello spazio.

“Beh si ma mi stavo annoiando! Così ho pensato di venirti a cercare!” rispose sorridente.

“Cercavi..me? Oh beh.. Io sono solo sceso al pianterreno....e..a questo proposito..”

“..Si..?”

Buzz raccolse tutte le sue forze. “Ehm.. a questo proposito, sai, mentre ero giù, ho letto sul giornale che stasera si potranno vedere le stelle cadenti e magari..ti andrebbe di…”

“COSA??? Che meraviglia, Buzz! Oh, ti prego ti prego, andiamo insieme a vederla, verresti con me stasera, mi faresti compagnia?!” disse lei strepitando scuotendolo dal casco!

Buzz era come intontito. “Ehm… non credo di aver capito bene. Tu..vuoi che io, venga con te?” chiese.

“Ma certo! Non lo chiederei a nessun altro! Sai..io amo le stelle, anche se non l’ho mai detto a nessuno. Per questo spesso mi siedo alla finestra, per contemplarle nell’universo..”

Buzz la guardava ancora più innamorato. “Jessie, stasera le guarderemo insieme, d’accordo?”

“Davvero?! Oh Grazie Buzz, grazie grazie grazie!” lo abbracciò forte e tornò in camera di Bonnie saltellando.

Il cuore di Buzz batteva velocemente mentre la guardava allontanarsi, poi lui sussurrò: “No..sono io che devo ringraziare te..” Ma lei era troppo lontana per sentirlo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sorpresa! ***


2.
 
Quella sera, Buzz era emozionato come un bambino. Quando Bonnie si fu addormentata abbracciando stretto Woody, lo space ranger andò nella cesta dei giochi.

“Jessie! Jessie!” la chiamò.

Jessie uscì dal contenitore dei giochi. “Arrivo, Buzz!”

Eccola lì, bella come sempre, i suoi occhi verdi erano illuminati dalla luce lunare che filtrava dalla finestra, lei lo prese per mano e lo tirò.

“Forza, Buzz! Sbrighiamoci! O ci perderemo lo spettacolo!” insieme corsero fuori dalla stanza, scesero le scale silenziosamente, e uscirono dalla porticina del gatto al piano di sotto, fino ad arrivare in giardino.

“Vieni, andiamo lì! Avremo la visuale migliore!” disse Jessie trascinandolo.

Insieme si distesero sull’erba, l’unico suono che si sentiva era quello del fruscìo degli alberi del giardino e qualche grillo lontano.
Sopra di loro, l’universo.

“Buzz… guarda che meraviglia. Stasera il cielo è cosparso di stelle!” disse lei entusiasta.

“Già.. è proprio meraviglioso..” rispose lui mentre le loro  mani si sfioravano.

Jessie continuava a parlare, indicava le stelle che le piacevano, le contava e si meravigliava di quella immensa distesa di luci lontane. Buzz mentre lei gioiva come una bambina, la contemplava silenziosamente, pensando che non avrebbe voluto trovarsi in nessun altro posto, era esattamente dove voleva essere.

“Hey Buzz, guarda! Una stella cadente!” disse Jessie con l’entusiasmo dipinto sul volto.

Poi un’altra, e un’altra ancora. Le stelle cominciarono a scivolare giù una dopo l’altra, come uno schizzo di colore su un dipinto.

“Oh…Buzz… è stupendo.. non ho mai visto niente del genere…” ripetè Jessie a bocca aperta.

“Hai ragione Jess, è davvero bellissimo!” disse lui.

“Oh, ma..Buzz! Dobbiamo esprimere un desiderio, presto!” disse lei.

“Certo! Dai, scegli una stella e concentrati Jessie!” e le prese la mano.

Lei lo guardò negli occhi, poi sorrise, alzò anche lei gli occhi al cielo e poi li socchiuse.

-Ti prego, ti prego, ti prego- dissero entrambi nella loro mente.

Poi quando aprirono gli occhi, la pioggia di stelle era finita, tutto era tornato calmo. Nuovamente il cielo riassumeva la sua silenziosa staticità.

Buzz e Jessie si accorsero che le loro mani erano ancora saldamente unite, si voltarono l’uno verso l’altro e…

“AAAAAAAAARGH!!! CHI DIAVOLO SEI????” disse Jessie alzandosi di scatto terrorizzata.

“CHI DIAVOLO SEI TU!!! DOV’è ANDATA A FINIRE JESSIE?!” anche Buzz scattò in piedi.

“TI AVVERTO, NON MI PIACCIONO QUESTI SCHERZI, DIMMI SUBITO DOV’E’ BUZZ E COSA GLI HAI FATTO!” rispose lei ponendosi sulla difensiva.

“COSA?! MA DI CHE STAI PARLANDO?! DIMMI TU, DOVE HAI NASCOSTO JESSIE! ERA QUI FINO A UN ATTIMO FA E…” Buzz si fermò un attimo. La guardò negli occhi. “..Jess….?”

“…Buzz?!” disse lei guardandolo bene negli occhi.

Buzz si guardò le mani, erano fatte di carne, di pelle e ossa. Cominciò a tastare il suo corpo, non era più di fredda plastica, sentiva i muscoli, sentiva le pulsazioni del sangue nelle vene, si passò una mano fra i capelli e poi si posò una mano sul petto, sentiva anche un cuore pulsante.

“Io… non capisco… cosa…?” poi alzò lo sguardo. Jessie era davanti a lui, anche lei scrutava ogni centimetro di quel nuovo corpo. I suoi lunghi capelli rossi scendevano morbidi sulle spalle, quella camicia bianca che conosceva così bene adesso era riempita da forme da donna, così come i Jeans. E i suoi occhi verdi custodivano ancora quell’innocenza di Jessie che lui avrebbe riconosciuto fra mille.

“Buzz… sei tu? Spiegami… cosa ci è successo?” disse intimorita mentre si avvicinava a lui.

“Io..non lo so Jessie, davvero.” Anche lui si avvicinò e le toccò la mano. Misero l’uno il palmo sulla mano dell’altro.

“Siamo..umani. Non siamo più dei giocattoli..vero Buzz? Io..sento qualcosa dentro.. è una strana sensazione. Anche se.. sento anche che mi manca qualcosa. Non saprei bene spiegarlo..” disse lentamente Jessie.

“A-anche io.. provo la stessa cosa. Ma..oh…io… forse…”

“Cosa? Buzz?! Parla!” disse lei disperata.

“Io..forse so cosa è successo..” mormorò lui.

“E allora?! Dimmi, ti prego!” ripetè lei.

“Beh.. io.. ho espresso un desiderio alla stella e… ed era questo. Che potessimo diventare umani ma… non pensavo succedesse davvero! Sennò non lo avrei mai chiesto!” disse lui giustificandosi.

“Tu… hai… fatto….COSA?!” chiese lei furibonda. Poi gli saltò addosso e lo buttò sull’erba e cominciarono a rotolarsi mentre lei cercava di strangolarlo.

“Jess…co..sì..mi…soff…”

-BAU BAU BAU BAU!!! Il cane dei vicini cominciò a ad abbaiare con forza.

I due si bloccarono. “Jessie! Sssh! Non dobbiamo farci vedere! Presto, allontaniamoci da qui!”

Lei lo guardò furiosa, poi fece cenno di si con la testa e insieme uscirono dal vialetto e corsero via.

 
Non appena furono lontani da casa di Bonnie, i due rallentarono il passo.

“Anf…anf… e adesso.. si può sapere che facciamo?!” chiese Jessie ansimando.

“Io..non lo so. Devo riflettere. Troveremo una soluzione, te lo prometto.” Rispose Buzz.

“Lo spero per te! O non ti perdonerò mai!” disse con tono minaccioso.

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Che..strane cose che.. ***


3.

I  due arrivarono nel centro della città. Tutto era illuminato, sembrava giorno ma non era altro che sabato sera. I locali erano aperti, le macchine sfrecciavano per le strade e loro due erano totalmente spaesati.

“Beh..intanto. Diamo troppo nell’occhio conciati così..dovremo rimediare degli abiti meno appariscenti.”disse Buzz.

“Cos’ha che non va il mio abbigliamento?!” chiese lei offesa.

“No..Jess, quello va benissimo, credimi. Non ti chiederei di cambiarlo per nulla al mondo ma..adesso, credo sia proprio necessario. Indosso una tuta spaziale, diamine!” Disse lui cercando di essere convincente.

“D’accordo ma..come facciamo? Dove troviamo altri vestiti?!” chiese lei.

Buzz notò la porta sul retro di un ristorante. “Hmm.. seguimi.” disse Buzz.

I due si intrufolarono furtivamente nelle cucine, non erano abituati ad essere notati così facilmente e tutti si voltavano a guardarli al loro passaggio. Loro sorridevano innocentemente, poi si infilarono negli spogliatoi dei camerieri, in fretta e furia arraffarono dei vestiti e si cambiarono.

“Ehm… potresti voltarti dall’altro lato, per favore?” chiese lei guardandolo storto.

Lui diventò tutto rosso e si allontanò mentre cercava in tutti i modi di abbottonarsi la camicia.

Lei uscì poi da dietro gli armadietti con addosso una gonna rosa, una canottiera bianca e delle scarpe da ginnastica coordinate.
“..prova a ridere e te la faccio pagare.” Disse Jessie.

“Perché dovrei ridere? Stai benissimo!” rispose lui.

“Buzz.. ho una gonna rosa. Rosa. Capisci?!” chiese fulminandolo con lo sguardo.

“Cos’ha che non va il rosa? Ehm.. poi me lo spiegherai, adesso muoviamoci!” la prese per mano e cominciò a correre, cosa che gli venne molto semplice adesso che indossava un paio di jeans e non una scomoda imbracatura di plastica.

I due uscirono dalla porta sul retro e tornarono in strada, camminando a vuoto.

“Perfetto! Adesso che siamo anche alla moda, cosa facciamo?! Buzz.. la situazione è grave, gravissima!”

“Io..non capisco. Cosa c’è di grave? Cioè.. non ti senti bene?” chiese lui.

“Certo che mi sento bene! Cioè… ecco, è strano ma.. non importa. Perché noi dobbiamo tornare da Bonnie, siamo i suoi giocattoli!” gridò Jessie.

Tutti intorno si voltarono. “Ehm..” disse Buzz trascinandola via. “Andiamo in un posto più riservato e parleremo meglio…”

 
I due arrivarono fino al porto, le barche ormeggiate erano illuminate dalla luce della luna.

Jessie si voltò di scatto: “Insomma, adesso mi vuoi spiegare cosa diavolo è successo?!” sbraitò la cowgirl in rosa.

“Io..non lo so esattamente. So solo che un attimo eravamo lì, poi la stella è passata veloce nel cielo e pochi attimi dopo respiravo a pieni polmoni senza nemmeno rendermene conto!” rispose Buzz toccandosi il petto.

“Ma.. Buzz! Come ti è saltato in mente? Mah… adesso è inutile discuterne! Cosa facciamo?” chiese Jessie facendo avanti e indietro nervosamente.

“Forse.. è meglio tornare a casa. Arrivati lì, rassicureremo gli altri e troveremo insieme una soluzione.. che ne pensi?” domandò Buzz sedendosi sulla panchina.

“Chissà come saranno preoccupati i nostri amici nel non vederci domattina! Ma Buzz.. sono stanca.. non sono abituata a camminare così tanto..” rispose lei alzando la testa verso il cielo e sbadigliando.

“Vieni, siediti qui, riprendi un po’ le forze e poi ci incammineremo verso casa..” disse lui sorridendole.

Lei lo guardò indecisa per un attimo, poi  si sedette accanto sulla panchina e chiuse le palpebre.

“Sai.. è davvero strano tutto questo. Non posso credere che stia succedendo davvero..” disse Jessie con gli occhi chiusi.

Lui la guardò. “Nemmeno io.. è assurdo ma..bello. Chissà se avrei potuto passare un momento come questo se non avessi espresso quel desiderio..” poi si voltò verso di lei e sorrise guardandola dolcemente e capì che si era addormentata.

Buzz le avvolse un braccio intorno alle spalle e chiuse gli occhi :“Solo cinque minuti.. poi ci alzeremo e andremzzzzz……zzz…..”.


 
Quella mattina, il sole entrò nella stanza di Bonnie, come sempre la dolce bimba si preparò ed andò a scuola. I giocattoli uscirono dalle loro postazioni.

“Hey, qualcuno ha visto Buzz e Jessie?” chiese Woody agli altri amici giocattoli.

“No, non si sono visti stamattina! Sono spariti?!” chiese Rex isterico.

“Forse sono semplicemente andati a farsi i fatti loro…” disse ironico Mr.Potato.

“No.. non è da Buzz non avvertire. Inoltre non sono da nessuna parte.. sono preoccupato, ragazzi.”

Intanto Dolly osservava tutta la scena dall’alto del letto e rifletteva.
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Due giocattoli in città! ***


4.

Jessie era avvinghiata al busto di Buzz, dormiva beata e i lunghi capelli rossi le coprivano il viso. Buzz stringeva ancora la sua spalla e la sua mano stringeva quella di Jessie.

“Eh-ehm..” disse una voce autoritaria.

I due aprirono pian piano gli occhi. Jessie alzò la testolina e vide davanti a loro un uomo in divisa.

“Buongiorno belli addormentati, sapete che è vietato dormire in luoghi pubblici?” disse il poliziotto da dietro i suoi occhiali da sole riflettenti.

Entrambi mugugnarono qualcosa, poi si guardarono e notarono di essere ancora abbracciati l’uno all’altra. Jessie si distanziò di colpo e si alzò di scatto.

“Ehm, salve signor poliziotto!” gli diede una sonora pacca sulle spalle. “Eheh, capisco che lei voglia far rispettare la legge ma noi non facevamo nulla di male!” disse Jessie sorridente.

Il poliziotto furibondo stava per parlare quando Buzz si mise fra di loro.

“Ehm….mi scusi signore, la mia amica non sa quello che dice, stanotte ci è andata giù pesante e ci siamo dovuti fermare qui sulla panchina e il sonno si è fatto sentire! Ce ne andiamo subito!” disse giustificandosi Buzz.

“Lei sa che potrei arrestare la sua amichetta per oltraggio a pubblico ufficiale??” disse il poliziotto guardandola.

“Certo, sono anche io un protettore della legge, capisco benissimo! Ma la prego, faccia un’eccezione!” disse Buzz prontamente.

“Ah si? Anche lei è un poliziotto? Che dipartimento?” domandò l’uomo.

“Ehm..sicurezza interplanetaria. Cioè.. io.. non credo che lei lo conosca, è un nuovo ordinamento.” Rispose Buzz.

“Hm.. non l’ho mai sentito. Beh, allora collega, le auguro una buona giornata e.. faccia rinsavire la sua fidanzata!” poi disse sottovoce “A proposito..è molto carina, complimenti!” sorrise e se ne andò.

Buzz diventò di tutti i colori farfugliando “Eh..grazie.. ma non è la mia ragazz…” si girò verso Jessie che lo guardava storto.

“Ma cosa voleva quel tipo!? Bah.. non si può stare nemmeno in pace!” poi si voltò e prese a camminare.

“Jess, Jess! Dove stai andando?!” chiese Buzz inseguendola.

“Secondo te?! Abbiamo perso un sacco di tempo, dobbiamo tornare a casa Buzz dalla nostra bambina, ed il prima possibile!” disse lei a passo svelto.

Buzz le si affiancò e cominciarono entrambi ad addentrarsi nel centro della città.

 
Intanto nella stanza di Bonnie, regnava il caos.

“Jessie! Buzz!” gridava Mrs. Potato nervosa.

“Ragazzi! Dove siete?!” urlava Woody guardando per l’ennesima volta sotto il letto. “Allora Rex? Hai visto qualcosa?” disse Woody a Rex che osservava dalla finestra.

“Niente Woody.. hey ma..aspetta! Quello è il cappello di Jessie! Lì, sull’erba in giardino!” urlò all’improvviso Rex.

“Che cosa?? Ma che sarà successo….?” Si chiedeva Woody preoccupato.

Dolly si avvicinò e gli disse: “Su..Woody. sono certa che stanno bene e che presto torneranno a casa. Non preoccuparti..”

“Lo spero proprio, Dolly. Lo spero proprio.”


 
Buzz e Jessie si inoltrarono nel traffico cittadino, le strade erano affollate, le persone camminavano a passo spedito e il rumore della città copriva ogni altro possibile suono.

“Jessie, stammi vicina, ci manca solo di non trovarci più..” disse Buzz afferrandole il braccio.

“Buzz…”

“Che c’è Jessie?!”

“Ho paura.. c’è qualcosa che non va..”

“Cosa?! Ma di che parli?! Che succede, Jess?!” chiese lo space ranger preoccupato.

“Non so.. la pancia mi fa male.. sento come un vuoto… che significa?!” chiese lei accarezzandosi la pancia.

“Ahahahahahah!” rise Buzz istintivamente. “Jessie.. mi sa che hai semplicemente fame..”

“Fame? Cioè..devo mangiare? Ma.. io non mangio..non so nemmeno come si fa!” disse lei guardandolo con gli occhi sbarrati.

“Eh.. mi sa che adesso dovrai. O ti ritroverai senza forze. Dai, vieni con me!” Buzz la prese per mano e la trascinò dentro un locale.

Non appena si sedettero ad un tavolo, la cameriera si avvicinò per prendere le ordinazioni e Buzz ordinò per entrambi. Dopo che la cameriera si fu allontanata, Jessie disse:

“Ma.. si può sapere come fai a sapere tutte queste cose? Tu..sei un giocattolo come me!”

“Beh.. è da un po’ di tempo che mi sono interessato alla loro cultura, al loro modo di vivere.. ed è per questo che mi sarebbe piaciuto poter essere come loro, almeno per una volta.”

“Hm…capisco ma perché hai espress…” Jessie fu interrotta, la cameriera porse loro due tazze fumanti e un piatto pieno di frittelle.

“E… ora che ci faccio con questa roba?” chiese Jessie guardando il piatto con sospetto.

Buzz prese un boccone con la forchetta e lo avvicinò alla bocca di Jessie.

“Apri la bocca, su..” disse guardandola dolcemente.

Jessie esitò, poi aprì la bocca e lentamente masticò il boccone e sbarrò gli occhi.

“Buzz! Ma è buonissimo!” disse Jessie gustando la saporita frittella.

“Bene, ora prova tu, forza.. a meno che tu non voglia continuare ad essere imboccata da me!” disse ridendo.

Jessie sorrise imbarazzata. “Ehm.. credo di potercela fare da sola..”. Detto fatto, i due cominciarono a gustare la loro prima colazione trangugiando frittelle e sorseggiando caffè, ridendo di quella strana e assurda situazione.

Non appena finirono di mangiare, lasciarono i soldi sul tavolo ed andarono via.

“Buzz.. ma dove hai trovato i soldi per pagare?” domandò Jessie curiosa mentre passeggiavano.

La cameriera andò al tavolo per prendere i soldi e sbuffò. “Sam! Quei due ci hanno fregato! Che mascalzoni, hanno pagato con i soldi del monopoli!”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Visita al parco.. ***


5.
“Buzz.. dobbiamo trovare il modo di tornare a casa.. quando Bonnie non ci troverà, si dispererà!”

“Hai ragione Jess, questa città non sarà poi così grande..”

“Hey Buzz! Ma quello non è il parco? Mi pare che si veda dalla finestra di Bonnie! Andiamo! Sicuramente saremo un passo più vicini a casa!” Jessie prese Buzz per la mano e lo tirò.

Il parco era pieno di bambini che correvano, coppietta innamorate che passeggiavano e bancarelle festose di gelati e palloncini.

“Oh Buzz.. che posto meraviglioso!” Jessie cominciò a saltellare felice respirando quell’aria di gioia.

Buzz la guardava mentre come una bambina, si guardava intorno e sorrideva di ogni cosa che la circondava, mentre il sole faceva brillare i suoi grandi occhi verdi.

Buzz prese un palloncino da una bancarella e lo porse alla sua amica.

Jessie lo ringraziò con un sorriso. Poi lo prese a braccetto e cominciarono a passeggiare sotto gli alti alberi del parco. Lei non smetteva un attimo di parlare, guardava ammirata ogni minima cosa e non riusciva a contenere la sua gioia. Buzz sorrideva beato, compiacendosi di quelli istanti e della felicità che lei sprizzava da tutti i pori.

“Hey! Buzz! Ma quelle non sono papere?? Andiamo a vederle, ti prego!” e lo trascinò verso il laghetto.

Jessie si affacciò alla ringhiera e cominciò a ridere mentre lanciava piccole molliche di pane agli animali per lei così nuovi. Buzz continuava a guardarla, non riusciva proprio a distogliere lo sguardo mentre il cuore gli batteva forte.

Ad un certo punto Jessie si voltò verso di lui.

“Buzz.. c’è qualcosa che non va? Forse..forse parlo troppo?” chiese lei.

Buzz si imbarazzò e divenne tutto rosso. “Ehm..cosa?no..no! cosa dici? Al contrario..adoro ascoltarti..” disse alzando lo sguardo al cielo.
Jessie gli sorrise e si avvicinò a lui, che istintivamente abbassò la testa. Erano entrambi a pochi centimetri l’uno dall’altra.

“Sai Buzz…io..” Jessie avvicinò ancora di più il suo viso a quello di Buzz.

“BUAAAAAAAAAAAAAH!!!!” Un bambino cominciò a piangere disperatamente.

Buzz e Jessie sussultarono, si guardarono imbarazzati e si distanziarono.

“BUAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” continuò a piangere il bambino accanto a loro
.
Jessie si inginocchiò subito di fronte a lui “Hey..che succede, piccolino?”

“BUAAAAAAH, NON TROVO PIU’ IL MIO GIOCATTOLOOOOO!” continuava  a piangere il bimbo.

Buzz e Jessie sentirono una fitta al cuore. Jessie fece un respiro e continuò a dire:

“Non piangere, sono sicura che lo ritroverai..sta tranquillo..”

“Sniff.. ne sei sicura? Io non posso stare senza di lui..” disse il bambino tirando su con il nasino.

“Ma certo! Sarà qui da qualche parte! Ti va di cercarlo insieme?” disse Jessie porgendogli la mano.

Il bimbo guardò la mano di Jessie per un secondo, poi sorrise e rispose “..Si!”

Dopo una lunga perlustrazione del parco, Jessie e Buzz riuscirono a trovare il giocattolo, lasciato su una panchina distrattamente.

“Ehm.. Tim..” disse Jessie al bambino “Posso vedere il tuo giocattolo?”

“Certo Jessie! Grazie tante di avermi aiutato!”

Jessie prese in mano il pupazzo e scoppiò a ridere. Era un Buzz Lightyear. E in ottime condizioni!
 
“Pff…huahauhauhauhaua!!!” Jessie non riuscì a contenersi. “Ti prego Buzz, guardati!!”
 
“Non capisco cosa ci sia da ridere.. mi vedi ogni giorno in quel modo!” disse Buzz offeso.
 
“Aaahahahahahahhahha! Si ma.. ahauhauhau stavolta è diverso!!! Ti..ti..ti tengo in mano!!! Ahuahuahua!!” disse Jessie tenendosi la pancia dalle risate e mostrando il giocattolo fra le sua mani.
 
“Continuo a non capire cosa ci sia da ridere. Inoltre quello non sono io.. è solo una brutta copia.” Rispose Buzz con il broncio e a braccia conserte.
 
Jessie si asciugò l’ultima lacrima mentre placava le sue risate e riconsegnò Buzz al legittimo proprietario. “Ecco a te Tim, è stato un piacere, ciao!” disse dolcemente Jessie.
 
“Grazie amici! Grazie di tutto! Non avrei saputo come fare senza di voi! A presto!” e il bimbo corse via.
 
Jessie e Buzz lo guardarono allontanarsi poi si voltarono l’uno verso l’altra, sorrisero e si batterono il cinque.
 
“Ottimo lavoro, Space ranger! Anche in queste vesti, riesci a fare felice i bambini!”
 
“Oh Jessie, non mi elogiare! E’ tutto merito tuo, lo sai! Sono davvero contento che ora quel bambino possa sorridere..” rispose Buzz.
 
“Già.. ma è la nostra bambina che dovrebbe sorridere.. spero solo che Bonnie non si disperi, non potrei sopportare di saperla triste, neanche per un momento..” poi triste si incamminò verso l’uscita.
 
Buzz la guardò mentre camminava pensierosa e capì che bisognava tornare a casa il più presto possibile.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Ritorno al passato ***


6.
 
I due ricominciarono a percorrere la strada verso casa, cercando di ricordare quali fossero i percorsi intrapresi, non era alquanto facile orientarsi finchè ad un certo punto..
 
“Hey…Buzz, aspetta, sbaglio o quello  è il Sunnyside?” disse Jessie indicando un edificio colorato.
 
“...è proprio il Sunnyside, Jess! Questo significa che siamo vicini a casa di Bonnie, e che lei si trova proprio a pochi passi da noi!” rispose Buzz.
 
I due si affrettarono ad avvicinarsi all’asilo, quando, arrivati davanti alla porta con l’arcobaleno si guardarono.
 
“E adesso cosa facciamo? Non possiamo certo entrare così.. inoltre Bonnie potrebbe riconoscerci..”
 
“Benvenuti al Sunnyside!” una dolce signora spalancò le porte e tirò dentro Buzz e Jessie facendoli avvicinare al bancone di accoglienza. “Allora.. siete qui per iscrivere vostro figlio??”
 
I due diventarono di tutti i colori. “Ehm…no veramente noi.. non siamo…” farfugliò Buzz nell’imbarazzo.
 
“Oh! Non siete ancora sposati! Beh, ma spero lo sarete presto! Sembrate una coppia così bella! Bene, dunque se volete seguirmi, vi mostrerò le bellezze del nostro asilo!” disse frettolosa la donna spingendoli verso i corridoi colorati.
 
Jessie e Buzz non sapevano che fare, non potevano uscire da quella strana situazione!
 
Mentre la donna parlava ripetutamente della sicurezza dei termosifoni dell’aula bruco, Jessie e Buzz ricordarono tutti i momenti passati in quelle stanza, anche se Buzz ricordava ben poco dato che era stato resettato da Lotso per servirlo nei suoi piani malvagi.
 
Jessie trattenne una risata.
 
“Hey…che c’è da ridere?” sussurrò Buzz mentre la donna continuava a parlare senza fermarsi.
 
“Beh.. vedi quelle ceste in quello scaffale? Lì mi hai rinchiusa pensando che fossi “uno sgherro di Zurg”!”  e rise nuovamente.
 
Buzz si imbarazzò. E poi scoppiò a ridere. “Ti sarò sembrato davvero stupido, eh?”
 
“No.. ho capito subito che c’era qualcosa di strano. Non potevi trattarmi in quel modo, proprio tu..”
 
“Che intendi dire?” chiese Buzz.
 
“Beh.. io.. mi fido ciecamente di te.. so che non mi faresti mai del male.. quindi per comportarti in quel modo, non dovevi sicuramente essere in te.. ed in effetti la mia tesi si confermò esatta!”
 
“..hai proprio ragione, Jess. Io non potrei mai farti del male..” la guardò negli occhi e le prese la mano.
 
“Signori! Prego, seguitemi nell’aula farfalla! Vi piacerà molto!” continuò la signora.
 
I due senza lasciare la presa delle loro mani, si avviarono verso la stanza ed entrambi si voltarono di scatto quando videro una figura che conoscevano molto bene. Era la piccola Bonnie, che scorrazzava felice per la stanza. I loro cuori cominciarono a battere. Quanto era piccola.. avrebbero potuto stingerla ma.. non erano lì per quello. Bisognava al più presto trovare un modo per tornare alla normalità!
 
Mentre la donna dell’asilo continuava a parlare, Jessie scorse un’altra figura conosciuta sul mobile, così prese in mano la sua amica Barbie.
 
“Psss…hey, Barbie…” sussurrò Jessie alla bambola che teneva in mano.
 
Nessuna risposta.
 
“Barbie.. rispondimi…sono io Jessie, ho bisogno di aiuto..” continuò a dire Jessie.
 
Barbie spalancò gli occhi. “Jessie.. sei davvero tu? Ma…cosa…?!”
 
“Lo so lo so.. è una storia lunga. Non so neanche io cosa sia successo.. per caso puoi dirmi come arrivare a casa di Bonnie?! Arrivati lì cercheremo una soluzione insieme agli altri..”
 
“Arrivati..? cosa intendi? Non sei solo tu ad aver subito questa trasformazione?!” chiese Barbie allibita mentre era stretta in vita nella mano di Jessie.
 
“No..anche Buzz. E’ proprio lì, vedi?” disse indicandolo. “Barbie! Non c’è tempo! Dammi una mano, ti prego!” disse Jessie nervosa.
 
“Certo, dunque casa di Bonnie si trova a 1234 Sycamore, è proprio a qualche isolato da qui! Non ti puoi sbagliare!” disse sorridente, come solo una Barbie potrebbe fare.
 
“Grazie Barbie! Sei grande!” e le diede un bacio sulla guancia.
 
In quel momento la donna dell’asilo si voltò con una faccia allibita, mentre ancora Jessie baciava la bambola fra le mani.
 
“Ehm… ne avevo una uguale quando ero piccolina! Eheh…” disse Jessie sorridendo nervosamente posando la bambola dove l’aveva trovata.
 
Buzz scoppiò a ridere, poi Jessie lo prese  per la mano e lo tirò verso l’uscita.
 
“Grazie di tutto! Ci vediamo presto!” i due salutarono la gentile donna e andarono via di corsa dall’asilo Sunnyside.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** E tu? ***


7.
 
“Ahahahahahah! Che ridere! E hai visto la sua faccia??” Jessie e Buzz scoppiarono a ridere. Poi entrambi tornarono seri e si guardarono negli occhi. “Ehm..forse è meglio se ci sbrighiamo..” disse Jessie troncando gli sguardi.
 
I due cominciarono ad incamminarsi in silenzio mentre il sole scendeva lento.

Finalmente, dopo il lungo peregrinare, riconobbero il vialetto della casa della loro adorata bambina.
 
“Buzz! Hey Buzz guarda! È il giardino di Bonnie, ne sono sicura!” esclamò Jessie felice.
 
“Oh…si. Già..beh.. allora siamo qui..” disse Buzz fingendo entusiasmo.
 
“Buzz..? Che c’è? Non sei felice.. torneremo quelli di prima..” disse lei.
 
“Io..beh si, certo, certo che sono contento. È solo che…”
 
“Solo che..?”
 
Lui alzò lo sguardo, incrociando quello di Jessie. Aprì la bocca per parlare quando..
 
“BUZZ!!! JESSIE!!!” Sentirono i loro nomi in lontananza. Qualcuno li stava chiamando.
 
“Hey Buzz, hai sentito anche tu?” chiese Jessie.
 
Poi entrambi si voltarono e videro Rex affacciato alla finestra, urlare come un disperato.
 
“Buzz.. saliamo subito in camera di Bonnie! Dobbiamo parlare con gli altri, Woody avrà sicuramente una soluzione!” disse Jessie.
 
Jessie sorrise, gli prese la mano dolcemente ed insieme scavalcarono la finestra, salirono al piano di sopra e spalancarono la porta. Era tutto così strano.. così piccolo. Per un attimo rimasero fermi ad osservare, niente era lo stesso..
 
“Woody! Slinky! Dolly! Ragazzi, insomma siamo noi!” gridò Jessie.
 
Silenzio.
 
“Hey! Insomma, qualcuno ci vuole rispondere? Non ci riconoscete?” aggiunse Buzz.
 
Ancora silenzio.
 
“Buzz.. dai. Dici qualcosa di te. Così capiranno che sei davvero tu! Parla della sig.ra Nesbitt! ” disse Jessie.
 
“C-cosa?! E tu come fai a sapere della sig.ra Nesbitt! Non lo sa nessuno a parte..a parte…WOODY!!!!!!!!” gridò Buzz infuriato.
 
Ad un certo punto si sentì una piccola voce.
“Buzz…..sei proprio tu?” disse Woody timoroso.
 
Buzz si voltò, il suo amico era lì sul letto che lo guardava stranito ed era..così fragile. Lui si avvicinò e lo prese in mano.
 
“Ciao Woody.. si sono proprio io..” disse Buzz.
 
“Ma..come…? ..non posso crederci. Tu..voi..siete…umani. Non è possibile Buzz…” Woody era sbalordito, Buzz era così alto, bello, muscoloso. Un uomo a tutti gli effetti. “E tu…oh, Jess… sei incantevole!” disse Woody voltandosi verso l’amica.
 
Jessie si avvicinò. “Grazie Woody.. ma adesso, voglio tornare com’ero prima. Questa non sono io..” disse piano la ragazza.
 
“Io..non so, amici. Mi spiace ma non sono in grado di aiutarvi, non mi è mai successo niente del genere..”
 
“C-cosa? Woody! Io speravo che tu..che potessi aiutarci! Tu hai una soluzione sempre a tutto!” disse Jessie isterica.
 
Woody scosse la testa. “Ma come è potuto accadere?”
 
Improvvisamente una voce interruppe la loro discussione. “Ehm…io credo di saperlo..” disse Dolly titubante.
 
“Dolly! Di cosa stai parlando? Tu ne sai qualcosa?!” chiese Buzz agitato.
 
“Io…beh.. pensavo che..fosse quello che volevate. Ma non credevo che l’effetto della magia durasse così a lungo..pensavo che sarebbe durato solo una notte. Ed invece…invece siete ancora così.” Disse capendo di essere nei guai.
 
“AAAAARGH!!!” Dolly urlò vedendo che Jessie era saltata sul letto, e la inseguiva per tutta la stanza.
 
“Vieni quiiiiii! Fatti prendere strega da strapazzo!!! Come hai potuto?!” gridava Jessie correndo dappertutto cercando di afferrarla.
 
“Oh…!!! Non è colpa mia, ma dei miei poteri stregosi! E poi era quello che voleva Buzz per stare con te!” rispose Dolly continuando a scappare.
 
Jessie si fermò di botto. “…che cosa hai detto?”
 
Dolly si ammutolì. Il silenzio regnò. Buzz divenne di tutti i colori.
 
Jessie si voltò verso Buzz. Improvvisamente sentirono la macchina arrivare nel vialetto.
 
Woody interruppe il silenzio. “E’ Bonnie! È qui! Non potete farvi vedere!” gridò.
 
“Buzz! È vero quello che ha detto Dolly?! Lo hai fatto per stare con me?! Ma perché?! Rispondi!” gridò Jessie.
 
“Perché desideravo costruire qualcosa con te! IO TI AMO, JESSIE! TI AMO! LO CAPISCI?! Ma sono solo un insignificante giocattolo, e per te vorrei molto di più!” gridò lui.
 
Jessie si ammutolì. Si avvicinò a lui lentamente, gli prese le mani e le appoggiò sul suo petto.
 
“Senti questo cuore che batte? Scommetto che lo sentirai ancora quando al posto di questo corpo ci sarà solo plastica..” poi si avvicinò al suo viso. “Anche io ti amo… e per quello che sei.” Disse Jessie guardandolo negli occhi.
 
Buzz ricambiò lo sguardo, si perse in quei grandi occhi, avvicinò il viso appoggiando dolcemente le sue labbra su quelle di Jessie. Fu un bacio appassionato, Buzz affondò le mani nei suoi lunghi capelli rossi avvinghiandola in un dolcissimo e stretto abbraccio, mentre lei lo stringeva al collo per fargli capire che non lo avrebbe mai lasciato.
 
I due aprirono gli occhi, capirono subito che qualcosa era cambiato nuovamente.
 
Bonnie aprì la porta. “Lalalala, sono tornataaaa” canticchiava la bimba. Poi guardò a terra, Buzz e Jessie erano lì sul pavimento l’uno attaccato all’altra. Lei li raccolse e gli abbracciò forte. Poi cominciò a giocare finchè non arrivò l’ora di cena.
 
“Bonnie! Vieni! La cena è pronta!” gridò la mamma di Bonnie dal piano di sotto.
 
La bimba corse in fretta e furia e si chiuse la porta alle spalle.
 
Tutti i giocattoli ripresero vita e circondarono Buzz e Jessie, che tastavano il loro corpo, tornato alla “normalità”.
 
“Sono..sono di nuovo una bambola..” disse Jessie.
 
“Si..siamo di nuovo dei giocattoli..” disse Buzz e alzò lo sguardo verso la cowgirl.
 
Woody andò ad abbracciarli. “Ragazzi! Non sapete quanto sono stato in pensiero!” poi si accorse di essere di troppo mentre loro si guardavano fissi negli occhi. “Ehm…magari ripasso più tardi..” e si allontanò ridacchiando.
 
“Jess!” Buzz la abbracciò forte.
 
“Buzz!” disse lei ricambiando l’abbraccio e con le lacrime agli occhi.
 
“Come…come ti senti? Senti, io..mi dispiace per tutto. È tutta colpa mia, non avrei mai dovuto esprimere quel desiderio e non credevo che Dolly..”
 
“Sssh… non è colpa tua space ranger, e poi tutto è finito per il verso giusto, no?” disse lei sorridendo appoggiando l’indice sulle sua labbra.
 
“eh…già..io..io credo di si..” disse lui imbarazzato. “Ma..c’è solo una cosa. Io ti ho dovuto rivelare cosa ho chiesto alla stella. Ma tu? Tu cosa avevi desiderato?” chiese Buzz curioso.
 
Jessie lo tirò dal casco e lo baciò sulla bocca.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=786568