Vampire's Heart di rosewhite (/viewuser.php?uid=56960)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** chap. 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Fine ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Salve!
Come
prima cosa vorrei dirvi che questa è la seconda FF su
Twilight che faccio.
Questa volevo farla seria ma una piccola battutina ogni tanto scappa xD
Hem…
spero vi piaccia! Godetevi il Capitolo!!
Era
solo il primo giorno di un nuovo, per così dire,
stupidissimo anno di
superiori, in questa noiosissima cittadina chiamata Forks.
Ero
comodamente nel parcheggio della scuola con tutta la mia famiglia
quando Edward, mio fratello ci guardò e ci
disse.
-
Ragazzi oggi arrivano altre tre persone, due ragazze ed un ragazzo
– Già
Edward… Lui era il più vecchio tra noi fratelli
anche se sembrava un diciasettenne.
Vicino alla sua Jeep c’era Emmett con Rosalie, la sua
ragazza, anzi in realtà
sua moglie, tra le braccia, poggiato vicino alla Volvo con Bella, sua
moglie, c’era
Edward, vicino a quest’ultimi c’erano Alice e
Jasper e alla fine, vicino la
moto di lui, c’era la coppia speciale di casa Cullen:
Renesmee e Jacob. Già, il
muta-forma per amore di Renesmee era divenuto a tutti gli effetti un
Cullen.
Ed
infine c’ero io. Signori e signore mi presento. Il mio nome
è Stefan e
sono l’ultimo acquisto della famiglia.
Comodamente
seduto sulla mia moto rossa fiammante sentì alle mie spalle
un
rumore di gomme. Mi voltai e vidi arrivare nel parcheggio una Jaguar
nera
seguita a ruota da una moto nera che si fermò in diagonale.
Dalla macchina
scese, dalla parte del guidatore, un ragazzo moro, alto, con la pelle
diafana e
gli occhi di un color miele sciolto che con movimenti sciolti e
disinvolti andò
ad aprire la porta alla ragazza che scese dalla parte del passeggero.
Era una
ragazza con i capelli lunghi un po’ più
giù delle spalle neri ed occhi e pelle
dello stesso colore del ragazzo.
Guardai
istintivamente i miei fratelli e sorelle che stavano osservando la
stessa scena. Si trattava sicuramente di vampiri. La ragazza sulla moto
doveva
ancora togliersi il casco nero, intonato alla moto, che aveva in testa.
Ero
davvero curioso di vedere com’era fatta la terza vampira.
Appena
lo tolse scosse la testa per far ricadere bene i lunghi capelli
castani perfettamente lisci lunghi fino a metà schiena. Si
voltò verso gli
altri due vampiri, aveva lineamenti delicati e gli occhi di un oro
fuso, pelle
chiarissima ed era veramente bella. Come tutti i vampiri
d’altronde.
Nel
frattempo tutti gli esseri umani che si trovavano nel parcheggio
rimasero a bocca aperta di fronte alla bellezza dei nuovi arrivati.
Scossi la
testa per quella reazione.
-
Come ci comportiamo? – chiese Emmett che stringeva ancora tra
le braccia
Rosalie.
-
Normalmente – rispose pacato Edward.
-
Hanno anche loro una dieta vegetariana, quindi non dobbiamo
preoccuparci
del fatto che portano guai – disse Alice
-
Lo sapete che vi odio vero? – disse la mora con voce soave
vicino agli
altri due che si tenevano per mano.
-
Si sorellina anche noi ti vogliamo bene. Dai cerca di divertirti
– disse
la vampira con i capelli corvini.
-
Se volevate farmi divertire dovevate portarmi in discoteca non in una
maledetta scuola – parlavano a bassa voce, ma grazie al
nostro udito finissimo
li sentivamo anche ad una distanza notevole.
-
Su Nicole andiamo in segreteria – disse il ragazzo tirando
gentilmente la
vampira con i capelli neri. La mora si fermò, mentre gli
altri due fecero pochi
passi per poi voltarsi.
-
E tu non vieni? – chiese sempre il ragazzo.
-
C’è un modo per andarmene? – chiese la
mora.
-
No. Quindi o vieni con le buone o ti ci porto di peso – La
ragazza
sorrise, mostrando la dentatura perfetta dotata di canini affilati.
-
Oh e sentiamo, come faresti? – lo provocava
-
Non sfidarmi sorellina la mia pazienza non è infinita
– sibilò per non
farsi sentire dagli umani.
-
Jason ti fa male al cuore arrabbiarti il primo giorno di scuola!
– disse
mettendosi una mano davanti alla bocca con finta aria scandalizzata.
Nicole
rise e a lei fecero coro le risatine di Alice, Bella e la profonda
risata di
Emmett, mentre tutti gli altri, compreso me, sorridevano semplicemente.
Alla
fine anche il ragazzo di nome Jason rise. Ora l’unica vampira
di cui non
sapevamo il nome era lei. La mora passò velocemente, se pur
a passo umano,
davanti agli altri due vampiri che ancora ridacchiavano un
po’ e si avviò verso
la segreteria.
-
Già adoro quella ragazza – disse un Emmett che
sorrideva ancora.
-
Mi sa che stanno incominciando le lezioni e che ci conviene andare
–
dissi pacatamente mentre scendevo dalla moto. Ci salutammo ed ci
avviammo verso
le nostre lezioni. Alla prima ora ero solo e c’era Algebra,
mi accomodai al mio
solito posto quando entrò la ragazza mora. Perfetto, almeno
avrei saputo il suo
nome.
Si
avvicinò al professore e gli porse un foglio, nonostante
fossero passati
diversi anni le vecchie abitudini di questa scuola duravano. Il
professore lo
firmò e la presentò ai suoi nuovi compagni dove,
guarda caso, c’ero anche io.
-
Ragazzi lei è Rose Blake. Comportatevi bene –
annunciò. Guardò uno per
uno i banchi e alla fine riposizionò la sua attenzione su
Rose.
-
Miss Blake l’unico posto libero è vicino a Cullen,
all’ultimo banco. Se
si vuole accomodare possiamo anche iniziare la lezione
– in tutta
risposta lei gli fece un sorriso che fece aumentare il ritmo del cuore
del
povero professore.
-
Non si preoccupi professore, all’ultimo banco
andrà benissimo – disse
prima di incamminarsi verso di me. Per la prima volta guardai
com’era vestita.
Aveva un jeans nero, un top con una camicia sopra e degli stivaletti,
tutto
nero. Bè diciamo che il nero è il colore che si
abbina di più con la nostra
pelle diafana.
-
Posso? – chiese guardandomi negli occhi dello stesso colore
dei suoi. Oro
colato.
-
Certo accomodati – dissi facendole spazio sul banco interno.
-
Grazie – disse accomodandosi.
-
Piacere, io sono Stefan Cullen –
-
Bè penso sia inutile presentarmi no? – chiese
prendendo il libro di Algebra
dallo zainetto a tracolla che aveva.
-
Si, mi sembra inutile – dissi concentrandomi poi sulla
lezione, non che
ne avessi bisogno. Mi voltai solo una volta in direzione di Rose,
subito dopo
che il professore aveva scritto alla lavagna il testo
dell’esercizio, che lei
naturalmente aveva già finito. Sembrava semplicemente
annoiata, come se le
costasse molto stare lì in quel momento. Passò
così la prima ora. Quando
uscimmo trovammo Nicole ed Alice a parlare del più e del
meno. Ci avvicinammo,
e le sentì parlare di moda. Ah! Ecco svelato il motivo di
tanto affiatamento.
-
Rose lei è Alice, Alice lei è mia sorella Rose
– disse Nicole
presentandole. Alice fece la stessa cosa con me e così avevo
conosciuto due
membri della nuova famiglia di vampiri arrivata in città.
Grandioso!
Vidi
Jason avvicinarsi silenziosamente, anche più di un vampiro
normale,
alle spalle di Rose. Mi fece segno di non dire niente.
-
Idiota – disse Rose spostandosi un secondo prima che lui
potesse
sorprenderla alle spalle.
-
Rose lo sai che ti odio?- disse imbronciato.
-
Anch’io ti voglio bene Jason – disse imitando la
sorella un’ora prima nel
parcheggio. Nicole scosse la testa rassegnata.
-
Non cresceranno mai – commentò. Alla fine
arrivò la mia famiglia al gran
completo e così ora tutti conoscevano tutti. E gli umani
erano sempre più
confusi!
† P.V.
ROSE
-
Muoviti a prepararti, altrimenti facciamo tardi il primo giorno di
scuola
– mi canzonava Jason.
-
Per quel che m’importa…- sussurrai tra me e me. Mi
preparai normalmente.
Non volevo far colpo su nessuno. Scesi e presi le chiavi della moto,
una
meravigliosa Ducati nera, e il mio giubbotto di pelle,
anch’esso rigorosamente
nero.
Sulla
soglia della porta comparve Mark che dimostrava circa 28 anni, ma che
ne aveva almeno 100 in più. Lo guardai imbronciata. Per me
era come un fratello.
-
Perché non posso andare anche io a lavorare invece di far
finta di essere
una studentessa liceale? – gli domandai ancora con il broncio.
-
Perché più ci trasferiamo giovani più
tempo possiamo rimanere in una
città. Rose lo sai cosa me lo chiedi a fare? –
-
MI SCOCCIO DI RIFARE LE SUPERIORI! – urlai. Al fianco di Mark
comparve
Selene, sua moglie. Loro due erano i nostri tutori
legali. Li
guardai un attimo, lui con i capelli neri, pelle diafana e occhi color
miele e
lei, capelli biondi acconciati in una coda alta che ricadeva fino al
centro
della schiena, leggermente più corti dei
miei che arrivavano un po’
più giù della metà, erano davvero una
bella coppia. Lui da oggi avrebbe
lavorato nell’ospedale di quella dannata cittadina di nome
Forks mentre lei
sarebbe andata a lavorare alla stazione di polizia. Dal piano superiore
scesero
anche Nicole e Jason i miei fratelli. Ed eccola lì la mia
famiglia, la mia
dolce e vampiresca famiglia! Presi le chiavi e ancora imbronciata mi
misi il
casco, non che ne avessi bisogno, ma era meglio evitare guai
finché si poteva
no?
Jason
e Nicole partirono prima di me con la Jaguar nera, ma io li raggiunsi
in pochi secondi e così sfrecciammo quasi fianco a fianco
per la lunga
autostrada che portava a quella dannata scuola. Quando arrivammo Jason
parcheggiò normalmente mentre io mi fermavo in diagonale.
Ancora con il casco
stavo pensando ai modi per andarmene di lì. Dannata scuola,
dannata città e
dannata me. Dannata dannazzione in pratica. Mi tolsi il casco e in un
gesto
automatico scossi la testa per far aggiustare da soli i miei capelli
castani.
-
Lo sapete che vi odio vero? – dissi voltandomi verso i miei
fratelli che
si tenevano mano nella mano, hum… forse mi sono scordata di
dirvi che stanno
insieme
-
Si sorellina anche noi ti vogliamo bene. Dai cerca di divertirti
– Mi
disse Nicole. Divertirmi? DIVERTIRMI?
-
Se volevate farmi divertire dovevate portarmi in discoteca non in una
maledetta
scuola – in una bella discoteca come una volta, non che mi
piacesse la musica
house, ma sarebbe stato semplicemente liberatorio.
-
Su Nicole andiamo in segreteria – disse Jason tirandosela per
mano,
mentre io mi fermavo. Furono costretti a voltarsi dopo pochi passi, e
si
girarono a guardarmi.
-
E tu non vieni? – chiese Jason. Avrei voluto rispondergli di
no, di
andarsene al diavolo e che mi ero rotta di ripetere sempre le stesse
cose, ma
invece contai mentalmente fino a 10 per ripristinare la calma che si
era andata
a far benedire la sera precedente.
-
C’è un modo per andarmene? – chiesi
sconfitta
-
No. Quindi o vieni con le buone o ti ci porto di peso – Mi ci
portava di
peso? E come? Sorrisi beffandomi di lui che già aveva
raggiunto un buon limite
di pazienza. Sorrisi, perché non potevo trattenermi.
-
Oh e sentiamo, come faresti? – lo provocai
-
Non sfidarmi sorellina la mia pazienza non è infinita
– sibilò sia per
non farsi sentire dagli umani sia per incutermi paura, povero illuso.
-
Jason ti fa male al cuore arrabbiarti il primo giorno di scuola!
– Dissi
portandomi una mano alla bocca con un gesto teatrale, facendo finta di
essere
scandalizzata . Nicole rise e a lei fecero coro altre risate a cui
però non
badai molto. Bè i vampiri non avevano cuore, e se
l’avevano di certo non
batteva. Alla fine si arrese anche Jason che cominciò a
ridere.
Mi
avviai velocemente in segreteria, e dopo aver preso 1000 foglii
diversi,
ma tutti ugualmente inutili, ci dividemmo per andare alle nostre
lezioni.
io
alla prima ora avevo algebra, e quando entrai nell'aula il professore
era già lì. Mi guardò ed io gli
consegnai un foglio che lui firmò, mi presentò
alla classe e poi mi indicò un posto libero all'ultimo banco.
Bè,
almeno quello... gli sorrisi ed il suo cuore accellerò,
adoravo fare
certi scherzetti agli umani.
-
Non si preoccupi professore, all'ultimo banco andrà
benissimo -.mi recai
al posto indicatomi dal professore e sorpresa sorpresa, il mio vicino
di banco
era un vampiro! bè almeno non eravamo gli unici.
-
Posso? - chiesi guardandolo. Aveva gli occhi del mio stesso colore,
quindi
anche lui seguiva la nostra dieta.
-
Certo accomodati - disse togliendo i suoi libri dal banco vicino al
muro.
-
Grazie -. mi accomodai al mio banco ed iniziai a cercare nello zaino lo
stramaledettissimo libro di Algebra.
-
Piacere io sono Stefan Cullen - si presentò
-
Penso sia inutile presentarmi no? - dissi un po’ scocciata.
-
Si, penso sia inutile - disse concentrandosi sulla lezione. Se l'era
presa? vabbè non è che me ne importava tanto,
già era troppo se stavo in quella
dannata classe.
L'ora
di Algebra passò normalmente e quando uscii trovai Nicole
intenta a
parlare con una folletta. Mi avvicinai e le sentii parlare di moda!
Nicole
è sempre stata fissata con la moda!
Mi
presentò Alice e poi da dietro sentì dei
lievissimi passi. Sapevo già a
chi appartenevano.
-
Idiota! - dissi un secondo prima di spostarmi. Jason rimase interdetto.
-
Rose lo sai che ti odio? - disse mettendo il broncio.
-
Anch'io ti voglio bene Jason - dissi imitandoli.
-
Non cresceranno mai!- disse Niky scotendo la testa sconsolata. Alice ci
presentò tutti i membri della sua famiglia.
-
Alla prossima ora ho Biologia - dissi sbuffando.
-
Sorelliiiiinaaaa - mi chiamò Jason mostrandomi il suo foglio
dell'orario
ed indicandomi cosa aveva alla seconda ora. Biologia.
-
Perfetto oserei dire - dissi sbuffando.
-
Anche io e Rosalie abbiamo Biologia ora - disse Jasper sorridendomi.
-
Vedi Jason come sei fortunato? C'è qualcuno che ti
eviterà la morte -
dissi salutando gli altri ed incamminandomi verso il laboratorio di
Biologia.
-
Perchè mi devi uccidere questa volta? - mi chiese
raggiungendomi.
-
Per quello ce hai fatto ieri notte, bastardo -
-
Ma dai non l'ho fatto apposta -
-
Posso sapere di cosa si tratta? - chiese Jasper.
-
Mi ha soffiato la preda e per poco non mangiavo lui - dissi
guardandolo,
lui sorrise.
-
Puro fato! Dai non prendertela! – Mi diede una leggera pacca
dietro la
schiena. Sbuffai, di nuovo.
La
giornata passò piatta e quando ce ne stavamo per andare
Alice disse:
-
Ci vediamo questa sera - sorridendoci. Questa sera? Ero confusa. Mi
misi
il casco e ritornammo a casa. quando arrivammo Mark ci disse che in
ospedale
aveva conosciuto un certo Carlisle, e che ci avrebbe fatto visita con
tutta la
famiglia quella sera.
E
che ne sapeva Alice?
Ragazze
dopo due o tre anni da quando ho scritto questa FF torno per
correggerla e chissà... forse un giorno per continuarla.. So
che tanto nessuno di voi leggerà questo primo capitolo
però voglio scriverla.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
†
P.V. ROSE
Da quanto tempo stavo lì?
Rimanevo ferma, seduta sul mio
letto senza respirare. completamente immobile. l'unica cosa in
movimento era la
mia mente.
Stavo pensando ormai da circa due
ore. Pensavo a molte cose,
ad Erik, l'unica persone che mi conosceva realmente. Ricordavo, come se
fosse
ieri, i primi momenti dopo la trasformazione. quando lui era
lì.
Non fraintendetemi, non era stato lui
a mordermi, ma era
stato lui ad accudirmi in quei tre giorni, ad insegnarmi tutto e ha
farmi
seguire questa dieta "vegetariana".
Pensavo all'Italia, e a quello alla
quale avevo rinunciato
per seguire la mia nuova famiglia.
Pensavo a quanto ero sola.
Pensavo agli ultimi 25 anni, quelli
in compagnia di Nicole,
Jason, Mark e Selene.
Pensavo ai Volturi e a Jane che
interpretava solo la parte
della dura, quando in realtà, fuori era ancora solo una
bambina e dentro era
dolce, bisognava capirla. Lei era una delle poche persone che mi
avevano accolto
da subito, anche se alla fine avevo deciso di non restare con i Volturi.
Diciamo che in poco tempo ero
riuscita a formulare i
pensieri che un umano poteva fare, solo superficialmente, in 6 ore.
Sentii dei rumori fuori, precisamente
3 macchine e due moto.
Dovevano essere i Cullen, ma in questo momento non avevo voglia
d'alzarmi altri
5 minuti. Sentii il rumore della porta che si chiudeva e delle voci.
Mark si presentò ai Cullen
e loro si presentarono uno per
volta. riuscii a sentire anche due cuori con i loro battiti, se pur
veloci,
regolari.
Tutta la mia famiglia si
presentò, mentre io rimanevo lì
ferma, incapace di muovermi.
- Mi sembra ci manchi un membro della
vostra famiglia...-
osservò qualcuno.
- Si, ci manca Rose. Forse
sarà uscita perché non la sento -
spiegò Mark. sorrisi, lui non mi sentiva perché
non causavo alcun rumore.
- No, è in camera sua -
disse Nicole. Ma grazie Nicole!
Rinunciai a quegl'altri due minuti di solitudine.
- Sto scendendo - dissi come se
fossimo nella stessa stanza,
presi un gran respiro e poi mi mossi. il rumore del tessuto era quasi
fastidioso. Ricominciai a respirare sentendo molti profumi diversi.
Scesi lentamente, quasi contro
voglia, le scale. Mentre
andavo di scalino in scalino avevo tutti gli occhi puntati adesso.
- Scusatemi - dissi affiancandomi a
Selene.
- Io sono Rose, piacere - mi
presentai.
- Io sono Carlisle Cullen e lei
è mia moglie Esme - disse un
uomo sulla trentina con i capelli biondi e gli occhi color miele, al
suo fianco
c'era una donna, anche lei sulla trentina con i capelli di un castano
miele e
anche lei con gli occhi color oro. Almeno tutti seguivano una dieta
vegetariana.
Ci accomodammo nel salone, troppo
grande per i miei gusti.
Nicole sulle ginocchia di Jason e Selene seduta alla destra di Mark, e
alla
fine c'ero io, vicino al bracciolo con alla mia sinistra Jason.
Di fronte a me c'era Stefan,
l'osservai meglio. Aveva i
capelli di un biondo acceso, non troppo intenso ma neanche troppo cupo,
fisico
e lineamenti perfetti e gli occhi di un color miele che faceva venire
il
diabete solo a guardarli.
Parlarono per un pò del
più e del meno, quando iniziai a
collegare un pò di cose.
- Aspettate un' attimo! Nessie hai 30
anni? - domandai improvvisamente
- Hem... si - disse sorpresa dalla
domanda che le avevo
fatto.
- Quindi, Edward, tu sei suo padre e
Bella è la madre.
Capisco... quindi siete voi quelli di cui si parlava a Volterra! Che
dote hai
Nessie? -
- Riesco a trasmettere immagini -
disse
- E' l'unica nella vostra famiglia
con doti speciali? -
chiese Nicole.
- No. Io riesco a leggere nel
pensiero, Bella può creare uno
scudo contro gli attacchi di tipo mentale, Jasper riesce a vedere e a
cambiare gli
stati d’animo,Alice vede il futuro e Stefan...-
spiegò Edward
- Ed io riesco a creare illusioni -
finì la frase del
fratello.
- Una famiglia molto dotata! -
commentò Jason.
- E nella vostra famiglia
c'è qualcuno di... speciale?-
chiese Renesmee.
- Io sono l'unica - dissi
- Il mio potere consiste nella
telecinesi, riesco a spostare
oggetti solo con la forza del pensiero -
- Bel potere anche questo - disse
Emmett
- Non devi alzarti dal divano per
prendere il telecomando, o
per rispondere al telefono - commentò Jacob
- Si, sono punti di vista - risposi
sorridendo.
Passò altro tempo,
sinceramente non so quanto, non me ne
curai e squillò il cellulare di Nicole. Senza che me lo
chiedesse usai il mio
“dono” per darglielo. Vedere un cellulare che
fluttua per la casa non è cosa da
tutti i giorni per i Cullen, per noi Blake si! Guardò un
attimo il display e
poi rispose.
- Pronto? –
-
Hey Niky
c’è Rose? – Erik? Perché
non aveva chiamato sul mio?
- Si aspetta che te la passo Erik
– disse Niky porgendomi il
telefono
- Grazie – rispose. Sapevo
che parlare a cellulare davanti
ad ospiti era mal’educazione. Quindi chiesi il permesso di
uscire e andai a
parlare fuori.
- Hey Erik ma sai che ore sono?
– dissi
- Oh scusa stavi dormendo?
– disse ridendo.
- Ma quanto sei scemo? –
- Quanto te! Comunque
perché hai staccato il telefono? –
- Forse si è scaricato.
Come mai hai chiamato? – dissi
alzando un sopracciglio.
- Ti dispiace? –
- No affatto, ma di solito sei troppo
impegnato per chiamare
– calcai un po’ troppo impegnato. Lui rise
- Scusami cara ma io so che tu ora
vai a scuola…-
- Potresti NON ricordarmelo?
– rise ancora più forte
- Ti odio – sussurrai. In
sottofondo sentii una voce
femminile.
- Chi è Rose? Erik
passamela subito! – ora riconoscevo la
voce.
- Rose? –
- JANEEEEEE – urlai
- Hey mi servono ancora le orecchie!
Come stai cara? – mi
chiese dolce
- Si scusa hai ragione! Tutto bene a
te? –
- Solite cosuccie, uffa quando vieni
in Italia? Ci manchiiiiiii
–
- Ho già il biglietto
pronto! Verrò a Natale –
- Wa e io devo aspettare tutto questo
tempo? –
- Si cara mi sa che ti tocca. Scusami
Jane ma ora devo
andare. Ho ospiti. Vi voglio bene! Manda un bacio ad Erik da parte mia!
–
- Ciaooo Rose, ti chiamo io senza
questa nana in giro –
disse Erik dall’altra parte. Poi lo sentì fare un
gemito di dolore.
- Jane, questo ti sembra un bacio?
–
- Ma mi sfotte! –
- Uccidetevi fra voi io ora devo
andare. Ciaooo –
- Ciao!- staccai la telefonata. Mi
mancavano un casino tutti
quanti! Ritornai dentro e trovai ancora tutti ai propri posti che
chiacchieravano. Ripresi posto e porsi il cellulare a Nicole, dopo
esattamente
un secondo, e dico uno, si alzò di scatto.
- Mi è venuta una GRANDE
idea! – annunciò.
- E fattela passare – le
dissi. Di solito le sue grandi idee
implicavano sempre lo shopping e andare a fare shopping con lei voleva
dire entrare
in tutti i negozi e comprare 1000 cose che non ti saresti mai messa e
che non
ti piacevano. Da evitare! Mi lanciò un occhiata orribile. Si
alzò anche Alice.
- Io ci sto e scommetto che anche
Rosalie sarà d’accordo ad
andare a fare shopping sabato – disse tutta eccitata. Nascosi
la faccia tra le
mani. Cosa vi avevo detto? Shopping. Edward rise, mi ero già
dimenticata del
suo potere.
- Naturalmente anche Rose, Bella e
Renesmee sono dei nostri.
– dissero.
Le guardammo tutte e tre spaventate.
- No io sabato devo andare a caccia
– provai a scansarmi.
- Ci vai Venerdì
– disse astuta Nicole. Guardai Bella che
scosse la testa.
- Facciamo una cosa, sabato ci andate
voi tre a fare
shopping e sabato prossimo ci andiamo noi tre – dissi.
- Io sono d’accordo
– disse subito Bella seguita a ruota da
Renesmee. Ci guardarono male.
- O così o vi blocco qui
tutte e tre sabato – dissi con un
aria minacciosa. Nicole si irrigidì, sapeva che ne ero
capace.
- Ok, mi hai convinto facciamo
così…- disse Nicole. Bella e
Nessie mi sorrisero, Bella mi sussurrò un grazie ed Edward
mi guardò male.
- Che c’è?
– gli chiesi.
- Non sono MAI riuscito a dissuadere
Alice da trascinarmi in
un pomeriggio di shopping ed ora, tu che la conosci da meno di un
giorno, già
ci sei riuscita? Come hai fatto? – mi chiese.
- Diciamo solo che sono pericolosa e
che Nicole lo sa- dissi
con non curanza.
- Pericolosa eh?... è un
avvertimento? – chiese
- No è solo la
verità – Già… la
verità. Quando se ne
andarono erano le cinque e noi dovevamo prepararci per andare a scuola,
maledetto Carlo Magno che non poteva farsi i fatti suoi!! Mi preparai
semplicemente, come sempre, con una maglietta blu scuro e un jeans
anch’esso
blu. Gli unici colori che c’erano nel mio armadio erano
bianco, nero, viola,
rosso e un po’ di blu scuro. Mi aggiustai i capelli in una
coda di cavallo alta
che scendeva fino a quasi metà schiena. Mark e Selene erano
già andati a lavoro
e Jason aspettava Nicole in macchina.
- Come mai non andate con la tua
Ferrari? – gli chiesi. Mi
guardò come avessi detto la bestemmia più grande
del mondo.
- Se si graffia la Ferrari mi uccido
e faccio una strage, ti
basta come spiegazione? – disse acido.
- Scusa Jason non lo dirò
mai più! – dissi facendo un passo
indietro e salendo sulla moto.
- Io inizio ad andare, ci vediamo
lì – annunciai salendo
sulla moto, questa volta senza casco, e sfrecciando verso la scuola.
Mettersi
il casco con la coda alta è impossibile! Arrivata a scuola
parcheggiai tra
un’altra moto rossa e una nera con dei simboli rossi sulla
“coda”.
- Hey per poco non le prendevi
entrambi – disse una voce
mentre scendevo dalla moto, mi voltai verso la voce. C’erano
i Cullen a gran
completo e a parlare era stato Jacob che mi guardava terrorizzato.
- Sono abituata a certe manovre
– risposi avvicinandomi.
- E questo è
perché Selene è nella polizia eh? –
disse
Emmett. Annuii e da dietro sentii la macchina di Nicole, che scese dal
posto di
guida mentre Jason smontò dalla parte del passeggero.
- Come mai oggi questo cambio?
– domandai quando anche loro
si erano avvicinati.
- Avevo voglia di guidare io e Jason
non si è opposto -
spiegò Nicole e suonò la campanella.
Un altro giorno di una vita eterna a
fingere di essere chi
in realtà non sono da tanto, troppo tempo.
SCUSATEMI
SE NON VI RIGRAZIO 1 X 1
MA DEVO POSTARE VELOCEMENTE!!
GRZ
CM1 ALLE 3 PERSONE KE HANNO
RECENSITO E ALLE 5 KE L’HANNO MEXA TRA I PREFERITI! GIURO KE
NEL PROXIMO CAP.
VI RING 1 AD 1! SMAKKK
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Capitolo 3
†
P.V.
ROSE
Noia. Immortale e fedele noia che mi
segue dappertutto. Non
ce la facevo più a sopportare quella vita da
“studentessa modello”. Avevo
ripetuto come minimo 5 volte le superiori.
Resistevo ormai da circa due settimane senza andare a
caccia, i miei
occhi erano due pozzi di petrolio e il dolce profumo del sangue umano
mi stava diventando
pericolosamente irresistibile, la sete ardeva in gola come fuoco.
Mi trovavo a mensa con la mia
famiglia quando mi si avvicinò
un certo Jade. Il suo dolce profumo mi indusse a smettere di respirare,
per
evitare di saltargli, letteralmente, al collo. Non respirare non mi
costava
nulla, si certo era fastidioso non poter contare
sull’olfatto, ma non
necessitavo di respirare per vivere.
- Hey ciao Rose, mi stavo
chiedendo…- incominciò sedendosi
al nostro tavolo, mi costrinsi a guardarlo e trasalì
leggermente incontrando i
miei occhi neri. Ingoiò un po’ di saliva, era
evidentemente in agitazione.
Inevitabilmente il mio sguardo cadde sulla vena del collo, che pulsava
velocemente.
- Hem… mi stavo chiedendo
se … se domani sera … vorresti …
hem… uscire con me! – chiese abbassando lo
sguardo, patetico!
- No mi spiace, per domani sera sono
già impegnata – mi
stava finendo la riserva d’aria.
- Ah, hem… e con chi?
– chiese cercando di capire se stessi
mentendo. Dalle sue spalle comparve Stefan.
- Con me! – disse deciso a
Jade. Il ragazzo rimase
visibilmente sconvolto tutto si aspettava purché che io
uscissi con un Cullen.
- Ah va bene allora, ci si vede ok?
– disse alzandosi.
Appena si fu allontanato abbastanza presi un gran respiro.
- Grazie! – dissi
guardandolo.
- Grazie di che? –
- Di aver mentito poco prima per
tirarmi fuori da quel
casino –
- Non ho mai detto di mentire.
–
- Ah no? Mi sembrava
sott’inteso – sapevo come tirarmi fuori
da certe situazioni.
- No! domani ti porto a Port Angels
– in quel momento suonò
la campanella, salva per un pelo. Seguii le ultime due ore
concentrandomi al
massimo per non fare una strage, per mia fortuna ad ed. fisica
c’era Jason e a
Spagnolo c’era Nicole.
Stavo superando davvero ogni limite,
due settimane intere
senza cacciare era troppo anche per me.
Tornai a casa giusto il tempo di
posare la moto e poi andai
a caccia…
† P.V. STEFAN
Vidi Rose in seria
difficoltà a controllarsi a mensa, e
decisi d’intervenire. Dal mio tavolo naturalmente sentii
tutta la
conversazione.
- Hem… mi stavo chiedendo
se … se domani sera … vorresti …
hem… uscire con me! – chiese Jade, un ragazzo del
penultimo anno visibilmente a
disagio.
- No mi spiace, per domani sera sono
già impegnata – gli
rispose Rose senza far notare il fatto che non respirasse,
cioè si muoveva come
se lo facesse, ma io vedevo chiaramente che non era così.
- Ah, hem… e con chi?
– chiese testardo. Ecco quello era il
mio momento.
- Con me! – dissi
avvicinandomi al tavolo dalle spalle del
mal capitato ragazzo. Rimase sorpreso, naturalmente non si aspettava
che uscivo
con l’unica Blake libera.
- Ah va bene allora, ci si vede ok?
– disse alzandosi ed
allontanandosi sconsolato, la vampira di fronte a me prese un gran
respiro,
sapevo com’era fastidioso smettere di respirare.
- Grazie! – disse
guardandomi con i suoi grandi occhi neri,
si certo erano meglio quand’erano di un color ambra ma, erano
carini lo stesso
- Grazie di che? – domandai
- Di aver mentito poco prima per
tirarmi fuori da quel
casino – ok dovevo prendere la palla al balzo.
- Non ho mai detto di mentire.
– mi guardò sorpresa. 1-0 per
me
- Ah no? Mi sembrava
sott’inteso – disse acuta, sapeva come
tirarsi fuori da certe situazioni, ma io avevo deciso, e niente cambia
le
decisioni di Stefan Cullen
- No! domani ti porto a Port Angels
– le dissi un nano
secondo prima che suonasse la campanella. Salvo per un pelo Stefan.
Quel
pomeriggio andai a caccia, anche io ero leggermente a secco, e la sete
si
faceva sentire. Sulla via del ritorno incontrai Rose seduta su un
albero, non
uno sradicato, deliziosamente seduta su uno dei più alti
rami. M’arrampicai sul
tronco e mi fermai vicino al suo ramo. Mi guardò con uno
sguardo indecifrabile.
I suoi occhi ora erano di nuovo ambrati come i miei.
- Ciao – mi
salutò
- Ciao –
- Allora cosa ne pensi della mia idea
di portarti a Port
Angels? - chiesi per capire se mi volesse dar buca.
- Un po’ di svago non mi
dispiace - disse guardando da
un'altra parte. Mi cadde la mascella a terra, 1-1 Rose complimenti!
Dopo un po’
mi venne spontanea una domanda anche se probabilmente avrei perso quel
punto.
- Rose, ma come mai sei sempre
così solitaria? - mi guardò
negl’occhi con un intensità ipnotizzante.
- E a causa della trasformazione? -
domandai visto che non
dava segno di voler rispondere.
- No. Sono sempre stata
così, anche da umana - rispose con
voce flebile.
- Come sei diventata…?-
- Un mostro? Vuoi davvero saperlo? -
chiese con una nuova
scintilla nello sguardo. Annuii
- Ok allora. Era la sera del mio
compleanno, precisamente
del mio diciottesimo compleanno, avevo litigato con la mia famiglia ed
ero
infuriata. Uscii di casa sbattendo la porta e me ne andai, da sola, in un posto isolato. Non
sono mai stata
ingenua e sapevo che stavo facendo una stupidaggine…- mentre
raccontava Rose
aveva lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse rivivendo tutto.
Rimasi in
silenzio per non deconcentrarla.
- Non lo sentii arrivare alla mie
spalle, fu solo un attimo.
Mi prese da dietro e mi spostò i capelli dal collo per
mordermi. Poi caddi.
Ricordo solo quel dolore lancinante e la voce di Erik che mi diceva che
presto
sarebbe finito. Non urlai neanche una volta, ed ogni volta che mi
muovevo in
preda ad una fitta più lancinante c’era Erik
vicino a me che mi accarezzava per
farmi capire che lui era lì - incrociò di nuovo
il mio sguardo.
- Ecco come sono diventata una
vampira-
- Ed Erik chi è? Il
tuo… ragazzo? - le chiesi. Rise, una
candida risata.
- No! Erik è il mio
migliore amico. È stato lui ad
insegnarmi tutto su questa non-vita - poi improvvisamente si fece
più seria.
- Ed ora invece racconta tu la tua
trasformazione - mi
disse.
- Oh la mia trasformazione non
è eclatante come la tua,
semplicemente circa 25 anni fa ho fatto un incidente con la macchina,
stavo per
morire quando Carlisle mi morse per salvarmi la vita. - raccontai come
se non
mi toccasse affatto.
- Sei fortunato - mi disse
guardandomi.
- Si! Sono capitato in una buona
famiglia -
- Hai mai ucciso un essere umano? -
mi chiese riportando su
di me la sua attenzione.
- No mai. Tu? -
- Si! E sinceramente non me ne pento.
Sono quel che sono, un
mostro -
- E perché allora segui la
dieta vegetariana? -
- A quel tempo lo feci per Erik,
perché lui seguiva questa
dieta ed io, per ringraziarlo, feci altrettanto. Ma un giorno volli
provare il
sangue umano e feci una fatica non indifferente per
smettere…-
Rimanemmo su quel ramo fino a sera a
parlare, o anche solo a
stare in silenzio.
Era piacevole stare con lei, era
diversa da tutte le altre.
A volte vorrei avere lo stesso potere di Edward per sapere cosa le
passa per la
testa.
1 ad 1 Rose,
siamo
pari. Ma ce la metterò tutta per stupirti ancora ed
accumulare altri punti
Baby.
ANGOLO DELL'AUTRICE Raga commentate plase! Posto sl se ho minimo 2 recensioni u.u
|
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Capitolo 4 *** 4 ***
Capitolo 4
†
P.V.
ROSE
La serata non era stata male, certo
non eravamo andati a
cena fuori, e quanto meno a mangiarci un gelato, ma tutto sommato la
serata era
andata davvero bene. Eravamo andati a fare una passeggiata in centro e
poi nel
bosco. Con Stefan mi trovavo stranamente bene, ero sempre stata un lupo
solitario, e per me era strano star bene in compagnia di qualcuno che
non fosse
né Erik né Jane. A fine serata mi
riportò a casa con la sua moto, la mia era
rimasta qui blindata nel garage per evitare che qualcuno la prendesse.
Possessiva? Io? Si ma solo con la mia moto! Scese anche lui dalla sua
moto
rossa e mi accompagnò fin sotto il portico di casa, come si
faceva in tempi
ormai passati. Si avvicinò lentamente a me. Che cavolo stava
facendo? Ma soprattutto
perché io non mi
spostavo? Le
nostre labbra si incontrarono in un casto bacio che durò
poco perché io mi
scostai.
- Non correre piccolo! –
dissi ad un centimetro dalle sue
labbra, mi voltai e mentre aprivo la porta lo salutai senza nemmeno
girarmi.
Appena entrai in casa trovai Nicole e Jason sul divano.
- Allora com’è
andato l’appuntamento? – mi chiese Nicole
voltandosi.
- Appuntamento è una
parola grossa, uscita vorrai dire –
- Vabbè quello che
è, comunque com’è andata? –
- È andata –
risposi alzando le spalle. Nicole lanciò un
gridolino.
- Ma dai Rose avete come minimo 60
anni di differenza –
disse Jason.
- Si ma me li porto bene –
dissi con faccia impassibile.
- Si per un vampiro millenario
– disse lui ridendo. Gli
saltai addosso facendolo cadere a terra sotto di me che me ne stavo
inginocchiata sul suo torace.
- Scusa ma forse ho capito male.
Cos’hai detto? – gli chiesi
accostando la mia bocca al suo collo.
- Io? E chi ha parlato? –
disse in un misto di paura e
divertimento. Ridemmo tutti e tre ed io scesi dal torace di Jason che
si rialzò
velocemente. Però Jason aveva ragione, sembravo una
pedofila, anche se
fisicamente sembravamo entrambi dei diciottenni, io ero di 65 anni
più vecchia
di lui. Ma in fin dei conti, se andava bene a lui stare con una
vecchietta,
vecchietta poi, con una vampira di quasi 90 anni... e quei 90 anni li
sfioravo
vertiginosamente, meno di 24 ore e sarei diventata realmente una
nonnina
novantenne, se pur bloccata nella sua eterna bellezza da diciottenne.
Passai la notte a suonare il piano,
era da quando ero
arrivata a Forks che non lo toccavo, povero pianoforte. Smisi di
suonare quando
dei lievissimi raggi di sole colpirono il mio braccio, facendolo
così
risplendere in polvere di Diamanti. Decisi di andare a sgranchire un
po’ le
gambe avventurandomi nel bosco quando, cammina cammina, mi ritrovai nei
pressi
di casa Cullen. Era strano come le nostre due case erano separate solo
da quel
bosco.
Nel giardino c’erano solo
tre Cullen. Bella intenta a
guardare il paesaggio, Esme che innaffiava con cura i fiori e Stefan
che
leggeva un libro. Quest’ultimo alzò di poco lo
sguardo appena sentì i miei
passi e mi sorrise abbassando il libro.
- Ciao – salutai tutti.
- Ciao Rose come mai da questa parti?
– mi chiese Bella
voltandosi verso di me.
- In realtà stavo
passeggiando nel bosco e sono spuntata qui
– dissi accennando ad un sorriso. Parlammo un po’
quando sentii dei passi
rapidi sempre più vicino. Da vicino ad Esme sbucarono
Edward, Jasper, Emmett e
Carlisle. I ragazzi si avvicinarono a noi mentre Carlisle si
fermò vicino alla
sua dolce metà. Ci salutammo e dalla stradina che portava
alla casa sentii il
rumore delle ruote che strisciavano sulla ghiaia e il motore della
Volvo
avvicinarsi, come volevasi dimostrare la macchina parcheggiò
perfettamente al
suo posto. Dalla macchina uscirono Alice, Rosalie e Renesmee con in
mano 100
buste, sgranai gli occhi, ma almeno loro sembravano essersi divertite.
Passai con i Cullen altre due ore
quando Alice ci disse che
stava arrivando qualcuno. Tutti si voltarono nella direzione in qui
stava
guardando. Vidi una sagoma avvicinarsi e rimasi sconvolta quando
capì a chi
apparteneva. Capelli corti biondi, lineamenti abbastanza marcati, ma
non da
uomo, più da giovanotto, come lo definivo io, occhi di un
dorato un po’ spento
e fisico spettacolare, naturalmente pallidissimo.
- Erik! – urlai
abbracciandolo di peso. Lo presi alla
sprovvista e lui barcollò ma non cadde per nostra fortuna.
- Hu non mi aspettavo un accoglienza
così! – disse
sorridendomi mentre mi spostavo. Poi sentii un altro aroma.
- Come mai sento l’odore di
Jane? – dissi sicura che Aro non
l’avrebbe mai fatta uscire dalla fortezza a Volterra. Vidi
con la coda
dell’occhio i Cullen irrigidirsi.
- Rose non è possibile che
non ti si può nascondere niente!
– disse una voce di bambina fin troppo familiare. Alzai lo
sguardo e la vidi su
uno dei rami più alti di un pino. Scese con un salto e si
mise alla destra di
Erik.
- Ok ora fatemi riprendere un attimo
dallo shock! Come siete
riusciti a convincerli a farti uscire? – chiesi ad una Jane
sorridente. Aveva i
lunghi capelli biondi ( anche se so che nel libro li ha neri) gli occhi
di un
rosso cremisi un po’ oscurato, viso e corpo da bambina.
- Semplicemente gli abbiamo detto il
motivo della nostra
visita e mi hanno detto di dirti che io sono il tuo regalo e che,
naturalmente,
se cambi idea sei sempre la benvenuta! – spiegò
brevemente la ragazzina che mi
stava di fronte.
- Sogno o son desta? –
dissi non potendo credere a ciò che
mi aveva detto.
- Visto che sei una vampira e non
puoi dormire, e di
conseguenza sognare, mi sa che sei sveglia. E ti ricordo che non mi hai
ancora
salutata – disse guardandomi in modo offeso.
L’abbracciai, mi era mancata! Poi
lei guardò Bella con sguardo atroce, mi spostai avanti a lei.
- Jane ti prego, allora come mai
siete qui? – ridomandai per
distrarre la baby vampira.
- Ma come Rose non ti ricordi che
oggi è… - iniziò Erik, ma
mi ci fiondai addosso, avevo capito cosa voleva dire, e me ne ero
scordata.
Oggi era il mio compleanno. Jane rise come non faceva da tempo. Una
risata
cristallina!
- Parla ed io ti giuro che ti uccido
– sussurrai al mio
migliore amico. Andammo a casa mia, la mia nuova famiglia doveva sapere
che
Erik e Jane erano venuti a Forks, con noi vennero anche i Cullen.
- E pensare che fino a poco tempo fa
ero io l’unica tua
famiglia – disse Erik pensieroso seduto sul divano nero con
il gomito poggiato
allo schienale e la guancia sul palmo della mano, la caviglia sinistra
sulla
gamba destra in una posizione, anche se probabilmente non se ne
accorgeva,
molto attraente, anche se comunque per me era come un fratello.
- Questa sera andiamo in discoteca,
dobbiamo festeggiare –
disse Jane.
|
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Capitolo 5 *** chap. 5 ***
Capitolo
5
†
P.V.
ROSE
- In
discoteca? – chiese Bella sorpresa.
- Io
ci sto!
E tanto che non ci vado… - constatai.
- Ci
sono
anche io – disse Jason, e pian piano si aggregarono tutti.
-
Andiamo a
prepararci ragazze dobbiamo essere perfette – disse Alice. Ci
mettemmo d’accordo
su come organizzarci.
-
Nicole, io
e Rose ci prepariamo in camera sua – disse indicandomi Jane
-
mentre i
ragazzi si preparano in camera di Jason –
- Nel
frattempo noi ci andiamo a preparare a casa nostra e poi vi
raggiungiamo qui –
disse Renesmee.
- Voi
due
dovete andare a caccia – dissi guardando Eric e Jane.
- Io
posso
pensarci questa sera –disse Janer, guardai prima lei e poi
Eric.
- e
se invece
vai con Eric? –
-
Scherzi? Io
non bevo sangue d’animale – disse la baby vampira
incrociando le braccia. La
guardai.
- e
se ti
accompagno io? – chiesi speranzosa.
- Ma
nemmeno
se mi paghi! –
- Ok,
allora
ti nutrirai questa sera e , in più, devi portarti le lentine
– le dissi con
tono che non ammetteva repliche.
- Ma
io odio
le lentine! – piagnucolò lei. La convinsi dopo 20
minuti e poi ci andammo a
preparare. Nicole indossò un vestitino verde che arrivava un
po’ più su del ginocchio,
semplice con un lieve scollatura, il tutto ornato da dei meravigliosi
decoltè
con un generoso tacco a spillo, i capelli in una coda laterale che
lasciava
scoperta tutta la parte sinistra del collo.
Jane
indossò
un jeans nero ed una maglietta nera con i bordi color oro, che
riprendevano il
foular anch’esso orato, delle ballerine dello stesso colore
di quest‘ultimo ,
con i capelli raccolti in una coda alta.
Io,
invece,
indossai un vestitino nero che arrivava fino a metà coscia,
con una scollatura a
V ed un foular nero legato con un nodo a destra, delle scarpe,
anch’esse nere,
che si intrecciavano lungo la caviglia, con un lieve tacco. Lasciai i
lunghi
capelli castani liberi, portandomi solo le prime due ciocche ad
incorniciare il
volto. Un po’ di trucco e poi via. Quando scendemmo ricevemmo
dei fischi d’approvazione
dai ragazzi. Erano entrambi fantastici. Jason aveva un pantalone bianco
ed una
camicia di una o due tonalità più chire, con su
una giacca nera. Eric, invece,
aveva un pantalone nero, sopra una camicia anch’essa nera con
i primi due
bottoni aperti, poi piegò un po’ la testa a destra.
- Non
ti
sembra di essere, come si dice? Un po’ troppo scoperta?
– commentò
- No,
non lo
penso affatto. Siamo nel ventunesimo secolo, tutti si vestono
così – gli
risposi con un sorriso. Anche i Cullen erano tutti meravigliosi.
-
Opera di
Alice – mormorò Edward.
- Hey
state
benissimo – commentò Nicole.
- Si,
lo so,
sono un genio della moda! – affermò Alice.
Scoppiammo tutti a ridere. Per colpa
del vestito non riuscii a guidare la moto, e quindi mi
accompagnò Stefan con la
Mercedes di Carlisle.
La
serata fu
piacevole, mi divertii molto. Ballai con Eric, Emmett, Jason e Stefan.
Con
quest’ultimo un po’ di più
ma… suvvia capitemi ragazze, era la mia festa no?
†
P.V.
STEFAN
Ballai
con Rose per circa 1 ora e mezza
poi ci fermammo su un divanetto della discoteca ed incominciammo a
parlare.
-
Roooooseeee – la chiamò Jane buttandosi
sulle sue gambe.
-
Vatti a cambiare le lentine – le disse.
- Mi
accompagni? – le chiese. La vampira
mora mi guardò con occhi dolci.
-
Vieni anche tu? –
- Nel
bagno delle ragazze? – le chiesi
alzando un sopracciglio.
- E
che fa? Su vieni – disse prendendomi
per mano e tirandomi in piedi. Mi trascinò nel bagno delle
ragazze e si appoggiò
alla porta mentre Jane prendeva dalla borsetta le lentine verdi.
-
Odio mettermi le lentine – piagnucolò.
- Gli
occhi rossi danno troppo nell’occhio
e poi non si addicono neanche al tuo bel visino – disse Rose
ridendo. Mi
appoggiai vicino a lei.
- Io
e te non dovevamo riprendere un
discorso? – gli sussurrai all’orecchio.
- Non
ricordo di nessun discorso lasciato
in sospeso… - Jane si era messa le lentine e
spostò velocemente lo sgardo da me
a lei.
- Ok
piccioncini, io vi lascio soli –
disse facendo segno a Rose di spostarsi ed uscendo dalla porta.
-
Vuoi che ti rinfreschi la memoria? – le
chiesi poggiato al lavandino. Sorrise.
- Si,
forse è meglio… sai com’è
proprio
non riesco a ricordare – mi avvicinai a lei lentamente e poi
le poggiai le
labbra sulle sue.
-
Inizio a ricordare, ma ho ancora dei
vuoti di memoria – bisbigliò. Sorrisi e le poggiai
le mani sui fianchi, mentre
lei intrecciava le mani dietro al mio collo. Ripresi a baciarla, con un
po’ più
passione.
- Ora
ricordo tutto – disse facendo
aderire il suo corpo al mio con un solo movimento.
- lo
noto con piacere – risposi
sorridendo sulle sue labbra, proprio i quel momento suonò il
cellulare.
-
Pronto? – risposi
- Mi
dispiace interromperti, ma esci da
quel bagno e ritorna qui, Emmett sta valutando seriamente
l’idea di venirvi a
prendere con la forza – disse Edward divertito.
-
Stiamo uscendo – rispose al mio posto
Rose chiudendo il telefono.
-
Andiamo su, Emmett e Jason sono capaci
di irrompere in questo bagno senza farsi troppi complimenti –
commentò Rose
dandomi un ultimo bacio ed uscendo.
A
fine serata Jane le chiese.
-
Allora cara, ti sei divertita? –
-
E’ stato il compleanno più bello mai
trascorso in vita mia – rispose Rose lanciandomi un
occhiatina.
- Ci
scommetto –
-
Amen – commentò Emmett con le mani
giunte in una posizione da angelo, ma che di angelico non aveva proprio
niente.
Ridemmo tutti, e si... era stata davvero una serata meravigliosa.
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
CAPITOLO 6
Mi trovavo sul mio letto, stesa nell’oscurità
della mia camera.
Intorno una specie di silenzio, il più assoluto da quando mi
trovavo qui.
Gli unici rumori che sentivo provenivano dall’esterno..
Gocce di pioggia picchiettavano sugli alberi e sull’erba, un
po’ di vento agitava le foglie che tremavano abbracciate ai
propri rami e nulla più disturbava la quiete del
bosco..Meraviglia..Assoluta calma e perfezione.
Me ne stavo lì, supina, con un braccio sugli occhi per
impedire a quella lieve luce di disturbarmi e a godere di ogni attimo
prezioso di pace.
Jane ed Erik erano partiti un paio di ore fa e tutti gli altri non
c’erano, chi a fare shopping e chi a lavoro mi avevano
lasciato, finalmente, da sola.
Permisi al silenzio di riempirmi la mente.. Mi concentrai sulla melodia
prodotta dalle gocce. Che cosa meravigliosa la natura.
Ad un tratto sentii un altro rumore oltre le gocce, passi. Rapidi passi
che si avvicinavano sempre di più.
Ecco! Momento di pace finito! Maledetti guastafeste
Tuttavia rimasi in quella posizione ad attendere.
L’olfatto mi rivelò prima della vista di chi si
trattava. Un dolce profumo di fiori e cioccolata m’invase,
una folata di vento fece ondeggiare le tendine blu ed il materasso si
curvò sotto il peso di un corpo.
- Dormi? - la sua voce sembrò far sparire
completamente il silenzio di prima
- Magari - risposi mettendomi a sedere ancora con gli occhi
chiusi, quando li riaprii la luce bianca che penetrava dalla
finestra aperta quasi me li ferì. Lo vidi lì,
seduto all’estremità del mio letto come una statua
sorridente, bello come sempre e..aspettate! Mi stava gocciolando sul
letto?!?
- Stefan alzati! Guarda che stai combinando! - indicai la chiazza
più scura sulle lenzuola. Lui si alzò e rise
- Come farai a dormire questa notte con tutte le lenzuola bagnate?-
- Oggi sei in vena di battute eh? -
- Si - mi si avvicinò e con delicatezza mi prese il viso tra
le mani - sono allegro -
- come mai? - gli sussurrai a pochi centimetri di distanza
- Boh.. Sarà che mi influenzi in modo positivo - disse
colmando la distanza tra le nostre labbra, facendole sfiorare in un
bacio delicato come una piuma che ti sfiora il viso.
Ok,
lo so..lo so.. Sono da linciare xD non scrivo da tantissimo tempo ma..
Abbiate pietà! Spero vi piaccia questo capitolo.. Lo so che
è corto ma è solo uno di transito mmm Chiedo
umilmente venia xD E… Ringrazio vivamente tutte le persone
che mi hanno sempre seguito e che continuano a farlo.. Sperando che lo
facciano ancora xD
Grazie! <3 P.s. inizio a scrivere dopo le solite 2 recensioni u.u
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
CAPITOLO 7
Pov Nicole
Rose ultimamente si dimenticava sempre più spesso dei
termini inglesi ed ogni tanto parlava in francese. Brutto segno.
Di solito succedeva quando era nervosa e quando Rose è
nervosa.. I guai non mancano!
Stavamo iniziando ad avere buoni rapporti con i Cullen, che in quel
momento si trovavano nel nostro salone.. Parlavamo del più e
del meno..
- Le generazioni di oggi non le capisco - disse scuotendo la testa
Jasper
- Tutte queste cose tecnologiche poi.. Tra un po’ non
sapremmo nemmeno più aprire la porta - Jason
- A quel punto basterà buttarla giù - Emmett rise
- Oui.. Mi sento.. - Rose sembrò cercare invano una parola -
mon dieu! - esclamò arrabbiata - Vieux! - La guardammo un
po’ stupefatti.. Si, c’era qualcosa che non andava.
- Rose.. Sorella mia.. C’è qualcosa che ti turba?
- provai a chiederglielo il più dolcemente possibile.
- Sto..- di nuovo cercò una parola - dimenticando
l’inglese -
- L’abbiamo notato - Diedi un pugno a Jason. Delicato come
sempre il vampiro.
Rose sospirò - Sta per succedere qualcosa.. Lo sento.. dans
le sang -
- Quello di orso bevuto venerdì? -
- JASON! - gli diedi un pugno più forte che gli fece male.
Mi guardò con la faccia da cucciolo e si iniziò a
massaggiare il punto in cui l’avevo colpito. Rose
ridacchiò.
- Probable -
Pov Rose
Dopo una settimana la situazione peggiorò. Non riuscivo
più nemmeno a dire o a riconoscere una parola in inglese. Ma
, perché c’è sempre un ma, una cosa
positiva c’era.. Niente stramaledettissima scuola!
Avevo cercato invano il modo per eluderla ed ora la soluzione veniva da
se, perfetto.
Passai quelle giornate a leggere libri in inglese non capendo
assolutamente niente, era come se mi parlassero in arabo.
Provai di nuovo. Presi un libro a caso dalla libreria e iniziai a
sfogliarlo. Erano solo parole senza senso per me. Dopo un quarto
d’ora lo chiusi e lo scaraventai via.
Ero stanca ed era inutile applicarmi, la situazione si sarebbe sciolta
da sola… o almeno lo speravo.
Mi faceva male la testa a furia di applicarmi e così corsi
fuori..basta, avevo bisogno di aria..tutto intorno a me era
asfissiante. Non potevo e non volevo incontrare altre persone e
così andai il più lontano possibile.
Sentivo il crack delle foglie secche che si distruggevano ogni qual
volta toccavo il suolo ed il sibilare del vento simile ad un respiro
sulla pelle nuda.
Correvo e basta, presa da una specie d’ improvvisa voglia di
libertà.
Sentii in lontananza il dolce rumore delle onde che si infrangevano e
persa tra ricordi sfocati mi diressi verso quel suono familiare.
Attraversai tutto il bosco per arrivare ad una scogliera e fu li che
persi il contatto con il mondo...
Ammiravo il lento movimento dell’acqua ed ogni sua
più piccola sfumatura come per imprimerle a fuoco nella
mente, come facevo tempo addietro passando ore intere in riva al mare
provando a copiare quelle sfumature, armata di colori, su un
semplicissimo foglio di carta.
Amavo passare del tempo da sola..lo trovavo estremamente
rilassante..senza fretta, senza voci, senza presenze
sgradite..semplicemente..da sola.
Rimasi lì, in piedi, a guardare il movimento delle onde ed
ascoltandone il suono per qualche infinito istante.
Ero così presa che non mi resi conto nemmeno che qualcuno si
avvicinava e quando sentii una voce maschile alle mie spalle quasi
sussultai. Una puzza di cane mi arrivò al naso e mi accorsi
che, presa nell’ammirare il paesaggio, mi ero dimenticata di
respirare.
Mi voltai lentamente, infastidita dall’interruzione.
In quel momento di fronte a me c’erano tre lupi grandi quanto
dei piccoli cavalli e quattro persone..e questo è
perché volevo restare sola..
Un uomo dalla carnagione un po’ più scura del
normale iniziò a parlare. Non capivo nulla.
Inclinai lievemente il capo di lato provando almeno a capire
l’argomento generale ma quando uno di quei lupi
iniziò a ringhiare e fece un passo in avanti capì
che dovevo intervenire.
La situazione stava peggiorando velocemente, altri due lupi sbucarono
dalla foresta ed avanzarono lentamente verso di me come per giocare al
gatto con il topo.. ma non avevano capito che lì il gatto
ero io..e che mi sarei fatta una bella scorpacciata.
Ok, sono stata molto triste del fatto che abbia recensito una sola
persona... Molto ma MOLTO triste.. Se non mi piace fatemelo sapere che
smetto.
Non pubblicherò prima delle 3 recensioni. Sono MOLTO TRISTE
Ed è tutta colpa vostra che non sprecate 1 minuto della
vostra vita a recensire!!!!!! =(
Al Prossimo capito, fatemi sapere cosa ne pensate. RoseWhite.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Ti
tengono nell'oscurità, sai che fingono tutti
ti
tengono nell’oscurità e così
è iniziato tutto
mandi
avanti i tuoi scheletri
canti
mentre le loro ossa arrivano marciando, ancora
il
bisogno che hai seppellito in profondità
i
segreti che mantieni sono pronti come mai prima d'ora
sei
pronto?
ho
finito di dire cose sensate
ho
smesso di usare l’ignoranza come scusa
girando
e rigirando nel profondo,
la
ruota mi fa girare e non si ferma mai,
non
si ferma mai
è
la solita vecchia storia
e
se ti dicessi che non sono come gli altri?
e
se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei
tu quella che finge
e
se ti dicessi che non mi arrenderò mai?
col
passar del tempo, o almeno così mi hanno detto
sarò
soltanto un’altra anima in vendita
questa
pagina è fuori commercio
non
siamo permanenti, temporanei, temporanei,
è
la solita vecchia storia
e
se ti dicessi che non sono come gli altri?
e
se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei
tu quella che finge
e
se ti dicessi che non mi arrenderò mai?
sono
la voce nella tua testa
quella
che tu rifiuti di sentire
sono
il viso che devi affrontare
quello
che rispecchia il tuo sguardo
sono
ciò che rimane, sono ciò che è giusto,
sono
il nemico, sono la mano che ti ha fatto cadere,
che
ti ha messo in ginocchio
dunque,
tu chi sei?
sì,
chi sei? chi sei? chi sei?
ti
tengono nell'oscurità, sai che fingono tutti
e
se ti dicessi che non sono come gli altri?
e
se ti dicessi che non sono solo un'altra delle tue recite?
sei
tu quella che finge
e
se ti dicessi che non mi arrenderò mai?
dunque,
tu chi sei?
sì,
chi sei? chi sei? chi sei?
http://www.youtube.com/watch?v=SBjQ9tuuTJQ
CAPITOLO 8
La
foresta era silenziosa.. Nulla faceva presagire che a pochi
Kilometri si stava per scatenare una battaglia tra entità
soprannaturali. Anche la Natura taceva sottomessa
dall'elettricità che si percepiva nell'aria.
Tra
gli alberi sempreverdi, delle ombre si muovevano veloci senza
disturbare quella quiete assoluta; i Cullen, nel
frattempo, correvano allarmati dalla notizia che gli era
arrivata tramite Seth. Rose era entrata nella radura ed ora i lupi di
La Push erano pronti ad eliminare il succhiasangue che aveva invaso la
loro terra.
Mancava
circa un kilometro al confine, la corsa si fece
frenetica.. correvano con i sensi concentrati al massimo su quello che
stava succedendo nella radura.
Quando
finalmente mancava poco, un muro di fiamme alto alcuni metri si
levò dal suolo interrompendo la loro corsa. Tutto si
bloccò come se fosse stato premuto un interruttore, come se
quella corsa a velocità disumana fosse stata solo una
lenta passeggiata.
Due
ombre sfrecciarono alla loro sinistra e saltarono il muro in
sincornia perfetta quasi come se quella fosse stata una coreografia ben
studiata; una terza ombra stava per seguire le precedenti ma
inaspettatamente si bloccò a pochi centimentri dalle fiamme .
-
Non vi intromettete - Una ragazza parlò, senza
nemmeno voltarsi, in tono freddo per poi sparire dall'altro lato del
muro.
~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~ ० ~
Pov Stefan
Lei
era lì, ferma davanti ai miei occhi.
Marmorea, stupenda come sempre.
La guardai dalla punta
dei piedi fino al viso. Le scarpe da ginnastica
bianche, il jeans stretto e il top nero, stretto
anch'esso. Poi arrivato al viso mi fermai. I suoi
occhi...erano disumani.
L'iride completamente
nera, come assorbita dalla pupilla,
più disumani di quanto potessero mai essere gli occhi di un
vampiro.
Di fronte a lei alcuni
lupi a terra, agonizzanti, altri pronti
all'attacco, altri bloccati da qualcosa d'invisibile agli occhi.
Le tre ombre si
fermarono dinanzi a lei, come a formare un trangolo. Il
ragazzo al centro con i capelli castani, avanti; la ragazza
che aveva parlato poco prima con i capelli rossi lievemente
più indietro sulla destra ed un altro ragazzo con la
carnaggione un po' più scura e i capelli biondi parallelo
alla ragazza ma alla sinistra del moro.
Guardarono i lupi di
fronte, li guardarono quasi con aria annoiata,
come se non importasse se ci fossero o meno. Parlò il
ragazzo davanti agli altri due
- Non c'importa di
voi, lasciateci andare e basta. Non vi
verrà fatto alcun male. Ma se provate ad intervenire non vi
assicuro lo stesso risultato - usò il tono gelido che solo
chi è sicuro al cento per cento di quello che sta dicendo si
permette di usare.
Si guardarono ancora
una volta e davanti a loro, per rendere il
concetto più chiaro, comparve un muro di fuoco come quello
che poco prima aveva bloccato la nostra corsa. il silenzio
piombò nuovamente nella radura. Fu Sam a parlare
- Andate. Ma non
voglio mai più vedere un succhiasangue
nella mia terra, in caso contrario non importa quanti siate, vi
stermineremo tutti - detto ciò Rose chiuse per un attimo
infinito gli occhi e poi perse l'equilirio. Il ragazzo con i capelli
biondi le fu subito vicino e la prese in braccio, sembrava svenuta.
Corsero via. Arrivammo fuori casa Blake, tutto era silenzioso ma i
nostri sensi percepivano qualcun'altro all'interno.
Da lì a
poco avremmo scoperto la triste verità,
triste poi... triste per me non per gli altri, perchè per
gli altri era solo una semplice verità, nulla più
di una verità scomoda... forse.
Grazie
mille ad alerana92 e a zije600 per aver recensito =) Vi sono
molto grata...mi farete sapere cosa ne pensate anche di questo???
Grazie anche alle persone che leggono solo.
Al prossimo capitolo! Continuate a seguirmi!! I colpi di scena non
mancheranno
p.s. so che il capitolo in se e per se è piccolo ma il prossimo cercherò di farlo il più lungo possibile e descrivendo meglio i sentimenti perchè mi sono resa conto che è un po' vuoto... Scusate. Aspetto con MOLTA ansia le vostre recensioni =)
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo 9
Ci
ritrovammo nel grande salone addobbato in stile classico, con le pareti
bianche, di casa Blake.
Rose stava stesa sul
divano beige con un braccio sugli occhi..quegli occhi che pochi minuti
prima mi avevano spiazzato. Non riuscivo ancora a capire cos'era
successo, il perchè e cosa aveva provocato in me, sapevo
solo che era la prima volta che vedevo una cosa del genere nella mia
breve vita da vampiro.
Mi guardai intorno e
accorsi che c'era più gente di quel che credevo. Cinque
vampiri, un umana ed altre tre persone, due ragazzi ed una ragazza, con
un odore strano ma con il cuore che pulsava. Ma tra tutti una sola era
al centro della mia attenzione.
La guardai di nuovo,
se possibile più pallida di prima, stesa quasi esanime.
Esaminai i suoi tratti del viso delicati, le labbra piene quasi a cuore
e le guance che sapevo essere vellutate. Se non fosse stato
per il petto che si muoveva a ritmo del suo respiro lento non avrei mai
pensato che fosse "viva", strana parola da usare per un cadavere che si
muove, come me del resto.
Improvvisamente si
alzò a sedere con i lunghi capelli castani che le coprivano
il viso e, portandosi una mano alle labbra, tossì,
per poi guardarsela sporca di sangue.
Preoccupazione.
Una ragazza con i
capelli neri lunghi fino alle spalle le diede un fazzoletto di stoffa
bianco, lei si pulì stancamente la mano e
ringraziò debolmente continuando a giocherellarci;
si avvicinò anche un uomo, con i capelli corti neri
brizzolati sui lati,sulla cinquantina, ma Rose alzò il volto
scostandosi una ciocca di capelli davanti e disse
<< Non
ho bisogno di medici. Ho più lauree in medicina di lei,
Monsieur. Non ho bisogno ne di analisi ne di controlli >>
<<
Deduco che allora lei già sappia cos'ha
>> rispose egli
<< Oui
>> Quell'angelo maledetto chiuse nuovamente gli occhi per
un istante eterno << è per la dieta -
sospirò - Una dieta del genere non fornisce al mio corpo le
energie di cui necessita in...>> cercò una
parola adatta <<.. quello stato
>> si prese la testa fra le mani
<< Ed ho una sete allucinante >>
Rimasi a braccia
conserte poggiato con la schiena ad un mobile di ciliegio curato nei
minimi dettagli, anch'esso in stile antico, come uno spettatore
incapace di capire cosa gli provocasse il film che stava guardando.
<< Fate
uscire gli umani e chiunque abbia un cuore che batta per cortesia
>> disse a mezza voce continuando a tenersi la testa fra
le mani. L'umana, la ragazza ed il ragazzo con l'odore strano, ma non
pungente, uscirono dalla casa in silenzio.
Il ragazzo biondo di
poco prima le si avvicinò e le porse una mano, lo guardai
bene. Aveva degli occhi azzurri come il ghiaccio e dei lineamenti non
troppo marcati. Rose ridacchiò << Non so
quanto ti convenga >> ma lui non fece una piega,
sorrise, e rimase li con la mano a mezz'aria
finchè lei non la prese ed alzandosi trabballando lo
seguì fino al piano superiore.
Sentii un gemito e poi
il rumore di quando una persona beve..udii un respiro soffocato e poi
un grazie sussurrato nell'eco dell'ampio corridoio. Li immaginai uno di
fronte all'altro magari così vicini da sfiorarsi mentre
respiravano, lei che lo mordeva, beveva per poi rialzarsi con le labbra
sporche di sangue ed una punta di gelosia mi invase.
<< Hai
reso l'idea >> sussurrò Edward tra i denti,
chinai il capo.
Quando
scesero il biondino si guardò la mano lievemente sporca di
sangue, sul collo un impronta di denti che già stava
sparendo. Rose scese la scalinata con passo felino e ci
guardò uno per uno, aveva gli occhi di un rosso molto scuro
così naturale che quel dorato di qualche giorno fa sembrava
essere una nota sbagliata su quel viso perfetto.
<<
Scusate >> disse risedendosi sul divano. Poi ad un tratto
rise << era qualche secolo che non mi sentivo
così >>
Qualche secolo? Ma non
aveva detto che aveva 90 anni? Le cose non quadravano, e poi chi erano
quelle persone? Esprimere i miei dubbi o tacere? Mille domande mi
vorticavano nella mente. Edward sbuffò.
Un vampiro tra quelli
presenti, sulla quarantina con i capelli neri e gli occhi color rubino,
parlò con voce calma ma autorevole.
<<
Perdonate la maleducazione, siamo entrati nel vostro territorio e non
ci siamo nemmeno presentati. Io sono Balthazar >>
Mi
scuso per il ritardo ma ho scritto, letto, controllato, cancellato,
riscritto, ricorretto etc..etc...etc...
Sinceramente
sono molto triste e delusa dalle 0 recensioni.. veramente molto
triste..Al prossimo capitolo, se vorrete
P.s. Mi sono accorta di aver postato quello non corretto -.- sono un
caso perso ahahhaha
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo
10
<<
Perdonate la maleducazione, siamo entrati nel vostro territorio e non
ci siamo nemmeno presentati. Io sono Balthazar
>> lo guardai dalla testa ai piedi forse un po'
maleducatamente. Portava dei pantaloni neri con la piega e sopra una
camicia di seta dello stesso colore che facevano contrasto con la pelle
bianchissima e che mettevano ancora più in risalto gli occhi
color fuoco. Egli allargò un braccio verso un altro vampiro,
quello che era intervenuto poco prima nella radura, guardai anche lui
attentamente. Aveva dei corti capelli castani, occhi di un rosso sangue
contornati dalla pelle diafrana tipica dei vampiri. Alto uno e
ottantacinque, portava una camicia normale bianca e dei jeans stretti
con sotto delle scarpe da ginnastica bianche e azzurre. Ma la cosa che
rapì la mia attenzione fu un polsino di pelle doppio con al
centro incastonato un rubino accerchiato da strani simboli.
Balthazar iniziò a parlare
<< Lui è...>> Il vampiro con il
polsino lo interruppe
<< Grazie mille ma riesco a presetarmi da solo - sorrise
cordialmente - Il mio nome è Ian è sono uno dei
quattro generali dell'Ordine del Tempo >>
Ok, ora era ufficiale. Non ci stavo capendo nulla e, guardando gli
altri componenti della mia famiglia, capivo che la confusione era
generale.
<< Andate a richiamare quei poveretti che stanno
lì fuori >> Disse Rose e la vampira dai lunghi
e lisci capelli rossi, che aveva parlato prima nella radura,
uscì fuori la porta e disse << Ora potete
entrare >> nel suo solito tono freddo. Entrò
prima l'umana con grandi occhi verdi e capelli castani corti e poi gli
altri due personaggi non identificati.
Parlò il ragazzo biondo << Continuiamo con le
presentazioni. Io sono Alan >> sorrise. Lo
odiavo. Portava una maglietta aderete azzurro ghiaccio come i
suoi occhi , che risaltava in maniera quasi odiosa il suo fisico
scolpito e perfetto, e sotto un jeans scuro.
Cacciò da una tasca un girocollo di pizzo nero con al centro
uno zaffiro di un blu stupendo inciso con alcuni simboli.
<< Questo ti appartiene >> disse
rivolgendosi a Rose e sorridendole. Lei si alzò in piedi e
gli voltò la schiena sollevandosi i capelli, Alan non
aspettò un secondo e le mise il raffinato girocollo.
Modi per ucciderlo:
Andargli contro a velocità disumana, sollevarlo da terra per
il collo e sbatterlo a tutta forza da qualche parte.
Andargli incontro lentamente e sorridendo spezzargli il collo.
Strappargli il cuore...
La lista andava avanti per un bel po' dallo sventramento alla tortura
della goccia* .
Edward mi guardò di sottecchi ed io alzai le spalle.
Parlò la rossa con un lieve accento ispanico e le labbra
sottili << Sono Beatriz, piacere >> .
Portava un pantalone lungo bianco con su una maglietta bordeaux e delle
ballerine dello stesso colore a completare il tutto.
All'anulare della mano destra portava un anello d'argento con
incastonato un rubino.
La ragazza con i capelli neri, che aveva dato il fazzoletto a Rose,
parlò in modo timido con gli occhi bassi. Al collo aveva una
collanina con sopra un diamante.
<< Il mio nome è Yulia, piacere
>> Alice fece qualche passo verso di lei ma Rose
ringhiò un << Non toccarla!
>> che rimbombò per tutta la casa. Yulia fece
un passo indietro ed Alice rimase stupita a guardarla. Parlò
Balthazar
<< Perdonate i modi bruti di Rose - lanciò un'
occhiata a quest'ultima e continuo - Yulia è una
chiaroveggente tattile non ama essere toccata perchè
può vedere futuro, passato o presente della persona che
tocca o del proprietario dell'oggetto toccato >>
Dopo alcune domande sul potere della chiaroveggente da parte di Alice
continuarono le presentazioni.
I due ragazzi di specie sconosciuta furono presentati da Alan come
Nick, un ragazzone con un viso dai lineamenti semi marcati incorniciato
da capelli corti neri, occhi dello stesso colore, fisico palestrato ed
alcuni tatuaggi tribali, con al centro gli occhi di un lupo, sul
braccio sinistro, era alto all'incirca un metro ed ottanta. La ragazza,
invece era l'esatto opposto. Si chiamava Jennifer aveva una corporatura
minuta con i capelli biondi che le ricadevano sulla schiena, le labbra
sottili ma delicate come il resto dei suoi lineamenti e i grandi occhi
castani, alta più o meno un metro e sessanta. Vicino a Nick
sembrava una bambina.
Carlisle presentò anche noi, perfetto. Ora tutti conoscevano
i nomi di tutti... Ma chi erano in realtà queste persone? E
cos'era l'ordine del Tempo? Troppe domande e troppe poche risposte
rimasero sospese nell'aria calda della casa.
Guardai Rose per un attimo. Continuava a giocare con il fazzolettino
bianco contorcendolo come fanno le persone di solito quando sono sotto
pressione. Cosa occupava la sua mente?
A volte invidiavo Edward per il suo dono. Maledizione!
* la tortura della goccia consiste nel far inginocchiare una persona e
fargli cadere sulla testa una goccia d'acqua
finchè non gli si sfonda il cranio, portando, dunque,
l'individuo alla morte.
Perdonatemi il ritardo il fatto
è che il modem ha deciso di morire una settimana fa e.... Non posterò finchè non avrò almeno una recensione. se non l'avrò entro la metà di agosto non posterò più
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Capitolo 11 *** Fine ***
Stavo scrivendo l'undicesimo capitolo ma vedo che non v'interessa.
La storia è CHIUSA per mancanza di recensioni. |
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