† Mosaic of Shattered Glass †

di ShionBlueEyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


 

Quella mattina faceva terribilmente caldo.

L'estate era stata più o meno mite, ma quel giorno l'afa era esagerata.

Night si rigirava nel letto senza trovare pace, maledicendo quella temperatura orribile che non la lasciava dormire tranquillamente.

Osservò i numeri digitali impressi sulla sveglia: le sei.

Troppo, troppo presto. L'orario per uscire dalle camere era le otto e lei non poteva certo gironzolare per il giardino della Wammy's House a quell'ora, altrimenti chi lo sentiva più Roger?

La ragazza si girò e osservò la sua compagna di stanza, Linda, ronfare beatamente spaparanzata sul letto, con una gamba penzoloni. A ridicolizzare ancor di più quella posizione erano i rumori non ben definiti che uscivano a intervalli irregolari dalla sua bocca, torturando le orecchie della povera Night, che provava un lieve intento omicida.

Ma, nonostante questo, la invidiava per la sua incredibile sopportazione del caldo.

Lei, invece, avrebbe solo voluto chiudersi in un frigorifero.

Sbuffando, Night si sedette sul bordo del letto, decisa a non rimanere sotto quelle coperte asfissianti.

Con gli occhi ancora gonfi di sonno, cominciò a tastare con i piedi la moquette bordeaux, alla ricerca delle sue pantofole.

Purtroppo però, al posto delle sue comodissime ciabatte lilla, trovò qualcosa di liscio e freddo. Lo raccolse da terra. Una piccola vena pulsante le segnava la testa.

Ebbene, quella roba indefinita non era altro che uno di quei terribili e sconvolgenti dounjishi yaoi che leggeva Linda, ovviamente lasciati persino sul portabiancheria in bagno.

E la piccola vena pulsante si era ingrandita di dieci volte. Arrotolò la rivista fino a farsi male alle mani e, dopo aver preso accuratamente la mira, la scagliò dritta sulla sua compagna, proprio in corrispondenza del terzo occhio.

Ma la reazione dell'altra fu solamente un piccolo cenno stizzito del capo, per poi tornare a quella posizione assurda.

Night si sentì terribilmente frustrata.

Dopo un altro po' di ricerca trovò finalmente le sue pantofole, nascoste perfettamente sotto il centro del letto, tanto per rendere quella mattina più positiva.

Doveva dare una svolta a quella giornata e, per fortuna, la camera dei suoi amici era proprio accanto alla sua.

Un ghigno perfido si dipinse sulle sue labbra. Oh sì, aveva trovato come sfogare il suo nervosismo.

Con passo felpato si avvicinò alla porta, pur sapendo di uscire fuori orario.

Digrignò i denti cercando di non fare rumore, maledicendo quelle antidiluviane porte in legno massello con i cardini nati cigolanti.

Una volta fuori da quel forno crematorio cominciò a camminare in punta di piedi verso la stanza dei suoi due amici, questa volta benedicendo quelle porte che non potevano essere chiuse a chiave.

Con tutta la delicatezza possibile entrò nella camera, indecisa se gridare come una forsennata o se Night-choppare qualcuno.

Una volta chiusasi la porta alle spalle si girò con un sorrisino decisamente poco rassicurante, ma quello che le si mostrò agli occhi trasformò decisamente la sua espressione.

 

Seduto su una poltrona girevole in pelle nera, che sembrava veramente comoda, c'era il suo amico completamente vestito, lavato e profumato intento a leggere un libro.

La ragazza non sapeva se essere depressa o divertita.

Senza nemmeno alzare gli occhi dalle pagine la salutò con uno striminzito cenno di mano, provocandole l'istinto di tagliarli quella massa di capelli ricci con un tagliaerba.

No, lui non si poteva torturare nemmeno un pochino. Ma, per fortuna, in quella stanza c'era anche Mello che non si era accorto  assolutamente di nulla e dormiva circondato da cartine di cioccolato. E il suo coinquilino non lo avrebbe certo avvertito, e tantomeno avrebbe cercato di fermare l'intrusa.

Night si avvicinò silenziosamente al moro e gli tiró la manica della giacca nera per attirare la sua attenzione.

Il ragazzo la guardò abbassandosi leggermente gli occhiali dal naso e la vide fargli segno di stare in silenzio.

Night salì appena sulla scaletta del letto a castello e strinse saldamente il polso del biondo che pendeva dal materasso.

Tirando con forza fece cadere rovinosamente a terra Mello, che si svegliò di soprassalto con la testa e il braccio destro dolorante mentre Night, ancora sulla scaletta, rideva come una iena isterica.

Un violento tic all'occhio fece intendere che Mello non l'aveva presa bene. Ma proprio per niente.

"Night..." grugnì il biondo "tu... Sei... MORTA!"

"Scommetto che non mi prendi cioccolatomane!" Rispose la ragazza, con tanto di linguaccia.

Inutile dire che i due cominciarono a inseguirsi per tutta la camera, mentre il coinquilino di Mello sembrava non accorgersi di nulla.

Ad un certo punto il moro chiuse il libro e con una calma innaturale alzó l'indice al cielo.

Mello e Night lo guardarono con gli occhi sgranati mentre si tiravano i capelli.

"Sapete che alle otto iniziano le lezioni e sono le sette?"

"E... Quindi?" domandò l'altro.

"OH C***O!" Urlò la ragazza facendo saltare i suoi due amici con un grido non proprio fine.

"Non ce la farò mai! Dovevo entrare in bagno alle sei e mezza! Linda in dieci minuti riesce a prepararsi ma io no! Certo che potevi anche avvisarmi prima Alfa!"

E come un uragano Night schizzò fuori dalla stanza lasciando i suoi due amici piuttosto basiti.

 

 

 


 

NOTE DELL'AUTRICE E DELL'AUTORE:

Alloraaaa... lo so lo so ho trecento fic da completare. Ma questa è una piccola creazione mia e di mio cugino^^
Abbiamo aggiunto due nuovi personaggi: Night e Alfa. Insomma, alla Wammy's House ci saranno pure altri bambini sconosciuti noXD
Scleri a parte, speriamo che vi piaccia^^^^

Night-choppare: Soul Eater, bisogna dire altro? XD Ps: Linda che legge gli yaoi è un'invenzione assurda, ma fatta solo per dare un tocco di comicità ^^ E poi il commento di Night verso gli yaoi non vuole offendere nessuno, ognuno ha i suoi gusti :) l'affermazione della ragazza è solo nel contesto della storia, nulla piu^^ Se abbiamo offeso qualcuno ci dispiace, non era nostra intenzione. Ah, tra pochissimi capitoli inizierà la parte d'azione^^ Baci <3

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


 

"Uff... Che pizza!" Imprecò Night sbattendo la testa sul banco "quanto è pallosa la matematica!"

"Questo perché non la capisci" disse Alfa sistemandosi gli occhiali sul naso producendo uno sbrilluccichio.

"Non è vero!" Rispose nervosamente lei. Aveva alzato troppo la voce e si era fatta riprendere dal professore. In realtà non riusciva proprio a capirla: tutti quei numeri... e i segni... Bha, solo a pensarci le veniva il mal di testa.

Per fortuna alla sua destra c'era Mello che trovava sempre un modo per farla ridere.

"Guarda quella mozzarella come prende appunti!" osservò lui indicando Near, seduto tre banchi più giù.

Mello non lo poteva sopportare non solo per il carattere decisamente diverso dal suo, ma sopratutto perché Near era sempre un gradino più in alto di lui.

La rivalità che si era instaurata tra i due rendeva impossibile qualsiasi tipo di relazione.

Anche Night provava una certa antipatia per Near. Ma ora che ci pensava non c'era un motivo preciso. Probabilmente perché con il suo atteggiamento asociale la ignorava sempre.

Ad Alfa invece era indifferente. Certo non era suo amico ma non riteneva di odiarlo come i suoi amici.

"Mi sono scocciata!" Imprecò Night, per poi prendere dalla tasca dei jeans blu scuro il suo Mp3 e sistemarsi una cuffia nell'orecchio. Avrebbe così sentito la lezione ma nello stesso momento avrebbe ascoltato la sua adorata musica che variava dalla classica al rock.

"Non farti beccare almeno" le raccomandò il moro, alla sua sinistra, senza alzare lo sguardo dal suo libro.

Night alzò gli occhi al cielo. "Non sono nabba, è Mello che si fa beccare mentre mangia la cioccolata" rispose la ragazza ridacchiando, ricevendo un accenno di linguaccia dal biondo.

"Night e Mello! Invece di disturbare la lezione, venite alla lavagna!"

 

Finita la lezione i tre ragazzi si diressero verso la mensa. Avevano tutti fame anche se la prospettiva di uno dei soliti nauseabondi pasti della Wammy's House avrebbe fatto passare l'appetito anche ad un lupo.

"Chissà cosa si mangia oggi... "disse Night portando le mani dietro la testa.

"Polpettone" rispose sinteticamente Alfa, provocando uno sguardo di disgusto degli altri.

"Ma perché?" Chiese Night, con un tono di voce simile a quello di una bambina di cinque anni.

"È l'unica cosa che la cuoca sa preparare" continuò Alfa storcendo il naso.

"Semmai se il cibo fa schifo poi venite in camera e ci ingozziamo di cioccolata" propose Mello a bassa voce.

Appena il biondo si girò vide Night con un luccichio negli occhi e la bava alla bocca. Sì, l'idea di mangiare del cioccolato era molto meglio.

"Mello... Io ti adorooooo!" Urlò la ragazza saltandogli in spalla, provocando degli sguardi piuttosto perplessi da parte di quelli che passavano. Alfa si limitò a sospirare rassegnato, sistemandosi gli occhiali sul naso.

Mello scosse la testa ridendo e continuò a camminare con Night sulla schiena fino ad arrivare in mensa dove, per creanza, la fece scendere.

I tre presero i vassoi e si misero in fila per il pasto. L'atmosfera della mensa era molto simile a quella di un carcere e la cuoca era parte integrante del tutto. La donna infatti sembrava un troll e i suoi piatti erano direttamente proporzionali al suo aspetto. 

Night vide il donnone spatasciarle sul piatto una massa informe di carne che sembrava voler prendere vita e azzannarla. La ragazza si sedette al tavolo dei suoi amici e, guardando Mello, disse: "Dopo voglio la tua cioccolata, e anche tanta!"

I tre cominciarono a mangiare trattenendo dei rantoli di nausea.

Dopo cinque bocconi Night allontanò il piatto disgustata, incapace di continuare.

Si mise ad osservare la sala. Sì, sembrava veramente un carcere. I muri bianchi, crepati e sporchi, davano un senso di trancuratezza e le piccole finestre chiuse rendevano l'atmosfera asfissiante.  

Abbassando lo sguardo si trovò davanti Near seduto da solo, mangiando lentamente. Non aveva mai notato quanto l'albino fosse deprimente mentre mangiava. Cioè, era deprimente sempre, ma in quel momento più del solito. Il camicione bianco gli copriva le mani mentre i capelli nascondevano gli occhi scuri e terribilmente vuoti.

L'intero suo essere sembrava vuoto. 

Un brivido percorse la schiena di Night. Forse Near era semplicemente solo...

La ragazza osservò anche Mello, alternando gli sguardi tra i due. Uno era silenzioso e riflessivo mentre l'altro era rumoroso e impulsivo. Erano gli opposti, il bianco e il nero.

Lei e Alfa, invece, erano più equilibrati. Certo, il ragazzo era forse più simile a Near mentre lei più a Mello, ma alla fine erano come due bilancieri. 

Near era il bianco, Mello era il nero, Alfa e Night erano il grigio.

La ragazza non aveva mai pensato a questo aspetto. Ma allora, perché loro e Near non andavano d'accordo? Era forse quella la condizione ottimale oppure avrebbero dovuto avvicinarsi di più all'albino? Mello ovviamente non l'avrebbe mai fatto, ma lei e Alfa? I due grigi?

Bah, era inutile fare quei ragionamenti assurdi. Near era antipatico punto e basta. Fine della storia. 

"Ehi Night tutto ok?" Domandò Alfa scuotendola per un braccio.

"Tranquillo Alfa, mi ero solo data per un attimo alla filosofia"

"Ok... Ma comunque a me non piace il grigio, preferisco il nero"

"Come?" Night ebbe un brivido lungo la schiena. Alfa leggeva nel pensiero? No, non poteva esser... "Ehi Night, non ti sei accorta che stavi pensando ad alta voce?"

"Ehm... Mi sono solo ricordata che dopo pranzo c'è il colloquio con L..." 

Era vero: di solito non dimenticava mai neanche un incontro, ma quel giorno aveva la testa fra le nuvole. I suoi occhi si riempirono di gioia. 

"CHE BEEEELLOOOO!!!!!!!" Urlò Night facendo cadere dalla sedia il povero Mello che cercando un appiglio afferrò il polpettone che gli finì addosso, o forse, aveva preso vita e lo stava azzannando.

Invece Alfa si limitò a sistemarsi gli occhiali sul naso producendo uno sbrilluccichio.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Nella grande stanza c'era molta bolgia. Tutti i ragazzi si strattonavano per cercare di stare il più vicino possibile al piccolo pc portatile spento. Tutti tranne Near, Mello e Alfa.

Il primo era seduto in un angolo intento a giocare con un cubo di Rubik, il secondo era appoggiato ad un muro addentando una barretta di cioccolato mentre il terzo guardava fuori dalla finestra.

Night invece era seduta in prima fila, davanti al computer. 

Lei provava una sorta di adorazione verso L. Non poteva spiegarlo esattamente, ma si sentiva legata al detective. A lei non importava di diventare la sua erede, voleva solo incontrarlo un giorno ed esprimergli tutta la sua ammirazione.

Aspettando che iniziasse il colloquio si soffermò sui tre ragazzi in disparte. Era un po' difficile con tutti quei bambini e quindi cercò di sollevarsi sulle ginocchia.

Mello aveva assunto uno sguardo serio. Lanciava occhiate di disprezzo verso Near e la linea contratta della mascella mostrava tutta la sua tensione.

Di solito era un ragazzo piuttosto allegro, con un carattere difficile certo, ma comunque vivace, mentre negli incontri con L qualcosa cambiava in lui. Per lui la graduatoria era molto importante e provava una sorta di complesso di inferiorità nel pensare che Near lo avrebbe sempre superato. 

L'albino invece sembrava non provare emozioni. Era tristezza quella sul suo volto? Indifferenza? Rabbia? Forse era quello che lo distingueva dal biondo. Near non faceva mai trasparire i suoi sentimenti. Mai. Ma cosa sentiva in realtà? 

Alfa, invece, era perso tra i suoi pensieri mentre guardava fuori dalla finestra. 

O forse era attento e vigile su quello che stava accadendo in quella stanza?

Forse si era già accorto che lei lo stava scrutando?

Nonostante lo sguardo impassibile si notava che stava provando un sentimento profondo in quel momento, ma quale fosse non era ben chiaro. Al contrario di Near, il moro faceva capire quando qualcosa lo tormentava. Mello, invece, semplicemente non lo ammetteva.

E Night? Night provava un vortice di sentimenti che tentavano di prevalere gli uni su gli altri.

Un vortice così grande che avrebbe potuto sovrastare il brusio di quella stanza.

Cosa provava esattamente per Mello, Near, Alfa e L? Lo poteva sapere con certezza?

Forse no. Sta di fatto che lo voleva sapere. E ci sarebbe riuscita, a qualunque costo.

 

In quel momento nella stanza entrò Roger. Si schiarì rumorosamente la voce nell'intento di attirare l'attenzione dei ragazzi. Fu costretto a battere la mano sulla scrivania, facendo vibrare    leggermente il piccolo pc.

Il brusio lentamente cessò.

L'anziano signore si avvicinò goffamente al portatile e iniziò a cercare il tasto di accensione.

Lo sintonizzò sul programma che usava L per comunicare con la Wammy's House.

Night sorrise. Aveva un sacco di domande ed era intenzionata a parlare con lui il più possibile.

Tutti aspettavano che lo schermo diventasse bianco con al centro il simbolo del detective, scritto con un elegante carattere gotico.

Tutti i ragazzi trattennero il fiato per un secondo.

...

......

..........

Niente.

Lo schermo, nero.

"Cosa?" sussurrarono contemporaneamente Mello e Night.

Alfa invece piegò leggermente la testa di lato, alzando un sopracciglio.

Near, stranamente, rimase impassibile.

Roger aveva assunto uno sguardo piuttosto agitato.

Tentò di risintonizzare il computer, ma invano. 

Lo schermo era rimasto color pece.

Non era mai successo prima di allora.

L non faceva mai ritardo.

L non faceva errori.

L era infantile e odiava sbagliare. 

Non si sarebbe mai dimenticato dell'incontro con la Wammy's House, con i suoi eredi, con i suoi figli.

Era assurdo.

Night cercò con lo sguardo i suoi due amici, cosa alquanto difficile visto che tutti i ragazzi si erano alzati e avevano cominciato a emettere urletti agitati, come galline spaventate.

"Su ragazzi, calmi!" Incitò Roger. Ma nemmeno lui riusciva a nascondere il suo sudore freddo.

"L avrà avuto un impegno!"

 

Impegno?

Night scosse la testa. 

Qualcosa non quadrava.

 

Il salone si era svuotato. Il silenzio e l' oscurità dominavano incontrastati.

Il sole aveva abbandonato la stanza già da un po'. Forse perché, come tutti quei ragazzi anche lui stava aspettando L.

E quindi non aveva motivo di restare.

Però, bastava attraversare la soglia di quella stanza per ritrovare vita.

 

Nel corridoio i professori cercavano di acquietare gli studenti e di rimandarli nelle loro stanze.

"Mhm... Chissà cosa sarà successo... Speriamo niente di grave" sbuffò Mello.

Grave.

Questa parola le rimbombò in testa, come un tamburo.

Era sicura che quella di L non fosse stata una dimenticanza, ma non aveva pensato apertamente che poteva essergli successo qualcosa di grave.

Night stava guardando Mello. Lui stava parlando. Muoveva le labbra. Ma nessun suono usciva dalla sua bocca.

Night sentiva solo il battito del suo cuore.

 

"Night, ma mi stai ascoltando?" sbottò il biondo alzando gli occhi al cielo.

"Ehm... Cosa?"

"Non ti preoccupare, non è niente di importante! Ora vai a dormire che si sta facendo tardi" Improvvisamente, Alfa era apparso dal fondo del corridoio e la stava spingendo verso la sua camera.

Night ebbe l'impressione che stesse mandando occhiatacce a Mello, ma sembrava non capire.

Arrivati alla porta, Alfa si sistemò gli occhiali e sorrise forzatamente, poi con un'apparente freddezza disse: "Cerca di dormire serenamente. Non ascoltare quello lì". Poi si avviò verso la sua camera tirando per il collo della maglietta l'amico che non ebbe neanche la possibilità di salutarla.

 

Night si chiuse la porta alle spalle e si lasciò cadere sul letto.

Era così evidente la sua preoccupazione per L?

Alfa ci aveva fatto caso. Alfa riusciva sempre a capire le emozioni di chi gli stava attorno.

Era bastata solo una stupida frase del suo compagno per ridurla in quello stato di depressione? Eppure non conosceva neanche il detective, non l'aveva mai visto in faccia, non aveva neanche ascoltato la sua vera voce. L usava sempre un sintetizzatore nelle sue videoconferenze...

Nonostante tutto, provava un forte legame con il detective. Si sentiva simile a lui.

Certo, lei non aveva risolto mai nessun caso, non era famosa in tutto il mondo... 

Non la conosceva nessuno. 

Tranne i suoi amici.

Amici.

L aveva degli amici? L aveva qualcuno su cui contare nei momenti di bisogno?

Forse no. Forse era solo.

Magari, la Wammy's House non serviva solo per trovare un successore di L.

Magari, serviva anche per trovargli un amico.

 

Un forte grugnito disturbò i suoi pensieri.

Per un attimo Night ebbe l'impressione che nella sua stanza ci fosse un cinghiale.

Ma, sfortunatamente, era solo Linda che russava a bocca spalancata.

«Ma che cosa beve? È un trombone!» pensò.

Irritata, si alzò dal letto, mise il suo pigiama e posizionò le sue comodissime pantofole lilla ai piedi del letto.

Faceva terribilmente caldo.

Dopo un bel bicchier d'acqua con ghiaccio la ragazza si mise sotto le lenzuola.

Non riusciva a prendere sonno.

Allora, come un automa, prese il suo mp3 e infilò le cuffie nelle orecchie. 

Le note delle sue canzoni preferite cominciarono a svuotarle la mente, prima stipata da mille pensieri.

Piano piano chiuse gli occhi e, prima di cadere del tutto tra le braccia di Morfeo, immaginò quella L gotica a lei così familiare, sperando che il suo mito stesse bene, magari in un letto comodo come il suo.

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