Two can keep a secret if one of them is dead.

di Blue Flower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Got a secret. ***
Capitolo 2: *** Can you keep it? ***



Capitolo 1
*** Got a secret. ***


Capitolo 1- Got a secret.

 

 Got a secret,
can you keep it?
Swear this one you’ll save.

 

Ho sbagliato tutto: dalla prima all’ultima azione.
Adesso, sotto terra, con la poca aria che mi è rimasta nei polmoni, desidero con tutto il cuore di poter tornare indietro nel tempo, comportarmi meglio con tutte le mie amiche: da Hanna Banana a Spencer Impicciona, da Emily Adulatrice ad Aria Cioccherosa.
Ma non c’è tempo perché sprofondo sempre di più mentre la persona che mi sta seppellendo viva riempie la buca di terra e ride compiaciuta.
Ho commesso un errore dopo l’altro e non posso rimediarvi: troppo tardi.
La terra mi sommerge i polmoni e mi addormento, senza fiato.

 

I ricordi della mia morte s’insinuano nella mente come velenosi serpenti.
Sono quelle le cose che ho pensato prima di dire addio alla vita come l’avevo sempre ideata fino a quel momento.
Ora come ora, vorrei solo aiutare le mie piccole bugiarde a salvarsi. Ma cosa posso fare per loro? Odio ammetterlo, ma sono inconsistente, impalpabile mentre passeggio per le strade di Rosewood che mi hanno dato vita e morte.
No, non sono riuscita a passare oltre e forse non ce la farò fin quando il mio assassino sarà fuori gioco: e a quel punto le mie amiche saranno finalmente al sicuro.
Ogni tanto, mi torna un groppo in gola, come se non riuscissi a respirare, come se rivivessi quella notte con tutta la potenza emotiva di cui uno spettro quale sono è capace.

D’un tratto, una macchina verde si fa strada nel vialetto di casa Montgomery, che era stata abbandonata a sé stessa da ormai un anno.
Immediatamente capisco che è quella la macchina che stavo aspettando per tutto quel tempo: un’adolescente dallo sguardo criptico guarda fuori dal finestrino, e per un attimo sembra che mi veda, ma poi i suoi occhi mi trapassano come pugnali.
E’ cambiata da quando l’ho lasciata in quella tragica notte. Ma dentro è sempre la stessa dolce, ribelle, tenerissima Aria.
Apre lo sportello della Ford verde e tira fuori un enorme bagaglio.
“Casa dolce casa!” esclama aprendo la porta e cercando di sembrare felice.
Una risata sarcastica, quasi isterica, esce dalla mia bocca senza il mio permesso.
Lei non è affatto contenta di tornare a Rosewood: io meglio di lei conosco il motivo di quell’anno sabbatico in Irlanda.
Però adesso è qui e niente la potrà far sfuggire dalle grinfie del suo destino.
“Scappa” le dico avvicinandomi, anche se so che non mi potrà ascoltare.
“Non fare la mia stessa fine” urlo, con tutta la forza che ho, sentendo i miei polmoni morti ancora pieni di terra.

Nessuno ha ancora trovato il mio corpo, e ormai sto a marcire nel luogo in cui sono morta, imputridendo con i vermi al mio seguito.
Nel primo periodo è sembrato quasi divertente, ma quando ho iniziato a scompormi velocemente, sono stata costretta ad abbandonare la mia posizione, un po’ per orrore e un po’ per la voglia incontrollabile di vedere cosa stesse succedendo al di sopra del terreno brullo di Rosewood, California.

 

 Ed eccomi qui, a seguire nell’ombra Aria Montgomery che si avvia verso il bar della città.
Quando entra, il suo sguardo incrocia quello di un giovane uomo davvero sexy.
Mi siedo con lei su uno degli sgabelli sgangherati del locale, mentre continuo ad osservare quel ragazzo che sembra appena uscito dal college… Mi ricorda qualcuno, ma non riesco ad inquadrarlo, forse perché il mio è stato un sonno così dolce e senza sogni che le facce di tutte le persone che hanno attraversato la mia vita, sono sfocate e quasi irriconoscibili.
Solo io sono rimasta la quindicenne di un tempo: tutti sono cresciuti.

 
In men che non si dica, Aria è riuscita ad adescare quel ragazzo che a quanto pare pende dalle sue labbra. E a proposito… si stanno baciando. Sì, nel bagno.
Provo una fitta di gelosia per lei, che in questo momento è ancora in grado di vivere una vita come tutte le altre, flirtando con i ragazzi e scopandoseli in bagno.

 
Ma io sono morta perché conoscevo un segreto.
E non sono riuscita a mantenerlo.

 

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Capitolo 2
*** Can you keep it? ***


Capitolo 2- Can you keep it?

 

Sto scappando.
Non avrei dovuto allontanarmi dalla casa di Spencer: forse a quest’ora sarei ancora al sicuro. Beh, al sicuro per modo di dire.
Sono mesi ormai che mi perseguita, non lasciandomi vie di scampo. Sa troppe cose su di me come io so troppe cose su di loro… Uno dei due deve morire.
E ho come l’impressione che stanotte toccherà a me.
Non dovevo ricattarla, non dovevo iniziare a partecipare al gioco mortale di -A.
Ma del resto, all’inizio, chi sapeva che sarebbe andata a finire così?
Ho poco tempo prima che la morte mi venga incontro, perciò, con gli ultimi minuti di libertà che mi rimangono, metto in atto il mio ultimo piano da puttanella bugiarda, lasciando tutti in grande stile.
Mi dirigo verso la mia casa: avevo posato la ventiquattr’ore di Burberry sotto al portico. La prendo e corro via, aspettando che il mio assassino mi prenda.
Sapevo che prima o poi sarei dovuta fuggire, ma i segreti - gli stessi segreti che ho custodito avidamente per tutto questo tempo, i segreti delle mie amiche- me li porterò nella tomba.
Infilo i fogli del mio diario dentro le tasche dei jeans e con un lancio degno di una tiratrice, faccio volare la valigetta giù, nel folto della foresta.
Così mi giro per guardare negli occhi il mio assassino.
L’ultima persona che ho visto in vita.

 

Mi siedo sulla veranda, accanto a Spencer.
Ha appena conosciuto il nuovo ragazzo di sua sorella Melissa, Wren.
“Brutta fissa quella che hai per i fidanzati di Mel, vero?” non mi sente, ma faccio finta di sostenere una vera e propria conversazione con lei.
“Andrà a finire male, credimi. Ti ricordi cosa è successo con Ian?” una stretta mi trapassa il cuore morto mentre pronuncio quelle parole.

Ian… Dove sarà adesso quell’uomo?
Lei si alza e io continuo a seguirla.
“Forza, domani inizierà la scuola: un po’ di vitalità! Voi quattro sembrate… beh, morte. Più morte di me!” il suo sguardo è perso nel vuoto, in direzione della mia casa.
C’è silenzio: una quiete quasi rumorosa per quanto è piena di tensione.
“Ali…” sussulta. Io spalanco gli occhi: mi ha sentita? Dio, devo urlare più forte, devo sovrastare i rumori del mondo reale per arrivare da lei.
“SPENCER!” esclamo, entusiasta di aver trovato qualcuno con cui parlare.
“Se solo tu fossi ancora qui…” la mia gioia si dissolve in un momento. “Io sono ancora qui! Riesci a sentirmi? Ti prego dammi un segno” mi sembra di essere la sibilla di The Others, quel film di fantasmi con Nicole Kidman… Peccato che sono io lo spettro.
“E’ tutta colpa mia… Non ti avrei dovuto lasciar andare. Non avremmo dovuto litigare” mi metto davanti a lei, ma mi passa attraverso.
Che rogna, essere uno spirito.
“Spenc, che cazzo dici?! Io quella sera ho fatto la stronza, l’ho fatto volutamente per poter scappare senza mettervi in mezzo” le urlo. Si siede sui gradini dell’ampio portico, sconsolata.
Dietro di lei, si apre la porta d’entrata.
“Problemi con gli spazi chiusi?” Spencer si gira e davanti a lei c’è Wren.
“Spenc, stai attenta” oh, al diavolo. Lei non mi può sentire.
“No, solo con la mia famiglia” gli sorride e lui ricambia. Oh, io posso solo assistere come spettatrice passiva all’ennesimo errore di una delle mie amiche.
“Non sono così male. Sono solo…” “… possessivi? Fissati? Maniaci del controllo?” lui la guarda ridendo. “No, non intendevo dire una cosa del genere, ma se la vuoi vedere sotto questa prospettiva…” “Oh, li trovi orribili anche tu” afferma Spencer.
“Non così tanto…” lo sguardo dei due attraversa l’aria, perso nel vuoto.
“Ora devo andare dentro… Ciao Spencer” si alza e le stampa un bacio sulla fronte.
Non appena il ragazzo chiude la porta dietro di sé, la mia amica tira un sospiro di sollievo e il suo cellulare squilla: un nuovo messaggio.

 
Attenta al ragazzo di tua sorella.
Ricordati che io sono pronta a dire tutto.
-A.

 
Rabbrividisco e mi guardo intorno.
No, non può essere qui, non ancora! Le mie amiche devono aver il tempo di scappare.

Io devo aver il tempo di sentirmi almeno un po’ normale.
“A…” sussurra Spencer nel vuoto.
A come Ali?” i suoi occhi si accendono quasi di speranza, pensando alla remota possibilità che io sia viva.
“No! A come Assassino!” le urlo in faccia arrabbiata.

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