Herederos de un amor

di ily95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dov'è Cecilia? ***
Capitolo 2: *** Tu sul ring e io nell'angolo. ***
Capitolo 3: *** Non aspettare che sia troppo tardi. ***
Capitolo 4: *** Un nuovo segreto ***
Capitolo 5: *** Le persone cambiano...oppure no? ***
Capitolo 6: *** Il piano di Fernanda ***
Capitolo 7: *** Tra vita e morte ***
Capitolo 8: *** Missione riuscita ***
Capitolo 9: *** Un brutto presentimento ***



Capitolo 1
*** Dov'è Cecilia? ***


-Ninì!- la chiamò Vicky, vedendo l'amica attaversare il salone.
Lasciò il gruppo di turisti a fare qualche foto e le si avvicinò.
-Ciao Vicky!- rispose lei.
-Dove vai così di fretta?- le chiese.
-Devo consegnare queste cartelle a Tomas.- disse, accennando ai documenti che teneva in mano.
-Cos'è, ora sei anche la sua segretaria?- scherzò l'amica.
-No è che c'è così tanto da fare ora che è cancelliere!
Vicky annuì comprensiva.
-Ora devo proprio...oh!- Ninì si bloccò improvvisamente, portandosi una mano alla testa.
-Tutto a posto?- chiese preoccupata la bionda.
L'altra rimase qualche istante in silenzio e poi sembrò riprendersi.
-Sì...era solo un giramento.- rispose Ninì.
-Sicura di stare bene?
-Sì, sono solo un po' stanca...c'è così tanto da fare qui in ambasciata e, sai, la notte non dormo molto.- rispose facendo un sorriso imbarazzato.
-Beh, mi immagino!- rispose ridendo l'amica. -Scommetto che tu e Tomas ci date dentro alla grande, eh?
Ninì rise, scuotendo la testa: Vicky era sempre la solita!
-Ci vediamo dopo.- la salutò per poi lasciarla al suo lavoro di guida.

-Ecco qua i documenti che avevi chiesto.- fece Ninì appoggiando le cartelline sulla scrivania di suo marito.
Lui sollevò la testa dalle scartoffie da cui era sommerso e, al vedere lei, fece un gran sorriso.
-Grazie amore.- disse. -Potresti anche far fotocopiare questi a Carmen?- chiese, porgendole altri fogli.
-Sì, certo.- rispose lei, voltandosi per uscire.
-Ninì!- la chiamò, facendola rigirare verso di lui.
Lei lo guardò con aria interrogativa.
-Vieni.- le disse Tomas.
Lei si avvicinò e si sedette sulle sue gambe.
-Ti amo.- le sussurrò.
Lei sorrise accarezzandogli il viso e avvicinò la bocca alla sua.
Si baciarono.
-Sai, non so davvero come farei senza di te. Ti amo.- ripetè Tomas.
-Anch'io ti amo, pelato.- rispose lei, riprendendolo a baciare. -Però ora vado, sennò non finisci più di lavorare!- esclamò alzandosi.
Lui sorrise, guardandola scomparire dietro la porta.

-Ninì!
-Chama! Che succede?
Il bambino corse verso di lei preoccupato.
-Non so dov'è Cecilia.- la informò.
-Stai tranquillo. Sarà con Chow o magari al ritrovo con Zoe.- rispose Ninì, scompigliando i ricci al bambino.
-No, neanche loro sanno dov'è!
-Ah. Forse è passata Celina e sono andate insieme da qualche parte...- suggerì. -Vedrai che tra poco ricomparirà.- lo rassicurò sorridendogli.
Chama annuì.
-E io intanto che faccio?- domandò annoiato. -Anche Chow e Thais sono fuori...
-Uhm...perchè non vai in giardino a tenere un po' di compagnia al nonno? Potresti farti raccontare qualche storia!- propose.
-Buona idea!- esclamò contento il bambino per poi dirigersi verso l'uscita.
Ninì sorrise. Adorava far parte di quella famiglia. Guardò la fede luccicare al suo anulare. Era tutto perfetto.

Anche quella giornata stava giungendo al termine.
Ninì era andata dal nonno per fargli prendere le pastiglie e intanto Celina era arrivata all'ambasciata.
-Buonasera, signorina.- la salutò Adelfa.
-Buonasera.- rispose frettolosamente Celina. -Potresti avvisare Tomas che io stasera porto Cecilia a cena fuori?
-Va bene.- fece quella, andando verso l'ufficio dell'ormai cancelliere.
Tomas uscì e si diresse verso l'ex moglie.
-Ciao, Celina.
-Ciao. Allora va bene? Posso rubartela per stasera?
-Sì, non c'è problema.- rispose lui. -Adelfa, potresti andare a chiamarla?
-Certo, signore.
Adelfa ritornò dopo qualche istante.
-La signorina Cecilia non si trova in ambasciata, signori.
Tomas si sorprese di questa notizia.
Ninì entrò in quell'istante.
-Ninì!- la chiamò lui.
-Sì?- chiese lei, notando le espressioni preoccupate dei due.
-Sai dov'è Cecilia?- le chiese il marito.
-No. Io credevo fosse con Celina.
I tre si scambiarono un'occhiata carica di panico.
Dov'era finita la bambina?
Ninì corse per tutta l'ambasciata chiedendo a tutti se l'avessero vista e anche Tomas e Celina si mobilitarono alla ricerca della piccola.
-Lupe! Tu l'hai vista?- chiese trafelata Ninì.
-No, cara, mi dispiace.- rispose la cuoca.
-Ma non hai notato niente di strano?- la incalzò.
-No, niente...
Chiqui entrò in quel momento in cucina.
-Chiqui, tu hai visto Cecilia?
L'uomo scrutò Ninì con fare pensieroso, senza emettere un suono.
-Ti prego, è importante, se hai notato qualcosa di insolito oggi, parla, ti prego!
-This morning I saw Mr Victor walking on the sidewalk in front of the gate. He looked very suspect.
Ninì e Lupe lo guardarono in un misto di sorpresa e confusione totale.
-Ha detto che ha visto Victor qui vicino stamattina.- intervenne Carmen.
-Victor?- domandò Ninì. -Lui non può venire qui! E' stato arrestato e ancora prima esiliato! Che ci faceva qui?
Si guardarono con fare interrogativo.
Il volto Ninì aveva perso ogni traccia di colore. Non poteva pensare che Victor fosse arrivato a tanto.
Non poteva essere...
All'improvviso si sentì mancare la terra da sotto i piedi e cadde a terra svenuta.




Sì, sono tornata con una nuova long su Ninì! A dir la verità è da un po' che ci lavoro ma non sono ancora soddisfatta del risultato (sto cambiando continuamente il finale xD) comunque sapete che a me non piacciono le ff troppo lunghe e credo che sarà 10 capitoli al massimo. Spero di avervi incuriosito un po' e spero che mi seguirete anche in questa nuova storia! Lasciatemi una recensione :)
A presto,
ily

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Capitolo 2
*** Tu sul ring e io nell'angolo. ***


Ninì aprì gli occhi e si trovò davanti Tomas che teneva una mano sulla sua guancia ed era accovacciato vicino al letto in cui lei era distesa.
-Amore, stai bene?- le chiese.
-Che è successo?- chiese lei, portandosi le mani alla testa. Perchè si sentiva così male in quel periodo? -Cecilia? L'avete trovata?- domandò scattando in avanti per alzarsi.
Suo marito la bloccò.
-No, ce ne stiamo occupando. Tu devi riposare, tra poco verrà il medico.- disse.
-No, non ce n'è bisogno, davvero.- protestò lei. -Devo aiutarvi a trovare Cecilia! Non posso pensare che qualcuno possa averle fatto del male io...- le lacrime le salirono agli occhi. -...non potrei sopportarlo.
Tomas la abbracciò.
-Vedrai che andrà tutto bene. Celina sta già cercando di contattare Victor, che è il sospettato principale.
Ninì non era convinta. Amava Cecilia come se fosse sua figlia e il solo pensiero che potesse essere in pericolo le dava i brividi.
-La troveremo presto, Ninì, vedrai.- la rassicurò Tomas benchè fosse anche lui preoccupato.
In qualche modo però il suo ottimismo riuscì a tirar su il morale alla moglie.
-Riposa ancora un po', ti avvertirò se scopriamo qualcosa, d'accordo?
Lei annuì.
Tomas le stampò un bacio sulle labbra e poi uscì dalla stanza.

Victor aveva rapito Cecilia.
Questa era l'idea che si era fatta strada nelle menti di tutti, ormai. Ma perchè lo aveva fatto?
Intanto Ninì non si era ancora rimessa del tutto dopo lo svenimento.
Tomas era preoccupato anche per lei. Questa situazione non era semplice per nessuno ma per lei lo era ancora meno, lei che era così fragile...
L'ormai ex ambasciatore aveva già mobilitato la polizia e i servizi segreti sanjulianensi. Ma le ore passavano e della piccola Ceci non si avevano notizie.
Celina continuava a tempestare di telefonate il fratello, che sembrava sparito nel nulla. Martin e i suoi amici si stavano dando da fare perlustrando la zona e persino il nonno, in tenuta militare da soldato, cercava di dare man fore nelle ricerche.

Ninì se ne stava seduta in cucina con gli occhi rossi. Era talmente nervosa che sgranocchiava qualunque cibo le capitasse a tiro.
-Ninì, non ti fa bene mangiare in quel modo!- la rimproverò Lupe con il tono di voce spento che avevano assunto tutti dalla scomparsa della bambina.
-Lo so ma...ho una fame terribile.
-Lasciala in pace, Lupe. Lo sai che quando è giù lei fa cose strane tipo mettere le mani nella terra! Se ora vuole mangiare, lasciala mangiare tranquilla, su!- la esortò Vicky, entrando in cucina.
-Così però mi farà fuori tutta la dispensa!- protestò bonariamente la cuoca anche se sapeva che con quel clima a tutti era passato l'appetito. Tranne a Ninì, ma lei era un caso a parte.
-Come stai?- le chiese la bionda.
Ninì alzò le spalle.
-Male.- rispose, afferrando una fetta di torta dal piatto che Lupe stava portando via. -Questa faccenda di Victor mi sta uccidendo. Non posso sopportare questa situazione!- spiegò, per poi riprendere a mangiare.
L'amica annuì comprensiva. Poteva immaginare il dolore che provava: Cecilia era come una figlia per lei e Victor...una volta si fidava di lui. Ma questo prima che lui rubasse il posto di ambasciatore a Tomas, prima che gli rubasse il progetto, prima che dicesse a tutti la verità su Nicolas.
In quel momento entrò in cucina anche Tomas.
-No, nessuna richiesta di riscatto per ora.- diceva parlando al telefono. -Presumo si tratti di una vendetta personale nei miei confronti, sì. Sì, fatemi sapere se ci sono novità. A più tardi.
Ninì lo guardò. Come faceva lui a rimanere così apparentemente calmo?
Tomas si avvicinò alla moglie e le accarezzò i capelli, piantando i suoi occhi azzurri in quelli verdi di lei che, come i suoi, erano velati dalla tristezza.
Ninì si strinse a lui, cercando di placare quel dolore che le opprimeva il cuore.

-Signora Parker, è arrivata questa lettera per lei.- annunciò Adelfa porgendo una busta a Ninì.
Lei la prese titubante.
Quei giorni erano già abbastanza difficili per lei, stava male sia emotivamente che fisicamente e non aveva certo bisogno di ulteriori problemi.
Aprì la busta e lesse il foglio al suo interno: "Voglio parlare con te. Incontriamoci alle cinque al bar di Charly. Vieni da sola. Victor".
-Non pensarci nemmeno.- disse una voce alle sue spalle.
Ninì sussultò, girandosi verso il marito. Lui da dietro aveva letto tutto.
-Tomas...- mormorò lei, indecisa sul da farsi.
-Tu da sola in quel posto con Victor non ci vai.- disse risoluto.
-Vorrà parlarmi di Cecilia...ci devo andare.
-No, è fuori discussione. Non hai ancora capito che razza di persona è Victor? E' un criminale!
Ninì sospirò. Tomas aveva ragione ma lei credeva che le persona potessero cambiare.
Lui la prese per le spalle e la guardò negli occhi.
-Potrebbe farti del male. E questo non lo potrei sopportare.- le disse.
Lei abbassò lo sguardo. Capiva la preoccupazione del marito ma lei non poteva starsene con le mani in mano. Doveva fare qualcosa, per Cecilia.

Ninì era combattuta: che fare, ascoltare Tomas o provare a salvare Cecilia?
Passeggiava avanti e indietro per il salone, pensierosa.
Vicky stava seduta sul divano e mangiava una mela mentre fissava preoccupata l'amica.
-Io ci devo andare, capisci? Devo provare almeno a parlarci, a convincerlo...
Vicky fece spallucce.
-Però Tomas non ha tutti i torti, Victor è un poco di buono...non so se è prudente andarci da sola.- osservò.
Ninì sbuffò.
-Potresti almeno smettere di mangiare? Mi fai venire la nausea.- disse Ninì, visibilmente stressata.
La bionda roteò gli occhi. Si fissarono qualche istante in silenzio dopodichè Ninì corse verso il bagno. Evidentemente la nausea non era solo una sensazione.
-Stai bene?- le chiese Vicky, quando l'amica tornò.
Lei la fulminò con lo sguardo.
-Come posso stare bene, Vicky? La mia Romita è nelle mani di un pazzo, di un delinquente! Io devo fare qualcosa...
L'amica annuì.
-Va bene, ti aiuterò. Tu sul ring e io nell'angolo.


Ecco anche il 2° capitolo. Ora che è iniziata la scuola posterò meno frequentemente...però continuate a seguirmi! Ringrazio tutte le persone che hanno letto in particolare flori186 (sono contentissima che tu mi segua anche qui!). Fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri suggerimenti contano molto per me! A presto!
ily

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Capitolo 3
*** Non aspettare che sia troppo tardi. ***


Sapeva che era pericoloso ma in fondo quando era nei panni di Nicolas aveva affrontato situazioni ben peggiori.
Entrò nel bar, uno dei più malfamati della zona.
Vicky era rimasta fuori ma sarebbe entrata dopo un po', cercando di non farsi notare da Victor.
Ninì raggiunse l'uomo, che era seduto a un tavolo da solo.
Lui la accolse con un sorriso.
Lei non mutò espressione, provando a non lasciar trasparire il suo timore.
Si sedette.
-Sei sempre bellissima.- fece lui.
-Lascia andare Cecilia, Victor.- tagliò corto lei, sicura che lui non le aveva fatto del male.
-Certo, lo farò.- rispose lui.
-Davvero?- chiese lei speranzosa.
-Sì. Non sono la persona malvagia che pensate che io sia.
-Lo sapevo...ero sicura che c'era del buono in te in fondo! Proprio come in tua sorella.- esclamò contenta lei, abbracciandolo.
Lui sorrise e poi la guardò negli occhi.
-Però...Ninì, sai che ogni cosa ha il suo prezzo.
Questo lei non se lo aspettava. Però, ok, era comprensibile. Dopo il litigio con Tomas lui era rimasto senza casa e senza un soldo, esiliato dalla sua patria. Ci stava anche che lui volesse per lo meno che gli venisse revocato l'esilio.
-D'accordo. Cosa vuoi in cambio?- chiese lei.
-Voglio te.
Lei sbarrò gli occhi.
-Io ti amo, Ninì. Vieni con me e Cecilia sarà libera.
-Ti ricordo che sono una donna sposata, Victor.
Lui alzò gli occhi al cielo, fingendo una risata.
-Sposata? Sì, con quel buono a nulla di Tomas! Non saprà mai renderti felice! Dammi un'opportunità per dimostrarti che ti amo!
-Hai già avuto la tua opportunità, Victor. E l'hai sprecata. Io lo so che non sei così...dimostra a tutti che si sbagliano.
-A me non importa degli altri, Ninì. Per me conti solo tu. E' ora che Tomas capisca che non può avere tutto. O la sua adorata figlioletta o la sua splendida moglie.
Ninì lo guardò schifata.
-Come puoi arrivare a tanto? Come puoi fare questo a una bambina?
-Mia nipote sta bene, per ora. E anche tu starai bene se sceglierai di stare con me.
Ninì sperò tanto che Vicky avesse udito la conversazione e che avesse avvertito la polizia.
-Sei peggio di quello che pensavo.- disse all'uomo e fece per alzarsi ma lui la bloccò per i polsi.
-Dove credi di andare?
Ninì trattene il fiato. Le cose si stavano mettendo decisamente male. Forse avrebbe dovuto dar retta a Tomas.
-Ora tu vieni con me senza storie, ok?
Ninì stava per rassegnarsi a seguire l'uomo.
-Levale le mani di dosso!- gridò qualcuno entrando nel locale.
Tutti si voltarono verso colui che aveva parlato.
Ninì abbassò lo sguardo, colpevole, sentendosi addosso quello di Tomas.
-E' arrivato il supereroe.- fece ironico Victor.
Ninì conosceva quello sguardo del marito. Uno sguardo carico di odio che compariva solo quando c'erano in gioco i suoi figli o Ninì.
La moglie sperava in silenzio che non facesse qualche sciocchezza.
Tomas prese Victor per il colletto della camicia, sebbene lui fosse spalleggiato da alcuni brutti ceffi.
-Tomas...- mormorò lei, trattenendolo per la manica.
Lui rivolse lo sguardo verso Ninì e lei scosse la testa.
Tomas si guardò intorno: tutti i presenti sarebbero senza dubbio stati dalla parte di Victor.
Lasciò andare il colletto dell'uomo, che se lo sistemò, guardando il cancelliere con aria di superiorità.
-Andiamo via.- sussurrò Tomas a denti stretti, mettendo una mano sulla schiena della moglie per condurla fuori.
-Aspetta.- fece lei. -E Cecilia?- chiese, guardandolo con gli occhi lucidi. Lui non rispose ma tolse la mano dalla sua schiena.
Lei si girò e si riavvicinò a Victor.
-Per favore, Victor...se mi ami davvero lasciala andare. Nella nostra famiglia c'era ancora posto per te...non aspettare che sia troppo tardi.
L'uomo la guardò negli occhi e poi guardò di sottecchi i suoi compari. Abbassò lo sguardo, senza dire una parola.
Ninì rimase qualche istante a fissarlo e poi sospirò e si voltò, ritornando da Tomas.
-Troveremo il modo...- le sussurrò lui, circondandole le spalle con un braccio mentre si dirigevano verso l'uscita, dove li aspettavano Vicky e Sebastian.
 
Ninì stava sempre peggio. Aveva litigato con Tomas perchè gli aveva disobbedito ma per fortuna poi si erano riconciliati: per riuscire a sopportare quella situazione non potevano stare divisi.
Inoltre le condizioni fisiche di Ninì non miglioravano. Nausee e capogiri peggioravano di giorno in giorno e di Cecilia non si avevano notizie.
Ma un paio di giorni dopo l'incontro con Victor, Martin fece il suo ingresso nel salone dove stavano Ninì, Tomas, Celina, Orazio e Carmen stringendo in braccio proprio la sorellina.
Tutti si illuminarono a quella vista e corsero ad abbracciare Cecilia. Martin raccontò che la bambina era stata accompagnata in auto fino al ritrovo da un complice di Victor.
Lei fu contenta di vedere tutti quanti e li rassicurò raccontando che "zio Victor" l'aveva trattata come una principessa.
-Ah, Ninì, mi ha dato questo per te!- disse Ceci porgendole un'altra lettera.
Ninì guardò Tomas, visibilmente infastidito, e poi prese la lettera.
"Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il Sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice ma non dubitare mai del mio amore. Tu mi hai aperto gli occhi, Ninì. Non merito il tuo amore ma spero di ottenere almeno il tuo perdono."
Tomas allungò l'occhio e lesse anche lui il contenuto del biglietto per poi roteare gli occhi.
Ninì sorrise contenta. Ce l'aveva fatta.
Abbracciò Tomas e Cecilia.
Nessuno li avrebbe più separati. D'ora in poi sarebbero stati insieme per sempre.



Sono viva! xD Scusate se aggiorno così poco frequentemente ma vi chiedo di portare pazienza...la scuola è iniziata e come sempre ci riempiono di compiti e pagine da studiare! >.< Inoltre mi manca l'ispirazione per il finale di questa storia! Comunque fino ad allora manca ancora qualche capitolo e quindi continuate a seguirmi! Finalmente Cecilia è tornata a casa...ma vi avverto che i guai non sono ancora finiti!
PS La frase citata nel biglietto di Victor è di Shakespeare
Besos, ily

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Capitolo 4
*** Un nuovo segreto ***


Benchè dopo il ritorno di Cecilia ognuno avesse ripreso il proprio lavoro e ogni cosa all'ambasciata fosse tornata alla normalità, Ninì continuava a non stare bene. Però faceva finta di niente pensando fosse causa dello stress, senza dire niente a nessuno a parte alla sua migliore amica.
-Dovresti farti vedere da un medico, sai?- le consigliò Vicky, mentre Ninì era in bagno a rimettere.
-Ti devo dire una cosa.- fece seria lei tornando nella stanza.
L'amica la guardò preoccupata.
-Ho un ritardo.
Vicky, a quella notizia, balzò in piedi entusiasta.
-Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima? Ninì, tu aspetti un bambino!
-Dai, Vicky, stai calma, non è detto che...
-No, no, è chiaramente così! Era così ovvio!! Giramenti di testa, vomito, svenimenti, fame...sei incinta!- continuò esaltata.
Ninì sorrise. Le sarebbe piaciuto tanto avere un mini pelato...
-Devi dirlo a Tomas!- la esortò l'altra.
-Prima dovremmo accertarci che sia vero, no? E poi magari lui non lo vuole un altro figlio...insomma ha già Cecilia, Chama, Chow, Thais e Martin!
-Ninì, non iniziare con le tue paranoie eh! Scopriamo se è vero e poi lo dici a Tomas!
-Hai ragione.- disse e poi sorrise sognante.
-Ora tu vieni con me in clinica, ok?- fece l'amica, prendendola sottobraccio.

Ninì stava fissando la busta che teneva in mano.
-Cosa aspetti ad aprirla?- le chiese Vicky.
Ninì scosse la testa.
-Non ci riesco.- disse. Era una cosa troppo importante per dipendere semplicemente dal contenuto di una stupida busta di carta.
-Non vuoi sapere se c'è un ambasciatorino dentro di te?
Ninì sospirò. Certo che lo voleva sapere.
Ruppe lentamente la busta con le dita e poi si fermò, indugiando sul contenuto.
-Dai, prendilo!- la esortò l'amica.
Allora lei estrasse il foglio e, dopo aver fatto un bel respiro, vi ci rivolse lo sguardo e iniziò a leggere.
Vicky si portò alle sue spalle curiosa e sbirciò.
-Clinica bla bla bla...le analisi bla bla bla...- lesse la bionda.
Ninì si bloccò e si girò verso l'amica, essendo già arrivata a leggere il responso. I suoi occhi erano pieni di lacrime.
Vicky spostò lo sguardo dal foglio a lei e la guardò con aria interrogativa.
-Vicky...- sussurrò lei con un filo di voce. -Aspetto un bambino.
Vicky urlò contenta, abbracciando l'amica. Ora restava solo da dirlo a Tomas.

-Tomas!- lo chiamò Ninì, intercettandolo all'ingresso.
-Cosa c'è, amore?- chiese lui.
Lei si avvicinò e gli prese le mani.
-Devo dirti una cosa importante...
-E' successo qualcosa di grave?- chiese preoccupato lui.
Ninì scosse la testa, con gli occhi lucidi per la felicità.
-Tomas, io...
-Tomas!
Entrambi si girarono verso la direzione da cui proveniva quella voce.
In piedi sulla porta stava una donna dai lisci capelli neri.
-Tomas!- ripetè lei.
-Fernanda!- esclamò sorpreso lui.
-Fernanda?- domandò Ninì.
-Che ci fai qui?- chiese scocciato Tomas.
-E' così che mi accogli?- ribattè lei, avvicinandosi a loro.
-E' così che ti meriti di essere accolta.- fece lui.
Ninì spostò da uno all'altra. E così quella era l'ex moglie di Tomas!
-Sono venuta a trovare i miei figli!- fece quella.
Tomas finse una risata.
-I tuoi figli? Non mi sembrava ti importasse di loro quando te ne sei andata!
-Dai, Tomas, è pur sempre la loro mamma.- fece Ninì, ricordandosi di quanto i bambini, soprattutto Chama e Cecilia, sentissero la mancanza della madre adottiva.
Fernanda squadrò Ninì da capo a piedi, quasi accorgendosi in quel momento della sua presenza.
-E tu saresti...?- domandò la donna.
Ninì aprì la bocca per rispondere ma Tomas fu più rapido.
-Lei è Ninì, mia moglie.- la presentò, circondandole la vita con un braccio.
La donna alzò un sopracciglio, osservandola. Poi si riconcentrò sull'ex marito.
-Voglio vederli.- disse decisa.
-No.- rispose ostinato Tomas.
Non voleva che i suoi figli soffrissero ancora a causa sua.
-Stanno bene anche senza di te.
-Su, Tom, non possiamo parlarne con calma?- fece lei cambiando strategia e usando il tono più suadente possibile.
Lui distolse lo sguardo dalla donna e lo posò su Ninì.
Lei annuì spronandolo a dare una seconda chance a Fernanda.
Tomas cedette.
-Seguimi.- disse non troppo gentilmente avviandosi verso le camere dei ragazzi.
Ninì sospirò. Non era riuscita a dirgli del suo piccolo segreto...ma ora la mente dell'ex ambasciatore sarebbe stata sicuramente occupata da questa faccenda di Fernanda. Forse era meglio aspettare a dirgli del bambino...


Perdono!! (Citando Ninì xD) Scusate per il ritardo ma sono davvero presissima...ma comunque ce l'ho fatta a postare anche il 4° capitolo! Ha fatto il suo ingresso in scena un nuovo personaggio! In realtà mi è sempre sembrato che la questione di Fernanda sia rimasta un po' in sospeso, insomma non si è mai vista ed il suo ruolo qual era? Quindi eccola qui, che torna a trovare i suoi figli! E poi la scoperta di Ninì...riuscirà a dirlo a Tomas? E lui come la prenderà? Ci vediamo presto (forse xD) con il prossimo capitolo!
ily

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Capitolo 5
*** Le persone cambiano...oppure no? ***


Più tardi, lasciata Fernanda con i bambini, Tomas andò da Ninì.
-Cos'è che mi volevi dire prima?- chiese.
-Oh...non mi ricordo. Sai, ho così tante cose per la mente...- mentì lei. Si vedeva che Tomas era preoccupato per qualcosa. -Perchè hai trattato così Fernanda?- domandò.
-Perchè non ho ancora capito il motivo della sua visita. Sicuramente c'è sotto qualcosa.- spiegò lui.
Ninì gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.
-Magari aveva solo voglia di vedere i suoi figli. Le persone cambiano.
Tomas abbozzò un sorriso.
-Tu invece non cambi mai...sei sempre così buona.- le disse per poi attirarla a sè e baciarla.

-Posso aiutarla?- chiese gentilmente Ninì a Fernanda, dopo che i bambini furono andati a giocare con Otto in giardino.
-E tu chi saresti? Ah sì, sei Ninì, giusto? Il nuovo giocattolo di Tomas...
-Giocattolo?- ripetè lei, non capendo.
-Come sei ingenua, cara.- continuò Fernanda, scuotendo la testa e sorridendo. -Ti userà e poi ti getterà via, come ha sempre fatto con tutte. Tu ti illudi che con te sia diverso, che ti ami davvero...e poi invece ti cambia per un'altra.
Ninì capì che era quello che era successo a lei e intuì come si potesse sentire e il rancore che provava. Ma quella donna aveva fatto delle scelte sbagliate e aveva perso ogni cosa che aveva in comune con Tomas.
No, tra lei e Tomas era completamente diverso. Tra loro due era Vero Amore.
-Le devono essere mancati molto i suoi figli, no?- cambiò discorso lei.
-Sì, è ovvio. Ma sai, sono una donna piuttosto importante e per arrivare dove sono bisogna fare dei sacrifici, rinunciare a qualcosa...
-Però a farne le spese sono i bambini...
-Come dici, scusa?
-Niente. Pensavo tra me e me...- rispose frettolosamente Ninì.
In realtà c'era qualcosa che non le piaceva nello sguardo di quella donna così ambiziosa.
-Io...io vado.- fece Ninì. -Se ha bisogno sa dove trovarmi.
Fernanda annuì e poi la seguì con lo sguardo. Quando fu uscita dal suo campo visivo tirò fuori il cellulare e chiamò il suo avvocato.
-Signor Perez, sono Fernanda. Sono arrivata all'ambasciata. Qui le cose vanno piuttosto bene...non so se togliere la custodia dei bambini a Tomas sarà così semplice come pensavamo...va bene, sì, continuerò ad osservare e poi passerò all'azione. La ringrazio.

Ninì stava camminando per l'ambasciata, ripensando a quello che le aveva detto Fernanda. Era talmente assorta che non si accorse di aver incrociato Vicky.
-Allora?- chiese quella sfoderando un sorriso.
Ninì si riscosse e guardò perplessa l'amica.
-Cosa?
-L'hai detto a Tomas?
-Il bambino! E' vero!- esclamò, portandosi il palmo della mano alla fronte.
-Non dirmi che te ne eri dimenticata??
-No, è solo che...è tornata Fernanda.
-La ex di Tomas?
-Proprio lei. E lui è così preoccupato...
-Ninì.- la bionda piantò i suoi occhi azzurri nei suoi, seria. -Non vorrai ripetere la storia di Nicolas, vero?
Lei scosse la testa.
-Non credo che il Pelato potrebbe perdonarmi se commettessi un altro errore, se gli mentissi ancora...
-Infatti.
-Ma non voglio dargli altri pensieri...si preoccuperebbe per la mia salute e tutto il resto...
-E allora che intendi fare?
Ninì si morse il labbro pensierosa.
-Appena Fernanda se ne andrà glielo dirò.
-Promesso?
-Promesso.

-E' permesso?
-Sì, Sebastian, entra.- fece serio Tomas.
-Cos'è quella faccia, amico?- chiese il biondo, tenendo in bocca uno dei suoi immancabili lecca-lecca.
-Non lo sai? C'è qui Fernanda.
-Cosa? Fernanda è in Ambasciata??
Tomas annuì senza mutare espressione.
-Dice che vuole passare del tempo con i bambini...però io non credo sia solo questo.
-Sospetti che voglia tornare con te?
Parker fece spallucce.
-Non lo so...ma ormai conosco quella donna. Ha certamente un secondo fine.
-Sembra che tu abbia perso ogni fiducia in lei...
-Infatti è così. E' subdola, accecata dall'egoismo...non so come ho fatto anche solo a pensare di poter condividere la vita con una persona del genere. E' tutto il contrario di Ninì...- all'uomo scappò un sorriso. -Lei invece è fantastica. Non smette mai di sorprendermi...pensa che mi ha pregato di dare a Fernanda un'altra occasione.
-Quella ragazza ha proprio un cuore d'oro...beh, d'altronde è la migliore amica della mia Mimina!
Tomas sorrise scuotendo la testa.
-Comunque ora che farai con Fernanda?- chiese Sebastian.
-Non ne ho idea. Spero solo che non stia tramando qualcosa...
-Non ci resta che aspettare e capire le sue intenzioni, no?
Tomas annuì pensieroso.

-Sono così contento che tu sia qui, mamma.- fece Chama, stringendosi in un abbraccio con Fernanda e Cecilia.
La donna abbozzò un sorriso un po' imbarazzata e baciò entrambi sulla testa.
-Vi voglio bene. Ho sbagliato a lasciarvi...però ora voglio rimediare. Vedrete, staremo insieme, piccoli miei.- li rassicurò.



Sì, sono viva! So che pensavate di esservi liberati di me e invece no! Almeno prima devo finire le storie che ho in corso, non mi piace lasciare le cose a metà ùù Innanzitutto vorrei chiedervi perdono, perdono, perdono! [cit. Ninì] Ho avuto dei problemi con il pc e poi la scuola non mi dà davvero un attimo di tregua! Ora però approfitterò delle vacanze natalizie per rimettermi a scrivere e portarmi avanti con le fic che sto scrivendo! Spero che nel frattempo non vi siate dimenticati di me, vero? So che mi aspettavate con molta ansia! (Sì, come no xD) Dai, fatemi sapere se mi avete perdonata per il lungo periodo di break! A presto!!
Love,
ily

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Capitolo 6
*** Il piano di Fernanda ***


Ninì stava passeggiando per il giardino dell'ambasciata, girovagando tra gli alberi e le piante.
Arrivò al suo posto, quell'albero, dove immergeva le mani nella terra.
Le scappò un sorriso. Da quando si era sposata con Tomas non ne aveva più avuto bisogno. Non c'era stato un solo momento di tristezza.
Sperò che l'arrivo della ex non cambiasse la situazione. Erano una famiglia così felice ed ora avrebbero potuto esserlo ancora di più!
Si accarezzò la pancia.
-Vedrai che non ci saranno più problemi...- disse Ninì, cercando di rassicurare quell'esserino che portava in grembo ed anche se stessa.

-Celina! Che...piacere vederti.- salutò Fernanda senza troppo entusiasmo, vedendo la Cornacchia entrare nella camera di Cecilia.
-Fernanda?!
-Sì, è tornata a trovarci.- rispose la bambina, che era piuttosto confusa. In fondo aveva tre mamme ed ora si trovavano tutte sotto lo stesso tetto!
-Perchè non andiamo allora al parco tutti insieme?- propose Celina, sorridendo alla figlia.
Cecilia e Chama esultarono e si prepararono per l'uscita.

-Amore, stai bene?- chiese Tomas che, dopo aver notato la moglie seduta sul prato con la schiena appoggiata al tronco di un albero, gli occhi chiusi e le mani sulla pancia, era andato ad accertarsi che fosse tutto a posto.
Lei aprì gli occhi.
-Sì, è che...ho solo un po' mal di pancia.- mentì.
-Vuoi che chiami un medico?- chiese preoccupato lui, accarezzandole il viso e spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Lei scosse la testa.
-Non ce n'è bisogno. Fernanda?
-E' andata con Chama, Cecilia e Celina a fare un giro.- disse lui, senza smettere di accarezzarla. Poi distolse lo sguardo da lei e lo abbassò.
-Che hai, sei preoccupato?- chiese lei, prendendo la sua mano tra le sue e facendo intrecciare le loro dita.
Lui sospirò.
-E' tutta questa faccenda...prima Victor che rapisce Cecilia, ora Fernanda che arriva qui di punto in bianco! In più stasera ho una cena con degli imprenditori e forse farei meglio a rimandarla...
-Stai tranquillo, Pelatino...Cecilia sta bene e Fernanda non sembra avere cattive intenzioni...vai alla cena, penserò a tutto io!- propose sorridendo.
Non era estraneo ai guai che la moglie combinava ogni qualvolta se ne presentasse l'occasione ma decise di fidarsi.
-D'accordo.- fece, baciandole il dorso della mano. -Grazie.

-Da quando in qua tu sei un'amorevole madre?- chiese acidamente Fernanda a Celina, mentre i bambini stavano giocando nel parco insieme a Zoe e ad altri.
-Potrei chiederti lo stesso. Sbaglio o te ne sei andata fregandotene altamente e scaricando tutte le responsabilità su Tomas?
La mora roteò gli occhi. Non sopportava Celina, non l'aveva mai sopportata. Non solo per il fatto che ronzasse sempre intorno a Tomas ma anche per il suo carattere ormai ben noto a tutti.
-Io sono cambiata, Fernanda.- continuò. -Mi auguro che anche per te valga lo stesso.
La donna annuì. Era cambiata, sicuro che era cambiata. Erano cambiati i suoi piani e le sue intenzioni. Ma lei? Era davvero cambiata? Era davvero cambiata in meglio?
Era tanto diversa dalla donna che se ne era andata lasciando l'ex marito a crescere quattro figli da solo?

-Vicky, mi devi aiutare!
-Che succede?
-Stasera Tomas ha una cena di lavoro...
-Ah sì, ci va anche Pepu!
-Sì ma il fatto è che gli ho promesso che penserò io all'ambasciata!
-Prevedo guai...
-Vicky! Sii positiva, avanti!- la riprese lei.
-Va bene, va bene. Ti darò una mano.
-Grazie, Vicky, ti voglio bene!
-Uhm...senti, senti...- commentò Fernanda che nel frattempo era tornata in ambasciata. -Questa sembra l'occasione perfetta per me! Non me la lascerò sfuggire!

Poco dopo Tomas e Sebastian erano pronti per uscire.
-Celina se n'è andata, Fernanda è di sopra, i bambini sono in camera e Chow e Thais stanotte stanno da Lola.- ripetè Ninì.
-Esatto. E poi che altro devi fare?
-Controllare che Orazio porti fuori la pattumiera, che i bambini si lavino i denti, che il nonno prenda le pastiglie...- continuò scocciata.
-Ok, d'accordo.- Tomas si sentì più sollevato.
-Andrà tutto bene, vedrai.- lo rassicurò.
-Ci vediamo dopo.- la salutò, dandole un bacio sulle labbra.
Ninì annuì.
-Tranquillo.- ripetè lei.
I due uomini sparirono oltre il portone.
Ninì si voltò verso l'amica.
-Andrà tutto bene.- si autoconvinse.

-Stasera attuerò il mio piano. La nuova moglie di Tomas è un'incapace, non mi darà problemi, anzi, credo che mi aiuterà incosapevolmente.- disse Fernanda parlando al telefono con il suo avvocato. -E' lei il punto debole di questa famiglia. Più tardi le farò sapere come è andata.- riattaccò. -Caro Tomas, preparati ad affondare.
Nel frattempo Ninì stava cenando insieme ai bambini nella sala da pranzo.
-Vi siete divertiti oggi con Celina e Fernanda?
-Sì, però la prossima volta devi venire anche tu.- propose Cecilia.
-D'accordo, amore.- rispose la donna sorridendo.

-Lupe, mi sembra che la stia cercando il maggiordomo!- mentì Fernanda, entrando in cucina.
La cuoca fece una faccia scocciata ed andò a cercare Orazio.
-Non è bene che i miei bambini vivano in un'ambiente così pericoloso!- ghignò Fernanda, avvicinandosi ai fornelli.


Ecco anche questo capitolo! Vorrei riuscire a postare i capitoli che mancano in fretta ma devo anche finire i compiti e riuscire a star dietro a tutti gli impegni...però vi prometto che appena potrò aggiornerò la fic! Bene, che dire di questo capitolo? Diciamo che ho optato per uno sviluppo più "tragico" di come sarebbe in realtà la telenovela, che alla fine è un programma piuttosto leggero, rispetto ad altre (basti pensare anche solo a Floricienta o a Casi Angeles) comunque non voglio svelarvi altro...solo vi consiglio di tener pronti i fazzoletti! :)

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Capitolo 7
*** Tra vita e morte ***


-Ninì, ti stava cercando Vicky, sta in cucina!- mentì nuovamente Fernanda. -Vai pure, accompagno io Chama e Cecilia in camera.
-D'accordo, grazie.- fece Ninì, alzandosi.
Fernanda sorrise. Tutto andava secondo i suoi piani.
-Vicky, cosa volev...- come Ninì aprì la porta della cucina una vampata di fumo e fiamme la travolse.
Tossì coprendosi la bocca e cercando di attraversare la cucina per spegnere l'incendio ma le mancò il respiro e cadde a terra priva di sensi.

Dopo un tempo che le sembrò infinito iniziò a distinguere delle voci e dei rumori.
Aprì gli occhi e vide Vicky.
-Vicky...- sussurrò.
-Ninì! Oh, grazie al cielo!- fece quella.
-Dove sono?- chiese guardandosi intorno.
-Siamo in ospedale, Ninì. C'è stato un incendio all'ambasciata...- spiegò l'altra.
-Stanno tutti bene?- chiese preoccupata.
L'amica non rispose ma abbassò lo sguardo.
-Vicky, guardami, ti prego, dimmi che non si è fatto male nessuno!
La bionda rimase in silenzio tenendo lo sguardo a terra.
Gli occhi di Ninì si riempirono di lacrime. Non poteva pensare che qualcuno della sua famiglia...
-Cecilia? Chama?- chiese.
Vicky scosse la testa.
-Tomas?
-Ninì...loro stanno bene, per fortuna.
-E allora chi...?- chiese l'altra, non capendo.
-Il tuo bambino, Ninì.
Lei spalancò gli occhi mentre un brivido le percorse tutto il corpo. Si sentì morire.
-E'...?- non riusciva neanche a pronunciare quella parola.
-Lo stanno monitorando, vedi?- indicò uno dei numerosi schermi nella stanza. -Quello è il suo battito cardiaco. E' debole ma c'è.
Ninì tirò un sospiro di sollievo. Almeno c'era ancora qualche possibilità.
-Tomas non sa niente della storia del bambino, è a casa, vuoi che lo chiami?
La mora scosse la testa.
-Non capisco come possa essere accaduto...- mormorò.
-Ora questo non conta. Dovete pensare a stare bene, tu e il piccolo. I medici stanno facendo tutto il possibile, Ninì.
L'altra affondò la testa nel cuscino mentre le lacrime sgorgavano rapide dai suoi occhi.

Avrebbe preferito morire lei stessa piuttosto che rinunciare al suo bambino.
Ormai teneva lo sguardo fisso su quel monitor, pregando in silenzio.
Non riusciva a dormire o a mangiare, niente le importava più all'infuori delle linee di quel cardiogramma.
Anche quando Vicky stava un po' lì con lei, Ninì non proferiva parola ed ascoltava esclusivamente il bip delle macchine attaccate a lei.
Aveva anche perso completamente la cognizione del tempo. Ogni minuto durava un'eternità, fatta di linee che si abbassavano e si alzavano su quello schermo.
Entrò Tomas, che ancora non sapeva niente del bambino.
Lei non distolse lo sguardo dal monitor neanche per vedere chi era entrato.
Se avesse guardato nei suoi occhi avrebbe visto però solo rabbia e delusione.
-Il giudice ha saputo dell'incendio ed ha fatto un sopralluogo. L'ambasciata è un posto pericoloso, dice. Anche perchè non è il primo incidente che capita.- si sedette di fianco al letto di Ninì, che non si era minimamente spostata. -Fernanda dice che è disposta a prendersi lei i ragazzi.- continuò mentre i suoi occhi si facevano lucidi. -Come hai potuto far succedere questo, Ninì? Perchè non ne fai mai una giusta? Io senza i miei figli morirei, lo sai!
-Non è stata colpa mia.- sussurrò lei, senza smettere di fissare il cardiogramma del piccolo.
-Lupe dice che quando lei se n'è andata era tutto a posto. Poi tu sei andata di là...insomma, Ninì, sappiamo tutti che capacità hai di combinare casini! Sei davvero un disastro ambulante!
Le guance della donna, già bagnate, si inumidirono ulteriormente di lacrime.
-Fammi un favore, Ninì. Quando ti sarai rimessa del tutto, non tornare in ambasciata. Ho già abbastanza problemi ora, grazie a te, e non ne vorrei altri.- disse, lasciando la stanza e chiudendo la porta dietro di sè.

Passarono i giorni. Tomas, con l'aiuto di Sebastian, cercava in tutti i modi di far cambiare idea al tribunale dei minori e al giudice.
Ninì intanto continuava così, vivendo in uno stato tra vita e morte. Ora che anche Tomas l'aveva abbandonata, perdere il suo bambino le avrebbe fatto crollare il mondo addosso.
Non avrebbe potuto sopportarlo.
Ma un giorno quel miracolo tanto sperato accadde.
Il medico entrò nella sua camera dicendo che il feto era fuori pericolo.
Gli occhi di Ninì, che ormai erano arrossati e vuoti, ebbero un guizzo di vita e, appena realizzate le parole del dottore, un sorriso comparì sul suo volto rigato dalle migliaia di lacrime versate.
-E' fuori pericolo!- ripetè Vicky.
-Ce l'abbiamo fatta.- sussurrò Ninì, felice.

Ninì venne dimessa poco dopo e tornò a vivere alla pensione con Vicky.
Sebastian le informò che a Tomas era stato revocato l'affidamento dei Parker minorenni, che sarebbero stati dati in custodia alla madre adottiva.
Ninì si sentiva in qualche modo colpevole, perlomeno era quello che Tomas pensava, ma non trovava il coraggio di presentarsi da lui.
Vicky insisteva di dirgli del bambino ma lei non voleva fare la parte di quella che si approfitta della gravidanza per riavvicinarsi a Tomas.
Non sapeva proprio che fare.

-Ninì ci devi aiutare!- la pregò Chow, dopo essere andata da lei.
-Non so cosa potrei fare per voi. Sono così inutile.
-Non sei inutile, Ninì! Abbiamo bisogno di te più che mai! Fernanda ci vuole portare via con lei ma io non resisterei lontano da Tony, da Martin, da Lola, da papà, da te! E lo stesso vale per i miei fratelli! Questo posto è la nostra casa.
-Io non so proprio che fare, Chow, mi dispiace. In più tuo padre è così arrabbiato con me...
-Papà è arrabbiato con il mondo perchè gli hanno tolto la nostra custodia! Dice e fa cose che non farebbe e direbbe mai, è fuori di sè, davvero! Lui ti ama, lo sai.
Ninì abbassò lo sguardo. Perchè non potevano essere quella famiglia che tanto sognavano?
-Ti prego, Ninì, aiutami!
-Va bene. Ma hai almeno un piano?
La coreana sorrise.


Avete visto che ho postato anche questo capitolo in fretta? Siete contenti, lo so :) Premetto col dire che non sono molto soddisfatta di questo capitolo però amen! Come avrete capito ora inizia la parte drammatica! Aspetto i vostri commenti (siate magnanimi)! A presto
ily

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Capitolo 8
*** Missione riuscita ***


-Ha detto proprio così?- domandò Ninì.
-Sì, l'ho sentita mentre parlava con il suo avvocato! E' stato un piano per togliere la nostra custodia a papà!
-Che strega!- commentò Vicky.
-Dobbiamo smascherarla! E tra poco verrà qui qualcuno che ci aiuterà!- disse Chow, sistemandosi sul letto di Vicky.
In quel momento infatti suonò il campanello della pensione ed entrò Celina.
-Celina?!- esclamarono Ninì e Vicky all'unisono.
-Sono qui per aiutarvi. Quell'odiosa di Fernanda non ha nessun diritto di portarmi via mia figlia. E Tomas è troppo scosso per riuscire ad ottenere qualcosa.
-Già. In quel modo non otterrà niente. E poi non sa le vere intenzioni di Fernanda.- concordò Vicky.
-Hey, Ninì, ti vedo un po' ingrassata, sai?- commentò acida la Cornacchia.
Ninì abbassò lo sguardo e si scambiò un'occhiata con Vicky. I mesi passavano e prima o poi avrebbe dovuto dirlo a Tomas.
-Su, concentriamoci sull'obiettivo!- esclamò Chow e le quattro si misero a parlare alla ricerca di una soluzione.

Questa soluzione arrivò inaspettatamente proprio da Celina che convinse suo fratello a tornare per aiutarle.
Ninì e Vicky non avrebbero mai pensato che ci sarebbero trovate a collaborare con i fratelli Martinez Paz dopo tutto quello che avevano fatto!
Ma ormai Celina e Victor erano cambiati. Mentre Fernanda no.
Bisognava fare qualcosa, e presto.
E par farlo avrebbero dovuto recarsi all'ambasciata.
Chow, Chama e Cecilia si incaricarono di distrarre il personale, lo stesso fece Vicky con Sebastian, mentre Celina sarebbe intervenuta nel caso qualcosa fosse andato storto.
Così Ninì e Victor, entrambi ormai "banditi" dal cancelliere, poterono sgattaiolare nell'edificio, senza essere notati.
-Andiamo di sopra, presto!- disse l'uomo e Ninì lo seguì su per la scalinata.
Fernanda era nella sua camera.
-Fernanda, che piacere vederti!
-Victor!?
-Sei sorpresa di vedermi?
-Che ci fai qui?- chiese sospettosa la donna.
-Sono venuto a congratularmi. Non sai quante volte ho provato a far affondare Tomas e tu, beh, ce l'hai fatta. I miei complimenti.
-Cosa vuoi?
-Voglio aiutarti. Pensaci, io e te insieme non avremmo rivali.
-Ancora con le tue manie di grandezza, eh? Non sei cambiato affatto!
-Dai.- si sedette. -Raccontami un po' come hai fatto a distruggere quell'inetto di Parker.
La donna si sedette sulle gambe dell'uomo.
-Non ho niente contro Tomas, Victor. E' solo che volevo riprendermi i miei figli e ce l'ho fatta! E' bastato dare la colpa a quella stupida di sua moglie.- avvicinò il viso a quello dell'uomo. -Avevamo grandi progetti noi due un tempo, ti ricordi?
Ninì intanto osservava la scena stranita. E se Victor avesse davvero voluto tradirle e passare dalla parte del nemico?
Fernanda e Victor si baciarono.
-Quindi sei stata tu a causare l'incendio, no?
-E' ovvio. Così il giudice ha potuto affidarmi i bambini. Tomas rimarrà solo e frustrato.
Risero.
-Quindi non c'è spazio per me nei tuoi piani, no?- chiese l'uomo.
-C'è sempre spazio per te, lo sai.
Victor sorrise e poi se ne andò, lasciando la donna sola nella sua stanza.
Tornò da Ninì.
-Hai registrato tutto?- chiese.
Lei annuì sebbene fosse ancora perplessa della relazione tra i due.
-Te l'ho detto che l'avrei fatta confessare. Sai, nessuna resiste al mio fascino...beh, a parte te.
Ninì sospirò scuotendo la testa.
-Grazie, Victor. Ti dobbiamo molto.
-Sai che lo faccio solo per te...e forse anche un po' per mia sorella e per Cecilia.
-Sapevo che eri buono.
Uscirono dall'ambasciata di soppiatto e poco dopo si ritrovarono tutti alla pensione.
-Abbiamo le prove, Vicky. Chiama Sebastian e digli di venire qua. Con questa registrazione il giudice non potrà far altro che ridare la tutela a Tomas.
Fecero ascoltare la confessione all'avvocato e anche lui concordò che era sufficiente per incastrare Fernanda.
Così andarono tutti da Tomas, gli spiegarono la faccenda e lui e Sebastian si recarono dal giudice e tornarono trionfanti.
-Non posso credere che tu mi abbia fatto una cosa del genere, Fernanda.- fece Tomas, cacciandola. -Non cambierai mai.
-Invece sì, cambierà.- si intromise Victor.
Tutti lo guardarono.
-Mi dispiace di averti tradita ma l'ho fatto per il tuo bene. Anch'io ero come te ma grazie a Ninì sono cambiato. Anche tu puoi farlo ed io ti aiuterò.
-Non ho bisogno del tuo aiuto.- fece quella.
-Invece ne hai bisogno...e poi io sono ancora innamorato di te. E anche tu lo sei.
-Cos'è questa storia?- chiese Vicky all'orecchio di Ninì.
-Sembra che avevano una relazione quando lei era sposata con Tomas.
-Aaah.
Così i due se ne andarono insieme mentre i bambini corsero ad abbracciare il padre.
-Non ci lasceremo mai, piccoli miei.
-Bene...io...ho fatto quello che dovevo ed ora...me ne vado.- disse Ninì. Si sentiva di troppo, dopo che il marito l'aveva accusata.
-Aspetta, Ninì!- fece Tomas, trattenendola per il braccio. -Dove pensi di andare?
-A casa.- rispose lei, alzando le spalle.
-Sei già a casa.- ribattè lui sorridendo. -Mi dispiace di averti dato la colpa di tutto ma io...ero davvero scosso, non sapevo quello che facevo, la situazione mi stava sfuggendo dalle mani.
-Quindi non sei arrabbiato con me?- domandò Ninì.
-No, come potrei? Io ti amo!- disse e poi la baciò appassionatamente.
-Anch'io ti amo, To...
Non fece in tempo a finire che cadde a terra svenuta.
-Ninì!- urlarono all'unisono Tomas e Vicky.


So che ormai mi davate per dispersa/morta ma in realtà non lo sono! Avevo già scritto questo capitolo e quindi ho deciso di postarlo, visto che non mi piace lasciare le cose a metà...in realtà ho scritto anche il 9° capitolo ma la mia vena creativa si è fermata lì. Appena avrò un po' di tempo libero da scuola e impegni vari continuerò la storia, intanto voi non perdete la speranza! xD
ily

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Capitolo 9
*** Un brutto presentimento ***


Si risvegliò di nuovo in una stanza dell'ospedale.
Pensò che ormai svenire era diventata un'abitudine per lei.
Si chiese se fosse successo di nuovo qualcosa al suo bambino. Ora che sembrava andare tutto per il meglio ci mancava questa!
Poco dopo entrò Tomas con una faccia di rimprovero.
-Che è successo?- chiese lei.
-Ninì, tu aspetti un bambino.- constatò lui.
Lei annuì.
-Sta bene?
-Sì, dicono che è normale che tu sia svenuta per la gravidanza e per i farmaci che ti hanno somministrato.
-Quindi sta bene?
L'uomo fece cenno di sì.
Ninì sorrise e si accarezzò la pancia.
-Ninì, come hai potuto tenermelo nascosto?- chiese serio.
-Tomas...non volevo farti preoccupare, avevi già così tanti problemi!
-Sì, ma ha rischiato di morire! Fernanda...Fernanda l'ha praticamente quasi ucciso! E tu non mi hai detto niente!
-Tu ti eri arrabbiato con me, credevo che...- abbassò lo sguardo.
-Credevi che ti avrei chiesto...? No, come puoi pensare una cosa del genere?
-Quindi lo vuoi tenere? Perchè io già lo amo tantissimo.
-Certo che lo voglio, Ninì. Però devi smetterla di mentirmi...Avevi giurato che dopo Nicolas...
-Lo so. Perdonami, amore. Io non volevo mentirti...però lo sai com'è...finisco sempre dentro a qualcosa più grande di me che mi sfugge dalle mani...
Lui si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla testa.
-L'importante ora è che voi stiate bene.
Lei annuì.
Tomas le posò una mano sulla pancia e sorrise.
-Non sei ancora nato e già hai affrontato un bel po' di problemi!- commentò.
-Speriamo non ce ne siano più...- riflettè Ninì.
-Con te come madre non ci giurerei.- scherzò lui per poi dare un lungo bacio alla moglie.

-Allora? Qual è la prossima mossa?- chiese Victor, giocherellando con i pezzi degli scacchi.
-Rilassati, Vic.- fece Fernanda, sprofondando in una poltrona. -E' andato tutto secondo i nostri piani e di certo nè Tomas nè tua sorella nè tantomeno quella sciocca di Ninì potranno fermarci!
Victor sorrise.
-E' incredibile come si siano bevuti tutti la storia del mio cambiamento! Ho fatto bene a sceglierti come mia alleata.- osservò.
-Mi sembra che abbiamo un obiettivo in comune, no? Per questo siamo qui.
-Certo: la distruzione di Tomas Parker.
-Gli toglieremo tutto...ci riprenderemo ciò che è nostro...io avrò i miei bambini e tu la tua Ninì! Nessuno potrà arrestare la nostra vendetta.
-Caro ex cognatino, hai le ore contate.- sussurrò Victor, dando un colpo con l'alfiere nero al re bianco, che cadde sulla scacchiera.

Ninì uscì dall'ospedale.
-Tomas, guarda che posso camminare da sola eh!
-Sì ma potresti cadere!- disse lui, continuando a sorreggerla con il suo braccio.
Ninì roteò gli occhi.
-Non so cosa farei se vi succedesse qualcosa di male.
-Non ci succederà niente, Tomas. Almeno non dal portone dell'ospedale alla macchina!- osservò lei, dirigendosi verso l'auto dell'ambasciata, parcheggiata lì vicino.
Lui sorrise e le aprì la portiera.
Poco dopo furono a casa.
-Dovremo dare a tutti il grande annuncio.- suggerì Tomas, sorridendo radiosamente.
Ninì annuì, stringendosi a lui emozionata.
-Aspetta, vado a radunare tutto il personale.
-Io chiamo i bambini.
-Sì e telefona anche a Martin, Chow e Thais e dì loro di venire qua...voglio che ci siano proprio tutti a sentire la grande notizia!- fece entusiasta l'uomo.
-D'accordo.
Ninì si avviò verso la camera dei ragazzi, dove Cecilia e Chama stavano giocando con il nonno.
-Ragazzi, nonno...io e Tomas dovremmo fare un annuncio...potreste andare ad aspettarci nel salone?
-Certo, Ninì.- fece il nonno. -Soldati, sull'attenti! Avanti, march! Verso il salone!
Ninì rise, guardando i tre uscire dalla stanza.
Poco dopo tutta la famiglia Parker e tutto il personale dell'ambasciata si trovavano nel salone, scrutandosi con aria interrogativa.
Tomas e Ninì erano in piedi, stretti l'uno all'altra, con dei sorrisi radiosi dipinti in volto.
-Vi abbiamo riuniti tutti qui perchè dobbiamo darvi una notizia.- esordì Tomas.
-Aspetto un bambino!- esclamò tutta sorridente Ninì.
I presenti iniziarono a congratularsi e rallegrarsi per il lieto evento. Si fece portare cibo e bevande e tutti festeggiarono.
Ma Tomas aveva una strana sensazione. Riusciva quasi a percepire una voce dentro di sè che gli sussurrava "Godetevela finchè potete."
-Qualche problema, amico?- Sebastian gli si avvicinò con il suo bicchiere di champagne in mano. -Hai lo sguardo assente...sei preoccupato per qualcosa?
Tomas abbozzò un sorriso.
-No...solo...una specie di brutto presentimento. Forse è solo la stanchezza.- si convinse e tornò a festeggiare con le persone che amava.


Eccomi! Finalmente ho postato il capitolo...Sinceramente non ho molte idee e ho buttato giù qualcosa un po' a caso...vedrò di farne uscire una conclusione decente per questa storia! Spero che questo capitolo non vi abbia fatto troppo schifo e che continuerete a leggere. Io intanto mi spremerò le meningi e aggiornerò presto (spero).
Baci
ily

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