Love Begins.

di IceJuliet
(/viewuser.php?uid=139114)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A New Classic. ***
Capitolo 2: *** I Wanna Know You. ***
Capitolo 3: *** She's So Gone. ***
Capitolo 4: *** Wherever I Go. ***
Capitolo 5: *** I Miss You. ***
Capitolo 6: *** Womanizer. ***
Capitolo 7: *** She Will Be Loved. ***
Capitolo 8: *** I Promise You. ***
Capitolo 9: *** Fifteen. ***
Capitolo 10: *** My Best Friend's Brother. ***
Capitolo 11: *** Critical. ***
Capitolo 12: *** Invisible. ***
Capitolo 13: *** Bigger Than Us. ***
Capitolo 14: *** Barefoot Cinderella. ***
Capitolo 15: *** Capitolo Extra ***
Capitolo 16: *** I Never Told You. ***
Capitolo 17: *** (Leave) Get Out. ***
Capitolo 18: *** Bang. Bang. Bang. ***
Capitolo 19: *** Overprotected. ***
Capitolo 20: *** S.D. or B.N. ***
Capitolo 21: *** Capitolo Extra II. ***
Capitolo 22: *** 7 Things. ***
Capitolo 23: *** My Dilemma. ***
Capitolo 24: *** We Ended Right. ***



Capitolo 1
*** A New Classic. ***


Era il primo giorno di scuola per la "ragazza nuova". Amu si preparò, indossando la nuova divisa scolastica di un colore nero intenso, che risaltava il colore dei suoi capelli rosa e quello dei suoi occhi color caramello. Ma l'acconciatura… sapete, ci sono quelle giornate in cui i capelli non vogliono stare al loro posto. Piastra. Che grande invenzione.

"Bene, almeno i capelli adesso sono in ordine" disse la ragazza. Ma mancava qualcosa. 

Amu non era il tipo tutto trucco e niente cervello, ma di certo voleva essere almeno presentabile: giusto un tocco di correttore e fondotinta e un velo di matita. Prese la cartella scolastica e corse fuori, chiudendo a chiave la porta.

Mentre si dirigeva a tutta velocità verso la scuola, i suoi lunghi capelli rosa ondeggiavano di qua e di là. 

"Di questo passo arriverò a scuola più spettinata di stamattina" Sbuffò e decise di rallentare.

 

Classe III M. Amu aveva 16 anni. Il suo ennesimo "primo giorno" di scuola era cominciato. Negli ultimi anni aveva cambiato scuola più o meno una decina di volte, ma ormai si era abituata a questo fatto. 

"Amu, ti prometto che resteremo qui almeno finché non finirai gli studi superiori!" Le diceva il padre. Ogni volta. Balle. Tutte balle. 

Amu era lì, davanti alla porta dell'aula… non sapeva cosa fare. "Busso? Non busso? Ma si, busso… No, non busso. Dai fatti coraggio. No, scappa! " Tutte queste ipotesi le ronzavano in testa. Avrebbe solo voluto girarsi dall'altra parte e scappare. "Mo insomma! Ho affrontato decine di queste giornate, e proprio oggi devo stare così?" Borbottò a mezza voce. Normale. Quella era l'ultima volta che cambiava scuola. Insomma,  di punto in bianco papà le aveva detto che cambiava scuola per l'ultima volta. Peccato che quella non era più la solita bugia. 

"Primo giorno?" Una voce interruppe i pensieri della ragazza. Si girò di scatto, trovandosi faccia a faccia con un ragazzo dai capelli e occhi color blu inteso. Carino, non c'è che dire.

"Si…" Disse lei, abbassando lo sguardo. No. Adesso era pronta a scappare.

"No, tu non scapperai" Disse lui, come se avesse capito il suo intento. La guardò bene. "Bè, non mi sembrava così carina…" Pensò. 

"Bè, e chi mi ferma?" Disse lei, girandosi a guardare la porta. Il ragazzo sorrise, guardando la ragazza dai lunghi capelli rosa in crisi. Poi lei sbuffò e si mise una mano fra i capelli. Quel gesto fece arrossire lievemente il ragazzo "Eh, si. E' proprio carina!". 

"Vuoi entrare o no? Manca poco all'inizio della lezione, sbrigati o faremo tardi…" Disse lui. Bè, in effetti la campanella stava per suonare. Lei si girò a guardarlo.

"Sei in questa classe?" Non aveva ancora capito la frase. Era stata troppo impegnata a decidere se fuggire a gambe levate o affrontare il suo destino…

"No. Ero qui solo per vedere cosa stesse facendo la ragazza dai capelli rosa…" Disse lui…" Certo che sono in questa classe!" 

"Ah…" …"Giusto… devo essere sembrata una stupida!" Rispose lei.

"E quindi? Entri o hai paura?" Gli chiese lui avvicinandosi con aria beffarda.

"Io non ho paura" Disse lei alzando un sopracciglio "P-però entra prima te…" continuò balbettando.. 

"Non menti molto bene, lo sai?" Disse lui ridacchiando. Solo allora lei si accorse di quanto fosse carino quel ragazzo di cui lei non conosceva neanche il nome.

"Facciamo così.." Gli propose lei. "Entriamo insieme. Se me la do a gambe, allora ammetterò che ho paura." 

"Mmmm, ci sto ragazzina!" disse lui.

"Non sono una ragazzina! Ho la tua stessa età!" Disse, con aria di superiorità.

"Si, certo. Ora entriamo" Disse, mettendosi alla destra di lei.

"Uno…"

"Due…" le sorrise lui

"Tre!" 

Ed entrarono.

Amu si trovò davanti una scena proprio comica. Tutti i nuovi compagni di classe stavano in piedi o seduti sui banchi e appena lei e l'altro ragazzo furono entrati le ragazze fecero urletti e i ragazzi arrossirono immediatamente. 

"Perché fanno così?" Chiese lei, avvicinandosi al ragazzo.

"Non sei ancora scappata?" Disse lui, rivolgendole un sorriso. Amu sentì le guance pian piano scaldarsi, e si girò dall'altra parte.

"No, infatti non avevo paura…" rispose lei.

"No,no. Eri solo terrorizzata" Ridacchiò lui. Sentendo la sua risata, Amu notò che metà delle ragazze guardava lui con uno sguardo innamorato e l'altra metà guardava lei con odio profondo. Si spostò leggermente.

"Non hai risposto alla domanda…" Disse lei, continuando.

"Probabilmente lo scoprirai da sola" Concluse il ragazzo. La campanella suonò ed entrò il professore. 

Guardò lei e il ragazzo accanto. Quest'ultimo ruppe il silenzio imbarazzante che si era creato, mentre il resto della classe si mise seduta ai propri banchi.

"Professor Nikaido, lei è la nuova studentessa" Disse.

"Ah, si. Amu Hinamori. Benvenuta!" Disse il professore con un sorriso a 36 denti. "Bè, almeno mi sembra simpatico!" Pensò lei.

"Grazie."

Poi guardò l'aula ed individuò un banco vuoto. Ed utilizzando una banale scusa la fece sedere là. Infondo. In ultima fila. "Perfetto, non c'è bisogno che mi copra con un libro quando devo dormire" pensò sarcastica lei.

Andò a sedersi, seguita dal ragazzo. "Dato che ha già conosciuto qualcuno" Guardò il ragazzo "Sarà più a suo agio accanto a lui" Disse.

Le ragazze mi fulminarono con uno sguardo e i ragazzi sbavavano… "Oh, si. Certo, a mio agio. Di fianco ad un ragazzo bellissimo! Siamo proprio all'apoteosi dell'agiatezza" Pensò lei alzando un sopracciglio. 

"Bene. Iniziamo la lezione. Ah, signorina Hinamori. Lei è entrata a metà anno…" Sapevo già cosa mi stesse per chiedere, e quindi risposi in fretta con un sorriso.

"Non si preoccupi. Mi sono già informata sugli argomenti trattati nel primo trimestre. E ho già studiato tutto."  Il ragazzo accanto la guardò curioso. Si rese conto immediatamente che quella ragazza era, come dire, in gamba.

"Ah, molto bene.  Allora, se per lei va bene possiamo già iniziare con dei test d'ingresso…" Disse il professore. Lei sorrise. "Mi metta alla prova" Pensò.

Le ragazze sghignazzavano. Lei sorrise ancora di più.

"Per me va benissimo!" rispose. Le compagne tacquero immediatamente. "Si, questa ragazza è proprio in gamba!" Pensò lui.

Poi continuò a guardarla mentre il professore le consegnava i fogli di verifica, sotto lo sguardo geloso delle altre ragazze.

"Tsukiyomi  non suggerisca!"  Disse il professore al ragazzo. 

"Oh, stia tranquillo!" Amu lo guardò.

"Tanto per essere più tranquillo, interrogherò proprio te, Ikuto" Il ragazzo fece una smorfia. Amu sghignazzò, vedendo il ragazzo alzarsi. Lui si chinò leggermente a sussurrarle una cosa nell'orecchio.

"Io non riderei tanto…" disse.

"E perché?" Disse lei continuando a ridacchiare.

"Perché così non avresti nessuno che ti suggerisce" concluse lui, facendole l'occhiolino.

"Oh, ma sai? Sono in grado di farla da sola, grazie della premura" disse sogghignando lei.

Lui, sorridendo,si avvicinò alla cattedra. "Questa ragazza mi piace…" pensò.

 

"Hinamori. Fra poco finirà la lezione per la ricreazione. Ti devo chiedere di darmi i fogli, però poi non puoi più continuare…" Spiegò il professore Nikaido.

"Ah, si. Ma non si preoccupi, ho finito tutto" disse lei sorridendo e guardando i fogli. Glieli diede e alzò lo sguardo. Ikuto era ancora là in piedi alla cattedra che la guardava sbalordito. Era rimasto là, per tre ore, interrogato in tre materie. Lei alzò le spalle in tutta risposta e lui sorrise.

"Hinamori, è sicura?" Chiese il professore.

"Certamente!" Disse lei.

Ikuto la osservava. Era la prima persona che aveva fatto quei test in così poco tempo. Lui stesso, che era uno dei ragazzi più bravi della classe ci aveva impiegato un'ora in più. La guardava sorridere soddisfatta mentre i capelli lunghi ondeggiavano sulle spalle e attorno al collo.

"Bè, allora Tsukiyomi, possiamo dire che hai finito l'interrogazione!" Disse il professore sghignazzando. 

Ikuto tornò a sedersi e sussurò piano, per essere sentito solo dalla ragazza accanto. "Fortuna hai fatto in fretta. A mio parere voleva interrogarmi anche in storia…" Disse ridendo.

Lei sorrise. 

"Sei in debito" disse Amu.

"Ti conosco appena, e già ho un debito con te…" Disse lui scuotendo la testa ridendo.

La campanella suonò.

"Che fai, non mangi?" Chiese lui guardando la ragazza che era immersa nei suoi pensieri.

"No, non ho molta fame a dire il vero…"

"Non dirmi che hai paura di essere andata male!" Disse lui, ridendo.

"Certo che no" Sbottò lei. " Miro alla lode!" Rise.

"Modesta…" Concluse lui.

"Si, abbastanza!" rise.

Un gruppo di ragazzi si avvicinò a loro.

"Ciao!" 

Presentazioni di tutto il gruppetto e via andare con le domande.

"Come mai ti sei trasferita?" Gnè. Tasto dolente. 

"Voglia di una seconda chance… è una storia troppo lunga" Disse vaga lei scuotendo la testa. Ikuto la guardò curioso.

"Ah, bè.  Sei nel posto giusto allora!" Disse uno avvicinandosi alla ragazza con fare ammiccante. Ikuto stava per intromettersi. Kaito, il ragazzo, non gli era mai piaciuto. "Ha troppa confidenza…" pensò.

"Senti, biondino.." Lei si alzò in piedi. "Non intendevo una seconda chance con il tuo aiuto!" Disse Amu. Si girò dall'altra parte ed uscì dalla classe ridacchiando. "Ah, la stupidità dei ragazzi non ha limiti!" pensò.

 

Ever tried to reach for something
But it's someone else's dream?
Every step that you take forward,
Takes you right back where you've been.
And then when you least expect it And you tried about everything.
Somebody hears your opinion.
Somebody cares what you say.

You woke me up. No longer tired.
With you I feel inspired. You helped me find my fire.

You're the new classic You're the new PYT.
Stands for Paid, Young and Taking on the world From the driver's seat.
You look so classic, fantastic. When you own that floor...
Bring the beat back once more. Let me see you do that.

Tryin' to do it right
Ain't no rehearsal, it's your life
When you're doing this crazy dance.
Cuz you're makin these crazy plans
Because this is not a test You put in work to be the best
It's a classic take on a brand new game.

Before the needle drops,They're gonna know your name.
When it gets old don't lose the love. You're cold I'll warm you up.
Your fire's hot enough, enough, enough, enough, enough!

It's become so hard For me to be surprised.
You're bringin back the real me, No judgement in your eyes.
Cuz when I dance with you, It's how I speak the truth.
It's just classic when we met, And how you made me move.

You're the new classic. You're the new PYT.
Stands for Paid,Young and Takin on the world From the driver's seat.
You look so classic, fantastic .When you own that floor,
Bring the beat back once more.
You're the new classic You're the new PYT.
Stands for Paid,Young and Takin on the world From the driver's seat.
You look so classic, fantastic. When you own that floor,
Bring the beat back once more. 

Drew Seeley- New Classic

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I Wanna Know You. ***


Amu si diresse verso il giardino ancora immersa nei suoi pensieri. Vide un albero gigantesco. "Beh, tentar non nuoce"  pensò e sorrise tra se e se. Un piede dopo l'altro salì sull'albero e si sistemò su un ramo abbastanza robusto.

"Hey, posso farti compagnia?" Chiese una voce dietro di lei. Amu si girò di soprassalto, non si aspettava di vedere Ikuto dietro di lei. Sorrise.

"Certo." Continuò "Come hai fatto ad arrivare qui?" Chiese lei.

"Sono uscito dalla finestra." Disse lui alzando le spalle. Lei scosse la testa ridendo.

"Sei strano forte!" Disse e si passò una mano tra i capelli… "Com'è carina…" Pensò lui guardandola mentre Amu si sistemava i capelli da una parte.

"E allora?" Chiese lui. Lei lo guardò con aria interrogativa. "Come mai hai cambiato scuola?" Si spiegò lui.

"Sul serio?" Chiese Amu sospirando.

"Sul serio…"

"Mia madre è morta cinque anni fa, e mio padre per questioni di lavoro si trasferisce continuamente, e io e la mia sorellina minore lo seguiamo. Questa volta, però si risposa, quindi…" Disse Amu tutto d'un fiato sospirando.

Ikuto la capiva. Dio, se la capiva… 

"Bè, non è poi così lunga la storia…" Disse lui, sorridendole. Con uno sguardo comprensivo.

"E, invece te?" Chiese lei. Amu era intuitiva. lo aveva già capito da tempo che Ikuto aveva avuto un passato simile al suo, o ,comunque, che si era trasferito da poco.

Era proprio una ragazza speciale. Diversa dalle altre. E di ciò, Ikuto Tsukiyomi se ne era già accorto.

"Invece io, cosa?" Immaginava cosa intendesse la ragazza, ma voleva capire quali erano le supposizioni di lei.

Lei sorrise, e iniziò a spiegargli le sue idee. "Probabilmente anche nella tua famiglia manca qualcuno, e non sei di certo di qui. Quindi ti dovresti essere trasferito da più o meno un anno, o giù di lì… comunque, all'inizio della scuola c'eri già sicuramente." Si girò verso di lui sorridendogli. 

"Come hai…?" Chiese lui, sbigottito. Lei ridacchiò. 

"Non è stato difficile… appena ti ho raccontato di mia madre non hai fatto domande. Le domande, o le condoglianze, spesso sono fatte da persone che non hanno vissuto in prima persona il trauma o la perdita. E poi, il tuo accento è diverso da quello dei nostri compagni. Molto più simile al mio. Dimostra che non sei di qui, ma bendò dal nord di Tokyo, da dove provengo io. " Disse alzando le spalle.

"E, come hai fatto a sapere che ero già qua all'inizio dell'anno?" Le chiese Ikuto.

"Bè, è facile. Punto Primo: sei uno dei primi ad aver parlato con me, la nuova ragazza. Ciò, dimostra in parte che hai vissuto la situazione. Punto Secondo: parli con i nostri compagni, ma non hai molta confidenza. Punto Terzo:…"

Si girò sorridendogli :" L'ho sentito bisbigliare dalle nostre compagne, mentre eri interrogato"

Lui ricambiò il sorriso.

"Allora? Io ti ho raccontato la mia storia: ora sta a te…" Disse lei. Guardandolo negli occhi… "Eh, si. Non è male!"

"Mio padre ha abbandonato me, mia madre e mia sorella quando avevo 7 anni, lasciandoci nei debiti fino al collo. E, come tuo padre, mia madre sta organizzando il matrimonio." Disse lui. "E, si. Vengo dal nord del Giappone"

Lei sorrise. "Abbiamo molte cose in comune…" pensò Amu. Quel ragazzo. Quel ragazzo che a malapena conosceva… Strano. Molto strano. Sorrise al pensiero.

"Forse è meglio tornare in classe. Tra poco ricomincerà la lezione…" iniziò lei. 

"Giusto" Ikuto si alzò e salì più in alto nell'albero.

"Che fai?!" Chiese lei, sconvolta.

"Torno in classe… vieni con me, o preferisci rimanere qui?" Chiese lui, inarcando un sopracciglio non capendo a cosa era dovuta la reazione della ragazza. "No… cioè, si… adesso arrivo" Disse lei alzandosi e raggiungendolo.

Ikuto saltò dentro un'aula dalla finestra. Amu prima di saltare, guardò in basso. "Tu dici che se cado, mi spiaccico al suolo e mi devono organizzare un funerale, oppure sopravvivo e saltello fino in classe?" Chiese lei dubbiosa. Lui rise a crepapelle. "Eh, si! E' proprio una ragazza!" Pensò.

"Tu salta, poi ti prendo!" Le rispose lui. Amu avvampò. "Oddio… cioè… mi ritroverei tra le sue braccia… o mamma…" Un turbinio di pensieri le invase la mente… Non era di certo il momento di preoccuparsene! E questo l'aveva capito anche Amu.

Si avvicinò e saltò. Atterrò perfettamente, e Ikuto non ebbe il bisogno di aiutarla in gran modo… ma sta di fatto, che comunque appena scese Ikuto la strinse a se. Lei avvampò di colpo e si staccò immediatamente. 

"Ma che mi è preso?"  Pensò Ikuto arrossendo leggermente. 

"Allora sei qui…" Una voce. Una voce profonda… incuteva paura. Amu tremò…"Oddio…" Si preoccupò lei. 

Una ragazza dai capelli biondi la fulminò con lo sguardo. Era bella. Bella da mozzare il fiato, sicuramente. 

"IKUTO! Che ci fai con QUELLA ragazza, è?" Chiese la biondina urlando contro il ragazzo. "Ecco, lo sapevo. E' fidanzato!" pensò Amu tristemente.

"Senti Utau.." Provò a spiegare Ikuto. "'Cidenti a mia sorella!" Pensò lui.

Lei lo prese le trascinò fuori, strattonandolo per la camicia. Poi si voltò a guardare Amu.

"E tu, stupida bamboccia. Stai lontano dal MIO Ikuto!" Disse, sputando fiamme e fuoco.

"Guarda che ti stai sbagliando!" Disse Amu, sorpresa. Non aveva proprio voglia di litigare.

"Zitta, bambina!" 

Ora si. Aveva davvero voglia di litigare.

Amu corse verso la bionda e liberò dalla sua presa Ikuto, stupito di vedere quella reazione.

"Senti, biondina." Disse. "Io ho un nome, e ti invito ad usarlo." Finì, quasi sibilando.

"Abbassa i toni" Cercò di ribattere Utau. "Io non abbasso niente, finché tu non la smetti di trattarmi come una merda." Concluse Amu "Ecco, addio finezza…"  Pensò incavolata nera.

"Non me l'aspettavo…" Sussurrò Ikuto sorridendo. Nessuno aveva mai avuto il coraggio di parlare con quel tono a sua sorella. Amu s'incamminò superando Utau. Si fermò di scatto e si voltò a guardarla.

"Oh, aspetta. Mi presento. Sono Amu Hinamori. E non bambina, o Bamboccia. Sia chiaro" disse Amu, dolce come un angelo.

"Bamboccia." Sussurrò la Bionda. Amu alzò gli occhi al cielo. Le dava fastidio ammetterlo, ma il caratterizzo della bionda le piaceva.

"Cos'è, hai una memoria breve? Oh, ho capito. Soffri di Amnesia, per caso?" Sorrise beffarda Amu.

"Ah, sei anche spiritosa adesso, vero?" chiese Utau, fredda come il ghiaccio.

"Oh, io so essere molto spiritosa."  Sorrise alla ragazza, e tornò per la sua strada. "Certa gente è proprio fuori…" Pensò Amu.

Ikuto sorrise tra se e se. "Bè, non c'è che dire…" Sussurrò e s'incamminò nella direzione in cui era andata la ragazza. Utau lo prese per un braccio e lo tirò. "Non avrai intenzione di lasciarmi qui!" Gli disse.

"Senti, Utau. Mi sono proprio stancato della tua gelosia. Lo vuoi capire? Sei MIA SORELLA!" E concludendo così, strattonò il braccio e continuò per la sua strada.

Utau, indispettita gli voltò le spalle e se ne andò.

Entrato in classe Ikuto vide Amu seduta al banco immersa nei suoi pensieri. "Oh, 'Cidenti! Sarà la sua ragazza…?" Pensava la ragazza dai capelli rosa. "Taci Amu. E poi cosa te ne fregherebbe, tu ce l'hai già un ragazzo. E il suo nome è Ryan. Non Ikuto." Continuava. "Amu. Qui è il tuo cervello che parla. Conosci Ikuto a malapena da 3 ore. Ryan da quanto lo conosci?"Chiese una vocina nella sua testa "Una vita!" Si, però… "Rispose mentalmente lei "Din din! Risposta esatta! " (Possibile discutere con il proprio cervello? *mistero*) Amu rifletteva "Si, ma… cioè… bo, non lo so!" Disse ad alta voce, ma solo Ikuto, che era lì vicino la sentì.

"Che cosa non sai?" le chiese.

"Bè… tante cose…" Disse Amu vaga.

"Ti chiedo scusa per prima… Mia sorella è un po strana" Disse Ikuto. "Sua sorella?!" Gridò Amu dentro di se. "Evvai!" Pensò."Ma che evvai, ragazzina! Se Ryan leggesse i tuoi pensieri." Commentò il cervello. "Stai zitto e lasciami esultare un po. E poi voglio un po riflettere, quindi va via!" Rispose lei mentalmente. "Io SONO il tuo CERVELLO. Ora spiegami come faccio ad andarmene senza un trapianto!" (E' possibile fare un trapianto al cervello? *ancora mistero*). 

"Fa niente. Forse dovrei scusarmi anche io, mi sono alterata in fretta." Disse lei scuotendo la testa.

 

Amu stava uscendo da scuola in compagnia di Ikuto e di alcuno compagni di classe. Maschi. Faceva colpo in fretta. 

Ridacchiavano parlando del più e del meno, finché il cellulare nella tasca di Amu non vibrò. Lei lo tirò fuori e vide che c'era un messaggio.

Ryan.

Piccola, quando sono finite le lezioni chiamami. Mi manchi. Ti amo. :)

Questo era il messaggio. Amu sorrise. Il gruppetto di cinque ragazzi si fermò a guardarla, con aria interrogativa. 

"Scusate, è il mio ragazzo. Devo chiamarlo." Disse lei arrossendo un attimo.  I tre ragazzi la guardavano ammutoliti, con arie tristi, come se sperassero in una relazione amorosa con la ragazza. Ikuto invece era sprofondato in un turbinio d'emozioni. "No. Il ragazzo. Non può essere." Pensava. "Ma dai! La conosco da 6 ore e già…" Poi alzò lo sguardo e la vide. Era bellissima. Doveva ammetterlo.

"Ho un'idea. Mentre tu chiami …?" Disse uno dei ragazzi, Usui.

"Ryan" disse lei.

"Ryan, noi andiamo a prendere un gelato. Vi va?" Chiese e tutti acconsentirono. 

Ora Amu doveva chiamarlo. Si sedette su una panchina.

"Che gelato vuoi?" Chiese Ikuto.

"Mmm… cioccolato!" Disse lei convinta e sorridente. Lui rispose al sorriso e s'incamminò.

"Squilla…" Disse Amu, con il cellulare all'orecchio.

"Amu!" Sentì dall'altro lato del telefono.

"Ryan! Come stai?" Chiese lei allegra.

"Bene! Mi manchi da morire. Te, invece? Come va nella nuova scuola?" Chiese lui.

"Io sto bene… non è poi così dura come pensavo. Poi ho già fatto nuove amicizie!" 

"Davvero? Sono felice pe…" non finì la frase interrotto da Ikuto.

"Amu, ecco il gelato." Poi si accorse che lei era ancora al telefono. "Scusa!" Sussurrò. Amu sorrise come per perdonarlo.

"Chi era quello?" Si sentì dall'altra parte del telefono. La gelosia di Ryan era davvero stressante per Amu.

"Tranquillo Ryan, era un mio compagno di classe!" Disse lei scuotendo la testa rassegnata.

"Perché esci con lui?" Risposta burbera. "Odio quando fa così" Pensò lei.

"Ryan. Sto andando a casa!!" Rispose lei alzando il timbro di voce.

"Con QUELLO?" 

"Senti Ryan, non ho voglia di litigare al telefono con te per una sciocchezza. Ne riparliamo più tardi. Ti chiamo stasera." Disse lei chiudendogli il telefono in faccia.

Sempre così. Mai una volta che lui non le facesse saltare i nervi. Sbuffò.

"E' sempre così…?" Cominciò a chiederle Ikuto.

"Assillante? Stressante? Eccessivamente ossessivo? SI." Disse lei sbuffando ancora più forte. Prese il gelato dalle mani di Ikuto.

"Stavo per dire geloso, ma…" Si girò verso di lei sorridendo. Amu ricambiò il sorriso.

Arrivarono anche gli altri ragazzi, che si sedettero nel prato.

"Come è andata?" Chiese un ragazzo biondo, Akito.

"Mbah. Potrebbe essere andata meglio!" Sbuffò iniziando a mangiare il gelato.

La compagnia rise vedendo Amu alzare gli occhi al cielo. La gente che passava guardava con curiosità il gruppetto formato da quattro ragazzi e una ragazza che stavano spaparanzati sulle panchine e per terra.

"E ora che si fa? Sono già le quattro." Chiese ad un tratto un moro, Ryou.

"Le quattro?!" Disse Amu saltando in piedi. "E' meglio che vada! Ci vediamo domani a scuola!" Disse salutando con un cenno i nuovi amici. E Ikuto. Corse via sotto lo sguardo stranito dei ragazzi che scoppiarono a ridere. 

"Certo che è proprio un bel tipo!" Esclamò Usui, ridacchiando.

Amu correva talmente veloce che se avesse fatto una curva vicino ad un albero, si sarebbe di sicuro schiantata su di esso.

"'Cidenti! Mi sono dimenticata di prendere Ami!" 



When I saw you over there, 
I didn't mean to stare, 
But my mind was everywhere, 
I wanna know you!

Gonna guess that you're the kind, 
to say what's on your mind, 
But you listen when I have something to show you. 

There's a mark above your eye, 
You got it in July...
You're fighting for your sister's reputation .

You remember people's names 
Valentines are lame .
So I bring you flowers just for no occasion!

I wanna know you! 

I wanna go there, where you go.
I wanna find out what you know. 
And maybe someday down the road, 
I'll sit back and say to my self, 'yeah I thought so'!

You smile, never shout. 
You stand out in a crowd.
You make the best of every situation.

Correct me if I'm wrong, 
You're fragile and you're strong:
a beautiful and perfect combination!

I wanna know you 

I wanna go there, where you go. 
I wanna find out what you know .
And maybe someday down the road, 
I'll sit back and say to my self ...

I like how you are with me 
In our future history! 
And someday down the road,
I'll sit back and say to my self, 'Yeah, I thought so' !

I thought so

David Archuleta- I Wanna Know You

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** She's So Gone. ***


"Ami! Sono qui!" Gridò Amu all'uscita della Scuola Elementare. 

Le corse incontro una bambina di sei anni appena compiuti. 

"Shorellona!" (Non mi è venuto niente di meglio per far capire che è una bambina xD) Disse e le saltò in braccio, rischiando di fare cadere la ragazza dai capelli rosa.

"Ami! Tutto bene?" Rispose lei ridacchiando. La fece scendere e prese la sua cartella in una mano, l'altra era occupata da quella della bimba.

"Shi! Oggi ho conoshiuto Mishaki. E' con me in classhe!" Disse tutta soddisfatta.

"E Misaki è simpatica?"

"Molto simpatica!"

"Anche io ho conosciuto dei nuovi compagni" Sorrise la ragazza.

 

"Amu! Ami! Sono a casa!" Una voce che veniva dal salotto interruppe i pensieri di Amu che stava finendo i compiti.

Corse giù dalle scale a seguito della sorellina. 

"Papà! Sei tornato!" Disse la maggiore sorridendo.

"Ciao Papà!" La piccola gli saltò in braccio… doveva essere un'abitudine.

"Come è andata a scuola, Ami?" Chiese l'uomo.

"Benisshimo!" Rispose lei contenta e lo trascinò verso il tavolo dove c'era un ammasso di matite e fogli. Chiaramente stava facendo i compiti…

"Senti, papà. Mentre tu ascolti Ami, vado a finire un esercizio di algebra" Disse Amu salendo su per scale.

"Certo. Ah, Amu. Dopo ti devo parlare." Disse lui.

"Va bene." 

Era felice. Amu era felice di vedere suo padre sorridere dopo molto tempo. Non conosceva la donna che lo aveva reso così felice dopo la morte della mamma. E Amu era contenta.

Il telefono vibrò.

Ryan.

"Pronto?" Chiese lei titubante. Non voleva un'altra sclerata.

"Amu!" Disse lui arrabbiato. Come non detto.

"Ryan… senti, non ho per niente voglia di discutere con te. Oggi pomeriggio tornavo a casa con alcuni compagni di classe e ci siamo fermati a prendere un gelato. Eravamo in cinque!" Disse.

"Ok… ma ho bisogno di parlare faccia a faccia con te. Stasera posso venire a casa tua? Solo per poco. Dobbiamo chiarire alcune cose." 

"D'accordo" Acconsentì Amu. Ultimamente fra quei due non andava bene. Per niente.

"Ciao."

Amu rispose ad un telefono muto.

Una lacrima le scese sul volto. Sapeva cosa Ryan voleva dirle, ma sperava con tutto il cuore di non ascoltare quelle parole.

Corse giù dalle scale asciugandosi gli occhi.

"Pà, cosa volevi dirmi?" Chiese.

"Senti. Stasera viene Souko. Voglio fartela conoscere. Vengono anche i suoi figli. Quindi vestiti elegante!"

"Della serie giacca e cravatta?" Chiese lei.

"Si. Corri a prepararti."

Ed eccolo li il dilemma. Che diavolo si doveva mettere? Amu buttò nel letto tutti i suoi vestiti per cerimonia importante. Tutti.. insomma, alla fine erano solo un paio. 

"Bene: ora si che sono indecisa…" Sospirò la ragazza. 

Corse in bagno pronta per la decisione finale. 

Indossò un abitino nero con striature rosate e un paio di scarpe col tacco nere. Raccolse i lunghi capelli rosa in un piccolo chignon e lasciò che qualche ciuffo di capelli si allontanasse dal gruppo. Un velo di trucco, e Amu uscì fuori dalla stanza.

Scese in soggiorno aspettando Ami, che poco prima l'aveva implorata di farle le treccine.

"Shorellona! Fai piano. Diventerò pelata!" La sgridò la piccola, dopo l'ennesima tirata di capelli.

"Scusa…ma mi stai facendo sudare così tanto che non ho più acqua nel corpo. Vedi? Non riesco neanche a sputare" Disse ridacchiando Amu.

In quel momento il campanello suonò. La ragazza dai capelli rosa si alzò mentre il padre andava ad aprire. Bourbon. Ecco cosa le serviva. Il caro e vecchio Bourbon. Aprì la credenza e sotto gli occhi divertiti della sorellina ne prese fuori una bottiglia e si versò da bere.

"Ciao Souko" Disse il padre dando un bacio sulla guancia alla biondissima donna davanti a lui. 

"Ciao! Conosci i miei figli Utau e Ikuto, vero?" 

Amu si voltò di scatto trovandosi davanti la visione più bella che avesse mai visto. Ikuto in giacca e cravatta era davanti a lei, ma non l'aveva ancora vista. Non riuscì a riprendersi e sputò il Bourbon mancando di poco la sorellina, facendo si che tutti la notassero.

"Alla fine l'ho sputato…" Disse rivolta alla sorella. Ami rise a crepapelle. "Sembra una di quelle scene che ci sono nei film americani… si, imbarazzante!" Pensò Amu.(Tratto da una storia vera*)

Quella sarebbe stata una serata davvero lunga. 

Ikuto la guardava divertito "Ecco, questa di certo non me l'aspettavo assolutamente!" Disse lui ridacchiando. Utau invece la guardava con odio. "Perché lei è qui?!" Pensò la bionda.

"Ikuto! Non è carino da parte tua ridere delle mie figuracce" Disse Amu ridendo. 

"Amu, mi sa che ci faremo l'abitudine.. " continuò. 

I genitori li guardavano perplessi. 

"Vi conoscete?" Chiese Souko a suo figlio.

Amu si avvicinò alla donna e le porse la mano.

"Buonasera. Io sono Amu, la figlia di Tsumugu e la compagna di banco di Ikuto!" Disse rivolgendole un caloroso sorriso.

"Piacere Amu. Che coincidenza!" 

"Già…" Disse Utau.

"Felice di rivederti, Utau…" Disse Amu sorridendo. "Non la sopporto, ma meglio essere gentili. Questa situazione ha cambiato tutto…"

Ami tirò la gonna di Amu che si girò a guardarla. Era rossissima in viso e tremava.

"Lei è la mia sorellina Ami. E' un po timida…" Detto questo le diede la mano e la spostò davanti a se. 

 

Drìn. (si, sarebbe il campanello…)

"No… no… no…" Pensava Amu. La cena si era appena conclusa e in salotto tutti si stavano godendo la serata.

Tsumugu fece per andare ad aprire la porta, ma fu interrotto dalla figlia.

"Papà, vado io. Probabilmente è Ryan…" Disse sospirando. Non accennava a volersi alzare.

Souko la guardò sorridendo.

"Il tuo ragazzo…?" Disse. Ma non sembrava propriamente una domanda.

"Si. E mi sa che è venuto a rompere con me…" Concluse la bella ragazza dai capelli rosa in un soffio. Un fremito percorse la schiena di Ikuto che senza pensarci due volte si alzò eseguì la ragazza diretta alla porta.

"E tu?" Chiese lei sorridendogli.

"Pensavo avessi bisogno d'aiuto nel caso di una scenata. Tranquilla, mi metto dietro la porta!" Disse ricambiando il sorriso, e sotto lo sguardo divertito della ragazza si volatilizzò dietro la porta.

Amu aprì la porta trovandosi davanti il bel biondino dagli occhi azzurri di cui si era innamorata l'anno prima.

"Ciao Ryan." Disse in un sussurro. 

Lui la guardò. 

"Niente bacio?" Le chiese con un mezzo sorriso.

"Spara. Evita. Sorvola." Disse Amu. "Cosa vuoi chiarire?" Lo disse in modo freddo. Ormai lo sapeva bene. Quella serata avrebbe cambiato tutto.

"Amu. Io ti amo davvero." Provò ad iniziare lui.

"Non dire cavolate, Ryan. Smettiamola una buona volta di fingere. Tutti e due." disse lei. Ikuto trattenne il respiro da dietro la porta. 

"Ormai la nostra relazione non ha più senso. Tu abiti dall'altra parte della città e fra poco tornerai in America. Io resterò qui. E poi sappiamo bene le voci che girano. E sappiamo anche quanto queste fossero vere." Disse lei. Una lacrima scese da suo volto. Ebbene si. Ryan l'aveva tradita qualche mese prima. Con la sua migliore amica. Avevano deciso di andare avanti come se non fosse successo. Lei lo aveva perdonato, ma non aveva dimenticato.

"Quindi è finita?" Chiese lui.

"Tu che ne pensi?" 

"Non si risponde ad una domanda con un'altra." Disse lui, sorridendole.

"Vattene da qui." Disse lei in un sussurro. Ryan non si aspettava una reazione del genere, poco ma sicuro. Reagì male.

"Ora mi cacci anche?"

"Si. Tu mi hai tradita Ryan. Io non posso più andare avanti così, fingendo che non sia successo niente" Ikuto tremò dalla rabbia. Provava disgusto verso quel ragazzo.

"Ma…" provò a dire lui, ma la rabbia prese il posto. "E così tu lasci me?!"

"Si. Sai, la ragazza che conoscevi non c'è più.Va via." Urlò Amu.

Lui scoppiò in una risata sonora. "Basta, ora ne ho abbastanza." Pensò Ikuto. Uscì dal nascondiglio e si mise dietro ad Amu appoggiando le mani sulle sue spalle.

"E tu, sei?" Chiese Ryan.

"Non l'hai sentita, forse. Vai via." Disse soffiando. Lo guardò con un odio che neanche sapeva di possedere. 

"Oh, ho capito chi sei." E scoppiò in una risata sonora. "Scommetto che ti diverti, vero? Piccola vendetta insomma. Io ho tradito te, tu tradisci me" Disse, rivolto verso la ragazza. Intanto tutta e due le famiglie che erano in casa uscirono in giardino,attirate dall'urlo della ragazza, osservando la scena. Tsumugu stava per intervenire ma fu fermato da Souko "Se la cavano da soli." Disse, rivolta al futuro marito. 

"Non ti ho mai tradito. Ti amavo. E tu sei andato a letto con quella…" Le parole si soffocarono in gola. Akira. La sua migliore amica. Dio, le aveva mentito spudoratamente per tutto il tempo.

"Si, certo. Vuoi dirmi che non te la sei spassata con quello lì, vero?" Dopo aver indicato con un cenno del mento Ikuto, Ryan voltò le spalle e si diresse verso il cancello. " Ah, mi sono dimenticato di dirti. La tua cara amica Yuuki è incinta. Non ci fai gli auguri?" Le chiese girandosi. 

"Wow… anche Yuuki…" Disse lei sospirando. Anche Yuuki. "Probabilmente non ero abbastanza per te." Disse.

"Tu non sei molto divertente, Amu. Mentre loro…"

Amu non poteva sopportare oltre. Corse verso Ryan staccandosi dalla presa di Ikuto. " Felicitazioni. Auguri e figli maschi. Ah sai, sei davvero un bugiardo, egoista, stronzo manipolatore. Vattene immediatamente da questa città, o ti darò la caccia e ti ucciderò con queste mani" E detto questo diede uno schiaffo al suo nuovo ex-ragazzo.

"Brutta…" 

Ikuto si avvicinò velocemente e prendendo Amu per un braccio la trascinò dietro di se. "Vai in casa." Le disse. Lei annui, correndo verso il padre preoccupato.

"E tu, che vorresti fare?" Chiese Ryan all'altro ragazzo.

"Sai cosa mi piace dei bastardi come te?" Chiese Ikuto. Immediatamente un pugno colpì il volto di Ryan sotto lo sguardo stupito dei presenti. "Niente." 

 


Insecure
In her skin
Like a puppet, a girl on a string

Broke away
Learned to fly
If you want her back gotta let her shine

So it looks like the joke’s on you
‘Cause the girl that you thought you knew

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone

Here I am
This is me
And I’m stronger than you ever thought I’d be

Are you shocked?
Are you mad?
That you’re missing out on who I really am

Now it looks like the joke’s on you
‘Cause the girl that you thought you knew

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone away
Like history
She’s so gone
Baby, this is me, yeah

She’s so gone
That’s so over now
She’s so gone
You won’t find her around
You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone
(That’s so over now)
She’s so gone
(You won’t find her around)

You can look but you won’t see
The girl I used to be
‘Cause she’s
She’s so gone

So alone
She’s so gone
Gone, gone, gone

Naomi Scott- She's so gone

 


*Ebbene si...per chi lo volesse sapere la storia è questa: 
centro comerciale, con una mia carissima amica (sono stata OBBLIGATA a scriverlo... nda. Ammetti che mi vuoi bene *.* nd.Fcattola... PS-L'ha voluto lei quel nome o.o nda.). Usciamo sotto il sole rovente di metà Luglio (almeno credo fosse Luglio.... nda.). Prendo la bottiglietta d'acqua, comprata poco prima e quasi finita... Guardo Ficattola (Che cavolo di nome è? nda. Fatti gli affaracci tuoi! nd.Fi) e le sorrido:"Aspetta: voglio fare come in quei film Americani." Mi guarda sconvolta, mentre sputo l'acqua a mo' di fontanella. E questo non basta: ben tre volte per farne venire una decente...
E, OVVIAMENTE, Ficattola trova un modo per divertirsi: giocoliere con UNA bottiglia... che ogni 10 secondi, ripetutamente, si trova per terra. E, si. Ebbene, cara la mia Fi ti ho reso famosa. Eh, evvai! No.

Questa è la cosa più demenziale che io abbia mai scritto.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Wherever I Go. ***


 

"No, certo. Tradirmi con la mia migliore amica non era abbastanza. Mettere incinta l'altra era ancora meglio!" Sbraitò Amu, salendo le scale.

"Amu, per favore,  vieni giù…" l'implorò il padre, maledicendo il biondo testa d'uovo.

"No!" Gridò lei sbattendo la porta della camera e buttandosi sul letto in lacrime. Lo sapeva com'era fatto Ryan, eppure si era innamorata di lui e l'aveva perdonato. "Stupida, stupida, stupida!" Pensò.

"Amu…?" Ikuto bussava alla porta già da un pezzo, senza sentire risposta. "Senti, io entro a questo punto!" Disse spazientito.

Lei sbottò in piedi. "No! Tu non entrerai in camera mia, alieno pervertito!"

"Alieno pervertito?" Chiese lui, alzando un sopracciglio."E perché adesso ho questo soprannome? Se posso saperlo, ovviamente." Disse lui. 

"Non è un soprannome, è un insulto!" Disse lei mugugnando davanti alla porta indecisa se aprigli o no.

"Ah, bè, grazie! Non capisco a cosa sono dovute queste tue particolari attenzioni, ma ora mi lasci entrare?"

"No!" E si buttò nuovamente nel letto.

Ikuto aprì la porta sbuffando. "Sai dire si, qualche volta?!"

"No!"

"Divertente…" Detto ciò Ikuto si sedette sul letto, accanto alla ragazza stesa in lacrime. "Non capisco come hai fatto ad innamorarti di un idiota del genere…" sussurrò.

"Non lo ricordo neanche. Forse, perché con me si è sempre comportato gentilmente…almeno, finché non ho scoperto le sue scappatelle…" Amu ridacchiò tra le lacrime.

"Sai, non sembri così dispiaciuta… nonostante le lacrime…"

"E' già da un mese che mi aspettavo la rottura. Se non facevo io il primo passo, l'avrebbe fatto lui, quindi… e poi, per me la fine è stata quando ho scoperto che…" Un singhiozzo e una lacrima interruppero la sua spiegazione.

Ikuto le accarezzò i capelli. "Non ne vale la pena, per quello…" Poi si interruppe "Sai, non mi vengono abbastanza insulti per offendere quel…. vedi? Di nuovo!" Amu ridacchiò.

Oh, in realtà molti insulti per quel insignificante essere che aveva fatto soffrire la ragazza gli passavano per la testa, ma non ce n'era uno abbastanza adatto per descriverlo. Eh, no. Bastardo infame traditore non era abbastanza. 

"Oh, a me, invece ne vengono davvero tanti, ma evito di dirli…. se Ami li sentisse…" 

"Meglio non rischiare, in effetti. Torniamo di sotto con gli altri? Tuo padre inizia a sclerale."

"No. Lasciamolo sclerale ancora un po. Non sono psicologicamente pronta ad affrontare le sue domande." Poi si voltò verso Ikuto. "Tu stai bene?" Fece un segno verso la mano che aveva colpito il volto di Ryan.

"Si, sto bene. Mi dispiace solo che non abbia reagito." Disse.

"Cos'è, avevi voglia di una scazzottata?" Chiese lei, curiosa.

"Più che altro avevo voglia di farla pagare a quel galletto presuntuoso…" e le rivolse un sorriso. Amu guardò da un'altra parte, evitando di fargli vedere che era arrossita. "Si preoccupa per me…" Pensò. "E certo, da bravo futuro fratello si preoccupa!" "Di nuovo te?" Pensò. "Sono il tuo cervello, non pensi che sia leggermente strano che tu continui a parlarmi?" "Tecnicamente, hai iniziato te…" Concluse la ragazza. (E io ritorno alla prima domanda: possibile parlare con il proprio cervello? o.o)

"Ti rendi conto che fra qualche giorno diventeremo fratellastri?" Chiese improvvisamente lei. Non ci aveva pensato ancora seriamente. Insomma, cambia scuola, incontra un ragazzo nuovo che le sta simpatico, e scopre che diventerà suo "fratello"… alla faccia delle coincidenze! 

"In effetti… chi se lo sarebbe aspettato" Sospirò lui. Quella ragazza, che gli era piaciuta sin dall'inizio sarebbe diventata sua… ehm… sorella? Bè, strana come cosa… 

Nessuno dei due si sarebbe aspettata una cosa del genere. Entro pochi giorni i ore genitori si sarebbero sposati, e avrebbero vissuto tutti assieme. Amu, Ikuto, Ami, Utau… Utau. Questo nome fece riflettere Amu. L'aveva già sentito da qualche parte.

"Ikuto, qual'è il cognome di tua madre?" Chiese.

"Hoshina, perché?" 

Amu balzò in piedi, sotto lo sguardo sconvolto di Ikuto, che ci mise poco a capire il perché ed iniziò a ridere.

"Tua sorella è la cantante Utau Hoshina! E io le ho praticamente gridato in faccia! Ecco perché la sua faccia mi ricordava qualcosa! Ami ha i suoi poster attaccati in camera…" gridò Amu.

"Ce ne hai messo per capirlo…" Disse lui ridacchiando.

"E' una cosa seria Ikuto! Io praticamente… oh, mamma" E si sedette sul letto con la testa che le girava parecchio. "Utau… Hoshina…Utau Hoshina… la sorella di Ikuto… la mia futura sorellastra…ma stiamo scherzando?!

 

"Amu, senti, non ho intenzione di fare tardi al mio matrimonio!" Gridò suo padre dal salotto.

"Si, arrivo! Tanto mica devi andare in chiesa per il secondo matrimonio, quindi non c'è fretta!" Amu scese le scale di corsa con un abito azzurro senza spalline, che le arrivava fin sopra le ginocchia, e con delle ballerine nere.

"Vuoi sempre aver l'ultima parola." Disse Tsumugu sbuffando e uscendo dalla porta.

"Certo"  Borbottò lei. 

"Amu, mi fai la treccia?" Chiese Ami.

"Si, va bene"

"E mi parli della mamma? Perché non c'è più?" Concluse l'altra. La mamma. Come poteva dirle che era stata male dopo la nascita di Ami? 

"La mamma era bellissima. Sempre allegra e sorridente. Non si arrabbiava mai…"

"Come te?"Chiese la piccola.

"Penso di si… ma lei era più buon e generosa. Ami, a volte le persone fanno di tutto pur di dare alla luce dei bambini. La mamma è una di queste persone. Pur sapendo di stare male, ti ha fatto nascere."

"E' colpa mia she la mamma è mota?"Chiese la bimba in lacrime.

"No, non devi pensare assolutamente questo! La mamma ti voleva bene. Ti vuole bene. Purtroppo, era sempre molto malata, e dopo che sono nata io è stata anche peggio. Quando sei nata te, non ce l'ha fatta. Ma non è colpa tua, ne mia!"

"Perché allora, ci ha fatto nashcere?" Chiese smettendo di piangere.

"Lei ci voleva bene. Ci ha dato la vita per amore. Non devi sentirti in colpa, capito?" Disse Amu nel modo più dolce possibile, accarezzandole il viso. "Ora dobbiamo andare, perché ci aspetta papà…"

"E papà? Perché shi rishposa? Non è giushto" 

"Ami, papà ha tutto il diritto di essere di nuovo felice! Così come ne abbiamo il diritto noi. Souko lo ama, e lui è felice. Dobbiamo rispettare la sua scelta, ok? La mamma l'avrebbe voluto." Disse Amu, prendendola per la mano dopo aver concluso la treccia.

"Ma ora lei non c'è più… e…"

"Ami, lei è sempre con noi. Ovunque andremo. Adesso siamo qui, ed è probabile che ogni cosa cambierà in futuro, ma dobbiamo sapere che lei ci sarà nei nostri cuori, d'accordo?"

 

"Ne, Amu. Come va?" La ragazza si voltò a guardare il bel ragazzo in smoking accanto a lei. La cerimonia, se si può definire così il contratto firmato che dichiarava il matrimonio tra Tsumugu e Souko, era appena terminato. Ora le due famiglie erano una sola, e si trovavano nel giardinetto a festeggiare con altri invitati.

"Oh, Ikuto. Bene, te?"  Rispose lei sorridente. "Lo smoking gli dona parecchio…" Pensò arrossendo lievemente. "Ma che diamine?! Ora è il mio fratellastro… più o meno, quindi cosa vado a pensare?!" Pensieri che combaciavano con quelli di Ikuto mentre guardava la ragazza.

"Bene, dai. Hai visto Utau?" 

"Si, è andata con Ami a fare un giro nel parco. Che dici, le raggiungiamo?" Chiese lei.

"Perfetto. Anche perché sono stanco di persone che non conosco che si fermano a parlarmi…" Disse lui, camminandole accanto.

"Devi adottare la tecnica Sorridi e Annuisci. E' molto efficace, sai? E' tutta la mattina che vado avanti in quel modo…" 

"Probabilmente è l'unico metodo che funziona!" 

Si allontanarono dall'ammasso di gente intenta a chiacchierare con i novelli sposi, finché non videro Ami e Utau su un'altalena.

"Ecco, dove eravate finite!" Disse Ikuto.

"Shiamo quiiiiiiiii" Urlò Ami buttandosi tra le braccia della sorella, facendola cadere a terra.

"Ami! Attenta, uragano!" disse Amu ridendo. 

Si alzò e si rivolse alla ragazza bionda. Le due non avevano praticamente più parlato dalla serata a casa sua, se non per qualche saluto gelido nei corridoi scolastici.

"Utau, possiamo fare un giro. Ho bisogno di parlarti" Dovevano chiarire la situazione per il bene della famiglia. 

"Si, va bene." E lasciarono i reciproci fratelli li a chiacchierare da soli.

Nessuna delle due osava parlare. Era una situazione piuttosto imbarazzante. Amu fece un respiro profondo e parlò.

"Utau… so che noi non abbiamo avuto un buon inizio, però dobbiamo tentare di andar d'accordo, per la famiglia." Iniziò Amu.

"Si, hai ragione. Mi sono comportata… male…" Disse lei, voltandosi dall'altra parte, tentando di mettere da parte l'orgoglio.

"Lo stesso io. Mi dispiace…" 

"Anche a me. Allora… ehm, amiche?" Chiese Utau, porgendole la mano.

"Amiche." Disse Amu, stringendola. 

"Però, non troppo!" Concluse Utau, sorridendole.

"In che senso?" 

"Ikuto è mio! E non ti permetterò di rubarmelo!" Disse Utau tutta contenta. "Ecco, lo sapevo!" Pensò Amu.

"Utau, a me non piace Ikuto…" Tentò di giustificarsi Amu, anche se sotto sotto era una balla bella e buona. "E… ti rendi conto che siete fratelli?" 

"Si… " Disse lei sospirando. "Non si può fare, nè?"

"Certo che non si può fare!" Disse Amu, colpendosi la fronte con la mano. "Ma tanto non mi ascolterai e farai di testa tua, giusto?" Chiese, e si volò a guardarla.

"Mi conosci, Amu." 

 


Here we are now
Everything is about to change
We face tomorrow as we say goodbye to yesterday
A chapter ending but the stories only just begun
A page is turning for everyone

 

So I’m moving on
Letting go
Holding on to tomorrow
I’ve always got the memories while I’m finding out who I’m gonna be...
We might be apart but I hope you always know:
You’ll be with me wherever I go.

Wherever I go...

 

So excited I can barely even catch my breath
We have each other to lean on for the road ahead
This happy ending is the start of all our dreams
And I know your heart is with me

 

So I’m moving on
Letting go
Holding on to tomorrow
I’ve always got the memories while I’m finding out who I’m gonna be...
We might be apart but I hope you always know:
You’ll be with me wherever I go.

 

Its time to show the world we’ve got something to say!
A song to sing out loud we’ll never fade away...
I know I’ll miss you but we’ll meet again someday,
We’ll never fade away!

 

So I’m moving on
Letting go
Holding on to tomorrow
I’ve always got the memories while I’m finding out who I’m gonna be...
We might be apart but I hope you always know:
You’ll be with me wherever I go.

 

So I’m moving on
Letting go
Holding on to tomorrow
I’ve always got the memories while I’m finding out who I’m gonna be...
We might be apart but I hope you always know:
You’ll be with me wherever I go.

 

Wherever I, Wherever I go...

Emily Osment ft Miley Cyrus- Wherever I Go


 


 

Continua...

 

Ok, lo so che è corto, ma non sapevo davvero come continuare questo capitolo xD

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** I Miss You. ***


AMU-

 

"Ikuto, hai voglia di darmi una mano o preferisci startene lì spaparanzato sul divano?!"  Dio, non lo sopporto quando fa così! E' tutto il giorno che non si muove da quel divano lasciando in mano a ME gli scatoloni.

"No, grazie per l'offerta, ma sto così bene qui…" mi dice con la solita aria strafottente.Ci siamo appena trasferiti nella nuova casa. Gigante, tra l'altro…mi chiedo ancora dove abbiano trovato i soldi i nostri genitori per comprarla. Bè, dato che guadagnano parecchio… 

"Ikuto, alzati e cammina! Veloce!" Gli dico. Sto per perdere la pazienza. Non sapevo che potesse essere così, così… irritante. Assolutamente irritante.

"Mamma mia quanto urli!" Calma Amu. Respira… conta fino a dieci. Uno, due, tre, quattro "Adesso mi alzo… aspetta che finisca il programma…!" Cinque, sei, sette, otto, nove "Sai, dovresti rilassarti anche tu di tanto in tanto!" 

"IKUTO!" Sbotto. Sul serio, viviamo assieme ormai da un mese e già non lo sopporto più. Strano, e dire che lo trovavo simpatico e gentile. "Ti sembra il caso di lasciarmi fare tutto da sola, solo perché gli altri sono fuori casa?" 

"Arrivo capitano." Si alza rassegnato. Gli passo uno scatolone con scritto fragile davanti. Giuro che se lo fa cadere… "Oh… ora cade!" Mi dice muovendo pericolosamente il pacco.

"Stupido" dico, e si mette a ridere. Mamma mia, sembra ci provi gusto a farmi saltare i nervi. Trova sempre il modo per farmi innervosire all'ennesima potenza. Gli giro le spalle e corro verso la porta prendendo in mano un altro pacco. Accidenti, questo è più pesante dell'altro. In men che non si dica mi ritrovo a terra a fissare con aria di sfida lo scatolone. Ikuto, attirato dal rumore si avvicina a me.

"Che frana…" Dice tendendomi la mano per farmi alzare. Non ho voglia di controbattere, anche perché ha ragione. Però non ho la minima intenzione di alzarmi. Continuo a fissare allibita lo scatolone. "Amu?" mi chiede Ikuto. "Che stai facendo?" 

"Come se non si vedesse. Osservo quella scatola infame." dico arrabbiata. No, inizio a pensare di non essere normale.

Ikuto ride. Si, evidentemente i suoi pensieri vanno a braccetto con i miei.

"Ti do una mano" Proviamo a sollevare lo scatolone. "Ma che diamine c'hanno messo dentro?!" Sbraita lui. Non reggiamo, di nuovo, e cadiamo a terra come sacchi di patate. Scoppio a ridere.

"Il forte Ikuto messo al tappeto da una scatola…" Non riesco a fermare le risate. 

"Emh… era una battuta?" Mi chiede scocciato.

"No, era una constatazione." Ribatto.

Guardo lo scatolone.

"Senti, e se lo apriamo e lo svuotiamo? Di certo facciamo prima!" propongo. Lui accetta e iniziamo a guardarci dentro. Un oggetto più grande occupa tutta la scatola. Lo riconosco dalla forma della custodia. E' un violino.

"E questo?" Chiedo. Poi guardo Ikuto che sorride. "E' tuo?" Continuo osservandolo, sorridendo a mia volta.

"No. Era di mío padre." Mi dice sospirando.

"Sai suonarlo?"

"Si…" Risponde. Ecco, è anche bravo a suonare il violino! Mi chiedo se c'è qualcosa in cui non è bravo! 'Cidenti! E' la perfezione fatta a persona, e non parlo solo dell'aspetto fisico.

"Suoneresti un pezzo per me?" Gli chiedo.

"Nah…" risponde. Mi guarda e scoppia a ridere.

"Ma che fai, mi prendi in giro?!" Sbotto, di nuovo. "Ah, Ikuto! Sei… sei incredibile! E non è un complimento!" 

"Ma quando mai tu mi fai complimenti?" Prendo un cuscino dal divano e glielo lancio in faccia.

"Ecco, così la smetti di parlare!" Sbuffo. Lo guardo con la faccia sconvolta e rido.  "E se ti chiedessi per favore? Daiiiiii" Tento con la tecnica degli occhioni dolci.

"Oh…." Mi guarda "Utau è più brava a fare gli occhi da cerbiatta!" mi dice e si gira, frugando nella scatola. Rinuncio… tanto l'ha sempre vinta lui.

"Amu…" Dice. Mi volto a guardare ciò che tiene in mano. Una foto. Una foto che ricordo bene. Una foto che ritrae una donna con in braccio una bambina dai capelli rosa. Una lacrima mi riga il volto, ma sono troppo presa dai ricordo per asciugarla. Ci pensa la mano di Ikuto a farlo al posto mio. Chiudo gli occhi cercando di riprendermi. "E' tua madre?" Mi chiede. Annuisco. 

"Le assomigli parecchio, sai?" Mi dice. Riguardo la foto. Era vero. Gli stessi occhi e gli stessi capelli lunghi e lisci. 

"Mi manca…" Dico. Non riesco a trattenere le lacrime. Scoppio. Le avevo trattenute per troppo tempo e ora non riesco più a fermarle. Le braccia di Ikuto mi stringono al suo petto. Non ho la forza per guardarlo in faccia. 

"Lo so…" Mi dice appoggiando il suo mento sulla mia fronte. "Non essere triste." Si stacca da me e mi prende il volto fra le mani. Giuro di star per scoppiare. Il cuore batte a mille. Ecco, ora muoio sul colpo. Si avvicina al mio viso. Tum. TumTum. Tum. TumTum. Tum.TumTum.  

Il rumore dei battiti del mio cuore è interrotto da un rumore più forte: il mio stomaco necessita di cibo. Ecco, come rovinare un momento romantico! 

Ikuto mi lascia il volto, e io mi guardo la pancia sconvolta.

"Ehm… a quanto pare ho fame." Dico.

"Cosa te lo ha fatto capire?" Mi chiede lui ridacchiando. Si alza e va verso il telefono mentre io continuo a rovistare nel pacco, mettendo da parte la foto della mamma. 

Ripenso a ciò che è successo poco prima… Ikuto… ne sono certa… se non fosse stato per il mio maledetto stomaco mi avrebbe baciata. Oh mamma… 

 

Drìn  (Si, anche se non sembra è il campanello…)

"Amu, vai te?" Mi chiede Ikuto dal salotto. Sbuffo, prendo i soldi e corro alla porta.

"Ho le due pizze a nome Tsukiyomi…" mi dice un ragazzo con il cappello più buffo del mondo su cui è scritto "Il Re della Pizza". Trattengo a stento le risate. "Fanno $$" (Che fantasia…) 

"Si, ecco a lei…" Prendo le pizze e corro in salotto. Voglio raccontare ad Ikuto dell'omino con il cappello, ma prima di iniziare scoppio a ridere.

"Che c'è?" mi chiede.

Niente, lasciamo perdere… Provo a dire, ma mi esce un "N-Ni-niente Pfffh" E scoppio di nuovo.

"Ci rinuncio" Mi dice lui. Provo a ricompormi lentamente e appena ripresa mi siedo accanto a lui sul divano a gambe incrociate. Gli porgo la pizza e inizio a mangiare la mia.

"Rinunci a cosa?" 

"A tentare di capirti…" Mi dice scrollando le spalle. "Insomma, un momento prima sei felice, poi un momento dopo tutt'altro. Poi sbraiti e infine ricominci a ridere… Chi ti capisce è bravo!" Conclude. Non ha tutti i torti. Non mi capisco nemmeno io.

Provo a cambiare argomento.

"Quando tornano gli altri?" chiedo.

"Mia mamma e Tsumugu hanno detto di non aspettarli alzati, Ami è con loro… penso siano ad una cena con parenti o robe simili, Utau tornerà fra un paio d'ore più o meno."

"E dov'è andata?" Chiedo curiosa. Non mi sono ancora abituata al fatto che sia una star sempre piena di impegni. Ultimamente io e lei ci siamo avvicinate molto, strano vero? 

"Partecipa ad un Talk Show in diretta… così mi ha detto." 

Finiamo la pizza guardando la TV. Mi alzo e vado in camera mia dopo aver salutato Ikuto che mi ha rivolto un "Mamma mia, come i nonnetti vai a letto alle nove…" 

"Non ho intenzione di dormire!" Dico voltandomi a guardarlo. Mi osserva e mi fa un sorriso malizioso. "Non come pensi te! Maniaco alieno pervertito! Sempre a pensar male!" Grido e gli volto le spalle.

Una volta in camera mia mi cambio. Comoda. Un paio di pantaloncini corti e una maglietta con le spalline. Mi lego i capelli a coda di cavallo e mi metto le cuffie del' MP3 e mi siedo sul letto. Sono stanca. Era tutto il giorno che svuotavo pacchi con Ikuto. Anzi, da sola, dato che il signorino si era degnato di aiutarmi solo nell'ultima ora…sbuffo. Possibile che nonostante tutto mi senta attratta da lui?!

Sbuffo e ritorno in piedi. Chiudo la porta e alzo il volume. Ok, probabilmente sto impazzendo. Inizio a ballare su e giù per la stanza come un' idiota, ma almeno mi sento felice. Senza alcun motivo. Si, sono letteralmente impazzita, è ufficiale.

Mi lascio cadere sul letto, stremata da quel momento di pazzia. Nelle ultime scuole in molti mi prendevano per pazza o malata… forse per il mio cambio continuo di città. Una volta dissero anche che mi trasferivo così frequentemente perché ero una sottospecie di spia… giuro che se ci ripenso mi viene da ridere. Spia? Io? Sul serio? Ma non scherziamo! 

Chiudo gli occhi, trattenendo le lacrime, ma alcune mi rigano il volto. Avevo cambiato decine di scuole e non avevo mai avuto la possibilità di trovare un amico o una amica. Mai. L'unico che mi era restato vicino sempre era Ryan. Si, quell'idiota. Eppure lui c'era. Anche prima che ci mettessimo insieme. E poi c'era stata per un breve periodo lei. Akira. Ma l'aveva tradita… come aveva potuto?

Improvvisamente l'MP3 tace silenzioso, ma non ho voglia di aprire gli occhi e vedere che ha. Magari è scarico. Mi tolgo una cuffia, tanto che la tengo a fare se è andato? 

"Bu!" Balzo a sedere sul letto per il colpo di spavento. Mi guardo attorno e vedo Ikuto tranquillamente seduto sul mio letto che ridacchia.

"Razza di stupido! Mi hai fatto quasi prendere un infarto!" Dico, a dir poco furibonda.

"Hey, mica sono un maniaco! Carina la tua camera…" Mi guarda. Di nuovo il ghigno malizioso. Arrossisco inevitabilmente.

"E ti dichiari un non-maniaco?" Chiedo sbuffando, tornando a stendermi.

"Non-maniaco?"

"Cerca sul vocabolario!" Dico, continuando.

"Quale? Nel vocabolario delle parole inventate di Amu?" Chiede, stendendosi accanto a me.

"Si, esatto…" Mi volto a fissarlo "non ho detto che puoi salire sul letto!" Sbuffo, guardandolo negli occhi. Potrei morire in quel blu profondo… non riesco a respirare. Calma Amu, ricomponiti.

"Perché? Non mi vuoi?" Mi chiede, con la faccia da cucciolo (ok, la frase di Ikuto sembra solo a me un po ambigua, o no?).

Mi giro dall'altra parte sbuffando un no come risposta. Chiudo gli occhi, aspettando che esca dalla porta, anche se in cuor mio non lo desidero. Sento un soffio sulle mie spalle e tremo.

"Taci, Ikuto!" Balbetto.

"E' troppo divertente vederti arrabbiata!" 

Poi mi abbraccia. Accidenti, ora mi sento bollente. Che situazione. No, no, no, no Amu! Lui è IKUTO… non puoi, NO!

"Da quanto tempo sei qui?" Gli chiedo girandomi verso di lui.

"Bè, ho avuto il tempo di vederti ballare e canticchiare…" dice lui. "Dovresti chiudere meglio la porta, magari a chiave…" 

"Non ce ne sarebbe bisogno se in casa mia non ci fosse un alieno pervertito che entra in camera delle povere ragazze indifese" dico dolce come il miele. 

"Sarcastica!" 

"Molto…" Concludo. Sposto il mio sguardo verso il soffitto. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi a causa della paura di come mi fa sentire un suo sguardo.

"Perché stavi piangendo prima?" Mi chiede in un sussurro, forse per non ferirmi.

"Cosa? Ora ti importa di me?" Chiedo acida.

"A me importa… di te" Mi dice. L'ha detto…oh mamma. Ikuto ha detto che tiene a me… bè, non era proprio quella la frase, ma più o meno ci siamo. Il cuore batte a mille. Lo osservo. Oh cavolo… è arrossito?! E' ARROSSITO! 

"Perché stavi piangendo prima?" Mi ripete la domanda, probabilmente per fermare quel silenzio che si era creato.

"Perché?" Mi chiedo da sola. "Ikuto, tu hai un migliore amico, o una cosa del genere?" Chiedo. Oddio, ad un ragazzo poi. Ma se ci penso l'amicizia tra ragazzi è più semplice… si offendo a vicenda e non hanno bisogno di ti voglio bene per stare insieme.

"Non proprio… qualche amico ce l'ho, comunque…" 

"Io no. Insomma… non ho mai avuto un vero amico a cui confidare tutto. E questa cosa… mi fa impazzire. Non riuscire ad avere buoni rapporti con i compagni di classe poiché sai di dover partire il mese dopo averli conosciuti… è…"

"Terribile." Dice lui, terminando la mia frase. "Ma non hai mai avuto un'amica? Insomma, le ragazze ne hanno sempre una!" Disse lui.

"Un tempo c'era Akira… ma proprio migliori amiche no…" Dico. Mi volto di nuovo verso di lui, fingendo un sorriso che ben presto è sostituito da lacrime amare. Ikuto rafforza l'abbraccio stringendomi al suo petto, come quella mattina. Continuo a piangere per diverso tempo, inzuppando la sua maglietta bianca. Sono esausta, ma tento di tenere gli occhi aperti.

Lui mi sussurra all'orecchio "Dormi,non ti preoccupare" Ma sono tra le sue braccia, non posso essere preoccupata.

 


I miss you.
Miss you so bad...
I don't forget you,
Oh it's so sad.

I hope you can hear me.
I remember it clearly...
The day you slipped away,
Was the day i found.
It won't be the same

I didn't get around to kiss you
Goodbye on the hand
I wish that I could see you again
I know that I can't ooooooooooooh
I hope you can hear me
Cause I remember it clearly
The day you slipped away
Was the day i found
It won't be the same

I've had my wake up.
Won't you wake up...
I keep asking why,
And I can't take it.

It wasn't fake it.
It happened you passed by...
Now you're gone,
Now you're gone.

There you go
There you go

Somewhere I can't bring you back

Now you're gone
Now you're gone

There you go
There you go

Somewhere you're not coming back
The day you slipped away
Was the day i found
It won't be the same

The day you slipped away
Was the day i found
It won't be the same

I miss you.


Avril Lavigne- I Miss You/ Slipped Away

 

 

Continua…

In questo capitolo ho provato a modificare un poi tempi della narrazione. Penso che farò altri capitoli in cui racconteranno gli eventi in prima persona i due protagonisti. :3 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Womanizer. ***


AMU-

 

"E allora?" mi chiede lui stanco della discussione.

"E allora un bel niente! Come puoi lasciarmi qui?! Io ti amo!" Gli grido, con la faccia rigata dalle lacrime. 

"Noi… non possiamo stare insieme. Io non ti amo." Mi dice.

"Non andare. Ti prego" Si allontana da me, voltandomi le spalle. No, ti prego, non mi lasciare.

Non andare. Ti prego. Non andare, Ikuto! 

 

"Ikuto!" Mi sveglio, ansimando. Che razza di sogno…? Sono seduta sul letto. Ikuto accanto a me dorme ancora. Che ci fa qui? Che si sia addormentato con me? (Noooo, cosa te lo fa pensare? -.-")

"Sei rimasto con me…" Sussurro avvicinandomi, tentando di non svegliarlo. Gli accarezzo i capelli. Sembra così indifeso mentre dorme. "Grazie." Concludo, dandogli un bacio sulla guancia. Arrossisco e mi volto dall'altra parte. Come mi è saltato in mente? Mbah, almeno dorme! 

"Prego!" Sento. Lo guardo di nuovo, con occhi spalancati. Un sorriso divertito e al contempo malizioso gli è stampato in faccia.

"Tu eri sveglio!" Balzo in piedi, scendendo dal letto. 

"Già!" Mi dice lui soddisfatto.

"Razza di alieno pervertito!" Sbotto, triangoli un cuscino in faccia, facendolo cadere dal letto di conseguenza. Ma lui non rinuncia. e' già in piedi di nuovo.

"Sai, dovresti rinnovare i tuoi insulti. Alieno pervertito non fa più effetto!" Dice, sempre con quel sorriso ebete stampato in faccia.

"Esci immediatamente da qui, babbuino!" Gli dico, spingendolo verso la porta.

"Babbuino?" Mi chiede divertito, opponendosi alle mie spinte. 

"Non mi è venuto niente di meglio, 'key?!" Sbuffo, buttandolo fuori dalla camera e chiudendogli la porta in faccia. 

"Hai poca fantasia!" Sento dire da dietro la porta.

Sorrido tra me me. Quel ragazzo era davvero capace di farmi saltare i nervi, eppure… Guardo l'orologio. Manca mezz'ora alle 8… La scuola! 'Cidenti!  Mi ero dimenticata! 

Mi vesto in fretta e furia, lasciando i capelli sciolti poiché sono troppo i ritardo per metterli in ordine in una bella coda di cavallo. Corro in bagno e scendo le scale. Ikuto sta aprendo la porta, probabilmente è anche lui in ritardo, e sotto il suo sguardo stupito mi fiondo fuori passandogli davanti.

"Amu! Non fai colazione?" Sento Souko che mi urla da dentro casa.

"No! Ciao!" Grido mentre cammino verso scuola. Ikuto mi raggiunge. 

"Che ore sono? Dov'è Utau? Perché non ho messo la sveglia? Perché non l'hai messa te? Perché non ci hanno svegliato?"  Lo riempio di tutte queste domande.

"Frena Flash. Calma!" Mi dice, poi tira fuori il cellulare dalla tasca. Il cellulare! Mi sono dimenticata! 'Cidenti, di nuovo. "Sono le 8 meno dieci.  Utau era già uscita. Eravamo troppo stanchi per preoccuparci della sveglia e…" Non conclude la frase.

"Ehm, la mia stanchezza è giustificata, ma la tua no, dato che non hai fatto niente ieri!" Sbuffo. 

"Bè, come hai detto te stamattina, sono rimasto con te. E' già qualcosa!" Mi dice, sorridendo. Arrossisco. Non può averla sempre vinta! "E all'ultima domanda non so rispondere."

"Ikuto! Siamo in ritardo… e fra cinque minuti aprono… ci vuole almeno una decina di minuti per arrivare a scuola.. Non ce la faremo mai." Dico, aumentando il passo.

"Come sei negativa!" 

E detto ciò mi prende per mano e inizia a correre. E, si. E' veloce. Dio, è l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive e io sono in ritardo! Possibile?

Il portone della scuola si sta chiudendo e per miracolo riusciamo ad entrare. Corriamo verso la classe, ormai tutti gli studenti sono già nelle aule. Entriamo nella nostra sotto gli sguardi stupiti e divertiti dei compagni. Mi butto sulla sedia accanto ad Ikuto.

"Sei… veloce…" Dico, tentando di respirare normalmente e asciugandomi il sudore dalla fronte.

"Tu non sei da meno…" 

Usui si avvicina a noi.

"In ritardo, ragazzi?" Ci chiede.

"Tu dici?!" Risponde Ikuto, buttando la cartella a terra.

Usui mi sorride. E' un ragazzo simpatico, quello. Penso sia quella specie di migliore amico di Ikuto… Insomma, è uno dei pochi con cui Ikuto parla sempre in classe.

"Ragazzi…" Entra uno dei bidelli in classe. "Oggi il professore non c'è, quindi fra poco arriverà un supplente!" ci dice.

"E te pareva! Tutta 'sta fatica per entrare in classe e il pelato non c'è…" Sbuffo, mentre la bidella esce dall'aula.

"Ehm, guarda che il prof non è calvo…" Mi dice Ikuto con aria interrogativa.

"Ehm, guarda che lo so. E' il suo soprannome. Come quando ti chiamo alieno pervertito o babbuino!" Mi spiego, fissando la lavagna. 

"Ora si. E' tutto molto più chiaro." 

 

"Amu, ci sei?" Una voce mi riporta alla realtà. Oh, no.

"Presente!" dico. Poi mi volto, vedendo Ikuto ridacchiare. "Non è divertente, Ikuto!"

"Invece si, dovevi vedere la tua faccia quando ti ho chiamata… presente!" E scoppia in una nuova risata.

"Tsukiyomi, Hinamori, che avete tanto da ridere?" ci chiede il professor Nakamura.

"Niente. Scusi, professore" Diciamo all'unisono. 

Ritorno a fissare il mio banco, mettendomi a scarabocchiare un foglio bianco. Poi mi viene in mente un'idea. 

Che ore sono? -Amu- Scrivo e gli passo il biglietto.

Mancano cinque minuti. Perché hai scritto il tuo nome alla fine? Siamo solo in due! -Ikuto- 

Perché mi sembrava più figo così. -Amu-

Sei un caso perso.-Ikuto-

Parla l'altro!-Amu- 

Hey, ma che si fa quest'estate?-Ikuto-

Non ne ho la minima idea… però voglio andare assolutamente al mare! -Amu- PS: Noti come cambiamo discorso in fretta? o.o 

Il mare… che bello! Da quanto tempo non ci andavo? Inizio a fantasticare sulle spiagge e solo quando Ikuto mi da una gomitata, risvegliandomi dai miei sogni ad occhi aperti, mi rendo conto che mi aveva ridato il biglietto.

Si, lo noto. Mancano 3 minuti…-Ikuto- PPS: Che fissi?

Stavo pensando al mare! Non fissavo niente… -Amu- PPPS: Avvertimi quando siamo a meno 10 secondi che facciamo il conto alla rovescia….

Come a Capodanno! -Ikuto- PPPPS: Ora siamo a meno 2 minuti!

Avevo detto a meno 10 secondi, non a meno 2 minuti, babbuino!  -Amu- PPPPPS: Perché la biondina vicino a Mikan ti sta fissando?

Non ne ho la minima idea… E la biondina ha un nome: Miyu. -Ikuto- PPPPPPS: Un minuto.

Ma non m interessa come si chiama! -Amu- PPPPPPPS: Ma esiste un "PPPPPPPS"? o.o

Non ne ho la minima idea! -Ikuto- PPPPPPPPS: Sei gelosa di Miyu? 

Mi guarda malizioso. Sbuffo.

Ti piacerebbe! Passo e chiudo! -Amu-

Ikuto prende il biglietto e dopo averlo letto se lo mette in tasca.

Poi mi guarda "Dieci. Nove."

"Otto, Sette, Sei…" Dico, avvicinandomi a lui per guardare l'orologio.

"Cinque, Quattro…"

"Tre, Due, Uno…" 

Drìn!  Il dolce suono della libertà.

"Me l'immaginavo più eccitante…" Mi dice, mentre prende in mano la cartella. "Alla fine il conto alla rovescia non è granché!"

"Si, mi aspettavo di meglio anche io" Dico e rido mentre m'incammino con lui verso la classe di Utau. Strano a dirsi, ma io e lei nell'ultimo mese avevamo legato abbastanza, anche perché aveva cambiato ultimamente il suo nuovo amore… Ikuto era salvo per un po!

"Ikuto, aspetta…" Una voce femminile proveniente da dietro le nostre spalle ci blocca. Mi volto. Miyu è lì, che lo guarda tremante. "Devo parlarti…" continua. Lui si volta verso di me.

"Io intanto vado da Utau, ci vediamo dopo qui…" Dico e gli volto le spalle.

'Cidenti! Miyu è davvero bella. Una specie di statua greca… pelle candida e capelli biondissimi. Ancora più biondi di quelli di Utau. E… e se volesse mettersi con Ikuto?! Scuoto la testa come per scacciare via quel pensiero. No, non sono fatti miei. Lui è il mio fratellastro… non è un mio problema. E di questo ne sono certa… e allora perché al solo pensiero di vederlo con un'altra sento le lacrime pronte a rigarmi il volto? 

"Amu! Sono qui!" Alzo lo sguardo e devo Utau che si sbraccia. Oggi è più contenta del solito… 

"Sprizzi vitalità da tutti i pori!" dico, vedendola allegra.

"Si! Il contrario di te… sembra che hai visto un fantasma…" 

"No, non è niente… tu, piuttosto?"

"Kukai mi ha chiesto di uscire!" dice, trascinandomi per un braccio tornando da Ikuto.

"Kukai Soma? Però!" Dico. Sa fare colpo.

Ci incamminiamo nel corridoio.

"Ah, e poi di direbbe sembra che tu abbia visto un fantasma…" le mi spinge scherzosamente. "Lo so che noi il congiuntivo lo usiamo poco, però quando ci vuole, ci vuole!" concludo ridendo.

Continuiamo per la nostra strada, quando incrociamo una ragazza in lacrime che corre dalla nostra parte frettolosamente. Miyu. Poi vedo Ikuto appoggiato al muro.

"Cos'è successo?" chiede Utau arrabbiata. Forse aveva intuito che era successo qualcosa tra i due. Ma che dico forse. Lei AVEVA CAPITO TUTTO. Figurarsi il contrario!

"L'ho solo respinta!" Dice lui tranquillo.

"Potevi farlo anche in modo più cortese, no?! In modo da non farla scappare via!" Sbotta Utau.

"Senti, Utau. Non darmi lezioni di vita. Punto primo: non sai cos'è successo, e quindi non puoi criticare. Punto secondo: non le ho detto niente di male e soprattutto non scortesemente. Non è colpa mia se è scappata così. Punto terzo: ha cercato di baciarmi, e quando l'ho allontanata lei è scoppiata in lacrime."

"Potevi comunque darle una chance…Sei solo un donnaiolo!" Tentò di commentare Utau. 

"Non posso darle una chance se mi piace un'altra ragazza…" Dice in un soffio, poi guarda me. Il mio cuore batte a mille. Si riferisce a me? OMG.

"Ok." Dice lei.

Un silenzio invade il corridoio. Ormai se ne sono andati tutti. Provo a rompere il ghiaccio.

"Ehm… ora andiamo?" Si, me ne sono uscita con una stupidaggine… però almeno ha funzionato.

Annuiscono e ci incamminiamo verso casa.

"Amu… dopo ho bisogno di parlarti…" Mi giro. Non è stato Ikuto a parlare, con mia grande sfortuna. Già mi ero immaginata una dichiarazione. Ma che vado a pensare?! Stupida, stupida, stupida!

"Certo, Utau." 

 

 

 

Continua… 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** She Will Be Loved. ***


 

IKUTO-

 

"Senti, Ikuto! Qui dobbiamo fare qualcosa! Non ti ho mai visto scervellarti in quel modo per una ragazza! E' una cosa seria…" Continua a dirmi Usui da più di un'ora mentre corre in camera mia. Ma che ci posso fare se è un tipo frenetico? 

Amu è nella stanza di mia sorella da quando siamo tornati a casa, e non accenna ad uscire. In compenso io mando Usui in ricognizione ogni 10 minuti per origliare la loro lunga conversazione.

"Ma lei non è una ragazza. Lei è Amu!" Dico. Possibile che provi qualcosa per lei? 

"Ikuto! Hai avuto molte ragazze, eppure perché solo con lei i comporti così? Non sarà perché è l'unica che ti abbia rubato il cuore?" Mi dice, con un sorriso e gli occhi che prendono la forma di cuoricini come nei cartoni animati. E' ufficiale. Sono terrorizzato da lui.

"Ma non dire cavolate!"

"Sto semplicemente dicendo la verità, che tu, caro mio, ti ostini a negare!" Sbuffa. 

"Io non nego assolutamente niente!"

"Però l'hai detto tu stesso: lei non è una ragazza. Lei è Amu!" Dice, imitando il tono della mia voce. "E ciò fa capire che tieni particolarmente a lei. Non come a quelle con con cui uscivi una volta e poi chi si è visto, s'è visto!" 

"Ma lei è la mia sorellastra…" Tento di dire.

"E allora? Mica siete fratelli di sangue, e di conseguenza non sarebbe sbagliato o illegale." Salta su con il tono da saputello.

"Si, però…"

"Però un corno, Ikuto! Ammettilo una buona volta. Amu ti piace!" Dice, sedendosi sulla sedia della scrivania.

"E se, per caso, l' ammettessi?" Chiedo titubante. Non si può mai sapere cosa passa per la testa di Usui.

"In tal caso…" mi dice, sorridendo come un ebete. "Devi fare di tutto per conquistarla!" Oh, mamma.

"Usui, comincio a pensare che tu non sia normale… nessun ragazzo, sano di mente per lo meno, direbbe una cosa del genere." 

"Bè, vedi, io sono unico al mondo!" Si, e anche il più modesto. "E poi, lei ha il diritto di essere amata veramente Ikuto…"

"Cioè?" Gli chiedo.

"Vedi, dopo Ryan penso che meriti un ragazzo come te…"

"Come me in che senso?" Sono curioso di vedere dove vuole arrivare.

"Ikuto, tu sei una brava persona… a volte… e penso che la renderesti felice… non so se quello che provi per lei è amore, ma devi tentare. Lei vuole solo essere felice…" Continua in un sussurro.

"E questo…?" Sono sconcertato.

"Bè, ti ho semplicemente ripetuto quello che stavano dicendo le ragazze di là!" Salta su pimpante. Amu. Utau. Parlavano di me? E se...

"E allora cosa proponi di fare?" Chiedo.

"Bene!" Dice solennemente. Poi sale sul MIO letto. "Piano A: Indossi una parrucca, ti trasferisci e cambi la tua identità. Poi fra un paio d'anni torni, la incontri e la fai innamorare di te fingendoti un altro." 

Lo guardo. Dice sul serio?

"Ok, piano B: ti fai investire da un camion e mentre sei in coma lei verrà a parlarti. Capirà di essere innamorata di te e ti bacerà. Tu ti risveglierai e…" Gli feci cenno di non continuare.

"E allora piano C: va da lei e dille che l'ami!"  Certo. Contaci.

"Ehm. Non ti sembra un po affrettato?!" dico sbuffando. "Sono finiti i tuoi piani?"

"Credi davvero che non abbia più idee? Se il piano A fallisce, ho il piano B. Se fallisce anche quello c'è il C. In caso di fallimento del C ce n'è uno D, e… conosci tutto l'alfabeto, giusto?" Mi dice.

"Per la miseria…" Borbotto.

"Allora: il piano D consiste nel…" Lo fermo.

"Riesci a spiegarmi gli altri piani senza dire le parole: scimmia, Las Vegas, macchina sportiva e bungee jumping?" Gli chiedo.

"Ehm, ma quelle erano le parti fondamentali del resto dei miei piani!" dice mugugnando.

"Sono nei casini… chiedere aiuto a te è più complicato del previsto!"

"Bè, ma ora tocca a te farti avanti!" Esce di corsa dalla camera. Certo! Prima mi spiega piani assurdi, poi se ne va!

Sbuffo e vado in salotto. Inutile continuare a scervellarmi, meglio sorbirmi un bel film horror. 

 

"Ne Ikuto!" Sobbalzo di scatto e mi volto, guardando arrabbiato il viso divertito di Amu. "Non dirmi che ti sei spaventato!"

"Assolutamente no!" Ribatto, osservandola attentamente. Indossa un vecchio paio di short scoloriti e una maglietta bianca, come la sera prima. Arrossisco lievemente mentre ci ripenso. Accidenti a lei. Le bastavano jeans e maglietta per renderla meravigliosa. Almeno ai miei occhi… Ok, basta pensare a queste cose, Ikuto! Ricomponiti un momento.

"Certo, certo…" dice, mentre si stende sul tappeto dopo avermi preso dalle mani un pacchetto di popcorn. Borbotto un "Hey" per il furto subito, poi mi stendo anche io accanto a lei in modo da mangiare i popcorn. Non me starle vicino, no, no.

"Hanno già ucciso qualcuno?" Mi chiede, continuando a fissare il televisore.

"No. I vampiri non hanno ancora dissanguato gli altri attori…" Mi volto a guardarla.

"Ah, allora non è iniziato il divertimento! " Sorride. Non.Ci.Credo. Una ragazza che guarda tranquillamente un horror. Ok, non tutte hanno la testa bacata e guardano film con biondissime attrici figgete che si innamorano del capitano della squadra di football, però non ce ne sono molte che non vedono l'ora di vedere dissanguamenti e budella in giro per la stanza. Ecco. Mi sono preso una cotta per una sadica! Sorrido a questo pensiero. No, non riesco a vederla in quel modo. 

Il film continua, seguito dalle risate di Amu durante la morte dei protagonisti principali e i suoi incitamenti, sul come ridurre a brandelli un essere umano,rivolti ai vampiri. Improvvisamente mi da una gomitata.

"Sai, questo film fa veramente schifo." Dice ridendo.

"Non hai tutti i torti. Mai visto un flop simile! Cosa proponi?" Le chiedo.

"Idea!" Si alza e cerca qualcosa tra l'ammasso di DVD e CD affianco al televisore. Alza il braccio trionfante, con in mano un DVD. "Dracula di Bram Stocker. Un classico!" Poi lo sostituisce all'altro DVD, e torna a stendersi accanto a me.

"Altro che vampiri-zombie alla ricerca di sangue…"

"Questo si che è un film!" Conclude lei la mia frase. 

Andiamo avanti così per un paio d'ore, finchè non finisce il film.

"Sai, adoro questo film! L'avrò visto centinaia di volte, eppure mi fa sempre angosciare…" Dice lei. Strano. Non la credevo capace. Vabbè, è pur sempre una ragazza. (Pensiero assolutamente maschilista -.-) 

Mi avvicino a lei.

"La fatina verde che vive nell'assenzio vuole la vostra anima…" le cito. La vedo rabbrividire e ridacchio.

"Idiota!" Dice. Ma non c'è cattiveria nella sua voce, anzi. La vedo prendere un ultimo popcorn e tirarmelo in fronte.

"Me lo sono meritato." Dico, per poi mangiarmi il popcorn. "Dov'è Utau?" Le chiedo.

"E' ancora in camera sua…" Mi dice lei vaga, sorridendo. Vorrei sapere cosa le passa per la testa. Quali sono i suoi pensieri. Perché la fanno sorridere… 

Siamo entrati in un silenzio stampa.

"Wah!" Mi ritrovo Amu tra le braccia. Che guarda davanti a se.

"Ami! Sei impazzita?! Mi hai fatto prendere un infarto!" Urla, rivolta alla sorella che ridacchia nel vederla spaventata.

"Suvvia Amu… non eri tu quella che non aveva paura di niente?" Dico, guardandola mentre è ancora stretta me.

"Suvvia Ikuto… come si può avere paura di vampiri succhiasangue?" Dice, imitando il mio tono di voce. 

"Suvvia Amu… ti sei spaventata per tua sorella…" continuo.

"Suvvia Ikuto… mi è apparsa accanto all'improvviso!!" Si giustifica lei.

"Shuvvia ragazzi, shmettetela di parlare coshi!"  S'intromette Ami.

Amu si alza, staccandosi da me. 

"Dove vai?" Le chiedo. Ok, detta così sembra strano… certo che stavo bene con lei tra le braccia. Basta Ikuto. Stop. Pensa ad altro….

"Ehm… io v-vado  ehm… si, vado da Utau!" Dice balbettando.

"Amu? Da quand'è che tu e Utau siete diventate amiche?" Le chiedo dubbioso.

"Teoricamente dal giorno del matrimonio, praticamente da questo pomeriggio…" Dice, salendo le scale.

"Teoricamente dovrei esserne felice, praticamente sono sconvolto da questa scoperta…" borbotto, andando in cucina.

"Ikuto, possho farti una domanda?" Mi volto e vedo Ami tutta sorridente seduta sul tavolo. Quella bambina è una forza della natura. Probabilmente ha seguito le orme della sorella.

"Spara!" 

"Bam!" Dice.

"Si, divertente…" Ecco, ora ne sono sicuro: ha preso l'umorismo dalla sorella maggiore. "Cosa volevi dirmi?" Dico, prendendo del Bourbon dalla credenza. Amu mi aveva contagiato… come fa quella ragazza a bere una cosa del genere proprio non me lo spiego. Insomma, va bene che non è molto forte e lo beve raramente, però... (Per chi non lo sapesse il Bourbon è un whiskey.)

"Ma tu e la mia shorellona shtate inshieme?"  Sputo il Bourbon. Si, Amu mi aveva letteralmente contagiato.

"Come sei arrivata a questa conclusione, Ami?" Dico, ripulendo.

"Shiete shempre insieme! Quindi siete fidanzati! E poi ho shentito Utau e Amu che parlavo di te prima!" 

"E cosa dicevano?" Le chiedo. Magari Ami mi darà le informazioni necessarie…

"Col cappero che te lo dico!" Come non detto. Ma col cappero? Meglio sorvolare.

 

"Ragazze, io e Tsumugu abbiamo una sorpresa per voi!" Dice trionfante mia madre mentre stiamo cenando.

"La sorpresa sarebbe che sono diventato una ragazza anche io?!" Sbotto. Insomma, è da un mese che quando ci volevano parlare dicevano ragazze, al posto di ragazzi.

"Ikuto, non fare lo spiritoso!" Mi rimprovera mia madre, sotto lo sguardo divertito di Amu e Utau. 

"Qual'è la shorpresha?" Chiede Ami.

"Dopodomani partiamo per la casa al mare!"

"Abbiamo una casa al mare?" Chiede Amu alzandosi, stranita.

"Si, è una villa!" Le dice il padre.

"Abbiamo una villa?!" Continua lei. "E perché io non ne sapevo niente?!"

"Perché l'abbiamo appena comprata, come la casa in montagna!"

"Abbiamo una casa in montagna?!" Chiede lei. "Ma si può sapere dove vivo per non sapere queste cose?!" Poi si risiede.

"In un mondo tutto tuo, Amu…" Le dico, sorridente. Poi mi rivolgo alla mamma "Quanto tempo stiamo via?"

"Bah, più o meno fino alla fine delle vacanze estive!"

"Miseriaccia!" Dice Amu. "Questa si che sarà un'estate da urlo!" 

"Amu! Ti rendi conto?! Io come faccio ad uscire con Kukai?" Le chiede Utau. Ma come?! Si è innamorata di un tipo e ci deve pure uscire? E questo tipo non sono io? Strano.

"Escici domani! Io ti preparo le valige nel frattempo se mi scrivi un biglietto con le cose che ci vuoi mettere dentro!"

"Tutto! Mettici dentro tutto quello trovi nel mio armadio!" Dice Utau ridendo.

"La mia bambina esce con un ragazzo!" Sbotta il padre di Amu. Lui ed Utau sembravano sul serio padre e figlia, ed Utau era contenta di avere accanto a se una figura paterna.

"Papà, Utau ha 17 anni…" Prova Amu.

"Ma…"

"Ma un corno papà! Utau è grande abbastanza per uscire di casa ed avere un ragazzo. E che cavolo! Non era un problema quando uscivo con Ryan, ed avevo 15 anni inizialmente, quindi non fare scenate!" Dice Amu.

Poi si alza e prende Utau sotto braccio "Adesso noi due scegliamo un vestito carino da metterti domani!" 

 
 
 
Continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** I Promise You. ***


 

AMU-

 

"Ma che diamine?!" Sbotto, travolta dalla montagna dei vestiti di Utau. 

"Io te l'avevo detto di non aprire l'armadio…" Replica lei, sghignazzando.

"Si, ma di certo non mi aspettavo questa valanga! Ma che cavolo, hai svaligiato tutti i negozi di Tokyo?" 

"Bè, non proprio tutti…" Dice tendendomi la mano per aiutarmi. Mi alzo. "Ehm… hai parlato con mio fratello, prima?"

"Ehm… no. Cioè, si. Ma no!" Dico confusa.

"Una risposta concreta?!" Dice sbuffando. Incrocia le braccia al petto e mi guarda nervosa. "Allora?"

"Insomma… c'ho parlato, ma non di ciò che pensi tu!" Farfuglio. Avrà capito il mio discorso?

"Amu! Insomma, mio fratello ti piace e tu non ci provi neanche!" Sbraita.

"Shhh, così ti sentiranno tutti!" 

"Meglio così, almeno Ikuto capirà quello che provi!" Continua urlando.

"Shhh!" Le lancio un cuscino in faccia. "Io non provo niente!" 

"Col cavolo che tu non provi niente! Ne abbiamo già parlato oggi pomeriggio Amu!" O Santissimi Numi. Ricominciamo con questa storia. 

"Si, però… insomma, non so ancora quello che provo per lui... Sono confusa!" Dico in un sussurro. 

Si siede sul divano, abbassando il tono di voce. "Amu, devi farti coraggio… o almeno…"

"Utau, ma non eri tu quella innamorata di Ikuto?" Le chiedo titubante.

"Come hai detto tu ero. E' stato molto tempo fa, ora sono cresciuta!"

"Ehm… era il mese scorso…" La correggo divertita.

"Il punto è che dovresti parlargli!" Sbotta.

"Ma Utau… io non sono ancora sicura dei miei sentimenti. Non sono innamorata, almeno credo, e non lo vedo nemmeno come un amico. Per ora è meglio lasciare le cose così come stanno, poi si vedrà!" Dico seria.

"Ok. Ma ora mi aiuti a scegliere quello che mi devo mettere per il mio… ehm…" Dice, farfugliando.

"Appuntamento?" 

"No! Non dire quella parola! Non è un appuntamento!" Sbraita lei.

"Ma se lo hai detto tu stessa?!"

"Non hai prove! Non puoi accusarmi di niente!" Si alza dal letto e va verso il  mucchio di vestiti ancora in terra.

"'OK. Allora io per questo… ehm.. incontro puramente innocente e senza secondi fini tra te e il signor Soma, ti propongo un paio di Jeans e quel bel top!" Le indico una maglietta viola senza spalline.

"Ma non ti sembra un po'.…"

"Vuoi fare colpo o farlo scappare?!" Le dico, interrompendola.

"Ok, ok. Tranquilla!" Dice, posando i vestiti scelti su una sedia e ributtando gli altri che erano in terra dentro l'armadio in modo disordinato. 

"Ah… ma tu lo sapevi che abbiamo una villa al mare?!" 

 

Drìn. 

Corro verso la camera di Utau, che esce sbattendomi quasi la porta in faccia. 

"Scusa. Amu, vai ad aprire tu?! Ti prego, sono… sono… oh, mamma!"  Non le rispondo e mi precipito verso la porta in pantaloncini e maglietta. Peccato però che qualcun altro aveva già pensato di aprirla. Ikuto è lì, tutto tranquillo che chiacchiera con Kukai il quale dopo un pò nota la mia presenza.

"Ah, buongiorno Hinamori!" Mi dice formale Kukai. Mmm, devo rispondergli chiamandolo per nome o per cognome? 

"Ehm, ciao Kukai!" Al diavolo la formalità. E poi, insomma, sono in pantaloncini! "Utau sta scendendo…" Poi mi volto verso le scale e sussurro. "Almeno spero." 

Ikuto ridacchia, sentendomi.

"Sono qui Kukai!, scusa il ritardo…" Lo saluta. "Ehm, allora noi andiamo…" Dice, dandomi un bacio sulla guancia e salutando il fratello, che si affretta a dire. "Comportati bene!". Ma come? Gli do una gomitata nello stomaco.  

La porta si chiude. "Ma Ikuto! Ti sembra…? Neanche mio padre!" Borbotto arrabbiata e allo stesso tempo divertita.

"Dai! E' stato troppo divertente vedere la sua faccia!" Ridacchia ancora. E ancora. E ancora. Finchè non inizio a ridere pure io. In preda alle risate mi dirigo in cucina, dove tutti quelli non impegnati a ridere o ad uscire con un ragazzo stanno facendo ancora colazione.

"Hey ragazzi, avete fame?" Ci chiede mio padre.

"Io passo. Utau mi ha fatto alzare alle sei per aiutarla a fare i capelli, e quindi ho già mangiato… e mi chiedo: c'era bisogno di alzarmi a quell'ora per farle una coda di cavallo? E in più Soma è passato a prenderla adesso, e sono le 10! E lei era pure in ritardo da panico!" Borbotto dirigendomi in camera mia. 

"Io non rinuncio alla colazione!" Sbotta Ikuto sedendosi a tavola.

Apro la porta della mia camera e mi siedo alla scrivania, mettendo le cuffie nelle orecchie ed alzando la musica al massimo. Poi rifletto un pò guardando la cartella scolastica in terra. "Che culo!" Sbotto divertita. Quest'estate non ho neanche i compiti da fare! Un miracolo che si avvera! Ah, però ci sono i quattro libri da leggere. Perfetto… non ce la posso fare!  "Andrò in biblioteca più tardi… sperando che ci siano!" Borbotto.

Prendo un foglio e una penna. Inizio a scrivere.

 

So che il mio amore per te è reale,è qualcosa di sincero che facciamo,
Solo qualcosa di naturale che io provo.

Quando cammini per la stanza, quando mi sei vicino,sento il cuore che mi sobbalza,
Il mondo intero scompare.

E ci siamo solo io e te, che perdiamo la testa
Diamoci una possibilità di stare insieme…


Lo so, lo so, lo so, lo so
Ce la faremo,
Perché nessun altro riesce a farmi sentire come mi fai sentire tu.
Te lo prometto.

E lo so, lo so, lo so, lo so
Ci arriveremo,
Oggi, domani e per sempre, resteremo sinceri.
Te lo prometto.

 

Dicono che siamo troppo giovani per sapere,ma sono sicura, anima e cuore,
Che non ti lascerò mai andare.

Quando è giusto e giusto, e questo lo è, perché cammino tra le nuvole
Ogni volta che ci baciamo.

Tu fai cantare gli angeli, tu dai le ali a quell’uccello canoro
Tu rendi tutto migliore...

 

Lo so, lo so, lo so, lo so
Ce la faremo,
Perché nessun altro riesce a farmi sentire come mi fai sentire tu.
Te lo prometto.

E lo so, lo so, lo so, lo so
Ci arriveremo,
Oggi, domani e per sempre, resteremo sinceri.
Te lo prometto.

 

Non ti deluderò mai, ti ascolterò sempre,
Non c’è niente che tu non possa confidarmi.

Tu ascolti quando parlo,mi fai sentire le ginocchia deboli,
E voglio solo che tu stia al mio fianco…

 

Lo so, lo so, lo so, lo so
Ce la faremo,
Perché nessun altro riesce a farmi sentire come mi fai sentire tu.
Te lo prometto.

E lo so, lo so, lo so, lo so
Ci arriveremo,
Oggi, domani e per sempre, resteremo sinceri.
Te lo prometto.

 

"Hey, che fai?" La voce di Ikuto mi fa sobbalzare mentre rileggo la canzone.

"Ehm… io… bè…" Arrossisco  violentemente nel vederlo affacciato dietro la mia spalla per sbirciare la scrivania. 

"E' una canzone?" Perspicace il ragazzo…

"Ehm si… pensavo poi di tradurla in inglese perché suona meglio…" Mi piego, tentando di non balbettare.

"Posso leggerla?" Gli porgo il foglio, e mi metto a giocherellare con la penna, mentre lui rilegge la canzone. Poi mi volto e lo vedo sorridere tra se e se. Magari gli piace?

"Allora?" Gli chiedo titubante.

"Secondo me è già perfetta così!" Alza lo sguardo e mi sorride. Ricambio il sorrido, poi mi volto dall'altro lato per evitare che noti il rossore sulle mie gote. "La canteresti?" Mi chiede. 'Cidenti…

"Ehm… solo se ti volti dall'altro lato e la canto in inglese!" Non riuscirei mai a cantare sotto il suo sguardo.

"Ok… ma perché in inglese?" Mi chiede mentre si volta.

"Perché mi viene meglio!!!i!" Rido di cuore.

Poi inizio a cantare. Non so perché lo sto facendo. Non ho mai cantato davanti a nessuno, esclusa la mamma. Un po' per vergogna e un po' per evitare figuracce. E forse anche un po' perché mentre canto ripenso a lei.

"I know that my love for you is real, it’s something true that we do, just something natural that I feel.

 When you walk in the room, when you’re near, I feel my heart skip a beat, the whole world disappears.

And there’s just you and me, Falling head over feet. Let’s take a chance together…
I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you

And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise you

They say that we’re just too young to know,but I’m sure, heart and soul, that I am never letting you go.

When it’s right, it’s right, and this is it, ‘cause I’m walking on air every single time that we kiss.

You make the angels sing, You give that songbird wings. You make everything better...

I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you

And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise youI’ll never let you down,
I’ll always hear you out,
There is nothing you cannot confide.

You listen when I speak,
You make my knees go weak.
And I just want you by my side...

I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you

And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise you"

Mi fermo, prendendo un respiro profondo. Ikuto non accenna a girarsi.

"Ehm, non ti mordo mica se ti giri!" Sbotto ridendo. "Capisco che sono stonata, ma non così tanto!"

Lui si gira sorridente. "Sei brava! Hai talento…"

"Ma che talento e talento!" Rido e appoggio il foglio con la canzone sulla scrivania. Poi guardo l'orologio. Sono solo le 11.00.

"Senti Ikuto, io devo andare in biblioteca a vedere se ci sono dei libri per la scuola. Io ne ho solo uno a casa tra quelli elencati, ora che ci penso…Vieni con me?" Gli chiedo mentre mi alzo.

"Ok. Ah senti, anche io ne uno quindi in tutto dobbiamo prenderne due… a meno che i nostri non siano gli stessi!" 

"Io ho quello di Jules Verne…"

"Bene, io ho quello di Oscar Wilde… perfetto! Andiamo!" Dice uscendo dalla porta. Poi, notando che non lo seguo, si volta curioso.

"Devo vestirmi…" Lui resta immobile. "Senza il tuo aiuto!" Dico ridendo e sbattendogli la porta in faccia.

Lo so, lo so, lo so, lo so. Ce la faremo. Perché nessun altro riesce a farmi sentire come mi fai sentire tu...

 

 

 

Continua…

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Fifteen. ***


 

IKUTO-

 

"Trovati!" Dico ad Amu, intenta a frugare tra gli scaffali della biblioteca. Si volta e guarda i due libri che ho in mano.

"Ehm… sicuro di non aver sbagliato? Insomma, quelli non puoi definirli libri… sono più che altro mattoni!" Sbotta, sconvolta. 

"Ci conviene iniziare a leggerli immediatamente appena arrivati a casa…" Mi volto per uscire dopo aver registrato i libri dalla commessa.

"Hai fatto l'occhiolino alla commessa per avere il prestito più lungo?!" Dice ridendo.

"Mi hai scoperto. Ma grazie al mio fascino ora possiamo tenerli per tre mesi!" Rispondo con un'alzata di spalle.

"Wow, come sei modesto!" Dice, tirando fuori dalla tasca il cellulare. "E' già l'una. Un momento! Papà e Souko sanno che siamo in biblioteca?!"

"Si. Gliel'ho detto io. Loro andavano a fare compere al supermercato per i primi giorni al mare…" Se non ci fossi io…

"Ah, 'key…" Dice sorridendo . "Waaaaah!" La sento gridare e vengo trascinato dietro un bidone della spazzatura da Amu.

"Ehm… se volevi appartarti con me bastava chiedere!" Le sussurro divertito. Lei arrossisce immediatamente.

"Come sei simpatico!" dice sbuffando e voltandosi dall'altra pare.

"Davvero?"

"No." Sorride soddisfatta. "Comunque, guarda chi c'è la!" E mi indica una coppetta. Oh. Ora capisco tutto. Utau e Kukai si tenevano per mano e giravano per le strade affollate del centro.

Amu si alza e si nasconde dietro una colonna. Si, una mini-spia. La guardo divertito e poi mi avvicino a lei.

"Hey, non vorrai spiarli!" Le dico.

"Certo che no!  Voglio controllarli!" Si spiega…

"Ah, allora è completamente diverso!" Le dico. "Lo sai che se ci becca tortura me e poi stacca la testa a te…?"

"Perché sono io quella che deve perdere la testa come un tacchino il giorno del Ringraziamento americano?" Ok, basta! Ci rinuncio. Facciamo come vuole.

"Ok. Ok. Ok. Allora controlliamoli!" Mi sorride soddisfatta, come se avesse appena vinto alla lotteria.

"Bene!" E detto ciò mi prende la mano per poi andare a nascondersi dietro una colonna, sotto lo sguardo curioso di tutti i passanti. Sorrido nel vederla così intenta nella sua missione. Non riesco mai a capirla. Un momento sembra molto più adulta di quel che è, e un momento dopo si mette a giocare a una sorta di nascondino! 

"Ikuto, mi hai sentito?" Mi dice nervosa.

"Cosa?"

"Eh, buongiorno!" Sbuffa lasciandomi la mano che aveva tenuto stretta per tutto il giro, per poi incrociare le braccia al petto e guardarmi con aria sconsolata. "Sono scompariti!" 

"Ehm… si dice scomparsi…" La correggo divertito.

"Dettagli…"

"No… è grammatica… teoricamente" 

"Praticamente il punto è che non ci sono più!"" Dice lei, mettendosi una mano tra i capelli sorridendo. La imito ricordandomi il gioco di parole del "teoria-pratica" di qualche giorno prima, Il mio cuore batte all'impazzata… ecco, tra poco esplodo. Un gesto. Un semplice gesto che mi da alla testa! Possibile?

"E ora che si fa?" Le chiedo, dopo essere riuscito a respirare regolarmente. Lei si guarda in giro… Un luccichio le illumina gli occhi. Poi si volta e mi indica con il dito una bancarella. "E con questo vorresti dire che…?"

"Non si capisce? Voglio un taiyaki!" Dice contenta trascinandomi per la manica della camicia. Rido, contagiato dal suo momento di infantilità. 

"Ehm… due taiyaki al cioccolato!" Dice, senza chiedermi niente… ma come…?

"Come fai a sapere che mi piacciono i taiyaki al cioccolato?!" Le chiedo mentre pago.

"Intuito!" Dice, poi mi guarda e scoppia a ridere… "Souko mi ha detto che gli adori!" 

"Oh. Ora capisco tutto!" Bene. Ero in forte minoranza. Quattro donne (Si, ok, tra cui una bambina…) e due uomini in casa… sono in netto vantaggio. Devo al più presto schierarmi con Tsumugu! 

La seguo mentre corre a sedersi su una panchina.

"Waaaah!" Sbotta. O no… e adesso?!

"E ora che c'è?" Le chiedo esasperato. 

"Non ho ancora preparato le valige! E devo fare anche quelle di Utau!" Ah, è solo quello… che fortuna!

"Ma tanto partiamo domani, quindi hai tutto il pomeriggio per.. " Mi interrompe

"No! Tu non capisci! Per una ragazza fare la valigia è un dilemma! E inoltre devo portarmi dietro tutto il necessario per una vacanza che dura più di due mesi! Ti rendi conto?!" Cerco di annuire, anche se sento di stare per scoppiare a ridere, mentre la guardo agitarsi sulla panchina. "Devo prendere dietro praticamente tutto! Vestiti, trucchi… vabbè, quelli non sono importantissimi…" Dice riflettendo e contando gli oggetti con le dita. Una ragazza che non è interessata particolarmente ai trucchi? Ecco, ora si che sono certo che non è una ragazza normale "E poi le scarpe e le borse… e i libri! Il cellulare, l'MP3… il foglio con tutti gli insulti rivolti a te!" Dice, terminando la lista.

"Un foglio degli insulti?" Le chiedo. Si, non è assolutamente normale!

"Si! Tutti gli insulti, amichevoli, che ti diremo io e Utau quest'estate!" Sorride soddisfatta. "Bè, non tutti sono amichevoli, però…"

"E quando l'avreste scritta?"

"Ieri pomeriggio, mentre il caro e ingenuo Usui veniva ad origliare di tanto in tanto!" Dice e si volta verso di me. L'aveva scoperto? Ecco, perfetto…

"Si, non è mai stato bravo a nascondersi dietro le porte!" Mi giustifico, rosso di vergogna. Ecco! Come mi sono ridotto?! Arrossisco per una ragazza! 

"Non l'avevamo notato!" Dice ridendo. "Non credo che alla fine ha sentito poi tante cose… anche perché parlavamo piuttosto piano…" No, aveva sentito sufficientemente! Cosa che mi ha dato la possibilità di provarci con Amu.

Improvvisamente si lancia dietro la panchina, trascinandomi con lei. Le cado sopra. Imbarazzante… ma anche piacevole. Si, però in questo momento è prevalentemente imbarazzante. Mi sposto sussurrandole un scusa, mentre dentro di me sorrido come un ebete nel vederla arrossata. Che abbia pensato lo stesso che ho pensato io?

"Perché questa fuga?" Le chiedo.

"Shh! Parla piano, babbuino!" Sussurra lei. 

"Ok… ma perché ci siamo nascosti dietro la panchina?" Le chiedo, sempre sussurrando, divertito dal atmosfera di segretezza che si era calata.

"Perché avevo voglia di lanciarmi!" Sbuffa lei, ma si vede che è divertita almeno quanto me da ciò che stava succedendo. "Secondo te? Per quale motivo mi sarei lanciata qua dietro trascinandoti con me?" Chiede, facendomi segno di guardare verso la bancarella dei taiyaki, dove ci sono Utau e Kukai mano nella mano.

"Ahhh, le vittime della nostra spiata…" Mi guarda, alzando un sopracciglio contrariata. "Ehm, volevo dire, del nostro controllo!" Sussurro e lei scoppia in una sonora risata che non accenna a smettere. Si tiene una mano sul grembo, come se le facesse male a causa del riso incessante. Le blocco la bocca con una mano e la trascino dietro un albero, cercando di non farmi notare da Utau e il suo nuovo fidanzatino.

"Shh! E poi dici a me di parlare piano?!" Le sussurro ridendo. Lei non riesce a smettere e mi contagia. Continuiamo a ridere per un bel po', tentando di aggrapparci all'albero per sostenerci durante quel divertimento. Dio, sembriamo due bambini che si divertono a causa di una battuta stupida ma divertente! Alzo il viso e la guardo, mentre tenta di trattenere le lacrime causate dalla risata. E' così bella… così diversa dalle ragazze che conosco. Lei smette di ridere, tentando di respirare normalmente.

"Non mi divertivo così tanto da quando avevo 15 anni!" Dice sorridente.

"Perché proprio 15 anni?"

"Perché i 15 anni sono i primi anni della tua nuova vita e tutto sembra così bello. Perché quando hai 15 anni e qualcuno ti dice che ti ama, gli crederai. E , che so, sei al tuo primo giorno di liceo e ti prendi una cotta per il capitano della squadra di Kendo e capisci che lui non ti guarderà mai. Poi hai la tua possibilità e sei al primo appuntamento. Tuo padre ti aspetta a casa fino a tardi e tu pensi che il tuo ragazzo sia l'unico che ti ruberà mai il cuore. Giureresti di sposarti con lui un giorno e poi, però, realizzi di aver anche altri sogni oltre a quello di essere desiderata. Ma in quel momento hai 15 anni e il primo bacio ti fa girare la testa… capisci più tardi che nella vita farai cose più importanti che uscire con il capitano della squadra di Kendo! Ma, hai 15 anni. E tutto sembra semplicemente perfetto! Almeno, per me lo era!" Dice sorridente. E' il discorso più lungo che le abbia sentito fare. "E adesso mi sento come se fossi tornata indietro di un paio d'anni! Sono ringiovanita!" Dice ridendo.

"Eh si. Ora sei proprio una vecchia diciassettenne con le rughe!" Rido con lei, quando mi da una gomitata divertita.

 

"Allora, sorellina! Come è andato il tuo appuntamento?" Dico, entrando in camera di Utau, che è spaparanzata sul letto accanto ad Amu che legge una rivista. Come risposta mi arriva un cuscino con l'immagine di un gatto in testa. 

"Tieni a freno la tu morbosa curiosità!" Dice divertita mia sorella. "E comunque, è andato bene!"

"Questo lo sapevamo!" Borbotta Amu. Poi si mette una mano sulla fronte. "Ehm… l'ho detto ad alta voce?" 

"E come fate a…?" Chiede Utau. Nel contempo Amu si alza e mi raggiunge alla porta.

"Ora siamo nei guai!" Le sussurro all'orecchio. Amu sussulta.

"Eh, mi sa che hai ragione!" 

"Voi due! Razza di spioni!" Dice Utau alzandosi, color porpora in viso. La vedo prendere un altro cuscino, mentre Amu mette le mani avanti per tentare di fermarla.

"Tecnicamente stavamo controllando…" Dice Amu, prima di beccarsi una cucinata. La prendo per il braccio e corro via, inseguito da Utau che ci minaccia con un altro cuscino a forma di cuore. Io e Amu riusciamo a chiuderci in camera mia e stanchi di accovacciamo appoggiati alla porta. 

"Bell'idea quella del controllo…" Le dico ridendo.

"Bisognerebbe farlo più spesso!" Dice sorridente lei. Mi alzo e vado verso la scrivania. "'Cidenti! La tua camera è gigante! E poi dicevi della mia?!" Dice saltando in piedi e iniziando a girare per la camera. 

Poi si ferma, guardando la custodia del violino.

"Certo che sei proprio un bacucco!" Mi dice lei sbuffando.

"Oh, hai cambiato insulto?" Le dico ridacchiando. Lei ignora la mia domanda.

"Ti piace suonare il violino?" Mi chiede.

"Certo…"

"Lo suoni adesso?" Si volta, con lo stesso sguardo da cucciolo abbandonato di qualche giorno prima.

"Ecco dove volevi arrivare!" Dico ridendo.

"Dai! Solo una volta! Ti prego, ti prego, ti prego!" Continua lei, avvicinandosi a me con le mani giunte.

"Solo se mi accompagni cantando!" O accetta la condizione, o mi sarei divertito a negargli il suono del violino ancora un po'.

"Ricattatore…" Sbuffa. "Ok. Che devo cantare?" Mi chiede.

"Ma è logico! Quella di stamattina!".

E ricominciamo a sorridere sulle note del mio violino e della sua voce. 

 

"I know that my love for you is real, it’s something true that we do, just something natural that I feel.

 When you walk in the room, when you’re near, I feel my heart skip a beat, the whole world disappears.

And there’s just you and me, Falling head over feet. Let’s take a chance together…"

 

Quella voce.

 

"I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you"

 

Quella che ormai riconoscerei tra mille. 

 

"And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise you"

 

Quella che mi fa battere il cuore a mille soltanto quando pronuncia il mio nome. 

 

"They say that we’re just too young to know,but I’m sure, heart and soul, that I am never letting you go.

When it’s right, it’s right, and this is it, ‘cause I’m walking on air every single time that we kiss.

You make the angels sing, You give that songbird wings. You make everything better…"

 

Poi la guardo mentre canta ad occhi chiusi.

 

"I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you"

 

Carina. Così mi è sembrata la prima volta che l'ho vista.

 

"And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise you"

 

Bella. Mi sembra adesso. 

 

"I'll never let you down.

I’ll always hear you out,

There is nothing you cannot confide."

 

Adesso che la conosco. Adesso che vorrei conoscerla ancora di più. 

 

"You listen when I speak,

You make my knees go weak.

And I just want you by my side…"

 

Scoprire i suoi interessi strani.

 

"I know, I know, I know, I know  we’re gonna make it, ‘cause no one else can make me feel the way that you do.
I promise you"

 

 Scoprire il perché dei suoi balbettii improvvisi quando mi parla 

 

"And I know, I know, I know, I know we’re gonna get there,today, tomorrow and forever we will stay true.
I promise you"

 

Scoprire perché mi sento terribilmente e irrimediabilmente attratto da lei.


You take a deep breath and walk through the doors. It’s the morning of your very first day.
You say hi to your friends you ain’t seen in a while. Try and stay out of everybody’s way.
It’s your freshmen year and you’re gonna be here for the next four years in this town. Hoping one of those senior boys will wink at you and say you know I haven’t seen you around, before.

Cause when you’re fifteen and somebody tells you that they love you you’re gonna believe them and when you’re fifteen, feeling like there’s nothing to figure out well count to ten, take it in this is life before you know who you’re gonna be fifteen.

You sit in class next to a redhead girl named Abigail and soon enough you’re best friends laughing at the other girls who think they’re so cool. We’ll be out of here as soon as we can and then you’re on you’re way.

First date and he’s got a car and you’re feeling like flying and you’re moma’s waiting up and you’re thinking he’s the one and you’re dancing ’round your room when the night ends…when the night ends.

Cause when you’re fifteen and somebody tells you that they love you you’re gonna believe them and when you’re fifteen, feeling like there’s nothing to figure out well count to ten, take it in this is life before you know who you’re gonna be fifteen.

Cause when you’re fifteen and somebody tells you they love you you’re gonna believe them when you’re fifteen and your first kiss makes your head spin ’round but in your life you’ll do things greater than dating a boy on the football team…but I didn’t know that at fifteen.

When all you wanted was to be wanted wish you could go back and tell yourself what you know now.

Back then I swore I was gonna marry him someday but I realized some bigger dreams of mine and Abigail gave everything she had to a boy who changed his mind and we both cried

Cause when you’re fifteen and somebody tells you that they love you you’re gonna believe them and when you’re fifteen, don’t forget to look before you fall. I’ve found time can heal most anything and you just might find who you’re supposed to be. I didn’t know who I was supposed to be at fifteen.

Your very first day take a deep breath girl take a deep breath as your walk through the doors.

Taylor Swift- Fifteen

 

 

 

Continua…

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** My Best Friend's Brother. ***


 

AMU-

 

"Utau! Sbrigati o faremo tardi!"  Gridiamo all'unisono io e Ikuto davanti alla porta della camera di Utau. E' da mezz'ora che urliamo senza risposta concreta. Solo parole al vento.

"Arrivo!" Sentiamo dall'altra parte della porta.

"Se, come no…" borbotta Ikuto spazientito. 

"Senti, resto io qui ad aspettarla. Tanto starà ancora al telefono con Soma per almeno dieci minuti. Va pure in macchina e dì agli altri che ci vorrà ancora qualche minuto!" Gli dico, per poi sedermi sul pavimento con la schiena appoggiata alla porta. Lui fa per andarsene mentre tiro fuori il cellulare dalla tasca dei jeans. Poi, però cambia direzione e si avvicina a me, ed eliminando praticamente ogni distanza tra noi mi bacia sulla guancia. 

"Grazie…" Poi si volta e mi lascia lì come un peperone. Ok. Esplodo. Mi alzo in fretta e furia ed inizio a prendere a pugni la porta di Utau.

"Apri questa porta immediatamente!!!!" Le grido. Lei apre, troppo velocemente, e mi ritrovo stesa sul parquet. 

"Ehm. Qualche problema?!" Mi chiede lei scocciata, mentre tento di rialzarmi. Noto che ha ancora il cellulare all'orecchio e mentre mi guarda ancora sconvolta parla con Kukai. 

"Si, sto bene. Grazie per l'interessamento!" Borbotto. Poi lei si volta continuando a chiacchierare. 

"Si, mi manchi già!" Dice al telefono. E andiamo avanti così per un paio di minuti tra un ci vediamo e un mi mancherai tesoro

"No, metti giù te!" Dice ridacchiando come una scema mentre la guardo stupita e stanca. "No, tu!" continua. "No, dai! Tu!" Continua ancora "No, tu!" e ancora "Tuuu" e ancora "Dai, tu!". Finchè non sbotto e le tolgo il cellulare dalle mani.

"No." Chiudo la chiamata. "Io!" Dico soddisfatta.

"Sei davvero antipatica!" Dice, ricomponendo il numero.

"Vogliamo parlarne? Tuo fratello di bacia e cado come un sacco di patate in camera tua, senza che a te freghi qualcosa! Non sei nella posizione giusta per criticare." Dico, prendendo in mano la sua valigia e uscendo dalla porta. La vedo spegnere il telefono e corrermi accanto.

"Cosa? Riavvolgi il nastro!"

"Non sei nella posizione giusta per…" Mi interrompe.

"No, prima!"

"Tuo fratello mi bacia e cado come…" M'interrompe nuovamente.

"Ecco proprio quello! Racconta!" Dice seguendomi per le scale.

"Bè, insomma. Noi ti aspettavamo. Tu non volevi uscire. Mi sono proposta per restare qui ad aspettarti e lui mi ha dato un bacio… sulla guancia, intendo!" Le spigo in un sussurro.

"IO LO SAPEVO CHE PRIMA O POI VOI DUE…" Le appoggio la mano sulla bocca.

"Che cavolo urli?! T'immagini se ci sente?!" Borbotto arrabbiata. "Ne riparliamo dopo in treno!"

"Certo, certo…" Dice lei, alzando le sopracciglia. Che sta tramando questa volta?! Ah, vabbè… che sto a preoccuparmi? 

 

Si! 'Cidenti! Si, dovevo preoccuparmi! Ma io lo sapevo, me lo sentivo, guarda! Ebbene si. Quella vipera bionda, per quanto bene inizio a volerle, ne sa una più del Diavolo.

Flashback

"Ragazzi, dove vi volete sedere?" ci chiede Souko, appena entrati nel treno. Utau salta su, prima di lasciarmi il tempo di parlare.

"Io voglio stare vicino ad Ami!" No. Non ci credo! Poi si avvicina e me. "Così ora starai con il tuo amato Ikuto!" Dice alzando le sopracciglia come qualche ora prima.

"Ma guarda che…" Borbotto. "Sei davvero…" Riprovo. "Ah, ma che te lo dico a fare?! Tanto continui di testa tua!" 

Fine Flashback

E ora sono qui. Immobile. Accanto al ragazzo più carino della Terra. In un treno. Per quattro ore! Accanto al ragazzo più carino della Terra. Senza dire niente per l'imbarazzo. E che devo dire? Sono accanto al ragazzo più carino della Terra! Ma stiamo scherzando?

Ikuto rompe il silenzio tombale che si è creato. "Ehm… ti va di ascoltare la musica?" Mi chiede. Bene. Su Amu, fatti coraggio e non pensare a ciò che è successo questa mattina. 'Cidenti, è stato solo un bacio sulla guancia, pensa se era un bacio sulle labbra… no, meglio non pensarci.

"Si. Che canzoni hai?" Gli chiedo, mentre tira fuori l'MP3. Glielo prendo dalle mani e inizio a guardare. Lui mi guarda divertito mentre sono indecisa sulla canzone da ascoltare.

"Ah, scelgo io che faccio prima!" Dice ridendo, riprendendosi l'MP3.

Alla fine non ascoltiamo la musica, pur avendo le cuffie nelle orecchie. Iniziamo invece a chiacchierare del più e del meno. 

"Amu, guarda quelle due!" Mi dice indicando Utau e Ami. Dormono beatamente come due bambine. Bè, Ami è una bambina, effettivamente…

"Ma che tenere! Utau sembra molto più carina quando non sbraita in giro per casa e dorme!" Dico ridendo.

"Non hai tutti i torti…Ah, alla fine Utau ti ha raccontato qualcosa del suo appuntamento?" Mi chiede, curioso.

"Ma guarda guarda… Ikuto fa il fratellone gelosone" Dico ridendo.

"Io non faccio il fratellone gelosone! " Ribatte.

"Si,si, certo. Vai convinto!" Concludo ridendo. "Comunque no. So solo che è andata bene dato che stamattina chiacchierava con il suo tesoruccio amorevolmente!" Dico, stuzzicando la sua gelosia.

"Tesoruccio?!" Sbotta. Rido di gusto nel vederlo rosicare.

"Insomma Ikuto! Assomigli a mio padre! Geloso fino al midollo!" Continuo a ridere di quella somiglianza. Chissà se un giorno Ikuto avrebbe avuto quel comportamento geloso anche nei miei confronti… Ma che vado a pensare?! Basta, basta, basta! Mi volto per guardarlo in faccia. Ha un'espressione diversa da quella di prima… come se fosse immerso nei suoi pensieri mentre mi fissa. Arrossisco violentemente. Figurarsi il contrario! 

"Ehm… che c'è?"  gli chiedo, cercando di convincermi che posso con il pensiero spegnere il rossore sulle mie guance.

"Niente, niente…" Dice, voltandosi dall'altra parte. 

Mi volto anche io, chiudo gli occhi. 

"Ikuto?" Urlo al vento. "Ikuto dove sei?" 

Poi un uomo. "Ikuto?!" Urla. Chi è? Cosa vuole da Ikuto? Che ci fa qui? 

Poi una donna. "Amu?!" Urla. Chi è? Cosa vuole da me? Che ci fa qui?

"Mamma, cosa succede?" Le chiedo abbracciandola. 

"Amu, andrà tutto bene. Andrà tutto bene…" Mi consola. Mi volto per guardarla in faccia.  Non c'è più.

"Mamma? Dove sei?"  Chiedo, urlando. "Mamma?! Mamma! Non lasciarmi! Non lasciarmi ancora!" Piango.

Mi volto. L'uomo di prima. E Ikuto. Mi guardano. Ikuto si avvicina. Voglio scappare. Inizio a correre. Lui mi blocca stringendomi a se.

"No, lasciami! Dov'è la mamma?! Lasciami! Voglio andare da lei!" Lui mi abbraccia nuovamente.

"Amu, andrà tutto bene. Andrà tutto bene…" 

"Amu? E' tutto ok. Amu, era solo un incubo, piccola…" Apro gli occhi. Ikuto mi accarezza i capelli. Mi rendo conto di essere sudata. Lo guardo. Il suo volto era rigato da una smorfia di preoccupazione. E' preoccupato per me… per me.

Che dolce… no, basta cambiamo argomento. No, aspetta! Come mi ha chiamata? Piccola. Arrossisco, di nuovo.

"Cos'è successo?" gli chiedo mentre mi asciuga le lacrime che stanno rigando il mio volto. Non me n'ero neppure accorta…

"Stavi dormendo profondamente e hai iniziato a piangere e a dire parole sconnesse tra loro…" Spiega con un' alzata di spalle.

"Del tipo?" Gli chiedo.

"Sei. Lasciami. Lei…." Dice. Poi un sorriso malizioso gli si stampa sul volto. "E hai anche detto il mio nome… Mi sogni spesso è?"  Arrossisco violentemente… di nuovo! Ormai era diventata un'abitudine...

"Non è affatto vero! E' la prima volta!" Che enorme bugia. Lo sogno praticamente tutte le notti… si, probabilmente sono malata.

"Come vuoi…" Dice lui sorridendo. "Ah, comunque la prossima fermata è la nostra!" Mi dice. Come? Ho dormito tutto il viaggio?

"Quanto ho dormito?"

"Un paio d'ore si e no…" Dice, scrollando le spalle. Poi si alza e mi guarda. "Dai, gli altri ci stanno aspettando davanti alle porte…" Mi alzo, prendendo la borsa.

Mentre mi incammino verso l'uscita ( se si può chiamare così… xD), rischio costantemente di cadere a terra a causa delle continue curve, che ovviamente, ci sono soltanto quando mi alzo IO. Mi aggrappo inconsciamente alla maglietta di Ikuto, per evitare di abbracciare il pavimento. Lui si volta curioso.

"Ehm… insomma! Lo sai che sono instabile!" Borbotto, mentre lui sorride divertito. Sotto il mio sguardo sbalordito mi prende per mano e continua a camminare . Arrossisco. Si, accidenti! Diventare color porpora è diventata un'abitudine quando Ikuto è con me. Abbasso lo sguardo e sento i commenti delle persone sedute. "Che carini!"  Si, grazie. Lui è bellissimo! Per forza. 

Prima di raggiungere i nostri famigliari, un gruppo di ragazze di al massimo 18 anni, si voltano verso di noi.

"Hey, bello. Resta qui con noi" dice una bionda guardandomi dall'alto in basso. Lui la ignora. Cerco di seguire il suo esempio, trattenendo l'impulso di tirarle il collo. "Che ci fa un bel ragazzo come te con quella lì?" Si. Col cazzo che ora sto zitta. Mi volto, senza lasciare la mano di Ikuto.

"Senti, finta bionda. Chiudi quel becco da papera, perché la tua voce da ochetta viziata mi da sui nervi!" Sbotto. Poi mi volto, sotto lo sguardo divertito di Ikuto e sotto quello arrabbiato della tinta. Continuo a camminare, sempre mano nella mano con lui.

"Bè, allora oltre a sognarmi sei anche gelosa…" mi sussurra Ikuto all'orecchio, quando raggiungiamo gli altri, procurandomi un brivido lungo la schiena. Si, sono gelosa. Ma non l'ammetterò mai. Neanche sotto tortura. 

"Certo che no! E' solo che quelle gallinelle mi stavano antipatiche… tutto qui!" Borbotto, scollando le spalle. 

"Ma non erano oche?" Mi chiede. Alzo un sopracciglio.

"Non provocarmi." Borbotto.

"Ok...Se lo dici tu…" Continua divertito. 

"Era ora che arrivaste!" Dice mio padre.

"Che stavate facendo là? Ci avete messo un sacco di tempo!" Dice Utau. Poi nota che siamo ancora mano nella mano. Lasciamo la presa immediatamente. Lei sorride beffarda, e si avvicina a me. "Bene, bene. Il mio piano è andato alla grande!" Sussurra, ridacchiando.

"E non sai cos'è successo di là…" Dico in un sussurro, maliziosamente.

"Bè, mi faccia sapere come si evolveranno le cose, signorina Hinamori… o futura signora Tzukiyomi…" Avvampo. Di nuovo. 

"Utau!" Dico, quasi urlando. Ikuto si era già allontanato e chiacchierava allegro con mio padre e Souko. 

"Dai, si vede che vi piacete!" Borbotta. "E comunque, amica mia, sareste una bella coppia!" Dice tutta allegra.

"Se lo dici tu… e tra te e il signor Soma?" Le chiedo, alzando un sopracciglio

"Ehm…non stiamo proprio insieme, però più o meno…" Wow. Discorso confuso... per una come lei.

"Vi siete già baciati?" Le chiedo. Lei ridacchia nervosa.

"Dritta al punto, è?!" Dice. "Ehm… si…" 

"Che carini!" dico tutta allegra, saltando di gioia per lei. Poi mi blocco, preoccupata "Ma… insomma, ti piace ancora I…Ik..Iku…" Perché non riesco a pronunciare il suo nome?!

"Ikuto?" Dice ridendo lei a voce troppo alta, facendosi sentire dal diretto interessato che ci guarda curioso.

"Ehm, si…" borbotto, avvampando DI NUOVO sotto il suo sguardo.

"Assolutamente no! Quante volte devo dirtelo?Te lo lascio, tranquilla!" Dice sorridendo. Ma che aveva capito?! Bè, un pensiero in meno… sono sollevata! Ecco, e ora cosa vado a pensare?  

Ricambio il sorriso. Oddio, inizio a pensare che io e Utau siamo diventate una sottospecie di migliori amiche…  Oh. Perfetto. Ho una cotta per il fratello della mia migliore amica. E poi dicono che la vita non è un film.

 

 

I call you up when I know he's at home, 
I jump out of my skin when he picks up the phone
Why can I tell if he's looking at me?
Should I give him a smile?
Should I get up and leave?

I know it's strange, I don't know what I'm thinking
But is it wrong if I see him this weekend?
I really hope I can get him alone
I just don't, don't want her to know 

Yeah
My best friend's brother is the one for me!
Yeah
A punk rock drummer and he's 623

I don't want to but I want to, cause I just can't get him out of mind! And
Yeah
My best friend's brother is the one for me!

BFB, BFB

My best friend's brother, my best friend's brother!

I kinda think that I might be his type cause when you're not around
He's my agent to shine
Sometimes I feel like he might make a move
Is this all in my head?
I don't know what to do

I know it's strange, I don't know what he's thinking
But it is wrong if I see him this weekend
I really hope I can get him alone
I just don't, don't want her to know

Yeah

My best friend's brother is the one for me!
Yeah
A punk rock drummer and he's 623
Yeah

I don't want to but I want to, cause I just can't get him out of mind! 

Yeah

My best friend's brother is the one for me!

BFB, BFB

My best friend's brother, my best friend's brother!

BFB, BFB

My best friend's brother, my best friend's brother!

Cause he's such a dream...
And you'd know what I mean.
If you weren't related...

Yeah

My best friend's brother is the one for me
Yeah
A punk rock drummer and he's 623

I don't want to, but I want to, 'cause I just can't get him out of mind and 

Yeah

My best friend's brother is the one for me!

BFB, BFB

My best friend's brother, my best friend's brother!

BFB, BFB

My best friend's brother, my best friend's brother!


Victoria Justice- Best Friend's Brother  

Continua…

Ringrazio tutti quelli che seguono questa ff e quelli che la recensiscono :D

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Critical. ***


 

IKUTO-

 

"Dai, dai, dai! Per favore fratellone!" Mi implora  Utau.

"Dai, Ikuto! Ti stiamo pregando da un'ora!" Continua Amu. 

"Non ci penso nemmeno a mangiare… che è, di preciso?" Chiedo sconvolto, guardando la poltiglia blu dentro al piatto. 

"Dovrebbe essere una zuppa di…ehm…  verdure? " Mi spiega Amu, guardando dubbiosa Utau.

"Mi sono perso qualcosa? Da quando esiste una verdura blu?" No, sul serio. Siamo arrivati alla villa al mare da tre ore e queste due mi presentano davanti una… ehm, zuppa blu? 

"Bè, è colpa di Utau!" Sbotta Amu, indicando mia sorella.

"Traditrice!" Sibila mia Utau "Non ho mica fatto apposta!" 

"Fatto cosa, precisamente?" 

"Ha legato alcune verdure con un coso blu… e si da il caso che questo coso ha perso il colore mentre le verdure stavano cuocendo!" Borbotta Amu, gesticolando. La guardo divertito. 

"E questo coso cosa sarebbe?" Chiedo, ancora rivolto ad Amu. 

"Ehm… erano i lacci delle tue scarpe…" Dice, imbarazzata.

"E voi due avete messo a bollire le stringhe delle mie scarpe?!" Sbotto, alzandomi. Amu mi corre incontro tentando di farmi sedere di nuovo tirandomi per un braccio.

"Ma cerca di capire! Non c'era il filo per legarli!" Dice arrabbiata Utau. Ah, lei è arrabbiata. Non io, che mi  vedo per pranzo le stringhe delle scarpe!

"E voi avete pensato di usare delle stringhe!" 

"LEI! Io non ho pensato assolutamente niente! Io non penso mai! L'ho scoperto solo quando ho visto la zuppa blu…" Borbotta Amu, continuando a tirarmi il braccio. Sorrido nel vederla faticare per rimettermi a sedere. Sul serio, ha la forza di un moscerino. 

"Bè… questo è vero… però ora Ikuto devi assaggiarla!" Sbotta mia sorella facendo la faccia da cucciolo.

"Quel paio di occhioni dolci non funzionano più, Utau…" dico. Improvvisamente Amu mi lascia e si mette accanto ad Utau. Inizia anche lei a fare gli occhi da cucciolo. No, ti prego. Ora come faccio a resistere? 

"Dai, per favore…" Dice. Smettila di guardarmi così, ti prego. Mi viene voglia di baciarti. No, ma che dico? 

"Oh, e va bene!" Mi siedo sbuffando. Loro mi guardano soddisfatte. No, non c'è paragone. Le donne avranno la supremazia assoluta sugli uomini. (Dov'è finito l'Ikuto che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno? xD)

 

"Utau! Se stiamo sempre ad aspettare te arriveremo in ritardo ogni volta!" Borbotta mia madre.

"Oh, mamma… la puoi aspettare te? Io voglio andare in spiaggia!" Sbotto come un bambino. Lei mi guarda sorridente.

"Ma certo… anche perché Amu è già la… non vorrai lasciarla sola…" Dice. No. Anche lei no! 

"Mamma!" 

"Va bene… ma sappi che vi tengo d'occhio…" Mi dice divertita. " Ah, sareste una bella coppia!"  Borbotto, senza sapere di preciso cosa e vado in spiaggia. Sono già le quattro del pomeriggio, e non ho ancora passato un po di tempo da solo con Amu dal viaggio in treno di stamattina. Ma no! Cosa vado a pensare ora?! Ormai è diventata una cosa quotidiana.

Vedo da lontano una ragazza dai capelli rosa seduta su uno scoglio. Amu. Il mio cuore perde un battito. Perché? Perché deve essere così dannatamente bella?! E che cavolo! Mi avvicino continuando a guardarla. Aveva un bikini bianco. Arrossisco quando lei si volta a salutarmi con una mano. Una sirena. Se non avessi saputo che le sirene non esistono, l'avrei scambiata per una di queste. Bella. Bella e irraggiungibile. 

"Hey. Allora alla fine sei arrivato anche tu!" Mi dice sorridente.

"Si. Utau è ancora in casa che parla con la sua manager…" Scrollo le spalle e mi siedo vicino a lei.

"Ah… Ehm, Ikuto… posso farti una domanda?" Mi chiede dubbiosa.

"Certo!" Le sorrido. Che ha? Sembra strana. Più strana del solito, per lo meno…

"E'… cioè, è un po' imbarazzante… almeno per me…" Dice, sorridendo tra se e se. "Tu pensi che io sia… ehm… carina?" Mi chiede arrossendo. 

"Bè, si!" Rispondo. Che bugiardo. Carina? E' splendida! "Perché questa domanda?" 

"L-Lascia stare…" Dice balbettando, arrossendo ancora di più.

"Amu… sembri un pomodoro maturo…" Dico ridacchiando guardandola in volto.

"Non è vero! E' che…si, è che fa caldo!" Borbotta. No. Non sa mentire per niente! Poi un'idea. Prendo Amu per i fianchi e me la metto in spalla. Lei non capisce bene cosa succede, e ci mette un po per reagire. Una piuma! Mi chiedo come faccia a pesare così poco con tutto quello che mangia. 

"Ikuto! Che cavolo stai facendo?!" Sbotta arrabbiata, tentando di dimenarsi. 

"Hai caldo. Facciamo un bagno." Dico tranquillamente per farla infuriare.

"Ma… Ikuto! Ti pare normale?!" Urla, battendo pungi sulla mia schiena "Fammi scendere! Mettimi giù!" 

Entro in acqua ridendo. "Ok" e la lascio cadere.

Lei torna in piedi completamente bagnata. "Perché?!" Borbotta infuriata.

"Me l'hai chiesto tu!" Scrollo le spalle.

"Razza di…. Vuoi la guerra? E guerra sia!" Ecco. Se me l'avessero detto due mesi fa, non avrei creduto di mettermi a giocare in acqua come due bambini con la mia sorellastra. Questa sottospecie di guerriglia continua per un paio di minuti. Si, alla fine ho la meglio io. E come poco prima la riprendo in spalla dirigendomi verso il resto della famiglia.

"Divertiti ragazzi?" Ci chiede Tsumugu.

"Certo!" Dico divertito.

"Dici così perché non hai perso!" Bofonchia lei. La lascio andare e mi siedo su un asciugamano. Amu rimane in piedi arrabbiata.

"Non sai perdere!" Dico ridendo. 

"Ma sentitelo!" Borbotta, prendendo un asciugamano e asciugandosi.  

"Ehm.. avrei una cosa da dirvi…" Inizia Utau. No, ti prego. Non farmi mangiare un'altra zuppa blu. Ti prego. Ti prego…"La signorina Sanjo mi ha detto che… insomma… praticamente… mi è stata fatta una proposta…"

"Di che tipo? Un nuovo lavoro?" Chiede Amu sedendosi accanto a me.

"Si. E' una parte per un film…" 

"Miseriaccia!" Sbotta Amu, sobbalzando.

"Bè, in teoria dovrei fare l'audizione e il regista ha chiesto di me personalmente…"

"Il che è un buon segno…" La interrompe Amu. Ormai il discorso era solo tra loro due. 

"Un ottimo segno.Però dovrei tornare a casa entro la prossima settimana…"  

Io mi alzo in piedi. "Che aspetti! Vai a preparare le valigie!" Utau sorride contenta.

"Ma come facciamo? Non possiamo lasciarti là da sola!" dice Tsumugu, protettivo come sempre nei confronti delle ragazze di casa. Certo, a me non ci pensa nessuno! Chi ha mai fatto una scenata di gelosia o di protezione quando esco da solo?! Mi sento quasi abbandonato a sto punto! 

"La signorina Sanjo può ospitarla a casa sua." Dice contenta mia madre.

"Ma possiamo fidarci?" Chiede ancora Tsumugu.

"Certo. E poi con lei ogni tanto ci sarà anche Soma, no?" Dice Amu, alzando le sopracciglia divertita. Poi si alza "Ehm.. vado a fare una passeggiata!" Dice e va via. Vorrei seguirla… e poi? 

Dopo una mezzora mi alzo. "Vado… ehm… a vedere dove si è cacciata Amu…" poi mi volto ed inizio a gesticolare tra me e me. Si, sto impazzendo. Malato d'amore? Può essere. "Io.. vado." Dico, convincendo me stesso.

Sorpasso lo scoglio e la vedo li. A chiacchierare. Con un ragazzo. A ridere. Con un ragazzo dai capelli biondi e occhi verdi. Se fossi nato ragazza, l'avrei considerato figgo… o almeno decente. Purtroppo sono un ragazzo. E quel bamboccio sta parlando con la mia Amu. 

Uno stano vortice d'emozioni mi riempie lo stomaco. Gelosia. Questo è critico. E mi sento impotente. Così isterico, e non può essere salutare. Poi lei si volta, salutandomi con un sorriso che mi riscalda il cuore. Quella ragazza è diventata l'aria che respiro. Questo è critico. Così attaccato a lei.

"Hey!" Le dico avvicinandomi.

"Ikuto, lui è Tadase Hotori…" (Ho definito Tadase figo? o.o) 

"Piacere" Mi dice porgendomi la mano. Un damerino di prima classe, a quanto pare.

"Piacere mio…" Se, come no.   "Amu, scusa se interrompo la tua chiacchierata, ma dobbiamo andare." Dico, prendendola un braccio, trascinandola via. 

"Ehm… scusa! Ciao Tadase!" balbetta lei.

Quando siamo più lontani le sblocca la mia presa. 

"Non sei stato molto carino!" Dice lei, arrabbiata. No. Dai. Non voglio discutere con te. E' l'ultima cosa che vorrei!

"E tu scusa? Non ti sei più presentata, facendomi preoccupare, mentre eri a chiacchierare con quel bamboccio!" Calma Ikuto. Non sfogare la tua stupida gelosia su di lei. Sarebbe meglio tirare un cazzotto all'altro. Sto diventando paranoico per una chiacchierata.

"Io… scusa…" Sussurra. "Non volevo farti preoccupare…" dice, abbassando lo sguardo. 

"No, scusami tu. Ho esagerato…" Dico, spettinandole i capelli con una mano. "Se vuoi torna da lui…" continuo sospirando. Poi mi volto. Si, sono geloso. Però di certo se è quello che vuole…  M'incammino per tornare dagli altri. Una mano afferra la mia. Mi volto e la vedo sorridente. Perché bastava solo quel sorriso a placare la mia rabbia?! Dannazione. Non riuscirò mai ad impormi se continuo così!

"Preferisco tornare a casa con te!" Dice sorridendo. Ricambio quel dolce sorriso. 

"Bene…" Meglio così vorrei aggiungere. Ma sarebbe stato ancora meglio evitare di rovinare quel momento. 

"Eh, sai. Dovresti evitare di essere così geloso." Dice ridendo. Arrossisco. No, ricomponiti, Ikuto Tzukiyomi! 

"Non ero geloso" Dico, evidenziando l'ultima parola. Ma che razza di bugiardo sono diventato? 

"Se lo dici tu, ci credo…" Dice lei, ridendo ancora.

 

La cena è finita. Mi annoio, ma non ho la minima intenzione di guardare la televisione. Ok, Amu! Esci dai miei pensieri per un po'! 

Prendo il violino ed esco in giardino. Il sole stacca tramontando. Così in ritardo? Strano. 

Inizio a suonare le note di una nuova musica. Forse una nuova musica proveniente dai miei sentimenti… un momento: da quando sono diventato così romantico? Utau e il suo amoruccio mi avranno contagiati…

 

This is critical

I'm feeling helpless. 

So hysterical, and this can't be healthy... 

I can't eat or sleep 

When you're not with me.

Baby, you're the air i breath...

This is critical, yeah!

So stuck on you .

 

 

Continuo, smettendo di pensare. Ignaro di essere osservato dolcemente da due occhi color caramello.

 

 

 

Continua…

Bene, e anche in questa FF è arrivato il principe a rompere le scatole! Sempre in mezzo! (E ora mi chiedo: perché l'ho inserito nella FF per poi lamentarmi? o.o). Ho scritto che Tadase ha gli occhi verdi, perchè mi sembrava meno inquietante di dire che ha gli occhi rossi... xD

 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Invisible. ***


 

IKUTO-

 

"Quando torni a trovarci?" Le chiede Amu. La vedo trattenere le lacrime, impazienti di uscire.

"Non lo so ancora… ma ti chiamerò tutti i giorni!" Le dice. Lo vedo. Lo vedo che sei triste anche tu, Utau.Poi si avvicina a me beffarda "Anche perché voglio sapere come riuscirai a conquistare la mia Amu!" Sussurra in modo che Amu non senta.

"Vedrai, la farò cadere ai miei piedi!" Sussurro ridendo. Missione impossibile. Non so come, ma era successo l'esatto contrario. 

"Ora devo andare…" Dice in un sussurro. La abbraccio. Utau è diventata la persona più simile ad una migliore amica che ha Amu. E ora parte per l'audizione. Non voglio che si senta triste.

"Mi mancherai tanto! Fatti viva, mi raccomando!" La lascio. Saluta anche Amu ed esce dalla porta seguita dai nostra madre e Tsumugu. 

"Ciao…" Sussurra Amu, alla porta chiusa. Ami spunta dietro di noi e abbraccia la sorella.

"Non esshere trishte shorellona. Tanto Utau torna! Vero, Ikuto?" Dice, voltandosi verso di me.

"Certo che torna." Dico. Mi fa male vederla così. No, non deve essere triste. Mi avvicino e le metto una mano sulla spalla.  "Dai, andiamo a fare un giro in spiaggia, mentre aspettiamo Tsumugu e Souko." Le sorrido.

"Va bene…" Dice, sorridendo a sua volta. Bene. Un sorriso. Un buon inizio!  "Vado a prepararmi" Dice, prendendo per mano la sorella e sale in camera.

Vado in camera mia. Mentre mi cambio una cosa attira la mia attenzione. Sul tappeto c'è ancora la valigia di madre. L'avrà lasciata lì prima di accompagnare Utau a casa. A quanto sbadataggine non la batte nessuno! Nemmeno Amu. E dire che ce ne vuole… La prendo e faccio per portarla in camera sua, ma mi blocco quando ne esce una lettera. La prendo in mano.

 

Ikuto,

Io e Tsumugu non possiamo lasciare Utau sola.

Per questo abbiamo deciso di restare a Tokyo con lei per qualche tempo. 

Prenditi cura di Amu e di Ami.

P.S. Loro non sanno niente. 

Mamma.

 

Ma siamo impazziti?!  

"Amu!" Urlo. "Vieni qui! Immediatamente!" Continuo. La porta si apre di scatto, lasciandomi intravedere una Amu preoccupata. Poi mi guarda, arrossisce di colpo e urla.

"Ma ti vuoi vestire?!"  E richiude la porta. Ah. Mi guardo. Si, non ci avevo fatto caso. Ero in boxer. Mi so un colpetto in testa. Possibile?! Dai! Neanche in un film! Mi vesto.

"Ora puoi entrare!" Dico. Lei entra sbuffando.

"Sei proprio un soggetto! Prima mi chiami e poi ti presenti mezzo nudo!" Bofonchia.

"Lasciami parlare un secondo: siamo periodicamente soli in casa!" Dico e le porgo la lettera sotto il suo sguardo interrogatorio. La legge velocemente.

"Porca miseria…" Sussurra. "E ora che si fa?" Mi chiede, ridandomi la lettera.

"Per prima cosa: chiamiamo quei due! Non possono essere partiti sul serio! Non possono lasciarci qui con una bambina che va in prima elementare!" Dico, quasi sbraitando. Ma che gli era preso?! Insomma! Lasciarci qui senza dirci niente?

"Vado a chiamare mio padre!" Dice Amu, correndo fuori dalla porta.

Mi siedo sul letto. Impossibile. Mi hanno lasciato solo con due mini-uragano. Bè, alcuni lati positivi ci sono. Sorrido al pensiero di essere solo con Amu. Dai, è il mio momento. Ho una  possibilità.

Sento dei passi. Amu è di nuovo in camera mia. Due volte in un giorno. Sorrido di nuovo. Ebete. Si, sto diventando un ebete.

"Quei due si sono letteralmente rincretiniti!" Bisbiglia, arrabbiata.

"Questo già me l'aspettavo. Ma perché stiamo bisbigliando?" Le chiedo, guardandola divertito.

"Perché Ami si è addormentata…" 

"Ma che bisogno c'è di parlare piano? La sua camera è dall'altra parte della casa!" Dico, sempre in un sussurro.

"Oh." Dice, normalmente, questa volta "Hai ragione anche tu…" 

"Che ti ha detto?" 

"Che dobbiamo accettarlo!" Sbotta, furibonda. "Per questo ti ho detto che si sono rincretiniti!" 

 

"Adessho cosha facciamo?" Chiede Ami, mentre andiamo verso la spiaggia. Domanda interessante.

"Bè…" Inizia Amu."Ehm.." Poi si volta verso di me." Non lo so."

"Per ora andiamo in spiaggia." Dico io.

Drìn  (Suoneria del telefono… molto interessante…)

"Utau!" Grida Amu, contenta. "Dove sei?… Ah, stai ancora viaggiando in treno… Si, è qui… Ok, te lo passo… Ciao!" Poi mi da il telefono.

"Hey fratellino! Ti sei già dichiarato?"

"Ancora con questa storia, Utau! Siete andati via da un paio d'ore!" Ribatto. Possibile che fosse così stressante?

"Ma datti una mossa!" Urla. Poi sospira. "Non farla aspettare. Anche perché penserebbe di essere invisibile ai tuoi occhi!"  Invisibile?!

"Ok, ok. Tsumugu e la mamma sono li con te?" Le chiedo. Non riesco ancora a crederci.

"Si. Bella trovata, vero?"  Mi chiede lei.

"Certo. Gentile da parte vostra lasciarci qui!" Le rispondo sarcastico.

"Infatti! Hai più possibilità con Amu!" Ecco dove voleva arrivare. La mamma sarà stata al gioco sicuramente.

"Utau!" "Sbraito.

"Forse era meglio se veniva anche Ami…" Continua malziosa.

"Utau!"

"Eh, ma poi vi sareste spinti troppo oltre…" Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.

"Utau! Stai un po' zitta!" Sbotto, rosso come un peperone.

"Mmm, ok, ok."

"Ora ti saluto…" Le dico.

"Perché vai da Amu…"

"Utau!"

"Ciao, e datti una mossa!" Sbuffa, per poi spegnere il telefono.

Alzo lo sguardo. Ecco. Ci mancava solo il biondino dell'altro giorno.

"Hey, Amu!" Dice, sorridendole. Calma Ikuto. Non vorrai uccidere qualcuno? 

"Tadase!" Dice, ricambiando il sorriso. Si, ho voglia di ucciderlo.

"Ciao, Ikuto." Mi dice.

"Tadase…" Non aggiungo altro. Ami mi da una gomitata.

"Prova ad esshere gentile… almeno un po'…" sussurra Ami. Faccio una smorfia. Proprio non lo sopporto quel damerino.

"E questa bella bambina chi è?" Chiede ad Amu. Ami s'intromette.

"Shenti, biondino! Io mi chiamo Ami, e shono la shorella di Amu, e la cognata di Ikuto!" Dice tutta fiera. Amu arrossisce fino alla punta dei capelli. Non posso crederci. L'ha detto davvero.

"Sta scherzando!" Ci giustifichiamo io e Amu. Eh…magari fosse vero…

"Ah, va bene." Dice Tadase, infastidito da questa situazione.

"E tu non mi shtai comunque shimpatico… Ikuto è molto meglio!" Dice, girandosi, lasciandolo parlare con Amu. La bambina ha una faccia tosta da far paura...

"Prova ad essere gentile… parole tue" Dico, divertito. Non che mi dispiaccia il fatto che una bambina di circa 6 anni, ha fatto il culo a quel bamboccio…

Li guardo. Lei ogni tanto arrossisce ai complimenti del biondo. Come mi sta antipatico. 

"Amu, dobbiamo andare!" dico, prendendola per un braccio come qualche giorno prima. "Addio damerino!" Dico. No, ho perso la mia gentilezza.

Mentre la porto via, lei esplode.

"Ikuto! Ma la smetti di comportarti così con Tadase?!" Si libera dalla mia presa.

"Mi dici che cosa ci trovi in lui?!" Non le rispondo

"Non ci trovo niente! Lui mi ha solo fatto dei complimenti! Si può sapere che ti prende?!"

"Niente! Non mi prende niente! Semplicemente mi danno fastidio le sue attenzioni rivolte a te!" 

"Ma che fastidio ti danno? Io non sono niente per te, giusto?!"

"Giusto…" Bugiardo. Bugiardo. Bugiardo. Alzo lo sguardo. Sta trattenendo le lacrime. L'ho ferita. Di nuovo.

"Bene! Mi sono stancata di litigare con te"Dice, e prendendo per mano la sorella torna a casa. 

Stupido. Stupido idiota. Possibile che ero capace solo di farla soffrire? Idiota.

Torno a casa anche io buttandomi sul letto. Chiudo gli occhi.

 

Posso sentire tutto qua intorno. Nel silenzio sento il suono dei tuoi passi sul terreno.

E il mio cuore rallenta .Così ora... 

Sto aspettando la luce della luna ,così posso trovarti in questo sogno perfetto.

Non pensare che puoi nascondersi nelle ombre…

Ragazza non sei invisibile.

Tu sei tutto quello che posso vedere.

Qualcosa sta cambiando nel profondo .Tutte le mie speranze si stanno avverando, come stiamo svanendo nella notte 

Posso vedere i tuoi occhi. Quindi continuo a…

Sto aspettando la luce della luna, così posso trovarti in questo sogno perfetto. 

Non pensare che puoi nascondersi nelle ombre. 

Ragazza non sei invisibile… 

Tu sei tutto quello che posso 

Vedere nel buio,

Crediamo di poter fare tutto quello che volevamo.

Possiamo stare qui per sempre ,perché siamo insieme 

Bloccati in una fantasia. 

Non voglio andarmene. 

E resterò in attesa del chiaro di luna, 

Così posso trovarti in questo sogno perfetto.

Non pensare che puoi nascondersi nelle ombre .

Ragazza non sei invisibile… 

Sei tutto ciò che posso vedere.

E il mio cuore rallenta

Mi sveglio. Ho sbagliato tutto. Non posso perderla. Non posso.

Corro in camera sua. Non busso, ma la apro di scatto. Amu è seduta sul letto. Mi guarda. E' ancora arrabbiata. Mi meraviglierei del contrario…

"Sono il tuo affezionatissimo amico Ikuto Tsukiyomi!"

"Che vuoi?" Mi dice acida. 

"Volevo… volevo chiederti scusa…" Dico, avvicinandomi.

"Sei un idiota, lo sai?!" Dice.

"Si, lo so. Mi dispiace." La abbraccio.

 

I'm waiting for the Moonlight, so I can find you in this perfect Dream. Don't think that you can hide there in the shadows. Girl, you're not invisible. You're all that I can see.

 

Continua…

 

Tadase… si, mi sta sempre più antipatico...

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Bigger Than Us. ***


 

AMU-

 

"Ehm… a dire il vero io non lo so…" 

"Dai, Amu. Sarà divertente!" Tenta di convincermi.

"Tadase, non penso sia una buona idea…" E più che altro, non ho molta voglia di passare una serata a ballare con te. Non che tu mi stia antipatico, ma preferirei, che so, qualcuno più alto, più muscoloso e più bello... magari con i capelli blu notte e occhi altrettanto intensi, così per metterla lì…. 

"Per via di Ikuto?" Non mi stavo riferendo a lui! Assolutamente no.

"Ehm… no. Cioè, anche. Ma non posso lasciarlo solo con Ami" Lui sbuffa. "Tadase, scusa. Ma non posso venire al ballo con te." Non voglio. 

Mi volto. Poi cambia tutto.

 

Ripenso a ciò che era successo quella mattina. Ero uscita con Ami a fare una passeggiata sotto il sole di metà Luglio. Ikuto era uscito già da qualche ora. 

Già da un po' di tempo girava la voce di un ballo estivo. Una sorta di ballo di fine anno scolastico americano, dove viene eletta una Reginetta. E mi sono chiesta: perché a metà Luglio e perché in un pub sulla spiaggia? Domande che non hanno avuto risposta. Mi sarebbe piaciuto andarci. Anche perché il nome "Ballo in Spiaggia" mi sembrava leggermente assurdo… e perciò, sarebbe stato ancora più divertente.

Lasciai Ami a giocare in riva al mare, ed ho incontrato Tadase. Mi ha invitata al ballo, ma non volevo andarci con lui. Avrei preferito Ikuto come accompagnatore (E chiamala scema….). Se fossi riuscita ad invitarlo, chiaro…Così ho rifiutato l'offerta di Tadase. Mi sono voltata per vedere cosa stava combinando Ami, ed il mondo mi è crollato addosso. Ikuto era poco più in là. E non era solo. Una ragazza. Mora. La stava baciando. 

Il ricordo è una lama nell'anima. Un dolore che brucia senza pietà. Quell'immagine rimarrà nella mia mente, come un segno profondo e indelebile. Ho passato le ultime due ore a soffocare tutto dentro me, chiusa in camera.

Come ho potuto minimamente pensare che lui ci tenesse a me? Razza di stupida. Mi copro il viso con una mano, cercando di trattenere le lacrime. Era ovvio che non fosse interessato a me. E' un ragazzo bellissimo. Perché dovrebbe frequentare una come me? Potrebbe avere tutte le belle ragazze che ci sono sulla superficie della Terra!

Mi alzo dal letto, asciugandomi le lacrime. Mi guardo allo specchio. Che cosa raccapricciante. Ho sul serio bisogno di una sistemata, cosa che non tardo a fare.

Devo dimenticarmi di lui. Avrebbe portato solo dolore. E c'è solo un modo. Almeno per il momento.

Vado in salotto. Sento gli sguardi di Ami e Ikuto osservarmi mentre prendo il telefono e digito un nuovo numero. Basta. Non volevo soffrire. 

"Dai, rispondi…" Bisbiglio, al TuTuu del telefono.

"Pronto, casa Hotori. Chi parla?" Una voce femminile risponde.

"Ehm, buongiorno. Sono Amu Hinamori. Potrei parlare con Tadase?" Chiedo. Mi volto sentendo la presenza di qualcuno alle mie spalle. Ikuto è qui e mi guarda furibondo. Gli sorrido. Non è un sorriso gentile… poco ma sicuro. Vuole fare il galletto? Bè, non me sto con le mani in mano, lasciandolo divertire da solo. Adesso è il mio turno.

"Certo, ora te lo passo.

"Grazie." Torno a sorridere ad Ikuto.

"Ciao Amu! Dimmi…"

"Tadase!" Dico euforica, nascondendo il dolore."Ti ho chiamato perché ho pensato molto alla tua proposta… e, si. Mi piacerebbe venire con te al Ballo in Spiaggia!" Dico, raggiante. Lo sguardo di Ikuto è come quello di un assassino che ha appena trovato la sua prossima vittima.

"Davvero?" Chiede lui.

"Si! Mi passi a prendere tu?" Gli chiedo. Da quando ero diventata così spavalda?Si. Da quando volevo una mia piccola e salutare vendetta.

"Certamente… alle nove?

"Perfetto…"

"Allora ci vediamo domani!"

"A domani…" Riattacco.

Poi sorrido. "Non vedo l'ora…" Bisbiglio. Ikuto mi sente e mi fulmina con lo sguardo. Gli sorrido, e lo saluto con la mano mimando un "Bye, Bye". Volto le spalle e torno in camera mia.

Ho fatto bene? Si. Ho fatto bene? No. Mille dubbi mi ronzano in testa. "Al Diavolo Ikuto!" Sbotto.

Bussano alla porta. "Amu, apri!" La voce di Ikuto mi fa sobbalzare.

"Guarda chi è tornato dall'Inferno…Si parla del Diavolo e spuntano le corna" Borbotto, aprendo la porta. "Che cosa c'è? Hai confuso la stanza?" Chiedo, dolcemente. 

"Ah. Ah. Sagace" Dice, per niente divertito. 

"Molto."  Affermo, senza trapelare emozioni.

"Posso entrare?" Mi chiede arrabbiato. Ah, lui ora fa l'arrabbiato?! Bene, facciamolo arrabbiare ancora di più.

"No." 

"Grazie…" Dice, scansandomi ed entrando. Sbuffo. Bene, piano non riuscito. 

"Allora? Che vuoi?"

"Perché vai al Ballo in Spiaggia con lui?" Chiede in un soffio.

"Di certo non sono affari tuoi!"

"Invece si… toccherà a me tener d'occhio Ami!" Insensibile. Non hai capito proprio niente vero? 

"No, tranquillo! ho già chiamato una Baby-Sitter, così potrai andare al ballo con la gattina morta di stamattina!"

"Intendi Yori?" 

"Cos'è? Non le hai ancora dato un soprannome?"

"Se lo vuoi proprio sapere…" Dice, ancora arrabbiato.

"Sai, a me vengono in mente molti nomignoli per te." Sbotto furibonda. "Ma se li dico, risulterei davvero una maleducata!" 

"Bene!"

"Bene!"

"Perfetto!"

"Fantastico!" e detto questo gli chiudo la porta in faccia.

Perché?! Stupido! Stupida! Stupido lui. Stupida io. Stupidi entrambi!

 

Manca solo un'ora all'arrivo di Tadase. Io e Ikuto non ci eravamo rivolti la parola dalla sera del litigio. Basta pensare a lui. Devo prepararmi. Prendo dall'armadio l'abito che avevo comprato per il ballo. Un bellissimo vestito azzurro, più stretto in vita. lo indosso, con le scarpe col tacco abbinate e corro in bagno. Capelli. Disastro. Tentiamo la sorte. Prendo l'arricciacapelli. 

Strano, ma sono riuscita a completare la missione.Dovrei avere un premio speciale per questo. Sorrido al pensiero, dimenticandomi per un attimo dei miei problemi con Ikuto.

Passo al trucco, senza esagerare. Giusto un po di ombretto rosa e matita. Mi guardo un attimo allo specchio. Prendo un respiro profondo per poi uscire. 

Mi ritrovo davanti un bellissimo Ikuto, in Jeans e camicia. Il cuore sussulta, quando lo vedo osservarmi con particolare attenzione. Calma, Amu. Mostrati forte. Gli volto le spalle, e scendo le sale.

Drìn. 

Vado ad aprire.

"Tadase, fortuna che sei arrivato. Non vedevo l'ora di…" Alzo lo sguardo. Una bellissima Yori-gatta-morta, in un vestito rosso con scollatura mozzafiato mi guarda curiosa. "Scusa, credevo fossi…"

"Si, tranquilla ho capito…" Mi interrompe. Si, mi sta già antipatica. Poi entra, sculettando in maniera assurda. 

"Hai un bellissimo, vestito…" Dico, per sciogliere il ghiaccio, mentre si avvicina Ikuto. 

"Si, è firmato. Il tuo… è… carino." Rimango di sasso. Si, la gentilezza non è il suo forte, a quanto pare…

"Grazie…credo..."

"Andiamo?" Chiede ad Ikuto, che annuisce. "Allora ci vediamo…ehm… chi sei tu?" Sono quella che, se non uscirai presto da questa stanza, farà fuori te e la tua noiosa arroganza.

"La sorellastra di Ikuto"Dico, sorridendole dolcemente. Quella parola fa rabbuiare Ikuto, lo vedo. Ma fa anche sorridere la dolce e simpatica come una carogna Yori.

Poi vedo Tadase da lontano. Gli corro incontro, scansando i due novelli fidanzati.

 

"Vuoi ballare?" Mi chiede Tadase, offrendomi la mano. La prendo e lo seguo nella pista. Un lento, perfetto…Non era per niente l'ideale. Anche perché poco più il là c'erano Ikuto e… Yori.

"Amu, io dovrei parlarti…" No, ti prego. Non è quello che penso, vero?

"Dimmi…" Dico, tentando di nascondere l'imbarazzo.

"Ecco… lo so che ci conosciamo da poco, ma… insomma, tu mi piaci molto…" Accidenti alla mia intuizione.

"Tadase… vedi… tu sei molto carino…" Mi volto. E vedo Ikuto. Mi sta guardando. Uno sguardo geloso, ma anche triste. "Ma, sono innamorata di un'altra persona…" Sono innamorata. Dannatamente innamorata di uno stupido che mi ha rapito il cuore. Mi allontano da lui. "Scusa…" Esco dal pub, per prendere una boccata d'aria. Mi tolgo le scarpe, per fare una passeggiata sulla spiaggia. 

Sono innamorata. Di Ikuto. 

Mi siedo in riva al mare, lontana dal pub. 

Amore. Tutti vogliono credere nell'amore. Tutti voglio credere in qualcosa.E' più grande di noi. Tutti desiderano di essere una parte del disegno della vita. E ciò che risuona nei nostri cuori è più grande di noi.

Sento dei passi. Mi volto. Lui.

 

It's Love, It's Love, that's bigger than us.

It's Love, It's Love, that's bigger than us.

It's Love, It's Love.

We all want to believe in Love,

We all want to believe in something,

Bigger than just us.

 

 

 

Continua…

 

Ciao a tutti! Per prima cosa, volevo ringraziare darkmeme13, GoBy/MangaKa98 (Eh, non sapevo come metterti xD), ryry, milkytkd, SheShe93, che continuano a recensire la mia FF.

Seconda cosa: non posterò il prossimo capitolo prima della prossima settimana, a causa di impegni! 

IceJuliet :D

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Barefoot Cinderella. ***


 

AMU-

 

Amore. Tutti vogliono credere nell'amore. Tutti voglio credere in qualcosa.E' più grande di noi. Tutti desiderano di essere una parte del disegno della vita. E ciò che risuona nei nostri cuori è più grande di noi.

Sento dei passi. Mi volto. Lui.

 

"Cosa fai qui?" Gli chiedo, abbassando lo sguardo. E' la prima frase che gli rivolgo dal litigio.

"Ti ho seguita…" Dice. "Cos'ha fatto quel damerino di Tadase per farti scappare in quel modo?" Chiede Ikuto. Non ho ancora il coraggio di guardarlo negli occhi… non dopo quello che era successo due giorni prima. E, soprattutto, non dopo aver capito di amarlo.

"Si è dichiarato…" Alzo lo sguardo, facendomi forza. Lo vedo irrigidirsi, perciò mi affretto ad aggiungere "Ma io l'ho rifiutato." Un sorriso gli illumina il volto. Non riesco a trattenermi, e lo ricambio.

"Capisco…" Torno a guardare il mare, quando la sua voce interrompe nuovamente i miei pensieri. "Vuoi ballare, Cenerentola a piedi nudi?" Sorrido, guardando le mie scarpe immerse nella sabbia.

Afferro la mano che poco prima mi aveva offerto, e mi alzo. Appoggio le mie mani suol suo petto, mentre lui mi cinge la vita con le braccia. Lo guardo negli occhi, con un velo di tristezza.

"Perché l'altra mattina hai baciato Yori?" La Gatta Morta, vorrei aggiungere, ma mi trattengo. Lui mi sorride tranquillo.

"Mi ha baciato lei, per una scommessa con le amiche…" Ecco, non avevo pensato a questa eventualità… "Non avrai pensato…?" Mi chiede divertito. Annuisco avvampando. Nascondo il volto, color pomodoro, nell'incavo del suo collo. "Sul serio? Ma l'hai vista bene?! E' la vanità fatta a persona!" 

"Ma che ne sapevo io!" Sbotto. Strano, sento il mio cuore molto più leggero. Non l'ha baciata lui! Sorrido, tra me e me.

"Potevi chiedere… al posto che vendicarti con Tadase." Dice, ridacchiando. "Poveretto… sei davvero una sfruttatrice." Continua, cingendomi la vita con più forza.

"Subdola… è il termine adatto…" Dico, ridacchiando insieme a lui. Solo adesso mi accorgo che io ed Ikuto non stiamo propriamente ballando. Più che altro è una sorta di dondolamento. E' come se fossi cullata da lui. Non mi dispiace affatto...

Alzo il mio viso, ritrovandomi faccia a faccia con lui. Lo guardo negli occhi. Così vicini. Vorrei annullare quella minima distanza. Un bacio. Un semplice bacio. 

Lo vedo avvicinarsi. Sento i battiti dei mio cuore accelerare. Chiudo gli occhi, aspettando le sue labbra. Questione di millimetri, ormai. 

Poi un botto.

Sussulto, allontanandomi spaventata. Alzo lo sguardo, confusa. Fuochi d'artificio

Scusatemi il termine, ma… e, che cazzo! Proprio in questo momento?!

 

"Vi siete quasi baciati?!" l'urlo di Utau, al telefono, mi fa perdere un timpano.

"Appunto: quasi… maledetti fuochi d'artificio…." Borbotto, ripensando alla sera precedente.

"Ma dev'essere stato così terribilmente romantico!" Dice lei, estasiata.

"Su questo non posso darti torto…" Affermo, sorridendo. 

"Datti una mossa, sorella, o Ikuto potrebbe tornare nelle grinfie di quella Yori-tutta-tette…" Dice, sibilando il nomignolo della ragazza.

"Ehm… No. Che provi soltanto a toccarlo di nuovo…" Sbotto.

"Ok, ok…"

"Ah, non te l'ho ancora chiesto: e le riprese del film?" 

"Stanno andando bene… siamo ancora agli inizi, ma il regista vorrebbe darmi un po di tempo libero. Forse tra un paio di settimane vengo a trovarvi!"

"Sul serio?! Ma è fantastico!" Grido contenta. Utau ritorna!

"Già! non vedo l'ora di rivederti! Comunque, scusa Amu. Ora devo andare!"

"D'accordo.." Sospiro… di già? Poi guardo l'orario. Le 5.30… di mattino. Cazzo! "Oh, giusto… è un po' tardi… mi sa che non riuscirò a dormire…"

"Bè, dopo un bacio…"

"Quasi-bacio…" La correggo

"E' lo stesso…" Dice, ridendo. Poi mi saluta e chiude la telefonata.

Esco in giardino. Mi siedo sulla panchina, di fronte alla villetta, e ripenso alle ore precedenti.

"Cenerentola a piedi nudi…" Sospiro sorridendo. 

"Every morning I wake up to find,

I always dream the same.

Every night I come to my window

When you call my name.

But the way the words you say just fall like rain...

Till I’m drowning in the sound of your invitation."

 

Sorrido, a quelle parole.

 

"When you ask: “Do you wanna dance, my barefoot Cinderella?”
Don’t need no slippers or a party dress,
The way you’re lookin’ right
Now is what I like the best
And then you…
Say: “Do you wanna take a chance? Stay with me forever…
No one will ever be more beautiful.
My barefoot, my barefoot Cinderella.”"

"Vuoi ballare, Cenerentola a piedi nudi?" Il suo sguardo..

 

"A dream world is always perfect,
But thats not my real life.
Wish you did but you don’t know
Then me I am inside.
I pray that you’ll come lookin’ and I won’t hide…
I’m smiling when you find me couse I’ve been waiting."

 

Dannazione a quel bellissimo sguardo, che impedisce ogni mio movimento..

 

"Than you ask: “Do you wanna dance, my barefoot Cinderella?”
Don’t need no slippers or a party dress,
The way you’re lookin’ right
Now is what I like the best
And then you…
Say: “Do you wanna take a chance? Stay with me forever…
No one will ever be more beautiful.
My barefoot, my barefoot Cinderella.”"

 

Quello sguardo che mi dice:"Vuoi afferrare questa opportunità?"

 

"When I close my eyes it starts,
Like a movie for my heart.
Here comes my favourite part:

When you ask: “Do you wanna dance, my barefoot Cinderella?”
Don’t need no slippers or a party dress,
You’re what I like the best.
And then you…

Say: “Do you wanna take a chance? Stay with me forever…
No one will ever be more beautiful,

 

Cinderella.

 

When you ask: “Do you wanna dance, my barefoot Cinderella?”
Don’t need no slippers or a party dress,
The way you’re lookin’ right
Now is what I like the best
And then you…
Say “do you wanna take a chance?""

 

"Stai con me per sempre…" Sento la sua voce. Mi volto di scatto. E' lì… chissà da quanto tempo. Sorrido, tentando di nascondere l'imbarazzo. "Dovresti metterti a scrivere canzoni…."

"Questa non è mia… l'ho sentita un giorno mentre andavo a scuola, e mi è entrata in testa" Mi accorgo solo in quel momento di essere coperta soltanto da una larga camicia che usava mio padre. Avvampo, e i volto dall'altra parte.

"Non riesci a dormire?" Mi chiede, sedendosi accanto a me.

"Più o meno. Utau mi ha tenuta al telefono un paio d'ore per raccontarmi le novità…" Dico. Era una bugia… in parte… 

"E' meglio che vada. Tanto l'alba è già finita…" Dice, alzandosi.

"Sei qui dall'alba? Ma c'è stata più o meno un'ora fa!" borbotto, imbarazzata. 

"Infatti…" Dice, sorridendo sghembo, per poi andarsene. No… dai! Mi ha sentito cantare, di nuovo… imbarazzo. Sorrido. Dai, tutte a me?! 

 


"Stay with me forever…
No one will ever be more beautiful my barefoot,
My barefoot cinderella.”"

 

 

 

 

 

 

Continua...

Ciao! Questo capitolo è un po' più corto, ma mi sembrava stupido continuarlo, poiché ci sono state già troppe emozioni xD

P.S.Volevo aggiornare prima la FF, però ho avuto problemi con l'account! Scusate! :D

 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo Extra ***


 

IKUTO-

 

"Dai, Ikuto! Che ti costa?" Si lamenta Amu, battendo i piedi come una bambina. No. Stavolta non gliel'avrei data vinta. Passa la zuppa blu dell'altra volta, ma questo proprio no.

"Non ci penso minimamente!" Urlo, arrabbiato.

"Ti prego! Giuro che non lo dico a nessuno… fidati di me!" Continua, mettendo in gioco gli occhi da cucciolo.

"Disse la ragazza che mi diede le stringhe delle scarpe per pranzo…" Borbotto.

"Era una merenda anticipata!" Sbuffa, ma non si arrende. "Dai, ti prego!"

"Pff…" Cosa mi tocca fare… "Ok."

"Grande!" Esulta, avvicinandosi. 

"Ma…"

"Non dirmi che c'è una condizione?!"

"Certo che c'è una condizione!" Sbotto. Davvero avrebbe creduto in una mia resa? "Tu la smetterai di farmi queste cose assurde."

"Se proprio devo…" Sbuffa, per poi avvicinarsi.

Con un sorriso divertito, prende con la mano destra le mie guance, stringendole, fino a creare le famose labbra da pesce.

"Dillo…" Continua sorridente, sotto il mio sguardo rassegnato.

"Cioppi cioppi" Lascia la presa e scoppia in una fragorosa risata. "Scusa, puoi dirmi di nuovo quanti anni hai?"

"Non dirlo a nessuno, però… ne ho due!" 

"Sei davvero infantile…" Borbotto.

"Dai, ora non fare il permaloso!"continua ridacchiando, uscendo dalla camera.

Come mi sono ridotto?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, questo capitolo extra è leggermente demenziale… 

Io e una mia amica l'abbiamo elaborato durante uno straziante pomeriggio di shopping.

Non volevo postarlo, inizialmente, ma non ho più resistito! 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** I Never Told You. ***


 

IKUTO-

 

"Razza di stupido!" Grida Usui, mentre mi parla al telefono.

"E che dovevo fare, scusa?" Borbotto.

"Bè, di certo non dovevi farti fermare da un fuoco d'artificio!"

"In che modo?" Sbuffo.

"Secondo il mio Piano Z, che tu non hai voluto ascoltare…" (Per chi non lo ricordasse, Capitolo 7 )

"Non lo voglio tutt'ora ascoltare, se è per questo…" Lo interrompo scocciato.

"E allora fa di testa tua!" Eh, forse è meglio."Comunque, secondo il Piano Z dovevi conquistarla con dei fuochi d'artificio per il compleanno…"

"Ehm… il suo compleanno è l' 24 Settembre… e se lo vuoi sapere, così tanto per dire, compirà 17 anni. Non penso sia particolarmente interessata ai Fuochi Artificiali…"

"Come siamo schizzinosi…" Sbuffa.

"Ma che parlo a fare con te?!"

"Mi parli perché in fondo, ma proprio in fondo, mi vuoi bene!" Contaci...

"Ehm… no." Dico, per poi chiudere la chiamata.

Non capisco come mi sia venuto in mente di raccontargli cos'era successo la sera precedente.

 

"Ti prego, dimmi che è uno scherzo...Come siamo arrivati a parlare di questo argomento?" Le chiedo, guardando divertito la scena di fronte ai miei occhi.

"Domanda interessante…" Dice Amu, poi mi guarda di sottecchi. "Forse è stato il tuo: Ami, quanti ragazzi hai? A farla degenerare completamente!" Sibila.

E' più o meno da una mezz'ora che Ami, bambina di neanche sei anni, tenta di spiegare a noi, ragazzi di diciassette anni, cos'è l'educazione sessuale. Si, sono psicologicamente sconvolto. E anche parecchio.

"Non pensavo si arrivasse a tanto." Borbotto. Mi volto e la vedo immersa nei suoi pensieri. La vedo contare manualmente. Ma che cosa? 

"Allora?! Mi shtate asholtando o no? Vi shiete pershi?"

"Ah, io mi sono persa tentando di ricordare i nomi dei tuoi attuali ventisette ragazzi… fa un po' te…" Borbotta Amu. Ah, ecco cosa. Si, in effetti siamo passati da un Masha ad un Ryou… poi da un Tsubasa ad un Aidou… o era un Kaien? 

"Allora ve lo ripeto, perché io shono una pershona sheria" Rido nel vederla battere i piedi scocciata. 

"No, ti prego. Dicci subito la tua conclusione!"

"Ok, concludo che: prima di dare un bacio bishogna chiedere il permessho.. poi bishogna ringraschiare o chiedere scusha…Queshta è l'educaschione sesshuale…". 

"E questo chi te l'ha insegnato?" Le chiede Amu. Mi volto a guardarla. Ha le braccia conserte, ma cerca invano di trattenere le risate.

"E' shtato papà!" Dice soddisfatta la bambina. Ah. Ora capisco tutta la storia.

"Furbo il papino…" Dico, sghignazzando con Amu.

"Immaginati quando avrà un ragazzo… Ehm, scusa ti posso baciare?" Dice, imitando la voce della sorella. Era una situazione piuttosto divertente… si, non c'è alcun dubbio!

"Cosha c'è da ridere?"Brontola Ami. 

"E' che l'educazione sessuale non è proprio così…" Tenta di spiegarle Amu, ancora in preda alle risate.

"E cosh'è?!" Chiede curiosa la bambina. E no, dai! Non adesso! 

"Ehm… te lo spiegherò quando sarai più grande.." Dice, Amu, imbarazzata. 

"Ok…" Poi si volta verso di me." Me lo spieghi Ikuto?" Ecco, gioca la carta del Se-Amu-No-Ikuto-Si.

"Ehm… da dove comincio?"

"Non cominciare neanche!" Sbotta Amu, rossa in viso. Troppo divertente. Stuzzichiamola ancora un po'.

"Quando due ragazzi stanno insieme…" Continuo, vedendola imbarazzata all'ennesima potenza.

"Non azzardarti, sai!" Borbotta, alzandosi in piedi. 

"E' normale che dopo un po'…"

"Dove vuoi arrivare?!" Già, dove volevo arrivare?

"I semplici baci…" 

"Ikuto!" Grida, sbuffando

"Non bastino più…"

"Ooook, adesso basta!" Dice, bloccandomi la bocca con una mano. "Non voglio che tu aggiunga altro! Rischi di farla diventare una pervertita a tua immagine e somiglianza!" 

Cerco di rispondere, inutilmente. Poi un'idea. Un po' cattivella, l'ammetto. Ma pur di parlare.

"Ma che diamine…?" Dice, Amu, guardandosi il palmo della mano. Poi mi guarda. "Ma mordi anche?!"

"Non mi hai lasciato scelta.." Rispondo con un'alzata di spalle, divertito.

"Te la do in testa la scelta!" Dice, colpendomi. 

"Vuoi la guerra, almeno quanto la voglio io?"

"Se non di più!" E detto ciò, inizia a correre per la casa, e io, lasciandomi prendere da quel giochetto la inseguo, sotto lo sguardo divertito di Ami. Si, mi sto infantilizzando. Poco ma sicuro. 

Il problema, anche se la chiamerei benedizione a questo punto, era Amu. E la sua dannata voglia di divertirsi. Stava contagiando anche me. Ormai andavamo avanti così da giorni, tra battibecchi scherzosi e inseguimenti. Quella ragazza mi stava cambiando… e chi lo sa? Magari anche in maniera positiva. 

Dalla sera del Ballo in Spiaggia ci eravamo, come dire, avvicinati. Non c'erano stati più litigi. Andavamo d'amore e d'accordo. Strano, 'ne? Meglio così. Molto meglio. Sarà stato il Ballo… certo, il nome proprio era orribile, ma magari c'ha dato una mano…

Riesco a prenderla per i fianchi da dietro. Solo io ho sentito un brivido a quel tocco? 

"Perché vinci sempre tu?!" Borbotta, voltandosi verso di me mettendo il broncio. 

"Perché sono bello, simpatico, attraente…"

"E modesto… ma che c'entra?!" Dice, ridendo.

Drìn   (Il santo campanello che interrompe…)

"Ehm… vado io!" Dice, senza muoversi.

"Non vai?" le chiedo. Lei si volta, e mi guarda imbarazzata.

"Vorrei, ma se non mi lasci…" Ah, giusto. Balbetto delle scuse. Mentre se ne va ad aprire mi do mentalmente dell'idiota. Si, sono un idiota!

Torno in salotto da Ami.

"Allora, finishi di shpiegarmi?"

"Ehm… meglio di no."

"Perché no?! Dai!" Piagnucola Ami.

"Perché sono io che rischio la vita se Amu scopre che te l'ho spiegato, non te!" Si, è l'unica scusa che mi è venuta in mente.

"Ma uffa!" Sbuffa la bambina.

"Non hai sentito?! Va' via!" L'urlo di Amu mi fa alzare di colpo. La raggiungo davanti al portone d'ingresso, correndo. 

Il corpo teso di Amu copriva un'altra figura. Mi sposto per vederla meglio. Che diamine ci fa lui qui? 

"Amu, please…" Bene, adesso faceva anche il figo parlando in inglese. Wow, sei proprio forte…

"Non l'hai sentita?! Va' immediatamente via da qui!" Sbotto, furibondo.

"Tu non c'entri niente…Devo parlare con Amu."

"D'accordo. Ma che sia una cosa veloce. Non impiegherò che due secondi a buttarti fuori a calci in culo, Ryan." Sibila Amu.

"Ok." Poi il biondino mi rivolge uno sguardo arrabbiato. "Tu hai intenzione di restare qui?"

"Perché, gradisci un altro cazzotto?" Rispondo in contemporanea ad un "Certo che resta qui!" Di Amu.

"Bene… Amu, I never told you, what I should have say. No I never told you, I just held it in. And now I miss everything about you. I can't believe I still want you, after all the things we've been trough. I miss everything about you, without   you…" Davvero credeva che se averse parlato in ingress non l'avrei capito?! Ma dai! (Per chi volesse sapere la traduzione, è alla fine del capitol :D) 

Però un mare di pensieri mi invade la mente. E se Amu l'avesse perdonato? O peggio… se volesse tornare con lui? No, no, no. 

"Shut up! You told me there’s no need to talk it out because it's too late. And to proceed and slowly I took your words and walk away. No looking back. I wont regret, I will find my way. I was broken. But still I had to say: It’s Alright, It's OK. I’m so much better without you and I wont be sorry. So don’t you bother what I do and no matter what you say. I won't return, our bridge has burnt down and I’m stronger now."

"Ma…" Tenta di dirle Ryan. Sono così contento che Amu gliele stia cantanto.

"You played me, betrayed me. Your love was nothing but a game. Portrait a role and you took control, I couldn’t help but fall. So deep but now I see things clear. Don’t waist you fiction tears on me, just save them for someone in need
It’s way to late I’m closing the door." E detto ciò gli volta le spalle e torno in casa

"Bè, direi che ti ha già detto tutto. Ciao, ciao!"Gli dico, seguendo Amu sotto lo sguardo arrabbiato di Ryan.

 

 

 

 

 

Continua…

Lo so che questo capitolo è cortino, ma mi farò perdonare, prometto! :D

Traduzione:

Ryan- "Non ti ho mai detto, ciò che avrei dovuto dirti. No, non te l'ho mai detto, me lo sono tenuto dentro. E adesso mi manca tutto di te. Non riesco a credere che ti voglio ancora. E dopo tutte le cose che abbiamo passato, mi manca tutto di te, senza la tua presenza"

Amu-"Zitto! Tu mi hai detto che non c'era più bisogno di parlarne perché è troppo tardi. E per procedere e rallentare ho seguito le tue parole e sono andata via. Senza guardare indietro. Non voglio rimpiangere, troverò la mia strada. Ero a pezzi, ma continuavo a dire: E' tutto a posto, é Ok. Sto molto meglio senza te e non sarò dispiaciuta. Quindi non preoccuparti di ciò che faccio e non importa ciò che dici. Io non ritornerò, il nostro ponte è bruciato e adesso sono più forte. Tu mi hai usata, mi hai tradita. Il tuo amore non era altro che un gioco. Sostenevi un ruolo e hai preso il controllo, e io non ho potuto aiutare ma sono caduta. Così giù, ma ora vedo tutto chiaramente. Non sprecare le tue finte lacrime per me, risparmiale per chi ne ha davvero bisogno. E' troppo tardi, sto chiudendo la porta."

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** (Leave) Get Out. ***


 

AMU-

 

Toc.Toc.Toc. 

Continua a bussare alla mia porta. Non ce la faccio. Non voglio vederlo. Non di nuovo.

Toc.Toc.Toc.

Ti prego, basta. Non voglio parlare. 

"Amu…" Lo sento sospirare.

Andava avanti così da non più di dieci minuti.

"Forse…" Inizia Ikuto, sedendosi accanto a me.

"No." Dico, sicura. Mi volto a guardarlo. Scuro in volto. Mi chiedo ancora perché l'abbia comunque fatto entrare. 

"Vado da Ami…" Dice, alzandosi. 

Mi alzo, afferrandolo per la manica della camicia.

"Non andare…" Bisbiglio, aggrappandomi a quel lembo di stoffa. Non lasciarmi sola, ti prego. Si volta, mettendomi una mano fra i capelli e scompigliandoli. Sorrido timidamente. 

Toc.Toc.Toc. 

Ok, adesso basta.

Apro la porta, trovandomi davanti di nuovo quel biondino da quattro soldi.

"Cosa vuoi ancora?" Chiedo, fredda. Con un sguardo glaciale.

"Voglio sapere perché non vuoi tornare con me..."

"Va' al Diavolo, Ryan." Sibilo. Sto per chiudere la porta, ma Ikuto mi blocca, mettendomi una mano sulla spalla.

"Rispondigli. Io.. intanto vado fuori…" Dice, sorridendo in modo rassicurante. Lo guardo. E gli sorrido di rimando. Torno a sedermi sul mio letto. 

"Non vorresti sederti e chiacchierare un po' con me? E magari dirmi come sarebbe ritornare insieme…" Dico, abbassando lo sguardo, trattenendo una lacrima. Perché? Perché era tornato? Non parla, così continuo. "Spero che tu sappia che quando era notte tarda pensavo a quello che mi avevi promesso per sempre." 

"Amu… mi dispiace. Io ero molto confuso…" Mi alzo in piedi, aprendo la porta di scatto. Un invito ad andarsene. Ikuto è lì, mi guarda preoccupato. E' tristezza quella che vedo nei suoi occhi? Prendo un respiro. Mi volto.

"Tu eri confuso, quando ero io quella che non sapeva la verità? Come hai potuto essere così freddo, da girarmi le spalle e chiamare la mia amica?" Dico, mantenendo un tono tranquillo. Poi sorrido amaramente. "Ma forse, sono io che devo essere criticata. Ho pensato che fossi l'unica. Bè, non ha funzionato così."

"Amu…"

"Esci! Immediatamente!" 

Lo sbatto fuori dalla porta, per poi stendermi sul letto. Nessuna lacrima. Perché avrei dovuto sprecarle per uno come lui?

Lo sento parlare con Ikuto. Una frase. Solo una riecco a sentirla oralmente. "Ha rinunciato a tutto ciò che aveva per te. Ora, falle un piacere. Esci da questa casa, e non farti vedere mai più." 

Ikuto.  

 

 

"I've been waiting all day for ya babe,
so won't you come and sit and talk to me,
tell me how we're gonna be together always.
Hope you know that when it's late at night,
hold on to my pillow tight,
and think of how you promised me forever."

Canto quelle parole. Così piene di tristezza, malinconia.

 

"I never thought that anyone, could make me feel this way.
Now that your here boy all I want is just the chance to say…"

Di rabbia.

 

"Get out, leave, right now, it's the end of you and me.
It's too late, now, and I can't wait for you to be gone,
cause' I know about her, and I wonder, how I bought all the lies.
You said that you would treat me right but you was just a waste of time."

 Ho sprecato il mio tempo. Un anno della mia vita per una stupida infatuazione. 

 

"Tell me why your lookin' so confused,
when I1m the one who didn't know the truth,
how could you ever be so cold.
To go behind my back and call my friend,
boy you must of gone and bumped your head,
because you left her number on your phone."

 

Perché non era latro che un'infatuazione.

 

"Now after all that's said and done maybe i'm the one to blame but,
To think that you could be the one well it didn't work out that way."


Se era amore, non sarebbe finita così.
Avevo mentito a me stessa, credendo che fosse tale.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Immersa in quei pensieri non mi accorsi del ragazzo dai magnifici occhi blu, che mi stava guardando tristemente.

 

"Che piani hai per stasera?" Le parole di Ikuto mi risvegliano dall'apparente stato di trance che aveva preso il sopravvento mentre riguardavo per la terza volta consecutiva Intervista Col Vampiro.

"Pensavo di vedere nuovamente Brad Pitt e Tom Cruise vampiri, finché uno dei due non tentava di uccidere l'altro per amore della bella e giovane Kirsten Dunst, che sarebbe poi resuscitato alla fine del film trasformando il giornalista…"

"Usciamo." Dice, per poi spegnere il televisore davanti a me. Si volta, squadrandomi dalla testa ai piedi. Arrossisco. "Vai a vestirti. Subito." Un tono che non accetta repliche.

"B-bè… O-ok…" Balbetto. Brava! Non ti esce niente di meglio, eh?!

Corro in camera. Jeans e maglietta? M si, perché no. Un'occhiata allo specchio. pronta! (Che velocità…)

Poi mi volto. Ancora quello scatolone pieno di ricordi. Sotto il letto. e' il momento giusto.

Lo prendo ed esco dalla camera raggiungendo Ikuto, bello come sempre (e ci mancherebbe altro…), che mi aspetta davanti alla porta.

"E Ami?" Gli chiedo.

"Un'amichetta l'ha invitata a casa sua" ("I casi della vita…" nd. IceJuliet. "Ma la smetti di commentare?" nd. Lettori… *IceJuliet scappa impaurita*). Guarda lo scatolone che ho in mano. "E quello?"

"e' da buttare se voglio andare avanti" Usciamo, e chi ci ritroviamo davanti? Certo. Non bastava quel rompipalle di Ryan, ma adesso anche quella lì?

"Ikutuccio!" Quella voce stridula. "Come stai? Ti va di uscire?" Ikuto, immobile, probabilmente scandalizzato, non accennava una risposta. Mi avvicino e gli do una gomitata.

"Ehm… Ikutuccio? Non rispondi?" Gli chiedo, sorridendo divertita. Lui sembra risvegliarsi. Guarda la ragazza davanti a se.

"Mmmm… a dire la verità, Yori, io stavo uscendo con Amu…" E trova una scusa migliore! Sbattila fuori a calci nel sedere, prima che lo faccia io!

"Cosa?" Dice lei, furibonda. Lo ammetto, è una cosa abbastanza divertente vederla sclerale in quel modo.

"Eh, si." Dico sorridendo. Prendo Ikuto a braccetto e lo trascino via. "Andiamo Ikutuccio!" Dico, trattenendo le risate. Ma dai! Come si poteva dare un nomignolo del genere? Quando siamo abbastanza lontani dalla casa, Ikuto comincia a parlare.

"Giuro, cara la mia Amuccia, che se mi chiami di nuovo in quel modo ti butto giù dal pontile!"

"Non essere così cattivo, Ikutuccio!" Dico, mettendo il broncio. Non puoi tenere il culo in due sedie! Si, brutto paragone. Una sedia sono io, l'altra Yori.

"E'?" Mi chiede confuso. No, l'avevo detto ad alta voce? 'Cidenti!

"E' il detto che mi sono appena inventata." Lui ci pensa un po' su.

"Vuoi dire che devo dire chiaro e tondo a Yori che non ci sarà mai niente tra me e lei, in modo che lei mi dirà che sono un idiota?" Chiede con un gioco di parole assurdo, riflettendoci. "E perché?" Continua, sorridendo. Avvampo. Si, dovevo starmi zitta.

"Semplicemente per cortesia!" Verso di me. Sia chiaro. Di Yori non me ne frega più di tanto.

"Vedrò che posso fare…" Dice. Lo colpisco con il pacchetto che mi porto dietro.

"Sei… pff" Non mi viene in mente un aggettivo. "Un bacucco!"

Mentre camminiamo, tra una risata e l'altra, osservo il pacco che ho in mano.

 

Get Out, leave, right now. It's the end of you and me. It's too late, now, and I can't wait for you to be gone, because I know about her, and I wonder, how I bought all the lies.

You said that you would treat me right, but you was just a waste of time.

 

 

 

 

Continua...

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Bang. Bang. Bang. ***


 

AMU-

 

"Hey, ne sei sicura?" Mi chiede Ikuto, di nuovo.

"Ikuto! Per la dodicesima volta, e giuro che le ho contate, si, ne sono sicura." Fine della storia. Se me l'avesse chiesto di nuovo gli avrei fatto lo sgambetto.

"Se lo dici tu…ma ne sei proprio sicura, sicura?" Ecco, ora esplodo. Lo colpisco con il pacco, per la seconda volta in mezz'ora.

"Taci un po' Tsukiyomi! Favellar ancora ti sarà fatal" Lo sento ridacchiare. Quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire. Poco ma sicuro.

Continuiamo a salire le scale per arrivare sul tetto del palazzo. Si, uno di quei palazzi in stile americano con i tetti piani dove ci sono gli inseguimenti tra FBI e maniaci. Per una volta volevo un'uscita trionfale, eh si.

Arriviamo a destinazione. Mi avvicino al cornicione. La mano di Ikuto mi blocca il braccio.

"Guarda che non ho la super-velocità, quindi..." Sbuffo, guardando il suo sguardo preoccupato.

"Starò attenta, papà!" Ribatto. Apro la scatola e butto nel vuoto quella marea di ricordi. Foto. Album. CD. Tutto. Tutto quello che mi ricordava Ryan. "Proprio in stile film Americano, eh?" Sussurro, sorridendo. 

"E ora come ti senti?" Mi chiede Ikuto, quando torno da lui. Gli sorrido. Quella è la mia risposta. Torno a guardare lo scatolone. C'è ancora una foto. Attaccata come un marchio al fondo. La prendo in mano. Io e Ryan. 

"Bang Bang Bang. Sto irrompendo, riprendendomi tutto il mio amore, per darlo a qualcun altro. Questa volta vinco io e quando avrò finito di divertirmi, sarai tu quello a pezzi." 

 

"Non è possibile…" Mi bisbiglia Ikuto all'orecchio. Già, non ha tutti i torti.

"Quella non si smentisce mai." Sbuffo. Siamo spacciati.

Ci giriamo a guardare quel buffo ragazzino in giacca e cravatta, con fare pomposo. Ma chi si era andata a pescare?

"Signorino Tsukiyomi e signorina Hinamori…" Inizia.

"Iniziamo bene" Dice Ikuto.

"Nonché futura signora Tsukiyomi."Continua. Dovevo aspettarmelo. Ami gli avrà fatto il lavaggio del cervello.

"Necessito di Bourbon." Annuncio, mettendomi una mano fra i capelli.

"Shh, non interrompere, futura signora Tsukiyomi!" Bisbiglia Ikuto divertito. Ah, ti diverti, eh?

"Chiedo di poter frequentare vostra sorella Ami Hinamori." Continua, formale. 

"Ah." E' tutto ciò che riesco a dire.

"Per questo, volevo il vostro permesso di portarla al nuovo Luna Park appena inaugurato." 

"Quanti anni hai?" Chiede Ikuto.

"Otto e mezzo, signore."

"Eh, si.. perché quel mezzo fa la differenza…" Bisbiglia Ikuto, divertito. Lo prendo per un braccio.

"Ehm… i signori qui presenti devono discutere!" Dico al ragazzino, mentre trascino Ikuto in cucina. Lo lascio sulla soglia, mentre corro a prendere il Bourbon. Eh, si. Quando ci vuole, ci vuole.

"Che facciamo?" Mi chiede, appoggiar allo stipite della porta.

"Lasciamoli uscire insieme… trovato!" Dico allegra, prendendo la bottiglietta. "Quel ragazzino mi sta simpatico… se escludiamo la sua parte formale…"

"Strano che uno come lui voglia andare ad un Luna Park…"

"Si fanno strane cose per amore… una volta mi sono travestita da anguria. Avevo undici anni." Ammetto, arrossendo al ricordo.

"E perché?" mIi chiede ridacchiano Ikuto, avvicinandosi.

"Perché il tipo di cui avevo una cotta amava le angurie…" Dico, imbarazzata.

"E di conseguenza… si, ha senso… strano, ma sensato." Dice, facendo finta di rifletterci su.

"Dai, non dirmi che non hai mai fatto qualche pazzia per una cotta!"

"Tre anni fa ero innamorato della ragazza più carina della scuola… che non mi filava. Per niente." Strano. Inusuale, direi. Da dove veniva 'sta ragazza? Da un altro pianeta? "Un giorno ho deciso di parlarle… ma non è stata una grande idea…"

"Che cosa è successo?" Dico, curiosa. 

"Vorrai dire: cos'hai combinato." Dice, sorridendo tra se e se. "Ero andato da lei. O almeno, credevo fosse lei. Il punto è che ha una sorella. Gemelle. Monozigote." Posso immaginare. Tutto. Scoppio a ridere.

"Non riesco a crederei…" Dico, tra una risata e l'altra.

"Ero sconvolto. Mai fatta una figura del genere…" Dice, ridendo anche lui.

"E come te ne sei uscito, dopo?" Chiedo, tentando di non affogarmi con il Bourbon.

"Sono… ehm… scappato via. Correndo." Continuo a ridere. "Dai, basta. E' stato umiliante!"

"Puoi dirlo forte…" Dico, asciugandomi le lacrime agli occhi, causate dal riso. "Tornando al discorso di prima, non possiamo lasciarli andare da soli…"

"Andiamo con loro!"

"Al luna park?" Chiedo confusa

"E dove, se no?" Dice e si avvicina a me. Mi prende il mento tra le dita, obbligandomi a guardarlo negli occhi. "Consideralo un appuntamento." Dice. Poi mi volta le spalle e va in sala. Avvampo, in ritardo.  Un. Appuntamento. Appuntamento. Un. Oh. Mamma. Mia. Non riesco a muovere un muscolo. Dai, Amu. Forza. Ti ha solo detto che è un… a.. a-a-a.. ap-p-p-p-p… appunta… ta-ta-tat-tamento… 

Mi mordo il labbro. Su, cerca di ricomporti. Manco t'avesse chiesto di sposarlo. 

Prendo in mano il cellulare.

 

Luna Park. Ikuto. Appuntamento. 

Che faccio?!

 

Inviato ad Utau.

Prendo un respiro profondo e vado in salotto anche io. Mi appoggio al muro, incrociando le braccia, ed evitanti di guardare Ikuto negli occhi. Per la semplice paura di arrossire inevitabilmente. Mi volto verso il bambino, ancora seduto .

"Potete uscire." Dico, sorridendo. Ami appare da dietro le spalle di Ikuto e mi corre incontro abbracciandomi.

"Glashie sholellona!" 

"Ad una condizione…" Mi ricorda Ikuto. Ami lo fulmina con lo sguardo. "Veniamo anche noi." Gli occhi di Ami di illuminano, cancellando definitivamente lo sguardo profondo di odio, di poco prima.

"Un'ushcita a coppie!" Dice, saltellando come un canguro. Vorrei ribadire, ma a questo punto mi rendo conto che ha ragione da vendere.

Sento il cellulare vibrare nella tasca dei miei jeans. 

"Sparisco dalla circolazione…" Dico. Saluto con un cenno il bambino e corro in camera.

Utau

Appare nella schermata.

"Ciao, Uta…" Neanche il tempo di salutarla che mi riempie di domande.

"Quando? Te l'ha chiesto lui? O se stata tu? Da soli? Vi bacerete?" Prendo un respiro profondo.

"Utau Hoshina, calma! Una domanda alla volta!" Dico, cercando di placare quella furia.

"Ok, ok… Racconta. Tutto. Non tralasciare nemmeno un dettaglio!" Dice, estasiata. Sospiro.

"Ami esce con un bambino e va al luna park…"

"Ha impiegato meno tempo lei di voi due!" Dice, ridendo. Sbuffo e continuo.

"Divertente. Comunque, questo bambino, strano, tra l'altro, ha chiesto il permesso a me e Ikuto…"

"Un vero gentleman…"

"Già. E mentre io ed Ikuto ne parlavamo, lui mi ha detto che ci saremo andati. Come un vero appuntamento…"

"Le esatte parole?"

"Consideralo un appuntamento…"

"Kyaaaaaaa!" Urla contenta. "Cosa ti metterai?"

"Parli di abbigliamento?"

"Certo!" Ultimamente ero un po lenta di comprendonio.

"Non lo so… vedo poi…" Dico, sospirando.

"Sono contentissima, Amu. Tu e Ikuto sareste la coppia perfetta! Anche perché le altre ragazze che lui ha avuto erano davvero… insopportabili. Certo, le ho eliminate tutte, però…" Ecco. Ed è in momenti come questo che quella ragazza mi fa paura. Poi un dubbio.

"Io… non voglio essere come una delle tante."

"Amu… non lo vedi come ti guarda Ikuto? E' innamorato perso. Non l'ho mai visto così…"

"Così come?" Le chiedo, speranzosa. 

"Così attratto da una ragazza."

"Dici sul serio?" Dico, sorridendo, come un ebete. 

"Mai stata più seria."

Un sorriso mi illumina il volto. Utau era fatta così. Le bastava poco per rallegrare una persona. E le bastava altrettanto poco per farla scappare a gambe levate.

Chiudo la chiamata. Guardo l'orologio. Già le 23.30? Torno in salotto per controllare se Ami è già a letto. Poi lo vedo lì. Steso sul divano ad occhi chiusi. Addormentato. Sorrido davanti a quella scena. Sembra così indifeso. 

Mi avvicino. Non voglio svegliarlo, ma non può dormire sul divano! Mi chino, davanti a lui.

"Ikuto…" Sussurro, scostandoli con le dita un ciuffo di capelli che gli sono sugli occhi. "Ikuto… svegliati…" Continuo sorridendo, vedendolo sbuffare. 

"Am.. Amu…?"

"Si, sono io." Dico, accarezzandogli una guancia. " Non puoi dormire sul divano, sai?"

Non accenna minimamente a muoversi. Idea.

"Ikuto… ci sono i taiyaki al cioccolato…" Sussurro al suo orecchio. Lui si alza di scatto. Mi sposto per evitare la collisione tra i nostri volti.

"Dove sono i taiyaki?" Dice, guardandosi attorno. Rido di gusto.

"Non c'è nessun taiyaki…E' che non ti svegliavi più!" Gli spiego. 

"Non è stato molto carino…" Sbuffa. Non riesco ad essere seria. Mi alzo e mi dirigo in camera, seguita da Ikuto. Mi volto a guardarlo mentre apre la porta della sua camera.

"Ehm… Ikuto…" Dico, senza muovermi.

"Si?"

"…" Sono contenta di uscire con te… si, è questo che vorrei dire. Ma le parole non mi escono, come se fossero bloccate.

"Vieni a farmi compagnia?" Mi sorride malizioso, indicando la camera. Avvampo.

Mi piacerebbe tradotto in un "Maniaco!"  Sbuffo e mi volto. Faccio per andarmene, ma la sua voce mi blocca.

"E comunque… sono contento di andare con te al luna park…" Il mio cuore galoppa. Sorrido. Più a me stessa che a lui. 

"Anche io…" Sussurro, impercettibilmente. Ma sono convinta che mi abbia sentita.

You're gonna be the one , You're gonna be the one, You're gonna be the one.
You're gonna be the in a that's hoping.
You're gonna be the one You're gonna be the one.
When I'm done having fun,
You're gonna be the one that's broken.

Bang, bang, bang I'm breaking in…
Stealing all my love back, giving it to him.
Bang, bang, bang, this time I win.
I thought your love was all that,
'Til I let him in.

 

 Continua….


 

 

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Overprotected. ***


 

IKUTO-

 

"Shono nel panico più totale!" Grida.

"Pff… e per quale motivo?" Sbuffo, tentando di trovare un ordine in quel caos appena creato da un uragano di passaggio.

"Perché tu non hai i veshtiti adatti per un appuntamento con la mia Sholellona!" Ah… lei si preoccupava dei miei vestiti…

"Ehm… guarda che qui l'appuntamento principale è il tuo con il nuovo ventottesimo fidanzato, Ami…" Bè, anche il mio è abbastanza importante. Ma non è questo il punto!  Il punto è che Ami  sta correndo in camera MIA.  Sta saltando sul MIO letto. Sta buttando all'aria tutti i MIEI vestiti.

"E chisshene importa!" E detto ciò si lancia fuori dalla camera. Mi siedo sul letto, cercando un modo per riordinare quel… non so come descriverlo. Chissà se qualche maglia s'era salvata dal piccolo terremoto.

Sento bussare alla porta. Alzo lo sguardo e vedo Amu appoggiata allo stipite della porta, impegnata a guardare il pavimento della camera diventato improvvisamente interessante. 

"Che cosa è successo qua dentro?" Chiede, aggrottando le sopracciglia. Me ne accorgo solo in quel momento. E' in costume. Volto lo sguardo sul pavimento, imitandola, per evitare che notasse il rossore sulle mie guance. E anche perché vederla in bikini in camera mia non era esattamente il modo migliore per farmi ragionare lucidamente. Provavo una voglia matta di avvicinarmi e stringerla, annegando nel suo profumo. Calma, Ikuto. Respira. Tranquillo. 

"Ehm… Ikuto? Ci sei?" Dice, raggiungendomi e chinandosi per guardarmi in faccia. Alzo lo sguardo, che si posa inevitabilmente, anche se solo per un secondo (Non utilizzare scuse, Tsukiyomi! nd. Amu *imbarazzata*. Dai la colpa ad IceJuliet. E' lei che scrive la storia e questi commenti insensati… nd. Ikuto. Non mettermi in mezzo! nd. IceJuliet) sul suo seno. Ecco! I pensieri razionali mi hanno abbandonato completamente. Deglutisco rumorosamente, ma lei non pare accorgersene. La guardo negli occhi. Potrei sprofondare nel suo sguardo. In quelle iridi color caramello. 

"Ehm, dicevi?" Chiedo, confuso. Lei si alza sbuffando ed incrocia le braccia di fronte al petto.

"Ti ho chiesto che cos'era successo in questa camera…" Spiega. Ah, giusto. Domanda interessante. Una parola sola poteva riassumere tutto il concetto.

"Ami." Dico. La vedo sorridere, comprensiva.

"Vuoi una mano a riordinare?" Chiede, comunque divertita dallo stato tragico della camera.

"No, tranquilla." Dica, alzandomi dal letto. La squadro dalla testa ai piedi, soddisfatto nel vederla arrossire. "Stai tentando di sedurmi?" Le chiedo, malizioso. Le sue guance diventano color porpora. Vederla in quello stato mi ha sempre divertito al massimo. 

"M-ma che Dia-Diavolo stai d-dicendo?!" Balbetta imbarazzata.

"Eh… insomma, entri in camera mia in costume. Non avrai mica secondi fini…?" Le sussurro all'orecchio.

"Razza di stupido!" Dice, rossa come un pomodoro. "Baka! Baka, Baka, Baka!" Urla, uscendo dalla camera sbattendo la porta.

Guardo la porta chiusa. Trattengo le risate, perché tanto so che prima o poi si sarebbe riaperta. Pochi secondi. 

Tre… Due… Uno…

"E, comunque, sono in costume perché sono appena tornata dalla spiaggia!" Dice, enfatizzando le parole con una linguaccia rivolta esclusivamente alla mia malizia.

"Quindi nessun secondo fine? Eh, ma così sono deluso…" Continuo, mettendo il broncio. La vedo sorridere, inclinando la testa.

"Baka!"

 

"Guarda! Guardaaa!! Dai, andiamo?! Ti prego!" Continua ad urlare come una bambina Amu trascinandomi da una parte all'altra, sotto lo sguardo divertito di Ami e Takezawa. 

"Amu…" La blocco e le metto le mani sulle spalle, voltandola in modo che mi guardasse negli occhi. Le sorrido. "Abbiamo l'intera giornata da passare al Luna Park. Vedrai che riusciremo a fare tutto." Gli occhi le si illuminano, come quelli di una bambina che apre i regali a Natale. Una bambina. La mia bambina. 16 anni. 16 anni e una voglia di vivere e divertirsi immensa. Quasi sembrava buffa a vederla correre per salire sulle giostre. Ma faceva anche una gran tenerezza. 

Cammino accanto a Takezawa. Entrambi costretti ad inseguire le due… ehm… tornado… per non perderle di vista. 

"Signorino Tsukiyomi…"  Inizia. Eh, ci risiamo.

"Puoi anche chiamarmi Ikuto…" Dico, dandogli colpetti sulla testa.

"Ok, capito…" Poco prima di continuare arriva Amu con la sorellina in braccio, che ride come una forsennata.

"Signorino Tsukiyomi Ikuto…" No, non ha capito proprio niente. "Continueremo il discorso più tardi…così ne parleremo anche con la signorina Amu" No, quello non era assolutamente un bambino normale.

"Abbiamo fame!" Annuncia Ami, sorridendo. Amu la lascia andare e raccoglie i capelli in un'alta coda di cavallo.

"Già Già!" Concorda la sorella. La guardo. Possibile che, nonostante mangiasse una quantità enorme di schifezze, fosse così in forma? Cioè, a questo punto dovrebbe pesare almeno tre volte di più. 

"Non cambierai mai…" Dico, ridendo. 

"Adesso il problema non è la mia linea, ma bensì dove mangiare!" Dice, sbuffando, come se mi avesse letto nel pensiero. Si guarda intorno. Sorride, indicando un chiosco. "Andiamo là!" Dice, trascinandomi per un braccio. Ami e Takezawa ci seguono mano nella mano. Dopo esserci serviti ci sediamo in un tavolino, iniziando a parlare del più e del meno.

"Tornando al discorso di prima, signorino Tsukiyomi…" Dice improvvisamente Takezawa, facendo incuriosire Amu. "Quand'è che tu e la signorina Hinamori vi sposate?" Vedo Amu sputare l'acqua. 

"Eh, ma allora è diventato un vizio!" Sbuffa Ami, bagnata dalla testa a piedi. (Per chi non ricordasse, Capitolo 3)

"Perché dovremmo sposarci?" Chiede Amu, ignorando il commento della sorella.

"Perché le persone che si vogliono tanto tanto tanto bene di sposano!" Dice Ami, aprendo le braccia più che può per enfatizzare il concetto di tanto

"Ehm… si, ma…" Dice Amu, voltandosi verso di me per cercare aiuto. Le mimo un stiamo al gioco

"Quindi voi non vi volete bene?" Chiede Takezawa ed il volto di Ami s'incupisce.

"No. Noi ci vogliamo tanto bene…" Dico, imitando il gesto di Ami, sotto lo sguardo divertito di Amu. 

"Allora ci sposerete?" Eh… ora che dico?

"Si, certo!" Dice Amu sorridendo.  "E siete ufficialmente invitati al matrimonio… che si terrà nell'immediato o anche lontano futuro…" Continua, confusa…Ridacchio nel vederla così insicura.

Ami si alza in piedi sul tavolo, attirando a se gli sguardi dei presenti. 

"Oddio, che vuole fare?" Bisbiglio ad Amu, che mi guarda preoccupata

"Shignori e Shignore…"

"Oh, povera me.." Dice, dandosi un colpetto sulla fronte.

"Voglio dirvi che mia shorella…"

"Oh, accidenti!" Sussurra Amu, nascondendosi dietro alla mia spalla.

"Preshto… o tardi… shi shposherà con il suo fidanshiato Ikuto!" Continua sorridendo. Perfetto. Ora sono anche arrossito. E, come se non bastasse…"I due piccioncini shocco proprio qui dietro!" Dice, indicandoci.

"Si… certo…" Dice Amu, uscendo dal nascondiglio. "Ehm… io vado. Ciao!" Si dilegua in un batter d'occhio. 

"E noi la seguiamo!" Dico, tirando per un braccio Takezawa e Ami.

 

"Quei bambini ci daranno filo da torcere…" Dice Amu, stiracchiandosi sulla panchina. 

"Tu dici?" Le chiedo sarcastico. La vedo sbuffare. 

"Sei sempre così…simpatico!" Dice, mostrandomi la lingua. Rido nel vederla così infantile e le do un buffetto sulla fronte. Sorride, di rimando.

"Dici che dovremo tenerli sempre sotto controllo?" Le chiedo, indicando i due bambini.

"Credo di no." Dice, sospirando. "Fin da quando ero pianola, i miei sono sempre stati molto protettivi. Anche troppo. E alla lunga, non è il massimo…" 

Dio, anche io avrei fatto come loro. Avevo una voglia matta di proteggerla. 

"Ma alla fine, chi erano loro per dire cosa dovevo fare? Insomma, non potevano sapere sempre cos'era giusto per me."

Poi si alza. "Vado a prendere le due tempeste, poi torniamo a casa, 'key?" Dice, allontanandosi. Guardo l'orologio. Si, aveva ragione. E' tardi. 

"Hey, bel ragazzo…" Una voce interrompe in miei pensieri. Alzo lo sguardo, trovandomi faccia a faccia con una ragazza bionda e occhi di ghiaccio. "Cosa ci fai tutto solo?" Dice, ammiccando con gli occhi.

"Non è solo." Una voce alle mie spalle mi fa voltare. Amu, con le braccia conserte guardava la scena.

"Tranquilla, ragazzina. Ce n'è per tutte e due…" Dice la bionda, leccandosi le labbra. Oh, certo. Cos'ero? Un biscotto da dividere?

"Disgustoso."  Dice Amu, schifata dal comportamento della ragazza. Come darle torto, del resto. Faceva venire ribrezzo anche a me. Mi prende la mano e mi tira via. 

"E tu chi saresti?" Le chiede la bionda, sghignazzando. Amu si ferma di colpo. Si volta e le sorride beffarda.

"Sono la sua ragazza. E sia ben chiaro: non lo condivido." Dice, sibilando l'ultima frase. Si volta e continua a camminare. Frase di circostanza. Magari fosse sul serio la mia ragazza. Però un momento: non mi è sfuggito il tocco di gelosia in quella frase.

"La mia ragazza?" Le chiedo, divertito dalla scenata.

"A quanto pare si. Ma non farti strane idee, bell'imbuto."  Borbotta.

"Senti, fidanzata, non è che sei gelosa?" Le dico, avvicinandomi al suo orecchio. La vedo rabbrividire… eppure non è freddo. Che c'abbia azzeccato?

"Io? Di te? Ma figurati!" Balbetta. "Eppure ti ho appena detto di non farti strane idee…"

"Non dicevo di me… ma a quanto pare, avevo ragione…" Dico, sorridendo soddisfatto. La vedo sbuffare. Raggiungiamo Ami e Takezawa, pronti per tornare a casa.

 

"E cosa dovevo fare, scusa?" Senti dire Amu dalla sua camera. Giuro che non stavo origliando. Stavo semplicemente ascoltando. E' da più di mezz'ora che è al telefono con Utau… già peccato che non riesco a trovare una frase di senso compiuto nei loro discorsi. Bè, d'altronde sento solo Amu…"Non intendevo questo!" La sento ridere." Però, di certo, non lo lascio tra le grinfie di una qualunque in cerca di solo divertimento…" Sbotta. "Sai cosa intendo…" 

Bè, a quanto pare parlano di me. Interessante la faccenda. Ammetto che l'idea che Amu pensi a me mi rendeva estremamente felice. Che avessi un'opportunità con quella ragazza? (Certo! Ma se lei non ti accetta vieni pure da me! nd.IceJuliet). Non sento più la sua voce. La porta si apre di colpo.

"Che diamine ci fai qui fuori?" La voce di Amu mi rimbomba nella testa. 

"Andavo in bagno…" Si, una scusa meno plausibile no?

"Certo… anche perché il bagno è dall'altra parte…" Dice, sorridendo. Beccato. Poi rimette il cellulare accanto all'orecchio. "Tuo fratello è proprio qui…" Poi mi porge il telefonino.

"Baka!" Urla Utau. Riporgo ad Amu il telefono.  

"Come penso abbia detto lei: Baka!" Dice, chiudendo la porta alle sue spalle, lasciandosi sfuggire una sonora risata. 

"Sono d'accordo con voi!" Sorrido tra me e me. Si, sono totalmente, inevitabilmente innamorato di quella ragazza.

 

Se solo in quel momento avessi saputo che i miei sentimenti erano ricambiati, avrei fatto i salti di gioia.

 

 

Continua…

Ho un piccolo avviso da fare.

Per le prossime due settime (Fino al 29 Agosto) probabilmente non posterò nuovi capitolo poiché sarò al mare e, per mia grande sfortuna, non ci sarà la connessione a internet. In quei giorni, però, continuerò a scrivere, in modo da bombardarvi dei nuovi capitoli, appena tornata!

IceJuliet.

PS-Lo so che questo Capitolo è arrivato in ritardo, ma ero indietro con alcune faccende e non sono riuscita a scriverlo! Scusate!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** S.D. or B.N. ***


 

IKUTO-

 

"Senti Ikuto!" La vedo sbuffare. Dio, adoro quando fa così.

"E che cosa c'è?!" Le chiedo avvicinandomi.

"Me lo chiedi o no?" Dice, scostandosi una ciocca di capelli rosa dalla fronte.

"E cosa dovrei chiederti?" La guardo, prendendole il mento tra le mani. Sento il suo respiro sulla mia pelle.

"Tu che cosa credi?" E detto ciò, elimino lo spazio che ci separa.

 

Apro gli occhi. "Miseriaccia…" Borbotto, osservando l'orologio. Le 2.30… di notte. Dannazione. Richiudo gli occhi, tentando di non pensare al dolce sogno di poco prima.

 

You can be a sweet dream…

 

"Dove andrai?" Le chiedo, sperando che cambiasse idea.

"Semplicemente lontano da qui…" Si volta. "Lontano da te…" Inizia a correre nel boschetto. La inseguo. Perché scappi? Perché vuoi andare via?

Perché vuoi lasciarmi?

 

Mi sveglio, accorgendomi di essere sudato. Mi guardo attorno. Seduto sul letto della mia camera, come ogni notte d'altronde, ripenso al quella sorta di appuntamento con Amu. Avrei dovuto farmi avanti? Insomma, andare lì e dirle chiaro e tondo che mi piace? Certo… dire che mi piace è, oltre che scontato, una sorta di eufemismo all'ennesima potenza. Probabilmente era la scelta migliore, ma se mi avesse respinto? Ok, in amore vince chi combatte… però poi come avrei potuto continuare a guardarla negli occhi, sapendo che non provava lo stesso per me? D'altronde, però, dovevo assolutamente fare qualcosa. Avevo già perso abbastanza tempo, rischiando di rovinare il nostro rapporto, incrinatosi con l'arrivo di Tadase e il ritorno di Ryan. Se poi ci mettiamo anche Yori….

 

or a beautiful nightmare!

 

Toc Toc (Notiamo questi effetti speciali…)

Alzo lo sguardo, osservando la ragazza in maglietta e pantaloncini appoggiata alla porta. Il suo sguardo pieno di tristezza e dolore. Mi alzo di scatto e mi avvicino a lei.

"Amu…?" Dico, accarezzandole le guancia. "Amu, cos'è successo?" Vedo i suoi occhi. Quegli occhi pieni di vita, che in quel momento si stavano bagnando di lacrime amare. Le sue mani afferrano la mia camicia. La guardo mentre appoggia la sua testa sul mio petto, iniziando a singhiozzare. Il mio cuore perde un battito nel vederla in quello stato. La stringo a me. Da tanto desideravo quel semplice contatto.

Mi allontano di poco, giusto per vedere i sui occhi arrossai a causa del pianto. Le prendo la mano, facendola sedere sul letto accanto a me. 

"Un incubo?" Le chiedo, sfiorandole i capelli. Annuisce solamente. Le appoggio le mani sulle spalle, stringendola a me come poco prima. La sento rilassarsi un po'. "Ti succede spesso?" Le chiedo.

"Qualche volta…" Ammette, nascondendo il volto nell'incavo del mio collo.

"Vuoi parlarne?" Le chiedo, aumentando la presa.

"Magari domani mattina…" Dice, sbadigliando. Guardo l'orologio. L'una meno un quarto. "Posso…?" Lascia la domanda in sospeso. 

"Si." La stringo in vita per poi stendermi sul letto, trascinandola con me in un sonno profondo.

 

Either way I, don't wanna wake up from you. 

Sweet dream or a beautiful nightmare! 

Somebody pinch me, your loves to good to be true.

 

"Ne, Ikuto…" Sento bisbigliarmi all'orecchio. 

"Ancora due mesetti, mamma…" Sbuffo, girandomi dall'altra parte.

"Non sono Souko! Anche se sarebbe divertente metterti in punizione…" Apro gli occhi, trovandomi faccia a faccia con un' Amu divertita. Ok. Più che divertita aveva un'espressione soddisfatta. 

"E tu che ci fai qui?" Le chiedo, sedendomi accanto a lei.

"Dire che hai una memoria corta poco, a questo punto…" Borbotta, sbadigliando. Metto in pausa il cervello. Ok, rewind: ieri sera. Amu in lacrime. Incubo.

"Ah, ok. Ci sono." Dico, scompigliandomi i capelli. La guardo, ancora in pantaloncini e maglietta. Si alza, voltandomi le spalle.

"Vado a svegliare Ami…" Sospira, afferrando la maniglia della porta. La prendo per un braccio, quasi involontariamente. Non mi ero pienamente accorto di quello che avevo appena fatto. Istinto, forse. Paura che se ne andasse. Mi guarda confusa. 

"Ehm… ecco…" Una scusa. Una scusa. Una scusa. E che cavolo… "L'incubo… di questa notte…" La vedo sedersi di nuovo sul letto, rannicchiando le gambe al petto. 

"Tu." Dice soltanto, abbassando lo sguardo. La guardo. Io? E che c'entravo io? Come se mi avesse letto nel pensiero, continua. "Andavi via…ancora." 

"Ancora?"  

"Si. Non è la prima volta che ti sogno lasciarmi sola…" Ammette, sempre con lo sguardo rivolto ai piedi, diventati stranamente interessanti. L'abbraccio d'istinto. Allora non ero l'unico a fare incubi del genere. 

 

My guilty pleasure I ain't goin nowhere 

Baby, long as you're here 

I'll be floating on air cause you're my, you're my.... 

 

"Non ti lascerò, Amu. Mai." Lei era il mio incubo. Il mio bellissimo incubo. 

 

"Ma ormai è diventato uno di famiglia…"Sussurra Amu al mio orecchio, dopo aver osservato la figura davanti a se.

"Si è stabilito in questa casa!" Sbuffo, a mia volta.

"Futura signora Tsukiyomi!" Saluta Takezawa. Sento Amu borbottare. "Signor Tsukiyomi!" E adesso mi chiedo: da dove è uscito questo bambino? Da un manga? (No… dalla mia immaginazione. nd.IceJuliet.  Ne hai da vendere, allora! ns.Ikuto)

"Ciao, Takezawa… che… che…?" Dice Amu, non trovando le parole.

"Che diamine ci fai qui alle sette di mattina?!" Sbotto al suo posto. Lui mi guarda con aria di sfida. 

"Signor Tsukiyomi, non mi dirà che a causa della vecchiaia necessita di dormire maggiormente…?" Un momento: mi ha dato del vecchietto? E no!

"Senti, nano…" Sento la mano di Amu appoggiarsi sulla mia spalla, trattenendomi. 

"Takezawa, vorresti, gentilmente, rispondere alla domanda del nonnetto?" Dice, ridendo. Ecco. Ci si mette anche lei!

"Sedetevi, prego!" Dice, voltandoci le spalle.

"LUI a casa NOSTRA ci da il permesso di sederCI?" Mi chiede Amu, stranita.

"Cara coniuge, andresti, gentilmente, a sederti?" Le dico, ignorando la domanda. Mi guarda, sbuffando, e segue il mio consiglio. Dopo essermi seduto accanto a lei, appoggiata al bracciolo della poltrona, Takezawa inizia il discorso.

"Siccome so che, tra qualche giorno, i vostri parenti verranno a farvi visita, ho organizzato una festa a casa mia. Una sorta di tea party, mettiamola così. Mi onorereste della presenza di tutta la famiglia?"

"No. Non è normale." Sentenzia Amu. "Si, ci saremo. Quando?"

"La prossima settimana. Vi manderò gli inviti." E detto questo si alza, dirigendosi verso la porta sotto il nostro sguardo curioso. Si volta. "Cordiali saluti!".

Vedo Amu alzarsi ed andare in cucina. La seguo.

"Mi chiedo ancora dove l'abbia trovato un tipetto del genere, Ami…" Sbuffa.

"Conoscendo la gente che frequentava la sorella…" Commento sarcastico, riferendomi al bamboccio biondo. Sbuffa, sedendosi rumorosamente sulla sedia, dopo aver preso un bicchiere d'acqua. Colgo, tanto per cambiare, l'opportunità di prenderla in giro. "Hai la grazia di un elefante, Am…" Non riesco a terminare la frase. Bagnato. Dalla testa ai piedi. Alzo lo sguardo. Amu trattiene a stento le risate. "Amu! Ti sembra divertente?" 

"Verità o bugia?" Mi chiede, alzando un sopracciglio.

"Bugia." Rispondo, avvicinandomi pericolosamente.

"Non è stato per niente simpatico. Ne divertente!" Dice. "Scusa!" Continua, in preda alle risate

"Non accetto le scuse…" Le dice, sorridendole malizioso. La vedo guardarmi incuriosita. La prendo in spalla, come il primo giorno in vacanza. "La vendetta è più divertente." Annuncio, salendo le scale, andando verso il bagno.

"Che cos…?" Chiede, cercando di liberarsi. Aumento la presa, per poi aprire l'acqua della doccia. "Non avrai intenzi…?!"  

La lascio cadere dentro. Rido, nel vederle i capelli attaccarsi al viso. Rido, nel vederla bagnarsi poco a poco. Rido, nel vederla divertita almeno quanto me.

 

You can be a sweet dream or a beautiful nightmare. 

Either way I, don't wanna wake up from you.

 

Continua!

Ciaooo! Finalmente, dopo 11 ore di viaggio in macchina, aggiorno la FF!

Lo so che è corta, ma cercate di capirmi: in vacanza, in un villaggio turistico, dove mi sono presa una cotta per l'animatore (insegnante di canoa… e, si. Figo.) poco più grande di me, insomma… diciamo che ho passato più tempo in spiaggia a fargli le foto in stile stalker che a scrivere! xD

Nei prossimi giorni pubblicherò anche le altre!

xoxo

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Capitolo Extra II. ***


 

AMU-

 

"Sai…dovresti chiudere meglio la porta…" Lo guardo, divertita. Mi lancia un'occhiata piena di odio. Bene. Continuo nel mio intento. "Oh, andiamo muso lungo. Dammi qualche punto per l'ingegnosità…" Commento, sedendomi, accanto a lui.

"Credi davvero che sia divertente, Amu?" Sbuffa, incrociando le braccia.

"Si, Ikuto. Trovo divertente il fatto di doverti salvare più volte la vita da quell'arpia…" Ok. Chiariamo la situazione. Non volevo arrivare a tanto… si, ok, forse un po'. Ma vedere Yori-gatta-morta gironzolare fuori casa, aspettando che Ikuto esca per poi saltargli al collo, mi dava un pochetto fastidio. 

"E cosa dicono mio madre e Tsumugu a riguardo?" Chiede, scocciato.

"Si sono fatti una bella risata." Rispondo con un'alzata di spalle.

"E… al fatto che sono segregato in camera mia da un paio di giorni?"

"Bè… quello non gliel'ho detto."

"Perché no?" Chiede, alzando un sopracciglio.

"Primo perché non possono farci niente, essendo dall'altra parte della città… secondo… quello che ho appena detto!"

"Dov'è Yori?" La voce di Ami interrompe la nostra discussione.

"Te ne dovevi occupare tu, Ami…"Sbuffo. Un'altra gatta da pelare… e, in questo caso, il paragone calza a pennello.

"Shi… ma mi shono shtancata…"

"Sai, anche io mi sono stancata di controllare che Ikuto non esca di casa…" Mi alzo. "Cambio di programma, fai tu la baby-sitter!"  Che scusa avrei usato oggi? Ikuto è malato… non vorrai che ti attacchi l'influenza, vero? Oppure… E' allergico ai gatti!

Sento Ikuto sbuffare nuovamente. Mi volto, sorridendogli beffarda.

"Dovresti uscire. Fare un giro all'aria aperta, magari… O, aspetta. Non puoi!" 

 

 

 

Altro Capitoletto Extra… scritto, anche questo, in un momento di scarsa lucidità mentale sotto il sole rovente della Calabria. 

Perdonatemi, ma ogni tanto devo scrivere delle cavolate… sennò non sarei più io! ;D

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 7 Things. ***


 

AMU-

 

"TU!" Urlo, puntandole il dito davanti agli occhi.

"Io?" Mi chiede, alzando un sopracciglio.

"Si, proprio TU!" Continuo, imperturbabile. No, davvero. Quale sarebbe la sua scusa? "Perché non sei mai venuta a trovarmi?!" Grido, abbracciandola d'istinto, trattenendo una lacrima.

"Scusa…" Sospira, ricambiando l'abbraccio. "Ma sai, il provino… le riprese…". Sciolgo l'abbraccio. No, non è abbastanza.

"Soma…"  Esordisce Ikuto, comparendomi alle spalle. Ah, giusto. 

"Eh… che ci vuoi fare?!" Dice, alzando le spalle, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Poi si volta a guardarlo. "Ikutooooo!" Urla, per poi avvinghiassi al suo braccio. Eh, no. Alla fine era sempre la stessa Utau. Pur avendo un gran bel pezzo di ragazzo come Soma al suo fianco, Ikuto era il suo punto debole. Li guardo, divertita. Utau sposta il suo sguardo dal fratello a me. "Amu, non ti preoccupare. Te lo restituisco subito!" Annuncia, ridacchiando. Mi accorgo di essere avvampata come non mai. Prima che possa dire qualcosa, Ikuto inizia a ridere a sua volta.

"Insomma Utau, non vorrai mica far ingelosire la futura signora Tsukiyomi!" Dice, alludendo alle parole di Takezawa.

"E basta! Non ti ci mettere anche tu!" Sbotto. 

"Ohhh!" Dice Utau, con gli occhi che emanano scintille. "C'è un matrimonio in vista!" Urla, attirando l'attenzione di tutti. Mio padre si volta. Un velo di preoccupazione, parecchio evidente, gli solca il volto. Scappa dalla presa di Souko, che mi mima un  Auguri con le labbra. Ecco, anche lei.

"Chi si sposa?!! E, soprattutto con chi?!" Poi si avvicina a me, prendendomi le mani, come disperato. "Figlia mia! Non puoi farmi questo! Perché mi vuoi lasciare?" Inizia a piangere. 

"Ma papà, senti…" Fulmino con lo sguardo Ikuto, che guarda la scena divertito. Ah, simpatico il tipo.

"Nooooo! Amu, non farlo! Sei troppo giovane!" Continua, interrompendomi.

"Papà, guarda che non è come…" 

"Ti imploro! Non sposarti!"  A mali estremi…

"TSUMUGU HINAMORI! Mi lasceresti parlare o no?!" Estremi rimedi. Ma, dannazione… dovevo fare i conti con mio padre. E, purtroppo questo non basta.

"Non posso sopportare il peso di questo matrimonio!" Continua, alzando le braccia al cielo, come un'invocazione a chissà quale Dio.

"Ti prego, papà… non hai capi…"

"Oddio! Adesso ti sposerai con un ragazzo. Magari è un tipo strano, che ne puoi sapere?" Alzo lo sguardo, nella direzione della preghiera di mio padre. 

"Ti diverti lassù, vero?!"

 

Mi guardo allo specchio. Per l'ennesima volta. Guardo l'orario. Per l'ennesima volta. Riapro l'armadio. Per l'ennesima volta. 

"Che cavolo mi metto?!" Sbotto, esausta dalla situazione.

Due ore.  Due stramaledettissime ore che cercavo un qualcosa di adatto al tea-party. E come dovevo vestirmi? Jeans e maglietta? Magari. Un abitino? Troppo. Che fare? Idea. Fingo di essere malata ed evito di scervellarmi. No, esagerato. Sospiro pesantemente. 

"Indecisa?" Chiede una voce alle mie spalle. Sospiro voltandomi.

"Si vede tanto?" Chiedo, incrociando le braccia al petto. 

"Solo un po'…" Ammette, con un'alzata di spalle. Poi, un dubbio.

"Ma tu entri senza bussare?" Sbotto.

"La porta era socchiusa…"

"E se fossi stata, che so, in intimo?!" Lo guardo, sconvolta. Lui mi sorride. Un sorriso pieno di malizia. Ecco, avrebbe fatto la sua battuta.

"Bè, non mi sarei lamentato…" Ammette, sorridendomi.

"Ikuto!" Urlo, buttandolo fuori dalla porta."Adesso bussi e ricominciamo d'accapo!" Dico, chiudendo la porta. 

Lo sento bussare.

"Non posso! Sto studiando. Sono nuda!" Dico, buttandomi sul letto, ridendo tra me e me.

"Allora entro subito!" Ignoro il suo sarcasmo, continuando la recita.

"Chi è?" Chiedo, seduta sul letto, aprendo un pacchetto di patatine.

"Sono io!" Ma vedrai che così capisco tutto! 

"E chi sei tu?" Dico, sgranocchiando rumorosamente.

"Sono io, Ikuto!"

"Di solo: Ikuto! Non sono io!"

"E' certo che non sei tu! Sono io, Ikuto!"

"No! Di soltando: Ikuto!"

"Ciao Ikuto!" Scoppio a ridere. Sento la porta aprirsi. Chiudo gli occhi nel vano tentativo di placare il pianto isterico causato dalle risate. Riapro gli occhi dopo pochi secondi, trovandomi a una minima distanza dal viso di Ikuto. Questione di millimetri. Ciao Ikuto! Ricado immersa nelle risate.

"Vedo che ti diverti parecchio, Amu!" Dice, prendendomi dalle mani il pacchetto di patatine.

"Hey! Sono mie!" Borbotto, aggrappandomi al suo braccio per riprenderle. 

"Vedila su questo piano: ti sto facendo un favore!" Mollo la presa, guardandolo confusa. "Se le mangi tutte, poi finirai per ingrassare!"  

"A volte mi stupisco della tua ilarità, Ikuto!" Dico, guadandolo innocentemente negli occhi. Dio, quegli occhi. Mi catturavano ogni istante. 

"Eh, a volte mi stupisco anche io…" Dice, in un sussurro. Non riesco a seguire le sue parole, sempre attratta da quegli occhi. 'Cidenti. Vicini. E' così che siamo in questo momento. Troppo vicini. Non che mi dispiaccia, però.

"Ragazzi, evitate di scambiarvi effusioni in pubblico!" Una voce alle nostre spalle ci fece separare immediatamente. Mi volto, osservando il sorrisetto compiaciuto di Utau, accompagnato da quello divertito di Souko.

"Ma quali effusioni ed effusioni?!" Sbotto.

"E, soprattuto, qui non c'era alcun pubblico…" Dice Ikuto, alzando le spalle.

"Quindi ammetti che ci sono state effusioni…" Gli chiede la madre, alzando un sopracciglio.

"No! Lui non ammette niente!" Dico, indicandolo con la mano. 

"E tu cosa ammetti, Amu?" Mi chiede Utau divertita.

"Io ammetto che questa situazione sta diventando assurda! Tutti fuori dalla mia stanza!" Sbotto.

"Ragazze, mi sa che qua ci vorrà un po'!" Dice Ikuto alzando le spalle.

"Eh… voi giovani… così pieni di vita!" Sospira Souko, uscendo dalla stanza.

"E questo che significava?" Chiedo a Ikuto. Lui mi guarda stranito. Ne sa almeno quanto me.

"Esco anche io… mi raccomando, ragazzi. Non esagerate!" Dice, maliziosa prima di uscire.

"Ma… ma che… UTAU!" Urlo. Troppo tardi. E' scomparsa. Com'era arrivata, del resto. Mi volto, guardando un Ikuto, comodamente seduto sul mio letto. Arrossisco. La situazione… non mi imbarazzava ben poco. 

"Ragazzina, perché sei tutta rossa?" Mi chiede, inarcando un sopracciglio. Certo. Per lui era una cosa del tutto normale entrare nella camera di una ragazza e sedersi comodamente sul letto. Se poi contiamo il fatto che questa ragazza si sia anche involontariamente innamorata del ragazzo…

"Non lo so, Ikuto. Forse perché…" sei seduto tranquillamente sul mio letto? "Dovrei cambiarmi?" Scusa banale.

"Tranquilla. Mica mi infastidisci…" Dice. Ironico il ragazzo, vero? Alzo gli occhi al cielo.

"Tu invece si!" Dico, buttandolo fuori dalla camera. 

Mi risiedo sul letto. Ok. Sinceramente trovare dei vestiti era l'ultimo mio pensiero al momento. Riprendo un foglio, immersa nei miei pensieri. Penso ad una canzone, ascoltata qualche giorno prima. Non so il motivo, ma ne riscrivo alcune parole sul quel foglio. Forse come prova dei miei sentimenti per quel ragazzo. 

 

The seven things I hate about You: 

You're vain, Your game, Your insecure. 

You love me or You like her?

You make me lough, You make me cry.

And the seven thing, I hate the most that You do: You make me love You.

And compared to all the grate things, that would take too long to write ,

I probably should mention the seven that I like…

The seven things I like about You:

Your hair, Your eyes, Your old Levi's .

When we kissed I'm hypnotized.

Your hands in mine, when we're intertwined  everything's so right.

And the seven things I like the most that You do: You make me love You.

 

Ecco… più che canzone era una lista…E una gran bella lista.

 

 

 

 

Continua…

E dopo aver schiacciato un moscerino sullo schermo del computer, aggiungo il 22esimo capitolo! Utau is back! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** My Dilemma. ***


 

AMU-

 

"E lei che ci fa qui?" Sibilo, dando una gomitata a Takezawa, il quale, pochi minuti prima ci aveva allegramente scortati nel giardino della villa dei suoi genitori. Lui mi guarda, sogghignando.

"Non te l'ho detto? Lei è mia sorella!" Lo guardo. Strano che non abbia ancora ucciso quel moccioso. Rivolgo lo sguardo verso l'odiosa biondina attaccata come una calamita al collo di Ikuto.
 

You make me so upset sometimes,

I feel like a could loose my mind.
 

 Lei si volta, lanciandomi uno sguardo eloquente. 

"Ciao… ehm.. ?" Oh, al Diavolo.

"Amu.Il mio nome è Amu, Yori." Dico acida. Non mi degna di risposta, bensì preferisce tornare a torturare il povero Ikuto. Le volto le spalle, trascinando con me Utau, rimasta stizzita dalla scena. Davanti a noi un banchetto con dei dolci. Massì, affoghiamo l'odio nel cioccolato.
 

The conversation goes nowhere,

'Cuz you’re never gonna take me there...
 

"Quella è la famosa Yori?" Mi chiede Utau, sprigionando curiosità da tutti i pori.

"Proprio lei. Dannazione!" Sbotto, addentando un… ehm… cos'è? Non importa: basta che sia al cioccolato. "Credi che abbiano del Bourbon?" Le chiedo, alzando un sopracciglio.

"Devi smetterla di bere quella roba." Poi mi guarda e sbuffa. "E non ti fa bene mangiare tutti quei dolci o quel vestito striminzito ti scoppierà… Boom!" Dice, facendo il gesto dell'esplosione.

"Non è striminzito!" Commento, addentando un altro cioccolatino.

"In ogni caso… vado ad ispezionare…" Dice, voltandomi le spalle.

"Che?"

"Devo vedere che tipo è questa ragazza…" Mi guarda di sottecchi. "Mi sbarazzerò di lei!" Non la contraddico.Può fare quel che le pare. Assolutamente. Torno al mio pasticcino. 
 

And I know what I know,
And I know you’re not good for me.

Yeah I know what I know,
And I know it’s not ment to be.
 

Dannazione. Già era abbastanza complicato per me riuscire a svelare i miei sentimenti ad Ikuto… se poi la "cognata" di mia sorella è quella gatta isterica… Si, una sorta di divorzio sarebbe utile.  Sento improvvisamente qualcosa stringermi la vita. Mi volto, trovandomi faccia a faccia con Ikuto.
 

Here’s my dilemma:
One half of me wants ya...
 

"Ti spunteranno dei brufoli…" Dice, facendo un cenno con il viso verso il buffet. 

"Io ho una pelle perfetta!" Rispondo, pavoneggiando causando le sue risate.

"Ti rendi conto che mi hai abbandonato alle grinfie della biondina?" Dice, avvicinando il suo viso al mio. No, Amu. Ti prego, non arrossire.

"Non mi sembrava che ti causasse problemi…" Rispondo acida. 
 

And the other half wants to forget...

 

Dio, ora divento anche gelosa. Mi guarda, quasi divertito. Come se avesse intuito il mio stato d'animo. Tento di rimediare. "Scusa, oggi sono un po'…"

"Gelosa."
 

My-my my dilemma from the moment i met ya:
I just can’t get you out of my head.

 Mi interrompe. Avvampo. Oh, buoni propositi… a farsi benedire.

"Non ho detto questo!" Ribadisco. Sento che aumenta la presa sulla mia vita.
 

And I tell myself to run from you,
but I find myself attracted
to my dilemma.


"Non ho detto che mi dispiaccia…" 
 

My dilemma, it’s you, it’s you.

 

Avvicina maggiormente il suo volto al mio.  Accidenti, accidenti, accidenti. Questione di centimetri… millimetri… Dio, quanto vorrei baciarlo. Ecco, i pensieri sani mi hanno completamente abbandonata. E rivedo quegli occhi. Quegli occhi che fanno cadere le mie certezze.
 

You’re eyes have told a thousand lies,
But I believe’ em when they look in mine...

 

"Ragazzi, un po' di contegno!" La voce alle nostre spalle ci fa allontanare immediatamente. Due volte in un giorno? Potremo stabilire un nuovo record. Rivolgo uno sguardo pieno di odio alla biondina. Si avvicina prendendo Ikuto per un braccio. "Non ti dispiace se te lo rubo per un po', vero?" 

Si, cazzo. Mi dispiace, e anche parecchio. Giù le mani dal MIO Ikuto. "No, fai pure" Perché sono così tremendamente educata? La vedo trascinarlo via. "Razza di…"

"Cretina?" Sputa, Utau tornata chissà quando.
 

I heard the rumors, but you won’t come clean,
I guess I’m hoping it’s because of me.
 

"Oh, vedo che i nostri pensieri sono in sintonia" Commento sarcastica. Vengo trascinata dietro un cespuglio.

"Quella finta bionda mi sta antipatica in maniera assurda!" Sbotta.

"Devo dire tutto ad Ikuto." 
 

And I know what I know,
And I know you’re not good for me.

Yeah I know what I know,
And I know it’s not ment to be.

 

Sbotto, imitandola. Mi guarda, prima confusa e poi eccitata. 

"Davvero? E che farai?" 
 

Here’s my dilemma:
One half of me wants ya...

 

"E che ne so… prima è, meglio è. Stasera. Non so ancora come ma m'inventerò qualcosa." Continuo, poco convinta.
 

And the other half wants to forget...
 

"Stai attenta a non mettere il carro davanti ai buoi." Ecco che iniziava con i suoi paragoni.

"E questo che cavolo significa?" Chiedo alzandomi, per poi avvicinarmi al gruppetto delle due famiglie. Lei mi ferma, poggiandomi una mano sulla spalla.

"Dire al ragazzo che ti piace che hai una cotta per lui…" La interrompo.

"Il problema è che la mia non è una semplice cotta. Io… credo di essermi innamorata." 
 

My-my my dilemma from the moment i met ya:
I just can’t get you out of my head.
 

Vedo i suoi occhi sbrilluccicare, per riprendersi.

"In ogni caso, è una bella sfida." Sospiro. Dannazione se ha ragione. 

"Devo farcela!" 

"Brava…" Dice, mollando la presa. Ci avviciniamo al gruppo. "Ah, un'altra cosa. Lui…" Dice, facendo un segno verso il fratello, non molto lontano da noi.

 

And I tell myself to run from you,
but I find myself attracted
to my dilemma.


"E' super paziente e super comprensivo. Ma la gattamorta gli gira attorno come uno squalo."

"E dovrei arrendermi?" Le chiedo, ancora più confusa.

"Col cavolo!" Sbotto, attirando l'attenzione di tutti i presenti, per poi continuare sotto il loro sguardo. "Devi seguire il mio consiglio perché ti voglio bene e devi fingere tu!"

"Ok, ti ascolto. Che suggerisci?" 

"SALTALE ALLA GOLA!"
 

My dilemma, it’s you, it’s you.

 

 

Mi guardo allo specchio, prima di uscire dal bagno. Quella sera gli avrei confessato tutto. Dovevo. 

"Senti, tesoro." E che diamine… è sempre in mezzo alle scatole quella là?!

"Non chiamarmi tesoro" Sbotto, uscendo dalla porta. La sua mano mi blocca.

"Stai lontana da Ikuto." Questo era il colmo.

"Forse sarebbe meglio che ci stessi lontana tu." Sputo per poi voltarle le spalle.

Vado verso il giardino con lo sguardo basso. Dovevo immaginarlo che mi sarei scontrata con qualcuno.

"Tutto ok?" La voce di Ikuto mi riporta alla realtà. Avvampo al solo pensiero di dovergli parlare quella stessa sera.

"S-si. D-devo solo prendere ulna boccata d'aria." Non aggiungo altro.Lo sorpasso. So benissimo che in questo momento mi sta guardando confuse, ma lo ignoro.
 

I could live without you,

you're smile, you're eyes,

the way you make me feel inside.
 

Continuo a camminare, con assurdi pensieri nella mente. 

I could live without you, 

But I don't wanna, I don't wanna.

 

L'ultimo pensiero lucido di quella sera era l'ennesimo bicchiere pieno di Bourbon.

 

 

You make me so upset sometimes...

Here’s my dilemma:
One half of me wants ya.
And the other half wants to forget…
My-my my dilemma from the moment i met ya:
I just can’t get you out of head!
And I tell myself to run from you,
But I find myself attracted
to my dilemma
My dilemma, it’s you, it’s you.

 

 

Continua…

 

Ci avviciniamo alla fine! Il prossimo capitolo sarà quello definitivo (forse… a meno che non voglia aggiungere delle modifiche ;D)! 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** We Ended Right. ***


 

 

Sarà stata l'aria fresca di quella serata estiva, o potremmo incolpare la luce accecante del lampadario, volendo. Sta di fatto che la giovane ragazza dai capelli rosa si risvegliò dal sonno più stranita del solito. Non che fosse stata una vera e propria dormita, considerando il fatto che era durata più o meno una mezz'ora.

Aprì gli occhi, lentamente. Come se per qualche assurdo motivo fosse un dolore. Ma diciamocelo: assurdo o no, un male c'era. 

Si guardò attorno, non riconoscendo immediatamente le forme in quella stanza appena illuminata. Strano si disse Questa non è la mia camera... Eppure aveva un qualcosa di familiare: la scrivania ordinata, la finestra affacciata sul mare, il violino appoggiato accuratamente alla parete. Certo, non era assolutamente nella condizione migliore per mettere in ordine quei particolari nella sua testa.

Difatti, istintivamente o a causa del dolore, si portò una mano alla tempia. 

"Ti è passata la sbronza?" La voce arrivava dalle sue spalle. Si voltò, trovandosi faccia a faccia con il bel ragazzo che occupava i suoi pensieri. Certo, pensieri in momenti di lucidità mentale e non post-ubriacatura. 

La ragazza lo guardò, cercando una risposta. Che non tardò ad arrivare, provocandole un'altra acuta fitta.

"No..." Sbuffò.

"Fortuna che sono riuscito a portarti via senza che Tsumugu e mia madre sospettassero la tua… ehm.. mancanza di sobrietà" Disse lui, trattenendo le risate. La osservò attentamente. Era ancora paonazza nelle gote e premeva gli indici di entrambe le mani sulle tempie, cercando di placare quel mal di testa irrefrenabile "Illuminami: perché hai bevuto tutto quel Bourbon?" 

"Non me lo ricordo…" Gli rispose. Poi sospirò, arrendendosi alla verità. Dannazione. Non le importava più assolutamente niente della situazione. Dove assolutamente dirgli tutto… certo, magari tentando di trovare le parole giuste nella sua mente, al momento, contorta… "Yori mi ha preceduta…" Sbuffò, attendendo una risposta dal giovane, che la guardava curioso.

"A fare che?" Le chiese, pur conoscendo la risposta.

"A provarci con te!" Annunciò allegra la giovane, ritornata per un momento sobria.  Ok, lui conosceva la risposta, ma mai si sarebbe aspettato la verità così: nuda e cruda. Certo, era al settimo cielo, ma questo non gli impediva assolutamente di continuare a metterla in difficoltà.

"La vita non è un gara, Amu..." le sussurrò avvicinandosi e cingendola per la vita. Lei sembrò ritornare lucida. Momenti di sobrietà si alternavano con altri di completa stupidità. Lo guardò dritto negli occhi. Forse per cercare un fondo di verità in quella frase.

"Si, invece." Affermò, convinta. Lui le sorrise. La conosceva bene, allora. Erano così vicini alla verità come non mai. Sentimenti svelati? Forse. Ma mancava pure qualcosa. 

Lei si spostò, seduta accanto a lui in quel letto singolo. Lo guardò negli occhi. Come poteva dirgli tutto? In quell'istante? Andiamo… non poteva rimandare? No. 

Poi, la sfortuna (o fortuna?) volle che il momento di lucidità della bella ragazza, dagli occhi color caramello, andasse a farsi benedire.

"Lo so, lo so!" Disse, sbuffando, sotto gli occhi divertiti del ragazzo. "Sono brutta e cattiva!" Borbottò.

"E per quale motivo?" Le chiese lui, spostandole una ciocca di capelli dagli occhi. Cattiva? Poteva esserlo. Ma brutta, agli occhi di lui, era una bestemmia.

"Non dovevo sfogare la mia rabbia causata da Ryan su di te, chiamandoti Alieno Pervertito… anche se un po' lo sei…" Spiegò, contando i suoi misfatti sulla punta delle dita. "Non dovevo obbligarti a spiare Utau e Soma durante il loro primo appuntamento"

"Bè, quello è stato divertente…" Ammise il ragazzo, trattenendo le risate.

"Non interrompermi, Ikuto!" Sbottò lei arricciando le labbra. Lui la guardò divertito. Si sarebbe aspettato di tutto da quella ragazza, ma una sbronza del genere, mai. " Non dovevo scrivere quella canzone dove praticamente rivelavo i miei sentimenti." Continuò senza interruzioni. "Non dovevo farti mangiare la poltiglia blu. Non dovevo andare alla festa con Tadase… ma quella è anche colpa tua che hai baciato Yori!"

"Quante volte ti devo dire che non sono stato…" La mano della ragazza colpì la nuca di Ikuto.

"Ho detto di non interrompermi!" Disse per poi sbuffare. "Non dovevo ubriacarmi ieri sera… o questa sera?" Pensò per qualche istante, poi scrollò le spalle eliminando le mille domande riguardando l'orario. "Non dovevo… che altro ho fatto?" Le chiese confusa.

"Eh… nient'altro direi" Mi hai fatto impazzire.  Ed era quella la verità. Rise nel sentirla borbottare qualcosa in una lingua sconosciuta, per poi concludere con:

"Mmmm, ho tanto sonno. Voglio dormire" E detto ciò si stese nel letto sotto lo sguardo divertito e pensieroso del ragazzo. "Buona notte, Ikuto. Dormi bene!" 

"Amu…?" La richiamò il ragazzo, vedendola chiudere gli occhi e respirare profondamente. Si avvicinò maggiormente al suo bel viso. "Amu…" Disse. "Speri che se fingi di dormire ti dirò che ti amo pensando che non senti?" Le chiese, alzando un sopracciglio. Era divertente, lo ammetteva. Poterle estorcere quelle piccole verità da sempre negategli, a causa dello stato momentaneo della ragazza. Lei non accennò a riaprire gli occhi. Qualche secondo di silenzio e…

"Si, perché?" Disse, sempre ad occhi chiusi. Lui rise, felice della risposta desiderata. Lei posò lo sguardo su di lui, osservandolo scettica. "Non prendermi in giro!" Disse, sedendosi nuovamente al suo fianco e colpendogli la spalla con il cuscino.

"Ma no! Non ti prendo in giro!" Disse, non riuscendo a trattenere le risa. 

"Vorrei vedere te…" Blaterò la ragazza, attirando l'attenzione di Ikuto. "con una persona che non ti dice mai cosa prova." Sbuffò. Era vero: indossava sempre una specie di maschera, Ikuto. "Che sa risponderti soltanto maliziosamente e tu non sai che fare, perché ti piace da morire…" Ed ecco un altro assaggio di verità. Anche questa volta Ikuto non poté far altro che assaporarne amabilmente il gusto delizioso. " Che quando ti prende la mano non sai mai perché lo fa…" Continuò, pur avvertendo le dita di Ikuto attente a scostare le ciocche ribelli dei capelli rosa posizionatesi nuovamente sulla fronte, intralciando la traiettoria dei loro sguardi. "E che…" Lui era intendo ad osservarla. Ogni minimo movimento. Perché proprio lei doveva fargli quell'effetto? Quell'effetto di benessere irreale. 

"Ti amo." Disse. Due parole, cinque lettere, mille emozioni. La ragazza alzò lo sguardo, guardandolo. Un turbinio di emozioni differenti le rigarono il volto. Si potevano benissimo riconoscere. 

"Che hai detto?" Confusione.

"Ho detto che ti amo." Disse lui, accarezzandole una guancia.

"Sicuro?" Stupore.

"Essì…" Sospirò lui, mettendo a contatto le loro fronti.

"Non riesco a credere che tu l'abbia detto…" Incredulità. 

"Neanche io…" Ammise lui.

Lei lo guardò. Un sorriso. Un flebile sorriso le rigò il volto. Si alzò, allontanandosi da quel contatto. 

"Sai Ikuto…" Disse, sorridendogli maggiormente. "Volevo fare le cose diversamente. Tipo aspettando il Natale e baciarti a tradimento sotto il vischio." Disse, incrociando le braccia senza smettere di sorridere. "Oppure, dirti tutto davanti all'Alba sul mare. Ma ormai sono rimasta indietro non trovi?" Concluse, ridendo di se. Una lacrima le rigò il volto. Una lacrima di gioia pura. "Quindi mi tocca modificare il copione, dicendoti soltanto che sei fortunato: perché ti amo anch' io!" E lui non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsela nuovamente tra le braccia. 

Certo, chi se lo sarebbe mai aspettato in una situazione simile. Non era una di quelle confessioni da telefilm, ma aveva reso quei due ragazzi estremamente felici. In un loro piccolo mondo, dove potevano vivere serenamente.

E poi fu un attimo. I loro visi si avvicinarono e le labbra si incontrarono. Una prima volta, poi una seconda. Dando infine spazio all'unione delle loro lingue. In un primo vero bacio. Condiviso. E sicuramente non l'ultimo, perché diciamocelo...

Quello era solo l'inizio del loro amore.

 

 

 

 

I step back, take a look in your direction, seeing the reflection 

the same single man that had taken you for granted 

Like water in the desert 

I didn't think It'd happen 

But I guess it had to happen 

Staring at the glass, eyes in a trance 

As you walk through the grass 

with my shadow in the past 

And I know 

That this moment gonna last my life 

Why? Cause it happens all the time 

 

Don't throw it all away with everything 

Woah oh 

I wan't you back here, can't you see? 

 

 

Please refrain from opening skies 

 

Your time came with the rain, but now it's dry 

I'll take more than just time 

We ended right as you cut the ties 

with knives of lies 

 

 

 

 

I know it doesn't matter 'bout 

everything else and I told you once again 

'cause your mind is pretty set 

Yeah you noticed what I did, but do I deserve this? 

Okay, maybe yes, so it's probably the end 

But think about the truth 

all I gave to you 

Never once a lie no not a single time 

Not until tonight and that's where you are so 

right to put up a fight 

and leave all alone with your goodbyes 

 

 

 

Don't throw it all away with everything 

Woah oh 

I wan't you back here, can't you see? 

 

Please refrain from opening skies 

 

Your time came with the rain, but now it's dry 

I'll take more than just time 

We ended right as you cut the ties 

with knives of lies 

 

 

I know I did you wrong 

But now it's said and done 

and I'm sorry 

I am sorry 

Yeah I took and broke your heart 

and your world was torn apart 

but I'm sorry 

I am sorry 

 

I need you so 

You need to know 

We ended right 

but why? 

 

Please refrain from opening skies 

 

Your time came with the rain, but now it's dry 

I'll take more than just time 

We ended right as you cut the ties 

Please refrain from opening skies 

 

Your time came with the rain, but now it's dry 

I'll take more than just time 

We ended right as you cut the ties 

I need you so 

You need to know 

We ended right...

 

 

 

 

The End.

 

 

 

Oddiooooo! Mi viene da piangere se penso che questo è l'ultimo capitolo! :D

Pensavo di scrivere un sequel di "Love Begins", ma ciò dipenderà dalla voglia dei lettori di continuare la lettura di questa coppetta di amanti!  In tal caso, sarò prontissima a continuare la loro storia d'amore :D

Grazie a tutti.

 

IceJuliet.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=760763