Amor amari esper non est di CatchingLightning (/viewuser.php?uid=128653)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il passato s'incontra a New York ***
Capitolo 2: *** Un aiuto è quasi sempre ben accetto ***
Capitolo 1 *** Il passato s'incontra a New York ***
Seppur
ossessionato dai fiori e dalle rose in generale, Hanabusa Satsuki
sapeva che l'amore non era "tutto rose e fiori" e non lo negava
affatto: e se non lo negava lui, che ci credeva così
fermamente, chi altri poteva farlo?
E, oltre a questo, precisava che lo era ancor meno se uno dei due
faceva il tonto e non voleva rendersi conto di essersi innamorato.
Questo era il caso della presidentessa del Consiglio Studentesco
dell'Accademia St. Marie in Giappone, Mari Tennouji.
Era innamorata follemente di Henri Lucas, per tutti gli studenti noto
come Henri-sensei, malgrado una considerevole differenza di
età pari a nove anni.
È vero, Hanabusa-kun diceva anche che l'amore non ha
età, ma nel caso di Mari l'età non era l'unica
cosa che non andava: Henri-sensei insegnava a Parigi e la lontananza
era considerevole.
D'accordo, esistevano le lettere e le e-mails: ma, come mai, ogni volta
che la Principessa Mari gli scriveva, lui non trovava un po' di tempo
per risponderle? Volete dirmi che in un mese e più non si
trova il tempo di scrivere quattro righe messe in croce, almeno per
educazione?
Fatto sta che Mari ci restava malissimo, come biasimarla, ma non ne
parlava con nessuno. Nemmeno con Honey-sama, il suo Spirito dei Dolci.
Honey intuiva spesso che qualcosa non andava, ma aveva imparato a non
fare domande: se avesse voluto parlarne, Mari ne avrebbe parlato. Punto.
Dopotutto, Tennouji-san era sempre stata molto discreta e riservata...
probabilmente non voleva far star male Honey per lei e non voleva
ammettere di aver preso una delusione colossale.
Ma soffrire così per un uomo era una vera e propria follia!
Era arrivata al punto di essere gelosa di una ragazzina del secondo
anno, Amano Ichigo, perché quest'ultima era anch'ella una
prediletta di Henri-sensei.
Però il colpo di grazia è stata la sconfitta
contro il team della succursale francese superiore della St. Marie,
il team Françoise. La Principessa Mari, così
fiera ed esigente da sé e dagli altri, battuta da
Françoise, la quale aveva anch'ella un debole per
Henri-sensei ed era una sua prescelta... la cosa doveva averla
distrutta.
Tuttavia, Henri-sensei la teneva all'amo, per così dire. Le
aveva proposto di prendere parte ad un suo progetto, due anni dopo
quella storia.
Così, Mari aprì una pasticceria a New York,
lontano da tutti i suoi vecchi amici e dalla sua vecchia vita.
Ma qualcosa le impediva di ricominciare del tutto...
-È passato talmente tanto
tempo, Mari Hime... ti ricorderai ancora di me?
Kaidou Rui passeggiava per le strade di New York alla ricerca della
pasticceria di Mari: non aveva mai saputo dimenticare la sua
principessa, oltre a lei non c'era mai stata nessun'altra nel suo cuore.
Aveva perso ogni tipo di contatto con lei dalla fine delle superiori:
in realtà, lui aveva provato più volte a
chiamarla, ma non gli rispondeva mai.
Ma aveva deciso: avrebbe detto a Mari quello che provava per lei! Non
era giusto che glielo tenesse nascosto, nemmeno se lei ancora correva
dietro a Henri-sensei; sarebbe stato un atteggiamento ipocrita.
-Vediamo... Pâtisserie New
York...- fece Rui, controllando il foglietto con l'indirizzo e
guardandosi attorno. -Dovrebbe essere qui a destra...
Alzò lo sguardo e la prima cosa che vide fu la pasticceria.
I suoi occhi erano andati in direzione di dove si trovava la sua Mari
senza che se ne rendesse conto.
Rui sorrise, il suo cuore sapeva quello che era meglio per lui e...
beh, sarebbe stato stupido non dargli ascolto.
Corse verso la pasticceria, senza curarsi più di tanto
dell'aver quasi procurato un incidente stradale attraversando la
strada, ed entrò.
Certo, sapeva che Tennouji-san era una fantastica pasticciera e, certo,
si aspettava di trovare molti clienti, ma non così tanti! Il
negozio di Mari riscuoteva veramente un successo incredibile!
Persino Rui, quando varcò la soglia, non poté
trattenersi dal dire: -Wow!
Solitamente c'era la coda fuori, ma era arrivato talmente
presto che riuscì persino a trovare un posto a sedere nel
giardino di rose, il punto più ammirato di tutto il locale.
Aspettò qualche minuto lì, a guardare le rose nel
pieno della loro fioritura, dopodiché arrivò
Linda a prendere la sua ordinazione.
-Good morning!- lo salutò
allegramente, avvolgendolo con la tipica aria che ormai aleggiava in
quel posto paradisiaco. -Posso esserle d'aiuto?
Rui la guardò attentamente, come faceva con chiunque gli
capitasse a tiro: la ragazza era giovane e decisamente molto bella,
anche se per lui la migliore restava Mari Tennouji. La cosa che lo
colpì particolarmente è che aveva le braccia
forti, ma troppo poco per essere una ginnasta, inoltre si muoveva con
grazia ed agilità.
-Signorina, lei è una
ballerina, giusto?- le domandò Rui, mentre il suo Spirito
dei Dolci sorrideva soddisfatto da sopra la sua spalla.
Linda lo guardò con un'aria a dir poco stupita.
-E tu... lei come lo sa?- gli chiese,
ricordandosi di dover dare del “lei” ai clienti.
Rui sorrise, scuotendo la mano dall'altro in basso con disinvoltura:
-Mi chiami pure Rui e mi dia del “tu”.
-Allora tu chiamami Linda e non parlarmi
in tono così formale!- rise la ragazza dagli occhi grigi.
-Fatto sta che non mi hai risposto! Come l'hai capito?
-Mi ricordi molto un'amica di mia cugina
per come ti muovi. Lei è una ballerina e ti somiglia molto
in fatto di agilità e destrezza... però lei ha
quindici anni!
-Ah, ora capisco!- sorrise Linda. -Sei
un buon osservatore, complimenti!
Rui arrossì un poco.
-Si fa quel che si può.-
rispose il giovane.
-Ecco appunto!- annuì Linda,
con un sorriso spontaneo. -Perciò, se posso fare qualcosa
per te non esitare a chiedere!
-In realtà... ecco...-
iniziò Rui, ma si bloccò per formulare meglio la
frase. -Vorrei parlare con Mari Hime, se possibile.
Linda lo guardò stranamente.
-Vado in cucina a controllare. Nel
frattempo, gradisci qualcosa da mangiare?
-Uhm... il dolce migliore che avete che
contenga del miele.- rispose Rui, convinto della scelta dopo qualche
minuto di accurata riflessione.
Linda trafficò un po' con il suo palmare, quindi
annuì incoraggiante e si voltò per dirigersi in
cucina.
Rui rimase da solo con il suo Spirito dei Dolci a fissare le rose
rosse, stupende nel pieno della loro fioritura.
-Mari Hime... alla fine sono qui.
-Mari!- esclamò Linda,
facendo il suo ingresso in cucina.
Rick, Mari, Honey-sama e Basil si girarono di scatto.
-Che c'è, Linda?- chiese
l'italiano, stupito da questo suo essere ancor più
esuberante del solito.
-Abbiamo un'ordinazione degna di Mari!-
spiegò Linda. -Hanno richiesto il dolce più buono
che abbiamo in cui sia presente il miele.
-Eh? Miele hai detto?-
domandò Tennouji-san, sgranando gli occhi. Poi sorrise.
-Molto bene, il miele è la mia specialità. Quel
cliente non resterà deluso!
Ultimamente, Mari Tennouji era diventata più energica e
l'ombra malinconica nei suoi occhi si era fatta meno evidente. Merito
di Linda, probabilmente, e di tutti coloro che le stavano accanto ogni
giorno e le volevano bene. Anche se questo suo essere più
allegra non era una certezza del fatto che avesse dimenticato
Henri-sensei.
-Perfetto, come ci si aspetta da te!-
esclamò Linda. -Quel cliente è davvero un
portento!
-Perché dici
così?- domandò Hanabusa-kun, in negozio per
aiutare nella preparazione dei dolci.
-Perché è stato in
grado di capire che sono una ballerina solo guardandomi!-
spiegò Linda con enfasi. -Non è incredibile? Deve
essere un mago!
Mari, Honey-sama, Satsuki e Café si lanciarono delle
occhiate intenditrici: tutti avevano pensato la stessa cosa. Rick e
Basil, dal canto loro, erano troppo concentrati sul loro lavoro in quel
momento per badare ad altro.
-Mari...- sussurrò Honey-sama
all'indirizzo della sua compagna.
Lo Spirito sapeva che Mari aveva fatto di tutto pur di lasciarsi il
passato alle spalle... e sapeva che se qualcosa del suo passato fosse
ricomparso sulla sua strada, Mari non l'avrebbe presa troppo bene.
Tuttavia, inaspettatamente, Mari sorrise. Beh, non era un vero e
proprio sorriso, diciamo più un'espressione di sorpresa e
divertimento.
-Ti spiace andare a controllare, Honey?-
domandò piano al suo Spirito.
Sulle prime, Honey la guardò, stupita per la richiesta.
Dopodiché la sua espressione si sciolse in un bellissimo
sorriso e seguì Linda assieme a Café.
Appena la ballerina toccò la maniglia della porta, si
batté la mano in fronte come essendosi appena ricordata
qualcosa.
-Ah, e non è tutto... mi ha
chiesto di parlare con una certa Mari Hime...- aggiunse Linda.
A Tennouji-san scivolò lo spargimiele di legno dalle mani e
cadde a terra.
“Allora è davvero lui...”
pensò Mari, sgranando gli occhi mentre Honey la fissava un
po' preoccupata.
-Però qui non lavora nessuna
ragazza chiamata Hime...- rifletté Linda, mettendosi una
mano sul mento a mo' di pensatrice. -Mari, tu ti chiami Tennouji di
cognome, no?
A quel punto, tutti in quella stanza sorrisero, mentre Basil
ridacchiava divertito.
Era ovvio: non essendo giapponese, Linda non poteva sapere che
“hime” significasse
“principessa”.
La ragazza dagli occhi color miele si avvicinò a Linda e le
mise una mano sulla spalla sorridendo: -Linda, tu sei di New York e non
credo tu lo sappia, ma in giapponese la parola
“hime” significa
“principessa”.- le spiegò Tennouji-san.
-Penso che voglia parlare con me.
Intanto Rick, avendo terminato la parte critica della preparazione del
dolce, guardava incuriosito lo svolgimento della vicenda.
Linda la guardò, cercando di collegare i puntini.
-Ooooh!- esclamò sorpresa,
quando capì. -Allora è tuo amico al punto di
chiamarti “principessa Mari”! Che fortuna!
-Perché fortuna?- le
domandarono Hanabusa-kun e Tennouji-san all'unisono.
-Beh, perché è
veramente un bel ragazzo!- rispose Linda con spensieratezza. -Ora
è meglio che vada a prendere le altre ordinazioni, torno
subito!
Detto questo, la ricciolina sparì oltre la soglia della
porta.
Mari si affrettò a raccogliere il suo spargimiele e a
risciacquarlo, dopodiché si rimise al lavoro sul
dolce.
-Tennouji-san, perché non vai
da lui?- le domandò Hanabusa. -Ha chiesto di parlarti,
dopotutto.
-Lo so, ma ha anche commissionato un
dolce. Non possiamo farlo aspettare troppo.- rispose Mari,
concentratissima. -Sono contenta di rivedere Rui, dopotutto.
A quel punto, Honey-sama era a dir poco sbalordita dalla sua compagna.
Dopo aver detto di volersi lasciare il passato alle spalle per
dimenticare tutti i brutti ricordi, ecco che uno di loro le ricompariva
davanti e lei non pareva minimamente scomposta; anzi, era addirittura
più raggiante!
“Forse perché non si tratta di un brutto
ricordo... eh, Mari?” rifletté lo Spirito dei
Dolci, con un leggero e delicato sorriso sulle labbra.
-Ci sono cose che si avverano anche solo
desiderandole...- sospirò Rick, mentre decorava la famosa
Forêt Linda. Si vedeva lontano un chilometro che non era una
perla di saggezza di circostanza: stava forse cercando di provocare
Mari?
-E questo che vuol dire?- gli
domandò Mari, senza alzare lo sguardo dal suo lavoro.
-Nulla.- rispose Rick, terminando le
rifiniture, mentre Basil creava una Carta Magica dei Dolci. -Solo che
io desideravo rivedere nuovamente la mia dolce Ichigo e così
è stato. L'ho rivista quando è venuta ad aiutarci
in negozio, proprio come avevo desiderato.
-Ah.- fece Mari. -Quindi?
-Quindi nulla, dicevo così
per dire...- rispose Rick, con un sorriso divertito stampato in faccia.
Satsuki, Café e Basil parvero accorgersi delle intenzioni
del giovane, così iniziarono a ridacchiare sommessamente;
smisero solamente quando Honey-sama scoccò loro
un'occhiataccia fulminante degna di Maize.
Mari sbuffò e terminò il suo capolavoro guarnendo
il tutto con del miele d'acacia. Guardò con aria critica il
suo lavoro, piantandosi le mani sui fianchi.
-Direi che può andare.-
concluse, con un'espressione soddisfatta sul volto. -Ora come ora, non
è più necessario che tu vada a controllare se sia
davvero lui, Honey.- aggiunse, rivolta allo Spirito, mentre si
scioglieva il capelli e si toglieva il cappello da pasticciere.
-Buona fortuna, Mari.- sorrise
Honey-sama, mentre tutti i presenti annuivano per concordare.
Mari arrossì lievemente. -Vedete di non far saltare in aria
la cucina mentre non ci sono.
Detto questo uscì dalla cucina, tentando con tutta se stessa
di ignorare i commenti di Rick e Satsuki provenienti dalla stanza.
Nemmeno Honey-sama la seguì, lo Spirito sapeva che Mari non
avrebbe avuto bisogno di aiuto quella volta.
-Ci sono cose che si avverano anche solo
desiderandole, eh?- rifletté Mari ad alta voce, mentre
s'incamminava verso la saletta all'aperto. Le scappò una
sottile risata. -Umpf, che assurdità.
Rui stava ancora guardando le rose quando Mari varcò con
passo sicuro l'arco di rose rosse che dava nel giardino del locale.
-Ne è passato di tempo, non
è vero Rui?- chiese Mari, facendo sobbalzare il ragazzo.
Inizialmente sembrò totalmente sconvolto, ma si ricompose in
una frazione di secondo, e la sua espressione mutò in un
sorriso dai risvolti leggermente maliziosi.
-Vedo che ti ricordi ancora di me, Mari
Hime.- disse Rui per tutta la risposta. -Non posso negare che mi faccia
piacere.
Mari si limitò a guardarlo, senza dire alcunché.
-Noto che te la passi bene.- aggiunse il
giovane. -Degno di te.
-Sei arrivato nel momento migliore della
giornata, Rui.- disse Mari. -Se fossi venuto più tardi,
avresti trovato tutto il giardino pieno di clienti.
-Non ne dubito.- ammise Rui,
tranquillamente. -Ad ogni modo, spero di non averti disturbata troppo
chiedendoti di venire qui. Mi rincrescerebbe molto, Mari Hime.
Mari scosse la testa, sorridendo leggermente.
-Ho dei validi assistenti che hanno
preso il mio posto, non c'è problema.- spiegò la
bionda. -Posso intrattenermi con i clienti, se questi lo desiderano,
per quanto tempo voglio.
Rui sorrise, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi.
-Allora siediti!- esclamò,
invitandola a sedersi sulla sedia dinanzi a lui. -Ho un po' di cose di
cui vorrei parlarti, ma non mi va di farti stare in piedi.
Mari lo fissò: era incuriosita da Rui, ma a vederla non si
sarebbe detto proprio. Mascherava bene qualunque espressione, a meno
che non volesse rendere evidente un suo stato d'animo.
Era un pregio? Un difetto? Dipende dai casi.
-Grazie.- disse la pasticciera,
prendendo posto. Poi, nel guardare Rui, notò che il suo
Spirito dei Dolci non era in sua compagnia. -Rui, dov'è il
tuo Spirito dei Dolci?
-È andato a gironzolare per
il locale.- rispose Rui, sorridendo. -Siamo arrivati solamente ieri,
stiamo cercando di ambientarci qui a New York.
-Ah, capisco.- rispose Mari. -Comunque,
se ti stai chiedendo dove sia il tuo dolce, sappi che l'ho preparato e
adesso dovrebbe arrivare Linda a portarlo qui.
-Non avevo dubbi, Mari Hime.-
replicò Rui semplicemente. -So che porti sempre a termine
quello che ti prefiggi, per questo mi fido ciecamente di te.
Mari sorrise, mentre le sue gote prendevano un po' del colore delle
rose.
-Per quanto ti tratterrai a New York?-
gli domandò Mari.
-Sinceramente non lo so.- rispose Rui,
abbassando lo sguardo e guardando il tavolino con insistenza. -Ho un
paio di cosette da sbrigare, e non so quanto mi ci vorrà.
Potrebbe impiegarmi un giorno come un mese.
Mari era interdetta. Come poteva qualcosa durare o pochissimo o
tantissimo? Nessun impegno lavorativo aveva un piano di distribuzione
del genere!
-Ed è un caso che tu sia
venuto qui a fare colazione, Rui?
-Sì.
-E lo è anche il fatto che tu
abbia ordinato il dolce con il miele?
-Sì.
-E lo è anche il fatto che tu
abbia chiesto di potermi parlare?
-Sì.
Mari alzò un sopracciglio.
-Beh, forse non del tutto...- sorrise
Rui, passandosi una mano sulla nuca con fare imbarazzato. -È
solo che avevo tanta voglia di rivederti, dopo tanto tempo, Mari Hime.
Mari arrossì ulteriormente. -Stupido.
Rui rise. -Ah ah ah! Non sei cambiata di una virgola! Eccetto per i
capelli...
-Ah! È solo che
così è più pratico per cucinare!
Tenerli lunghi era una scocciatura!- farfugliò Tennouji-san,
gesticolando a vanvera.
-A me piacevano anche quando li tenevi
lunghi.- disse Rui, con aria pensierosa. -Sembravi una vera principessa.
Lo sguardo della ragazza s'incupì.
-Forse non lo sarò mai...-
mormorò piano, convinta che nemmeno Rui potesse sentirla. Si
sbagliava, Rui la sentì eccome, ma non glielo fece notare.
-Mari, ti diverti qui?- gli
domandò il ragazzo, con l'espressione più seria
che potesse assumere.
Mari, seppur colta alla sprovvista, annuì con il capo.
-E allora dov'è il problema?-
chiese Rui.
La bionda stava per replicare, quando fece il suo ingresso Linda,
sprizzando energia da tutti i pori.
Quella ragazza era talmente allegra che non si poteva non restare
contagiati dal suo entusiasmo per qualunque cosa facesse.
-Scusa per l'attesa!- esclamò
Linda. -Il dolce al miele è arrivato!- solo allora parve
accorgersi della presenza di Mari. -Oh, Mari! Stai parlando con il
signor mago?
-Signor mago?- fece Rui, non capendo.
-Ah, poi ti spiego.- rispose Mari,
sorridendo.
Rui s'incantò a guardarla per qualche secondo. La
principessa Mari era così bella e, quando sorrideva,
sembrava risplendere ancor più.
-Grazie mille, Linda!- la
ringraziò Tennouji-san, inclinando leggermente la testa di
lato e prendendo un mano il piatto del dolce. -Sentiamo Rui che ne
pensa.
Mari si voltò e a Rui toccò darsi un pizzicotto
sulla gamba per non restare imbambolato davanti a lei.
-Ah, ma com'è che vi
conoscete, voi due?- domandò Linda, senza pensare
più di tanto alla domanda che stava ponendo. Era una ragazza
veramente spontanea.
-Eravamo nella stessa classe
all'Accademia St. Marie.- rispose Mari.
-Eeeeeh?- fece Linda, stupita, puntando
l'indice contro Rui. -Anche tu studiavi alla scuola per pasticcieri?
-Già.- fece Rui, annuendo con
un cenno mentre sorrideva. -Mari era la presidentessa del Consiglio
Studentesco, mentre io ero il suo fidato
braccio destro. Vero?
-Sì.- confermò
Mari. -È passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo
visti.
-Wow! E vi siete ritrovati dopo tanto
tempo nel locale di Mari!- esclamò Linda, assumendo un'aria
sognante. -Sembra la trama di un romanzo.
-Co-come?- fece Tennouji-san, arrossendo
un poco. -È una coincidenza! Nevvero, Rui?
-Sì, come no...- rispose il
giovane.
Evidentemente quella risposta, detta con un tono che non lasciava
intendere se Rui stesse scherzando o meno, piacque a Linda,
poiché disse: -Beh, io vado, non voglio disturbarvi
ulteriormente! Ho altri clienti da servire, il negozio si sta
riempiendo!
E, detto questo, sparì oltre l'arco di rose, tornando
all'interno.
Mari sospirò. -Ma guarda un po' che giornata...
Rui sorrise, divertito dalla buffa situazione.
-Rui, senti...- esordì Mari.
-Mh?- fece Rui, per tutta la risposta.
-Dovrei andare in cucina, adesso
è uno dei momenti in cui accorre più gente in
negozio.- spiegò Mari, alzandosi.
-Avete così tanti clienti?-
domandò il ragazzo.
Mari annuì orgogliosa. -Sì, a stento riusciamo a
tenere a bada tutte le ordinazioni.
-Ah, davvero?- la incalzò Rui.
La biondina intuì quello che aveva in mente il giovane.
-Rui, non vorrai mica...?-
iniziò lei, ma la risata del giovane non le permise di
continuare.
-Mari Hime, mi conosci fin troppo bene!-
esclamò Rui, ridendo. -Non posso proprio darvi una mano?
Mari sospirò. -Se proprio insisti... vieni con me.
Dopotutto, due mani in più fanno sempre comodo.- concluse
sorridendo lievemente.
Rui s'alzò e s'incamminò verso la cucina seguendo
a ruota Tennouji-san.
Mari non sapeva esattamente cosa pensare: sapeva solo che era tornata
da poco la tranquillità, cioè da quando Ichigo,
Makoto, Lemon e quel turbolento del loro amico Johnny erano tornati in
Giappone, e che stava per essere nuovamente spezzata da Rui, ripiombato
a capofitto nella sua vita come se nulla fosse.
Forse già allora lo sapeva: ne avrebbe vissute delle belle
con il suo amico ritrovato...
Salve a tutti!
Complimenti per essere arrivati sino alla fine! ^^
Sono nuova come autrice in questo fandom, ma volevo assolutamente scrivere qualcosina su YumePati.
Inizialmente stavo lavorando su una Ichigo x Makoto, poi però, non si sa bene come, mi è venuta un'idea per Mari Tennouji... così eccomi qua! Avevo pensato di scrivere una one-shot, poi però mi sono resa conto che non ce l'avrei fatta a condensare il tutto in un unico capitolo, quindi è diventata una long.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, seppur corto, e mi farebbe piacere sapere il vostro parere al riguardo! ^^
Bacioni a tutti, Aly
P.S.: Tutti i personaggi non sono di mia invenzione, bensì appartengono a Natsumi Matsumoto l'autrice del manga Yumeiro Pâtissière. |
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Capitolo 2 *** Un aiuto è quasi sempre ben accetto ***
Rui
seguì la biondina attraverso la sala, in direzione della
cucina. Linda serviva ai tavoli con allegria, talmente tanta che
riuscì a metterlo ancor più di buon umore. Non
c'erano
dubbi sul fatto che l'esuberanza della ballerina fosse uno dei punti
forti del locale, oltre ai dolci di prima classe di Tennouji-san.
Mari
aprì la porta della cucina con un sospiro. -Sai, mi chiedo
chi
te lo faccia fare, Rui.
Rui sfoggiò un sorriso scaltro. -La voglia di sfoggiare la
mia abilità,
ovviamente.
Mari
soffocò una risata, facendogli segno di entrare.
La
cucina splendeva di pulito. Se fossero venuti gli ispettori
dell'igiene, avrebbero dato un cento per cento secco. Gli utensili da
cucina erano riposti con cura nei rispettivi scaffali, cassetti o
quello che erano. Sui fornelli il cioccolato scioglieva a bagnomaria
sotto l'occhio vigile di Café-kun, pronto ad avvisare
all'occorrenza Hanabusa, alle prese con una scultura di zucchero.
Un
altro tizio con uno spirito dei dolci lavorava con il fondente. Rui
si ricordava vagamente di quel tizio con i capelli chiari dal Gran
Premio delle Torte tenuto nella succursale parigina della St. Marie,
poiché era uno dei componenti del team francese delle medie.
Si chiamava Richard o qualcosa del genere, se la sua memoria non
l'ingannava.
Appena
la porta si aprì, Hanabusa sollevò lo sguardo
dalla
scultura e l'espressione assorta e concentrata che poco prima era
stampata sul suo volto svanì.
-Tennouji-san,
ha chiamato Henri-sensei per...- poi si accorse di Rui. -Oh,
Kaidou-san, quanto tempo!
Rui
dubitava di aver mai scambiato una sola parola con Hanabusa, ma non
poteva negare di conoscerlo. Dopotutto, la squadra delle medie che
aveva vinto il Gran Premio delle Torte non si dimentica tanto
facilmente.
Hanabusa-kun
gli porse una mano in segno di saluto e Rui la strinse con un
sorriso. Café-kun fece un inchino.
Anche
Richard-o-come-accidenti-si-chiamava sollevò lo sguardo e
sorrise all'indirizzo di Rui.
-Oh,
che piacere!- lo salutò, porgendogli anch'egli la mano. -Rui
Kaidou del team Tennouji, giusto?
Rui
strinse la mano anche a lui. -Corretto.
Mari
avanzò. -Non pensavo che conoscessi anche Rick.
“Ecco
come si chiamava!” rammentò Rui con un sorrisetto
beffardo. L'intervento di Mari l'aveva salvato da una figuraccia
colossale.
-Sì,
mi ricordavo di lui da Parigi.- le spiegai.
Mari
fece spallucce e si rivolse ad Hanabusa-kun. -Che voleva
Henri-sensei?
Il
sorriso di Satsuki si spense, come accadeva sempre quando parlava di
Henri Lucas. Hanabusa si era reso conto da tempo di quello che aveva
passato Mari a causa di Henri-sensei e non trovava giusto che il
sensei l'avesse presa in giro per tutto questo tempo, illudendola e
dandole false speranza. Per carità, non che la cosa gli
importasse.
-Mi
ha detto che era una cosa tra te e lui e che avrebbe dovuto dirtela
di persona.- rispose Satsuki. -Poi ha riattaccato.
Mari
sospirò. Ultimamente era una cosa che faceva spesso.
-Se
ho tempo lo richiamerò più tardi.- concluse Mari.
-Il
fuso orario è una grandissima seccatura.
Honey-sama,
che per tutto questo tempo era rimasta a controllare un dolce in
forno, si avvicinò alla spalla della sua compagna, salutando
con la mano lo Spirito dei Dolci di Rui.
-Rui,
va' a lavarti le mani e inizia a temperare il cioccolato per la Forêt
Linda.- ordinò Mari.
-Yes,
boss!- esclamò in perfetta pronuncia inglese, mentre rideva
insaponandosi le mani. Mari sembrava un generale quando assegnava i
compiti in cucina.
Hanabusa-kun
soffocò una risata, se avesse iniziato a ridere la sua vita
avrebbe presto conosciuto la fine per mano della dolce Tennouji-san.
Rick invece fece una faccia sconcertata.
-Stai
forse dicendo che anche lui ci darà una
mano?- domandò,
con espressione confusa.
Mari
annuì con un cenno del capo.
-Ma
è assurdo!- protestò Rick. -Non conosce le
ricette
della Pâtisserie! Che facciamo se sbaglia a preparare un
dolce?
Quelle
parole colpirono Rui nel profondo. Evidentemente non gli andava a
genio che qualcun altro lavorasse in quella pasticceria.
Rick
aveva riconosciuto di buon grado Hanabusa come aiutante solo
perché
lo riteneva talmente abile da averlo battuto sul campo di battaglia a
Parigi, durante la sfida al Louvre. Ma non riteneva Rui competente in
egual modo. A Rick piaceva sentirsi speciale per essere riuscito a
lavorare al fianco di una maestra dell'arte pasticciera come Mari
Tennouji: venire a sapere che Mari acconsentiva a lasciar lavorare in
cucina un altro tizio senza né un test né niente
gli
dava sui nervi.
-Ehi,
amico, se c'è qualcosa in cui non sbaglio è la
preparazione di dolci!- replicò Rui.
Hanabusa-kun,
Honey-sama, Café-kun e Basil guardavano preoccupati la piega
che aveva preso la questione. Mari non interveniva, ma aveva smesso
di lavorare, cosa che faceva intuire che stesse prestando ascolto al
dibattito.
-Sarà,
ma non conosci comunque le ricette!- continuò Rick,
ignorando
Basil che lo strattonava per la spalla, dicendogli di smettere di
fare il bambino.
Mari
sbatté lo spargimiele sul tavolo da cucina, alzando la
testa.
Il suo sguardo fulminò entrambi i litiganti.
-Rick,
Rui è molto abile nel preparare dolci.- disse Mari, con una
voce pericolosamente piatta. -Non gli avrei concesso di dare una mano
in cucina senza avere una certezza delle sue effettive
capacità.
-Sì,
ma non conosce le ricette!- ripeté Rick. -Anziché
velocizzarlo, ci rallenterà il lavoro!
-Beh,
se le cose stanno così...- Mari sfoggiò un
sorrisetto
pericolosamente beffardo. -... ti occuperai tu di insegnargliele.
-Cosa?-
fecero all'unisono Rui e Rick, sbalorditi, lanciandosi occhiate in
cagnesco.
-Per
favore.- aggiunse Mari sempre con un sorriso.
Più
che una richiesta, sembrava un “fate come dico io se tenete
alla vostra sopravvivenza”.
Rick
sbuffò. Non gli andava giù quella decisione.
Anche
Rui sbuffò. Non gli andava giù quella decisione.
Rick
avrebbe preferito fare da solo, mentre Rui avrebbe voluto farsi
spiegare le ricette da Mari. Entrambi erano scontenti.
Rui
si asciugò le mani borbottando qualcosa e si
avvicinò a
Rick. Rick aprì il suo ricettario e lo passò a
Rui con
riluttanza.
-Sta'
a sentire, usa questo.- bofonchiò Rick. -Ci sono tutte le
ricette della Pâtisserie New York. Io me le ricordo a memoria.
-Wow,
grazie!- fece Rui con sarcasmo.
-Prego,
tu in cambio vedi di non sbagliare.- rispose Rick, tornando al lavoro
con il fondente.
-Pallone
gonfiato.- bofonchiò Rui, mentre il suo Spirito dei Dolci
ridacchiava. -Vediamo un po'... cioccolato, cioccolato... ah, ecco
qua!- esultò aprendo l'ennesima dispensa.
Poteva
finalmente mettersi al lavoro e sorprendere Mari, quando Linda
entrò
dalla porta della cucina fischiettando.
-Mari,
ho le ordinazioni dei tavoli cinque, sei e sette!- cinguettò
la ballerina.
Mari
sorrise. -Perfetto, appoggiale sul bancone, per cortesia.
-Agli
ordini!- esclamò, continuando a fischiettare.
S'interruppe
quando vide Rui alle prese con il cioccolato. Non per quello che
stesse facendo, ma per il fatto che Mari gli avesse concesso di dare
una mano in cucina.
Honey-sama,
intuendo cosa stesse frullando nella mente di Linda dalla sua
espressione, cercò di tapparle la bocca prima che dicesse
qualcosa a sproposito. Tentativo fallito.
-Oh,
Rui!- esclamò Linda, raggiante. -Ma allora sei veramente un
mago, se ci sai fare anche con i fornelli.
Rui
avvampò, diventando dello stesso colore dei lamponi che
stava
utilizzando Mari.
Hanabusa
ridacchiò, mentre quest'osservazione a Rick non piacque
proprio per niente.
-E
io che cosa sono, scusa?- bofonchiò Rick.
Linda
gli rivolse un sorriso smagliante. -Ma sappiamo tutti quanto vali,
Rick!
Quella
risposta gli piacque già di più, a giudicare dal
suo
sorrisetto compiaciuto. Basil tirò un sospiro di sollievo:
se
Rick si fosse arrabbiato, sarebbe scoppiato il finimondo e, in una
giornata indaffarata come quella, non era proprio il caso.
Linda
uscì dalla cucina canticchiando, mentre Rick sbuffava alle
sue
spalle.
L'americana
riusciva proprio a togliergli la capacità di parola, certe
volte.
La
giornata di lavoro era quasi giunta al termine.
Tutti
in cucina erano esausti, dopo aver lavorato per quasi dodici ore
consecutive. Eh, già, quel giorno i pasticcieri non erano
riusciti a trovare il tempo nemmeno per la pausa pranzo, da tanti
clienti che c'erano.
Mari
e Honey-sama stavano sistemando gli utensili, mentre Hanabusa e Rick
(con i capelli impiastricciati di farina) lavavano le stoviglie a
mano. Rui stava aiutando Linda a sparecchiare e a sistemare le sedie
sopra i tavoli. Gli altri Spiriti dei Dolci controllavano di aver
inviato tutte le cards alla Regina.
L'italiano
sbuffò, insaponando una padella.
-Che
c'è?- chiese Hanabusa, con un sorrisetto scaltro.
-Non
lo sopporto.- disse Rick.
-Chi?
Rui?
-E
chi altri?- sbottò Rick, aprendo il rubinetto. -È
un pallone gonfiato che si crede il so-tutto-io della situazione!
Satsuki
sorrise, divertito. -Solo per questo?
-Non
mi va che Mari gli abbia permesso di aiutare in cucina senza nemmeno
fargli un test!- aggiunse l'italiano, sciacquando la padella con
rabbia.
-O
non ti va che stia così simpatico a
Mari?- azzardò
Hanabusa, continuando a strofinare un piatto con il sapone.
Rick
giurò di cogliere un pizzico di malizia nella voce
dell'amico.
-E
con questo cosa vorresti dire?- si scaldò l'italiano, non
troppo contento del tono che aveva utilizzato Hanabusa.
Satsuki
sollevò lo sguardo dal lavello con innocenza. -Chi, io?
Rick
alzò gli occhi al soffitto. -No, la Regina dei Dolci! Certo
che intendo te!
Hanabusa
ridacchio. -Oh, non voglio dire proprio niente.
Rick
mise il broncio e tornò a concentrarsi sulla padella. -Ti
odio
quando fai così, Hanabusa.
L'altro
rise di gusto.
-Divertito?
Rui
alzò lo sguardo in direzione di Linda. -Cosa?
L'americana
sorrise. -Ti sei divertito in cucina?
-Oh,
sì.- rispose Rui. -Soprattutto quando ad Hanabusa
è
caduto il sacchetto di farina addosso a Rick!
Linda
scoppiò a ridere. -Sì, è stato
piuttosto comico!
Anche Mari si è messa a ridere!
Rui
annuì. -Non l'avevo mai vista allegra come in questo periodo.
-Chissà.-
disse Linda, piegando una tovaglia. -Sarà anche
più
allegra, ma ultimamente sospira molto spesso.
Rui
scattò sull'attenti. -Hai qualche idea sul perché
dei
suoi sospiri?
Linda
si strinse nelle spalle. -Quando gliel'ho chiesto, ha detto solo che
una promessa era stata infranta e che lei non aveva più
bisogno di mantenerne una a sua volta. Ma si può essere
più
evasivi di così?
Rui
scosse la testa. -Dubito.
Linda
rise, appoggiando la tovaglia piegata in cima alla pila.
Rui,
purtroppo, non poté ridere a sua volta. Almeno, non dopo
quello che aveva sentito.
Improvvisamente,
gli si era creata in mente l'immagine di una Mari molto più
giovane e di Henri Lucas come insegnante alla St. Marie in Giappone.
Mari aveva detto di aver mantenuto la promessa e di non aver
più
sospirato da quando lei aveva sette anni.
Quello
che Rui ancora non sapeva era perché avesse ripreso a
sospirare. Era solo certo che fosse colpa di Henri-sensei.
“Se
l'ha ferita in qualche modo, quel damerino parigino se la
vedrà
con me!” pensò Rui, carico di rabbia nei confronti
del
sensei.
Prese
a sfogarsi contro il povero tavolo, strofinandolo con più
energia del dovuto.
“Nessuno
può fare del male a Mari!” si disse.
“Lei non
merita di soffire!”
Mari
chiuse il cassetto con soddisfazione, sistemandosi i capelli con una
mano.
-Finito.-
disse, battendo il cinque al suo spirito.
-Ben
fatto, Mari.- sorrise Honey. -Che facciamo adesso?
La
pasticciera di pensò su per qualche istante, ma poi disse
semplicemente: -Torniamo a casa, non c'è altro da fare qui.
Honey-sama
annuì. -Quindi Rui verrà qui ad aiutare anche
domani?
Domanda
alquanto spinosa per Mari, che fu colta in contropiede.
-Uhm...
non so.- rispose Tennouji-san. E lei odiava non sapere.
-Ad
ogni modo, è meglio che tu ti faccia dare un suo recapito,
no?- aggiunse Honey.
A
Mari non piacque troppo il tono che Honey usò per quella
frase.
-Può
darsi.
-Gliel'hai
già chiesto o no?- la incalzò Honey-sama,
leggermente
spazientita.
-No.-
rispose Mari. -Ma perché te ne preoccupi così
tanto?
Honey
si strinse nelle spalle. -Non sarò io a dirtelo, Mari.-
rispose tranquillamente lo Spirito dei Dolci. -Almeno non ora.
Mari
sospirò. -Ho capito, non ne vuoi parlare.
Honey-sama
sorrise.
-Vado
un attimo a vedere come se la sta cavando Rui con Linda.- aggiunse
Tennouji-san, avanzando di qualche passo verso la porta. -Tu
aspettami qui, Honey.
Il
sorriso di Honey si allargò ancora di più. -Come
vuoi.
Al
che, Mari scomparve oltre la porta.
-Allegra?-
domandò Café-kun allo spirito del miele, che
continuava
a sorridere senza accennare a voler smettere.
-Direi
di sì.- rispose Honey.
Café
sorrise a sua volta. -Ne sono lieto.
Dopodiché,
entrambi tornarono a chiacchierare con gli altri due Spiriti dei
Dolci.
Quando
Mari entrò nel salone principale, nessuno la
notò.
Linda e Rui erano seduti allo stesso tavolo, dopo aver svolto i loro
compiti, chiacchierando e ridendo.
Rui
tentava di trattenere la propria risata, mentre Linda si sbracciava,
raccontando una storia.
-Pare
si stiano divertendo...- constatò Mari.
Si
avvicinò con nonchalance, e sentì Linda che
raccontava
un buffo aneddoto.
-Non
ti dico che putiferio!- esclamò Linda, tra una risata e
l'altra. -E allora Mari ha preso Hanabusa, sempre coperto di gelatina
e piume, e gliene ha dette su di tutti i colori!
Rui
rise di gusto.
-Ah,
quella volta è stata piuttosto divertente.- disse Mari,
comparendo da dietro.
Linda
sobbalzò. -Mari!
Rui
si voltò, ancora preda delle risate. -Certo che ne avete
passate tante in così poco tempo! Ah ah!
Mari
fece spallucce. -Rick e Satsuki-kun ne combinano di tutti i colori,
è
normale che non ci sia più tempo per annoiarsi.
-Già!-
annuì Linda.
-Anche
io e te rientriamo nella categoria, comunque.- puntualizzò
Mari.
Linda
rise all'evidenza.
-Hai
più chiamato Henri-sensei?- le chiese Rui, curioso.
Mari
sospirò. -No, il fuso orario non me lo consente.-
spiegò.
-A meno che non voglia svegliarlo di primo mattino...
-Forse
doveva dirti qualcosa di importante.- azzardò Linda.
-Se
fosse veramente importante, sarebbe venuto qui a New York.- la
contraddisse Mari, scuotendo vigorosamente la testa. A quel commento,
Rui arrossì. -Se fosse stato importante, avrebbe lasciato
Parigi in un battibaleno e sarebbe già qui. Dopotutto, non
ha
nulla che lo trattenga lì, a parte Françoise...
-È
quella tizia che ci ha batt...- Rui si bloccò a
metà,
vedendo gli occhi della principessa Mari infiammarsi. -Che il team
Ichigo ha battuto in finale?
Mari
annuì mestamente, facendo intendere di non volerne
più
parlare.
-Coooo-munque
sia,- intervenne Linda, ansiosa di cambiare discorso. -noi torniamo a
casa insieme, vero Mari?
-Oh,
certo che sì.- rispose Mari con un sorriso.
A
Rui servì qualche secondo per collegare i pezzi. -Abitate
vicine?
Linda
annuì. -Più che vicine!
-Siamo
nello stesso palazzo, allo stesso piano, in due appartamenti
attaccati.- spiegò Mari. -Così, ogni giorno,
andiamo e
torniamo insieme dal lavoro.
-Ed
è un gran bel vantaggio!- continuò Linda.
-Così,
anche se non suona la sveglia, è Mari a svegliarmi bussando
alla porta, dicendo che devo alzarmi per non far tardi.
Rui
sorrise.
-Ah,
parlando di questo...- cambiò discorso la pasticciera. -Rui,
potresti darmi un tuo recapito?
-Mh?-
fece lui, stranito. -Perché me lo chiedi così, di
punto
in bianco?
Le
guance di Mari s'imporporarono un poco. -Beh, hai lavorato qui, come
minimo dovrò avere il tuo indirizzo!
-Beh,
Mari Hime,- esordì Rui, mentre Mari assunse un cipiglio
alterato a quel nomignolo. -sono desolato, ma attualmente non ricordo
l'indirizzo esatto. Comunque sto in un appartamento dalle parti
dell'ottantaduesima o giù di là.
Linda
sgranò gli occhi. -Scherzi?
Rui
scosse la testa, ridendo. -Perché dovrei?
Mari
si era fatta improvvisamente silenziosa e parve pentirsi di non
essere rimasta in cucina a guardar bisticciare Hanabusa e Rick.
Linda,
invece, sembrava aver fatto la scoperta del secolo. -Anche io e Mari
abitiamo in un palazzo all'ottantaduesima strada.
Rui
inarcò entrambe le sopracciglia in una smorfia di sorpresa.
“Quando
si dice il destino...” pensò, ridacchiando.
Forse,
per una volta, qualcuno si era ricordato che c'era anche lui, Rui
Kaidou.
Quando
Rick venne a sapere la scoperta, chiaramente per merito di Linda, non
parve molto contento, e nessuno riuscì a spiegarsi
esattamente il
perché
della sua espressione accigliata.
Mari
chiuse la porta della pâtisserie
e salutò tutti i colleghi con un sorriso.
Linda,
sentendo la musica proveniente da un cartellone pubblicitario, prese
a ballare e per poco non finì a volteggiare in mezzo alla
strada.
Quando,
finalmente, fu il momento di lasciarsi, Café-kun fece un
baciamano a Honey-sama, che s'inchinò e seguì la
sua
compagna in direzione dell'ottantaduesima.
Mari
non parlò per tutto il tragitto, e lo stesso fece Rui.
Linda,
invece, continuava a parlare di come i clienti fossero stati gentili
quel giorno e di come avessero lasciato il cinquanta per cento di
mancia.
Continuando
così, giunsero fino al loro appartamento. Mari non poteva
ancora credere che Rui averebbe abitato al piano sotto di lei. Certo,
anche all'Accademia Rui dormiva nella stanza in fianco alla sua, ma
non capiva perché si sentisse un po' strana all'idea.
“Forse
perché allora pensavi ancora al sensei...” le
disse una
vocina dentro la testa, che somigliava spaventosamente a quella di
Honey-sama.
“Ma
ora non penso neppure a Rui.” replicò Mari, sempre
mentalmente.
La
vocina sbuffò, scettica, e non si fece più
sentire per
tutta la notte.
Mari
e Linda salutarono Rui al tredicesimo piano e salirono fino al
quattordicesimo, prendendo l'ascensore.
-Hai
guadagnato un altro prezioso collaboratore, eh?- chiese Linda
allegra, dandole una scherzosa gomitata sul braccio.
-Già.-
annuì Mari. -Meglio così, almeno riusciamo a star
dietro a tutte le ordinazioni.
-Mh,
that's true.- rispose Linda. -Besides,
è molto
bravo.
-Sì.-
rispose la pasticciera.
Linda
si accigliò, notando che l'amica era piuttosto silenziosa
quella sera. -Mari, che c'è?
Mari
sorrise e scosse la testa. -Sono solo un po' stanca, tutto qui.
-Sarà...-
fece la ballerina, scendendo dall'ascensore. -Allora ci vediamo
domani.
-Imposta
correttamente la sveglia mi raccomando!- le disse, per l'ennesima
volta, Mari Tennouji.
Linda
rise. -Sempre che non mi addormenti prima!
-Sogni
d'oro, Linda.-la salutò Mari, aprendo la porta di casa
propria.
-Sogni
d'oro anche a te.- rispose Linda, sorridendo e chiudendosi la porta
alle spalle.
Mari
sospirò e chiuse la porta a chiave. Si avvicinò
alla
finestra che dava sul terrazzino di camera propria e rimase
lì
per qualche secondo, a rimirare le stelle. Come le capitava di fare
di tanto in tanto, pensava a Henri-sensei, a Parigi con
Françoise.
Ma,
siccome quell'immagine le faceva star male e le suscitava un'ira
spaventosa, si costrinse a focalizzare la propria attenzione su
qualcos'altro. Improvvisamente, il vaso di fiori appassito era
diventato l'ombelico del mondo.
Mari
si batté le mani sulle guance, riprendendosi da quello stato
di trance in cui era caduta.
-Sono
solo stanca.- disse, malgrado Honey-sama non avesse chiesto
alcunché.
Lo
Spirito dei Dolci intuì, però, che Mari aveva
bisogno
di tempo per pensare. Da sola. Perciò finse uno sbadiglio.
-Credo
che andrò a dormire, Mari.- annunciò lo spirito.
-Non
mi reggo più in piedi.
Mari
sorrise. -Buona notte, Honey.
-'Notte,
Mari.
Detto
questo, lo spirito del miele scomparve nell'altra stanza.
Mari
si sedette nel tavolino, senza accendere neppure la luce, continuando
a guardare fuori.
Uno
sbadiglio la coglieva impreparata di tanto in tanto, ma non ci faceva
caso.
-Alla
fine non era così importante... vero, Henri-sensei?-
constatò
mestamente. -Se lo fosse stato, saresti già qui...
Poi
sbadigliò nuovamente, quella volta cedendo alla stanchezza.
Si
addormentò sul tavolino, senza dire altro sino alla mattina
seguente.
My
little corner:
Saaaalve, gente!
Rieccomi qua, dopo
secoli, con il secondo capitolo di questa storia!
Lo so, sono in ritardo in maniera pazzesca, ma ho avuto tantissimo da
fare e non avevo quasi più tempo nemmeno per scrivere.
Oh, beh, meglio tardi che mai *Aly cerca disperatamente di arrampicarsi
sugli specchi*
So che non è un granché, e sono io la prima a
dirlo, ma spero che possa piacere anche in minima parte.
Grazie per aver letto.
Aly.
Ringraziamenti:
Ringrazio tantissimo lle mie adorate ChibiRoby e nearer per
aver recensito il primo capitolo, tutte le gentilissime persone che
hanno inserito questa storia tra le seguite (ChibiRoby e nearer). Vi
ringrazio davvero tantissimo!
Credits:
Characters © Natsumi Matsumoto
Title Font = You Wont Bring Me Down
Text Font = Traditional Arabic
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà
di Natsumi Matsumoto, che ne detiene ogni diritto. Non ho scritto
questa storia a scopo di lucro.
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