Avarizia A Novembre

di ancientstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tempesta di Novembre ***
Capitolo 2: *** Voci Nella Testa ***



Capitolo 1
*** Tempesta di Novembre ***


GINKO

La pioggia cade imperterrita su Clerville. Quanto può puzzare questa città?
Specialmente sotto la pioggia, specialmente un venerdì notte di Novembre.
Specialmente se, nonostante la stagione, si stia scatenando quella che sembra una tempesta.
Gli odori delle fogne si mescolano a quelli delle pasticcerie,su in alto nell'atmosfera,
e ricadono al suolo in forma di goccioline di pioggia intermittenti.

Eppure è bella questa città, è bella e maledetta.
Se fosse una donna sarebbe una signora di mezza età ben curata ma con il brutto vizio dell'alcol.
E' una città di matti furiosi e di eccessi soprattutto, ma anche di vizi e segreti.
Percorro una strada che potrei fare ad occhi chiusi.
La strada per il mio appartamento.

Ma questa notte non voglio tornare a casa.
Le mura del mio bilocale stanno diventando troppo strette.
Sembrano avvicinarsi ogni notte di più.
Fino a comprimermi la testa e farmela scoppiare.

Trovo un parcheggio poco distante da un locale.
Locale è un eufemismo.
Una bettola sarebbe più appropriato.IL Red Apple Club.
L'insegna semibruciata fastidiosamente rumoreggia mentre illumina a scatti
e a malapena il marcapiede nero e inzuppato sottostante.

Scendendo dall'auto mi prendo tutto il tempo per raggiungere sotto la pioggia fredda,
l'entrata, la pioggia mi conforta.
Alzo quasi noncurante il colletto del mio impermeabile, giusto per non renderlo una grondaia
contro la schiena.

All'interno una vampata di calore misto a tabacco mi accoglie.
Rivoli di fumo si alzano qua e là tra i tavoli.
Musica blues sommessa e qualche schiamazzo di ubriachi.
Non è il posto migliore dove stare per me.

Nessun posto è il migliore, negli anni ho coltivato sempre più la mia natura misantropa.
Questa sera ho bisogno di bere e di essere lasciato in pace.
Non voglio pensare. Altrimenti impazzirò.

Se ci fossi tu, Altea, sarebbe diverso, ma non ci sei.
Almeno per un'altra settimana.
Se ti avessi detto come mi sento avresti senz'altro preso il primo volo per tornare da me,
raggiungermi nei miei deliri e consolarmi.
Ma non posso essere così egoista, almeno con te, che oltretutto sei al capezzale di tua zia che
sta morendo. E' giusto che io me la cavi da solo.

Non posso riversare su di te le mie frustrazioni di questo ultimo periodo.
Meglio se mi riversi da solo addosso dell'alcol, piuttosto.
Mi sento inerme, incapace di andare avanti.
Mai prima d'ora mi ero sentito così.

Gli sgabelli al bancone sono quasi tutti vuoti. Ne scelgo uno, il più in disparte possibile.
Ordino un gin tonic, il primo di quello che so già sarà una lunga serie.
Il barista mi serve frettolosamente per tornare a guardare lo schermo della tv sopra il bancone.

Come può la gente svagarsi con questo?
Ci sono giorni, come oggi, in cui prov invidia per loro.
Mi piacerebbe tornare a casa alla sera.
E svagarmi, ed avere una vita normale,
potermi concedere il lusso di preoccuparmi per una partita.

Ma per me non è così.Lavoro di giorno, lavoro di notte,
Mai un attimo di riposo e un pensiero fisso, un'ossessione.

Il barista non è l'unico nel locale,
altri sono rapiti da quattro imbecilli che commentano una partita.
In fondo sono grato di questo.
I pochi che sembrano ancora leggermente sobri sono rapiti dalla tv.
Un paio di coppiette si divertono e tutti gli altri sono troppo ubriachi anche per
contarsi le dita di una mano.

Non mi andrebbe proprio di avere altre seccature se qualcuno mi riconoscesse.
Già ho dovuto rilasciare 3 conferenze stampa nell'ultima settimana.
Altre domande non sono ammesse.
Ordino un altro bicchiere, poi un altro.
Mantengo lo sguardo fisso sul bancone.

Dopo il quarto bicchiere mi tocca andare in bagno.
E mi fa anche un po' schifo.
Mi alzo dallo sgabello e non voglio barcollare.
Doso i movimenti cercando di mantenere il bersaglio della porta del bagno.
E un comportamento disinvolto.

Poi ci ripenso, mi costa troppa fatica, nessuno bada a me,
e in questo momento nemmeno mi interessa più.
Finalmente guadagno la porta del bagno.
Qui la musica si sente più forte rispetto al resto del locale,
ma chi fa gli impianti in posti simili?
Di cosa mi sto preoccupando? Ah bene l'alcol ha fatto il suo effetto.
Sto iniziando a vaneggiare su qualcosa di diverso da...Diabolik.
Ecco l'ho detto. Il tuo nome mi risuona in testa come una martellata.


...Nello stesso momento...
...Un'anonima e solitaria villa sulle rive di un piccolo lago...
...In lontananza le luci di Clerville...

EVA

Lampi potenti illuminano la camera di una luce che sembra innaturale.
I tuoni risuonano di una violenza inaudita.
Tutto questo non è normale a Novembre.

Esco sulla terrazza.
Voglio raccogliere tutta la pioggia e il freddo del monmento,
e cancellare questa sensazione di inquietudine.

Da quanto tempo non mi sentivo così?
Mi sono mai sentita così?
Mi manchi. Mi sento vuota. Non posso sopportare oltre il silenzio.
Un muro di silenzio interotto dai battiti di ciglia.
Pochi sguardi ci siamo scambiati.

Non ho visto rancore nei tuoi occhi.
So che non potrai mai trovare del risentimento nei tuoi occhi.
Non nei miei confronti.
Ma piuttosto che questo, lo preferirei.

Ho passato due notti insonni e due giorni a dormire con i sedativi.
Questa è la terza notte di oblio.
Ed è arrivata una bella tempesta a tenermi compagnia.
E tu dove sei?
Pochi metri sotto me.
Hai deciso di non uscire più dal tuo laboratorio?

Lascio andare l'emozione.
La lascio scorrere via nel vento.
E la seguo a tempo delle gocce che ricadono sul lago.
Nell'oscurità della notte, nessun altro turbamento.

Ho la tempesta tra i capelli,la sento sul viso,negli occhi, e scende l'acqua sul mio volto,
ad insegnare la strada alle lacrime che non riesco più a trattenere.
Sento la perdizione entrarmi nelle viscere.
Perchè non possiamo essere normali?
Perchè non possiamo almeno affrontare le cose come persone normali?
Parlare.
E' difficile per noi.

Quanto siamo complessi io e te?
Quanto siamo diversi da tutte le altre persone?
Le persone comuni affrontano i problemi e davanti alla paura fuggono.
Noi affrontiamo le paure.Non ne abbiamo più.A parte perderti per sempre.
Questo mi terrorizza.
E davanti ai problemi scappiamo.

So bene cosa stai facendo. Vuoi che io capisca.
Mi stai chiedendo in silenzio di capire,
che non c'è niente di sbagliato in quello che hai fatto.
E che farai. Perchè certo non hai desistito.

Mi sento ancora peggio a commiserarmi.
Una danza senza tempo ed incessante di gocce ricade sul pavimento.
Non riesco a cancellare l'odio che mi sta spaccando l'anima in due.

Questa è la terza notte di dolore acuto e so che non mi abbandonerà,
almeno fino all'alba, quando prenderò, di nuovo, qualcosa per dormire di giorno.
Non ho semplicemente voglia di vedere il sole.
Mi dà fastidio vedere la natura illuminarsi del sole.
Non riesco a sorridere davanti ad un fiore.
Ho troppo odio dentro.

Non odio te, non potrei mai.
L'amore che ho per te è talmente profondo,
nasce da chissà quale posto lontano nell'universo.
E arriva fino a qui per legarmi per sempre a te.

Ma quella sgualdrina -che si è presa una bella cotta per te-.
Lei si. Pagherei per ucciderla.
Eppure lo potevo fare gratis.
Ma tu non mi hai lasciata.
Mi hai portata via prima che potessi farla fuori.

Un odio così non lo conoscevo.
Non pensavo potesse nemmeno esistere.
Se fosse stata una poveretta inconsapevole di chi tu fossi davvero dietro
alla maschera di Luca Hauer proverei commiserazione.

Ma lei sapeva che c'eri tu sotto quella maschera.
Eccome se lo sapeva.
E tu mi appartieni, come io appartengo a te del resto.
Sento quei dialoghi susseguirsi nella mia testa come se fosse un film.
E come un film mi appaiono le immagini di lei che ti si struscia addosso.
Quanto può essere peggiore la realtà della fantasia?

Ci ho pensato talmente tanto in queste 3 notti,
impazzendo mi sembra quasi non sia mai successo.
Ho esorcizzato le scene che nella testa mi tormentano
rendendole statiche un numero sconsiderato di volte.
Eppure non funziona.

E torna quel dolore lancinante allo stomaco.
Forse è il cuore. O forse è in centro al petto che risiede l'anima,
per fare così male.
Che la mia anima mi stia abbandonando?
Ti vedo uscire dal box con l'auto di Luca Hauer.

Lei ti sta aspettando?
Ti vedo prendere il vialetto ed esci anche tu,
insieme alla mia anima, te la sei portata via.

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Capitolo 2
*** Voci Nella Testa ***


 

EVA


Rimango sul terrazzo.Immobile.
Voglio assorbire le ultime gocce di pioggia che il cielo mi regala.
Torno con i pensieri a tre sere prima...

Silvia, il suo nome mi risuona nella testa.
Il suo volto smodatamente truccato.
I suoi vestiti provocanti.
La sua risata sguaiata incorniciata da una massa di boccoli rossi.

Lui non ci potrebbe trovare mai nulla di interessante in lei.
Non è degna nemmeno di un suo sguardo.
Eppure, sono obbligata a sopportare questo gioco.
Almeno fino a quando il colpo non sarà fatto.

Mi è stato praticamente imposto.
D'altronde, io non ho niente da preoccuparmi, mi ha detto.
Di fidarmi di lui, ed io di lui mi fido.
E' di lei,maledetta, che non mi fido.

Ho ascoltato il mio sesto senso,
E ho deciso di incontrarla, tre sere fa,
nella bettola travestita da locale di suo padre.
In un maleodorante angolo di periferia.
 


Tre sere prima.

 

Ho preferito indossare abiti maschili e una maschera da ragazzo.
Ho un berretto da baseball, jeans stracciati,
una larga e lunga felpa e un giubbotto di jeans,
dal quale si intravede un lettore mp3 nel taschino superiore.

Non volevo insospettirla, si crede furba, ma è un'ingenua.
Mi sono seduta al bancone del bar e l'ho guardata negli occhi,
mentre le ordinavo una birra.
Mi ha pure sorriso ammiccante,mentre mi serviva il boccale,
dicendomi di fare attenzione a farmi vedere in giro con "quello",
indicando con un gesto del capo il lettore mp3.

Ma non è quello che crede lei.
E' un microfono direzionale che mi permette di ascoltare quello che voglio,
all'interno del locale, tralasciando la musica,
le urla degli ubriachi e le chiacchiere in genere.

Perchè io sono qui per lei, e voglio ascoltare solo lei.
Potrei essere un ragazzo di 18-19 anni e mi sorride così?
Non le rispondo nemmeno.
Ci sono già diversi ubriaconi che la tempestano di richieste più o meno oscene,
e lei sembra addirittura divertita,orgogliosa di questo.
 
Indossa una maschera anche lei o è davvero così, Silvia?
Il clima si surriscalda quando arriva quella che sembra essere la sua migliore amica.

Ecco Dina che l' abbraccia.
La voce di Silvia è così stridula, cinguetta e saltella sui tacchi scrollando le mani.
Ha qualcosa da confidare all'amica, sta solo aspettando l'occasione giusta.
I pochi clienti al banco sembrano avere i bicchieri pieni, me compresa.
E quelli ai tavoli non sono affar suo.

Quando Dina le chiede com'è andata la sera prima.
Abbassa il tono di voce,e si sporge dal bancone
offrendo un panorama che sicuramente qualcuno avrà notato.

Già la sera prima.

Quando nessuno sembra più fare caso a loro si avvicinano ancora di più.
E parlano con un filo di voce.
Ma io anche se dono a distanza le sento benissimo.

-Dai allora racconta di ieri, hai fatto follie con il Bel dottore?-

Sospira Dina in tono indagatorio.

-Oh Dina, non vedevo l'ora di vederti per parlartene di persona...-

Mi metto più comoda sullo sgabello.
Non voglio perdermi una parola.

-Ah ecco, dopo non aver ricevuto la tua telefonata mattutina del post serata mi sono preoccupata!-

-No per telefono non era il caso!-

-Addirittura??? E perchè?-
 La voce di Dina mi arriva diretta agli auricolari come un sibilo,
 sembra anche più stridula di quella di Silvia, se possibile.

-Perchè... dai indovina... anzi no...te lo dico io se no stiamo qui fino a Natale...
 se aspetto che ci arrivi- Silvia abbozza un sorriso, mentre si scrolla i capelli.

-Ah grazie- dice l'altra sorseggiando un Mojito

-Avevamo appuntamento al Lounge, sai com'è, conoscendo la gente che frequenta,
 e il locale, mi sono  vestita come dico io, cioè, hai capito no?
 ero troooooppo bella!!!-

Il suo sorriso ora sembra quello di una maschera, la osservo, senza mai guardarla direttamente,
sfruttando i mille riflessi offerti dai vetri dietro al bancone.
Mille maschere carnevalesche invadono la mia vista, attraverso il boccale di birra.

-E poi??- dice Dina tra un altro sorso di Mojito e un altro ancora.

-All'inizio la serata mi sembrava normale,era brillante, simpatico, il solito che
 abbiamo visto altre volte in giro, non faceva discorsi pallosissimi e difficili da dottore
 e nemmeno faceva troppo lo scemo, insomma, ci stava dentro, poi ad un certo punto si è alzato per andare in bagno,
 ed io mi sono detta, ma come? vuoi vedere che il bel dottore va a pippare senza di me?
 ma guarda te questo tirchio! io mi sono messa tutta superbellissima che sembro una principessa
 e questo qua non mi offre neanche una striscia???-

Silvia sembra non necessiti di ossigeno per parlare.

-Non credo che Luca sia il tipo da queste cose...-

Il mojito di Dina è finito.
Adesso rimedia giocando con il ghiaccio nel bicchiere.
Il suo atteggiamento è forzatamente distaccato.
Sono sempre più convinta che stia nascondendo qualcosa all'amica.

-Dunque ho deciso di seguirlo in bagno tra la ressa di gente, non si è accorto di me...
 fuori dai bagni c'erano solo due ragazzi intenti a prepararsi una canna,
 e della sicurezza nessuno come al solito,
 così sono entrata nella stanza degli uomini,sembrava vuoto, a parte lui, eppure lo sentivo
 parlare, era dietro una delle porte,e mi sono detta -hai capito l'infame?- passa
 la serata con me e telefona ad un'altra baby, no niente storie, adesso gli pianto una scenata
 che se la ricorda per tutta la vita!!! però ero curiosa, volevo sentire cosa diceva alla baby-

L'incessante e volontario gesticolare di Silvia accompagna
ogni suono stridulo della sua voce,
e delle sue smorfie.

-Cosa le diceva? che ti piantava in asso lì, al più presto per scappare da lei?-

Dina ora sembra più posata, ma di certo non è per niente tranquilla,
C'è agitazione nelle sue mani, mentre tormenta gli ultimi cubetti di ghiaccio.
Apprensione nei suoi occhi che scrutano l'amica, la quale sembra non volersi accorgere.

-Zitta cretina, le ha detto -Si d'accordo ma tu smettila di chiamarmi per queste
 sciocchezze,mi sono preoccupato Eva.- Lei non riuscivo a sentirla, sentivo solo la voce di lui
 e le dice - Si a più tardi tranquilla, Si ti amo anche io- Cioè ma ti rendi conto???-

Per un attimo lo squittio raggiunge picchi elevati.
Rendendose conto lancia occhiate guardinghe attorno a lei,
guarda anche me, che dall'inizio della loro conversazione
non ho mai smesso di tamburellare con le dita un ritmo inesistente sul boccale di birra.
Devo sembrarle un ragazzo particolarmente preso dalla musica che ascolta,
non è poi tanto lontana dalla verità, è molto più vicina di quanto possa immaginare.


-Che cosa mi devo rendere conto che al vostro primo appuntamento Luca ha già con un'altra?-

Dina non sa fingere, sta sprecando del sarcasmo inutilmente.
Perchè vuole farsi credere così ingenua?
Sta indubbiamente recitando.

-Ma no idiota! Luca non era Luca per davvero...era Diabolik!!!
 Ed è andato in bagno non per farsi una pista di coca, ma per parlare liberamente con la Kant,
 che lo chiamava sul radiorologio, ma non li vedi i TG? Non lo sai che si parlano con
 gli orologi quei due???Non aveva nemmeno la stessa cadenza nel parlare di Luca, ne sono certa!-

Quasi quasi mi scappa un sorriso, con un sorso di birra sigillo le labbra
e lo soffoco sul nascere.

-Diabolik???-ma vuoi scherzare? non poteva essere uno al telefono con la sua donna?
 Lui non ha parlato di orologi radio o roba simile, no?-

Tra le due è indubbiamente Dina quella che porta una maschera,
sta cercando di non rivelare qualcosa. Ma non capisco che cosa.

-No,non ne ha parlato, ma avrà sentito aprirsi e chiudersi la porta del bagno pensando
 fosse entrato qualcuno che non ero io, credimi, non ti prendo affatto in giro!
 Era senz'altro lui, in bagno c'era solo Luca cioè lui-

-Oh Mio Dio...Diabolik...E quindi cos'hai fatto?-

Sto rivalutando l'interpretazione di Gina,
E' quasi divertente a questo punto.

-Per mia immensa fortuna,si è aperta la porta del bagno ed io ne ho approfittato per uscire
mentre entravano i due ragazzi con la canna in mano,
ma erano già talmente fatti che non si sono nemmeno accorti fossi una donna,
non hanno detto niente, quindi sono tornata al tavolo che avevamo
riservato e ho cercato di darmi un contegno, per così dire...-

Rivedo tra gli specchi quel sorriso.

-Come per così dire? Dammi subito da bere perchè non posso ascoltare questa storia se manco
 di alcol nelle vene-

Adesso Dina sembra davvero sconvolta.
Non credo abbia ingannato anche me.

-Tieni-

Le dice offrendole un generoso bicchiere di Whisky.

-Per così dire perchè so che me lo hai sentito dire qualche volta,
 ma stavolta è diverso, sai, mi sono presa una bella cotta!-

Non so se ridere ancora.
Meglio un altro sorso anche per me.
Per il momento.

-Ma ti sei bevuta il cervello? Vuoi dire che ci hai provato con lui?-

Dina tramuta in verbo i miei pensieri.

-Beh...perchè no? alla fine era un appuntamento...-

A quelle parole mi sono pietrificata.
Adesso non tamburello più.
Ho il sangue gelato.

-Ma sapevi chi era, voglio dire, di sicuro non era lì per uscire con te...-

A quanto pare Dina, diversamente da Silvia è dotata di intelletto.
Per un attimo ho avuto la tentazione di fulminare Silvia con lo sguardo.
E poi saltarle addosso. Ma mi sono trattenuta e ho buttato giù un altro sorso di birra.
Mantenendo lo sguardo fisso sul legno del bancone.
E' meglio che non la guardi più attraverso gli specchi.

-Il fatto che non fosse lì per uscire con me non mi ha impedito di viziarlo un po'.
 E poi, io so cosa vuole Diabolik da me-

Posso immaginarmi un sorriso glorioso e soddisfatto dipinto sulle sue labbra.
Ma non trovo la forza di verificare senza riuscire a trattenermi,
mi limito a fissare negli occhi un viso fiabesco che mi guarda tra i nodi del legno del bancone.

-Cioè?-

Dina è sempre più sconvolta.
A questo punto non sarebbe più in grado di tramutare in verbo i miei pensieri.
Inizia quindi il mio delirio nella testa.
Forse rispondo anche a denti stretti impercettibilmente.
In un dialogo che non esiste.

-Senz'altro gli interessa un gancio per il Governatore.
 Evidentemente è venuto a sapere che sono la sua accompagnatrice.
 Ovviamente ha bisogno di un lasciapassare per lo scambio di droga di cui ti ho parlato,
 che avverrà tra 3 giorni al party privato e superblindato del Governatore,
 non ho potuto sentire tutti i dettagli durante i suoi discorsi ma di per certo so che
 gli acquirenti pagheranno qualcosa come 100 milioni di euro in diamanti-

Brava Silvia.
Quanto sei perspicace.
Adesso sono io a sprecare del sarcasmo inutilmente.

-Quindi ha preso il posto di Luca solo per questo?Dovremmo avvisare la polizia...-

No Dina, non allarmarti proprio adesso, rischi di tradirti.
Rischi che Silvia capisca, come ho capito io,
che la salute del dottor Hauer ti interessa parecchio.
Ma Silvia è troppo piena di sè per ascoltarti.

-Solo per questo dici? Ha ottenuto il suo lasciapassare chiedendomi un altro appuntamento,
 guarda caso, proprio tra 3 giorni,e senza allungare le mani, come un vero gentiluomo...
 chissà che mi innamori di lui...Meglio così ahahah-
 
Appuntamento. Mani. Gentiluomo.
C'è qualcosa di tremendamente sbagliato nell'ipotesi che formuli, Silvia.
Te lo garantisco.

-Come meglio così? Mio Dio Silvia cos'hai in mente?non penso che a Lady Kant questo
 faccia piacere...quanto vuoi rischiare? Ma quindi a Luca cosa è successo?
 Non credi che dovremmo avvisare l'ispettore Ginko? E' lui ad occuparsi di Diabolik...-

Quanto vuoi rischiare Silvia?
Ascolta i consigli della tua amica.
Ha tremendamente ragione quando dice che non mi farebbe piacere.

-Lascia perdere la polizia. Di Luca non lo so, ma che t'importa poi?
 lo lascerà narcotizzato da qualche parte, quando si saranno sistemate le cose,
 Ma adesso ci sono questioni più importanti...
 Ascolta Gina, quello che non credo Diabolik sappia è che il Governatore Callager
 ha intenzione di sparire dall'altra parte del mondo...con me e con il guadagno in diamanti...
 anche se a questo punto... non penso mi interessi più...
 ti immagini tutta la vita su un'isola deserta con un vecchio bavoso
 come Callager a confronto con la vita emozionante che ti può offrire il Re Del Terrore???-

L'ho sempre pensato e lo penserò sempre.
Questa è una città di matti.
Puntualmente devo trovarmi a che fare con una matta che blatera in questo modo.
Una vita emozionante con il Re Del Terrore...già.

-Ma sei fuori di testa??? Cosa ti salta in mente? Lo vorresti sedurre?
 Sei tu che non guardi i TG...
 Non hai visto che macello ha fatto per liberare la Kant di galera
 appena un mese fa? pensi che quello abbia in mente altre donne?-

Mi sembra di cogliere dell'ammirazione nelle parole di Dina.
Ma forse anche io sono troppo piena di me per ascoltarla,
non adesso comunque.

-Altre donne magari no, ma ancora non conosceva me, ed io ho un punto di vantaggio, io so chi è, e lui non sa che io lo so...
 giocherò su questo e sfoggerò tutte le mie armi seduttive.-
 Alzando un bicchiere in segno di vittoria.

Adesso mi trovo in bilico di fronte ad uno strapiompo chiamato furia omicida.
Nello stesso momento in cui ho sentito la ragione abbandonare il mio corpo,
come un liquido denso e caldo che esce dal petto,
ho sentito due mani forti rimetterla in sede.

Una stretta mi blocca le braccia da dietro.
Giusto in tempo.
E' lui, non ho bisogno di voltarmi per guardare una maschera qualsiasi.
So sempre quando è lui.

-Cosa ci fai qui?- Mi ha chiesto un uomo barbuto

-Dobbiamo parlare- Gli ho risposto secca.

Mi ha trascinata quasi letteralmente fuori dall locale.
Qualcuno avrà pensato di un padre che andava a recuperare un figlio adolescente.
Due persone qualsiasi.Come sempre.

Siamo saliti in auto e siamo partiti.
Ci siamo tolti le maschere dopo aver acquistato un po' di velocità.
Quando si è voltato verso di me mi sono sentita trafitta dal suo sguardo.

-Cosa avevi in mente di fare Eva?
 Non rispondi al radiorologio, non mi lasci nessun messaggio,
 sparisci,per fortuna almeno l'avevi addosso ed ho potuto rintracciarti.
 sei stata irresponsabile, potevo pensare ti avessero rapita, ti fosse successo qualcosa-

Respiro reale apprensione nella sua voce.

-Si hai ragione-

Una parete di ghiaccio è caduta su di noi.

-Allora cosa avevi in mente di fare andando al bar del padre di Silvia?-

La sua suona come una domanda retorica. E anche lui lo sa.

-Stavo cercando delle risposte-

La mia voce ha il sapore dell'evidenza scontata.
Ammesso che ne abbia uno.

-Quali risposte? Sei ancora gelosa? Non ci posso credere-

Mi basta vedere come scrolla la testa per capire che non avrebbe desistito.

-Le risposte su quella donna, i miei dubbi hanno avuto conferma.
 Anzi è pur peggio di quel che credevo-

Le mie mani si intrecciano tra loro involontariamente in una morsa.

-Ma cosa stai dicendo? Stai vaneggiando...-

E' possibile che lui riesca a mentirmi?

-Ah si? non ti si è strusciata addosso l'altra sera?
 l'ho sentita mentre si confidava con la sua amica-

Rimane impassibile. Come sempre.

-No, non è assolutamente vero Eva, credimi,
 avrà detto così perchè pensava di voler far colpo su un giovane dottore abbiente,
 e voleva farsi bella davanti alla sua amica-

-Non credo che le cose stiano così...sanno di te-

Mi sento ammettere una colpevolezza che non vorrei avere.

-Cosa?-

Stupore. Finalmente qualcosa cambia.

-Si, le ho sentite stasera, sono andata al locale per schiarirmi le idee,
 per vedere con i miei occhi con chi avevi a che fare.
 Oltre a confermare che i miei presentimenti erano fondati,
 ho scoperto che loro sanno chi sei, ho sentito Silvia che ne parlava con la sua amica,
 tramite il microfono direzionale-

Mi sento cinguettare.
Mi ricordo Silvia da sola.
Sono accecata dalla gelosia.

-Oh è grandioso, e questo come è possibile?-

Sta perdendo la pazienza. Lo conosco.

-Silvia ti ha seguito nel bagno del Lounge, pensava che Luca stesse andando a drogarsi senza di
 lei, e invece ha sentito una voce diversa, la tua, che parlavi con me... è stato facile capire.
 Si è messa in testa non so cosa, di fare colpo su di te, infatti non ha chiamato la polizia...
 Bensì ha in mente qualcosa...Quindi il colpo salta vero?-

Provo.
Provo a convincerlo.

-Vuoi scherzare Eva? non salta un bel niente, i miei piani non cambiano,
 proprio perchè lei non può immaginare che abbiamo scoperto di essere stati scoperti,
 qualunque cosa abbia in mente non le permetterò di intralciarmi.-

La sua ostinazione mi lascia spiazzata, ogni volta.

-Devi considerare che abbiamo a che fare con una poco di buono che ha tutte le intenzioni
 di provarci con te, e questo non lo posso sopportare.-

Non posso nasconedergli tutto il mio risentimento.

-Eva, la situazione non cambia, in ogni caso il colpo va fatto questa volta o mai più.
 E' facilmente intuibile dalle informazioni che abbiamo raccolto,
 che ad affari conclusi, il governatore voglia sparire dall'altra parte del mondo,
 diciamo che preferisco giocare qui a Clerville questa partita.-

Non sarò certo io a dargli vinta la partita.
Se vuole il mio supporto di certo non lo avrà.

-Non c'è modo di farti desistere?
 Non hai nessuna intenzione di rinunciare al colpo? e infondo
 Ti gratifica che una fanciulla avvenente cada ai tuoi piedi,mentre io ho il terrore di perderti-

La mia sembra una supplica che aspira ad essere una minaccia,
riuscendoci male.

-Eva smettila, stai esagerando come al solito,lo sai benissimo che ti puoi fidare di me,
 e che non farò niente per creare situazioni imbarazzanti, ti ho dato mille prove di fiducia,
 il colpo si farà, è l'unico mio interesse in questa faccenda-

Ormai ha deciso. Gioco la mia ultima carta.

-Rinuncia- Deve'essere sembrata una supplica.

Un sospiro.
Era incertezza?
No. Come posso credere che Lui sia incerto?

-No. Ormai ho deciso, se non sei d'accordo con me posso cavarmela benissimo da solo e
riuscire nel colpo che ho studiato a lungo, mi troverò nel posto giusto al momento giusto,
per non parlare poi del fatto che se non fosse stato per la tua assurda gelosia non ci
troveremmo in questa situazione-

Mi fa male.

-Oh adesso è colpa mia. Perfetto.-

Silenzio tra noi.
Rotto solo dal rombo del motore della Jaguar
che macina le curve di un tornante prima di arrivare al nostro rifugio a picco sul lago.
La notte inghiotte la strada. Ed io mi sento morire. 


Ora su questa terrazza.

Come 3 sere prima sento vivo in me lo stesso sconforto.
Rientro in camera e mi siedo sul letto, grondante d'acqua.

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