Volevo fossi tu

di voiceOFsoul
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Certo che sono strana! Mancano poche settimane alla fine della scuola e invece di esultare per le vicine vacanze sono depressa!” Ram, al secolo Ramona Centini, era appoggiata sul solito basso muretto di fronte all’enorme portone scuro della sua scuola. Il leggero vento di quella mattinata di metà Maggio le scompigliava i capelli, spingendo qualche ricciolo più ribelle davanti ai suoi grandi occhi castani coperti dalle solite lenti scure. Si ritrovava così ogni anno, nello stesso periodo, ferma su quello stesso muretto, a guardare la solita strada dove si affollavano genitori e figli, alunni e professori. Ferma a pensare all’anno scolastico che stava per lasciarsi alle spalle, alla gita appena passata, ai suoi compagni, ai suoi amori, alle sue delusioni, alla sua vita. E come ogni anno si ritrovava in preda alla nostalgia.
“Le vacanze arrivano sempre nel momento meno opportuno!” Ram non se la sentiva di interrompere proprio adesso i rapporti coi suoi compagni. Sapeva che durante l’estate non si sarebbero più visti, non si sarebbero più frequentati. Sicuramente avrebbe visto e sentito spesso Alex (al secolo Alessandra Oricelli) e Vale (al secolo Valeria Miceli): trovavano sempre il modo di restare in contatto. Ma Diego? No, Diego Mantegna l’avrebbe perso di vista. Ne era sicura! Da qualche settimana a quella parte si ritrovavano spesso a parlare e a raccontarsi a vicenda. Per Ram era fantastico poter parlare così liberamente con un ragazzo! Da troppo tempo non lo faceva! E ora? Le vicine vacanze li avrebbero fatti allontanare di nuovo? Avrebbe perso quel rapporto così importante e speciale per lei? Troppe domande a cui solo il tempo avrebbe dato risposta! Decise di non pensarci più. “Sta arrivando Vale. Perché sorride così? Chissà cosa dovrà raccontarmi”
- Ram, grandi notizie! -
- Ciao Vale, dev’essere qualcosa di grande davvero se riesci a essere così! -
- Così come? -
- Sveglia! Io sono ancora uno zombie! -
- Trucchi del mestiere. E 20 kg di fondotinta!!! -
- E allora? Queste grandi notizie? -
- Ah si, le grandi notizie. Finalmente ho conosciuto quel ragazzo. Ti ricordi? Il cugino della mia compagna di squadra? -
- Certo. come si chiamava? Fil…Fer…Fa…non me lo ricordo!!! -
- KEVIN!!! -
- Dai, c’ero vicinissima. -
- Proprio! Come l’Africa e il Nord-America! -
- Non te la prendere!!! Quindi, eravamo rimasti che hai conosciuto finalmente questo Kevin. Continua. -
- Ti ricordi la foto? -
- Si, anche se vorrei dimenticare! O è poco fotogenico o è davvero ai confini delle decenza. Anzi no, proprio ai confini dell’orrido! -
- Ti assicuro che è poco fotogenico! È troppo carino! Alto, fisico asciutto, capelli scuri, occhi verdi, nasino perfetto, labbra da urlo! -
- Hai trasmesso il concetto: ti piace! -
- E non poco! Ma la cosa finisce qui! Sua cugina mi ha avvertito che è abbastanza, come dire, non è proprio tipo da storia seria! Dopotutto in questo periodo non me la sento neanche io di iniziare una storia troppo seria. Sono stata troppo male quando io e Federico ci siamo lasciati e solo perché mi sono affezionata subito a lui senza capire com’era in realtà. Non rifarò gli stessi errori. Per il momento prendo quello che viene con Kevin. Tanto ancora non ne abbiamo mai parlato. -
- Io non lo conosco, posso solo dirti che persone peggiori di Federico non possono esistere. Quindi puoi solo migliorare! Ma dopo la brutta scottatura che ti sei presa ti consiglierei di andarci coi piedi di piombo prima di tirare fuori i sentimenti! -
- Tranquilla! Tanto a questa storia gli do massimo un mese! -
- Non si può mai dire cosa ti riserva la vita! -
- Speriamo bene. A te come va? Sei già entrata nel periodo di depressione che precede ogni fine di anno scolastico? -
- Oggi! -
- Così presto? Stai peggiorando! Manca ancora un mese! -
- Lo so, ma sono preoccupata per come potrà finire con Diego. -
- Puoi evitarmi di parlare di quell’essere! -
- Non fare così Vale! È vero, il vostro rapporto si è incrinato da quando siamo tornati da Napoli, ma non è colpa tua né colpa sua. È stato un insieme di situazioni che lo ha portato a cambiare. Ora la pensa in modo diverso su tante cose, ma comunque ti vuole bene, come te ne ha sempre voluto! Il fatto è che lo dimostra in modo diverso adesso! -
- Non lo dimostra proprio vorrai dire! -
- Esagerata! -
- Cambiamo argomento, per favore? -
- Va bene! Sai che fine ha fatto Alex? -
- Aspetta. È esattamente…qui! - ed indicò l’altro lato della strada con l’indice.
- Ciao ragazze come va? - Alex comparì con un grande sorriso contagioso che mostrava dei perfetti denti bianchi. - Io sto morendo di sonno! - alzò con due dita gli occhiali scuri per lasciar vedere alle compagne due occhi truccati perfettamente ma un po’ troppo gonfi per non tradire una nottata passata in bianco.
- Sei stata sveglia tutta la notte per il compito di informatica? - domandò Vale.
- Quale compito di informatica? - tuonarono insieme Alex e Ram.
- Quello di oggi! - rispose Vale
- Oggi? Compito di informatica? - Ram sentiva le gambe tremare!
- Aspetta. - Alex pensò un attimo a quello che stava per dire. - Stupida idiota, oggi non è c’è compito di informatica. C’è interrogazione di diritto! -
- Opsh! Mi sono confusa! Il compito è domani! Fortuna che io già sono stata interrogata! - disse Vale con un sospiro di sollievo.
- Interrogazione di diritto? Cavolo! Non so una parola! Posso sognarmelo il voto alto in pagella! -
Alex e Vale cercarono di consolare l’amica, prima di confessarle che era tutto uno scherzo, perfettamente riuscito! Non riuscirono a trattenere una risata spropositata vedendo la faccia della loro amica trasformarsi da preoccupata a incredibilmente arrabbiata. Ram strinse un pugno e cercò di sbatterlo contro la spalla di Vale. La ragazza però si spostò rapidamente.
- Eh no Ram! Non essere così violenta di mattina! Lo sai che ti fa male! - e sorrise lasciando intravedere dei denti finalmente allineati e liberi dopo anni di “sorrisi di ferro”.
- Siete pazze a fare questi scherzi? Poteva venirmi un infarto, lo sapete che io sono un piccola bimba indifesa che soffre di cuore! - guardò le compagne con una faccia che avrebbe fatto impietosire chiunque, sbatté le palpebre ripetutamente e strinse le labbra in una smorfia che avrebbe voluto essere triste ma che riuscì a provocare solo un'altra forte risata!
Alex guardò l’orologio. - Piccola bimba indifesa e col cuore malato vedi che siamo quasi in ritardo! Entriamo altrimenti quel pazzo di Fornarini ci sbatte fuori! È incredibile come fa un professore a rompere tanto per qualche minuto di ritardo! -
Vale la guardò perplessa. - Perché? Da quando rompe solo per il ritardo? Le sue lezioni sono da tagliarsi le vene! -
- Eh no! - intervenne Ram - Fornarini sarà anche pazzo e superpuntiglioso ma di certo non ci si annoia con lui! Ci facciamo i meglio flash! E poi quando si mette a discutere con Cris e Patroz. Sono irresistibili! -
- Cris e Patroz fanno sbellicare dalle risate anche senza l’aiuto di Fornarini! - aggiunse Alex - ma con lui è tutta un’altra cosa anche se qualcuno dovrebbe ricordargli che i lupi ormai sono specie protetta in via d’estinzione! Almeno tornerebbe più spesso a trovare i suoi antenati, secondo me discende dai lupi di alta montagna! -
- Noooo! - Vale prese un atteggiamento serio e quasi professionale - Si racconta che quando aveva poco più di tre anni i suoi genitori, volendosene sbarazzare lo abbandonarono in un vecchio campanile. Non sapevano però che lì viveva un licantropo, si insomma, un uomo lupo! Questo mannaro alla prima notte di luna piena lo morse e morì. I geni manipolati da quel morso non troppo profondo portarono all’esistenza il professore Fornarini per come lo conosciamo noi oggi. Ha le caratteristiche fisiche del licantropo ma non solo durante le notti di luna piena. Come potete notare le mantiene per vivere in qualsiasi istante della sua vita! -
Alex e Ram la guardarono per un attimo perplesse. Vale sembrava conoscere davvero quella storia. Sembrava raccontare un fatto realmente accaduto, con tanto di prove a carico della sua veridicità. Ram fu la prima a parlare. - Tu sei pazza! Sembravi Piero Angela a Superquark! Mai pensato di diventare scrittrice di libri horror? Magari potresti un giorno far concorrenza a Stephen King! -
- No ma concorrenza a Stephen King! - Vale adorava i suoi romanzi e sarebbe stato un onore per lei anche solo scriverne uno che potesse raggiungere il 10% del suo mito.
- Scrittrice o non scrittrice, arriveremo in ritardo se non ci sbrighiamo! -
Entrarono allora a scuola e percorsero insieme il lungo corridoio. Tra poco si sarebbe sentita la campana che segna l’inizio delle lezioni, ma ancora i ragazzi affollavano il corridoio centrale e non avevano nessuna intenzione di smuoversi per il momento. Tra di loro c’erano molti che non sarebbero neanche entrati, alcuni che ripassavano ansiosi per l’interrogazione a prima ora, altri che copiavano spasmodicamente qualunque cosa dal secchione di turno. Coppie che si scambiavano dimostrazioni d’affetto fin troppo esplicite per un luogo pubblico. Ragazzi che fumavano tranquillamente l’ultima sigaretta prima di avviarsi verso la classe, disobbedendo deliberatamente al chiaro cartello e non ascoltando le sollecitazioni dei vigilantes che li incoraggiavano ad uscire fuori. Ogni tanto qualcuno alzava la mano per salutare un amico che passava di là, qualcuno batteva forte la mano sulle spalle di un compagno che lo aveva raggiunto, qualcuno gridava un forte “ciao”. Ragazze si aggiravano alla sfrenata ricerca di LUI, il bello di turno, il ragazzo che le faceva impazzire. Lo cercavano per attirare l’attenzione, sperando che si accorgesse di loro, che le prendesse tra le braccia e le portasse via, ma sarebbe stato pretendere troppo magari. Speravano che le salutasse premendo le sue morbide labbra contro le loro guance fresche, ma si sarebbero accontentate anche di un semplice movimento della mano. In realtà si sarebbero accontentate anche solo di essere guardate da quegli occhi, verdi, azzurri o castani che siano. Alcune lo trovavano, altre cercavano invano l’oggetto, anzi il soggetto, dei loro desideri. Alex, Ram e Vale entrarono in classe. Ram si sedette al suo posto lasciando che fossero le altre a litigare col nevrotico professore. Si guardò intorno e la depressione della mattina sembrò riaffiorare. Guardò i suoi compagni: Cris, Patroz (“Come fa a dormire sempre col casino che c’è in questa classe?”), Schetto (“Quante volte l’ho fatto addormentare mezzo ubriaco!”), Fabio (“Sempre con lo specchio di Mary in mano! Più narcisisti di lui non ne esistono!”)…e poi c’erano Mary, Silvia, Giorgia, Michy (“Sicuramente Giorgia starà raccontando qualcosa di scabroso! Ma che ci possiamo fare? È fatta così!”), Romeo e Giulietta, Pentium (“Sempre con le riviste di computer! Ma è fissato!”), Lorenzo (“Chissà come va con la sua ragazza? Certo che è proprio innamorato!”)…ma mancava qualcuno.
La scurrile voce del professore la riportò alla realtà - Mantegna? Diego Mantegna dov’è? -
“Che strano! Stavo per chiedere la stessa cosa! Dov’è Diego?”
- Sono qui! - una mano si agitò vicino al viso di Ram.
- Mantegna la prossima volta ti butto fuori se non rispondi all’appello! -
Ram si voltò di 45° e si ritrovò faccia a faccia con Diego. I capelli neri, studiatamente in disordine, incorniciavano un viso chiaro e due scuri occhi enormi. Le si rivolse con un sorriso che lasciava vedere appena i bianchi denti ma che gli arricciò le guance. - Quando sei arrivato? -
- Adesso! Ti saluto e spruzzo da Lorenzo! - si alzò, lasciando il suo posto ad Alex che aveva fino ad allora aspettato impazientemente di potersi accomodare.
- E questo me lo chiami saluto? - Ram si rivolse quasi offesa a Diego che, voltatole le spalle, si era avviato al suo banco.
Lui si girò a guardarla e vedendola così imbronciata tornò indietro di qualche passo - Scusa! - e la baciò sulla guancia morbida che lei gli porgeva.
- Ora và molto meglio! Ma potrebbe migliorare ancora! - prese il viso chiaro del ragazzo tra le mani e lo attirò a sé, per lasciarlo andare solo dopo aver stampato uno dei suoi più dolci sorrisi su una delle guance. - Adesso è perfetto! -
I due si scambiarono un sorriso interrotto solo dalla stridula voce del professore - Mantegna vuoi andare a sederti? E tu, Centini, ce la smetti di provocarmi quell’anima pura? Non vorrei che ti denunciasse per molestie sessuali! -
Dopo una buona risata da parte della classe, la lezione poté iniziare e poi finire.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Una vecchia amicizia, profonda come poche, è difficile da eliminare. Ram non aveva ancora dimenticato quel ragazzetto biondo che aveva conosciuto alle medie. Non poteva dimenticarlo!

...Ram frequentava il terzo anno delle medie, si preparava agli esami che l'avrebbero spinta verso quello che per lei era il grande e misterioso universo delle superiori. Un professore di matematica che l'aveva presa particolarmente a cuore e l'aveva scelta come assistente al corso pomeridiano d'informatica per le prime classi. I ragazzini facevano tutti parte della I^F. A Ram era stato affidato un gruppo di tre ragazzetti: Ciccio, forse troppo alto per la sua età, era l'anima del gruppo, Kekko era il fratello di un compagno di classe di Ram, da cui aveva preso la terribile vanità, e Dario, suo cugino. Lui, Simoni Dario, sembrava scontroso, superficiale ed era estremamente silenzioso.
...Un pomeriggio, arrivata al corso, si accorse che Ciccio e Kekko stavano lavorando all'articolo che avrebbero dovuto portare come relazione conclusiva al termine delle lezioni, mentre Dario distrattamente li osservava lavorare. Era chiaro a tutti che la sua mente non si trovava in quel laboratorio.
- Centini! - il professore la chiamò vicino a sè. - Ramona, per favore, convinci Simoni a lavorare! Lavora un pò con lui oggi... -
- Certo prof! - Ram cercò di sembrare entusiasta dell'idea, ma così non era. Avrebbe sicuramente lavorato per l'intera ora con una specie di mummia accanto, un ragazzo che si credeva chissà cosa solo per quegli occhi azzurri che si ritrovava. "Di essere carino è carino, però!" pensava mentre si dirigeva verso di lui "Se solo fosse più grande e meno presuntuoso. Ma a che pensi Ram? Sei fuori di testa oggi? Uno che si crede superiore a chiunque solo per quello di cui l'ha dotato madre natura!" Ram si fermò accanto a Dario, spostò il suo piede che si posava maleducato sulla sedia che lo separava da Kekko e si sedette. - A quanto pare non hai una gran voglia di lavorare oggi, vero? -
- Cosa? - Dario uscì dai suoi pensieri e guardò Ram.
- Il prof non ne è molto contento! Dobbiamo far finta di lavorare insieme oggi! -
...Dario fissò i suoi occhi in quelli di lei che erano gelosamente protetti dalle lenti da vista. - Farò questo sforzo! -
...Ram, usando più della sua solita forza, cercò di spostare la sedia di Dario, cha non aveva alcuna intenzione di muoversi, verso il PC libero. La sedia rumorosamente si mosse, ma solo di qualche impercettibile millimetro. - No, tranquillo! Non ho bisogno di aiuto! - disse sarcastica Ram fissandolo coi suoi occhi imbronciati.
- Non avevo nessuno intenzione di dartelo, in realtà! -
- L'avevo notato! Dai Dario. Non fare l'idiota! Spostati al PC libero e giuro che non ti faccio lavorare troppo! -
...Dario la guardò e senza dire parola si mosse verso il computer alla sua sinistra. Si piantò lì di fronte. - Ecco fatto! Per oggi ho già lavorato abbastanza! -
- Dario sei insopportabile! Non riesco a capire come ho fatto ad accettare la richiesta del prof! Sapevo che sarebbe finita così. Con dei bambinetti di prima media c'era anche da immaginarselo! -
- Ehi donna matura! Chi hai chiamato bambinetto? - Dario si alzò in piedi cercando di dimostrare quanto fosse grande, ma per quanto si sforzasse non riusciva ad eliminare quel bel pò di centimetri che li separavano.
- Ehi nanetto infuriato! Se non vuoi essere chiamato bambinetto, siediti e lavora! Dimostra quanto sei maturo! Qui c'è il tema dell'articolo. Prego grande maestro! Insegnami qualcosa! -
- Ramona, c'è qualche problema? - intervenne il prof avendo sentito qualche parola della loro discussione e vedendoli in piedi, l'uno di fronte all'altra, accigliati entrambi.
- No prof! - Ram si sforzò di sorridere - Qualche accenno di ribellione appena placato! - poi si rivolse verso Dario - E allora? Questa lezione inizia o no? -
...Dario si sedette e iniziò nevroticamente a lavorare. Lo osservava attentamente mentre batteva le lettere deciso. "Cavoli, se non è carino..." Ram si accorse che, per quanto potesse sembrare distratto durante le lezioni, le sue dita scorrevano veloci sulla tastiera e in meno di mezz'ora aveva terminato un lavoro quasi perfetto. Mandò in stampa il documento e si rivolse al ragazzo. - In fondo allora non sei proprio così ignorante! -
- Ignorante? Bimba con chi credi di avere a che fare? -
- Vedi, già hai sbagliato! Bimba chiami tua sorella. Non vorrei ricordartelo, ma dovresti portare rispetto per chi è più grande di te. -
...Dal litigio, passando per gli insulti, le battute e i racconti, si passò alle domande, ai punti di vista. Prima che se ne potessero accorgere si erano raccontati a vicenda molto più di quanto avrebbero voluto. Dario, le dimostrò, di non essere poi così scontroso e superficiale. Era semplicemente introverso, nascosto dietro un velo di timidezza, soprattutto con le ragazze. Non voleva mai farsi conoscere sul serio. Si proponeva come un playboy, uno sciupa femmine, ma in realtà sotto quella corazza di duro orgoglio c'era un grande cuore.
...Giorno dopo giorno erano diventati sempre più amici, sempre più inseparabili. Gli esami però riuscirono a dividerli. Non si erano mai più visti se non per qualche attimo. Si sentivano ancora regolarmente, ma pian piano anche questo finì. Si cercavano, si volevano, ma non c'era mai più di qualche parola. Pur legati sempre da grande affetto si sentivano sempre di meno...

"Da quanto non vedo Dario? Saranno ormai passati tre anni dall'ultima volta che ci siamo visti! Chissà com'è adesso?" Ram era stesa sul letto avvolta nell'accappatoio verde-acqua dopo una lunga doccia che aveva disteso i suoi muscoli provati dalla difficile ora di danza. Era stato proprio quell'accappatoio a ricordarglielo, a farle venire in mente quel giorno che, seduti al PC, parlavano di colori e lui aveva cercato di indovinare il suo. Che risate quel giorno! "Chissà se ha ancora lo stesso numero?" Prese il cellulare e iniziò a scorrere la rubrica. Dario. Inviò la chiamata e, come suo solito, chiuse dopo il primo squillo. "E ora basta aspettare per vedere se risponde e si ricorda ancora di una vecchia amica."
Non passò molto che il cellulare vibrò facendo lampeggiare la scritta "Nuovo Messaggio da: DARIO". Il testo era breve e conciso. Dario non amava molto scrivere al cellulare! 'Ehi Ram! Che fai?'
'Ciao Dario! Io sono buttata sul letto stanca morta! E' tantissimo che non ci sentiamo! Come va la vita? Che mi racconti?'
'Niente di nuovo, a parte che...sono libero!'
'Non ci credo! Sonia t'ha lasciato?'
'No...ci siamo lasciati di comune accordo...'
'Non posso crederci! Quella era pazza di te! Le hai messo le corna, vero?'
'No...ora scusa ma devo lavorare!'
La conversazione fu così troncata bruscamente. "Forse non avrei dovuto chiederlo..." Col passare del tempo Dario era diventato sempre più suscettibile. Ram sperava però di poter far riprendere la loro amicizia. O forse era qualcosa di diverso che voleva? Ricordava ancora chiaramente quanto aveva cominciato ad interessarle. Strano. Aveva notato in lui qualcosa che negli altri non c'era, qualcosa che i suoi occhi azzurri non potevano nasconderle, per quanto ci provassero.
"Sono anche una pedofila! Cavolo devo ricordarmi che è un piccoletto! Ma che piccoletto? E poi la differenza non è poi così tanta. Vediamo." iniziò a contare i giorni che separavano le loro date di nascita "In fondo sono solo 345 giorni, neanche un anno completo! Per 20 giorni all'anno abbiamo la stessa età! Ma che cavolo sto pensando? Ora mi metto a contare anche i giorni? Sono impazzita!" Prese una decisione: non pensarci più, ma quanto era difficile! Ce l'hai presente quando c'è quel qualcuno che quasi dimentichi, ma che ogni tanto riaffiora prepotente nella tua mente e non riesci più a mandarlo via? Quel qualcuno per Ram era Dario.
La vibrazione del cellulare la riportò alla realtà. "Nuovo Messaggio da: ALEX". 'Sei ancora viva?'
'Certo'
'Non ti sei fatta sentire tutto il giorno!'
'Lo sò...oggi è giornata di riflessioni...'
'Pensi ancora a Diego?'
'Sinceramente? Non riesco a capire perchè non ci ho pensato oggi!'
'Perciò pensavi al perchè non lo pensavi?...non ci sto capendo niente!'
'Nuuuu!!!...pensavo a qualcun'altro...'
'E chi è questo ora?'
'...ti ricordi quella storia infinita che ti ho raccontato con quello che ho conosciuto alle medie?'
'...il piccoletto? Certo! L'unico che quasi-conosco a poter stare con una persona quindici giorni senza vederla neanche una volta...'
'Si, lui...va bè non si può dire che stavamo proprio insieme in fondo! Ma non è stata colpa sua!!!...comunque dicevo...Dario...pensavo a lui!'
'Vi siete sentiti?'
'si...'
'...bene!'
'...ma che bene???? MALISSIMO!'
'Pensieri sconci, eh?'
'...con un minorenne...'
'Anche tu sei minorenne!'
'...il problema è che diventerò maggiorenne quasi un anno prima di lui!!!'
'Io non mi preoccuperei più di tanto dell'età! Dalla foto che mi hai fatto vedere...sarebbe il primo ragazzo decente con cui stai...'
'DECENTE?...è troppo bello, fisicamente mi piace un casino!...il problema è proprio questo!'
'Non ci pensare e buttati...! Meglio rimorsi che rimpianti...o era al contrario?' Alex era fantastica quando si trattava di dare consigli: il problema era che spesso non li ricordava!
'In questo momento è l'ultima cosa a cui penso!!! Grazie lo stesso...tvb!'
'anch'io ti voglio bene!'
Era vero! Alex e Ram non si erano mai separate. Erano capitate per un fortunato caso nella stessa classe. A meno di una settimana, dopo gli spostamenti d'assestamento, dividevano lo stesso banco e avevano continuato a dividerlo. A loro si era unita dopo poco Vale. Inizialmente era timida e tra lei e Ram non correva buon sangue. Ma quando si conobbero meglio non riuscirono più a stare lontane. Erano un trio perfetto! Adesso erano alla fine del quarto anno: insieme lo avrebbero finito, insieme avrebbero ricominciato il quinto, insieme avrebbero affrontato e superato gli esami, ma dopo cosa sarebbe successo con Alex e Vale? A questo ancora non sapeva dare una risposta. Il pensiero di perdere le sue più belle amicizie la faceva stare male.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il vecchio MBK aveva deciso di scioperare quella mattina, non ne voleva proprio sentire di accendersi. Ram guardò l'orario sullo schermo colorato dello sportellino di un Motorola. "Cavolo! Sono già le 7.40...se non si accende immediatamente arriverò tardissimo a scuola! Chi ho a prima ora? Oggi è mercoledì perciò a prima ora...Oh no! C'è Fornarini! Quello mi sbatte fuori!" e continuò a spingere in fondo il pedale dell'accensione. Fornarini era proprio il professore più pignolo che conoscesse! Un borbottìo del motore la fece sperare. Abbassò la leva per l'aria, strinse il freno, spinse forte il suo piede sul pedale dell'accensione e accellerò leggermente. L'MBK si era finalmente deciso a partire! "Evviva...speriamo che..." Ram non aveva ancora finito il pensiero che il motorino, quasi fosse un bambino capriccioso che non vuole spostarsi da casa, si spense e con lui ogni speranza di arrivare puntuale.
- Cavolo, ma ce l'hai con me? Che t'ho fatto di male? Ti lavo tutte le settimane. Non ti abbandono mai. Sei arrabbiato ancora per quella storia del portone di Vale? Lo sai che non ti ci ho sbattuto apposta! E poi non è stato niente di grave! Oppure è per la caduta mentre andavamo in palestra? Ma lo sai che è stata colpa di quella maledetta pietra che quell'idiota aveva lasciato a centro di strada! -
- Con chi stai parlando? - La voce che rivelava la presenza di Ivana, la cugina che abitava vicino a lei, la fece sussultare.
- Con...con...con lui! - indicò con la mano il motorino - Oggi sta facendo i capricci, ma prima o poi parte! - sorrise e silenziosamente provò ancora ad accenderlo. Stavolta partì sul serio. Mentre dava la precedenza prima di immettersi nella strada per casa si accorse di qualcosa di strano che lampeggiava vicino all'indicatore della freccia inserita. "Ecco perchè non volevi partire! Hai sete!" Il livello del carburante era ai limiti della decenza! "Quanto ho nel portafoglio? Aspè...uno...tre...sette...perfetto! Adesso passo dal benzinaio altrimenti non arrivo neanche a scuola." Percorse in fretta la strada che portava al benzinaio di fiducia, quello proprio vicino al centro del paese. Sinceramente non le importava che fosse quello dove andava sempre...per il momento era il più vicino e questo bastava! Fermò il motorino e un signore che dimostrava molto più dei suoi quarant'anni si avvicinò.
- Ehi Ram...facciamo il pieno stamattina? -
- Fai il pieno...ma a sette euro ti fermi! -
- Ram...hai un motorino mica un camion! -
- Si, lo sò...ma è totalmente a secco e non vorrei che... -
- Va beh...ci penso io! -
- Grazie Gino! -
Mentre Gino iniziava il suo lavoro, un SH125 nero e tirato a lucido da poco si fermò dal lato opposto. "Cavoli quanto pagherei per avere un SH! E non è da buttare neanche il padrone!" Si ritrovò a fissare quel bel ragazzo biondo che sembrava averla ipnotizzata. "Cavoli se non è carino! L'ho visto già da qualche parte...beh qui al paese è facile conoscersi un po’ tutti, ma questo assomiglia a...cavoli è..." Trattenne un sobbalzo. Anche il biondino la guardava e cercava di capire dove avesse visto quei riccioli. Restarono così, senza dire una parola, a fissarsi.
- Finito! Penso che per un po’ ti dovrebbe bastare...dieci euro, prego! -
- Cavoli Gino t'avevo detto di fermarti a sette! Ho solo questi! -
Gino rise. - Scherzetto! Sette euro e sparisci! -
- Tieni spiritosone! -
Gino prese i soldi e aspettò che Ram mettesse in moto prima di andare a servire il biondino. - Quanto ti faccio? - Non ricevette risposta. Il biondino stava esaminando tutto ciò che poteva della ricciolina che stava per andare via. - Ehi ti svegli? Devo lavorare! -
- Cosa? - il biondino sembrò dargli retta, ma non distolse lo sguardo da quel viso...e da tutto il resto.
- Dario sveglia, che è già mattina! - Al sentire quel nome Ram, che ancora non si decideva ad andare via ebbe la conferma e si girò a guardare il nuovo volto da dare a Dario Simoni prima di ripartire. - Come fanno i tuoi a darti in mano un motorino se sei così di mattina? -
- Scusa Benza ero sovrappensiero! -
- Si sovrappensiero...lo so io a cosa vorresti star sopra in questo momento! E diciamo che non vorresti starci solo sopra... -
Dario rise perchè quello che aveva detto "Gino Benza" in effetti non era poi così sbagliato, ma prima di tutto voleva capire perchè quella figura gli era così familiare.

"Cavoli non è cambiato di una virgola!" Ram continuava a pensare a Dario mentre camminava verso scuola… "L'avrei riconosciuto dovunque! La faccia è uguale anche se ha cambiato taglio di capelli e forse è un pochino più alto! Diciamo che è venuto su bene!" ...mentre posteggiava il motorino... "Chissà se mi ha riconosciuto? Penso di no, altrimenti m'avrebbe detto qualcosa dopo tre anni minimo che non ci vediamo!" ...mentre era in classe... "Chi lo sa se ha cambiato anche carattere! Una cosa è sicura...ha cambiato motorino! Certo che passare da quel vecchissimo coso giallo fluorescente e catarifrangente che si vedeva anche al buio senza fari a un SH nero è un bel salto di qualità! Chissà se lo farò anch'io? Magari gli chiedo di farmi fare un giro un giorno di questi, ma quando? Ogni volta che organizziamo per vederci capita qualcosa! Boh...ne parleremo prima o poi. E' il PRIMA O POI che mi preoccupa in effetti. Il paese è piccolo ed incontro tutti quasi ogni giorno, ma Dario è quasi impossibile da trovare. Sicuramente abbiamo orari totalmente diversi, frequentiamo zone e persone totalmente estranee tra loro. Il caso ci ha sempre portati a stare lontani. Probabilmente è un segno del destino!"
- Centini. Ramona Centini. Ragazzi è presente Centini Ramona? -
- Si, fisicamente è presente! - Alex rispose alla supplente che era da poco entrata nella IV^L salvando Ram dall'assenza. Le diede una leggera gomitata. - Ma la testa dov'è? -
- Cosa? - Ram tornò alla realtà.
- Lascia stare... -
La giovane professoressa continuava il suo appello in quella classe che non aveva mai visto, scorrendo i nomi segnati da un'importante calligrafia con la sua stilografica nera e cercando i ragazzi chiamati da sopra le lenti dalla montatura rossa.
- Ram, si può sapere che hai oggi? -
- Stavo pensando a... -
- Diego o Dario? -
- Dario...oggi l'ho visto mentre facevo benzina. -
- COSA? -
- Ragazze non urlate! - la professoressa era al suo primo anno in quel commerciale e non si era ancora abituata al tono di voce dei ragazzi.
- Ci scusi... - fu Ram a rispondere. Continuò a parlare con Alex, ma mantenne un tono di voce molto più basso - Ero a fare benzina da Gino come al solito. -
- E chi è Gino? -
- Il benzinaio, forse? Comunque...non importa! Ero a fare benzina ed è arrivato lui. -
- Che t'ha detto? -
- Niente, non so neanche se m'ha riconosciuta. -
- Ma t'ha vista? -
- Certo che m'ha vista! Ci siamo fissati per tutto il tempo ma non abbiamo detto neanche mezza parola... -
- E perchè? -
- Perchè siamo stati zitti? -
- Perchè non gli hai detto qualcosa tu? Perchè non ti sei fatta riconoscere? -
- Forse perchè ero in ritardo già? -
- Cavolo! Arrivare in ritardo per una cosa del genere è accettabile! -
- E glielo spiegavi tu a Fornarini? -
- Quant'è che non lo vedevi? -
- Minimo tre anni...forse anche quattro! -
- E...com'è diventato? -
- Diciamo che per essere un sedicenne è...accettabile! -
- Accettabile? Non mi fido dei tuoi "è accettabile"! -
- Allora lo vuoi detto chiaro? Mi piace troppo! Lo vuoi detto rozzo? E' un porco! -
- Ora va meglio...anche se a me il dubbio resta lo stesso! I tuoi gusti sono famosi per non essere rassicuranti! -
- No, no! Stavolta ti puoi fidare davvero! Altrimenti dovrebbe essere cieca come me tutta la mezza provincia che gli sbava dietro! -
- Speriamo bene! Ma ora glielo dici? -
- Cosa? Gli mando un messaggio con scritto: "quanta benzina gli hai messo nell'SH?" -
- SH? - Vale si intromise nella discussione al solo pronunciare il suo motorino preferito. - Chi ha l'SH? -
- Dario! -
- Dario chi? Quello delle medie? -
- Si... -
- Quando l'hai visto? -
- Stamattina... -
- E ch'è t'ha detto? -
- Niente! Non sò neanche se mi ha riconosciuto! Se mi stai per chiedere se m'ha visto la risposta è si perchè ci siamo fissati tutto il tempo e se mi vuoi chiedere perchè non gli ho parlato ti rispondo subito: perchè a prima ora avevamo Fornarini ed era tardissimo. E se mi stai per chiedere... -
- Veramente non ti stavo chiedendo niente! -
- Megio così! -
- Ma...com'è? -
- Non dicevi che non volevi fare domande? Se proprio lo vuoi sapere...s'è fatto troppo carino! Ma dopo tutto non mi sorprende...i presupposti c'erano tutti! -
- E adesso cosa vuoi fare? -
- Non lo immagini? - rispose Alex con uno sguardo fin troppo esplicitamente perverso.
- Immagino, immagino! - Vale, coi suoi gesti, fu molto più esplicita.
- Ma che state dicendo? - Ram cercò di zittire le proprie compagne, ma ebbe scarsi risultati.
- Dai ce l'hai sempre detto... - la memoria di Alex funzionava benissimo quando le conveniva.
- Ma siete pazze? L'ho visto solo per cinque secondi, non gli ho neanche parlato...e voi, immediatamente, a che andate a pensare? Non vi facevo così pervertite! -
- Dai! Stiamo scherzando! - Vale cercò di giustificare le loro affermazioni.
- Anche se...pensandoci bene... - Ram sembrava averci ripensato.
- E saremmo noi quelle perverse??? - Alex sembrava sconvolta dal cambiamento immediato.
- Dai! Scherzavo! - Ram scoppiò a ridere guardando le loro facce perplesse. - Non la capisco sta cosa! Voi potete scherzare e poi non apprezzate che qualcuno continui lo scherzo? - le guardò con il suo solito sorrisetto smorfioso.
- Secondo me lo pensi davvero... - Vale era convinta di ciò che diceva.
- Ti sembro il tipo? -
Tutt'e tre si guardarono in faccia, si scrutarono e poi parlarono all'unisono: - NOOOOOOO! -
Ram si alzò e silenziosamente si allontanò dalle amiche. Prese il posto di Lorenzo, vicino a Diego. Restò lì in silenzio a guardarlo mentre con la testa appoggiata allo zaino aveva chiuso gli occhi. "Diego..tu hai troppi pensieri per la testa! Non puoi continuare per tanto tempo ancora!" Diego aprì un occhio e la ritrovò così, immersa nei suoi pensieri, a guardarlo.
- Che c'è? Perchè mi guardi così? Ti serve qualcosa? Vuoi parlare un pò? -
- No, Diego. - gli passò la mano tra i capelli che il gel non toccava da tanto tempo. - Tranquillo! - fermò la mano e fece per andarsene, ma non potè.
Diego le afferrò il polso stringendolo con la giusta forza per non farla andare via, ma senza farle male. - Resta qui... -
- Forse allora sei tu che vuoi parlare un pò... -
- No...volevo solo chiederti se...ti va di continuare? -
- A fare cosa? - Ram non aveva afferrato il punto e lo guardava con lo sguardo perplesso.
Diego le sollevò di poco il polso e posò le dita chiare della ragazza tra i suoi capelli, per poi muoverle dolcemente. - Questo! Per favore continua! Mi stavo rilassando troppo! -
Ram non riuscì a trattenere un sorriso, ma tornò seria improvvisamente. - Te lo meriti? -
- Certo! - ma guardando lo sguardo di Ram così serio come non l'aveva visto mai iniziò a non esserne molto sicuro. - O almeno spero di si! -
- Non ne sono così convinta... -
Il sorriso che le sfuggì guardando quegli occhi che avevano preso la forma di quelli di un cucciolo di foca innocente e quasi impaurito, la tradì.
- Cavolo Ram! Stai scherzando? Non puoi farmi preoccupare così! -
- Dai Diego era solo uno scherzettino innocente! Se l'hai presa così male vuol dire che hai la coda di paglia...hai il carbone bruciato per caso? -
- No, giuro! Solo che eri così seria che mi hai fatto paura! -
- Zitto e dormi! -
Diego si appoggiò nuovamente sullo zaino e la guardò un’ultima volta prima di richiudere gli occhi. Ram iniziò a massaggiargli la cute con i polpastrelli. Ormai era un'esperta dei gusti di Diego in materia di rilassamento! Passarono così il resto dell'ora.
Uscita la supplente si affacciò alla porta della IV^L la figura rotondetta ma non troppo del prof Pischetti col suo sigaro spento in mano.
- Ragazzi è adesso l'assemblea d'istituto? - e dopo la risposta affermativa delle rappresentanti di classe aggiunse - Allora andate in Auditorium. Mi raccomando non fate troppo casino! -
I ragazzi della IV^L si sistemarono molto lentamente, ma non altrettanto silenziosamente per recarsi all'assemblea d'istituto. Ram cercò a quel punto di svegliare Diego: operazione che si dimostrò più difficile del previsto. Dopo un pò di lamenti e qualche smorfia, il ragazzo aprì finalmente gli occhi. Si avviarono lenti sulla scia dei loro compagni che già salivano le scale. Il cellulare di Ram vibrò, ma non gli diede retta finchè non presero posto sulle fredde scalinate di marmo che componevano l'Auditorium.

- Ti dico che ne sono sicuro! -
- Ma come fai ad esserne così certo? -
Durante un'ora buca, Dario, attraversando i corridoi di un antico palazzo che adesso era uno dei licei scientifici più fraquentati della città, era andato a parlare di ciò che era successo la mattina con Kekko che adesso cercava di ricostruire un quadro logico della situazione dai pensieri farfugliati in ordine sparso dal cugino.
- Pensi che non sappia riconoscere Ram? Ramona Centini? -
- Non dubito di questo! Alle medie eri cotto...insopportabile! -
- Kekko sei un co... -
- EEEEEH...a Ram non piacciono i ragazzi che parlano volgare ricordatelo! -
- Un’idiota! Ma come faccio ad essere imparentato con un demente di queste proporzioni? -
- Allora lo ammetti! -
- Cosa? -
- Che in quanto a "proporzioni" ti batto? -
Diego guardò un attimo perplesso la faccia soddisfatta del cugino. - Certo! La diminuzione del tuo quoziente intellettivo è direttamente proporzionale all'aumento della tua età! -
- Va beh, fai sempre così! Non riesci ad accettare la realtà! Non sai ammettere che io ti batto...come non sai ammettere che in fondo Ram non ti è mai uscita di testa! E comunque c'è un solo modo per scoprire se era lei davvero... - si avvicinò lentamente all'orecchio di Dario proprio come farebbe uno 007 in missione segreta - ...il modo è... - improvvisamente alzò al massimo delle sue capacità il volume della sua voce - ...CHIEDERGLIELO! -
- Ahi idiota! M'hai mandato in frantumi il timpano! -
- No cugino! L'idiota qui sei tu! Hai il suo numero? Prendi il cellulare e manda un messaggio... dille che l'hai riconosciuta e che...sei di nuovo single!-
- Questo lo sa già... -
- COSA? Vi siete sentiti e non hai detto niente al tuo cuginetto preferito? -
- Vedi che ci sentiamo spesso anche se non ci siamo più visti dalle medie... -
- Ora tu vai in classe...le mandi questo stramaledetto messaggio e prendete accordi per vedervi...riscatta la scintilla...e poi un incendio a letto! -
Dario salutò il cugino idiota e tornò lentamente in classe. "Kekko non capisce un emerito C*!"

"Ma si può sapere perchè queste scalinate le dovevano fare proprio di marmo? Siamo quasi a fine Maggio ma si muore comunque di freddo seduti qui sopra!" Ram era appallottolata tra Alex e Vale. Intorno a loro i ragazzi del commerciale affollavano rumorosamente il resto dei freddi scalini. Clara, una dei rappresentanti dell'istituto, cercava di richiamare l'attenzione urlando dentro un microfono, ottenendo ben pochi risultati. Dopo poco gli animi si calmarono e l'assemblea potè cominciare. Solo a quel punto Ram si ricordò di leggere il messaggio arrivato. "Nuovo Messaggio da: DARIO". 'Stamattina eri da Gino?'
'...allora m'hai riconosciuto! Pensavo ti fossi scordato la mia faccia dopo tutto questo tempo!'
'Sei cambiata tantissimo!'
'Tu invece sei sempre lo stesso...'
'Che fai adesso?'
'Siamo in assemblea d'istituto'
'Io ho tedesco...'
'BLEAH! Senza offesa ma ho sempre odiato il tedesco!'
'Non ti permetto di offendere l'amore della mia vita!'
'Scusi mr secchione!'
'La secchiona sei tu ricordatelo...o forse i tuoi voti sono dovuti solo alla tua scuola?'
'Cosa vorresti insinuare?'
'...è risaputo che quella che frequenti tu è una scuola prettamente per nullafacenti e che i voti vengono acquistati facilmente se non addirittura regalati...'
'...non meriti neanche una risposta!'
'Dai non ti sei mica offesa!!!! Parliamo di altro...quando ci vediamo?'
'E perchè dovremmo vederci? Non te lo meriti!'
'No? Sicura?'
'...abbastanza!'
'io invece speravo di si...perchè mi piaci un botto!'
- Ehi Ram sbloccati! - la voce di Alex la riportò su quel freddo sedile - Sei ferma a fissare quel telefono da minimo dieci minuti! Che è successo? -
- Non so cosa rispondere! - e girò lo schermo verso la compagna.
- Oh C*! -
- Mi hai tolto le parole di bocca! Che gli dico? -
- La verità sarebbe una buona soluzione! -
- La verità? Ci provo! -
'In fondo anche a me piacerebbe rivederti...diciamo che come prima volta dopo quattro anni...un bell'8 e 1/2 non te lo toglie nessuno!'
'Ma questa dei voti è una fissazione allora!...Comunque la cosa non mi dispiace affatto...e allora?'
'Dario lo sai com'è la situazione! Già è iniziata la preparazione del saggio perciò ho libero solo il primo pomeriggio...'
'Il pomeriggio è impossibile! Facciamo quando finisci l'allenamento...'
'Ma è tardissimo!'
'per me non ci sono problemi!'
'Per me si! Tu hai l'SH e io un cinquantino di sette anni che dopo un certo orario entra in sciopero e non si muove più! Non ho come uscire!'
'...e allora niente!'
'Mi stai minacciando?'
'Si...'
- Vedi! Non è cambiato di una virgola! Orgoglioso e prepotente come sempre! Le cose devono essere fatte come dice lui altrimenti non fa niente! - Ram si accorse troppo tardi di star ragionando ad alta voce.
- Dario? - Vale aveva intuito tutto. - Avete già litigato? Questo è un record! -
- No! Questa è una maledizione! -
'...allora cercherò di sopravvivere!'

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Era una tranquilla serata di fine Maggio. Ram era in accappatoio, appena uscita da una tonificante doccia che l'aveva fatta rinascere dopo due ore di prove per il saggio di danza che era in programma per il primo giorno di Luglio. Non aveva più sentito Dario e questo un pò le dispiaceva. "Forse ho esagerato quel giorno...soprattutto conoscendo il suo orgoglio! Vediamo se mi risponde..." 'Ciao Dario...che fai?' Aspettando la risposta Ram continuò a vestirsi. Era già abbastanza in ritardo! Entro i dieci minuti successivi doveva finire di sistemarsi, arrivare sotto casa di Micia sperando di trovarla pronta e correre al cinema dove le stavano aspettando Vale e Kevin. Dopo poco era pronta per guardarsi allo specchio. I jeans scuri le stavano più larghi del solito e scivolarono lungo i fianchi per fermarsi solo al momento da loro deciso. La maglietta, attillata al punto giusto, fasciava perfettamente le sue forme. Il leggero giubbotto non arriva a coprire i centimetri di pelle che distanziavano l'orlo della maglia dal cinturino dei jeans. Allacciò le Nike e guardò l'orologio: forse sarebbe riuscita ad arrivare in orario. Prima di uscire guardò il Motorola: nessuna risposta.
Micia abitava vicino alla piazza del paese, ma fortunatamente non c'era confusione. Dopotutto quello era un paesino piuttosto tranquillo, con poco movimento. Un gruppo di ragazzi coi loro motorini erano il massimo del movimento che incontrò per strada. Arrivata sotto casa di Micia citofonò senza spegnere il motorino.
- Muoviti Micia! Siamo in ritardissimo! Il film inizia tra poco e sicuramente ci sarà una confuzione pazzesca! -
- Il tempo di scendere le scale e arrivo! -
"Speriamo che sia vero!" Ram la conosceva fin da piccolissima e sapeva perfettamente che nel vocabolario di Micia non esisteva la parola 'Puntualità'! Contrariamente al solito, la figura esile di Micia si presentò quasi immediatamente. Era alta, con un viso pulito dai lineamenti delicati, ma nonostante questo dimostrava più dei suoi quindici anni. Aveva i lunghi capelli lisci e scuri intrappolati in una coda altissima che lasciava sfuggire solo un piccolo ciuffo che le ricopriva la fronte. Stava distrattamente cercando di sedersi dietro Ram, ma lei dispettosa fece scivolare il motorino in avanti. Micia rischiò di cadere.
- Ma che sei uscita di testa? -
Ram sorrise. - Hai esattamente cinque secondi per salutarmi altrimenti dovrai arrivare a piedi fino al cinema se desideri così tanto vedere questo film! -
- Scusa mi ero quasi scordata di doverti salutare! -
- Ricordatelo la prossima volta! -
Micia le si avvicinò, stampandole un bacio sulla guancia un pò infreddolita. - Muoviti altrimenti arriviamo tardi! -
- Sicuramente Vale sarà già lì fuori ad aspettarci! -
Micia si accomodò sul sedile posteriore stando attenta a non sporcare le Paciotti appena comprate. Ram stavolta aspettò che si sistemasse e poi si immise sulla carreggiata. Mentre uscivano dal paese, Ram riconobbe gli stessi ragazzi, con gli stessi motorini. "Non avranno ancora deciso dove andare o aspetteranno il solito ritardatario...chissà se stanno aspettando Dario?" Scivolarono veloci tra le auto bloccate sulla strada che portava al cinema. L'aria fresca della sera non dispiaceva affatto dopo un'intera giornata di afa: l'estate era ormai alle porte! Arrivate di fronte al cinema, Micia scese dal motorino e Ram andò a posteggiarlo: lo infilò tra un Chiocciola150 azzurro e un Leonardo grigio. "Questi si che sono motorini! Il mio in confronto è una bicicletta a motore!" Raggiunse Micia e insieme cercarono Vale. La trovarono seduta da sola su una poltroncina nell'androne del cinema. Vedendo l'amica si alzò e le andò incontro.
- Finalmente sei arrivata! Il film inizia tra cinque minuti! -
- Scusa ho fatto tardi a lezione! Ma...come mai sola? Dov'è questo fantastico Kevin? -
- Esattamente dietro di te! -
Ram si voltò e si ritrovò vicino un bel ragazzetto, non troppo alto, con gli occhi verdi e la carnagione chiara. "Dai è carino! Forse un pò troppo fighettino per i miei gusti, ma per Vale va benissimo! E poi sembra un bravo ragazzo, anche se con i suoi precedenti..." - Ciao! - Kevin fece un cenno con la testa, afferrò la mano di Vale, le mostrò di aver preso i biglietti per tutti e la tirò verso l'interno del cinema. "Scorbutico!" Ram si sbagliava tantissimo! Anche se a prima vista poteva sembrare un pò arrogante, uno che se la tirava, uno che si credeva...in realtà era solamente molto timido! E poi stavolta si era innamorato! Con Vale stava facendo sul serio, non la prendeva per il culo come aveva fin ora sempre fatto con le altre.
Si sedettero sulle poltroncine di velluto rosso del vecchio cinema. Ram guardò il cellulare con la speranza di una risposta che non arrivò. Aspettarono che si spegnessero le luci. Le immagini del film animato iniziarono a scorrere e per le due ore successive riuscirono a far sorridere tutti i presenti in sala, anche se Ram spesso si distraeva per cercare qualche cambiamento nel monitor del Matorola. Usciti dal cinema, Vale e Ram restarono un pò in disparte, lasciando Kevin e Micia da soli a guardarle parlottare.
- E allora? -
- Perfetto! -
- Ti piace sul serio? -
- Certo! Forse è un pò troppo fighettino e timido per i miei gusti, ma insieme fate davvero una bella coppia! Gli opposti che si attraggono! -
- Vorresti forse dire che sono un'infrasciamatona? -
- NOOOO! Dicevo solo che siete molto diversi, ma insieme siete troppo bellini! -
- Meglio di Fede quindi? -
- Meglio? Lo straccia alla grande! Sono contentissima per te! -
Si abbracciarono forte.
- E tu? Come sta andando il tuo progetto pedofilo? -
- Quale progetto pedofilo? -
- Dario. L'hai sentito? -
- Non ci siamo sentiti più. Prima di partire gli ho mandato un messaggio e non mi ha ancora risposto... -
- Tranquilla...me lo sento che capita qualcosa! - ma non sapeva che ciò che immaginava sarebbe stata solo l'inizio di una lunga, lunghissima storia!

Dario era sul suo SH nero. Correre tra le macchine gli piaceva. Quel vento che gli passava tra i capelli, che gli accarezzava il volto e che gli arrossava gli occhi lo faceva sentire sicuro, forte. Si unì a un gruppo già numeroso di ragazzi.
- Dario sei sempre in ritardo! - disse Kekko sbucando dal centro della mischia.
- Ho i miei tempi io! -
- Certo...i suoi tempi! -
- Avete deciso dove andare? -
- Ancora no perchè mancano un paio di ragazze...c'è gente peggio di te!...Opsh! Guarda lì. Visto chi è arrivata solo per te? -
- Ram? -
- Ram? Ma è diventata una fissazione?! Lo sai che quella non lo frequenta il paese. In compenso...c'è Sonia! -
- Sonia? Lo sai che ci siamo lasciati! -
- So anche che tu hai bisogno di qualcuna che ti levi di nuovo quella dalla testa e l'unica che fin'ora c'è riuscita è lei...e poi lo sai anche tu che non vi lasciate mai per più di un paio di mesi. -
- Stavolta è diverso! -
- Dici sempre così... -
- Stavolta è vero, però! -
- Perchè è tornata Ram? -
- Di quale Ram state parlando? - la figura di Sonia, l'ex ragazza di Dario, si intromise tra i cugini.
- Non sono C* tuoi! - Dario la guardò mentre si allontanava offesa. In fondo c'era un motivo per cui alla fine tornava sempre da lei. Pur essendo bassa e non proprio magrissima, non era una brutta ragazza: aveva un viso delicatamente rotondo con dei bellissimi occhi verdi che spiccavano sulla carnaggione chiara e i capelli che davano sul biondo scuro. Era stato il suo primo ragazzo e lei era innamorata di lui, gli perdonava tutto: no, era per questo che tornava da lei!
- Non la trattare così! Non se lo merita! -
- E che ne sai tu cosa si merita? -
- Diciamo che lei avrebbe più motivo di te di trattarti male! Sei stato uno S* con lei. -
- Non l'ho costretta io a stare con me. -
- No, ma te ne sei approfittato troppo... -
Mentre Kekko parlava, Dario si guardava intorno. Aveva una strana sensazione addosso. Non stava più ascoltando il cugino da un bel pò di tempo, quando si ricordò di quel messaggio arrivato qualche tempo prima e abbandonato a lampeggiare sullo schermo del NOKIA. "Messaggio da: Ram" - Ram? -
- Che c'entra ora Ram? -
- Mi è arrivato un messaggio prima di uscire da casa, ma l'ho letto solo ora... -
- Ch'è t'ha detto? Vi vedete? Uscite insieme? Te la dà? -
- Lo vuoi letto...? - lo sguardo di Dario era malizioso e lasciava intendere molto di più di ciò che in realtà ci fosse.
- E me lo chiedi? -
- Ma sai che non potrei farlo...Ram è timida...e poi certe cose sono personali...ma dato che sei il mio cugino più sfigato ti darò la possibilità di godere delle mie avventure... -
- Dai! Che aspetti? -
Dario stava per leggere il messaggio al cugino rivelandogli lo scherzo, ma qualcosa attrasse il suo sguardo. Quel motorino l'aveva già incontrato. - C* Ram! -
- Iniziamo bene... -
- Ma che C* hai capito? - girò la chiave e mise in moto l'SH - Io devo...devo fare una cosa...fammi sapere dove andate che forse vi raggiungo! - partì così, senza dare spiegazioni.
Una voce arrivò alle orecchie di Kekko. - Ma dove va Dario? -
- Non lo so, ma penso di intuirlo... - non sapeva chi fosse a fare quella domanda ma sicuramente era qualcuno del gruppo che chiedeva ciò che lui stesso ancora non sapeva.
- Centra per caso questa Ram? -
- Si... - disse sottovoce, ma quando capì che a parlare era Sonia cercò di correggersi. - Volevo dire...sicuramente sarà andato da Ram, ma Ram non è una ragazza! -
- E cos'è? Un motore? -
- Solo un suo compagno di classe... - sperava di cavarsela, altrimenti Dario l'avrebbe distrutto! Non aveva mai voluto raccontare niente di Ram, a nessuna ragazza, ma specialmente a Sonia.
- Strano nome per un ragazzo. Uno trasferito da poco? -
- Si! -
- Un ragazzo che cambia scuola a quindici giorni dalla fine? -
- No! Volevo dire...si è trasferito da poco qui vicino! Non è proprio un compagno di classe, ma qualcosa di molto simile... -
- Credo proprio che tu mi stia dicendo una M*! -
- Che stai dicendo?! Sai che non lo farei mai! -
Nel frattempo Dario cercava di star dietro a quel MBK che aveva visto passare. "C* per essere una ragazza e con un motorino del genere, sparisce subito! Dov'è andata? E se poi non è lei? Che C* m'è preso? Che sto facendo?" La vide ferma sotto un cancello. "Se non ci parlo ora..." ma era già arrivata un'altra ragazza. "Sua sorella? No, Ram ha solo un fratello...Sarà un'amica..." Continuò a stare lì, nascosto dalle fronde dell'albero dietro cui si era fermato. Guardò le ragazze scherzare un pò, per poi partire. Cercando di non farsi notare e mantenendo le giuste distanze le seguì. "Ma dove stanno andando?" La strada che stavano percorrendo era quella che portava al chiosco, dove lo aspettavano tutti gli altri. "Sono loro quelle che mancavano? Escono con noi stasera? Questo sarebbe il colmo!" Ram però non si era fermata, aveva continuato per la sua strada insieme a quella ragazza. "Piano fallito...Va beh non posso seguirle per tutta la serata!" Accostò l'SH esattamente dov'era qualche minuto prima e restò lì fermo in silenzio, finchè qualcuno non si accorse che era tornato.
- Si può sapere cosa sei andato a fare? Sono arrivati tutti e come al solito siamo tutti qui fermi ad aspettare te! - Kekko non era molto paziente!
- Ho avuto di meglio da fare... -
Kekko gli si avvicinò. - Per caso sei andato a cercare Ram? -
- No...l'ho seguita! Era passata col motorino...è andata a casa di un'amica e poi sono ripartite...ma poi mi sono fermato qui, mentre loro hanno continuato a camminare...sembravano avere fretta, probabilmente saranno in ritardo! -
- Allora è proprio la ragazza giusta per te! - gli sfuggì una risata, ma abbassò nuovamente il volume della voce. - Vedi che Sonia sa che sei andato da Ram... -
- COSA? -
- Ssshh! Parla piano! Ho risolto tutto! Dato che aveva sentito un pò di cose prima e aveva quasi capito tutto...gli ho inventato una balla! -
- Non sei bravo a dire le balle, tu! -
- Certo, ma ho imparato molte cose da te! Comunque, gli ho sparato che Ram è una specie di tuo compagno di scuola, rigorosamente maschio, che si è trasferito qui vicino da poco... -
- Bella M*! -
- Eh si, lo ammetto! Sono un genio...l'allievo ha superato il maestro! -
- Per superare il maestro ancora ce ne vuole! -
Si riunirono al gruppo, scelsero dove avrebbero trascorso la serata, salirono su macchine e motorini e partirono.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Domenica sera. Ultima domenica e ultimo giorno di Maggio. Ram era seduta su di una panchina e aspettava insieme a Micia che gli altri finissero di mangiare. Erano una bella comitiva, allegri ed affiatati dopo molti anni insieme. Ram, però, non aveva detto a nessuno di loro perchè si sentiva particolarmente giù, anche se quasi tutti ne avevano capito almeno in parte il motivo. La conoscevano e sapevano che quello era il suo periodo di abbattimento da fine anno scolastico, da separazione dai compagni di classe. Quest'anno era peggio del solito. Intuivano che c'era qualcosa di più, ma nussuno decise di indagare dopo i suoi primi rifiuti decisi di spiegare. Liquidava tutti dicendo la stessa cosa. - Ragazzi, tra un pò mi passa se non me ne fate parlare! - Sapeva di mentire, ma non voleva rovinare la serata anche a loro.
...Un'estate senza Alex la preoccupava. Si, è vero, avrebbero continuato a sentirsi, a messaggiare e a chiamarsi, ma...sentirsi al telefono non era la stessa cosa! Se si sentiva persa già a scuola quando lei mancava, come avrebbe fatto a non vedere per tre mesi quelle guanciotte rosse? Non avrebbero potuto vedersi almeno per buona parte dell'estate, perchè Ram doveva passare un mese in alt'Italia. Non che la cosa le dispiacesse: dopotutto andava a trovare i suoi amici d'infanzia, ma Alex le sarebbe mancata ugualmente! Ripensava a tutte le cose che avevano combinato in quell'anno e in tutti quelli che lo avevano preceduto. Loro, così diverse, ma così inseparabili. Litigavano spesso, ma i loro lititgi non duravano mai più di qualche ora. Poteva sempre contare su un suo consiglio, sul suo appoggio, sul suo ascolto. Avevano riso e pianto insieme per quattro anni. Alex le diceva sempre che era "la sua guida, la sua coscienza e la sua ragione"...insomma, non riuscivano a stare separate, neanche tre mesi!
...Tre mesi lontana da Vale la preoccupavano. Negli ultimi tempi non erano più come prima, ma si volevano sempre un gran bene. Lei doveva dedicarsi a Kevin, ma non le aveva mai abbandonate del tutto! Vale era quella che aveva sempre ragione, quella che parlava poco ma al momento giusto, quella con cui Ram scherzava nei giorni in cui aveva bisogno di tornare bambina, quella che non l'abbracciava mai ma con un solo sguardo sapeva comunicarle quanto fosse legata a lei, quella con la lacrima facile che spesso doveva essere consolata, quella che però stava crescendo e diventando più forte.
...Stare senza Diego per tre mesi la preoccupava. Ormai era diventato un appoggio in qualsiasi momento. Anche senza parlare, solo standole vicino con quegli occhi amici da cucciolo di foca, riusciva a farla sorridere, a non farle pensare ai mille guai, ai tanti problemi. Non sapeva che Diego aveva la stessa paura. Con Ram parlava, stranamente tranquillo, di sè, dei suoi mille progetti, dei suoi mille sogni, della sua tanta paura di non riuscire ad arrivare dove voleva, di non superare quei momenti bui che spesso lo sommergevano facendolo sentire un piccolo fiammifero al centro di una grande tempesta. Ram immaginava perfettamente come sarebbe andata l'estate: inizialmente non sarebbe cambiato niente, si sarebbero sentiti ugulamente, ma pian piano le loro vite li avrebbero portati a godersi l'estate l'uno senza l'altra e al ritorno in classe sarebbero stati di nuovo distanti. Questo era quello che temeva.
...In quel momento, però, c'era qualcosa che la preoccupava anche di più. Dario. Stavolta le sarebbe davvero dispiaciuto non sentirlo per troppo tempo, anche perchè si sarebbe sentita in colpa per questo: dopotutto era quello che LEI aveva detto che lo aveva fatto allontanare, in fondo poteva rispondere in maniera meno arrogante. "Cavolo però! Non posso addossarmi sempre tutte le colpe io! Anche lui ha le sue: è troppo orgoglioso e permaloso." Decise di non farsi sentire finchè lui non avesse fatto il primo passo, ma dentro se sperava che questo momento fosse il più vicino possibile.
- Ram, capisco che non ne vuoi parlare, ma non puoi stare così per tutta la serata! - le si era avvicinato Gian, il fratello maggiore di Micia.
Ram guardò triste quegli occhi grandi e scuri e quella bella faccia preoccupata. Gli sorrise.
- Hai ragione...ora basta deprimersi! Che facciamo? -
- Sinceramente nessuno vuole rinchiudersi di nuovo in un locale con una bella serata come questa! Avevamo pensato di stare qui. -
- Qui? -
- Si! Parliamo un pò, camminiamo un pò e poi...e poi si vedrà! -
- Proviamoci...! -
Cercava davvero di non pensare più a niente, ma ogni tanto il suo pensiero volava via da quelle panchine piene di ragazzi per andarsi a rifugiare in una tana di buia solitudine. Il Motorola vibrò e Gian vide stranamente il viso di Ram illuminarsi e il suo sorriso sbalancarsi.
- Evviva! Finalmente un sorriso! Belle notizie? -
- Spero... -
Sullo schermo la scritta "Nuovo Messaggio da: DARIO" era ormai scomparsa e Ram era concentrata su quella strana domanda che costituiva il breve testo dell'sms. 'Lo sai che con il cinquantino non puoi portare passeggeri?'
'...e con questo? Che vuoi dire?'
'Sei una fuori legge!'
"Ma che cavolo significa?" Improvvisamente un flash le arrivò in mente e iniziò a ridere. 'Io sono raccomandata!'
'Vero, con tuo zio maresciallo puoi fare quello che vuoi!'
Come faceva a ricordare ogni minimo particolare di quello che si erano detto quattro anni prima? '...eeeeeh! Comunque...ti sei messo a spiarmi adesso?'
'A volte capita...'
'...COSAAAA?'
'...che fai?'
'Cambi discorso, eh?'
'Mi trovavo semplicemente a passare lì vicino...'
'Immagino!...'
'Che fai?'
'Messaggio con uno che mi pedina!'
'Se la metti su questo piano sparisco!'
'No, dai...sei troppo permaloso!'
Dario sparì davvero per un bel pò e Ram non l'aveva presa benissimo! Gian si accorse quasi subito del suo nuovo cambiamento. - Dalla faccia non erano belle notizie! -
- Niente, non è periodo! Stanno andando tutte cose storte! -
- Tranquilla, capita a tutti! Prima o poi si sistema tutto! -
Lo guardò cercare di consolarla e ripensò a quando da bambina era innamorata di quel sorriso. Lui non l'aveva mai guardata da "quel" punto di vista: per lui Ram era sempre stata l'amica, quella con cui potevi sempre scherzare e ridere, non una "ragazza"! Era proprio per questo che lei aveva cercato di togliersi di dosso quelle strane sensazioni da "primo amore".
- Speriamo! -
Restarono lì ancora qualche minuto, poi tutti insieme si incamminarono senza meta lungo l'affollata via che costeggiava il mare. La luna risplendeva chiara sull'acqua leggermente increspata dal vento. Ram guardava la gente che le passava vicino: bambini che si rincorrevano zigzagando tra le gambe degli estranei, mamme e papà che li cercavano ansiosi tra la folla, ragazzi che cercavano un posto solitario per far qualcosa che sapevano illegale, amiche che camminavano per mano raccontandosi amori veri e sperati, giovani coppie che camminavano abbracciate. Si sedette sul muretto che separava la strada dagli scogli neri, il volto rivolto al mare, le gambe penzolanti nel vuoto, la mente lontana. Solo Micia si era accorta della sua mancanza, gli altri erano presi dalla conversazione e continuavano ad andare avanti. Micia, invece tornò sui suoi passi e la trovò ancora così, con lo sguardò fisso nel blu profondo del cielo. - A che pensi? -
Ram sobbalzò. Sovrappensiero non aveva sentito la sua presenza vicino. - Cavolo mi hai spaventato! -
- Spaventato? A che pensavi? -
- A tante cose...a Vale...ad Alex...a quest'estate...a Diego... - pensava di essersi fermata, ma le ultime parole anche se sussurrate furono udibili - ...a Dario... -
- Dario? Dario Simoni? -
Ram si voltò a guardarla sorpresa. - Conosci Dario Simoni? -
- Certo...e tu? Come lo conosci? -
- L'ho conosciuto alle medie...e tu? -
- Diciamo che è piuttosto famoso in paese...e poi la sua ragazza frequenta la mia scuola. -
- Vorrai dire EX-ragazza? -
- EX? Come fai a sapere che si sono lasciati? -
- Me l'ha detto lui. -
- Perchè? Ti senti con Dario Simoni? -
- Che c'è di strano? Ci conosciamo da cinque anni! -
- Niente, pensavo ad una cosa... -
- A cosa? -
- Sonia ha saputo dell'esistenza di una ragazza del paese, che però il paese non lo frequenta molto, che faceva impazzire Dario alle medie...ma non puoi essere tu, vero? -
- E da chi l'ha saputo? -
- Da suo cugino. -
- Sa fare solo danni quel Kekko! -
- Conosci anche Kekko? -
- Certo! Era in classe con Dario e ho fatto tutte le medie con suo fratello Mirko! -
- Vero! Me l'ero quasi tolto di mente! -
- Quindi Kekko...non gli ha detto come si chiama questa? -
- Non gliel'ha mai voluto dire e Dario cambia discorso quando si parla di questa ragazza...Allora...sei tu! -
- Io? Non sono l'unica ragazza che Dario ha conosciuto alle medie! In classe con lui c'era anche la ragazza con cui stava prima di mettersi con Sonia... -
- Si, ma lei ... -
- Non sono io e basta! - Ram non voleva continuare a parlarne.
- Quando vi fermate dovete avvertire! Vi cerco da due ore! - Gian era davvero arrabbiato.
Ram e Micia raggiunsero gli altri. Il discorso venne lasciato cadere e non fu più ripreso nella serata. Ram però continuava a pensare a quello che Micia le aveva detto, a come si comportava Dario e alle battute che faceva sempre Kekko quando li vedeva parlare insieme. Il cellulare vibrò e la riportò alla realtà. "Nuovo messaggio da: DARIO" Il suo solito tempismo perfetto! 'Che fai?...'
'Pensavo a te...'
'Anch'io...pensavo a me!'
Avrebbe voluto rispondere con una delle sue battute acide, ma era meglio non esagerare! 'Sto camminando al lungomare...tu?'
'Lavoro'
'Tu? Lavori? E da quando?'
'Da un paio di mesi...'
'E che lavoro faresti?'
'...lavoro in un bar'
'Avveleni la gente?'
'...non scherzare! Da quando ci lavoro io è sempre pieno qui!'
'Immagino...'
'Immagini troppe cose tu!'
'Abbastanza, si...ma un sedicenne come te, resta a lavorare la domenica sera?'
'Non sempre...di solito lavoro i pomeriggi, ma quando serve un pò di straordinario, se non ho impegni, non rifiuto!'
Un'idea balenò nella mente di Ram. 'E dov'è questo bar?' 'Perchè lo vuoi sapere?'
'Tu dimmelo!'
'Di fronte alle medie...ma non ti dico di quale paese!'
Ram ci pensò un pò, poi capì a quali si riferiva. 'Non ci vuole tanto a capirlo! Vicino alle scuole medie del nostro paese non ci sono BAR!'
'...Opsh!...'
'Cercavi di imbrogliare un genio?'
'...perchè lo volevi sapere?'
'Magari così un giorno di questi vengo a prendermi un caffè da te...'

Dario esultò quando lesse quel messaggio. Kekko cercava di capire perchè. - Con chi messaggi? -
- Nessuno! - ma continuava ad essere sovraeccitato.
- Non mi prendi per il culo! Chi è? Che t'ha detto? -
- Ma saranno anche C* miei?! -
- Da quando tieni così tanto alla tua privacy? -
- Da quando ho scoperto la tua faccia che rode di curiosità! -

Ram guardava continuamente lo schermo del Motorola, sperando in una risposta che non immaginava quale fosse. Nel frattempo pensava a come organizzarsi per andare al più presto a far prendere un pausa dal lavoro a Dario. "E allora...domani ho la lezione privata dalle quattro alle sei...ma dopo devo tornare immediatamente a casa...Martedì lavoro...Mercoledì...no troppo tardi! E se chiedessi a Flying di accorciare la lezione? Dopotutto sono a buon punto, non devo sistemare molte cose e c'è ancora un mese per recuperare! E poi, non c'è niente di sicuro! Neanche mi risponde più!" Senza aspettare la risposta però inviò un messaggio a Flying, la sua istruttrice. 'Hi Flying! Come va la serata? Posso chiederti una cosa per domani? Possiamo fare solo un'ora di lezione privata? Thanks!' Adesso aspettava due risposte e temeva che una delle due facesse cessare quella bella sensazione di elettricità che aveva iniziato a provare. Arrivarono entrambe prima del previsto. Mentre camminava in silenzio tra Gian e Micia, ma molto lontana dal discorso che le stavano facendo, inizò a vibrarle il cellulare e smise solo quando accettò la chiamata di Flying.
/- Flying, ma non c'era bisogno che chiamavi, bastava un sms!
/- E invece ti devo chiamare! A un mese di distanza dal saggio non puoi saltare le lezioni private! Conto molto su di te e sai che devi impegnarti al massimo!
/- Hai detto bene: c'è ancora un mese prima del saggio! Quest'ora la recupero! Ti prego! Lo sai meglio di me che devo lavorare solo le coreografie di latino.
/- No! Devi lavorare su tutte perchè devi riuscire a mettere in ombra tutte quelle che non sono al tuo livello! Devi far concentrare la gente su di te e per fare questo devi impegnarti!
/- Giuro che è la prima e l'ultima ora che ti chiedo e che la recupero al più presto...ti prego!
/- Ci tieni davvero così tanto a questa cosa che devi fare?
/- Non ne hai idea quanto!
/- Allora va bene, ma non spargere la voce e fai in modo che non si ripeta!
/- Non si ripeterà! Grazie Flying!
/- Tranquilla Ram, però vedi che sei in debito: preparati ad essere distrutta!
Riattaccò ma non ebbe il tempo di infilare il Motorola al suo posto nei jeans che vibrò nuovamente. "Nuovo Messaggio da: DARIO" 'Ridimmelo...'
'Cosa?...che qualche giorno avvicino?'
'SIIIIII!'
'Che entusiasmo!'
'Certo!...ma quando?'
'Appena riesco a liberarmi'
'Non ti credo...'
'Prometto...ed io mantengo sempre le mie promesse...'
'Cavolo non ci posso pensare...'
'Ti dispiace così tanto?'
'Tutto il contrario!'

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Lunedì pomeriggio. Ram era sul letto e pensava a come sarebbe stato ritrovare Dario, parlare di nuovo con lui. "Non è più il bambinetto di quattro anni fa, chissà com'è diventato."

Lunedì pomeriggio. Dario era sull'SH per andare a lavorare. Era in ritardo, come sempre, ma per il momento poteva permetterselo dato che il datore di lavoro era suo zio. Lo posteggiò al solito posto ed entrò di corsa nel bar.
- Tranquillo Dario: lo zio ancora non è arrivato e con la zia ti ho coperto io! - lo rassicurò la ragazza alla cassa.
- Grazie Gloria! -
- Ma non ti ci abituare: tu tra un mese te ne vai, ma io ci devo restare qui! Non rischio che lo zio se la prenda con me perchè Mr.Vanitoso ci sta due ore per uscire da casa! -
- Dai sorellina...in fondo sto migliorando! -
- Zitto e lavora. - gli lanciò il grembiule blu che doveva indossare con il simbolo del bar. Dario lo legò ai fianchi e iniziò a darsi da fare dietro il bancone.

Ram si faceva trasportare troppo dall'immaginazione. Si era raffigurata in mente, proprio come un film, tutta la situazione, ma adesso era presa dal panico. "E se invece..." Improvvisamente si guardò allo specchio e capì che stava esagerando.
- Ram, Ram! Ma che combini? Perchè sei così preoccupata? In fondo stai solo andando da un amico che conosci da tanto tempo...cosa potrebbe andare storto? -
In quattro anni non aveva mai avuto il coraggio di incontrarlo, perchè aveva paura. "Ma paura di cosa? BHO! Certo che sono una povera idiota!" Sorrise alla sua immagine riflessa, poi rise di sè stessa, delle sue paure ingiustificate, della sua ansia quando si parlava di Dario...del suo parlare da sola allo specchio!
- Dilla la verità...è che ti piace! Ti piace da quando vi siete conosciuti, vero? - Continuò a ridere - Ora basta parlare allo specchio, è il momento di muoversi! -
Iniziò a vestirsi. "Che mi metto? Allora...i jeans larghi no perchè a Dario non sono mai piaciuti, quelli chiari sono in lavatrice, quelli scuri non mi piacciono...AIUTO!" Alla fine optò per un paio di jeans scuri a vita bassa, larghi al punto giusto e pieni di tasche. "E ora la maglietta...Questa? Troppo scollata...non sono in vendita! Questa? No, fa troppo caldo..." Dopo un paio di quarti d'ora scelse quella che sembrava la più adatta: una t-shirt con delle scritte colorate su sfondo nero, che con quei jeans bassi lasciava scoperto qualche centimetro di pelle, ma non troppi! Si guardò frontalmente...poi di profilo...se ricordava bene i gusti di Dario, non avrebbe potuto scegliere meglio. Allacciò le NIKE nere e infilò il giubbotto di jeans. Prese ciò che le serviva per la lezione privata e lo costrinse nel bauletto del motorino. Tentò di accenderlo e per la prima volta da molto tempo ci riuscì subito. Stava per partire, ma fu assalita da un dubbio. "E se non lavora oggi? Meglio mandargli un sms...ma senza rovinare l'effetto sorpresa!"
'Ehi Dario...che fai?'
'Lavoro...tu?'
Ram non rispose. Infilò il Motorola nella tasca superiore del giubbotto e accellerò. La strada era quella che faceva sempre per andare in palestra, ma continuava ancora per poco ad infiltrarsi nel paese. Si infilò nella traversa precedente a quella del bar, fermò l'MBK vicino all'ingresso di un panificio. Il profumo del pane caldo la investì quando un ragazzo aprì la porta per uscire. Scese dal motorino e lo salì sul cavalletto. Aprì il bauletto per prendere la catena e la fissò alla ruota posteriore. "Nessuno tenterebbe mai di rubarlo, ma non si sanno mai le cose della vita! Chi poco ha, caro tiene! Metti che c'è uno più disperato di me..." Poi iniziò a camminare verso l'entrata delle scuole medie. Arrivata lì doveva solo attraversare la strada, spostare la tendina, aprire la porta e salutare, ma non ce la faceva. Il cuore aveva iniziato a batterle fortissimo e stava seriamente pensando di tornare a casa. Fissava quella porta a vetri, ma non riusciva a vedere al di là di questa. Prese il cellulare e iniviò un messaggio. 'Che palle! Sempre a lavorare...' Lo tenne in mano mentre attraversava distrattamente la strada rischiando di essere messa sotto da qualche autista di fretta. Arrivata sul marciapiede di rimpetto, realizzò che solo quella porta a vetri la separava da Dario. Il cuore era ormai impazzito e aveva paura che chiunque passasse riuscisse a sentirlo. Il Motorola vibrò.
"Nuovo Messaggio da: DARIO" 'Eh si...'
'Perchè non ti prendi una pausa?'
Aspettò qualche secondo e poi aprì la porta. Dietro il bancone, intento a giocherellare con il cellulare, c'era un barista biondo, c'era lui. - Buongiorno! - restò così immobile, sorridendo, sulla soglia della porta.
- Ciao. - Dario la guardò distratto per tornare a dedicarsi al cellulare. Alzò nuovamente lo sguardo. Stavolta si trattenne di più. Guardò quegli occhi e improvvisamente capì. Il suo sorriso si aprì. Senza dire una parola, uscì dal bancone e le si pose davanti. - Ram? -
- Dario? -
- CIAO! - la abbracciò forte, lei ricambiò affettuosamente. Ram lo guardò, era più alto di lei ormai, e di un bel pò di centimetri. Ma aveva ancora quel sorriso che le piaceva tanto, quello che gli arricciava le guance e gli illuminava gli occhi: no, non era cambiato! Era proprio lui, Dario Simoni. In quel momento sembrava proprio quel tredicenne a cui aveva detto addio il giorno dopo gli esami. - Cavolo non pensavo che venissi davvero! -
- Io mantengo sempre le mie promesse, l'hai dimenticato? -
- No...ma non speravo...cioè non immaginavo... -
- Dario calmati! -
- E come faccio? KEKKO...Kekko vieni qui muoviti! -
- Kekko? C'è anche tuo cugino? -
Da dietro una tenda spuntò un ragazzo alto, dalla carnagione scura, i capelli neri modellati accuratamente: "Cavolo! Kekko? E chi l'avrebbe mai riconosciuto?"
- Hai visto chi c'è? -
- Una ragazza? - "Gli è cambiata anche la voce...ma è sempre il solito idiota!"
- Dai, non la riconosci? Ram... -
- RAM? Ramona? Sei Ramona Centini? -
- Carramba che sorpresa! - Ram era un pò in imbarazzo perciò sparava le battute più stupide che le venivano in mente. Era davanti al suo passato, ai suoi ricordi, a quei piccoletti che adesso erano diventati molto più alti di lei.
- Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo visti? -
- Ormai saranno quattro anni... -
- Già... - Dario non parlò più.
La fissava coi suoi occhi azzurri, belli come Ram non ricordava, forse più espressivi di quanto non avesse mai visto. Zitto e sorridente. Kekko invece la tormentava di domande. Ram rispondeva senza realmente aver ascoltato, risposte brevi e molto confuse. Gli domandò di Mirko e seppe che il suo ex-compagno di classe aveva lasciato la scuola per il lavoro, ma che si trovava meglio così e che si era finalmente deciso a maturare, cosa che invece Kekko non aveva ancora intensione di fare.
- Come va il lavoro? - erano le prime parole che Dario pronunciava da circa un quarto d'ora.
Ram smise di ascoltare Kekko che nel frattempo continuò il suo monologo su un argomento che lei ormai neanche ricordava. Si voltò verso di lui. Per un attimo si perse in quell'azzurro. A fatica riuscì a formulare una frase anche se non molto sensata. - Diciamo che va...benino! -
- Ci sai fare coi bambini? -
- Non ho molta pazienza, ma ormai ci sono abituati. -
- Quanti ne hai? -
- Due gemelli... -
- COSA? - Kekko si intromise sconsideratamente nel discorso, senza aver realmente capito di cosa si parlasse. - Hai due gemelli? - poi fissò il cugino - Ecco perchè è qui oggi: il padre sei tu! -
Ram lo fissò sconvolta prima di iniziare a ridere, poi guardò Dario che era riuscito invece a mantenere la serietà.
- Certo! - dopo qualche istante di silenzio, Dario aveva risposto molto seriamente - Non gridare però! Ora hai capito perchè in questo priodo ero strano! Sai...sapere di diventare padre di due gemelli a sedici anni...è un pò shockante... -
Kekko sembrò non aver afferrato il sarcasmo del cugino. - E ora che fate? -
- Mi sembra giusto prendermi le mie responsabilità! -
- TE LA SPOSI? -
- Pensavamo a qualcosa di meno impegnativo per il momento. -
- Che hai combinato Dario? - Gloria aveva sentito Kekko, aveva visto suo fratello parlare seriamente, quasi preoccupato, della cosa, si era allarmata e aveva deciso di saperne di più. Dario però, vedendo la sua faccia ansiosa, non riuscì più a trattenere le risate. - Non ti rischiare a ridere di una cosa così seria! - Si rivolse a Ram. - Come stanno? Dove sono adesso? -
- Ma chi? - Ram non riusciva a capire come ancora Kekko e la ragazza che si ritrovava di fronte non avessero afferrato che si trattasse di uno scherzo.
- I bambini! -
- Ma quali bambini? State scherzando! Io non ho figli, tanto meno il cui padre sia Dario! E poi...scusa...capisco Kekko che almeno mi conosce, ma tu? Farti i fatti tuoi, no? -
Gloria la guardò molto irritata. Dario smise di ridere, diventò serio. Indicò la ragazza con l'indice, e cercò di spiegare a Ram la situazuione sottovoce. - Questa...è mia sorella Gloria! -
Ram capì l'errore commesso. - Opsh! Scusa Gloria...non ti avevo riconosciuto! -
Gloria sembrò tranquillizarsi. Si voltò e, dopo un occhiataccia a Dario, diede una sberla a Kekko. - Idiota! Mi hai fatto prendere un infarto! -
- Ma dai! Davvero ho la faccia di uno che si fa fregare così? - Dario aveva ricominciato a ridere. Guardò Ram nuovamente. - Ci sediamo fuori? -
Ram annuì e lo seguì verso l'esterno del bar dove erano stati organizzati un paio di tavolini. Si sedettero l'uno di fronte all'altra, riparati dal sole, sulle sedie di plastica, separati solo dal tavolo verde. Stettero in silenzio, quasi imbarazzati, per un interminabile minuto. Ram non si capacitava di quanto ancora le piacesse, di quanto le battesse forte il cuore, di quanto non trovasse qualcosa che le sembrasse giusta da dire per rompere quel silenzio. Poi Dario provò una domanda e iniziarono a parlare, come non facevano da troppo tempo, come durante quel corso di computer. Kekko li osservava da dietro la porta e aveva già capito come sarebbe andata a finire.
- Non ti ci affezionare di nuovo! te l'ha detto che tra un pò parte? - Non riusciva a starne fuori. Doveva esserci, doveva sapere cosa si dicevano.
- Quando? - Ram non capiva perchè questa notizia non le piacesse, oppure conosceva benissimo il motivo ma non voleva ammeterlo.
- A fine mese. -
- Dove vai? -
- Germania. -
- Quando torni? -
Dario la guardò, sorrise e abbassò gli occhi. Fu Kekko a rispondere al suo posto. - Diglielo che è un C*! Ha fatto solo il biglietto per l'andata. Non vuole tornare più. -
- Sei uscito di testa? -
Kekko rispose, ma Ram non lo ascoltò. Aspettò che Dario si decidesse a parlare. - E' vero...non l'ho fatto il biglietto del ritorno...semplicemente per poter tornare quando voglio! -
- In che senso? -
- Metti che non mi trovo bene e voglio tornare a casa dopo una settimana? Oppure metti che mi piace stare lì e voglio stare di più? Senza una data fissa, quando mi girano vado a prendere un biglietto, faccio le valige e torno. -
- Certo che solo tu puoi fare questi ragionamenti prima di partire! Ma dove vai a stare? -
- Da un'amica... -
"Cavolo! Una pugnalata al cuore! Mi raccomando non gli fare capire niente, non fare capire che stai rosicando!" - E...quando l'avresti conosciuta questa tedesca? -
- Internet. -
- E...stai a casa sua per tutto il tempo che vuoi, giusto? Allora non penso che tornerai presto! -
- Stai rosicando, vero? Hai la gelosia che ti esce anche dagli occhi! - Kekko era sempre riuscito a capire immediatamente cosa provava, ma non riusciva a tenerlo per sè. Era più forte di lui. Doveva per forza inpicciarsi dei fatti di chi gli stava vicino.
- C*! sparisci? - finalmente Dario si era deciso a far capire a Kekko che doveva starne fuori, che doveva lasciarli in pace.
- DARIO, DOVE SEI FINITO? - Gloria dall'interno del bar richiamava il fratello al lavoro.
- Zittisco mia sorella e torno! Non te ne andare! - lasciò Ram fuori col cugino ed entrò a parlare con Gloria.
Ram lo seguì con lo sguardò e restò così, voltata a fissare la porta che si richiudeva, con un sorriso che doveva sicuramente essere ebete stampato in viso. "Certo che è venuto su bene, davvero! Carino...carino...carino davvero! Ora basta però...Non ci pensare più...PARLA! Dì qualcosa!" - Cavolo! - "NOOOOO! Non ci poteva essere scelta più sbagliata! Ti sei dimenticata che qui c'è ancora Kekko che ti sente?"
- Ti piace...eh? Ti piace anche tanto, vero? -
- Cosa? - Ram uscì dai suoi pensieri.
- Mio cugino. Dario. Sai, quello biondino, con gli occhi azzurri, con cui parlavi fino a cinque secondi fa... -
- Si...Cioè no! - "Che cavolo stai dicendo? Perchè lo stai dicendo?" - Cioè si, è un bel ragazzo, non gli si può negare, ma...finisce qui la cosa! -
- Cioè? Vorresti farmi credere che non ti interessa? -
- Non come tu pensi! -
Le appoggiò la mano sulla spalla. - Ram...non sei mai stata brava a dire M*! Non devi fingere con me! Ricordati che alle medie io ero l'unico a sapere tutto... -
- Tutto? Tutto cosa? -
- Dai...le scritte sul diario...il numero di cellulare...queste cose a nove anni sono importanti! -
- Quali scritte sul diario? Non l'ho mai toccato il diario di Dario, nè lui ha mai visto il mio! -
- Si, ma io ho visto il suo...c'è sempre un motivo per cui io parlo! Sembro idiota, ma in fondo... -
- ...lo sei! Non sei cambiato di una virgola! -
- Lo prendo come un complimento? -
- Prendilo come vuoi! -
- Stavate sparlando di me? - Dario era appena ricomparso sulla porta.
- Veramente no! - Certe volte Kekko capiva quando era il momento di stare zitto. - Mi facevo consigliare sui capelli, perchè ora devo andare da Reb. -
Ram fece per strammare i ciuffetti studiatamente scomposti di Kekko. - Un tocco femminile è sempre utile! -
- Si, ma ora basta, che è già tardi! Ciao ragazzi. - e andò via.
Dario si avvicinò a Ram. Erano a pochi centimetri di distanza, sorridenti e silenziosi, un pò rossi in viso ma nessuno avrebbe giurato che quel rossore fosse causato solo dal sole che iniziava a farsi sentire più forte. Non si erano accorti che Kekko ancora era fermo a guardarli: non poteva perdersi la fine del film!
- Servirebbe anche a te una sistemata ai capelli! -
- Mi servirebbe qualche altra cosa, invece... -
- CUGINO! - Kekko tornò di corsa a mettersi tra di loro. - Devo insegnarti tutto io? Quanto ci stai a smuoverti? -
- Ma tu non dovevi andare da Reb? Muoviti prima che ti lascia di nuovo! -
- Cercavo solo di aiutarti! -
- Per il tuo bene fisico e mentale, ti consiglio di sparire il più in fretta possibile! -
- Va bene! Ciao! - fece per andarsene ma ancora non si era deciso a sparire del tutto.
Ram rideva di quella situazione, sembrava davvero di essere in un film comico! - Dai, lo sai che Kekko è così! Non lo fa apposta, è semplicamente nella sua natura! -
- Scusalo...ma...dov'eravamo? -
- Mi stavi dicendo che ti servirebbe qualcosa...ti serve un aiuto con il tuo fratellino? -
- Veramente si...ma il piccolo di casa sono io... -
- Non ci sono problemi... -
Per quanto si sforzasse, Kekko non riusciva a sentirli, perciò si avvicinava sempre di più cercando di non farsi notare. Purtroppo per lui qualcuno aveva deciso di cambiare la disposizione dei tavoli. Il fianco prese una brutta botta contro lo spigolo del tavolo, provocando non solo un fortissimo dolore, ma anche un terribile rumore. Dario e Ram sussultarono uscendo dal piccolo mondo privato in un erano entrati. - Scusate l'interruzione, ma mi ero dimenticato che dovevo sistemare qui, prima di andare... -
Dario era visibilmente disturbato dalla continua apparizione del cugino che sembrava proprio non volere togliere le tende.
- A proposito Ram... - Kekko si avvicinò ai due che sembrava avessero deciso di ignorare la sua presenza. - Quei bambini di cui parlavi prima, i due gemelli...se non sono figli tuoi...di chi sono? -
Ram rispose, ma senza scollare gli occhi da quelli di Dario, in cui ormai erano totalmente persi. - Dei loro genitori! -
- Ah...ma perchè ne stavi parlando? -
- Perchè sono il mio lavoro! -
- Fai la babysitter? -
- Così dicono... -
- ...e coi genitori? -
- Che vorresti dire? -
- No, dico...per i papà c'è un extra o è compreso nel prezzo? -
Ram riuscì a staccarsi da quegli occhi e puntò i suoi, diventati improvvisamente molto minacciosi, su Kekko. - Non sono una delle ragazze che frequenti tu! Io tengo d'occhio i bambini...i papà si fanno tenere d'occhio dalle mogli o da chiunque essi vogliano, ma non da me! -
- Calma, calma! Non ti agitare! Quanto siamo suscettibili! - Dario le poggiò l'indice sotto il mento e riportò i loro visi nuovamente l'uno di fronte all'altro. - Ma quanto ti prendi? -
Ram si scostò da entrambi i cugini. - Ma per chi cavolo m'avete preso? Vi siete scordati chi sono io? -
Dario sorrise e gli si riavvicnò. - Dai...si scherzava! E poi sei tu che pensi subito alle cose negative! Io intendevo quanto ti danno l'ora per fare la babysitter... -
- Non abbastanza! E poi il prezzo può variare. -
Dario si avvicinò, le scostò i riccioli dal volto e, contro tutte le regole di buoneducazione, sussurrò dentro il suo orecchio. - E per me, quanto viene? -
- Per te? -
Dario tornò al suo posto e annuì. Ram accostò le labbra all'orecchio del ragazzo. - Per te gratis... - Tornarono a fissarsi. Stavolta avevano entrambi uno strano sorriso malizioso. Avevano intuito che ciò a cui pensavano dallo stesso momento in cui si erano incontrati nuovamente era uguale a ciò che c'era nella testa dell'altro.
Solo una voce spezzò il silenzio. - Che siete carini! Vi guardate come due che si voglio baciare, ma non lo fanno perchè sono in pubblico! -
- Stavolta lo ammazzo! -
Dario stava per dirne di tutti i colori, ma Ram lo anticipò. - Ci hai pensato che forse è perchè un cugino idiota non si decide ad andarsene per la sua strada? -
- Ah, il problema sono io? Scusate...allora sparisco! - stavolta sembrava aver davvero afferrato il concetto. Dario e Ram si guardarono a lungo, ma il cellulare di Dario iniziò a vibrare. - Tranquillo, rispondi. - Dario infilò la mano nei pantaloni e uscì il Nokia. - Chi è? -
- Quell'idiota di Kekko! 'Datti da fare!' -
- Ci sono cose che non cambieranno mai! - Ram tirò fuori il Motorola e guardò l'ora. - Cavolo è tardi! Devo andare! -
- Che devi fare? -
- Ho la lezione privata. -
- Non la puoi saltare? -
- Flying mi uccide! -
- Dove ce l'hai il motorino? -
- Se ti riferisci a quella specie di bicicletta a motore, è fermo dietro l'angolo... -
- Ti accompagno? -
- Se ti va... -
- E me lo chiedi? -
Lei si incamminò seguita a ruota da Dario. Fece un cenno di saluto a Gloria e Kekko e uscì dalla porta a vetri. Gloria stentò un saluto: non le era mai piaciuta quella ragazza e vedendo suo fratello seguirla doveva fare qualcosa. - DARIO DOVE STAI ANDANDO? Torna qui. -
- Torno tra un pò. -
- Cavolo Dario, mettiti a lavorare...come la mettiamo se torna lo zio e non ti trova? -
Si allontanò da Ram per avvicinarsi alla sorella. - Gloria ti prego non rompere, è importante. Ti giuro che manco poco! -
- Sono stufa di vederti inseguire ogni ragazza che passa! -
- Tranquilla. - Guardò Kekko. - Mi sostituisci cinque minuti? -
- Tutto il tempo che ti serve! -

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Ram era rimasta fuori dalla porta, a fissare quei vetri, senza riuscire a formulare un pensiero che si distanziasse da lui. Non si vedevano da troppo tempo. Inizialmente le era sembrato di parlare con un estraneo, qualcuno appena incontrato, ma era durato poco e adesso di trovava ad aspettare l'amico con cui aveva diviso gioie e dolori di quasi adolescente.
Dario non si fece attendere troppo.
- Sistemato tutto? -
- Certo! -
- Ma forse tua sorella aveva bisogno di te... -
- Nooo! Non ha bisogno di niente, solo che non sa vivere senza di me...Ma che ci posso fare? Faccio quest'effetto! -
- Avevo dimenticato il tuo aspetto narcisista! -
- Narcisista? Allora l'hai imparato l'italiano! -
- Miglioro a vista d'occhio! -
- Hai ragione...anche se... -
- Anche se, cosa? -
- Non è che sei cresciuta molto! - Portò la mano destra parallela alla strada vicino alla fronte e la iniziò a passare a mezz'aria sopra i riccioli di Ram, sottolineando i non pochi centimetri che li dividevano.
- Mi stai dicendo che sono bassa? -
- Probabilmente il mio pensiero può espriemersi in questo modo! -
- Senti nanetto... -
- Nanetto a chi? - Si sporse in avanti avvicinando il suo viso a quello di lei. - Hai dimenticato che sono passati quattro anni ormai! Non mi puoi più chiamare nanetto, perchè ormai sono più alto di te! -
Ram si scostò e iniziò a camminare voltandogli le spalle. Dario restò al proprio posto, ma vedendo che Ram non aveva intensione di fermarsi, gridò il suo nome. Lei si fermò e si voltò a guardarlo. - Devi continuare a prendermi in giro? -
- No...volevo solo sapere se volevi tornare a casa a piedi! - Estrasse qualcosa dal grembiule blu e lo fece luccicare al sole.
- Cavolo le mie chiavi! - Corse ritornando sui suoi passi e gli si piantò dinanzi, guardandolo minacciosa. Forzò un sorriso. - Bel trucchetto! Quando le hai prese? -
- Eh...dovresti stare più attenta quando le tasche dei jeans sono larghe! -
"Cavolo! Certo mentre parlavo con Kekko ha avuto tutto il tempo...e io non ho sentito niente!" - Ok! Adesso se non ti dispiace... - tentò di afferrarle, ma Dario le nascose velocemente dietro la schiena.
- E se mi dispiacesse, invece? -
"Cavolo Ram! Che aspetti? Non c'è momento migliore!"
"Dario ti sei rimbambito? In un'altra occasione non avresti aspettato oltre...perchè non ti butti? Al massimo prendi un due di picchie!"
I pensieri si affollavano, ma nessuno si muoveva. Erano fermi sul marciapiede, tra il rumore delle macchine che passavano veloci, gli schiamazzi dei bambini, le voci confuse di chi lavorava.
- Andiamo... - Ram fu la prima a parlare. Non sopportava più quel silenzio difficile, quell'immobilità imbarazzante. Si mosse verso la fine della strada, entrò nel vicolo e si fermò vicino al suo vecchio amico MBK. L'aveva accompagnata il silenzio e pensava che Dario fosse ancora lì, fermo, a fissare il vuoto che fino a poco prima lei aveva riempito. Si voltò e capì di essersi sbagliata. Lo trovò lì, ancora in silenzio. - Arrivati! Ti presento il mio mezzo di trasporto...se così si può definire! Ma dovresti già averlo visto... -
- Eh si... - "Bella risposta ragazzo! Che t'è preso? Fino a cinque minuti fa le facevi proposte quasi esplicite e adesso ti blocchi? Sei un C*!"
"Ma che ha? Perchè ora sta zitto? Forse voleva solo farsi notare da Kekko...Il mio tempo qui è finito..." - Va bè...io vado! Ci sentiamo! E magari qualche volta vengo a farmi offrire qualcosa! -
- Quando vuoi io sono qua... - "Dario questa se ne va davvero! Se non ti sbrighi perdi un'altra occasione, come le mille che hai perso in passato!"
Ram gli sorrise. - Una promessa è una promessa! - Infilò la chiave e la girò. Doveva aprire il pedale dell'accensione, ma si ritrovò Dario pericolosamente vicino.
Chi passava poteva vederli così. Ram era appoggiata, quasi seduta, sul quel vecchio motorino tenuto bene. Dario a pochi centrimetri, la mano destra apoggiata sul sellino, per evitare che lei potesse scappare, mentre con la sinistra le accarezzava la guancia arrossata. Erano lì, spettacolo per chi voleva osservarli prima di entrare a comprare il pane per la famiglia. Ma loro non lo sapevano, non lo sentivano, non lo capivano. C'erano solo loro perduti nei propri occhi, nel battito accellerato del loro cuore. Vicini come non lo erano mai stati, come avevano sempre voluto. Dariò le sfiorò le labbra col suo sorriso, ma questo sembrò riportarlo alla realtà. Si allontanò. La lasciò libera. Sussurrò un leggero "scusami" e si voltò per andarsene. Ram stese il braccio e gli afferrò la mano. Dario la guardò e tornò sui suoi passi. Erano nuovamente lì. Vicini. Ma stavolta nessuno permise all'altro di allontanarsi e il loro primo vero baciò arrivò.

Erano ancora lì. Immobili a fissarsi.
- A che pensi? -
- A quanto tempo abbiamo perso...potevamo farlo molto prima... -
- Se è andata così ci sarà stato pure un motivo! -
Un sorriso, un silenzioso assenzo e di nuovo si ritrovavano con le labbra incollate ad assaggiare i rispettivi sapori. Dario le cinse la vita attirandola a sè ancora di più, quasi non volesse farla scappare, come a recuparare tutti quegli anni di distanza. Separatasi, Ram si ritrovò a fissare l'azzurro di quegli occhi un pò arrossati, il rosso di quelle labbra un pò umide e si chiese come avesse fatto a farne a meno durante tutto quel tempo.
- Lo sai che baci bene? -
- Cosa? - Ram uscì dai suoi pensieri al suono dolce e sottile della voce di Dario.
- Mi piace come baci... -
- Allora non mi ero sbagliata! Avevo sentito bene! - sorrise e fece un passo in avanti per eliminare anche quei pochissimi centimetri che li separavano. - Anche tu non sei male... -
- Che hai detto? - disse Dario quasi offeso.
- Sei niente male... - Ram continuava imperterrita a mostrare un'irritante aria di superiorità.
- Solo niente male? Io...Dario Simoni...solo niente male? Sai quante pagherebbero per essere qui al tuo posto? -
- Fammi pensare...non me ne viene in mente nessuna! -
- Mò ti faccio vedere io... - Posò le sue mani delicatamente sui fianchi scoperti di Ram, le carezzò la schiena finchè non ebbe una presa salda. La tenne stretta a sè e incollò le labbra al suo sorriso. Lo forzò a dischiudersi e la costrinse a seguirlo verso quel mondo speciale di cui solo lui aveva le chiavi.
- Cavolo... -
- E allora...mi merito di più di un niente male o no? -
- Non ne sono ancora pienamente sicura! -
Dario la guardò. Le guance leggeremente rosse ma non truccate, gli occhi sinceri, le labbra morbide, i ricci capricciosi spinti dal vento. Sembra che il tempo non sia passato per lei. Sembra ancora quella ragazzetta un pò bambina, forse perchè un pò bambina ancora è. Improvvisamente si sente di nuovo timido e insicuro. Ha paura di sbagliare, di esagerare come il suo solito, di correre. Con le altre gli bastava anche solo una storia, anche solo un paio di ore, anche solo una volta. Ma con lei era diverso. Era da troppo tempo che il suo cuore batteva per lei, in fondo non aveva mai smesso di farlo.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Erano ancora lì, abbracciati. Dario continuava a baciarla e Ram si lasciava baciare. Così, senza preoccuparsi di niente, senza rendersi conto della gente che li fissava, senza pensare a niente se non a lui. Aveva davvero capito cosa succedeva? "No, mi sa che ancora non ho afferrato il concetto! Allora Ram...ma ci stai pensando? Hai capito cosa stai facendo? Ce l'hai presente chi ti sta baciando? Dario! Lo stesso Dario Simoni delle medie! Il bambinetto delle medie! Un bambinetto!" Si allontanò da Dario. Lo fissò con uno sguardo un pò strano. Lui tentava di avvicinarla di nuovo, ma lei si opponeva e lo spingeva lontano da se. - Ma che t'è preso? -
Ram guardò ancora per un attimo il ragazzo che aveva di fronte. "Si, è vero che è più piccolo di me, ma non di così tanto! E poi non è più un bimbo, come non lo sono più neanch'io! Siamo cresciuti e il ricordo di ciò che è stato, anche se importante e indimenticabile, non deve ostacolare ciò che è e ciò che sarà!"
- Piccola, a cosa stai pensando? -
- Piccola? Qui se c'è un piccoletto sei tu! -
- Sicura? - Si avvicinò a lei. La fissò. Le afferrò i fianchi e la spinse in aria, facendola trasalire. Ram si lasciò sfuggire un piccolo grido di spavento. - Chi è il piccoletto? -
Avrebbe voluto incenerirlo con lo sguardo, e ci provò! - Sarai più alto di me, sarai più forte di me, ma sei comunque più piccolo! Ricordatelo sempre! -
- Sottigliezze anagrafiche! Devo ancora dimostrarti che l'età non conta? -
- Come vorresti dimostrarlo? -
- Lascia fare! - L'azzurro dei suoi occhi si tinse di malizia. Forse era la prima volta che Ram lo vedeva con quella strana luce, la prima volta che le si mostrava davvero ragazzo, consapevole di ciò che voleva e che se lo voleva davvero poteva riuscire ad ottenerlo. Faceva quasi paura la sensazione di avere passato quella stupenda età che è l'infanzia. Dimostrò di non essere più un bambino. Gli occhi non erano i soli ad essere pieni di malizia.
Improvvisamente l'aria sembrava diversa. I suoni che li circondavano si erano spenti. Le dita di Dario camminarono lungo quei centimetri lasciati scoperti. Si arrampicarono lungo la schiena come se niente le saparasse da quella pelle che nel frattempo era percorsa da un piccolo brivido. Si nascosero tra i suoi capelli, punzecchiando quel collo lievemente abbronzato. Scivolarono tendando di afferrare quella quarta a cui aveva pensato da quando l'aveva notata, ma Ram si scostò prima che fossero arrivate all'ambita meta.
- Eeeeeeeeeeeh no! Le tue doti da ipnotizzatore sono da perfezionare ancora! -
- Eeeeeeeeeeeh si! Ci sto lavorando! -
Ram si perse in quel sorriso esploso così all'improvviso, inaspettato ed inaspettamtamente pulito, perchè ogni malizia era stata magicamente spazzata via. Quel lampo si spense presto e il viso di Dario tornò serio, stranamento pensieroso. Tentò di entrare nei suoi pensieri, ma non riusciva a capire cosa avesse potuto farlo cambiare così improvvisamente. - Cos'hai? -
- Niente...solo qualcuno che non avrei voluto vedere...soprattutto adesso! -
"Sonia! Cavolo lo sapevo! Sicuramente ha visto Sonia passare! Come ho potuto illudermi così? Ram, pensavi davvero che dimenticasse di colpo quella che per quasi tre anni è stata la sua ragazza incontrandoti? Ci sono stati alti e bassi nella loro storia...in quale non ci sono? Ci sarebbero stati anche nella nostra...se solo l'avessimo avuta! Sonia..."
- Te lo giuro, non so quanto pagherei per entrare in quella testolina piena di ricci! Mi dici a cosa stai pensando? -
- Niente...sottigliezze come diresti tu! -
- Impossibile! Non avresti quella faccia, se non fosse qualcosa di importante! -
La guardava come se avesse letto i suoi pensieri, quasi avesse capito le sue paure. - Forse è importante, ma non ne voglio parlare con te adesso, non è il caso! -
- Se è ciò a cui pensavo io...penso sia proprio il caso! -
- A cosa pensavi tu? -
Le strinse i fianchi. La spinse verso l'MBK e si appoggiò sopra di lei. Le baciò il collo e soffiò leggermente dentro il suo orecchio. - Non c'è molto da spiegare. -
Ram riuscì ad afferrare il senso di quel sussurro con qualche difficoltà. Riusciva solo a sentire il suo delicato tocco che le accarezzava la schiena passando sotto la maglietta e le sue morbide labbra che avevano iniziato a torturarle il lobo. Lo sentiva più vicino e capiva di volerlo davvero. Dario fissò quegli occhi castani e per un attimo sentì di non riuscire a staccarsene. Si baciarono ancora, ma Ram stavolta semrbrava distaccata. Pensava ancora alla reazione avuta da Dario: chi aveva visto? Era davvero passata Sonia? O magari qualche altra ragazza... Anche se non lo sapeva la risposta alle sue domande si avvicinava alle sue spalle. Si sentì bussare sulla spalla. - Toc Toc! - Dario riconobbe la voce e si staccò dalle labbra di Ram. Lei aprì gli occhi e si voltò.
- Sorpresa! -
- Kekko perchè non torni al bar a lavorare al posto mio? -
- Proprio perchè devi essere tu a lavorare! -
Ram sorrideva. "Ora ho capito chi aveva visto...e sono anche perfettamente daccordo con la sua reazione! Kekko è il maestro quando si parla di rovinare situazioni!"
- Cugino, devo insegnarti tutto io? Non puoi sbaciucchiarti con una ragazza di fronte alla porta di un panificio! Quando Gloria mi ha detto di venirti a cercare, pensavo di starci tantissimo a trovarti in uno di quei mille possibili imboscamenti che di solito usi...e invece ti ritrovo qui, in mezzo alla strada, alla vista di tutti! Eh, eh, non si fa così! Inutile...per certe cose ci vuole stile...ma per tua fortuna hai chi può insegnarti i trucchi del mestiere...anche se...la classe non è acqua! -
- E chi sarebbe questo maestro? -
- Ma io...è logico! -
Ram iniziò a ridere.
- Non c'è niente da ridere, mia cara Ram! Il qui presente mio cugino avrà anche il fascino del biondo meshato, con gli occhi azzurri...ma quando si tratta di concludere ci si deve rivolgere al sottoscritto! Il fascino mediterraneo fatto persona...so come trattare la merce! -
- Merce? - Ram non avrebbe mai accettato di essere definita "merce".
- Opsh! Volevo dire...come trattare le ragazze! -
- E Reb...mi sembra che si chiami così la tua ragazza, no?...dicevo...Reb sa che la confondi con della volgarissima merce? -
- Naturalmente non intendevo dire che le ragazze sono tutte usa-e-getta! -
- Quindi, intendevi dire che IO sono usa-e-getta? - gli si avvicinò con un'aria molto minacciosa. - Ti ricordi con chi stai parlando vero? -
- Forse è meglio che io torni al bar! Dario, ti cercava Gloria, dice che io non faccio quello che fai tu! -
- Questo è sicuro! Comunque...ricorda a mia sorella che sono momentaneamente impegnato! Arrivo tra un pò! -
Kekko si sbrigò a togliersi dai piedi!
- Ci vogliono le maniere forti con Kekko, eh? -
- Si...ma non è un cattivo ragazzo! -
- Questo me lo ricordo...ci puoi sempre contare...anche se è un pò pazzo! -
- Smettiamo di parlare di mio cugino? - era chiaro che volesse utilizzare le labbra ad un diverso scopo.
- Va bene... - si avvicinò al volto di Dario, lo vide socchiudere gli occhi. - Parliamo di quest'amica tedesca? -
- Di chi? -
- Di questa ragazza da cui devi andare... -
- Aaaaaaah! Non c'è niente da dire...è un'amica...ci siamo conosciuti chattando...e mi ha invitato per le vacanze. -
- E così hai intenzione di non tornare più... -
- Vuoi detta la verità? Inizialmente ci avevo pensato. Iniziare una nuova vita, lontano da qui, lontano da tutti. Poter ricominciare tutto. Mi piacerebbe un casino...ma da un pò ho cambiato idea... -
- Peccato...avevo intenzione di festeggiare! -
- Se vuoi resto lì... -
- Mi stai tentando... -
- Raggiungiamo un accordo...io resto in Germania per il resto della mia vita, ma ad una condizione! -
- Quale? -
Si accostò alle sue labbra, la baciò e poi le sussurò qualcosa che la mandò in confusione.
- Lo faccio solo se tu sei con me! -
- Mi dispiace, io e la Germania non siamo molto in sintonia...te l'ho già detto... - cercò di sdrammatizzare per non fare capire ciò che realmente pensava. "Se me lo ripete, scappo a casa a fare le valige!"
- Allora sono costretto a tornare! -

Mentre si baciavano il tempo passava. Veloce. Troppo veloce. Prima che se ne accorgessero era passato tutto il tempo a loro disposizione. Il cellulare vibrava. Mentre Ram parlava con Flying che sembrava molto arrabbiata per l'ulteriore ritardo portato dalla ragazza, Dario vedeva Kekko camminare di nuovo verso di loro. - Dario stavolta devi tornare davvero...è arrivato mio padre e ha detto che ti vuole parlare. -
- Anch'io devo andare Dario. - Ram aveva appena chiuso ed era molto rattristata dal tono con cui era stata trattata e al pensiero di ciò che l'aspettava in palestra. Gli si avvicinò con l'intensione che quello fosse un saluto veloce. Dario le afferrò di nuovo la vita. Iniziò a baciarla. Tra un bacio e l'altro sussurrava tra le sue labbra. - Non te ne andare! Resta ancora! -
- Devo andarmene! Sono in ritardissimo! -
- E' la terza volta che lo dici, ma ancora siete qui e non si muove nessuno! Vi scollate o no? - Kekko temeva che il padre se la prendesse con lui se non riportava subito il cugino a lavorare.
- Per una volta ha ragione. Tu devi andare a lavorare e io rischio la vita se resto ancora! -
- No! - "Non voglio lasciarla andare, ho paura di non rivederla più...Non voglio lasciar passare altri cinque anni prima di incontrarla ancora."
Ram sembrava leggere i suoi pensieri. Lo abbracciò e gli sussurrò - Tranquillo non passeranno altri cinque anni! Ci rivedremo presto! - Un ultimo bacio e accese il motorino. - Fatti sentire, mi raccomando! -
- E tu non sparire! - La guardò mentre affidava al vento un bacio per lui. La accompagnò mentre si infiltrava tra la confusione. Quando sparì, si girò silenziosamente e camminò verso il bar.
Kekko lo seguì a ruota. - Sei pazzo a baciarla in mezzo alla strada? Se passava Sonia eri morto, lo sai? -
- Ti ho già detto che io e Sonia non stiamo più insieme! -
- Si, ma lo sai che lei ancora ti aspetta. Se ti avesse visto avresti perso ogni speranza di tornarci insieme! Solo lei ti ha sopportato per più di due mesi! Sei sicuro che ne valga la pena rischiare di chiuderti tutte le porte con lei? -
- Per Ram? -
- Per lei... -
Dario si fermò sulla soglia del bar, lì dove l'aveva rivista, dove l'aveva riabbracciata. Aveva ancora negli occhi il suo sorriso pulito, ancora sentiva sulle labbra il suo sapore dolce, poteva ancora afferrare il suono della sua voce e provare le stesse forti emozioni. - Per Ram si. -
Attraversò la porta e ricominciò a lavorare sotto lo sguardo stranito di Kekko, quello pieno di gelosia fraterna di Gloria e quello un pò arrabbiato dello zio. Gloria gli si avvcinò. - Se ne è andata quella? -
- Quella è Ram! - Dario non sopportava la sua gelosia.
- Spero ne sia valsa la pena di rischiare di essere licenziato. Lo sai che lo zio non aspetta altro per toglierti da qui! -
- Per Ram? Si! -

Ram correva, per quanto le permettese il suo MBK, tra le macchine. Arrivata a destinazione non perse tempo a sistemare il motorino. Entrò in sala e si cambiò lì, senza andare nello spogliatoio, iniziando ad implorare perdono. Flying la guardava sconvolta. - Si può sapere cos'era questa cosa tanto importante? -
Ram non rispose, continuò a scusarsi e si mise in posizione per iniziare il riscaldamento. - Se non rispondi c'è di mezzo un ragazzo! - Flying non era solo un'istruttrice, ma anche un'amica. - E allora? Dai parla! Non puoi lasciarmi così nel dubbio! -

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


- Certo che c'è di mezzo un ragazzo! Hai le guance troppo rosse, gli occhi troppo brillanti e le labbra troppo sorridenti! -
- Eeeeeeeeeh si! -
- Chi è questo? Dai! Racconta! -
- Ma non dovevamo fare lezione? - disse Ram mentre cercava di mantenere l'equilibrio infilando i larghi pantaloni per le prove.
- Si, ma questi sono dettagli...poi recuperi! Forza racconta! -
- Va beh non c'è molto da dire! Ci siamo conosciuti cinque anni fa, oggi ci siamo rivisti per la prima volta ed è successo quello che doveva succedere molto tempo fa! -
- Aaaaaah...quello delle medie, biondo, di cui ho visto la foto? -
- Esattamente... -
- Ok! Allora ti giustifico pienamente! Ne vale la pena di perdere qualche lezione...Ora però mettiamoci a lavoro! - pigiò il tasto di play e la sala fu improvvisamente piena della forte musica per il riscaldamento muscolare.

Ram era distrutta. "Cavolo! Meno male che mi ha detto che mi giustificava! Se non lo faceva come tornavo a casa? Mi ha tolto fino all'ultimo briciolo di energia!" Era calata nella vasca da bagno, quasi addormentata, e cercava in qualche modo di riprendere contatto col resto del suo corpo.
- Ram c'è Alex al telefono. Cosa le dico? -
- Che sono su un altro pianeta! Quando torno le chiamo! -
/- Alex, Ram è nella vasca. Sembrava distrutta quando è tornata a casa dalla lezione. Quando esce dice che ti chiama...se non si addormenta prima!
/- Grazie signora, le dica però che è importante!
Riattaccò. - Ram muoviti però! Sono due ore che sei lì dentro! -
- Così poco? -
- Forza! Vai a dormire nel letto, non nella vasca! -
Ram lentamente, molto lentamente, uscì. Si avvolse nell'accappatoio. Pettinò i capelli. Si trascinò fino alla camera e si buttò sul letto. Infilò con difficoltà il pigiama e si trascinò fino alla cucina. Prese il telefono e digitò il numero tornando lentamente verso il letto.
/- Pronto.
Ram rispose con un sottile filo di voce. /- Alex?
/- Ram? Ma stai male?
/- No, più che altro sto cercando di capire se ancora sono viva!
/- E allora...che hai fatto oggi?
/- Sono stata da Dario...
/- COSA?
/- Cavolo Alex! Non urlare!
/- Come puoi dirmi di non urlare? Tu sei andata da Dario Simoni senza dire niente a nessuno e io non mi dovrei agitare? Perchè non mi hai detto che ci andavi?
/- Perchè non era sicuro che ci andavo e non era sicuro che lo trovavo!
/- Ma sei andata a casa sua?
/- No! A casa sua mi odiano quasi tutti! Sono stata al bar di sua zia, la mamma del mio ex-compagno di classe, dove lavora il pomeriggio.
/- Come è andata? Racconta! Anche i particolari più scabrosi!
/- Ma che stai dicendo? Non è successo niente di particolare!
/- Ah no?! Sicura?
/- Ci siamo solo baciati...
/- AAAAAAAAH!! Lo vedi che ci sono i particolari scabrosi? Racconta tutto ad Alexiuccia tua!
Ram raccontò tutto l'accaduto, come qualsiasi ragzza l'avrebbe raccontata all'amica. Cercava di evitare alcune parti, ma era inutile: Alex le intuiva ancor prima che Ram finisse la frase precedente! E poi non c'era niente da nascondere! Erano due ragazzi che sapevano cosa stavano facendo, lo volevano entrambi ed erano liberi di farlo. Inoltre non era successo niente di particolarmente pornografico.
/- Cavolo! Erano cinque anni! Però ora ho paura che finisca tutto. Ogni volta è così...quando ci riavviciniamo, poi succede qualcosa o arriva qualcuno e noi ci separiamo, litighiamo e ci perdiamo di vista finchè uno dei due non prova a riallacciare i contatti.
/- Da come l'hai raccontata tu sembrava molto coinvolto, quindi non penso che si fermerà qui questa storia...
/- Io non mi illudo per il momento!
/- Su questo hai ragione!
/- Alex...non è per essere sgarbata, ma io ho un sonno incredibile!
/- Tranquilla, vai a dormire. Ci vediamo domani...
/- Quando?
/- Cavolo è già finita la scuola, l'avevo dimenicato. Va beh ma ci sentiamo lo stesso, vero?
/- Naturale!
/- Allora ci sentiamo domani...Buona notte!
/- Buona notte Alex...

Dario era nella stanza di Gabry, il suo migliore amico da sempre. Era una delle loro solite serate tra ragazzi: panini, birra, schifezze varie e, natuarlmente, PlayStation!
- Cavolo Dario ma che t'è preso! Stasera non sembri neanche tu! Ci sei o no? -
Dario era troppo sovrappensiero, non riusciva a concentrarsi e quello era il settimo goal mancato. - Scusa Gabry, è che ho avuto una giornata pesante. - si alzò, si infilò il giubbotto di jeans - Magari vado a casa a riposarmi un pò. -
- Dario? Sono le 23! Sei arrivato circa venti minuti fa e vai via? Dovrei essere io quello stanco e invece sei tu ad avere quella faccia da cane bastonato! -
- No Gabry...non è serata...non ne ho testa per la Play stasera! -
- Questo l'avevo notato! E forse ho capito anche il perchè! - si avvicinò all'amico e gli mise il braccio intorno al collo - Ti manca Sonia...o almeno quello che facevi con Sonia...o almeno avere la possibilità di fare quello che facevi con Sonia in qualsiasi momento te ne venga voglia...ho indovinato? -
- Sei fuori strada. - spostò il braccio di Gabry, prese le chiavi dell'SH e si avvicinò alla porta.
- E allora cos'è? Un ragazzo ha quella faccia solo quando perde a calcetto e quando non ha la ragazza disponibile nel letto. -
Dario lo guardò in silenzio. "Gabry, C*! Hai diciannove anni, lavori, dovresti essere almeno un pò più maturo!"
- Ma tu sei diverso, giusto? - Gabry continuava la sua analisi del problema. - Tu hai due pensieri fissi: ragazze e motorini! Quindi o è per Sonia o ti hanno graffiato l'SH... -
- Fuori strada...ma di brutto! -
- Problemi al bar? -
- Centra il bar ma...lascia stare è una lunga storia! -
- Come 'una lunga storia'? Se non ne parli con me che ti conosco da una vita, con chi ne vuoi parlare? Con tuo cugino Kekko? -
- No! Semplicemente non ne voglio parlare! Buona notte...ci vediamo domani sera! Vengo concentrato e voglio la rivincita! -
- Ora ti inizio a riconoscere! Ci vediamo domiani sera ragazzo! -
Dario scese le scale, disattivò l'antifurto, accese l'SH e partì. Percorse la strada che ogni sera lo riportava a casa. Di fronte al portone si fermò e restò lì. "Lo sapevo che spariva! Non s'è più fatta sentire. Forse Gabry ha ragione...mi ci vorrebbe una serata di...forse se chiamo Sonia potrebbe essere disposta a...no! Abbiamo chiuso! E poi...per stasera vorrei un'altra ragazza...Ram!"

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ram si rigirava nel letto. C'era qualcosa che non la faceva dormire. Prese in mano il Motorola. Niente di nuovo. "Lo sapevo che spariva...va beh...tocca di nuovo a me fare il primo passo..." Iniziò a digitare un lungo messaggio in cui rimproverava Dario di essere il solito idiota. Perchè non l'aveva contattata? Poi capì che era meglio lasciar perdere...in fondo lui non era obbligato a fare niente. Tentò un approccio diverso.

Dario era sdraiato a fissare il tetto. Il NOKIA silenzioso iniziò a vibrare. Dario lo ignorò. Non voleva essere distratto. Stava cercando di capirsi. Chiuse gli occhi. Il sapore di Ram era difficile da mandare via. "Esattamente come immaginavo". Il NOKIA insisteva a vibrare. "Chi C* è ke rompe?" Innervosito prese il cellulare, ma il suo nervosismo non durò molto...'Messaggio da: Ram' 'Ti sei proprio meritato un nove!'..."Nooooo! Non può dare voti a tutto!" Non sapeva chi dei due fosse più stupido: lei che dava i voti a qualsiasi cosa oppure lui che era lì, di fronte a quel messaggio, a ridere!

Ram aspettava la risposta di Dario, anche se le sue speranze era molto lievi. Fu felice di ricredersi quando dopo poco il telefono vibrò. 'mmmm...un nove? pensavo di più!'
'Mi sa che le ragazzine ti hanno fatto montare la testa!'
'Io non sono montato! Riconosco solo le mie capacità! Anche se...'
'Anche se...cosa?'
'Anche se di fronte a te oggi non sapevo che farmene!'
'Non ti capisco! Spiegati...'
'Te lo spiego subito: come ti sei sentita tu quando mi hai rivisto?'
'...ok...allora ti ho capito!'

"Cavolo mi sto esponendo troppo!" Dario non si sarebbe mai perdonato uno sbaglio del genere! Esporsi troppo, fare capire a Ram quello che provava, quello che sentiva per lei da sempre. Sarebbe stato uno sbaglio. Sarebbe stata la fine della sua notorietà, della sua fama da sciupafemmine. Non poteva restare incagliato in un rapporto serio, non di nuovo! "Ma Ram è un'altra cosa! Con Ram non sarebbe per niente un sacrificio! Sarebbe..." L'unica parola che appariva nella sua mente per descrivere ciò che avrebbe significato stare con lei, era "sogno" ma non riusciva ad ammetterlo neanche con sè stesso. Aveva ragione Kekko, per una volta in vita sua! Doveva mandarla fuori dalla sua mente! Il destino li aveva separati...c'era sicuramente un motivo! Il cellulare vibrò ancora, era di nuovo Ram. 'Ti sei addormentato all'improvviso?' Perchè se capiva che doveva allontanarla non sapeva smettere di sorridere leggendo i suoi messaggi?

"Eccolo! Il solito! E' sparito ancora!" Ram non riusciva a capire cosa ci fosse di sbagliato in ciò che aveva detto. Perchè non rispondeva? Il cellulare vibrò. 'Nuovo messaggio da: Diego' "Diego? Da quando Diego mi manda messaggi?" Non era quello che stava aspettando ma la sorprese ugualmente, anzi, molto di più! 'Ehi Ram! Che fai? Lo sai che mi manchi parecchio? Ti Voglio Bene...' Quel messaggio la commosse stranamente. Era la prima volta che riceveva un messaggio da Diego, la prima volta che le diceva quelle tre piccole parole che in amicizia sono sacre! Una lacrimuccia di felicità le scivolò giù mentre scriveva la risposta. 'Ciao Diego! Io mi rotolo sul letto! Spero di prendere sonno presto! Anche tu mi manchi tanto! Ti voglio Bene!' Si fermò a riflettere un attimo prima di inviare. "Non è che poi pensa male?" Rise immediatamente dello sciocco pensiero e inviò il messaggio.

Dario non sapeva cosa fare! "Io la voglio so solo questo! So solo che quando sto vicino a lei ho gli ormoni che corrono a mille." Ecco trovato il problema! Doveva sfogare i suoi ormoni. Prese il cellulare e compose un messaggio.

Ram ormai non sperava più in una risposta. Guardò l'ora. "Ora di andare a nanna! Ci provo per l'ultima volta! Gli mando la buonanotte e mi addormento."

Mentre Ram dormiva non troppo serena nel suo lettino, in una stanza a neanche un kilometro di distanza c'era fervemente attività. Quando i due giovani amanti si separarono, rimasero lì sul letto a guardarsi, sudati e affannati dal loro amore.
- Sapevo che saresti tornato da me! - Sonia lo guardava sorridente e innamorata.
Dario sembrava invece piuttosto distratto. Non che non gli fosse piaciuto! Fare l'amore con Sonia era sempre stato bello, ma c'era qualcosa che mancava. O forse c'era qualcosa in più che non doveva esserci. Controllò il telefono per vedere l'ora. Solo allora scoprì il messaggio di Ram. 'Buonanotte mr.9! Chissà perchè sei sparito!' Dario sapeva perfettamente la risposta a quella domanda. L'aveva scoperta da qualche minuto. "Perchè sono un idiota". Silenziosa la sua mente iniziò a vagare, dimenticando che condivideva il letto con un'altra ragazza, una ragazza che pochi minuti prima le aveva donato per l'ennesima volta il suo corpo e il suo cuore.
- Cos'hai? Di solito non sei mai così silenzioso, dopo che... -
- Niente Sonia. Non ho niente! -
- Sai che non mi hai mai chiamato Sonia da quando stiamo insieme? -
- Infatti noi non stiamo insieme! -
- Ah no? -
- No...scusa non sarei dovuto venire da te questa sera! -
- Che cosa stai dicendo? Cos'è questa storia? - Sonia aveva capito perfettamente che qualcosa era cambiato ma non voleva accettarlo. O forse voleva solo che lui confermasse i suoi dubbi.
- Semplice. Noi ci siamo lasciati. Non torneremo più iniseme. Io oggi ho sbagliato a cercarti, sapevo che fare l'amore con te avrebbe significato illuderti ma l'ho fatto lo stesso. - Si alzò dal letto e continuò il su discorso mentre si rivestiva. - Non sprecare il fiato a dirmi che sono uno S*! Lo so, lo so perfettamente! Tu non meriti di essere trattata come ti ho trattata io adesso, e negli anni che siamo stati insieme! -
- Ma... -
- No, fammi finire di parlare! So che appena io uscirò da questa stanza tu inizierai a piangere e ad odiarmi. -
- Ti sbagli! Non aspetterò così tanto! - L'amore dagli occhi di Sonia era sparito. Era stato sostituito da sentimenti diversi ma ugualmente forti: rabbia, disprezzo, rancore, odio. - Sparisci immediatamente! -
Dario finì di abbottonarsi la camicia. Prese il giubbotto, le chiavi e sparì da quella stanza.
Sul motorino in piena notte corse, corse molto, corse troppo. Andò contro tutte le leggi che possono essere infrante. Si fermò sotto un cancello senza spegnere l'SH. Sotto un cancello che non era quello di casa sua. Guardò una finestra spenta. La fissò cercando di immaginare chi dietro quei vetri dormiva. Cercando di immaginare come sarebbe stato se quella notte l'avesse passata con lei invece che con l'altra. Come è fare l'amore con Ram? Ripartì con questa domanda in testa. "Chissà se un giorno lo scoprirò!"

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ram si svegliò che era quasi mezzogiorno. Controllò, come faceva ogni mattina, il cellulare. Nessuna novità. "Ram rassegnati! Te l'eri immaginato e così sarà! Puoi dire addio a Dario Simoni!" Prese il telefono e chiamò Alex.
/- P..Pronto...
/- Ehi Alex! Che è successo? Perchè sta voce?
/- Ram...secondo te?
/- Ti sei svegliata da poco?
/- Ram...come sempre...mi hai svegliata tu!
/- Opsh! Scuuuuusa!
/- Certo, certo. Che vuoi?
/- Bhe...volevo parlare un pò...ma se vuoi continuare a dormire...
/- Prima mi svegli e poi mi dici se voglio dormire?
/- E da Alex non fare la bambinaaaaa!
/- Dai Ram...parla...ti ascolto!
La telefonata non durò poi così tanto. Appena ebbe iniziato a parlare, Ram si bloccò. Il silenzio sveglio Alex.
/- Ehi! Ram che succede?
Nessuno rispose.
/- Ram non farmi preoccupare. Che è successo?
Una voce rispose fiocamente.
/- Alex ti richiamo. Devo fare una cosa.
/- Che cosa?
Non ebbe risposta. Ram aveva già riattaccato. Era corsa a togliersi il pigiama e infilarsi i primi vestiti che le capitavano a tiro. Mentre si precipitava giù dalle scale per arrivare all'MBK continuava a pensare a quel messaggio. 'Scusa piccola. Ho cercato di resisterti, ma ho bisogno di te! Se decidi di perdonarmi, sai dov'è casa mia.'

Dario girava nervoso per la casa. Si chiedeva se non avesse fatto una delle sue solite idiozie. Cosa avrebbe pensato Ram leggendo il messaggio che le aveva appena inviato? Sovrappensiero per com'era, quasi non sentì il citofono suonare. Ram dovette pigiare tre volte il campanello di quella casa giallina dal cancello nero prima che il cancello fosse aperto. Aveva corso così tanto che adesso le sembrava quasi troppo presto per entrare. Percorse il viottolo lentamente. A qualche metro dalla porta la vide aprirsi e lo vide lì che l'aspettava. Si bloccò. Non le riusciva di camminare ancora. "Ehi Ram, sbloccati!" "Che le prende? Perchè non entra? Non ci avrà ripensato, vero?" Passò ancora qualche istante e i suoi piedi si decisero finalmente a ripartire. Si avvicinavano sempre di più. Ora era lì, a pochi passi da lui. Poteva sentire il suo profumo. Poteva avvertire il calore che emanava il suo corpo.
- Finalmente è arrivato.
- Chi? Io sono una ragazza se non te ne sei accorto!
- Si, me ne sono accorto benissimo! Appunto per questo dico che è arrivato.
- Ma cosa?
- Finalmente è arrivato il momento che aspettavo da più di quattro anni.
Chiusero la porta alle loro spalle.

- Passami la maglietta! - Ram rise dicendo quelle parole.
- No...sei bellissima così! -
- Dai scemo! Mi devo rivestire! E' arrivato il momento di tornare a casa! -
- No, non è ancora arrivato! - Le si avvicinò e iniziò a baciarle il collo e a sfiorarle la pelle.
- Dario dai... -
- Io ci darei! E anche volentieri! - Si alzò dal letto. Prese la maglietta rossa e la passò a Ram. - Questo ti serve? - Le passò anche un reggiseno rosa stampato di delicati fiori viola.
- Emh! Si mi serve parecchio! -
- Dimmi perchè! -
- Che significa? Come le reggo senza? - e lo infilò velocemente.
- No. Questo lo so. Dicevo...perchè questo? -
- Perchè questo reggiseno? Cosa vuoi sapere Dario? Spiegati! - Ram davvero non capiva
- Perchè? Perchè non io? -
Ram iniziò a capire. I nervi le si tesero. - Perchè non tu...cosa? -
- Sei la prima ragazza che viene a casa mia e non... -
- Sono la prima ragazza che viene a casa tua e non ti si concede nel tuo letto? -
- Bhe...l'avrei detto in maniera differente, ma...si! Vorrei sapere perchè. -
- Non lo immagini? -
- Lo sospetto. -
- Adesso puoi anche smettere di sospettare! - Si infilò la maglietta e si alzò. - Caro Dario - fece due passi e gli voltò le spalle - in questa stanza c'è una persona vergine - si rigirò a guardarlo in volto - e quello non sei di certo tu! -
Le si avvicinò. Le fece un mezzo giro intorno fermandosi alle sue spalle. Appoggiò delicatamente le mani sui suoi finachi morbidi. Respirò i suoi capelli. Le sue parole fuono poco più di un sussurro. - Piccola quando ti ho visto arrivare ho avuto tanta di quella paura che neanche immagini. Ho avuto paura di non essere all'altezza. Quando poi siamo andati in camera e abbiamo iniziato a spogliarci avevo i brividi. Sono quattro anni che cerco di immaginarti, ma nessuna fantasia è riuscita anche solo ad avvicinarsi alla bellezza della tua pelle. Quando poi mi hai fermato ho creduto di impazzire! Vorrei solo sapere perchè hai deciso di venire qui? -
- Sono venuta perchè... - ci volle un bel pò di sforzo per finire la frase - ...perchè volevo fossi tu! -
Dario non riusciva a capire. - Volevi fossi io? -
- Si...volevo fossi tu il primo! -
- Se volevi questo...perchè mi hai fermato? -
- Perchè volevo fossi tu, mi sono convinta che fossi tu...ma volevo la conferma prima... -
- E non l'hai avuta? -
- Me la stai dando adesso... -
Dario le si avvicinò. Le cinse nuovamente la vita. La baciò intensamente, ma sentiva che Ram gli sfuggiva. - Perchè scappi se hai avuto la conferma? -
- Perchè ho avuto la conferma che mi sbagliavo! -
Ram sollevò il cuscino di Dario. Prese una foto che aveva sfilato dal cassetto che Dario aveva aperto mentre era assorto nella sua attività, poco prima che lei lo fermasse. Era una foto istantanea della sera precedente.
Dario aveva completamente rimosso quella foto ma ora apparvero nella sua mente veloci flash...il momento in cui aveva chiesto a Sonia di farsi fotografare con l'istantanea che lei teneva sempre vicino...Sonia che con l'indelebile segna la data sulla fascia bianca prima di tornare a far l'amore con lui...tornato a casa l'aveva trovata nei jeans, ricordo volutamente lasciato dalla ragazza in fondo ancora speranzosa...il cassetto che si chiude. Adesso è tutto chiaro. – Scusa. È tutto ciò che posso dirti! -
- Non voglio e non necessito delle tue scuse. Io non sono mai stata niente per te, mentre lei è stata la tua ragazza per motli anni. -
Dario le bloccò la via di fuga. Si piantò sulla soglia di casa. - No Ram. Tu sei sempre stata tutto per me come io sono sempre stato qualcosa per te. Inutile negarlo. Lo sappiamo tutti e due, come lo sanno tutti! -
- No Dario! Noi siamo stati la favola dei ragazzi del paese. Forse all'inizio davvero avremmo potuto stare insieme ma adesso no. La storia tra Dario e Ram resterà solo nella mente di chi l'ha immaginata e di chi l'ha sperata! -
- Allora resterà anche nella mia! -
Ram lo guardò. Non avrebbe resistito ancora alle lacrime. Con una forza che non immaginava di avere, riuscì a spostarlo quel tanto che bastava per sgattaiolare fuori. Corse lungo il viottolo ma si ritrovò la strada sbarrata dal cancello. Si voltò. Dario era lì che la guardava. Non resistette. Una lacrima rigò il suo vitò e solcò la strada per tutte le sue molte compagne. Riuscendo a non singhiozzare urlò a Dario di lasciarla andare - Vuoi ancora farmi del male? -
Sentendo queste parole Dario non potè star fermo. Corse. Corse lungo il viottolo, le bloccò le braccia e le forzò un bacio. Ram non aveva la forza di piangere e resistergli contemporaneamente ed in quel momento le lacrime erano più forti. Si lasciò baciare sentendo quel bacio. Il più dolce che avesse mai ricevuto. Dario la guardò. Estrasse le chiavi dalla tasca e aprì il cancello.
Si guardarono per l'ultima volta. - Vai! - Anche Dario sembrava resistere a stento alle lacrime. Ram non si diede il tempo per rifletterci. Scappò dal suo passato.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Seduta sullo scalino di una casa, Ram non si rendeva conto di come le persone la guardassero mentre lei là piangeva. Un bambino biondo con gli occhioni verdi le si avvicinò. - Ma tu non sei Ram? -
Ram alzò gli occhi e vide il fratellino di Diego che a pochi passi da lei la guardava stupito.
- Ivan! Si sono io! Come mi hai riconosciuto? -
- Ti vedo ogni mattina. Diego ha la foto con te e Vale appesa in camera e quando passo la faccio cadere sempre! -
Ram sorrise. - E Diego si arrabbia? -
- Mi rimprovera ogni volta! Ma perchè stai piangendo? Ti sei fatta male? -
- Si piccolo, mi hanno fatto molto male! Diego è a casa? -
- Si. Vuoi entrare o lo faccio uscire? - e le tese la manina.
Ram la prese. Era morbida e bianca. - Andiamo! -
Ivan cercò le chiavi nelle piccole tasche dei pantaloncini, le trovò e dovette alzarsi sulle punte per aprire il portone. Ram lo guardò. Era davvero un bellissimo bambino. Da grande avrebbe fatto furore tra le ragazzine! Entrò e lo aiutò a richiudere il portone.
- DIEGO! HO UNA SORPRESA PER TE! - gridava Ivan mentre faceva da guida.
- Che hai comprato stavolta? - Diego uscì finalmente dalla sua camera con lo sguardo fisso sul cellulare intento a scrivere chissà cosa o più probabilmente a battere il record a uno dei suoi giochi.
- Veramente l'ho trovata sullo scalino di casa! -
- Quante volte ti ho detto di non raccogliere le cose da terra! -
- Si, ma questa è speciale! -
- Non mi interes... - decise ad staccare gli occhi dallo schermo e si bloccò alla vista della ragazza - ...che ci fai qui? -
- Ciao! - disse timidamente Ram.
- Ciao, scusa! Sono un pò stupito di vederti. -
- Disturbo? -
- No...no assolutamente! - finalmente aveva realizzato che era semplicemente lì a parlare con la sua compagna di classe e si era sciolto. - Vieni qui in camera! - Poi si rivolse al fratellino - Ivan vai a prendere un pò di succo di frutta in cucina! -
Ivan lo guardò imbronciato.
- Muoviti Ivan! -
- NO! - Ivan piantò i tacchi e incrociò le braccia.
- Ivan, non mi fare arrabbiare! -
Ram si intromise sorridente nella discussione tra fratelli - Piccolo, vuoi che andiamo insieme a prenderlo? -
- No! -
Ram fece finta di rattristirsi. - Perchè? Non vuoi andare con me in cucina a prendere il succo di frutta? -
- NO! Io voglio stare con te in camera a giocare e lui va a prendere il succo di frutta in cucina da solo! -
Diego e Ram non poterono fare a meno di ridere. - Va bene ci vado io! Basta che non tratti male la mia amica, eh! Ti ricordi cosa ti ha detto il fratellone su come si trattano le ragazze, vero? -
- Si! Dolce dolce, abbraccio e poi... -
- E poi niente! -
- No, tu mi hai detto che poi... -
- Poi niente! -
- Aaaaaah non vuoi che Ram sente! Ho capito! - e fece l'occhiolino al fratello che era visibilmente imbarazzato.
Ram sorrise guardando Diego e si fece tirare da Ivan in camera. Si sedettero sul letto e iniziarono a parlare. Ivan parlava come se avesse molto più dei suoi otto anni sulle spalle. In fondo la loro situazione familiare non era mai stata delle migliori. Il padre lavorava al Nord e stava con loro pochi giorni l'anno. La madre era sempre fuori per lavoro. Diego faceva di tutto per fare l'uomo di casa e per non fare mancare al fratellino ciò che era mancato a lui.
- Mela, giusto? - Diego si affacciò alla porta con una bottiglia piena di liquido giallognolo e tre bicchieri vuoti.
- Conosci perfettamente i miei gusti! - Ram sorrise e afferrò il bicchiere che gli era stato porto. Diego versò il succo di frutta e ne bevve un pò anche il copriletto. Ram lo sorseggiava fissando Diego che cercava disperatamente di convincere Ivan a lasciarlo solo con Ram.
- Ivan ti ho detto che devo parlare da solo con Ram. -
- NO! NON ME NE VADO! Io sono geloso! -
- Piccolino... - Ram decise di intromettersi - ...ora io e Diego dobbiamo parlare un pò da soli, ma ti prometto che facciamo presto e dopo stiamo insieme. -
- Giuri? -
- Certo piccolo! -
Ivan si voltò verso suo fratello e con la faccia imbronciata gli disse - Non ci provare! Lei è mia! - e andò via, guardandolo ancora una volta in cagnesco prima di chiudere la porta della stanza.
- Mi sa che piaci al mio fratellino! - Diego e Ram non poterono non sorridere a quell'idea, ma subito Diego fissò Ram negli occhi e notò che erano arrossati e anche lievemente lucidi.
- Ram, dimmi la verità! -
- Quale verità? -
- La verità che ti ha portato sugli scalini di casa mia! -
- Avevo bisogno di vederti e di parlarti. Sono successe un paio di cose e non so perchè mi andava di parlarne con te, ma non al telefono e così ho preso il motorino ed eccomi qui! - si sforzò di sorridere ma sentiva che le lacrime stavano per prendere il sopravvento.
- Per caso c'è in mezzo quel ragazzo di cui mi parlavi negli ultimi tempi a scuola? -
- Sono stata da lui e... -
- No Ram! Dimmi che non lo hai fatto! -
- Cosa? Che c'è? -
- Dimmi che non hai sprecato la tua prima volta con un C* del genere! -
- Non credevo ti scandalizzasse così tanto! -
- Si! Cioè no! Cioè tu sei libera di fare ciò che vuoi, ma... Cioè... Ok, scusa, continua! -
- Ecco! Allora ti stavo dicendo... Sono stata da lui ed eravamo quasi al punto di...si, insomma, mi hai capito! -
- Già il fatto che c'è quel 'quasi' mi rassicura! Continua! Cosa è successo? -
- Ho trovato un’istantanea della sua ex, mezza nuda, con la data del giorno precedente... Mi sono sentita una merda! -
- Merda? Lui è una merda! Non tu! -
- Si, ma... -
- Ma niente! Dimmi dove abita che gli spacco la faccia! -
- Diego calmati! Non è successo niente! Mi sono fermata in tempo, gli ho gentilmente spiegato che ormai tra noi non c'è e non ci sarà più niente! In fondo era destino che fosse così! C'era sempre qualche impedimento alla nostra storia! Ma dato che non c'è niente, come non c'è mai stato, ormai deve uscire dalla mia vita! -
- Hai fatto bene! - solo dopo aver pronunciato queste parole si accorse che Ram aveva iniziato a lacrimare. - Ehi, Ram! Non fare così! -
- Diego, è la cosa giusta, ma so anche che buttarlo fuori dalla mia vita sarà difficile! -
Diego si avvicinò a lei, le mise una mano sulla spalla come faceva sempre, ma capì che non era abbastanza. Per la prima volta dopo quattro anni, la abbracciò, la strinse a sè trasmettendole quel calore che aveva capito che le serviva.
- Ram non ce la faccio a vederti piangere! - le sussurrò all'orecchio. Ram iniziò a singhiozzare. Era la prima volta che Diego si apriva così nei suoi confronti e questo l'aveva commossa maggiormente. - Non pensavo di peggiorare la situazione così! - le disse sorridendo cercando di sdrammatizzare. - Forse è meglio smettere! - disse allentando la presa dell'abbraccio. Ram lo strinse più forte in modo che l'amico non potesse venir meno alla sua prima vera dimostrazione aperta di affetto. - Ok, ok! Ho capito! - Sorridendo ritornò a stringerla.
- Vedi! Lo sapevo che te ne approfittavi! - sulla soglia che era stata aperta senza rumore c'era Ivan che li guardava imbronciatissimo. Diego e Ram sciolsero l'abbraccio. Ram sorrise per poi scoppiare in una risata liberatoria che finalmente la fece tornare felice.

Ram dovette mantenere la promessa fatta ad Ivan e restò a lungo a giocare con lui. Era quasi ora di cena quando rietrò a casa. Dovette sorbirsi una bella sgridata dai genitori che l'avevano vista sparire di casa per l'intera giornata senza avvertire. Fece finta di ascoltarli mentre in silenzio scorreva tutto ciò che aveva riempito le sue ore fuori casa. Ricordò la chiamata bruscamente interrotta con Alex. Appena i suoi finirono la ramanzina, continuando a non dire una parola, Ram prese il telefono senza fili e lo portò in camera. Compose il numero e attese.
/- Io ti odio! Lo sai?
Alex aveva riconosciuto il numero di Ram ed era pronta a sfogare tutta l'ansia che aveva accumulato durante la giornata!
/- Perchè mi odi Alex?
/- Hai anche il coraggio di chiedermi perchè ti odio? Mi svegli mentre sono in fase REM in uno di quei pochi giorni in cui a casa mia c'è la pace più totale quindi posso riposare per parlarmi al telefono e all'improvviso mi chiudi quasi il telefono in faccia salutandomi a stento e non ti fai sentire per tutto il giorno?
Ram non potè non ridere
/- E ridi pure???
/- Scusa Alex! Solo che ho sentito parole simili alle tue per circa 20 minuti dai miei genitori!
/- I tuoi? Ti hanno fatto la ramanzina? Che hai combinato?
/- Sono soltanto sparita da casa da quando ho chiuso il telefono stamattina
/- Bene! Allora ho fatto bene a preoccuparmi! CHE CAVOLO HAI COMBINATO SI PUò SAPERE? Ne avrai sicuramente fatta una delle tue!
/- Veramente no! Ovvero, non è una delle mie solite cose perchè è la prima volta che capita.
/- Aspè...non continuare! si parla di Dario?
/- Come l'hai capito?
/- Nooooo! L'hai fatto con Dario Simoni?
/- Perchè tutti pensate che abbia fatto sesso con Dario?
/- Tutti chi? Lo pensano anche i tuoi?
/- Fortunatamente no! Tutti sareste tu e Diego!
/- Diego? Diego Mantegna?
/- Si, sono stata da lui oggi.
/- Ok non ci sto capendo più niente!
/- Come fai a capirci qualcosa se non mi fai raccontare?
/- Ok parla...sono tutta orecchi!

Ram impiegò un bel pò per raccontare ciò che era successo nei minimi particolari, dal messaggio mentre erano al telefono la mattina, alla casa di Dario, alla foto, al pianto, alla corsa in motorino verso casa di Diego, ad Ivan, alla prima volta che Diego la abbracciava.
/- Ora che sai tutto, puoi dirmi cosa ne pensi!
/- Ne penso tante cose! Prima tra tutte che sei una S* perchè sei andata da Diego e non sei venuta da me!
/- Dai Alex non ti arrabbiare, ti ho già spiegato! Se fossi arrivata a casa tua mi avresti ucciso e vedendomi piangere a tua madre sarebbe venuto un infarto!
/- Scuse! Tutte scuse! Comunque, per la mia innata benignità tralascio questo punto continuando a rammentarti che sei una traditrice! Ma passando a cose serie, penso che con Dario non ti saresti potuta comportare meglio!
/- Dici?
/- Si! Capirà quello che ha perso! Si è fatto sentire dopo?
/- No...o forse non lo so io! Non ho più guardato il telefono! Aspetta che lo prendo...No, niente! Solo le chiamate di mia madre che non mi ha rintracciato per tutto il giorno e un messaggio di Vale.
/- Se davvero ci tiene a te cercherò di riconquistarti.
/- Forse non ci siamo capiti! Inutile che tenta di riconquistarmi! Ormai con me ha chiuso! Troppe volte gli eventi si sono intrecciati per farci separare!
/- Ram tu non hai mai creduto nel destino!
/- Lo so! Tutti i ragazzi che sanno la nostra storia pensano che sia destino per noi finire insieme: se questo è vero io cambierò questo destino! Dario ha avuto la possibilità di avermi e l'ha persa!
/- In effetti dev'essere stato proprio brutto!
/- Cosa?
/- Trovare quella foto!
/- Brutto? Giuro che mi sono autocontrollata fin troppo! Il primo istinto che ho avuto è stato quello di prenderlo a pedate...e anche peggio!
/- Perchè non l'hai fatto?
/- Perchè quello che ho fatto è stato più di classe! Una scenata isterica sarebbe stata dimenticata dopo poco...quello che ho fatto io non si dimentica facilmente per uno che non ha mai ricevuto un rifiuto!
/- Effettiamente! Invece lo sai chi ha chiamato me? Kevin.
/- Se lo sa Vale ti spacca la faccia!
Ram era ironica ma in fondo non troppo! Vale era davvero troppo possessiva e spesso esagerava con la gelosia.
/- Lo so! Infatti mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno! Quindi tu non ne sai niente!
/- Ovvio! Io non so mai niente!
/- Ecco, brava! Comunque, voleva solo un consiglio su cosa regalarle per il mesiversario.
/- Cavolo! Questo mi sa che è preso bene!
/- Sa anche a me!
/- E invece sai chi ho incontrato ieri?
Eccole lì, le due amiche inseparabili, a parlare di tutto per ore ad un telefono che, se potesse, quanti segreti, quanti spettegoli, quante idiozie, quante lacrime e quante risate avrebbe da raccontare! Sempre lì, sempre loro, fino agli orari più improbabili. Erano quasi le due di notte quando, dopo aver progettato una giornata a mare per l'indomani, si decisero a chiudere il telefono. Avevano saltato entrambe la cena ma nessuna delle due era dispiciuta, anche se i loro stomaci non erano perfettamente daccordo. Ram si infilò il pigiama e andò silenziosamente in cucina a riporre al suo posto il telefono. Un brontolio più forte degli altri fece in modo che la sua attenzione fosse attirata dal bel cesto di frutta di giornata che era poggiato al centro del tavolo. Afferrò un paio di mele, le sciaquò e le divorò prima di tornare sotto le lensuola. Ci volle poco per l'arrivo di Morfeo.

Ivan si era addormentato fuori dalle lensuola. Diego lo ricoprì per paura che le temperature più fresce della notte lo facessero ammalare. Prese la foto che Ivan aveva puntualmente fatto cadere e la appese al suo posto. Accarezzò l'immagine di Ram e ricordò la sua espressione di quel pomeriggio, mentre seduta sul suo letto piangeva. Aveva riversato le sue attenzioni paterne anche su Ram adesso. Poggiò la testa sul cuscino e con la strana certezza che Ram stesse facendo altrettanto si addormentò.

C'era una camera in cui Morfeo si era dimenticato di passare o forse aveva trovato l'uscio sbarrato al suo passaggio. Dario non si dava pace! Non si capacitava dell'enorme guaio che aveva combinato. Cercava un modo per rimediare e la strana sensazione che non ce ne fosse uno lo terrorizzava.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Il risveglio arrivò troppo presto per Ram. Avrebbe voluto dormire ancora e ancora dopo la giornata che aveva passato. Ma sapeva che doveva uscire da casa. Si vestì e uscì fuori. Prese il motorino e, dopo essere riuscita a farlo partire, si accorse che la spia della benzina lampeggiava quasi arrabbiata. In effetti il giorno precedente aveva fatto un bel pò di strada, troppa forse. Sperando che il suo mezzo non decidesse di entrare in scipero mentre percorreva la salita per il paese, si recò da Gino Benza.
- Oh! Buongiorno Ram! Me lo hai portato assetato? -
- E già! - il viso di Ram era un misto tra tristezza e sonno.
- Che hai con quel musino oggi? -
Ram non rispose e continuò a tenere lo sguardo perso nel vuoto.
- Ohi! Non mi rispondi più? -
- Cosa? - Ram si svegliò dai suoi pensieri e tornò alla realtà
- Niente lascia stare! Devi aver dormito poco oggi! -
- Meno di quanto avrei voluto sicuro. -
Ram si voltò verso la strada e vide passare un SH125 nero e per un attimò sentì una fitta allo stomaco. Tornò a guardare Benza sperando che si sbrigasse più velocemente del solito. Non aveva visto chi guidava, ma il pensiero di incontrare di nuovo Dario la spaventava e non avrebbe nemmeno saputo spiegare il perchè.
- Ram c'è qualcosa che non va? Sei bianchissima! -
- No Benza stai tranquillo. Non ho visto ancora il mare. -
- Non parlavo di quel tipo di bianco. -
- Lascia stare. Storia lunga. - pagò la benzina quasi lanciando le monete, accese volocemente il motorino sperando che collaborasse e si sedette quasi saltando. Corse via.

Camminò senza meta per più di un'ora ritrovandosi poi stranamente di fronte casa di Alex. Si fermò lì ma non citofonò. Dopo poco si sentì chiamare col suo nome completo come non succedeva da tanto tempo.
- Ramona che ci fai lì? -
- Buongiorno signora Oricelli! - Lei era l'unica a chiamarla così. Chissà perchè, poi!
- Ciao! Che ci fai lì? -
- Niente signora. Mi sono fatta una passeggiata. Alex c'è? -
- Si, la faccio scendere o sali tu?
Si sentì una voce ancora assonnata uscire sforzata dalla camera da letto. - Io non scendo che sono in pigiama! - Ram e la madre di Alex risero. - Mi sa che la scelta è obbligatoria! -
Ram salì le scale ed entrò in quella che era ormai la sua seconda casa. Baciò la signora Oricelli e si recò sulla soglia della stanza. Trovò Alex ancora sdraiata con la pancia sul letto e gli occhi apertì per metà. - Ti ho svegliato? - chiese sarcasticamente.
- Ormai ci ho fatto l'abitudine. - iniziò piano ad alzarsi - Almeno stavolta non mi chiudi il telefono in faccia. -
Ram rise.
- Non ci trovo niente da ridere! - le si parò di fronte con il trucco sbavato e la faccia addormentata.
Ram continuò a ridere. Si recò in cucina e si sedette su quella che ormai considerava la sua sedia. Aspettò che Alex si sistemasse e quando arrivò la guardò in silenzio mentre faceva colazione. Quando appoggiò la tazza sul tavolo si decise a parlare. - Buongiorno! -
- Ti sei svegliata? Ti posso parlare? - chiese Ram col sorriso.
- Dipende da cosa mi devi dire. Cosa ti ha portato qui stamattina? Ti ho fatto sentire in colpa ieri? -
- No! Ho iniziato a camminare e il motorino mi ha portato qui. -
- Se ti è presa di nuovo a camminare senza meta è brutto. -
- Non così tanto! In fondo lo faccio quasi sempre. Stavo pensando a una bella rimpatriata. -
- Rimpatriata tra chi? -
- Non sento Vale da una vita in pratica. -
- Nemmeno io. Te l'ho detto che mi ha chiamato Kevin? -
- Si me lo hai detto ieri al telefono. -
- Ah vero! -
- Volevo dirlo a loro due, te ovviamente, Diego e qualcun altro magari. -
- Qualcun altro chi? Vuoi dirlo a Silvia forse? - la domanda di Alex era ovviamente ironica. Sapeva quanto poco fossero legate e dopo tutto nemmeno Alex stessa aveva un buon rapporto con Silvia.
Lo sguardo di Ram rispose perfettamente alla domanda e fece finta di non sentire. - Pensavo a Pentium o a Lorenzo. Magari se viene Diego si decide a venire. -
- Aspetta aspetta un attimo. -
- Che c'è? -
- Tu vuoi invitare Vale e Diego? Insieme? -
- Vero! Non si può fare! -
- Salta tutto o cambiamo gente? -
Sentirono un clacson insistente provenire dalla strada.
- Penso che sia meglio cambiare gente. -
Il clacson non accennava a smettere.
- E a chi dovremmo chiederlo? -
Il clacson sembrava martellante. Ram non ce la fece più ad ignorarlo. - Ma chi è questo idiota? - Si alzò ed uscì in balcone. Alex la seguì. Si affacciò dal balcone e ammutolì. Alex guardò quel biondino sull'SH125 nero che continuava a tenere il dito sul clacson guardando in alto. - Chi cacchio cerca questo? -
- Me. - fece secca Ram.
- Chi? Cosa? - Alex riguardò il ragazzo e capì. Restò a bocca aperta a guardarlo per un attimo mentre il ragazzo non accennava a smettere. Poi si riprese e si ricordò di abitare in un condominio. Si rivolse a Ram. - Dovresti farlo smettere. -
Ram non sembrò ascoltarla. Urlò verso Dario. - SCOMPARI! -
Dario tolse il dito dal clacson e rispose. - IO DA QUI NON MI SPOSTO! -
Alex consigliò a Ram di scendere. Ram la guardò e prese il consiglio. Scese le scale e si ritrovò di fronte a Dario. Dopo quello che era successo. - Cosa vuoi? -
- Io... -
- Sai cosa c'è? - dopo di che si sentì urlare - NON ME NE FREGA COSA VUOI! VOGLIO SOLTANTO CHE TU SCOMPAIA DALLA MIA VITA COME HAI FATTO PER GLI ULTIMI QUATTRO ANNI! -
- Ram calmati. -
- VUOI ANCHE CHE MI CALMI? -
- Si Ram. Non fare scenate. -
- TU DICI A ME DI NON FARE SCENATE? - si accorse di stare urlando troppo forte e abbassò il tono. - Mi hai seguito fin qui, hai iniziato a suonare il clacson come un pazzo e dici a me di non fare scenate. -
- L'ho fatto per te. -
- Chi te l'ha chiesto? -
- Nessuno. -
- Non sei gradito qui. -
- Lo so. -
- E allora che ci fai ancora qui? -
- Voglio farmi perdonare. -
- Scompari. -
- Ram... -
- NON DIRE IL MIO NOME! Dario voglio solo che tu sparisca dalla mia vita. -
- Io non voglio sparire. -
- Io voglio che tu lo faccia. -
Dario le si avvicinò in silenzio. Tese una mano verso di lei. Avrebbe voluto accarezzarla. Ram si allontanò velocemente. Dario abbassò la mano. Ram si riavvicinò. Dario vide che aveva gli occhi lucidi. - Ram ti prego non piangere di nuovo. Non ce la farei a sopportarlo. -
- Sei stato tu a volerlo. - respingette indietro le lacrime e gli occhi si asciugarono.
- Non volevo farti del male. -
- No, lo so. Tu volevi solo sfogare i tuoi ormoni. C'era Sonia disponibile. Lei non ti avrebbe mai detto di no, lo sapevi. -
- Ram non è andata così. - mentì spudoratamente.
- E come è andata, allora? Spiegami. -
Dario stette in silenzio.
- Almeno hai il buon senso di stare zitto! Non prendermi in giro più di quanto già hai fatto. -
- Ram mi dispiace. Non avrei mai dovuto permetterti di venire a casa mia ieri. -
- Lo so. -
- Non dovevo farti soffrire così. - Dario non credeva alle sue orecchie: era la prima volta che parlava così ad una ragazza.
- Dario basta. Inutile continuare a girarci intorno. Siamo stati una favola per gli altri ma non sempre le favole finiscono bene e la nostra resterà solo nella mente degli altri. -
- Nella mia ci sarà per sempre. - velocemente prese la mano di Ram. Lei non se ne accorse in tempo per ritrarsi. Tentò di tirarla via, ma Dario la teneva saldamente quanto con dolcezza. Ram iniziò a tremare. - Stai tremando. -
- Dici sempre cose ovvie. Me ne sono accorta! -
Dario si avvicinò a lei la strinse. Ram non ebbe la forza di spostarlo da sè come desiderava. Sentì le guance calde e il cuore battere più forte. Sentì poi la testa di Dario poggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Sentì la spalla bagnarsi. Dario stava piangendo. Era lì con Dario Simoni che piangeva. Piangeva per lei? Si. Forse. Certo. No! Non sapeva decidersi. Sapeva solo che Dario era lì, con la testa sulla sua spalla e la stava bagnando di lacrime.
- Dario smetti di piangere. -
- Non sto piangendo. - si staccò e si asciugò le guance come avrebbe fatto un bambino.
Ram non potè trattenere una risata. - Piccolo Dario. -
Si guardarono un attimo negli occhi. Dario tornò ad appoggiare la testa lì dove era stata fino a poco prima. Le sue labbra si poggiarono sulla pelle delicata e ancora non abbronzata di Ram. Un piccolo bacio, dolce. A cui ne seguì un altro, e un altro, e un altro ancora. Ram iniziò a sentire i brividi che le percorrevano la schiena. Chiuse gli occhi. Sentì le labbra di Dario muoversi lentamente lungo il suo collo sfiorando appena la sua pelle e appoggiandosi solo di tanto in tanto a baciarla. Si avvicinò pericolosamente alle sue labbra ma non le toccò. "Non posso" si diceva Dario. Ram ad occhi chiusi sentiva il suo respiro sulle labbra. Aprì gli occhi e lo vide. Immediatamente li richiuse. Abbassò la testa verso il basso. La rialzò solo quando fu pronta. Pronta per unire di nuovo le sue labbra a quelle di Dario. Le appoggiò leggermente. Dario la strinse e dischiuse leggermente le labbra invitando Ram a lasciarsi andare. Ram accettò l'invito.

Alex aveva visto tutta la scena e sentito praticamente ogni parola di ciò che si erano detti grazie al tono decisamente non basso che aveva preso la conversazione. Vedendoli ora lì che si baciavano delicatamente capì che era il momento di entrare a casa. Non capiva come poteva Ram aver dimenticato tutto ciò che era successo solo il giorno prima ma sapeva anche che certe cose non le decidi tu. Certe cose non puoi controllarle. Anche se non le vuoi, anche se sei consapevole che ti fanno del male, che ti ritroverai sbattuto contro il muro e pestato, ti lasci semplicemente andare. Ti lasci travolgere e sconvolgere.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Quanto tempo era passato da quel giorno sotto casa di Alex? A volte sembravano passati anni, altre volte sembrava passato soltanto un giorno, o anche meno. Da quando stava con Dario, Ram aveva perso il conto del tempo. La loro estate correva veloce. Tra meno di un mese sarebbero tornati tra i banchi di scuola e quello sarebbe stato un anno decisivo per Ram, l'anno del diploma! Ma per adesso non voleva pensarci.

Ram e Dario erano sdraiati sulla spiaggia. Vicino a loro c'erano anche Alex, Kevin, Vale e Diego. "Finalmente quei due stanno passando una giornata civilmente senza litigare. Si parlano a stento ma almeno è un passo avanti" pensava Ram mentre sentiva il sole di metà Agosto riscaldarle la pelle già abbastanza abbronzate. Dario sdraiato sul fianco verso di lei, la guardava con gli occhi un pò arrossati dalla salsedine, sfiorandole delicatamente la mano di tanto in tanto. Ram aprì gli occhi e girò la testa per guardarlo, riparandosi con la mano dalla forte luce del sole. Era bello davvero: gli occhi azzurri spiccavano ancora di più contro la pelle che il sole aveva arrossato sugli zigomi. Lo vide avvicinarsi e lo sentì baciarle la fronte. Dario si avvicinò poi al suo orecchio.
- Sto morendo di caldo. Ci buttiamo in acqua? -
Ram annuì. Si voltò dal lato opposto. - Ragazzi noi stiamo andando in acqua. Venite? - - Mi sono appena acceso la sigaretta! - Kevin espresse così la sua volontà di non andare in acqua. Vale ovviamente sarebbe rimasta con lui sulla spiaggia.
- Ma me lo devi dire ora che mi sono messa l'olio? - nemmeno Alex voleva fare il bagno!
Diego non rispose. La musica nelle orecchie a tutto volume gli aveva impedito di sentire l'invito. Ram si sollevò cercando di non buttare troppa sabbia sulla stuoia di Alex per non essere linciata. Si inginocchiò delicatamente vicino a Diego. Sfilò un auricolare dall'orecchio dell'amico con gli occhi chiusi. - Vuoi venire a fare il bagno? - Diego aprì solo un occhio e accennò un lieve no con le labbra. - Sicuro? - Diego annuì e si riprese l'auricolare.
Ram e Dario si allontanarono dagli amici. Dario si tuffò quasi subito. Ram cercava prima il coraggio per farlo. L'acqua sembrava piuttosto fredda dopo il tempo passato al sole. Dario però non le diede il tempo di abituarsi alla temperatura iniziando a schizzarle l'acqua. Mentre lei cercava di difendersi girandosi di spalle, la cinse per la vita sollevandola e facendola precipitare in acqua. Chi li vedeva scherzare, rideva insieme a loro. Ram uscì ridendo dall'acqua. I capelli inzuppati le cadevano sulle spalle. Dario la guardò. Osservava quella pelle lievemente dorata ora accarezzata da morbide gocce che scivolano. Osservava quegli occhi un pò arrossati dalla salsedine, quel sorriso che riusciva a sconvolgerlo ogni volta. Osservava il suo corpo, le curve morbide dei suoi seni che il costume verde riusciva a contenere a stento. Distolse per un attimo lo sguardo da lei. Vide che in acqua c'era poca gente. Quando si girò nuovamente verso di lei si ritrovò a guardare solo acqua. Ram era scomparsa.
- Ram dove sei? - Non ricevendo risposta provò a chiamare più forte. - RAM! - Ancora nulla. Iniziò un pò a preoccuparsi. "Dove si sarà cacciata?"
Improvvisamente sentì cedere le gambe sotto una forte pressione dietro il ginocchio. Non riuscì a restare stabile e cadde in acqua. Quando ne uscì trovò Ram che lo guardava ridendo con le braccia incrociate sul petto. Sorrise. Ram si accorse però che dietro quel sorriso c'era qualcosa. Dario si sollevò in piedi, le strinse la vita e fissò i suoi occhi azzurri in quelli castani di lei. Ram sentì un'improvvisa vampata di calore alle guance ma sapeva che non era colpa del sole. C'era qualcosa in quegli occhi azzurri. Qualcosa che aveva l'impressione di avere già visto. Qualcosa che era sicura di aver visto. Quel pomeriggio in camera di Dario. Al ricordo di quel pomeriggio ebbe un brivido di paura. Dario si accorse di quel lampo buio che le aveva attraversato il viso.
- Cosa c'è? -
- Niente. - prese le mani di Dario e le staccò da lei.
- Non ti credo. Sei cambiata all'improvviso. -
- Ti ho detto che non è niente. - si voltò e iniziò a camminare verso la spiaggia.
- Perchè stai andando via allora? - la seguì cercando di afferrarle un braccio per poterla fermare, ma lei lo scostava ogni volta che ci tentava.
- Lascia stare Dario! -
Finalmente Dario riuscì ad afferrarle il braccio e con uno strattone potente ma non troppo, in modo da non farle male, la voltò verso di lui. Ram abbassò gli occhi e fissò l'acqua. - Piccola si può sapere che succede? - Dario le afferrò il viso con le mani cercando di farsi guardare in faccia. - Piccola parlami. -
- Lascia stare Dario. - Alzò gli occhi e lo fissò. Dario riuscì a leggervi la rabbia che c'era dentro. - Lasciami stare. - Afferrò nuovamente le mani di Dario e le staccò dal suo viso, stavolta con più decisione, con più forza. Si girò e continuò a camminare verso la spiaggia. Non diede il tempo a Dario di fermarla stavolta.
Alex si era seduta sulla stuoia cercando di non fare cadere il costume che aveva slacciato per prendere meglio colore. Vide Ram arrivare come una furia e buttarsi sulla stuoia alzando un incredibile polverone di sabbia. - RAM CAVOLO STAI ATTENTA! - Guardò l'amica in viso e distinse tra le gocce salate anche quelle che sapeva non provenire dal mare. - Ram cos'hai? - il tono si era notevolmente addolcito.
- Niente Alex. -
- Ram non cercare di prendermi per il culo. -
- RAM! - La voce era quella di Dario che arrivato in spiaggia si era fermato ai piedi del suo asciugamano, ma Ram non si girò.
- Ti ha fatto qualcosa? - Alex sembrava preoccuapata.
Ram la guardò sorridendo, un sorriso vero, dedicato solo a lei. - Non preoccuparti. Non ha fatto niente. Mi è tornata in mente una cosa. Penso che non riuscirò mai a dimenticare. -
Alex capì a cosa si riferiva. Guardò Dario. - Ti conviene lasciar perdere per ora. - consigliò al ragazzo.
- No, è meglio chiarire adesso. - Ram si era decisa a parlare con lui. Si alzò. Gli si avvicinò. Lo guardò negli occhi. - Dario questo periodo insieme a te è stato bello. Sono riuscita a far finta che non fosse successo niente. Ma qualcosa è successo. Purtroppo non riesco a passarci sopra. Non riesco a far finta che sia tutto apposto quando ogni volta che non siamo insieme ho paura. Ho paura che possa succedere ancora. -
- Ram, io... -
- Dario no. Inutile continuare. Non potrei mai stare tranquilla. Non posso vivere così. Volevo fossi tu. Lo sai. Volevo davvero che fossi tu, me ne ero quasi convinta. Ma non sei tu. -
Dario la fissò, le accarezzò il braccio. - Ram, posso essere io. -
- No Dario non puoi. -
- Si. Posso conquistarmi la tua fiducia. -
- Dario la mia fiducia l'hai avuta. L'hai persa. Ho provato a ridartela ma non ce la faccio. -
La fiducia è così, come un vaso di cristallo. Prezioso e bellissimo, ma se lo fai cadere va in mille pezzi e di quel vaso stupendo restano solo i ricordi. Non esisterà più. Dariò capì che Ram faceva sul serio. Raccolse le sue cose. Si infilò la maglietta e andò verso il suo SH125 nero posteggiato poco prima che iniziasse la sabbia bianca. Fece solo pochi passi. Si fermo e si voltò. Guardò Ram, forse per l'ultima volta. L'unica ragazza che aveva sempre voluto. L'unica ragazza che gli era stata negata dal destino. "Ma che destino? Te la sei negata da solo! Tu e le tue S*! Forse è meglio così. Ram non si merita di soffrire. E tu cosa dai alle ragazze se non sesso e dolore? Dopo tutto sei sempre stato così tu, no? Forse lei sarebbe stata quella giusta per me, ma io per lei no. Merita di più. Ram, spero che troverai quello giusto, quello che ti darà ciò che io non ti potrei mai dare. Ti direi che veglierò su di te per difenderti dagli s* che incontrerai, ma ti mentirei ancora. Io non posso difenderti. Ma una cosa potrei dirti se solo mi credessi, perchè di una sola cosa sono sicuro. Tu nella mia vita ci sarai sempre. Siamo Dario Simoni e Ramona Centini. E lo resteremo per sempre." Si voltò verso la strada e se ne andò.
Ram lo guardò allontanarsi sempre di più. Lo vide partire sul suo SH125 nero che li aveva visti tante volte passeggiare insieme senza meta in quel periodo. Lo seguì finchè non scomparve. Si sdraiò al sole con le lacrime che le rigavano le guance. Vale, Kevin e Alex la guardavano in silenzio. Ram si voltò a guardarli e tra le lacrime sorrise loro per rassicurarli. solo allora si accorse che la stuoia di Diego non c'era più. "Non mi sono nemmeno accorta che è andato via."
Sentì una mano sulla sua spalla. Era Diego che si era trasferito vicino a lei. Ram lo guardò e lui la strinse. La strinse come quel giorno in camera ed esattamente come quel giorno Ram scoppiò in un pianto ancora maggiore. Il calore di Diego però la confortò in fretta. Smise di piangere. Diego se ne accorse ma non la lasciò andare. La strinse più forte. Le baciò una guancia. - Ti voglio bene. -
Ram ne fu sconvolta, non aveva mai sentito quelle parole uscire dalla bocca di Diego - Anch'io Diego! -
Diego la lasciò andare. Le sorrise e la vide sorridere. Ram si voltò a guardare Alex e Vale. Si gettò tra le loro braccia inzozzando tutti di sabbia. Ma a nessuno importava. Vederla sorridere, finalmente davvero, non aveva paragoni. - Vi amo ragazze. -
- Anche noi! -

Erano lì tutti e cinque pronti a finire la loro estate. Un pò meno ad affrontare l'anno decisivo del diploma. Sicuramente un pò spaventati da quello che sarebbe accaduto e dalle sorprese, belle e brutte, che avrebbero trovato sulla loro strada. Sarebbero stati ancora insieme? Si sarebbero persi di vista? I loro rapporti sarebbero durati? Nessuno poteva dirlo. Nessuno sapeva. Ma a volte è meglio non cercare di sapere e vivere le cose così come vengono...

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