La trappola

di Simus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuga ***
Capitolo 2: *** Il cip ***
Capitolo 3: *** Le segrete ***
Capitolo 4: *** Nadia ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni ***
Capitolo 6: *** La lettera ***
Capitolo 7: *** Le luci della città ***
Capitolo 8: *** Agguato al parco ***



Capitolo 1
*** Fuga ***


Erano passati 365 giorni dall'ultima volta che aveva percorso quel vicolo così buoi e fetido che quasi non si ricordava quella puzza di fogna.
Aron era teso,continuava a voltarsi , eppure non sembrava esserci nessuno. Arrivò a quello che aveva tutta l'aria di essere un  pub,vi entro.

Il locale era piccolo e poco illuminato,c'erano altri ragazzi seduti ai tavoli,alcuni con diversi bicchieri di birra svuotati davanti a loro; ma lui non era venuto per bere. Aron si diresse al grande bancone di legno che occupava tutto lo spazio centrale della sala, dove a servire vi era una ragazza dai sfavillanti capelli rossi e molto magra.

Quando lo vide non diede cenno di averlo riconosciuto,ma lui sapeva che non era proprio così . Infatti la giovane dopo aver servito diversi clienti si avvicinò a lui e con gli occhi lucidi gli parlò - Aron,per l'amor del cielo sai bene che non dovresti essere qui ! - e si asciugò una lacrima con il canovaccio che teneva in mano.

- Lo sò Melania però oggi è il mio compleanno ed è l'unico giorno che ho a disposizione per uscire, perciò preferisco passarlo con la mia famiglia o ciò che ne resta ... - disse Aron afferrando l'esile braccio della cameriera.

- Non sai quanto mi sei mancato fratello mio! Però se vogliamo sopravvivere non dobbiamo stare insieme e questo tu lo sai bene! Loro sono dappertutto, e potrebbero stare qui ora! - Melania tremava all'idea di poter essere spiata o ascoltata,aveva paura e suo fratello glielo poteva leggere negli occhioni verdi.

- Oggi faccio 18 anni sorella, e sai perfettamente che il contratto che avevo firmato con Loro è scaduto, non dipendo più da nessuno! -
- Non essere ingenuo,una volta che firmi non sei che un loro burattino, hai mai visto qualcuno uscirne? Loro ti danno una finta libertà per poi ricattarti di nuovo e se venissero a scoprire che anche io sono come te sarebbe la fine Aron! - sussurò Melania con tono fermo.

Aron era andato lì per convincere sua sorella a uscire allo scoperto e vivere normalmente,eppure lei si rifiutava, temeva di essere portata alla Casa, il centro di addestramento che reclutava giovani con qualità fuori dalla norma, per insegnare loro a usare per un bene comune i poteri che possedevano , o meglio creava delle armi.

Lui e Melania da piccoli vivevano in una splendita casa con i loro genitori ed una vita normale. Poi tutto cambiò, Lisa e Jhon ,i loro rispettivi genitori rimasero vittime di un terribile incidente aereo , così loro rimasero orfani. Non avendo altri parenti vennero portati in una casa famiglia.

Il giorno in cui i genitori morirono,i due giovani scoprirono di possedere uno strano potere,il cui segreto Aron non seppe mantenere e finì per essere reclutato dalla Casa,che gli assicurava un tetto,del cibo e dei vestiti. Aron accettò firmando un contratto che sarebbe scaduto non appena avesse compiuto 18 anni , in quel tempo ne aveva solo 9 .

Melania preferì tenere nascosto il suo potere e rimanere nella casa famiglia,cercandosi un lavoro adatto ad una quattordicenne,e trovò il posto da cameriera proprio in quel pub dove stavano discutendo nuovamente delle loro sorti.

-  Pensaci bene sorella, potremmo uscire senza paura di essere seguiti ora! Possiamo fare ciò che preferiamo!-
-  NO! E' rischioso stare insieme,per me come per te,saremmo un bocconcino troppo appetitoso e ci costringeranno a collaborare con loro,perciò io direi di andare ognuno per la sua strada Aron . -
- Come vuoi Melania,però sappi che non sono d'accordo ! - sbuffò il ragazzo passandosi una mano tra i lunghi capelli neri e alzandosi di scatto dallo sgabbello.
- E' per il nostro bene ! - alzò la voce Melania, le lacrime ormai le premevano per uscire,voleva che suo fratello non se ne andasse,che rimanesse lì con lei,eppure sarebbe stato troppo rischioso per entrambi.

Aron si staccò dalla presa della sorella e si avvicinò all'uscita,afferrò il pomello d'ottone ormai consumato e lo tirò a sè,si voltò verso di lei,la guardò un'ultima volta e poi fu fuori dal locale.

Melania rimase immobile per qualche istante, odiava vedere suo fratello così ...solo,ma era abbastanza grande da cavarsela anche senza di lei .  Ad un tratto sentì la voce roca del fratello insinuarsi nella sua testa " ti voglio bene " le disse ,lei senza pensarci un attimo gli rispose " Anche io te ne voglio ometto " .

Il loro potere non era poi così del tutto inutile...o meglio parte del loro potere.

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Capitolo 2
*** Il cip ***


Tirava un forte vento per le vie di Parigi, e Aron si stringeva sempre di più nel suo giubbotto di pelle nera . Erano ore che vagava a vuoto senza una meta precisa, le gambe come i piedi iniziavano a lamentarsi .

L'incontro con sua sorella lo aveva scosso, rivederla dopo così tanto tempo e in uno stato di puro terrore,lo destabilizzava. Aron si sentiva in dovere di proteggere Melania anche a costo della sua vita, e questo lei non glielo avrebbe mai permesso.

Con questi pensieri in testa non si accorse di essere pedinato da una figura scura e grottesca che non lo perdeva di vista .

Ad un tratto un gatto saltò fuori da un secchione per l'immondizia e fece sobbalzare Aron,che giratosi di scatto vide l'uomo dietro di sè. Non ci mise molto a capire che fosse uno di Loro, e le sue gambe iniziarono a correre mosse dall'adrenalina entrata in circolo.

Come avevano fatto a trovarlo ? Era stato così ingenuo da pensare di essere finalmente libero come le aveva detto Melania?
Con molte probabilità sì...

L'uomo dietro di lui non perse tempo e con un'agilità fulminea colmò le distanze che li separavano . Aron sentiva il suo fiato sul collo,provò a correre più veloce,ma le gambe protestavano altamente e la fortuna non fu dalla sua parte,inciampò e rotolò a terra come il più perfetto degli imbranati.

Sentì un forte dolore al ventre,si rannicchiò a terra portandosi le ginocchia al petto. L'uomo lo aveva colpito, e lui non riusciva a reagire,sentiva l'asfalto ruvido graffiargli la guancia e il sibilio di un pugno arrivargli in piena faccia. Fece appena in tempo a vedere un volto incappucciato con un orrido ghigno prima che perdesse completamente i sensi.                                                                                   
                                                                                                               * * *
Voci,fu la prima cosa che riuscì a percepire Aron,seguite da un forte dolore alla testa e all'addome . Dove si trovava? Piano piano iniziò a mettere a fuoco l'ambiente che lo circondava. C'era una forte luce, ed era circondato da dottori con camici bianchi e cartelline in mano .

Fu un attimo,e capì perfettamente di essere alla Casa e più precisamente in sala operatoria legato su un lettino,pronto per essere operato .

- Non capisco ancora perchè lei dottoressa è contraria alla sistemazione del cip nel ragazzo! - affermò un uomo bassetto e barbuto che varie volte Aron aveva incrociato per i corridoi della scuola.
- Perchè mio caro professor Luscher il cip potrebbe recari danni alle capacità del ragazzo! Il suo potere è proprio quello di insinuarsi nelle menti delle persone e fargli fare ciò che vuole,se noi immettiamo questo cip all'altezza del cervelletto per comandarlo a nostra volta potrebbe non funzionare! - esclamò la donna innervosita dalla poca perspicacia del professore.

Nessuno dei due si era accorto che Aron fosse sveglio e pronto a cercare una via di fuga. Conosceva la Casa molto bene e sapeva che quel reparto stava al terzo piano, come poter scappare?

- Non mi importa dottoressa! Faccia quello per cui è pagata,e l'avverto che se non dovesse riuscirle l' operazione non vedrà più sua figlia! - urlò il piccoletto puntando un dito contro la donna che aveva tutta l'aria di essere tormentata nel profondo . Annuì senza replicare.

Aron sapeva che Loro ricorrevano spesso e volentieri a quel genere di ricatti,ma di certo non provava pena per colei che avrebbe ficcato nel suo cervello un cip !  Aspettò che il professor Luscher uscisse dalla sala con tutta la sua equipe medica,lasciandolo solo con la dottoressa.

Fu in quel momento che accadde l'inaspettato,la donna si voltò verso di lui,che ancora faceva finta di dormire e disse - Aron smettila di far finta di stare nel mondo dei sogni , dobbiamo parlare - .
Il ragazzo preso in contro piede aprì gli occhi per osservare meglio la dottoressa che lo stava slegando. Era una donna alta, ben tornita e con un viso piuttosto dolce,solcato da una profonda ruga sulla fronte.

- Non voglio farti del male,e non ho la minima intenzione di mettere un cip nella tua testa . - la voce era chiara e sicura.
- Ma le è stato ordinato o sbaglio? - replicò Aron stupito
- Si ma non lo farò,voglio aiutarti a patto che tu aiuti me! - finalmente la donna lo guardò negli occhi,ed Aron vide determinazione e coraggio,le stava dicendo la verità .
- Cosa vuole da me? - provò a chiedere il ragazzo ormai seduto sul letto e pronto ad andarsene per sempre da quell'inferno.
- Salva mia figlia Nadia, Loro l'hanno rapita affinchè io mi mettessi al loro servizio,sta nelle segrete,trovala e portala via di qui ! - supplicò la povera donna .

Aron non poteva privarla del suo aiuto dopo che l'aveva salvato da un'orribile fine. Si passò una mano fra i capelli, guardando la sala bianca colma di siringhe,attrezzi e bisturi. Non aveva scelta, doveva aiutare la dottoressa.

- Lo farò,ma c'è troppa gente in giro per i corridoi e io non passerei inosservato... - spigò concitato il giovane
- Per questo non preoccuparti, farò finta di averti operato ed installato il cip,passerai 24 ore in rianimazione, nessuno ti disturberà e tu avrai il tempo di riposare e recuperare le energie. Passate quelle ore verrò personalmente a visitarti accompagnata dal dottor Luscher che vorrà vedere se il cip funziona . Tu farai tutto ciò che lui ti chiederà ! Quando riterrà che sei controllato da Loro ti permetterà di girare per la Casa,e sarà allora che libererai mia figlia, se sarà necessario usa anche il tuo potere! - la donna aveva elaborato un piano diabolico e molto rischioso , Aron non vedeva l'ora di metterlo in atto .

- Perfetto, sarà fatto,però c'è una cosa che mi sfugge in tutto ciò...come farà lei a fuggire? - 
- Non preoccuparti Aron ,mia figlia viene prima di tutto,prima della mia stessa vita. - sorrise gentile la dottoressa.

Aron rimase colpito da quelle parole,e senza esitare propose di iniziare con la farsa.
  

                                                                                        


 

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Capitolo 3
*** Le segrete ***


Aron marciava per i corridoi della Casa con lo sguardo vuoto,fisso in un punto come se non stesse pensando a nulla .
Purtroppo non era così .

Dentro quel ragazzo di appena diciotto anni si agitava un demone . Aveva superato la supervisione del professor Luscher,il quale gli aveva chiesto di afferrare un bisturi e infilarselo nella coscia, tutto ciò per verificare l'efficacia del cip di controllo. Ovviamente si era conficcato quel bisturi nella gamba, imprecando mentalmente tutti i santi che conosceva.

Non voleva fallire, la dotteressa gli aveva salvato la vita e lui doveva liberare sua figlia Nadia.

Mentre era stato a riposo,aveva riflettuto a lungo su come entrare nelle segrete,ed era arrivato ad una sola soluzione:usare il suo potere. Aron fino a quel momento non era mai riuscito ad usarlo volontariamente . Finchè si trattava di trasmettere i propri pensieri nella mente di qualcun altro era stato semplice,ma controllarla completamente richiedeva un grande sforzo . L'ultima volta che ci aveva provato era svenuto,rimanendo incoscente per 24 ore .

Ora però era più grande e sapeva cosa lo aspettava,perciò continuò a camminare spedito verso le segrete.

Alle sei del pomeriggio la Casa era vuota,c'era qualche ricercatore o scienziato nei piani alti e qualche guardia al piano terra o giù nelle celle. Infatti i ragazzi dotati o stavano chiusi nelle camere a studiare o fuori nel parco della Casa, perciò Aron non incontrò nessuno.

Superata l'immensa scalinata centrale,si ritrovò nella vasta sala di ricevimento tutta rigorosamente bianca e poco decorata con qualche mobile barocco. Aron sapeva perfettamente che per accedere nelle segrete doveva oltrepassare la porticina dietro la scalinata, ma vi era una guardia.

Si concentrò totalmente,liberò la mente da ogni pensiero e si avvicinò al sorvegliante.

- Che ci fai qui,ragazzo? - chiese l'uomo burbero e con un vago accento americano
- Tu adesso dormirai e ti dimenticherai di avermi visto. - disse Aron scandendo ogni singola parola e guardando fisso l'uomo.
Il ragazzo aveva scelto di dirlo ad alta voce,in modo che il comando avrebbe sortito un maggior effetto,e così fu.

La guardia cadde a terra, entrando nel mondo dei sogni. Aron afferrò le chiavi che l'uomo teneva attaccate alla cinta e dopo qualche tentativo aprì la porta entrando nel buio più totale.

Aron non aveva mai messo piede in quel luogo, per i ragazzi della Casa era proibito accedervi,e lui non sapeva da che parte andare. Mise un piede avanti provando a sondare il territorio ma....rotolò giù per le scale che non aveva visto.

L'aver usato il suo potere lo rendeva più vulnerabile e meno concentrato,in più l'essere caduto dalle scale non aveva contribuito.
Aron si alzò subito,aggiustandosi i pantalosi,ormai ridotti male e guardandosi intorno.

Finalmente una fiaccola illuminava leggermente l'ambiente,completamente fatto in pietra,era inquietante come posto,però non aveva scelta...doveva proseguire. Non appena fece per camminare senti un dolore lancinante alla caviglia,si era rotta. Imprecò sottovoce,e si aiutò appoggiandosi al muro.

Percorse un corridoio lungo e stretto che lo portò in una sala circolare piena di celle e sorvegliata da ben due guardie.
Aron si appiattì completamente al muro per non farsi scorgere dalle guardie,e trovare una soluzione al più presto.

Usare nuovamente il suo potere su entrambi non era fattibile,gli avrebbe richiesto troppa energia,perciò uno doveva stenderlo a pugni o meglio provarci ...

Prese un grosso respirò e si gettò al centro della sala,afferrò di sorpresa il primo uomo che provò a stendere con un calcio ben piazzato sull'addome,poi voltandosi verso l'altro che stava per scagliarsi su di lui gli comandò - Ora tu libererai Nadia e poi dimenticherai tutto. -  Quello come se fosse stato una marionetta gli ubbidì.

Infatti cercò nelle tasche la chiave e andò spedito verso una cella. Nel mentre Aron lottava con la prima guardia che non voleva saperne di crollare definitivamente,e lui di certo non poteva continuare a combattere con una caviglia rotta perciò osò.

- Fermati,addormentati e dimentica tutto.- l'uomo così fece, e Aron finalmente cessò la lotta.
Ma questo sforzo lo pagò caro,il sangue iniziò a scendere copiosamente dal naso,sentì la nausa assalirlo. Strinse i denti, non poteva cedere ora.

Si girò verso l'altra guardia che aveva già aperto una cella buia,dalla quale si distinse una figura alta e slanciata farsi avanti.
Aron le andò incontro zoppicando,e scansò la guardia che era rimasta lì davanti immobile con lo sguardo perso.

Appena la luce illuminò il volto della ragazza,Aron ne rimase colpito,era di una dolcezza travolgente,e i suoi occhioni color cioccolato erano colmi di paura mista a rabbia.

- Sono venuto a liberarti, mi manda tua madre - spiegò il ragazzo conciso
- Perchè non è venuta lei? - chiese con risentimento,incrociando le braccia al petto
- Non lo so,comunque ora seguimi, non abbiamo tempo per i convenevoli! - si spazzientì Aron afferrandola per un braccio e cercando di trascinarla fuori.
- Ehi! Faccio da me,tu limitati a farmi strada.- disse lei con un tono altezzoso che poco si addiceva alla dolcezza del suo viso.

Così Aron sbuffando le fece strada e a mezza bocca sussurrò - Iniziamo bene . . .-
La ragazza parve averlo sentito perchè cambiando atteggiamento si presentò - Comunque piacere,Nadia! -
- Lo so - tagliò a corto lui,lasciando la giovane interdetta.

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Capitolo 4
*** Nadia ***


Uscire da quel labirinto non fu proprio un'impresa facile,soprattutto per via di Nadia.

Aron era spossato,il sangue gli scendeva copiosamente sulla faccia e le sue orecchie non sopportavano più la vocetta di Nadia.
Per tutto il tragitto nei sotterranei continuava a fargli domande sul come avesse fatto ad eludere ben tre guardie e il perchè avesse accettato di liberarla.

Nadia era curiosa,voleva capire se era il caso di fidarsi di  quel ragazzo dagli occhioni blu. Però molto presto si accorse che non aveva scelta . . .

Non appena arrivarono nella sala principale si precipitarono verso un'uscita laterale che conosceva Aron.
- Ora stammi bene a sentire,questo è un condotto che porta fuori dalla casa, e noi dobbiamo attraversarlo tutto ed anche in fretta. -
La ragazza non doveva essere molto convità pensò Aron,eppure stranamente non replicò e si gettò dentro con disinvoltura .
Aron la seguì subito dopo . Ma appena si trovarono a circa metà percorso risuonò l'allarme nella Casa .

- Merda! Vai più veloce,ci hanno scoperto! - urlò Aron inginocchiato nel condotto e ancora gocciolante sangue
- D'accordo ma non ti agitare,mi metti ansia! - replicò Nadia voltandosi verso di lui e increspando le labbra in una sfumatura ironica .
Aron sospirò,non aveva neanche più la forza di replicare.

Dopo 5 minuti si ritrovarono catapultati sul retro della Casa con ben dieci guardie davanti a loro .
Aron si appoggiò al muro,era disposto ad arrendersi purchè gli avrebbero promesso un letto su cui riposare,il cervello stava per espodergli!

Improvvisamente sentì la mano di Nadia afferrarlo per un braccio, in lontananza udì la sua voce urlare qualcosa e poi vide tutto nero.
                                                                                                                   *  *  *
- Ehi,Aron svegliati! - lo scosse Nadia,seriamente preoccupata per le condizioni del ragazzo,il quale stava supino in un vicolo di Roma.
Al terzo schiaffo della ragazza Aron aprì gli occhi, completamente confuso e disorientato .
- Grazie al cielo ! - sospirò Nadia bianca come un cencio e con i suoi dolci occhioni cioccolato ancora pieni di paura.
Aron provò a tirarsi sù,e vi riuscì con l'aiuto della ragazza che lo teneva saldamente sotto braccio .

- Ma dove siamo? - articolò Aron con la bocca ancora impastata e con il sapore ferroso del sangue che gli dava la nausea
- A Roma ,o almeno credo . . . - sorrise Nadia come se fosse fiera di sè
- Okay, hai sbattuto la testa? - le domandò Aron alzando un sopracciglio
- No, tu invece si . . . - iniziò Nadia gesticolando ampiamente con le braccia
- Dai smettila, dove siamo realmente? - la interuppe il giovane spazientito
- Seguimi . - fu l'unica risposta che ricevette

Nadia camminava piano,andando al suo passo e sostenendolo con forza, il suo volto era illuminato dalla luce di qualche lampione, era molto graziosa si ritrovò a pensare Aron .
- Tutto okay ? - gli sorrise la ragazza,che con molte probabilità si era accorta del suo sguardo.
- Oh si si . . . - balbettò Aron imbarazzato dall'essere preso in contro piede .
- Sarà ... comunque guarda li giù - le indicò Nadia con aria assorta

Il Colosseo illuminato . Ecco cosa vide .
Impossibile ! Pensò di getto Aron,spostando lo sguardo dal viso di Nadia al Colosseo .
-  C-come hai fatto? - urlò senza rendersene conto un Aron  che non riusciva a capire cosa fosse successo.

- Zitto! O sveglierai mezza città! - protestò la giovane,che inchiodatolo al muro e puntatogli due occhioni cioccolato nei suoi iniziò a fornire spiegazioni.

- Quello che sto per dirti non deve saperlo nessuno,promettimelo! - quasi lo supplicò la ragazza
- Promesso - sorrise Aron curioso di sapere tutto
- Bene,come tu puoi comandare la gente, io riesco in situazioni molto particolari e indipendenti dal mio volere a teletrasportarmi .- disse tutto di un fiato la ragazza.

- Wow ! - esclamò un Aron del tutto sorpreso e incredulo .
- Perciò tu ci hai salvato - concluse lui con semplicità
- Be' tu hai salvato me . . . - affermò lei abbassando lo sguardo ed evitando di guardarlo in faccia .

- Dovere . - si limitò a dire con un'alzata di spalle.
Fu in quel momento che iniziò a girargli la testa,ed un dolore lancinate alla caviglia lo fece piegare con un lamento .
- Aron! Oh cielo ! Ti senti male?- e così dicendo gli prese un braccio e se lo portò intorno alle spalle,aiutandolo a stare in piedi .
- Lasciami andare Nadia - cercò di opporsi lui, ma lei non volle sentire scuse,e lo trascinò dritto dritto nel primo palazzo che incontrò per chiedere aiuto.

Era un palazzo antico,molto lavorato all'esterno quanto all'interno. Il portone era accostato,e loro entrarono.
Poco dopo Nadia suonò alla prima porta che incontrarono sul piano terra . All'inizio pensarono che non vi era nessuno in casa,poi ad un tratto la porta si aprì,e ne emerse la figura di un anziano uomo in vestaglia e con aria molto assonnata.  Lo avevano svegliato .
Appena vide i due giovani mal conci,strabbuzzò gli occhi e li osservò da capo a piedi.
 
- Ci scusi signore - iniziò Nadia,con la voce più dolce e innocente che avesse - siamo feriti e non abbiamo nessun posto dove andare, potrebbe aiutarci? - 
Alla richiesta della ragazza l'uomo fece un'espressione che non prometteva nulla di buono,stava per chiudergli la porta in faccia quando Nadia si frappose fra l'anziano e la porta .
Fu proprio quando l'uomo vide il volto di Nadia illuminato dalle luci che sobbalzò . Aron notò che l'espressione dell'uomo si addolcì e gli occhi gli si fecero lucidi.
- La prego non ci neghi l'ospitalità - insistette Nadia
- D'accordo,entrate . . . - acconsentì l'uomo spalancando la porta di casa e fissando sempre di più la ragazza .
- Grazie mille!! - sorrise lei trascinando dentro anche un Aron mooolto guardingo .

- Aspettate qui,vado a chiamare mia moglie - gli disse l'anziano , lasciandoli soli nel salotto di quella che doveva essere una casa molto grande e ben arredata. C'erano molti mobili antichi, ma ciò che colpì i ragazzi fu l'immensa libreria che avvolgeva tutte le mura della stanza. I libri presenti erano antichi e molti dei quali scritti in greco o in latino,tomi su tomi tutti ben rilegati .

Alle loro spalle sentirono un frusciio, quando si voltarono videro una donna avanti con gli anni e grassottella con una veste celeste e con un bicchiere d'acqua in mano .
Questa non appena incrociò lo sguardo di Nadia, lasciò cadere il bicchiere sul tappeto,scoppiando in lacrime e cercando il marito per sostenersi .

Aron pensò che quei due vecchi signori erano molto scossi e troppo presi da Nadia, c'era qualcosa sotto,e lui avrebbe scoperto cosa.

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Capitolo 5
*** Rivelazioni ***


Passarono un'intera giornata a dormire,senza muovere neppure un muscolo. Aron era distrutto e quando si svegliò ancora aveva una leggera emicrania e un senso di nausea che non lo voleva abbandonare.

Quando si alzò dal divano,notò che Nadia non era lì con lui . Non che ricordasse dove si fosse messa a dormire, però era quasi certo che anche lei fosse nel salone. La risposta non tardò ad arrivare .

Dalla cucina degli anziani signori , provenivano voci sommesse, bisbigli . E Aron fattosi strada nel corridoio vide Nadia origliare alla porta.
Lì per lì non seppe se preoccuparsi,vista l'espressione concentrata della ragazza ,oppure scoppiare a ridere come un bambino.

Nadia non appena si accorse della sua presenza,gli fece cenno di tacere . Sembrava preoccupata .

Nel mentre le voci si fecero più forti , e improvvisamente la porta si aprì .

Nadia finì spiaccicata contro il muro emettendo un gemito di dolore . L'avevano presa in piena faccia . A quel punto Aron non riuscì più a trattenersi e scoppiò a ridere.
L'anziano uomo che aveva aperto con violenza la porta , si premurò di vedere cosa era successo al faccino di Nadia .

- Non si sbircia e non si origlia ,mia cara signorina ! - la rimproverò dopo averla soccorsa
- E tu non dovresti aprire le porte in quel modo ! - urlò la moglie, che apparsa sulla scena aveva preso per un braccio Nadia,trascinandola nella cucina. Poi rivolgendosi ad Aron lo invitò ad entrare per fare colazione .

- Questo è tutto ciò che abbiamo , oggi andrò a fare la spesa e comprerò ciò che vi piace . - iniziò col dire la donna
- Non si preoccupi signora , questo è anche troppo ! Solitamente non sono abituato a mangiare delle torte così deliziose . - sorrise il giovane addentando una fetta di ciambellone al cioccolato e gustandosela lentamente bevendo del latte caldo .
Anche Nadia faceva lo stesso, ma fece ben attenzione a non guardare i due vecchietti negli occhi . Si vergognava .

- Comunque io e mia moglie Linda , ci chiedevamo come fosse finiti qui giù ! Da dove venite? - chiese l'anziano,guardando i giovani con i suoi penetranti occhi verdi .
Fu in quel preciso istante che Nadia puntò con lo sguardo l'uomo e con aria così convincente narrò di come fossero due giovani turisti che erano stati picchiati da una banda di teppistelli .

Aron pensò che con molte probabilità quei due non ci avrebbero creduto,però si stupì di come entrambi annuirono alla storia narrata da Nadia. Il tono della voce era piatto ,così come la sua espressione : sapeva mentire .

La dolce Nadia aveva mille risorse, e più di una volta lo avevano salvato .

Il resto della giornata lo passarono a guardare la tv per vedere se la " Casa" avesse fatto un appello per ricercare i due fuggiaschi, ma così non fu . Linda si era premurata di fornire loro abiti nuovi e puliti, e di preparare continue merende o spuntini .

Al contrario il marito era scomparso, rintanandosi da qualche parte nella grande casa. Aron cercò di capire il perchè dapprima non fossero molto inclini ad ospitarli ed ora si comportavano come se avessero ospiti d'onore. Però una cosa la sapeva , era stata Nadia ad attirare la loro attenzione.

La sera avanzò rapida,e fu allora che riapparve il vecchietto,era stanco e continuava a stropicciarsi gli occhi come se avesse letto per tutto quel tempo . Possibile?

Aron aveva tante domande per la mente,forse troppe eppure non aveva il coraggio di porle. Rimase fermo sul divano a far finta di guardare una partita di calcio. Al contrario Nadia girava per il salone,esaminando la grande libreria, cercava qualcosa,ma cosa?

- Ragazzi è pronta la cena,venite pure in cucina - annunciò Linda tutta indaffarata con una parannanza rossa e bianca . Se avessi dovuto pensare ad una nonna lei sarebbe stata perfetta .

Non appena tutti fummo a tavola Nadia iniziò con quello che aveva l'aria di essere un interrogatorio ben studiato .
- Avete figli ? - chiese addentando una coscia di pollo

I due anziani s'irrigidirono,ma non lasciando intravedere altro risposero con un cenno affermativo del capo .

- E' una ragazza? - continuò imperterrita lei ,con un tono neutro e concentrata sul boccone
- Si - rispose Linda
- Dov'è? - ora Nadia guardò i due vecchietti negli occhi

Aron percepì tutta la tensione che in quel momento avvolgeva la cucina, aveva capito che Nadia si era fatta una sua teoria e di certo non avrebbe mollato facile la presa, voleva delle risposte.

- Bene, Linda che ne dici se le raccontiamo la storia per sommi capi? - chiese ad un tratto l'uomo,passandosi una mano fra i capelli bianchi e massaggiandosi le tempie .
La moglie senza tanti preamboli iniziò a raccontare .

- Fino a 17 anni fa' nostra figlia abitava qui con noi, poi qualcosa cambiò ,era una giovane dotata nello studio , aveva conseguito un dottorato in medicina , e passava la maggior parte del suo tempo a studiare . Poi un giorno conobbe un tale francese,s'innamorarono , anche lui era un medico e 5 mesi più tardi aspettavano due gemelli . Dopo un lungo travaglio furono partoriti da nostra figlia , erano due neonati bellissimi . Per un breve periodo ,qualche mese , alloggiarono qui poi lui decise che era giunto il momento di trasferirsi a Parigi,da quel momento non li vidi più seppur nostra figlia continuò a scriverci . In particolare ci informò che il francese l'aveva lasciata e con sè si era portato via il maschietto. Lei crebbe la femminuccia,della quale ci spedì diverse foto, ora sappiamo che ha 17 anni e si chiama Nadia . - 

Il discorso fu lungo ma tanto chiaro quanto sconvolgente : Nadia era loro nipote . Aron smise di mangiare,e si concentrò sul viso perfetto di Nadia che non tradiva alcuna emozione . Era sotto schok?

Ad un tratto si alzò di scatto dalla sedia,serrò i pugni e una lacrima solitaria attraversò la sua guancia .

- Bene . - fu l'unica cosa che riuscì a dire .
Sentiva la testa esploderle,il respiro corto e aveva bisogno di correre lontano da quelle verità sconvolgenti. Aveva un gemello,quelli erano i suoi nonni e sua madre non aveva fatto altro che dirle un sacco di balle .

- Nadia , in realtà non è ancora tutto . . . - annunciò suo nonno abbassando lo sguardo .

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Capitolo 6
*** La lettera ***


Nadia non poteva e non voleva crederci,si guardava intorno e non capiva, una lacrima solitaria le sfuggì .
Perchè sua madre le aveva nascosto tutte quelle verità?

Aveva passato due giorni a parlare con suo nonno,voleva sapere tutto, e alla fine lui la condusse in quella che doveva essere la stanza di sua madre. Nonostante fossero passati anni , quel posto era impregnato del suo profumo . L'arredo era semplice e rigoroso ,proprio come sua madre, le pareti color panna e una libreria piena di testi scientifici e quaderni . I suoi nonni le avevano garantito di aver lasciato tutto come quando sua madre era partita, ed era vero . Nadia riconosceva quell'ordine paranoico che fino a qualche tempo fa odiava . Ora le mancava.

Così la ragazza non perse tempo ed iniziò a cercare, voleva degli indizi e di certo non si sarebbe arresa . Nello sfogliare i sui appunti sentì una morsa allo stomaco , quella calligrafia così elaborata ed elegante fu un'ulteriore pugnalata . Mentre leggeva quegli scritti poteva sentire la sua voce, e immaginare il tono professionale che spesso usava senza badarci .

Poi scartabbellando tutti quei fogli trovò un foglietto colorato con sopra scritto " l'essenziale è invisibile agli occhi " quella era la frase del loro libro preferito : Il piccolo principe . Sua madre aveva trascorso talmente tante sere a leggerglielo per farla addormentare che ora lo sapeva a memoria , e quella frase era la loro frase,il loro codice .

Non perse tempo cercò tra gli scaffali polverosi il libro, non appena lo trovò lo aprì al capitolo dove vi era scritta quella frase : c'era un foglio ripiegato.
Le tremavano le mani e non aveva il coraggio di aprirlo, fece un respiro e lo spiegò .

" Carissima Nadia ,
se stai leggendo questa lettera molto probabilmente è successo qualcosa che ci ha separate,e forse per sempre . Non sai quanto sto soffrendo nello scriverti queste righe , vorrei averti sempre vicino,vorrei proteggerti ogni attimo della mia vita ,ma soprattutto avrei preferito dirtele di persona queste cose : hai un gemello e un padre. I nonni ti avranno già spiegato tutto ed ora ti starai chiedendo il perchè ho taciuto questa cosa per anni , ebbene è stato per proteggerti da tuo padre, lui non è l'uomo che credevo,è avido,arrivista e pericoloso , mi ha strappato dal petto tuo fratello, non sono dove sia e come stia, e per una madre è un dolore indescrivibile .
Non cercare ne' lui ne' tuo padre, finiresti in brutte situazioni ed è perciò che non ti dirò il nome, perdonami tesoro , ma voglio che tu viva libera e spensierata . Non pensare a ciò che potrebbe essere o che poteva essere ,pensa solo a stare bene ed essere felice .
Se necessario dimentica tutto , dimenticati di me , troverai un conto aperto a nome tuo , ci sono abbastanza soldi per pagarti gli studi e costruirti una casa lontano da tutto ciò .
Il mio ultimo desiderio, è che tua sia felice e al sicuro , non immischiarti con la Scuola e con tuo padre .
Vivi amore mio . Fallo per te stessa prima che per me .
Brucia la lettera e volta pagina, sta per iniziare un nuovo capitolo della tua vita,del quale io non ne farò più parte,ma non guardare al passato pensa al tuo futuro . 

                                                                                                                                             Con Amore la tua mamma . "

Questo era troppo ! Come poteva chiederle di dimenticare e rifarsi una vita quando lei per prima non voltava mai pagina!
Rabbia . Pura e semplice rabbia .
Nadia aveva accartocciato quel foglio, lo teneva stretto in un pugno , non poteva crederci ,non voleva . Lei doveva salvare sua madre, conoscere suo fratello e sapere chi fosse suo padre . Eppure non sapeva come fare , si sentiva così piccola !
Senza neanche rendersene conto scivolò sul pavimento appoggiandosi alla parete, era stremata da tutte quelle rivelazioni , la verità aveva un peso che non riusciva a sopportare . Pianse,pianse tutte le lacrime che un essere umano poteva produrre, stette rannicchiata a terra per ore , fissava un punto vuoto , indefinito , le faceva male la testa e le bruciavano gli occhi .

Nessuno era entrato nella sua camera, nonostante l'eco dei suoi singhiozzi si sentisse chiaramente . I suoi nonni e Aron l'avevano lasciata sola con i suoi pensieri, quella battaglia era la sua .

Un leggero suono alla porta la riportò nel mondo reale, così con voce roca e spezzata chiese - Chi è ? -
- Sono io Nadia , posso? - era la voce di Aron, un po' impacciata ma inconfondibile
- Si certo - sorrise lei .
Aron entrò nella stanza, aveva un vassoio con un piatto fumante in mano, e con estrema lentezza richiuse la porta dietro di lui .
I suoi capelli neri rilucevano,per non parlare del suo sorriso che illuminò la stanza .
Nadia iniziava a vederlo sotto una luce diversa , nuova per certi aspetti .

- Ho pensato che avessi fame , così ti ho portato la minestra di tua nonna , è davvero molto buona ! - e così dicendo posò il vassoio davanti a lei, e lui le si sedette di fronte . All'iniziò si guardò intorno, non era mai entrato nella camera di sua madre, poi posò i suoi occhioni verdi su di lei .

Aron nel vederla ridotta così provò una stretta al cuore, le ricordava il periodo in cui lui si sentiva perso, solo e affranto per la morte dei suoi . Ma lui aveva una sorella con la quale poter condividere tale dolore, seppure la vedeva pochissimo . Nadia invece suo fratello non lo conosceva neppure.

Il suo viso perfetto era rigato da lacrime , gli occhi rossi per il pianto e in mano teneva stretto un foglio accartocciato . Aron si sentì in dovere di strongerla forte a se' e dirle che lui c' era e l'avrebbe aiutata . Ma lei fu più veloce,spostò il vassoio,e si gettò fra le sue braccia, nascondeva la testa nel suo petto, era scossa da singhiozzi , tremava . Aron la strinse forte, erano talmente vicini che percepiva il profumo di miele e fiori che emanavano i suoi capelli castani, sentì lo stomaco fare una capriola e strinse ancora più forte Nadia .

Si conoscevano da poco più di una settimana eppure avevano legato molto, ed ora stavano lì l'uno avvinghiato all'altro in cerca di un'ancora di salvezza .

- Ti starò sempre accanto,promesso . - sussurrò Aron nell'orecchio di Nadia ,e lei senza sciogliere l'abbraccio sollevò la testa e gli sorrise , poi aggiunse - Ci conto, ragazzino . -

Aron rise, e le diede un bacio sulla fronte .
 

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Capitolo 7
*** Le luci della città ***


Aron era tutto sudato,eppure non aveva intenzione di cedere . Lui era il ragazzo e lui doveva vincere .
Nadia gli girava intorno come un gatto con la sua preda , aspettando il momento giusto per attaccare .

Ormai da diversi giorni i due ragazzi si allenavano duramente nell'arte del combattimento e della difesa . I nonni di Nadia gli avevano messo a disposizione il loro garage,e lì trascorrevano la maggior parte del tempo ad allenarsi .

Fu un attimo, la ragazza scattò in avanti,e con un solo movimento gli colpì le ginocchia ed Aron finì a terra . Nadia alle sue spalle sorrise,soddisfatta di averlo finalmente battuto .
- Vuoi una mano? - chiese con una punta di ironia la ragazza
- No,posso farcela senza problemi anche da solo e poi alla fine era ora che vincessi tu ... - rispose Aron un po' piccato
- Già, e tu era ora che cedessi ai miei colpi dopo una lunga e lenta agonia ... - scoppiò a ridere Nadia 
- Sei sadica ... e poi sappi che con te non posso esagerare sei pur sempre una ragazza - disse il giovane scandendo bene ogni singola parola . Vide l'espressione di Nadia cambiare,si accigliò e senza preavviso gli diede un pugno nello stomaco . Il colpo fu talmente forte e ben assestato che Aron si piegò in due .

- Come vedi neanche io ho dato il massimo, se volessi potrei dartelo più forte - sputò lei con amarezza, poi gli voltò le spalle e sparì dietro la saracinesca del garage.

Aron ci rimase di stucco , sapeva che Nadia era permalosa però al massimo teneva il broncio per qualche ora , non era mai stata una tipa manesca,eppure gli aveva appena dimostrato che non era poi così indifesa come pensava.
Quando avevano iniziato quegli allenamenti Nadia si era dimostrata capace di schivare la maggior parte dei colpi , aveva buoni riflessi,l'unica cosa che non aveva era la giusta dose di forza nei colpi... o meglio così credeva fino a qualche minuto fa .
In ogni caso era fondamentale che loro due fossero pronti ad ogni evenienza, la Casa poteva sempre trovarli e catturarli .

Qualche ora dopo Aron rivide Nadia, si era cambiata,si era messa una tuta pulita,e sfogliava un libro che le aveva dato il giorno prima il nonno . Era talmente assorta nella lettura che nemmeno prestò attenzione a lui . Così Aron le si sedette accanto sul divano, sbirciando le pagine del libro . Fu in quel momento che Nadia posò lo sguardo su di lui,e mise via il volume .

- Scusa per prima . - concluse senza troppi preamboli
- Figurati ,me lo sono meritato - sorrise lui - e poi sono contento che tu sappia dare dei bei ganci destri ! -
- Merito del mio maestro - disse lei dandogli una pacca sulla spalla 
Poi entrambi andarono a cena. 

I due vecchietti come tutte le sere gli chiesero dei loro allenamenti , di come procedevano le ricerche di Nadia sulla sua famiglia, e di come si trovavano lì .
Certo non è che fossero ad un punto di svolta però ogni giorno scoprivano qualcosa, infatti Nadia mediante delle ricerche su internet era risalita al sito della Casa e di tutti i dottori che vi lavoravano , ovviamente il sito non era che una copertura delle reali attività che si svolgevano in quell'edificio,eppure Aron aveva riconosciuto diversi nomi di dottori che erano citati.
Sapere chi fossero sarebbe stato molto utile, e poi Nadia era convinta che tra quei nomi ci fosse anche quello di suo padre.
Troppi erano i sentori che la portavano a quella conclusione, compreso il suo sesto senso femminile .

Dopo l'abbondante cenetta a base di pollo alla diavola e peperoni , Aron andò di filato a letto ( o meglio sul divano letto ) e crollò quasi subito fra le braccia di Morfeo . 
Sentì un leggero pizzico al braccio, poi ad un secondo decise di aprire gli occhi . Era troppo presto per essere mattina, e lui aveva ancora tanto sonno .
- Ehi Aron alzati ! - bisbigliò Nadia
- C-cosa c'è? - chiese lui con voce impastata
- Devi venire a vedere una cosa ! - gli sorrise lei tutta entusiasta
- Ma che ore sono? - insistette Aron completamente confuso
- Uffi ...non fare il bambino e alzati,voglio portarti da una parte! - esclamò Nadia tutta euforica
- D'accordo vengo - accettò lui 

Dopo un paio di minuti furono fuori la porta di casa ed Aron con il freddo pungente della notte si svegliò per bene . 
- Vieni ! - e così dicendo Nadia lo afferrò per la mano e lo trascinò verso le scale del palazzo che portavano ai piani superiori .
A quel contatto Aron diventò rosso , e benedì il fatto che fosse buio e che Nadia non potesse accorgersene .
Arrivarono in cima,all'ultimo piano dove c'era una porta antiincendio molto spessa . 
Nadia tirò fuori dalla tasca una chiave e con quella aprì la porta .
Stavano sulla terrazza del palazzo, e da lì si vedeva tutta Roma illuminata e da sfondo un cielo nero che l'avvolgeva tutta .

Aron rimase senza fiato , fin da piccolo aveva abitato a Parigi , ed ormai su di lui quella città  non esercitava più quel fascino che solo un paesaggio nuovo poteva creare. Fascino che invece mostrava quel paesaggio . Era magnifico ,sapeva di magico e di nuovo , avrebbe voluto fermare il tempo , e stare lì per sempre . Lì ad ammirare la grandezza e la regalità di quella città .
Fu Nadia a distoglierlo dai suoi pensieri - Allora ne è valsa la pena ?- 
- Assolutamente - disse Aron stringendo più forte la mano di Nadia.

Rimasero entrambi ad ammirare l'alba avvolti nei loro cappotti , l'uno accanto all'altro . Non si erano scambiati una parola, eppure tutto quel silenzio era pieno di significati,e di cose non dette. 
Per Aron quel momento era perfetto , vedere gli occhioni di Nadia brillare di gioia ,le sue labbra perfette schiudersi in un sorriso ,gli facevano un effetto strano .
Eppure ai suoi occhi Nadia non vedeva che la bellezza della città e del cielo .

- Forse è meglio che rientriamo,altrimenti i tuoi nonni ci daranno per dispersi - disse Aron lasciando la mano di Nadia e dirigendosi verso la porta .
- Hai così tanta voglia di tornare? - chiese lei con voce roca e un po' delusa
- No,ho solo fame e voglio farmi una bella doccia - concluse Aron con un'alzata di spalle
- Come vuoi - rispose Nadia distogliendo lo sguardo da lui.
Quel ragazzo proprio non lo capiva, lo aveva portato fin lì , lo aveva preso per mano , e tutto quello che era riuscito a dire era che aveva fame??!
Rimase un altro po' lì a sbollire la rabbia che le era salita, o forse la delusione ,comunque sia non aveva voglia di rivedere Aron e tantomeno di farsi vedere così .

Non che si aspettasse qualcosa , cioè lo aveva portato lì perchè voleva condividere con lui quel momento .

- Spero che ti piacciano i cornetti caldi  ! -
Nadia presa in contropiede si girò di scatto, e si ritrovò chinato vicino a lei Aron con una busta di cornetti .
Aveva tutti i capelli neri scompigliati e le guance rosse mettevano in risalto gli occhi chiari .
Era sorpresa , e sentì il viso diventarle bollente.
- Grazie . - gli disse abbassando lo sguardo .
Mangiarono i cornetti caldi,erano buonissimi e Nadia non resistette alla tentazione di poggiare la testa sulla spalla di Aron . 
Stettero in quella posizione per un po' ,lui sembrava distratto ,e quasi con naturalezza le passò il braccio sulla spalla .

Aron si sentiva imbarazzato , starle così vicino era ... strano ,però alla fine sentì il bisogno di stringerla e lo fece .
Dopotutto lui era la sua spalla su cui piangere e il suo unico appoggio morale.   
                  
                                                                                                  * * *
PARIGI, CASA,ORE 6.00 
- Dottoressa , si è decisa a dirci dove si trovano i due pargoli? - chiese un uomo tozzo con un ghigno 
- Non lo so , e anche se lo sapessi non ve lo direi per niente al mondo ! - esclamò la donna con le sue poche forze
- Ebbene , mi vedo allora costretto ad usare i miei metodi, Jeremy porta qui il mio amico - 
Alla luce la donna intravide la figura di un uomo alto e distinto .
- Vedo che te la passi male ,cara - disse l'uomo con un velo d'ironia
Quella voce non poteva che essere del suo ex marito .





  

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Capitolo 8
*** Agguato al parco ***


Il cigolio dell'altalena era ipnotizzante, e lo sguardo di Nadia vagava in cerca di risposte che forse non avrebbe mai ricevuto .
Era quasi il tramonto, e lei non aveva fatto che girovagare per Roma tutto il giorno .
Si chiese cosa stesse facendo Aron in quel momento,e decise di tornare a casa .

Il parco a quell'ora era deserto, tutti i bambini con i loro nonni erano andati via, e metteva un po' tristezza.
Nadia stava percorrendo il sentiero che l'avrebbe riportata sulla strada principale, quando sentì un frusciio alle sue spalle.
Si girò di colpo , e vide un'ombra nascondersi dietro un albero : la stavano seguendo .
Le gambe reagirono prima che se ne rendesse conto, corse con tutte le forze e il fiato che aveva in corpo .

Non poteva imboccare per la strada di casa altrimenti il suo inseguitore avrebbe scoperto dove lei e Aron si nascondevano .
Cosa poteva fare? Si fermò di scatto, non poteva sempre scappare dal suo destino, era ora di affrontarlo .
Doveva mantenere il sangue freddo, dopotutto si era allenata per settimane con Aron .

Un uomo vestito di nero apparve nella sua visuale, portava un cappuccio calato sul viso , il suo ghigno era inconfondibile!
Era lo stesso uomo che l'aveva rapita per portarla alla Casa . Sentì montare tutta la rabbia che aveva in corpo .
Doveva vendicarsi .

- Bambolina, è inutile che scappi - rise beffardo , e con un' agilità pari a quella di un gatto si gettò su di lei .
Nadia non perse tempo,scartò di lato , e senza rifletterci troppo tirò fuori dalla tasca il coltello a serramanico che le aveva dato suo nonno . L'uomo in nero ghignò nuovamente, aveva trovato pane per i suoi denti .

Con fluidità Nadia si scagliò su di lui, puntò al torace, ma all'ultimo l'uomo fece un salto indietro .
Nadia lanciò il coltello verso di lui .

Tutto accadde molto velocemente ,fu scagliata contro il tronco di una quercia, l'uomo la teneva bloccata con una mano sulla gola,l'altra invece era ricoperta di sangue,ecco dove l'aveva colpito!

Sentì la gola bruciare,aveva bisogno di ossigeno, incominciò a vedere tutto appannato . Non poteva arrendersi,non ora che era riuscita a colpirlo . Così con tutta la forza diede un calcio al ventre dell'uomo,quello diminuì la presa e Nadia con le braccià lo spintonò lontano .

Poi vide con la coda dell'occhio qualcosa che luccicava nel prato, corse in quel punto ,e vide il suo coltello insanguinato . Lo afferrò e fece per scappare, ma l'uomo in  nero l'afferrò per un braccio, così Nadia con la mano libera strinse forte l'arma e girandosi la piantò nella spalla sinistra dell'uomo , sentì la carne lacerata e continuò ad affondare la lama finchè il nemico non urlò di dolore.

Le lasciò il braccio di colpo e crollò nell'erba contorcendosi dal dolore . Cercava di estrarsi il coltello, ma non era facile, Nadia lo aveva conficcato fino in profondità .

- Nadia ! - Aron correva verso la ragazza che non riusciva a muovere più un solo muscolo .
Aron iniziò a scuoterla , e dopo qualche secondo si ritrovarono a scappare lontano dal corpo dell'uomo in nero che si contorceva.

Corsero talmente tanto che alla fine Nadia cadde a terra stremata. Aron le fu vicino , ma non disse nulla , si limito a sollevarla di peso,se la mise abbarbicata sulla schiena e continuò la corsa con il suo peso sulle spalle.

Nadia affondò il viso tra i capelli di Aron, era troppo scossa , aveva quasi ucciso un uomo , e non ne aveva provato pietà lì per lì . Non si accorse nemmeno di aver iniziato a piangere .

Aron arrestò la corsa quando si ritrovarono in un vicolo buio di Roma. Ormai era sera inoltrata e lui era troppo stanco per continuare a correre con Nadia sulle spalle, così con delicatezza la posò a terra e lui le si sedette vicino. Sapeva che doveva lasciarla riprendersi dall'agguato subito , così non aprì bocca e si limitò ad abbracciarla forte.

Poco dopo Aron si accorse che la ragazza aveva smesso di piangere e si era addormentata; così la distese e le pose il viso sulle sue ginocchia . Nadia aveva ancora il viso bagnato per via delle lacrime , ed i capelli aggrovigliati . Eppure anche così Aron non poteva non pensare quanto fosse bella . Nadia era una ragazza speciale e lui questo lo aveva capito dal primo momento in cui l'aveva vista. Era forte e spavalda,ma allo stesso tempo era la bambina sensibile,permalosa ed indifesa che lui conosceva bene .

Iniziò ad accarezzarle i capelli, e con l'indice percorse il profilo delle labbra di Nadia , erano così carnose e perfette che Aron non poteva fare a meno di pensare come sarebbe stato baciarle.

Quella ragazza riusciva ad essere attraente anche mentre dormiva! Pensò Aron sorridendo .

- Aron - fu un soffio,un bisbiglio che emise Nadia, Aron si sentì scaldare ,lo stava forse sognando? L'espressione della ragazza era così serena e dolce che non poteva certo svegliarla per chiederle se lo stesse sognando .
- Si Nadia , sono qui con te - la rassicurò Aron dandole un bacio sulla fronte.
Con il cuore che batteva più forte Aron si addormentò .

Nadia si svegliò tra le braccia di Aron, e per un attimo le parve il paradiso . Lui aveva vegliato a lungo su di lei . Un sorriso le affiorò dalle labbra. Sarebbe rimasta così in eterno , ma ormai era l'alba e dovevano alzarsi .
- Aron , svegliati - gli sussurrò ad un orecchio.
Aron aprì gli occhi, e vide il viso di Nadia così vicino al suo che quasi sussultò , con un sorriso illuminò tutta la visuale.
- Stai bene? - le chiese nascondendo l'imbarazzo dovuto alla sua vicinanza
- Ora sì , ero solo rimasta scossa dall'attacco a sorpresa - disse abbassando lo sguardo
- Solo per quello ? - indagò Aron
Nadia a quella domanda scattò in piedi, e con voce apparentemente ferma continuò - Si certo , perchè dovrei essere scossa altrimenti? -
- Per aver colpito un uomo quasi a morte? - chiese Aron alzandosi a sua volta e guardando Nadia dritta negli occhi .
- Era necessario!!! - urlò la ragazza con gli occhi pieni di lacrime
- Lo so, e so anche come ti senti in questo momento - disse Aron tirandola a sè .
Nadia affondò il viso nel suo petto e tra un singhiozzo e l'altro disse - Sono un mostro Aron! -
- Non è vero, tu ti sei solo difesa, è l'istinto che predomina in quei momenti non la ragione .- la consolò
- Ciò non toglie che avrei potuto ucciderlo ! -
- Ma non lo hai fatto! - e così dicendo Aron le prese il viso tra le mani - Tu non sei e non potrai mai essere un mostro ! -
Nadia gli sorrise , e Aron non potè che ricambiare .
- Ora è meglio se facciamo le valige e torniamo a Parigi a salvare tua madre . - affermò Aron con sicurezza
- Oh grazie Aron ! - esclamò Nadia abbracciando con forza il suo amico .
- E' arrivato il momento di agire - concluse lui .

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