Ebony and Ivory

di WriteForLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi arrivi a Notre Dame ***
Capitolo 2: *** Amici ***
Capitolo 3: *** Un Poeta e Una Stracciona ***
Capitolo 4: *** Il Re dei Mendicanti ***
Capitolo 5: *** La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo. ***



Capitolo 1
*** Nuovi arrivi a Notre Dame ***


questa è la mia prima Fan Fiction in questa sezione e su quest'opera che adoro. Spero commentiate e che vi piaccia!


Cap.1 Nuovi arrivi a Notre Dame

Era una notte come tante a Parigi e mentre l'ignaro popolo dormiva sonni sereni, lungo la Senna un barcone procedeva lento e pigro cercando di non dare nell'occhio. Quando si accostò all'argine ne saltò giù una figuara esile e incappucciata vestita di stracci tranne per un'pesante mantello bianco. Si guardò intorno e fischiò verso la zattera. Una ventina di persone sgusciarono fuori e l'affiancarono, erano clandestini, dei nuovi, anche se da diverso tempo non ne erano più arrivati visto che la polizia Parigina aveva triplicato la sorveglianza e quadruplicato le crudeltà. Il gruppo di sans-papiers si incamminò alla volta di Notre Dame,la loro unica speranza,guidato dall'esile figura che procedeva a passi svelti e accorti con i piedi nudi che sembravano volare sulla strada fredda e umida della notte del diciannove Dicembre. Erano dalla parte opposta della Place de Grève, riuscivano già a sentire l'odore pungente dell'incenso e si sentivano al sicuro quando un gruppo di poliziotti spuntò da un vicolo e si parò tra loro e la salvezza. Alla loro testa si trovava il capitano Phoebus già eccitato all'idea di versare il sangue di quella feccia immonda e trovare qualche bella straniera con cui divertirsi. I due eserciti si schierarono e in un batter di ciglia si erano scagliati l'uno contro l'altro. I clandestini erano inferiori in numero, forza ed equipaggiamento e finiro presto per essere sottomessi ma improvvisamente quella piccola macchia bianca riuscì a liberarsi dalla presa del soldato e a correre verso la Cattedrale mentre cercavano invano di afferarla. Attraversò la piazza, corse sul sagrato e con la forza della disperazione spalancò la porta della Chiesa entrò di un passo e poi si voltò verso la battaglia, si abbassò il cappuccio del mantello e una folta chioma rossa e ondulata si liberò nel vento Francese mentre la pelle pallida di una ragazza splendida brillò alla luce della luna. Inspirò e poi gridò alla notte
-Asilo! Notre Dame chiedo asilo! Invoco il Diritto di asilo per me ed i miei fratelli! ASILO!!-
i soldati si bloccarono incerti. Il capitano si sentì improvvisamente sconfitto, non poteva violare il diritto d'asilo, era contro la volontà del Signore. Lanciò un urlo di rabbia , ordinò ai suoi uomini di lasciare i prigionieri e poi si rivolse alla fanciulla -Non è finita qui, strega dai capelli rossi!-
 lei fece una reverenza degna della più esperta delle principesse e gli sorrise -La aspetto, Capitano-
poi proruppe in una risata sarcasti che mandò su tutte le furie l'uomo. Non sarebbe finita, l'avrebbe catturata, ne era certo. La polizia se ne andò sconfitta e i clandestini scoppiarono in risate di trionfo. Corsero verso la ragazza che diede un nuovo ordine
-Questa notte possiamo dormire qui, da domani cercheremo un posto sicuro in cui non farci trovare dalla polizia.-
tutti annuirono e cercarono un posto in cui sdraiarsi. Un bambino dai capelli color del fuoco si avvicinò alla dama in bianco rivolgendole un sorriso incerto
 -Siamo al sicuro Genevieve? Quegli uomini cattivi se ne sono andati vero?-
lei sospirò -Sì Jacques, siamo al sicuro. E ora vai a dormire fratellino mio, domani potrai visitare Parigi-
 il viso del piccolo si illuminò radioso mentre trotterellava dentro alla ricerca di un angolo buio e sicuro. Genevieve inspirò l'aria della notte e il suo sguardo venne catturato da un brillio dorato nascosto nell'ombra gettata dalla cattedrale. Un uomo dalla pelle scura la stava osservando con i suoi occhi da gatto, stupito dal coraggio di quella creatura così minuta. Lei alzò il mento in segno di sfida nella sua direzione e un baluginio di denti bianchi la fece trasalire. L'espressione divertita di quel ragazzo era la cosa più splendida che avesse mai visto, come quella di un principe. Il misterioso osservatore fece un breve inchino e sparì nel buio così in fretta che la ragazza temette di esserselo immaginato. Ma allora perchè il cuore le batteva così forte?



Ecco qui ed ora a voi le tastiere!
Con affetto

WfL

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Capitolo 2
*** Amici ***


Ecco qui il secondo capitolo...faccio un appello a chiunque legga questa fan fiction: commentare non costa niente. Una volta finito di leggere fammi sapere cosa ne pensi, anche in un messaggio privato. Accetto molto, molto volentieri anche le critiche e i commenti negativi, almeno scopro dove devo migliorare! Quindi, se avete un minuto di tempo fatemi sapere cosa ne pensate, Buona Lettura!

Cap.2 Amici

Tac. Tac. Tac. un rumore di passi la mise in allerta, facendola svegliare all'istante. Socchiuse gli occhi e riuscì a vedere nel buio un'ombra scura china su suo fratello. Si alzò in piedi e gridò -Ehi tu!- l'ombra si voltò e Genevieve si accorse che era un uomo ed era mostruoso. Intimorita ma decisa nel difendere il piccolo aggiunse
-Togli le tue luride mani dal lui!- l'essere spaventato prese in braccio Jacques e si mise a correre lungo le navate. 
La ragazza si lanciò all'inseguimento e rimase shockata quando il mostro si infilò in un passaggio nascosto dietro ad una colonna. Raccogliendo tutto il coraggio che aveva avanzò nel buio e salì la ripida scala a chiocciola che sembrava infinita. Sbucò, dopo un paio di munuti, in una stanza ricavata nell'ampio spazio in cui erano situate le campane. Le sembrava di sognare, come se non fosse più nella maestose Cattedrale, ma in un luogo fuori dal tempo. Il pavimento era formato da assi di legno inchiodate con maestria che erano calde a contatto con i piedi nudi, mentre il soffitto si vedeva a malapena, viste le travi che si intrecciavano, per sorreggere la struttura, in disegni geometrici strabilianti. Ciò che attirava lo sguardo più di tutto erano però le maestose campane che sembravano enormi giganti addormentati. La rossa si riscosse da quei pensieri, afferrò il pugnale e avanzò in direzione della luce di una candela. Lì, c'era un letto con una coperta di lana, un tavolo con sopra della frutta, dell'acqua e un libro, una sedia sgangherata e la piccola candela. L'essere mostruoso stava deponendo Jacquen nel letto, coprendolo, mentre il bambino lo guardava ad occhi sgranati -Cosa vuoi farmi?-
-Niente piccolo, ho sentito che tremavi e avevi freddo, e allora ti ho portato qui per farti stare al caldo-
la voce dell'uomo era roca ma allo stesso tempo bassa e calda. Il piccolo sembrò leggere qualcosa nel viso deforme del suo rapitore perchè sorrise -Grazie-
A Genevieve, nascosta nell'ombra, parve che anche il gobbo sorridesse mentre posava una mano sulla testa del rosso in una goffa carezza 
-Prego, e ora dormi- detto questo gli diede le spalle e scostando una tenda uscì su quella che doveva essere una terrazza. 
La ragazza raggiunse di corsa il fratello -Jacques stai bene?- 
-Sì sorellona, quel signore è stato tanto gentile-
vedendo che effettivamente stava bene ed era finalmente al caldo, sorrise anche lei -Già, ora dormi, io vado a ringraziarlo.- 
così si alzò e andò dietro allo storpio. Appena fuori, il vento Parigino la investì e si dovette stringere nel mantello mentre percorreva la balconata fino a trovare l'uomo, seduto sul parapetto che osservava la città dormiente. Lei gli si sedette accanto, appoggiando la schiena ad un Gargoile di pietra che le metteva i brividi. 
Senza rendersene conto parlò -Questo Gargoile è brutto e spaventoso, ma in fondo è tanto buono. Come te, vero?-
lui annuì guardandola mentre lei gli tendeva la mano -Io sono Genevieve, e tu?-
-Quasimodo-
la ragazza rimase orripilata dalla crudeltà di quel nome che alludeva al suo aspetto -Beh ti ringrazio Quasimodo, per essere stato così gentile con mio fratello Jacques- 
lui si strinse nelle spalle -é stato un piacere. scusa se sono scappato ma temevo volessi uccidermi- 
lei gli sorrise comprensiva e restò a guardarlo, aveva gli occhi chiari e i capelli castani e spettinati. Sarebbe stato sicuramente un bell'uomo se non fosse stato per le sue malformazioni fisiche. 
-Ti ho vista prima, nella piazza- la voce roca la riportò al presente -Sei stata molto coraggiosa.-
Lei rispose fiera -Farei qualsiasi cosa per i miei amici.- 
lui si rabbuiò e lei capì, non aveva mai avuto degli amici. Si avvicinò cauta e posò una mano piccola e fredda su quel viso deformato facendo in modo che la guardasse
-Anche noi ora siamo amici, vero, Quasimodo?- 
lui a quelle parole sorrise radioso annuendo con vigore -Sì, siamo amici e da ora, se vorrai tu e il Jacques potrete rifugiarvi quassù, la notte, così starete al caldo e al sicuro- 
anche lei si illuminò -dici davvero? Oh Quasimodo Grazie! Grazie Infinite!-
risero insieme e tornando a guardare la notte scura. 
Dopo una decina di minuti lei rabbrividì e il campanaro sospirò
-L'aria della notte è fredda, Genevieve, vai a dormire, ti sveglierò domattina.-
la rossa si lasciò sfuggire uno sbadiglio -Grazie amico mio, buonanotte-
così dicendo entrò, si accoccolò al caldo sotto la coperta con il suo fratellino e, finalmente al sicuro, si addormentò.





Il mio secondo capitolo è finito e vorrei dedicare questo spazio all' "Angolo dei Ringraziamenti".
Ringrazio di cuore Stellina_XxStarxX la mia unica recensitrice: eh sì, anch'io volevo mostrare un Febo che non nasconde la sua vera natura. Spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative! :)


Detto questo, A Voi le Tastiere!

Con Affetto


WfL

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Capitolo 3
*** Un Poeta e Una Stracciona ***


Dopo tanto tempo, rieccomi! Mmmh, zero commenti al capitolo precedente? Sì, è stato anche questo il motivo della mia assenza ma hei, non importa! Spero che chi leggerà questo piccolo delirio abbia pietà di me e commenti, visto che in effetti sono un po' demorallizzata! A voi la lettura!

Cap. 3: Un Poeta e Una Stracciona

Il mattino seguente Genevieve fu svegliata dai raggi del sole che le colpivano il viso e dalle voci della gente sul sagrato. Jacques dormiva beato e lei si alzò ancora assonnata. Sul tavolo di legno era stato posto del latte, un pezzo di pane e della frutta. La ragazza sorrise, Quasimodo doveva aver preparato tutto quello. Dopo aver bevuto un bicchiere di latte, si mise alla ricerca del suo mostruoso amico che trovò su una balconata qualche piano più in basso -Quasimodo buongiorno! Sei stato veramente gentile a prepararci la colazione!-
il gobbo però non la degnò di uno sguardo continuando a fissare qualcosa nella piazza – Amico mio? Cosa c'è? Cosa ti turba?-
solo in quel momento lui si voltò verso di lei
- Qualcosa che non ho mai provato prima, l'amore, cara amica mia. Una stupenda creatura ha incatenato il mio cuore. Guarda, guarda come balla leggiadra, è un angelo!-
la giovane incuriosita si sporse dal parapetto e in un istante capì. Sul sagrato della chiesa, una giovane andalusa danzava al ritmo di qualche musica della sua terra
- é veramente bella, come si chiama?-
- La Esmeralda -
 La Esmeralda, che nome curioso. Il piccolo Jacques li interruppe -Buongiorno! Gen mi avevi detto che oggi potevo andare a visitare la città! Posso, posso posso?-
 la ragazza sorrise, -Sì sì, vai! Ma per il tramonto dei trovarti all'interno di Notre Dame, non farmi preoccupare!-
 -Ok sorellona! Ciao Quasi, a questa sera!-
 il gobbo lo salutò con la mano -Non hai paura che gli succeda qualcosa?-
 lei rise -Quel piccoletto sa cavarsela! E poi con la sua carnagione chiara potrebbe essere scambiato per un qualunque parigino, e ora scusami, ma vado a guadagnarmi il pane!-
 detto questo gli diede un bacio sulla fronte e corse via. Una volta fuori dalla cattedrale trovò il suo amico Rainè ad aspettarla - Gen! Gen, sono qui!-
lo raggiunse sorridendo -Buongiorno amico mio! Siamo pronti per lavorare?-
 il ragazzo, moro e dalla carnagione scura ghignò -Sempre pronto!- i due erano, infatti, ladri e tagliagole, i più abili del loro gruppo. -Avete trovato un posto in cui riunirci questa sera?-
 -sì, ai piedi della grande ghigliottina-
 lei ridacchiò
 -molto, molto caratteristico-
 i due si sorrisero un'ultima volta, si fecero calare i propri cappucci sulla testa e si misero al lavoro. Dopo qualche ora Genevieve era stanca e infreddolita, così decise di andare a ripararsi nel primo luogo che trovò. All’interno era stato allestito un palco, dove alcune persone stavano discutendo. La giovane incuriosita si avvicinò e capi subito che quelli erano attori che provavano una qualche opera a lei sconosciuta. Si sedette ai piedi di una balaustra e togliendosi il pesante cappuccio continuò ad ammirare lo spettacolo fino a quando una voce la fece trasalire –è di vostro gradimento Madame?-
 istintivamente portò una mano alla cintura dove teneva nascosto il pugnale, ma poi si calmò. Non era un pericolo ma un semplice ragazzo, anzi, un uomo così gli sorrise
 –Sì messere, lo trovo decisamente interessante, sapete dirmi di cosa si tratta?-
 il giovane gonfiò il petto magro e alzò il mento, orgoglioso –è la mia creazione, il mio mistero-
 -Siete stato voi a scriverlo?-
 -Assolutamente, madamigella-
 –Mi complimento con voi dunque, è veramente straordinario. Ma chi siete, per essere riuscito in questa impresa?-
 - Il mio nome è Pierre Gringoire, poeta e filosofo, per servirla- e accennò un inchino degno di un nobile, nonostante i suoi abiti lisi.
Solo in quel momento Gen si soffermò a guardarlo con più attenzione, era un bell’uomo, dai tratti eleganti e con due occhi del colore del cielo di Luglio, erano…erano splendidi. Gringoire, dal canto suo era rimasto piacevolmente colpito da quella ragazza che aveva mostrato tanto interesse per la sua creazione denotando quindi una spiccata intelligenza degna di una qualsiasi ragazza di buona famiglia, anche se i piedi nudi tradivano la sua natura di stracciona, anche se non aveva le caratteristiche fisiche di un’Egiziana – E voi invece, come vi chiamate?- azzardò.
Lei accennò un sorriso – Genevieve, il mio cognome non lo ricordo più, non rammento nemmeno se l’ho mai posseduto. Sono certa però che un uomo di poesia come voi non baderà a questo-
 era una sfida e lui lo sapeva bene, lo leggeva in quegli occhi che brillavano furbi e nei muscoli tesi pronti a scattare, per aggredirlo o per fuggire, in caso lui avesse tentato di consegnarla alle guardie. In ogni caso non l’avrebbe mai fatto, la ragazza aveva ragione lui era uomo d’intelletto, non di spada. Le sorrise e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò e quando le sue dita strinsero quelle piccole e fredde di lei, una scossa elettrica li attraversò e si ritrovarono a fissarsi negli occhi, a un passo l’uno dall’altra. Proprio in quel momento dal portone entrò un agitatissimo Jacques che prese a tirare la donna per un braccio. Il poeta rimase sconvolto dalla loro somiglianza, che fosse suo figlio?
–Vieni sorellona! Alcuni uomini nella Place de Greve hanno attaccato Ophelie e Santana, gli altri stanno già accorrendo, dobbiamo andare!-
 In un primo momento Gringoire fu sollevato dal costatare che quella piccola furia rossa era il fratello della sua nuova conoscenza ma poi inorridì, due donne erano state attaccate. Genevieve senza pensarci due volte, uscì correndo dal palazzo a grandi falcate. Il poeta, confuso ma intrigato, decise di seguirla, lasciando i suoi attori alle loro prove.



Questo di solito è l'angolo dei ringraziamenti che mi piace fare per far capire a chi recensisce quanto lo apprezzo ma non essendoci nessuna recensione rigrazio TE che hai appena letto sperando che continuerai a farlo!

con affetto

WfL

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Capitolo 4
*** Il Re dei Mendicanti ***


Eccomi qui! Nonostante il caldo che rischia di farmi sciogliere e il fatto che il mio corpo e la mia mente non si sono ancora ripresi dai festeggiamenti di ferragosto, ho buttato giù questo nuovo capitolo! Buona lettura e, come sempre, ci vediamo in fondo per i ringraziamenti!

Cap.4 Il Re dei Mendicanti

Gringoire era trafelato, Genevieve era scomparsa dalla sua vista e aveva faticato per ritrovarla. Quando finalmente aveva raggiunto il luogo della lite, una gran folla assisteva a quell'incontro e a quella si unì. La rossa invece affiancò Rainè e gli altri ragazzi
-Che è successo?-
il moro strinse i pugni
-Le ragazze ballavano per raccimolare qualche spicciolo quando quell'uomo è uscito da una taverna e ha iniziato ad accusarle di essere delle streghe e ovviamente il suo amico gli ha dato manforte. Il vino ha fatto il resto.-
la giovane parlò in modo freddo e calcolato
-Sai perchè un essere umano attacca qualcosa?-
lui la guardò confuso scuotendo la testa e lei mise fine ai suoi dubbi
-Perchè in fondo ne è terrorizzato.- avanzò così da sola verso le quattro persone, schiarendosi la voce
-Lasciatele andare!-
gli uomini si voltarono verso di lei, con i volti gonfi e rossi dall'alcool e un sorriso ebete stampato sul volto
-Lasciate quelle povere ragazze o giuro che vi colpisco con uno dei miei malefici!-
dopo un momento di esitazione in cui il gelo si impadronì degli animi di tutti, il più alto e corpulento dei due la indicò con un dito grassoccio
-é lei la vera strega, prendiamola!-
in un batter d'occhio Santana ed Ophelie vennero spinte con forza cadendo a terra, mentre gli ubriachi si lanciarono all'inseguimento. Solo in quel momento Gen si rese conto che la sua non era stata una mossa astuta, poichè a causa dell'alcool i due erano eccessivamente per non parlare del semplice fatto che si trovava in netta inferiorità numerica. Imboccò un vicolo sulla destra, correndo il più velocemente possibile. I suoi inseguitori le stavano alle costole e iniziava a temere il peggio quandi improvvisamente una mano le afferrò il polso trascinandola in una stradina laterale e facendole sbattere la testa contro il muro. Le lacrime le riempirono gli occhi mentre la stessa mano che l'aveva afferrata le tappava la bocca. Sentì che i passi pesanti si avvicinavano e poi, senza accorgersi di nulla si allontanavano continuando la ricerca. Solo in quel momento tirò un sospiro di sollievo per poi irrigidirsi nuovamente rendendosi conto che si trovava ancora bloccata da una misteriosa figura che non le teneva più serrata la bocca
-Lasciami andare-
sussurrò. Il ragazzo in risposta le serrò i polsi
-Non è così che si ringrazia il proprio salvatore-
-Me la sarei cavata benissimo da sola!-
la stretta che la teneva ferma si allentò fino a liberarla mentre l'uomo rideva di gusto, incamminandosi verso la strada principale. Genevieve riconobbe quella figura slanciata e quei denti bianchi e gli corse dietro, mettendosi poi a camminare al suo fianco
-Perchè lo hai fatto?-
gli chiese esitante. Lui guardava dritto di fronte a se con aria tranquilla e indifferente
-Eri nei guai e ti ho aiutata. Come hai fatto tu con quelle due ragazze-
-Sì ma..-
-Niente ma. Non fare domande e non cercare risposte che in realtà non vuoi.-
per la prima volta la rossa era ammutolita e chinò il capo. Forse avrebbe solo dovuto essergli riconoscente.
-Chi sei tu?-
-E' una domanda difficile, a cui non so mai cosa rispondere esattamente. Forse solo un medicante, uno sconosciuto.-
-Tu non puoi essere solo un mendicante-
lui sfoderò il suo sorriso sornione e lei arrossì di colpo. Aveva detto quella frase con un tono sognante che non le apparteneva. Eppure..eppure quel ragazzo era dannatamente bello. La carnagione scura e i lunghi capelli lo rendevano esotico mentre il taglio dei suoi splendidi occhi ricordava quello di un possente felino. I muscoli accentuati sembravano guizzare sotto gli stracci logori e sporchi mentre lui, consapevole del suo fascino, camminava a testa alta. La giovane cercò subito di scacciare quei pensieri, in fondo erano insensati. Il giovane la guardava dall'alto, meravigliandosi di quanto quella piccola e fragile creatura fosse in realtà forte e determinata. Un rumore di passi li fece trasalire e il moro spinse la ragazza contro il muro, coprendola con il proprio corpo alla vista degli uomini che ancora la stavano cercando. Il più corpulento diede di gomito all'altro indicandoli
-Guarda la, ne ha trovata un'altra!-
il secondo allora rise e urlò verso la coppia
-Hei Re di Thunes, smettila di ammaliarle tutte o il val d'amore resterà vuoto!-
lui alzò il braccio in cenno di saluto e quelli, continuando a ridere in modo viscido se ne andarono.
Il ragazzo abbassò il viso e i suoi occhi si incatenarono a quelli di Gen che sussurrò
-Allora è vero, non sei un mendicante, sei un Re-
lui scosse leggermente la testa
-Clopin, chiamami solo Clopin-
si avvicinò ancora, i loro volti erano distanti poco meno di un respiro, ma Genevieve con un gesto rapido riuscì ad abbassarsi e scivolare fuori dalla sua presa avviandosi verso la piazza con un ultimo
-Arrivederci mio Re-


Angolo dei ringraziamenti:

Ringrazio Nhial dalla terra del vento per il suo commento che mi è arrivato per posta e non ti preoccupare, vedrò di non sciuparti troppo il nostro caro poeta! :P un bacio

Grazie a esmeralda92 per la sua bella recensione in viola :) Sono veramente contenta che ti piaccia la mia folle idea e questa trama un po'...particolare! E grazie per aver detto che scrivo bene...così mi fai arrossire però! un bacione anche a te, a presto!

Grazie a zifolo per avermi dato addirittura 9 1/2 su 10...sei troppo buona! E anche eccellente..è un parolone! Sono comunque contenta che ti siano piaciuti i capitoli e ti prometto che cercherò di postare più velocemente! Un abbraccione

Grazie mille a Giuliuli, Clopin è anche uno dei miei personaggi preferiti! :D wow, scrivo delle frasi che ti colpiscono? Non sai quanto questo mi renda fiera di me stessa! Perchè è anche questo il compito di chi scrive no? Arrivare al cuore del lettore :) Spero che questo capitolo sia all'altezza delle tue aspettative. Un bacio

Grazie poi a Roylove che mi ha messo tra le preferite e che mi ha fatto notare quanta attenzione bisognasse fare per distinguere i dialoghi dalla narrazione :) Spero che così vada meglio! Grazie ancora, un bacione

Infine Grazie a chi l'ha messa tra le Preferite, le Seguite e quelle Da Ricordare e soprattutto grazie a Te che hai letto questo mio piccolo sclero!

A presto!
Con affetto

WfL

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Capitolo 5
*** La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo. ***


jkds Cap. 5 La volpe, l'acqua, il fuoco e il lupo.

Tornata alla place, Genevieve si appoggiò al muro di un'abitazione, chiudendo gli occhi. Le tremavano le gambe mentre i battiti del suo cuore non accennavano a rallentare. Aver avuto il corpo del re di thunes così vicino l'aveva sconvolta: la sua parte razionale le aveva urlato di scappare a gambe levate mentre un'altra vocina, flebile e suadente, l'aveva spinta ad avvicinarsi, a rischiare, per scoprire fino a che punto si sarebbe potuta spingere; come una bambina che avvicina la mano al fuoco per vedere se brucia. Tentò di calmarsi, respirando a fondo e riaprendo gli occhi: individuò la grande ghigliottina e vi si diresse a passi svelti, sapendo che alla base avrebbe trovato i suoi compagni. Appena si accorsero del suo arrivo, i sans-papier tirarono un sospiro di sollievo. Rainè e Jacques le corsero intorno
-Sorellona, sei riuscita a scappare!-
La ragazza sorrise accarezzando dolcemente i capelli rossi del fratello e lasciandosi stringere nell'abbraccio dell'amico. Andarono poi tutti e tre a sedersi sul selciato, cantando con gli altri le canzoni delle loro terre natie, per combattere la malinconia. Quando però iniziò a soffiare il vento freddo della notte, si divisero ed ognuno si dirise al proprio rifugio. Mentre i due fratelli si dirigevano furtivamente verso la cattedrale una voce li fece trasalire
-Mademoiselle! Mademoiselle, vi prego fermatevi!-
la giovane sospirò quando riconobbe l'uomo che avanzava verso di loro con un sorriso sulle labbra
-Maestro Gringoira, non dovreste urlare così, la buona gente di Parigi ha bisogno di riposarsi per affrontare i festeggiamenti di domani-
il poeta rise accennando un inchino
-Chiedo venia mademoiselle ma oggi siamo stati così brutalmente interrotti che non ho avuto il tempo di godere della vostra piacevole compagnia. Sono consapevole del mio egoismo ma vi prego di concedermi un'ora del vostro tempo in questa magnifica notte invernale.-
Genevieve arrossì: nessuno le aveva mai parlato in quel modo. Si voltò verso Jacques, accucciandosi per guardarlo negli occhi, parlandogli all'orecchio
-Corri nella cella di Quasimodo e non uscire per nessun motivo. Non farti scoprire piccolo mio- gli diede un bacio sulla fronte -Io torno presto.-
Si tirò su il cappuccio, raggiunse il giovane e dopo aver guardato il fratello entrare nella chiesa, gli rivolse un sorriso allegro
-Ha un'ora monsieur, sono tutt'orecchie-.
I due camminarono a lungo, parlando del mistero di Pierre, della poesia, della musica e della letteratura. Gringoire era colpito da quella ragazza che conversava meglio di una qualunque di quelle donne borghesi che aveva conosciuto fino a quel momento. Stretta nel suo mantello per proteggersi dalla morsa tagliente del gelo, ricordò al poeta una volpe bianca che corre in un bosco verde smeraldo: completamente visibile ed esposta, ma con un'aura pericolosa e scaltra che spingeva a starle lontano.
Si bloccarono quando videro due figure poco distanti da loro. Il cuore della rossa iniziò a battere all'impazzata
"Clopin!" pensò con un sussulto.
Quando però riconobbe nella ragazza con cui discuteva la zingara che aveva rubato il cuore di Quasimodo, la piccola Esmeralda, si sentì morire. Odendo dei passi il re di Thunes si girò, fulminandoli con un'occhiataccia. Genevieve rimase un momento ferma, in preda a quegli occhi di brace, prima di riscuotersi e posare una mano candida sul braccio del suo giovane accompagnatore
- E' tardi maestro, torniamo indietro, sono molto stanca-
Gringoire annuì guidandola verso un vicolo che li avrebbe riportati alla cattedrale. Il ragazzo riprese a parlare dopo pochi istanti e lei si lasciò trascinare dalla sua passione e dalla sua allegria. Pierre era un fiume in piena, l'impido come l'acqua e con la voce cristallina dei ruscelli che scorrevano liberi sulle grandi montagne della sua infanzia. Era molto pallido, magro e con i vestiti logori ma indubbiamente affascinante. La sua cultura poi, sembrava comprendere qualsiasi argomento. Gen arrossì involontariamente quando incontrò quegli occhi azzurri che la scrutavano
-Cosa state guardando signore?-
-Voi-
la sua risposta, totalmente sincera la colpì, facendola avvampare ulteriormente. Arrivati a Notre Dame la rossa trasse un profondo respiro
-Grazie per la passeggiata, siete stato molto gentile-
lui si grattò la testa in modo buffo, stringendosi nelle spalle
-Io devo ringraziare voi per l'onore che mi avete concesso. Ma devo essere impertinente e chiederle un'ultima cortesia-
lei acconsentì curiosa e lui continuò
-Siate la mia musa. Non sono un appassionato di donne, ma voi sarete una delle mie eccezioni.-
la rossa sorrise
-Ne sarei onorata monsieur-
gli fece una riverenza e corse verso la piccola porta laterale che l'avrebbe condotta al suo rifugio. Gringoire sorrise e infilandosi le mani in tasca si voltò per cercare un posto in cui passare la notte. In un angolo della Greve un uomo, un soldato, aveva osservato la scena con un mezzo sorriso: un poeta. Quella strega che lo aveva deriso e, per come la pensava lui, respinto si concedeva ad un poeta.
"Stolta" pensò.
Gliel'avrebbe pagata, amaramente. Lui era come un lupo che cacciava la sua preda e non gli sarebbe sfuggita. L'alba avrebbe dato inizio alla festa dei folli, in cui tutto poteva accadere.


Angolo dei Ringraziamenti:

Grazie a Roylove: sono contenta di essere riuscita a scrivere in modo comprensibile e, come si sarà notato, anche a me piace molto Clopin, ma ho anche un debole per Gringoire! Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Un bacio

Grazie ad Ale Undertaker Sister : terrò presente il destino della povera Djali ;)


Grazie a Giuligiuli: come autrice proverò a creare un passagio inter-dimensionale che ti trasporti nella storia per incontrare il fascinoso Clopin! Grazie mille per i complimenti, ne sono molto onorata!
A presto :*


Grazie a zifolo: scusa per il ritardo! E grazie mille per il 10, è un voto troppo alto! :D


Grazie a esmeralda92: ti sono grata per i complimenti e sì, nessuna donzella resiste al fascino dell'esotico Clopin..ma che dire dell'eclettico Gringoire? Spero che la storia continui a piacerti! A presto! Un bacione


Grazie a Shruikan: Grazie davvero, mi hai fatta arrossire! Sono veramente contenta di essere riuscita a rendere bene l'immagine del mio caro Clopin, ci tenevo molto! A presto spero! Un bacio


Infine
Grazie a chi l'ha messa tra le Preferite, le Seguite e quelle Da Ricordare e soprattutto grazie a Te che hai letto questo mio piccolo sclero!

A presto!
Con affetto
WriteforLove

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