Quando ebbe inizio l'amore

di rock star 96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un inizio burrascoso ***
Capitolo 2: *** il risveglio ***
Capitolo 3: *** insieme a te ***
Capitolo 4: *** la passione di un cuore in tempesta ***



Capitolo 1
*** un inizio burrascoso ***


Erano passati solo pochi mesi da quando Zhalia aveva tradito l’organizzazione, ormai era diventata un bersaglio, un bersaglio che andava eliminato subito.
Un giorno, stava piovendo, era uno di quei classici acquazzoni estivi, tremendi, lei girovagava in giro per Venezia, ripensando a tutte le cattiverie che aveva fatto, a la gente che l’aveva amata, e che lei aveva tradito, la pioggia impetuosa, le bagnava i capelli blu notte, che le cadevano sulle spalle, e che gocciolavano sui vestiti, ancora più bagnati, che gocciolavano dentro gli stivali che per poco non ci potevano stare anche dei pesci lì dentro.
D’un tratto sentì un rumore improvviso, si girò, e vide che erano solo dei gatti che si azzuffavano, continuò lungo il suo cammino, un lampo le illuminò la strada, mostrandole delle sagome che apparivano dietro di lei, si voltò, ma niente, il silenzio e la calma regnavano sulla strada, dove l’unico rumore che si sentiva era quello dei suoi tacchi che battevano contro la strada bagnata.
Sentendo nuovamente un rumore, si infilò in un violetto, dove aspettò, subito dopo, degli uomini vestiti in nero, con degli occhiali da sole neri, entrarono in quel violetto correndo, e accompagnati dai titani, diedero a fuoco i cassonetti che si trovavano lì, ma nulla, finché dall’alto non arrivò l’attacco di Kilthane, che si lanciò sui due uomini e mise fuori uso i titani con un colpo solo, aprendo così la strada alla donna, che saltò giù da un balconcino che sporgeva.
Appena mise i piedi per terra, venne colpita alla testa, facendola andare dritta per terra, si girò, aveva la vista annebbiata, era affaticata, si mise la mano sulla nuca e notò che stava sanguinando parecchio, con le poche forze che le rimanevano invocò anche Gareon, ma per via della grave ferita alla testa, la sua energia era diminuita notevolmente, tanto da far eliminare i suoi titani con un colpo solo, era ancora per terra, e notò che il sangue bagnava la strada, e che sulla sua schiena si era formata un enorme scia rossa, vedeva appannato, l’ultima cosa che vide, furono gli uomini di Rassimov, alla fine perse i sensi, e l’unica cosa che sentiva, fu un grido e il suono della lama di una spada……….

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Capitolo 2
*** il risveglio ***


Non sapeva quanto tempo avesse dormito, ma si risvegliò con la luna alta nel cielo, erano le 23:15, era disorientata, si guardò in torno e notò di essere in una stanza, l’arredamento era semplice, c’erano solo dei comodini a entrambi i lati del letto a una piazza e mezzo, e un armadio che prendeva quasi tutta la parete, e poi una porta, dalla quale usciva un filo di luce e del vapore. Non aveva la minima idea di dove fosse, si toccò la testa, e notò che ce l’aveva completamente bendata, poi le venne l’illuminazione, POTREBBE ESSERE IN UNA SEDE DELL’ORGANIZZAZIONE!!!!!!!!!!!!!!! Cercò di alzarsi, ma venne colta di sorpresa dal cigolio della maniglia che si muoveva, così si rimise sotto le coperte, chiudendo gli occhi
-allora ti sei svegliata!!!!- disse una voce maschile, era così familiare, e così sicura, riaprì gli occhi
-Dante- esclamò, gli diede un’ occhiata da cima a fondo, e vide che aveva solo un accappatoio bianco a dosso, il viso le divenne di un color ciliegia
-a giudicare dalla tua faccia, direi che non ti aspettavi di vedermi-
-in effetti no, ricordo che stavo combattendo, poi ma hanno colpita alla testa e poi ho sentito solo qualche rumore-
-probabilmente era Caliban che faceva piazza pulita- l’uomo abbassando lo sguardo, le tolse le coperte di dosso e le passò un mano sulla manica -ma hai i vestiti tutti bagnati, avrai freddo, perché non ti vai a fare una doccia- alla donna le guance avvamparono –stai calma, l’acqua te l’ho riscaldata io- la aiutò ad alzarsi e la accompagno in bagno dicendole che la avrebbe portato un asciugamano, chiuse la porta, e appoggiandosi, Zhalia si cominciò a togliere la maglia, la quale il retro era un incrocio tra verde e rosso, poi si tolse anche il top che aveva sotto, e i fine i pantaloni, rimanendo in intimo, sentì bussare, aprì di un pelo la porta, dalla qual entrò una mano con un asciugamano in mano, lo prese e richiuse la porta, appoggiando l’orecchio a essa, lo sentiva respirare, si accorse che anche lui era rimasto appoggiato alla porta, perché sentiva il suo cuore battere, e dopo un po’, cominciò ad andare a tempo con il suo, era pazzesco, erano così vicini, eppure quei due centimetri di porta li dividevano.

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Capitolo 3
*** insieme a te ***


Si tolse quel poco che le era rimasto a dosso, e si infilò sotto la doccia, l’acqua calda che le sfiorava il corpo, le fece venire emettere un leggero gemito, afferrò un flacone di sapone, lo strinse e sentì che emanava il suo profumo, il profumo di Dante, che ancora riusciva a sentire al di là della porta.
Finita la doccia calda, si mise l’asciugamano a dosso, indugiando un po’ quando arrivò alla porta, alla fine aprì, trovò Dante che si stava mettendo la maglietta, su quei pettorali che sembravano ritoccati col photoshop per quanto erano perfetti, la donna indietreggiò qualche passo
-stai calma- le disse –me ne vado subito, ti va del the?- lei gli fece solo un cenno con la testa, e lo seguì con lo sguardo mentre usciva dalla stanza.
Avanzò verso il letto, dove vide poggiati sopra delle pantofole, e un magliettone bianco. Scese giù dalle scale, dove Dante stava versando del the dentro delle tazze
-Dante ti ringrazio per tutto- gli disse lei entrando, il magliettone le copriva quasi metà coscia, quelle gambe così belle e attraenti, e quella maglietta che le metteva così in risalto le curve, a Dante si riscaldò tutto il coro a vederla in quel modo così bello e provocante.
Le porse la tazza di the, facendola accomodare sul divano, lei accavallò le gambe, e senza mai alzare lo sguardo,soffiò dolcemente sulla tazza
-perché fai così?- le chiese
-così come?-
-sembra che tu abbia paura, sei al sicuro ormai-
-non è quello Dante, vo ho tradito, voi, le persone che mi hanno accolto, e io come una meschina disonesta vi ho pugnalato alle spalle-
-ma ora è tutto finito, non lo hai fatto di proposito, ti hanno costretta, ora sei diversa- Dante le prese il mento e glielo alzò guardandola negli occhi,Zhalia senza volerlo fece cadere la tazza, e cadde a terra priva di sensi, la botta in testa che le avevano dato, ancora non era guarita del tutto.

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Capitolo 4
*** la passione di un cuore in tempesta ***


Si risvegliò nuovamente nel letto di Dante, ma lui le stava vicino, e le stringeva la mano
-come stai?- le chiese, ma lei rispose solo con un mugolio, le prese la mano, le baciò le nocche, poi con l’altra la mise sulla sua fronte per sentire la temperatura, e le sostò una ciocca di capelli che le era andata davanti agli occhi
-non c’e’ bisogno che ti dai tanta pena per me- gli disse
-e perché no?-
-perché meriterei di morire per quello che ho fatto, non avrei niente per cui evitare la morte- Dante la prese per la vita, aiutandola ad alzarsi
- ma tu hai me, io ho bisogno di te, voglio te- la prese per la nuca, sentendo i tagli ancora freschi e umidi, premette forte le sue labbra contro quelle della donna, la baciò, lei ricambiò il bacio le sue labbra calde, la sua lingua che danzava contro i suoi denti, le sue mani contro la schiena, la quale si inarcava al solo sfioro come se Zhalia stesse dal Creatore.
Si lasciarono cadere sul letto, e scivolarono sotto le lenzuola, dove pian piano, Zhalia cominciò a sfilargli la maglietta, e a sentire il suo petto muscoloso sul suo, appena scoperto dalla maglia.
Zhalia si fermò un attimo
-Dante, ma sei sicuro di quello che fai?-
-Zhalia, a me non importa di quello che hai fatto, ti preoccupi troppo di quello che hai fatto,Metz mi ripeteva sempre “ieri è storia, domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente”-alle dolci parole dell’uomo, la cercatrice allungò le braccia per abbracciarlo, lui si avvicinò a lei, e le cominciò a baciare il collo, dalla gola ad andare in su,Zhalia emise dei piccoli gemiti di piacere, soprattutto quando l’uomo accarezzandola lungo i fianchi la spogliò definitivamente, ricominciando a baciarla appassionatamente, e insinuandosi in lei con delicatezza e tenacia allo stesso tempo
-guarda che mi farai venire un orgasmo se continui così- gli disse Zhalia con un sorrisetto malizioso
-e quello che spero- le rispose Dante un po’ ironicamente, andarono avanti così una notte intera, innescando l’orgasmo quasi tre volte, fino a che si addormentarono l’uno tra le braccia dell’altro.
La mattina seguente, Zhalia si risvegliò da sola, senza Dante vicino, e sul suo cuscino trovò una rosa rossa con sotto un foglietto di carta su cui era scritto:
Perché svegliare la più splendida delle rose, quando la si può ammirare mentre riposa sotto la protezione del suo amore? sono dovuto andare a lavoro particolarmente presto, e non me la sono sentita di disturbarti, sei così bella mentre dormi, così candida, così perfetta, ci vediamo stasera, ti proto a cena fuori, ti amo Zhalia.
Richiudendo il foglietto, la donna si alza e guarda fuori dalla finestra, e si ripete tra se e se “ieri è storia, domani un mistero, ma oggi è un dono”.



Spero vi sia piaciuta, è la prima storia che scrivo particolarmente hot, e mi è venuta in mente perché ho letto un paio di storie e un libro che mi hanno fatto venire “l’ispirazione” diciamo. Bacioni a tutti.

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