Legends

di Anita Directioner
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Beginning... ***
Capitolo 2: *** Mysteries... ***
Capitolo 3: *** It's Not Your Fault ***
Capitolo 4: *** Congratulations ***



Capitolo 1
*** The Beginning... ***


CAPITOLO UNO







Mi piace l’oscurità, scrisse Amanda su un piccolo quaderno nero, …non so perché ma mi da un senso d’ignoto e al tempo stesso di sicurezza. E così Amanda Tainer la più bella e popolare del Liceo Artistico di Bologna, scriveva i suoi segreti e le sue emozioni, e per poco non scoppiò a ridere rischiando di svegliare sua sorella Victoria di quasi diciotto anni, che subito si rigirò nel letto…avevano solo un anno e mezzo di differenza, ma erano molto diverse sia caratterialmente, che fisicamente, Victoria è molto estroversa, socievole, amata da tutti i ragazzi, alta, magra, mora, occhi verde tendente al marrone, lineamenti decisi, mentre Amanda l’esatto opposto. Lei era in quarta superiore, sezione design, pur avendo diciassette anni, invece sua sorella era in quinta del liceo linguistico. Mentre pensava si mise ad osservare la sua stanza al buio, non riusciva a vedere quasi niente, ma ormai la conosceva a memoria. Era abbastanza grande, di un color azzurrino, verde-acqua, il pavimento di piastrelle rosa antico, poi l’armadio di legno di ciliegio, abbastanza grande da entrarci, addossato al muro e di un colore simile a quello delle pareti, mentre i due letti singoli posti sotto l’armadio, nella parete di fronte alla porta un terrazzino, non molto grande, di fronte ai letti un televisore e infine la scrivania poco lontana dal televisore. Tra poco, però, avrebbero traslocato in una casa più vicina alla scuola di Amanda, ma molto più grande, infatti, ognuno avrebbe avuto la propria stanza. Poco dopo, Amanda, ritornò ai pensieri su di lei… di certo era molto bella aveva lunghi capelli castano chiaro che s’intrecciavano a formare centinaia di meravigliosi boccoli, gli occhi come due nocciole incastonate nel ghiaccio, molto grandi, abbastanza da perdercisi dentro, piccole labbra come un cuoricino, e il naso leggermente all’insù, insomma era di bell’aspetto infondo, alta, snella, insomma riportava i “canoni di bellezza standard”, ma di certo non era popolare e al liceo se sei impopolare non sei nessuno. Difatti lei era una di quei nessuno, insieme alle sue migliori amiche: Bonnie Ritter, Angela Swing, Anna Zhang, Alice Wondy e April Mckilly (chiamate anche, insieme ad Amanda, “il mitico 906”, “spastico al mastico” o addirittura “ragazze baffute” o qualsiasi altro riferimento ai baffi) loro erano davvero speciali e non sapeva cosa avrebbe fatto se non avesse avuto loro, si sarebbe sentita persa, smarrita, vuota…
Pensando alle sue amiche si rilasso e scivolò nel sonno quasi senza accorgersene.

Quando si svegliò la mattina dopo si rese conto che era fine estate e che tra poche settimane sarebbe ricominciata la scuola…la scuola, pensò, quel covo d’arpie chiamate ragazze che non aspettano altro che un tuo passo falso per deriderti. Solo al pensiero Amanda volle sprofondare in un sonno eterno. Rilassati, si disse, non sei là e poi non sei sola ci sono le tue amiche del “mitico 906”, detto questo si alzò dal letto e cominciò a prepararsi per uscire.
Doveva incontrarsi alle 10 con le sue amiche ai giardini Margherita e poi sicuramente sarebbero andate a casa di una di loro; la ragazza andò a farsi una doccia e lentamente si preparò. Quando si fu asciugata decise di vestirsi, ma con abiti leggeri dato che faceva ancora molto caldo, così sì infilò dei pantaloncini di jeans, che mettevano in risalto le sue gambe snelle e la sua carnagione dorata dovuta all’abbronzatura, poi rovistò nell’armadio, sempre in disordine, in cerca di una maglietta carina. Purtroppo non trovò niente che le piacesse così decise di mettersi una canottiera verde-acqua e ai piedi delle ballerine nere, con sulla punta un fiocchetto che ricordava il colore della maglia. Infine si acconciò i capelli, poiché erano ancora un po’ umidi li lasciò sciolti tirandoli indietro con un cerchietto bianco, poi si mise un filo di trucco. Prese una borsa abbastanza grande bianca con un disegno di una rosa con lustrini argentati, e poi uscì a prendere l’autobus. Se la prese comoda, infatti, uscì di casa alle 9. 45 e arrivò come suo solito in ritardo e naturalmente era l’unica del gruppo che mancava. Prima che potesse dire o fare qualcosa fu assalita da baci, abbracci e complimenti d’ogni genere.
<< Ciao! Caspita siete sempre più belle baffute mie! >> Scherzò Amanda. << Come state? >> Tutte risposero più o meno bene com’era “solito fare” ,  dopo di che iniziarono a parlare delle proprie vacanze, quasi tutte erano andate all’estero o al mare. << Ragazze dovreste vedere Parigi è così bella e romantica! Ehh... >> Sospirò Alice. << Peccato che Matthew non fosse lì con me! >> Matthew era il ragazzo di cui era innamorata Alice, era il classico “bad boy” capelli scuri, lunghi, occhi scuri, alto e magro, ma che purtroppo stava con un’altra ragazza che, tra l’altro, lo tradiva molto spesso. << Io dico che dovevate vedere che gran pezzi di ragazzi c’erano a New York! >>Disse April, quasi con la bava alla bocca. << Me ne sono accalappiata uno che abita qui vicino, ma che purtroppo tornerà solo poco prima che inizi la scuola! Uffi! >> Amanda scherzando, aggiunse rivolta ad April. << Io penso che per allora tu ti sarai già scordata di lui! >> Lei con finto tono arrabbiato rispose dicendo. << Non è vero! Non sono così frivola! >> E le fece la linguaccia, Amanda guardò le altre che l’ appoggiavano, ma che non lo avrebbero mai ammesso davanti ad April. Angela invece era stata al mare come anche Bonnie e anche loro dissero la loro parte di cavolate! Amanda invece li raccontò del viaggio in Spagna con sua madre, Simona, il fidanzato della madre, David, suo fratello, Jonny, e sua sorella e che anche lì la “fauna maschile” non mancava, anzi pullulava! Dopo un po’ Amanda si accorse che Anna, in pratica non aveva spiccicato parola allora le chiese << Tu Anna?Come è andata in Cina? >> Lei la guardò, poi abbassò lo sguardo rossa in volto come un semaforo e fissò le sue scarpe come se fossero la cosa più interessante di questo mondo poi disse 
<< E’ stato stupendo, poi… ho conosciuto un ragazzo, Evan! >>
Ecco svelato il mistero di tanta insolita timidezza, si era presa una cotta! Così iniziarono a farle domande d’ogni genere e a mano a mano lei sembrava come se fosse diventata più leggera, come se avesse avuto un peso enorme sullo stomaco ora liberato come un uccellino in volo. Dopo qualche ora che avevano parlato decisero di prendere del gelato e andarlo a mangiare a casa d’April, poiché era la più vicina. Arrivate, tutte si distesero sull’enorme letto dell’amica a mangiare gelato e a parlare, sostanzialmente, di cose inutili. La casa di April era enorme, ma la cosa più bella era la sua stanza, le pareti sono bianco panna, il pavimento, invece, fa contrasto poiché è in parquet scuro, il letto a baldacchino, matrimoniale, è posizionato contro la parete sinistra, in fondo alla stanza, invece, la parete di fronte alla porta è semi-vetrata e si affacciava su un gigantesco balcone con tavolino, ombrellone e sdraio. Poi, dentro alla stanza, ci sono due porte di fronte al letto, una è la bellissima cabina armadio, e l’altra il bagno completamente bianco e blu. Poi c’è la scrivania, sulla parete destra, lì accanto un gigantesco divano ad angolo con di fronte un maxi schermo, un cassettone di legno pregiato e infine lo specchio. Uno specchio vittoriano, intarsiato d’argento posto di fianco al letto, vicino al cassettone. Alla fine restarono tutte a cena e verso le 23, Alice, che era la pazza del gruppo, esclamò<< Che ne dite di fare una seduta spiritica? >> Amanda subito le tirò un cuscino, così come Bon e Anna, ma la ragazza continuò imperturbabile a dire. << Davvero! So come si fa, l’ho letto su una rivista, e poi dai! Tra un po’ sarà il mio compleanno, fatemi felice. >>
<< Alice, il tuo compleanno è tra nove mesi! >> Puntualizzò Amanda, la ragazza arricciò il naso come risposta, ma, alla fine, pian piano tutte le ragazze annuirono, e anche Amanda fu costretta a farlo anche se era ancora un po’ scettica; ma poi pensò, cosa potrebbe succedere di male?
Poco dopo avrebbe rimpianto quella scelta…
L’unica cosa che Alice disse fu. << Ci servono quante più candele potete, qualcosa per accenderle e un oggetto appartenuto al defunto. A proposito chi vogliamo chiamare? >> Il mitico 906 iniziò a guardarsi intorno, poi Anna con un filo di voce disse. << Possiamo chiamare mia nonna, ve la ricordate? >> Se la ricordavano?! La nonna d’Anna era stata come un’altra nonna per tutte loro, e quando circa un anno prima era morta erano state tutte malissimo; senza aspettare la loro risposta Anna continuò. << Porto sempre la sua collana.>>Detto ciò si tolse il ciondolo, una piccola gemma blu infilata in un filo d’argento, e la poggiò sul liscio pavimento che fu bagnato da una piccola lacrima solitaria d’Anna. Amanda ricacciò indietro le lacrime, e questo le provocò un bruciore alla gola, ma non se ne curò, e disse sperando che dalla voce non trapelasse la sua tristezza. 
<< Chi va a prendere l’occorrente? >>  Angela si alzò e con April andarono a prendere il necessario per fare il rituale e dopo qualche minuto tornarono con molte candele e un paio d’accendini. Così alle 23.50 le sei ragazze si ritrovarono sedute per terra, con la luce spenta, ed ad illuminare la stanza la miriade di candele accese messe in cerchio e al centro il gioiello della nonna d’Anna. In quel momento, magico e strano, Amanda si accorse di quanto le sue amiche fossero speciali per lei, ma soprattutto belle: Angela non era molto alta, ma è quel che si dice una ragazza frizzante ed energica, capelli neri un po’ mossi, ma comunque lisci, corti e scalati, viso tondo, labbra carnose, occhi marroni e naso un po’ a patata; Bonnie è abbastanza alta, capelli lisci a caschetto, castani come gli occhi, ma al contrario di Angela molto pigra, bocca piccolina, e naso sottile; Alice è la classica ragazza pazza, ossessionata dai geki, bassina, capelli lunghi, lisci, e scalati biondo scuro, con il ciuffo e le punte rosse, gli occhi verde-scuro, labbra sottili, e naso normale; Anna invece è l’opposto d’Alice, è timida e un po’ secchiona, alta, capelli neri e lisci e con i connotati cinesi; e infine April che anche se è di un anno più grande di noi è matta lo stesso, non molto alta, capelli lisci marroni, occhi dello stesso colore, labbra normali ma carnose e naso leggermente all’insù. Le mie amiche sono molto diverse tra loro, si sosterrebbe che non hanno niente in comune, ma in realtà la cosa che ci accomuna è la nostra pazzia, ed è la cosa che ci rende unite e uniche, ma non solo, noi ci vogliamo un mondo di bene ed è questo l’importante!
Ormai erano passati cinque minuti e la mezzanotte era sempre più vicina, Amanda sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco, e non sapeva spiegarsene il motivo, ma non ci fece molto caso, pensando che fosse dovuto al cibo spazzatura che avevano mangiato. Alice aveva detto che quando avesse iniziato il rituale dovevano stare tutte in assoluto silenzio, e poi per divertirci e in seguito sfottere Alice, April ebbe la grande idea di posizionare una videocamera sopra un cassettone vicino al letto, cosi che riprendesse tutto. Quando l’orologio a pendolo nel soggiorno di casa Mckilly scoccò la mezzanotte, Alice iniziò a sfogliare una rivista, poi si fermò su una pagina e prima di leggere disse<< Ora guardate tutte intensamente la candela che vi sta di fronte e visualizzate il defunto nella vostra mente, io farò il resto. >> Detto questo iniziò a recitare la frase sulla rivista:

Vieni a me, vieni a me, spirito vieni a me. Non aver paura, non ti faremo male, vieni a me, vieni a me…mostrati, parlaci!

E… niente, non successe assolutamente niente, le ragazze si guardarono intorno, tutte tranne Amanda che continuava a fissare la fiamma della candela di fronte e lei. Ad un certo punto sbiancò e i suoi occhi diventarono vitrei e anche se guardava la fiamma era come se con lo sguardo l’attraversasse per fissare un punto incommensurabilmente lontano, quando alzò il viso, che era bianco come le candele, iniziò a recitare parole apparentemente senza senso, accompagnate da gesti convulsi con le mani, mentre ancora la ragazza parlava le fiamme delle candele si alzarono, poi si spensero del tutto e la stanza cadde nel buio più profondo. Amanda si zittì. Poi si sentì un tonfo. Mentre le altre ragazze urlavano, una specie di puntino luminoso, simile a una lucciola illuminò, anche se di poco, la stanza, ma era una luce strana, candida, buona e mentre le amiche fissavano la luce, sbigottite, essa iniziò a parlare e anche se era una voce calma sovrastò le urla delle persone nella stanza<< Calme ragazze, sono io non abbiate paura. >> Le ragazze si zittirono di colpo. Era una voce familiare, amorevole, e mentre la luce diceva ciò Anna iniziò a piangere e sussurrò tra un singhiozzo e l’altro. << Nonna mi sei mancata così tanto… >> Ma prima che potesse continuare la luce scomparve, e ritornò da dove era venuta. La stanza ritornò nell’ombra più totale, fortunatamente April accese velocemente la luce, ma quello che videro li raggelò il sangue nelle vene. Amanda era sdraiata a terra, priva di sensi e vicino alla sua faccia del sangue, il suo sangue, sembrava una bambola, non la vera Amanda. Le cinque ragazze iniziarono ad urlare e poco dopo arrivò il signor Mckilly, svegliato dalle urla che prese la bambola- Amanda in braccio ed è tutto ciò che ricorda, il resto è solo il buio più totale.
E così quella notte del tre settembre tutto finì… e tutto ebbe inizio.


 

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Capitolo 2
*** Mysteries... ***


CAPITOLO DUE








Mentre Amanda era priva di sensi fece un sogno strano; vide un ragazzo molto attraente, biondo, i capelli un po’ lunghi, gli occhi di un verde magnifico, come le foglie in primavera, abbastanza alto, con un fisico da mozzare il fiato, e una strana collana, un anello con un’enorme pietra nera, che le parlava.<< Svegliati!! >>. Continuava a ripetere quella parola ma la ragazza non capiva.<< Svegliati! >> Si stava stufando, e poi stava così bene lì, era come se si fosse sdraiata su una nuvola, voleva riposare ancora qualche minuto e poi si sarebbe alzata. Ma il ragazzo continuava ad insistere.<< Amanda su svegliati! Svegliati! >>. Allora Amanda si decise a rispondergli, così almeno l’avrebbe fatta riposare in pace.<< Se mi “sveglio”, come dici tu, mi lascerai in pace? >> E il ragazzo di rimando esclamò << CERTO! Ma ora tu svegliati dannazione o sarà troppo tardi. >> La ragazza non capì esattamente l’ultima frase, ma si concentrò per “svegliarsi”, fece come si fa quando vuoi uscire da un brutto sogno e così aprì gli occhi. Quando mise un minimo a fuoco vide un mucchio di persone attorno a lei che la fissavano, riconobbe suo padre, Giuseppe, sua madre, il 906, e i signori Mckilly, ma tutte le altre persone proprio non riusciva a capire chi fossero. Appena l’orda si accorse che Amanda era sveglia, le si ammassarono per vederla e una voce, che non aveva mai sentito, urlò << Spostatevi, ha bisogno d’aria o sverrà di nuovo! >> Detto questo mano a mano le persone si allargarono e Amanda espirò l’aria, che non si era neanche accorta di aver trattenuto. La ragazza non riusciva a collocare la voce di poco prima ad un viso familiare, e quando vide lucidamente capì il perché. Era in una stanza d’ospedale e la voce era di un dottore! L’unica cosa che riuscì a dire fu: << Sto bene, grazie! Ma potreste lasciarmi da sola con le mie amiche? >> Il dottore inarcò le sopracciglia poi rispose << Certamente, ma se ti sentirai di nuovo male le incolperò. >> Amanda ci rimase male, forse il dottore lo notò e aggiunse in tono più dolce. << Se avete bisogno sarò qui fuori. >> Detto questo se ne andò insieme a tutte le altre persone, tranne le sue amiche. Quando gli “intrusi” furono usciti le ragazze poterono parlare apertamente. << Cosa diavolo mi è successo? >> Sbottò Amanda. << L’ultima cosa che mi ricordo è Alice che recita quella stupida frase del rituale…ahh dannazione mi scoppia la testa! E poi che giorno è oggi? >> Le altre ragazze prima si guardarono l’un l’altra, poi scoppiarono a piangere e corsero tutte ad abbracciare una frastornata Amanda. Anche se non ne capiva il motivo la ragazza si lasciò cullare e abbracciare dalle sue migliori amiche.
<< Allora qualcuno mi risponde? E poi perché piangete? >> Disse Amanda il più dolcemente possibile, quando sciolsero l’abbraccio. Dopo poco Bonnie finalmente le rispose singhiozzando e asciugandosi le lacrime con il dorso della mano << Avevi perso i sensi e non ti svegliavi più, pensavamo saresti m- mo… >> Anna l’abbracciò e continuò al posto dell’amica.<< Sei stata priva di sensi per più di due giorni! E continuavi a parlare, dicevi cose tipo che volevi ancora dormire o roba simile. Ma ora l’importante è che stai bene! >> Amanda ricominciò a piangere, così come le altre e si abbracciarono di nuovo per un tempo indeterminabile. Sciolto l’abbraccio la convalescente disse. << Aiutatemi ad alzarmi, per favore. Vorrei sgranchirmi un po’ le gambe.>> Così le ragazze l’aiutarono, ma prima che fosse del tutto in piedi entrò una donna, probabilmente un’infermiera, che le rimproverò << Lasciatela a letto, deve ancora riprendersi. Dovrà stare qui un’altra notte per accertamenti. >> All’inizio le amiche borbottarono qualcosa arrabbiate, e ad Amanda parve di sentire un’imprecazione verso la donna, ma poi assentirono e diedero la buonanotte alla “malata” e uscirono dicendo che sarebbero tornate il giorno dopo. Quando tutte furono uscite dalla stanza la donna prese ad esaminare la cartella medica della ragazza e disse.<< Sei stata fortunata. Nessuno si è mai ripreso così velocemente dopo essere stato in coma per più di due giorni. Ringrazia il Signore! >> detto questo fece il Segno della Croce, ripose la cartella medica e uscì borbottando qualcosa riguardo a persone ritornate dall’Al di Là o cose del genere. L’infermiera fu fermata nel corridoio da un ragazzo che Amanda pensava, anzi era sicura, di aver già visto, ma non ricordava dove. Era un bel ragazzo, alto, capelli un po’ lunghi biondi, zigomi alti, occhi impenetrabili, che anche se non si vedevano bene poiché aveva dei Ray- ban neri, la ragazza era sicura che fossero verdi, labbra carnose e un fisico asciutto, era vestito con jeans neri, maglia a maniche corte blu scuro e scarpe nere, insomma un ragazzo da sogno… sogno. E come un fulmine a ciel sereno Amanda ricordò. Quel ragazzo era ilragazzo, quello del sogno e stava parlando con l’infermiera che poco prima era stata nella sua stanza. Per un secondo ad Amanda parve che la indicasse con la testa, ma scacciò subito quel pensiero perché dovrebbe preoccuparsi per me? Ma come ho fatto a sognarlo se non sapevo neanche chi fosse?  Amanda lasciò che quei pensieri vagassero nella sua mente. Dopo un nano secondo decise di alzarsi e di andare a chiedere le risposte direttamente a lui.Ma fu lenta, troppo lenta e il ragazzo scomparve senza lasciare traccia. Anche l’infermiera se ne andò barcollando, strano… prima che il ragazzo se ne andasse si era tolto gli occhiali e aveva fissato la donna e ora lei barcollava, strano, davvero molto strano… Amanda frastornata, se ne ritornò nel letto e pensò meglio così, cosa gli avrei chiesto “scusa sei per caso entrato nei miei sogni? Sai ti ho visto!” è troppo ridicolo persino per me! Detto questo provò a addormentarsi e poco dopo Morfeo l’accolse.
 




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Capitolo 3
*** It's Not Your Fault ***


CAPITOLO TRE







Amanda si svegliò nel cuore della notte per il trambusto fuori della sua stanza, in un primo momento la ragazza ebbe paura, non capiva dove fosse, poi si ricordò che era in ospedale e si tranquillizzò un po’. Tentò di alzarsi, ma invano così si rimise comoda e poco a poco si riaddormentò. Si risvegliò la mattina dopo, sia per la luce che entrava dalla finestra, ma soprattutto per il chiacchiericcio che sentiva. Non voleva ancora aprire gli occhi, così tese le orecchie e colse qualche frammento di frase << … speriamo stia bene e che non riporti traumi per tutta la vita o non me lo perdonerei mai! >> Questa era Alice, e stava piangendo, ma perché? , le labbra di Amanda s’incurvarono in un dolce sorriso di apprensione ma perché piangeva? Non era colpa sua, non mi ricordo neanche quello che è successo!
Quando aprì gli occhi diede voce ai suoi pensieri<< Perché piangi? Non è colpa tua, non è colpa di nessuno.>> Le ragazze trasalirono, poiché non si erano accorte che l’amica si era svegliata, Alice maldestramente si asciugò il viso e fece un finto sorriso come per dire “ Sto bene, grazie”, ma Alice non era mai stata una brava bugiarda. Bonnie allora disse<< Chi piange? Finalmente ti sei svegliata, dormigliona è mezzogiorno passato! >> Amanda capì che aveva tentato di sviare il discorso, ma non volle indagare; sbatté le palpebre un paio di volte poi disse con fare assonnato. << Oh, bhe ero stanca! >> Poi aggiunse vedendo che Carol le porgeva delle rose rosa
<< Che cosa sono quelle? >>
<< Sono per te…>> Ma Amanda non le fece terminare la frase e disse mettendosi una mano sul cuore <
> Le amiche si guardarono perplesse e Bonnie si affrettò a dire ridendo << Infatti non l’abbiamo fatto sciocchina! I nostri fiori sono quelli là. >> Disse indicando un mazzo di calle sul comodino, poi continuò a dire << Ce li ha dati l’infermiera alla reception, poi ha detto che non sa chi li ha portati, ma che c’è un biglietto indirizzato a te. >> E le diede un’amichevole gomitata con fare malizioso. << L’infermiera era per caso quella di ieri?>> Chiese Amanda perplessa.
<< Si, perché? >>
<< No, no niente.>> Appena ebbe finito di parlare, Amanda tirò fuori una piccola busta bianca dai fiori, che prima d’ora non aveva visto, e lesse ciò che c’era scritto. Non riusciva a credere a quello che c’era scritto, in poche semplici righe scritte al computer, chiunque le lo avesse mandato era riuscito a sconvolgerla. Probabilmente le sue amiche lo notarono e le chiesero << Tutto ok? Cosa c’è scritto? >> Amanda si riprese in tempo dallo stato di shock, prima che una delle sue amiche leggesse il biglietto, infatti, lo appallottolò e lo nascose sotto le coperte. April la guardò di sbieco, poi scrollò le spalle e le porse una borsa con dei vestiti, Amanda le ringraziò e le abbracciò una ad una poi iniziò a vestirsi velocemente. Le avevano portato una maglia a maniche corte bianca con la scritta “ I love London”, dei pantaloni corti fino al ginocchio neri e delle scarpe da tennis. Si fece una coda alta e infilò i vestiti sporchi nella borsa. Uscì dalla stanza e insieme ai suoi genitori, che nel frattempo erano arrivati, andò a firmare delle carte per la sua dimissione. Finito, uscirono tutti e Amanda decise di tornare a casa con le sue amiche, salutò i suoi genitori e si avviarono per andare a prendere l’autobus. Mentre viaggiavano parlarono del più e del meno e chiesero ad Amanda almeno venti volte se stava bene e lei rispondeva sempre “si, grazie! “ e neanche una volta era vero, in realtà non le stava neanche ascoltando, ripensava al biglietto trovato nei fiori:
“ SPERO TU TI RIMETTA PRESTO AMANDA! “
Certo era un banale bigliettino, stile pre-fabbricati, ma chi l’aveva mandato? E perché? C’è un non so che di strano in quelle parole, tipo qualcosa da leggere tra le righe, ma cosa? Cosa?! Sono sull’orlo dell’isteria, me lo sento, stasera impazzirò del tutto se non faccio qualcosa…
Si stava arrovellando su queste domande, quando si sentì chiamare. Era Bonnie <
> Amanda annuì e disse << Cosa stavate dicendo? >>

<< Ti abbiamo chiesto a cosa stavi pensando, sembravi molto assorta. >> Chiese Anna gentilmente.
<< A niente di che, solo al biglietto che ho trovato nelle rose…>> E indicò il mazzo di fiori posato sulle sue gambe, le sue amiche la guardarono sbalordite, poi Amanda capì che erano così per quello che aveva detto. Merda! Non ho raccontato alle ragazze del biglietto, l’avevo nascosto prima che lo leggessero, ma perché l’ho fatto?! Merda, ora cosa m’invento… respira… pensa… ci sono!,Basterà dire la verità.<< Al biglietto?! >> Chiese April con voce perplessa, come anche la sua espressione.La giovane stava per raccontare tutto alle sue migliori amiche, quando qualcosa, o meglio dire qualcuno, attirò la sua attenzione. Lo vide, in tutto il suo splendore che la fissava, il ragazzo del sogno, ma che diceva come poteva fissarla?! Ma era proprio così la stava fissando, lei non riusciva a distogliere lo sguardo, e per un lunghissimo momento si fissarono soltanto, ma per Amanda era una sensazione strana, nuova…
Autunno e primavera si unirono in una danza di sguardi silenziosi. Ad un certo punto la danza s’interruppe, poiché un uomo si era piazzato davanti ad Amanda impedendole la visuale sul ragazzo, stava per alzarsi ed andargli incontro, quando l’uomo sì spostò… ma il ragazzo non c’era più. Svanito. << Quindi… >> La voce di Alice la riportò alla realtà, Amanda sussultò poi disse. << Ci vediamo domani sera a casa mia, lì vi racconterò tutto. Ora devo andare a fare delle cose. >> Detto questo scese dall’autobus, senza lasciare alle amiche il tempo di replicare e si avviò verso casa. Mentre s’incamminava gettò via i fiori, tenendo solo il biglietto e un bocciolo di rosa, ci mancava solo che sua madre facesse domande, così eliminò il problema sul nascere. Arrivata a casa salutò tutti, e dicendo di non avere fame si rintanò nella sua stanza, accese il computer sulla scrivania e aspettò che si caricasse. Nel frattempo gli arrivarono tre sms, il primo era d’April” Tesoro tutto ok? A domani ti voglio bene! “, la giovane le rispose immediatamente, le rassicurò che andava tutto bene e che anche lei le voleva bene; il secondo proveniva da Bonnie e Alice” Come stai? Fai dolci sogni, ci vediamo domani piccolina. B e A tvb”; e infine il terzo era un numero che non aveva in rubrica, diceva “ Spero che i fiori ti siano piaciuti, notte”  . Amanda rimase alquanto turbata dall’ultimo sms e questo non fece altro che alimentare la sua sete di sapere. Appena il computer si fu acceso cercò “ Persone apparse in sogno, conseguenze”,



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Capitolo 4
*** Congratulations ***


CAPITOLO QUATTRO





Appena il computer si fu acceso cercò “ Persone apparse in sogno, conseguenze”, subito apparirono una moltitudine di risposte, la maggior parte erano scemenze, ormai aveva perso ogni speranza. Era arrivata fino alla pagina quindici e non aveva trovato assolutamente niente. Stava per chiudere, quando l’occhio le cadde su un documento di un dottore specializzato in questo campo: 
“ Il sogno è simbolico, appartiene al regno in cui non c’è spazio né tempo, e in esso non c’è la logica che è presente durante lo stato di veglia. Siccome però il sogno ci appartiene intimamente e personalmente, dovremmo fare uno sforzo e imparare a leggere questa "lingua straniera", perché esso reca un messaggio che bisogna saper interpretare. Il sogno non tiene conto della mente razionale e non parla il linguaggio che usiamo normalmente, ma ha lo scopo di portarci a contatto con qualcosa che "sta cercando di manifestarsi alla coscienza". Spesso è attraverso il sogno che ci rendiamo conto che esistono realtà diverse all’interno di ognuno di noi: il sogno è un mito che però non ha valore collettivo, ma solo individuale e come tale è comprensibile solo se inserito nella storia del soggetto…”
Amanda continuò a leggere finché non trovò questo:
“I cosiddetti ‘sogni premonitori ’ sono frequenti nella nostra società, ma molto raramente sono veramente azioni che succederanno in un futuro. Per mia esperienza personale posso affermare che poche persone hanno realmente avuto questi sogni, poiché un’ antica leggenda narra che chi sogna una persona che non ha mai visto in vita sua e che dopo l’abbia anche incontrata,  è segno che una delle due persone possiede poteri soprannaturali, ovvero una strega o uno stregone e ciò e impossibile.”
 
Amanda smise di leggere, troppo scossa per continuare, ma salvò la pagina cosicché il giorno dopo l’avrebbe fatto leggere alle sue amiche. La giovane spense il computer tra uno sbadiglio e l’altro e si mise il pigiama, se così si può chiamare. Era un completo intimo blu scuro di seta, tendente al nero, costituito da una canottiera e delle mutande. S’infilò nel letto e quasi subito si addormentò, per fortuna non sognò niente, ma sapeva cosa fare il giorno dopo. O almeno lo sperava.
La mattina dopo Amanda si svegliò molto presto, troppo turbata per dormire, così iniziò a prepararsi. Andò a farsi una doccia, e appena l’acqua calda colpì la sua pelle, i muscoli si rilassarono e si sentì un po’ meglio. Appena uscita dal bagno, si mise un asciugamano in testa e si vestì. Indossò una mini gonna nera, una maglia con le maniche lunghe fino ai gomiti nera, e delle scarpe dello stesso colore, non era dell’umore per vestire di un colore che non fosse il nero. Fece colazione da sola, dato che tutti dormivano ancora, e dopo andò al computer, facendo attenzione a non svegliare sua sorella, per continuare le ricerche. Questa volta scrisse “sogni premonitori” , ora che capiva che era di ciò che si trattava voleva saperne di più. Fortunatamente il primo sito trovato- Luce e Ombre, Mistero e Paranormale-  faceva al caso suo, così lo aprì:
 
“ I sogni premonitori sono quei sogni che ci mostrano degli eventi che accadranno, e possono essere eventi legati al sognatore oppure a persone care o semplicemente conosciute di vista e in altri casi vedere eventi che accadono a persone sconosciute.
Questi sogni si distinguono dagli altri sogni dal fatto che ci toccano in un modo particolare. Come se fosse un esigenza fisica, di bisogno, di doverlo tradurre e capire chi è il soggetto.
I sogni premonitori si possono manifestare durante alcuni periodi della nostra vita, oppure chi è portato realmente alla preveggenza a livello onirico li fa tutte le notti o quasi, come Nostradamus. 
I sogni hanno sempre avuto parte determinante sul destino: venivano infatti considerati la voce di Dio. Ancora oggi persiste l'idea che rappresentino una sorta di "previsione" sulla nostra vita…  “
 
Non ci poteva credere era proprio quello che era successo a lei! Corse a prendere il cellulare e con mani tremanti scrisse un messaggio uguale a tutte le sue amiche “Tra quanto puoi essere qui? “ . Aspettò pazientemente che le rispondessero, intanto andò a chiedere alla sua famiglia se poteva uscire. Sua madre acconsentì. Dopo qualche minuto le arrivò il primo messaggio di risposta: - Subito baffuta! April - poi le arrivarono altri tre messaggi uno dietro l’altro: - Cinque minuti e sono lì! An – poi uno di Bonnie e Alice – Con calma tesoro, ci siamo appena svegliate! – e infine un messaggio di Angela, che stranamente aveva risposto, dato che non aveva mai credito nel cellulare – Dammi il tempo di arrivare… - . Amanda si rilassò e sorrise tra sé e sé, sono proprio fortunata!
Quando, mezz’ora dopo, tutte le sue amiche furono arrivate Amanda, li fece leggere tutto ciò che aveva trovato. Man mano che leggevano, sui loro volti si dipinsero espressioni di stupore o perplesse, e quando ebbero finito di leggere Amanda cercò di spiegare loro ciò che aveva capito: 
<< Allora, so che non avrete capito niente di ciò che avete letto, quindi ora cercò di farmi luce su questa storia… per favore non interrompetemi se non alla fine, o non avrei la forza di ricominciare. >> Amanda trasse un respirò profondo e poi continuò. << Quando ero priva di sensi ho fatto uno strano sogno, o almeno così credevo. Ho visto un bel ragazzo… >> Descrisse alle amiche il giovane. << Lui mi diceva di svegliarmi, o sarebbe stato troppo tardi, io non capii subito, ma lo assecondai. Ed ecco come ho fatto a svegliarmi in ospedale, se non fosse stato per lui, io ora non sarei qui… >> Scossa e singhiozzando smise di parlare, quando si fu un po’ ripresa, raccontò loro anche quando aveva visto il ragazzo in ospedale e in autobus. Poi aspettò che qualcuna dicesse qualcosa, infatti dopo poco Angela disse. << Quindi tu ci stai dicendo, che dalle ricerche che hai fatto, saresti una strega?! >> Amanda scosse leggermente la testa e rispose dolcemente, con un sorriso a trentadue denti. << Non esattamente, o io o lui, c’è un solo modo per scoprirlo… Internet!>> Bonnie sgranò gli occhi. << Internet?! >> Chiese con voce stridula.
<< Si, internet. Cercheremo un incantesimo o che so io. Ho trovato un sito abbastanza attendibile… >>
<< Oh certo! Internet non mente mai! >> Esclamò Bon roteando gli occhi e alzando le mani al cielo in segno di resa. Subito scoppiammo tutte a ridere, e dopo qualche istante anche Bon si unì. << Mi siete mancate. >> Disse Amanda. 
Si susseguì un coro di “ Oh, anche tu. ” e un abbraccio di gruppo. << Ora cominciamo, dobbiamo finire prima che torni mia madre. >> Informò Manda.
<< All’opera! >> Urlarono tutto il 906 all’unisono.
<< Avevo pensato ad un incantesimo di localizzazione, o qualcosa per capire chi è il ragazzo. >> Propose Amanda, cliccando su un sito salvato nei preferiti del computer.
<< Sei tu la sensitiva qui! >> Scherzò Alice, facendole la linguaccia, Amanda le rispose << Hai ragione, ma ho bisogno di assistenti. >> Mentre la piccola apprendista cercava nel sito, le sue amiche s’erano sparse per la camera a oziare; Alice e Carol guardavano la televisione, Anna leggeva un manga, April giocherellava con un videogioco e Bonnie, naturalmente, dormiva. Dopo circa un’ora che cercava, Amanda esclamò.
<< Forse ho trovato qualcosa, venite a vedere! >> Tutte si alzarono e corsero vicino alla scrivania, anche Bonnie, che Alice aveva svegliato dandole un buffetto sul braccio. Amanda si spostò, così che anche le sue amiche vedessero ciò che aveva trovato. Dopo qualche minuto di silenzio Anna disse indicando il computer << Cosa dovremmo vedere? C’è solo una schermata bianca. >> Le altre giovani annuirono e Amanda salto su dicendo. << Ma cosa farneticate? Non leggete?! >> Vedendo che nessuno ribatteva la giovane continuò più calma. 
<< Ve lo leggerò io. >> Si schiarì la voce e cominciò a leggere. << “Fare un incantesimo senza sapere quali sono i meccanismi che si smuovono, le forze che si interpellano, farlo solo perché si spera che poi dopo il desiderio si realizzi è veramente partire con il piede sbagliato e votare l'incantesimo al fallimento, ma non solo, vuol dire anche sprecare il nostro tempo e chiudersi davanti le porte della vera magia. Se la strega o il mago non è interiormente forte, sicuro e preparato, quello che si fa risulterà solo un misero gioco e voi sapete bene che la magia è tutto fuorché un gioco di società. Se si decide di intraprendere questa strada in modo serio e costruttivo allora bisogna armarsi di pazienza, perché le cose da sapere sono tante e non si può pensare di costruire un Tempio in 2 giorni.
Prima di tutto bisogna scavare in noi per interrare delle fondamenta solide nel nostro spirito e poi praticare nel vero senso della parola.
Percorrendo su questa strada forse molti scopriranno non solo cose nuove ma anche che la magia non è quello che si crede. Le porte della vera magia non si spalancano facilmente a tutti e andando avanti nella ricerca molti lo comprenderanno. Diremo che chi è impressionabile, chi non ha il dono dell'equilibrio e dell'obbiettività, è meglio che non apra mai un libro di magia. L'uomo schiavo delle sue passioni e dei suoi pregiudizi non potrà mai essere un iniziato, a meno che non si trasformi, non potrà mai essere un adepto giacché questa parola significa colui che è arrivato per mezzo della sua volontà e delle sue opere. 
Con la magia si può maturare, capire noi stessi, vivere più intensamente e profondamente la natura, l’universo, ogni cosa che ci circonda, sentirne il respiro e l’energia, qualora la si abbracci come filosofia positiva. Agendo in questo modo su di noi possiamo modificare la realtà e cercare di migliorarla non solo per il bene nostro, ma anche per il bene comune. Se una MAGIA è nel vostro destino sarà essa stessa a cercarvi. La magia non è una materia che si impara a lezioni come a scuola, non vi sono insegnanti. Qui ci siete voi, da soli e con le vostre capacità individuali. 
Come ci fu insegnato, non si deve vivere di magia con stress e a tempo pieno, si finirebbe per non apprendere nulla. GUARDARE SEMPRE E FISSEMENTE UN UNICO PUNTO SI FINISCE POI PER NON VEDERLO PIU'. La magia è una filosofia che aiuta se chi opera è in pace con se stesso e con il mondo. E qui torniamo al dunque: dove attingere le informazioni per maturare la nostra coscienza magica? 
La miglior cosa è affidarsi ai grandi maghi, alchimisti e filosofi del passato come passo iniziale.   
Cercateli nelle librerie antiquarie, che trattano libri di due, tre secoli fa e non scoraggiatevi, non affidatevi ad altri ma cercate da voi stessi perché la ricerca fa parte dell'apprendimento e della maturazione dell'adepto, alla stregua degli ingredienti di antichi incantesimi, così apparentemente strani o faticosi da trovare, che avevano lo scopo di rafforzare la strega nella sua volontà quando essa si cimentava nella loro ricerca. 
E quell'ingrediente una volta trovato dopo aver sudato le proverbiali 7 camicie, aveva 100 volte amplificato la sua potenza. Chiedete a voi stessi di indicarvi la strada, il luogo migliore dove cercare.
Per fare incantesimi innanzi tutto bisogna possedere il proprio talismano, cioè un oggetto, qualunque esso sia, per conseguire magie, fare incantesimi più potenti e/o difficili. Senza di esso la strega, o il mago, possono fare ben poche cose, per esempio incantesimi di localizzazione, far fluttuare oggetti o trucchetti da circo non degni del nome “incantesimo”. Per tanto noi consigliamo di cercare, e cercare senza sosta il proprio amuleto, esso si riconoscerà poiché si illuminerà o fluttuerà se il possessore lo tocca e solo egli potrà vederlo(ndr: Frequentemente gli amuleti sono minerali, poiché sono nati dalla terra.) Colui che è attaccato alle proprie idee ed ha paura di perderle, colui che teme le nuove verità e non è disposto a dubitare di tutto non può accostarsi a questa antica scienza senza subirla e rimanerne turbato.
Chi poi si accosta alla magia con affanno e disperazione come se fosse l'unico scopo della propria vita, disperandosi perché se non impara l'Arte si sente male sino a morirne… ecco queste persone è bene che non si accostino alla magia perché non è questo il giusto sentimento e il giusto stato d'animo per apprendere maturare e costruire in modo positivo; questi sono solo un atteggiamenti autodistruttivi che non servono alla magia e prima di tutto non sono utili all'equilibrio psichico della persona stessa. Infine se si abusa di questa dote si può finire gravemente feriti, svenimenti, perdita dei sensi anche per molti giorni o addirittura se sfruttata senza sosta vi aspetta la morte…
N.B. Questa pagina può essere visualizzata solo da maghi o streghe, quindi sei stai leggendo questo, CONGRATULAZIONI sei una strega! >> 






Reeecensite belle carotine arrostite mie, se lo farete nel prossimo capitolo vi farò un merdaviglioso angolo autrice :')
Anita xx

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