One way ticket to Heaven

di Lena G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** What goes around... comes around ***
Capitolo 3: *** Daphne ***
Capitolo 4: *** This is how the whole shit began ***
Capitolo 5: *** Double Trouble ***
Capitolo 6: *** Bad Luck and Good Night ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Hola! Allora, questa è la mia seconda Dramione in assoluto ed è la mia prima Long-fic. E’ ancora OOC (altrimenti non sarebbe una Dramione) e come sempre cerca di essere sempre abbastanza comica ^^
Ringrazio infinite volte Jole (che qui su EFP la trovate come _Jo) che si è dimostrata disponibile nel leggere e correggere questa fanfic.
Spero recensiate in molti, che è cosa buonissima e giustissima, ma, soprattutto, vi piaccia J
Un besito e buona lettura
Lena G





1-   Prologo

Correvo per i corridoi sperando di non incontrare nessuno, era notte fonda e gli unici suoni che si sentivano nel corridoio erano i miei piedi che calpestavano il pavimento, il mio respiro affannato e il battito accelerato del mio cuore. Svoltai improvvisamente a destra e lo vidi: un ragazzo alto, possente, con i capelli corvini abbandonati sugli occhi e una sigaretta in bocca stava appoggiato al muro con la schiena mentre il suo viso era rivolto verso la finestra opposta a lui.
"Zabini."
"Granger. Qual buon vento."
“Siamo spiritosi eh?”
“Pensavo non saresti venuta…”
“Se devo essere sincera l’avevo preso in considerazione, l’avermelo detto in quel modo in  Sala Grande, faceva pensare ad uno scherzo di cattivo gusto da parte vostra…”
“Capito, allora annoterò di non farlo più la prossima volta” rispose lui tenendosi la sigaretta tra l’indice e il pollice della sua mano sinistra ed espirando lentamente il fumo. 
“Cosa ti hanno detto i tuoi amichetti quando sei uscita?”
“Loro… non lo sanno.”
“Che ribelle! Facciamo le trasgressive stasera…”
Sbuffai impazientita: "Senti, facciamo presto, dimmi perchè hai voluto incontrarmi e perchè qui. Hai bisogno di ripetizioni? Vuoi farmi uno scherzo da Serpeverde? Guarda che ho la mia bacc…"
"Perchè ho bisogno di una mano." Disse interrompendomi.
Rimasi a bocca aperta, interdetta. Iniziai a gesticolare come un’ossessa: "Tu”  dissi mentre lo indicavo con l’indice e con gli occhi gli trasmettevo tutto il mio disgusto: “Purosangue viziato e pomposo stai chiedendo a me, che per voi sono solo unaSanguesporco infima e secchiona, un aiuto? E per cosa di grazia?" mi misi le mani sui fianchi e lo guardai con aria di sfida.
Zabini non si fece intimorire dai miei occhi lampeggianti, anzi, mi riservò solo un’occhiata di sbieco e con nonchalance sospirò: "Devi fare i modo che il matrimonio tra Astoria e Draco non venga celebrato."
Sollevai il sopracciglio. “Cosa? Cosa significa questo?”
“Granger, Granger. E pensare che per essere la migliore dell’anno sei piuttosto ingenua… Guarda te lo spiego molto semplicemente” iniziò a evidenziare ogni parola con il movimento delle mani. Il tutto con ancora la sua sigaretta kilometrica in bocca: “Draco, Astoria, abito bianco, torta nuziale, fedi e poi fra pochi anni bambini bavosi… con capelli biondi” e dopo aver detto ciò fece una smorfia con le labbra, quasi impercettibile.
“Non capisco quale sarebbe il mio compito”
“Devi conquistare Malfoy e convincerlo ad interrompere il fidanzamento”
Persi un battito del mio cuore, forse anche due: “Io non ho intenzione di conquistare Malfoy, per questo compito la miglior candidata è la Parkinson”
Questa volta riuscì a fargli girare la testa e quello che vidi furono due zaffiri, incastonati nell’ebano più puro, che mi guardavano increduli e divertiti. Ci furono due secondi di silenzio in cui mi sarei aspettata una grossa e grassa risata dalla serpe, che però non arrivò: “No. Non ho bisogno di qualcuna che entri nel suo letto, ma nel suo cuore.” Poi si mise a borbottare ridacchiando: “Pansy… ahah… assolutamente ridicolo…”
La frase mi colpì, come un pugno in un occhio. Lo guardai impassibile, mentre dentro di me sentivo crescere l’indignazione e la rabbia. Cercai di rielaborare la sua frase, sperando di aver capito male. Siccome il significato di ciò che mi aveva detto rimase invariato sbottai, stizzita:
“Oh certo! Ed io sono perfetta per questo ruolo, vero? Ma non prendermi in giro! Io sono una Sanguesporco, che voi tutti odiate, soprattutto Malfoy, e io ricambio in pieno i suoi sentimenti. Come può esserti venuta in mente una cosa del genere?! Senti Zabini, mi hai stufato. Pensavo volessi parlarmi di una cosa seria, non di una cosa futile come questa. Ah, non sapevo che Draco e Astoria stessero per convolare a nozze. Auguro loro il peggio. A mai più!”
Mi volsi per tornarmene nel mio dormitorio, dove mi stava aspettando il mio letto comodo, quando sentii una mano afferrare violentemente il mio braccio.
Zabini mi attirò a sé: “Primo: io non ti odio. Secondo: per me questa cosa è davvero importante. Sei mai stata innamorata di una persona Granger? Innamorata di qualcuno che non si rende conto dei tuoi sentimenti e che involontariamente continua a ferirti giorno dopo giorno?”
Abbassai lo sguardo. Certo che sapevo cosa voleva dire essere innamorati e non corrisposti. Lo vivevo ogni giorno con Ron. Sentii le lacrime salirmi agli occhi, cercai di ricacciarle indietro, e con gli occhi ancora lucidi lo guardai. Anche lui aveva il mio stesso sguardo, anche lui soffriva quanto soffrivo io.
“E così… ti piace Astoria…”
“Già. Io e sua sorella Daphne abbiamo sempre finto di essere fidanzati. Suona strano lo so. In realtà siamo fidanzati ma io sono innamorato di sua sorella e lei è innamorata di un altro. Fino ad oggi siamo stati solo spettatori, ora vogliamo tentare un’ultima volta per riuscire a conquistare la persona dei nostri sogni. Se falliremo ci sposeremo e ci metteremo il cuore in pace. Siamo amici, ci rispettiamo. Se non con Astoria, va bene Daphne e basta.”
“Ma insomma, voi non potete farci niente se Malfoy e la piccola Greengrass hanno deciso di sposarsi…”
Zabini mi guardò incredulo: “Ma in che mondo vivi? Il loro è un matrimonio combinato!”
“Cosa, combinato?! Ma queste cose non si facevano più nemmeno nel secolo scorso!”
“E invece per noi purosangue è attualità, piccola nata babbana”
“Chiamami Hermione. E spiegami bene questa faccenda dall’inizio…”
Blaise spense la sua sigaretta, finalmente, e mi fece cenno si sedermi sul davanzale della finestra di fronte a noi. Lui mi si avvicinò e guardò lontano all’orizzonte: “Devi sapere che qui è come se vivessimo qualche secolo indietro ai babbani, nonostante la nostra superiorità. Abbiamo mantenuto questa tradizione per poter salvaguardare la nostra specie. Appena si sa il sesso dell’erede, i genitori contattano immediatamente una famiglia di purosangue qualsiasi che è, diciamo, nelle loro stesse condizioni.”
“Ma quindi tu sei promesso sposo ad un’altra ragazza… perché vuoi proprio Astoria? E anche Daphne dovrebbe essere nella tua stessa condizione…”
“Fammi spiegare… Allora, io ero promesso sposo ad una ragazza, che però morì di malattia ben sette anni fa. Fui molto dispiaciuto ed i miei mi dissero che avrei potuto scegliere io la mia futura moglie. I Greengrass avevano deciso di non applicare questa tradizione né a Daphne né ad Astoria. Io quindi dissi subito che volevo la più giovane delle sorelle, ma ricevetti una risposta negativa <
>. Così i nostri genitori, alle nostre spalle, decisero di promettere me e Daphne, la mia migliore amica. Non potevamo dire di no, quindi accettammo, lei con l’odio nei miei confronti, io con la morte nel cuore. Ci fu un periodo in cui non ci parlavamo, ci facevamo vedere assieme solo perché non potevamo far saltare la facciata della nostra storia. Poi però l’anno scorso abbiamo fatto pace e abbiamo deciso quello che ti ho detto poco fa…”
Non potevo crederci, improvvisamente quella serpe maledetta quanto bella mi parve debole e provai molta tenerezza per quei due finti amanti.
Maledicendo il mio lato tenero, decisi di accettare: “Zabini, dimmi cosa devo fare. So che non sarà per niente facile anche solo avvicinarmi a Malfoy...”
“Hai ragione, infatti io e Daphne ti aiuteremo”
“Fate solo in modo che io non debba pentirmi di avervi dato una mano”
La mia bocca parlava ed il mio cervello concordava. Il mio cuore invece batteva all’impazzata per la paura di non riuscire -le probabilità erano altissime- e non solo. Quello che stavo facendo era assolutamente ingiusto nei confronti di Malfoy, Astoria, Harry, me… e Ron.
“Tranquilla Granger. Per questa volta, fatti meno problemi e vivila serenamente ok? Non ci sono voti in ballo…” mi sorrise sinceramente e se ne andò, lasciandomi lì sola con i miei pensieri.
“Ah, Hermione!”
“Sì Blaise?”
“Grazie. Davvero.”
Gli sorrisi di rimando, e fu così che la mia vita cambiò. Radicalmente.

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Capitolo 2
*** What goes around... comes around ***


Hola! Sono tornata con un nuovo capitolo corretto! E che capitolo! Vi spiego brevemente: siamo tornati indietro nel tempo, e scopriamo qual è stata la miccia che ha portato Blaise e Daphne a chiedere ad Hermione il suo aiuto! In più, c’è un indizio del segreto ragazzo che ha conquistato il freddo cuore di Daphne… Ma non vi dico nient’altro! Dovrete leggere!
Ringrazio le adorabili 4 ragazze che hanno recensito il prologo, la temeraria che ha messo questo aborto di storia nei preferiti e le 19 pazze che l’hanno inserita nelle seguite!
Un bacione e buona lettura!
Lena G


 
 
2- WHAT GOES AROUND… COMES AROUND

Hey girl, is he everything you wanted in a man?

Blaise guardava Astoria ridere e scherzare insieme alla sorella, Pansy e Draco che non la lasciava nemmeno un secondo. Vedeva gli sguardi e i sorrisi che la ragazzina rivolgeva al suo promesso sposo: erano spenti ma avevano una punta di felicità che gli fece contrarre le viscere. Malfoy invece, pur standole vicino non la calcolava minimamente, le uniche e poche volte che serbava considerazione verso qualcosa era solo per guardare con disprezzo il suo bicchiere di Firewhiskey.
Se ne andò al dormitorio dei Serpenti dove si sarebbe rinchiuso e sarebbe rimasto da solo a macerare nel dolore fino a quando non sarebbero tornati i suoi compagni di stanza, tra cui il suo migliore amico: Draco Malfoy.
Come poteva Astoria stare con uno come Draco? Stare con un ragazzo che non la considerava, che non si rendeva conto del piccolo, fragile e prezioso fiore che era? Come poteva stare con un ragazzo che non era LUI?

Don’t want to think about it
Don’t want to talk about it
I’m just so sick about it
Can’t believe it’s ending this way
Just so confused about it
Feeling the blues about it
I just can’t do without you
Tell me is this fair?


Come poteva finire in questo modo? A dir la verità non era nemmeno iniziata, ma per lui era stato come un alto tradimento quello che avevano fatto i loro genitori. A lui, a Daphne, Astoria e Draco.
In quel momento si udì un leggero bussare alla porta. Blaise sussultò lievemente e riprendendo la sua compostezza disse: “Avanti.”
Una manina piccola, candida ed elegante fece capolino dalla pesante porta che rivelò subito la sua proprietaria: Astoria.
La ragazzina lo guardò timida: “Mia sorella mi ha detto che non ti sentivi bene” e le sue guance avvamparono.
“Già. È un brutto periodo per me questo”
Astoria lo guardò dispiaciuta: “Mi dispiace sul serio.”
Blaise fece un cenno di noncuranza: “Tranquilla. Non devi. Non crucciarti per me, devi preparare il tuo matrimonio…”
Lei annuì: “Sì, mi sta portando via molto tempo. Per fortuna lo sposerò quando finirò gli studi e quindi sto facendo le cose molto lentamente. Per la tua cosa Blaise, spero possa risolversi nel modo che desideri”
“Non penso sarà possibile” replicò statuario.
“E perché mai?”
“Perché???” Blaise sentì un grosso fuoco di rabbia animarsi nel suo petto, ma cercò di controllarsi: “Dovresti saperlo Astoria, e anche molto bene”
La ragazza si portò una mano sul cuore: “Vuoi dirmi che tu…  Ancora”
“Sempre. Non riesco a smettere di pensarti Ria. Mi manchi, io ti volevo, tu dovevi essere MIA. NON SUA! Nonostante tu fossi consapevole dei miei sentimenti nei tuoi confronti, hai scelto lui lo stesso. PERCHE’?!” Si rese conto di aver urlato e cercò di recuperare un po’ di compostezza scuotendo la testa.

You know I gave you the world
You had me in the palm of your hand


“Blaise. Lo sai. Non posso oppormi al volere dei miei genitori. E poi poteva capitarmi di peggio. Draco è ricco, educato”
“MA NON TI AMA! NON TI AMA COME TI AMO IO!”
“Blaise non posso andare contro il volere dei miei. Neanche se lo volessi con tutta me stessa!”
“Ma mi stai dicendo allora che se non ci fosse Draco”
“No Blaise. Non ti dirò niente a riguardo, non voglio alimentare dentro di te false speranze. Rassegnati, ti prego”
“Io non voglio rassegnarmi! Dimmi che vuoi stare con lui perché ti piace starci e non solo perché devi!”
“Mi piace Draco” gli disse senza guardarlo negli occhi.
“Dimmelo guardandomi negli occhi”
Astoria sollevò lo sguardo, aveva gli occhi lucidi, non voleva spezzare così il cuore di un suo carissimo amico, ma doveva farlo per poter permettergli di vivere la sua vita: “Mi piace Draco, mi piace stare con lui. Blaise, vivi la tua vita senza di me”
“Quindi è un addio”
Astoria distolse lo sguardo.

Is this the way it’s really going down?
Is this how we say goodbye?


“Sì Blaise. È un addio” e abbassando il capo corse via. Lontano da lui.
Il moro strinse i pugni, sentì delle lacrime bagnargli le guance. Concentrò tutta la sua forza nel polso destro e iniziò a colpire il muro di pietra sempre più forte. Quando iniziò a sentire dolore alla mano si accasciò al pavimento e pianse il suo amore perduto.

Should’ve known better when you came around
That you were gonna make me cry
It’s breaking my heart to watch you run around
’Cause I know that you’re living a lie
That’s okay baby ‘cause in time you will find...


“A mali estremi, estremi rimedi …”

What goes around, comes all the way back around

Draco entrò nel dormitorio e vide Blaise sanguinante: “Porca miseria Blaise! Cosa è successo?!” e si buttò a terra per aiutare l’amico a tamponare la ferita: “Ti porto da Madama Chips”
“No Draco. Non ce n’è bisogno. Lasciami qui, nel mio dolore”
“Ma tu sei tutto scemo! Non ti lascio qui come un cretino con una mano sanguinante e forse rotta e gli occhi da pianto!”
Blaise lo guardò implorante.
“Ooooh! E va bene! Non ti porto da Madama Chips ma tu devi spiegarmi perché ti sei ridotto in questo stato!”
L’amico moro si rabbuiò. Non voleva che Draco sapesse. Non poteva dirgli: “Voglio rubarti la ragazza…”
Non poteva concedersi il lusso di confidarsi questa volta: “Niente, problemi a casa, a scuola e in generale… Alla fine sono esploso… Sai com’è… lo stress…”
“Sì ho capito: ti sei bevuto completamente il cervello. Vieni con me.” Blaise lo guardò titubante “Fidati Bla!” e prese l’amico per il braccio sano e uscirono insieme dalla loro camera.
Daphne e Pansy continuavano a chiacchierare, ad un certo punto videro un ragazzone moro con il braccio sanguinante scortato da un ragazzo smilzo con i capelli biondi. Daphne, da brava finta fidanzata, accorse in loro soccorso: “Oddio Blaise! Cos’è successo??”
Lui le rispose guardandola intensamente, ma per lui fu Draco a parlare: “Ha deciso di fare il deficiente sfasciando la sua mano e camera nostra”
Daphne si mise le mani alla bocca: “Ma perché Blaise?”
Era inutile chiedersi il perché, sapeva benissimo che aveva appena finito di parlare con sua sorella. Si girò verso Draco: "Lascialo a me. Lo porto io in infermeria”
In silenzio i due amici si separarono, e quando Daphne e Blaise uscirono dalla Sala Comune, Draco si avvicinò a Pansy che ruppe il ghiaccio: “Come va con Astoria?”
Draco si accese una sigaretta: “E come vuoi che vada? Male, bene? Va. Non ci piacciamo nemmeno un po’ e lei non m’ispira granchè. Faremo fatica quando dovremo mettere al mondo un bambino…”
“Non fare il tragico! È una brava ragazza!”
“Non lo metto in dubbio. Ma è una bambina. Io se devo sposarmi, voglio almeno che sia una donna!”
Pansy lo guardò, lo capiva benissimo. Astoria non era la ragazza per lui. Guardò l’orologio, era il momento di andare da Theodore, quindi si alzò. Draco per educazione si alzò con lei.
Pansy sorrise: “Non cambi mai tu…”
“Mai avuto intenzione di farlo Parkinson”
“Se mi permette signor Malfoy, il signor Nott mi attende nel suo gabinetto”
Draco la guardò divertito: “Potresti dire al tuo fidanzato che è un grandissimo pezzo di merda? Lui sa cosa voglio dire…”
“Glielo riferirò con piacere. Ciao”
Malfoy la guardò allontanarsi. Era felice per Pansy, i suoi genitori avevano scelto un buon partito per lei e finalmente poteva riscattarsi dalle voci che la dipingevano come una poco di buono comportandosi da perfetta fidanzata. Si alzò e si diresse verso la biblioteca.
Daphne e Blaise stavano camminando per i corridoi, lentamente.
Grazie ad un colpo di bacchetta, Blaise era guarito subito dai graffi e ora teneva lo sguardo fisso al pavimento. La sua promessa sposa lo teneva a braccetto e lo guardava teneramente, dopo minuti interminabili di silenzio Daphne gli chiese: “Allora, immagino sia andata male…”
“Molto più che male. Ha detto di farmi una nuova vita senza di lei… e che a lei Draco piace”
Daphne spalancò leggermente gli occhi, sorpresa: “Non l’avrei mai detto. Evidentemente Draco non è proprio male come fidanzato. Dai, pensa, poteva capitarle Goyle"
Blaise rabbrividì al pensiero di vedere il suo piccolo fiorellino avvinghiato a quel gorilla peloso e puzzolente di Goyle: “Daphne cara, così non mi aiuti. Anzi…”
“Scusami, è stato più forte di me. Lo sai come sono fatta. Allora, cosa facciamo adesso?”
Blaise questa volta la guardò negli occhi: “A te com’è andata?”
“Secondo te?” si morse il labbro e strinse un paio di volte le palpebre: “Se fosse andata bene non sarei con te a chiederti di attuare il piano.”
“Hai ragione. Scusami Daphne. È che mi sembra così strano: tu, così bella, intelligente e sensibile, per quanto una serpe possa esserlo, non riesci a intrappolare un grifone come quello nella tua rete…”
Si propagò una risata cristallina: “Blaise, e io non riesco a capire come uno come te non riesca a prendersi mia sorella”
“Perché quando c’è di mezzo il cuore sono imbranato”
“Ed è per lo stesso motivo io non sono riuscita a conquistarlo, anzi, ad avvicinarlo”
Si fermarono e continuarono a guardarsi senza dire una parola. Dopo poco Blaise ruppe il silenzio: “Quindi dici di farlo? Di coinvolgerla?”
“Dico proprio di sì”
“E perché proprio lei?”
“Perché è l’unica che potrebbe riuscirci sul serio! Hai bene in mente com’è fatta?” Blaise annuì.
“Ecco! Ora pensaci due secondi e poi dimmi!”
Il ragazzo distolse per un attimo lo sguardo e poi convenne: “Hai ragione. Meglio di lei non c’è nessuno. La avviso io?”
“Ma certo! Scusami, ma io il lavoro sporco non lo faccio. E poi non dimenticarti che tu hai avuto l’idea e se tutto questo va in porto e ha successo, ne giovi solo tu!”
Blaise si portò le mani nei capelli: “Ok, fammi solo pensare un modo per dirglielo ma che desti anche la sua fantasia. Non è un’ oca, è una delle menti più brillanti del mondo magico”
Daphne sorrise: “Secondo me dovresti giocare su dove è più debole…” e gli lanciò uno sguardo complice, enigmatico e malizioso.
“Cos…? Ah… Ah! Ho capito… Ma tu guarda che mi tocca! Va bene, da domani potremo attuare tutto quello che ci serve. Mi chiamo Zabini, la classe non è acqua. Potrei convincere un cammello a bere Firewhiskey nel bel mezzo del Sahara”
La bionda rise di gusto: “Sì certo. Ora però non fare il cretino che diventi anche non credibile!”
“Ma come?! Sotto Imperius…”
“Blaise?”
“Sì?”
“Era pessima. Fila in dormitorio…” 
“Agli ordini!” e si mise a correre veloce come un neutrino mentre il gelo ritornava a circondare l’unica e indiscussa regina di ghiaccio di Serpeverde.
La mattina in Sala Grande era un casino: ragazzi dagli 11 ai 17 anni che alle sette del mattino scendevano a fare colazione, chi più assonnato, chi meno, si scambiavano saluti, consigli ed eventuali regali.
Per Hermione Granger scendere in Sala Grande significava solo avere l’occasione per ripassare le ultime cose prima dell’inizio delle lezioni. Non si definiva secchiona so-tutto-io, era semplicemente una ragazza nata-babbana con un innato amore verso lo studio e voleva fare vedere a quel mondo, di cui una piccola parte non accettava le persone come lei, che lei esisteva, che valeva come il migliore dei Purosangue nobili, anzi, di più. Niente e nessuno era capace di fermarla. Quel giorno Hermione aveva intenzione di ripassare per l’ennesima volta Astronomia e si era svegliata piuttosto di buonumore: Harry e Ron avevano fatto i compiti da soli e quindi oltre le sue tanto agognate 8 ore di sonno conciliatore, era pure riuscita a scrivere la miglior relazione mai scritta in tutta la sua carriera scolastica. Velocemente aveva percorso tutte le scale che dalla Torre di Grifondoro arrivavano alla Sala Grande. Con un sorriso a trentadue denti si avviò verso il tavolo della sua casa… ma qualcosa glielo impedì: una forte stretta sul braccio, una giravolta molto veloce su se stessa, e la povera ragazza si scontrò con un torace ampio e muscoloso. Mentre cercava di realizzare di chi potesse essere e soprattutto cosa era appena successo, la voce del proprietario sussurrò proprio vicino al suo orecchio: “Buon giorno Granger. Noto che per te è una bella mattina. Ti aspetto alle 23 sotto i portici del chiostro, quelli che portano all’aula di Difesa contro le Arti Oscure. Non mancare” il misterioso interlocutore alzò il busto e fece incrociare i suoi occhi blu con quelli marroni della ragazza che rispose piccata: “Oh certo Zabini. Non posso perdermi un’occasione simile.” 
Fece retrofront e si sedette al tavolo sbuffando: “Lo sapevo che qualcosa sarebbe andato storto! Mannaggia a quella serpe di Zabini! Figurati se farò quello che mi ha chiesto, lascerò lui e la sua combriccola di bisce a bocca asciutta! Non si scherza in questo modo, davanti tutta la Sala Grande con Hermione Granger! Proprio non si fa!”
“Hey Herm! Tutto bene?”
La ragazza sussultò: “Oh, Harry! Si tranquillo, tutto benone!”
“Ma stavi parlando da sola prima…”
“Non ti preoccupare… Sai com’è lo stress” e accennò una risata isterica e nervosa.
“Va bene, come vuoi” e il bambino sopravvissuto si riempì il piatto di gustose pietanze.
Al tavolo di Serpeverde due persone stavano guardando la scena.
“Dici che abbiamo fatto bene a coinvolgerla?”
“Penso sia l’unica in grado di risolvere i nostri problemi”
“E se non dovesse accettare?”
“Non ti preoccupare, accetterà. E se non dovesse aiutarci direttamente, lo farà ugualmente. Indirettamente.”
“Non capisco cosa tu intenda dire…”
“Non ti preoccupare ti ho detto. Stasera la incontrerò perché è troppo curiosa di sapere e conoscere. Vedrai riuscirò a plasmarla e saremo tutti felici e contenti. Non temere"

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Capitolo 3
*** Daphne ***


Eh già, sono tornata! Ecco il nuovo capitolo. Dove finalmente si scopre una cosa importante… che non vi dirò ora! (Sono perfida lo somuahahahah!)
Spero questo capitolo vi piaccia, mi scuso per non aggiornare con regolarità, ma la trama è davvero complessa e io voglio che questa mia storia sia bella.
Ringrazio le 4 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo, le due temerarie che hanno messo questa “cosa” dei preferiti, l’Highlander che l’ha messa nelle ricordate (perché ne rimarrà una sola…) e le 28 pazze che la seguono! :D THANK YOU SO MUCH! <3
Buona lettura!
Lena G



 
2 – Daphne

Daphne Greengrass camminava con passo fiero lungo i corridoi di Hogwarts senza guardare niente e nessuno. La sua aria impeccabile e altezzosa le davano una grazia nobile. Ad ogni passo, molte teste maschili si giravano. La serpe era tanto elegante quando bella: grossi occhi azzurro ghiaccio, contornati da spesse ciglia scure, capelli biondi, lunghi e setosi che ondeggiavano insieme ai fianchi, stretti e magri. Gli occhi glaciali di Daphne erano fissi e molto espressivi, fin troppo per una giornata normale come quella. La gelida serpe di ghiaccio era pensierosa quella mattina, aveva una missione da compiere, l’aveva promessa al suo fidanzato che aveva fatto il suo dovere coinvolgendo la Granger: avrebbe parlato con l’unico ragazzo al quale avrebbe permesso di aprire il cuore. Girò l’angolo e ciò che vide la spiazzò: l’oggetto dei suoi sogni stava flirtando con Ginny Weasley. Si avvicinò silenziosamente ai due e continuò a fissarli quando lui si accorse della sua presenza, il suo sorriso si spense dalle labbra e dagli occhi e le chiese: “Greengrass, cosa c’è?”
Daphne sgranò leggermente gli occhi sorpresa dalla durezza di quel tono con il quale si era rivolto a lei, fece appello a tutte le sue forze per non mostrare a lui alcuna debolezza e con voce fiebile, ferma e serena gli rispose: “Da vuoi due assolutamente niente. Da te… un po’ di giudizio ed evita a tutti gli studenti di vedere i tuoi patetici tentativi di portarti la Weasley a letto” con uno sguardo trionfale girò i tacchi su se stessa e se ne andò lasciando i due ragazzi basiti.
Dopo molte scale, molti corridoi e dopo essersi accertata di essere da sola, Daphne si lasciò scivolare lungo il muro e iniziò a canticchiare:

I want to be the face you see when you close your eyes 
I want to be the touch you need every single night 
I want to be your fantasy 
And be your reality 
And everything between
 

I want you to need me 
Like the air you breathe 
I want you to feel me 
In everything 
I want you to see me 
In your every dream 
The way that I taste you feel you breathe you need you 
I want you to need me 
Like I need you


Non riusciva a capacitarsi perchè un ragazzo come lui tentasse di conquistare con così tanta caparbietà la Rossa. Nemmeno fosse Harry Potter! Aveva molta cultura ma non era nessuno per Hogwarts e probabilmente non avrebbe combinato niente nella vita, ma lei aveva capito che dietro quegli occhi marroni, quei ricci spessi e quel comportamento impacciato, aveva qualcosa di più altrimenti non sarebbe nemmeno stato smistato a Grifondoro. Sì, ora poteva ammetterlo, era innamorata persa di Dean Thomas.

I want to be the eyes that look deep into your soul 
I want to be the world to you 
I just want it all 
I want to be your deepest kiss 
The answer to your every wish 
I'm all you ever need


“Greengrass, che fai, piangi?”
Daphne smise di cantare e si toccò le guance. Erano bagnate, non si era nemmeno resa conto di piangere.
“No Thomas. Non sto piangendo. È solo allergia.”
“E allora perchè te ne stai qui da sola, canticchiando deprimenti canzoni d’amore?”
“Non t’interessa.”
“D’accordo, come vuoi. Sono solo venuto qui per dirti di non rompermi quando parlo con Ginny. Non voglio portarmela a letto, cosa che, per la cronaca, ho già fatto. Ma non sei nessuno per venire da me e dirmi cose simili davanti ai miei amici ed altre persone.”
Daphne lo guardò, aveva ragione. Si era comportata male, ma quelle parole non voleva dirle sul serio, voleva parlare con lui ma una volta visto in compagnia di quella ragazzina con i capelli rossi si era infuriata come un toro e voleva ferirlo.
“Lo so che non c’era motivo.”
“E allora? Perchè l’hai fatto?”
Si guardarono negli occhi in silenzio. Daphne doveva dirglielo, probabilmente avrebbe omesso tutto il resto, ma doveva dirgli la verità sul perchèl’aveva cercato: “Volevo solo parlarti”
“Cosa?”
“Sì dovevo parlarti”
“Ok. Allora, dimmi, cosa c’è?”
Daphne sgranò gli occhi, il cuore iniziò a batterle e volle solo scappare via, tornare al suo dormitorio dove c’era Blaise che la stave aspettando per scrivere una lettera ai loro genitori così gli disse mentre iniziava ad incamminarsi con la sua solita gelida eleganza: “Thomas. Ho detto che stamattina volevo parlarti. Non ora.”
Quando fu in procinto di girare l’angolo Dean la fermò: “Bella la canzone che stavi cantando. Di chi è?”
“Celine Dion”
“La cantante babbana?”
“Sì. Stupito? Sono purosangue, ma ricordati che sono una ragazza di diciassette anni come tutte le altre” e se ne andò mentre il ragazzo scuoteva il capo. 
Dean decise poco dopo di tornare al suo dormitorio e, una volta arrivato, pensò alle ultime parole di lei. Gli venne spontaneo risponderle sussurrando nel cuscino: “Non sei proprio come tutte le altre Greengrass…”
“Allora, ce l’hai fatta stavolta?”
“Ci siamo parlati… ma non gli ho detto niente di quello che volevo dirgli”
“Daphne. Sei un danno!”
“Lo so Blaise! Solo che insomma, stamattina era lì, con la Weasley a scherzare e a ridere. Insomma, ci provava e insomma… Io non ce l’ho fatta, mi capisci vero? E insomma… sono andata da lui e ho detto qualcosa senza senso! Devo avergli detto di non far vedere agli altri i suoi patetici tentativi di portarsi la Weasley a letto e poi sono scappata e mi sono messa a cantare… e poi insomma! Evidentemente mi ha seguito e mi ha sentita cantare Celine Dion! MI HA SENTITA CANTARE, TI RENDI CONTO?!”
“E quindi? Sei brava a cantare. Non vedo tutta questa tragedia. Sul serio Daphne, ti stai facendo troppi problemi per niente.”
“Insomma Blaise Zabini! Tu dovresti essere mio amico! Non dovresti complicare le cose! Io sono qui in preda al panico perchè ho fatto una bruttissima figura con il ragazzo che mi piace e sto cercando conforto in te e tu mi dici solo che canto bene?”
“Dai, allora spiegami bene cosa vi siete detti dopo.”
“Allora… lui mi ha chiesto perché mi sono comportata in quel modo e non lo biasimo perché avrei fatto lo stesso, e io gli ho risposto che volevo parlare con lui così lui mi ha chiesto perché allora non gli dicevo cosa volevo dirgli e io gli ho risposto di nuovo dicendogli che volevo parlargli prima e non in quel momento così me ne sono andata dopodichè stavo per girare l’angolo del corridoio e lui mi ha interrotto chiedendomi di Celine Dion. CELINE DION! Ma di tutto ciò che poteva attirare la sua attenzione, lui mi ha chiesto solo di quella stupidissima cantante canadese che fa solo canzoni d’amore strappalacrime?”
“Che è brava…”
“Sarò brava quanto vuoi però ciò non toglie che poteva chiedermi tutto, ero disposta a rivelargli il fatto che dorma con un peluche di un orsacchiotto bruno, anche se non è vero, ma va beh… Ero disposta ad aprirgli il mio cuore e non solo e lui cosa fa? Mi chiede se la canzone è di Celine Dion… Oh povera me!” e si lasciò sedere sul divano mettendo il viso tra le mani.
Blaise si sedette vicino a lei: “Ehy Daph, lo sai che tu sei una ragazza eccezionale. Quel cretino avrà voluto parlarti un po’ di più ma è imbranato come me e incapace come te nel tessere relazioni con l’altro sesso e quindi si sarà aggrappato al primo appiglio disponibile: la canzone. Non devi disperarti, anzi, prova a vederla nel lato comico! Siete due impediti e follemente innamorati allo stesso modo!”
Daphne rise sinceramente alle parole dell’amico. Si, lei era abbastanza incapace in quelle cose ma solo perchè sapeva che alla fine, anche se i suoi avrebbero negato fino alla fine, lei avrebbe dovuto sposare un purosangue scelto da altre persone e non da lei. Guardò il suo “fidanzato”, stava continuando a gesticolare mentre decantava le “virtù” dei due innamorati come fosse la vecchia balia di Romeo e Giulietta. Scuotendo il capo a Daphne balenò in testa il piano che coinvolgeva la Mudblood: “Hey Bla hai più sentito la Granger?”
Blaise trasalì con gli occhi fuori dalle orbite e le braccia al cielo: “Dio mio! Mi sono dimenticato! Devo assolutamente raggiungerla e dirle in cosa consisterà il suo primo approccio con Draco! Abbiamo detto che l’incontro dev’essere casuale giusto? E cos’altro dovremmo dirle? Oddio Daphne mi sono completamente dimenticato! Mannaggia a te e ai tuoi problem di cuore…”
“Ah sì? Di sicuro non sono stata io che è andata a supplicare alla Granger il suo aiuto per poi dimenticarla e lasciarla lì in preda al panico,perchè tu sai perfettamente che tentare di conquistare Draco è un’esperienza terrificante, mentre decantavi le virtù e i vizi di due imbecilli come me e Thomas! Allora, ti ripeto: lei deve inziare a vestirsi in modo un po’ più provocante, sedersi in maniera più attenta, guardare Draco con una leggera punta di malizia ed una esagerata parte di sfida. E se pianifichiamo alcuni incontri, essi devono essere casuali o pseudocasuali! Capito?”
“Yes Ma’am!” e iniziò ad annuire e a borbottare ripassando il piano: “vestiti provocanti, sedersi attenta, occhi con malizia e sfida…. Incontri casuali. Ci sono Daph! Stai tranquilla che non ti deluderò!” e corse via verso il dormitorio dei Polli d’Ottone.
“Ne sono certa Blaise. A me non giova niente questo piano. Per fortuna che ne te sei andato amico mio, ho bisogno di starmene da sola e a pensare” e si girò verso la sua camera, una volta entrata si sdraiò sul suo letto a pancia in giù e mentre lacrime salate scendevano lungo le sue guance, la sua voce spezzata intonava la melodia della mattina precedente, testimone dell’incontro.
“Alla fine io sono una delle tante. Tu Thomas invece, non sei come tutti gli altri”

Hermione era in camera sua. In panico. Come poteva Zabini coinvolgerla in un piano simile, così… spaventoso come conquistare Malfoy e poi sparire?!
“Io quello lo schianto, poi lo riempio di schiaffi e di pugni… e poi lo schianto di nuovo!”
Mentre la ragazza stava borbottando nervosa cosa avrebbe fatto se Zabini si fosse presentato, non si accorse che proprio la suddetta serpe in questione era entrata e assisteva alla scena della grifona imbizzarrita. Si sistemò e ritornò serio: aveva una reputazione da latin lover maledetto, non poteva farsi vedere in giro euforico e cinguettante come una bambina perché la sua cara amica stava riuscendo nel suo intento.
“Buongiorno…” e sfoderò il suo sorriso bianco smagliante.
Hermione si girò spaventata, poi si rese conto chi aveva davanti, incrociò le braccia e disse con voce risoluta: “Allora?”
“Allora Hermione, sono qui per darti due dritte. Il piano nello specifico lo saprai domani. Daphne mi ha detto che per conquistare un ragazzo come Draco per una come te è difficile…”
“Lo sapevo già. Grazie…”
“Devi sapere che però Draco è un ragazzo normale che vive con una maschera glaciale, ma è sensibile, si accorge delle cose che lo circondano, dalle più grandi ed eclatanti alle più piccole ed insignificanti. Lo so che è una cosa incredibile ma ti assicuro che è la verità. Odia le ragazze che ci provano, che flirtano apertamente ed in modo esplicito. Adora le allusioni, il vedo-non-vedo e la sensualità naturale.”
“Io continuo a domandarmi perché ti sei rivolto a me…”
“Fammi continuare! Nè io nè Daphne ti riveleremo perchè abbiamo scelto te. Lo scoprirai tu stessa”
“Magnifico… Davvero allettante”
“Lo è! Allora, la cosa è molto semplice. Non puoi assolutamente farti scoprire. Nel senso, Draco non deve sapere che tu sei assoldata da me”
“Tranquillo che ci avevo pensato”
“Perfetto. Sei in gamba sai?” E ridacchiò: “Comunque noi organizzeremo degli incontri e tu casualmente passerai nei paraggi, all’inizio ci saranno insulti come ben saprai, ma insomma… Il gioco vale la candela, e la sua è famosa in modo positivo… Chi ha orecchie per intendere, intenda”
Hermione arrossì lievemente all’allusione ma senza far trapelare niente dai suoi occhi gli rispose: “Hai detto che non t’interessava una che entrasse nel suo letto. Quindi la cosa non mi tocca minimamente.”
“Vedremo Hermione. Vedremo. Io conosco Draco, e diciamo che se una fa colpo su di lui, alla fine lui se la… scopa. È un brutto termine ma rende l’idea.”
“Mi avevi detto che…”
“Ho detto che devi conquistare il suo cuore. Lui riuscirà a conquistare il tuo e fai due calcoli a questo punto.”
“Quanto hai di Divinazione”
“O”
“Ecco. Ho capito tutto.”
“Cosa?”
“Sei un imbecille. Come la Cooman. Ora fuori dalla mia stanza!” e lo spinse fuori mentre la serpe rideva.
-Ma perché non lo schiantato? Dovevo farlo, ora mi sono immischiata in un qualcosa che non posso assolutamente fare! Tralasciando il fatto che mi ha ignorato per giorni dopo avermi detto che dovevo conquistare Malfoy. Insomma, questa notizia mi ha lasciata sotto shock! Nemmeno nei miei peggiori incubi dovevo fare una cosa del genere! Non è nemmeno bello! Magro, spigoloso capelli incolori e occhi di un azzurro slavato. Un conto è farci la carina, ma andarci anche a letto no! Merlino aiutami tu!-
“Daphne, luce dei miei occhi! Ho avvisato la Granger e le ho detto tutto quello che c’era da dire!”
“Ma come gliel’hai detto?”
“Con la bocca e la voce”
“IL TONO Blaise. Lo so che si usa la bocca per parlare!”
“E non solo per parlare…”
“Ok. Ho capito l’antifona. L’hai traumatizzata perché sei un arrapato e ti sei messo a dirle delle misure di Draco e del fatto che sarà inevitabile che se lo dovrà portare a letto. Blaise Zabini, sei ufficialmente la persona più imbecille del pianeta.”
“Ma… Ma perché?”
“Perché lo sei. Sei un ragazzo arrapato che non pensa alla tortura psicologica che fa subire a quella ragazza! Le parlerò io e d’ora in poi starai lontano dalla Granger! Ora fila in dormitorio e fatti passare questa scimmia. Io me ne vado a letto. È stata una giornata massacrante. Buona notte stupido” e se ne andò.
-Oggi non dev’essere la mia giornata. È vero, mi sento più cretino del solito. Va beh, me ne andrò anche io. Domani le chiederò scusa e così potrò parlare con Hermione. Mi sta simpatica ed è assolutamente deliziosa. Questo piano potrebbe rivelarsi qualcosa di assolutamente succulento…!-
Arrivò la notte. Tutti dormivano tranne due Grifondoro: la vita di Hermione era sotto sopra dal “Piano” di Zabini e Greengrass. Dean Thomas era rimasto colpito dall’incontro con Daphne. Era inquieto.
All’improvviso sentì una voce riempire i corridoi:

More than you could know 
And I need you 
To never never let me go 
And I need to be deep inside your heart 
I just want to be everywhere you are....

I want you to need me, like I need you

Si girò su un fianco e si mise a dormire come un bambino. Sorridendo sereno.

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Capitolo 4
*** This is how the whole shit began ***


Ciao a tutti! Sì, sono tornata con un nuovo capitolo di questa storia complessa e contorta! Allora, prima di tutto ringrazio Anna (la trovate come AnneEvans qui su EFP, cercatela, è bravissimissima e giovanissima!) che mi ha controllato questo capitolo e me l’ha promosso. Io del suo giudizio mi fido, se non vi piace, è colpa sua, è lei che mi ha dato il nulla osta!!! (Scherzo ovviamente!)
Due ultime cose, c'è una frase che non ho scritto io, ma una mia amica, Chiara, riguarda la frase sull'aura di Hermione. Mi sembra corretto dirlo e ringraziarla perchè con quella frase mi ha aiutato a completare questo capitolo! L'Erbum Miraculi non esiste! Questa è un'erba che ha inventato Anna così su due piedi e mi serviva per la scena finale. Dato che non esiste, non può far parte degli ingredienti fondamentali della Felix Felicis. 
Direi di aver parlato troppo e di aver fatto aspettare abbastanza Manuel, mio muso ispiratore, che penso che stia per avere una crisi di nervi per questo mio aggiornamento!! Ahah!
Ciao! Spero vi piaccia J
Lena G

 


4 – This is how the whole shit began

Hermione si era appena svegliata, la chiacchierata serale con Zabini del giorno precedente l’aveva piuttosto turbata: davvero sarebbe dovuta andare a letto con Malfoy? Per lei non era una cosa scontata, assolutamente no. Non scontata e soprattutto non voluta! Un conto era fare la “seducente”, un altro era andare a letto con il nemico!
Scosse la testa e si avviò per la lezione di Storia della Magia, una voce la chiamò: “Granger!”
Hermione alzò lo sguardo per cercare chi la stava chiamando e vide Daphne Greengrass che lanciava occhiate furtive ai ragazzi che passavano di lì alternandole con sguardi intensi nella direzione della Grifondoro.
Hermione si sporse verso di lei piuttosto incredula: “D-daphne? Mi hai chiamata tu?”
“Greengrass. E non far in modo di mostrare a tutti che stiamo parlando!” con un leggero moto di stizza durato qualche istante prima di riprendere la sua algida presenza, Daphne le indicò dove mettersi per destare meno sospetti.
Hermione capì al volo, fece un piccolo scatto e si mise davanti ad una teca di fianco a Daphne mentre stava attenta a non rivolgerle lo sguardo.
“Allora, cosa c’è?”
“Ho saputo cosa ti ha detto Blaise ieri sera”
“Quello stupido, idiota, imbecille… Dimmi che non devo per forza andare a letto con Malfoy! Già sarà tremendo provare a sedurlo e ci sarà da ridere e piangere… Non voglio umiliarmi così tanto!”
“Ti capisco, sai? Non voglio dirti se ci andrai o meno perché io non vedo nel futuro e poi magari sarai tu a volerlo”
“Non ti ci mettere anche tu! Non avete idea del terrorismo psicologico che tu e Zabini mi state facendo subire!”
“Lo so e se devo dire la verità, mi spiace solo in parte. Draco non è male, devi solo conoscerlo meglio. E lo farai”
“Solo perché mi avete immischiato…”
“Devo rinfrescarti la memoria? È stato Blaise a coinvolgerti, tu ad accettare e lui sarà l’unico che avrà dei vantaggi se tu riuscirai nel tuo intento. Comunque non è per questo che sono venuta a parlarti. Volevo dirti che sì, è stato un deficiente a dirti quelle cose e soprattutto te le ha dette nel peggior modo possibile. Stamattina Draco sarà davanti alla porta dell’aula del Professor Ruf, rimarrà incastrato tra gli infissi –grazie a me- fino a quando tu non gli passerai di fianco. Dovrai appoggiarti delicatamente a lui, lo guarderai negli occhi per un secondo e poi te ne andrai spedita al tuo posto senza più degnarlo di attenzione. Questo dovrebbe andare bene come inizio. Ah, e sbottonati un po’ la camicia, almeno di un bottone, niente di esagerato. Devi sedurlo!”
Hermione rimase senza parole. Rimase per qualche secondo a fissare i blocchi di marmo davanti a se, si rese conto che Daphne era andata via e così s’incamminò verso quella che era l’aula di Storia della Magia.
Draco non sapeva esattamente perché era lì. Lui aveva lezione di Erbologia e quella vecchia aula polverosa non era la Serra 8, anzi, era un’aula che non si ricordava molto bene, eppure qualcosa gli diceva che aveva passato tanto tempo lì dentro.
“Buongiorno signor Malfoy”
Draco si girò verso il suo interlocutore e vide un fantasma: “Buongiorno Professor Ruf! Come mai qui?”
“Potrei farti io la stessa domanda ragazzo dato che questa è la mia aula”
Ecco perché gli sembrava familiare! Era l’aula di Storia della Magia! Draco sorrise imbarazzato perché scoprì di non riconoscere pienamente il locale grazie, o a causa, delle sue lunghe e deliziose dormite fatte insieme a tutti gli altri suoi compagni di corso.
“Signor Malfoy, ha intenzione di star sulla soglia ancora per molto? Si sieda”
“Ma io in realtà non ho lezione con lei, dovrei essere ad Erbologia. E non posso staccarmi da qui!”
“Dev’essere stato attaccato con un incantesimo temporaneo fatto in modo assolutamente divino. Che siano stai quei due ragazzi…” il professore s’interruppe pensieroso.
“Chi?” urlò Draco: “Lei ha visto chi è stato a farmi questo? Mi dica i nomi! Ah! Mio padre lo verrà a sapere! Come minimo li farà espellere! Come osano fare questo a me, a Draco Malfoy?”
Mentre il ragazzo continuava ad imprecare, il professore fantasma fluttuò per la stanza e si mise al suo posto aspettando i suoi studenti sonnolenti. Girò lo sguardo verso il ragazzo e con tono pacato misto a disprezzo disse: “Alquanto deplorevole” e lo lasciò continuare.
Dopo un po’ di minuti che a Draco parvero interminabili, nel corridoio apparve un’ombra, seguita da un ticchettio di passi e un fischiettio allegro. Il giovane Malfoy aguzzò la vista e vide che quell’ombra si stava avvicinando a lui, passo dopo passo la curiosità cresceva nelSerpeverde e anche un minimo di speranza si stava propagando in lui.
“Ohi Scemo!” urlò la voce. Ed ecco che tutto quello in cui stava sperando Draco cadde in mille pezzi sul pavimento freddo. Era Blaise.
“Ciao…”
“Allora! Come va? Pronto per Erbologia? Serra 8 oggi!”
“Non posso. Sono incollato sulla soglia di questa porta”
“Cosa? E chi ti ha messo qui?”
“Vorrei saperlo Bla! Lo direi a mio padre e sarebbero grossi guai per lui!”
Blaise deglutì sforzandosi di mantenere il sorriso: “Tuo padre addirittura?”
“Sì! Dai Bla aiutami!”
Blaise finse di analizzare la situazione mentre Daphne, nascosta dietro una colonna, fortificava quell’incantesimo incollante: “Mi spiace amico, ma io non ho mai letto di incantesimi simili…” finse di guardarsi intorno: “facciamo così: tu stai qui…”
“Tranquillo che non mi muovo”
“Io vado dalla Sprite ad avvertirla del tuo ritardo e poi chiamo qualcuno che ci può aiutare. Ok?” Detto questo Blaise corse via, scoccando un'occhiata veloce a Daphne che ripercorse velocemente la strada che l’aveva portata lì facendo attenzione a non essere nè sentita nè vista.
“Va bene, ma non farmi aspettare troppo!” urlò sconsolato Draco che dopo aver sospirato, riprese la sua serie di insulti.
-Finalmente sono sola e posso andare tranquillamente a lezione. Ok, mi tocca strusciarmi su Malfoy, ma quante volte ho avuto dei contatti con dei miei compagni perché dovevo andare da qualche parte e mi intralciavano la strada? Farò la stessa cosa, solo che lo guarderò. Stop. Non è una cosa impossibile. Hermione puoi farcela-
La riccia continuava a ripetersi mentalmente quello che avrebbe dovuto fare quella mattina e provava a minimizzare la situazione. Tutta la faccenda era drammatica, sapeva benissimo del disprezzo dei Serpeverde per i ragazzi come lei e ovviamente, lei ricambiava i suoi sentimenti al cento per cento.
Continuava a camminare velocemente e nonostante il suo nervosismo la tentasse a nascondersi dalla folla che si aggirava sotto i portici, attirò subito gli sguardi dei presenti, non perchè fosse particolarmente bella, anzi era una ragazza comune, semplice, una di quelle che passano inosservate, di quelle che non sai quando siano arrivate nè tanto meno quando se ne siano andate. Ma quel giorno no. Quel giorno aveva qualcosa di diverso, emanava una strana energia, come se la sua aura si espandesse tutt'intorno.
-Corri corri corri corri corri corri corri! Cavolo! Ci mancavano anche quegli sguardi! Ma cos’avranno mai da guardare? Sono sempre io, i miei capelli sono orrendi e in disordine come sempre, la pancia e i fianchi non sono magicamente scomparsi e la gonna è sempre lunga fino alle ginocchia- scoccò qualche occhiata a chi la stava guardando con insistenza: -Non penso di avere qualcosa fuori posto, mi sono controllata. Forse avrò una faccia un po’ strana, però mi capirebbero tutti se sapessero cosa mi toccherà fare a momenti.- In quel momento vide una faccia a lei conosciuta e si fermò immediatamente con gli occhi sbarrati: davanti a lei c’era Blaise Zabini. Il ragazzo le sorrise sghembamente, poi la squadrò dall’alto verso il basso, il sorriso gli sparì, scosse la testa e le indicò con gli occhi un’aula vuota a metà strada tra loro. Hermione non voleva entrarci, ma non poteva più tirarsi indietro, quindi entrò con lui. Blaise chiuse la porta in modo che nessuno potesse disturbarli e esordì quasi urlando: “Ma ti pare il modo?”
“Cosa?”
“Oggi dovresti sedurre Draco. SEDURRE, non provocare… schifo! Daphne non ti ha detto niente?”
“Sì mi ha parlato e mi ha detto di sbottonarmi un bottone della maglietta. Cosa che ho fatto, vedi?” e si indicò il primo bottone che in effetti era sbottonato.
“Granger, a volte penso che tu lo stia facendo apposta. Dio mio, ma non hai mai flirtato con un ragazzo?”
Hermione abbassò lo sguardo.
“Ora capisco tutto. Allora… Senti, partiamo dagli inizi ok? Proprio dalle cose base. Per i ragazzi il senso più importante è la vista. Quindi per far interessare un ragazzo a te, devi lasciargli intravedere qualcosa. Quel bottoncino non serve a niente.”
Hermione continuò a non dirgli niente e lo guardò con perplessa: “Come il senso più importante è la vista? Mi hanno sempre detto che bisogna farsi apprezzare per le cose che si ha dentro, non perché si è belle o meno”
“Ma certo, hai ragione. Però diciamo che se un ragazzo deve scegliere tra una bella o una intelligente, sceglie a primo impatto la bella”
“Sì va beh ho capito! Comunque ora sono così, non andrò a cambiarmi e se non mi lasci andare subito sarò in ritardo sia per quella cosa, sia per la lezione!”
“Va bene va bene!” Blaise tirò fuori la bacchetta e iniziò a giocarci. Piccoli filamenti argentati fuoriuscivano da essa e andavano ad avvolgere il corpo di Hermione, che sbuffò e corse via dall’aula quasi subito. Zabini non la guardò e finalmente il sorriso sghembo ritornò sul suo viso. Solo dopo che lei chiuse la porta, il ragazzo uscì e s’incamminò finalmente alla serra 8.
La riccia, incredibilmente stizzita, una volta fuori da quell’aula ricominciò a camminare spedita e si accorse che gli sguardi che prima la sfioravano, ora stavano diventando sempre più insistenti soprattutto dalla flora maschile. Alzando gli occhi al cielo continuò imperterrita fino a quando non passò davanti ad una vetrata che rifletteva parzialmente le figure. Di sfuggita guardò il suo riflesso, dopo pochi passi si fermò e piano piano tornò allo specchio e ciò che vide la fece diventare furiosa.
“ZABINI!” si girò cercando il ragazzo ma, ovviamente non lo vide. Tornò a studiare la sua figura: capelli raccolti non troppo stretti, anzi, con un bel po’ di ricci che fuoriuscivano, la maglia era leggermente più attillata del solito e anche la gonna era più corta, non arrivava più al ginocchio, ma a metà coscia. Quello che però meravigliò Hermione fu l’ampia scollatura della camicia e il “riempimento” di essa. Sgranò gli occhi, si mise di profilo e la sua mente iniziò a sfornare magnifici modi di tortura rivolti al ragazzo.
Non sapendo come rimediare in quel momento, dato il suo stato d’animo più che agitato decise di presentarsi lo stesso a lezione con quel nuovo look, sperando sparisse entro il giorno dopo.
“E fu così che Blaise sparì e firmò la sua condanna a morte…” sospirò Malfoy. Lo scalpiccio dei passi degli studenti che si stavano avvicinando lo fece agitare ancora di più. Non potevano vedere l’unico erede della famiglia Malfoy, rispettato e temuto da tutti, incollato alla porta di un aula come fosse un sempliciotto come Paciock. No, non poteva assolutamente permetterlo.
Chiuse gli occhi e sperò che nessuno potesse vederlo. Piano piano lo scalpiccio scemò per evidenziare solo un rumore lieve di passi: –Non può essere Zabini, riconoscerei la sua camminata tra mille. No, dev’essere una ragazza. Sì, è decisamente una ragazza.-
Hermione camminava agitata stando attenta a non far svolazzare troppo la gonna, con i libri ben schiacciati contro il suo petto. Non voleva farsi vedere in quel modo, non si addiceva assolutamente a lei. Anche se era impossibile, solo l’idea che lei potesse sembrare una ragazza “facile” e “senza cervello” la sdegnava e la umiliava. Lei era migliore e si sentiva meglio tra i suoi abiti sformati e libri senza fine.
Draco vide la ragazza misteriosa svoltare l’angolo e camminare spedita verso di lui. Non era male, ma gli parve di non conoscerla. Sperò ardentemente di non essere notato, quindi si immobilizzò e respirò impercettibilmente. Con sua grande sfortuna, la ragazza lo vide e rallentò. La vide prendere due grossi respiri, mise i suoi libri nella borsa e gli si avvicinò con passo sicuro e lo sguardo fiero.
Hermione fece appello a tutto il suo coraggio da Grifondoro e senza esitare mai una volta passò attraverso lo stipite della porta, in quel momento sentì le frasi di Daphne e di Blaise che le avevano ripetuto fino a poco tempo prima.
Devi sedurre.
Appoggiati al suo tronco e guardalo negli occhi.

E lo fece.
Quando i loro sguardi s’incrociarono, Draco sgranò gli occhi per la sorpresa, Hermione si sforzò di rimanere seria, cercando di non far trapelare il suo vero stato d’animo e si morse il labbro, non in modo seducente, ma questa mossa fece impietrire il ragazzo.
-E questo? Cioè, la Granger mi sta strusciando il suo petto addosso, mordendosi il labbro. No, non può essere una cosa reale. Merlino! Ma cos’ho fatto per meritarmi questo? E perché non si sposta?- abbassò lievemente lo sguardo: -Una cosa l’ammetto, non pensavo assolutamente che potesse essere… ben messa. Va bene, ora l’ho vista e so che non fa schifo, ora ti prego Granger, ti scongiuro… togliti da me!-
-Oh magico Merlino! Ma cosa ho fatto? Ho dato ascolto a quei due e ora mi trovo qui spiaccicata addosso a Draco Malfoy che non è niente di che! Troppo spigoloso, troppo magro, troppo snob… Troppo platino! Ha degli occhi grigi da mozzare il fiato, ma il resto lascia proprio desiderare. Ma in che guaio mi sono cacciata? Devo staccarmi, devo staccarmi subito!- si staccò da lui e raggiunse di corsa il suo posto, non accorgendosi che la gonna si era alzata con i suoi movimenti. Draco si ritrovò subito libero dal suo incantesimo e rimase lì a fissarla shockato per un po’ di tempo, fino a quando un ragazzo per sbaglio gli diede una spallata e lo fece ridestare: “Hey tu! Non provare a toccarmi di nuovo!”
“S-scusa! Non volevo! Pensavo di riuscire a schivarti ma non ce l’ho fatta”
“Sparisci immediatamente” e quel povero ragazzo corse anche lui al suo posto.
Malfoy scoccò un’ultima occhiata ad Hermione, ma la vide come tutti i giorni, non notò nulla che potesse ricordargli l’evento successo poco tempo prima. Scosse la testa e si rese conto di essere ancora davanti l’aula di Storia della Magia. Indietreggiò e s’incamminò velocemente verso la Serra 8 dove la Sprite stava facendo lezione alla sua classe.
Hermione si portò una mano tra i capelli e con sua enorme felicità notò che era tornata al suo look, la gonna era di nuovo lunga, i capelli sciolti e leonini, niente rigonfiamenti a livello del cuore. Era tornata quella di sempre. Tirò un sospiro di sollievo e ritornò ai suoi appunti con serenità.
Draco entrò nella Serra 8, la professoressa interruppe la lezione e disse: “Ah! Malfoy! Per fortuna sei arrivato! Il signor Zabini ci aveva avvisato di un suo possibile ritardo. Ora la prego di prendere posto davanti alla sua Erbum Miraculi1 e di raggiungere i suoi compagni”
Il ragazzo si mise di fianco a Blaise che gli aveva lasciato un posto libero: “Andavi a chiedere aiuto eh?”
“Ho provato Draco. Ma nessuno sembrava disponibile. Alla fine ero troppo in ritardo per la lezione e allora ho preferito venire qui ad avvisare la Sprite che saresti arrivato in ritardo”
“Va beh. Allora, cosa devo fare con questa cosa qui?”
“Con il contagocce le versi ventiquattro gocce di letame liquido, tappati il naso, puzza. Poi la prendi per la testa, la riconosci perché ha questa piccola chiazza scura, proprio qui. E premila delicatamente. Ne vedrai uscire un liquido violetto/trasparente e versane tre gocce nel barattolo. Continua fino a che non raggiungi la linea rossa. Questo è un ingrediente importante per la Felix Felicis”
“Ok. Va bene… Letame liquido. Che schifo” e Draco iniziò a svolgere tutte le istruzioni che gli aveva dato l’amico, che aggiunse: “Mi spieghi come hai fatto a liberarti? Insomma, non dev’essere stato un gioco da ragazzi”
“No. In effetti no. Dio mio che schifo! Beh, ero in preda al panico, non potevo permettere a nessuno di vedermi in quello stato, quando un fantasma mi ha salvato. Io mi sono liberato, l’ho cercato con lo sguardo ma non l’ho più visto. Così sono venuto qui”
“Un fantasma dici? E quale?”
“Era una ragazza…”
“Mirtilla Malcontenta? Ma non esce mai dal bagno”
“Ma no! Non era Mirtill… Ma per tutte le serpi velenose! Blaise attento! Mi stavi per versare il letame sui pantaloni!”
“Scusami mi è scappata una goccia… Dicevi?”
“Era una ragazza bella… Capelli ricci, indossava la nostra uniforme nel modo in cui piace a noi, capito?”
“Oh, certo!”
“Curve a posto. Insomma… Una bella puledrina da domare. Non mi ricordo bene però come fosse il viso…”
-Oh no Granger! Ti avevamo detto di guardarlo negli occhi!- pensò Blaise.
“Ma… gli occhi. Oh, che occhi! Castano intenso, quel marrone avvolgente, caldo. Che ti fa sciogliere. E sai cosa? Si è pure morsa il labbro! Il fascino Malfoy conquista anche i fantasmi” e ghignò.
-Eheh… E brava la nostra Granger!-
-Non posso far scoprire a Blaise che quegli occhi così magnetici appartengono alla Sanguesporco!-
“Hai detto occhi marroni? Come fai a sapere che sono proprio marroni? I fantasmi qui sono tutti grigi! Draco… Non mi starai nascondendo qualcosa?”
“No no! Figurati!”
“Va bene” Blaise guardò l’Erbum Miraculi del suo amico e aggiunse: “Draco?”
“Sì?”
“Potresti evitare di stritolare quella povera alga? Sei alla tredicesima goccia”
“Oh! Ma no!” e mantenendo grazia ed eleganza consoni alla nobiltà, Malfoy cercò di rimediare al pasticcio che aveva appena combinato.
-Granger! Sei un mito!-
-Granger! Questa non dovevi farmela!-

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Capitolo 5
*** Double Trouble ***


Ciao a tutte! Sono di nuovo qui con un nuovo capitolo! Ringrazio le 5 ragazze che hanno voluto recensirmi! Perdonatemi per gli errori, ma non ho avuto tempo per farlo leggere ad Anna, sia perché sono troppo impegnata, quindi posto appena possibile, sia perché non mi sembrava giusto farvi aspettare così tanto!
Bene, ci vediamo a fondo pagina con una piccola notina!
Buona Lettura <3
Lena G

 

 
CAPITOLO 5 – Double Trouble

Nella Torre di Grifondoro Harry era concentrato ad escogitare le nuove strategie per la partita di Qudditch contro Corvonero. Ginny lo stava osservando con aria sognante stando bene attenta a non farsi accorgere da lui. Dean era di fianco a lei e continuava a parlarle: “Ma sei sicura di non aver sentito niente ieri sera? Ti dico che c’era qualcuno che cantava! …Ginny? Ginny, mi stai ascoltando?”
“…Mmh mmh…”
“Che ore sono?”
“…Mmh mmh…”
“Ginny!” e le toccò la spalla. La rossa sussultò: “Cosa c’è?”
Dean scosse la testa: “Niente, lascia stare. Sei troppo presa da Potter per ascoltarmi”
Ginny arrossì fino alla punta dei capelli: “N-non è vero! Che prove hai per dire cose simili?”
“Quando si mette le mani nel capelli sospiri”
La ragazza cercò di sviare il discorso mentre agitata cercava di non incrociare lo sguardo indagatore e malizioso di Dean: “Non vuol dire niente. Di cosa stavi parlando?”
“Della voce nei corridoi ieri sera”
“Ah già. No Dean, mi spiace. Non ho sentito nulla ieri sera. Chiedi ad Hermione, magari lei ha sentito qualcosa, è sempre su a studiare di notte.”
“Va bene. Grazie Ginny”
Ma non ricevette risposta perché la più piccola dei Weasley era tornata a sospirare dietro ad Harry.
Hermione entrò come un razzo nella Sala Comune. Doveva tornare subito in dormitorio e successivamente andare nel bagno dei Prefetti. Aveva assolutamente bisogno di riposarsi immersa nell’acqua calda per cercare di dimenticare quella giornata. Non si accorse della voce del povero Thomas: “Herm! Volevo chiederti se… Ma cavolo! Perché oggi nessuno mi presta attenzione?” e nemmeno del saluto impacciato diRon: “Hey Hermio..”. Solo dopo qualche secondo, e quindi dopo qualche gradino, si rese conto che qualcuno le aveva rivolto la parola, tornò indietro e lì salutò frettolosamente: “Ciao Ron! Dean, qualunque cosa volessi chiedermi… No grazie!”
Il ragazzo di colore le rispose prontamente: “La voce di ieri sera!”
Hermione si fermò: “Sì! Certo che l’ho sentita! Ora scusa, devo andare!” e risalì di corsa le scale. Dean si girò verso Ginny e le gridò felice: “Hai visto che avevo ragione?” ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo così mentre si incamminava verso il dormitorio maschile sussurrò: “Al diavolo!” e rise sommessamente.
Draco si sentiva inquieto. Non sapeva cosa pensare del fatto successo quella mattina. Mai e poi mai si sarebbe aspettato che la Granger, così incredibilmente affascinante ai suoi occhi quel giorno, potesse scuoterlo così tanto. Fosse successo l’anno prima non avrebbe esitato di rinfacciarle qualsiasi parola offensiva nei suoi confronti mentre si allontanava disgustato da lei, probabilmente lo avrebbe fatto anche il giorno prima, eppure poche ore fa non ebbe la voglia di farlo anzi, si era perso nei suoi occhi come se li avesse visti per la prima volta. In effetti, era la prima volta che la guardava da vicino. Mentre era sovrappensiero Pansy entrò in camera sua, gli cinse il busto con le braccia e lo strinse a sé.Draco guardò il loro riflesso nello specchio e scostandosi con grazia si girò verso di lei: “Cos’è successo con Theo?”
“Chi ti dice che non avessi bisogno di abbracciare il mio migliore amico?”
Draco sospirò: “Non sono più il tuo migliore amico da quando ci siamo baciati a 11 anni”
Pansy si mise a sedere a gambe incrociate sul suo letto: “Beh, adesso ho bisogno del mio migliore amico”
Il ragazzo ripensò alla sua infanzia trascorsa con la ragazza che confidava a lui tutti i suoi segreti mentre lui ascoltava silenziosamente. Accennò un sorriso e le disse la loro frase-chiave: “Dimmi cosa c’è che non va”
Pansy sbuffò: “Theo mi ha detto che non posso più fare la scema con Blaise perché è geloso. Però non capisce che il mio rapporto con il mister “meglio-di-me-nessuno-è” Zabini è sempre stato così ambiguo. Siamo quasi fratelli io e lui, con la sola differenza che me lo sono portata a letto qualche volta. È come se Astoria ti chiedesse di non parlarmi più!”
Draco ritornò serio –Ma che problema è? A chiunque darebbe fastidio se sapesse che la propria fidanzata fa la scema con un ragazzo che si è portata a letto in passato- e la guardò inespressivo: “Non so come aiutarti. Prova a parlare con Blaise. Io oggi ho altro per la testa, non riesco a pensare”
La ragazza capì al volo che il ragazzo non voleva esprimere la propria opinione come sempre. Dai suoi occhi si vedeva il desiderio di liberarsi la mente da un pensiero assillante di cui non era riuscito a sbarazzarsi: “Andrai là… Dove-sappiamo-noi?”
“Forse, non lo so”
“Da quanto tempo non ci vai?”
“Da un po’”
Pansy ridacchiò: “Potresti parlarmi un po’ di più, o perlomeno non rispondermi quasi a monosillabi. Lo sai che in realtà non sono così oca. Sono gli altri che mi ritraggono così”
Draco distolse lo sguardo da lei: “Lo so perfettamente. Ti conosco da quasi tutta la vita. È solo che oramai io sono un’altra persona, un altroDraco. Mi farebbe senso andare in quel posto così magico e puro”
“Hai paura di contaminarlo?”
Il ragazzo annuì: “Io sono il figlio di un Mangiamorte”
Pansy sollevò le sopracciglia: “Se è per questo, lo eri anche prima”
Draco la guardò con gli occhi sbarrati: “LO SO! Però fino a poco tempo fa, io ero orgoglioso di essere il figlio di mio padre! Ora invece mi sta crollando il mondo addosso, tutto quello che mi avevano insegnato, le cose in cui credevo, si sono sgretolate e ora la gente mi indica come fossi un lebbroso. Ma hanno ragione, io sono sporco, appestato di male”
“E cosa vorresti fare?”
“Pulirmi”
“Non andando nell’unico luogo dove riuscivi a trovare la forza per andare avanti nei momenti più brutti?”
“Non penso riuscirò nel mio intento. Rischierei solo di sporcare l’ultima cosa bella della mia vita”
“E se invece fosse lui a pulire te? Vai a farti un tuffo, vedrai che ti sentirai meglio”
“Come fai ad esserne così sicura?”
Pansy fece spallucce: “Non lo so. Lo sono e basta” e gli sorrise sincera. Dopo qualche istante di silenzio riprese: “Va bene. Io la parte dell’amica intelligente l’ho fatta. È tempo che torni ad essere la scema di turno e che corra dal mio Teddy” camminò senza guardarlo fino a quando non raggiunse la porta dove gli disse: “Vai là il più presto possibile. Sai, il nuovo Draco come amico fa davvero schifo” e se ne andò facendo l’occhiolino, lasciando il biondo da solo con i suoi pensieri mentre si preparava per farsi un bel bagno fuori dal castello.
A quell’ora i bagni dei Prefetti erano vuoti. Hermione adorava rimanere a mollo in quella vasca enorme immersa tra la schiuma mentre si concentrava solo a farsi scivolare via dall’acqua tutta la stanchezza accumulata durante il giorno.
-Certo che è stata proprio una giornata strana oggi. Mi sono appoggiata a Malfoy e non ci siamo insultati, anzi, siamo rimasti in silenzio tutt’e due. Piuttosto strano da parte sua. A me non interessa minimamente di quel furetto spelacchiato. Già! Sta diventando stempiato poverino! Però non è ad un livello così evidente, lo si nota solo se lo si guarda da vicino. Cavolo e io l’ho guardato molto bene da vicino! Secondo me sarebbe stato meglio per me andare da lui vestita com’ero vestita prima che quel cretino di Blaise mi avesse cambiato gli abiti. Ovviamente sono piaciuta molto di più a Malfoy così, ma a me non ha pensato? Appena lo vedrò gli dirò che si deve comportare in maniera leale. Sì va beh,Hermione cosa dici? Leale? È una Serpe. Loro non sono leali, sono ambiziosi. Il fine giustifica i mezzi secondo loro- tirò la mano fuori dall’acqua e vide le dita rugose –Usciamo, penso sia venuta l’ora di andare a dirne quattro al signor Blaise Zabini-
Blaise Zabini era molto contento quel giorno. Il suo piano stava andando alla grande, Draco aveva la carne molto più debole di quanto avesse mai pensato e la Granger quando si curava, si rivelava una bellezza particolare e incredibilmente intrigante. Chi avrebbe mai detto che quei due insieme potessero formare una coppia così bella? Così opposti, così simili… e così incredibilmente testardi. Il moro si avviò in Biblioteca dove lo stava aspettando la sua fidanzata.
“Com’è andata?” gli chiese Daphne “Ho visto Draco parlarti con furore. Sembrava scosso”
“Ha visto un fantasma”
La ragazza rimase un attimo perplessa: “Per un comunissimo fantasma fa così tante scene?”
Blaise la guardò malizioso: “Per un comune fantasma no, ma se questo suddetto fantasma ha gli occhi color nocciola e i capelli ricci…”
Daphne si alzò in piedi con a bocca spalancata: “Vuoi dire che… Non ci posso credere!”
“E invece dovrai ricrederti perché la nostra pupilla ha fatto centro subito”
“Beh però Draco non è al punto di lasciar perdere mia sorella”
“Ovviamente! Sarebbe un deficiente se lo facesse per così poco! Ma tranquilla che ci arriverà e, dato come vanno le cose, ci cascherà anche prima del solito” e il moro sorrise in modo quasi perfido. Daphne si sorprese, non aveva mai visto il viso del suo amico così, ma era felice che i suoi sogni si stessero avverando.
“Tu a che punto sei?”
“Ad un punto più morto che vivo”
“Ma perché? Daphne dai! Ora vai da quello là e bacialo”
“Sì certo! Poi dovrei scappare in fretta e buttarmi dalla Torre di Astronomia”
Blaise rise: “Ma va! Tu fallo, al dopo ci penseremo successivamente”
Daphne sbuffò ma non gli rispose. Si alzò dal suo posto e ripose il libro che stava sfogliando mentre aspettava Blaise. Un rumore sordo simile ad uno schiaffo la fece rigirare verso il suo promesso sposo: Hermione Granger aveva appoggiato la sua mano sulla guancia di Blaise con la gentilezza di un carpentiere.
“Granger! Cos’hai fatto!”
La riccia guardò Daphne, si diede un contegno e le rispose: “Ho ringraziato il tuo fidanzato come si meritava” poi guardò il ragazzo e disse: “E con lui sono due”*.
“Lo sai che se non fosse stato per il mio aiuto a quest’ora LUI non si starebbe dannando mentalmente perché non riesce a scacciare i tuoi occhi dalla mente?” le disse Blaise con un filo di voce.
Hermione si gelò sul posto e i suoi occhi infuocati si spensero: “Mi stai prendendo in giro. Non è vero. Ho solo fatto una brutta figura con l’unico ragazzo che mi odia. Da domani sarò umiliata davanti a tutti solo perché sono troppo buona e ho accettato di aiutarti”
“Non ti obbligo a continuare. Ci metteremo l’anima in pace e obbediremo al volere dei nostri genitori. Non saremo felici, ma non staremo qui a pregarti, non fa parte della nostra indole. Se vorrai tener fede alla tua parola e andrai fino in fondo, sarà solo per tua scelta”
Hermione guardò i due ragazzi che la guardavano seri, si girò e corse fuori dal castello.
Blaise e Daphne si guardarono, questa volta il loro sguardo esprimeva tristezza. La ragazza ruppe il silenzio: “Pazienza Bla. Era un compito troppo difficile, però possiamo dire che c’abbiamo provato. Vado a scrivere la lettera ai miei genitori per organizzare il matrimonio” Blaiseannuì incapace di pronunciare una sola parola. La ragazza prima di lasciarlo gli sussurrò a fior di labbra: “Mi spiace” e lo baciò delicatamente in modo sfuggente. Lui la lasciò fare autoconvincendosi a farsi piacere quel bacio. D’ora in poi quelle labbra sarebbero state le uniche che avrebbe potuto baciare.
Draco correva nella foresta. Correva felice, senza pensieri, finalmente libero da ogni cosa. Corse per tanto tempo fino a quando raggiunse la riva del Lago Nero, era una parte del lago e della foresta inesplorata, bellissima, serenissima e tutta per lui. Il sole si rispecchiava sulla superficie lacustre che rifletteva quella luce in mille direzioni e Draco si sentì riempire di un’energia nuova. Si tolse i vestiti e assaporò ogni singolo soffio di vento che gli accarezzava il suo fisico magro e molto pallido. Senza indugiare si tuffò nelle acque azzurre del lago e ebbe la sensazione che se prima era riuscito ad allontanare i brutti pensieri che lo attanagliavano, adesso con l’acqua era riuscito a sbarazzarsene totalmente di dosso. Era pulito adesso e in cuor suo sperava che il tempo si fermasse e che lui non dovesse più uscire dal suo paradiso ritrovato.
Mentre il biondo serpeverde fluttuava nell’unico punto sicuro del Lago Nero con la mente libera, un’ombra esile lo spiava.
Hermione dopo essere stata in biblioteca aveva seguito il ragazzo mentre lasciava il castello di fretta, era fin troppo agitato ed euforico per essere il solito Draco Malfoy. Uno dei suoi più grandi difetti, oltre la bontà, era la curiosità: doveva trovare la risposta a tutte le domande che si poneva e l’ultima che le stava frullando in testa da un po’ era: “Dove diavolo sta andando Malfoy?”
Dopo molti minuti e molti alberi, Hermione lo perse di vista. Il ragazzo correva davvero veloce e lei non poteva concedersi il lusso di farsi scoprire, quindi teneva un andamento piuttosto tranquillo, così facendo però, ora non sapeva da che parte fosse andato. Si trovava in una zona della Foresta Proibita sconosciuta ai più e non sapeva né come proseguire, né come tornare indietro. Provò varie volte con un incantesimo di localizzazione, ma fu piuttosto inutile. Ad un certo punto però si ricordò di un speciale incantesimo che permetteva di trovare superfici acquose: “Per me, non serve a niente. Ma tentar non nuoce, almeno potrò costeggiare la riva e tornare a Hogwarts.” Immediatamente un filo di luce partì dalla punta della bacchetta e Hermione vide con sorpresa che il percorso era piuttosto semplice. Iniziò a camminare con passo deciso, sempre più speranzosa di trovare il Lago Nero e quindi di tornare al sicuro.
Dopo svariati minuti intravide lo specchio d’acqua, ma non era come se l’aspettava. L’acqua era troppo limpida, il sole batteva forte, gli alberi erano verde smeraldo. Era convintissima che quel posto non fosse il Lago Nero che aveva imparato a conoscere in tutti gli anni passati adHogwarts. Ancora nascosta dagli alberi fece scorrere il suo sguardo in lungo e in largo, e vide qualcosa che la scosse: un ragazzo con la pelle diafana completamente bagnato, con la biancheria nera che aderiva perfettamente ad ogni parte del suo bacino, i capelli biondi che ricadevano sul viso mentre rivolgeva il suo sguardo verso il cielo. Le gocce sul suo corpo creavano tanti e piccoli punti luminosi che lo facevano sembrare di un altro pianeta. Piacevolmente incuriosita la ragazza si avvicinò per poterlo osservare meglio e improvvisamente il ragazzo misterioso abbassò lo sguardo, puntando i suoi occhi esattamente dove si trovava lei. Sgranando gli occhi per la scoperta e per l’imbarazzo di essere stata vista, sentì il desiderio impellente di tornare immediatamente a scuola, Hermione scappò sperando di non essere stata riconosciuta da Draco Malfoy.
Draco era incredulo: qualcuno doveva averlo seguito e aveva anche scoperto il suo luogo segreto. Fregandosi altamente della sua mise il ragazzo corse per smascherare e punire chi aveva osato compiere tale azione. Non era sicuro se fosse un ragazzo o una ragazza, ma sinceramente, non gl’importava. Nella foschia della Foresta Proibita non riusciva bene ad identificare quella figura che stava scappando da lui. Continuò a correre e vide la sua preda arrancare sempre di più mentre lui guadagnava terreno. All’improvviso la vide inciampare, girarsi appena e correre più veloce di prima, riuscendo a seminarlo. Draco rallentò, oramai l’aveva persa. Abbassò lo sguardo e vide una scarpa. Si accucciò e la prese in mano, dopo pochi secondi si rese conto che era una scarpa da donna: “Ma allora era una ragazza!”, si rivestì lentamente e con passo pacato ritornò al castello più pensieroso di prima.
Durante l’ora di cena Hermione continuava a pensare a quello che aveva visto sulla riva del Lago, non poteva immaginare che Malfoyemanasse tutto quel fascino. Non avrebbe mai pensato che quel ragazzo fosse così perfetto nelle sue innumerevoli imperfezioni. Lo vide entrare nella Sala Grande e sedersi al proprio tavolo. Stava attenta ad ogni suo movimento senza togliergli gli occhi da dosso.
Draco si sentiva strano quella sera, cercava di mascherare quel turbamento di essere stato scoperto, e ancora adesso si sentiva vulnerabile, osservato. Eppure nei sotterranei si era sentito così al sicuro! Girò la testa un po’ di volte, scrutando con attenzione la folla, ed ad un certo punto la vide: Hermione Granger lo stava osservando con quei due occhi che la mattina lo avevano incatenato alla porta dell’aula di Storia della Magia, ma avevano una luce diversa che non riusciva a spiegare. Non l’aveva mai guardato così prima d’ora. La sua sensazione di disagio crebbe a vista d’occhio.
Quando la cena fu terminata, la Grifona si alzò per prima dal tavolo, e continuando a sostenere lo sguardo del Serpeverde, uscì con fierezza.Malfoy la guardò dall’alto al basso con un’espressione quasi schifata.
Quella sera Hermione voleva tornare l’indomani in quel posto fatato per scoprire perché Malfoy andava lì, cosa ci faceva? Solo un bagno? Doveva scoprirlo.
Quella sera Malfoy si ritrovò Hermione tra i suoi pensieri. Quella ragazza era diversa dalla Mezzosangue Zannuta che conosceva. Ripensò alla sua figura di quella mattina e gli venne in mente quel particolare che aveva trascurato eppure che aveva osservato così bene: “La scarpa! È lei!”
 
Eccomi, avete visto l’asterisco, no? Beh, la frase riprende lo schiaffo del III anno dato da Hermione a Malfoy. Lei dice: “E con lui sono due” nel senso di due Serpeverde.
Dopo aver fatto il Capitan Ovvio, mi metto a scrivere subito il prossimo capitolo!

Mi raccomando, recensite!
Grazie ^_^

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Capitolo 6
*** Bad Luck and Good Night ***


Ciao a tutti!!! Scusate la mia assenza ma non ero più riuscita a trovare l'ispirazione per questa fanfiction... Al momento mi trovo a Londra e non so, sarà l'aria del posto intrisa di magia, sarà... non lo so, ma ho scritto questo capitolo in poche ore. Vi chiedo perdono per gli orrori ortografici che sicuramente ci saranno.
Buona lettura, aspetto un vostro parere sulla storia e spero di poter scrivere tanti altr capitoli in questo mese di permanenza nella terra natia del maghetto.
Lena G

ONE WAY TICKET TO HEAVEN


Capitolo 6 - Bad Luck and Good Night

Draco era furibondo. Camminava a passo svelto per i corridoi scansando con violenza gli studenti che incrociavano il suo percorso. I suoi occhi scrutavano gli ambienti per trovare una massa riccia di capelli crespi.
Draco Malfoy stava cercando Hermione Granger. Era qualcosa di solito in quella scuola che uno dei due cercasse l’altro ma Draco doveva fermare e parlare con la ragazza perché gli doveva delle spiegazioni. E lui le avrebbe avute.
Girò quasi senza meta per buona parte della giornata, era scontroso e taciturno. Cercava quella ragazza e nient’altro, come se il suo cervello avesse memorizzato solo quell’obiettivo.
All’improvviso si trovò davanti quell’orribile matassa di capelli, la vide vicino a lui, forse troppo vicino, tanto che Draco allungò le mani e la prese per i fianchi per evitare uno scontro. Hermione si girò e vide Draco che la stava guardando negli occhi mentre ancora la sua presa era ben decisa. Arrossì e, negli occhi di lui, ricomparve famelica quella luce indagatrice.
Riprese una certa distanza e disse pomposo: “Granger, vieni con me. Dobbiamo parlare”
Hermione lo guardò spaventata e dandosi un tono composto: “Cosa scusa?”
“Dobbiamo parlare. Seguimi”
“Io e te non dobbiamo parlare di nulla”
“Invece sì” e prendendola di peso la trascinò in una volta nella parete, lontani da occhi indiscreti.
“Che vuoi da me?”
“Cosa ci facevi dal lago? Perché mi stavi guardando?”
“Ma di cosa stai parlando?” disse con tono fintamente sorpreso Hermione.
“Non fare la finta tonta con me, chiaro? Lo so che eri tu quella figura che scappava nel bosco.”
“Non hai alcuna prova”
“La tua scarpa dici che possa bastare?” ghignò Draco.
Hermione rimase in silenzio a bocca aperta non sapendo come ribattere.
“Allora Granger, dimmi, perché eri… in quel posto mentre mi osservavi fare un bagno? Ti piaccio per caso?” le chiese con scherno.
“Ma figurati! E poi non ero io quella ragazza, le scarpe sono quelle della uniforme, tutte le ragazze le portano” e incrociò le braccia.
Draco fu preso in contropiede. Era sicuro fosse lei quella ragazza del bosco, qualcosa lo aveva spinto a pensare che solo la Grifondoro potesse essere colei che lo aveva spiato quel giorno.
“Q-quindi non sei tu?”
Hermione lo guardò negli occhi. In quel momento dietro le spalle di Draco apparve Blaise che li guardò con sorpresa e poi la implorò con lo sguardo di portare a termine la missione che le aveva chiesto. Hermione si maledisse più e più volte e quando riguardò Draco negli occhi a quest’ultimo venne quasi un colpo quando vide lo sguardo della ragazza pieno di malizia.
“Certo che ero io, Malfoy. E adesso che lo sai che farai? Vuoi ricambiare il favore?” e rise sommessamente facendogli un occhiolino che aveva tutta l’aria di essere intriso di ironia.
“Figurati” le disse d’un fiato Draco: “Anzi, mi farebbe piuttosto schifo. Spero che sia stato di tuo gradimento e mi auguro che sia stata la prima e l’ultima volta”
Hermione questa volta rise più forte: “Non preoccuparti, non succederà più. Il panorama non era quel granchè” e lo lasciò solo mentre s’incamminava verso la torre di Grifondoro con aria tronfia.

Il biondo la seguì con lo sguardo spiazzato e notò Blaise che non aveva resistito e aveva voluto assistere alla scena.
“E tu che ci fai?” gli chiese Draco.
“La Granger ti tiene testa eh? Peccato non sia una Purosangue, se tu e lei foste sposati in casa vostra non si morirebbe mai dalla noia”
Draco immaginò la scena e scosse violentemente la testa: “Ma cosa stai dicendo Bla?”
“Quello che penso”
Malfoy scosse la mano in aria: “Non hai risposto, cosa ci fai qui?”
Zabini alzò le spalle con nonchalance: “Cammino”
“L’avevo notato. Non farne parola con nessuno”
“Pansy?”
“Nessuno Bla! Andiamo… Dimentica tutto quello che è successo” e iniziò a camminare verso il dormitorio Serpeverde.
“Tu e lei sareste una bella coppia”
“Ho detto: Dimentica. Tutto”

I due amici arrivarono nella sala comune dei Serpeverde. Tutti si fermarono a guardarli. Draco, oramai con i nervi a fior di pelle urlò: “Cosa state guardando tutti quanti? Fatevi i fatti vostri!” e scomparve nella sua camera.
I ragazzi presenti ripresero a mormorare e aggiunsero anche supposizioni riguardo il comportamento di Draco: “Sapete, si dice che sia in astinenza da un po’”
“Di droghe?”
“No, di donne”
“Io però ieri sera l’ho visto appartarsi con una biondina di Corvonero!”
“Secondo me gli ha dato il buonservito”
“Impossibile” disse Blaise: “L’unica capace di darglielo è la Granger”
“Cosa?”
“La Granger?”
“La Sanguesporco?”
“Beh” ribattè Zabini con diplomazia: “Non potete negare che abbia un carattere forte”
I mormorii esplosero e aumentarono in maniera esponenziale. Pansy si avvicinò a Blaise: “Ti sei condannato da solo. Stasera risulterai babbanofilo e domani sarai magonò”
Il ragazzo rise: “Tranquilla la cosa non mi tange. E non tange nemmeno ai miei, quindi mi reputo a posto”
Pansy sorrise poco convinta, indicò con lo sguardo la zona del dormitorio maschile e chiese: “Cos’ha oggi Draco?”
“Le sue cose”
La ragazza spalancò gli occhi e iniziò a ridere. Dopo poco chiese a Blaise: “Devo andare a parlarci?”
“Sai lanciare un Protego?”
“Ho preso O in Difesa, e comunque tranquillo che non mi servirà”
“Perfetto” Daphne aprì la porta del dormitorio femminile ed entrò in sala comune dove incrociò lo sguardo di Blaise. Il ragazzo continuò: “Io devo parlare con Daphne del nostro fidanzamento, tra un mese lo renderemo ufficiale. Se permetti…”
Pansy lo congedò e il ragazzo corse con un sorriso a trentadue denti verso la sua fidanzata: “Ho grandissime novità e sono positive!”
Daphne non capì, lo guardò interrogativa e lui le indicò l’uscita: “Andiamo nel solito posto. Caspita Daphne, non crederai mai a quello che sto per dirti!”

“Draco e la Granger si sono parlati e adesso è furioso!”
Daphne con pacatezza guardò Blaise: “E dove vedi il lato positivo in questo?”
“Allora, io non so perché quei due si siano parlati né che cosa si siano detti, però da quello che ho capito Draco ha cercato lei. Io li ho visti e quando Hermione mi ha notato ha deciso di continuare il nostro piano!”
La ragazza era confusa: “Così, dal nulla?”
“Dal nulla!”
“Nonostante ci abbia detto no?”
“Esattamente!”
Ci fu un momento di silenzio in cui Daphne riflettè sulle parole di Blaise poi lui ruppe il silenzio: “Per me si piacciono!”
“Non essere scemo Blaise! Non è possibile, è solo passato un mese da quando abbiamo attuato il piano ed è la prima volta in cui si parlano. Non possono piacersi!”
“E se a lui la Granger piace da più tempo? E se invece fosse lei?”
“Non sarebbero loro stessi. La loro coppia non è improbabile, di più. Nessuno sano di mente tiferebbe per loro due”
“Non credere. Ce ne sono, ce ne sono”
“Sarà. Aspettiamo e vediamo cosa combinano i due”
Vennero interrotti da delle voci e i due si abbracciarono per scambiarsi un bacio appassionato per mantenere i loro ruoli di fidanzati perfetti.
Astoria e Hugo, un suo compagno di Aritmanzia elementare, erano capitati nel momento in cui Daphne e Blaise si stavano baciando.
“Hai visto Tori? Loro sono fortunati, si amano davvero”
Astoria guardò Blaise che in quel momento aprì gli occhi e la vide. Si immobilizzò, si staccò di fretta e furia da Daphne che gli chiese: “Cosa succede?”
La ragazza si girò e vide la sua sorellina con gli occhi lucidi che stava lottando per non scoppiare in lacrime davanti a tutta quella gente. Sussurrò appena: “Astoria”
“Ciao. Scusate il disturbo” e scappò via.
I due fidanzati si guardarono quando rimasero da soli.
“Abbiamo rovinato tutto”

Hermione era appena uscita dalla doccia quando sentì un gufo congelato dalle rigide temperature invernali picchiettare con il becco dalla sua finestra. Si precipitò ad accoglierlo nella sua stanza.
“Povero cucciolo! Entra entra che fuori si gela!”
Il gufo aveva nel becco una lettera per lei. La raccolse e l’aprì:

Ciao Hermione,
volevamo chiederti se potevamo incontrarci fra due giorni in biblioteca per parlare del nostro piano che da quanto abbiamo avuto modo di apprendere sta procedendo a gonfie vele.
Ci vediamo dalla sezione “Libri di cucina” alle otto
D e B

La ragazza sbuffò. Avrebbe chiarito la situazione con Daphne e Blaise. Solo perché aveva deciso di aiutare per un’ultima volta Blaise non voleva dire che fosse tornata sui suoi propri passi. Soprattutto non dopo aver accettato quello strano appuntamento con Dean.
Si guardò allo specchio domandandosi come mai Dean Thomas le avesse chiesto di vedersi a Hogsmeade in quel fine settimana. Era agitatissima, una strano presentimento aveva fatto capolino e non riusciva a capirne il motivo.

Quella sera Draco non riuscì a chiudere occhio. Dopo la chiacchierata con Pansy era diventato ancora più furioso, come fosse possibile. Aveva dovuto inventare storie su storie per non far capire alla ragazza le vere ragioni del suo stato d’animo. Odiava quando qualcuno riusciva a tenergli testa, specialmente se quel qualcuno era una donna, soprattutto se quella donna era la Granger. Non le aveva mai rivolto la parola prima di quel momento se non per schernirla e farla sentire inferiore a lui e le poche battute che si erano scambiati poche ore prima erano state la prova che quella ragazza era così tanto saccente e orgogliosa che sarebbe stato meglio per lui evitarla come la peste.
“Dormi Draco”
“Impossibile Bla”
“Stai pensando alla Granger?”
“Ancora con questa storia?” sbuffò: “Ti ho detto che non devi tirare fuori questo argomento”
“Secondo me ne sei rimasto affascinato”
“Ma non hai altro da fare?”
“Sì, dormire”
“Ecco. Dormi”
“La luce mi dà fastidio”
“E a me dai fastidio tu quando parli”
Zabini si mise seduto sul letto: “Cos’hai, le tue cose? Perché sei così tanto suscettibile?”
“Non sono affari tuoi”
“Gli assorbenti sono nel secondo cassetto del tuo comodino”
“Grazie. Sai anche dove te li puoi mettere?”
Zabini rise: “Draco, cosa ti turba? Il fatto che tu abbia parlato con lei o perché hai avuto l’ennesima prova che sia più intelligente di tutte le ragazze della scuola messe insieme?”
Draco tirò su il busto: “Se avessi voluto renderti partecipe dei miei pensieri lo avrei fatto”
“Non è vero, ti conosco da troppo tempo. Non parli mai con nessuno. Confidati con me, sarò una tomba”
Draco sorrise: “Non c’è gusto con te, mi offri battute sarcastiche su un piatto d’argento”
“Ragazzi” esordì Nott: “Se volete confabulare a notte fonda potete farlo, ma non mentre dormo”
Blaise e Draco alzarono gli occhi al cielo poi dissero: “Hai ragione, scusa Theo”
“Andate a quel paese”
I ragazzi risero. Seguirono alcuni minuti si silenzio poi Nott continuò: “Draco, la Granger è migliorata tantissimo nell’ultimo periodo. Fossi in te ci farei un pensierino, non sarebbe male darle una ripassata”
Blaise rise di gusto mentre Draco si lasciò cadere sul materasso e mettendosi una mano sugli occhi sospirò: “Ma allora è una congiura!”

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