Solo per un'ora di Speechless Melody (/viewuser.php?uid=53847)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yamato ***
Capitolo 2: *** Lady Heartbreaker ***
Capitolo 3: *** Into a new world ***
Capitolo 4: *** Just for fun! ***
Capitolo 1 *** Yamato ***
Solo
per un'ora.
Capitolo
Primo.
Yamato
Presto ho
imparato che i social network, lo streaming e youtube sono i nuovi
interessi del ventunesimo secolo. Gli adolescenti come gli adulti
passano tra il 70 e il 75% della propria giornata a rendersi il culo
quadrato e le gambe doloranti davanti ad uno schermo, rovinandosi tra
l'altro la vista. I rapporti interpersonali da: "Ci vediamo al
solito caffè!" e "Ti invio una lettera." sono passati
a "Ora attacco la webcam." e "Ti invio un'email."
Per non parlare di come è cambia il lavoro: internet
è la risposta
se la domanda è: come faccio a non scomodarmi mai e rimanere
a casa
tutto il giorno?
Insomma, sì,
odio internet, odio facebook, ma soprattutto odio twitter, odio lo
streaming perché non ti fa più godere i film e i
telefilm, odio
youtube perché è più che altro un
mezzo per renderti popolare
senza che tu faccia niente, odio non parlare con le persona face to
face; odio profondamente le nuove generazioni che sono state rese
ancora più superficiali dalle nuove tecnologie. C'era
già la
televisione a rovinarle! Già quella macchina infernale
dapprima in
bianco e nero e dopo a colori ha da sempre adulato schifosamente e
meschinamente il consumismo, ora non ci bastava solo Lei, la TV, ma
anche tutta quell'altra bella merda.
Dopo tutta
questa paternale, vi immaginerete un uomo sui sessanta, capelli
brizzolati, barba bianca e occhialetti inforcati ad un naso aquilino,
grosso, con le narici dilatate e piene di peli bianchi. Magari ha
anche una pancetta da birra, la quale viene tenuta nella manona
destra, mentre la grande mole siede su una poltrona in pelle marrone,
attorniata da libri profumanti di vecchio e consumato, proprio come
lui. Be', penso che questo sono io, proprio io, me medesimo.
Affascinante e vecchio. Sì. Ma tra quarant'anni!
Sono un baldo
giovane di vent'anni compiuti da un mese e poco più, amante
di
libri, film e telefilm; passo le mie giornate tra
Università, gruppi
di studio e cinema. Vado a vedere di tutto al cinema, delle volte
trascinandomi delle persone, il più delle volte da solo.
Abito da
solo e spesso mi capita di non avere soldi per comprare i viveri
perché ho speso tutto in biglietti del cinema.
C'è sempre, sempre,
un film che è lì per essere criticato da me. Ho
un computer
portatile, ultima generazione, l'ultimo modello di Nokia come
cellulare, il mio appartamentino esplode di tecnologia; vi starete
dicendo che sono un'ipocrita. Non è così, niente
affatto! Tutti
regali dei miei genitori, due quarantenni con una crisi di
mezz'età
precoce che pensano di rendermi felice regalandomi videogiochi,
memory card, memoria esterna per il computer, e tutte quelle
schifezze che non mi servono. Mi devo ricordare di darle ai bisognosi
prima o poi.
Ritornando al
discorso delle tecnologie, molti dei miei amici e conoscenti hanno
cercato di convincermi di quanto internet e i nuovi progressi siano
utili, ma presto hanno capito che è fiato sprecato. L'unica
persona
che ci prova ancora è la mia amica Aiko (letteralmente:
figlia
dell'amore; vero nome: Irene). Patita di giapponese, del Giappone,
delle sue usanze e del suo grado di tecnologia. È da quando
eravamo
alle elementari che pianifichiamo la nostra "fuga amorosa"
sull'isola di Honshu per stabilirci ad Osaka (anche perché
Aiko
ovviamente è una gran fissata con la cucina giapponese,
quindi Osaka
è il posto giusto per lei, almeno così dice).
Dice lei che se non
si ama la tecnologia non si può amare il Giappone, io direi
di
stabilirci a Kyoto invece, dato che è una città
turistica e non
tanto consumista. Comunque Aiko è l'unica che ci prova
ancora, ma lo
fa con amore e non mi dà fastidio; se, però, lo
fanno mamma e papà,
là mi girano. Sono loro figlio, non un coetaneo, spero che
un giorno
lo capiranno. Credo di essere sempre stato più maturo di
loro,
strano ma vero.
Aiko bussa alla
porta del mio appartamento, chiudo Waethering Hights (non giudicate)
segnando la pagina con un segnalibro pieno di piume (regalo di quel
burlone di mio cugino Riccardo). Come faccio a sapere che è
Aiko?
Solo lei bussa cercando di riprodurre Mr. Taxi delle SoShi con il
suono di un campanello!
-Diego!
Dieguccio!- Quando fa così mi viene voglia di lasciarla
fuori alla
porta. Sorridendo, anzi ghignando, scarto quell'istinto. Apro la
porta ed i capelli corti e rossicci della mia amica mi entrano in
bocca: questo perché mi è saltata letteralmente
addosso.
-Ciao Irene-
riesco a dire, soffocando per colpa delle sue braccia e la sua spalla
incastrata nel mio pomo d'Adamo. Si stacca e si sistema la gonna nera
e gonfia.
-Ho portato una
cosa che ti piacerà! Forse l'unica cosa che potresti
sopportare di
questa tecnologia infernale; uh ho fatto un'assonanza!- Rido, posando
piano una mano sul volto.
-Dai, entra
prima, ti offro qualcosa; che vuoi?-
-Birra, se c'è.
Magari anche due arachidi salati.-
-È il tuo
giorno fortunato!- Mi dirigo in cucina, la mia amica mi segue come un
cagnolino; si siede sul tavolo della cucina ed accavalla le gambe,
sfoggiando i leggins verde limone in tutto il loro splendore. Gli do
la bottiglia di birra stappata, prendo da un mobile degli arachidi,
li apro e ne verso un po' in una ciotolina; ne mangio due e poi li
passo alla mia amica.
-Credo proprio
che oggi sia il mio giorno fortunato! A parte la birra frasca in
questa calda giornata di metà giugno, ho trovato un'offerta
pazzesca
da pagare a rate!- La guardo con cipiglio interrogativo e mi appoggio
al frigorifero.
-Di che si
tratta?-
-Una
videocamera!-
-Una
videocamera?-
-Sì, hai
presente: le usano per fare i tuoi amati film!-
-So cos'è una
videocamera, stupida! Ma spero che tu non l'abbia comprata per me!-
-No, certo che
no!- Fruga nella borsa e ne caccia una videocamera grigia, una
semplicissima Samsung touchscreen, con la possibilità di
fare video
in altra definizione. -L'ho comprata per noi!- Sbuffando, mi avvicino
all'oggetto.
-Sei una
pazza.-
-Una
videocamera è sempre utile, e se quest'estate vogliamo
andare a fare
un giro dell'Irlanda nel sud come mi avevi promesso allora ci
servirà.-
-Non ci serve
nient'altro che la nostra memoria.-
-Diego, io non
ne ho, lo sai bene. Mi dimentico anche il giorno del tuo compleanno,
e ci conosciamo da una vita!-
-Va bene,
questa te la faccio passare. Non ho niente in contrario nelle
videocamere, soprattutto se servono solo a filmare bei ricordi e se
le cose rimangono a noi.-
-Per la verità
ho un canale su youtube da un po', pensavo di mettere qualche video
lì.- Sono sicuro che la mia occhiata è tutta un
programma; Aiko fa
il suo sorriso di scuse a cui non riesco a resistere, ma il mio "no"
sta passando senza ostacoli dai miei occhi a quelli della ragazza,
penetrandole nella testa e martellandole il cervello. Poi, ad un
certo punto, è come se il contatto visivo si spezzasse,
perché Aiko
scende dal tavolo e mi prende le mani. -Dai, che ti costa? Qualche
video, niente di più innocente. Si sentirà
più che altro la mia
voce, forse qualche volta si vedrà un tuo piede o un tuo
dito, ma
mai tutti insieme.- Sbuffo una seconda volta.
-E va bene!-
Rispondo rassegnato.
-Bene bene
bene! Ora passiamo all'inaugurazione!- La ragazza accende la
videocamera e la punta sulla mia faccia -Di' ciao a Yamato!-
-Yamato?-
-Yamato video!
Su, saluta!- Guardo nell'obiettivo, alzo gli occhi al cielo.
-Ciao,
Yamato...-
-Bene!- Irene
punta l'obiettivo verso di lei -Io e il mio amico Diego stiamo
inaugurando la nuova videocamera; Diego odia tutti i tipi di
tecnologie, ma a quanto pare Yamato gli va a genio, questo vuol dire
che abbiamo adottato un nuovo cucciolo!-
-Aiko, non lo
vorrai mettere su youtube, spero!- Irene gira l'obiettivo verso di
me.
-Signor Diego,
cosa stava facendo prima del mio arrivo.-
-Stavo
leggendo, poi purtroppo è arrivato un guasta feste.-
-Mh, capisco.
Cosa leggeva?- Metto una mano davanti a quell'aggeggio.
-Spegni questa
cosa.-
-Dai Dieguccio,
che leggevi.-
-Wuthering
Heights.- Silenzio, poi la mia amica scoppia a ridere.
-Quando
inizierai Little Women?-
-Ah ah
divertente- rispondo con sarcasmo. -L'ultimo libro che hai letto tu
qual è stato, Tre metri sopra al cielo di Moccia?-
-No, per la
verità l'ultima cosa che ho letto è stata nel
bagno, il manga di
Death Note.-
-La smetti di
filmare?- Aiko inizia a camminare per casa, inquadrando tutto
ciò
che trova per strada, arriviamo nella mia camera da letto: il letto
non fatto, ehm un preservativo buttato a terra (ma chiuso, eh), la
scrivania piena di libri, cuscini sparsi qua e là e vestiti
accumulati sulla sedia compongono il mio habitat naturale. Aiko si
butta sul mio letto a gambe incrociate, io mi siedo su un pouf
adiacente.
-Allora Diego,
perché sei così contrario alle tecnologie?-
-Sinceramente?
Le trovo inutili: uno spreco di tempo, senza nemmeno un fondamento
culturale.-
-Sai che
internet potrebbe diminuire la produzione di giornali e libri e
quindi diminuire il disboscamento?-
-Non capisco
perché gli uomini dovrebbero usare mezzucci per diminuire
l'inquinamento! Sono le fabbriche a produrre le nuove tecnologie,
quindi si inquina ugualmente. Ci sono mezzi migliori come per esempio
la carta riciclata, il riciclaggio, l'utilizzo di prodotti naturali,
il rimboscamento e la dispersione in natura unicamente di prodotti
biodegradabili, perché non si può pretendere
tanto dall'uomo. Il
problema è che nessuno fa realmente qualcosa, nemmeno io che
ne sto
parlando; siamo troppo egoisti ed adottiamo la soluzione: ho fatto
una volta una cosa, ho la coscienza pulita, non è
più problema
mio.-
-Tu non fai
qualcosa? Ma se fai la raccolta differenziata, vai unicamente a piedi
o con mezzi pubblici, compri libri usati anche se ti puoi permettere
tranquillamente quelli nuovi e pur di non comprare libri nuovi usi
quelli dei tuoi nonni!-
-Sono piccole
cose che non salveranno nessuno.-
-Per non
parlare della poca energia elettrica che usi e delle quote di
beneficenza che mandi ogni anni per il rimboscamento.-
-Aiko, è
diverso. Questo non vuol dire impegnarsi, uno non cambia il mondo;
l'unione fa la forza: banale, ma vero. Ora spegni quell'affare?-
-Ok!- Irene
finalmente spegne la videocamera con mio grande sollievo; quella cosa
mi metteva agitazione!
-Spero davvero
che non lo pubblicherai.-
-No, te lo
prometto!- Aiko si alza e posa la videocamera nella borsa -Stasera mi
vedo con Alberto, Francesca e Carmine, vieni anche tu?-
-Non so,
pensavo di studiare stasera. Che fate?-
-Ci facciamo in
giro nella galleria d'arte dove lavora Cinzia.-
-Penso di
riuscire a passare, ma tardi, ad esempio verso le dieci e mezza.-
-Non ti
preoccupare, tanto non pensavamo di andare prima delle dieci,
così
che tutti avrebbero mangiato a casa.-
-Ti chiederei
se vuoi rimanere a cena, ma come ti ho detto devo studiare.-
-Fa niente!- Mi
sorride e mi dà un bacio sulla guancia. -Io vado, dude. See
you
later!-
-Irene!- La
chiamo mentre esce dalla porta.
-Dimmi, caro.-
-Non mettere il
video.-
-Ti ho detto di
no!- Mi fa l'occhiolino e se ne va. Ho la vaga impressione che
metterà quel video.
I Bla
Bla dell'Autrice»
Salve
bella gente! Che dire, ispirazione venuta all'una e cinquantadue di
notte, la stanchezza causa brutti scherzi e partorisce brutte idee. No,
per la verità per la prima volta sono fiera di
ciò che ho scritto. Spero che sia piaciuto anche a voi
questo capitolo.
×La Romance de Lune [rating arancione -
rating rosso]
×Because The Night* [One
Shot]
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Capitolo 2 *** Lady Heartbreaker ***
Secondo
Capitolo
Lady
Heartbreaker
Sono le sette e trentacinque di una settimana dopo quel
famoso giorno in cui Yamato venne partorito dal negozio e portato in
fasce in casa mia. Irene non aveva mai parlato del video, nemmeno la
sera stessa quando ci eravamo visti per la mostra da Cinzia, e questo
mi aveva tranquillizzato: forse voleva dire che aveva mantenuto la
promessa. Ma io marcherei quel forse.
Sono reduce di un esame estenuante e quindi di una sbronza pazzesca per
festeggiare il mio trenta tanto faticato; mi sono svegliato per il mal
di testa. Mi alzo dal letto, inciampo nel lenzuolo, poi nelle
pantofole, infine do un calcio allo stipite della porta. Mi appoggio al
muro e mi prendo il piede in una smorfia di dolore e imprecando. Con le
poche forze che mi sono rimaste dopo un'ampia dimostrazione della mia
goffaggine mi trascino in cucina e prendo una bottiglia di chinotto
fresco dal frigo; cerco nella cassetta dei medicinali un'aspirina, la
trovo, ne metto in bocca una capsula e la faccio andare giù
con il chinotto. Che schifo, odio il mal di testa! Per quanto il mio
sguardo sia appannato, vedo benissimo una luce venire dalla camera
degli ospiti; aggrotto le sopracciglia e, armato di mestolo, vado in
quella direzione. È assurdo pensare che ci siano dei ladri,
ma con un mal di testa da dopo sbronza si sa che la lucidità
ti abbandona temporaneamente. La porta è aperta, mi metto in
in angolino per controllare l'interno: nel letto qualcuno si muove, la
luce parte dal lato opposto e non sembra quella di una lampada, forse
viene dalla scrivania. Entro con un salto portando il alto il mestolo,
ma mi fermo di botto.
-Irene?-
La mia amica siede sulla sedia in biancheria intima.
-Già
sveglio? Non credevo dato che hai bevuto come una spugna!- Risponde;
pare a suo agio, mentre io sono molto imbarazzato. Solo in quel momento
mi rendo conto di essere in boxer.
-Che
ci fai qui?- Sussurro, ricordandomi che c'è qualcuno nel
letto -E chi c'è nel letto?-
-Giusto,
non ricorderai niente di ieri sera. Nel letto c'è Laura,
l'amica di Francesca che ti abbiamo presentato ieri.- Sgrano gli occhi,
guardo la mia amica, poi la ragazza nel letto. Dei capelli biondi e
lunghi spuntano dalle coperte.
-Che
hai fatto ieri sera?- Irene ride talmente da farsi uscire le lacrime
agli occhi.
-Io?
Niente! Tu, tanto! Stavo dormendo nel tuo letto quando sei venuto, mi
hai buttato giù e ti sei messo a dormire. Abbiamo dormito
tante volte insieme, ma non sapevo fossi sonnambulo.-
-E
i tuoi vestiti?-
-In
camera tua. Sai com'è, mentre tu facevi le tue cosacce mica
potevo stare a sentire senza fare niente anche io! Non ricordi proprio
niente di ieri sera?-
-No,
assolutamente.- Sospiro -E tu con chi...?-
-Mi
pare che stai facendo troppe domande, su su vai a riposare. Ah, sto
usando il tuo portatile, spero non ti dispiaccia.- Scuoto la testa,
noto le cuffie.
-Che
fai?-
-Guardo
qualche video su youtube- annuisco.
-Vado.-
-Sì,
non ti preoccupare. Nel caso si fa troppo tardi ti sveglio io, ti
dispiace se rimango?-
-No,
figurati. Anzi rimani anche a pranzo, ti va? Più che altro
devo cercare di parlare con questa Laura.-
-Era
abbastanza ubriaca anche lei...- Do un bacio sulla guancia alla mia
amica e ritorno nella mia stanza. Questa poi! Promesso: mai più
sbronze del genere.
Mi sveglio nuovamente alle nove e
quarantatré, ma decido di stare ancora un po' nel letto;
sento delle voci dalla cucina, sarà Irene. Immergo la testa
nel cuscino e mi giro a pancia in giù. Poco dopo sento aroma
di caffè, quando apro gli occhi vedo che la mia amica mi ha
portato una tazza della bevanda magica.
-Buon
giorno- dice con un sorriso.
-Buon
giorno- rispondo, ma senza sorridere. Mi metto a sedere e prendo la
tazza -Grazie.-
-Dovere
da amica.- Si siede vicino a me e appoggia la testa sul mio cuscino,
immergendo i piedi nelle coperte buttate al bordo del letto. -Ho
parlato con Laura, ricorda proprio poco di ieri sera, ma più
di te. Non avrai problemi.-
-Lo
spero.- Poggio la tazza di caffè sul comodino alla mia
destra allungando il braccio per non disturbare la mia amica, poi mi
stendo. Irene si morde il labbro inferiore, come se fosse impaziente di
dirmi qualcosa, che in realtà non vuole dirmi; l'abbraccio
ed inizio a giocare con qualche ciocca più lunga dei suoi
capelli.
-Diego,
ti ricordi quel video per inaugurare Yamato?-
-Quello
che non dovevi assolutamente mettere sul tuo canale?- Alzo un
sopracciglio -Sì.- Rispondo con un sospiro.
-Vedi,
mi piaceva e l'ho messo.- Lo sapevo!
-Irene.-
Il mio tono di rimprovero porta i suoi occhi nei miei.
-Scusa,
davvero! Ma dovresti vedere un video risposta: hai fatto furore! Le tue
opinioni sono state condivise da molti, chiedono altri video, questa
persona che ha fatto il video risposta ti consiglia di aprire un canale
tuo!- Sono sbalordito dalle sua affermazioni e Irene lo ha notato
subito, ma scuoto la testa.
-No,
non se ne parla, Aiko.- La ragazza immerge le mani nei miei capelli
mossi e spettinati.
-Dai,
Diego, pensaci! Sarebbe carino, sei un ragazzo che sa parlare, con
opinioni proprie, ma anche ironico, ci sono tante persone che fanno gli
opinionisti su youtube!-
-Dato
che lo fanno tante persone lo dovrei fare anche io?- Irene alza le
spalle.
-Ti
sto solo proponendo di non scartare l'idea. Ti faccio vedere il video
risposta e i commenti, se non ti convincerà ti
lascerò stare- sbuffo.
-Ci
devo pensare...- La ragazza sorride.
-Bravo
Dieguccio!- Mi dà un bacio sull'angolo della bocca e si alza
dal letto. -Di là la colazione è pronta,
c'è anche Laura, è una ragazza simpaticissima;
spero che ti unirai a noi!- Annuisco e guardo la mia amica andar via.
Poco dopo mi alzo anche io; mi fa male il piede e mi ricordo di poche
ore prima, quando avevo trovato Irene al mio computer. Zoppicando, in
un'aria molto somigliante a quella di Dr. House, entro in cucina e
trovo le due bionde che chiacchierano animatamente: la mia migliore
amica vicino al frigo, Laura seduta al tavolo a gambe incrociate e con
una mia t-shirt addosso.
-Eccolo!-
Esclama Aiko, saluto tutte e due con un cenno della mano.
-Spero
non ti dispiaccia, ho messo la tua maglia di ieri sera.- Dispiace, no;
infastidisce leggermente, sì. Più che altro mi fa
uno strano effetto.
-No,
figurati.-
-Bene.-
Un silenzio teso cala, mentre io poso la tazza nell'acquaio e prendo
una brioche alla crema; Laura tamburella le dita sul tavolo, io guardo
la mia amica, sperando che lei dica qualcosa per rompere il ghiaccio.
-Allora-
incomincio, non sapendo dove andrò a parare -Laura, cosa fai
nella vita?-
-Sto
studiando per diventare make-up artist, Francesca mi sta ospitando
gentilmente per questi tre mesi di prova, spero di riuscire a trovare
un lavoro.-
-Come
conosci Francesca?-
-Tramite
Facebook.- Ovvio!
-Ah,
capisco. Facebook, la grande finestra sul mondo.-
-Già!-
Risponde Laura con un sorriso, evidentemente non ha captato il mio tono
sarcastico; la ragazza si ravvia i capelli mossi, che ora le ricadono
dalla spalla destra in un ammasso di fili brillanti e morbidi. Il mio
corpo necessita di altro caffè, Irene, quasi come se mi
avesse letto nel pensiero, me ne passa un'altra tazzina.
-Ieri
ci siamo fatti prendere troppo dal tuo trenta, Diego!- Dice la mia
amica, poggiandomi affettuosamente una mano sulla spalla.
-Abbiamo
tutti alzato il gomito, a parte Irene e Andrea.- Andrea? E chi sarebbe
questo Andrea? Non so se preoccuparmi di più per il fatto
che non ricordo niente o il fatto che Irene e Andrea erano gli
unici ancora abbastanza sobri. Irene legge la domanda nei miei occhi e
dalla mia espressione corrucciata; ride, ma noto che è una
risata finta.
-Abbiamo
subito cercato un motivo per lasciarci andare, eh! Che birboni! Allora
Laura, rimani con noi a pranzo?-
-Oh
no, non posso e in più darei fastidio, non ditemi che non
è vero perché mi pare ovvio che vogliate stare da
soli!-
-Guarda
che se vuoi rimanere puoi, Irene ed io stiamo bene da soli, ma anche in
compagnia!-
-Diego
ha ragione, Laura; se vuoi, e puoi, puoi rimanere! Stay with us!-
-Non
posso, mi dispiace- risponde la ragazza facendo un sorriso tra l'amaro
ed il malizioso. Aiko le procura quello che le serve per lavarsi
velocemente, Laura ci ringrazia poi esce di casa. Io ho iniziato a
cucinare; va be', "cucinare", si fa per dire! Preparo le piadine e gli
ingredienti da mangiare insieme ad esse. Aiko ritorna in cucina, prende
un pomodorino lavato e lo mangia, poi si siede sulla base del lavello.
-Con
me è stata più loquace, ma hai visto anche tu che
non c'era niente da temere.-
-Le
cose che temo sono altre; dopo Carla avevo promesso che non mi sarei
mai sbronzato così tanto da non ricordare niente e che
soprattutto non avrei fatto sesso con una ragazza mentre ero sbronzo.-
-Carla
era un'idiota, fece tanto la scema dicendo che non avevate usato il
preservativo solo perché ti voleva tenere caro caro- scuoto
la testa.
-Poteva
essere, che ne sai.- Aiko porta le piadine a tavola, io porto i
condimenti; prendo una bottiglia di acqua naturale fresca, mentre la
ragazza prende i bicchieri, i piatti e le posate.
-Dopo
posso prendere il tuo portatile? Forse non lo sai ma hai la rete
wireless.-
-Sì
sì sì...- dico scocciato, la guardo attentamente
-Senti Irene, chi sarebbe questo Andrea?-
-Chi?-
Chiede Aiko, facendo la finta voce stupita, ma non alzando gli occhi
dal piatto.
-Andrea,
l'altro che era sobrio insieme a te.- Bofonchia qualcosa, io le lancio
un pezzetto di piadina.
-Ma
nessuno!-
-Mh,
bene. Allora se non è nessuno me ne puoi parlare senza alcun
problema, no?-
-Ma
niente, è un ragazzo.-
-Grande
informazione- Irene sbuffa, poi sospira e finalmente mi guarda.
-L'ho
incontrato al ristorante giapponese, lavora lì per pagarsi
la specializzazione in culture orientali. Non c'è molto da
dire.-
-Quando?-
-Cosa?-
-Quando
l'hai conosciuto, Irene!-
-Credo
tre giorni fa. Ieri sera te l'ho presentato, ma tu eri già
partito.- Perfetto!
-L'avete
già fatto?! Tu sei una che aspetta almeno una settimana...
Per la verità una settimana è il tuo massimo...-
Mi fermo per un secondo e inizio a guardarla come se avessi visto in
lei un qualcosa che noto solo ora per la prima volta -L'avete fatto nel
mio letto?!-
Ad Irene scappa una risata, io la fulmino con gli occhi.
-Sì,
scusa. Sei tu che ti sei volatilizzato e sei andato nella camera degli
ospiti con Laura! Andrea ed io ci siamo ritrovati da soli e... diciamo
che è scattata la scintilla!- Faccio una smorfia disgustata.
-Nel
mio letto.-
-Scusa
tu puoi fare sesso nel tuo letto ed io no?-
-Che
c'entra! Che lo faccio io è un conto, il letto è mio.-
-Ma
se dormiamo insieme! Di certo non mi schifi.-
-Il
punto non è questo!-
-No,
infatti: il punto è che non hai mai conosciuto Andrea (in
teoria) e ti è già antipatico.- Risponde la mia
amica facendo un sorriso divertito -Smettila di fare il fratello
geloso.- La conversazione fortunatamente si è chiusa
lì; comunque io non
faccio il "fratello geloso"!
Dopo
aver pranzato Irene insiste per rimanere ancora e per farmi vedere quel
benedetto video; rassegnato accetto. Porta il computer in cucina e
vediamo finalmente ciò che secondo la mia amica mi potrebbe
cambiare la vita. Sullo schermo appare un ragazzo sorridente,
avvenente, nell'angolo in basso al video appare il nome "Lady
Heartbreaker"... Lady?... Mh, o-k! Noto altre cose del suo aspetto: la
pelle curata, gli occhiali dalla montatura nera, un orecchino pendente
con la stella, le sopracciglia e la barba molto curati, le labbra
perfette, alcune ciocche dei capelli scuri che cadono sugli occhi
marroni. Inizia a parlare
"Salve
Youtubers! Faccio questo video risposta per sottolineare la
veridicità di ciò affermato da Diego, il ragazzo
nel video di KawAiko. Se non l'avete ancora visto io ve l'ho linkato
qui sotto, nella descrizione, cliccate e vedete... Ma soprattutto
ascoltate! L'Italia è diventata davvero un problema per
quanto riguarda la spazzatura, ma dobbiamo ricordare che ci sono anche
le emissioni delle fabbriche, i residui tossici delle centrali nucleari
che fortunatamente qui siamo riusciti ad evitare, e molti altri
fattori, probabilmente uniche cause di una possibile fine del mondo del
duemiladodici. Ad ogni modo, oltre a far capire a Diego che condivido
la sua causa come altre persone, volevo consigliare a quel bel ragazzo
di continuare a fare video; ti esprimi bene, sai? Non hai detto cose
nuove, ma il modo in cui l'hai detto e la certezza che da parte tua non
sono solo chiacchiere mi ha fatto riflettere. Io mi lamento della
situazione in cui vivo, ma in realtà non faccio niente per
cambiare la mia posizione. Ammiro la tua schiettezza e auto-critica,
spero di rivedere la tua faccia sul tubo! Questo è tutto da
Caleb, in arte Lady Heartbreaker! Vi ricordo che potete aggiungermi su
twitter and enjoy my new facebook page!"
Il
video è corto, ma chiaro, alla fine si sente una canzone
disco mentre appaiono i collegamenti per le varie pagine, guardo la mia
amica.
-Contenta?-
-Per
la verità sì, molto!- Sorride sfacciatamente,
roteo gli occhi.
-Irene,
non mi ha fatto cambiare idea.-
-Ma
leggi i commenti! E come si fa a dire di no a Lady Heartbreaker!-
Guardo lo schermo e sussurro un "No" al ragazzo sorridente, Irene
sbuffa irritata. -Ok, va bene, rimani nel tuo piccolo mondo!- Chiude il
computer e si alza, furibonda. So che è fuori luogo, ma la
risata mi parte automaticamente.
-Aiko,
dai! Non fare l'offesa!- Si gira e mi guarda con uno sguardo che non ho
mai visto in tanti anni che la conosco, sembra davvero arrabbiata.
-Non
capisci? Sto cercando solo di sfruttare le tue doti brillanti e le tue
idee forti e giuste, ma sei un caso perso e ti lascio stare.- Lascia
stare? Irene non ha mai voluto mollare con me, per la verità
lei non molla mai in generale. La guardo in tono di scusa, tuttavia non
mi azzardo a parlare, non sapendo cosa dire e rischiando di dargliela
vinta; vedendo che da parte mia non ci sono reazioni, la mia amica se
ne va, senza salutarmi, senza fare un cenno.
Quattro ore dopo sto fissando il computer con aria
di sfida; ho chiamato (mi vergogno solo a pensarlo) mia madre per
capire come funzioni questo coso, ho attaccato la cornetta credendo di
saper fare tutto, ma non so che tasto ho cliccato e lo schermo
è diventato nero, ma la ventola continua a girare ed una
lucina lampeggia, manco mi stesse prendendo per il culo!
-Ok,
va bene, fa' pure l'offeso!- Gli dico a braccia incrociate, poi sospiro
esasperato e mi butto sulla tastiera -Ti prego! Ti scongiuro! Devo
farti funzionare per Irene!- Ancora nessuna risposta; salto in piedi e
lo guardo minacciosamente -Mamma mi ha detto di non farlo, ma io lo
farò! Sì, caro mio!- Faccio una risata malefica
-Cliccherò il tasto di accensione per spegnerti!- Clicco il
tasto incliccabile ed improvvisamente tutto ritorna alla
normalità. Guardo lo schermo con stupore, mi affretto ad
andare su internet, ma mi dice che è impossibile
connettersi. Irene ha parlato di una rete wireless, così
controllo il computerino come ha detto mia madre: c'è una X,
bene! Vuol dire che mi devo connettere. Cerco la rete e finalmente
riesco a connettermi, cerco questo famoso youtube, cerco di farmi un
account ma non posso, così mi faccio questa famosa gmail che
ha detto mamma ed ecco che sono iscritto a youtube! Ora devo solo
caricare il video... No, sono stanco, è stato troppo
difficile. Dando del defunto al mio orgoglio dato che, sprezzante del
pericolo, era andato a chiedere aiuto a mamma, chiamo mio cugino
Riccardo che accetta di venire ad aiutarmi. In un'ora il mio video
è sul mio canale di youtube. Sì, sto uccidendo i
miei princìpi per la mia migliore amica, probabilmente tutto
questo non era nemmeno necessario, ma arriva sempre nella vita di tutti
un momento in cui si farà il grande salto!
I Bla Bla
dell'Autrice»
Sono tornata; certo, oggi mi
sento uno schifo, ma ho finito questo benedetto capitolo che tenevo
fermo da tre settimane, anche se due di queste tre sono andata a mare e
forse non contano <.< ringrazio ancora Red Apples__ e
chiunque mi abbia messo tra le storie preferite, seguite etc... Ora che
ho finito il progetto che avevo iniziato spero di non scrivere in
maniera così sporadica! Un saluto e... Una recensione non
guasta nessuno, soprattutto lo scrittore ;D
× La Romance de Lune
[rating arancione
- rating rosso]
|
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Capitolo 3 *** Into a new world ***
Terzo
Capitolo
Into
a new world
One!
I'm
biting my tongue.
Two!
He's
kissing on you.
Three!
Oh,
why can't you see?!
One,
two, three, four!
Due giorni dopo Irene mi chiama e mi
invita a fare una sottospecie di brunch con lei e Andrea, annunciando
che "la sua missione per trasformarmi in un "normale" ragazzo
è quasi completata". Tutto contento (va be', un po' meno
perché c'è anche Andrea), l'ho raggiunta ad un
ristorante new age, tutto ispirato alle alte classi americane. Mi siedo
al tavolo, c'è solo Irene, mi guardo intorno e sorrido.
-Sei
da sola?-
-No,
Andrea è andato in bagno.- Non era esattamente la risposta
che volevo sentire; il sorriso muore sulle mie labbra. Incrocio le mani
sul tavolo, guardo il vuoto con aria corrucciata. Due giorni prima,
appena saputa la notizia della nuova storiella della mia amica, non ci
ho potuto pensare più di tanto dal momento che sono stato
impegnato con il suicidio del mio orgoglio, accompagnato da una veglia
funebre con birra e nachos, ma ieri ci ho pensato tutto il tempo.
Perché non me ne aveva parlato subito? Che elemento in
Andrea ha fatto risvegliare la voglia di frequentare un ragazzo a
quella anti-amore di Irene? Posso davvero dire di sapere tutto sulla
mia migliore amica?
Risposta
per la domanda numero uno: è vero, erano passati appena tre
giorni, in più non era obbligata, mi aveva parlato prima di
una cretinata come il video e poi di questo ragazzo, poteva anche
essere che in fondo questo tipo non fosse così importante da
suscitare in lei un bisogno di parlarmene. Eppure mi sentivo un
babaleo. Sì, proprio un babaleo. Mi sentivo preso in giro da
quel tale, tanto che come prima frase per il nostro primo incontro ho
immaginato qualcosa ad affetto, stile "Hey- pausa drammatica -amico.-
simulazione di sputo a terra in stile western -Lo sai che quella a cui
stai succhiando le labbra è la mia migliore amica?- sguardo
assassino -Giù le mani, vecchio mio." Questo discorso, con
tanto di azioni, è stato cambiato più volte nella
mia testa, con aggiunte, tagli, scene di sangue peggio di un film di
Tarantino, suspense e colpi di scena. Tutto ciò è
durato parecchi minuti e non mi soffermo; comunque poteva anche essere
che lei volesse tenere nascosto il nuovo amichetto coccole e baci,
forse è brutto, o gli manca un dito del piede, o forse
è più peloso di un orso, ma non ha capelli... Mah.
Risposta
alla domanda numero due: non ne ho la più pallida idea; dopo
l'ultima visione dell'orso Yoghi pelato i miei pensieri hanno iniziato
a prendere una piega tutta loro, ma credo che la conclusione fosse
semplice. Un bel niente, ecco cosa! E poi chi me lo dice che Irene lo
stia proprio frequentando: come ha avuto il suo periodo da etero
curiosa, ora avrà un periodo da orsa curiosa. (Suono dei
grilli... <.<)
Risposta
alla domanda numero tre: solo ieri, in tanti anni, mi sono reso conto
che Irene parla tanto di quello che le accade, ma non dice mai
ciò che prova. Racconta il fatto, spesso marcando e
rimarcando certe parti di esso, ma fa trapelare solo rabbia quando
c'è, il resto è un mistero. L'ho vista piangere
tre volte in tutta la nostra amicizia, e una di queste non conta
perché era colpa della cipolla. Che amico pessimo sono!
Sarò
stato a pensare a ieri per buoni cinque minuti, sono stato immerso nel
silenzio, gli occhi scorrevano qua e là, la mia testa era in
un altro posto rispetto al mio corpo; non so bene dove fosse, ma
sicuramente nella parte opposta del suo compagno, perché
quando sento Irene che mi richiama sulla terra, il riavvicinamento
delle due parti avviene così bruscamente che ho un capogiro.
Noto che si è alzata, che mi sta guardando con un sorriso
radioso, che nasconde nervosismo; mi alzo anche io a mia volta e noto
un ragazzo alto (più alto di me), con la pelle olivastra e
leggermente abbronzata, gli occhi color ambra e i capelli corvini.
Indossa jeans aderenti, neri, converse nere e rovinate, camicia a
quadri rossa e nera, aperta così da scoprire una maglia a
giro maniche nera, le maniche della camicia sono tirate fino
all'avambraccio. L'abbigliamento delinea la linea snella, ma non
asciutta; una sola occhiata e già non mi ispira
granché simpatia.
-Diego,
per la seconda volta, lui è Andrea.- Mi porge la mano con un
sorriso che se lo guardi troppo a lungo ti abbaglia, ricambio la
stretta cercando di essere altrettanto amichevole. Ci sediamo tutti
insieme.
-Bel
posticino- dice Andrea guardandosi intorno.
-Già-
rispondo, facendo un sorriso a denti stretti. Prendiamo degli
aperitivi, ordiniamo un antipasto formato da insalata mista con frutta
secca e kiwi sminuzzato.
-Diego
ha aperto da poco un canale youtube!- Informa Irene, tutta gasata.
-Ah,
credevo che odiassi questo tipo di cose- mi stuzzica Andrea,
aggiungendo un sorriso sbilenco.
-Sì,
ma sentivo di aver combinato un guaio con Aiko, mi sembrava l'unica
soluzione per rimediare. Sai, per lei farei di tutto; se non sei
disposto a dare il meglio per lei non sei nemmeno degno di sederle
vicino.- La risata di Andrea contrasta perfettamente con la mia faccia,
forse eccessivamente seria.
-Hai
perfettamente ragione, Irene mi ha letteralmente stregato!- Si danno un
bacio, proprio davanti alla mia faccia, roteo gli occhi e mi appoggio
allo schienale della sedia. Quando quell'essere inizia a morderle le
labbra, mi schiarisco la voce per far capire che sono ancora
lì. Si dividono, entrambi con un sorriso irritante sulle
labbra.
-Irene
mi ha detto che frequenti l'Università e che ti stai
specializzando in cultura orientale- dico, non nascondendo un'aria
scocciata.
-Sì,
ho intensione di trasferirmi in Giappone al più presto.-
-In
Giappone? Non lo sapevo!- Esclama la mia amica, guardando il ragazzo
sorpresa. Mah, sai quant'è! Non la vedo 'sta grande cosa!
Incrocio le braccia.
-Io
e Irene stiamo pianificando il nostro trasferimento ad Osaka da quando
eravamo piccoli- Andrea guarda la ragazza.
-Voi
due?- Annuisco e rispondo io.
-Già,
noi due. Appena avremo una pausa dall'Università andremo a
vedere l'Irlanda, penso che la prima tappa sarà Dublino, poi
quando finiremo i nostri studi ce ne andremo.-
-Irlanda?-
Aiko mi guarda in tono di disappunto.
-Sì,
ma è solo una cosa così, anzi se vuoi puoi
venire!- Sgrano gli occhi e scuoto la testa energicamente.
-Wow,
grazie! Così mentre mi concentro su Giapponese, non mi
arrugginirò con l'inglese!-
-Io
invece non credo sia una buona idea, insomma viaggiamo sempre soli...-
-Proprio
per questo dovremmo provare a viaggiare anche in compagnia- mi
interrompe la mia amica, Andrea ci guarda in tono serio.
-Non
voglio causare disturbo, se vi dà fastidio...-
-Sì-
-No- Io e la mia amica rispondiamo all'unisono, due risposte diverse e
contrastanti, il ragazzo ride sarcastico. La nostra ordinazione arriva,
l'insalata profuma di fresco e l'odore della frutta secca è
un buon contrasto, ma tra me e Irene piomba il silenzio, non ci
guardiamo nemmeno più in faccia. Mangiamo conversando poco e
solo grazie ad Andrea, che fa apprezzamenti sul cibo e parla di una
festa nella sua villa... Festa nella sua villa? Mi sta per caso
invitando?
-...
Quindi, se ti va, basta che tu me lo dici e ti aggiungerò
alla lista.- Lo guardo sbalordito, quasi come se non capissi le sue
parole. Dice qualcos'altro, ma non lo ascolto, gli sto guardando
attentamente la bocca e noto un piercing sulla lingua e uno che,
chissà come, mi era sfuggito al lato destro della bocca,
sotto al labbro.
-Diego?-
Mi chiama Irene; guardo prima uno, poi l'altra.
-Cosa?-
-La
festa... Ci vuoi venire?- Ripete Andrea, prima scuoto la testa, poi
annuisco.
-No,
sì... cioè, insomma, va bene- alla fine accetto.
Perché ho accettato? Pensare di rivedere quel tipo mi
dà la nausea, riconosco gli sguardi che manda ad Irene,
sono... sono... cattivi, ecco! Di una malizia che può essere
scambiata per desiderio sessuale, ma che in realtà
è cattiveria pura. All'apparenza è intelligente,
brillante, carismatico, divertente, affascinante, ma io so, so!, che
sotto sotto è un maiale sporco approfittatore! Devo solo
trovare le prove, tutto qui.
-Bene!
Spero di sfruttare quest'altra occasione per cercare di avere la tua
fiducia! So quanto importi della tua opinione ad Irene, non per niente
siete cresciuti insieme, quindi sono disposto a fare di tutto per
piacerti e per farti capire che, anche se la conosco da poco, ci tengo
a lei e non voglio che soffra. Ovviamente, ne abbiamo già
parlato, è un rapporto che non durerà, per ora ci
troviamo bene insieme, ma lei mi ricorda sempre che potrebbe cambiare
idea da un momento all'altro e piantarmi così, come
è entrata uscirà!- Irene ride.
-Sembra
quasi che io sia una stronza!-
-No,
che c'entra. Sei uno spirito libero e lo ammiro molto!- continua,
rivolgendosi a me -In ogni caso, se ti infastidisco in qualche modo, o
se ti infastidisce anche solo la mia presenza, sei libero di dirmelo e
io cercherò di non entrare nel vostro rapporto.-
Sì, belle parole, ma non me la racconti giusta Andrea dal
fisico perfetto e dal sorriso sfavillante!
-Certo!-
Rispondo, poco convinto. Il brunch continua, Irene, dopo il discorso di
Andrea, ricomincia a parlarmi. Sembra felice e questo mi fa riflettere.
Non dovrei essere così duro con questa sotto-specie di
nativo americano dalle spalle larghe, se rende la mia piccola Aiko
tanto felice, allora forse non è una minaccia... Ma d'altra
parte... Ecco qual è il suo piano! Insinuarsi tra i nostri
due cuori, per poi pugnalarci dall'interno! Perché se Irene
soffre, soffro anche io. Mh, forse è vero, ogni
tanto dovrei staccare il cervello.
Il brunch finisce troppo tardi per i miei gusti; mi ha lasciato pure un
amaro in bocca: non ho trovato nemmeno un difetto su Andrea. Paghiamo
alla romana, li saluto, ma prima di andarmene Irene mi chiama in
disparte.
-Ti
ho odiato profondamente, sappilo.- Sbatto le palpebre, schiocco la
lingua e arriccio la bocca.
-Cosa
avrei fatto, sentiamo.- Irene rotea gli occhi e sbuffa irritata.
-Non
mi sei stato di aiuto! Riuscivi solo mettere tensione ed imbarazzo, non
so se paragonarti ad un fratello geloso o ad un marito paranoico e
isterico!- Sgrano gli occhi e dischiudo le labbra.
-Come
scusa?-
-Dillo
che non è vero! Dillo che non sei stato tutto il tempo a
cercare qualche difetto, ma ora rispondimi sinceramente: ne hai
trovati?-
-Irene...-
-No,
Diego, rispondimi, ne hai trovati per caso? Anche solo uno, ma
così importante da rendere il rapporto tra me e Andrea una
catastrofe.- Le mie spalle si abbassano, l'atteggiamento pomposo
svanisce, ma quello che esce dalle mie labbra non si accorda con questi
elementi.
-Nasconde
qualcosa, si vede. Tu non riesci a vederlo perché noti solo
il suo corpo tonico e il sorriso sbiancato! Sì, sono sicuro
che non è naturale: troppo perfetto, troppo amichevole, mai
ironico!-
-Non
sono tutti rancorosi e perfidi come te nel profondo, sai!- Irene si
gira, Andrea la sta aspettando con le mani nelle tasche, molto
educatamente fa finta di non essere interessato a ciò che ci
stiamo dicendo e si tiene a debita distanza, per non ascoltare. -Devo
andare. Ah, Diego... Cresci un po'.- Raggiunge il ragazzo con il
sorriso più bello che io le abbia mai visto sul suo volto
ovale e un po' pallido, si attacca al suo braccio, gli prende la mano e
va via senza nemmeno voltarsi. Quello che si volta invece è
Andrea che, inaspettatamente, mi lancia un'occhiata sincera di scuse.
Li guardo perplesso, confuso e un tantino irritato. Io dovrei crescere?
E lei allora? Calcio una pietra e torno a casa, tra due settimane ho
l'ultimo esame di quest'anno, poi potrò stare almeno un
mesetto senza prendere libro e forse riuscirò a partire con
la mia migliore amica, spero da solo.
Qualche giorno dopo, stanco di studiare per l'esame, decido di fare un
altro video in cui parlo dell'importanza che ha assunto l'essere ricchi
e quest'assurda associazione di costoso uguale bello e funzionale, non
solo nell'ambito stilistico, del vestiario, ma anche nell'ambiente
tecnologico. L'altro video ha guadagnato un bel po' di visualizzazioni,
anche perché, prima che io e Irene iniziassimo a non
parlarci più, lei mi aveva fatto tanta pubblicità
da stare male e ora anche il mio canale inizia a pullulare di iscritti,
tra cui quel famoso Lady Heartbreaker. Posto il video e poi vado ad
ordinare messicano. Anche questo video, come l'altro, è
stato filmato grazie alla web cam del computer perché Yamato
è nelle mani di Irene. Sto sbagliando tutto con lei
ultimamente, tuttavia sapeva bene che avrei voluto pranzare solo ed
esclusivamente con lei l'altro giorno. Decido di non ordinare
più, poso il telefono in tasca ed esco a fare una
passeggiata. L'aria è ferma, ma non soffocante, si vede che
l'estate deve ancora arrivare e mi fa bene stare un po' all'aperto.
Senza pensarci prendo il telefono e chiamo Alberto, gli chiedo se si
vuole fare una birra con me, accetta e ci diamo appuntamento ad un bar.
Quando arriva ha l'aria allegra, mi strappa un sorriso. Conosco Alberto
tramite Carmine e Cinzia, la quale è la sua ragazza da tre
anni, mentre gioca con Carmine a basket; conosco Carmine e Cinzia dalle
superiori, sono cugini, nessuno dei due era in classe con me, ma
partecipavamo tutti e tre attivamente alle riunioni del comitato
studentesco. Cinzia ha conosciuto Alberto ad una partita di basket,
sono stati amici per un po', ma fin dall'inizio si sapeva che erano
destinati a stare insieme. Io sono contento, mi trovo bene con lui e da
quando Federico, mio amico di vecchia data, l'unico che per me venisse
prima di Irene, si è trasferito in Spagna è
l'unico su cui posso contare per uno sfogo. Non che Carmine non sia un
amico!, ma su certe cose non ci troviamo, mentre con Alberto
sì. Non so se sia per il fatto che ha qualche anno
più di me o per altro. Tu parli, lui ti ascolta e alla fine
sa dire sempre la cosa giusta, ma quando chiedi di lui non spiccica
consonante né vocale, si limita a ridere e a dire che la sua
vita è troppo un casino per coinvolgere altra gente. Si
siede vicino a me e mi mette una mano sulla spalla.
-Stressato
per l'esame?- Gli porgo la birra fresca, bevo un sorso e schiocco le
labbra.
-Già;
e si è aggiunto Andrea ai miei problemi.- L'altro aggrotta
le sopracciglia e ferma la bottiglia a mezz'aria.
-Il
nuovo ragazzo di Irene?- Annuisco, lui scuote la testa e ride
sarcastico -Hai fatto la parte del geloso, come al solito. Ti voglio
ricordare che questo è uno dei motivi per cui la tua cara
amica non ti vuole mai far conoscere nessuno.- Lo guardo con cipiglio
sdegnato, apro la bocca e mi tengo pronto per rispondergli, ma lui
scuote nuovamente la testa mentre ingoia a labbra strette un sorso di
birra. -Riconoscilo, Diego, non è la prima volta che fai
così.- Insomma, sono abituato a fare il terzo grado ad ogni
nuova conquista di Irene, maschio o femmina, amico o amante che sia.
-Non
lo faccio per gelosia, ma per proteggerla.-
-Ok,
magari è così, ma io ho conosciuto Andrea, sono
sicuro che hai cercato in tutti i modi un difetto, ma non ci sei
riuscito.- Perché questa cosa me la dicono tutti? Alzo le
spalle, rassegnato.
-Sì...-
bisbiglio. Alberto tocca la mia bottiglia con la sua e mi sorride
rassicurante.
-Sappiamo
tutti che le vuoi bene, ma non è di tua
proprietà. Ha perso troppo tempo a presso a te.- Ovviamente
si riferisce a quel periodo in cui abbiamo provato a stare insieme, ma
non ha funzionato; ci vedevamo come fratelli ed è stato un
disastro, sinceramente è stato difficile superarlo da
entrambe le parti. Dopo la nostra amicizia si è talmente
consolidata da renderci inseparabili, ma forse io sto seriamente
esagerando. Irene ha ragione, sono paranoico. Ringrazio mentalmente
Alberto, beviamo ancora un po' poi le strade si separano. Passare
questa seratina con lui mi ha fatto venir voglia di andare da Federico,
ma ora non è il caso. Gli mando un messaggio un po'
malinconico a cui lui mi risponde che ci vedremo presto. Con Irene che
non mi parla più e Federico in Spagna da ormai un anno mi
sento per la prima volta solo.
I bla bla dell'Autrice»
Ovviamente vado di fretta (e
quando mai .-.), sono felice di vedere un certo interessamento, ma sei
ancora più felice se leggessi qualche recensione... no eh?
Va be', ci ho provato =/ Anche io ultimamente mi sento sola, anche a me
manca una persona che era mia amica e con cui sono stata insieme per un
po', ma a differenza dei nostri Diego ed Irene è andata male
-.-" Un bacio, alla prossima! Sperando di sentire qualche vostro parere
u.u
|
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Capitolo 4 *** Just for fun! ***
Quarto Capitolo
Just for fun!
La mattina
dell'esame sono così a terra da non riuscire nemmeno ad
alzarmi dal letto. I
miei genitori, preoccupati per tutte le chiamate che ho liberamente
evitato,
hanno iniziato a credere che fossi morto, infatti due giorni fa hanno
cercato
di sfondare la porta di casa; ho aperto, sconvolto.
-Amore,
che faccia scavata, stai mangiando?
E...- mi ha annusato -Puzzi maledettamente!-
-Ciao
anche a te, mamma.-
-Diego,
ti sembra il modo di stare questo!-
Papà era in giacca e cravatta, gemelli d'oro, abito di seta,
fede d'oro bianco
brillante sull'anulare sinistro. Mi ha guardato dal basso verso l'alto,
ha
iniziato a strattonare i boxer larghi della Marvel, a toccare con
disprezzo la
maglia bianca a mezze maniche di
cotone.
-Credevamo
che ci fossi rimasto secco!-
-Grazie
per la tua schiettezza, mamma. Ora
potete anche andare via dato che avete visto che sto bene, devo
ricominciare a
studiare.- Li ho spinti fuori e ho chiuso la porta, per un po' hanno
continuato
a bussare, poi ho sentito il vocione di papà.
-Riguardati,
ragazzo.-
Ed
ora, nel mio comodo letto, mi sto chiedendo che ci vado a fare a dare
quello
stupido esame, tanto anche se studio rimarrò un perdente.
Anziché andare
all'Università stamattina potrei andare al cinema; proprio
ieri, con il pollo
fritto, mi hanno portato una locandina del cinema, sono usciti parecchi
film
interessanti. La porta si apre di colpo, ho uno spasmo, ma non mi alzo.
Quando
sento le coperte abbandonare il mio corpo apro a stento un occhio.
-Chiunque
tu sia lasciami morire nel letto.-
-Idiota
stupido imbecille, alzati!- Irene
Scatto sull'attenti e guardo gli occhi pungenti e terribilmente scuri
della mia
migliore amica. Mi toglie la maglia e la butta sul letto, mi trascina
nel bagno
e apre la doccia -Ascolta e ascolta attentamente: tu ora ti farai la
doccia,
farai colazione, ti laverai i denti, prenderai la metropolitana e
andrai
all'Università. Tutto ciò lo farai senza urlare,
protestare o fiatare.
Esattamente, non voglio sentirti nemmeno respirare o ansimare. Adesso
chiuderò
la porta e tu farai quello che devi fare, la aprirò tra
quindici minuti giusti
e spero per te che sarai pulito, profumato e coperto da accappatoio. Io
vado a
prepararti latte e cereali e un caffè forte. Schnell!- Obbedisco senza neanche
avere
il coraggio di fare delle domande a me stesso. In dieci minuti mi
faccio la
doccia, metto l'accappatoio e esco dal bagno prima che la versione
pazza di
Irene mi venga a prendere. In cucina la mia amica ha preparato una
colazione
invitate, i cereali al miele annegano deliziosamente nel latte freddo.
Mentre
mangio provo a parlarle, ma ogni mio tentativo viene frenato in
principio da
lei. Ed eccomi che dalla comodità del letto sono passato
alla freddezza e
durezza delle sedie di legno dell'Università. Sono
fortunato, ho beccato
l'assistente, l'esame va sorprendentemente bene, si conclude con un
ventinove
che il mio professore decide di passare a trenta. Ovviamente sono
contento, ma
ho paura di non ritrovare Aiko al mio ritorno; vorrei chiarire,
parlarle,
prometterle di cambiare, dirle che mi farò piacere Andrea se
proprio ci tiene.
Ritorno a casa stremato dal caldo, ma contento per l'esito dell'esame e
speranzoso. Apro la porta, mi incammino esitante verso la cucina. Trovo
sul
tavolo il pranzo (un piatto di pasta all'insalata) ed un biglietto,
riconosco
subito la grafia
Se vuoi chiarire
vieni domani alla
festa di Andrea, ti ho lasciato l'indirizzo scritto
sul blocchetto in camera tua. Non ti
preoccupare, ti ha messo sulla lista, non
è un
suo stratagemma per sabotarti.
P.S. Ringrazia
Andrea, altrimenti a
quest'ora eri nel letto a marcire. Sono seria.
Confuso,
ma ancora più contento, vado in camera e, vicino al
computer, trovo
l'indirizzo. Ci penso su, accendo il computer. Trovo un messaggio
privato su
youtube, vado a leggerlo e con stupore vedo che è di Lady
Heartbreaker. Mi
chiede di prestarmi ad un trucco ispirato a Twilight, sottolineando che
odia
quella saga ma che deve essere divertente truccare da vampiro e mi
chiede se va
bene dopodomani pomeriggio. Divertente? Sì,
perché no! Non sono sempre un tipo
noioso. Gli rispondo che va bene. Certo che sono matti questi tipi di
youtube!
Il
giorno dopo mi presento a questa
fantomatica villa con una camicia tra il beige chiaro ed il giallo
pallido,
pantaloni bianchi e mocassini in eco-pelle beige. Ci ho perso trenta
minuti
allo specchio, ma i miei capelli neri e ricci non ne hanno voluto
sapere di
stare al loro posto. La villa è una cosa gigantesca. Un
percorso di ghiaia
abbastanza grande da far entrare un SUV è attorniato da
alberi di agrumi e
fiori colorati, a sinistra si intravede uno stagno. Al cancello mi
chiedono il
nome, mi fanno entrare quando si assicurano che il “signorino
Andrea” mi abbia
messo nella lista. Percorro la strada di ghiaia, noto un bar vicino
allo stagno
con qualche tavolo e delle sedie, degli sgabelli al bancone. D'avanti a
me si
materializzano delle scale che portano ad una tavernetta, a destra
c'è un
parcheggio, a sinistra la piscina. Già c'è il
vociare delle persone, qualcuna
ha già un drink in mano; appena vedo Andrea mi sento un
pezzente: ha un
completo camicia azzurra, pantalone blu che sembra fatto per lui. La
camicia è
leggermente aperta sul petto, scoprendo la pelle glabra e un po' di
pettorali.
Mi saluta con un cenno della mano, un orecchino blu elettrico brilla,
ma non
quanto il suo sorriso. Lo raggiungo con le mani in tasca, cerco di
ripetermi di
essere positivo.
-L'avevo
detto ad Irene che saresti venuto!-
Inaspettatamente mi abbraccia, sorrido imbarazzato ed irritato.
-Dov'è?-
-Dentro,
sta prendendo degli stuzzichini.-
-Già
so chi porta i pantaloni tra i due-
Andrea ride. Vedo Irene scendere le scale, parla e ride con qualcuno al
suo
fianco che riconosco essere Cinzia. La mia amica indossa un vestito
rosso a
giro maniche e collo alto, lungo fino a metà coscia, di
cotone leggero e un po'
trasparente. Una collana le arriva al centro del petto ed ha come
ciondolo la
sagoma di un gatto di color bianco metallizzato.
-Oh,
sei venuto- mi dice, ma la sua voce è
quasi delusa e molto piatta.
-Già-
rispondo con un sorriso amichevole.
-Io
vi lascio da soli- Andrea si dilegua. Ci
guardiamo, Irene continua a tenere alto il suo muro di
ostilità, pare quasi che
voglia scrutarmi l'anima con i suoi occhi fissi su di me, alla ricerca
di un piccolo
squarcio per trovare il marcio tra le mie intenzioni. Io, dal mio
canto, riesco
solo a sorridere in maniera educata, sapete uno di quei sorrisi di
circostanza.
Mi spingo fin dall'inizio a rompere il silenzio, eppure è
lei a parlare per
prima.
-Andrea
aveva ragione, sei venuto. Bene,
bravo, dovrei farti un applauso e darti uno snack, credo.- Non so che
risponderle; lei è fin troppo indulgente, ma sono io il
geloso, sono io che mi
sono ritratto dal ruolo di amico e ho ricominciato a fare quello di
amante.
-Io
penso che- continua -se non hai niente da
dire, allora o te ne vai o non mi stai d'avanti come un pesce lesso.-
-Scusa.-
La parola mi è sfuggita di bocca, mi
rendo conto che i denti la trattenevano, come fanno le gabbie delle
celle con i
prigionieri, ma lei è ugualmente evasa. Il volto di Irene ha
un secondo di
gratitudine, come se nel profondo quella parola possa risolvere tutto,
ma
appunto è un misero secondo. Altrettanto misero quanto
importante, ma pur
sempre un secondo. Ritorna l'espressione indulgente e mi sento senza
scampo.
-Non
pensavo di comportarmi da persona gelosa,
né tanto meno credevo di invidiare il tuo nuovo ragazzo-
ricomincio, anche se
nutro poca speranza. -Non mi piaci più come una volta, ormai
l'abbiamo
superata, ma non so ancora accettare il fatto che tu possa trovare
qualcuno di
speciale che non sia io.- Pensavo di star sviluppando male il discorso
ed il
sorriso della mia amica è un bel colpo di scena.
-Non
ce l'ho mai avuta realmente con te, ma è
sempre meglio ammettere certe cose.- Apre le braccia e mi stringe in un
abbraccio. Ho sempre adorato i suoi abbracci: sentire il suo cuore
battere con
il mio, percepire lievemente quel profumo di aloe, farsi solleticare
dai suoi
capelli; io non so abbracciare, odio farlo, mi sento sempre un idiota
impacciato, ma con lei è diverso. Delle volte vorrei davvero
che la nostra
storia fosse andata bene. È una fortuna che siamo rimasti
amici, di solito è
impossibile, ma spesso è una pugnalata al cuore saperla con
un altro o non
poterla baciare quando stiamo insieme. Stiamo così per un
po', Andrea spunta
per rovinare tutto.
-Sapevo
che avreste fatto pace!-
-È
anche e soprattutto merito tuo!- Irene va a
baciarlo, mi guarda, forse aspettando anche un mio grazie, che
però non arriva.
-Be',
prego, ma i grandi amici non possono
stare separati, giusto?- Faccio cenno di sì, poco convinto
-Sei un bravo
ragazzo.- Non ci credo che me l'ha detto sul serio! È come
se mi stesse perdonando
per una mia colpa e non mi va giù. Una cosa è che
lo ammetto io, una cosa è che
lo ammette Irene, ma lui... No, lui non può! Ricomincio a
fare il vecchio
sorriso di circostanza e mi congedo, usando la scusa del drink. Volevo
parlare
ad Aiko di Lady Heartbreaker, ma quel tale mi ha fatto passare la
voglia. Al
buffet trovo Cinzia e Carmine, li saluto sollevato: almeno ho una
possibilità
di non stare con Irene ed il suo “boyfriend”.
-Sei
arrivato da poco?- Annuisco al ragazzo.
-Non
trovi che Irene sia stupenda con quel
vestito?- Guardo Cinzia con cipiglio sorpreso.
-Si,
credo.- In effetti Irene è stupenda oggi,
ha il trucco molto curato, sembra che gliel'abbia fatto un'esperta, ed
è più
radiosa del solito. E profuma, profuma di buono, di un profumo che non
le avevo
mai sentito addosso.
-Ehi,
ma tu non avevi un esame in questa
settimana?-
-Sì,
Cinzia, ieri-
-Com'è
andato?-
-Trenta.-
-Dovremmo
festeggiare!-
-Sai,
Carmine, dopo l'ultima volta questa
volta passo- gli faccio un sorriso. Mi guardo intorno, mi accordo di
avare sete
e noto anche di non aver ancora preso da bere. Mi verso un po' di vodka
alla
fragola e l'allungo con Red Bull. C'è davvero tanta gente,
ma solo un terzo
(per non dire un quinto) di loro ha l'aria minimamente simpatica. La
villa, al
contrario, è magnifica. Profuma di soldi, cloro ed estati
indimenticabili, ma
anche di vecchio, di ricordi salati, di calore familiare, di
povertà. È un
vortice di elementi diversi ed è stranamente incantevole.
Bevo e abbandono
Cinzia e Carmine per fare un giro. Entro in casa, il tavolo del buffet
anche
qui è pieno di bevande fredde e stuzzichini sfiziosi; di
soppiatto vado
nell'altra stana, dove trovo un ampio salone ed una porta infondo,
semi-chiusa.
Mi avvicino con circospezione, apro la porta e ciò che vedo
è pazzesco. Libri.
Tre pani collegati da scale di legno bruno ospitano decine di libri
avvolti di
un alone di vecchio e nuovo. A bocca aperta guardo il lungo lampadario
che
passa fra i due soppalchi, arrivando in alto sulla mia testa, infondo
si
intravede un balcone coperto da pesanti tende blu notte; almeno cinque,
sei
lampade a muro percorrono il perimetro di ognuno dei tra piani, la luce
ora
viene opaca dai paralumi a conchiglia, sfumati di bianco ed arancio.
Trovo
l'interruttore e la stanza si illumina sfoggiando la sua bellezza,
appena
percepibile nella penombra. Osservo quell'enorme biblioteca ancora un
po', poi
spengo la luce per paura di essere scoperto. Vicino al balcone
c'è uno
scrittoio con una macchina da scrivere d'epoca, mi avvicino ad essa,
percorrendo timoroso la stanza, e la tocco quasi con la paura che
scatti un
allarme o qualcosa di simile. Sento un rumore alle mie spalle ed
improvvisamente i denti di un segugio serrati alla mia caviglia
diventano
qualcosa di tangibile.
-Non
si dovrebbe curiosare in casa d'altri.-
Capisco subito che non è Andrea: questo tono di voce
è più delicato, allegro,
meno profondo e con un accento marcato, qualcosa che mi ricorda una
certa
cadenza sarda. Mi giro a rallentatore e la persona che vedo ha un che
di
familiare.
-Stavo
solo...- incomincio, impacciato -Ho
visto la porta aperta e...- ho sorriso, al limite dell'imbarazzo -Bella
casa.-
L'altro annuisce con espressione seria, ma beffarda.
-Sì,
ma dovrei dire ai proprietari di cambiare
il colore del bagno. Quel giallo canarino proprio non è
adatto!- La mia aria
gli scatena una risata fragorosa, che soffoca o almeno tenta di frenare
portando
la mano vicino alla bocca, l'indice leggermente appoggiato tra il
labbro
superiore ed il naso.
-Chi
sei?- Chiedo, rosso in viso.
-Sicuramente
non il proprietario, sta'
tranquillo!- Il suo tono di scherno è stranamente dolce. Si
avvicina e mi porge
la mano -Caleb.- Una lampadina si accende così di scatto che
sussulto.
-Lady
Heartbreaker!? Io sono Diego!-
-Ah,
ecco! Dicevo che c'era qualcosa di
familiare!- Accetto la stretta di mano; inizio a guardare la porta con
ansia
crescente. Il ragazzo mi sorride (ora riconosco il sorriso che avevo
ammirato
dallo schermo del computer), mi prende per mano e mi porta fuori; mi
intima di
fare silenzio portandosi un dito alla bocca, invece di tornare nella
sala
principale va a destra e passa per un portoncino a due ante, che sbocca
su un
disimpegno. D'avanti a noi c'è un altro portoncino, a
sinistra uno specchio ed
un mobile di legno lucido, a destra delle rampe di scale. Sale da
quella parte,
provo a chiedergli una sola volta dove stiamo andando e lui mi blocca
mettendomi una mano sulla bocca. Superiamo una porta chiusa e arriviamo
ad
un'altra. La apre delicatamente. Mi ha portato in una mansarda, fornita
di
cucina, balconata e una scala traballante che porta ad un soppalco. Il
posto è
leggermente polveroso, Caleb apre le ante che portano fuori alla
balconata.
-Lo
spettacolo di sera è ancora più bello, si
vedono le stelle e la piscina illuminata.- Ora invece si vedono le
teste delle
persone e si sente musica lounge ed un brusio sommesso di chiacchiere
educate.
-Come
fai a conoscere a memoria questa casa?-
Alza le spalle.
-Sono
venuto ieri per fare le prove per il
make up della ragazza di Andrea e mi sono fatto qualche giretto. Ah, ma
tu la
conosci!-
-Sì,
Irene.-
-KawAiko
è una ragazza straordinaria! Fa delle
riprese e dei montaggi quasi da professionista e i suoi vlog sono
sempre
divertentissimi.-
-Già.-
Mi metto la mano libera dal bicchiere
in tasca, la vedo tra le persone, abbracciata ad Andrea.
-Sai,
credevo che voi steste insieme- scuoto
la testa con vigore.
-No,
siamo solo amici.-
-Be',
meglio così!- Prendo la frase come una
battuta perché il ragazzo sorride radiosamente -Sono davvero
contento che hai
accettato per domani!-
-Anche
io lo sono! Staccare un po' dallo
studio mi farà bene!-
-Concordo.-
Schiocca la lingua e si schiarisce
la voce -Forse dovrei andare a prendere qualcosa da bere.- Gli porgo il
mio
bicchiere, che accetta con un sorpresa e gratitudine.
-Come
ti è sembrato Andrea?- Chiedo,
indagatore.
-Un
bravo ragazzo, vuole seriamente bene alla
tua amica, educato, composto, ma non noioso.- Tutti ne parlano bene, mi
sa che
andando avanti in questo modo le mie convinzioni andranno scemando.
-Provi
qualcosa per lei, non è vero?- Sospiro.
-Non
propriamente. Dice un mio amico che sono
possessivo nei suoi confronti- il ragazzo annuisce.
-È
una bella ragazza ed è simpatica nonché
brillante, difficile non provare affetto per lei.-
-Già.-
Lo conosco da dieci, massimo quindici
minuti, e ha già capito tutto di me. Decidiamo di tornare
alla festa, l'aria
fuori è più calda, più opprimente, il
fresco dei muri e delle stanze ampie è
sparito. Caleb si dimostra essere un ottimo ascoltatore ed oratore, la
preoccupazione mi è completamente passata, ora sono a mio
agio e rilassato. Se
proprio voglio dirla tutta non vedo quasi l'ora di passare la giornata
a casa
sua. Mentre parlo con il ragazzo Irene si avvicina e mi prende in
disparte.
-Ho
visto che hai fatto amicizia!- Scrollo le
spalle -Senti, non serve a niente evitarmi.-
-Non
ti stavo evitando- e sono sincero! Magari
all'inizio era così, ma ora mi sto veramente divertendo.
L'altra sbuffa, io
alzo il sopracciglio.
-Stai
sempre a negare, vero?-
-Ti
assicuro che non ti sto evitando! Mi trovo
bene con Caleb, ah e tu non sai della collaborazione.-
-Cioè?-
-Caleb
in veste di Lady Heartbreaker vuole
usarmi per fare un trucco in stile Twilight saga.-
-Ah,
carino...- mi fa un sorriso di scuse
-Vado da Andrea, complimenti per il trenta!-
-Avete
qualche problema ultimamente?- Mi
chiede il ragazzo appena mi vede ritornare; alzo le spalle.
-Ho
qualche problema ad accettare il suo nuovo
amico, tutto qui.- Annuisce, comprensivo.
-Non
appena la festa finisce, io e Caleb
decidiamo di scambiarci i numeri, dandoci appuntamento per il giorno
dopo.
Saluto Andrea ed Irene rapidamente, promettendo a quest'ultima che mi
farò
sentire. Tornato alla tranquillità di casa mia decido di
leggere un buon libro,
chiamo mia madre per confermare la cena di domenica. Stanco, vado a
dormire
senza mangiare. Sono sicuro che passerò una nottata
tranquilla.
I bla bla
dell'Autrice»
Bene bene, un nuovo
capitolo, un nuovo personaggio. Sono
ancora delusa per il numero di recensioni (uno -.-) ad
ogni modo sono contenta di vedere che le letture vanno e lo stesso
anche chi mi segue! ^_^ Thank you guys! Il prossimo capitolo
è il mio preferito, ma è lungo sette pagine fitte
di word quindi credo che lo dividerò. Vado a giocare ad un
escape game e poi a studiare .-. A presto!
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