Solo per un'ora

di Speechless Melody
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yamato ***
Capitolo 2: *** Lady Heartbreaker ***
Capitolo 3: *** Into a new world ***
Capitolo 4: *** Just for fun! ***



Capitolo 1
*** Yamato ***


Solo per un'ora.


Capitolo Primo.

Yamato



    Presto ho imparato che i social network, lo streaming e youtube sono i nuovi interessi del ventunesimo secolo. Gli adolescenti come gli adulti passano tra il 70 e il 75% della propria giornata a rendersi il culo quadrato e le gambe doloranti davanti ad uno schermo, rovinandosi tra l'altro la vista. I rapporti interpersonali da: "Ci vediamo al solito caffè!" e "Ti invio una lettera." sono passati a "Ora attacco la webcam." e "Ti invio un'email." Per non parlare di come è cambia il lavoro: internet è la risposta se la domanda è: come faccio a non scomodarmi mai e rimanere a casa tutto il giorno?
Insomma, sì, odio internet, odio facebook, ma soprattutto odio twitter, odio lo streaming perché non ti fa più godere i film e i telefilm, odio youtube perché è più che altro un mezzo per renderti popolare senza che tu faccia niente, odio non parlare con le persona face to face; odio profondamente le nuove generazioni che sono state rese ancora più superficiali dalle nuove tecnologie. C'era già la televisione a rovinarle! Già quella macchina infernale dapprima in bianco e nero e dopo a colori ha da sempre adulato schifosamente e meschinamente il consumismo, ora non ci bastava solo Lei, la TV, ma anche tutta quell'altra bella merda.
Dopo tutta questa paternale, vi immaginerete un uomo sui sessanta, capelli brizzolati, barba bianca e occhialetti inforcati ad un naso aquilino, grosso, con le narici dilatate e piene di peli bianchi. Magari ha anche una pancetta da birra, la quale viene tenuta nella manona destra, mentre la grande mole siede su una poltrona in pelle marrone, attorniata da libri profumanti di vecchio e consumato, proprio come lui. Be', penso che questo sono io, proprio io, me medesimo. Affascinante e vecchio. Sì. Ma tra quarant'anni!
Sono un baldo giovane di vent'anni compiuti da un mese e poco più, amante di libri, film e telefilm; passo le mie giornate tra Università, gruppi di studio e cinema. Vado a vedere di tutto al cinema, delle volte trascinandomi delle persone, il più delle volte da solo. Abito da solo e spesso mi capita di non avere soldi per comprare i viveri perché ho speso tutto in biglietti del cinema. C'è sempre, sempre, un film che è lì per essere criticato da me. Ho un computer portatile, ultima generazione, l'ultimo modello di Nokia come cellulare, il mio appartamentino esplode di tecnologia; vi starete dicendo che sono un'ipocrita. Non è così, niente affatto! Tutti regali dei miei genitori, due quarantenni con una crisi di mezz'età precoce che pensano di rendermi felice regalandomi videogiochi, memory card, memoria esterna per il computer, e tutte quelle schifezze che non mi servono. Mi devo ricordare di darle ai bisognosi prima o poi.
Ritornando al discorso delle tecnologie, molti dei miei amici e conoscenti hanno cercato di convincermi di quanto internet e i nuovi progressi siano utili, ma presto hanno capito che è fiato sprecato. L'unica persona che ci prova ancora è la mia amica Aiko (letteralmente: figlia dell'amore; vero nome: Irene). Patita di giapponese, del Giappone, delle sue usanze e del suo grado di tecnologia. È da quando eravamo alle elementari che pianifichiamo la nostra "fuga amorosa" sull'isola di Honshu per stabilirci ad Osaka (anche perché Aiko ovviamente è una gran fissata con la cucina giapponese, quindi Osaka è il posto giusto per lei, almeno così dice). Dice lei che se non si ama la tecnologia non si può amare il Giappone, io direi di stabilirci a Kyoto invece, dato che è una città turistica e non tanto consumista. Comunque Aiko è l'unica che ci prova ancora, ma lo fa con amore e non mi dà fastidio; se, però, lo fanno mamma e papà, là mi girano. Sono loro figlio, non un coetaneo, spero che un giorno lo capiranno. Credo di essere sempre stato più maturo di loro, strano ma vero.
Aiko bussa alla porta del mio appartamento, chiudo Waethering Hights (non giudicate) segnando la pagina con un segnalibro pieno di piume (regalo di quel burlone di mio cugino Riccardo). Come faccio a sapere che è Aiko? Solo lei bussa cercando di riprodurre Mr. Taxi delle SoShi con il suono di un campanello!

 -Diego! Dieguccio!- Quando fa così mi viene voglia di lasciarla fuori alla porta. Sorridendo, anzi ghignando, scarto quell'istinto. Apro la porta ed i capelli corti e rossicci della mia amica mi entrano in bocca: questo perché mi è saltata letteralmente addosso.

 -Ciao Irene- riesco a dire, soffocando per colpa delle sue braccia e la sua spalla incastrata nel mio pomo d'Adamo. Si stacca e si sistema la gonna nera e gonfia.

 -Ho portato una cosa che ti piacerà! Forse l'unica cosa che potresti sopportare di questa tecnologia infernale; uh ho fatto un'assonanza!- Rido, posando piano una mano sul volto.

 -Dai, entra prima, ti offro qualcosa; che vuoi?-

 -Birra, se c'è. Magari anche due arachidi salati.-

 -È il tuo giorno fortunato!- Mi dirigo in cucina, la mia amica mi segue come un cagnolino; si siede sul tavolo della cucina ed accavalla le gambe, sfoggiando i leggins verde limone in tutto il loro splendore. Gli do la bottiglia di birra stappata, prendo da un mobile degli arachidi, li apro e ne verso un po' in una ciotolina; ne mangio due e poi li passo alla mia amica.

 -Credo proprio che oggi sia il mio giorno fortunato! A parte la birra frasca in questa calda giornata di metà giugno, ho trovato un'offerta pazzesca da pagare a rate!- La guardo con cipiglio interrogativo e mi appoggio al frigorifero.

 -Di che si tratta?-

 -Una videocamera!-

 -Una videocamera?-

 -Sì, hai presente: le usano per fare i tuoi amati film!-

 -So cos'è una videocamera, stupida! Ma spero che tu non l'abbia comprata per me!-

 -No, certo che no!- Fruga nella borsa e ne caccia una videocamera grigia, una semplicissima Samsung touchscreen, con la possibilità di fare video in altra definizione. -L'ho comprata per noi!- Sbuffando, mi avvicino all'oggetto.

 -Sei una pazza.-

 -Una videocamera è sempre utile, e se quest'estate vogliamo andare a fare un giro dell'Irlanda nel sud come mi avevi promesso allora ci servirà.-

 -Non ci serve nient'altro che la nostra memoria.-

 -Diego, io non ne ho, lo sai bene. Mi dimentico anche il giorno del tuo compleanno, e ci conosciamo da una vita!-

 -Va bene, questa te la faccio passare. Non ho niente in contrario nelle videocamere, soprattutto se servono solo a filmare bei ricordi e se le cose rimangono a noi.-

 -Per la verità ho un canale su youtube da un po', pensavo di mettere qualche video lì.- Sono sicuro che la mia occhiata è tutta un programma; Aiko fa il suo sorriso di scuse a cui non riesco a resistere, ma il mio "no" sta passando senza ostacoli dai miei occhi a quelli della ragazza, penetrandole nella testa e martellandole il cervello. Poi, ad un certo punto, è come se il contatto visivo si spezzasse, perché Aiko scende dal tavolo e mi prende le mani. -Dai, che ti costa? Qualche video, niente di più innocente. Si sentirà più che altro la mia voce, forse qualche volta si vedrà un tuo piede o un tuo dito, ma mai tutti insieme.- Sbuffo una seconda volta.

 -E va bene!- Rispondo rassegnato.

 -Bene bene bene! Ora passiamo all'inaugurazione!- La ragazza accende la videocamera e la punta sulla mia faccia -Di' ciao a Yamato!-

 -Yamato?-

 -Yamato video! Su, saluta!- Guardo nell'obiettivo, alzo gli occhi al cielo.

 -Ciao, Yamato...-

 -Bene!- Irene punta l'obiettivo verso di lei -Io e il mio amico Diego stiamo inaugurando la nuova videocamera; Diego odia tutti i tipi di tecnologie, ma a quanto pare Yamato gli va a genio, questo vuol dire che abbiamo adottato un nuovo cucciolo!-

 -Aiko, non lo vorrai mettere su youtube, spero!- Irene gira l'obiettivo verso di me.

 -Signor Diego, cosa stava facendo prima del mio arrivo.-

 -Stavo leggendo, poi purtroppo è arrivato un guasta feste.-

 -Mh, capisco. Cosa leggeva?- Metto una mano davanti a quell'aggeggio.

 -Spegni questa cosa.-

 -Dai Dieguccio, che leggevi.-

 -Wuthering Heights.- Silenzio, poi la mia amica scoppia a ridere.

 -Quando inizierai Little Women?-

 -Ah ah divertente- rispondo con sarcasmo. -L'ultimo libro che hai letto tu qual è stato, Tre metri sopra al cielo di Moccia?-

 -No, per la verità l'ultima cosa che ho letto è stata nel bagno, il manga di Death Note.-

 -La smetti di filmare?- Aiko inizia a camminare per casa, inquadrando tutto ciò che trova per strada, arriviamo nella mia camera da letto: il letto non fatto, ehm un preservativo buttato a terra (ma chiuso, eh), la scrivania piena di libri, cuscini sparsi qua e là e vestiti accumulati sulla sedia compongono il mio habitat naturale. Aiko si butta sul mio letto a gambe incrociate, io mi siedo su un pouf adiacente.

 -Allora Diego, perché sei così contrario alle tecnologie?-

 -Sinceramente? Le trovo inutili: uno spreco di tempo, senza nemmeno un fondamento culturale.-

 -Sai che internet potrebbe diminuire la produzione di giornali e libri e quindi diminuire il disboscamento?-

 -Non capisco perché gli uomini dovrebbero usare mezzucci per diminuire l'inquinamento! Sono le fabbriche a produrre le nuove tecnologie, quindi si inquina ugualmente. Ci sono mezzi migliori come per esempio la carta riciclata, il riciclaggio, l'utilizzo di prodotti naturali, il rimboscamento e la dispersione in natura unicamente di prodotti biodegradabili, perché non si può pretendere tanto dall'uomo. Il problema è che nessuno fa realmente qualcosa, nemmeno io che ne sto parlando; siamo troppo egoisti ed adottiamo la soluzione: ho fatto una volta una cosa, ho la coscienza pulita, non è più problema mio.-

 -Tu non fai qualcosa? Ma se fai la raccolta differenziata, vai unicamente a piedi o con mezzi pubblici, compri libri usati anche se ti puoi permettere tranquillamente quelli nuovi e pur di non comprare libri nuovi usi quelli dei tuoi nonni!-

 -Sono piccole cose che non salveranno nessuno.-

 -Per non parlare della poca energia elettrica che usi e delle quote di beneficenza che mandi ogni anni per il rimboscamento.-

 -Aiko, è diverso. Questo non vuol dire impegnarsi, uno non cambia il mondo; l'unione fa la forza: banale, ma vero. Ora spegni quell'affare?-

 -Ok!- Irene finalmente spegne la videocamera con mio grande sollievo; quella cosa mi metteva agitazione!

 -Spero davvero che non lo pubblicherai.-

 -No, te lo prometto!- Aiko si alza e posa la videocamera nella borsa -Stasera mi vedo con Alberto, Francesca e Carmine, vieni anche tu?-

 -Non so, pensavo di studiare stasera. Che fate?-

 -Ci facciamo in giro nella galleria d'arte dove lavora Cinzia.-

 -Penso di riuscire a passare, ma tardi, ad esempio verso le dieci e mezza.-

 -Non ti preoccupare, tanto non pensavamo di andare prima delle dieci, così che tutti avrebbero mangiato a casa.-

 -Ti chiederei se vuoi rimanere a cena, ma come ti ho detto devo studiare.-

 -Fa niente!- Mi sorride e mi dà un bacio sulla guancia. -Io vado, dude. See you later!-

 -Irene!- La chiamo mentre esce dalla porta.

 -Dimmi, caro.-

 -Non mettere il video.-

 -Ti ho detto di no!- Mi fa l'occhiolino e se ne va. Ho la vaga impressione che metterà quel video.

I Bla Bla dell'Autrice»

Salve bella gente! Che dire, ispirazione venuta all'una e cinquantadue di notte, la stanchezza causa brutti scherzi e partorisce brutte idee. No, per la verità per la prima volta sono fiera di ciò che ho scritto. Spero che sia piaciuto anche a voi questo capitolo. 

×La Romance de Lune [rating arancione - rating rosso]

×Because The Night* [One Shot]

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Capitolo 2
*** Lady Heartbreaker ***


Secondo Capitolo
Lady Heartbreaker
Sono le sette e trentacinque di una settimana dopo quel famoso giorno in cui Yamato venne partorito dal negozio e portato in fasce in casa mia. Irene non aveva mai parlato del video, nemmeno la sera stessa quando ci eravamo visti per la mostra da Cinzia, e questo mi aveva tranquillizzato: forse voleva dire che aveva mantenuto la promessa. Ma io marcherei quel forse. Sono reduce di un esame estenuante e quindi di una sbronza pazzesca per festeggiare il mio trenta tanto faticato; mi sono svegliato per il mal di testa. Mi alzo dal letto, inciampo nel lenzuolo, poi nelle pantofole, infine do un calcio allo stipite della porta. Mi appoggio al muro e mi prendo il piede in una smorfia di dolore e imprecando. Con le poche forze che mi sono rimaste dopo un'ampia dimostrazione della mia goffaggine mi trascino in cucina e prendo una bottiglia di chinotto fresco dal frigo; cerco nella cassetta dei medicinali un'aspirina, la trovo, ne metto in bocca una capsula e la faccio andare giù con il chinotto. Che schifo, odio il mal di testa! Per quanto il mio sguardo sia appannato, vedo benissimo una luce venire dalla camera degli ospiti; aggrotto le sopracciglia e, armato di mestolo, vado in quella direzione. È assurdo pensare che ci siano dei ladri, ma con un mal di testa da dopo sbronza si sa che la lucidità ti abbandona temporaneamente. La porta è aperta, mi metto in in angolino per controllare l'interno: nel letto qualcuno si muove, la luce parte dal lato opposto e non sembra quella di una lampada, forse viene dalla scrivania. Entro con un salto portando il alto il mestolo, ma mi fermo di botto.
-Irene?- La mia amica siede sulla sedia in biancheria intima.
-Già sveglio? Non credevo dato che hai bevuto come una spugna!- Risponde; pare a suo agio, mentre io sono molto imbarazzato. Solo in quel momento mi rendo conto di essere in boxer.
-Che ci fai qui?- Sussurro, ricordandomi che c'è qualcuno nel letto -E chi c'è nel letto?-
-Giusto, non ricorderai niente di ieri sera. Nel letto c'è Laura, l'amica di Francesca che ti abbiamo presentato ieri.- Sgrano gli occhi, guardo la mia amica, poi la ragazza nel letto. Dei capelli biondi e lunghi spuntano dalle coperte.
-Che hai fatto ieri sera?- Irene ride talmente da farsi uscire le lacrime agli occhi.
-Io? Niente! Tu, tanto! Stavo dormendo nel tuo letto quando sei venuto, mi hai buttato giù e ti sei messo a dormire. Abbiamo dormito tante volte insieme, ma non sapevo fossi sonnambulo.-
-E i tuoi vestiti?-
-In camera tua. Sai com'è, mentre tu facevi le tue cosacce mica potevo stare a sentire senza fare niente anche io! Non ricordi proprio niente di ieri sera?-
-No, assolutamente.- Sospiro -E tu con chi...?-
-Mi pare che stai facendo troppe domande, su su vai a riposare. Ah, sto usando il tuo portatile, spero non ti dispiaccia.- Scuoto la testa, noto le cuffie.
-Che fai?-
-Guardo qualche video su youtube- annuisco.
-Vado.-
-Sì, non ti preoccupare. Nel caso si fa troppo tardi ti sveglio io, ti dispiace se rimango?-
-No, figurati. Anzi rimani anche a pranzo, ti va? Più che altro devo cercare di parlare con questa Laura.-
-Era abbastanza ubriaca anche lei...- Do un bacio sulla guancia alla mia amica e ritorno nella mia stanza. Questa poi! Promesso: mai più sbronze del genere.

Mi sveglio nuovamente alle nove e quarantatré, ma decido di stare ancora un po' nel letto; sento delle voci dalla cucina, sarà Irene. Immergo la testa nel cuscino e mi giro a pancia in giù. Poco dopo sento aroma di caffè, quando apro gli occhi vedo che la mia amica mi ha portato una tazza della bevanda magica.
-Buon giorno- dice con un sorriso.
-Buon giorno- rispondo, ma senza sorridere. Mi metto a sedere e prendo la tazza -Grazie.-
-Dovere da amica.- Si siede vicino a me e appoggia la testa sul mio cuscino, immergendo i piedi nelle coperte buttate al bordo del letto. -Ho parlato con Laura, ricorda proprio poco di ieri sera, ma più di te. Non avrai problemi.-
-Lo spero.- Poggio la tazza di caffè sul comodino alla mia destra allungando il braccio per non disturbare la mia amica, poi mi stendo. Irene si morde il labbro inferiore, come se fosse impaziente di dirmi qualcosa, che in realtà non vuole dirmi; l'abbraccio ed inizio a giocare con qualche ciocca più lunga dei suoi capelli.
-Diego, ti ricordi quel video per inaugurare Yamato?-
-Quello che non dovevi assolutamente mettere sul tuo canale?- Alzo un sopracciglio -Sì.- Rispondo con un sospiro.
-Vedi, mi piaceva e l'ho messo.- Lo sapevo!
-Irene.- Il mio tono di rimprovero porta i suoi occhi nei miei.
-Scusa, davvero! Ma dovresti vedere un video risposta: hai fatto furore! Le tue opinioni sono state condivise da molti, chiedono altri video, questa persona che ha fatto il video risposta ti consiglia di aprire un canale tuo!- Sono sbalordito dalle sua affermazioni e Irene lo ha notato subito, ma scuoto la testa.
-No, non se ne parla, Aiko.- La ragazza immerge le mani nei miei capelli mossi e spettinati.
-Dai, Diego, pensaci! Sarebbe carino, sei un ragazzo che sa parlare, con opinioni proprie, ma anche ironico, ci sono tante persone che fanno gli opinionisti su youtube!-
-Dato che lo fanno tante persone lo dovrei fare anche io?- Irene alza le spalle.
-Ti sto solo proponendo di non scartare l'idea. Ti faccio vedere il video risposta e i commenti, se non ti convincerà ti lascerò stare- sbuffo.
-Ci devo pensare...- La ragazza sorride.
-Bravo Dieguccio!- Mi dà un bacio sull'angolo della bocca e si alza dal letto. -Di là la colazione è pronta, c'è anche Laura, è una ragazza simpaticissima; spero che ti unirai a noi!- Annuisco e guardo la mia amica andar via. Poco dopo mi alzo anche io; mi fa male il piede e mi ricordo di poche ore prima, quando avevo trovato Irene al mio computer. Zoppicando, in un'aria molto somigliante a quella di Dr. House, entro in cucina e trovo le due bionde che chiacchierano animatamente: la mia migliore amica vicino al frigo, Laura seduta al tavolo a gambe incrociate e con una mia t-shirt addosso.
-Eccolo!- Esclama Aiko, saluto tutte e due con un cenno della mano.
-Spero non ti dispiaccia, ho messo la tua maglia di ieri sera.- Dispiace, no; infastidisce leggermente, sì. Più che altro mi fa uno strano effetto.
-No, figurati.-
-Bene.- Un silenzio teso cala, mentre io poso la tazza nell'acquaio e prendo una brioche alla crema; Laura tamburella le dita sul tavolo, io guardo la mia amica, sperando che lei dica qualcosa per rompere il ghiaccio.
-Allora- incomincio, non sapendo dove andrò a parare -Laura, cosa fai nella vita?-
-Sto studiando per diventare make-up artist, Francesca mi sta ospitando gentilmente per questi tre mesi di prova, spero di riuscire a trovare un lavoro.-
-Come conosci Francesca?-
-Tramite Facebook.- Ovvio!
-Ah, capisco. Facebook, la grande finestra sul mondo.-
-Già!- Risponde Laura con un sorriso, evidentemente non ha captato il mio tono sarcastico; la ragazza si ravvia i capelli mossi, che ora le ricadono dalla spalla destra in un ammasso di fili brillanti e morbidi. Il mio corpo necessita di altro caffè, Irene, quasi come se mi avesse letto nel pensiero, me ne passa un'altra tazzina.
-Ieri ci siamo fatti prendere troppo dal tuo trenta, Diego!- Dice la mia amica, poggiandomi affettuosamente una mano sulla spalla.
-Abbiamo tutti alzato il gomito, a parte Irene e Andrea.- Andrea? E chi sarebbe questo Andrea? Non so se preoccuparmi di più per il fatto che non ricordo niente o il fatto che Irene e Andrea erano gli unici ancora abbastanza sobri. Irene legge la domanda nei miei occhi e dalla mia espressione corrucciata; ride, ma noto che è una risata finta.
-Abbiamo subito cercato un motivo per lasciarci andare, eh! Che birboni! Allora Laura, rimani con noi a pranzo?-
-Oh no, non posso e in più darei fastidio, non ditemi che non è vero perché mi pare ovvio che vogliate stare da soli!-
-Guarda che se vuoi rimanere puoi, Irene ed io stiamo bene da soli, ma anche in compagnia!-
-Diego ha ragione, Laura; se vuoi, e puoi, puoi rimanere! Stay with us!-
-Non posso, mi dispiace- risponde la ragazza facendo un sorriso tra l'amaro ed il malizioso. Aiko le procura quello che le serve per lavarsi velocemente, Laura ci ringrazia poi esce di casa. Io ho iniziato a cucinare; va be', "cucinare", si fa per dire! Preparo le piadine e gli ingredienti da mangiare insieme ad esse. Aiko ritorna in cucina, prende un pomodorino lavato e lo mangia, poi si siede sulla base del lavello.
-Con me è stata più loquace, ma hai visto anche tu che non c'era niente da temere.-
-Le cose che temo sono altre; dopo Carla avevo promesso che non mi sarei mai sbronzato così tanto da non ricordare niente e che soprattutto non avrei fatto sesso con una ragazza mentre ero sbronzo.-
-Carla era un'idiota, fece tanto la scema dicendo che non avevate usato il preservativo solo perché ti voleva tenere caro caro- scuoto la testa.
-Poteva essere, che ne sai.- Aiko porta le piadine a tavola, io porto i condimenti; prendo una bottiglia di acqua naturale fresca, mentre la ragazza prende i bicchieri, i piatti e le posate.
-Dopo posso prendere il tuo portatile? Forse non lo sai ma hai la rete wireless.-
-Sì sì sì...- dico scocciato, la guardo attentamente -Senti Irene, chi sarebbe questo Andrea?-
-Chi?- Chiede Aiko, facendo la finta voce stupita, ma non alzando gli occhi dal piatto.
-Andrea, l'altro che era sobrio insieme a te.- Bofonchia qualcosa, io le lancio un pezzetto di piadina.
-Ma nessuno!-
-Mh, bene. Allora se non è nessuno me ne puoi parlare senza alcun problema, no?-
-Ma niente, è un ragazzo.-
-Grande informazione- Irene sbuffa, poi sospira e finalmente mi guarda.
-L'ho incontrato al ristorante giapponese, lavora lì per pagarsi la specializzazione in culture orientali. Non c'è molto da dire.-
-Quando?-
-Cosa?-
-Quando l'hai conosciuto, Irene!-
-Credo tre giorni fa. Ieri sera te l'ho presentato, ma tu eri già partito.- Perfetto!
-L'avete già fatto?! Tu sei una che aspetta almeno una settimana... Per la verità una settimana è il tuo massimo...- Mi fermo per un secondo e inizio a guardarla come se avessi visto in lei un qualcosa che noto solo ora per la prima volta -L'avete fatto nel mio letto?!- Ad Irene scappa una risata, io la fulmino con gli occhi.
-Sì, scusa. Sei tu che ti sei volatilizzato e sei andato nella camera degli ospiti con Laura! Andrea ed io ci siamo ritrovati da soli e... diciamo che è scattata la scintilla!- Faccio una smorfia disgustata.
-Nel mio letto.-
-Scusa tu puoi fare sesso nel tuo letto ed io no?-
-Che c'entra! Che lo faccio io è un conto, il letto è mio.-
-Ma se dormiamo insieme! Di certo non mi schifi.-
-Il punto non è questo!-
-No, infatti: il punto è che non hai mai conosciuto Andrea (in teoria) e ti è già antipatico.- Risponde la mia amica facendo un sorriso divertito -Smettila di fare il fratello geloso.- La conversazione fortunatamente si è chiusa lì; comunque io non faccio il "fratello geloso"!
Dopo aver pranzato Irene insiste per rimanere ancora e per farmi vedere quel benedetto video; rassegnato accetto. Porta il computer in cucina e vediamo finalmente ciò che secondo la mia amica mi potrebbe cambiare la vita. Sullo schermo appare un ragazzo sorridente, avvenente, nell'angolo in basso al video appare il nome "Lady Heartbreaker"... Lady?... Mh, o-k! Noto altre cose del suo aspetto: la pelle curata, gli occhiali dalla montatura nera, un orecchino pendente con la stella, le sopracciglia e la barba molto curati, le labbra perfette, alcune ciocche dei capelli scuri che cadono sugli occhi marroni. Inizia a parlare
"Salve Youtubers! Faccio questo video risposta per sottolineare la veridicità di ciò affermato da Diego, il ragazzo nel video di KawAiko. Se non l'avete ancora visto io ve l'ho linkato qui sotto, nella descrizione, cliccate e vedete... Ma soprattutto ascoltate! L'Italia è diventata davvero un problema per quanto riguarda la spazzatura, ma dobbiamo ricordare che ci sono anche le emissioni delle fabbriche, i residui tossici delle centrali nucleari che fortunatamente qui siamo riusciti ad evitare, e molti altri fattori, probabilmente uniche cause di una possibile fine del mondo del duemiladodici. Ad ogni modo, oltre a far capire a Diego che condivido la sua causa come altre persone, volevo consigliare a quel bel ragazzo di continuare a fare video; ti esprimi bene, sai? Non hai detto cose nuove, ma il modo in cui l'hai detto e la certezza che da parte tua non sono solo chiacchiere mi ha fatto riflettere. Io mi lamento della situazione in cui vivo, ma in realtà non faccio niente per cambiare la mia posizione. Ammiro la tua schiettezza e auto-critica, spero di rivedere la tua faccia sul tubo! Questo è tutto da Caleb, in arte Lady Heartbreaker! Vi ricordo che potete aggiungermi su twitter and enjoy my new facebook page!"
Il video è corto, ma chiaro, alla fine si sente una canzone disco mentre appaiono i collegamenti per le varie pagine, guardo la mia amica.
-Contenta?-
-Per la verità sì, molto!- Sorride sfacciatamente, roteo gli occhi.
-Irene, non mi ha fatto cambiare idea.-
-Ma leggi i commenti! E come si fa a dire di no a Lady Heartbreaker!- Guardo lo schermo e sussurro un "No" al ragazzo sorridente, Irene sbuffa irritata. -Ok, va bene, rimani nel tuo piccolo mondo!- Chiude il computer e si alza, furibonda. So che è fuori luogo, ma la risata mi parte automaticamente.
-Aiko, dai! Non fare l'offesa!- Si gira e mi guarda con uno sguardo che non ho mai visto in tanti anni che la conosco, sembra davvero arrabbiata.
-Non capisci? Sto cercando solo di sfruttare le tue doti brillanti e le tue idee forti e giuste, ma sei un caso perso e ti lascio stare.- Lascia stare? Irene non ha mai voluto mollare con me, per la verità lei non molla mai in generale. La guardo in tono di scusa, tuttavia non mi azzardo a parlare, non sapendo cosa dire e rischiando di dargliela vinta; vedendo che da parte mia non ci sono reazioni, la mia amica se ne va, senza salutarmi, senza fare un cenno.

Quattro ore dopo sto fissando il computer con aria di sfida; ho chiamato (mi vergogno solo a pensarlo) mia madre per capire come funzioni questo coso, ho attaccato la cornetta credendo di saper fare tutto, ma non so che tasto ho cliccato e lo schermo è diventato nero, ma la ventola continua a girare ed una lucina lampeggia, manco mi stesse prendendo per il culo!
-Ok, va bene, fa' pure l'offeso!- Gli dico a braccia incrociate, poi sospiro esasperato e mi butto sulla tastiera -Ti prego! Ti scongiuro! Devo farti funzionare per Irene!- Ancora nessuna risposta; salto in piedi e lo guardo minacciosamente -Mamma mi ha detto di non farlo, ma io lo farò! Sì, caro mio!- Faccio una risata malefica -Cliccherò il tasto di accensione per spegnerti!- Clicco il tasto incliccabile ed improvvisamente tutto ritorna alla normalità. Guardo lo schermo con stupore, mi affretto ad andare su internet, ma mi dice che è impossibile connettersi. Irene ha parlato di una rete wireless, così controllo il computerino come ha detto mia madre: c'è una X, bene! Vuol dire che mi devo connettere. Cerco la rete e finalmente riesco a connettermi, cerco questo famoso youtube, cerco di farmi un account ma non posso, così mi faccio questa famosa gmail che ha detto mamma ed ecco che sono iscritto a youtube! Ora devo solo caricare il video... No, sono stanco, è stato troppo difficile. Dando del defunto al mio orgoglio dato che, sprezzante del pericolo, era andato a chiedere aiuto a mamma, chiamo mio cugino Riccardo che accetta di venire ad aiutarmi. In un'ora il mio video è sul mio canale di youtube. Sì, sto uccidendo i miei princìpi per la mia migliore amica, probabilmente tutto questo non era nemmeno necessario, ma arriva sempre nella vita di tutti un momento in cui si farà il grande salto!
I Bla Bla dell'Autrice»
Sono tornata; certo, oggi mi sento uno schifo, ma ho finito questo benedetto capitolo che tenevo fermo da tre settimane, anche se due di queste tre sono andata a mare e forse non contano <.< ringrazio ancora Red Apples__ e chiunque mi abbia messo tra le storie preferite, seguite etc... Ora che ho finito il progetto che avevo iniziato spero di non scrivere in maniera così sporadica! Un saluto e... Una recensione non guasta nessuno, soprattutto lo scrittore ;D
× La Romance de Lune [rating arancione - rating rosso]
× Because the Night* [One Shot]
× Midnight thoughts. [One Shot]

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Capitolo 3
*** Into a new world ***


Terzo Capitolo
Into a new world

One!
I'm biting my tongue.
Two!
He's kissing on you.
Three!
Oh, why can't you see?!
One, two, three, four!

Due giorni dopo Irene mi chiama e mi invita a fare una sottospecie di brunch con lei e Andrea, annunciando che "la sua missione per trasformarmi in un "normale" ragazzo è quasi completata". Tutto contento (va be', un po' meno perché c'è anche Andrea), l'ho raggiunta ad un ristorante new age, tutto ispirato alle alte classi americane. Mi siedo al tavolo, c'è solo Irene, mi guardo intorno e sorrido.
-Sei da sola?-
-No, Andrea è andato in bagno.- Non era esattamente la risposta che volevo sentire; il sorriso muore sulle mie labbra. Incrocio le mani sul tavolo, guardo il vuoto con aria corrucciata. Due giorni prima, appena saputa la notizia della nuova storiella della mia amica, non ci ho potuto pensare più di tanto dal momento che sono stato impegnato con il suicidio del mio orgoglio, accompagnato da una veglia funebre con birra e nachos, ma ieri ci ho pensato tutto il tempo. Perché non me ne aveva parlato subito? Che elemento in Andrea ha fatto risvegliare la voglia di frequentare un ragazzo a quella anti-amore di Irene? Posso davvero dire di sapere tutto sulla mia migliore amica?
Risposta per la domanda numero uno: è vero, erano passati appena tre giorni, in più non era obbligata, mi aveva parlato prima di una cretinata come il video e poi di questo ragazzo, poteva anche essere che in fondo questo tipo non fosse così importante da suscitare in lei un bisogno di parlarmene. Eppure mi sentivo un babaleo. Sì, proprio un babaleo. Mi sentivo preso in giro da quel tale, tanto che come prima frase per il nostro primo incontro ho immaginato qualcosa ad affetto, stile "Hey- pausa drammatica -amico.- simulazione di sputo a terra in stile western -Lo sai che quella a cui stai succhiando le labbra è la mia migliore amica?- sguardo assassino -Giù le mani, vecchio mio." Questo discorso, con tanto di azioni, è stato cambiato più volte nella mia testa, con aggiunte, tagli, scene di sangue peggio di un film di Tarantino, suspense e colpi di scena. Tutto ciò è durato parecchi minuti e non mi soffermo; comunque poteva anche essere che lei volesse tenere nascosto il nuovo amichetto coccole e baci, forse è brutto, o gli manca un dito del piede, o forse è più peloso di un orso, ma non ha capelli... Mah.
Risposta alla domanda numero due: non ne ho la più pallida idea; dopo l'ultima visione dell'orso Yoghi pelato i miei pensieri hanno iniziato a prendere una piega tutta loro, ma credo che la conclusione fosse semplice. Un bel niente, ecco cosa! E poi chi me lo dice che Irene lo stia proprio frequentando: come ha avuto il suo periodo da etero curiosa, ora avrà un periodo da orsa curiosa. (Suono dei grilli... <.<)
Risposta alla domanda numero tre: solo ieri, in tanti anni, mi sono reso conto che Irene parla tanto di quello che le accade, ma non dice mai ciò che prova. Racconta il fatto, spesso marcando e rimarcando certe parti di esso, ma fa trapelare solo rabbia quando c'è, il resto è un mistero. L'ho vista piangere tre volte in tutta la nostra amicizia, e una di queste non conta perché era colpa della cipolla. Che amico pessimo sono!
Sarò stato a pensare a ieri per buoni cinque minuti, sono stato immerso nel silenzio, gli occhi scorrevano qua e là, la mia testa era in un altro posto rispetto al mio corpo; non so bene dove fosse, ma sicuramente nella parte opposta del suo compagno, perché quando sento Irene che mi richiama sulla terra, il riavvicinamento delle due parti avviene così bruscamente che ho un capogiro. Noto che si è alzata, che mi sta guardando con un sorriso radioso, che nasconde nervosismo; mi alzo anche io a mia volta e noto un ragazzo alto (più alto di me), con la pelle olivastra e leggermente abbronzata, gli occhi color ambra e i capelli corvini. Indossa jeans aderenti, neri, converse nere e rovinate, camicia a quadri rossa e nera, aperta così da scoprire una maglia a giro maniche nera, le maniche della camicia sono tirate fino all'avambraccio. L'abbigliamento delinea la linea snella, ma non asciutta; una sola occhiata e già non mi ispira granché simpatia.
-Diego, per la seconda volta, lui è Andrea.- Mi porge la mano con un sorriso che se lo guardi troppo a lungo ti abbaglia, ricambio la stretta cercando di essere altrettanto amichevole. Ci sediamo tutti insieme.
-Bel posticino- dice Andrea guardandosi intorno.
-Già- rispondo, facendo un sorriso a denti stretti. Prendiamo degli aperitivi, ordiniamo un antipasto formato da insalata mista con frutta secca e kiwi sminuzzato.
-Diego ha aperto da poco un canale youtube!- Informa Irene, tutta gasata.
-Ah, credevo che odiassi questo tipo di cose- mi stuzzica Andrea, aggiungendo un sorriso sbilenco.
-Sì, ma sentivo di aver combinato un guaio con Aiko, mi sembrava l'unica soluzione per rimediare. Sai, per lei farei di tutto; se non sei disposto a dare il meglio per lei non sei nemmeno degno di sederle vicino.- La risata di Andrea contrasta perfettamente con la mia faccia, forse eccessivamente seria.
-Hai perfettamente ragione, Irene mi ha letteralmente stregato!- Si danno un bacio, proprio davanti alla mia faccia, roteo gli occhi e mi appoggio allo schienale della sedia. Quando quell'essere inizia a morderle le labbra, mi schiarisco la voce per far capire che sono ancora lì. Si dividono, entrambi con un sorriso irritante sulle labbra.
-Irene mi ha detto che frequenti l'Università e che ti stai specializzando in cultura orientale- dico, non nascondendo un'aria scocciata.
-Sì, ho intensione di trasferirmi in Giappone al più presto.-
-In Giappone? Non lo sapevo!- Esclama la mia amica, guardando il ragazzo sorpresa. Mah, sai quant'è! Non la vedo 'sta grande cosa! Incrocio le braccia.
-Io e Irene stiamo pianificando il nostro trasferimento ad Osaka da quando eravamo piccoli- Andrea guarda la ragazza.
-Voi due?- Annuisco e rispondo io.
-Già, noi due. Appena avremo una pausa dall'Università andremo a vedere l'Irlanda, penso che la prima tappa sarà Dublino, poi quando finiremo i nostri studi ce ne andremo.-
-Irlanda?- Aiko mi guarda in tono di disappunto.
-Sì, ma è solo una cosa così, anzi se vuoi puoi venire!- Sgrano gli occhi e scuoto la testa energicamente.
-Wow, grazie! Così mentre mi concentro su Giapponese, non mi arrugginirò con l'inglese!-
-Io invece non credo sia una buona idea, insomma viaggiamo sempre soli...-
-Proprio per questo dovremmo provare a viaggiare anche in compagnia- mi interrompe la mia amica, Andrea ci guarda in tono serio.
-Non voglio causare disturbo, se vi dà fastidio...-
-Sì- -No- Io e la mia amica rispondiamo all'unisono, due risposte diverse e contrastanti, il ragazzo ride sarcastico. La nostra ordinazione arriva, l'insalata profuma di fresco e l'odore della frutta secca è un buon contrasto, ma tra me e Irene piomba il silenzio, non ci guardiamo nemmeno più in faccia. Mangiamo conversando poco e solo grazie ad Andrea, che fa apprezzamenti sul cibo e parla di una festa nella sua villa... Festa nella sua villa? Mi sta per caso invitando?
-... Quindi, se ti va, basta che tu me lo dici e ti aggiungerò alla lista.- Lo guardo sbalordito, quasi come se non capissi le sue parole. Dice qualcos'altro, ma non lo ascolto, gli sto guardando attentamente la bocca e noto un piercing sulla lingua e uno che, chissà come, mi era sfuggito al lato destro della bocca, sotto al labbro.
-Diego?- Mi chiama Irene; guardo prima uno, poi l'altra.
-Cosa?-
-La festa... Ci vuoi venire?- Ripete Andrea, prima scuoto la testa, poi annuisco.
-No, sì... cioè, insomma, va bene- alla fine accetto. Perché ho accettato? Pensare di rivedere quel tipo mi dà la nausea, riconosco gli sguardi che manda ad Irene, sono... sono... cattivi, ecco! Di una malizia che può essere scambiata per desiderio sessuale, ma che in realtà è cattiveria pura. All'apparenza è intelligente, brillante, carismatico, divertente, affascinante, ma io so, so!, che sotto sotto è un maiale sporco approfittatore! Devo solo trovare le prove, tutto qui.
-Bene! Spero di sfruttare quest'altra occasione per cercare di avere la tua fiducia! So quanto importi della tua opinione ad Irene, non per niente siete cresciuti insieme, quindi sono disposto a fare di tutto per piacerti e per farti capire che, anche se la conosco da poco, ci tengo a lei e non voglio che soffra. Ovviamente, ne abbiamo già parlato, è un rapporto che non durerà, per ora ci troviamo bene insieme, ma lei mi ricorda sempre che potrebbe cambiare idea da un momento all'altro e piantarmi così, come è entrata uscirà!- Irene ride.
-Sembra quasi che io sia una stronza!-
-No, che c'entra. Sei uno spirito libero e lo ammiro molto!- continua, rivolgendosi a me -In ogni caso, se ti infastidisco in qualche modo, o se ti infastidisce anche solo la mia presenza, sei libero di dirmelo e io cercherò di non entrare nel vostro rapporto.- Sì, belle parole, ma non me la racconti giusta Andrea dal fisico perfetto e dal sorriso sfavillante!
-Certo!- Rispondo, poco convinto. Il brunch continua, Irene, dopo il discorso di Andrea, ricomincia a parlarmi. Sembra felice e questo mi fa riflettere. Non dovrei essere così duro con questa sotto-specie di nativo americano dalle spalle larghe, se rende la mia piccola Aiko tanto felice, allora forse non è una minaccia... Ma d'altra parte... Ecco qual è il suo piano! Insinuarsi tra i nostri due cuori, per poi pugnalarci dall'interno! Perché se Irene soffre, soffro anche io. Mh, forse è vero, ogni tanto dovrei staccare il cervello.
Il brunch finisce troppo tardi per i miei gusti; mi ha lasciato pure un amaro in bocca: non ho trovato nemmeno un difetto su Andrea. Paghiamo alla romana, li saluto, ma prima di andarmene Irene mi chiama in disparte.
-Ti ho odiato profondamente, sappilo.- Sbatto le palpebre, schiocco la lingua e arriccio la bocca.
-Cosa avrei fatto, sentiamo.- Irene rotea gli occhi e sbuffa irritata.
-Non mi sei stato di aiuto! Riuscivi solo mettere tensione ed imbarazzo, non so se paragonarti ad un fratello geloso o ad un marito paranoico e isterico!- Sgrano gli occhi e dischiudo le labbra.
-Come scusa?-
-Dillo che non è vero! Dillo che non sei stato tutto il tempo a cercare qualche difetto, ma ora rispondimi sinceramente: ne hai trovati?-
-Irene...-
-No, Diego, rispondimi, ne hai trovati per caso? Anche solo uno, ma così importante da rendere il rapporto tra me e Andrea una catastrofe.- Le mie spalle si abbassano, l'atteggiamento pomposo svanisce, ma quello che esce dalle mie labbra non si accorda con questi elementi.
-Nasconde qualcosa, si vede. Tu non riesci a vederlo perché noti solo il suo corpo tonico e il sorriso sbiancato! Sì, sono sicuro che non è naturale: troppo perfetto, troppo amichevole, mai ironico!-
-Non sono tutti rancorosi e perfidi come te nel profondo, sai!- Irene si gira, Andrea la sta aspettando con le mani nelle tasche, molto educatamente fa finta di non essere interessato a ciò che ci stiamo dicendo e si tiene a debita distanza, per non ascoltare. -Devo andare. Ah, Diego... Cresci un po'.- Raggiunge il ragazzo con il sorriso più bello che io le abbia mai visto sul suo volto ovale e un po' pallido, si attacca al suo braccio, gli prende la mano e va via senza nemmeno voltarsi. Quello che si volta invece è Andrea che, inaspettatamente, mi lancia un'occhiata sincera di scuse. Li guardo perplesso, confuso e un tantino irritato. Io dovrei crescere? E lei allora? Calcio una pietra e torno a casa, tra due settimane ho l'ultimo esame di quest'anno, poi potrò stare almeno un mesetto senza prendere libro e forse riuscirò a partire con la mia migliore amica, spero da solo.
Qualche giorno dopo, stanco di studiare per l'esame, decido di fare un altro video in cui parlo dell'importanza che ha assunto l'essere ricchi e quest'assurda associazione di costoso uguale bello e funzionale, non solo nell'ambito stilistico, del vestiario, ma anche nell'ambiente tecnologico. L'altro video ha guadagnato un bel po' di visualizzazioni, anche perché, prima che io e Irene iniziassimo a non parlarci più, lei mi aveva fatto tanta pubblicità da stare male e ora anche il mio canale inizia a pullulare di iscritti, tra cui quel famoso Lady Heartbreaker. Posto il video e poi vado ad ordinare messicano. Anche questo video, come l'altro, è stato filmato grazie alla web cam del computer perché Yamato è nelle mani di Irene. Sto sbagliando tutto con lei ultimamente, tuttavia sapeva bene che avrei voluto pranzare solo ed esclusivamente con lei l'altro giorno. Decido di non ordinare più, poso il telefono in tasca ed esco a fare una passeggiata. L'aria è ferma, ma non soffocante, si vede che l'estate deve ancora arrivare e mi fa bene stare un po' all'aperto. Senza pensarci prendo il telefono e chiamo Alberto, gli chiedo se si vuole fare una birra con me, accetta e ci diamo appuntamento ad un bar. Quando arriva ha l'aria allegra, mi strappa un sorriso. Conosco Alberto tramite Carmine e Cinzia, la quale è la sua ragazza da tre anni, mentre gioca con Carmine a basket; conosco Carmine e Cinzia dalle superiori, sono cugini, nessuno dei due era in classe con me, ma partecipavamo tutti e tre attivamente alle riunioni del comitato studentesco. Cinzia ha conosciuto Alberto ad una partita di basket, sono stati amici per un po', ma fin dall'inizio si sapeva che erano destinati a stare insieme. Io sono contento, mi trovo bene con lui e da quando Federico, mio amico di vecchia data, l'unico che per me venisse prima di Irene, si è trasferito in Spagna è l'unico su cui posso contare per uno sfogo. Non che Carmine non sia un amico!, ma su certe cose non ci troviamo, mentre con Alberto sì. Non so se sia per il fatto che ha qualche anno più di me o per altro. Tu parli, lui ti ascolta e alla fine sa dire sempre la cosa giusta, ma quando chiedi di lui non spiccica consonante né vocale, si limita a ridere e a dire che la sua vita è troppo un casino per coinvolgere altra gente. Si siede vicino a me e mi mette una mano sulla spalla.
-Stressato per l'esame?- Gli porgo la birra fresca, bevo un sorso e schiocco le labbra.
-Già; e si è aggiunto Andrea ai miei problemi.- L'altro aggrotta le sopracciglia e ferma la bottiglia a mezz'aria.
-Il nuovo ragazzo di Irene?- Annuisco, lui scuote la testa e ride sarcastico -Hai fatto la parte del geloso, come al solito. Ti voglio ricordare che questo è uno dei motivi per cui la tua cara amica non ti vuole mai far conoscere nessuno.- Lo guardo con cipiglio sdegnato, apro la bocca e mi tengo pronto per rispondergli, ma lui scuote nuovamente la testa mentre ingoia a labbra strette un sorso di birra. -Riconoscilo, Diego, non è la prima volta che fai così.- Insomma, sono abituato a fare il terzo grado ad ogni nuova conquista di Irene, maschio o femmina, amico o amante che sia.
-Non lo faccio per gelosia, ma per proteggerla.-
-Ok, magari è così, ma io ho conosciuto Andrea, sono sicuro che hai cercato in tutti i modi un difetto, ma non ci sei riuscito.- Perché questa cosa me la dicono tutti? Alzo le spalle, rassegnato.
-Sì...- bisbiglio. Alberto tocca la mia bottiglia con la sua e mi sorride rassicurante.
-Sappiamo tutti che le vuoi bene, ma non è di tua proprietà. Ha perso troppo tempo a presso a te.- Ovviamente si riferisce a quel periodo in cui abbiamo provato a stare insieme, ma non ha funzionato; ci vedevamo come fratelli ed è stato un disastro, sinceramente è stato difficile superarlo da entrambe le parti. Dopo la nostra amicizia si è talmente consolidata da renderci inseparabili, ma forse io sto seriamente esagerando. Irene ha ragione, sono paranoico. Ringrazio mentalmente Alberto, beviamo ancora un po' poi le strade si separano. Passare questa seratina con lui mi ha fatto venir voglia di andare da Federico, ma ora non è il caso. Gli mando un messaggio un po' malinconico a cui lui mi risponde che ci vedremo presto. Con Irene che non mi parla più e Federico in Spagna da ormai un anno mi sento per la prima volta solo.
I bla bla dell'Autrice»
Ovviamente vado di fretta (e quando mai .-.), sono felice di vedere un certo interessamento, ma sei ancora più felice se leggessi qualche recensione... no eh? Va be', ci ho provato =/ Anche io ultimamente mi sento sola, anche a me manca una persona che era mia amica e con cui sono stata insieme per un po', ma a differenza dei nostri Diego ed Irene è andata male -.-" Un bacio, alla prossima! Sperando di sentire qualche vostro parere u.u

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Capitolo 4
*** Just for fun! ***


Quarto Capitolo

Just for fun!

 

    La mattina dell'esame sono così a terra da non riuscire nemmeno ad alzarmi dal letto. I miei genitori, preoccupati per tutte le chiamate che ho liberamente evitato, hanno iniziato a credere che fossi morto, infatti due giorni fa hanno cercato di sfondare la porta di casa; ho aperto, sconvolto.

 -Amore, che faccia scavata, stai mangiando? E...- mi ha annusato -Puzzi maledettamente!-

 -Ciao anche a te, mamma.-

 -Diego, ti sembra il modo di stare questo!- Papà era in giacca e cravatta, gemelli d'oro, abito di seta, fede d'oro bianco brillante sull'anulare sinistro. Mi ha guardato dal basso verso l'alto, ha iniziato a strattonare i boxer larghi della Marvel, a toccare con disprezzo la maglia bianca a mezze maniche  di cotone.

 -Credevamo che ci fossi rimasto secco!-

 -Grazie per la tua schiettezza, mamma. Ora potete anche andare via dato che avete visto che sto bene, devo ricominciare a studiare.- Li ho spinti fuori e ho chiuso la porta, per un po' hanno continuato a bussare, poi ho sentito il vocione di papà.

 -Riguardati, ragazzo.-

Ed ora, nel mio comodo letto, mi sto chiedendo che ci vado a fare a dare quello stupido esame, tanto anche se studio rimarrò un perdente. Anziché andare all'Università stamattina potrei andare al cinema; proprio ieri, con il pollo fritto, mi hanno portato una locandina del cinema, sono usciti parecchi film interessanti. La porta si apre di colpo, ho uno spasmo, ma non mi alzo. Quando sento le coperte abbandonare il mio corpo apro a stento un occhio.

 -Chiunque tu sia lasciami morire nel letto.-

 -Idiota stupido imbecille, alzati!- Irene Scatto sull'attenti e guardo gli occhi pungenti e terribilmente scuri della mia migliore amica. Mi toglie la maglia e la butta sul letto, mi trascina nel bagno e apre la doccia -Ascolta e ascolta attentamente: tu ora ti farai la doccia, farai colazione, ti laverai i denti, prenderai la metropolitana e andrai all'Università. Tutto ciò lo farai senza urlare, protestare o fiatare. Esattamente, non voglio sentirti nemmeno respirare o ansimare. Adesso chiuderò la porta e tu farai quello che devi fare, la aprirò tra quindici minuti giusti e spero per te che sarai pulito, profumato e coperto da accappatoio. Io vado a prepararti latte e cereali e un caffè forte. Schnell!- Obbedisco senza neanche avere il coraggio di fare delle domande a me stesso. In dieci minuti mi faccio la doccia, metto l'accappatoio e esco dal bagno prima che la versione pazza di Irene mi venga a prendere. In cucina la mia amica ha preparato una colazione invitate, i cereali al miele annegano deliziosamente nel latte freddo. Mentre mangio provo a parlarle, ma ogni mio tentativo viene frenato in principio da lei. Ed eccomi che dalla comodità del letto sono passato alla freddezza e durezza delle sedie di legno dell'Università. Sono fortunato, ho beccato l'assistente, l'esame va sorprendentemente bene, si conclude con un ventinove che il mio professore decide di passare a trenta. Ovviamente sono contento, ma ho paura di non ritrovare Aiko al mio ritorno; vorrei chiarire, parlarle, prometterle di cambiare, dirle che mi farò piacere Andrea se proprio ci tiene. Ritorno a casa stremato dal caldo, ma contento per l'esito dell'esame e speranzoso. Apro la porta, mi incammino esitante verso la cucina. Trovo sul tavolo il pranzo (un piatto di pasta all'insalata) ed un biglietto, riconosco subito la grafia

 
            Se vuoi chiarire vieni domani alla festa di Andrea, ti ho lasciato l'indirizzo scritto
            sul blocchetto in camera tua. Non ti preoccupare, ti ha messo sulla lista, non
            è un suo stratagemma per sabotarti.

            P.S. Ringrazia Andrea, altrimenti a quest'ora eri nel letto a marcire. Sono seria.

 

Confuso, ma ancora più contento, vado in camera e, vicino al computer, trovo l'indirizzo. Ci penso su, accendo il computer. Trovo un messaggio privato su youtube, vado a leggerlo e con stupore vedo che è di Lady Heartbreaker. Mi chiede di prestarmi ad un trucco ispirato a Twilight, sottolineando che odia quella saga ma che deve essere divertente truccare da vampiro e mi chiede se va bene dopodomani pomeriggio. Divertente? Sì, perché no! Non sono sempre un tipo noioso. Gli rispondo che va bene. Certo che sono matti questi tipi di youtube!

 
    Il giorno dopo mi presento a questa fantomatica villa con una camicia tra il beige chiaro ed il giallo pallido, pantaloni bianchi e mocassini in eco-pelle beige. Ci ho perso trenta minuti allo specchio, ma i miei capelli neri e ricci non ne hanno voluto sapere di stare al loro posto. La villa è una cosa gigantesca. Un percorso di ghiaia abbastanza grande da far entrare un SUV è attorniato da alberi di agrumi e fiori colorati, a sinistra si intravede uno stagno. Al cancello mi chiedono il nome, mi fanno entrare quando si assicurano che il “signorino Andrea” mi abbia messo nella lista. Percorro la strada di ghiaia, noto un bar vicino allo stagno con qualche tavolo e delle sedie, degli sgabelli al bancone. D'avanti a me si materializzano delle scale che portano ad una tavernetta, a destra c'è un parcheggio, a sinistra la piscina. Già c'è il vociare delle persone, qualcuna ha già un drink in mano; appena vedo Andrea mi sento un pezzente: ha un completo camicia azzurra, pantalone blu che sembra fatto per lui. La camicia è leggermente aperta sul petto, scoprendo la pelle glabra e un po' di pettorali. Mi saluta con un cenno della mano, un orecchino blu elettrico brilla, ma non quanto il suo sorriso. Lo raggiungo con le mani in tasca, cerco di ripetermi di essere positivo.

 -L'avevo detto ad Irene che saresti venuto!- Inaspettatamente mi abbraccia, sorrido imbarazzato ed irritato.

 -Dov'è?-

 -Dentro, sta prendendo degli stuzzichini.-

 -Già so chi porta i pantaloni tra i due- Andrea ride. Vedo Irene scendere le scale, parla e ride con qualcuno al suo fianco che riconosco essere Cinzia. La mia amica indossa un vestito rosso a giro maniche e collo alto, lungo fino a metà coscia, di cotone leggero e un po' trasparente. Una collana le arriva al centro del petto ed ha come ciondolo la sagoma di un gatto di color bianco metallizzato.

 -Oh, sei venuto- mi dice, ma la sua voce è quasi delusa e molto piatta.

 -Già- rispondo con un sorriso amichevole.

 -Io vi lascio da soli- Andrea si dilegua. Ci guardiamo, Irene continua a tenere alto il suo muro di ostilità, pare quasi che voglia scrutarmi l'anima con i suoi occhi fissi su di me, alla ricerca di un piccolo squarcio per trovare il marcio tra le mie intenzioni. Io, dal mio canto, riesco solo a sorridere in maniera educata, sapete uno di quei sorrisi di circostanza. Mi spingo fin dall'inizio a rompere il silenzio, eppure è lei a parlare per prima.

 -Andrea aveva ragione, sei venuto. Bene, bravo, dovrei farti un applauso e darti uno snack, credo.- Non so che risponderle; lei è fin troppo indulgente, ma sono io il geloso, sono io che mi sono ritratto dal ruolo di amico e ho ricominciato a fare quello di amante.

 -Io penso che- continua -se non hai niente da dire, allora o te ne vai o non mi stai d'avanti come un pesce lesso.-

 -Scusa.- La parola mi è sfuggita di bocca, mi rendo conto che i denti la trattenevano, come fanno le gabbie delle celle con i prigionieri, ma lei è ugualmente evasa. Il volto di Irene ha un secondo di gratitudine, come se nel profondo quella parola possa risolvere tutto, ma appunto è un misero secondo. Altrettanto misero quanto importante, ma pur sempre un secondo. Ritorna l'espressione indulgente e mi sento senza scampo.

 -Non pensavo di comportarmi da persona gelosa, né tanto meno credevo di invidiare il tuo nuovo ragazzo- ricomincio, anche se nutro poca speranza. -Non mi piaci più come una volta, ormai l'abbiamo superata, ma non so ancora accettare il fatto che tu possa trovare qualcuno di speciale che non sia io.- Pensavo di star sviluppando male il discorso ed il sorriso della mia amica è un bel colpo di scena.

 -Non ce l'ho mai avuta realmente con te, ma è sempre meglio ammettere certe cose.- Apre le braccia e mi stringe in un abbraccio. Ho sempre adorato i suoi abbracci: sentire il suo cuore battere con il mio, percepire lievemente quel profumo di aloe, farsi solleticare dai suoi capelli; io non so abbracciare, odio farlo, mi sento sempre un idiota impacciato, ma con lei è diverso. Delle volte vorrei davvero che la nostra storia fosse andata bene. È una fortuna che siamo rimasti amici, di solito è impossibile, ma spesso è una pugnalata al cuore saperla con un altro o non poterla baciare quando stiamo insieme. Stiamo così per un po', Andrea spunta per rovinare tutto.

 -Sapevo che avreste fatto pace!-

 -È anche e soprattutto merito tuo!- Irene va a baciarlo, mi guarda, forse aspettando anche un mio grazie, che però non arriva.

 -Be', prego, ma i grandi amici non possono stare separati, giusto?- Faccio cenno di sì, poco convinto -Sei un bravo ragazzo.- Non ci credo che me l'ha detto sul serio! È come se mi stesse perdonando per una mia colpa e non mi va giù. Una cosa è che lo ammetto io, una cosa è che lo ammette Irene, ma lui... No, lui non può! Ricomincio a fare il vecchio sorriso di circostanza e mi congedo, usando la scusa del drink. Volevo parlare ad Aiko di Lady Heartbreaker, ma quel tale mi ha fatto passare la voglia. Al buffet trovo Cinzia e Carmine, li saluto sollevato: almeno ho una possibilità di non stare con Irene ed il suo “boyfriend”.

 -Sei arrivato da poco?- Annuisco al ragazzo.

 -Non trovi che Irene sia stupenda con quel vestito?- Guardo Cinzia con cipiglio sorpreso.

 -Si, credo.- In effetti Irene è stupenda oggi, ha il trucco molto curato, sembra che gliel'abbia fatto un'esperta, ed è più radiosa del solito. E profuma, profuma di buono, di un profumo che non le avevo mai sentito addosso.

 -Ehi, ma tu non avevi un esame in questa settimana?-

 -Sì, Cinzia, ieri-

 -Com'è andato?-

 -Trenta.-

 -Dovremmo festeggiare!-

 -Sai, Carmine, dopo l'ultima volta questa volta passo- gli faccio un sorriso. Mi guardo intorno, mi accordo di avare sete e noto anche di non aver ancora preso da bere. Mi verso un po' di vodka alla fragola e l'allungo con Red Bull. C'è davvero tanta gente, ma solo un terzo (per non dire un quinto) di loro ha l'aria minimamente simpatica. La villa, al contrario, è magnifica. Profuma di soldi, cloro ed estati indimenticabili, ma anche di vecchio, di ricordi salati, di calore familiare, di povertà. È un vortice di elementi diversi ed è stranamente incantevole. Bevo e abbandono Cinzia e Carmine per fare un giro. Entro in casa, il tavolo del buffet anche qui è pieno di bevande fredde e stuzzichini sfiziosi; di soppiatto vado nell'altra stana, dove trovo un ampio salone ed una porta infondo, semi-chiusa. Mi avvicino con circospezione, apro la porta e ciò che vedo è pazzesco. Libri. Tre pani collegati da scale di legno bruno ospitano decine di libri avvolti di un alone di vecchio e nuovo. A bocca aperta guardo il lungo lampadario che passa fra i due soppalchi, arrivando in alto sulla mia testa, infondo si intravede un balcone coperto da pesanti tende blu notte; almeno cinque, sei lampade a muro percorrono il perimetro di ognuno dei tra piani, la luce ora viene opaca dai paralumi a conchiglia, sfumati di bianco ed arancio. Trovo l'interruttore e la stanza si illumina sfoggiando la sua bellezza, appena percepibile nella penombra. Osservo quell'enorme biblioteca ancora un po', poi spengo la luce per paura di essere scoperto. Vicino al balcone c'è uno scrittoio con una macchina da scrivere d'epoca, mi avvicino ad essa, percorrendo timoroso la stanza, e la tocco quasi con la paura che scatti un allarme o qualcosa di simile. Sento un rumore alle mie spalle ed improvvisamente i denti di un segugio serrati alla mia caviglia diventano qualcosa di tangibile.

 -Non si dovrebbe curiosare in casa d'altri.- Capisco subito che non è Andrea: questo tono di voce è più delicato, allegro, meno profondo e con un accento marcato, qualcosa che mi ricorda una certa cadenza sarda. Mi giro a rallentatore e la persona che vedo ha un che di familiare.

 -Stavo solo...- incomincio, impacciato -Ho visto la porta aperta e...- ho sorriso, al limite dell'imbarazzo -Bella casa.- L'altro annuisce con espressione seria, ma beffarda.

 -Sì, ma dovrei dire ai proprietari di cambiare il colore del bagno. Quel giallo canarino proprio non è adatto!- La mia aria gli scatena una risata fragorosa, che soffoca o almeno tenta di frenare portando la mano vicino alla bocca, l'indice leggermente appoggiato tra il labbro superiore ed il naso.

 -Chi sei?- Chiedo, rosso in viso.

 -Sicuramente non il proprietario, sta' tranquillo!- Il suo tono di scherno è stranamente dolce. Si avvicina e mi porge la mano -Caleb.- Una lampadina si accende così di scatto che sussulto.

 -Lady Heartbreaker!? Io sono Diego!-

 -Ah, ecco! Dicevo che c'era qualcosa di familiare!- Accetto la stretta di mano; inizio a guardare la porta con ansia crescente. Il ragazzo mi sorride (ora riconosco il sorriso che avevo ammirato dallo schermo del computer), mi prende per mano e mi porta fuori; mi intima di fare silenzio portandosi un dito alla bocca, invece di tornare nella sala principale va a destra e passa per un portoncino a due ante, che sbocca su un disimpegno. D'avanti a noi c'è un altro portoncino, a sinistra uno specchio ed un mobile di legno lucido, a destra delle rampe di scale. Sale da quella parte, provo a chiedergli una sola volta dove stiamo andando e lui mi blocca mettendomi una mano sulla bocca. Superiamo una porta chiusa e arriviamo ad un'altra. La apre delicatamente. Mi ha portato in una mansarda, fornita di cucina, balconata e una scala traballante che porta ad un soppalco. Il posto è leggermente polveroso, Caleb apre le ante che portano fuori alla balconata.

 -Lo spettacolo di sera è ancora più bello, si vedono le stelle e la piscina illuminata.- Ora invece si vedono le teste delle persone e si sente musica lounge ed un brusio sommesso di chiacchiere educate.

 -Come fai a conoscere a memoria questa casa?- Alza le spalle.

 -Sono venuto ieri per fare le prove per il make up della ragazza di Andrea e mi sono fatto qualche giretto. Ah, ma tu la conosci!-

 -Sì, Irene.-

 -KawAiko è una ragazza straordinaria! Fa delle riprese e dei montaggi quasi da professionista e i suoi vlog sono sempre divertentissimi.-

 -Già.- Mi metto la mano libera dal bicchiere in tasca, la vedo tra le persone, abbracciata ad Andrea.

 -Sai, credevo che voi steste insieme- scuoto la testa con vigore.

 -No, siamo solo amici.-

 -Be', meglio così!- Prendo la frase come una battuta perché il ragazzo sorride radiosamente -Sono davvero contento che hai accettato per domani!-

 -Anche io lo sono! Staccare un po' dallo studio mi farà bene!-

 -Concordo.- Schiocca la lingua e si schiarisce la voce -Forse dovrei andare a prendere qualcosa da bere.- Gli porgo il mio bicchiere, che accetta con un sorpresa e gratitudine.

 -Come ti è sembrato Andrea?- Chiedo, indagatore.

 -Un bravo ragazzo, vuole seriamente bene alla tua amica, educato, composto, ma non noioso.- Tutti ne parlano bene, mi sa che andando avanti in questo modo le mie convinzioni andranno scemando. -Provi qualcosa per lei, non è vero?- Sospiro.

 -Non propriamente. Dice un mio amico che sono possessivo nei suoi confronti- il ragazzo annuisce.

 -È una bella ragazza ed è simpatica nonché brillante, difficile non provare affetto per lei.-

 -Già.- Lo conosco da dieci, massimo quindici minuti, e ha già capito tutto di me. Decidiamo di tornare alla festa, l'aria fuori è più calda, più opprimente, il fresco dei muri e delle stanze ampie è sparito. Caleb si dimostra essere un ottimo ascoltatore ed oratore, la preoccupazione mi è completamente passata, ora sono a mio agio e rilassato. Se proprio voglio dirla tutta non vedo quasi l'ora di passare la giornata a casa sua. Mentre parlo con il ragazzo Irene si avvicina e mi prende in disparte.

 -Ho visto che hai fatto amicizia!- Scrollo le spalle -Senti, non serve a niente evitarmi.-

 -Non ti stavo evitando- e sono sincero! Magari all'inizio era così, ma ora mi sto veramente divertendo. L'altra sbuffa, io alzo il sopracciglio.

 -Stai sempre a negare, vero?-

 -Ti assicuro che non ti sto evitando! Mi trovo bene con Caleb, ah e tu non sai della collaborazione.-

 -Cioè?-

 -Caleb in veste di Lady Heartbreaker vuole usarmi per fare un trucco in stile Twilight saga.-

 -Ah, carino...- mi fa un sorriso di scuse -Vado da Andrea, complimenti per il trenta!-

 -Avete qualche problema ultimamente?- Mi chiede il ragazzo appena mi vede ritornare; alzo le spalle.

 -Ho qualche problema ad accettare il suo nuovo amico, tutto qui.- Annuisce, comprensivo.

 -Non appena la festa finisce, io e Caleb decidiamo di scambiarci i numeri, dandoci appuntamento per il giorno dopo. Saluto Andrea ed Irene rapidamente, promettendo a quest'ultima che mi farò sentire. Tornato alla tranquillità di casa mia decido di leggere un buon libro, chiamo mia madre per confermare la cena di domenica. Stanco, vado a dormire senza mangiare. Sono sicuro che passerò una nottata tranquilla.

I bla bla dell'Autrice»

Bene bene, un nuovo capitolo, un nuovo personaggio. Sono ancora delusa per il numero di recensioni (uno -.-) ad ogni modo sono contenta di vedere che le letture vanno e lo stesso anche chi mi segue! ^_^ Thank you guys! Il prossimo capitolo è il mio preferito, ma è lungo sette pagine fitte di word quindi credo che lo dividerò. Vado a giocare ad un escape game e poi a studiare .-. A presto!

 

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